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Ricominciamo dal “nuovo” MUSEO 2 Marino Mediterraneo 3 Una bella esperienza ... 3 L’Argia 4 Riproduzione in acquario 5 Produzione e prodotti AsCuNaS 6 Sommario n°1 Notizie di rilievo: Il nostro Museo è stato “modificato” e continuere- mo a migliorarlo!!!! Ci servirebbero articoli dei Soci per arricchire il Bol- lettino. Abbiamo proprio bisogno di articoli dei Soci. Numero 01 Maggio 2012 Anno 1

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Page 1: mero 01 · gne e fibra di perlon … nell’ordine dal basso verso l’alto. Per la temperatura un refrigeratore (Artika 300). Uno schiumatoio (Nanoskim da 300 litri/h).

Ricominciamo dal “nuovo”

MUSEO

2

Marino Mediterraneo 3

Una bella esperienza ... 3

L’Argia 4

Riproduzione in acquario 5

Produzione e prodotti AsCuNaS 6

Sommario n°1

Notizie di rilievo: Il nostro Museo è stato

“modificato” e continuere-

mo a migliorarlo!!!!

Ci servirebbero articoli dei

Soci per arricchire il Bol-

lettino.

Abbiamo proprio bisogno

di articoli dei Soci.

Numero

01

M a g g i o

2 0 1 2

Anno 1

Page 2: mero 01 · gne e fibra di perlon … nell’ordine dal basso verso l’alto. Per la temperatura un refrigeratore (Artika 300). Uno schiumatoio (Nanoskim da 300 litri/h).

Sono i primi giorni di Maggio e, dopo un duro

lavoro di Valerio, la stanza principale del museo

AsCuNaS di Telti ha preso forma ed è stata

completamente stravolta!

L’inizio si basa su alcuni acquari, qualche terra-

rio anche per insetti … comunque tutti ambienti

specializzati per le specie presenti. Presto saremo

pronti a dare l’idea di quello che vorremmo per il

completamento “futuro” dell’esposizione.

Naturalmente a mano a mano che riusciremo a

creare degli ambienti adatti, cercheremo di com-

pletarli con gli ospiti giusti.

Per ora due acquari, uno da 100 cm. ed uno da 80 cm., sono predisposti per essere marini “mediterranei”.

Ogni vasca ha un refrigeratore per rimanere sotto i 20°C. Gli animali del “mare nostrum” non sopportano

per lunghi periodi una temperatura superiore ai 22°C.

Chi ha esperienza in acquaristica sa che, un acquario specialmente di acqua salata, ha bisogno di tempo per

funzionare bene …

Naturalmente, questo,è un discorso legato alla chimica ed alla biologia dell’acqua ma lo faremo in momenti

adeguati.Sono pronti altri due acquari etti da 50 cm. di acqua dolce. In uno di questi abbiamo messo dei pe-

sci rossi (Carassius auratus), facili da allevare, quindi nessun grosso problema. Nell’altro, provvisoriamente,

alcuni girini (rana o rospo?) che, all’età attuale non sono riconoscibili. Quando avranno le zampine verranno

trasferiti in un paludario e così potremo vedere cosa sono realmente. Sappiamo che le uova delle rane sono a

grappolo, mentre, quelle dei rospi sono filari…

L’ultimo (per il momento…) acquario è predisposto per l’acqua salmastra… simile all’acqua degli estuari dei

fiumi… Esistono molte forme di vita che riescono a vivere in situazioni “particolari”, non acqua di mare ma

nemmeno acqua dolce!

Beh! Il resto del museo continuerà ad arricchirsi di nuove farfalle (anche “ecologiche”) ed insetti e continue-

remo a raccogliere conchiglie e minerali… Speriamo, come associazione, che questa parte di … “Telti” possa

essere sempre più interessante per tutti, anche per i turisti…

Mauro V.

Ricominciamo dal “nuovo” MUSEO ….

Pagina 2 Il Bol let tino di AsCuNaS

Numero 01

Un corso di “acquariofilia di base” entro luglio per gli interessati 3493299364

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Marino Mediterraneo

Una bella esperienza …

CUn acquario “di serie” …

100 x 30 x 54h da 120 litri con 2 lampade da 24w energy saving

Un filtro esterno meccanico (Maxxxima 1000) caricato con cannolicchi, spu-

gne e fibra di perlon … nell’ordine dal basso verso l’alto.

Per la temperatura un refrigeratore (Artika 300).

Uno schiumatoio (Nanoskim da 300 litri/h).

Ho pensato di non usare altre attrezzature tecniche e vediamo se, con accessori

normali, l’acquario funzionerà bene.

Il modo migliore per partire è quello di riempire l’acquario con acqua salata (è

molto più sicuro usare sali ed acqua di rubinetto, quella di mare potrebbe esse-

re inquinata ed in acquario, con poca acqua, sarebbe molto pericolosa) aspetta-

re un po’ e quando l’acqua è stabile si possono mettere i primi animali.

Dopo i primi giorni l’acqua era torbida, naturalmente è aumentato il tasso di

inquinamento (nitriti NO2). A tre settimane ho messo le prime “pietre vive”

con qualche bivalve e littorine … sembra che vada tutto bene!

Mauro V.

La bella esperienza è stata divisa tra

l’artista teltese Michele Dibari ed il

nostro museo teltese !!!

Sappiamo tutti che chi viene a Telti e

si accorge del museo ASCUNAS ri-

mane colpito in modo positivo …

E’ piccolo ma “evviva” c’è una cosa

che è difficile trovare nei paesi in Sar-

degna … Vantiamoci un po’!!! Il pro-

getto è quello di utilizzare la sala

“grande” del museo per mostre arti-

stiche ed artigianali di persone che

vogliono farsi conoscere …

Dobbiamo ricordare che per una deci-

na di giorni è stata esposta da

una collezione di macchine fotografi-

che d’epoca. Anche in questo caso

ottima critica da parte dei visitatori …

Mauro V

Dal 26 aprile 2012 a oltre il

6maggio 2012 è stata usata una

sala del museo per una mostra di

pittura contemporanea di un no-

stro “paesano”, spero nessuno si

offenda

ma Mi-

c h e l e

D i b a r i ,

abita a

Telti da

t e m p o

… E’ un artista “recente” con

un’idea interessante dell’arte.

Quattordici tele da guardare e

“capire” … E’ arte contempora-

nea !!!

Sembra che la cosa sia piaciuta e,

Michele, è stato invitato ad espor-

re in un’altra sala ad Olbia …

Pagina 3 Il Bollet tino di AsCuNaS

Numero 01

Mostra di pittura a Telti

MICHELE

DIBARI

ARTE CONTEMPORANEA

In collaborazione con:

Associazione per gli Studi Culturali e Naturalistici della Sardegna

Inaugurazione mostra con rinfresco Domenica 22 Aprile 2012 alle ore 17,00

Aprile Maggio

Mercoledì 25 Martedì 1

Sabato 28 Venerdì 4

Domenica 29 Sabato 5

Domenica 6

La locandina della mostra

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Latrodectus tredecimguttatus

La malmignatta, o vedova nera mediterranea, detta anche ragno volterrano o Argia (Latrodectus tredecimgutta-

tus Rossi, 1790) è un aracnide del genere Latrodectus (vedove nere).

In Italia è, assieme al Loxosceles rufescens, una delle poche specie italiane il cui morso può rivelarsi molto pericolo-

so per gli umani. Prende anche il nome di falange volterrana, bottone nell'alto Lazio e a nord di Roma, arza, argia o

alza in Sardegna e in Liguria.

Classificazione scientifica

Dominio Eukaryota

Regno Animalia

Phylum Arthropoda

Subphylum Chelicerata

Classe Arachnida

Ordine Araneae

Sottordine Araneomorphae

Famiglia Theridiidae

Genere Latrodectus

Specie tredecimguttatus

Descrizione

Il corpo, che nella femmina può raggiungere i 15 mm, un addome di un centimetro circa, è contraddistinto dalla pre-

senza di 13 macchie rosse. Questa colorazione, esibita a scopo di avvertimento contro i predatori, rappresenta un

chiaro esempio di aposematismo (colorazione di una parte più o meno estesa del corpo di un animale a fini di avver-

timento contro possibili predatori) nel mondo animale.

È diffuso in tutto il Centro e Sud Italia: Liguria, Toscana, Lazio,Campania, Basilicata, Calabria, Puglia e Sardegna.

Si rinviene soprattutto nelle regioni mediterranee della penisola in ambienti di gariga, la macchia mediterranea più

bassa e degradata, negli uliveti più antichi e, a volte, nelle pinete costiere. Camminando lungo i sentieri bisogna pre-

stare attenzione ai lati, soprattutto se vi sono mucchi di terra screpolati dalla siccità. Il suo veleno è uno tra i più effi-

caci, addirittura più potente di quello del serpente a sonagli; tuttavia la quantità che il ragno può inoculare è minima.

Ma, anche negli ambienti adatti è decisamente localizzata anche se, quando è presente, diventa piuttosto comune.

Costruisce tele molto resistenti e dalla forma irregolare; molto raramente vicino alle case di campagna.

Il morso della femmina, pur se meno pericoloso di quello della cugina americana (la famigerata Vedova nera - Latro-

dectus mactans), non è doloroso al momento ma successivamente provoca sudorazione, nausea, conati di vomito,

febbre, cefalea, forti crampi addominali e nei casi più gravi perdita dei sensi e talvolta morte; i casi mortali sono tut-

tavia veramente molto rari. Resta ovviamente pericoloso per i bambini perché la quantità di veleno iniettata va pro-

porzionata alla corporatura e per il corpo di un bambino tale quantità può essere letale. In pericolo sono anche gli

anziani, e gli adulti che siano indeboliti da malattia al momento del morso, in quanto un soggetto adulto non piena-

mente sano può non riuscire a salvarsi dagli effetti del veleno che in questi casi può essere letale. Può provocare nei

soli soggetti allergici shock anafilattico, come d'altronde molte altre punture di insetti ritenuti praticamente innocui

(come ad es. vespidi).

In caso d'incidente, l'unico consiglio dettato dalla pura razionalità su cui possiamo fare affidamento è di recarsi il

prima possibile al pronto soccorso.

Le vedove nere, come dice il nome, non hanno fama di essere molto benevole nei confronti del compagno, che a vol-

te viene aggredito durante l'accoppiamento. Non si tratta tuttavia di un passaggio obbligato. Se il maschio fa le cose

per bene, e corteggia degnamente la partner sfiorandola con le zampe anteriori, tutto si conclude con un rapido am-

plesso durante il quale il maschio inserisce nel poro genitale della femmina i palpi, il primo paio di corte appendici di

cui è dotato, caricati con il suo sperma.

Mauro V

L’Argia

Pagina 4 Il Bollet tino di AsCuNaS Numero 01

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Un acquario per osservare che si possono far riprodurre i pesci in cattività. La riproduzione dimostra che gli

animali tenuti nel modo “più naturale possibile” vivono bene in casa senza preoccupazioni e predatori.

L’acquario, se fatto bene, è un piccolo angolo di natura…

L’esperienza ed in particolare la tecnica moderna ci offrono la

possibilità di far vivere i nostri pesci più a lungo e con mag-

gior sicurezza e tranquillità che in natura.

Certo non si possono ignorare alcune difficoltà dovute a spe-

cie esigenti o particolarmente delicate, in questo caso però, ci

aiuta la tecnica e le nuove scoperte in campo acquariologico.

Un acquario dedicato ai pesci che formano una coppia per la

vita e che curano la loro prole finché non è in grado di difen-

dersi e procacciarsi il cibo da sola, è una delle soddisfazioni

dell’acquariofilo.

Abbiamo deciso che, in questo caso, i pesci siano Julidochromis marlieri; Cichlidae africani endemici (vivono solo

in quel posto …) del lago Tanganyika.

Questo pesce difende un territorio roccioso ove forma una “famiglia”… Maschio e femmina si scelgono “per

la vita” e cominciano a delimitare una zona in mezzo alle rocce ed a spaccature delle rocce stesse. La femmina,

più grande, si occupa della difesa del territorio mentre, il maschio si

occupa della “casa” vera e propria.

Come accennato, la taglia dei due pesci è differente: il maschio, di

norma, è più piccolo e affusolato intorno ai 7 - 8cm. e protegge le uo-

va ed i piccoli con violenza, la femmina, più lunga e tozza raggiunge i

10 – 12cm., si occupa invece di difendere un territorio che, dapprima

si compone di qualche roccia con una trentina di centimetri di diame-

tro, in seguito, con la nascita e la crescita dei piccoli, il territorio si e-

spande gradualmente.

In acquario possiamo avere famiglie di J. Marlieri con territori fino a 50 cm. di diametro. In natura la situazione

è molto simile, i piccoli che, come taglia, possono essere antagonisti dei genitori vengono scacciati dal territorio

e ne cercano un altro.

Julidochromis marlieri è un pesce perfetto per l’acquario e adatto allo studio del comportamento dei Cichlidae

che, diversamente dalla maggioranza dei pesci, curano la prole.

Mauro V

Riproduzione in acquario

Gli acquari del piano di sopra:

Uno d’acqua dolce e l’altro marino.

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Organizzazione 1

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