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1 Cecilia e l’amore per Marco C’era una volta in un bosco lontano, un castello dove viveva una principessa. Questa principessa si chiamava Cecilia e viveva felice con il principe Marco, la serva Erica e il cane Tobia. Tobia era un cane speciale, era un cane parlante. Un giorno il principe era in giardino a raccogliere un mazzo di fiori da regalare alla principessa ma in uno dei fiori, che aveva raccolto, viveva un folletto. Il folletto per vendicarsi lo trasformò in una piccola lucciola. Quando scese la notte, la principessa, preoccupata per la lunga assenza di Marco, si affacciò alla finestra e al chiaro della luna vide dei fiori strappati. Uscendo dal castello e avvicinandosi ai fiori vide una lucciola che faceva molta luce. Cecilia, incuriosita, si abbassò per guardare meglio e si accorse che la lucciola aveva in testa la corona del principe Marco. La principessa era accompagnata dal cane Tobia che, fiutando la lucciola, riconobbe l’odore del principe e disse a Cecilia: -Questa lucciola è il principe-. Mentre il cane parlava con la principessa, comparve il folletto, che, ancora arrabbiato per aver perduto la casa e non sapendo chi fosse quella fanciulla, le raccontò quello che era successo. La principessa disperata si mise a piangere e corse verso il

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Cecilia e l’amore per Marco

C’era una volta in un bosco lontano, un castello dove viveva

una principessa. Questa principessa si chiamava Cecilia e

viveva felice con il principe Marco, la serva Erica e il cane

Tobia. Tobia era un cane speciale, era un cane parlante. Un

giorno il principe era in giardino a raccogliere un mazzo di fiori

da regalare alla principessa ma in uno dei fiori, che aveva

raccolto, viveva un folletto. Il folletto per vendicarsi lo

trasformò in una piccola lucciola. Quando scese la notte, la

principessa, preoccupata per la lunga assenza di Marco, si

affacciò alla finestra e al chiaro della luna vide dei fiori

strappati. Uscendo dal castello e avvicinandosi ai fiori vide una

lucciola che faceva molta luce. Cecilia, incuriosita, si abbassò

per guardare meglio e si accorse che la lucciola aveva in testa

la corona del principe Marco. La principessa era accompagnata

dal cane Tobia che, fiutando la lucciola, riconobbe l’odore del

principe e disse a Cecilia: -Questa lucciola è il principe-.

Mentre il cane parlava con la principessa, comparve il folletto,

che, ancora arrabbiato per aver perduto la casa e non sapendo

chi fosse quella fanciulla, le raccontò quello che era successo.

La principessa disperata si mise a piangere e corse verso il

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castello. Erica, la serva, vedendola in quello stato, le chiese:-

Perché piangi?- e Cecilia raccontò tutto. Erica, che era brutta e

da sempre innamorata di Marco, andò in giardino per cercare

di scoprire come spezzare l’incantesimo ed avere l’amore del

principe. Erica trovò il folletto, che stava cercando di costruire

la sua casa, e premurosamente si offrì di aiutarlo. Mentre lo

aiutava gli chiese:- Cosa è successo?- Il folletto le raccontò

tutto ed indicò la lucciola che piangeva. Erica, mostrandosi

interessata alla storia, chiese al folletto: -Si può spezzare

l’incantesimo?- Il folletto le rispose: - L’incantesimo si

spezzerà se una fanciulla buona e innamorata sarà disposta a

correre dei rischi.- Ed Erica: - Ma cosa deve fare?- Il folletto

aggiunse: -La ragazza deve trovare l’erba magica che cresce

dentro la grotta dell’orso gigante; strappare il pelo d’oro al

drago, che vive sulla montagna di Oste e catturare il pesce con

tre occhi che vive nel lago incantato.- Tobia, che era nascosto

tra i cespugli, ascoltò tutto e raccontò tutto a Cecilia. Cecilia si

mise in cammino e lungo la strada incontrò Erica. La

principessa, fingendo di volerla aiutare, l’accompagnò. Così si

misero in cammino. Camminando incontrarono un lupo che si

lamentava ed Erica gli chiese: - Cos’hai?- Il lupo le rispose: -

Aiutami! Ho una spina nella zampa e non posso camminare!-

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Erica gli disse: - Arrangiati-. Camminando arrivarono nella

Grotta dell’Orso e incominciarono a cercare l’erba. Nell’angolo

della grotta luccicava un oggetto. Era l’erba, la presero e se ne

andarono. Camminando arrivarono nella Grotta del Drago.

Allora Erica spaventata scappò via, ma Cecilia trovò una

piuma, la strofinò sulla pancia del drago, salì sulla sua schiena

e prese i peli d’oro. Camminando arrivò in un fiume magico.

Cecilia prese alcuni rami e costruì un retino per prendere il

pesce e dopo un po’ riuscì a prenderlo. Tornò al castello e

diede i doni al folletto. Il folletto, allora, prese un calderone

piccolo piccolo dalla tasca, disse una formula magica: “Abra,

cadrabra diventa e inventa la mia volontà” e lo fece diventare

grande. Poi preparò la pozione e la fece bere al principe. Il

principe ritornò ad essere un bellissimo ragazzo, così la

principessa e il principe vissero per sempre felici e contenti.

Sabrina Zuccaro

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Il principe e il folletto magico C’era una volta il principe Harry che viveva in un grande

castello fatato.

Un giorno, mentre andava in camera sua, le scale gli giocarono

un brutto scherzo,cambiarono direzione e lo portarono in una

stanza del castello ancora a lui sconosciuta. Lì vide un folletto

magico, che gli disse : -Posso fare qualcosa per te?- Il principe

rispose: - Io vorrei uscire da questa stanza e vorrei anche una

principessa che stia con me per tutta la vita. Il folletto rispose:

- Si, io ti aiuterò. Posso fare, però, magie solo sugli altri.

Potresti, pertanto, portarmi nel bosco dove ci sono i miei amici

folletti?- Il principe rispose: -Certamente!Ti porterò nel bosco!-

Nel bosco, il principe ed il folletto si misero a cercare, ma non

trovarono nessuno. Allora andarono dagli uccellini e chiesero

loro: Sapete dove sono i miei amici folletti?- Gli uccellini

risposero: -Si trovano nella capanna della strega, seguiteci!-

Appena arrivati alla capanna, gli uccellini beffeggiarono la

strega per distrarla, così il folletto, insieme al principe ,riuscì a

liberare i suoi amici. La strega se ne accorse, ma fu fermata

ancora una volta dagli uccellini, che la beccarono così tante

volte da farla cadere. Il folletto disse al principe: - Da oggi in

poi non sei più al sicuro. Ti passerò, quindi,buona parte dei

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miei poteri. Purtroppo, però, per far si che possa darti i miei

poteri, dovrai superare una prova. Dovrai riuscire a trovare

l’incantesimo “gommosus”, che si trova in cima a una

montagna, grazie al quale il corpo si può allungare fino a

raggiungere,ad esempio, la cima di un albero; e l’incantesimo

“incendium”, che si trova in una collina lontana da qui, il quale

consente di trasformarsi in una torcia umana, così da essere

inavvicinabile-. Il principe, allora, cercò di trovare gli

incantesimi. Non fu facile raggiungere la vetta della montagna

perché i piedi di Harry affondavano nel terreno denso ed

appiccicoso come il vischio. In suo soccorso arrivarono, però,

gli uccellini che, lanciandogli dall’alto una fune, lo tirarono su

facendolo arrivare in cima alla montagna. Il principe riuscì così

a superare la prova.

L’incantesimo “Incendium”, invece, si trovava in una collina

custodita da un drago sputa-fuoco. Harry riuscì a sconfiggerlo

con la sua spada tagliandogli la testa. Il principe, così, riuscì a

portare gli incantesimi al folletto e a ottenere i poteri magici.

Harry tornò al castello molto contento perché sapeva che

adesso era al sicuro ed anche perché c’era una bellissima

principessa ad attenderlo, con la quale visse per sempre felice

e contento. Davide LoVerde

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La comunità di gnomi C’era una volta, in un sottobosco, una piccola comunità di

gnomi. Il sottobosco era fittissimo. Vi erano felci di tutte le

specie, fiori profumati e colorati come il mughetto, il

gelsomino, la violetta e tanti funghi dove gli gnomi scavavano

le loro casette. Ogni gnomo aveva il proprio compito:il lavoro

del fabbro, quello del giardiniere, il panettiere… A capo di

questa comunità vi erano il capo supremo Nostromus, uno

gnomo molto sapiente che garantiva la pace nella sua

comunità. Egli aveva imposto un’importante regola: quella di

non superare il fiume, poiché dall’altro lato sorgeva la foresta

nera che racchiudeva molti pericoli. Tra gli gnomi vi era Alfred,

un ragazzo dai mille sorrisi, con gli occhi verdi e i capelli color

corvino. Alfred era fidanzato con Lilà, la più bella gnometta del

villaggio, con lunghi capelli biondi e grandi occhi azzurri. Ma

Alfred non era l’unico ad essere innamorato di lei, poiché

Damon, suo amico, provava un forte interesse per lei. Non

potendo più sostenere questa situazione di tensione, che si

era creata con l’amico, Alfred decise di sfidarlo in una gara

sulle sponde del fiume, all’insaputa di Nostromus. Chi fosse

caduto per primo dentro il fiume avrebbe perso e il vincitore

avrebbe sposato Lilà. La lotta durò ore ed ore poiché entrambi

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erano molto forti ma, approfittando di un momento di

distrazione, Damon spinse Alfred nel fiume, conquistando la

vittoria. Quando Nostromus venne a conoscenza della gara, si

arrabbiò molto con Alfred e gli disse: -Alfred, giovane

temerario, che hai osato infrangere la sacra regola , sarai

bandito per sempre dal nostro regno-. Poi si allontanò con

Damon chiamandolo ‘figliolo coraggioso’. Lilà, allora, in

lacrime, andò da Nostromus e gli spiegò il vero motivo della

lotta e dell’ infrazione di Alfred, causata dalla scorrettezza di

Damon. Gli confessò, inoltre, tutto il suo amore per Alfred.

Nostromus, che aveva un cuore d’oro nonostante il suo

aspetto burbero, li perdonò e raccomandò loro:-Giovani cari,

l’amore spinge gli innamorati a compiere atti sconsiderati ed

io per questo vi perdono ma non fate mai più una simile

sciocchezza che può mettere in pericolo la sicurezza di tutta la

nostra comunità.- Concluse, poi con tono addolorato,

rivolgendosi a Damon: -Tu, invece, che ti sei dimostrato falso e

scorretto sarai allontanato per dieci lunghi anni dalla nostra

comunità.- Qualche mese dopo si celebrarono le nozze tra Lilà

e Alfred. Il ricevimento si tenne nella grande casa del capo

supremo che per l’occasione era stata addobbata con fiori

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profumati e festoni. Alfred e Lilà furono uniti da un “TI AMO” e

vissero per sempre felici e contenti.

Rachele Lanza

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L’orto di Greg

C’era una volta un contadino di nome Greg, che viveva in un

paese chiamato “Il paese incantato”. Greg era molto ricco

perché il suo orto aveva centinaia di piante. Un giorno, una

strega maligna, che odiava il contadino per via del suo

benessere, fece un incantesimo all’orto di Greg:tutte le piante

sparirono. Greg piangeva e piangeva anche perché era

diventato povero. Un giorno stava cercando aiuto e trovò un

saggio. Greg gli raccontò tutto e il saggio rispose: - Caro Greg,

per far ricrescere le tue piante, devi prendere una pozione

magica, che si trova nel villaggio più antico, Piantopoli, il

villaggio dove vivono tutte le piante. La pozione si trova in una

buca molto nascosta e tu dovrai trovarla. In quella buca ci

sono delle piante carnivore e faranno l’impossibile affinchè tu

non la prenda, ma tu non le dovrai uccidere o altrimenti la

pozione non farà più effetto.- E Greg rispose:-Starò molto

attento, ma qualcuno mi deve aiutare! – Il saggio disse: -Ti

aiuterò io, ma non verrò. Quando sarai in pericolo, pronuncia il

mio nome ed io ti aiuterò. Ti dò un bastone così stordirai le

piante-. Greg ringraziò il saggio e si incamminò per Piantopoli.

Quando arrivò,vide tante belle piante, tra cui tanti bei fiorellini

magici, dentro i quali vivevano tante fatine dai capelli azzurri

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che si chiamavano:Elisabeth, Georgia e Jasmine. Greg chiese

loro aiuto: -Dov’è la buca con la pozione magica?-E le fatine

risposero: - Noi,in realtà, non ti possiamo dire nulla, ma ti

daremo un grande aiuto. - E Greg ringraziò. Le fatine lo

portarono in una strada che conduceva alla buca. La percorse

tutta ma, arrivato alla fine, vide che ce n’erano tante di buche.

Le fatine lo lasciarono. Greg, ora, non sapeva cosa fare, quindi,

pronunciò il nome del saggio. E in un minuto si trovò davanti

alla buca. Nella buca trovò le piante carnivore. Greg cercò di

stordire le piante, ma non ci riuscì. Così pronunciò, per la

seconda volta, il nome del saggio e le piante sparirono; prese

la pozione e ritornò a casa gioioso. Appena tornato, versò la

pozione nell’orto e spuntarono di nuovo delle bellissime

piante,forse più belle di quelle che aveva prima. La strega

maligna,appena scoprì questo, scoppiò dalla rabbia e morì.

Greg, divenne di nuovo ricco, si sposò con Elisabeth e

finalmente visse per sempre felice e contento.

Isa Storniolo

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Alla ricerca del principe azzurro

C’era una volta, in un piccolo paese, una principessa di nome

Cleo, molto gentile e carina.

Da un po’ di tempo era molto triste perché non trovava il

principe azzurro e piangeva. Un giorno il re, suo padre, disse

alla figlia: “Figlia mia, visto che qua non trovi nessun principe

azzurro, andiamo a cercarlo altrove”. La figlia accettò gioiosa.

L’indomani si imbarcarono per partire alla ricerca del principe

azzurro. Cleo e il padre erano felici. Si fermarono in un’isola

buia, che si chiamava “L’isola dei fanciulli”. A Cleo non

convinceva molto il posto, ma dal nome dell’isola capì che il

principe azzurro l’avrebbe trovato subito. Nell’isola incontrò

tanti bei fanciulli, che le facevano la corte. Ma non era come

sembrava: l’isola e i fanciulli erano stregati da una strega

maligna di nome Melinda e il suo compito era quello di

ingannare le principesse, che erano venute a cercare il

principe azzurro, e poi prendere il loro posto dopo averle

eliminate.

Ad un tratto i fanciulli sparirono, il re si congelò e il cielo

divenne ancora più scuro. La principessa, spaventata, si mise

a piangere. Ad un certo punto arrivò la perfida strega Melinda

con uno scettro in mano e rinchiuse la principessa in una

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cella. La strega disse:- “Cara, rinuncia ad essere una

principessa ed io non ti farò niente”-. La principessa rispose:“

No, io non lascerò il mio ruolo di principessa, mai e poi mai!”.

Allora la strega le lasciò cinque minuti per farla riflettere e se

ne andò. Dopo che la strega se ne andò, Cleo pianse perchè

non sapeva come salvare il padre e i fanciulli. Le sue lacrime

arrivarono a terra e…la cella si sciolse. L’ aveva aiutata la

Speranza che aveva! La principessa cercò di scappare, ma la

strega la vide. Allora la principessa corse verso di lei e prese il

suo scettro e la strega cadde a terra. La

principessa,intelligente, la minacciò con lo scettro, dicendo:

“Con questo scettro farò l’incantesimo che ti farà diventare

una rana per sempre. Non lo farò solo se tu non mi farai

niente, scongeli mio padre e lasci liberi tutti i fanciulli”. La

strega, impaurita, accettò. All’improvviso divenne tutto

normale: il re si scongelò, i fanciulli ritornarono liberi, il cielo

ritornò azzurro con un bel sole splendente e la strega sparì. La

principessa era felicissima e, mentre stava esultando, arrivò il

principeArtù che la ringraziò. Si conobbero e il principe disse

a Cleo:“Cara principessa, vorresti essere la mia principessa e

vorresti che io fossi il tuo principe azzurro?” Cleo, felicissima,

disse: “Sì” e si unirono con un bacio. Il giorno stesso si

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celebrarono le nozze. Artù e Cleo erano gioiosi e il padre era

felice per la figlia. Dopo la promessa delle nozze, fecero una

bella festa e si divertirono da matti. Vissero per sempre felici

e contenti.

Isa Storniolo

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La ragazza magica

C’era una volta una bambina di nome Eder, che era stata

abbandonata dalla sua vera mamma ed era stata adottata da

una giovane donna che Eder credeva fosse sua madre.

Eder,un giorno, si arrabbiò con sua madre e uscì fuori a

passeggiare. Quando tornò, vide tutto distrutto. La casa era

sottosopra, i muri distrutti, i mobili a pezzi. Allora cercò sua

madre, ma non la vide e, invece, vide un mostro che sembrava

una lucertola gigante. Subito apparve un guerriero, con i

capelli biondi e gli occhi azzurri, che uccise, con un colpo di

spada nel collo, la lucertola-mostro e portò Eder in un rifugio,

nascosto in una foresta, dove le persone non potevano

entrare. Quando furono lì, il guerriero di nome Francesco,le

parlò:”Eder, tu non sai dove sei e chi sei! In realtà quella donna

non era tua madre perchè tua madre è morta qui per

difendere te da quel cattivo di tuo padre”. Eder rispose:”Io non

credo che la donna, che mi ha accudito e cresciuta, non sia mia

madre!” Il guerriero le mostrò il rifugio e lì conobbe Simon, un

guerriero alle prime armi. Eder rimase lì molto tempo e si

chiedeva sempre se Francesco avesse detto la verità.

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Poi una sera, mentre Simon voleva dire a Eder cosa provava

per lei, la trovò abbracciata a Francesco a guardare lo

spettacolo che c’era nella serra. Tutti i fiori sbocciavano

insieme formando mille colori e profumi di ogni tipo. Il mattino

dopo Simon disse a Eder:”Io, ieri, ti stavo per rivelare i miei

sentimenti ma quando sono venuto a cercarti e vi ho visti

abbracciati ci sono rimasto male.” Eder chiese:”Cosa mi dovevi

dire?” Simon disse:”Ti dovevo dire …Ti Amo”.

A questo punto Simon scappò ed Eder rimase sola.

Durante la notte Edernon pensava alle parole di Simon ma

alla sua casa e a sua madre. Decise, allora, di tornare a casa e

di vivere come sempre con sua madre. Si alzò dal suo letto e,

mentre si dirigeva verso l’uscita del rifugio segreto, scoprì una

stanza nascosta dietro un muro. Al buio, tastando il muro, fece

cadere i mattoni e… meraviglia… si presentò davanti ai suoi

occhi una stanza bellissima, tutta d’oro, con al centro un libro

su un leggio. Eder vide nel libro le immagini tipo 3d. Guardò

attentamente, mise una mano sul libro ed uscì un’immagine

che rappresentava una tazzina. A questo punto una persona,

dietro di lei, disse: ”Allora non bloccava solo la memoria ma

anche i tuoi poteri come quelli di tua madre“. Appena Eder si

girò, la persona scappò via. L’indomani mattina partì verso casa

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sua. Arrivata lì, si accorse che ormai ci abitava una vecchina,

che Eder conosceva bene: ”Dammi quei libri di cui mi hai

parlato tanto, quando c’era mia mamma!” le disse.

Però, prima che li prendesse,Eder svenne per un duro colpo . Si

ritrovò in una grotta, dove suo padre aveva creato una sfera

magica che invocava gli spiriti maligni.

Nelle segrete venivano sempre tanti spiriti maligni. Simon e

una sua amica cercavano di chiudere il portale attraverso una

leva a cui mancava un ingranaggio.

Mentre Eder tentava di prendere il calice, come suo padre le

aveva ordinato, arrivò Francesco che combatté contro il padre

di Eder, che era cattivo. Eder uscì il calice e lo buttò in un

teletrasporto,il padre si buttò e nelle segrete, Simon prese

l’ingranaggio, lo mise nella leva, chiuse il portale. Eder e i

suoi amici avevano vinto! Vissero così per sempre felici e

contenti.

Davide Bonardi

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La figlia che non rideva mai

C'era una volta il re Alessandro che aveva una figlia di nome

Sara, che non rideva mai. Un giorno il re andò dalla maga di

nome Maria e le chiese: - Dove posso trovare la pozione

magica chiamata “Ridi e sorridi“?- La maga gli rispose: - La

pozione si trova alla fine di un arcobaleno nella casa di uno

gnomo -. Il sovrano andò di corsa sul posto. Lo gnomo, però,

per dargli la pozione gli disse: "Ti assegnerò tre prove: la prima

quella di uccidere un orso molto grande; la seconda quella di

immergerti in un fiume e prendere una perla d'oro e la terza

quella di salire su una montagna altissima e prendere un fiore

sacro". Il re Alessandro, che non sapeva come fare, andò dalla

maga Magò e le chiese: “Aiutami tu, cara Magò”. La maga con

la sua bacchetta magica lo rese un cavaliere abile e forte. Il re

andò nella caverna dove trovò l'orso e, dopo una lunga lotta,

lo uccise con la sua spada. Si immerse, poi, nel fiume e prese la

perla d'oro di un’ostrica gigante che chiudeva le sue valve

continuamente. Intorno c’erano i resti di tanti cavalieri morti,

ma il re Alessandro fu più veloce e riuscì a farcela. Per ultimo

salì sulla montagna ma nevicava forte, allora pensò alla figlia e

riuscì a salire e a prendere il fiore sacro. Il re ritornò contento

dallo gnomo che gli diede la pozione. Durante la strada del

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ritorno incontrò uno stregone che lo voleva uccidere per

derubarlo della pozione magica ma, per fortuna, il re riuscì a

scamparla con la sua lunga spada e lo tagliò in due. Ritornò al

palazzo e fece bere la pozione alla figlia. Dopo pochi minuti la

principessa si mise a ridere. Un ragazzo, sentendo la dolce

risata, se ne innamorò, allora il re organizzò le nozze. I due si

sposarono e vissero tutti felici e contenti.

Alessandro Suriano

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I migliori

C'era una volta un gruppetto di eroi che usavano i loro poteri

per difendere la città. Si chiamavano: Justin, Alex, Elasten,

Gresy e Mr. Bravissimo.

Justin poteva volare, Alex aveva la supervista, Gresy poteva

trasformarsi in qualunque cosa, Elasten era la donna elastica e

Mr. Bravissimo proteggeva la città.

Un giorno, mentre erano in missione, un ladro chiamato Max

mise la telecamera nel mantello di Mr. Bravissimo, ma lui non

se ne accorse.

Dopo alcuni giorni Mr. Bravissimo si accorse di questa

telecamera perché sentiva parlare e la prese. Maxdiceva :"Noi

insieme dobbiamo creare un robot". Mr. Bravissimo, anche se

non sapeva chi fosse, accettò. Dopo pochi minuti Max disse,

attraverso la telecamera, che si dovevano vedere al centro

della città perché lì c'era un laboratorio segreto, inventato da

lui e che nessuno conosceva.

Dopo un'ora i due si incontrarono e decisero di creare un

robot. La moglie di Mr. Bravissimo, Elasten, si preoccupò, visto

che non lo vedeva da molto tempo, e chiamò l'amico di suo

marito, John. Egli rispose : “Non so dove sia, ma nella mia

tuta c’è un G.P.S”. Lo attivarono. L’allarme suonò ma Mr.

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Bravissimo non lo sentì perché stava lavorando al robot.

Quando lo finirono, Max lo legò ad una sedia, si prese il robot

e scappò via. Non si ricordò, però, che Mr. Bravissimo era un

supereroe e quindi poteva liberarsi da solo. Mr. Bravissimo si

liberò e andò da sua moglie. Quando sua moglie lo vide si

emozionò cosi tanto da diventare più forte di prima.

Appena Max si accorse che Mr. Bravissimo era tornato dalla

sua famiglia mandò la sua banda di ladri armati fino ai denti.

La famiglia riuscì a sconfiggerli. Appena Max se ne accorse

andò personalmente ma anche lui venne sconfitto perché

Justin volò velocemente sopra di lui e lo fece confondere.

Gresy lo strinse forte, Elasten lo legò e in fine Mr. Bravissimo

lo gettò in mare. E vissero felici e contenti.

Martina Porto

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Il mondo fatato

C’erano una volta,in un regno lontano lontano, delle fate e

delle fatine. Un giorno arrivarono nel regno due bellissime

sorelle Miriam e Chanel, anch’esse fate. Queste due ragazze

erano molto belle, cosi tanto che, quando entrarono nel

regno, colpirono tutti gli uomini, soprattutto due John e

Stefan.

Arrivò l’estate e le ragazze conquistavano sempre più i due

ragazzi ma conquistavano anche l’invidia di tutte le altre fate.

Un giorno una fata dal nome Bianca, invidiosa, come le altre

delle sorelle Miriam e Chanel, decise di fare un pozione per

fare innamorare i due uomini delle sue sorelle Azzurra e Stella.

Finita la pozione, andò a farla bere a John e Stefan. Bianca si

diresse direttamente in un recinto dove c’erano i ragazzi a

cavallo, prese l’incantesimo e lo versò in due bevande, li portò

ai ragazzi dicendo: - John e Stefan, vi vedo molto stanchi e

assetati, volete che vi prenda due bevande?- I ragazzi assetati

dissero: -Certo Bianca, ci faresti un grande piacere.- A quel

punto Bianca uscì fuori le due bevande e le fece bere ai ragazzi

che improvvisamente scesero dal cavallo e andarono

direttamente da Azzurra. A quel punto Miriam e Chanel,

stranite dal comportamento di john e Stefan, capirono che

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c’era qualcosa che non andava. Decisero, quindi, di farsi

aiutare dallo gnomo della saggezza. - E’ un incantesimo senza

rimedio- rispose lui. Le ragazze lo implorarono e: - Beh,

veramente, esiste un rimedio ma molto pericoloso!- aggiunse

ancora lo gnomo. Le ragazze si misero a piangere e

commossero il saggio che le fece andare nel mondo fatato.

Arrivate nel mondo fatato, volavano sui pericoli come orsi,

bestie feroci, draghi sputa fuoco… ma non sapevano che dietro

di loro c’era un’aquila gigantesca. Miriam e Chanel, allora,

presero le loro bacchette e trasformarono l’aquila gigantesca

in un coniglietto innocuo. Continuarono a volare e videro una

bambina in pericolo. Scesero con l’intento di salvarla ma la

bambina non aveva bisogno di loro anzi le aiutò dando loro

due bellissime collane che rendevano, coloro che le

indossavano, invulnerabili . Diede loro anche delle scarpe con

delle bombe che uscivano dai tacchi a spillo. Ringraziarono la

bambina e volarono via. Videro, dopo, in un cestello,

abbandonato su un prato verde smeraldo, la formula per far

svanire l’incantesimo. Stavano per prenderla ma sbucarono

fuori le tre fate cattive e le attaccarono. Miriam e Chanel,

invulnerabili, non sentivano i colpi delle nemiche e le

sconfissero facendo uscire dai tacchi a spillo delle loro scarpe

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tre razzi micidiali che colpirono in pieno Azzurra, Stella e

Bianca. Miriam e Chanel presero la pozione e la fecero bere ai

ragazzi che ritornarono a essere se stessi. Finalmente vennero

apprezzate da tutte le fate e vissero tutti felici e contenti…

Roberta Trovato

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La bellissima Principessa C’era una volta una ragazza molto povera di nome Chiara. Il

suo sogno era che da grande voleva diventare ricca e

bellissima. Un giorno la ragazza ricevette un invito per il

castello ma lei disse: -No, perché ho soltanto stracci e mi

vergognerei senza vestiti eleganti-.

Il giorno dopo spuntò un folletto dal nome Goblin: - Devi

superare due prove e combattere con un drago di cristallo per

essere una principessa bellissima. La prima prova è trovare un

cece d’argento. Lo puoi trovare nel bosco dei fantasmi. Dopo

che avrai trovato il cece, e solo allora, ti dirò in cosa consiste la

seconda prova - le disse. La ragazza spaventata si mise in

cammino e trovò un fantasma che aveva un cece d’argento: -

Puoi darmi il cece?- gli chiese Chiara. Il fantasma le disse:- Io

ti do il cece e tu mi dai le tue scarpe-

- Ok- rispose la ragazza .

Si mise in cammino per la seconda prova. Il folletto le disse: -

Vai nella foresta e prendi la scimmietta più luccicante. La

ragazza, quando arrivò nella foresta, vide una montagna di

scimmiette di vetro. In cima vide una scimmietta di vetro

molto più luccicante delle altre. Velocemente si arrampicò

sulla montagna di vetro e afferrò la scimmietta , prima che

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l’animale scappasse via. Il folletto Goblin disse: - Sei stata

brava e svelta! Il drago d’oro si trova nella montagna di

Dracula-. La povera Chiara aveva molta fame così mangiò le

fragole che crescevano nella montagna e cadde a terra

morta. Dopo poco spuntò un bellissimo principe a cavallo. Il

principe vide Chiara e si innamorò di lei perciò le diede un

bacio e… meravigliosamente lei si svegliò. Il principe,

sbalordito dalla bellezza della ragazza , le disse: - Raccontami

tutta la storia.- E la ragazza rispose :- Si, mio principe!- Il bel

principe, dopo averla ascoltata attentamente, le disse: - Verrò

insieme a te - I due ragazzi si misero in cammino. Videro, ad

un tratto, il drago che leggeva un libro. Il principe sguainò la

sua spada e lo uccise. I ragazzi, contenti, ritornarono nella loro

città. Il principe sposò Chiara e, quando tutti i cittadini videro

la bellezza della ragazza, la chiamarono” la bellissima

principessa”.

Chiara Vitale

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Il padre e la sua famiglia

C’era una volta una bella famiglia che uscì per fare un pic-nic.

Al padre venne un febbrone da cavallo, allora la famiglia

tornò subito a casa. Il padre, che si chiamava Rai, si coricò nel

letto. Poi, dopo qualche giorno, arrivò uno stregone cattivo

che gli fece perdere la vista. Quando arrivò la moglie nella sua

stanza, lui nemmeno se ne accorse. L’indomani si svegliò

senza febbrone, però, ancora non aveva la vista. Allora arrivò

una fata e gli disse: “Vuoi riavere la vista?”, il padre rispose:

”Si!”. Lei aggiunse: “Allora devi fare una prova. Devi buttarti

da un aereo poggiando i piedi lentamente”. Rai, nonostante

fosse ancora cieco, ce la fece lo stesso. La fata, allora, gli

ridiede la vista. Il padre tornò a casa felice e raccontò tutto

alla sua famiglia che, però, non gli credette. I suoi familiari

pensavano che Rai avesse sognato. Dopo un giorno la fata gli

donò, però, un grandissimo castello e uno scettro d’oro per

proteggerlo dal male. Rai e la sua famiglia vissero, così, nel

castello felici e contenti.

Danilo Pavone

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La strega malvagia

C’era una volta un bambino di nome Ciccio che aiutava sempre

le persone. Un giorno una strega gli fece bere una pozione

magica e il bambino divenne schiavo della strega. La strega lo

comandava e gli diceva: ”Vai da Lucia e falla piangere, vai da

Luca e portalo da me”. Un giorno, un orco lo rapì,ma

quell’orco era un’invenzione dei genitori di Ciccio per salvarlo.

Allora Ciccio pensò allo sbaglio fatto, cioè quello di obbedire

alla strega e quindi decise di andarci per vendicarsi. I suoi

genitori, però, non volevano, così lui rimase fermo. Un giorno

sentì dire che tutti i bambini,rapiti dalla strega, lo stavano

andando a prendere. Ciccio, allora, decise di scappare e andò

nel bosco, ma lì incontrò la strega con l’orco, che lei aveva

fatto schiavo, e così Ciccio scappò e incontrò una fata che lo

ospitò nella sua casa per sicurezza. La fata gli diede tante armi

e una bacchetta magica. Allora Ciccio uscì e pian piano fece

diventare tutti i bambini normali. La strega vide Ciccio, lo

prese di sorpresa e lo legò, ma poi arrivò la fata e la sconfisse

con una freccia magica. Il bambino voleva tornare a casa, ma

la fata non voleva perché ancora non era il momento giusto e

allora gli disse: “Vai nella casa della strega cattiva e prendi

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tutto quello che ha”. Ciccio per arrivare nella casa della strega

doveva trovare la chiave della porta. Camminando incontrò un

uomo di nome Marco che lo aiutò a trovare la chiave. Dopo

cinque ore trovano la chiave, nascosta in un cespuglio sopra

un monte altissimo. Allora Ciccio ringraziò Marco, andò a casa

della strega cattiva e prese tutto quello che aveva e lo donò

alla fata rendendola invincibile dal male. La fata mandò a casa

Ciccio. Appena incontrò i suoi genitori, Ciccio raccontò loro

tutto quello che gli era successo. Loro lo perdonarono per la

sua disobbedienza e vissero per sempre felici e contenti.

Alessio Murabito

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Carlo e i genitori

C’era una volta un ragazzo che era molto contento perché

aveva dei genitori, degli amici con cui giocare e dei fratelli con

cui passare il tempo a casa. Un giorno, però, mentre era a fare

una passeggiata, subì un incantesimo dal mago Card, invidioso

della felicità della famiglia di Carlo. L’incantesimo consisteva

nel far diventare Carlo per sempre triste. Il ragazzo iniziò a

piangere così la madre gli chiese: - Come mai sei diventato così

triste?-

- Un mago mi ha fatto un incantesimo-rispose Carlo. La madre

Giovanna consultò almeno dieci libri di magia ma non riuscì ad

aiutare il figlio. Allora la madre chiese al padre: - Sai come

spezzare l’incantesimo che ha subito Carlo?-

-Si- rispose il padre -Conosco il monte dove vivono Card e i

suoi amici maghi. - Il padre, la madre e Carlo andarono verso il

monte dei maghi dove incontrarono un pericolo, quello del

mostro-elefante. Non sapendo come ucciderlo rimasero

bloccati dal mostro ma una fatina venne loro in aiuto: - Vi

regalerò tre spade per combattere contro il mostro perché

possiate, con la forza dell’unione familiare, sconfiggere le

avversità!- Con le spade tagliarono la testa al mostro ma lui

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non moriva anzi diede loro un colpo di proboscide. Carlo,

allora, gli conficcò la spada nel cuore e il mostro morì. Arrivati

dai maghi chieseroloro: -Potete ora spezzare l’incantesimo?-

-No!- risposero i maghi invidiosi. Così tornarono a casa tutti

tristi e malinconici. Giovanna, però, continuava a chiamare la

fatina buona finchèun giornola stessa fatina, che aveva

regalato loro le spade, venne a casa di Carlo e gli spezzò

l’incantesimo dicendo: -Mai permetterò che la perfidia degli

invidiosi distrugga la tua gioia e quella della tua famiglia! –

Carlo tornò a ridere e vissero tutti felici e contenti.

Gabriele Murabito

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Il principe Arturo C’era una volta un re che era triste per suo figlio Arturo perché

non si era ancora sposato. Un giorno nel castello del re venne

una strega che gli disse: “Se non mi darai tutti i tuoi beni più

preziosi maledirò te e il tuo castello.” Il re chiamò subito le

guardie e mandò via la strega. Il giorno dopo succedevano

cose strane al castello. Le guardie erano sparite e gli oggetti

fluttuavano. Il re capì che era stata la strega allora mandò suo

figlio a cercarla per dirle di annullare la maledizione. Durante il

suo cammino il principe Arturovide un viandante che gli disse:

“Torna indietro”. Il principe non lo ascoltò e proseguì. Il

viandante gli diede un anello e gli disse:”Questo anello ti sarà

sempre d’aiuto”. Allora il principe rispose: “ Ti sarò grato per

tutta la mia vita” e proseguì il suo cammino. Arturo, durante il

suo cammino, trovò un ostacolo nella foresta. C’erano dei

folletti molto pericolosi che conoscevano le arti magiche. Il

principe scappò, ma i folletti lo inseguirono. Volevano farlo

diventare una statua. L’avevano quasi preso ma, ad un tratto,

l’anello che aveva al dito, si trasformò in uno scudo che ritorse

contro i folletti l’incantesimo e questi si trasformarono in

statue. Il principe fece un sospiro e continuò il suo cammino.

Finalmente arrivò dalla strega. Il posto, dove viveva, era un

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castello oscuro pieno di trappole. Arturo entrò nel castello. Al

primo passo scattò una trappola. L’anello del principe, allora,

creò una barriera protettiva che lo protesse. Il principe arrivò

dalla strega e le disse: “Per favore annulla la maledizione”. Ma

la strega non volle annullare l’incantesimo: “Giammai” gli

rispose. Arturo la insultò: “Vecchia strega!” La strega lo

attaccò ma il principe trasformò l’ anello in uno scudo che lo

protesse e poi la uccise con la sua spada. Ad tratto, però, il

principe vide la figlia della strega che era una bellissima

ragazza. Si innamorò follemente di lei e se la portò nel suo

castello. Dopo qualche giorno si sposarono e vissero per

sempre felici e contenti.

Mario Pandetta

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Un fenomeno piccolo

C'era una volta un bambino di nome Luca. Questo bambino

aveva 6 anni. A lui piaceva molto il calcio. Una volta suo padre,

mentre stava andando a lavorare, vide un campo da calcio con

tanti bambini che giocavano insieme. Suo padre, così, lo

iscrisse in quella squadra e lui era felice. Passò un anno. Luca

aveva 7 anni e andò a fare la prima partita, la seconda, la

terza,...Così lo volle una squadra di nome Milan. Sua mamma,

quando venne a sapere che lo voleva il Milan, la squadra per

cui tifavano lei e suo marito, fu contenta. Luca a 12 anni giocò

l'ultima partita di campionato e si infortunò. Purtroppo subito

dopo avevano anche la finale della Coppa dei Campioni, ma

non poté giocare. Passarono due anni e Luca tornò a giocare.

Sua mamma e suo papà erano contenti. A 15 anni lo

chiamarono di nuovo nella squadra del Milan. Questa volta il

Milan vinse la finale perché Luca fece una tripletta. Vissero,

così, tutti felici e contenti.

Carmelo Tiralongo

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Il pallone magico

C’era una volta un bambino di nome Boddy che era molto

triste perché i suoi genitori erano morti. A Boddypiaceva

giocare a pallone. Un giorno, mentreera in un bosco molto

grande, gli apparve l’anima di sua madre che si chiamava

Jasmin. Sua madre gli diede un pallone magico però lui non

sapeva della magia del pallone. Un giorno scoprì che quel

pallone era magico egli parlò: “Io voglio diventare un

calciatore”. Boddy si addormentò e si svegliò nelcampo di

calcio di una squadra di nome Inter. Questa squadra era stata

molto importante, manon riusciva più a vincere. Quando

Boddyaveva una partita, segnava sempre, dava coraggio ai

compagni e l’Inter ricominciò a vincere. Un giorno, però,un

mago invidioso lo rinchiuse in una gabbia. L’anima di sua

madre, allora, andò da Boddy e sullesue ali lo riportò nel

campo calcio. Il ragazzo era molto felice, ma la sua felicità finì

perchè il mago se ne accorse e lo riportò in gabbia. Boddy si

mise a piangere e vide cadere dal cielo una spada con un

biglietto dove c’era scritto:”A mio figlioBoddy da tua madre

Jasmin”. Si asciugò le lacrime, prese la spada e uccise il mago.

Credeva che non ce l’avrebbe fatta per la finale della sua

squadra, ma corse molto e arrivò nel campo appena in tempo.

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Si mise maglietta, pantaloncini e scarpette e scese in campo.

L’Inter stava perdendo 2 a 0. Appena i compagni di squadra lo

videro, si rincuorarono e si sentirono più forti. Boddysi

impegnò e vissero, così, tutti felici e contenti.

Samuel Vitale

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Il Castello Multicolor

C'era una volta, in un paese molto lontano, un castello

incantato che si illuminava di notte. Ci vivevano la principessa

Sofia, dai capelli rossi e lunghi, sua madre e suo padre, un

uomo molto severo. La principessa era molto bella e per

questo tutti la volevano in sposa, ma lei non ne voleva sapere

niente di nessuno. Le piaceva, infatti, soltanto un ragazzo che

si chiamava Fabio. Purtroppo, però, non lo poteva sposare

perchè era povero e faceva il calzolaio, infatti portava le

scarpe alla principessa. La principessapossedeva una pianta

magica che, quando lei era felice, si illuminava di molti colori e

colorava tutto il castello facendolo diventare multicolor. Tutto

il regno guardava con ammirazione il castello dai mille colori. Il

padre venne a sapere che si era innamorata di Fabio, così lo

chiese alla figlia: “Sofia, è vero che ami uno squallido

calzolaio?”, ma lei non rispose e se ne andò nella sua stanza.

Suo padre la seguì e le disse: "Non puoi sposarlo perchè è un

calzolaio e tu devi sposare solo un principe”. Passarono tre

anni e Sofia diventava sempre più triste e magra, non

mangiava più e non rideva mai. La pianta magica aveva perso

tutti i suoi colori, così il castello era diventato grigio e triste

come la principessa infelice. Il padre, commosso, le

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disse:”Adesso puoi sposare il tuo Fabio perchè ho imparato la

lezione e ho capito la grandezza del tuo amore”. La principessa

propose a Fabio di sposarla e lui, che l’aveva sempre

aspettata, accettò. Il re lo nominò principe e vissero tutti felici

e contenti nel castello dai mille colori.

Sofia Sefora Drago

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L' Elisir C’era una volta un ragazzo di nome Cristian, molto forte e

molto alto. Un giorno dovette partire perche' la sua migliore

amica, di nome Vanessa, voleva l'elisir della giovinezza che si

trovava dall'altra parte del mondo. Allora, il giorno dopo, il

ragazzo parti' e arrivò dopo 7 giorni. Il ragazzo era molto

stanco e si riposo' in un albergo dove aveva alloggiato il re di

un villaggio molto grande di nome Coccolandia nel quale

vivevano persone molto accoglienti. Il giorno dopo il ragazzo

chiese a molte persone dove avrebbe potuto trovare l'elisir.

Una vecchia strega rispose: “Lo troverai sul monte Olimpo.

Allora il ragazzo andò sull'Olimpo e su una roccia grigia come

l’acciaio vide una bottiglia di cristallo che conteneva l'elisir, ma

non riusciva a prenderlo perché, ogni volta che toccava la

bottiglia, prendeva una scossa di 180w. Dopo un’oretta sentì

una voce roca che disse: "Portami la persona più vecchia del

mondo". Allora il ragazzo le portò la vecchia strega e dopo un

paio di minuti la voce si trasformò in un vecchio, che prese

l'elisir e lo diede al ragazzo. Cristian andò all’aereoporto e per

prendere il biglietto appoggiò per terra l'esilir. Un ladro lo

afferò e scappò via però il ragazzo lo inseguì fra la folla

incuriosita dell’ aeroporto e riuscì a fermarlo afferrandolo per

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il giubotto. Cristian ando' dalla polizia e il commissario gli

disse: “Non prendere l'aereo subito perchè ci saranno dei

temporali molto violenti”. Il ragazzo non ascoltò il commissario

e prese l'aereo che precipitò in mare. Il ragazzo non si arrese e

si mise a nuotare finchè raggiunse la terra. Appena arrivò

dall’amica, la trovò in lacrime perché lo credeva morto.

Vanessa gli gettò le braccia al collo e lo riempì di baci. Cristian

le diede l'elisir e dopo un giorno Vanessa diventò giovane. I

due giovani si sposarono e vissero felici e contenti.

Andrea Marino