Catona Teatro 2002

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Insalata di ... riso2 1 L U G L I O

conTullio Solenghi e Massimo Giuliani

testi diDose - Fiandra - Giuliani - Presta - Solenghi - Toncelli

musiche Pinuccio Pierazzolicostumi Valeria Campofonico Daniele IncudineAudio Sonus - calzature ArditiAnna Mode - parrucche Rocchetti

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Gli spettacoli avranno inizio alle ore 21.15Non è consentito l’ingresso a spettacolo iniziato.

E’ severamente vietata l’introduzione e l’utilizzo di macchine fotografiche e videocamere.

N O T E D I R E G I AFedele alla teoria secondo la quale una risata ci libererà dalle angosce del quotidiano, in questo mio menù propongo il “riso”, piatto forte della serata, secondo le ricettepiù alla moda.Si apre con un “antipasto” che presenta i miei esordi, l’impatto con la Tv e l’incontro con l’immancabile Pippo Baudo, a “guarnizione” i primi numeri di cabaret: moltiricordano ancora la mia “500”: un “a solo” di rumori e mimica che è rimasto uno dei miei cavalli di battaglia.Come “primo piatto” andrei sul classico con il repertorio che mi caratterizzò negli anni del Trio, basti ricordare il Renzo Tramaglino e il fratacchione dei nostri “PromessiSposi”.Come “secondo” un tris di assaggi che ho già servito a “Domenica In”, e cioè “ La Iervolino, Zeman” e “Carlo d’Inghilterra”.E a fine pasto con l’ingresso del mago “Omelma” siamo veramente “alla frutta” ….A coadiuvarmi nel .. . servire in tavola ho chiamato Massimo Giuliani, amico e attore che già ha fatto coppia con me a “Domenica In”.Il “servizio” sarà particolarmente accurato, con un corredo di commenti musicali, gangs sonore, trucchi e costumi, un po’ di sapore teatrale, per non tradire le origini del mio DNA. Buon divertimento, o meglio… Buon appetito

Tullio Solenghi

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Lisistratadi Aristofane

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conBarbara D’UrsoPersonaggi ed InterpretiLisitrata: Barbara D’Urso - Cleonice: Simonetta RizzitielloMirrina: Alessandra Arcidiacono - Lampitò: Federica BusiBeota: Giulia Di Carlo - Corinzia: Rossana FilanninoPace: Maria Moramarco - Commissario: Giulio FarneseCinesia: Fabio Farronato - Pritano: Simone PieroniFrinico: Alessandro Luciano - Pisandro: Mario ParlagrecoOrsiloco: Marco Gattella - Spartano: Fabio Salvatore

Musiche Stefano MarcucciCoreografie Toni VenturaScene Cristiano SalviCostumi Bartolo De Biasi

Gli abiti della Sig.ra Barbara D’Urso sono offerti da Laura Biagiotti

regia Walter Manfrè

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N O T E D I R E G I AIn un paese dominato da una guerra violentissima e senza fine, le donne delle due parti belligeranti si uniscono nella formulazione di un ricatto storico geniale: negareil proprio corpo ai loro mariti finché non sarà tornata la Pace.Partendo da questo progetto, sotto la guida di Lisistrata, straordinario personaggio femminile che ha improntato di se tanta drammaturgia successiva, le donne dellaGrecia diventano paladine di una giusta causa e mettono a nudo, durante lo sviluppo della vicenda, vizi e difetti di una umanità maschile stupida e immorale.Il modo in cui Aristofane svolge la sua trama, il susseguirsi di grandi e piccoli accadimenti assolutamente comici, il vagheggiamento di un nuovo modo di governare loStato (basato su un socialismo talmente utopico da risultare teneramente puerile) fanno di questa commedia un piccolo gioiello della storia del teatro di tutti i tempi.Naturalmente la scrittura risente di tutte le caratteristiche e di tutti i difetti propri del tempo in cui vive la luce e segnatamente individuabili in quei passaggi comicibasati sul turpiloquio e sulla volgarità di alcune situazioni boccaccesche che, naturalmente accettabili nella Grecia del quinto secolo, risulterebbero oggi pesanti senzaperaltro garantire la risata.Non essendo obbiettivo della nostra messa in scena la ricerca filologica ma l’illustrazione dei temi propri del testo, abbiamo optato per una traduzione agile e contemporanea che, senza essere volgare nei confronti del “classico”, desse comunque fluidità ai meccanismi arrugginiti che di tanto in tanto affiorano nella scrittura originale. “Lisistrata” è poi, come si sa, un testo non compiuto e noi abbiamo cercato di effettuare un lavoro di piccolo restauro, usando materiali dello stesso autore tratti esclusivamente da altre sue opere. L’allestimento si baserà inoltre su una forte componente musicale sui modi dell’avanspettacolo poiché siamo convinti che proprio questo genere costituisca il corrispettivo della commedia classica nel teatro dei nostri giorni

Walter Manfrè

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La zia di Carlodi Brandon Thomascommedia comica con musicaadattamento di Luigi Lunari

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conLando Buzzanca

Personaggi ed InterpretiBrassett: Lando BuzzancaJack Chesney: Elio CrifòCharley Wykenham: Mario ZinnoSir Francis Chesney: Andrea MontuschiEmily Spettigue: Chiara BurattiKitty Verdun: Oriana MieleIl Colonnello Spettigue: Armando MarraDonna Esmeralda D’Alvadorez: Virginia Barrett

Scene e Costumi Bruno Garofalo

Coreografie Tony Ventura

Musiche Bruno Zambrini

Regia Lando Buzzanca

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N O T E D I R E G I AMi accingo a queste note di regia cercando di non disquisire e di essere il meno retorico e banale possibile.A parte i problemi tecnici, che in questa commedia però risultano poco tecnici, poiché si riferiscono all’Arte della coreografia e della musica, canzoni comprese, i veriproblemi sono implicitamente in relazione con la comicità che, nonostante la mia quarantennale esperienza, non sono ancora riuscito a sapere con certezza, quanto possarendere questa comicità e quanto possa risultare non poco elegante, ma almeno non dozzinale.Dunque e comunque, il mio obiettivo in questo caso specifico, è sostenere la logica nelle situazioni, anche psicologiche, e difendere tenacemente l’intelligenza del pubblico.La commedia parla di una grande menzogna. Una menzogna certo non cercata ma costruita per una contingenza che coinvolgerà il maggiordomo Brasset, fino a costringerloa travestirsi da donna Esmeralda, nella nuova anagrafe!Dunque Brasset la bugia vivente, ambulante e approfittante della commedia. Ed ecco, che intorno a questa falsa condizione, a questa falsa nuova identità, ho sentitocome regista, imperativo il bisogno di una prestazione più sincera possibile da parte degli altri protagonisti della vicenda.Recitazione non priva di una allegra ironia certo, ma assolutamente controllata, onde evitare sbilanciamenti e cadute di stile.

Lando Buzzanca

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CarusoLa storia di un mitoMusical

5 A G O S T O

conKatia RicciarelliGian Luca Terranova

ed un cast di otto attori-cantanti e 12 ballerini

Arrangiamenti e direzione d’orchestra M° Pippo Caruso

Coreografie Sylvie Mougeolle

Scene Aldo De Lorenzo

Costumi Santuzza Calì

Luci Raffaele Perin

regia Filippo Crivelli

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N O T E D I R E G I AA Caruso sarebbe piaciuto. Descritto come ammalato di nostalgia da cento aneddoti mielosi. Caruso fu invece un genio anche perché seppe sfidare il nuovo e mescolare i generimusicali. Cantò nell’imbuto e fece dischi quando i suoi colleghi avevano paura della nuova invenzione, temendo che distorcesse la voce.Caruso azzardò: da solo creò l’industria del disco e l’utilizzò per estendere la sua gloria.Erede della nobile tradizione dei posteggiatori, misuratori nel gesto, impose uno stile di recitazione asciutta, del tutto originale, nel tempo in cui dive e divi svenivano in scenase solo sentivano dire “ti amo”. Fu il grande tenore lirico di sempre, ma adorò le canzoni napoletane, apprezzò la romanza e la canzone leggera.Seppe cogliere ogni suggestione della modernità. Ebbe una concezione democratica del dono di quella voce straordinaria: cantò con una dizione chiarissima, in modo che tutticapissero le parole; cantò anche per i non intellettuali.Ecco perché un musical sulla sua vita – un musical, spettacolo di largo consumo, ma che pur consente raffinatezze – gli sarebbe piaciuto.L’ha scritto per intero, musica e parole, Gian Luca Terranova, che a Caruso rassomiglia perfino fisicamente ed è giusto che lo reincarni in palcoscenico.E’ il frutto di una passione di una lunga durata, nonostante la giovane età, perché Gian Luca, come Caruso, lavora molto e prende il lavoro come incarico da non tradire mai.La protagonista femminile è Katia Ricciarelli, una grande della scena lirica, che per giunta – fate il confronto con le foto d’epoca – ha la stessa bella faccia chiara, la stessa graziosa presenza di Dorothy Benjamin, la giovane moglie americana del tenore. Da Napoli a New York e ritorno, il musical racconta la vita di un uomo, con rispetto affettuoso. Quanti hanno partecipato al progetto si sono mossi tutti sulla stessa onda. Lo spettacolo colma anche un vuoto di memoria, in questa nostra terra di amnesie.

Pietro Gargano Consulenza storica

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La Schiavada Casinadi Tito Maccio Plautotraduzione e adattamento di Enrico Vaime

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conGianfranco D’AngeloBrigitta Boccoli

e con Vito Cesaro - Antonino Miele - Milly Falsini Giorgia Migliore - Francesco Ruotolo(in ordine di entrata)ANTONINO MIELE è Olimpione - VITO CESARO è Calino - BRIGITTA BOCCOLI è CleustrataGIORGIA MIGLIORE è Pardalisca - MILLY FALSINI è Mirrìna - FRANCESCO RUOTOLO è Alcesimo

Scene Daniela Cammarota

Costumi Carlotta Polidori

Musiche Iacopo Fiastri

regia Claudio Insegno

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N O T E D I R E G I AFacciamo l’ipotesi che scartabellando tra testi più o meno “sacri” appaia improvvisamente un titolo leggendario, una commedia famosa che fu il patrimonio di grandiattori del passato e del presente, commedia frequentata dalle maggiori compagnie internazionali e che fu saccheggiata da infinite imitazioni, dando seguito ai giochidegli equivoci esilaranti ed ai travestimenti naturalmente al femminile.Stiamo parlando di CASINA, una delle commedie di maggior successo di Plauto.La storia è una specie di “scherzi a parte” senza gavettoni, di duemila e passa anni fa.Lisidamo vuole fare sua una giovane schiava, per l’appunto Casina, che è l’oggetto dei suoi desideri proibiti, all’insaputa della bella e stizzosa moglie Cleustrata.Pensa quindi di farla sposare al proprio fattore Olimpione per approfittare dell’occasione ed averla sottomano senza rischi.A rovinare il piano ordito da Lisidamo ci penserà lo schiavo Calino, che con l’ausilio di tutti gli altri personaggi, darà vita ad un susseguirsi di spassosissime situazionicomiche.L’obbiettivo che mi sono prefisso è stato quello di realizzare uno spettacolo che ricalchi le grandi tradizioni del teatro comico, strizzando l’occhio alle esigenze delle plateedi oggi, grazie a chiari ed evidenti riferimenti alla comicità di Mel Brooks. Giustissimo in questo contesto Gianfranco D’Angelo, nei panni del voglioso ed infingardo Lisidamo, affiancato dalla sensuale Brigitta Boccoli, la moglie Cleustrata. Se a tutto questo aggiungiamo delle scene dal sapore smaccatamente fumettistico, quasi da cartoon, di Daniela Cammarota, unite ai costumi di Carlotta Polidori e alle musiche di Jacopo Fiastri è facile intuire che si ha a che fare con una macchina ben congegnata ed oliata per far ridere.

Claudio Insegno

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Un ragazzo di campagnacommedia in due attidi Peppino De Filippo

1 2 A G O S T O

conLuigi De Filippo

Scene Salvatore Michelino

Costumi Laura Tibaldi De Filippo - Antonella Mancuso

Regia Luigi De Filippo

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N O T E D I R E G I ARappresentata per la prima volta al Teatro Nuovo di Napoli nel 1931 fu uno dei primi successi dei fratelli De Filippo: Eduardo, Peppino e Titina.La propongo al pubblico d’oggi con la mia regia ed interpretazione assieme ad una compagnia di validi e giovani attori. In questa commedia vi sono i personaggi comicie grotteschi della Napoli dei De Filippo.Siamo negli anni intorno al 1930 in un paesino di campagna nei pressi di Napoli. Giorgio Paternò, oppresso dai debiti e con una moglie ex ballerina di varietà, capricciosaed amante della bella vita, vuol combinare un matrimonio di interesse fra il fratellastro Pasqualino e la bella Lucia, figlia di un ricco possidente del paese.Ma fra i due giovani non c’è amore. E, una volta celebrate le nozze, la situazione precipita. La sera stessa del matrimonio, l’antico fidanzato di Lucia, un giovane violento,torna a riprendersi di prepotenza la sua donna.E così il povero Pasqualino resterà solo e disperato senza moglie e senza la ricca dote sulla quale aveva messo gli occhi il fratellastro Giorgio.La vicenda, nella quale si disegnano comicamente tipi e caratteri, profuma di semplici ma sinceri sentimenti di un mondo perduto che appartiene al paese dell’anima,che è quello della memoria.C’è il gusto di parlare dell’uomo all’uomo affascinandolo con una “favola campagnola” amara e grottesca, nella quale può trovare in caricatura una parte di se stesso. In questa commedia si riconoscono i primi segni di quello che poi, con il tempo, caratterizzerà il Teatro di noi De Filippo e cioè la capacità di portare alla ribalta in modo leggero temi importanti. Il pubblico si diverte, ma la sua risata non è di semplice evasione, ma di apprendimento e riflessione.

Luigi De Filippo

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La casa del fantasmada Mostellariadi T.M. Plauto

1 8 A G O S T O

conTuccio Musumeci

e con Marcello Perracchio e Margherita Mignemi

Traduzione, Adattamento e Regia Romano Bernardi

Scene e costumi Giuseppe Andolfo

Musiche Pippo Russo

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N O T E D I R E G I ALa commedia del fantasma, o ‘a casa d’u spirdu, come direbbe Tuccio Musumeci, fa parte delle ventuno commedie di Plauto giunte fino a noi come indubbiamente autentiche. Con questa commedial’autore latino raggiunge uno dei livelli più alti della sua comicità. Nella sua elaborazione il regista ha maggiormente valorizzato la vena comica della commedia con ritmi incalzanti, colori vivaci,trame, intrecci, complicazioni e con un finale a sorpresa.Sono ormai più di tre anni che il ricco mercante Teopropide è partito per un viaggio d’affari in estremo oriente. Ha affidato il figlio giovinetto, Filolachete, allo schiavo Tranione, perché lo educhicon sani principi ma soprattutto gli insegni la cultura del risparmio, condizione indispensabile per un futuro commerciante. Ma il giovinetto, fattosi “giovanotto”, ha mostrato subito una particolarepropensione allo sperpero e una irresistibile attrazione per il gentil sesso. Tranione ha tentato di opporsi alle tendenze del padroncino, ma alla fine ha ceduto, sempre però con la speranza di sistemaretutto prima del ritorno del padrone. E così ha permesso a Filolachete di dilapidare il patrimonio del padre organizzando pranzi luculliani e orge sfrenate in compagnia dei suoi amici e delle cortigianeche abitano nella “casa” di Scafa, una ricca mezzana di mezza età dal passato assai “glorioso”. A turbare la tranquillità di Tranione ci pensa Sferione ricordandogli che gli schiavi infedeli sono puniticon la crocefissione e facendogli continue scenate di gelosia da quando si è accorto che Scafa ha un debole per lui. Tranione, dal canto suo, fino ad oggi si è ben guardato dal concedere qualcosa allavogliosa mezzana ma ancora non è riuscito a convincerla che con lui non c’è niente da fare, tanto da tentare la fuga ogni volta che lei si trova nelle vicinanze. Tra un’orgia e l’altra, Filolachete si èinnamorato di Filemazia, una delle cortigiane che “abitano” nella casa di Scafa, e per averla tutta per se ha deciso di acquistarla e di affrancarla. Le quaranta “mine” necessarie le ha avute in prestitoda un usurario che ha chiesto in garanzia tutti gli oggetti preziosi del padre, Teopropide, e inoltre che, ogni mese, gli siano pagati anticipatamente gli interessi. I tentativi di Tranione per impedireche questo avvenga sono stati inutili e così la casa è stata svuotata di ogni oggetto di valore con grande felicità di Filolachete al quale importa solo di avere Filemazia tutta per se, e proprio oggi,per festeggiare ha riunito attorno a una tavola imbandita amici e cortigiane. Ora accade che Sferione, sceso al porto per comprare del pesce, ritorni con una terribile notizia: la nave di Teopropide èentrata in porto! E adesso? Come giustificare quella casa priva di oggetti preziosi? Tranione invita tutti a non lasciarsi prendere dal panico, li costringe a rinchiudersi in casa e li prega di stare insilenzio fino a quando non riceveranno un suo segnale. Rimasto solo con Sferione gli confida di aver inventato un piano per ingannare il padrone e di aver pensato anche a cosa fare nel caso che ilpadrone non creda alle sue parole. Così, all’arrivo di Teopropide, Tranione gli dice che non è possibile entrare in casa: è chiusa e abbandonata da molti mesi perché vi abita un fantasma, anzi più di uno, e ogni giorno terribili prodigi terrorizzano gli abitanti del quartiere tanto che suo figlio Filolachete è andato ad abitare nella casa di campagna. Ma siccome Teopropide non convince e vuole entrare in casa ad ogni costo, a un segnale di Tranione i partecipanti al banchetto, capitanati da Sferione, escono dalla casa, travestiti da fantasmi, e danno una severa lezione all’incredulo Teopropide, lasciandolo poi malconcio in mezzo alla piazza. Tutto sembra sistemato, almeno per il momento, quando le disgrazie non vengono mai sole!, arriva l’usuraio che ha prestato le quaranta mine necessarie per l’acquisto di Filemazia, e pretende che Teopropide gli paghi gli interessi del mese. “A … comperare una casa, dato che quella non è più abitabile …” improvvisa Tranione e tenta di cambiare discorso ma Teopropide, da vecchio mercante insiste: “Quaranta mine sono niente per una casa … un buon affare, dunque! E dov’è questa casa?” Tranione mormora “La casa di Scafa…” Da questo punto la situazione precipita: il vecchio mercante, scoperta la verità condanna Tranione ad essere crocefisso. Inutili sono le richieste di clemenza da parte del figlio, delle cortigiane e di Scafa. Teopropide sembra irremovibile. Poi, da buon mercante, ci ripensa: concederà la grazia solo se qualcuno acquisterà Tranione per quaranta mine più gli interessi. E chi potrebbe mai spendere tanti soldi per un vecchio schiavo? Scafa naturalmente. E così, scatenando la gelosia di Sferione, Tranione sarà costretto a cedere alle brame della vogliosa mezzana.

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Quattro passi per Broadway2 2 A G O S T O

conAntonella Ruggiero & Quartetto Arkè

violino Carlo Cantini

violino Valentino Corvino

viola Sandro Di Paolo

violoncello Entrico Guerzoni

fiati Phil Drummy

percussioni Ivan Ciccarelli

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N O T E D I R E G I ASpettacolo musicale fiorito a Broadway tra 1800 a 1900, il musical nasce come adattamentodell’operetta europea al gusto e al costume americano, caratterizzandosi come commedia dalcarattere brillante che tuttavia non esclude motivi nostalgici, distinguendosi per spettacolaritàscenica, raffinatezza orchestrale e brani musicali di eclettica derivazione (musica leggera, jazz,opera).Il genere raggiunge il suo apice negli anni tra le due guerre, presentandosi spesso in versionicinematografiche di successo.Il programma “Quattro passi per Broadway” fa parte dei progetti di Antonella Ruggiero conil Quartetto Arkè.Una delle più note voci del pop italiano ed un quartetto di archi di grande versatilità viaggianoinsieme all’interno delle musiche contemporanee scoprendo nuove modalità di arrangiamento ed interpretazione. In questo programma eseguono le più note melodie del Musical americano, rivisitate in originali arrangiamenti.

PROGRAMMAG. Gershwin The man I love

BewitchedA.L. Webber Don’t cry for me ArgentinaAndersson An AnthemAndersson I Know him so wellG. Gershwin SummertimeH. Arlen Over the RaimbowD. Ellington CaravanC. Porter I get a kick out of youJ. Styne Three Coins in the fountainC. M. Schoenberg Empty chairs and empty tablesA. L. Webber I don’t know how to love himG. Gershwin I’ve got a rhythmJ. Bock If I where a rich manL. Bernstein SomewhereL. Bernstein Tonight