Cavallini La Calma Romanza - Edizioni Eufonia...genere del la romanza (‘da salotto’, appunto),...

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L A C A L M A Romanza senza parole per Clarinetto e Pianoforte Ernesto Cavallini revisione Sergio Bosi Michele Mangani © Edizioni Eufonia 131222C Via Trento, 5 - 25055 Pisogne (BS) Tel. 0364 87069 www.edizionieufonia.it

Transcript of Cavallini La Calma Romanza - Edizioni Eufonia...genere del la romanza (‘da salotto’, appunto),...

  • L A C A L M ARomanza senza parole

    per Clarinetto e Pianoforte

    Ernesto Cavallinirevisione Sergio Bosi

    Michele Mangani

    © Edizioni Eufonia 131222C Via Trento, 5 - 25055 Pisogne (BS) Tel. 0364 87069 www.edizionieufonia.it

  • C’erano soprattutto tre luoghi dove si eseguiva e si consumava musica, nell’Ottocento, in Italia. C’era innanzitutto il teatro, per l’opera, genere così totalizzante da invadere anche spazi lontani dal suo immediato contesto. Nel teatro veniva inoltre eseguita, se pure assai più raramente, anche la musica strumentale per grandi organici e, in caso di eventi eccezionali, la musica solistica. C’erano poi i circoli culturali, dove ai soci poteva capitare di ascoltare pagine cameristiche, eseguite da artisti occasionalmente di passaggio. E c’erano, infine, i salotti privati, dove spesso i padroni di casa erano bravi dilettanti di qualche strumento ai quali era destinata una letteratura musicale specifica. Da questo brevissimo resoconto appare evidente che la vita di uno strumentista, soprattutto se di altissimo livello come Ernesto Cavallini, non fosse certamente agevole in quel secolo nel nostro Paese. Soprattutto se l’artista in questione era un virtuoso non del popolarissimo violino, ma di uno strumento alla ribalta solo da pochi decenni (dai lavori con clarinetto di Mozart) ma che si stava conquistando una posizione importante sulla ribalta del concertismo. Così, da subito, il giovane Ernesto è quasi obbligato a suonare nelle orchestre dei teatri (è alla Fenice a poco più di vent’anni), senza però rassegnarsi, poiché nei periodi di inattività operistica affronta una intensa carriera di solista. A ventitré anni esegue un suo Concerto alla Canobbiana di Milano, e poi, via via tiene ‘accademie’ (noi oggi li chiamiamo concerti) in tutta Italia nelle quali tuttavia la scarsità di pubblico sottolineata dalle cronache dell’epoca evidenzia la poca abitudine al genere strumentale. Tutt’altra accoglienza, invece, ha Cavallini in Europa: applaudito a Vienna e a Budapest, a Parigi e a Bruxelles, a Londra, a Bonn e a Pietroburgo, città quest’ultima dove nel 1852 diventa primo clarinetto al Teatro Imperiale dopo aver ricoperto questo ruolo per oltre 10 anni alla Scala di Milano. E se in teatro è il destinatario dei più famosi soli d’opera per il suo strumento (è pensando a lui che Verdi scrive il celebre assolo della Forza del Destino), in concerto propone soprattutto fantasie virtuosistiche sui più celebri temi dei melodrammi, non solo per dimostrare la propria bravura tecnica ma anche per conquistare con ‘nuove versioni’ delle arie più amate un pubblico abituato al virtuosismo vocale. Ma non dimentica, tuttavia, anche l’uso privato della musica e quei salotti pieni di ‘consumatori musicali’ che suonavano per il piacere di stare insieme e passare una piacevole serata in società. Come le sue variazioni attirano il pubblico nella sala da concerto con la ’sirena’ del melodramma, così le sue ‘romanze’ (brani come La Calma o Elegia) collegano mondi lontani e all’apparenza inconciliabili, e portano nel ‘salotto buono’ non solo ancora una volta il ricordo della voce, ma anche gli echi di una più vasta cultura europea. Il sentimentalismo di queste pagine e la loro solo apparente semplicità si ricollega infatti all’amato genere del la romanza (‘da salotto’, appunto), figlia della più ambiziosa aria operistica. Ma in particolare per La calma, salta agli occhi il riferimento alle “Romanze senza parole” di Mendelssohn, brani nei quali il Lied si trasmutava in pagina strumentale di altissimo contenuto emotivo perdendo la parte vocale e divenendo, appunto, ‘senza parole’. Anche La Calma, al primo ascolto, può sembrare semplicemente la trasposizione per due strumenti di un immaginario brano vocale; ma chi conosce i brani mendelssohoniani (pur di una trentina di anni precedenti), vi scorgerà qui lo stesso tipo di scrittura, la stessa costruzione formale, la stessa felicità melodica a tratti increspata da piccoli fremiti di agitazione. Assai più ‘narrativa’, perché di più ampie proporzioni, è l'Elegia, che è quasi una piccola cantata neoclassica che, dopo l’inizio quasi declamato, alterna momenti apertamente cantabili ad altri di espressione quasi recitativa per concludersi con un canto pacato e severo. Collocabili cronologicamente negli ultimi anni di vita del compositore, insomma, queste pagine nascono con il duplice intento di essere ponte tra i salotti italiani e quelli europei e di legare il mondo della musica strumentale e quello della romanza sentimentale tanto di moda nel secondo Ottocento. Ma segnano, nella loro dolce malinconia, un punto di svolta nel gusto e nell’estetica e approdano, attraverso un genere ‘di consumo’ a un nuovo mondo ideale, che solo dopo pochi anni schiuderà le porte all’intimismo crepuscolare e malinconico del salotto di Nonna Speranza e ai misteri del giardino antico della Signorina Felicita di gozzaniana memoria.

    MARIA CHIARA MAZZI

    Prefazione

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    revisione Sergio BosiMichele Mangani

    © Edizioni Eufonia 131222C Via Trento, 5 - 25055 Pisogne (BS) Tel. 0364 87069 www.edizionieufonia.it

    Romanza senza paroleper Clarinetto e Pianoforte

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