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Manuale corso informativo “Liceo Scientifico Aldo Moro” Croce Rossa Italiana Comitato locale di Reggio Emilia 1 C C R R O O C C E E R R O O S S S S A A I I T T A A L L I I A A N N A A C COMITATO L LOCALE DI R REGGIO E EMILIA V VOLONTARI DEL S SOCCORSO V V O O L L O O N N T T A A R R I I S S I I N N A A S S C C E E S S O O C C C C O O R R R R I I T T O O R R I I S S I I D D I I V V E E N N T T A A ! ! M MANUALE CORSO INFORMATIVO L L I I C C E E O O S S C C I I E E N N T T I I F F I I C C O O A A L L D D O O M M O O R R O O H H T T T T P P : : / / / / W W W W W W . . C C R R I I . . R R E E . . I I T T

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Manuale corso informativo “Liceo Scientifico Aldo Moro”

Croce Rossa Italiana Comitato locale di Reggio Emilia 1

CCRROOCCEE RROOSSSSAA IITTAALLIIAANNAA

CCOOMMIITTAATTOO LLOOCCAALLEE DDII RREEGGGGIIOO EEMMIILLIIAA

VVOOLLOONNTTAARRII DDEELL SSOOCCCCOORRSSOO

VVOOLLOONNTTAARRII SSII NNAASSCCEE……

SSOOCCCCOORRRRIITTOORRII SSII DDIIVVEENNTTAA!!

MMAANNUUAALLEE CCOORRSSOO IINNFFOORRMMAATTIIVVOO

““LLIICCEEOO SSCCIIEENNTTIIFFIICCOO AALLDDOO MMOORROO””

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Sommario

CENTRALE OPERATIVA 118 ............................................. 3

B.L.S. ............................................................................ 12

STORIA DELLA CROCE ROSSA E DIU ............................... 27

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CCEENNTTRRAALLEE OOPPEERRAATTIIVVAA

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Organizzazione del sistema di emergenza___________________

Il sistema sanitario per l'emergenza-urgenza è costituito da:

un sistema di allarme sanitario, dotato di numero telefonico di accesso breve e universale

(118) in collegamento con le centrali operative;

un sistema territoriale di soccorso;

una rete di servizi e presidi ospedalieri, funzionalmente differenziati e gerarchicamente

organizzati.

L’attivazione della centrale operativa, la sua organizzazione funzionale, il suo raccordo con le

strutture territoriali ed ospedaliere, con i mezzi di soccorso, con le altre centrali operative e con le

istituzioni pubbliche e private che cooperano nella risposta dell’emergenza, costituiscono, insieme

all’attivazione dei dipartimenti ospedalieri di emergenza- urgenza ed accettazione, il fulcro per

l’organizzazione del sistema sanitario d’emergenza.

In particolare la centrale operativa deve essere collegata con le altre centrali provinciali e con gli

altri servizi pubblici deputati all’emergenza (Vigili del fuoco, Carabinieri, Prefettura, Polizia, etc.) e

con le associazioni di volontariato.

Centrale Operativa 118__________________________________

Alla Centrale Operativa fanno capo tutte le richieste telefoniche di urgenza ed emergenza

convogliate attraverso il numero unico 118.

Compito della Centrale operativa è di garantire il coordinamento di tutti gli interventi nell’ambito

del territorio provinciale e di attivare la risposta ospedaliera, 24 ore su 24.

Funzioni della centrale operativa

Le funzioni fondamentali della Centrale operativa comprendono:

ricezione delle richieste di soccorso;

vantazione del grado di complessità dell'intervento da attivare;

attivazione e coordinamento dell'intervento stesso.

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Per poter assolvere a questi compiti la Centrale operativa deve essere a conoscenza di:

dislocazione e tipologia dei mezzi di soccorso sul territorio

dislocazione delle postazioni di guardia medica

disponibilità dei posti letto dei DEA, con particolare riferimento a quelli relativi alle Unità

operative di terapia intensiva generale e specialistica (cardiochirurgie, centri ustioni,

neurochirurgie, chirurgie toracica e vascolare e terapie intensive neonatale)

La Centrale operativa deve poter definire, con la massima precisione possibile il grado di criticità

e complessità dell'evento accaduto, e, conseguentemente, attivare l’intervento più idoneo

utilizzando tutte le risorse a disposizione.

In particolare, i compiti della Centrale operativa prevedono di:

fornire i consigli più appropriati, eventualmente indirizzando il paziente al proprio

medico di medicina generale o al pediatra di libera scelta (nelle ore diurne, per patologie

che non rivestono caratteristiche di emergenza ne di urgenza) o ai servizi di guardia

medica territoriale, non inserita nel sistema di emergenza-urgenza.

coinvolgere la guardia medica territoriale

inviare mezzi di soccorso con o senza medico a bordo, organizzando l’eventuale trasporto

in struttura idonea, precedentemente allertata.

Alla Centrale Operativa possono essere attribuite anche le seguenti funzioni:

l’attività di trasporto urgente di sangue;

l’attività connessa ai trapianti e prelievi d'organo.

Risorse tecnologiche____________________________________

La Centrale Operativa dovrà essere dotata di apparato di telefonia, sistema informatico e

sistema di radiocollegamenti.

Sistema di telefonia

La rete telefonica della Centrale Operativa prevede una serie di collegamenti che consentono di:

"captare" la chiamata dai normali apparecchi telefonici e "instradarla" verso le linee 118 ;

utilizzare la rete telefonica per le comunicazioni con le strutture della guardia medica;

utilizzare linee telefoniche dedicate, per le comunicazioni con i DEA e gli altri servizi

pubblici deputati alle emergenze (Vigili del Fuoco, Carabinieri, Prefettura, Polizia, etc.)

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Sistema informatico

La Centrale Operativa dovrà essere dotata di un sistema informativo che permetta di disporre di

dati aggiornati e tempestivi relativamente agli ospedali di riferimento, alla dislocazione dei punti di

primo intervento, delle postazioni di guardia medica e dei mezzi disponibili, nonché di

informazioni relative alle località sedi dell'evento (riferimenti cartografici e di viabilità, etc.), utili

alla gestione dell'intervento.

Tale sistema deve, inoltre, permettere la rilevazione delle attività svolte, anche ai fini di valutarne

la qualità e l’appropriatezza rispetto ai problemi affrontati, onde consentire interventi correttivi.

Sistema di radiocollegamenti

La rete di radiofonia deve prevedere collegamenti tra:

le varie Centrali Operative;

Centrali Operative, unità di gestione dei mezzi e gli stessi mezzi mobili di soccorso.

Personale della centrale operativa_________________________

Responsabile della Centrale Operativa:

Al responsabile della Centrale Operativa compete l’organizzazione generale per quanto

attiene la definizione degli aspetti tecnici che regolano i rapporti con le altre strutture di

emergenza non sanitaria e con gli enti convenzionati; la definizione dei protocolli operativi

interni; la definizione e la conduzione di programmi per la verifica e la promozione della

qualità dell'assistenza prestata; la gestione del personale della Centrale, inclusa la guardia

medica addetta all'emergenza; il coordinamento operativo dei mezzi e la definizione di

linee di indirizzo per la formazione e l'aggiornamento dello stesso.

Personale infermieristico: E’ composto da infermieri professionali con esperienza nell'area

critica, o che abbiano seguito corsi di formazione nel settore dell'emergenza. Al personale

infermieristico è attribuita responsabilità

nell'ambito dei protocolli della Centrale e svolge

funzioni di ricezione, registrazione e selezione delle

chiamate, determinazione dell'apparente criticità

dell'evento segnalato.

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Organizzazione emergenza a Reggio Emilia__________________

La competenza dell’emergenza nel territorio della provincia di Reggio vede un ruolo importante da

parte delle varie associazioni di volontariato presenti, che guidate e coordinate dalla centrale

operativa gestiscono lo svolgimento della maggior parte dei servizi di emergenza-urgenza.

Nella sola città di Reggio Emilia sono presenti:

- 4 AMBULANZE DI TIPO “A”

- 1 AMBULANZA A.I.R.E. con a bordo 1 infermiere professionale.

- 1 AUTOMEDICA con a bordo un medico e un infermiere professionale.

- 2 ELICOTTERI per il soccorso sanitario, condivisi con le provincie di Modena e Parma,

con a bordo un medico e un infermiere professionale.

La chiamata al 118______________________________________

È uno dei momenti fondamentali del soccorso: una buona chiamata è necessaria agli operatori del

118 per poter coordinare al meglio i soccorsi, individuando la criticità della situazione e facendo

intervenire i mezzi che più sono consoni al tipo di emergenza, anche interagendo con le altre forze

disponibili (Vigili del Fuoco, Forze dell’ordine, etc).

Per questo motivo è importante avere ben chiaro cosa è importante riferire all’operatore della

centrale e quali informazioni sono più utili anche per rispondere alle sue domande.

Questo lo schema consigliato nell’affrontare una chiamata al 118:

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DOVE_______________________________________________________

È naturale che la principale informazione da fornire all’operatore sia proprio il DOVE è accaduto o

sta accadendo l’evento che ci ha portato a chiamare.

In particolare diventa fondamentale fornire le seguenti informazioni:

- Città

- Eventuali frazione

- Indirizzo e numero civico

- Eventuali indicazioni particolari sul come raggiungere il luogo dell’evento

Un'altra cosa importante da fare è il mandare, ove possibile e se necessario, una persona sulla

strada, in modo che possa segnalare all’ambulanza con precisione il luogo e dare indicazioni o

consigli all’equipaggio intervenuto.

CHI_______________________________________________________

Altro passaggio fondamentale, è il fornire i dati anagrafici della persona per cui si sta chiamando,

elementi di particolare interesse sono:

- NOME

- COGNOME

- ETA’

- RECAPITO TELEFONICO sul quale poter essere ricontattati

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Un elemento importante è informare sulla presenza di eventuali malattie note a carico della

persona colpita da malessere. Questo può fornire importanti indizi di criticità all’operatore e

cambiare il tipo di approccio che questo avrà nell’inviare i mezzi di soccorso (es. immaginiamoci

quanto peso possa avere la presenza di una cardiopatia nota se stiamo chiamando per un dolore al

torace…)

QUAL’E’ il PROBLEMA e QUANTI SONO I COINVOLTI_________________

Si deve successivamente descrivere il più dettagliatamente possibile cosa è successo o cosa sta

accadendo, in modo che l’operatore possa mandare il mezzo di soccorso più idoneo e decidere

eventualmente se contattare anche altre forze (es. Vigili del fuoco o Forze dell’ordine).

Di fondamentale importanza è il comunicare all’operatore il numero di persone coinvolte, per

esempio in un incidente stradale, in modo che egli possa decidere se mandare più di un mezzo di

soccorso.

INFORMAZIONI SULL’INFORTUNATO______________________________

Per completare il quadro è bene fornire informazioni sulle condizioni del paziente, andando a

valutare le sue funzioni vitali principali secondo lo schema

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1) COSCIENZA

Nel caso sospettassimo una alterazione della coscienza andremo a scuotere leggermente il

paziente chiamandolo ad alta voce così come descritto nel protocollo BLS.

Inoltre è bene andare a valutare il livello di coscienza, prestando attenzione a

comportamenti particolari come:

- confusione mentale valutabile ponendo semplici domande alla persone (es “quanti

anni ha?” o ancora “come si chiama suo figlio/a?”)

- tendenza ad addormentarsi

2) RESPIRO

Nel caso del respiro andremo a valutare:

- Frequenza del respiro (troppo lenta? Troppo veloce?)

- Presenza di evidenti difficoltà respiratorie

- Rumori “strani” in concomitanza del respiro (es. fischi, rantoli a moka di caffè, etc)

- Cianosi: colorazione bluastra di labbra, mucose della bocca e unghie che indica una

seria difficoltà respiratoria con importante riduzione dell’ossigeno legato

all’emoglobina

NB – difficoltà nel respiro vengono definite DISPNEA

In caso di forte difficoltà respiratoria e qualora non ci fossero controindicazioni (es. persona

traumatizzata) è bene posizionare la persona in posizione seduta o semi-seduta, in questo

modo andremo ad alleviare in maniera significativa la sua dispnea.

3) SISTEMA CARDIO-CIRCOLATORIO

in questa fase è bene prestare attenzione ai segni di allarme che una compromissione del

sistema cardio-circolatorio può darci:

- Pallore

- Sudorazione fredda

- Presenza di dolore toracico tipico

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È inoltre evidente che in questa fare è necessario ricercare, comunicare ed eventualmente

trattare eventuali EMORRAGIE ESTERNE.

Qualora fossimo in grado di rilevarli, altri due parametri che ci posso indicare la presenza di

problemi cardio circolatori sono la PRESSIONE ARTERIOSA e la FREQUENZA CARDIACA.

4) SISTEMA NERVOSO

Sicuramente una valutazione delle alterazioni del sistema nervoso è materia piuttosto

specialistica e da riservare a personale esperto.

Pochi semplici indizi possono tuttavia essere raccolti da chiunque per la inconfondibile

chiarezza con cui si manifestano. In particolare cercheremo:

- deficit sensoriali (formicolii, insensibilità)

- deficit motori (paralisi, paresi)

- difficoltà nel parlare

SCHEMA DELL’ATTIVAZIONE DEI SOCCORSI_________________________

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BB..LL..SS..

–– BBAASSIICC LLIIFFEE SSUUPPPPOORRTT ––

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Introduzione__________________________________________

L’importanza della BLS

Lo scopo del BLS è quello di garantire il pronto riconoscimento del grado di compromissione delle

funzioni vitali (fase di valutazione) e di supportare ventilazione e circolo (fase di azione) fino al

momento in cui possono essere impiegati mezzi efficaci a correggere la causa che ha determinato

l’arresto.

L’obiettivo principale del BLS consiste nella prevenzione dei danni anossici (da mancanza di

ossigeno) cerebrali attraverso procedure standardizzate di rianimazione cardiopolmonare (RCP)

atte a mantenere la pervietà delle vie aeree, sostenere la respirazione e il circolo ogni qualvolta si

verifichi un’improvvisa cessazione dell’attività respiratoria e/o della pompa cardiaca, in altre

parole ogni qual volta un paziente:

ha perso coscienza

non respira

non ha altri segni della presenza di circolo

Gli studi più recenti hanno dimostrato che l’immediato inizio della rianimazione cardiopolmonare

da parte dei presenti è in grado di raddoppiare o triplicare la sopravvivenza delle vittime di un

arresto cardiaco improvviso.

Il danno anossico celebrale

La mancanza di apporto di ossigeno alle cellule cerebrali (anossia cerebrale) produce lesioni che

diventano irreversibili dopo circa 6-10 minuti di assenza di circolo. L’attuazione di procedure atte a

mantenere una ossigenazione d’emergenza può interrompere la progressione verso una

condizione di irreversibilità dei danni tissutali. Qualora il circolo venga ripristinato ma il soccorso

sia stato ritardato o inadeguato, l’anossia cerebrale prolungata si manifesterà con esiti di entità

variabile: stato di coma persistente, deficit motori o sensoriali, alterazioni delle capacità cognitive

o della sfera affettiva, ecc. Le possibilità di prevenire il danno anossico dipendono dalla rapidità e

dalla efficacia delle procedure di soccorso, ed in particolare dalla corretta applicazione della

“Catena della sopravvivenza”.

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La “Catena della sopravvivenza”

La sopravvivenza integra dopo un arresto cardiaco dipende dalla corretta realizzazione di una serie

di interventi; la metafora della “catena” sta a significare che se una delle fasi del soccorso è

mancante, le possibilità di sopravvivenza sono ridottissime.

Come illustrato in figura, i quattro anelli della catena sono costituiti da:

riconoscimento della situazione di emergenza e attivazione precoce del sistema di emergenza

inizio precoce delle procedure di RCP

defibrillazione precoce

inizio precoce del trattamento intensivo

La morte cardiaca improvvisa

Si definisce morte cardiaca improvvisa la cessazione brusca ed inaspettata dell’attività circolatoria

e respiratoria. Può verificarsi senza segni premonitori ed essere la prima manifestazione della

malattia coronarica. Può anche colpire pazienti con malattia cardiaca nota, specialmente nel corso

delle prime due ore dall’inizio di un attacco cardiaco.

Da ciò deriva l’importanza di un pronto riconoscimento dei segni e sintomi dell’infarto miocardico,

ossia dei così detti “segni di allarme”, quali dolore o senso di oppressione al centro del torace o

localizzato alle spalle, al collo, alla mandibola o alla parte superiore dell’addome in corrispondenza

dello stomaco, sudorazione, nausea, sensazione di “mancanza di respiro” e di debolezza. I sintomi

possono comparire sotto sforzo o a riposo e con vari gradi di intensità.

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I segni di allarme sopradescritti non sempre sono presenti. A volte sono presenti tutti, altre volte

compaiono parzialmente, altre volte non compaiono affatto. Una valutazione complessiva della

vittima è richiesta per identificare questo tipo di sintomatologia, a volte evidente, altre volte

nascosta

La sequenza e le tecniche del BLS________________________

La sequenza del BLS consiste in una serie di azioni che si riassumono schematicamente con

l’ABC.

È fondamentale che ogni fase della sequenza sia preceduta da una valutazione che autorizza

all’esecuzione successiva delle azioni appropriate per evitare di sottoporre la vittima a manovre

non necessarie.

A Airway Pervietà delle vie aeree

B/C Breathing/Circulation Respirazione e circolo

Valutazione della coscienza Pervietà delle vie aeree

Valutazione del respiro RCP

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Prima di intraprendere qualunque manovra nei confronti di un soggetto che necessiti aiuto, il

soccorritore deve sempre valutare l’ambiente in cui si trova e gli eventuali rischi. Se esistono

pericoli per sé e per il soggetto che si vuole soccorrere (ad esempio rischio di essere investiti da

automobili, di incendio, di folgorazione, ecc...). la vittima deve essere spostata e tutte le manovre

rianimatorie eseguite in un luogo sicuro. Lo spostamento deve sempre essere effettuato con molta

cautela, muovendo la testa ed il tronco come un tutto unico ed evitando ogni estensione o

flessione della colonna vertebrale. In tutti gli altri casi il paziente deve essere rianimato sul posto.

Fase A______________________________________________________

1) Valutazione dello stato di coscienza

Per valutare lo stato di coscienza si chiama ad alta voce la vittima e la

si scuote leggermente per le spalle.

La condizione di non coscienza autorizza l’attivazione della sequenza

del BLS:

Chiamare aiuto

Posizionare la vittima su un piano rigido o a terra, allineando il

capo, il tronco e gli arti.

Scoprire il torace

2) Apertura delle vie aeree

La perdita di coscienza determina un rilasciamento muscolare; la mandibola cade all’indietro e la

lingua va ad ostruire le prime vie aeree.

Per ottenere la pervietà delle vie aeree:

Controllare se nella bocca della vittima sono presenti oggetti o residui di alimenti e se

possibile cercare di asportarli.

Con una mano posta sulla fronte della vittima e due dita sotto il mento spingere indietro la

testa (iperestensione del capo); questa manovra impedisce la caduta indietro della lingua e

permette il passaggio dell’aria.

Va ricordato che se esiste il sospetto di un trauma non deve essere effettuata l’iperestensione del

capo, per evitare che eventuali fratture vertebrali provochino lesioni al midollo spinale.

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Fase B______________________________________________________

1) Valutazione dell’attività respiratoria

Una volta provveduto alla pervietà delle vie aeree occorre valutare se l’attività respiratoria è

presente. Il soccorritore si pone e fianco della vittima mantenendo l’iperestensione del capo:

Guarda se il torace si espande

Ascolta se ci sono rumori respiratori

Sente sulla guancia l’eventuale flusso d’aria.

Questa manovra prende il nome di GAS (Guarda – Ascolta – Senti) e deve essere effettuata per

10 secondi contati ad alta voce.

È necessario in questa fase non confondere l’attività respiratoria con il cosiddetto respiro agonico

o “gasping”, che consiste nella presenza di contrazioni dei muscoli respiratori non efficaci per la

ventilazione: il torace non si espande e non è presente flusso di aria.

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Qualora l’attività respiratoria fosse assente, chiamare o far chiamare il 118 ed iniziare

con le compressioni toraciche e la ventilazione (bocca-maschera).

Compressioni e ventilazioni vanno eseguite seguendo un

RAPPORTO 30compressioni : 2ventilazioni

2) Compressioni Toraciche (massaggio cardiaco esterno)

Le compressioni toraciche si rendono necessarie in mancanza di un’attività respiratoria efficace.

Le compressioni toraciche provocano un abbassamento dello sterno schiacciando il cuore contro

la colonna vertebrale. Questa spremitura, associata ad un aumento di pressione che si crea

all’interno del torace, permette al sangue contenuto nelle cavità cardiache, e nei grossi vasi, di

essere spinto in circolo. Il rilasciamento totale del torace permette al cuore di riempirsi

nuovamente.

Applicando ritmicamente e ripetutamente questa

tecnica, ad una frequenza di 100 atti/minuto, si crea un

circolo artificiale, in grado di garantire una perfusione

cerebrale sufficiente a rallentare l’insorgenza del danno

anossico. Contemporaneamente viene assicurata una

sufficiente per fusione del miocardio.

Il paziente deve essere disposto su un piano rigido.

Perché si possa ottenere il massimo dell’efficacia dal

massaggio cardiaco il soccorritore deve:

individuare correttamente il punto dove

esercitare le compressioni;

eseguire una corretta tecnica di compressione e

rilasciamento

mantenere una corretta posizione

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Posizione del soccorritore

Il soccorritore si pone di fianco alla vittima, con le ginocchia all’altezza del torace, braccia e spalle

sono perpendicolari al punto di compressione.

Punto di compressione

Posizionare la parte prossimale del palmo di una mano al centro del torace sullo sterno;

sovrapporre a questa l’altra mano e intrecciare le dita di questa con quelle della prima evitando

che la pressione sia applicata sulle coste, sulla parte alta dell’addome o sulla parte terminale dello

sterno.

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Tecnica delle compressioni

comprimere il torace per abbassarlo verso la colonna vertebrale di 4-5 cm;

rilasciare completamente la pressione per consentire al cuore di riempirsi nuovamente;

compressione e rilasciamento devono avere la stessa durata (rapporto 1:1);

la frequenza deve essere di circa 100/minuto;

i gomiti bloccati e le braccia tese conferiscono una rigidità che permette di esercitare la forza

sfruttando il peso del tronco, il fulcro del movimento è l’articolazione dell’anca.

3) Ventilazione Artificiale

La ventilazione artificiale è necessaria nel paziente in arresto cardiaco e in quello in cui il circolo

è ancora efficace ma che non respira normalmente (in questo caso alla frequenza è di 10

insufflazioni al minuto).

La ventilazione artificiale si effettua con la tecnica bocca-maschera oppure con la tecnica bocca-

bocca. Le insufflazioni devono essere lente e progressive, della durata di circa 1 secondo, in questo

modo si riduce la possibilità di mandare aria nello stomaco.

Tecnica bocca-maschera (CONSIGLIATA)

Si pratica per mezzo di una maschera tascabile (pocket mask):

Posizionarsi dietro la testa della vittima;

Appoggiare la maschera sul viso della vittima, facendola aderire bene ed avendo cura di

coprire bocca e naso;

Con entrambe le mani poste a “c” (come in figura), mantenere aderente la maschera e

sollevare la mandibola per conservare l’iperestensione del capo;

Insufflare nel boccaglio della maschera;

osservare l’escursione del torace, come indice di ventilazione efficace.

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La ventilazione bocca-maschera è molto efficace, di facile esecuzione e permette di erogare un

volume elevato ad ogni atto. Raccordando la maschera ad una sorgente di ossigeno è inoltre

possibile ventilare con aria arricchita di ossigeno.

Complicanze

Insufflazioni troppo brusche o eseguite senza una corretta iperestensione del capo possono

provocare distensione gastrica e quindi vomito;

La maschera non ben aderente al viso o di misura inappropriata può portare alla fuoriuscita di

aria e quindi può rendere la manovra di ventilazione inefficace.

Tecnica bocca-bocca

Posizionarsi al fianco della vittima, avendo cura di mantenere sempre l’iperestensione del

capo;

Appoggiare la bocca ben aperta sulla bocca della vittima, chiudendo con pollice ed indice il

naso;

Soffiare lentamente nelle vie aeree della vittima e osservare l’escursione del torace, come

indice di ventilazione efficace

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Avvertenze

Prima di effettuare le ventilazioni bocca-bocca valuta bene la tua sicurezza; non effettuare la

tecnica bocca-bocca su pazienti con evidenti traumi facciali. Di fronte a persone sconosciute

valuta sempre l’alto rischio infettivo.

In ogni caso, anche se non sufficiente a proteggerti completamente, poni sempre un fazzoletto

od una garza tra la tua bocca e quella del paziente.

Se non ritieni opportuno effettuare la ventilazione bocca-bocca e sei sprovvisto di maschera,

puoi comunque effettuare le sole compressioni toraciche.

NB – Quando interrompere la RCP

Le manovre di BLS non devono essere interrotte fino:

all’arrivo dei soccorsi;

al riscontro di segni di vita (resistenza alle ventilazioni, espansione spontanea del torace,

movimenti del corpo, tosse o altri segni che facciano sospettare la presenza di circolo)

all’esaurimento fisico dei soccorritori.

Le manovre di BLS prevedono un supporto di base delle funzioni vitali. Questo tentativo può

quindi sempre essere praticato, a meno di non trovarsi di fronte a segni evidenti di morte

biologica, che testimoniano l’avvenuto decesso, quali: la decomposizione tessutale, il rigor mortis,

la presenza di macchie ipostatiche nelle zone declivi del corpo e la decapitazione.

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Posizione Laterale di Sicurezza________________________________

Dopo aver valutato A e B, qualora l’attività respiratoria sia presente e la vittima rimanga non

cosciente, è possibile utilizzare la posizione laterale di sicurezza, che permette di:

Mantenere l’estensione del capo (quindi la pervietà delle vie aeree)

Prevenire l’inalazione nelle vie aeree di materiale presente nella bocca (es.vomito), che può

defluire all’esterno

Mantenere la stabilità (il corpo non rotola).

Puoi utilizzare questa posizione in attesa di altri soccorsi o nel caso ci si debba allontanare.

Non è da mettere in atto in caso di eventi traumatici.

E’ necessario controllare sempre che la vittima continui a respirare. Se la vittima deve essere

tenuta in posizione laterale di sicurezza per un periodo prolungato, è opportuno ruotarla sul lato

opposto ogni 30 minuti.

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Riepilogo__________________________________________________________

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Disostruzione delle vie aeree_____________________________

Un corpo estraneo può provocare un’ostruzione parziale o completa delle vie aeree.

Più frequentemente il corpo estraneo, nell’adulto, è rappresentato da materiale alimentare solido

in pazienti con riflessi della tosse torpidi per età avanzata, assunzione di alcool o patologie

neurologiche.

Occorre sospettare l’ostruzione da corpo estraneo qualora il soggetto manifesti improvvisamente

difficoltà respiratoria, accompagnata da sforzi respiratori inefficaci e seguita da cianosi, o perdita

di coscienza inspiegabile.

L’ostruzione parziale permette un flusso respiratorio sufficiente a non determinare la perdita di

coscienza: in questo caso bisogna incoraggiare l’infortunato a tossire ed a respirare

spontaneamente, cercando di non interferire con i suoi tentativi di espellere il corpo estraneo. La

vittima deve essere accompagnata in ospedale se il corpo estraneo permane e non vi è una

risoluzione spontanea del problema.

Se l’ostruzione è completa, la vittima non riuscirà a respirare, parlare, tossire; si porterà le mani

alla gola nel segno universale di soffocamento. Se non risolta, questa evenienza porta

rapidamente alla perdita di coscienza. L’ostruzione può essere sospettata anche nel corso delle

procedure BLS in una vittima non cosciente nella quale le insufflazioni risultano inefficaci (il torace

non si espande nonostante la corretta applicazione delle tecniche di ventilazione)

Manovre di disostruzione ______________________________________

Vittima Cosciente

Se l’ostruzione è PARZIALE, testimoniata dal fatto che sono presenti rumori respiratori e la

persona se pur faticando riesce a respirate, la invitiamo a tossire senza eseguire alcuna manovra

per evitare di peggiorare noi stessi la situazione.

Se l’ostruzione è COMPLETA, testimoniata dal fatto che scompaiono i rumori respiratori e la

persona pur sforzandosi non riesce a far passare aria attraverso le sue vie aeree:

Dare fino a 5 colpi dorsali fra le scapole

se i colpi non hanno effetto effettuare 5 compressioni di Heimlich, cioè compressioni

addominali in piedi.

continua alternando 5 colpi dorsali e 5 compressioni addominali fino all’espulsione del corpo

estraneo o all’incoscienza del paziente

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5 PACCHE INTERSCAPOLARI 5 COMPRESSIONI DI HEIMLICH

Vittima non cosciente

Posizionare il paziente in posizione supina su un piano rigido

Iperesterndere del capo

Allertare il 118

Iniziare le manovre di RCP alternando 30 compressioni a 2 ventilazioni, avendo però

l’accortezza di controllare in bocca al termine di ogni ciclo di compressioni alla ricerca di corpi

estranei eventualmente espulsi, prima di procedere con le normali ventilazioni.

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SSTTOORRIIAA DDEELLLLAA CCRROOCCEE RROOSSSSAA

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Le origini______________________________________________

Ferdinando Palasciano

Durante i moti di Messina del 1848 un medico chirurgo di Capua, Ferdinando Palasciano, giovane

ufficiale dell'esercito borbonico, avvertì il dovere morale di prestare le sue cure anche ai feriti

nemici nonostante l'ordine tassativo dato dal generale Filangieri di non curare i ribelli siciliani.Ciò

gli valse la minaccia di essere passato per le armi ma, per intercessione di Re Ferdinando, suo

amico e sostenitore, la condanna venne tramutata in un anno di carcere da scontare a Reggio

Calabria. Anche durante la reclusione Palasciano continuò ad assistere i feriti napoletani che i

battelli portavano da Messina. Dopo la scarcerazione si interessò ancora ai problemi di sanità

militare, lottando con energia affinché venisse riconosciuta la neutralità dei feriti in guerra. Caduta

la monarchia borbonica, Palasciano poté esporre liberamente le sue idee e, in occasione del

Congresso Internazionale dell'Accademia Pontaniana, svoltosi a Napoli nell'aprile del 1861,

affermò: "Bisognerebbe che tutte le Potenze belligeranti, nella Dichiarazione di guerra,

riconoscessero reciprocamente il principio di neutralità dei combattenti feriti per tutto il tempo

della loro cura e che adottassero rispettivamente quello dell'aumento illimitato del personale

sanitario durante tutto il tempo della guerra". Con questo discorso, che ebbe una vasta eco in

tutta Europa e che, tre anni più tardi, sarà alla base della Convenzione di Ginevra, Palasciano

proclamò per la prima volta uno e forse il più importante dei principi fondamentali della Croce-

Rossa.

Henry Dunant

I principi proclamati da Palasciano presero forma grazie all'opera di Henry

Dunant, considerato a pieno titolo il fondatore della Croce-Rossa. Dunant

nasce a Ginevra l'8 maggio 1828. Nel 1843 entra a far parte di un gruppo di

giovani della Chiesa Libera. Nel 1855 fonda a Parigi l'Alleanza delle Unioni

Cristiane dei Giovani (YMCA).Qualche anno più tardi si reca in Algeria per

affari, si affeziona alla cultura locale, studia l'Islam e prende lezioni di

arabo. Nel 1858 fonda una società cereagricola, la "Società Anonima dei Mulini di Mons-Djemila",

ma nonostante i presupposti favorevoli non riesce ad ottenere il terreno scelto.

Dopo vari tentativi decide allora di parlare personalmente con Napoleone III, essendo quel

territorio colonia francese. Ma l'Imperatore si trova in Lombardia, alla testa dell'esercito francese

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Croce Rossa Italiana Comitato locale di Reggio Emilia 29

in favore dell'indipendenza italiana contro gli Austriaci, comandati da Francesco Giuseppe. Quando

Dunant arriva in Lombardia, nel pieno della II guerra d'indipendenza italiana, scoppia a Solferino, il

24 giugno del 1859, una delle battaglie più sanguinose che l'Europa abbia mai vissuto. Dunant

rimane sconvolto dal numero impressionante dei feriti e dei morti, ma soprattutto dal fatto che

essi vengano abbandonati a loro stessi; più di 40.000 persone.

"Qui si svolge una lotta corpo a corpo, orribile, spaventosa; Austriaci ed Alleati si calpestano, si

scannano sui cadaveri sanguinanti, s'accoppano con il calcio dei fucili si spaccano il cranio, si

sventrano con le sciabole o con le baionette; è una lotta senza quartiere, un macello, un

combattimento di belve, furiose ed ebbre di sangue; anche i feriti si difendono sino all'ultimo: chi

non ha più un'arma afferra l'avversario alla gola, dilaniandogliela con i denti." Impotente di fronte

a queste scene di dolore e di disperazione, Dunant cerca invano medici, chirurghi e infermieri che

possano alleviare le sofferenze di tanti uomini. "Il sole del 25 illuminò uno degli spettacoli più

orrendi che si possano immaginare. Il campo di battaglia è coperto dappertutto di cadaveri; le

strade, i fossati, i dirupi, le macchie, i prati sono disseminati di corpi senza vita e gli accessi di

Solferino ne sono letteralmente punteggiati. Nei paesi tutto si trasforma in ospedali di fortuna:

chiese, conventi, case, pubbliche piazze, cortili, strade, passeggiate."

Il numero dei feriti è così considerevole che è impossibile provvedervi. "Allora si verificano scene

pietose come quelle del giorno precedente, benché di genere affatto diverso; l'acqua e i viveri non

mancano e nondimeno i feriti muoiono di fame e di sete; vi sono filacce in abbondanza ma non

mani sufficienti per applicarle sulle ferite. E' dunque indispensabile, bene o male, organizzare un

servizio volontario." Cosciente, quindi, che l'unica cosa da fare è quella di ricorrere alla buona

volontà degli abitanti del paese, Dunant stesso si improvvisa infermiere, raduna uomini e donne,

procura acqua, brodo, biancheria e bende, ritorna sui campi di battaglia per raccogliere altri feriti.

Nonostante tutto è ben consapevole dell'insufficienza dei soccorsi in rapporto alle necessità. "Si

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Croce Rossa Italiana Comitato locale di Reggio Emilia 30

rendono perciò necessari infermiere e infermieri volontari, diligenti, preparati, iniziati a questo

compito, che, ufficialmente riconosciuti dai comandanti delle forze armate, siano agevolati ed

appoggiati nell'esercizio della loro missione. Infine, in un'epoca in cui si parla tanto di progresso e

di civiltà, visto che purtroppo le guerre non possono essere sempre evitate, non urge insistere

perché si cerchi di prevenire o almeno mitigarne gli orrori in uno spirito d'umanità e di vera

civiltà?" Con questo proposito, dopo la fine della guerra, Dunant torna a Ginevra, ma non riesce a

dimenticare quelle atrocità. Trasferisce tutta la sua amarezza, le emozioni, l'angoscia e l'impotenza

provate durante quella strage in un libro: "Souvenir de Solferino". Il suo fine è quello di

sensibilizzare l'opinione pubblica per la realizzazione del suo progetto: creare una Società di

soccorso volontario in ogni Stato, con il compito di organizzare ed addestrare squadre per

l'assistenza dei feriti in guerra. Propone che i feriti ed il personale sanitario vengano ritenuti

neutrali dalle Parti belligeranti, protetti da un segno distintivo comune. Il libro è un vero successo,

ha una vasta risonanza in tutta Europa e crea immediatamente un clima favorevole alla

realizzazione concreta degli ideali in esso contenuti. Nel 1862 Dunant aderisce alla "Società

ginevrina di Utilità Pubblica" ed insieme ad altri cinque cittadini svizzeri - il giurista Gustave

Moynier, il generale Henry Dufour e i due medici Louis Appia e Theodore Maunoir - fonda una

Commissione di lavoro, il "Comitato ginevrino di soccorso dei militari feriti", prima cellula di quello

che diventerà il Comitato Internazionale della Croce-Rossa. Il "Comitato dei cinque" porta avanti le

idee proposte da Dunant nel suo libro ed il 26 ottobre 1863 organizza, a Ginevra, una Conferenza

Internazionale alla quale partecipano 18 rappresentanti di 14 Paesi che, il 29 ottobre, firmano la

"Prima Carta Fondamentale". Le dieci risoluzioni in essa contenute definiscono le funzioni ed i

mezzi dei Comitati di soccorso e costituiscono l'atto di nascita del Movimento.

La prima convenzione di Ginevra__________________________

Il conflitto che scoppia, nel febbraio 1864, tra la Prussia e la Danimarca, in occasione del quale

agiscono per la prima volta le nascenti Società Nazionali di soccorso, evidenzia le difficoltà

frapposte dai governi al loro operare, ostacoli che possono essere superati solo attraverso

l'assunzione di un serio impegno da parte degli Stati circa la protezione da assicurare al personale

ed alle strutture destinate alla cura dei feriti. Il riconoscimento ufficiale dell'attività delle Società di

soccorso deve quindi avvenire mediante la conclusione di un trattato internazionale. Il governo

svizzero offre il proprio appoggio all'iniziativa convocando, l'8 agosto 1964, una Conferenza

diplomatica alla quale partecipano i rappresentanti di 12 governi, compresi gli Stati Uniti, unica

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Potenza non europea rappresentata.La Conferenza si conclude, il 22 agosto 1864, con l'adozione

della prima "Convenzione di Ginevra per il miglioramento della sorte dei feriti in campagna". Il

documento, composto da dieci articoli, garantisce neutralità e protezione alle ambulanze e agli

ospedali militari, al personale delle équipes sanitarie e al materiale utilizzato. La protezione viene

estesa anche alla popolazione civile che si adoperi per i soccorsi ai feriti.

La croce rossa su sfondo bianco viene adottata quale simbolo di

protezione e neutralità riconosciuto a livello internazionale.

L'emblema, privo di significato religioso, è scelto invertendo i colori

federali della bandiera svizzera, in omaggio al paese ospitante. Viene

stabilita, inoltre, la regola fondamentale secondo la quale "i militari

feriti o malati saranno raccolti e curati, a qualunque nazione

appartengano". La prima Convenzione di Ginevra del 1864 dettando

norme atte, per quanto possibile, a rendere meno crudele la guerra e

riconoscendo la dignità della persona umana e la neutralità del ferito

di guerra, costituisce un passo decisivo nella storia del Diritto Internazionale Umanitario. Nel

periodo successivo all'adozione della Convenzione del 1864 e man mano che gli Stati ne ratificano

il testo, vengono create numerose Società Nazionali della Croce-Rossa, anche in Stati non

appartenenti all'area culturale europea. La collaborazione fra le diverse Società Nazionali viene

agevolata dall'organizzazione di Conferenze periodiche non istituzionalizzate alle quali prendono

parte, insieme ai delegati delle Società Nazionali e del Comitato, i rappresentanti delle potenze

parti alla Convenzione di Ginevra.La prima Conferenza si tiene a Parigi nel 1867, e ad essa ne

seguono altre, ma ad intervalli non regolari a causa delle ricorrenti crisi belliche.

Il conflitto fra Austria e Prussia del 1866 ed ancor più la

guerra del 1870 tra Francia e Prussia, mostrano i primi

risultati positivi. In occasione del conflitto franco-prussiano,

per la prima volta nella storia militare, entra in funzione un

organismo internazionale che si occupa di comunicare con le

famiglie dei soldati feriti o caduti in battaglia; il Comitato

Internazionale può inviare nei campi di prigionia, sebbene

questa attività non sia ancora ufficialmente fra le sue

prerogative, suoi Delegati. Infatti, sarà in occasione della IX

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Croce Rossa Italiana Comitato locale di Reggio Emilia 32

Conferenza Internazionale di Washington del 1912 che il Comitato Internazionale viene incaricato

di assicurare i soccorsi ai prigionieri di guerra mediante l'intermediazione di delegati neutrali

accreditati presso i governi interessati.

Lo sviluppo del diritto internazionale umanitario_____________

Con la Convenzione di Ginevra del 1864 si fanno spazio, nel Diritto internazionale umanitario, dei

principi umanitari che si affermeranno a livello internazionale molto velocemente. Da questo

momento risultano garantite le attività delle Società Nazionali di soccorso che, sotto l'emblema

della croce rossa, sono destinate ad agire come servizio ausiliare della sanità delle forze armate. Se

è vero da un lato che il Diritto internazionale umanitario ha subito grandi sviluppi da quella prima

Convenzione è anche vero che questi non sono altro che l'aggiornamento e l'ampliamento dei

principi universali essenziali stabiliti dalla stessa. I principi della Convenzione di Ginevra del 1864

sono, infatti, riconfermati ed ampliati nella "Dichiarazione internazionale concernente le leggi e gli

usi della guerra", ripresi poi nei testi dell'Aja del 29 luglio 1899, nei quali viene adottata, tra l'altro,

una convenzione per l'adattamento dei principi sottoscritti nel 1864 alla guerra marittima. Una

serie di convenzioni relative ai conflitti armati - guerra terrestre, marittima, neutralità, ecc.- viene

adottata all'Aja il 18 ottobre 1907.La prima guerra mondiale evidenzia le lacune delle norme fino

ad allora formulate e nel 1929 vengono adottate due convenzioni, una per il trattamento dei

prigionieri di guerra, l'altra per migliorare la protezione dei feriti e dei malati sulla base della

passata esperienza. Durante la seconda guerra mondiale la sorte delle persone coinvolte nelle

ostilità, ed in particolare della popolazione civile, è tragica. Alla fine del conflitto si avverte

fortemente l'esigenza di rivedere le convenzioni vigenti e nel 1946, convocata dal Consiglio

Federale Svizzero, si riunisce a Ginevra una Conferenza diplomatica che, il 12 agosto 1949, adotta

quattro convenzioni. Regole precise proteggono gli internati civili, i diritti e i doveri di una potenza

occupante sono chiaramente stabiliti, sono vietate le rappresaglie e le deportazioni.

I Convenzione di Ginevra per il miglioramento della sorte dei feriti e dei malati delle forze

armate in campagna;

II Convenzione di Ginevra per il miglioramento della sorte dei feriti, dei malati e dei

naufraghi delle forze armate su mare;

III Convenzione di Ginevra relativa al trattamento dei prigionieri di guerra;

IV Convenzione di Ginevra relativa alla protezione delle persone civili in tempo di guerra.

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Croce Rossa Italiana Comitato locale di Reggio Emilia 33

Con queste gli Stati firmatari si impegnano a

curare amici e nemici senza alcuna distinzione, a

rispettare l'essere umano, la dignità della donna, i

diritti della famiglia, i costumi, le convinzioni

religiose; a vietare trattamenti disumani o

degradanti, la cattura di ostaggi, gli stermini, la

tortura, le esecuzioni sommarie, il saccheggio, gli

atti di violenza e la distruzione indiscriminata dei

beni privati. I delegati del Comitato Internazionale

della Croce-Rossa vengono autorizzati a visitare i campi di prigionieri di guerra, gli internati e ad

intrattenersi con i detenuti senza testimoni. Il 4 maggio del 1954 viene adottata all'Aja una

"Convenzione per la protezione dei beni culturali.

Il 10 dicembre del 1976 le Nazioni Unite adottano una

"Convenzione sul divieto di utilizzare tecniche di

modifica dell'ambiente naturale per scopi militari o per

qualsiasi altro scopo ostile". Nel 1977, una nuova

Conferenza Diplomatica adotta due "Protocolli

aggiuntivi alle Convenzioni di Ginevra del 1949"

destinati appunto a completare le norme di protezione

previste dalle quattro Convenzioni di Ginevra. Il I

Protocollo ne estende il campo di applicazione e di controllo, identificando meglio il personale ed il

materiale sanitario e meglio assicurando la protezione della popolazione civile dagli effetti delle

ostilità nei conflitti armati internazionali .

Il II Protocollo si preoccupa della protezione delle vittime dei conflitti armati non internazionali

mediante una serie di disposizioni destinate ad assicurare la tutela dei feriti, dei malati e della

popolazione civile in generale e, in particolare, dei civili privati della libertà. Il 10 ottobre del 1980

viene adottata a Ginevra una "Convenzione sul divieto e la limitazione dell'impiego di talune armi

classiche" che possono essere ritenute capaci di causare effetti traumatici eccessivi o di colpire in

modo indiscriminato.

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Croce Rossa Italiana Comitato locale di Reggio Emilia 34

L’emblema del Movimento_______________________________

Il nome e l'emblema della Croce-Rossa vennero stabiliti con la Convenzione di Ginevra del 1864

per definire e riconoscere il carattere di neutralità degli ospedali, delle ambulanze e del personale

sanitario. A tale scopo venne stabilita, inoltre, l'adozione di un bracciale e di una bandiera, uguali

per tutti gli Stati, con una croce rossa in campo bianco come segno universale di protezione.

Tale emblema, prescindendo da qualsiasi

considerazione religiosa, veniva adottato

per esprimere riconoscenza alla Svizzera,

paese ospitante della convenzione,

invertendone i colori federali della sua

bandiera. Nel novembre del 1876 la Turchia,

in guerra da sei mesi con la Russia, dichiarò

improvvisamente che l'emblema con la

croce rossa contrastava con le convinzioni religiose delle sue truppe e di conseguenza adottò come

segno distintivo la mezzaluna rossa in campo bianco. Tale emblema venne in seguito adottato

anche da numerosi paesi arabi o di predominanza musulmana.

Nel 1923 anche la Persia adottò un terzo emblema: il leone e sole

rossi su fondo bianco. Nonostante nella Conferenza Diplomatica

del 1946 si fosse ricordato che l'emblema della croce rossa fosse

un segno internazionale privo di alcun significato religioso, per cui

era illogico sostituirlo con emblemi nazionali che in tempo di

conflitto armato sono simbolo di belligeranza, la richiesta della

Persia fu accettata dalla stessa Conferenza. Infatti, l'art.38 della Ia Convenzione di Ginevra del

1949 recita: "In omaggio alla Svizzera il segno araldico della croce rossa su fondo bianco, formato

con l'inversione dei colori federali, è mantenuto come emblema e segno distintivo del servizio

sanitario degli eserciti. Tuttavia, per i paesi che impiegano come segno distintivo, in luogo della

croce rossa, la mezzaluna rossa o il sole e leone rossi su fondo bianco, questi emblemi sono

parimenti concessi nel caso della presente convenzione". In seguito alla caduta del regime degli

Scià, con la costituzione della Repubblica Islamica dell'Iran, la Società Nazionale Iraniana decise di

adottare l'emblema della mezzaluna rossa rinunziando al terzo simbolo. La Conferenza

Internazionale del 1997 ha istituito una commissione di esperti affinché risolva la confusione che

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Croce Rossa Italiana Comitato locale di Reggio Emilia 35

la diversità dei simboli, vista anche la richiesta di riconoscimento fatta da Israele del

riconoscimento della stella di Davide rossa, potrebbe scatenare. Le Convenzioni autorizzano il

Movimento Internazionale a far uso, sia in pace che in guerra, dell'emblema della croce rossa su

fondo bianco con il quale potranno designare quanto appartiene alle Società Nazionali: locali,

vetture e personale come segno distintivo, autorizzando anche l'uso delle parole "croce rossa" e

"mezzaluna rossa".

L'uso dell'emblema ha, però, un duplice aspetto: esso è usato a titolo distintivo quando, in tempo

di pace, serve ad indicare le installazioni ed il personale delle Società Nazionali. Dev'essere,

pertanto, di piccole dimensioni in modo da essere visibile solo da vicino. L'emblema usato a titolo

protettivo è, invece, destinato ad essere visto dai combattenti in caso di conflitto armato e, in tal

caso, sarà di grandi dimensioni e la sua utilizzazione è di competenza delle autorità preposte. Gli

organismi internazionali della Croce-Rossa, così come il loro personale debitamente legittimato,

sono autorizzati a servirsi dell'emblema protettore o distintivo secondo le circostanze e, in nome

della Croce-Rossa, in qualsiasi momento lo ritengano opportuno. L'emblema è segno di protezione

e come tale dev'essere rispettato in quanto la persona o la cosa che lo porta è da considerarsi

neutrale. Affinché sia salvaguardata la sua efficacia esso deve essere utilizzato senza abuso o

perfidia (termine con cui si definisce la volontà di ingannare la buona fede altrui).

Terzo Protocollo addizionale alle Convenzioni di Ginevra del ‘49

Cenni storici:

Il Movimento Internazionale della Croce-Rossa ha avuto sin dalle sue origini tra i propri obiettivi

essenziali quello dell’adozione di un emblema protettivo uniforme volto a garantire la necessaria

protezione ai servizi sanitari delle forze armate e ai volontari delle società di soccorso.

La scelta del simbolo della croce rossa su fondo bianco, consacrata nell’art. 7 della Convenzione di

Ginevra del 22 agosto 1864, non è riconducibile a motivazioni di carattere religioso, ma fu operata

in omaggio alla Svizzera - paese di lunga tradizione neutrale e patria del fondatore della Croce-

Rossa - attraverso l’inversione dei colori federali presenti nel suo vessillo (croce bianca in campo

rosso a croce rossa in campo bianco).

Una volta superati i confini del vecchio continente, tuttavia, l’emblema, la cui funzione di

protezione è strettamente legata all’universalità, incontrò difficoltà ad essere universalmente

riconosciuto ed accettato. Il primo ad utilizzare un simbolo diverso fu l’Impero Ottomano che nel

1876 decise - con dichiarazione unilaterale - di adottare il simbolo della Mezzaluna Rossa, al fine di

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Croce Rossa Italiana Comitato locale di Reggio Emilia 36

non ferire la suscettibilità dei soldati mussulmani, ottenendo, dopo un lungo dibattito,

l’autorizzazione al suo utilizzo seppure limitatamente alla durata del conflitto russo-turco allora in

atto.

In occasione delle Conferenze di pace del 1899 e del 1907 e della Conferenza di Ginevra del 1906,

non fu solo l’Impero Ottomano ad avanzare richiesta per l’adozione di un simbolo particolare, ma

anche le delegazioni della Persia (per il riconoscimento del Leone e Sole Rosso) e del Siam (per il

riconoscimento della Fiamma Rossa). In tutte e tre le Conferenze venne ammessa la possibilità di

formulare delle riserve sulla questione dell’emblema all’atto della ratifica delle Convenzioni,

possibilità alla quale rinunciò solo il Siam. Sebbene la scelta del simbolo araldico della Croce Rossa

venisse confermata e la sua ragione resa esplicita nel testo della Convenzione del 1906 (art. 18), si

produsse dunque una rottura del principio di unicità dell’emblema.

Anche il testo prodotto dopo la prima guerra mondiale in occasione della successiva Conferenza di

revisione della Convenzione di Ginevra (1929) finì per limitarsi a prendere atto della situazione

prodottasi di fatto (art.19). Le richieste di riconoscimento dei simboli della Mezzaluna Rossa e del

Leone e Sole Rosso, avanzate da Turchia, Persia ed Egitto vennero infatti accolte, anche se con la

precisazione che nessuna ulteriore richiesta sarebbe stata accettata in futuro. Le deroghe così

ammesse non servirono ad evitare il riproporsi della questione: nel 1931 venne costituita in

Palestina una Società Nazionale di soccorso che adottò come simbolo la Stella di David Rossa,

mentre nel 1935 il governo afgano presentò al Comitato Internazionale della Croce-Rossa una

richiesta per il riconoscimento della Società dell’Arco Rosso (il cui simbolo sarebbe stata una

moschea rossa in campo bianco). La risposta immediata del Comitato Internazionale della Croce-

Rossa fu di ribadire le sole opzioni previste dalla Convenzione del 1929, posizione che venne

confermata, alla fine della seconda guerra mondiale, in occasione della Conferenza diplomatica del

1949.

L’art. 38 della Convenzione per il miglioramento della sorte dei feriti e malati delle forze armate in

campagna del 1949 ripropose infatti fedelmente il testo del 1929, segnando il rifiuto sia della

proposta israeliana di riconoscimento di un ulteriore emblema (Stella di David Rossa), sia di quelle

che prevedevano un ritorno all’ipotesi di un emblema unico (che fosse la Croce Rossa o un nuovo

simbolo) ovvero il riconoscimento alle Società Nazionali della piena libertà di scelta dell’emblema.

La situazione sembrò semplificarsi a seguito della rinuncia nel 1980 da parte della Repubblica

islamica dell’Iran all’utilizzo del simbolo del Leone e Sole Rosso, pur rimanendo aperta la questione

della Stella di David della Società israeliana (oggetto di una riserva al momento della ratifica delle

Convenzioni del 1949 da parte del governo israeliano). In tempi più recenti si era inoltre almeno in

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Croce Rossa Italiana Comitato locale di Reggio Emilia 37

parte risolto il problema dell’adozione da parte di alcune Società Nazionali di un emblema doppio,

derivante dalla giustapposizione dei simboli della Croce Rossa e Mezzaluna Rossa. Il doppio

emblema - già in uso dal 1924 fino al momento dello scioglimento dell’URSS presso l’Alleanza delle

Società Nazionali di Croce-Rossa e Mezzaluna-Rossa sovietiche e dal 1993 al 2001 dalla Società

Nazionale del Kazakhstan - è tuttavia oggi rivendicato dal governo eritreo, sia per la segnalazione

dei servizi sanitari delle forze armate che per l’indicazione della Società Nazionale. Esso è adottato

dal 1983 dalla Federazione Internazionale della Croce-Rossa e della Mezzaluna-Rossa sotto forma

di logo (ovvero racchiuso in un rettangolo bianco con bordo rosso), privo di ogni valore di

protezione.

Il nuovo emblema______________________________________

Gli emblemi di protezione ammessi fino ad ora (Convenzioni di Ginevra del 1949) sono dunque

solamente tre: la croce rossa in campo bianco; la mezzaluna rossa in campo bianco; il leone e sole

rosso in campo bianco (quest’ultimo oramai non più in uso). Questi stessi emblemi, sempre

alternativamente tra loro, sono ammessi anche ad uso distintivo.

Tale normativa presenta, a giudizio del Comitato internazionale della Croce-Rossa, alcuni gravi

inconvenienti:

Genera l’impressione di un favoritismo nei confronti delle religioni cristiana e musulmana;

Non riflette il principio di unità del Movimento internazionale della Croce-Rossa e della

Mezzaluna-Rossa;

Non permette l’applicazione del Principio Fondamentale di Universalità;

Può favorire il fenomeno della proliferazione di emblemi di protezione;

Può dare origine a difficoltà nei paesi dove coesistono comunità religiose diverse;

Compromette la valenza protettiva del simbolo.

Inoltre, sebbene il rischio di proliferazione sia stato contenuto e sembri ormai ridotto rispetto al

passato, esso è giudicato ancora una potenziale minaccia, capace di mettere a rischio l’efficacia

stessa delle azioni di soccorso.

Per questo motivo, l'8 dicembre scorso, a Ginevra, gli Stati parti alle quattro Convenzioni di

Ginevra del 1949 hanno adottato un terzo protocollo sulla creazione di un emblema aggiuntivo,

che non sostituisce ma si affianca a quelli esistenti.

Il terzo Protocollo Addizionale alle Convenzioni di Ginevra del 1949 prevede la possibilità di

utilizzare, laddove né la Croce Rossa né la Mezzaluna Rossa siano percepiti come emblemi neutrali,

un nuovo emblema. Tale Protocollo entrerà in vigore sei mesi dopo il deposito di due strumenti di

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Croce Rossa Italiana Comitato locale di Reggio Emilia 38

ratifica. Da quel momento in poi saranno valide le seguenti caratteristiche identificative e di

impiego dell’emblema:

- Uso protettivo

Il nuovo emblema protettivo si compone di un quadrato rosso, poggiato su uno degli angoli e

collocato su fondo bianco, come indicato nella figura che segue:

Esso si aggiunge a quelli riconosciuti nelle Convenzioni di Ginevra ed

ha gli stessi fini. Può essere impiegato e va rispettato a condizioni

identiche a quelle previste nelle Convenzioni del 1949 e dai Protocolli

Aggiuntivi del 1977 per gli emblemi protettivi. I servizi sanitari, il

personale religioso delle Forze Armate delle Alte Parti contraenti

potranno, senza ledere i loro emblemi attuali, utilizzarlo come simbolo

di protezione a titolo temporaneo, se tale utilizzo è in grado di rafforzare la loro protezione.

Le Società Nazionali potranno, in conformità con la legislazione nazionale e in circostanze

eccezionali e per facilitare il loro lavoro, utilizzare il nuovo emblema di protezione a titolo

temporaneo. Anche il Comitato Internazionale della Croce-Rossa, la Federazione Internazionale

della Croce-Rossa e Mezzaluna-Rossa, e il loro personale debitamente autorizzato, in circostanze

eccezionali e per facilitare il loro lavoro, potranno utilizzarlo, così come i servizi sanitari e il

personale religioso che prendono parte a missioni sotto l’egida dell’ONU, con l’accordo degli Stati

partecipanti.

- Uso distintivo

Le Società Nazionali che decideranno di utilizzare l’emblema del Terzo Protocollo, potranno al

momento dell’utilizzo conformemente alla legislazione nazionale in materia, scegliere di

incorporare a titolo indicativo un segno distintivo riconosciuto dalle Convenzioni di Ginevra o una

combinazione di emblemi, ovvero un altro emblema che un'Alta Parte Contraente ha

effettivamente utilizzato e che è stato oggetto di una comunicazione alle altre Alte Parti

Contraenti e al Comitato Internazionale della Croce-Rossa tramite il depositario, prima

dell’adozione del nuovo Protocollo (Croce Rossa, Mezzaluna Rossa, Stella di David Rossa e doppio

emblema).

Riassumendo:

In base alle disposizioni del terzo Protocollo la Croce Rossa e la Mezzaluna Rossa potranno essere

mantenuti come simboli di protezione dei servizi sanitari e come segni distintivi delle Società

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Croce Rossa Italiana Comitato locale di Reggio Emilia 39

Nazionali dei paesi che non desiderano rinunciarvi. Gli emblemi di protezione ammessi

risulteranno dunque essere i seguenti:

Essi potranno venire utilizzati alternativamente tra loro: croce oppure mezzaluna oppure cristallo

rosso.

Gli emblemi distintivi, dopo l’entrata in vigore del terzo Protocollo, saranno invece i seguenti:

Essi possono essere utilizzati alternativamente tra loro: croce oppure mezzaluna oppure cristallo

rosso oppure cristallo rosso con incorporato un altro emblema, compresa la Stella di David Rossa

per Israele.

La Croce Rossa Italiana e l’emblema aggiuntivo.

Il fatto che sia stato adottato un emblema aggiuntivo (cioè non sostitutivo) di protezione e di

distinzione non cambierà nulla per Croce Rossa Italiana (CRI). Anzi, tale emblema consentirà di

risolvere, all’estero, delle situazioni particolarmente complesse.

La CRI manterrà la propria denominazione (“Croce Rossa Italiana”) e il proprio emblema di

riferimento (croce rossa su fondo bianco). Essa, inoltre, avrà a disposizione uno strumento in più:

in caso di attività all’estero in territori in cui la croce rossa in campo bianco potrebbe non essere

percepita come emblema neutrale, la CRI potrà decidere di utilizzare temporaneamente e

limitatamente ai quei territori - ove ne reputi opportuno l’uso per aumentare la garanzia di

protezione del proprio personale, nonché dei propri mezzi e strutture - il cristallo rosso in campo

bianco come simbolo di protezione.

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Croce Rossa Italiana Comitato locale di Reggio Emilia 40

I sette principi fondamentali____________________________

Il Movimento della Croce-Rossa opera nel campo dell'aiuto umanitario sulla base di sette principi

fondamentali comuni, adottati dalla XXa Conferenza Internazionale della Croce-Rossa svoltasi a

Vienna nel 1965, che costituiscono lo spirito e l'etica della Croce-Rossa e della quale sono garanti e

guida. Essi sintetizzano i fini del Movimento e i mezzi con cui realizzarli.

Primo e fondamentale principio è

L’Umanità

"Nata dalla preoccupazione di recare soccorso senza alcuna discriminazione ai feriti nei campi di

battaglia, la Croce-Rossa, sotto il suo aspetto internazionale e nazionale, si sforza di prevenire e di

alleviare in ogni circostanza le sofferenze degli uomini. Essa tende a proteggere la vita e la salute e

a far rispettare la persona umana. Favorisce la comprensione reciproca, l'amicizia e una pace

duratura fra tutti i popoli".

Non è dunque solo il soccorso, prettamente detto, la preoccupazione primaria della Croce-Rossa; il

Movimento giudica quale obiettivo primario dei suoi interventi anche la prevenzione alla

sofferenza, ed è per questo che tutti gli operatori della Croce-Rossa nel mondo si preoccupano di

diffondere l'educazione alla salute, la conoscenza dei principi fondamentali del Diritto

Internazionale Umanitario e dei principi della Croce-Rossa che devono, comunque, essere alla base

della coscienza di ogni uomo. .

L'azione che il Comitato Internazionale pone in essere per lo sviluppo, il controllo e la diffusione

del Diritto Internazionale Umanitario è la base fondamentale della pace tra gli uomini: è

importante, infatti, che in ogni uomo venga formata una coscienza che si fondi sul diritto, un

diritto che lo stesso nome definisce "umanitario", affinché l'Uomo e la sua dignità vengano

rispettati in ogni frangente.

Ma la Croce-Rossa non intende la pace esclusivamente come semplice assenza di guerra bensì

come un processo dinamico di cooperazione tra tutti gli Stati e i popoli, che si fondi sul rispetto

della libertà, dell'indipendenza, della sovranità nazionale, dell'uguaglianza, dei diritti dell'uomo,

nonché su una giusta ed equa ripartizione delle risorse destinate a soddisfare i bisogni dei popoli.

Per rispettare la persona umana è necessario rispettare la sua vita, la libertà, la salute fisica, le sue

idee e i suoi costumi. E perché ciò avvenga la Croce-Rossa si è data un secondo principio:

Manuale corso informativo “Liceo Scientifico Aldo Moro”

Croce Rossa Italiana Comitato locale di Reggio Emilia 41

L’Imparzialità

La Croce-Rossa "non fa alcuna distinzione di nazionalità, di razza, di religione, di condizione sociale

e appartenenza politica. Si adopera solamente per soccorrere gli individui secondo le loro

sofferenze dando la precedenza agli interventi più urgenti". Vengono eliminati così i concetti di

superiorità e inferiorità ridando ad ogni persona pari dignità. Ed ancora un terzo principio

garantisce la correttezza dell'azione della Croce-Rossa.

La Neutralità

"Al fine di conservare la fiducia di tutti, il Movimento si astiene dal prendere parte alle ostilità e, in

ogni tempo, alle controversie di ordine politico, razziale, religioso e filosofico". Poiché la Croce-

Rossa agisce, come si è visto, anche in tempo di conflitto armato, essa pone la sua struttura al

servizio della collettività senza appoggiare o favorire gli interessi di alcuno Stato in particolare. E'

questa la garanzia perché essa ottenga la fiducia da parte di tutti.

Ma ne è garante ancora un altro principio:

L’Indipendenza

"La Croce Rossa è indipendente. Le Società nazionali, ausiliarie dei poteri pubblici nelle loro attività

umanitarie e sottomesse alle leggi che reggono i loro rispettivi paesi, devono però conservare

un'autonomia che permetta di agire sempre secondo i principi della Croce-Rossa".

Questo principio non si riferisce soltanto ai poteri pubblici ma a tutto ciò che può far deviare la

Croce Rossa dai fini che essa si è preposti. Anche se le singole Società Nazionali possono essere

sovvenzionate principalmente dallo Stato cui appartengono, esse devono mantenere la propria

autonomia nei confronti di ingerenze politiche, avendo come scopo la sola ed esclusiva attività

umanitaria e pur collaborando in questa con lo Stato.

Manuale corso informativo “Liceo Scientifico Aldo Moro”

Croce Rossa Italiana Comitato locale di Reggio Emilia 42

Il soccorso volontario e disinteressato è necessario soprattutto in tempo di guerra. La guerra,

infatti, troppo spesso coinvolge l'animo degli uomini negando la serenità di giudizio e di un'opera

obiettiva. In aiuto di ciò viene il principio del

Carattere Volontario

"La Croce-Rossa è un'istituzione di soccorso volontaria e disinteressata".

Volontario è colui che aderisce ad un'organizzazione di sua

spontanea volontà, senza alcuna costrizione. Ciò non toglie

che le sue prestazioni possano essere retribuite. In Croce-

Rossa, infatti, vi sono volontari che danno le loro

prestazioni gratuite nel tempo libero e coloro che sono in

tutto e per tutto dipendenti di essa, ma tutti devono aver

fatto una scelta ben precisa e libera, con il desiderio di

aderire ai principi fondamentali e, soprattutto, di aiutare il

prossimo sofferente. In Croce-Rossa è importante non solo

avere l'attitudine al lavoro da svolgere, sia esso

amministrativo, tecnico, sanitario, ma soprattutto occorre

avere in sé la convinzione e la forza morale di vivere in

spirito di servizio.

Unità

"In uno stesso Paese può esistere una ed una sola Società di Croce-Rossa. Deve essere aperta a

tutti ed estendere la sua azione umanitaria a tutto il territorio".

L'unità della Croce-Rossa è un elemento di pace all'interno della nazione.

Questo principio comprende anche l'estensione su tutto il territorio dell'opera della Croce-Rossa.

E' infatti necessario che l'organizzazione della Croce-Rossa sia capillare e pertanto la sua presenza

è in ogni città e paese. Il principio di Unità è un invito a tutti coloro che operano all'interno della

Croce-Rossa a sentirsi componenti affiatati e uniti in una sola associazione, con gli stessi diritti e gli

stessi doveri, ma soprattutto aventi alla base del proprio impegno lo stesso spirito umanitario e gli

stessi ideali.

In un mondo sempre più interdipendente, è più che mai attuale la volontà di cooperare per salvare

l'Uomo:

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Croce Rossa Italiana Comitato locale di Reggio Emilia 43

Universalità

"La Croce-Rossa è un'istituzione universale in seno alla quale tutte le Società hanno uguali diritti

ed il dovere di aiutarsi reciprocamente".

Ogni azione di solidarietà, ogni programma di sviluppo della Croce-Rossa si fonda sulla visione

globale dei bisogni e, su questa base, essa forgia strutture e risposte adeguate. L'isolativismo è

superato e nessun individuo, nessun Paese, anche se lo potrebbe, agisce da solo. Tutti i programmi

di sviluppo e di soccorso hanno per obiettivo l'affermazione delle capacità delle popolazioni a far

fronte a situazioni di crisi, l'aiuto della Croce-Rossa è teso a rafforzare le loro capacità, a dare loro i

mezzi e la forza per essere protagonisti del loro futuro. Contribuire al miglioramento delle

condizioni di vita e ridurre così la vulnerabilità degli

individui grazie anche a dei piani di sviluppo associati a

programmi di prevenzione delle catastrofi sono l'obiettivo

che la Croce-Rossa si è data per giungere alla fine del

Millennio. "Dignità per tutti" è quanto il Movimento della

Croce-Rossa tende a realizzare nel primo decennio del

2000.

Il Movimento__________________________________________

Il Movimento Internazionale della Croce-Rossa rappresenta una forza di 120 milioni di persone

animate dalla stessa vocazione e la stessa generosità, unite da sette principi fondamentali. Esso

costituisce la più straordinaria catena di solidarietà del mondo. Il Movimento è un'organizzazione

internazionale non governativa, istituzionalizzata nel 1928 dalla XIII Conferenza internazionale

dell'Aja, e coordina su scala mondiale numerosi membri: il Comitato Internazionale della Croce-

Rossa, la Federazione Internazionale delle Società Nazionali di Croce-Rossa e di Mezzaluna-Rossa e

le Società Nazionali. Sono organi del Movimento, invece, la Conferenza Internazionale, il Consiglio

dei Delegati e la Commissione Permanente.

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Croce Rossa Italiana Comitato locale di Reggio Emilia 44

I membri del movimento

Il Comitato internazionale della Croce-Rossa

Garante dell'applicazione delle Convenzioni di Ginevra, il Comitato Internazionale della Croce-

Rossa è un intermediario neutrale in caso di conflitto armato e di disordini. Esso mette in opera

tutti i mezzi giuridici, tecnici e finanziari di cui dispone per assicurare protezione e assistenza alle

vittime dei paesi colpiti dalle guerre e dai disordini che generano drammi umani. Il Comitato

Internazionale della Croce-Rossa, nato a Ginevra come "Comitato dei Cinque", è un'associazione

privata retta dal diritto della Confederazione Elvetica. E' comunque indipendente dal governo

svizzero e mantiene la sua neutralità sul piano politico, ideologico e religioso. E', infatti,

un'istituzione umanitaria neutrale e indipendente, con sede a Ginevra, disciplinata da uno Statuto

adottato nel 1973 e più volte emendato. Il suo agire a livello internazionale lo fa rientrare nella

categoria delle organizzazioni internazionali non governative. Esso comprende massimo

venticinque cittadini svizzeri scelti per cooptazione, sistema che contribuisce a garantirne

l'indipendenza e l'imparzialità.

I suoi organi sono:

l'Assemblea, che ha il compito di definire la politica generale e di esercitare la sorveglianza

sulle sue attività ed ha il potere di revisione dello Statuto;

il Consiglio Esecutivo, formato massimo da sette membri, essendo incaricato di

concretizzare le direttive dell'Assemblea e della sorveglianza sugli affari amministrativi,

costituisce la struttura operativa dell'ente;

la Direzione, costituita dai direttori dei vari Dipartimenti, si occupa della gestione specifica

dei settori sulla base delle direttive del Consiglio esecutivo.

Il Comitato Internazionale della Croce-Rossa (C.I.C.R.) è finanziato dai contributi volontari delle

Società Nazionali, dai governi firmatari le Convenzioni di Ginevra del '49 e dai lasciti e dalle

donazioni dei privati. In caso di necessità urgenti, come in occasione di calamità o di interventi a

grande livello, il C.I.C.R. lancia appelli particolari agli Stati, alle Società Nazionali ed alle

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Croce Rossa Italiana Comitato locale di Reggio Emilia 45

organizzazioni intergovernative o private. Esso è depositario dei principi fondamentali del

Movimento ed è delegato al riconoscimento delle Società Nazionali di nuova formazione ed al

controllo della compatibilità delle modifiche che le Società Nazionali già riconosciute desiderano

apportare ai propri statuti.

Le funzioni del Comitato Internazionale possono essere schematicamente distinte in due grandi

settori: lo sviluppo e la diffusione del Diritto internazionale umanitario da una parte, la protezione

e l'assistenza delle vittime dei conflitti armati interni e internazionali dall'altra. Il Comitato

Internazionale della Croce-Rossa ha tra i suoi compiti principali quello di lavorare al

perfezionamento del Diritto internazionale umanitario (D.I.U.), alla comprensione ed alla

diffusione delle Convenzioni di Ginevra e di prepararne l'eventuale sviluppo. Le Convenzioni di

Ginevra del '49 e i tre Protocolli aggiuntivi sono nati, infatti, da progetti del Comitato così come

quella prima Convenzione di Ginevra del 1864. Sempre legato al Diritto internazionale umanitario,

un altro compito del C.I.C.R. è la diffusione delle norme del D.I.U. La conoscenza del Diritto

internazionale umanitario da parte di tutte le persone protette costituisce, infatti, una condizione

indispensabile perché questo diritto sia rispettato. Una delle cause non ultime della violazione

delle sue norme è, infatti, la non conoscenza delle stesse da parte di coloro che dovrebbero

metterle in pratica. In caso di conflitto, sulla base del D.I.U. e grazie ai suoi principi di neutralità ed

imparzialità, il Comitato Internazionale della Croce-Rossa esercita una funzione di intermediario

tra le vittime dei conflitti armati e gli Stati; ed in particolare:

ha il compito fondamentale di fornire protezione e assistenza alle vittime dei conflitti;

ha la possibilità di intrattenersi con i prigionieri di guerra e con gli internati civili senza

testimoni, al fine di accertarne le condizioni, intervenendo presso la Potenza detentrice se

queste non sono idonee;

raccoglie notizie sui prigionieri di guerra, sui feriti e sugli internati civili e le trasmette ai

familiari. Lo stesso compito viene svolto dal C.I.C.R. tra gli abitanti di una zona occupata ed

i loro parenti che si trovano dall'altra parte del fronte;

organizza e convoglia soccorsi per le popolazioni civili dei territori occupati quando la

Potenza occupante non è in grado di procurare sufficienti mezzi di sostentamento

essenziali alla popolazione, vigilando che questi siano realmente distribuiti;

offre i suoi servigi per facilitare l'istituzione di zone e località sanitarie e di sicurezza;

può fungere da Potenza Protettrice per salvaguardare gli interessi delle Parti in conflitto;

offre i propri servigi alle Parti in caso di conflitto armato a carattere non internazionale.

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Croce Rossa Italiana Comitato locale di Reggio Emilia 46

La Federazione Internazionale della Croce-Rossa e della Mezzaluna-Rossa

Composta dall'insieme delle Società Nazionali, la

Federazione assicura l'assistenza alle popolazioni

vittime della discriminazione e di catastrofi. La

Federazione Internazionale coordina le azioni di

soccorso d'urgenza in caso di catastrofi naturali e

realizza progetti di cooperazione nei paesi in via di

sviluppo. Nello stesso tempo partecipa, per mezzo

di aiuti strutturali, allo sviluppo delle Società

Nazionali.

Subito dopo la prima guerra mondiale, nella

previsione e nella speranza che non vi sarebbe stato un nuovo conflitto, ci si pose il problema

dell'utilizzo del numeroso personale e dei mezzi della Croce-Rossa. Il diffondersi di epidemie come

il colera e il tifo suggerì al Presidente della Croce-Rossa degli Stati Uniti, Henry Davison, di federare

le varie Società Nazionali in un'unica organizzazione internazionale che si ponesse come scopo il

miglioramento della salute e la prevenzione delle malattie, intervenendo a favore della sanità

pubblica e nell'organizzazione di soccorsi in caso di catastrofi naturali. Nacque così, il 5 maggio del

1919, a Parigi - con sede a Ginevra dal 1939 - la Lega delle Società Nazionali della Croce-Rossa, i cui

membri fondatori furono le Società Nazionali degli Stati Uniti, Gran Bretagna, Spagna, Francia,

Giappone ed Italia.

Dal 1991 la Lega delle Società Nazionali della Croce-Rossa prende il nome di Federazione

Internazionale delle Società Nazionali di Croce-Rossa e di Mezzaluna-Rossa e di essa fanno parte,

ad oggi, 183 Società Nazionali. La Federazione è

un'associazione privata internazionale non

governativa il cui finanziamento è assicurato dai

contributi annuali delle Società Nazionali ed ha

come organi: l'Assemblea, formata dalle unità

periferiche delle Società Nazionali, il Consiglio

Esecutivo, il Tesoriere, la Commissione

permanente di ripartizione delle quote, la

Commissione delle finanze e eventuali organi

sussidiari.

Manuale corso informativo “Liceo Scientifico Aldo Moro”

Croce Rossa Italiana Comitato locale di Reggio Emilia 47

Essa ha per compiti:

agire in qualità di organo permanente di coordinamento tra le Società Nazionali e portare

assistenza;

recare soccorso, con tutti i mezzi possibili, alle vittime delle catastrofi, organizzando e

coordinando l'azione di soccorso a livello internazionale delle Società Nazionali;

favorire la creazione e lo sviluppo di nuove Società Nazionali;

aiutare le Società Nazionali ad intraprendere attività volte al miglioramento della salute

della popolazione, alla preparazione dei soccorsi e alla prevenzione alle catastrofi;

collaborare con il Comitato Internazionale nella diffusione del Diritto internazionale

umanitario e dei principi fondamentali della Croce-Rossa e nelle altre iniziative umanitarie

da esso intraprese.

Le Società Nazionali della Croce-Rossa e della Mezzaluna-Rossa

Delle dieci "Società di soccorso ai feriti militari", che si erano costituite subito dopo la Conferenza

internazionale del 1863, si è passati alle 59 Società Nazionali del dopo guerra fino alle attuali 183

società, che raccolgono più di 120 milioni di aderenti. Le singole Società Nazionali vengono

riconosciute in base ad alcune condizioni determinate dalla XVII Conferenza Internazionale di

Stoccolma del 1948, volte a garantire la conformità dei loro statuti ai principi fondamentali della

Croce-Rossa, nonché ad evitare che esse, obbligate ad adattarsi alle condizioni dei rispettivi Paesi,

assumano fisionomie troppo difformi. Come si è visto, il Comitato Internazionale della Croce-Rossa

ha il compito di riconoscere una nuova Società Nazionale in base alle seguenti condizioni:

essere costituita in uno Stato indipendente firmatario delle Convenzioni di Ginevra;

essere l'unica Società Nazionale di quello Stato, con un organo centrale che la rappresenti

anche in campo internazionale;

essere riconosciuta dal proprio governo come associazione volontaria e ausiliaria dei poteri

pubblici;

godere di un'autonomia che le permetta di agire secondo i principi fondamentali della

Croce-Rossa;

fare uso della denominazione e dell'emblema della croce rossa o della mezzaluna rossa

secondo le Convenzioni di Ginevra;

avere un'organizzazione efficiente;

essere aperta a tutti senza fare distinzione di razza, religione, classe, opinione politica;

aderire agli Statuti della Croce-Rossa Internazionale;

Manuale corso informativo “Liceo Scientifico Aldo Moro”

Croce Rossa Italiana Comitato locale di Reggio Emilia 48

aderire ai principi fondamentali della Croce-Rossa e svolgere la propria azione ispirandosi

allo spirito delle Convenzioni di Ginevra.

E' chiaro che ogni Società Nazionale opera adattando la propria azione al contesto sociale ed ai

bisogni del proprio Paese ma, in generale, i suoi compiti possono essere così riassunti:

in tempo di conflitto armato: soccorrere e curare i feriti ed i malati, assistere i prigionieri,

gli internati ed i civili, addestrare il personale infermieristico, distribuire soccorsi, ricercare i

dispersi;

in tempo di pace: predisporre quanto necessario per intervenire in caso di un conflitto,

partecipare ai soccorsi in caso di catastrofi sia nazionali che internazionali, svolgere una

vasta gamma di attività in campo sanitario-sociale, realizzare programmi destinati alla

gioventù, diffondere i principi fondamentali della Croce-Rossa e il Diritto internazionale

umanitario.

Internazionale, istituita all'Aja nell'ottobre del 1928.

La Croce Rossa Italiana

La Croce Rossa Italiana è un'Associazione riconosciuta come ente di diritto pubblico dalla Legge

n.70 del 1975. Ausiliaria dei poteri pubblici, partecipa a tutti gli sforzi di prevenzione, di

educazione, di protezione sanitaria e medico-sociale su tutto il territorio nazionale. Questo

contributo all'evoluzione della società si traduce per mezzo della preoccupazione permanente di

migliorare le condizioni generali della vita ed il benessere collettivo. A tal proposito, essa lavora su

soluzioni innovatrici da portare nei domini della casa, dell'impiego, dell'educazione, della salute e

dell'integrazione. In partenariato con differenti attori sociali - imprese, associazioni, collettività

locali e territoriali, Stato, Unione Europea e organismi dell'ONU - la C.R.I. si pone al cuore del

dispositivo dell'azione sociale per tutto quello che concerne i suoi campi di intervento: salute,

solidarietà, soccorsi in Italia e nel mondo.

L'insieme delle particolarità della Croce Rossa Italiana ne fa uno dei principali attori dell'azione

sociale in Italia in quanto promotrice di progetti e di programmi al servizio dei più vulnerabili.

La C.R.I. interviene soprattutto dove la necessità si fa sentire, secondo i suoi mezzi e le sue

competenze. I valori che questa diffonde e le risorse di cui dispone ne fanno una forza di azioni e

di proposizioni di fondamentale importanza.

Manuale corso informativo “Liceo Scientifico Aldo Moro”

Croce Rossa Italiana Comitato locale di Reggio Emilia 49

La storia della Croce Rossa Italiana

Il primo "Comitato dell'Associazione Italiana per il

soccorso ai feriti ed ai malati in guerra" si

costituisce a Milano ad opera del Comitato Medico

Milanese dell'Associazione Medica Italiana il 15

giugno 1864, ben due mesi prima della firma della

Convenzione di Ginevra.Questo inizia subito la sua

attività sotto la presidenza del dottor Cesare

Castiglioni, il quale, due mesi dopo la costituzione

del Comitato, viene chiamato a Ginevra, insieme ad

altri delegati italiani, per esporre quanto fatto a Milano e cosa pensa di fare in avvenire in favore

dei feriti e dei malati in guerra. Il 22 agosto 1864 viene sottoscritta, anche dall'Italia, la

Convenzione di Ginevra. L'11 dicembre dello stesso anno si tiene, a Milano, un congresso in cui si

approva il regolamento del Comitato di Milano come Comitato Centrale per il coordinamento delle

attività dei costituendi nuovi comitati. Il 20 giugno 1866 l'Italia dichiara guerra all'Austria e le

prime quattro "squadriglie" di volontari partono alla volta di Custoza. Da allora la Croce Rossa

Italiana è sempre presente e attiva nei conflitti che vedono impegnata l'Italia, sino alla II Guerra

Mondiale. Nello stesso tempo si occupa della lotta alla tubercolosi e alla malaria. Crea stazioni,

ambulatori e ambulanze antimalariche nelle Paludi Pontine, in Sicilia e in Sardegna. Da allora la

C.R.I. è presente su tutto il territorio nazionale dall'alluvione nel Polesine del 1951 alla frana che

ha colpito Sarno nel 1998.

Manuale corso informativo “Liceo Scientifico Aldo Moro”

Croce Rossa Italiana Comitato locale di Reggio Emilia 50

Le componenti

Il corpo militare

Da sempre uno dei principi essenziali che è alla base delle Società

Nazionali di Croce Rossa e Mezza Luna Rossa è stato quello di portare

soccorso alle vittime civili e militari dei conflitti armati e, quindi, di

servire come ausiliari dei servizi sanitari delle FF. AA. dei rispettivi

Paesi.

E' questo il ruolo tradizionale svolto da ogni Società di Croce Rossa fin

dalle origini del Movimento; tale ruolo di ausiliarietà dei servizi sanitari delle FF.AA. si trova

consacrato sia nella Convenzione di Ginevra del 22 agosto 1864 sia nella risoluzione adottata dalla

relativa conferenza diplomatica. Nell'articolo n. 6 di tale risoluzione è espressamente previsto che

il personale fornito per tale esigenza dai Comitati di soccorso (oggi Società Nazionali di Croce

Rossa) venga posto "sous la direction des chefs militaires".

Questo ruolo tradizionale risulta poi puntualmente recepito nell'art. 26 della 1A Convenzione di

Ginevra del 12 agosto 1949 che assimila a tutti gli effetti il personale delle Società Nazionali di

Croce Rossa, debitamente riconosciute e autorizzate dal proprio governo, al personale sanitario

militare delle FF.AA..

Nella parte finale di tale articolo questa assimilazione del personale militare della Croce Rossa al

personale sanitario militare delle FF.AA. è subordinato alla condizione che lo stesso sia sottoposto

alle “leggi ed ai regolamenti militari”.

Storicamente quindi è indubitabile che il ruolo fondamentale delle Società

Nazionali di Croce Rossa e Mezza Luna Rossa fosse, come in effetti è stato, quello di collaborare in

caso di conflitto armato con i servizi salutari militari dei rispettivi Paesi mediante proprio

personale sottoposto alle leggi ed ai regolamenti militari.

Tale ruolo di ausiliarietà dei servizi di sanità delle FF.AA. viene puntualmente recepito come

condizione "di riconoscimento delle Società Nazionali dalla XII Risoluzione della XVIIA Conferenza

Internazionale della Croce Rossa di Stoccolma nel 1948": in tale risoluzione, per i Paesi che

dispongono di Forze Armate, espressamente, rinvia ai requisiti di cui all'art. 26 della 1A

Convenzione di Ginevra del 1949. Il ruolo di ausiliaria dei servizi sanitari delle FF.AA. è tutt'ora

implicitamente riconfermato nelle condizioni di riconoscimento delle Società nazionali previste

Manuale corso informativo “Liceo Scientifico Aldo Moro”

Croce Rossa Italiana Comitato locale di Reggio Emilia 51

nell’art.4, punto 6) dello Statuto del Movimento Internazionale della Croce Rossa che fa esplicito

riferimento a "/a préparation dès le temps de paix aia taches qui lui incomberli au cas de conflit

arme" .

Storicamente l'Associazione Italiana della Croce Rossa è stata, si può dire da sempre, strutturata

con una specifica, talvolta prevalente, finalizzazione al suddetto ruolo di ausiliarietà delle FF.AA..

Fin dal 1 giugno 1866, con circolare n. 2146 del Ministero della Guerra veniva prevista la

formazione da parte della C.R.I. di "squadriglie volontarie d'ambulanza composte da ufficiali

sanitari e da infermieri. Dette squadre, destinate ad essere aggregate alle ambulanze di riserva del

Quartiere generale di ciascun Corpo dell'Esercito o ad un'ambulanza divisionale, s'intenderanno

far parte integrante per tutto ciò che riguarda il servizio delle succitate unità".

Inoltre, durante la permanenza al campo il personale delle squadre doveva essere assoggettato

agli ordini ed alla disciplina militare alla stessa stregua del personale sanitario militare

propriamente detto, del quale venivano assunti "in toto" doveri e diritti.

II ruolo dei Corpi della CRI ausiliari delle FF.AA. oltre che in linea dei principi ispiratori del

movimento internazionale della Croce Rossa - soccorso ai feriti ed ai malati nei conflitti armati - è

da ritenersi perfettamente compatibile con il rispetto dei principi fondamentali del Movimento

approvati dalla XX Conferenza Internazionale di Vienna nel 1965 che risultano puntualmente

recepiti nelle parti del vigente Statuto.

Corpo delle Infermiere Volontarie

Il Corpo delle Infermiere Volontarie ausiliarie delle FF.AA. fa risalire la

sua origine al 1908 anno in cui sorse a Milano la prima scuola, subito

seguita da quella romana presso l'Ospedale Militare "Celio".

Nel 1994 al 31/12 risultano iscritte nel ruolo attivo n. 5.096 Infermiere

Volontarie e n. 10.021 iscritte nel ruolo riserva.

Nacquero così le "Crocerossine" come vengono affettuosamente

chiamate, con l'emanazione del primo regolamento in cui si legge "Lo scopo della scuola è quello

di avere a disposizione un certo numero di Infermiere Volontarie per poterle distribuire nelle varie

formazioni sanitarie di guerra ed in posti di pronto soccorso in tempo di pace".

Da allora, attraverso terremoti, due conflitti mondiali, guerre piccole e grandi, alluvioni, calamità

naturali in Italia e all'Estero le Infermiere Volontarie sono pronte ad intervenire ovunque ci sia

sofferenza, sempre al di sopra delle parti secondo i principi di umana solidarietà, propri della

Manuale corso informativo “Liceo Scientifico Aldo Moro”

Croce Rossa Italiana Comitato locale di Reggio Emilia 52

CroceRossa.

La qualifica di Infermiera Volontaria si ottiene con la frequenza obbligatoria di un corso teorico di

due anni, completata da quello pratico che si svolge negli ospedali militari e civili. I programmi,

approvati dai Ministri di Sanità e Difesa, vengono svolti da Docenti Universitari di chiara fama.

Una volta diplomate, al fine di essere pronte ad intervenire con tempestività e competenza dove

necessario le Infermiere Volontarie si preparano partecipando tra l'altro al programma di

addestramento istituito di concerto con lo Stato Maggiore della Difesa con la collaborazione dello

Stato Maggiore Esercito e Aeronautica.

Le Sorelle partecipano ai Corsi S.A.R. (Search and Rescue) a bordo di vettori aerei, ai Corsi per

"assistenti dell'aria" presso l'A.L.E. (Aviazione Leggera Esercito), possono ottenere la qualifica di

Ufficiale addetto al caricamento aereo U.E.O. (United Emplaning Officer).

Dal 1989 lo Stato Maggiore della Difesa sancisce con una disposizione ben precisa, pur non

scostandosi dal Regolamento del Corpo, l'impiego delle Infermiere Volontarie ogni volta che sia

impiegata la componente sanitaria. A tale scopo si svolgono ogni anno, con le Regioni Militari di

competenza e di concerto con la Protezione Civile esercitazioni per il soccorso e l'assistenza alle

popolazioni, simulando calamità di varia natura.

Le Infermiere Volontarie prestano la loro attività presso gli Ospedali militari e civili, gli ambulatori,

i posti di Pronto Soccorso, i Centri Trasfusionali in quelli attrezzati per le vaccinazioni e sulle

ambulanze, ecc. Esse operano inoltre presso i Centri per l'assistenza ai tossicodipendenti, agli

anziani, alle donne mastectomizzate; si dedicano alla riabilitazione dei portatori di handicap con

l'ippoterapia e svolgono servizi sociali e sanitari a domicilio nelle borgate e nelle colonie estive.

Assistono malati terminali e malati affetti da A.l.D.S.

Sempre più richiesta la presenza nei Posti di Pronto Soccorso durante le manifestazioni sportive e

le cerimonie civili e religiose.

Nel 1994 n. 18 II.VV. hanno prestato servizio al seguito delle FF.AA. nell'ambito Operazione

ALBATROS (Mozambico) che è terminata nel settembre dello stesso anno.

Manuale corso informativo “Liceo Scientifico Aldo Moro”

Croce Rossa Italiana Comitato locale di Reggio Emilia 53

Volontari del soccorso (V.d.S.)

Nell'ambito della Croce Rossa Italiana la Componente dei Volontari del

Soccorso rappresenta il movimento più numeroso in servizio attivo.

Eletti democraticamente su tutto il territorio nazionale, prestano la loro

opera a titolo gratuito.

La componente dei Volontari del Soccorso della CRI può contare su un

ampio ventaglio dì operatività, toccando tutti gli aspetti del sociale.

Le Attività: Servizio Trasporto Infermi, Primo Soccorso, Attività Socio-Assistenziali con

specializzazione delle Squadre di Soccorso per l'Emergenza Psicologica, Educazione Sanitaria,

Protezione Civile, Immigrazione, Soccorso in Mare, in Pista, in Grotta ed in Montagna, diffusione

del Diritto Internazionale Umanitario, Emergenza Nazionale ed Internazionale legata a calamità ed

a situazioni di conflitto armato nei vari paesi interessati.

I VDS sono disciplinati dal Regolamento per l'organizzazione ed il funzionamento delle Componenti

Volontaristiche della CRI, approvato dall'O.C. n. 362/05 del 01.07.2005.

I Volontari del Soccorso della C.R.I. concorrono, nel rispetto delle disposizioni impartite dalla

propria Componente di appartenenza, allo svolgimento delle seguenti attività:

promuovono, coordinano e svolgono le attività di emergenza sanitaria, di pronto soccorso

e di trasporto infermi anche negli interventi di protezione civile in seguito a calamità o

disastri;

promuovono nel rispetto delle normative di settore l’attività di formazione e di

preparazione del personale nelle materie sopra indicate

organizzano simulazioni, anche pubbliche, riferite alle tecniche di intervento sanitario;

organizzano e promuovono l’attività del soccorso organizzato e le correlate competizioni ai

vari livelli territoriali;

organizzano e diffondono le tecniche di rianimazione cardio-polmonare di base di

competenza del personale laico;

alle attività socio-sanitarie e socio assistenziali sulla base di convenzioni stipulate con Enti

pubblici e privati ed Istituzioni e di soccorso psicologico in caso di calamità ed emergenza;

alla diffusione del Diritto Internazionale Umanitario;

alle attività connesse con il soccorso cinofilo, con il soccorso ed il salvataggio in acqua, con

il soccorso in montagna e su piste da sci e con ogni altra attività speciale autorizzata;

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Croce Rossa Italiana Comitato locale di Reggio Emilia 54

a tutte le altre attività istituzionali approvate dagli Organi Nazionali di ciascuna

Componente;

a tutte le altre attività ed iniziative istituzionali conformi ai fini statutari, in quanto

preventivamente esaminate ed approvate dal Comitato C.R.I. di appartenenza.

Comitato Nazionale Femminile

Il Comitato Nazionale Femminile della Croce Rossa italiana è una delle

sei componenti della Croce Rossa Italiana.

Opera con 252 Sezioni e 30.000 volontarie attive.

All'interno della CRI il CNF assolve al compito essenziale di assistenza a

favore dei meno abbienti, delle categorie a rischio e di tutto coloro che

sono coinvolti in emergenze di vario genere.

Attualmente l'attività del CNF è rivolta sempre più spesso a gruppi omogenei per nazionalità o per

tipo di problematiche come nel caso di immigrati da zone extracomunitarie, nomadi, profughi ma

anche carcerati, tossicodipendenti, emarginati in genere.

Un altro ruolo fondamentale, come da art. 2 del regolamento del CNF, consiste nella continua

opera della componente per la divulgazione dell'immagine ed i Principi della Croce Rossa mediante

proprie iniziative e l'accesso agli organi di informazione.

Le volontarie del Comitato Nazionale Femminile sostengono iniziative come il telesoccorso,

l'ippoterapia, il progetto cuore, l'ambulatorio odontoiatrico per portatori di handicap con

assistenza domiciliare per malati non trasportabili, l'assistenza morale e materiale a famiglie di

Manuale corso informativo “Liceo Scientifico Aldo Moro”

Croce Rossa Italiana Comitato locale di Reggio Emilia 55

bambini trapiantati o malati di cancro anche presso i reparti di oncologia pediatrica offrendo

ospitalità in appositi centri di accoglienza e foresteria, l'assistenza ai malati terminali di AIDS.

Numerose volontarie inoltre partecipano alle campagne per la salvaguardia dei diritti umani e

della vita, come è accaduto per la lotta alla diffusione delle mine antiuomo.

Per far fronte alle esigenze del territorio le volontarie seguono in numero sempre crescente corsi

di Primo Soccorso, Monitore e Capo Monitore, Diritto Internazionale Umanitario, Educazione alla

salute, Assistenza ospedaliera, Assistenza all'anziano ammalato, alla madre ed al bambino.

Il Comitato Nazionale Femminile è sempre presente negli interventi della Croce Rossa Italiana nel

caso di emergenze nazionali ed internazionali accanto agli organi di Protezione Civile.

Il CNF per raggiungere l'autosufficienza sensibilizza le aderenti sia con il pagamento della quota di

iscrizione sia promuovendo raccolte di fondi.

A questo fine le Sezioni vengono invitate a organizzare manifestazioni benefiche in modo da

ottenere gli apporti economici necessari.

I Compiti del Comitato Nazionale Femminile sono:

promuovere e coordinare iniziative assistenziali socio-sanitarie anche integrative

dell’azione svolta dalla C.R.I. nei vari settori di competenza inclusa la protezione civile;

attuare adeguate forme di assistenza sanitaria e sociale con particolare riguardo ai malati,

all’infanzia, agli anziani, agli handicappati, ai profughi ed a tutti gli emarginati in genere;

promuovere ogni opportuna iniziativa destinata alla raccolta di fondi utili ai fini

dell’assistenza.

Esso inoltre collabora alla divulgazione dell’immagine e dei principi della Croce Rossa

mediante manifestazioni e l’accesso agli Organi di informazione.

L’azione del Comitato Nazionale Femminile si svolge in conformità alle direttive impartite

dagli Organi Centrali della C.R.I.

Pionieri

I Pionieri della Croce Rossa Italiana sono la Componente volontaristica

anagraficamente più giovane dell'Associazione: è possibile infatti

iscriversi dal quattordicesimo anno di età. Il Movimento nasce negli

anni Quaranta, quando vengono costituiti, presso alcuni Comitati, dei

Gruppi attivi della Croce Rossa Italiana Giovanile. Vengono chiamati

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Croce Rossa Italiana Comitato locale di Reggio Emilia 56

dapprima "Pionieri della Fraternità", in seguito solo "Pionieri" allorché la Componente acquisisce

una strutturazione nazionale ed indipendente dalla CRI Giovanile.

Per diventare Pionieri bisogna partecipare ad un corso di tre mesi, comprendente lezioni di

carattere teorico e pratico, che verte su argomenti di Primo Soccorso, Educazione Sanitaria, Diritto

Internazionale Umanitario, Storia del Movimento di Croce Rossa, Protezione Civile ed altre materie

attinenti le attività svolte dalla Componente in sede locale e nazionale.

La nomina di Pioniere viene conferita dopo il superamento di un esame teorico - pratico, ed in

seguito ad un tirocinio di tre mesi. I corsi sono organizzati con cadenza annuale dai Gruppi Pionieri

esistenti sul territorio e dalle Unità CRI locali, in collaborazione con gli Ispettorati Regionali

Pionieri, invece, nelle città in cui la Componente non è ancora presente.

Attualmente i Pionieri sono circa 19 mila, organizzati in 260 Gruppi, costituiti presso i Comitati

Provinciali, i Comitati Locali ed i vari Comuni d'Italia.

Le attività svolte dai Pionieri sono quelle istituzionali dell'Associazione; questi sono infatti attivi

nella diffusione del Primo Soccorso e dell'Educazione Sanitaria, partecipano agli interventi in caso

di emergenza e di calamità, curano servizi di Animazione e di Segretariato Sociale in favore di

Disabili, Anziani e Giovanissimi, promuovono attività e servizi a favore delle Popolazioni migranti e

dei Profughi.

Lavorano nelle corsie degli Ospedali, nelle Case di Riposo, nei Reparti Pediatrici, nelle Scuole, nei

Centri di Accoglienza. Svolgono anche Attività di Assistenza Domiciliare per le categorie vulnerabili

della popolazione (anziani, disabili, ammalati), anche tramite i servizi con Scooter delle "Unità

Mobili di Assistenza al Cittadino" (UMAC) attivi in alcune città italiane ed in continua diffusione.

Donatori di Sangue

La componente è nata subito dopo la Seconda Guerra Mondiale per

affrontare il problema della carenza di sangue. Dal 1971 i Donatori di

Sangue hanno cominciato a sensibilizzare la donazione del sangue

periodica, sensibilizzando anche nelle aziende e nei posti di lavoro.

Le attività della componente vanno dalla formazione di una cultura

trasfusionale, alla donazione periodica di sangue. Possono farne parte tutti coloro tra i 18 e i 65

anni, in possesso di buona salute e che vogliano donare sangue in maniera anonima e gratuita.