Cemento e carota selvatica

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Margaret Avison CEMENTO E CAROTA SELVATICA A cura di Laura Ferri

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Confidando liberamente sulla parola, sull’ironia, sul paradosso e il concettismo, e su imprevedibili connessioni sintattiche, Margaret Avison coinvolgerà il lettore di Concrete and Wild Carrot / Cemento e carota selvatica in complessi incastri di immagini ed idee e in una costante fusione di pensiero e sentimento, affine a quella attuata dai poeti metafisici del Seicento, prima che si instaurasse nella poesia anglosassone la “dissociazione della sensibilità” lamentata da T.S. Eliot. dalla prefazione al volume di Laura Ferri

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Margaret Avison

CEMENTO E CAROTA SELVATICA

A cura di Laura Ferri

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Margaret Avison, CEMENTO E CAROTA SELVATICA

Copyright © Margaret Avison 2005

First published 2005 in Canada by The Porcupine’s Quill

Titolo originale: Concrete and Wild Carrot, in Always Now

Volume Three

Traduzione italiana © Del Vecchio Editore 2008

Redazione: Paola Del Zoppo,

Grafica e impaginazione: Dario Lucarini

Il presente volume è stato realizzato grazie al lavoro svolto pres-

so il Centro Siena-Toronto dalle allieve del Master in Traduzione

Letteraria della Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università di

Siena, e con il contributo di Caterina Ricciardi.

www.delvecchioeditore.it

ISBN 978-88-6110-013-8

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NOTA DELLA CURATRICE

Saldamente radicata nella concreta attualità del “qui e ora”

delle polverose strade secondarie e degli ombrosi parchi di

Toronto, la poesia raccolta in questo volume risuona di signi-

ficati illimitati di portata universale - simile all'universale

presenza della carota selvatica, che sparge dappertutto i suoi

semi sulla terra, generando nuova vita.

Cogliere l’illimitato con lo sguardo attento al particolare è il

preciso impegno poetico di Avison. “Dobbiamo imparare la

precisione dei particolari e a spaziare con il pensiero attraver-

so i secoli. In pratica, dobbiamo continuamente creare con-

nessioni tra questi due estremi”. Margaret Avison dichiarava

questo nelle sue lezioni alla Waterloo University, raccolte nel

1994 in A Kind of Perseverance. Con tale intenzione ha per-

severato, fin dagli anni ‘40 del secolo scorso, nello scrivere

versi contraddistinti dalla capacità di divorare i minimi ele-

menti del mondo circostante, da un’intima comunione con la

natura canadese, da un’intensa indagine spirituale e, soprat-

tutto, dalla certezza che “anche le parole hanno la loro vita,

non si compatteranno in un teorema”, ma saranno capaci di

suggestive polifonie semantiche. Confidando liberamente

sulla parola, sull’ironia, sul paradosso e il concettismo, e su

imprevedibili connessioni sintattiche, Margaret Avison coin-

volgerà il lettore di Concrete and Wild Carrot / Cemento e

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carota selvatica in complessi incastri di immagini ed idee e

in una costante fusione di pensiero e sentimento, affine a

quella attuata dai poeti metafisici del Seicento, prima che si

instaurasse nella poesia anglosassone la “dissociazione della

sensibilità” lamentata da T.S. Eliot.

LAURA FERRI

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c o l l a n a > p o e s i a

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Margaret Avison

CONCRETE AND WILD CARROT

CEMENTO E CAROTA SELVATICA

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PACING THE TURN OF THE YEAR

A sudden season

has changed our world.

Everybody is out

to see, or bask, or

with their kind to exuberate.

Everything is new.

Trees that were only sticks

into the overcast

yesterday, are

soft and full of catkins

like newly shampooed children being

readied for the party.

Slender young saplings

shine, all the tender leaves

distinct, notes of music

atremble for a chance musician

strolling by to hear and

play – for everybody, on bikes

or park benches or

wandering along

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AL PASSO COL VOLGERE DELL’ANNO

Una stagione improvvisa

ha cambiato il nostro mondo.

Sono tutti fuori

a vedere, o gioire, o

in esuberante compagnia.

Tutto è nuovo.

Alberi che erano solo stecchi

protesi nel cielo plumbeo

ieri, s’ammantano

di pendule gemme morbide

come capelli appena tersi di fanciulli

acconciati per la festa.

Ogni tenera foglia

dei sottili, giovani arbusti

splende, note di musica

tremule per un musico casuale che

girellando s’avvicina ad ascoltare

e suonare – per tutti, per chi è in bicicletta

o su panchine di giardino o va

gironzolando per

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the way

the city buses, dazed,

wended their way anywhere

on the odd quiet morning

the European war

was somehow ended; nobody

felt like cavorting, singing,

dancing, as their parents, 1918,

in November, had.

A muted celebration

this sudden season.

All but the oak.

Rusty tatters left from far-off August's

leafy towers and gables,

in deeps and fullness, the amassing

in gloom and shadow of

greenness; now

ruined arthritic knobs and wrenched

limbs; next to nothing now

covering his nakedness.

The new is going to last?

These celebrants

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la strada dove

gli autobus di città, abbagliati,

seguirono la loro strada ovunque

nella strana quiete del mattino in cui

la guerra d’Europa

fu in qualche modo terminata; nessuno

ebbe voglia di saltare, cantare,

danzare, come fecero, nel novembre del

1918, i loro genitori.

Una celebrazione ammutolita

quest’improvvisa stagione.

Salvo che per la quercia.

Brandelli rugginosi residui di distanti

torri e frontoni frondosi

dell’agosto, la pienezza profonda, l’ammassarsi

nel grigiore e nell’ombra del

verde; ora

artritici grovigli disfatti e membra

strappate: quasi più niente ora

a coprire la sua nudità.

Il nuovo è destinato a durare?

Questi celebranti

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toss their curls and

rollerblade past

the question.

It was not posed by the

dour oaks,

even than

the firs, their shabby

winter wear refurbished

at the tips,

standing there woodenly under

scrambling squirrels, a warm bath of

sunshine, thunderstorm,

by turns.

Part of a celebration

is to discover

patience? and how

painful hope can be?

Alone, and mute stands

dark, one huge oak tree.

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agitano le teste ricciute e

scivolano via su pattini

oltre l’interrogativo.

La domanda non fu posta

dalle querce cupe,

impassibili ancor più degli

abeti, in trasandati

abiti invernali rinnovati

in cima,

là a sopportare in lignea posa

scoiattoli che s’arrampicano, un susseguirsi

di caldo bagno di sole e fragoroso

temporale.

Parte di una celebrazione

è scoprire

la pazienza? e quanto

può esser dolorosa la speranza?

Sola, e muta si erge

una grande quercia, scura.

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TOWARDS THE NEXT CHANGE

Leaf on the shrub

let the flow

along the corridors of a

breathing stem

ease to a trickle.

THE SHRUB: Look for

no energy now. You're letting in

the cold!

My stiffened fingers are

icy.

The leaf

sighs and separates itself and

wavers away.

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VERSO IL CAMBIAMENTO SUCCESSIVO

La foglia sull’arbusto

lasciò fluire

esili rigagnoli di

gocce lungo

lo stelo palpitante.

L’ARBUSTO: Non cercare

energia ora. Farai entrare il

freddo!

Le mie dita intirizzite sono

di ghiaccio.

La foglia

sospira e si stacca e tremolando si

allontana.

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OTHER OCEANS

1. ON

When the convulsive earth

arched under the sea

its craggy ribs were

blurted out where reefs had been

into the golden warmth for a

fraction of a second of the one

day that's a thousand years.

In the same breath, on what was risen up

swarms of wee morsels mightier than

seafoam, rockface, under weather

brought what had emerged to be

grasses of the field

breathing that sun-washed sky.

On the face of the earth

trees and tiny Arctic flowers

face upwards; animals

with velvet paws, or hoofs,

all seem to look away towards the

falling-away edge of the earth.

My face, among these others,

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ALTRI OCEANI

1. SOPRA

Quando la terra convulsa

s’inarcò sotto il mare

le sue costole rocciose

apparvero improvvise dov’erano state

le scogliere nel calore dorato per una

frazione di secondo dell’unico giorno

che dura mille anni.

Con lo stesso respiro, su ciò che s’era innalzato

sciami di minuscoli frammenti più potenti della

schiuma del mare, sulla superficie rocciosa,

con le stagioni portarono ciò ch’era emerso

ad essere erba del campo

che respira quel cielo bagnato dal sole.

Sulla superficie terrestre

alberi e piccoli fiori artici

si volgono verso l’alto;

animali con zoccoli, o zampe, vellutati,

sembrano tutti guardare lontano verso il

cadente limitare della terra.

Il mio volto, tra questi altri,

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ours, are not as though

among these others.

2. WITHIN

Studies by night. By day

blinks at the intricate

script of the world. A levelling

fuzzy peach morning-light

blurs what it would

make plain. Not

soundlessly. Whirrings.

Faint sighs. Intrudes

the throb of self selecting self

out of what was suggestive of a

singing part. Unravels

some syllables of the music, in

withdrawing again.

Waits. Cannot not be expressed

but in some foreign idiom

that seems fitting although

unspoken.

Waits

unscrolling somewhat

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i nostri volti, non sono

come se tra questi altri.

2. DENTRO

Studia di notte. Di giorno

dà sguardi furtivi all’intricato

manoscritto del mondo. Una livellante luce

mattutina dal lanuginoso color pesca

offusca ciò che dovrebbe

render chiaro. Non

senza suono. Ronzii.

Deboli sospiri. Intrude

il pulsare dell’io che sceglie l’io

tra ciò che suggeriva un brano d’un

canto. Dipana alcune

sillabe della musica, nel

ritrarsi di nuovo.

Attende. Non può non essere espressa

se non in qualche lingua straniera

che sembra appropriata anche quando

si tace.

Attende

srotolandosi un poco

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lopsidedly from

the effort of withholding

intrusion. Tense. Welcomes

the night's return, and sleep.

3. UNDER

A morning triangle of shadow

divides this field. On three

sides the building bulks.

A glimmering mesh of some

impenetrable composite substance

seals in the fourth. The grass-blades

are metal tongues, so hinged

that two or three persons, let out

under the pitiless sky

for daily exercise,

can shuffle through it,

or wade, or clatter and kick

as competency or their residual

savagery permits.

These little metal grass-blades

are mathematically precise

like tree-trunks in a forested

field in France.

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sbilenca per lo

sforzo di trattenere l’intrusione.

Tensione. Dà il benvenuto al

ritorno della notte, e del sonno.

3. SOTTO

Un triangolo mattutino d’ombra

divide questo campo. L’edificio

s’ammassa su tre lati.

Una maglia luccicante di una

impenetrabile composita sostanza

sigilla il quarto lato. Le foglie d’erba

sono lingue metalliche, connesse

così che due o tre persone, lasciate

fuori sotto questo cielo spietato

per l’esercizio quotidiano,

vi possono strascicare,

o guadare, o scalciare e sbattere

secondo quanto la competenza o la loro

barbarie residua permette.

Queste piccole foglie d’erba metalliche

hanno una matematica precisione

come tronchi in un campo boscoso

della Francia.

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Somewhere the warden

sits, nettled by the clicking

of footsteps in the field,

or yard.

People outside

steel themselves to resist

any convulsive surge to storm

this new Bastille.

Nobody seems to know

why some are in there, some,

less contained, out here.

Only a scattering

at any one time stand, and then

move on across their own

shadows in the wide courtyard.

Remember, even food and drink

turned into metal. Then it was gold,

under a Midas touch that menaces

and unmakes

heroes and revolutionaries.

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Da qualche parte siede

il guardiano, infastidito dal ticchettio

di passi nel campo,

o nel cortile.

La gente fuori

si corazza per resistere

a ogni convulso impeto d’assalto

di questa nuova Bastiglia.

Nessuno sembra sapere perché

alcuni sono là dentro, altri invece,

meno trattenuti, qui fuori.

Solo pochi qua e là

a un certo punto stanno fermi, e poi

si muovono attraverso

le proprie ombre nel vasto cortile.

Ricorda, perfino il cibo e l’acqua

si trasformarono in metallo. Poi fu oro,

sotto un tocco di Mida che minaccia

e disfa

eroi e rivoluzionari.

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People's singular sense of things

is everywhere too private

(or too prearranged)

for any foreseeable action but

perseverance only.

The skies will ember into the

deep darkness of another

night, and sleep –

that chrysalis of waking.

4. WHEN

‘O God, God of all flesh...’

supreme artist, originator

of all designs, who sees:

for us the entering in

is long deferred, while

`praise' in our tongue

is merged with `price' –

(could we go back to `laud', or

that other word from

`loben',

instead?)

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Il singolare senso delle cose della gente

è ovunque troppo privato

(o troppo predefinito)

per ogni prevedibile azione eccetto

che per la sola perseveranza.

I cieli saranno tizzoni accesi nella

profonda oscurità di un’altra

notte, e del sonno –

quella crisalide del risveglio.

4. QUANDO

“O Dio, Dio di tutta l’umanità…”

artista supremo, che è origine

di tutti i disegni, che vede:

a noi l’accesso è

deferito a lungo, mentre

“plauso” nella nostra lingua

si fonde con “prezzo” –

(non potremmo tornare a “laude”, o

quell’altra parola che viene da

“loben”,

invece?)

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Far off is that horizon

of calm and contained

joy that is wholly

unselfconscious, simple,

lovely. Where is the holy

vanishing point

where life began and daily may

bring us alive

again? Is this

being alive?

The far-off isn't, and is all

that is.

5. WHERE

Hard-edged day time does

usually recur. Same glare,

same silent

engrossing shadow.

The park is lifting up

bare branches in bouquets.

One, shafted by the sun, offers its small

flambeau. Wires

tangle underfoot and would entangle.

This place seems unfrequented.

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Remoto è quell’orizzonte

di calma e di contenuta

gioia che sono del

tutto naturali, semplici,

belle. Dov’è il fuggevole

sacro momento

dove la vita cominciò e ogni giorno

può renderci di nuovo

vivi? È questo

essere vivi?

Ciò che è remoto non è, ed è tutto

ciò che è.

5. DOVE

L’acuminato tempo del giorno di

solito ritorna. Stessa luce di fuoco,

stessa ombra

silenziosa e avvincente.

Il parco innalza rami

nudi quasi fossero bouquet.

Uno, sotto i raggi del sole, eleva la sua piccola

fiaccola. Stami metallici

s’intrecciano sotto i piedi e potrebbero irretire.

Questo luogo sembra non frequentato.

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But specks like filings

move (tilted, trickling?) (alive!)

on a dry root.

Oak trees rustle

for long months, driving

their roots down still.

6. OUT

Though helpless, here,

whoever cried out and was heard

in darkness, in quietness,

is charged:

stand; wait here,

for some lame stumbler, for

random young shufflers,

for skyfall.

Stand, day in, day out,

readied for day upon day.

The frozen sheets

after we fetched them in

crackled as we folded them

for propping, splayed

out on the wooden racks

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Ma granelli come di limatura

si muovono (inclinati, gocciolando?) (vivi!)

su una radice secca.

Per lunghi mesi

frusciano le querce, spingendo

ancor a fondo le radici.

6. FUORI

Benché indifeso, qui

chiunque gridasse e fosse udito

nell’oscurità, nella quiete,

viene attaccato:

fermo, aspetta qui,

chi zoppica e inciampa, qualche

giovane che sta strascicando,

il cielo che cade.

Fermo, ogni santo giorno,

preparato al giorno dopo giorno.

Le lenzuola gelate

dopo che le portammo dentro

crepitarono mentre le piegavamo

per poi porle, tutte stese

sullo stendino di legno

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in the back kitchen.

Icy sunlight gleamed

on the waxed kitchen floor.

Down went a pair of brooms

criss-cross.

`This is the sword dance!'

and Katie showed me,

leaping and flashing. Note

this was not bonny Sco'land, it was

a lowering prairie 2 p.m. and at a

scourging forty below!

At first light, on a

certain day, someone appeared, bearing

a floor-piece on his shoulders.

Its underside was flat; the other side

had wooden cleats between the wooden slats.

When he laid it level, and inside there,

you saw its wood was sun-bleached.

Nobody saw how he got in!

The old hinged metal tongues that were the

grass-blades were on a level other than

where he now steadily walked

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nel retro in cucina.

La gelida luce del sole luccicò

sul lustro pavimento di cucina.

Un paio di scope lo attraversarono scivolando

a zig zag.

“Questa è la danza delle spade!”

e Katie la eseguì,

saltando e balenando. Notare che

questa non era la bella Scozia, era una

degradante prateria alle 2 pomeridiane

e nel rigore di 40 sotto zero!

All’albeggiare, di un

certo giorno, qualcuno apparve, portando

una doga per il pavimento sulle spalle.

Sotto era piatta; sull’altro lato

aveva gallocce di legno tra il legno delle stecche.

Quando l’ebbe inserita, e livellata,

si vide il legno sbiadito dal sole.

Nessuno vide come era entrato!

Le vecchie lingue incardinate di metallo che erano

le foglie d’erba non erano sullo stesso livello

sul quale ora egli procedeva dritto

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towards the little exit-entrance doorway to

the exercise yard or punishment area.

We numbly witnessed as

a hissing skirt of fire swept

under and around

him and his platform. An air hose

soon restored the metal grass.

The solitary, once again

emerged to pace as every clicking day

they did.

Among the young, some spoke

secretly hoping to turn

their hero's grisly defeat into some

concerted attempt,

maybe more

influential and more daunting, to

unearth the incarcerator of

so many, singly – and

then to get word back, to stir up

recruits, to reconnoitre

deeper into the

secret power and the source of power.

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Page 35: Cemento e carota selvatica

verso la piccola apertura d’uscita e entrata di

questa palestra o area di detenzione.

Noi assistemmo attoniti

allo strisciar d’un sibilante lembo

di fuoco sotto e intorno

a lui e alla sua piattaforma. Una manica d’aria

subito recuperò l’erba di metallo.

I solitari emersero,

per riprendere il solito passo con il ticchettio

di ogni giorno.

Tra i giovani, alcuni parlavano

sperando segretamente

di trasformare l’orrenda sconfitta del loro eroe

in qualche tentativo concertato,

forse più

efficace e più ardito, di stanare da

soli chi tanti ne aveva

incarcerati – e

poi di farlo risapere,

d’istigare seguaci, di penetrare più

a fondo nel

potere segreto e nell’origine del potere.

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Page 36: Cemento e carota selvatica

Among the older, worn by day

upon hypnotic day,

the hope was hope for stamina

not for success, and for

courage for those more able.

‘O God, God of all flesh!'

Behold the immured, the lost champion,

the dangerously young,

and us who merely persevere

along the borders of

the always unthinkable!

7. AFTER

Post-modern:

i.e. those who (he said)

in honesty of heart

deny any eternal verities; being

searchers for plausible

truth, they humbly

substitute for the old symbols,

what they affirm as

`the logocentric'.

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Page 37: Cemento e carota selvatica

Tra i più anziani, logorati dall’ipnotico

giorno dopo giorno,

la speranza era speranza di resistenza,

non di successo, e di

coraggio per i più capaci.

“O Dio, Dio di tutta l’umanità!”

Guarda chi è confinato, campione perduto,

pericolosamente giovane,

e noi che semplicemente perseveriamo

lungo i confini del non

immaginabile per sempre!

7. DOPO

Post-moderni:

cioè coloro che (egli disse)

in tutta onestà di cuore

negano ogni certezza eterna; essendo

alla ricerca della verità

plausibile, umilmente

sostituiscono ai simboli antichi

ciò ch’essi affermano come

“il logocentrico”.

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Page 38: Cemento e carota selvatica

You know their thoughtful

responsible faces, their

capacity for goodness, their

willingness to show

good will.

They shoulder only their part of the

burden of living as a

matter of course.

Who can help warmly

appreciating such people

among us, leaders of thought,

careful, and when necessary, bold

in action?

How different it would be, today, to

`take up your cross and follow Me', to

`take My yoke upon you, learn....[t]'

Take both? Take what's to hand? Find

one follows the other? or

find the same bewildering burden?

It makes no sense today

to talk this way, nor did

in A.D. 30, thereabouts.

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Page 39: Cemento e carota selvatica

Conosci i loro volti responsabili

e pensosi, il loro

saper essere buoni, la loro

capacità di mostrare

buone intenzioni.

Si prendon sulle spalle solo la loro parte

del fardello del vivere come

cosa naturale.

Chi riesce a non apprezzare

con tutto il cuore simili persone

tra noi, guide intellettuali,

accorte, e se necessario, audaci

nell’azione?

Come sarebbe diverso, oggi, il

“prendi la tua croce e seguiMi”, il

“prendi il Mio giogo su di te, impara…”

Prendi croce e giogo? Quel che è più vicino? Trovi

che l’uno segue l’altra? o trovi lo stesso sconcertante

fardello?

Non ha alcun senso oggi

parlare così, né lo aveva

intorno al 30 A.D.

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Page 40: Cemento e carota selvatica

No, but once heard it condenses

somehow. Cautions. Compels – can

flood a person, earth and sea and sky – all that

originated in a like

mystery (all who will die from

this reasonable lifetime we have known) –

with one

overwhelming focus,

for what remains of your

lifetime's doings and responsibilities,

held by a steadying pulse.

And whether some finally

together break out till

the stars fall, or

a sudden global change

freezes inhabitants' pulses

one artist who, in one

impulse once called out, from surging

waters and fires and molten

rock

our earth, our little lives,

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Page 41: Cemento e carota selvatica

No, ma una volta udito si condensa

in qualche modo. Ammonisce. Sospinge –

può inondare una persona, terra e mare e cielo – tutto ciò

che originò in un simile

mistero (tutti quelli che si dipartiranno da

questo spazio di vita razionale da noi conosciuto) –

con una sola

sconvolgente visione,

per ciò che rimane delle tue

responsabilità e azioni su questa terra,

col sostegno di un fortificante impulso.

E sia che alcuni tutti insieme alla

fine prorompano fino alla

caduta delle stelle, o

che un cambiamento globale congeli

improvviso gli impulsi degli abitanti

l’artefice che, d’un solo

impulso una volta fece sorger,

da acque tempestose e fuochi

e roccia fusa

la nostra terra, le nostre piccole

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Page 42: Cemento e carota selvatica

maintains, Himself, the

no longer appearing

structures.

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esistenze, mantiene, Lui Stesso,

le ormai invisibili

strutture.

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Page 44: Cemento e carota selvatica

ALTERNATIVE TO RIOTS BUT ALL CITIZENS MUST PLAY

To myself everywhere:

Cry out, `Break!' Break

all our securities, and break out!

Explore only the ranges

beyond our mastering. Take on

the inexorable demands made by

a norm of unpremeditated excellence!

Forget the elegant speeches,

the unbreakable delicacy

or cello resonance of

`art'. Forget

faceless, imperial (worldwide)

governance and its shimmery

statistical sheen. Why,

even the memory traces of

classical Greece's music are

long forgotten. (The Empire then was Rome's.)

Our own skills and

achievements are imprisoned by

managed relationships

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ALTERNATIVE AI MOTI MA TUTTI I CITTADINI DEVONO

PARTECIPARE

A me stessa ovunque:

Grido, “Spezza!” Spezza

tutte le nostre certezze, e fuggi!

Esplora solo le distese

al di là del nostro dominio. Fai tue

le domande inesorabili create da

una norma di non premeditata eccellenza!

Dimentica i discorsi eleganti,

l’inflessibile delicatezza

o risonanza da violoncello

dell’“arte”. Dimentica

l’imperiale (mondiale) governo

senza volto e il suo statistico

scintillante splendore. Ebbene,

persino le tracce di memoria della

musica della Grecia classica sono

da tempo dimenticate. (L’Impero era allora Roma).

Le nostre stesse abilità e

i risultati sono prigionieri di

relazioni gestite

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Page 46: Cemento e carota selvatica

no one can manage, quite.

Money we used to see,

in metal baubles, jig along the wires.

(Back when the new technology

was electricity,

the first department stores were

festooned with maypole-radiating wires.

The dancers' ends came down to

clerks parcelling purchases.

The money offered and the invoices

were stuffed in metal baubles and sent off

jigging up the wires

to the store's one

change-maker, stamper of receipts,

set apart up on a

mezzanine level, caged

but always in plain view.)

Money is no longer

visible. Now

it vaporizes and disperses somehow

and settles over all of us.

We turn into a monstrous

sameness, a jumble

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che nessuno davvero può gestire.

Usavamo vedere il denaro, in ciondoli

di metallo, far la giga sui fili elettrici*.

(Al tempo in cui la nuova tecnologia

era l’elettricità,

festoni irraggiati d’alberi di maggio

illuminavano i grandi magazzini.

La danza finiva presso

commessi che impacchettavano gli acquisti.

Il denaro offerto e le fatture,

infilati in ciondoli metallici, si spedivano

gigolando sui fili

fino all’unico cassiere

appartato a timbrare

ricevute su un

mezzanino, ingabbiato

ma sempre bene in vista.)

Il denaro non è più

visibile. Ora

svapora disperdendosi chissà come

per posarsi dappertutto intorno a noi.

Ci mutiamo in una mostruosa

uguaglianza, un bazar

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Page 48: Cemento e carota selvatica

within one skin,

a skin pulled taut

until it hurts

the whole ungeographical

world of us.

Break out! Break from all safe

comprehensive arrangements

never completely comprehended by

controllers or controlled.

Once there were landscapes, features,

rugged outcropping, signatures

bespeaking persons. Now they all melt into

categories, till conglomeration

begins to make categories

a fiction, although still

a soothing one.

Security shackles us in shame and helplessness; the

insecure are bony; they

shuffle past, lean

anywhere, drained clean of

expecting, or of anything

beyond the courage to go on

dully surviving.

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Page 49: Cemento e carota selvatica

dentro una sola pelle,

una pelle tirata, tesa,

fino a ferire

l’intero mondo non geografico

fatto di noi.

Fuggi! Rompi con tutti gli accordi

sicuri e onnicomprensivi

mai completamente compresi da

controllori e controllati.

Una volta c’erano paesaggi, configurazioni,

scabri affioramenti, segnature

che designavano persone. Ora ciascuno si fonde in

categorie, finché la conglomerazione

inizia a fare delle categorie

una finzione, sia pur ancora

suadente.

Le certezze c’incatenano a vergogna e impotenza; gli

incerti sono tutt’ossa;

s’allontanano strascicando, s’appoggiano

ovunque, prosciugati di

aspettative, o d’ogni altra cosa

eccetto il coraggio di continuare

in una spenta sopravvivenza.

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Page 50: Cemento e carota selvatica

Beware of any notion of

safety from having clustered under

some forced, or chosen,

minority. All of them are

self-centred, all a

security that blinds and deafens

exposing flank, and heart

to poisons from within as well.

Where can anyone find

sanctuary, now that

lethal puffs drift

out of a fair sky,

drift down?

Gunshot crackles in the

streets after our sheltering

walls have crumpled.

And still the illustrious ones, the

conference diplomats, the key

negotiators – a unique

minority – are

emperors on parade,

unaware of being not even

clad let alone cloaked.

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Page 51: Cemento e carota selvatica

Guardati da nozioni di

sicurezza dovute all’esserti aggregato a

qualche minoranza coatta

o d’elezione. Sono tutte

ego-centriche, certezze

che ci fanno sordi e ciechi

esponendo fianchi e cuore

a veleni anche interni.

Dove trovare

un santuario, ora che

soffi letali vanno vagando

fuori da un cielo sereno,

fluttuando in basso?

Crollate le nostre mura

protettive, crepita uno sparo

nelle strade.

E ancora gli illustri, i diplomatici

delle conferenze, i negoziatori

principali – una minoranza

unica – sono

imperatori in parata,

ignari di non essere abbigliati

e tanto meno ammantati.

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Page 52: Cemento e carota selvatica

Some count on the majority

out there, bland in its

openness, our security in

the social swim. But like so many sure

foundations, latterly, this one

seems unsettlingly wobbly.

The animus keeps fading into

passivity. Many that were

supports, happily tolerating

anything – almost – now

lean, to imbalance, straggling off.

Stop them! Disrupt these

almond-eyed visions, spongy with

yearnings, for prophesied

pre-dawn light, this very day.

Nightfall is near.

Break in! Break up

all our so solid structures for the

glory of

nothing to hold on to

but untried air currents,

the crack and ricochet

of impact. Risk

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Page 53: Cemento e carota selvatica

Qualcuno conta sulla maggioranza

lì fuori, blanda nella sua

lealtà, la nostra certezza nel

flusso sociale. Ma come tante sicure

fondazioni, questa pare,

oggigiorno, vacillante senza posa.

L’animo continua a sfumare nella

passività. Molti che furono

di sostegno, felicemente tollerando

un po’ tutto – quasi – ora

si piegano, allo squilibrio, disperdendosi.

Fermali! Frantuma queste

visioni alla vainiglia, zuppe di

aneliti, di profetizzata

luce antelucana, oggi stesso.

La notte è vicina.

Irrompi! Rompi

tutte le nostre strutture, così solide, per la

gloria del

nulla cui tenersi

se non inesplorate correnti d’aria,

lo schianto e il rimbalzo

dell’impatto. Rischia

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Page 54: Cemento e carota selvatica

survival! into

some indestructible

transmuted loss. There will begin,

perhaps, a slow

secret, gradual, germinating

in the darkness.

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Page 55: Cemento e carota selvatica

la sopravvivenza! per

una qualche indistruttibile

trasmutata perdita. Inizierà,

forse, un lento

segreto, graduale, germinare

nelle tenebre.

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Page 56: Cemento e carota selvatica
Page 57: Cemento e carota selvatica

TRADUZIONI DI:

ALESSANDRA BORDINI (Rimpiangendo le vie secondarie / Inpericolo / A Wilfred Cantwell Smith)

LAURA FERRI (Al passo col volgere dell’anno / Verso il cam-biamento successivo / La poesia della prateria / Dividendo ibeni / Ramsden / Equilibrando / Mettendo in relazione /Risposte / Audrey: ritratto postumo / Altri oceani)

CARLA FRANCELLINI (Appunti dal discorso del Dr. Carson sullaPrima Lettera di Giovanni, 5 / Un gran polverone / Neinostri “piccoli nidi”)

CHIARA FRANCIOSI (Contestualizzando, o né qui né là)

MATILDE MONTESI (Era là / Era qui / Ricordando Gordon G.Nanos / Il ciclo della comunità)

EGLE MORRONE (Terza mano, prima mano / L’intera storia /Domande tendenziose / Quattro parole)

ELEONORA OTTAVIANI (Dono di Ted / Rovesciando un cratere /Prospezione)

CATERINA RICCIARDI (Ambivalenza / Seriamente? / Vicoli cie-chi / Due / Alternative ai moti ma tutti i cittadini devonopartecipare)

CECILIA RICCIARDI (Il punto cruciale / Non circolare / Una pas-seggiata il Giovedì Santo)