Cateteri Venosi Periferici, Cuneo_2012

download Cateteri Venosi Periferici, Cuneo_2012

of 9

Transcript of Cateteri Venosi Periferici, Cuneo_2012

  • Firmato in originale

    INDICE

    INTRODUZIONE 3 CATETERI VENOSI PERIFERICI 3 TIPOLOGIE DI CATETERE 3 MATERIALI E COMPATIBILITA 4

    PROCEDURE DINSERZIONE E GESTIONE 4 SEDE DI INSERZIONE 4 INSERZIONE 5

    MATERIALE OCCORRENTE 5 SEQUENZA INTERVENTI 5

    MEDICAZIONE DEL SITO DI INSERIMENTO 6 PREMESSE 6 MATERIALE OCCORRENTE 6 SEQUENZA INTERVENTI 6

    GESTIONE DEL SISTEMA 6 a) SOSTITUZIONE DEI DISPOSITIVI INTRAVASCOLARI 6 b) SOSTITUZIONE DEI SISTEMI DI INFUSIONE 7 c) SOLUZIONI DI LAVAGGIO 7

    COMPLICANZE INFETTIVE 8 MICROBIOLOGIA 8 FATTORI DI RISCHIO 8

    BIBLIOGRAFIA 9

    Regione Piemonte

    AO S. Croce e Carle - Cuneo

    GESTIONE DEI CATETERI

    VENOSI PERIFERICI

    Data emissione: 10/01/2012 Rev. n. 1

    Gruppo di Lavoro Aziendale Dr.ssa Elide AZZAN

    Presidente C.I.O. Dr Riccardo Dutto

    Dirigente S.C. Farmacia

    Stesura

    Verifica e Approvazione

    Emissione

  • A.O. S.Croce e Carle Cuneo Pagina 2 di 9 Gestione CVP 2011 revisione n. 1

    GRUPPO DI LAVORO anno 2004

    DR. Riccardo Dutto S.C. Farmacia

    Vilma Giordanengo S.C. UTIC

    Chiara Landra S.C. Pneumologia

    Cristina Unnia S.C. Cardiologia

    Laura Braghin S.C. Neurologia

    Maurizia Ercolano S.C. Medicina dUrgenza

    Chiara Peirano S.C Cardiochirurgia

    Arianna Bottero S.C. Ortopedia II

    Cristina Melchio S.C RT/ONCO

    Ada Menardi S.C. Chirurgia Vascolare

    Marisa Bellisio S.C. Urologia

    Paola Occelli S.C. Direzione Sanitaria

    Aggiornamento 2011:

    Dr. Riccardo Dutto S.C. Farmacia

    Paola Occelli S.C. Direzione Sanitaria

  • A.O. S.Croce e Carle Cuneo Pagina 3 di 9 Gestione CVP 2011 revisione n. 1

    INTRODUZIONE Si tratta di dispositivi che vengono inseriti con tecnica percutanea in vene superficiali. Sono indicati in pazienti che devono essere sottoposti a terapia infusiva estemporanea e/o per un tempo limitato. Scopo di queste procedure aziendali quello di fornire indicazioni generali sul corretto posizionamento e sulla corretta gestione di tali dispositivi al fine di ridurre lincidenza delle complicanze. Per la stesura del documento sono state prese in considerazione le seguenti categorie dei Center for Desease Control di Atlanta:

    Categoria IA: misure fortemente raccomandate per tutti gli ospedali e sostenute da studi sperimentali, clinici o epidemiologici ben disegnati e da un forte razionale teorico. Sono considerate efficaci da esperti nel campo chirurgico, infettivologico e del controllo delle infezioni.

    Categoria IB: misure fortemente raccomandate per tutti gli ospedali e sostenute da alcuni studi sperimentali clinici o epidemiologici, si basano su un forte razionale teorico e su evidenze che ne suggeriscono luso, anche se queste evidenze sono meno significative che per la categoria IA. Sono considerate efficaci da esperti nel campo.

    CATETERI VENOSI PERIFERICI

    I cateteri venosi periferici, inseriti nelle vene dellavambraccio o della mano,

    rappresentano i dispositivi intravascolari pi comunemente utilizzati. Questi cateteri raramente vengono associati a batteriemie data la breve durata di cateterizzazione attuata con questi dispositivi. La pi importante complicanza associata alluso dei cateteri periferici, la comparsa di flebiti per la maggior parte di origine fisico-chimica o meccanica pi che infettiva. Un certo numero di fattori, inclusi il tipo di liquidi infusi, il materiale e il diametro del catetere, influenzano il rischio di sviluppare le flebiti. TIPOLOGIE DI CATETERE Vi sono dispositivi diversi utilizzati per laccesso venoso periferico: 1) AGO A FARFALLA DI SICUREZZA

    da usare per la somministrazione di terapie infusive sporadiche e/o di breve durata; possono essere utilizzati anche per i prelievi in campo pediatrico o in caso di accesso venoso difficoltoso. Deve essere rimosso alla fine dellinfusione. Ve ne sono di diametro diverso (19, 21, 23 ,25 gauge) identificabili tramite il codice colore.

    2) AGHI CANNULA con guida in acciaio e cannula, impiegati per terapie infusive continue o ripetute pi volte nellarco della giornata. Possono essere di diametro e lunghezza diverse. Sono costituiti da materiali differenti pi o meno biocompatibili.

  • A.O. S.Croce e Carle Cuneo Pagina 4 di 9 Gestione CVP 2011 revisione n. 1

    AGHI CANNULA AD UNA VIA: in poliuretano con tempo di permanenza > 72 ore; AGHI CANNULA A DUE VIE: in poliuretano con sito di infusione\bolo

    perpendicolare, con tempo di permanenza >72 ore AGHI CANNULA A DUE VIE DI SICUREZZA CON PROLUNGA: combinazione tra

    ago epicranico ed ago cannula con tubo di estensione e racccordo ad y. Catetere corto in poliuretano con tempo di permanenza > 10 giorni

    MATERIALI E COMPATIBILITA

    POLIURETANO

    Termoplastico Ritorno dal piegamento

    >Biocompatibilit Trombogenicit

    POLIETILENE

    Non termoplastico Rigido, scarso ritorno

    dal piegamento

    Biocompatibile >Colonizzazione

    microbica >Trombogenic it

    PVC

    Flessibile Scarso ritorno dal

    piegamento

    Rilascio di plastificanti >Colonizzazione

    microbica >Trombogenicit

    Evitare luso di aghi a farfalla per la somministrazione di farmaci che potrebbero causare necrosi tessutale se si verifica uno stravaso (Categoria IA).

    PROCEDURE DINSERZIONE E GESTIONE

    Alle seguenti procedure, deve attenersi tutto il personale Medico ed Infermieristico dei Reparti che utilizzano questi dispositivi.

    SEDE DI INSERZIONE Criteri da seguire per scegliere il sito di inserzione:

    v Prediligere le vene degli arti superiori, in quanto i cateteri inseriti nelle vene degli arti

    inferiori si associano ad un maggior rischio di complicanze; v Il calibro dellago deve essere compatibile con quello della vena. Un ago di calibro maggiore

    in proporzione meno traumatico e garantisce una migliore infusione dei farmaci;

  • A.O. S.Croce e Carle Cuneo Pagina 5 di 9 Gestione CVP 2011 revisione n. 1

    v La vena non deve presentare sclerosi, ematomi, dolorabilit o segni di infiammazione; v Preferire le vene del terzo distale dellavambraccio; v Se linfusione protratta, la sede di inserimento deve essere lontana da articolazioni mobili

    (polso, gomito) ed il braccio scelto non deve essere quello dominante, al fine di ridurre il disagio nel paziente;

    v Evitare vene di arti edematosi e con alterazioni del drenaggio linfatico, arti plegici, zone

    escoriate o ustionate.

    INSERZIONE

    E preferibile preparare il set di infusione (flebo da infondere, deflussore e prolunga) ed eseguire la cacciata dellaria dal dispositivo non al letto del paziente, ma in locale apposito. MATERIALE OCCORRENTE Aghi cannula di diverso calibro Disinfettante: Clorexidina (in soluzione alcoolica a 70) o Iodopovidone Telino salvaletto non sterile Batuffoli e garze Laccio emostatico Guanti monouso Prolunga 10 cm con rubinetto a tre vie e tappini sterili non perforabili Cerotti di carta e/o seta Medicazione di poliuretano trasparente specifica per catetere periferico Forbici a punta ricurva Soluzione infusionale con deflussore Contenitore per taglienti SEQUENZA INTERVENTI Informare il paziente Valutare le condizioni igieniche della zona e, se necessario provvedere alla detersione con

    acqua e sapone ed alleventuale rimozione dei peli con forbici ricurve Posizionare il telino sotto il braccio del paziente Eseguire il lavaggio antisettico delle mani Individuare il sito di inserimento Eseguire antisepsi con Clorexidina o Iodopovidone lasciar asciugare Applicare il laccio emostatico Indossare i guanti Procedere allinserimento del catetere senza palpare la zona trattata Collegare il set di infusione-prolunga al catetere Applicare la medicazione trasparente e fissare la prolunga alla cute Riportare sulla medicazione la data di inserzione dellago Negli aghi cannula a due vie (INTIMA), la prolunga gi parte integrante del dispositivo

    IL RISCHIO DI INFEZIONE AUMENTA QUANDO LINSERZIONE PRESENTA DIFFICOLTA E SONO NECESSARI VARI TENTATIVI PRIMA DI

    REPERIRE UN ACCESSO VASCOLARE.

  • A.O. S.Croce e Carle Cuneo Pagina 6 di 9 Gestione CVP 2011 revisione n. 1

    MEDICAZIONE DEL SITO DI INSERIMENTO PREMESSE La medicazione trasparente, consente di visualizzare quotidianamente il sito di inserzione e

    rilevare tempestivamente eventuali processi infiammatori locali.

    La medicazione non deve essere rimossa, salvo problemi, fino alla sostituzione del catetere venoso ogni 72 ore. (Categoria IB)

    Rimuovere o sostituire la medicazione solo se si presenta sporca, bagnata o staccata. (Categoria IB)

    Cambiare la medicazione pi frequentemente nei pazienti che presentano una abbondante sudorazione. (Categoria IB)

    Evitare la contaminazione da contatto del sito di inserimento quando si procede al rinnovo della medicazione (categoria IA)

    MATERIALE OCCORRENTE

    Antisettico: Clorexidina (in soluzione alcoolica a 70) o Iodopovidone Acqua ossigenata e Soluzione fisiologica Telino salvaletto non sterile Batuffoli e garze sterili Pinza sterile Guanti monouso Cerotti di carta e/o seta Medicazione di poliuretano trasparente

    SEQUENZA INTERVENTI Informare il paziente Posizionare il telino sotto il braccio Effettuare il lavaggio antisettico delle mani Indossare i guanti Rimuovere la vecchia medicazione Se si rileva presenza di sangue coagulato, asportarlo con tampone sterile imbevuto di

    acqua ossigenata usando la pinza sterile Detergere la zona con fisiologica e asciugare bene Disinfettare con Clorexidina in sol. Alcoolica o Iodopovidone, lasciare asciugare Applicare la medicazione trasparente e fissare la prolunga alla cute Registrare lavvenuta procedura

    Non applicare routinariamente pomate antimicrobiche topiche sul sito di inserimento dei cateteri venosi periferici (Categoria IA) GESTIONE DEL SISTEMA

    a) SOSTITUZIONE DEI DISPOSITIVI INTRAVASCOLARI

  • A.O. S.Croce e Carle Cuneo Pagina 7 di 9 Gestione CVP 2011 revisione n. 1

    v Rimuovere ogni dispositivo intravascolare non appena il suo uso non sia pi indicato

    clinicamente (categoria IA) v Sostituire il catetere e cambiare la sede a rotazione ogni 72 ore (Categoria IB), ogni 10

    giorni il catetere intima v Sostituire i cateteri inseriti in emergenza entro 24 ore in altra sede v Rimuovere il catetere ogni qualvolta compaiono segni di flogosi locale

    b) SOSTITUZIONE DEI SISTEMI DI INFUSIONE Per la sostituzione delle linee infusionali seguire le indicazioni della seguente tabella:

    TEMPI DI SOSTITUZIONE

    Tipo di infusione Dispositivo Tempo di sostituzione Continua

    Deflussori PVC DEHP-FREE Standard

    Deflussori PVC DEHP-FREE con regolatore di flusso

    Deflussori vari per pompa

    24 ore

    24 ore Sangue Deflussore dedicato Ogni fine infusione Soluzioni contenenti lipidi Deflussore e prolunga 24 ore v Considerare le prolunghe/rubinetto connesse con il catetere come parte integrante del

    dispositivo stesso. Sostituire tale prolunga quando si sostituisce il dispositivo Durante il cambio della linea infusionale utilizzare tecnica asettica. Nel caso in cui la prolunga presenti evidenti segni di incrostazioni e/o contaminazioni a livello del rubinetto, si consiglia la sua sostituzione. c) SOLUZIONI DI LAVAGGIO Soluzione di lavaggio: fisiologica sterile Dopo il loro uso, tutti i cateteri venosi periferici con la relativa prolunga, richiedono un regolare lavaggio per prevenire la formazione di coaguli ematici o precipitati di farmaci allinterno del lume. Effettuare un lavaggio con 5 ml di soluzione fisiologica (NaCl 0,9%)

    quando si prevede di non utilizzare il sistema occorre effettuare di frequente il lavaggio del

    catetere e della prolunga con fisiologica Non pi consigliato luso di soluzione al 2% di eparina (blocco di eparina)

  • A.O. S.Croce e Carle Cuneo Pagina 8 di 9 Gestione CVP 2011 revisione n. 1

    COMPLICANZE INFETTIVE Le complicanze infettive legate ai cateteri vascolari periferici sono meno gravi rispetto a quelle associate a cateteri venosi centrali. La via periferica rappresenta comunque una potenziale porta di accesso dei microrganismi nel torrente circolatorio. MICROBIOLOGIA

    Gli stafilococchi coagulasi-negativi, in particolare Staphylococcus epidermidis, sono diventati i patogeni pi frequentemente isolati nelle infezioni associate a catetere.

    La prevalenza di questi patogeni dimostra che la mani del personale sanitario, la flora cutanea dei pazienti possono essere la fonte predominante di patogeni per la maggior parte delle infezioni associate a catetere.

    FATTORI DI RISCHIO FONTI DI INFEZIONE Il catetere venoso pu colonizzarsi in seguito a contaminazione:

    - del catetere venoso stesso durante il posizionamento - del punto di emergenza cutanea - dei punti di raccordo lungo la linea di infusione (catetere-deflussore, prolunghe, rubinetti,

    deflussore-sacca) - del liquido di infusione (in sede di preparazione dei flaconi) ESOGENI: colonizzazione della cute pericatetere da:

    - mani del personale sanitario - non rispetto delle norme di asepsi al momento dellinserimento e/o della successiva gestione ENDOGENI: - durata del cateterismo - sito dinserzione - modalit di utilizzo del catetere vascolare I fattori che possono determinare flebite di origine fisico-chimico e quindi le eventuali complicanze infettive sono: TIPO DI MATERIALE PVC POLIETILENE > TEFLON > POLIURETANO DIAMETRO DEL CATETERE DIAMETRO MAGGIORE > DIAMETRO MINORE SITO DI INSERIMENTO ARTI INFERIORI > ESTREMITA SUPERIORI > VENE DEL BRACCIO > POLSO > MANO

  • A.O. S.Croce e Carle Cuneo Pagina 9 di 9 Gestione CVP 2011 revisione n. 1

    LIQUIDI INFUSI SOLUZIONI IPERTONICHE FERRO- ANTIBLASTICI Le infezioni pi comunemente associate al catetere venoso sono le INFEZIONI LOCALI ed in particolare: - INFIAMMAZIONE DEL SITO DI INSERZIONE

    Si presenta con dolore, eritema, edema, presenza di una vena palpabile. E generalmente un fenomeno chimico (da soluzioni infuse) o meccanico (presenza della cannula). Solo nel 20% circa dei casi, linfiammazione sostenuta da uninfezione.

    - FLEBITE PURULENTA Si manifesta con presenza di secrezione purulenta del sito di inserzione del catetere. Si associa frequentemente ad infezione sistemica per trasmissione diretta dei microrganismi al circolo.

    BIBLIOGRAFIA Giornale Italiano delle Infezioni Ospedaliere, vol.9 n3, luglio - settembre 2002: Linee guida per la prevenzione delle infezioni associate a catetere intravascolare: 1 147; CIO, Azienda Ospedaliera S.Croce e Carle Cuneo Linee guida per la prevenzione delle infezioni correlate alla presenza di cateteri venosi centrali : 6 e 13 Compendio delle principali misure per la prevenzione e il controllo delle Infezioni correlate allassistenza- Progetto INF-OSS; CCM 2009