CENNI DI ANATOMIA UMANA · 1 CENNI DI ANATOMIA UMANA Dr Alberto ARGENTIERO Ricercatore ISBEM,...

42
1 CENNI DI ANATOMIA UMANA Dr Alberto ARGENTIERO Ricercatore ISBEM, Dottorando UNIPI [email protected]

Transcript of CENNI DI ANATOMIA UMANA · 1 CENNI DI ANATOMIA UMANA Dr Alberto ARGENTIERO Ricercatore ISBEM,...

Page 1: CENNI DI ANATOMIA UMANA · 1 CENNI DI ANATOMIA UMANA Dr Alberto ARGENTIERO Ricercatore ISBEM, Dottorando UNIPI albertoargentiero@libero.it

1

CENNI DI ANATOMIA UMANA

Dr Alberto ARGENTIERO Ricercatore ISBEM, Dottorando UNIPI

[email protected]

Page 2: CENNI DI ANATOMIA UMANA · 1 CENNI DI ANATOMIA UMANA Dr Alberto ARGENTIERO Ricercatore ISBEM, Dottorando UNIPI albertoargentiero@libero.it

2

La funzione principale è quella del MOVIMENTO,

che avviene grazie alla CONTRAZIONE

muscolare, e allo spostamento delle OSSA,

collegate tra loro mediante le ARTICOLAZIONI

L'APPARATO LOCOMOTORE

Page 3: CENNI DI ANATOMIA UMANA · 1 CENNI DI ANATOMIA UMANA Dr Alberto ARGENTIERO Ricercatore ISBEM, Dottorando UNIPI albertoargentiero@libero.it

3

L'apparato locomotore rappresenta l'impalcatura

del nostro corpo, a cui conferisce FORMA e

STRUTTURA

E' costituito dalle ossa, collegate tra loro per

mezzo delle articolazioni, e dai muscoli che si

inseriscono sulle ossa stesse

Page 4: CENNI DI ANATOMIA UMANA · 1 CENNI DI ANATOMIA UMANA Dr Alberto ARGENTIERO Ricercatore ISBEM, Dottorando UNIPI albertoargentiero@libero.it

4

Lo scheletro è la struttura di sostegno del corpo

umano, costituita da 206 ossa

Le ossa forniscono un'impalcatura flessibile per i

movimenti, fungono da punto di appoggio per i

muscoli e sono conformate in modo tale da far correre

in adiacenza arterie e nervi. Inoltre garantiscono la

protezione di organi

Page 5: CENNI DI ANATOMIA UMANA · 1 CENNI DI ANATOMIA UMANA Dr Alberto ARGENTIERO Ricercatore ISBEM, Dottorando UNIPI albertoargentiero@libero.it

5

Il sistema scheletrico è costituito dalle ossa

che, sotto il profilo morfologico, possono

essere classificate in:

PIATTE (le ossa del cranio)

LUNGHE (il femore)

CORTE (le vertebre)

Page 6: CENNI DI ANATOMIA UMANA · 1 CENNI DI ANATOMIA UMANA Dr Alberto ARGENTIERO Ricercatore ISBEM, Dottorando UNIPI albertoargentiero@libero.it

6

Nello scheletro possiamo distinguere:

cranio

spalle

arti superiori

gabbia toracica

colonna vertebrale

pelvi

arti inferiori

Page 7: CENNI DI ANATOMIA UMANA · 1 CENNI DI ANATOMIA UMANA Dr Alberto ARGENTIERO Ricercatore ISBEM, Dottorando UNIPI albertoargentiero@libero.it

7

Il sistema muscolare,

grazie all'azione di

impulsi nervosi, rende

possibile il movimento,

spostando le ossa

Page 8: CENNI DI ANATOMIA UMANA · 1 CENNI DI ANATOMIA UMANA Dr Alberto ARGENTIERO Ricercatore ISBEM, Dottorando UNIPI albertoargentiero@libero.it

8

I muscoli scheletrici

sono quelli che fanno

muovere le ossa; quelli

lisci permettono la

motilità di alcuni

organi; quello cardiaco

è tipico del cuore

Page 9: CENNI DI ANATOMIA UMANA · 1 CENNI DI ANATOMIA UMANA Dr Alberto ARGENTIERO Ricercatore ISBEM, Dottorando UNIPI albertoargentiero@libero.it

9

Le OSSA sono organi particolarmente duri, con

forma, densità e dimensioni variabili in base alle

funzioni assolte

Nel loro insieme, partecipano alla formazione

del sistema scheletrico, una struttura

apparentemente inerte, ma viva e dotata di

numerose funzioni

Page 10: CENNI DI ANATOMIA UMANA · 1 CENNI DI ANATOMIA UMANA Dr Alberto ARGENTIERO Ricercatore ISBEM, Dottorando UNIPI albertoargentiero@libero.it

10

Forma e

sostegno:

Le ossa rappresentano il sostegno del capo, del tronco, degli arti e degli

organi interni; conferiscono al corpo determinate forme, che variano

leggermente in base al sesso, alla razza e all'età

Movimento: I muscoli scheletrici, inserendosi sulle ossa tramite tendini, consentono

spostamenti dell'intero corpo o di parti di esso, agendo come componente

attiva del movimento (le ossa sono la componente passiva).

Protezione Proteggono diversi organi e strutture interne; pensiamo alle ossa del cranio,

che proteggono il cervello, o a quelle toraciche, a difesa di cuore e polmoni.

Riserva e

deposito

di minerali

Soprattutto di calcio: l'osso contiene circa il 98% del calcio, l'80-85% del

fosforo e tra il 40 ed il 60% del sodio e del magnesio presenti nell'intero

organismo; questi minerali non sono importanti solo per la resistenza ossea,

ma regolano innumerevoli funzioni corporee; per questo motivo la loro

concentrazione nel sangue deve rimanere entro un ristretto range di valori.

L'organismo, grazie ad una fine regolazione ormonale, può utilizzare le ossa

come fonte di questi minerali al momento del bisogno o come riserva quando

questi sono presenti in eccesso.

Bilancio

acido/base

Le ossa impediscono eccessivi sbalzi del pH ematico, assorbendo o

rilasciando sali alcalini in relazione alle esigenze omeostatiche

dell'organismo.

Emopoiesi Il midollo osseo presente all'interno di alcune ossa, soprattutto in quelle

lunghe, produce le cellule del sangue.

Trasduzione dei

suoni Pensiamo agli ossicini dell'orecchio medio, molto importanti per la funzione

uditiva.

Page 11: CENNI DI ANATOMIA UMANA · 1 CENNI DI ANATOMIA UMANA Dr Alberto ARGENTIERO Ricercatore ISBEM, Dottorando UNIPI albertoargentiero@libero.it

11

L'osso deve la sua rigidità al contenuto in SALI MINERALI

e la sua elasticità alla MATRICE ORGANICA.

In riferimento alla FORMA si distinguono:

- o. lunghe: quando sono sviluppate nel senso della lunghezza ( costole e femore);

- o. corte: quando sono sviluppate quasi ugualmente nei vari diametri (le vertebre);

- o. piatte: quando sono estese in superficie (ossa del cranio e del bacino).

La parte media di un osso lungo viene chiamata diafisi;

Le due porzioni estreme, più grosse, epifisi;

La parte intermedia tra diafisi ed epifisi: metafisi.

Le cavità interne delle ossa lunghe sono piene di un tessuto molle: il midollo osseo,

importante nella sintesi di nuovi globuli rossi e di alcuni tipi di globuli bianchi.

Page 12: CENNI DI ANATOMIA UMANA · 1 CENNI DI ANATOMIA UMANA Dr Alberto ARGENTIERO Ricercatore ISBEM, Dottorando UNIPI albertoargentiero@libero.it

12

ARTICOLAZIONI

A seconda del grado di mobilità si classificano in:

- SINARTROSI o articolazioni fisse, in cui si ha un unione per continuità con

l'interposizione di un tessuto fibroso: le suture (cranio), le sinfisi (pube) e le

sincondrosi (costole e sterno);

- DIARTROSI o articolazioni mobili, in cui sono permessi ampi movimenti.

Le articolazioni sono avvolte da una membrana connettivale (capsula

articolare) che avvolge l'articolazione, fissandosi ai capi articolari.

La capsula è costituita da due strati: uno profondo, che oltre ad agire da

lubrificante e facilitare i movimenti nutre anche la cartilagine articolare; e uno

che si inserisce o nel contorno delle superfici articolari o a distanza.

In alcune A. esiste un menisco fibrocartilagineo, con lo scopo di evitare il

contatto diretto tra le superfici articolari.

Page 13: CENNI DI ANATOMIA UMANA · 1 CENNI DI ANATOMIA UMANA Dr Alberto ARGENTIERO Ricercatore ISBEM, Dottorando UNIPI albertoargentiero@libero.it

13

ARTRODIE 1.

Le due superfici articolari sono pianeggianti e consentono solo movimenti di scivolamento

dei due capi articolari, (non consentono movimenti angolari): le vertebre.

Il movimento concesso è limitato ma multidirezionale (uniassiale).

ENARTROSI 2.

I due capi ossei sono "sferici", uno concavo e l'altro convesso e compiono movimenti

angolari su tutti i piani, inclusa la rotazione: articolazione dell'anca.

CONDILOARTROSI 3.

Sono ellissoidali uno concavo e l'altro convesso e permettono un movimento angolare su

due piani.

A SELLA 4.

Si chiamano così perché le superfici articolari hanno la forma di una sella di cavallo concava

longitudinalmente e convessa trasversalmente, come per esempio l'articolazione fra il

trapezio e il primo osso metacarpale.

GINGLIMO LATERALE O TROCOIDE 5.

I due capi ossei sono cilindri, uno cavo e uno pieno, con l'asse del cilindro parallelo all'asse

longitudinale delle ossa. Il movimento è rotatorio: le articolazioni prossimale e distale tra

radio e ulna.

Page 14: CENNI DI ANATOMIA UMANA · 1 CENNI DI ANATOMIA UMANA Dr Alberto ARGENTIERO Ricercatore ISBEM, Dottorando UNIPI albertoargentiero@libero.it

14

Page 15: CENNI DI ANATOMIA UMANA · 1 CENNI DI ANATOMIA UMANA Dr Alberto ARGENTIERO Ricercatore ISBEM, Dottorando UNIPI albertoargentiero@libero.it

15

I muscoli sono organi di movimento attivo e permettono lo

spostamento delle ossa e quindi il movimento.

Sono organi in cui si distingue una parte rossa carnosa e una bianca

lucente definita tendine, che si inserisce sull’osso

In base alla struttura si distinguono tre tipi di tessuto muscolare:

tessuto muscolare STRIATO, di colore rosso e fibre lunghe con

striature. Forma i MUSCOLI VOLONTARI;

tessuto muscolare LISCIO, di colore bianco-giallo a fibre corte non

striate. Forma i MUSCOLI INVOLONTARI;

tessuto CARDIACO o MIOCARDIO, formato da fibre rosse striate, con

cellule piccole e sottili, indipendenti dal controllo della nostra volontà.

I MUSCOLI

Page 16: CENNI DI ANATOMIA UMANA · 1 CENNI DI ANATOMIA UMANA Dr Alberto ARGENTIERO Ricercatore ISBEM, Dottorando UNIPI albertoargentiero@libero.it

16

I muscoli scheletrici costituiscono circa il 40% del peso corporeo.

I muscoli scheletrici del corpo umano sono circa 600.

Svolgono numerose FUNZIONI:

1. dare forma la corpo, perché rivestono l’apparato scheletrico;

2. permettere il sostegno dell’apparato scheletrico;

3. conferire al corpo la capacità di muoversi nell’ambiente;

4. assolvere alle funzioni vitali dell’organismo come per esempio la

digestione, la respirazione, la circolazione, ecc..

Come le ossa, anche i muscoli sono organi in quanto

contengono una varietà di tessuti: oltre a quello muscolare

scheletrico, tessuti connettivi e nervosi.

Page 17: CENNI DI ANATOMIA UMANA · 1 CENNI DI ANATOMIA UMANA Dr Alberto ARGENTIERO Ricercatore ISBEM, Dottorando UNIPI albertoargentiero@libero.it

17

Inserzione dei muscoli allo scheletro

MUSCOLI MONOARTICOLARI

Le inserzioni tendinee estreme

uniscono due segmenti ossei

articolati fra loro.

Eseguono di solito uno o due

movimenti.

Il movimento può avvenire solo su

un'articolazione (esempio: muscolo

adduttore)

Grande adduttore (monoarticolare)

Page 18: CENNI DI ANATOMIA UMANA · 1 CENNI DI ANATOMIA UMANA Dr Alberto ARGENTIERO Ricercatore ISBEM, Dottorando UNIPI albertoargentiero@libero.it

18

Page 19: CENNI DI ANATOMIA UMANA · 1 CENNI DI ANATOMIA UMANA Dr Alberto ARGENTIERO Ricercatore ISBEM, Dottorando UNIPI albertoargentiero@libero.it

19

Page 20: CENNI DI ANATOMIA UMANA · 1 CENNI DI ANATOMIA UMANA Dr Alberto ARGENTIERO Ricercatore ISBEM, Dottorando UNIPI albertoargentiero@libero.it

20

Page 21: CENNI DI ANATOMIA UMANA · 1 CENNI DI ANATOMIA UMANA Dr Alberto ARGENTIERO Ricercatore ISBEM, Dottorando UNIPI albertoargentiero@libero.it

21

Inserzione dei muscoli allo scheletro

Sartorio (biarticolare)

MUSCOLI BIARTICOLARI

Il muscolo è collegato a tre

segmenti ossei articolati in

sequenza fra loro.

Sono muscoli, il cui ventre di solito

si ripartisce in due o più tendini da

un lato ed uno solo dall'altro

(Bicipite, Tricipite, Quatricipite). Di

solito, dalla parte della ripartizione

almeno un tendine rimane

monoarticolare e gli altri divengono

biarticolari.

Page 22: CENNI DI ANATOMIA UMANA · 1 CENNI DI ANATOMIA UMANA Dr Alberto ARGENTIERO Ricercatore ISBEM, Dottorando UNIPI albertoargentiero@libero.it

22

Inserzione dei muscoli allo scheletro

Sacrospinale(pluriarticolare)

MUSCOLI PLURIARTICOLARI

Il muscolo ha inserzioni tendinee su più

segmenti ossei (esempio: il Muscolo

Sacrospinale estende e inclina

lateralmente la colonna vertebrale

articolando tra loro più vertebre).

Sono muscoli molto lunghi disposti lungo

la colonna vertebrale ripartendo le loro

fibre su ogni vertebra.

Permettono movimenti di raddrizzamento,

flessione e rotazione della colonna

supportandola durante i diversi movimenti

del corpo.

Page 23: CENNI DI ANATOMIA UMANA · 1 CENNI DI ANATOMIA UMANA Dr Alberto ARGENTIERO Ricercatore ISBEM, Dottorando UNIPI albertoargentiero@libero.it

23

CONTRAZIONI MUSCOLARI: FORZA MUSCOLARE

CONTRAZIONI MUSCOLARI

La forza muscolare è quella capacità motoria che permette

di vincere una resistenza o di opporvisi tramite lo sviluppo

di tensione da parte della muscolatura.

Fattori che condizionano la forza muscolare:

a. maturazione del sistema nervoso centrale;

b. tipo di fibre muscolari (bianche – rosse));

c. numero di unità motorie che si riesce ad attivare;

d. sincronismo di azione dei muscoli sinergici (muscoli che coadiuvano

l'azione di quelli principali);

e. sezione trasversa del muscolo (numero di fibre contrattili);

f. corretta tecnica esecutiva del movimento.

Page 24: CENNI DI ANATOMIA UMANA · 1 CENNI DI ANATOMIA UMANA Dr Alberto ARGENTIERO Ricercatore ISBEM, Dottorando UNIPI albertoargentiero@libero.it

TIPI DI CONTRAZIONE

24

ISOMETRICA o statica: contrazione con aumento della tensione del muscolo, ma senza

accorciamento e spostamento delle fibre. Durante la contrazione muscolare la distanza tra

i due capi articolari rimane invariata.

ISOTONICA o dinamica: Il muscolo si accorcia sviluppando una tensione variabile, nel

vincere un carico costante. I due capi articolari si avvicinano durante la contrazione.

Si differenziano in:

a. Concentriche: fase durante la quale il muscolo si accorcia le inserzioni tendinee estreme del

muscolo si avvicinano ed il carico viene spostato o sollevato (positiva).

b. Eccentriche: fase durante la quale il muscolo si allunga le inserzioni tendinee estreme del

muscolo si allontanano durante la contrazione, il muscolo cerca di opporsi al carico e gli cede

lentamente. (negativa).

CONTRAZIONE PLIOMETRICA: che si ottiene con una rapida inversione da una

contrazione eccentrica (prestiramento) ad una concentrica (es. salto da un gradone,

calcio ad un pallone, etc.) sfruttando l'energia elastica del muscolo accumulata nel primo

tipo di contrazione (salto in basso e rimbalzo).

CONTRAZIONE AUXOTONICA: combinazione di contrazione isometrica ed isotonica in

cui la resistenza da vincere aumenta progressivamente.

Page 25: CENNI DI ANATOMIA UMANA · 1 CENNI DI ANATOMIA UMANA Dr Alberto ARGENTIERO Ricercatore ISBEM, Dottorando UNIPI albertoargentiero@libero.it

25

Per spiegare in termini pratici questo concetto di meccanica muscolare, immaginiamo di tenere

in mano con il braccio piegato a 90°, un manubrio il cui peso sia maggiore rispetto alla

massima forza esprimibile dal bicipite, poniamo 60 kg.

Nonostante ogni sforzo, non può certamente flettere il braccio e portare il manubrio verso la

spalla anzi il braccio si distenderà verso il basso, proprio in virtù del grosso carico

che è tenuto in mano.

L'unica cosa che si è in grado di fare in questa situazione, è cercare di rallentare al massimo la

caduta del carico, grazie appunto ad una contrazione eccentrica del bicipite. In questa

condizione il muscolo funziona come un vero e proprio "freno“.

Più si riuscirà a rallentare la caduta del peso, maggiore sarà la forza di tipo eccentrico

espressa.

Contrazione CONCENTRICA (Fig. 1 a sinistra),

si ha l'accorciamento del ventre muscolare.

Contrazione ECCENTRICA (Fig. 1 a destra), si

ha l’allungamento del ventre muscolare.

Contrazione eccentrica e concentrica

Figura 1

CONOSCERE IL CORPO UMANO: CONTRAZIONI MUSCOLARI

Page 26: CENNI DI ANATOMIA UMANA · 1 CENNI DI ANATOMIA UMANA Dr Alberto ARGENTIERO Ricercatore ISBEM, Dottorando UNIPI albertoargentiero@libero.it

26

CONOSCERE IL CORPO UMANO: MUSCOLI ANTERIORI e POSTERIORI

Page 27: CENNI DI ANATOMIA UMANA · 1 CENNI DI ANATOMIA UMANA Dr Alberto ARGENTIERO Ricercatore ISBEM, Dottorando UNIPI albertoargentiero@libero.it

27

Page 28: CENNI DI ANATOMIA UMANA · 1 CENNI DI ANATOMIA UMANA Dr Alberto ARGENTIERO Ricercatore ISBEM, Dottorando UNIPI albertoargentiero@libero.it

28

MUSCOLI ANTERIORI e POSTERIORI

Page 29: CENNI DI ANATOMIA UMANA · 1 CENNI DI ANATOMIA UMANA Dr Alberto ARGENTIERO Ricercatore ISBEM, Dottorando UNIPI albertoargentiero@libero.it

29

INFORTUNI NELLO SPORT

La maggior parte degli infortuni

sportivi riguarda muscoli,

tendini, legamenti e

articolazioni; in un numero

limitato di casi si riportano rotture

di ossa o danni agli organi

interni.

Alcuni tipi di infortunio ricorrono con

particolare frequenza in

determinati sport: ad esempio,

tra i corridori sono piuttosto

comuni disturbi al ginocchio e

alla tibia (fratture dovute a

torsioni o a stress), mentre tra i

ginnasti si verificano soprattutto

rotture dei legamenti.

L'entità delle lesioni può essere

valutata mediante esami

radiologici; una particolare

tecnica, l'artroscopia, permette

anche di effettuare interventi su

alcune articolazioni.

Page 30: CENNI DI ANATOMIA UMANA · 1 CENNI DI ANATOMIA UMANA Dr Alberto ARGENTIERO Ricercatore ISBEM, Dottorando UNIPI albertoargentiero@libero.it

30

EFFETTI del MOVIMENTO sui MUSCOLI

L’effetto generale che si ottiene svolgendo regolarmente attività fisica è

quello di: migliorare lo stato di salute dell’individuo, le prestazioni

sportive, evidenziare e modellare la muscolatura (migliorando l’estetica del corpo).

Il movimento determina sulla muscolatura altri effetti:

MORFOLOGICI - IPERTROFIA: aumento del volume sia in

larghezza che in lunghezza. Un muscolo che viene fatto lavorare con dei

carichi, aumenta il suo volume e conseguentemente la sua forza.

MECCANICI: variazioni del grado di estensibilità della porzione

contrattile e di quella connettivale (elasticità)

METABOLICI: aumento delle sostanze energetiche presenti nel

muscolo: maggior deposito di sostanze energetiche (glicogeno)

FUNZIONALI: miglioramento della funzione contrattile grazie ad

una più veloce trasmissione degli stimoli nervosi.

INFORTUNI NELLO SPORT

Page 31: CENNI DI ANATOMIA UMANA · 1 CENNI DI ANATOMIA UMANA Dr Alberto ARGENTIERO Ricercatore ISBEM, Dottorando UNIPI albertoargentiero@libero.it

31

I muscoli scheletrici (che rappresentano l'elemento attivo del

movimento), inserendosi sulle ossa (che rappresentano l'elemento

passivo del movimento), per mezzo della contrazione muscolare

determinano il movimento. Questo è possibile grazie anche alle

articolazioni (che rappresentano l'elemento di congiunzione e perno

delle ossa).

Tutto l'apparato locomotore è basato su un sistema di leve. Questa

situazione determina che, tutte le volte che c'è movimento, si produce

una leva che può essere di primo, di secondo o di terzo tipo.

FULCRO asse di rotazione (di solito l'articolazione, ma può

anche essere un punto di appoggio o di presa);

POTENZA punto in cui viene applicata la forza (di solito

l'origine o l'inserzione muscolare, non il ventre muscolare);

RESISTENZA punto in cui viene generata la resistenza stessa

(un peso, lo spostamento di un segmento corporeo, la gravità, ecc.).

CONOSCERE IL CORPO UMANO: MUSCOLI e LEVE

LE LEVE del CORPO UMANO

Page 32: CENNI DI ANATOMIA UMANA · 1 CENNI DI ANATOMIA UMANA Dr Alberto ARGENTIERO Ricercatore ISBEM, Dottorando UNIPI albertoargentiero@libero.it

32

Le leve del corpo umano

1° genere 2° genere 3° genere

CONOSCERE IL CORPO UMANO: MUSCOLI e LEVE

Page 33: CENNI DI ANATOMIA UMANA · 1 CENNI DI ANATOMIA UMANA Dr Alberto ARGENTIERO Ricercatore ISBEM, Dottorando UNIPI albertoargentiero@libero.it

33

CONOSCERE IL CORPO UMANO: MUSCOLI e LEVE

Articolazione di appoggio del capo

Atlanto – Occipitale.

Leva di 1° GENERE

In questo caso SVANTAGGIOSA bP è < di bR

FULCRO = ARTICOLAZIONE

Resistenza = PESO del CAPO

POTENZA = MUSCOLI SPLENICI

(posteriori del collo)

Page 34: CENNI DI ANATOMIA UMANA · 1 CENNI DI ANATOMIA UMANA Dr Alberto ARGENTIERO Ricercatore ISBEM, Dottorando UNIPI albertoargentiero@libero.it

34

Sollevamento sugli avampiedi

Flessione plantare del piede dalla stazione eretta

Leva di 2° GENERE

VANTAGGIOSA bP è > di bR

CONOSCERE IL CORPO UMANO: MUSCOLI e LEVE

FULCRO = DITA

RESISTENZA = PESO che grava sulla CAVIGLIA

POTENZA = MUSCOLI GEMELLI

(esercitano una trazione sul Tendine di Achille)

Page 35: CENNI DI ANATOMIA UMANA · 1 CENNI DI ANATOMIA UMANA Dr Alberto ARGENTIERO Ricercatore ISBEM, Dottorando UNIPI albertoargentiero@libero.it

35

Articolazione del Gomito

Flessione dell’avambraccio sul braccio

Leva di 3° GENERE

SVANTAGGIOSA

CONOSCERE IL CORPO UMANO: MUSCOLI e LEVE

bP è < di bR

FULCRO = ARTICOLAZIONE del GOMITO

RESISTENZA = PESO dell’AVAMBRACCIO e della eventuale

massa sostenuta dalla mano

POTENZA = Forza esercitata dal M. BICIPITE BRACHIALE

Page 36: CENNI DI ANATOMIA UMANA · 1 CENNI DI ANATOMIA UMANA Dr Alberto ARGENTIERO Ricercatore ISBEM, Dottorando UNIPI albertoargentiero@libero.it

36

Costituiti da tessuto connettivo fibroso con la funzione di

tenere unite fra loro due o più strutture anatomiche (ad es.

due segmenti ossei) o di mantenere nella posizione che gli è

propria un organo, ovvero di concorrere a delimitare

aperture o cavità nelle quali si trovano altre formazioni

anatomiche (vasi sanguiferi, nervi, ecc.)

Generalmente il nome dei legamenti deriva dalle parti ossee e dagli organi

con cui hanno rapporto o che collegano:

I L. crociati sono fasci fibrosi dell’articolazione del ginocchio tra loro

incrociati;

I L. gialli sono robusti fasci fibrosi, dal particolare colore giallastro, che

uniscono due lamine vertebrali adiacenti, mantenendo in rapporto due

vertebre contigue.

I LEGAMENTI

Page 37: CENNI DI ANATOMIA UMANA · 1 CENNI DI ANATOMIA UMANA Dr Alberto ARGENTIERO Ricercatore ISBEM, Dottorando UNIPI albertoargentiero@libero.it

37

È importante non confondere i legamenti con i

tendini, che collegano i muscoli alle ossa o ad

altre strutture di inserzione.

I legamenti hanno funzione stabilizzatrice, impediscono

cioè che particolari movimenti o forze esterne derivanti

da traumi, alterino la posizione delle strutture ai quali

sono collegati. Nel corpo umano i legamenti sono

disposti in modo tale da intervenire attivamente soltanto

nei gradi estremi del movimento, quando l'integrità

dell‘articolazione è messa in serio pericolo.

Page 38: CENNI DI ANATOMIA UMANA · 1 CENNI DI ANATOMIA UMANA Dr Alberto ARGENTIERO Ricercatore ISBEM, Dottorando UNIPI albertoargentiero@libero.it

38

L'elasticità dei legamenti può comunque

aumentare grazie a specifici esercizi di stretching;

non si spiegherebbe altrimenti lo straordinario

grado di mobilità articolare raggiunto dai

contorsionisti.

Bisogna tuttavia considerare che un simile livello

di elasticità è pericoloso quanto un'eccessiva

rigidezza dato che aumenta sensibilmente

l'instabilità e la lassità articolare.

Page 39: CENNI DI ANATOMIA UMANA · 1 CENNI DI ANATOMIA UMANA Dr Alberto ARGENTIERO Ricercatore ISBEM, Dottorando UNIPI albertoargentiero@libero.it

39

Le lesioni ligamentose avvengono quando le

forze applicate ai legamenti superano la loro

massima resistenza.

I legamenti sono tanto più suscettibili alle lesioni quanto più

velocemente viene applicata loro una forza: se il trauma è relativamente lento la loro resistenza è tale da staccare la

piccola parte di osso a cui sono collegati (avulsione ossea).

Page 40: CENNI DI ANATOMIA UMANA · 1 CENNI DI ANATOMIA UMANA Dr Alberto ARGENTIERO Ricercatore ISBEM, Dottorando UNIPI albertoargentiero@libero.it

40

Lesioni ligamentose

Come una corda formata dall'intreccio di tante fibre che

si sfilaccia poco a poco, anche i legamenti, se sottoposti

a tensioni eccessive, dapprima si stirano, poi si

strappano poco a poco fino alla rottura completa.

L'entità della lesione è

proporzionale a quella

del trauma e può

essere classificata in

tre stadi di gravità:

Page 41: CENNI DI ANATOMIA UMANA · 1 CENNI DI ANATOMIA UMANA Dr Alberto ARGENTIERO Ricercatore ISBEM, Dottorando UNIPI albertoargentiero@libero.it

41

LESIONE DI PRIMO GRADO: all'interno del legamento solo una

piccolissima parte di fibre viene lesionata; si tratta di lesioni microscopiche

che nella stragrande maggioranza dei casi non interferiscono con la

normale stabilità dell'articolazione.

LESIONE DI SECONDO GRADO: in questo caso le fibre strappate

sono molte di più e possono rimanere sotto il 50% del totale (lesione di II

grado lieve) o superarlo (lesione di II grado grave). Maggiori saranno le

fibre di collagene lesionate e maggiore sarà il grado di instabilità

dell'articolazione

LESIONE DI TERZO GRADO: si assiste alla rottura completa del

legamento che può avvenire nella zona centrale con separazione dei due

monconi o a livello dell'inserzione ligamentosa nell'osso. In quest'ultimo

caso può verificarsi anche un distacco del frammento osseo al quale il

legamento è ancorato.

Page 42: CENNI DI ANATOMIA UMANA · 1 CENNI DI ANATOMIA UMANA Dr Alberto ARGENTIERO Ricercatore ISBEM, Dottorando UNIPI albertoargentiero@libero.it

42

GRAZIE PER

L’ATTENZIONE!