Centrale a Fusione Nucleare_Zitelli Francesco
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CENTRALE A FUSIONE NUCLEARE – ZITELLI FRANCESCO 5^SB 1
ITIS “F. Severi” A.S. 2008/09
ZITELLI
FRANCESCO CENTRALE A FUSIONE NUCLEARE
Presentazione
Una delle questioni più pressanti per l’umanità in questo secolo è l’approvvigionamento
energetico. L’energia alimenta il nostro mondo, è essenziale per ogni attività umana.
La richiesta di energia è aumentata in modo esponenziale negli ultimi 50 anni, incremento dovuto
anche alla domanda crescente degli Stati emergenti (primi fra tutti Brasile, Russia, India e Cina – il
cosiddetto BRIC). Di fronte ad uno sviluppo industriale e tecnologico basato principalmente
sull’utilizzo di combustibili fossili (petrolio, gas, carbone) iniziano a manifestarsi i primi effetti
collaterali di uno sfruttamento incontrollato delle risorse del pianeta: effetto serra, inquinamento,
piogge acide sono solo alcune delle conseguenze dello sviluppo industriale moderno. Di fronte a
questi problemi di portata globale, appare indispensabile proteggere l’ambiente per non
distruggere il nostro pianeta. I combustibili fossili sono fonti di energia con un’alta resa,basso costo,
facilmente trasportabili e indispensabili per la produzione di plastiche e medicine, ma non sono
rinnovabili, sono destinati ad esaurirsi. È necessario quindi continuare a sviluppare fonti
energetiche alternative, che si dividono in rinnovabili (solare, eolico, biomasse, etc.) e nucleare
(fissione e fusione). In un futuro la fusione nucleare offrirà l’accesso ad una fonte energetica
pressoché illimitata, sicura e libera da emissioni di CO2.
Nella foto: vista dell’interno di JET - Joint European Tokamak Torus - a Culham, UK
2 CENTRALE A FUSIONE NUCLEARE – ZITELLI FRANCESCO 5^SB
CENTRALE A FUSIONE N
Sommario Presentazione ................................
Principi della fusione nucleare ................................
Il confinamento magnetico ................................
Il Tokamak................................................................
La centrale a fusione ................................
Il cammino della fusione verso la commercializzazione
Fonti: bibliografia e sitografia ................................
CENTRALE A FUSIONE NUCLEARE – ZITELLI FRANCESCO 5^
................................................................................................................................
................................................................................................
................................................................................................
................................................................................................
................................................................................................................................
Il cammino della fusione verso la commercializzazione ................................................................
................................................................................................
ZITELLI FRANCESCO 5^SB 3
................................................ 1
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.......................................................... 12
4 CENTRALE A FUSIONE N
Principi della fusione nucleare
La fusione nucleare consiste nella formazione di
nuclei pesanti da nuclei più leggeri
avvicinare i nuclei di due atomi leggeri è possibile
ottenere elementi con numero atomico
maggiore. Da questa reazione si libera un enorme
quantitativo di energia, prima concentrata nella
massa che costituisce la materia dei reagenti
principio di Einstein
permette di spiegare l’origine di questa
la stessa che alimenta le stelle.
principio di Einstein la massa dei reagenti
maggiore di quella dei prodotti: questo
massa si è trasformato in energia secondo il
principio di Einstein. Anche le reazioni chimiche
presentano un difetto di massa, ma
piccolo da essere difficilmente misurabile
delle reazioni nucleari non è trascurabile e
produce un’ enorme quantità di energia
sotto forma di energia cinetica,
utilizzata nei reattori a fissione
ingenti quantità di energia elettrica.
principi della fusione, prendiamo come
la reazione di fusione tra Deuterio e Trizio
reazione che avviene anche all’interno delle stelle
e risulta essere la più promettente a scopo
economico sulla Terra:
CENTRALE A FUSIONE NUCLEARE – ZITELLI FRANCESCO 5^SB
Principi della fusione nucleare
fusione nucleare consiste nella formazione di
: riuscendo ad
avvicinare i nuclei di due atomi leggeri è possibile
numero atomico
maggiore. Da questa reazione si libera un enorme
prima concentrata nella
dei reagenti: il
i questa energia,
che alimenta le stelle. Secondo il
la massa dei reagenti è
dei prodotti: questo difetto di
si è trasformato in energia secondo il
principio di Einstein. Anche le reazioni chimiche
, ma talmente
misurabile. Quello
non è trascurabile e
enorme quantità di energia. Questa ,
sotto forma di energia cinetica, già ora viene
per produrre
ingenti quantità di energia elettrica. Per capire i
rendiamo come esempio
Deuterio e Trizio,
reazione che avviene anche all’interno delle stelle
e risulta essere la più promettente a scopo
I nuclei di Deuterio e
dell’Idrogeno, se dotati di sufficiente energia
cinetica fondono in un unico nucleo di Elio che
dotato di 3.5 mega elettronvolt (
cinetica (circa il 20% dell’energia totale
dalla reazione) e producono un neutrone
possiede 14.1 MeV (il rimanente 80% del totale)
Abbiamo calcolato l'energia prodotta in elettronvolt (eV): l'elettronvolt è l'energia acquisita da un elettrone (che ha carica elettrica Qe= -1.6021*10-19 C, ovvero carica opposta a quella del protone Qp
differenza di potenziale di 1V:
1eV = 1.6021*10
Quindi l'energia prodotta dalla reazione considerata, 17.1 MeV (milioni di elettronvolt)pari a 2.74*10-12 J, di cui associati al neutrone e i rimanenti (20%) alla particella alfa (nucleo di Elio).
Bisogna tenere presente che avvicinare due
nuclei, entrambi carichi positivamente, è
un’operazione difficile perché ostacolata dalla
repulsione elettrostatica
dotate della stessa carica
Coulomb:
Figura 1 Legge di Coulomb
e Trizio, due isotopi
dell’Idrogeno, se dotati di sufficiente energia
cinetica fondono in un unico nucleo di Elio che
3.5 mega elettronvolt (MeV) di energia
(circa il 20% dell’energia totale ottenuta
e producono un neutrone che
(il rimanente 80% del totale).
Abbiamo calcolato l'energia prodotta in 'elettronvolt è l'energia
acquisita da un elettrone (che ha carica elettrica C, ovvero carica opposta a
p) accelerato da una differenza di potenziale di 1V:
1eV = 1.6021*10-19 J
Quindi l'energia prodotta dalla reazione 17.1 MeV (milioni di elettronvolt), è
, di cui 2.2*10-12 J (80%) associati al neutrone e i rimanenti 0.54*10-12 J (20%) alla particella alfa (nucleo di Elio).
Bisogna tenere presente che avvicinare due
nuclei, entrambi carichi positivamente, è
un’operazione difficile perché ostacolata dalla
repulsione elettrostatica tra due particelle
dotate della stessa carica definita dalla legge di
Legge di Coulomb
CENTRALE A FUSIONE N
Figura 2 Barriera di Coulomb
I nuclei di Deuterio e Trizio tendono quindi a
respingersi con una forza tanto maggiore quanto
minore è la distanza che li separa. La fusione
diventa possibile solo quando la
due nuclei è inferiore a 1,4*10
quando superano la Barriera di Coulomb
questo caso l’interazione nucleare forte
nucleare che permette ai protoni di rimanere
uniti nel nucleo e impedendo la disgregazione
degli atomi più pesanti), prevale sulla repulsione
Coulombiana e si ottiene la fusione dei due nuclei
con la liberazione di una quantità di energia
uguale a il difetto di massa Δm moltiplicato per la
velocità di propagazione della luce
seconda c2. Nella nostra reazione:
Massa Atomica (g)
Deuterio 3.3432*10
Trizio 5.0066*10
Somma reagenti 8.3498*10
Elio 6.6443*10
neutrone 1.6749*10
Somma prodotti 8.3192*10
Difetto di massa 0.0306*10
E = ∆m * c2 = (0.0306*10-27
kg) * (3*10
2.74*10-12
J = 17.1 MeV
Per fondere i due nuclei dobbiamo forniruna quantità di energia sufficiente aalla distanza di 1,4*10-15 m: 280 KeV
CENTRALE A FUSIONE NUCLEARE – ZITELLI FRANCESCO 5^
Barriera di Coulomb
I nuclei di Deuterio e Trizio tendono quindi a
respingersi con una forza tanto maggiore quanto
minore è la distanza che li separa. La fusione
diventa possibile solo quando la distanza fra i
*10-15
m, ovvero
arriera di Coulomb: in
interazione nucleare forte (la forza
nucleare che permette ai protoni di rimanere
la disgregazione
prevale sulla repulsione
e si ottiene la fusione dei due nuclei
con la liberazione di una quantità di energia
moltiplicato per la
velocità di propagazione della luce elevata alla
Massa Atomica (g)
2*10-24
5.0066*10-24
8.3498*10-24
6.6443*10-24
1.6749*10-24
8.3192*10-24
0.0306*10-24
g) * (3*108 m/s)
2 = V
dobbiamo fornirgli prima una quantità di energia sufficiente ad avvicinarsi
280 KeV, una
quantità di energia per niente trascurabileRiscaldando gli atomi di Deuterio e Trizio
acquistano un’energia cinetica
relazione:
dove:
• kB è la costante di Boltzmann;
• è il valore medio dell'energia cinetica di una molecola d
• T è la temperatura assoluta.
Per raggiungere un’ energia di 280 KeV dobbiamo portare gli atomi di Deuterio e Trizio temperatura di almeno 230 milioni di °C, che espressa in elettronvolt, corrisponde a 20 KeV. Si noti che quest’ultima energia, benché tanto elevata, è comunque 14 volte inferiore
all’energia della Barriera di Coulomb
Figura 3 distribuzione di Maxwell
Infatti, poiché la temperatura è correlata con l’energia cinetica media delle particelle, comunque una frazione adeguata di nuclei di
Deuterio e Trizio che hanno un’energia
superiore alla Barriera di Coulomb
possono fondere (distribuzione di Maxwell
Boltzmann). Occorre notare che per trattare con temperature di questo ordine di grandezza è stato introdotto l’elettronvolt
misura della temperatura,
relazione: 1 eV = 11605 K
ZITELLI FRANCESCO 5^SB 5
quantità di energia per niente trascurabile. Deuterio e Trizio questi
o un’energia cinetica definita dalla
costante di Boltzmann;
è il valore medio dell'energia cinetica di una molecola del gas;
è la temperatura assoluta.
Per raggiungere un’ energia di 280 KeV dobbiamo portare gli atomi di Deuterio e Trizio ad una temperatura di almeno 230 milioni di °C, che espressa in elettronvolt, corrisponde a 20 KeV. Si noti che quest’ultima energia, benché tanto
è comunque 14 volte inferiore
all’energia della Barriera di Coulomb, di 280 KeV.
distribuzione di Maxwell-Boltzmann
Infatti, poiché la temperatura è correlata con l’energia cinetica media delle particelle, esiste
una frazione adeguata di nuclei di
Deuterio e Trizio che hanno un’energia
superiore alla Barriera di Coulomb, e che quindi distribuzione di Maxwell –
. Occorre notare che per trattare con questo ordine di grandezza è
elettronvolt come unità di misura della temperatura, utilizzando la seguente
1 eV = 11605 K
6 CENTRALE A FUSIONE NUCLEARE – ZITELLI FRANCESCO 5^SB
La materia a queste alte temperature si presenta allo stato di plasma, il quarto stato della materia. Se continuiamo a riscaldare un gas questo passa allo stato di plasma, in cui le molecole sono dissociate in atomi e gli
atomi di Deuterio e Trizio
sono in massima parte
ionizzati, ovvero i nuclei
sono separati dagli elettroni. Sulla Terra la materia si presenta allo stato di plasma in particolari situazioni caratterizzati da specifici rapporti tra temperatura e densità: ad esempio nelle fiamme, nelle torce di saldatura, nei jet degli aerei, negli schermi al plasma. Altri esempi di plasmi in natura sono i fulmini e le aurore boreali.
Il plasma è
quindi una
miscela di
ioni, di
elettroni e di
atomi neutri, che a differenza dei gas (composti
quasi esclusivamente di particelle neutre) è
manipolabile attraverso l’applicazione di campi
elettrici e magnetici. Date le sue particolari
caratteristiche fisiche (temperatura e densità) il
plasma risulta molto difficile da trattare: il
semplice impatto di un plasma molto caldo
contro una qualsiasi superficie raffredderebbe il
plasma e rischierebbe di deteriorare il materiale
della superficie. Lo studio dell’applicazione di
campi elettrici e magnetici al plasma da fusione è
quindi di fondamentale
importanza per realizzare la
tecnologia che sta alla base di
una centrale a fusione nucleare.
In questo caso si parla di
confinamento magnetico.
Esistono altri tipi di
confinamento del plasma: il
confinamento gravitazionale
nel Sole e nelle Stelle, e il
confinamento inerziale che, a
differenza del confinamento
magnetico, ha forti implicazioni
militari a causa dei potenti laser
che sono necessari per la sua
realizzazione. Ci soffermeremo
soltanto sul confinamento
magnetico che ha soltanto scopi
pacifici e non potrà essere utilizzato per scopi
bellici.
Il confinamento magnetico
Un plasma costituito in massima parte da atomi
ionizzati è quindi sensibile ad un campo
magnetico. La legge di Lorentz
dove:
• Fl è la forza che agisce sulla carica q nel
campo B
• q è la carica della particella che entra nel
campo magnetico
• è la velocità della particella
• è il vettore del campo magnetico
definisce la forza che agisce su una carica q che si
muove con velocità (nel nostro caso
dipendente dalla temperatura del plasma) in un
campo magnetico . La forza di Lorentz ha
direzione perpendicolare sia alla direzione della
velocità della particella che alla direzione del
campo magnetico e non modifica la velocità
iniziale.
CENTRALE A FUSIONE N
Figura 4 Legge di Lorentz
Per il 2° principio della dinamica la forza di
Lorentz produce un'accelerazione, che ha il suo
stesso verso e direzione. Essendo la forza sempre
perpendicolare al campo B e alla velocità
l'accelerazione è centripeta e possiamo scrivere
che:
Semplificando, si ottiene il
raggio della circonferenza
percorso dalla particella
carica che entra nel campo B
con una velocità :
Si evince che i nuclei di
Deuterio e Trizio avranno una
circonferenza di raggio
maggiore a quello degli
elettroni e anche senso di
rotazione opposto.
Il moto risultante della
particella carica che ha una
velocità obliqua rispetto a B
sarà la sovrapposizione di un
moto rettilineo uniforme
nella direzione parallela a B e
uno circolare uniforme nel
piano perpendicolare a B. La
sovrapposizione dei due moti
è un’elica cilindrica a passo costante: si dice che
la particella “spiraleggia” attorno alla linea
forza del campo magnetico.
CENTRALE A FUSIONE NUCLEARE – ZITELLI FRANCESCO 5^
Per il 2° principio della dinamica la forza di
Lorentz produce un'accelerazione, che ha il suo
stesso verso e direzione. Essendo la forza sempre
e alla velocità ,
l'accelerazione è centripeta e possiamo scrivere
è un’elica cilindrica a passo costante: si dice che
la particella “spiraleggia” attorno alla linea di
Figura 5 Moto di una carica puntiforme con velocità
obliqua rispetto a B
In assenza di un campo magnetico le particelle
cariche del plasma hanno
mentre con un opportuno
riusciamo a intrappolare le particelle del plasma
lungo un percorso predefinito: per mezzo di un
solenoide possiamo generare un campo
magnetico con linee di forza
parallele all’asse del
contenitore, ovvero la
cavità interna del
solenoide.
contenimento del plasma è
cilindrica
non vengono disperse
radialmente
forza di Lorentz, ma vanno
comunque a bombardar
due estremità del
contenitore; perdono la
loro energia e il plasma si
raffredda.
questo problema, nel 1950
all’istituto di Fisica Atomica
di Mos
chiudere il contenitore
cilindrico su stesso, così da
formare un contenitore
toroidale,
Tokamak
ZITELLI FRANCESCO 5^SB 7
una carica puntiforme con velocità
In assenza di un campo magnetico le particelle
cariche del plasma hanno traiettorie casuali (1),
n un opportuno campo magnetico
riusciamo a intrappolare le particelle del plasma
go un percorso predefinito: per mezzo di un
possiamo generare un campo
magnetico con linee di forza
parallele all’asse del
contenitore, ovvero la
cavità interna del
solenoide. Se la camera di
contenimento del plasma è
cilindrica (2) le particelle
non vengono disperse
radialmente grazie alla
forza di Lorentz, ma vanno
comunque a bombardare le
due estremità del
contenitore; perdono la
loro energia e il plasma si
raffredda. Per ovviare a
questo problema, nel 1950
all’istituto di Fisica Atomica
di Mosca, si pensò di
chiudere il contenitore
cilindrico su stesso, così da
formare un contenitore
toroidale, ribattezzato
Tokamak (3).
8 CENTRALE A FUSIONE NUCLEARE – ZITELLI FRANCESCO 5^SB
Il Tokamak
Il Tokamak consiste quindi in un solenoide chiuso
(a forma di “ciambella”) all’interno del quale le
linee di forza del campo magnetico sono chiuse a
formare ciascuna una circonferenza: le particelle
non dovrebbero trovare ostacoli sul loro
cammino. L’attuale sfida tecnologica è quella di
perfezionare il sistema di confinamento
magnetico, così da ridurre al minimo la possibilità
di contatto del plasma con le pareti del
contenitore: l’urto tra le particelle tende a
diffonderle radialmente, verso le pareti del
Tokamak; inoltre la curvatura delle linee di forza
del campo magnetico generano un fenomeno di
deriva delle particelle nella direzione dell’asse
del toro.
Il Tokamak è
quindi costituito
da un anello
toroidale che
circonda un
“circuito
magnetico” (in
rosso nella figura),
detto nucleo.
Attorno al nucleo
sono avvolti le
spire di un
solenoide
(azzurro) ed il toro (spire gialle) . Il solenoide
centrale e il toro sono rispettivamente il circuito
primario ed il circuito secondario di un
trasformatore: si manda corrente nel circuito
primario; la corrente sviluppa nel circuito
magnetico un flusso di induzione magnetica φ.
Una variazione di corrente nel circuito primario
genera una variazione del flusso concatenato Δφ,
e la creazione di una Forza Elettromotrice E lungo
il circuito secondario (Legge di Faraday-
Neumann):
� � � ∆Φ
Δ�
dove Δt è l’intervallo di tempo in cui la variazione
è avvenuta.
Se nel circuito secondario, cioè il toro, sono
presenti cariche elettriche libere, esse vengono
accelerate e nel secondario fluisce una corrente
elettrica.
Queste cariche elettriche libere sono gli elettroni
e gli ioni preesistenti nella miscela che diventano
via via più numerosi per effetto degli urti fra
elettroni e atomi neutri e contribuiscono ad
aumentare la densità di cariche libere: questo
fenomeno, chiamato “scarica”, permette quindi
di ottenere il Plasma da fusione.
Nota: nella figura sono presenti anche le bobine
poloidali, necessarie a mitigare le instabilità del
plasma.
Gran parte del
gas presente nella
camera viene
ionizzato e la
corrente elettrica,
per effetto Joule,
riscalda il plasma
stesso per la
legge di Ohm:
questo è
chiamato quindi
riscaldamento
Ohmico. Questo è
il primo metodo
per riscaldare il plasma ma ha dei limiti: la
potenza trasferita al plasma è:
CENTRALE A FUSIONE NUCLEARE – ZITELLI FRANCESCO 5^SB 9
dove R è la resistenza del plasma in quanto
conduttore e I è la
corrente nel plasma.
La resistenza del plasma
diminuisce al crescere
della temperatura del
plasma, perciò con
l’aumento della
temperatura la potenza
ohmica riscaldante
diminuisce. Sono
necessari quindi sistemi di
riscaldamento ausiliari:
Riscaldamento con onde elettromagnetiche: il plasma può assorbire energia da onde elettromagnetiche in risonanza con la frequenza di ciclotrone delle particelle che lo compongono. Particolari antenne (come quelle contenute nei forni a microonde) iniettano le radioonde all’interno della camera di confinamento. La scelta della frequenza definisce il tipo di particella con cui le onde entreranno in risonanza. Si dividono in risonanza ciclotronica ionica (25-55 MHz) per riscaldare gli ioni (nuclei) e ciclotronica
elettronica (100-200 GHz) per gli elettroni.
Riscaldamento con fasci di
atomi neutri: un acceleratore di particelle può generare particelle, con una velocità molto elevata, generando una potenza pari a 5 MW . Per utilizzare questa tecnica di riscaldamento, abbiamo bisogno di particelle neutre, poiché quelle cariche sarebbero deviate dal campo magnetico. Le
particelle neutre che entrano nel plasma collidono con le particelle del plasma, perdono gli elettroni e diventano cariche, cosi che rimangono confinate dal campo magnetico. L’energia delle particelle viene cosi trasferita al plasma. L’iniettore di neutri è un progetto in via di
sviluppo proprio a Padova, a cui partecipano il
consorzio RFX e i Legnaro National Laboratories
(INFN).
La centrale a fusione
Arriviamo dunque alla centrale a fusione: si
10 CENTRALE A FUSIONE NUCLEARE – ZITELLI FRANCESCO 5^SB
ricordi che lo schema qui proposto non è stato ancora realizzato. Il percorso da affrontare per ottenere una fonte di energia competitiva con quelle attuali è ancora lungo e irto di ostacoli. Quello illustrato è il modello più promettente fino ad ora: molto probabilmente le prime centrali a fusione nucleare utilizzeranno il ciclo deuterio-
trizio (D-T) e saranno basate sul confinamento
magnetico e configurazione del plasma di tipo
Tokamak. (i punti dell’elenco si riferiscono alla
figura della pagina precedente)
1. si immette corrente nelle bobine di
campo toroidale e viene introdottala miscela di D-T all’interno della camera di confinamento, dove è realizzato il vuoto spinto; si immette corrente nel circuito primario del trasformatore (il solenoide centrale) creando il flusso φ nel nucleo;
2. l’abbassamento della corrente nel solenoide centrale genera una Forza
Elettromotrice indotta nel toro: le particelle cariche accelerano e urtano tra di loro, si accende la scarica e si ottiene plasma. Questo viene ulteriormente riscaldato con i sistemi ausiliari (fasci di atomi neutri e radioonde).
3. gli urti tra i nuclei generano particelle α
(nuclei di Elio con), radiazioni e neutroni. I nuclei di Elio, con il 20% dell’energia prodotta dalla fusione, rimangono confinati all’interno del toro, e rallentando cedono la loro energia cinetica al plasma. I neutroni, non essendo influenzati dal campo magnetico o elettrico, sfuggono al contenimento: questi impattano su un rivestimento della camera chiamato mantello (blanket) e vi depositano la loro energia cinetica, l’80% del totale prodotto.
4. Il mantello che circonda il plasma contiene un materiale a base di litio in quanto i neutroni in uscita dal plasma, reagendo con il suo isotopo Li-6, producono il Trizio, secondo la seguente reazione:
Per questo si parla di mantello o copertura fertilizzante: il Trizio viene estratto da mantello e reintrodotto con Deuterio all’interno del reattore.
5. nel mantello avviene l’estrazione del calore trasportato dai neutroni attraverso un sistema di raffreddamento che rappresenta il circuito primario della centrale di produzione dell’energia. Nel caso di produzione di elettricità questo calore viene convertito in energia elettrica secondo gli schemi classici delle
centrali termoelettriche, cioè il riscaldamento di acqua, la generazione di vapore e la conversione in energia elettrica tramite una turbina e un alternatore.
Le materie prime necessarie al funzionamento di un reattore a fusione saranno quindi il Deuterio e il Litio, elementi entrambi abbondantemente presenti in natura: ogni litro di acqua contiene 33 milligrammi di Deuterio; mentre le riserve terrestri di Litio stimate corrispondono a 25.000 tonnellate (concentrate soprattutto in Sud America, in Bolivia, Cile, Argentina). Inoltre, il Litio è presente nella misura di 0.1 mg/litro nell’acqua di mare. Si può quindi concludere che le riserve di combustibile per la fusione siano
virtualmente illimitate. Le “ceneri della combustione” ovvero le particelle alfa, la parte di miscela D-T incombusta, le impurità derivanti dall’interazione del plasma con le pareti della camera di confinamento, vengono estratte all’esterno attraverso il divertore, un sistema apposito per la rimozione di queste scorie posizionato sul fondo della camera a vuoto.
Figura 6 schema di un settore della camera a vuoto
Il gas recuperato viene filtrato e diviso nei diversi componenti attraverso un sistema di pompe: Deuterio e Trizio vengono iniettati di nuovo nel
CENTRALE A FUSIONE NUCLEARE – ZITELLI FRANCESCO 5^SB 11
reattore mentre l’Elio viene raccolto in contenitori appositi, pronto per altri utilizzi. La parete interna del mantello fertilizzante e il divertore sono gli elementi del reattore a diretto contatto con il plasma e quindi sono soggetti ad un massimo irraggiamento dovuto ai neutroni prodotti dalla fusione: subiscono quindi un danno
da radiazione che ne compromette le proprietà meccaniche ed elettriche e necessitano di essere rimpiazzati con una certa frequenza. Mantello e divertore sono inoltre racchiusi all’interno di uno schermo neutronico, così da evitare il danneggiamento della camera da vuoto e dei magneti. Nella centrale a fusione verranno utilizzati magneti superconduttori in quanto con conduttori normali la perdita di energia per effetto Joule sarebbe troppo elevata: sotto una temperatura critica questi non offrono alcuna resistenza al passaggio di corrente elettrica. Per raggiungere questa temperatura critica, si utilizza un criostato ad Elio liquido. La centrale a fusione, a differenza delle macchine sperimentali (JET, Joint European Torus, è attualmente il più grande esperimento Tokamak di fusione europeo) con un funzionamento a impulsi, funzionerà in maniera continuativa grazie all’apporto continuo di potenza dall’esterno, fornita con i metodi di riscaldamento ausiliari di cui abbiamo parlato sopra. Per quanto riguarda la sicurezza della centrale, la presenza nel combustibile del Trizio, isotopo
radioattivo dell’Idrogeno di tipo β con tempo di dimezzamento di 12.33 anni, e degli altri componenti radioattivi prodotti dall’irraggiamento neutronico rende necessarie delle barriere adeguate al loro confinamento. Ciò richiede operazioni di manutenzione e sostituzione fatte a distanza (tele manipolazione). La scorie di una centrale a fusione nucleare così concepita risultano comunque meno difficili da smaltire di quelle prodotte da una centrale a fissione nucleare. Occorre quindi riassumere i pregi e difetti di questa futura tecnologia energetica:
Il cammino della fusione verso la
commercializzazione Alla luce delle ricerche attuali, il cammino verso la commercializzazione della fusione passa attraverso le tappe seguenti: • la realizzazione di ITER, un impianto che, pur senza produrre energia elettrica, permetterà di provare la fattibilità e le condizioni operative della maggior parte dei componenti della centrale.
• La realizzazione di una centrale di
dimostrazione (DEMO) che provi la produzione netta di elettricità e possa anche rappresentare un credibile prototipo della centrale commerciale, anche se non ancora ottimizzata dal punto di vista economico. Uno dei problemi più importanti per il progetto della futura centrale a fusione è la scelta dei
materiali che saranno esposti al flusso neutronico. ITER, a causa del suo carattere ancora sperimentale, non potrà produrre un numero di neutroni comparabile a quello che si avrà in DEMO. Per questo motivo, in parallelo alla costruzione di ITER, si costruirà una sorgente intensa di neutroni per verificare il comportamento sotto irraggiamento a lungo termine dei materiali della centrale.
Pregi Difetti
• abbondanza del combustile (Deuterio e Litio)
• zero emissioni di CO2
• periodo di smaltimento delle scorie breve rispetto ad reattore a fissione (100 anni contro 1000 anni dopo l’estrazione)
• sicurezza intrinseca della centrale ( non essendo una reazione a catena, in assenza di combustibile la fusione si ferma)
• ancora in fase sperimentale
• ostacoli tecnologici non indifferenti
• alta competitività dei combustibili fossili
12 CENTRALE A FUSIONE NUCLEARE – ZITELLI FRANCESCO 5^SB
Il progetto si questo impianto , chiamato IFMIF (International Fusion Materials Irradiation Facility), è stato già completato a livello internazionale. Si sta ora per avviarne la realizzazione nell’ambito di un accordo tra Unione Europea e Giappone. La costruzione e l’operazione di ITER richiederanno circa 20 anni. Il progetto esecutivo di DEMO potrà iniziare durante l’operazione di ITER utilizzando
anche i dati provenienti dalle prove in IFMIF, e procederà con la costruzione e il collegamento alla rete elettrica della centrale stessa intorno al 2035. Questo sarà il momento della verifica finale sulla capacità della fusione di realizzare centrali elettriche su larga scala; se l’esito sarà positivo, inizierà la commercializzazione di questa forma di energia.
Fonti: bibliografia e sitografia
• per la documentazione principale: FISICA E INGEGNERIA DELLA FUSIONE: LA RICERCA VERSO UNA
NUOVA FONTE DI ENERGIA, opuscolo redatto dai ricercatori del Consorzio RFX di Padova;
• per immagini e animazioni Flash: FUSION – POWER FOR FUTURE GENERATIONS, software
interattivo su CD realizzato da EFDA – European Fusion Development Agreement;
• per approfondimenti sul Tokamak ed ulteriori immagini: HTTP://WWW-FUSION-
MAGNETIQUE.CEA.FR, sito di CEA, ente di ricerca francese per la ricerca sulla fusione;
• per le leggi fisiche: La FISICA PER IL LICEI SCIENTIFICI, di U.Amaldi, libro di testo adottato in
classe;
• per informazioni aggiuntive e chiarimenti: WWW.WIKIPEDIA.IT , l’enciclopedia libera
Si ringraziano:
• Raoul Casellato, per lo stimolo ad approfondire la questione energetica;
• Davide Moro, per la pazienza e il materiale fornito;
• Fulvio Auriemma, del CNR di Padova per l’incontro divulgativo sulla fusione;
• Luca Silvestrin, per la sua preziosa consulenza;
• Prof. Petrocelli, per l’attenzione e il controllo finale del lavoro.