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INDICE RASSEGNA STAMPA

Indice Rassegna Stampa

Centro Studi C.N.I. 12 giugno 2018

Pagina I

ALMALAUREA

Laureati, la crisi non è finitaItalia Oggi 12/06/18 P. 31 Michele Damiani 1

Laurearsi conviene: aumentano gli occupatiSole 24 Ore 12/06/18 P. 10 Eugenio Bruno 2

ICT

Informatici e sviluppatori, più di 1.100 assunzioni «hi tech»Corriere Della Sera 12/06/18 P. 41 Anna Maria Catano 3

INDUSTRIA 4.0

La cyber-fragilità dell'internet delle coseSole 24 Ore 12/06/18 P. 10 Enrico Netti 4

INNOVAZIONE

«La nostra auto solare consuma come un phon»Corriere Della Sera 12/06/18 P. 25 Alessandro Fulloni 5

ITS

Regole nuove e finanziamenti certi per rilanciare lo sviluppo degli ItsSole 24 Ore 12/06/18 P. 10 Claudio Tucci 7

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ALMALAUREA

Laureati,la crisi

non e finitaDI MICHELE DAMIANI

I laureati italiani paga-no ancora lo scotto dellacrisi. Il tasso di disoccu-pazione a un anno dallalaurea è aumentato del6% rispetto al 2007 (chesiano lauree di primo o disecondo livello). L'occu-pazione, invece, è calatadi 11 punti percentualiper i laureati triennali edi sette per quelli magi-strali. Anche se, negli ul-timi cinque anni , il trendè tornato ad essere posi-tivo. Sono solo alcuni deidati raccolti dal consorziointeruniversitario Alma-laurea nella XX edizionedel rapporto sul profilo ela condizione occupazio-nale dei laureati, presen-tato ieri presso l'Univer-sità di Torino. Nel 2017 iltasso di disoccupazionedei laureati italiani di pri-mo livello è stato di 17,4punti percentuali, sei inmeno rispetto all'11,2%del 2007. Gli accademicidi secondo livello, inve-ce, hanno avuto un tas-so del 16,4%, rispetto al10,8% di dieci anni fa. Intermini di occupazione, i

dati del 2017 sono decisa-mente più bassi rispetto aquelli pre-crisi (1°livello71,1% rispetto all'82,2%del 2007; 2° livello 73,9contro 80,5). Ma i nume-ri registrati l'anno scor-so non sono i peggiori deldecennio appena passato;infatti, il punto più bas-so si è toccato nel 2012sia per occupati che perdisoccupati. E da cinqueanni , quindi, che le per-centuali sono in crescita.Notevoli differenze anchenella predisposizione deitirocini formativi: dal 50%di praticanti del 2007 siè passati al 57% dell'an-no scorso. Diversi anchei destini occupazionalidi chi svolge o meno unperiodo di pratica primadell'ingresso vero e pro-prio nel mercato del lavo-ro: secondo i dati raccoltida Almalaurea il tirociniodà un 20% di probabilitàin più di trovare un'occu-pazione. L'area delle pro-fessioni sanitarie è quellache garantisce i miglioriritorni in termini occupa-zionali; i laureati occupa-ti ad un anno dalla laureasono il 71% del totale, increscita del 4,3% rispettoal 2015. Il secondo deltamaggiore è quello legatoalle facoltà ingegneri-stiche, dove l'aumentoè stato del 2,84%. Menofavoriti risultano i laure-ati dei gruppi disciplina-ri psicologico, giuridico egeo-biologico.

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Laurearsi conviene:aumentano gli occupatiRAPPORTO ALMALAUREA

Occupazione dei laureatial 78% contro il 65%degli studenti diplomati

Eugenio Bruno

ROMA

Laurearsi conviene. Come recitaun vecchio adagio che nel restod'Europa è ormai acquisito e cheda noi stenta a diffondersi, vista lapenuria di giovani in possesso diun diploma di istruzione terziaria.

Una spinta in più arriva da Al-maLaurea che ha presentato a To-rino il suo Rapporto 2018 sul pro-filo e sulla condizione occupazio-nale dei laureati. Da cui emerge unaumento dell'occupazione a uno ea cinque anni dal titolo. Anche seun po' troppo precaria.

Il dossier analizza le perfor-mances di 276mila laureati nel2017: 157mila di primo livello,81mila magistrali biennali e36mila a ciclo unico. La primabuona notizia arriva dal profitto.Migliorano sia l'età media alla lau-rea, che in 12 mesi scende da 26,1a 26 anni, sia la quota di studentiin corso (dal 48,8% del 2016 al 51,1del 2017). Pressoché immutati in-vece i tassi di mobilità interna.Che procede a senso unico in dire-zione Sud-Nord: quasi un giovane

del Mezzogiorno su quattro si lau-rea fuori regione. Stabile anche laquota di stranieri che scelgono ilBelpaese per completare gli studi:erano e restano il 3,5% del totale.

La seconda parte del Rapporto2018 si focalizza sulla sorte occu-pazione di 63omila laureati. A unanno dal titolo lavora il 71,1% diquelli di primo livello (+2,9 puntirispetto al 2o16) e il 73,9% (+3,1% inun anno) dei magistrali biennali.

A cinque anni è occupato inve-ce l'87,8% tra i laureati di primolivello e l'87,3% dei magistralibiennali. Seppure con meno sta-bilità rispetto al recente passato.Diminuiscono infatti il lavoro au-tonomo e i contratti a tempo in-determinato mentre aumentanoi rapporti non standard. Passan-do agli indirizzi le lauree più "ef-ficaci" restano ingegneria, pro-fessioni sanitarie e gruppo eco-nomico-statistico. Tutte al di so-pra del 90% di placement.Indietro giurisprudenza, letteree psicologia.

Che «laurearsi conviene» Al-maLaurea lo dice espressamentequando ricorda che il tasso di oc-cupazione della fascia d'età 20-64è il 78,3% tra i laureati, contro il65,5% dei diplomati. Numeri datenere presente mentre stannoper iniziare gli esami di maturitàe tanti studenti dovranno decide-re il loro futuro.

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Informatici e sviluppatori, più di 1.100 assunzioni «hi tech»I programmi di Ntt Data, Apple, Tecno, Irion e We Are Social. Le chance tra sicurezza e sostenibilità

Ad essere determinanti aifini di un'assunzione sono gliskill digitali. Irrinunciabili intutti i settori. Anche in quellitradizionali. Equanto emergeda un'indagine condotta dal-l'Osservatorio delle compe-tenze digitali. Gli effetti delletrasformazioni 4.0 vanno or-mai ben oltre la creazione dinuove figure professionali: ilpeso di queste abilità crescein tutte le aree aziendali (conun'incidenza media del 1,3,8%,ma con punte che sfiorano il63% nell' industria e il 41% neiservizi). Mancano specialistiICT ma aumenta anche la do-manda di ICT skill in tutte le

funzioni. Si cercano insommapersone in grado di creare ap-plicazioni e gestire sistemi maanche chi li sappia utilizzarecon efficacia: per comunicare,vendere, produrre, ammini-strare, gestire il personale.

Ntt Data, multinazionalegiapponese, assume in Italia1000 nuovi dipendenti, in par-ticolare a Roma e Milano. Ilgruppo impiega nel mondooltre uomila persone, distri-buite in 5o paesi, mentre nelnostro Paese i dipendenti so-no 3000 distribuiti nelle sedidi Milano, Torino, Treviso,Genova, Pisa, Roma, Napoli,Cosenza. I nuovi colleghi si

occuperanno di cyber securi-ty, artificial intelligence, In-ternet of Things, augmentedreality e virtual reality. Unaspeciale linea di sviluppo èprevista per le risorse dedica-te a e-commerce, mobile eonline, nonché per big data eanalytics. Per Tecno invece leparole chiave sono risparmioenergetico e sostenibilità am-bientale. L'azienda napoleta-na, fondata nel 1999 dall'im-prenditore Giovanni Lombar-di, ha sedi a Milano, Bolognae Napoli e all'estero a Berlino eParigi. Per supportare la cre-scita ha lanciato il progettoTalents, che prevede la sele-

zione di 120 figure professio-nali. La richiesta in particola-re è di 30 informatici e pro-grammatori, oltre a specialistisocial media manager: comein molti ambiti produttivi ladomanda si è spostata dal-l'hardware a soluzioni softwa-re. Irion, software house tori-nese specializzata nell'Enter-prise data management, inau-gura un nuovo ufficio aMilano. L'espansione nel ca-poluogo lombardo passa an-che attraverso l'ampliamentodell'organico, che attualmen-te conta un centinaio di pro-fessionisti. Le vacancy sonocomplessivamente sette e ri-guardano il data manage-ment e il sales.

We Are Social invece èun'agenzia «socially-led» chesviluppa idee creative ispiratedal comportamento delle per-sone. Nata nel 2010 a Milano ècresciuta da 4 a 170 persone in8 anni e vanta un'età media di29 anni. Le posizioni aperte almomento sono una decina:dal content manager all'art di-rector. Last but not least Ap-ple, il gigante di Cupertino,sta aprendo nuovi store in Ita-lia: si assumono decine di in-formatici e sviluppatori.

Anna Maria Catano

II gruppo

• Ntt Dataassume in Italia1000 nuovidipendenti, inparticolare aRoma e Milano.Nel nostroPaese idipendentisono già 3000,nelle sedi diMilano, Torino,Treviso,Genova, Pisa,Roma, Napoli eCosenza

L'agenzia

• We AreSocial èun'agenzia«socia) ly- led»che sviluppaidee creativeispirate dalcomporta-mento dellepersone. Leposizioni oraaperte sonouna decina: dalcontentmanager all'artdirector

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La cyber-fragilitàdell'internet delle coseINDUSTRIA 4.0

Gli oggetti connessisono un problema in casodi attacchi con malware

Enrico Netti

BERGAMO

Come applicare le best practice dellacyber sicurezza all'industria 4.0. Èstato questo il tema della prima gior-nata di Incom2o18 - Informationcontrolproblems in manufacturing- in corso fino a mercoledì a Berga-mo organizzato dalla locale Univer-sità degli Studi e dal Politecnico diMilano. «Chi attacca non mira solo ainostri dati e le infrastrutture masempre più punta a colpire lanostrapercezione della realtà con campa-gne che ci "informano" in manieraalterata o ci disinformano» ha dettodurante la sessione plenaria Esti Pe-shin, Vice presidente e General ma-nager della Cyber division dell'Israelaerospace industries, una dei massi-mi esperti mondiali della materia.

Così l'Internet delle cose (IoT), se-condo Esti Peshin, rischia di trasfor-marsi in una minaccia alla luce deglioltre 6 miliardi di oggetti oggi con-nessi che diventeranno oltre 20 nel2020. Se da un lato permette alleaziende di gestire al meglio la lorocatena del valore, dalla progettazio-ne di prodotto sino all avendita e ge-stione di servizi al cliente, dall'altropone un enorme problema poten-ziale e reale in termini di minacce in-formatiche nel caso di attacchi dimalware e ransomware. «Ci sarà uneffetto moltiplicatore e uno dei pro-blemi sarà proprio la loro connetti-vità perché non si è mai certi delleproprie difese» rimarca la top ma-nager. Da qui la necessità di un ap-proccio cooperativo sempre più so-fisticato. «È molto più difficile di-fendere che attaccare i sistemi - ri-corda Roberto Pinto, docente deldipartimento Management, infor-mation e production engineeringdell'università di Bergamo - e i pro-duttori di soluzioni IoT dovrebberoprestare più attenzione affrontandoil problema in modo trasfersale».

.RIPRODUZIONE RISERVATA

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Industria 4.0 Pagina 4

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La storia Team di 60 persone tra studenti, ingegneri e pensionati. Il prototipo correrà negli Usa

«La nostra auto solareconsuma come un phon»Creata a Bologna, trasporta quattro persone e va a 100 chilometri all'ora

Dalla via Emilia alWest, storia di unfantasioso e talen-tuoso gruppo, circa

una sessantina di persone,che una trentina d'anni fa ga-reggiava con i «carretti» (i bo-lidi fatti in casa assemblandorottami di ogni genere, dapasseggini rotti a bici inservi-bili) buttandosi a tutta veloci-tà per le discese attorno a Ca-stel San Pietro, nel Bolognese.E che tra un mese circa parte-ciperà alla più importante ga-ra mondiale per auto solari,l'American Solar Challenge2018, portando sulla griglia dipartenza un bolide intera-mente «made in Italy», pro-gettato e costruito mescolan-do artigianato e il meglio diciò che possono proporrescienza e tecnologia italiane.

Capace di sfrecciare a unavelocità massima di no chilo-metri orari consumandol'energia di un asciugacapelli,«Emilia 4» questo il nomedella macchina che tuttosommato potrebbe sembrareuna vettura familiare da quat-tro posti ma dalle linee grin-tose e assai aerodinamicheè stata presentata ieri nel tem-pio dell'automobilismo trico-lore, il museo Ferrari di Mara-nello. «Complimenti ragazzi,questo è un grosso passo. E ri-cordatevi che è importante

partecipare, ma è anche im-portante vincere», è stato l'in-coraggiamento di Piero Ferra-ri, il figlio del Drake e vicepre-sidente del Cavallino.

Davanti a lui lo strano teamdi sognatori, tutti emoziona-tissimi: studenti da poco en-trati in squadra, professoriuniversitari, pensionati, im-prenditori. C'è persino un vi-gile del fuoco, Marco Scalor-bi, storico meccanico di que-sta scuderia che si chiama«Onda Solare» e disegna-tore, per «Emilia 4», di inno-vativi freni in carbonio. Poi glialtri nomi: Mauro Sassatelli,quello che da adolescente or-ganizzava le gare di «carretti»e che ora è titolare di una pic-cola azienda che produce au-toclavi. Non manca un ottan-tenne, Adolfo Dondi, in gradodi far spuntare dal suo tornioogni pezzo che risolve leemergenze impreviste. Rug-gero Malossi, impiegato al co-mune di Cartel San Pietro, sa-rà al volante di «Emilia 4» du-

Le variantiInfluiscono sullavelocità del mezzo siail peso dei passeggerisia le condizioni meteo

j r M`--- -_ -- 3Milachilometrie 460 metri:la lunghezzadell'AmericanSolarChallenge,dal Nebraskaall'Oregon

La squadra Il team Onda Solare che parteciperàall'American Sciar Challenge 2018 (foto da Facebook)

rante i sei giorni di gara: unasfida lunga 3.460 km, dal Ne-braska all'Oregon.

Anche se la corsa si svolge-rà a una velocità media di cir-ca 6o chilometri orari, non èaffatto semplice ricordarsi dicomplicati calcoli ed equazio-ni che assommano percorsi,la capacità di ricarica dellebatterie e persino il peso dichi sta nei quattro posti del-l'abitacolo. Non è detto infattiche per trionfare basti tagliareper primi il traguardo. Puòbastare un piazzamento al se-condo o terzo posto è lasintesi di un lunghissimo re-golamento di gara a pattodi caricare più persone in au-to. Per questo c'è anche ungruppo di giovanissimi «tatti-ci», come Gabriele Rizzoli,dottorando a Bologna, chia-mato a dare istante per istantei suggerimenti giusti, badan-do anche a considerare il bol-lettino meteo costantementeaggiornato da Epson, con unsoftware ad hoc, per la scude-ria italiana. «Sapere se duran-te il tragitto s'incontrerà tem-po sereno o nuvoloso è decisi-vo per la ricarica delle batteriesolari», spiega Cristiano Fra-gassa, «project manager» del-l'impresa e ricercatore all'Uni-versità di Bologna.

Proprio attorno all'ateneo«Alma mater» ruota ogni co-sa: laboratori, tecnologia,idee, sovvenzioni, la capacitàdi attrarre sponsor tra cuiEnel Green Power, Avio, Re-gione Emilia-Romagna. Il bu-dget di«Onda Solare» si aggi-ra attorno ai due milioni dieuro: niente a confronto diquelli della maggior partedelle 29 scuderie rivali di«Emilia». Ci sono le maggioriuniversità giapponesi, ameri-cane e tedesche sostenute danomi come Panasonic, Toyo-ta, Yamaha, Ford e alcuni pro-getti sono arrivati a costare ol-tre venti milioni di euro.

Dalla parte di «Emilia»due motori elettrici montatidentro alle ruote alle batterieal litio di ultimissima genera-zione ci sono però fantasiae talento. «Abbiamo montatotecnologie che sviluppiamoquotidianamente per le appli-cazioni rivolte al settore indu-striale» spiega Claudio Rossiprofessore al dipartimento diIngegneria dell'energia elet-trica e leader del team di pro-gettisti assieme a GiacomoMinak, docente di Progetta-zione meccanica. Ma un pro-nostico? Il team manager Ste-fano Maglio è di poche paro-le: «Rappresentiamo l'Italia.Daremo tutto».

Alessandro Fulloni@Alefulloni

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Regole nuove e finanziamenti certiper rilanciare lo sviluppo degli Its

FORMAZIONE

Confindustria e FondazioniIts hanno presentatoun pacchetto di proposte

Richiesta alle istituzioniuna legge quadroper far decollare il sistema

Claudio Tucci

Regole semplici, a partire dalla go-vernance. Finanziamenti stabilisulla base di piani triennali di svi-luppo (offerta didattica, compresa).Percorsi di internazionalizzazioneper gli studenti. Utilizzo generaliz-zato dell'alto apprendistato. Unraccordo più stretto con imprese eterritori. Assieme al coinvolgimen-to diretto del ministero dello Svi-luppo economico, al fianco di Miure regioni, per spingere su innova-zione e Industria 4.0.

Per gli Its, gli istituti tecnici supe-riori, l'unico segmento formativoterziario professionalizzante, non

accademico, oggi esistente in Italia,è «indispensabile una legge quadro»che li faccia definitivamente decolla-re. La richiesta al Parlamento e alnuovo governo "giallo-verde" arrivada Confindustria, che ieri a VeneziaMarghera, dopo un lavorio di appro-fondimento in tavoli tematici, dura-to diversi mesi, con aziende, territorie tutte le 96 Fondazioni (che gesti-scono queste super scuole), ha pre-sentato un pacchetto di proposteconcrete per "invertire rotta".

Gli Its contano appena 8/9milastudenti iscritti (in Germania, nelleFachouchulen, analoghi istituti diistruzione terziaria non universitari,si sale a quasi 77omila). Eppure que-ste "super scuole di professionaliz-zazione tecnica e tecnologica" fun-zionano: l'82% dei neodiplomati èoccupato; in quasi la metà dei casicon contratto a tempo indetermina-to, e il 90% degli impieghi è coerentecon il percorso di studio e lavorosvolto dal ragazzo. La ragione delsuccesso il legame degli Its con ilmondo del lavoro, il 3o% della for-mazione è infatti "on the job" e al-meno i15o%dei docenti proviene daltessuto produttivo.

Il punto è che a una decina d'annidal Dpcm che ha disciplinato le Fon-dazioni Its «è tempo di cambiamen-to - ha detto il vice presidente diConfindustria per il Capitale umano,Giovanni Brugnoli -. Intanto vannopotenziati orientamento e comuni-cazione nei confronti di studenti, fa-miglie e docenti. Va sviluppata, poi,anche attraverso la formula del-l'Academy Its, la collaborazione conaziende, centri di ricerca, realtà loca-li e pubbliche». In quest'ottica, gliistituti tecnici superiori potrebbero,anche, consolidare il proprio raggiod'azione, promuovendo corsi per ri -qualificare lavoratori e disoccupati(nella gestione delle crisi aziendali);o, perché no, offrendo servizi alleimprese in collegamento con cluster,digital innovation hub, distretti.

Il salto in avanti è favorire una"autonomia compiuta" degli Its, edare il "la", ha aggiunto Brugnoli, aun vero sistema terziario professio-nalizzante, distinto dagli atenei. Intal senso, si potrebbe pensare a "le-ve fiscali" per incentivare la realiz-zazione e il trasferimento di pro-getti di studio e di sviluppo tecnolo-gico; fino ad arrivare a una comple -

ta equiparazione studentiIts/studenti università nell'accessoai benefici economici (quali, peresempio, school bonus, deducibili-tà delle rette e dei contributi a favo-re degli istituti tecnici superiori, ri-scatto titolo di studio).

Per rilanciare gli Its «serveun'azione di sistema, e la proposta dilegge quadro avanzata dagli indu-striali è una ottima notizia»,- è ilcommento di Monica Poggio, presi-dente dell'Its Lombardia Meccatro-nica, e ad di Bayer Italia. D'accordoanche Lucia Scattarelli, presidentedell'Its Cuccovillo Puglia (legato a unaltro colosso, la Bosch), e Maria Raf-faella Caprioglio, a capo di Umana(la prima agenzia per il lavoro priva-ta che collabora con gli Its).

Disco verde alla proposta di Con-findustria è giunto, inoltre, da Gio-vanni Biondi, presidente di Indire, edagli assessori regionali, Elena Do-nazzan (Veneto), Melania Rizzoli(Lombardia) e Antonio Bartolini(Umbria), che rilanciano, molto, sulpiano di comunicazione: «Gli Its so-no un brand - chiosano -. Vanno fatticonoscere, soprattutto nelle scuole».

©RI PRO DU ZI ONE RISERVATA

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LA PROPOSTA DI LEGGE QUADRO

1 2IDENTITÀDistinti dagli ateneiII primo punto della legge quadrosugli Its è rimarcare l'identitàdegli Its rispetto alle università.Gli Its vanno consideraticome sistema di formazioneterziaria con vocazioneprofessionalizzante e confunzione di transito al lavoro sulmodello delle Sup svizzere, deglilutfrancesi e delle Fachohchulentedesche, valorizzandoI'education made in Italy

4INNOVAZIONEIndustria 4 .o e crisi aziendaliGli Its come centro di ricercaapplicata e trasferi mentotecnologico, anche nella vestedi Academy Its. Si chiededi"esplorare ulteriormente" ilraggio d'azione degli Its: corsiper riqualificare lavoratori edisoccupati (nella gestionedelle crisi); servizi alleimprese in collegamento concluster, digital innovationhub E distretti.

GOVERNANCE

II riordino

Puntare sull'autonomiasuperando l'attualecollocazione nell'ambito delleregole pubblicistiche inerentigli ordinamenti scolastici.Spazio a semplificazione dellagovernance e della contabilità.Le fondazioni Its dovrebberorilasciare direttamente il titolodi diploma di "super perito".Più peso di Mise e regioni(accanto al Miur)

3FINANZIAMENTIRegole certe e risorse stabiliGarantire continuità e qualitàdell'offerta formativa delsistema Its attraversofinanziamenti stabilizzati sullabase di piani triennali. Favorirel'internazionalizzazione per glistudenti Its e l'utilizzodell'apprendistato, nell'otticadi una nuova filiera diistruzione "duale" che iniziacon l'alternanza e si concludecon l'inserimento in azienda

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