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1 Cda. Quelli delle macchinette... sono sostenibili La realtà della Cattelan Distributori Automatici, una storia lunga 40 anni, cresciuta con sei ingredienti principali: qualità, responsabilità, attenzione all’ambiente e al territorio, disponibilità, cordialità e umiltà. Cda Quelli delle macchinette... sono sostenibili

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La realtà della Cattelan Distributori Automatici,una storia lunga 40 anni, cresciuta con sei ingredienti principali: qualità, responsabilità, attenzione all’ambiente e al territorio,

disponibilità, cordialità e umiltà.

CdaQuelli delle macchinette...

sono sostenibili

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Ambrogio Cattelannel 1975, quando lavorava ancora come tecnico per la Sofib

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“Era il 1976 – racconta Ambrogio Cattelan -. Ero un dipendente della Coca Cola

a Udine. Lavoravo come tecnico per riparare i distributori automatici della Sofib, Società friulana imbottigliamento bevande, che aveva stabilimenti e il marchio in concessione. Arrivato un bel momento, proprio a ridosso dei giorni del terremoto del Friuli, la Sofib riceve dalla casa madre americana un aut aut: ‘Da domani non potete avere distributori automatici che distribuiscano altri prodotti. Potete distribuire solo le nostre bibite’.

A qual punto ci hanno detto: vi dimettete o vi diamo una possibilità. Vi vendiamo i distributori automatici, vi diamo una zona e vi cediamo i clienti in quella zona, che era la bassa friulana: Udine, Codroipo, Lignano, Palmanova, Aquileia. E così è stato”.

Il nostro inizio

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“Mi sono associato con un altro dipendente che seguiva la parte commerciale, il Tomasin, ed entrambi abbiamo fatto entrare i nostri fratelli. La società si chiamava “Tomasin e Cattelan srl. Con il tempo ci siamo allargati. La Sofib ci informava su chi lasciava e ci passava altre zone”. Nel 1994 il socio Tomasin va in pensione e cede le quote di famiglia. Nasce la Cattelan Distribuzione Automatica, Cda. All’epoca è un’azienda familiare, con la voglia di fare di più. Parte la stagione delle acquisizioni di piccole aziende, con l’incorporazione di tante società dalla mamma Sofib. La Cda comincia ad assumere. Nel 2003 i dipendenti sono dieci. Nel 2006 Cda festeggia i 30 anni e l’anno successivo acquista un’altra azienda con dieci dipendenti e fa il salto a quota 50. Oggi sono quasi 60.

Nel frattempo, c’è stato il passaggio generazionale. Alla guida dell’azienda nel 2005 arriva Fabrizio, figlio di Ambrogio. E la sorella Viviana entra in azienda per occuparsi dell’amministrazione. Cda ha 1.200 clienti, pubblici e privati, presso cui installa le sue macchinette distributrici automatiche, di cui 600 sono riforniti giornalmente.

La torta per la festa del trentesimo compleanno dell’azienda

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Cda utilizza esclusivamente carta riciclata e, per incentivare alla raccolta differenziata, ha distribuito i cestini di tre colori diversi chiedendo ai clienti come dovesse essere fatto perché l’utente lo usasse più facilmente. Ma l’attenzione all’ambiente, per un’azienda che ha decine di furgoncini che ogni giorno si muovono sul territorio per rifornire i distributori, non poteva limitarsi a questo. Nel 2010, arriva l’adozione del primo mezzo a metano per circolare nel centro di Udine, ma nella regione c’è un’unica stazione di rifornimento in regione e Cda si rende conto che adottare tutti mezzi a metano non è una soluzione percorribile. Nel 2012, Cda avvia il progetto “Semaforo verde”, che ha l’obiettivo di abbassare le emissioni di CO2 riducendo il consumo di carburante dei mezzi attraverso una guida particolare, incentivando gli autisti a cambiare il loro modo di guidare in modo più efficiente. ll progetto ha previsto un check up della flotta aziendale, la formazione degli autisti e il controllo dei comportamenti dei singoli operatori. “Grazie al progetto ora siamo in grado di percorrere la stessa strada con meno carburante, quindi minor costi e minori emissioni.

È la dimostrazione che la sostenibilità non costa. Anzi. Noi ne abbiamo beneficiato in termini di carburante e in termini di reputation”. E ne hanno beneficiato anche i dipendenti. Cda ha deciso di dividere con il personale

Riduzione del carburante, raccolta differenziata e recupero dei fondi di caffè: ci sta a cuore l’ambiente

i risparmi derivanti dalla guida più efficiente. “Il 60% va alla persona, il 40% all’azienda”, dice Cattelan. L’iniziativa è entrata nel libro d’oro della Responsabilità sociale d’impresa di Sodalitas. Se i furgoncini vanno a carburante, molte persone vanno a caffè. Quanti fondi rimangono a fine giornata da smaltire? “I fondi di caffè sono classificati come rifiuti – spiega Cattelan – e il loro smaltimento ha un costo”. Presto, da rifiuto potrebbero diventare una risorsa. Nel luglio 2013, Cattelan contatta il professor Alessandro Peressotti dell’università di Udine per studiare l’utilizzo dei fondi di caffè come ammendante per il suolo. Dalla ricerca condotta in ambito universitario si scopre che il pellet di caffè ha una potenza calorifera due volte superiore a quella del legno e nel laboratorio di Udine è prodotto pellet di caffè. Il progetto ha vinto il premio di Grant Thornton good energy award 2014 per la categoria del terziario, ma al momento non ha ancora le dimensioni di scala per poter essere attuato. “Produciamo circa 60 tonnellate di fondi di caffè – spiega Cattelan - una quantità non sufficiente per sostenere i costi per ammortizzare l’acquisto del macchinario. Cerchiamo partnership con altre aziende, per rendere fattibile il progetto. La finalità non è quella di fare business, ma di trasformare un rifiuto in risorsa”.

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Nel 1994, la Cda acquista un automezzo refrigerato per distribuire yogurt nelle scuole. Il prodotto non va e, visto che ha una bassissima self life, l’offerta viene ritirata. L’attenzione alla salute del cliente è già “nelle corde” di Cda, che nel 2012 decide di adottare la Iso22000, una certificazione di sicurezza alimentare che impone parametri più restrittivi rispetto alla legislazione. “Se un panino va conservato a 4 gradi, noi ci dobbiamo dare un parametro inferiore a 3,8° - spiega Fabrizio Cattelan - . Dobbiamo fare analisi dell’acqua sull’impianto dei nostri clienti, registrazioni di pulizia e sostituzioni di componenti più frequenti rispetto ai termini di leggi”. Ma non basta. “Distribuiamo soltanto cibi e bevande prodotti in Italia perché la legislazione italiana dà garanzie più ampie rispetto

Un punto distribuzione di Cda sulla spiaggia di Lignano Sabbiadoro

Succo di mela, olio d’oliva e analisi dell’acqua. E il cliente mangia sano

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ad altri Paesi, anche della stessa Unione europea. Siamo responsabili di quello che vendiamo. Per questo, interveniamo sui fornitori per cambiare la loro ricetta di prodotti. Per esempio, invitandoli a utilizzare olio di oliva e non di palma nei grissini e a inserire fibre per ridurre l’indice glicemico dei prodotti”. E, visto che la mentalità è cambiata, è arrivato il tempo anche per i prodotti salutistici. Nel 2010 Cda ripropone gli yogurt, questa volta sotto forma delle bottigliette da bere. Nel 2011 inserisce nei suoi scaffali i succhi di mela e anche la frutta e la verdura, prodotti – precisa Fabrizio Cattelan - che hanno 5 giorni di vita e non mesi come le merendine.

Nel 2011 assume un tecnologo alimentare, figura tipica di un’azienda che produce e non che distribuisce alimenti e questo a maggior garanzia della scelta i prodotti da distribuire. Poi l’arrivo tra i dipendenti di un ex calciatore di serie B, che stimola a spingere ancora oltre l’asticella. “Un giorno – racconta Cattelan - Gianluca Birtig mi fa una proposta: Vorrei propormi come commerciale in termini di ricerca di prodotti sani – mi dice- e proporli nelle scuole e presso clienti che sono più sensibili su questa tematica”. Così abbiamo iniziato a parlare di prodotti bilanciati. Abbiamo fatto formazione nelle classi e inserendo queste tipologie di prodotti, come le barrette, abbiamo vinto un appalto”. All’impegno per la salute in generale, segue l’attenzione per le problematiche speciali, come le intolleranze alimentari, e decide di distribuire prodotti senza glutine per i celiaci, entrando a far parte del

prontuario dell’associazione Aic. Poi l’impegno per contrastare sovrappeso e obesità, che porta l’azienda ad avviare un processo di classificazione e monitoraggio delle tipologie e quantità di alimenti distribuiti.Il coronamento di questo impegno è il progetto “Impronta nutrizionale”, finalista premio Sodalitas Social Award per la categoria “Consumo sostenibile e Catena di fornitura responsabile”. Infine, la trasparenza. Ogni selezione sulle macchinette ha un bollino con la categoria a cui appartiene il prodotto: gluten free, equo e solidale, biologico, adempiente alle linee guida regionali e il km 0.

La flotta aziendale dei furgoni

02. L’impegno sociale e ambientale di Cda è pubblico e scritto nel primo bilancio sociale del 2011 e nel report di sostenibilità del 2013, redatto

in base alle linee guida del GRI

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Dall’alto a sinistra01. Direzione: Fabrizio, Ambrogio Viviana.02. Commerciale:Gianluca, Gabriele, Paolo, Gianfranco03. Amministrazione:Pamela, Barbara P., Antonella, Barbara C.04. Specialisti: Alex, Manuel, Alessandro, Matteo, Simone.

Pagina a destra dall’alto05. Operatori:Daniele, Sergio, Alessandro, Loris, Roberto, Andrea, Raffaele, Luca,Eusebio06.Operatori:Paolo, Romano, Mauro, Adamo, Graziano, Daniele, Carlo, Mirco, Arnaldo.

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07.Operatori:Nicola, Claudio, Marco, Federico,Alessandro, Gioni, Anedy08. Operatori:Omar, Alessio, Claudio, Roberto,Daniele, Erik, Alessandro, Manuel, Stefano, Michele, Giulio.09. Tecnici:Sandro, Roberto, Giacomo, Marcello, Luciano, Raffaele, Mauro, Stefano.

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Cda crede nel valore del rapporto con il territorio e con la comunità. Uno dei segni tangibili è la sponsorizzazione della squadra femminile di pallavolo Cda volley Talmassons, cominciata dieci anni fa. “La squadra è nata dietro la chiesa del nostro Comune, Talmassons – ricorda Fabrizio Cattelan – e l’ha fondata uno dei nostri dipendenti. All’epoca il livello era amatoriale, ma con gli anni e l’impegno le ragazze sono salite di categoria, fino ad arrivare alla serie B2. Ma salendo di categoria salgono i costi. Gli importi della nostra sponsorizzazione sono variati nell’arco degli anni, fino ad arrivare al budget attuale di 18mila euro l’anno. Lì abbiamo posto un limite, ma ci siamo impegnati

a cercare di coinvolgere altre aziende e abbiamo trovato altri dieci sponsor per la nuova stagione. C’è chi dà un contributo pratico, chi economico, chi sul campo. Il punto fondamentale per noi era generare valore condiviso”.

Quest’anno, dopo che è saltato lo sponsor del Flumignano calcio che milita nel campionato di Promozione, l’azienda si è impegnata anche su un altro fronte e ha deciso di scendere in campo con altri diecimila euro. Ma la valenza della sponsorizzazione non è soltanto sportiva. “Ogni estate la società di calcio organizza un festival

Le sponsorizzazioni sportive e il rapporto con il territorio

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dello sport che è la sagra del paese da 50 anni. Si tratta di un appuntamento molto atteso. Tutti noi che abitiamo da queste parti da bambini ci abbiamo giocato, così come oggi ci giocano i nostri figli. C’era il rischio che il festival non si sarebbe più potuto fare. Abbiamo sponsorizzato il calcio anche perché volevamo garantire la continuità della manifestazione, una tradizione sentita per Talmassons, la frazione di Flumignano e i paesi limitrofi”.

02. “La sponsorizzazione del Flumignano calcio serve anche a mantenere il festival dello sport, che per noi è come la sagra del paese, una tradizione molto sentita”

La squadra di pallavolo Cda Volley Talmassons

Nella pagina a fiancoLa squadra di calcioFlumignano

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In quasi quarant’anni di attività Cda non ha avuto turn over del personale. Nessun dipendente ha lasciato l’azienda, né ci sono mai stati licenziamenti. Che cosa sta dietro all’attaccamento all’azienda? “Abbiamo sempre cercato di creare un senso di appartenenza, organizzando periodicamente momenti conviviali – spiega Fabrizio Cattelan - . All’inizio, quando eravamo ancora pochi, eravamo molto affiatati, l’impegno era massimo e nessuno si chiedeva il perché lo si stesse facendo. Ebbene, lo spirito è rimasto lo stesso nonostante la dimensione aziendale sia cresciuta. Siamo consapevoli del fatto che le risorse umane sono un investimento. Sono le prime a rappresentarci davanti ai nostri clienti. Crediamo fortemente nelle persone, perché fanno la differenza nelle aziende. E premiamo il merito. La crescita professionale avviene soltanto per meritocrazia ed è sempre avvenuta all’interno. Non abbiamo mai inserito una figura dall’esterno. Poi cerchiamo di venire incontro alle esigenze personali. Chiunque abbia chiesto di passare al part time lo ha ottenuto. Abbiamo riscontrato che questa policy ci ha premiato, perché il dipendente è riconoscente e lo dimostra sul lavoro”.

Un pranzo organizzato dall’aziendacon i dipendenti

L’attenzione al personale

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Fabrizio Cattelanamministratore delegato dell’azienda e presidente dell’associazione AnimaImpresa

L’impegno in AnimaImpresa

L’impegno sociale e ambientale in azienda e, da due anni, anche in AnimaImpresa, associazione che promuove la diffusione della Corporate social responsability e dello sviluppo sostenibile presso aziende, enti, istituzioni e organizzazioni. Fabrizio Cattelan è diventato presidente nel 2013. La voglia di impegnarsi anche a livello pubblico nasce grazie a un convegno. Nel 2011 Fabrizio Cattelan comincia a frequentare Confindustria Udine, di cui Cda è socia, e inizia a partecipare ai convegni di AnimaImpresa, che era stata costituita nel 2010, e ad affrontare in modo sempre più approfondito il tema della sostenibilità. La molla scatta durante un incontro con Eric Ezechieli, presidente di The Natural Step. “Ricordo perfettamente quello che ci disse – dice Fabrizio Cattelan - .

Pensate di andare sulla luna per un fine settimana: che cosa vi portate dietro? Al vostro rientro, trovate un’epidemia sulla Terra e dovete ripartire nuovamente per un periodo più lungo. Che cosa vi portate dietro adesso? Poi la situazione si complica ulteriormente. Sulla Terra non potrete tornare mai più. Per fortuna la navicella spaziale è grande. Potrete coltivare e portare animali. Ma sulla navicella non potrete esaurire le fonti, perché altrimenti non potrete più produrre. Ecco su quella navicella ci siamo già, è il nostro pianeta. In quel momento ho capito che è necessario mettere in atto il maggior numero di azioni sostenibili possibili. Così a fine 2012 ho deciso di entrare in Animaimpresa a fine 2012. E l’anno successivo ne sono diventato presidente”.

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Testi a cura di Fausta Chiesa

Grafica a cura di Sofia Girelli

Foto per concessione di Cda

Gennaio 2015