Catona Teatro 2006

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Catona Teatro 2006

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27 luglio

Una commedia storica che non siattiene alla storia

di Friedrich Dùrrenmatt

DOPPIAEFFEpresenta

Romolo il grande

conMariano Rigillo, Anna Teresa RossinieLuciano D'Amico, Nicola D'Eramo, Martino Duane, PietroFaiella, Liliana Massari, Mirella Mazzeranghi, RubenRigillo, Francesco Cutrupi, Davide D'Antonio, FrancescoFrangipane, Luca Lamberti, Roberto Pappalardo,Lorenzo Praticò, Silvia Siravo, Antonio Spadaro

Scene e costumi Lorenzo GhigliaMusiche Nicola PiovaniDisegno luci Luigi AscioneRegia Roberto Guicciardini

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L'OPERAIl contesto storico è quello della caduta dell'impero romano (476 d.C.); il protagonista è Romolo Augustolo, l'ultimo imperatore,che si trova di fronte all'imminente crollo dell'impero, ma sembra non curarsene, dedicandosi solo alla sua passione per le galli-ne. Non fa però questo per incoscienza, anzi, egli è pienamente consapevole della situazione e, da uomo disincantato e disillu-so com'è, ritiene più dignitoso decretare la fine di un impero ormai agonizzante. Secondo Romolo il destino è ormai compiuto:egli non è altro che un burattino di cui la storia si serve per portare a termine i suoi disegni; nel finale, durante la scena conOdoacre, capo dei barbari, egli sembra voler sottolineare come la storia non sia altro che una ruota, una sorta di infinita ripeti-zione di fatti già scritti e già avvenuti prima. Proprio per questo risulta inutile lottare per fermare il grande ciclo: l'unica solu-zione è la rassegnazione.

L'AUTOREFRIEDRICH DÜRRENMATT 1921-1990I miti greci e le vicende dell'Antico Testamento, "succhiati" ancora bambino dal padre - un pastore protestante di Konolfingen,nel cantone di Berna, in Svizzera - occupano i pensieri del giovane Dürrenmatt, e plasmano il sottofondo di gran parte delle opereteatrali e dei racconti di uno dei protagonisti della letteratura europea del secolo scorso.Abbandonata l'Università dopo cinque anni di studi discontinui in filosofia, Dürrenmatt si tuffa poco più che ventenne nel mondodel teatro. Appunti per una dissertazione su Kierkegaard e il tragico danno origine alla commedia Es steht geschrieben (Così èscritto). La sera della sua prima messa in scena, al teatro Cantonale di Zurigo, nel 1947, gli spettatori "anziché sbadigliare,fischiano". Inizio promettente, ma che non dà certo da vivere a Dürrenmatt e alla moglie, l'attrice Lotti Geissler.Dürrenmatt si mette a caccia di un editore… per telefono: racconta alla disperata apologhi, soggetti, scene teatrali, sperando dirimediare un contratto senza presentare un testo definitivo. Convince il giovane Peter Schifferli, che ha fondato Verlag der Arche:a lui racconta la trama di Il giudice e il suo boia.Quando si presenta alla moglie, appena tornata a casa dopo il secondo parto, con i 500 franchi di anticipo in contanti, questacrede che si tratti di soldi rubati.Il giudice e il suo boia, pubblicato nel 1952, e Il matrimonio del signor Mississippi, messo in scena lo stesso anno, segnano il suc-cesso dell'autore, seguito, tre anni dopo, da La visita della vecchia signora.Risale al 1961 la prima rappresentazione de I fisici, da allora, assieme alla Visita, il testo messo in scena più di frequente in tuttoil mondo.Dürrenmatt vede e racconta, con piglio da cosmologo, le contraddizioni di un mondo in cui l'uomo vive in una sorta di grottescolabirinto. Qui gatti e topi, ispettori e colpevoli, Tesei e Minotauri, Bene e Male si rincorrono e si sfidano. Fisicamente, intellet-tualmente, moralmente.La sua visione apocalittica emerge anche dall'opera pittorica, tutt'altro che priva di un'impronta solida e inconfondibile, una sortadi "espressionismo del Pleistocene".Deluso, forse a causa degli eccessi delle proprie cupe visioni del nostro mondo, si fece costruire uno splendido osservatorio nellavilla che oggi ospita la fondazione, a Neuchatel, progettata dal celebre architetto ticinese Mario Botta.

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31 luglio The best ofKataklò

con

cast artisticoMaria Agatiello, Davide Agostini, Ilaria Cavagna,Valentina Marino, Giulia Piolanti, Stefano Pribaz,Marco Zanotti

Coreografie eDirettore Artistico Giulia Staccioli

Assistente alle Coreografie Jessica Gandini

Direttore di Produzione Simone Masserini

Direttore di Scena Tommaso Maltoni

Direttore Tecnico Marco Farneti

Ideazione Costumi Giulia Staccioli,Irene Germini,Brunella Cosenza

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La compagniaKataklò, dal greco antico "Io ballo piegandomi e contorcendomi", è la prima compagnia italiana didanza acrobatica, unica nel suo genere. Nasce nel 1996 da un sogno di Giulia Staccioli che raccogliegli entusiasmi e lo spirito d'iniziativa di alcuni ex atleti olimpionici per creare quella che oggi vieneconsiderata una delle più interessanti compagnie del panorama artistico contemporaneo, italiano edinternazionale, capace di riunire e insieme superare i due concetti su cui si fonda: la danza e la pre-parazione atletica della ginnastica. L'armonia del risultato sottolinea il punto di forza di questa com-pagnia: l'essere prima di tutto una squadra.Spettacolari ed acrobatici i Kataklò esordiscono nel 1996 con lo spettacolo "Indiscipline" che li vedràin seguito protagonisti nei teatri di tutto il mondo. I Kataklò usufruiscono per le prove di uno spaziostabile vicino a Milano. Spesso ospiti di trasmissioni televisive, convention ed eventi culturali (ricor-diamo la loro partecipazione alla Cerimonia di apertura delle Olimpiadi di Torino 2006), adattanocostantemente il proprio repertorio a contesti e condizioni scenico-ambientali di ogni genere pla-smando le coreografie sui fisici e sulle peculiarità dei singoli ballerini.Gli spettacoli all'attivo, presentati in tournée in Italia e all'estero con grandi risultati di pubblico edi critica, sono:Indiscipline. Lo sport si intreccia alla danza con un risultato inedito.Kataklopolis. La città e i suoi abitanti tra sogno e realtà.Up-verticali energie. L'uomo e la montagna, dalla sfida fino all'elevazione finale.Livingston, Oltre i Limiti. Sognare di volare, un desiderio che da sempre accompagna l'uomo.

“The best of Kataklò” è una miscela di poesia, sorpresa, suggestione e ironia.È un insieme di coreografie - le migliori tratte dagli spettacoli di repertorio - che ben rispecchianol'anima della compagnia. I quadri proposti sono infatti l'eloquente e surreale testimonianza della filosofia abbracciata daiKataklò nell'interpretare l'universo sportivo: attraverso un rigoroso lavoro di squadra, essi perseguo-no perfezione tecnica e massima qualità espressiva senza rinunciare al gioco, alla freschezza eall'ironia.

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2 agosto Goran Bregovic& WEDDING and FUNERAL BAND

TALES AND SONGS FROM WEDDINGSAND FUNERALS

Goran BregovicChitarra, Sintetizzatore, Percussioni, Voce

Alen AdemovicGoc (Grancassa tradizionale), Voce

Una band gitana di fiati:Bokan Stankovic Prima TrombaDragan Ristevski Seconda TrombaEkrem Demirovic Terza Tromba, VoceStojan Dimov Sax Alto e Soprano, ClarinetIvan Jovanovic Primo TromboneMilos Mihajlovic Secondo TromboneAleksandar Rajkovic Terzo Trombone, GlockenspielDejan Manigodic Tuba

Vaska Jankovska Voce solista

Voci BulgareLudmila Radkova TrajkovaDaniela Radkova Aleksandrova

Dusan Vasic Fonico

In collaborazione conJUST IN TIME Art Management

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Note biograficheCon le radici nei Balcani, di cui è originario, e la mente nel XXI secolo, le composizioni di Goran Bregovic mescolano le sono-rità di una fanfara tzigana, le polifonie tradizionali bulgare, una chitarra e percussioni tradizionali con delle accentuazionirock, con lo sfondo di un'orchestra d'archi dai ritmi indiavolati e le voci gravi di un coro maschile, il tutto per creare unamusica che ci sembra istintivamente di riconoscere e alla quale il nostro corpo difficilmente sa resistere.Goran Bregovic crea i suoi primi gruppi rock a sedici anni. Per far piacere ai suoi genitori, Goran si impegna a proseguire i suoi studi di filosofia e sociologia che lo avrebbero portatoad insegnare, se l'enorme successo del suo primo disco non avesse deciso altrimenti.Tour interminabili in cui Goran diventerà l'idolo della gioventù jugoslava. Alla fine degli anni 80, Bregovic si libera del suoruolo sfibrante di “star” e si isola in un “ritiro dorato” in una piccola casa sulla costa adriatica, un vecchio sogno d'infanzia.Qui compone le musiche del terzo film di Emir Kusturica “Il Tempo dei Gitani”. Subito dopo ha carta bianca per comporre la colonna sonora di “Arizona Dream”. Il risultato è pari al film, lirico, innovato-re e particolarmente commovente.In seguito Patrice Chereau gli affida “La Regina Margot”, Palma d'Oro 1994 al Festival di Cannes, Goran compone delle musi-che maestose dagli accenti rock.Anche le musiche di “Underground” di Emir Kusturica, Palma d'Oro 1995 al Festival di Cannes sono firmate Bregovic.Compone ancora le musiche dall'aroma “klezmer” del film “Train de Vie” di Radu Mihaelanu, presentato con grande succes-so ai festival di Venezia, San Paolo, Berlino e, con grande successo di pubblico, nei cinema di numerosi paesi. Poi si consa-cra all'interpretazione della propria musica e comincia una seconda carriera sulle scene internazionali.Senza tuttavia abbandonare completamente i film: “27 missing kisses” di Nana Djorjaze nel 2001, “Musiche per matrimonie funerali” di Unni Strumme nel 2002. Per 10 anni, dal suo abbandono del rock, la musica di Bregovic non era più stata eseguita dal vivo. Il mutamento avvienenell'estate 1995, quando con una band di 10 musicisti tradizionali, aggiunti ad un coro di 50 elementi e a un'orchestra sin-fonica egli avvia una serie di concerti in Grecia e Svezia.Nel giugno 1997, la formazione è ridotta a 50 elementi per un concerto di circa due ore che riprende le sue musiche per ilcinema. Ed è il successo: Goran inanella trionfali tournée per tutta l'Europa alla testa della sua Orchestra per i Matrimoni eFunerali, presentando tutti i suoi brani più belli, dall'ormai celebre “Ederlezi” (“Il Tempo dei Gitani”) a “In the Death Car”(“Arizona Dream”) passando per il vigoroso “Kalasnikov” (Underground) avviato in coro da un pubblico in delirio con il grido“Juris” (All'attacco !!!). L'avventura più recente di Goran è “La Karmen di Bregovic con lieto fine”, la prima Carmen con la K ed un accento Balcanico.

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5 agosto

La tempestadi William Shakespeare

Associazione Empide e TeatroperFAST PRODUZIONIin collaborazione con la Versiliana Festivalpresentano

INTERPRETI PERSONAGGIVirginio Gazzolo Prospero Benedicta Boccoli ArielFausto Costantini CalibanoFrancisco Carradine Alonso Enzo Casertano Trinculo Claudia Cirilli Iside Giovanni Ribot Stefano Francesco Reda SebastianoMassimo Leggio AntonioValentina Ferrante MirandaGeremia Longobardo Ferdinando

Musiche di scena eseguitedal vivo con percussioni edelettronica da Fulvio Maras

regia Walter Manfré

Scene Cinzia Di PuppoCostumi Chiara Paramatti

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Note di regiaQuesta “Tempesta” è la cronaca di uno spettacolo dove tutti siamo interpreti: gli attori nel ruolo dei loro personaggi e gli spettatori nel ruolo disostegno attivo alla rappresentazione affinché si crei ogni sera la giusta alchimia e dove il confine tra palcoscenico e platea si assottiglia sino alpunto di ritrovarci a vivere uniti su quell'isola…..e fuori di essa? Il nulla o….. altre isole per altre “Tempeste” o regge per altri “Amleti” o boschi,chissà, per “Sogni d'estate”……..In ogni caso siamo giunti sull'isola attratti dalla magia di Prospero.Ma ecco che essa, l'isola zattera, prende il largo ed io, mi ritrovo, bambino in balia delle illusioni del mago, Bambino.Più che in un teatro, forse, mi ritrovo in un circo, fluttuante, galleggiante…..lì il prestigiatore mi incanta con le sue malie, prima trasformando unfazzoletto in una bianca colomba, poi rapendomi l'anima simulando una vendetta senza odio e senza sangue e dove è necessario che ognuno sprigio-ni la propria energia per poter creare un naufragio…..Ha tanti aiutanti il mago: uno è un soffio di vento Ariel il suo nome.L'altro un musicante folle che partorisce musica da ogni sasso che incontra…..poi tutti noi pronti a soffiare nell'aria per risvegliare il vento….. adululare per scatenare il tuono.Al largo siamo ormai lontani dal mondo conosciuto pronti ad aprire un'altra porta e vivere un'altra vita e lì, lontani ormai, il mago ci racconta dicome per seguire la magia perse il potere e per amare la fantasia perse il suo regno….Poi, leggero, con la sua destra mano un amore aiuta a nascere mentre con la sinistra, senza parere, spunta le armi ad una congiura…..ma con laterza, che vedo, domatore, fa esibire Calibrano pachiderma….Poi dolcemente, come una brezza mattutina, i re tornano re, i buffoni buffoni.Tutto torna al suo posto e la zattera al suo porto…..Scopriremo dopo che questa è stata l'ultima replica che il mago, per il suo pubblico aveva preparata.E noi eravamo lì, mirabile fortuna, a quell'ultima replica partecipi all'incanto battendo tamburi di guerra o soffiando nei flauti della pace.Attracca al molo l'isola.Possiamo scendere: il “reale” ci attende……

Walter Manfré

TramaIl racconto della commedia inizia quando gran parte degli eventi sono già accaduti. Il mago Prospero, legittimo Duca di Milano, e sua figlia Miranda,sono stati esiliati per vent'anni in un'isola, dopo che il geloso fratello di Prospero, Antonio - aiutato dal re di Napoli - lo aveva deposto e fatto allon-tanare con la figlia di tre anni. In possesso di arti magiche dovute alla sua grande conoscenza e alla sua prodigiosa biblioteca, Prospero è servito con-trovoglia da uno spirito, Ariel, che egli ha liberato dall'albero dentro il quale era intrappolato. Ariel vi era stato imprigionato dalla strega africanaSycorax, esiliata nell'isola anni prima e morta prima dell'arrivo di Prospero. Il figlio della strega, Calibano, un mostro deforme, è l' unico abitante mor-tale dell'isola all'arrivo di Prospero. Provocato dalla avvenenza di Miranda, le propone di unirsi con lui per creare una nuova razza che popoli l'isola. Aquesto punto inizia la commedia. Prospero, avendo previsto che il fratello Antonio sarebbe passato nei pressi dell'isola con una nave (di ritorno dallenozze della figlia di Alonso, Clarabella, con un re cartaginese), scatena una tempesta che causa il naufragio della nave. Sulla nave c'è anche il reAlonso, amico di Antonio e compagno nella cospirazione, e il figlio di Alonso, Ferdinando. Prospero, con i suoi incantesimi, riesce a separare tutti isuperstiti del naufragio cosicché Alonso e Ferdinando credono ognuno che l'altro sia morto.La narrazione è tutta incentrata sulla figura di Prospero, il quale, con la sua arte, tesse delle trame in cui costringe gli altri personaggi a muoversi.La commedia ha quindi una struttura divergente e, poi, convergente, in quanto i percorsi dei vari naufraghi si ricongiungono alla grotta di Prospero.Calibano incappa in Stefano e Trinculo, due ubriaconi della ciurma, che crede esseri divini discesi dalla luna, e cerca di mettere insieme una ribellio-ne contro Prospero, che però fallisce. Nel frattempo, Prospero provoca una relazione romantica tra Ferdinando e Miranda. I due si innamorano imme-diatamente, ma Prospero costringe Ferdinando a diventare suo servitore per confermare l'affetto di lui per Miranda. Intanto, in un altro luogo dell'iso-la, Antonio cospira per uccidere il Re di Napoli e il suo segretario Gonzalo, ma viene distratto da un folletto cantante. Tutto finisce per il meglio:Prospero perdona i suoi nemici e, con la sua magia, evoca una cerimonia per celebrare l'unione di Miranda e Ferdinando.

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8 agosto Enzo Sannyin collaborazione con “Festival la Versiliana”presenta

Tootsie il giocodell'ambiguitàCommedia musicale in due tempidi H. Troy, R. Tiraboschi, M.Nichetti, G. Fulcheri

con

MARCO COLUMBRO

CHIARA NOSCHESE

ENZO GARINEI

REGIA MAURIZIO NICHETTI

scene Aldo Buti

costumi Graziella Pera

luci Franco Ferrari

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Note di regiaUna commedia con musiche originali, una storia ambientata in uno studio televisivo, che diverte e com-muove ... uno spettacolo dal ritmo travolgente.

Una girandola di sentimenti e personaggi alle prese con le loro emozioni e il loro bisogno di affetto, per-sonaggi che, cercando lavoro, trovano amicizie e amori imprevedibili.

Tony Curtis e Jack Lemmon avevano già indossato abiti femminili in A qualcuno piace caldo per poter lavo-rare in un'orchestra di sole donne. Dustin Hoffman in Tootsie lo fa per sfuggire una disoccupazione frustran-te. Robin Williams in Mrs. Doubtfire solo per riconquistare la sua famiglia. Tutti si travestono con grandeserietà e impegno non per essere delle caricature, ma per acquisire una nuova identità e con essa nuoveopportunità. In un'epoca in cui le quote rosa ci richiamano per legge a rispettare una parità di diritti poli-ticamente corretta e la disoccupazione rimane un problema con cui è sempre attuale confrontarsi, mi èsembrato utile tornare sull'argomento. Con il tocco leggero e divertito di una commedia con musiche. Unariflessione ironica su quanti e quali sacrifici debba affrontare un attore, oggi come ieri, per sbarcare illunario ma non solo.Il vestirsi da donna, il vivere in panni dell'altro sesso può anche riservare sorprese. È un gioco degli equi-voci che non scatena solo risate. Provoca emozioni, persino passioni che accecano. “Nessuno è perfetto!”si limitava a concludere il miliardario innamorato, anche dopo aver scoperto il vero sesso della sua“amata”, deciso, comunque, a non rinunciare al suo amore.Il travestitismo come asse portante dell'azione capace di ribaltare tutti i luoghi comuni e le nostre convin-zioni in materia di rapporti sentimentali è senz'altro una bella scommessa narrativa.Un viaggio attraverso i nostri tabù, le nostre timidezze, i luoghi impensati e nascosti della nostra persona-lità. Questa l'esperienza che KEVIN vivrà nei panni di ELISABETH riuscendo a trovare in un colpo solo lavo-ro, fortuna e amore. Un gioco condiviso con professionisti ancora convinti che abbia valore fare questomestiere con serietà e passione per divertire la platea e chissà che qualcuno, dopo aver sorriso, non trovianche il tempo di riflettere sui casi della vita cosa ormai rara che nessun nuovo media ci lascia più il tempodi fare.

Maurizio Nichetti

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10 agosto Pietro Mezzasoma e la E20

presentano

La ragionedegli altridi Luigi Pirandello

personaggi ed interpreti (in ordine di apparizione)

Livia Arciani Paola GassmanElena Orgera Liliana RandiLeonardo Arciani Antonio FattoriniGuglielmo Groa Giampiero FortebraccioCesare D'Albis Riccardo Zini

regia Giovanni Anfuso

Scene Alessandro ChitiMusiche Luciano FrancisciCostumi Sebastiana Di Gesu

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TramaLa vicenda è quella di un giornalista, Leonardo Arciani, che a causa della sterilità della moglie Livia, intreccia una relazione con unavecchia fiamma, Elena, dalla quale ha una figlia.Inizialmente Livia subisce la situazione, ma poi, scossa dalle parole del padre, reagisce decisamente per riavere il marito.Ritrovandolo però padre di una bambina, sostiene di dover portare via ad Elena non solo l'amante, ma anche la piccola. Convincequindi la donna che tutto è per il bene di sua figlia, che avrebbe così una famiglia ricca e “in regola”.

Tematica pirandellianaCompare qui per la prima volta una tematica costante di Pirandello: l'annullamento di sé per la felicità dell'altro. E per annulla-mento qui non s'intende abnegazione, ma piuttosto la cancellazione della propria personalità per la personalità degli altri, delleproprie ragioni per le ragioni degli altri.La prima ad annullarsi, per tenere nascosta la vicenda al padre, è Livia.Questa, pur soffrendone, crede quasi che il marito non abbia commesso una colpa tanto grave: in fondo, per risolvere la situazio-ne creatasi basta che lei si annulli!Chi “rovina tutto” è proprio il padre, Gugliemo, che, venuto a conoscenza del fatto, crede di essere matto vedendo che tutti (com-presa la figlia!) ne parlano come fosse una situazione quasi normale. La lezione del padre viene però assimilata solo in parte, per-ché Livia ha uno schema mentale ben radicato secondo il quale, per risolvere la situazione, qualcuno deve comunque annullarsi.Lei non può essere perché è stata, in fondo, la vittima in tutta la vicenda; sarà allora Elena colei che dovrà cancellare se stessa,lasciando l'amante-padre e la figlia.Ma come convincerla che questo è il modo migliore per risolvere tutto? La madre non accetterà tanto facilmente di impersonareuna maschera dietro cui non c'è niente!Ecco quindi il discorso del “comunicare per vivere”, dove però, secondo Livia, “vivere” significa “sopravvivere”. Per convincereElena a fare un gesto che sembra contro natura (lasciare la figlia), e quindi per sopravvivere-vivere, Livia deve parlarle, senza ascol-tare le ragioni dell'altra: deve utilizzare quindi un tipo di comunicazione a senso unico, in cui distrugge automaticamente ogni argo-mentazione di Elena, con incessante violenza.Interviene poi nel dialogo il marito-amante-padre che dà man forte a Livia usando il suo medesimo tipo di comunicazione (a sensounico e violenta), infatti la poveretta cede sempre più terreno in questa battaglia, finché la perde ….

Ambientazione dell'opera“La ragione degli altri” è ambientata nella Roma d'inizio secolo. L'opera risente pesantemente dell'ambiente culturale dell'epoca decisamente restio a tutte le novità che non siano celebrative delregime.Pirandello si “inserì” con la stessa funzione di un carico di dinamite, andando cioè a scardinare la società italiana dal suo interno.Infatti laddove il naturalismo metteva al centro della sua indagine “il fatto” qual era, Pirandello decentrando “il fatto”, ovverodestinandolo ad elemento di contorno, metteva al centro della sua indagine le molteplici reazioni psicologiche dei personaggi.Ecco allora nell'opera la protagonista, Livia, progettare la più grande delle vendette: il perdono! (l'accoglienza del marito - tradi-tore - e della figlia di lui), stimolando, così, la composizione di una famiglia, in modo illegittimo.

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13 agosto Tutti i miei sogni

Riccardo Cocciantein Concerto

PatrocinioAmministrazione Provincialedi Reggio Calabria

Evento Speciale

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Note biograficheIl primo album italiano di Riccardo Cocciante è Mu, un'opera rock-religiosa che risale al 1972 e che precede l'uscita di Poesia, contenente l'omonimobrano.Il successivo lavoro Anima (1974) contiene Bella senz'anima che lo consacra fra i nuovi grandi della musica italiana con uno stile unico ed inimitabi-le. Contemporaneamente ai lavori italiani, Cocciante si impone anche all'estero, principalmente in Francia (sua seconda patria) ed in America del Sud.Il 1976 è l'anno di Margherita, il pezzo che lo pone definitivamente nell'olimpo dei grandi cantautori italiani. Gli album successivi, Riccardo Cocciante(1977), ...e io canto (1979), Cervo a primavera (1980). Nel 1980 esce in Francia l'album Au clair de tes silences che include, oltre al brano omonimo, anche brani come Le coup de soleil e Magali, divenu-ti subito delle hit. Due anni dopo esce Vieille che contiene tra gli altri pezzi anche Petite Julie e Clowns. Riccardo si afferma anche come idolo delpubblico francese.Nel 1982 pubblica l'album Cocciante che contiene pezzi tuttora fissi nelle scalette dei suoi concerti, quali Un nuovo amico, Un buco nel cuore e Inbicicletta. Sincerità esce nel 1983: arie rockeggianti e musica pop dominano questo lavoro, inciso in America insieme ai musicisti dei Toto. Gli arran-giamenti sono di James Newton Howard. Nel 1985 è la volta de Il mare dei papaveri, album molto poetico e classicheggiante, in cui Questione difeeling con Mina primeggia come brano portante. Nel 1986 prende il via il fortunato tour Quando si vuole bene, dove viene ripercorsa tutta la car-riera dell'artista con in scaletta i suoi più grandi successi. Cocciante si ritira e riappare due anni dopo con La grande avventura, in cui alcuni testi di Lucio Dalla ed Enrico Ruggeri si sposano a meraviglia conle musiche elettroniche arrangiate da Geoff Westley. Torna nel 1991 con l'album Se stiamo insieme, dove le musiche spaziano dal rock al melodico con gli ultimi testi composti per lui da Mogol. Il branoche dà il titolo al lavoro vince il Festival di Sanremo. I lavori francesi sono importanti in questo periodo. Empreinte è parallelo ad Eventi e mutamenti, e precede in Francia l'apice di tutto ottenuto nel1995 con L'instant present, il capolavoro assoluto.Molti album degli anni 80 escono anche in Spagna, Argentina, Cile e Venezuela, dove Riccardo riscuote un notevole successo.Eccettuata le raccolte Ancora insieme (1992) e Il mio nome è Riccardo (1994), il successivo album pubblicato è Un uomo felice, in cui Riccardo duet-ta con numerose cantanti, fra cui spicca Mina nel brano Amore.Cocciante è dotato di una versatilità inarrivabile. Nel 1995 ha eseguito la sua Ave Maria in Vaticano, con l'orchestra ed il coro di Santa Cecilia; nellostesso anno ha interpetato la versione italiana della colonna sonora del film Toy Story, mentre nel 1997 è stato il primo cantante italiano invitato daPlacido Domingo all'appuntamento natalizio viennese Christmas in Vienna V.Nel 1997 esce Innamorato: musiche molto belle e testi talvolta molto toccanti (lo affiancano Luc Plamondon, Massimo Bizzarri e l'inossidabile Mogol). Nel 1998 esce un album registrato dal vivo al Propaganda di Milano ed intitolato Istantanea.Inoltre nel 1998 Riccardo realizza il suo sogno: l'opera composta insieme a Luc Plamondon basata su Notre Dame de Paris di Victor Hugo riscuote unsuccesso superiore ad ogni aspettativa, registrando il "tutto-esaurito" sin dal debutto al Palais des Congres di Parigi nel settembre 1998 e varcando benpresto le frontiere francesi per un tour mondiale.Nel 1999 ha interpretato la canzone Lei non vede me, tratta dal film Asterix e Obelix contro Cesare, mentre sul fronte francese compone, su espres-sa richiesta del Sindaco, l'Inno ufficiale della città di Lione.Alla fine del 2002 in Francia esce anche Le Petit Prince, che conferma ancora una volta la versatilità ed il talento anticonformista di Cocciante. Leaspettative del pubblico vengono superate nuovamente con un lavoro dalle caratteristiche totalmente differenti dal precedente.Dopo un'assenza dai teatri lunga ben otto anni, Cocciante torna nel luglio 2005 ed annuncia la nuova opera Giulietta e Romeo, tratta dal dramma diShakespeare. Il testo italiano è di Pasquale Panella, autore dei testi italiani di 'Notre Dame de Paris'. L'opera viene presentata in anteprima il 16 set-tembre 2005 in una cornice del tutto esclusiva: il Colosseo di Roma, appositamente allestito per l'occasione. Cocciante fa tutto da solo: interpretatutti i personaggi con delle basi e dei cori registrati. Lo spettacolo è bellissimo e l'adattamento in musica di Cocciante è sorprendente. L'opera andràin scena dal Giugno 2007 in anteprima mondiale all'Arena di Verona, poi in giro per tutto il mondo esclusivamente in lingua italiana.Il 30 settembre 2005 pubblica Songs il nuovo lavoro che ha dell'incredibile. Contiene sedici brani scritti in quattro lingue. Un progetto del tutto inno-vativo, una sfida, che conferma il taglio internazionale acquistato da Cocciante negli ultimi tempi.

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17 agosto

Questi fantasmidi Eduardo De Filippo

Teatrando

presenta

PERSONAGGI INTERPRETI

Pasquale Lojacono Enrico GuarneriMaria, sua moglie Claudia BazzanoAlfredo Marigliano Carmelo Cannavo'Armida, sua moglie Giovanna CriscuoloRaffaele, portiere Vincenzo VoloCarmela, sua sorella Amalia ContariniGastone Califano Rosario Marco AmatoSaverio Califano Carmelo Di SalvoMaddalena, sua moglie Carmela Pulvirentidue facchini Pierpaolo Pappalardo

Peppe Minnella

e conMartina Romano e Edoardo Indelicato

regiaEnrico Guarneri

Scenografia Amici del Teatro NicolosiCostumi ed attrezzeria TeatrandoDirezione palcoscenico Carmen Musumeci

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Note di regia“Questi fantasmi” costituisce una fra le pagine più alte, se non la più alta in assoluto, fra quelle scritte da Eduardo. Un grande pro-getto teatrale che dispiega tutta la gamma possibile dell'umorismo e dell'ironia. Nella ambigua vicenda della casa infestata dai fan-tasmi l'Autore sciolse tutto il divertito livore ereditato dal pirandellismo della prima ora dosandolo negli umori popolareschi dellasua propria, straordinaria, storia umana e teatrale. Tutto è illusorio, precario, relativo. Tanto la superstizione credulità plebea,quanto la passione della classe più abbiente: sul filo di questa sublime illusione, Pasquale viene quasi autorizzato a scambiarel'amante della moglie per il leggendario spettro del cavaliere in pena. Eduardo, anzi, sembra quasi suggerirlo: come se il sopran-naturale vero fosse più di tutto la piccola, coraggiosa, magia del vivere quotidiano. Alla fine, i fantasmi, le “ombre”, gli spettrisono soprattutto i vivi, con le loro miserie e i loro insopprimibili legami. Anche in questa commedia, infine, viene centrato l'uni-verso di una piccola nevrosi: come in “Natale in casa Cupiello” era il presepe, così in “Questi fantasmi” è il caffè: anzi, il rito dellapreparazione del caffè. In apertura di second'atto, uno dei monologhi più belli del teatro italiano del dopo guerra, ce ne spiega ilvalore filosofico. Spero vivamente di riuscire a raccontarvelo per come il testo merita. Come spero di continuare questo viaggiotutto privato nelle meraviglie poetiche del grande Eduardo, con il medesimo impegno e lo stesso stupore di oggi.

Enrico Guarneri

TramaIn un appartamento di un grande palazzo secentesco vengono ad abitare Pasquale Lojacono e la giovane moglie Maria. Pasqualelascia la moglie all'oscuro dell'accordo tra lui e il proprietario per cui, in cambio di una permanenza gratuita, dovrà sfatare le dice-rie sull'esistenza di fantasmi nella casa. Dopo aver parlato con il portiere, che approfittando della presunta presenza dei fantasmiruba indisturbato, Pasquale si imbatte in Alfredo, amante della moglie, e, suggestionato dalla situazione, lo scambia per un fanta-sma. Pasquale si ferma più volte a conversare con il suo dirimpettaio, il professor Santanna, silenzioso testimone di ciò che acca-de in casa. Alfredo provvede al mantenimento della coppia con continui regali e Pasquale sentendosi beneficiato dal fantasma, vivefelicemente senza porsi troppe domande. Non sopportando più la situazione di indifferenza dimostrata dal marito, Maria decide difuggire con Alfredo. Ma i familiari di Alfredo scoprono il tradimento e corrono da Pasquale per rivelargli l'adulterio: Pasquale, sug-gestionato dalla inquietante presenza della famiglia, è indeciso se crederli fantasmi o persone vive. Passano due mesi. Alfredo, ètornato con la moglie e Pasquale continua a vivere nel suo appartamento con Maria, ma senza ricevere più regali. Pasquale è ridot-to in miseria e spera di vedere nuovamente il suo fantasma per chiedergli aiuto. Alfredo, desideroso di riabbracciare Maria, incap-pa in Pasquale. Questi gli si getta ai piedi e, rivelando l'amore per la moglie, denuncia la pena di non poterle assicurare una vitadignitosa. Alfredo, commosso da quelle parole, sta al gioco e regala a Pasquale il denaro desiderato.

Curiosità sull'operaLa commedia fu scritta nel 1946, Eduardo con un piccolo aneddoto ne racconta l'idea. “C'era un vecchio con la barba che veniva acasa quando ci trovavamo tra amici perché raccontava di essere uno specialista di sedute spiritiche. Per convincermi, mi dicevache spesso, tornando a casa sua, trovava un tipo che usciva e lo salutava. Diceva di essere un fantasma. Io gli chiesi: “Lei è sposa-to? E sua moglie non dice nulla?” “Non se ne accorge” - mi rispose - “non lo vede”. Così nacquero Questi Fantasmi!” (tratto da:Corriere della Sera 17 gennaio 1983).

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22 agosto Gigi Proietti

Serata d’Onore TourEvento Speciale

PatrocinioPresidenza ConsiglioRegione Calabria

conMassimiliano GiovanettiCarlotta Proietti

OrchestraLello Arzilli sax e clarinoMassimo Buzzi batteriaMarco Camboni bassoValentina Ciccaglioni tastiereFerruccio Corsi sax e flautoUmberto Corvasce chitarraMuzio Marcellini tastiereMassimo Pirone tromboneMirko Rinaldi trombaLuca Rocco violino e mandolinoMario Vicari pianoforte

Direzione Musicale Mario VicariDirezione Tecnica Stefano CianfichiLight Designer Umile VainieriProgetto Fonico Paolo TalamiSarta Loretta CocciaTour Manager Aldo Musci

Organizzazione Alessandro Fioroni

Gigi Proietti 2003 © - Foto: Tommaso Le Pera

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Lo spettacoloDopo il trionfale tour invernale, GIGI PROIETTI torna sul palcoscenico con il suo spettacolo “SERATA D'ONORETOUR 2006” in versione estiva, accompagnato come sempre dalla sua orchestra di fedelissimi, undici elementiscelti tra i migliori musicisti italiani, Massimiliano Giovanetti, attore di grandi qualità, e la figlia Carlotta chesi rivela cantante con qualità eccellenti, messe in mostra in un duetto con il padre.Questo spettacolo celebra i quarant'anni di carriera di un attore tanto amato come pochi, nel quale restituisceal pubblico la Sua magia in uno spettacolo stroboscopico, nel quale si alternano i “cavalli di battaglia” comeProietti ama definirli, bellissime canzoni, monologhi, ricordi, omaggi a grandi personaggi che hanno fatto la sto-ria dello spettacolo e del teatro italiano.Quasi tre ore di esibizione senza sosta, supportate da un allestimento studiato e realizzato per far vivere allospettatore una serata indimenticabile.

L'artistaSarebbe impossibile o quantomeno riduttivo riassumere in poche righe la parabola artistica e personale di GigiProietti, dai piccoli palcoscenici del teatro cantina degli anni '60, alle platee oceaniche del Teatro Tenda, dalleprime esperienze musicali come cantante da night alle incursioni fortunatissime nei Teatri d'Opera, dalla com-media musicale ai classici della drammaturgia. Proietti è ed è stato in tutti questi anni attore e musicista, auto-re e regista, produttore e direttore di Teatri, e non in ultima battuta maestro di attori. Per non parlare poi delcinema e della televisione. E' doveroso ricordare quanto Gigi Proietti, durante tutti questi anni abbia costruito e mantenuto un fortissimo esingolare rapporto con il suo pubblico. Il teatro ha luogo laddove la comunità si dà dei ruoli: chi ascolta e chiparla, chi guarda e chi agisce. E questo accordo è tanto convenzionale quanto misterioso. Questo significa chela teatralità non può prescindere dalla realtà che la produce, dal territorio che la anima. Tutto ciò non è ovvioe tanto meno retorico. Lo sa bene Gigi Proietti e il suo pubblico dimostra di capirlo e di sentirlo.Dal primo “A me gli occhi please” (1976) Proietti propone di fare uno spettacolo innovativo e che dopo produr-rà innumerevoli tentativi d'imitazione: un attore che dispone solo dei propri mezzi espressivi, che si serve dellapropria memoria e della propria tecnica, che costruisce una drammaturgia scenica mescolando frammenti ditesto anche incompatibili, lasciandosi sorprendere ogni volta dalle infinite possibilità del palcoscenico. Tutto ciòconservando la voglia di partecipare al gran gioco del teatro.