Catalogo Partire Tornare Restare Bis

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  • 7/24/2019 Catalogo Partire Tornare Restare Bis

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    AIAC

    Associazione Italiana Architettura e Critica

    a cura di DIEGO BARBARELLI

    fotografie di MORENO MAGGI

    mostra itinerante degli architetti italiani allestero

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    A cura diDiego Barbarelli

    Fotografie diMoreno Maggi

    Collana Ricerche

    Coordinatori scientifici

    Luigi Prestinenza Puglisi e Anna Baldini

    Art DirectorRosella Longavita

    Grafica e ImpaginazioneJulia De Vito

    2013 AIAC Associazione Italiana Architettura e Critica.All rights reserved.Versione e-book, ultimo aggiornamento 29 aprile 2013

    Tutte le immagini sono di Moreno Maggi.I testi di descrizione delle valigie sono stati redatti dagli studi.

    ISBN 978-88-98448-02-9

    mostra itinerante degli architetti italiani allestero

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    PARTIRE TORNARE RESTARE4 5PARTIRE TORNARE RESTARE

    9 3gatti

    11 37.2 atelier de microarchitecture

    13 enzo amantea architectes

    15 awp

    17 barbiniarquitectos

    19 b+c architects sarl

    21 claudia bonollo _ atelier meta-morphic

    23 enrico botta architect

    25 luca bullaro ecoarchitettura

    27 cannat & fernandes arquitectos lda

    29 paolo cascone / codesignlab

    31 correia/ragazzi arquitectos

    33 cristobal + monaco arquitectos

    35 silvio dascia architecte

    37 francesco di gregorio & karin matz

    39 dos architectos

    41 echomaterico

    43 atelier filippini

    45 frediani+gasserarchitettura

    47 fwg architecture

    49 ga architecture

    51 guarnieri architects

    53 sergio mannino studio

    CINA

    FRANCIA

    FRANCIA

    FRANCIA | SVIZZERA

    PORTOGALLO

    FRANCIA

    SPAGNA

    BAHREIN

    COLOMBIA

    PORTOGALLO

    FRANCIA

    PORTOGALLO

    SPAGNA

    FRANCIA

    GERMANIA

    GRAN BRETAGNA

    USA | GRAN BRETAGNA| MESSICO

    FRANCIA

    AUSTRIA

    SPAGNA | FRANCIA | SVIZZERA

    FRANCIA

    GRAN BRETAGNA

    USA

    55 menab architecture

    57 microcities

    59 francesco moncada

    61 morq*

    63 enrica mosciaro

    65 motoelastico

    67 moya trovato arquitectos

    69 myra arquitectos

    71 nauta architecture & research

    73 marco vannucci/opensystem

    75 op.4 architectures

    77 paratelier

    79 itai paritzki & paola liani architects

    81 nicoletta piersantelli

    83 stefano riva architetto

    85 stefano sbarbati architecte

    87 share architects

    89 solinas serra arquitectos

    91 stadtlabor

    93 atelier tarabusi

    95 ternullomelo architects

    97 xcoop

    OLANDA

    FRANCIA

    OLANDA

    AUSTRALIA

    SPAGNA

    COREA

    SPAGNA

    SPAGNA

    OLANDA

    GRAN BRETAGNA

    FRANCIA

    PORTOGALLO

    ISRAELE

    AUSTRIA

    PORTOGALLO

    FRANCIA

    AUSTRIA

    SPAGNA

    AUSTRIA

    FRANCIA

    PORTOGALLO

    OLANDA

    Indice

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    PARTIRE TORNARE RESTARE6 7PARTIRE TORNARE RESTARE

    Nel 2012, in Europa, lItalia era al secondo posto tra i paesi con ilmaggior numero di richieste per andare a lavorare allestero, dietrosolo alla Spagna, nazione simbolo della crisi economica recente, edavanti alla Romania che, con le sue badanti e manovali, identificaper tutti limmagine dellemigrante classico. I settori erano i pi vari: afianco dei tradizionali e molteplici impieghi nel mondo economico edei servizi si confermavano la formazione e la ristorazione e segnavauna considerevole crescita il mondo della progettazione, ingegneriarchitetti designer. Se il primato del settore dei servizi ascrivibilealla terziarizzazione e globalizzazione del mondo occidentale, il re-sto della classifica presenta un singolare parallelismo con ci che percepito attraente dellItalia allestero: cibo, cultura e Made in Italy.Unimmagine basata sui concetti di ben vivere, di piacere e di bellez-za dove lestetica e il progetto sono parti fondamentali. Unimmagi-ne la cui diffusione molto deve al successo del design italiano e cheora viene consolidata anche dallarchitettura grazie alla crescenteaffermazione degli studi italiani allestero. Non solo degli studi chedallItalia riescono sempre con maggiore frequenza ad ottenere in-carichi prestigiosi, ma anche dallattivit degli architetti italiani che sisono trasferiti in pianta stabile allestero e hanno aperto un propriostudio, ottenendo commesse e vincendo concorsi.

    Proprio questo, anche se in parte ancora sotterraneo, il fenomeno

    pi interessante per quantit e qualit dellarchitettura italiana. Pervitalit, per influenze e per risultati dimostra le notevoli potenzialitdella nostra architettura che quando si apre al confronto in gradodi interpretare le molteplici istanze della contemporaneit riuscen-do a superare gli sterili e nostalgici discorsi identitari. Sono alme-no 200 gli studi di valore con partner italiani e sede allestero chesi stanno imponendo allattenzione nel mondo, ma i dati devonoessere considerati parziali e in difetto per la natura stessa del feno-meno difficilmente mappabile e in continuo divenire. Da un lato lacrisi economica sta rimodulando in parte la geografia dei paesi piricercati, se un tempo erano Spagna Portogallo e Olanda ora lo sonoBrasile Cina e Emirati Arabi con nuove mete divenute inaspettata-mente appetibili come Vietnam Turchia e Angola e con paesi comeFrancia Germania e Inghilterra che invece resistono. Dallaltro lenor-me quantit di giovani, che attualmente lavorano nei pi importantistudi di architettura del mondo, permette di supporre che a brevepotrebbero nascerne di nuovi. Il percorso classico infatti prevede unviaggio allestero per studio, un periodo di lavoro presso una grande

    archistar internazionale e poi lapertura, spesso insieme ad altri gio-vani con percorsi simili ma provenienze diverse, di un proprio stu-dio. E proprio questo il punto che segna lo scarto maggiore tra chipartiva una quindicina di anni fa e chi invece lo fa oggi: la possibilitdi considerare questa scelta non come temporanea e legata ad unperiodo di formazione, ma come definitiva. Una decisione dettata inparte dalle delusioni italiane e in parte dalla convinzione che alleste-ro possibile riuscire ad emergere in base al talento e allimpegno.Una scelta che non mai esclusivamente professionale, ma che ine-vitabilmente diventa una scelta di vita, poich a fianco degli impe-gni, delle gratificazioni, delle conquiste nel lavoro si intrecciano ifidanzamenti, le amicizie, le esperienze che rendono piena lesisten-za. Aspetti che non possono essere completamente dimenticati sesi vuole analizzare il tema nella sua generalit e che suggeriscono dinon considerarlo in termini esclusivamente architettonici.

    Dalla consapevolezza dellimportanza del fenomeno e della varietdi aspetti che inevitabilmente emergono nel cercare di descriverele esperienze dei protagonisti nata lidea di realizzare una mostra,Partire_Tornare_Restare, che tramite la valigia, simbolo retorico machiaro dellidea di viaggio, potesse raccontare le storie degli archi-tetti italiani allestero. Una valigia che contenesse un portfolio maanche oggetti, immagini e disegni con cui rintracciare per indizi

    la mappa del loro percorso. Alla richiesta hanno risposto con stra-ordinario e impensato entusiasmo 45 studi provenienti da tutto ilmondo, principalmente dallEuropa ma anche dallAmerica, dallAsiae dallAustralia, inviando personali e singolari interpretazioni dellavaligia e del viaggio. Sono piccoli scrigni da cui trapelano frammentidi storie ed echi di esperienze, in cui larchitettura sempre intrisadi quotidianit, che parlano di emozioni e di progetti, di passioni edi vita.La mostra Partire_Tornare_Restare, primo risultato pubblico di unaricerca pi vasta sul tema, realizzata in collaborazione con lAIAC stata realizzata per il meeting internazionale di architettura svoltosia Selinunte nel marzo del 2012. Epoi stata presentata, a fianco dellaprecedente mostra Architetti italiani in Spagnadi Graziella Trova-to, allIstituto Cervantes di Palermo ed ora viene allestita alla CasadellArchitettura di Roma. Per loccasione si deciso di realizzare uncatalogo, in formato e-book, utilizzando le fotografie scattate daMoreno Maggi a Selinunte.Il divenire itinerante della mostra, inizialmente non previsto ma gi

    inequivocabilmente insito nella scelta degli oggetti da esporre, dovuto esclusivamente al fascino che hanno esercitato le valige suivisitatori e allinteresse percepito per il tema. Una mostra che forsenon poteva non divenire itinerante poich composta da studi percui il termine viaggio vuol dire essere, fisicamente e mentalmente,sempre in movimento.

    DIEGO BARBARELLI

    Partire Tornare Restare

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    PARTIRE TORNARE RESTARE8 9PARTIRE TORNARE RESTARE

    Architettura insostenibile

    Questo progetto eun atto di autodenuncia.Vuole mostrare come pu essere spietato il business dellarchitettu-ra costruita in Cina.Larchitetto pu essere un idealista, un ecologista, una personaeticamente umana ma se rimane solamente un architetto e moltopoco quello che puofare per questo mondo a parte costruire ogget-ti interessanti ed educare le poche persone intorno a lui.E cosi costretto ad essere prima di tutto un politico, un costruttore,un business man, uno show man, un guru dei media.Abbiamo lavorato con passione per otto anni in Cina combatten-do ogni giorno per costruire qualcosa di sensato e sostenibile per ilpianeta ed il risultato stato pi o meno nullo.Quasi tutti i nostri progetti cinesi hanno grandi quantit di ce-mento, colle, plastiche e altri materiali non riciclabili e velenosi perlambiente.Non ha importanza cosa abbiamo proposto o progettato, il potereera sempre in mano a dei piccoli servi d i questa economia cieca.Il sistema economico contemporaneo cinese come il nostro gattodella fortuna, un meccanismo inesorabile che porta soldi e non siferma mai.3GATTI a volte usa belle parole ma nei fatti un associato a delin-quere di questa economia cinese.

    Vorremmo essere arrestati.

    CINA

    3gatti

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    PARTIRE TORNARE RESTARE10 11PARTIRE TORNARE RESTARE

    Lo spazio come esperienza percettiva

    Proprio come nei film di Antonioni, lo spazio pu essere consideratocome unesperienza percettiva: fisica, come mentale.

    La funzione ultima dellarchitettura diventa in questo senso la suainfluenza sulla memoria e limmaginazione: creare una profonditarchitettonica, un dialogo dinamico e fluido capace di accendere lalibido narrativa dei suoi occupanti, accompagnarli nel labirinto dellaloro stessa psiche.

    Ci piace pensare allarchitettura non come una performance, macome a uno spazio to perform, architettura come un frammentonarrativo da completare, come un set cinematografico che invita isuoi occupanti a scrivere e riscrivere costantemente la propria storia.Il nostro approccio presuppone di giocare con un off-camera archi-tettonico- interstizi spaziali, spazio nello spazio, contrasti di densit,funzioni immaginarie che sappiano stimolare limmaginazione enon plasmarla.

    Ci piace esplorare i legami che legano architettura e fiction.

    FRANCIA

    37.2 atelier demicroarchitecture

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    PARTIRE TORNARE RESTARE12 13PARTIRE TORNARE RESTARE

    La valigia

    Cosa cera (c) nella valigia del primo viaggio verso lignoto...Ma questo viaggio mai finito, o mai iniziato?E quanto si disposti a cedere del proprio essere stati?Quello che si trova nei luoghi di destinazione a volte sorprende, avolte affascina ma spesso diventa motivo di inevitabile rilett ura delleproprie aspirazioni.A volte si fa strada lidea del ritorno, quindi alla fine si resta semprecon quella valigia in mano...Alcuni oggetti possono dichiarare lo spirito con cui il viaggio statoaffrontato, ma soprattutto testimoniano le invarianti della propriafilosofia di vita.A distanza di oltre 20 anni da quella partenza gli oggetti in valigiasi mescolano a quello che si portatoe a quel che si trovato, allarealt e alla memoria.Da una accurata selezione, togliendo il superfluo e lovvio restanosolo tre libri e quattro oggetti a rappresentare un percorso di viaggioe di vita.

    Memorie di Adriano (Marguerite Yourcenar): la personalit di ungrande leader in un contesto architettonico come la Villa Adriana,punto di riferimento architettonico universale. Il primo libro letto infrancese che ha rafforzato il legame con la cultura italiana.

    Le citt invisibili (Italo Calvino): un testo visionario quanto realedove lutopia del non-luogodiventa la eu-topia del buon luogo,fonte di continua ispirazione e motivo di riflessione mai superata da

    nessun testo tecnico sulla pianificazione urbana.La Divina Commedia: il testo italiano per eccellenza come fon-damento della cultura portata dentro con nessuna disponibilit alcompromesso. Nulla da aggiungere. Ogni commento superfluo.

    Una lente di ingrandimento: le positivit cos come le negativitdiventano pi visibili a distanza e nello stesso tempo diventano mo-tore e spinta nella realizzazione dei propri obiettivi.

    Un vaso: un vaso opalino frutto della maestria veneziana ha viag-giato con me fin dallinizio e rappresenta larte di intrappolare in unoggetto il potere evocativo del colore: verde acqua come alcuni cielidel sud.

    Una lampada:una lampada di design, rappresentazione dellidenti-t e del genio creativo italiano, ha costituito la fonte e il riferimentonecessario per il lavoro.

    Una foglia di ficodindia: Una pianta che si autoalimenta grazie alsofisticato sistema di fotosintesi e che rielabora lassetto botanicodelle funzioni: foglie che diventano tronco e che ospitano radi-ci, il ficodindia rappresenta la sintesi naturale della funzionalitche diventa forma.

    FRANCIA

    enzo amanteaarchitectes

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    15PARTIRE TORNARE RESTARE

    La valigia che ho scelto, wickelfisch, uno zaino gonfiabile e com-pletamente impermeabile che si usa a Basilea per nuotare nel (fiu-me) Reno. Di solito contiene pochi oggetti personali - portafogli, te-lefono, vestiti - che si ritrovano asciutti dopo avere nuotato, dallaltraparte del fiume.

    Lho scelta per due ragioni, legate piuo meno direttamente a duepaesi europei che hanno avuto molta importanza nel mio percorso:Svizzera e Spagna.In Spagna, dove ho studiato e poi iniziato la mia carriera, c un dettoche dice hay que tirarse al agua, devi gettarti in acqua : ovvero deviaffrontare con coraggio le situazioni che ti si presentano, coglierele opportunita e tuffarsi nella vita, non restare spettatore. Questepoche parole descrivono bene tutte le mie scelte. Lasciare lItalia perstudiare, poi lavorare. Creare ex nihilo uno studio in un paese chenon il tuo, farlo senza contatti, senza supporti, presentarsi a con-corsi ad invito con insistenza e caparbiet fino a farsi selezionare epoi vincerne alcuni, poi altri.Il nesso con la Svizzera invece geografico. Per una coincidenza dicircostanze ed incontri (questa volta alla biennale di architettura diSao Paulo, in Brasile), per altri concorsi vinti, il mio studio ha ormairelazioni strette con questo paese, che ammiro profondamente perla grande qualit della sua architettura, della realizzazione e perlattitudine ad ottimizzare le risorse.

    FRANCIA

    awp

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    PARTIRE TORNARE RESTARE16 17PARTIRE TORNARE RESTARE

    Il racconto di un percorso si basa su parafrasi e visioni private.Il racconto di un percorso di un architetto si basa sul progetto.

    Spiegare laltrove teorico e pratico implica una sintesi: ogni elemen-to del racconto progetto.

    La valigia, che contiene due modelli degli ultimi due progetti rap-presentativi dellatelier barbiniarquitectos, idea progettuale, inquanto oggetto espositivo leggero, indipendente, identitario.

    I progetti esposti, invece, esprimono la ricerca della forma necessa-ria, lineffabile sforzo di semplificare e chiarire.Il percorso ventennale dellatelier si articola attraverso una sensibili-t verso il contesto, la cura del dettaglio ed una poetica che colora esa reinterpretare ciascun tema progettuale. una storia definita da scelte ordinabili in sequenza che non ricercale ragioni della partenza e quelle pi forti della permanenza.Vive e si alimenta dellintegrazione della formazione culturale e delsaper costruire dei due paesi dorigine, il Portogallo e lItalia, dei duesoci fondatori e si impegna in collaborazioni professionali interna-zionali.

    PORTOGALLO

    barbiniarquitectos

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    PARTIRE TORNARE RESTARE18 19PARTIRE TORNARE RESTARE

    Valigia

    1. Corrispondenze varie con lItalia e sullItalia

    2. La colonna sonora dello studio: siamo tutti figli di JohnnyRotten

    3. Il migliore trattato sulla secessione urbanadel quartiere in cuiGiovanni abita da pi di sedici anni: a tutte le Little Big Hornprossime venture

    4. London calling: Tea time

    5. Uno di quelli che amiamo : antidoti alla polizia del pensiero

    6. Erba di casa mia: eravamo tutti figli di Johnny Rotten

    7. Il nostro modo di lavorare: ...Il progetto carta ... quantecose si fanno con le carte.. (E. De Filippo Il sindaco delRione Sanit)

    8. Waiting for my man B+C architectes SARL 15,

    passage du dsir 75010 PARISTel : 00 33 (0)1 48 05 12 60Fax : 00 33 (0)1 42 62 18 [email protected]

    Astenersi perditempo9. Un altro di quelli che amiamo

    10. Bevete pi latte, il latte fa bene, il latte conviene a tutte le et!Bevete pi latte, prodotto italiano, rimedio sovrano, ditutte le et. Bevete pi la ..., bevete pi la ..., Bevete pi latte!

    11. (Sparse nella valigia) : le nostre letture, le nostre mostre,navigando su internet, sullautostrada, tra un appuntamento eun altro, aspettando un treno, i nostri artisti preferiti ..................

    FRANCIA

    b+carchitects sarl

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    PARTIRE TORNARE RESTARE20 21PARTIRE TORNARE RESTARE

    Geografe

    Caminante no hay camino

    sino estelas en la mar.

    (Antonio Machado, Proverbios y cantares - XXIX)

    Una valigia evoca il viaggio. Il suo interno contiene tutto il bagaglioprofessionale accumulato in anni di esperienza personale e profes-sionale. Con la valigia, possiamo osservare il susseguirsi delle par-tenze e degli arrivi in Italia e fuori dalle sue frontiere.Claudia Bonollo una viaggiatrice inquieta che esplora trasversal-mente e sensorialmente i tre ambiti di cui si occupa: architecttura,arte e investigazione. I suoi primi passi sono permeati da una ricer-ca costante, sempre un passo pi in avanti della realt presente. Lesue scelte personali vengono trasformate dalla necessit di un attocreativo totale dalle molteplici declinazioni che spazia dal bisognodi realizzare progetti ogni volta pi compromessi con il dialogo tra-sversale, aperto e multidisciplinare, fino alla sperimentazione tout-court come via che schiude nuovi cammini possibili.La geografa come scienza che si occupa della descrizione della Ter-ra, o in un senso figurativo si riferisce al territorio e al paesaggio, un aspetto che ricorre insistentemente nella cosmografia personaledi Claudia Bonollo. Si percepisce la volont di trascendere tanto lasuperficie terrestre come i limiti del corpo, per sommergersi in spazisensibili e intangibili.

    Un importante riferimento (utile alla comprensione profonda delconcetto di mutazione e metamorfosi) presente nella valigia, doveoccupa il primo posto, ed l I-Ching, il libro della metamorfosi che ciparla con un linguaggio figurativo delle 64 situazioni possibili nellavita di un uomo.Il colore lultimo degli oggetti significativi della sua valigia-portfo-lio, in una sorta di alfa e omega concettuale.Le narrazioni visive si articolano in spazi virtuali e in proiezioni dovesperimentare vari nivelli di benessere nei suoi spazi sensibili e neisuoi cortometraggi e tecniche di visualizzazione con colori denomi-nate appunto narrazioni cromatiche.Il suo sguardo abbraccia la geografia nella sua totalit. Non casua-le che le cellule si trasformino nelle sue cellule trasfigurate in map-pe della coscienza e nei suoi paesaggi biologici in una cartografiadellessere dove il corpo viene rappresentato come unicona sacra.(estratto da un testo di Andrea Buchner Anfruns)

    SPAGNA

    claudia bonolloatelier meta-morphic

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    PARTIRE TORNARE RESTARE22 23PARTIRE TORNARE RESTARE

    1.IL GRANDE VERDE

    Questo grande trolley, spesso il mio unico bagaglio, mi ha portatonel Bahrain il 14 Novembre del 2005 ed stato, da allora, con me inogni viaggio. Trasporta i segni di ciascun viaggio, cos come faccio io.

    2.IL DOCUMENTO DI IDENTITA

    Lidentit di ognuno spesso definita da idee preconcette, come lanazionalit.Il lavoro dellarchitetto, per come lo vedo io, quello di sforzarsi pertutta la vita di ridefinire la propria identit attraverso il proprio la-voro. per questo che il piccolo portfolio incluso nel bagaglio halaspetto di un passaporto di un Paese immaginario.

    3.LA SABBIA

    La sabbia lelemento che caratterizza la regione del Golfo Persico: sempre con te e DENTRO di te

    4.IL CAMMELLO KITSCH

    Diversi princpi estetici possono scontrarsi proprio come si scontra-no culture differenti, ma solo attraverso la diversit che possiamomigliorarci ed innovare.

    5.LA CAFFETTIERA

    il simbolo dellospitalit Khaliji( la tradizionale ospitalit degliabitanti del Golfo Persico), verso cui sono molto riconoscente.

    BAHREIN

    enrico bottaarchitect

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    PARTIRE TORNARE RESTARE24 25PARTIRE TORNARE RESTARE

    La Valigia Vucciria

    La valigia un objet trouv. Un carretto messaggero. Un invito a riciclare,

    a riutilizzare. A non sprecare, a non buttare. A profittare della tanta nos-

    tra immondizia. Basterebbe pulirla, selezionarla, metterla nel luogo gi-

    usto. Magari dipingerla, trasformarla, o spostarla cambiandone il senso.

    Proprio come fece Marcel Duchamp con poesia e maestria.

    La cassetta pittata da Olimpia Morgante che vi ha significato la vital-

    it fatta di natura e cultura che rende la Sicilia una terra che non si ab-

    bandona, perch la si porta in giro per il mondo per il semplice fatto di

    restare siciliani ovunque ci si de bba spostare per vivere.

    Olimpia usa colori intensi, netti: blu e verdi, accostati al freddissimo

    ceruleo dei nostri cieli invernali; gialli al loro massimo di luce, e rossi

    come sole, fuoco, rosolacci; viola il colore del fiore della Sulla, a dire la

    tensione estrema, il comporre in s gli opposti. Cos vestiti di colore, il

    tetto-piano di appoggio e le quattro facce-pareti scandiscono presenza

    e assenza; evocano le nostre fioriture esplosive e fugaci, i carretti dipinti,

    le vecchie paranze di pescatori.

    La valigia ha un cuore luminoso, piena d aria, ha una pelle che traspira

    e che fa passare la luce, rischiarando lintorno. La lampadina rotonda,

    antica, richiama quelle enormi sospese sulle bancarelle della Vucciria e

    di Ballar, due mercati vivi e colorati di Palermo.

    E un piccolo carro che si trascina con una corda rosso pompeiano, ru-

    bata ad una polverosa tenda di una pomposa villa settecentesca. Ma

    lanima popolare, di cassetta della frutta. Viene dalla Vucciria, che in

    siciliano significa confusione, e pure vita, colore, allegria.Quindi la valigia riciclata, colorata, piena di fiori, si muove e si il-

    lumina.

    Forse non pi una valigia. Ch non contiene niente. E una valigia di

    luce, con una pelle di allegria. Dentro ha alcuni ricordi raccolti in un pic-

    colo libro che si intitola Architetture incontrate. Una minima parte de lla

    nostra memoria. Evocazioni di viaggi e di paesaggi.

    Occhi che non vedono il titolo di un capitolo di Vers une architec-

    turedi Le Corbusier: uno degli architetti pi colti curiosi e sperimentali

    di sempre, che scriveva che per imparare a progettare bisogna osservare

    e misurare. Nelle fotografie che abbiamo raccolto osserviamo paesaggi,

    e interventi umani sul paesaggio. Architetture trovate e contemplate,

    immagazzinate. Paesaggi che hanno prodottoriflessioni e forme.

    Le Corbusier ha imparato quasi tutto viaggiando e costruendo, osser-

    vando e misurando.

    Dentro la valigia ci sono disegni instantanei. Scatti fugaci. Attimi raccolti

    in corsa. Di luci, di orizzonti, di culture diverse. Immagazzinati con amore.

    Spunti per architetture future e ricordi di poetiche scoperte inaspettate.

    COLOMBIA

    luca bullaroecoarchitettura

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    PARTIRE TORNARE RESTARE26 27PARTIRE TORNARE RESTARE

    Album di famiglia

    Ci sembrato che la forma migliore di rappresentare il viaggio o lapermanenza fosse quello di esprimerlo attraverso una rassegna dilavori realizzati e in fase di realizzazione che in qualche modo fos-sero significativi e chiaramente espliciti di una corrispondenza tralItalia e il Portogallo e viceversa.

    La valigia, risultante da un restauro di una vecchia valigetta di co-lori a olio, contiene i principi allusivi di uno spazio architettonico.Allinterno, il contenuto dellalbum, pu essere visitato. Lesterno, mantenuto nel suo aspetto materico originale mentre linterno,come la maggior parte dei nostri interni, dipinto di bianco. Il li-bro realizzato artigianalmente. Successivamente stato fissatosul fondo della valigia salvaguardando, attraverso un appoggioarretrato, lidea di un volume sopseso. Tale accorgimento permettedi essere aperto facilmente e essere chiuso senza lasciare possibilitdi movimento.Pi che una valigia, volevamo che fosse un album che potesse fer-mare alcuni ricordi attraverso le immagini delle pietre dellarchitet-tura. Un album di famiglia che percorre un periodo di circa 25 annidi lavoro tentando di fermare alcuni momenti dei pochi progettirealizzati.

    Il punto di partenza di questo album il nostro attuale luogo di lavo-ro: una ex-fabbrica di lacci da scarpa in uno dei nuclei urbani esterni

    al centro storico ma tra i pi antichi della citt di Oporto.

    I pochi disegni e schizzi, evidenziano una forma descrittiva del pen-sare larchitettura e che pu costituire, prima ancora dellapprendereuna lingua, lincontro di un modo universale di comunicare nellam-bito disciplinare.

    La foto personale, che testimonia un passaggio sullo Stretto di Mes-sina, ci particolarmente cara in quanto ci riporta ad un momentodi dibattito e di scambio molto intenso con gli amici architetti si-ciliani con i quali, non abbiamo mai smesso di restare in contatto.Ci riferiamo al gruppo che si muoveva, nella seconda met deglianni 80, intorno allidea di una Scuola Siciliana, con molte analo-gie con la Scuola di Porto, fomentata dallindimenticabile PasqualeCulotta e tanti bravissimi amici e colleghi come P. Guerrera, V.Melluso,M.Panzarella, e tanti altri che ci hanno permesso di far parte diun progetto culturale che, malgrado le distanze geografiche tra ilPortogallo, la Calabria e la Sicilia, ci permette ancora oggi di parte-cipare a un lavoro collettivo fondato sulla pratica dell architettura.

    PORTOGALLO

    cannat & fernandesarquitectos lda

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    29PARTIRE TORNARE RESTARE

    PARTIRE_per chi come me viene dal sud dellItalia spesso partirediventa lunica possibilit per seguire le proprie passioni e svolgerein modo dignitoso il proprio lavoro. Ho sempre interpretato la par-tenza non solo come una necessit ma, soprattutto, come una gran-de opportunit di crescita umana ancor prima che professionale. Inquesto senso leducazione che ho ricevuto in famiglia mi ha spinto aconsiderare la condizione del foreigner come uno stimolo ad atti-vare risorse intellettuali e capacit di adattamento inattesi. Mettersialla prova, imparare a stare al mondo sono i motivi per cui ho d ecisodi partire da Napoli per andare a Londra, per continuare i miei studie specializzarmi. Sono passati ormai pi di 10 anni da quando varcaila soglia della mitica AA School di Londra e da quel momento nonho mai pi smesso di muovermi, fare nuove esperienze e di accetta-re nuove sfide. E per questo motivo che la mia valigia, quella cheho deciso di presentare alla mostra, intende ribaltare lo stereotipodellemigrante di un tempo che andava alla ricerca di fortuna o diuna nuova patria con le scatole di cartone. Piuttosto vuole esseremetafora di leggerezza, di eleganza e di duttilit per portare con spochi strumenti utili oltre che un abito ed ovviamente una tuta dalavoro.

    TORNARE_per la mia generazione, la condizione di chi parte quelladi chi accetta i continui cambiamenti e di chi considera ogni situa-zione non come quella definitiva. In questo senso a ogni partenzacorrisponde un ritorno e viceversa. Ogni citt in cui ho lavorato in-

    fatti, da Londra a Parigi a Ouagadougou etc., diventata presto unangolo della mia casa, un nodo di un network in continuo divenire.In questo senso non vivo in bilico, rifiuto lidea dellinstabilit a fron-te di quella della mobilit: in ogni nuova tappa si ammagliano re-lazioni, si scambiano conoscenze, si realizzano progetti e si creanomemorie. In questo senso lidea di attivare COdesignLab a Napoli,non un ritorno alle origini ma un modo di rammagliare la miaattivit con il mio paese e la mia citt .

    RESTARE_non mi sono riavvicinato al mio paese per restarci, credofermamente nella necessit di continuare a nutrirsi di esperienze eopportunit nuove. In questo caso lidea di lavorare anche nel e peril mio paese costituisce unassoluta novit. Cercher di continuarloa farlo mantenendo guardando ed interagendo con quello che suc-cede altrove.

    FRANCIA

    paolo cascone/codesignlab

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    PARTIRE TORNARE RESTARE30 31PARTIRE TORNARE RESTARE

    Cartoline.

    Immagini rappresentative degli oggetti che hanno influenzato ladecisione di PARTIRE e che avrebbero dovuto riempire la valigiadellemigrante.Cartoline come simbolo (ormai obsoleto) del viaggiare, attivit fisi-ca e mentale ancestrale; condizione necessaria per accompagnare letrasformazioni socio-economiche in corso.

    Cambiamenti che permettono di comprare dai cinesi all angolo labrutta valigia che le contiene, per 17 (!), in una piccola e straordina-ria citt in estremo occidente: Porto, Portugal.Una valigia non pi di cartone, ma nera come le crisi: innanzi tutto, quellaculturale e politica che lIt alia attraversava alla fine degli anni novanta,quando cominciava ad addentrarsi nel ventennio pi abietto dal se-condo dopo-guerra e che mi spinse senza esitazioni a cambiare aria;ed ora la crisi economica e sociale, conseguenza inevitabile dellaprima.

    Cosa offriva il poveroPortogallo?Architettura. Architettura contemporanea. Poter FARE architetturacontemporanea. Di qualit.Non pi come eccezione fortuita, all italiana, l dove la regola ledilizia squalificata e labusivismo di Stato, promesso e promosso asuon di condoni. Sempre impunemente.Costruire oggi quello che forse diventer patrimoniofuturo, senza

    infingimenti imposti da sovrintendenti rincoglioniti e storicamenteignoranti.

    Tutte le immagini darchitettura selezionate sono volutamente delsecolo scorso; sono le opere che hanno catalizzato lattenzione dichi stava maturando la decisione di partire, di chi tentava spurgarelo sguardo dalla cancrena edificata negl i anni del post-modernismo.Sono le opere di due grandi maestri che, come il vino di Porto, piinvecchiano e pi migliorano, lontani dai modi e dalle mode dell ul-tima ora. C bisogno di buoni maestri.

    FRANCIA

    correia/ragazziarquitectos

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    33PARTIRE TORNARE RESTARE

    200 cartoline. Unidea di viaggio.

    caminante, no hay camino,

    se hace camino al andar

    (Antonio Machado)

    Tutto inizi nel 1999. Unesperienza di vita e architettonica in costan-te movimento.Un cammino disseminato di progetti che ci portano da una citt adunaltra, un poper caso, un po per necessit.Ogni sosta un luogo di scambio: lasciamo qualcosa e portiamo viaqualcosaltro .Presentiamo qui alcune cartoline che abbiamo raccolto nei luoghiche abbiamo visitato negli ultimi anni e che sono il simbolo dellanostra esperienza di vita. Sono le cartoline che raccontano il nostroviaggio e che sono anche il nostro portfolio.Prendete quelle che pi vi piacciono e speditele in giro per il mondo.

    SPAGNA

    cristobal + monacoarquitectos

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    PARTIRE TORNARE RESTARE34 35PARTIRE TORNARE RESTARE

    Essere sempre in viaggio, in treno, in aereo,..., la condizione dell homo mobilis contemporaneo.Chi, per caso o per scelta, si trovato come me a vivere in un altro

    paese da un ventennio, sa bene come gran parte della propria vitaabbia assunto ormai una dimensione di ubiquit tipica della nostraepoca. Unubiquit reale e virtuale, potenziata dalla rivoluzione deldigitale e dalla trasformazione dei nostri modi di interazione socia-le e professionale sempre pi smaterializzati, che ci rende possibilescegliere dove restaree dove voler tornare dal nostro peregrinarequotidiano.Oggi il luogo migliore dove restare il luogo migliore dal quale po-

    ter partire e verso il quale poter tornare costantenemente nel mi-gliore e pi facile modo possibile.Una grande capitale come Parigi uno dei luoghi che permette di

    partire, tornare, restare....Se la nostra epoca racconta lexodus silenzioso ma costante dei

    grandi flussi migratori che dalle campagne dei paesi in via di svi-luppo (Cina, Vietnam, Brasile, Messico...) assalgono quotidianamen-te le grandi megalopoli del presente (Shanghai, San Paolo, MexicoCity...) trasformandole in Inferni metropolitani dalle grandi disparitsociali, economiche e culturali, non si puonon segnalare come epi-fenomeno, - meno visibile forse e certamente meno drammatico -,quello delle centinaia di migliaia di persone che si sono allontanatedal loro paese di origine per cercare esperienze, occasioni di vita edi lavoro altrove!Dallagosto del 93, a 15 giorni dalla mia laurea alla Facolt di Archi-

    tettura di Napoli, vivo e lavoro a Parigi, dove - dopo un primo feliceperiodo di inserimento professionale dal 93 al 99 - ho fondato il miostudio professionale nel 2000 forte di un bel 2 posto al concorso delPalazzo dei Congressi di Roma!Alterne vicende, successi ed insuccessi tipici di un inizio carriera pri-

    va di relazioni e di sponsors, hanno caratterizzato i primi anni dellamia esperienza solitaria di giovane architetto italiano allestero. For-te di una grande serenit affettiva, di una solida formazione allitalia-na e di una bella mano, ho lavorato per anni giorno e notte, senzaconcedermi la minima distrazione n vacanza. Durante tale periododi ricerca e di lavoro matto e disperatissimo , molto raramenteanzi mai ed triste dirlo... mi venuto in mente di voler tornarein Italia,..., pur se nel frattempo si fossero comunque create occasio-ni di lavoro in citt italiane e soprattutto nella mia citt di origine.La vittoria, in associazione con AREP, del concorso internazionale

    della nuova stazione di Torino Porta Susa nel 2001 ha rappresentatoun tournant della mia vita, dando il via ad una serie di opportunit edi progetti grazie anche alla visibilit mediatica del concorso inter-nazionale! Il resto della mia breve vicenda personale nella piccolavaligetta qui accanto... ed anche on line!

    FRANCIA

    silvio dasciaarchitecte

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    PARTIRE TORNARE RESTARE36 37PARTIRE TORNARE RESTARE

    Il nostro lavoro generato dalla curiosit e dal fascino per territori,movimento, strutture, la vita di tutti i giorni, il comportamento uma-no e la persona; ognuna con la sua propria storia.I progetti nascono sempre in attrito, una contaminata razionalit oun gioco molto serio.1300 pezzi di plastica in diversi colori e dimensioni, tutti accomunatidalla stesso sistema di collegamento.Istintivamente si vuole mettere un pezzo insieme ad un altro, si vuo-le costruire qualcosa. Questo momento, quello in cui non si sa anco-ra cosa si far, quello in cui tutto ancora possibile e la mente an-cora libera di immaginare il momento che ci piacerebbe catturare.Crediamo nellimmaginazione e nel potenziale.Quando oggi la maggior parte delle cose si possono trovare in unsecondo su di un telefono in tasca, limmaginazione rimane unagrande possibilit.Chiunque pu costruire una storia nella propria mente, ci che ne-cessario un limite, la struttura che rende possibile limmaginazione.

    Questo ci che fanno i pezzi di Lego, oltre a fare anche una cosaancora pi importante: rappresentano il momento in cui le ideecominciano a trasformarsi in qualcosa di fisico.

    Ma forse pi di tutto ci rappresentano semplicemente un gioco che diventato la vita!

    GERMANIA

    francesco gregorio& karin matz

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    PARTIRE TORNARE RESTARE38 39PARTIRE TORNARE RESTARE

    Ho voluto estrapolare le 5 pagine piuimportanti della mia esperien-za di giovane professionista e come e percheil destino mi abbia por-tato a Londra, dove ancora vivo:

    1: Lesigenza di dare un taglio alla mia vita vissuta sino a quel punto.2: La spinta fondamentale nel paritre per Londra datami da CristitnaBenedetti, mia relatrice di tesi di laurea e persona alla quale saropersempre riconoscente.3: Un portfolio che spacchi, unica arma a mia disposizione per en-trare nei grandi studi di architettura londinesi.4: Una vera e propria gavetta fatta di ore di lavoro interminabili,stress e pochi soldi negli uffici di Zaha Hadid e Norman Foster.5: La creazione di DOSarchitects insieme a Tavis Wright, compagniadi design e architettura forgiata immagine e somiglianza dei fonda-tori.

    GRAN BRETAGNA

    dos architects

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    PARTIRE TORNARE RESTARE40 PARTIRE TORNARE RESTARE 41

    echomaterico nasce nel duemilasette come un sistema di compe-tenze per unarchitettura in simbiosi con uomo e natura. La sua vo-cazione stimolare ecosistemi artificiali e naturali, integrando attitu-dini poetica, analitica e realizzativa.echomaterico incorpora competenze e conoscenze multidisciplina-ri: attraverso una consolidata metodologia ogni proposta viene ana-lizzata tanto con rigore scientifico che con vocabolario suggestivo.Il nostro paradigma persegue uninnovazione sensibile alla sosteni-bilit, spaziando dalla dimensione minuta a quella territoriale.echomaterico si costituisce come un rete coesa, ma dispersa nel tes-suto globale.Lesperienza raccontata nella mostra Partire-Tornare-Restare descri-ve una relazione professionale insolita, anche difficile.Il panorama quotidiano dato dalle diverse localit di residenza par-la di influenze multiculturali e del fare artigianale, di come questecondizionano il nostro lavoro, il gusto estetico, lattenzione a pro-blematiche locali e globali. Quanto appare consolidato (inevitabile)in molte dinamiche sociali, spaziali o energetiche spesso diame-tralmente incoeso nelle analoghe t rasposizioni geografiche: questoprocesso di ricognizione e analisi diventa attivo (un atto progettua-le) non appena informa le procedure generative dellarchitettura. Leimmagini raccolte nella valigia parlano di similitudini e diversit cherappresentano il terreno generatore di unarchitettura sensibile a di-namiche antropiche e ecologiche, da perseguire o modificare.

    U.S.A. | GRAN BRETAGNA | MESSICO

    echomaterico

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    PARTIRE TORNARE RESTARE42 43PARTIRE TORNARE RESTARE

    Una valigia una valigia e basta, limportante ci che contiene,quello che ci si porta dietro nel viaggio. Ma, ancor di pi, lo la de-stinazione ed il percorso che facciamo per arrivarci, il viaggio stesso.

    Dieci anni fa ho deciso di lasciare lItalia e Napoli, troppo difficile la-vorarci se non hai santi in paradiso. Destinazione Parigi, un sognoche si basava allora su qualche viaggio, la lettura di libri, alcuni beifilm, una certa musica, uninfarinatura di storia recente. Alla ricercadella citt ideale dove vivere e lavorare.La valigia contiene appunto un collage, un piccolo riassunto di stere-otipi che hanno accompaganto la mia giovinezza e che ora ho avutoil tempo di sostituire con altri.

    I viaggi in aereo tra Francia ed Italia sono venuti solo dopo. Quelloche mi ha fatto cambiare vita avvenuto in due tempi. Un primo efrenetico, unandata ritorno di corsa, con un furgoncino prestato atrasportare le poche cose che valeva la pena conservare. Un secon-do, pi lungo, per trasportare me stesso.Non avrei sopportato lidea di cambiare completamente la mia vitain due ore, passando da un aeroporto ad un altro, identico, stesseboutique asettiche ed altoparlanti dalla voce anonima.

    Un viaggio qualcosa daltro, una vecchia moto, un tragittozigzagante per passare a salutare alcuni amici, un percorso tra duemondi e vite diverse.Una settimana e pi ad assaporare quello che stavo perdendo e ad

    immaginare cioche mi sarebbe stato destinato.

    Come per la valigia, anche per larchitettura mi interessa molto pila sostanza che il gesto, specie quello gratuito, risolvere i problemipiuttosto che cercare il colpo spettacolare, giusto per stupire.

    E ci che mi interessa, in particolare, il percorso che conduce alrisultato, il lavoro che resta artigianale, con la necessit e la vogliadi controllare ogni aspetto e dettaglio del progetto e del cantiere.La passione per un mestiere che si sta trasformando troppovelocemente, e rischia di perdere ogni interesse.

    FRANCIA

    atelier flippini

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    PARTIRE TORNARE RESTARE44 45PARTIRE TORNARE RESTARE

    AUSTRIA

    frediani+gasserarchitettura

    Breve storia tra Italia e Austria di una vecchia

    valigia con oggetti

    Nemo Profeta Patria

    Alvaar Aalto che si affaccia dallobl della barca da lui disegnata(e battezzata), in partenza per la sua residenza estiva a Muuratsalo(1954-55).

    3 Cartoline

    Tre cartoline postali acquistate al Flohmarkt (mercato delle pulci)sul Wienzeile a Vienna uno di quei rari posti dove si pu ancoraincontrare lanima di una citt e della sua gente. Ecco quindi il pano-rama di Napoli con limmancabile pino, la Karlskirche di Fischer vonErlach e una vista dallalto di Klagenfurt con il lago di Wrth e le Alpi.Come studenti prima e come architetti poi, abbiamo vissuto e lavo-rato in questi luoghi prima di stabilirci definitivamente nel 1994 aKlagenfurt, in Carinzia.

    Gurktaler

    Confezione di tre bottigliette di liquore aromatico alle erbe(alcool 27%) prodotto a Gurk, in Carinzia. Un liquore salutare dalcolore verdognolo e il sapore un po amaro, distillato da erbe, radici,semi e frutti di bosco. Contiene tutto il sapore aromatico delle erbealpine. La distilleria si trova proprio nel convento dellantico duomodi Gurk (vedi disegno sulletichetta) dove siamo stati da poco invitati

    a partecipare ad una consultazione per il nuovo museo diocesano.

    Paprika

    Pacchetto argentato contenente polvere macinata di peperoncinirossi per il gulasch. Da oltre 120 anni la ditta Kotni produce questaspezia dolce che conferisce il tipico sapore al gulasch di carne o diverdure. La ricetta del gulasch un caposaldo della cucina popolareviennese, anche se la sua origine propriamente ungherese erain effetti il cibo delle truppe ungheresi di stanza nella capitale (e quiemerge lanima cosmopolita di Vienna).

    Manner

    Pacco di wafer austriaci alle nocciole. Sulla confezione spiccano illogo col profilo dello Staphansdom e la scritta Original Neapoli-taner. Ci siamo sempre chiesti cosa avessero di napoletano questibiscotti che, ovviamente, a Napoli non esistono ma a Vienna i verinapoletanisono questi!

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    47PARTIRE TORNARE RESTARE

    Dietro una parola ci sono tante immagini

    E dietro unimmagine ci sono tante parole

    Farini arquitectosdi professione: NOMADA

    SonoUn andante itinerantePartire da Roma verso Sao PaoloDalla sedimentazione alla pluralitDa Ginevra. la strutturaDa Parigi la libertaE poi.restare a MadridDove nasce lo studio Farini arquitectosDove condividere assiemeper tutti di tutto S, M, LXL

    Siamo una piccola casa aperta a nuove esperienze ed incontri nelladiversit.. nelluguaglianza, nella corrispondenza.

    Una casa dove ribellarsiDove si cerca sempre...di preservare...di appassionare... di perdurareDi intraprendere delle nuove strade.Di vedere bene da lontano e tutto da vicinoDove contestualizzare, dove abitare i nuovi luoghi dellacomplessit e prestare attenzione alle nuove relazioni.

    Dove ascoltare la forma per cercare la giusta misura, dove diluire i

    limiti, dove trovare lintimit .

    Dove suggerire nuovi desideri e trovare il tempo di curare i dettaglicercando sempre delle nuove tessiture.

    Dove ascoltare le differenze e preservare il nostro bene in comuneaccogliendo sempre la pluralit, le differenze e le uguaglianze.

    Dove condividere le esperienze perche siamo uguali e deferenti nelcrescere e geminare.

    Dove si cerca sempre di uscire dallo stabilito creando ed inventandodelle nuove strade da condividere assieme.

    SPAGNA

    fwdarchitecture

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    49PARTIRE TORNARE RESTARE

    Reggio Calabria: qui finiscono i notri studi universitari e inizia lin-cognito. Dopo una buona formazione, un po troppo teorica, ildesiderio di fare grande.

    Sicilia: creazione del nostro primo studio (o almeno quello checredevamo che fosse) e qualche collaborazione con altri studi.Due giovani laureati pronti a costruire....

    Calabria: creazione del nostro secondo studio. Quanto lavoro malremunerato! Tutti i nostri progetti li abbiamo realizzati... in cartone,con dei plastici. Impossibile di costruire con dei veri mattoni. Chissperch!

    Roma: creazione del nostro statuto di architetti soddisfatti. In cinqueanni importanti abbiamo conosciuto la tensione del mestiere che ciaccompagner per sempre. La collaborazione con larchitetto Fuksasci ha dato una maturit che non pensavamo esistesse. Limpegno stato grande ma ci ha permesso di capire c he si pu fare architetturacon piacere.

    Parigi: lesperienza al suo culmine con il trasferimento a Parigiprima nello studio di M. Fuksas per seguire i progetti fatti a Romae dal 2003 diventiamo GA architecture. Ma Parigi non Roma!Labbiamo capito subito, qui si costruisce tutto quello che si disegna.

    GA architecture: fatta, abbiamo trovato posto tra gli studi diarchitettura francesi , ma in fondo alla nostra logica una domanda:e se fossimo rimasti in Italia?Beh sicuramente il sole, la famiglia, gli amici, il cibo! Quantotempo a disposizione per le vacanze , visto che per un progetto inItalia possono passare anche pi di 10 anni, esattamente il tempodella garanzia dei prodotti di costruzione in Francia.S ma il sole, la famiglia, gli amici, il cibo! Avremmo avuto sicuramen-te il tempo per fare il d oppio lavoro , professore a scuola e poi archi-tetto, esperto in perizie e poi architetto, decoratore per gli amici epoi architetto... mentre in Francia le competenze sono chiaramenteidentificate, esiste anche il programmista per gli edifici publici!Eppure la qualit della costruzione in Italia non da meno, anzi...,peccato che noi non abbiamo il tempo per partecipare!

    FRANCIA

    gaarchitecture

  • 7/24/2019 Catalogo Partire Tornare Restare Bis

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    PARTIRE TORNARE RESTARE50 51PARTIRE TORNARE RESTARE

    La valigia per la mostra di Selinunte stata trattata come unqualsiasi altro progetto allinterno del nostro studio di architetturacon base a Londra con lo scopo di mostrare come lufficio pensa elavora.

    Il brief richiedeva di usare una valigia delle dimensioni di unbagaglio a mano di un volo low-cost (55x25x25cm) e di inserire alsuo interno un portfolio e una serie di oggetti rappresentativi dellapropria esperienza allestero.

    In ufficio non abbiamo potuto resistere alla tentazione di creare unconcept anche su questo progetto. Piuttosto che cercare una vali-gia e una serie di oggetti con cui riempirla abbiamo pensato comequesta potesse essere un oggetto in se: un sorta di piccola installa-zione itinerante.

    La domanda che ci siamo posti era come ottenere ci che erarichiesto dal brief in un oggetto unico e coerente.

    Lidea stata quella di progettare un portfolio-valigia. Abbiamo pen-sato che questo oggetto potesse avere un assetto chiuso quandoviaggia, proprio come una valigia, e un assetto aperto quando deveessere esibito, come un libro o appunto un portfolio. La valigia puessere appoggiata sul suo dorso e si apre a ventaglio mostrando lepagine del portfolio che ha allinterno.

    Lidea della valigia-portfolio si e rivelata molto produttiva. Il suo

    rivestimento di pelle sintetica che connota la valigia e ha unamaniglia per essere comodamente trasportata a mano. La valigiaha anche una tasca, e la tasca al suo interno contiene un oggetto:un modello contenuto in un astuccio cilindrico (per essere protettoquando in viaggio) e un DVD con un breve video di presentazionedei lavori dellufficio. anche molto solida e robusta e adatta al viag-gio e ha naturalmente un cartellino con la provenienza e il nome delproprietario.

    Lanima della valigia realizzata con una serie di sezioni di cartonepoi rivestite da stampe che vanno a formare le pagine del portfolioche si celano al suo interno. In questo modo la valigia ha poco pesoed facilmente trasportabile con poca energia. Abbiamo anchepensato a cosa succede alla valigia una volta che questa ha finito diessere utilizzata. Il materiale principale usato il cartone, facilmetereciclabile, come anche gli altri materiali usati che possono essereseparati, stoffa e pelle sintetica, e poi riciclati.

    GRAN BRETAGNA

    guarnieri architects

  • 7/24/2019 Catalogo Partire Tornare Restare Bis

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    PARTIRE TORNARE RESTARE52 53PARTIRE TORNARE RESTARE

    Sergio Mannino Studio ha riempito la valigia con alcune miglia-ia di banconote disegnate per loccasione e raffiguranti le effigi dialcune tra le pi importanti figure del design italiano (Mendini,Ponti, Sottsass, Buti, Castiglioni) ma anche di attori (Mastroianni,Monica Vitti), musicisti (Mingus, Miles Davis, Keith Jarrett) e archi-tetture, oggetti, film, opere darte ecc: un solo oggetto per rappre-sentare una valuta di scambio, dal valore inestimabile, costituita dalpatrimonio culturale lentamente accumulato nel corso di una vita.

    USA

    sergio manninostudio

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    PARTIRE TORNARE RESTARE54 PARTIRE TORNARE RESTARE 55

    La valigia presentata alla mostra Partire_Tornare_Restare sintetiz-za in un modellino di architettura vari livelli rappresentativi dellanostra esperienza di vita, studio e lavoro allestero.La narrazione si basa sulla casa, la nostra abitazione vera a pro-pria, ed in modo particolare le stanze che la compongono. Questevengono di volta in volta abitate da immagini, presenze e ogget-ti significativi, non solo a descrivere accadimenti o stati danimospecifici legati alla vita in un paese straniero, ma a rendere pi chia-ro il significato generale dellabitare, delloccupare uno spazio, ditrasformarlo da volume circondato da pareti in abitazione, casa,luogo di partenza e ritorno. I volumi che definiscono labitazionesono a loro volta inseriti in una rappresentazione meno evidente diuna pianta di citt. La narrazione degli spazi urbani si lega a quellidomestici senza soluzione di continuit. La costruzione del sensodi appartenenza ad un luogo specifico avviene grazie alla pazientetessitura di ricordi ed esperienze che avvengono in un determinatospazio. Questi spazi seguono il nostro viaggio e ritornano a vivereovunque la valigia venga riaperta.

    OLANDA

    menabarchitecture

  • 7/24/2019 Catalogo Partire Tornare Restare Bis

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    57PARTIRE TORNARE RESTARE

    La nostra una valigia idealmente immateriale, che non contie-ne retorica e nostalgia, per un viaggio iniziato da poco tempo eche non ha spazio per feticci. Corrisponde al nostro lavoro, luni-co contenuto che ci interessa presentare. Il ricorso a descrizioniromantiche di esperienze o memorie ricostruite ha, in effetti, pocoa che fare con i progetti e la ricerca che intendiamo portare avanti.

    Preferiamo raccogliere e condividere le nostre fonti di ispirazioneattraverso una piattaforma online, socks-studio.com, aggiornatacostantemente.

    FRANCIA

    microcities

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    PARTIRE TORNARE RESTARE58 PARTIRE TORNARE RESTARE 59

    La mia valigia la mia esperienzaDa quando sono architetto vivo come un cittadino del mondo.Ho vissuto a Siracusa, Palermo, Pamplona, Londra, Barcellona,Rotterdam, Dubai, Oslo e Porto, e quando devi trasferirti da qualcheparte ti accorgi sempre che hai accumulato troppe cose che sonodifficili da spostare.Viaggiare anche la mia passione e da quando ero un boy-scout hoimparato che se il tuo bagaglio piccolo e leggero il tuo viaggio sarpi confortevole e facile.Quando viaggio per lavoro porto con me solamente una penna, che lo strumento fondamentale per un architetto.Il mio lavoro viene supportato continuamente dal disegno e percomunicare il tuo pensiero hai solo bisogno di una penna e della tuaesperienza

    OLANDA

    francesco moncada

  • 7/24/2019 Catalogo Partire Tornare Restare Bis

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    PARTIRE TORNARE RESTARE60 PARTIRE TORNARE RESTARE 61

    AUSTRALIA

    morq*

  • 7/24/2019 Catalogo Partire Tornare Restare Bis

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    PARTIRE TORNARE RESTARE62 63PARTIRE TORNARE RESTARE

    SPAGNA

    enrica mosciaro

  • 7/24/2019 Catalogo Partire Tornare Restare Bis

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    PARTIRE TORNARE RESTARE64 PARTIRE TORNARE RESTARE 65

    ValigiOtto

    La valigia motoelastica nella realt un valigiOtto.Nel senso dellOtto pero, non della valigia.

    Otto un sistema brevettato di moduli in plastica traslucida coloratache si connettono tra di loro senza usare alcun bottone. Fogli piattiche generano forme solide: contenitori, lampade, arredi, giochi e inquesto caso valigie. Otto non un oggetto di design, ma un siste-ma aperto che permette di fare molte cose: non tutte utili, ma tutteinteressanti. un esperimento, un gioco, una testarda scommessache ben rappresenta il modo in cui lavoriamo da pi di dieci anni inCorea del Sud. Con MOTOElastico, come con Otto, si possono faretante cose: edifici, interni, installazioni, gadget, video, libri, conferen-ze. Nulla secondario. Ogni progetto unoccasione per spingersioltre nellesplorazione di una terra straniera e il sesto senso, il senseof humor, quello che ci guida.

    Non per nulla siamo il miglior studio italiano della Corea del Sud.Perch siamo anche lunico!

    COREA

    motoelastico

  • 7/24/2019 Catalogo Partire Tornare Restare Bis

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    PARTIRE TORNARE RESTARE66 67PARTIRE TORNARE RESTARE

    DallOreto al Manzanarre. Breve storia di una emigrazione

    Appartengo alla prima generazione di architetti italiani emigratiallestero. Non che prima non ce ne fossero, ma erano casi isolati,frutto di vicende personali specifiche. Nel mio caso, nata nel 1968,e quindi figlia del baby boom, ho vissuto anni di scioperi e occupa-zioni, in una Facolt di Architettura di Palermo iperaffollata, con 300alunni circa per corso, dove si apprendeva forse pi a sopravvivereche a fare architettura. Siamo quelli degli ultimi Rotring, che abbia-mo usato il computer solo alla fine, per fare le testate della tesi dilaurea. Siamo quelli delle prime borse Erasmus e della Leonardo, chemi permise di andare finalmente fuori, a Madrid, per aprire la mente,conoscere nuove realt e scappare dal nepotismo dominante. Erail 1994. Il numero di architetti italiani era pari alla met degli archi-tetti europei. Dalla Sicilia si partiva senza volo diretto, con Alitalia,scalo a Roma, biglietto carissimo che equivaleva quasi allimportodella borsa assegnata. Si partiva quindi per 3 mesi, non dico con lavaligia di cartone, ma con 2 o 3 bagagli pieni di scarpe e vestiti maanche di libri, squadre e righello e la valigetta professionale. Fuori sitrovava soprattutto una qualit di vita migliore, spazi pubblici pulitie attrezzati e opportunit lavorative. Ho iniziato da subito a lavorarecon Luis Moya, professore ordinario di Urbanistica allUniversit Po-litecnica di Madrid, con cui comparto da allora progetti di vita e dicarattere professionale.

    Tra la valigia di cartone e la capsula trasparente. Concept di una re-lazione

    Linvito ci ha offerto uninteressante e divertente spunto di rifles-sione sui contenuti e il formato di ci che si voleva raccontare. Nelnostro caso si trattava in definitiva di sintetizzare una relazione tradue persone, due architetti, due culture apparentemente simili masostanzialmente diverse, geograficamente vicine ma non tanto, edei risultati che al momento ne derivano.

    Loggetto finale un collage a met strada tra l a valigia di cartone ela capsula trasparente.

    Volevamo che fosse leggera, effimera, facile ed economica da tra-sportare, con capacit per raccogliere e mostrare in appositi scom-partimenti i nostri diversi ambiti di interesse, tra la ricerca, lattivitprogettuale e una vita privata dedicata agli intercambi culturali, iviaggi, le letture, la scrittura, le nostre pubblicazioni.

    I materiali utilizzati sono quelli di uso quotidiano: 4 car telle di carto-ne bianco di Ikea, unite da pinze metalliche e avvolte da una laminadi plastica trasparente con tasche multiuso. Questultimo elementofunge allo stesso tempo da capsula e involucro in cui ci presentiamocon frammenti di immagini e oggetti che, brevemente, definisconola nostra storia.

    SPAGNA

    moya trovatoarquitectos

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    PARTIRE TORNARE RESTARE68 69PARTIRE TORNARE RESTARE

    Paesaggi sognati

    esplorazioni formali libere che ci hanno accompagnato nei nostriviaggi, intrecciandosi con i progetti realizzati, alimentandone leinquietudini, un mondo parallelo di forme che si evoluto in modoindipendente, momenti di sfogo e riflessione tra un progettoe laltro.

    la mancanza di programmi e regole architettoniche ci ha permes-so di liberarci formalmente in una collezione di piccole sculturesparse per lo studio, tradotte di volta in volta nei materiali cheabbiamo avuto a disposizione o che ci hanno ispirato.

    piccoli oggetti che abbiamo trovato lungo il cammino della nostramente come chi trova una conchiglia passeggiando sulla sabbia...formalizzazioni immediate... forme astratte che catturano per unistante piccoli spazi effimeri.

    cinque citt o paesaggi che li hanno ispirati, dopo aver visitato unluogo o un edificio, o semplicemente per meccanismi inconsci...il brulicho di tokyo, il silenzio di mallorca, i tramonti del marocco, lanebbia di londra, i canali di amsterdam...

    cinque viaggi significativi di uno studio itinerante che ha comeunico bagaglio lesperienza accumulata, cinque biglietti per cinquediverse citt, cinque mari, cinque tappe significative dellevoluzionedel nostro lavoro.

    viaggi e progetti che si intrecc iano, un linguaggio che matura al pas-so con le esperienze vitali, oggetti quotidiani e documenti, letture,incontri che si intrecciano con le nostre successive scoperte formalie spaziali.

    SPAGNA

    myraarquitectos

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    PARTIRE TORNARE RESTARE70 71PARTIRE TORNARE RESTARE

    NAUTA uno studio fondato a Rotterdam da Maurizio Scarciglia,dopo aver concluso gli studi all Universit Tecnica di Delft ed averlavorato per alcuni anni in diversi studi Olandesi.

    NAUTA si occupa di architettra ed urbanistica, di ricerca epensiero sostenibile.Laver scelto di sviluppare progetti che spazino oltre il limite delladisciplina architettonica comunemente intesa ha portato NAUTA aduna costante osservazione del nostro pianeta ed ad affrontare azionidi critica e stimolo del pensiero collettivo sullo sviluppo sostenibiledelle nostre citt del nostro futuro.

    La Mostra Partire, Tornare, Restare ha molti punti in comune conil significato del nome del nostro ufficio; Nauta deriva dal Latinoe significa navigatore. I nostri interessi spaziano attraverso diver-se discipline e media, mercati e contesti geografici. Per questo lametafora della navigazione insita nel modus operandi di NAUTA.

    Consapevole del mutamento epocale dell economia mondiale,NAUTA ha deciso dal principio di assumere le vesti nomadi di unnavigatore che dovr costantemente confrontarsi con diverse cul-ture, realt economiche e sociali, contesti naturali o antropizzati.Questo nuovo equilibrio globale impone allarchitetto contempora-neo di adattarsi come un camaleonte alle diverse condizioni operati-ve, provvedendo servizi sempre pi complessi e diversificati.Al momento NAUTA lavora tra Olanda, Italia e Cina, con progetti che

    spaziano dalla costruzione di singole residenze a master-plan urbanie ricerche su scala regionale e globale.

    Abbiamo deciso di raccogliere nel nostro baule alcuni souvenir chesono stati fino ad ora ispirazione e nutrimento del nostro l avoro:Il nodo cinese un oggetto benaugurale che abbiamo portato connoi al ritorno da un viaggio di lavoro a Shenzhen ed Hong Kong.Il catalogo Reclaiming the street contiene un nostro concorsopremiato con il premio del pubblico e per questo a noi particolar-mente caro. Ventimila leghe sotto i mari di Jules Verne la me-tafora perfetta del nostro viaggio attraverso lingegno umano.Lost in Translationdi Sofia Coppola la storia di un attore in viag-gio di lavoro a Tokyo, perso nella incomunicabilit di una societda lui distante anni luce; lo stesso sentimento di solitudine ed allostesso tempo di vicinanza allumanit intera che proviamo nei nostriviaggi e che per noi un vero orgasmo mentale, fonte suprema diispirazione ed amore per il nostro lavoro.

    OLANDA

    nauta architecture& research

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    PARTIRE TORNARE RESTARE72 73PARTIRE TORNARE RESTARE

    Move Fast, Think Faster

    Nomadism is a rational adaptation of human life to the environment

    and became a way of life .

    (Richard Hogg, Disasters)

    Il rapporto dinamico tra occupazione-connessione-adattamentodescrive un processo migratorio ed adattivo che da origine, in naturae nel mondo antropizzato, allorganizzazione di colonie insediative.Lappartenenza (ad un territorio da cui partire, ad una cultura a cuitornare, ad unidea), a cui il titolo Partire,Tornare, Restare implici-tamente fa riferimento, cede in questo caso il passo ad un atteggia-mento agnostico.Occupare il mondo, una sfera sociale, una nicchia culturale;Connettersi fisicamente, socialmente, culturalmente; ed Adattarsiallambiente - sociale, geografico, economico c ircostante, si mani-festa come opzione pragmatica, post-ideologica di cui il caratterenomadico segno e sostanza.Lestraneit diventa, dunque, non appena una condizioneimprescindibile quanto, piuttosto, un carattere desiderabile delles-serci ed delloperare nella complessit del mondo contemporaneo.Complessit a cui aderiamo, non senza riserve critiche, e a cui rispon-diamo con la velocit dazione e di pensiero: Move Fast, Think Faster.

    GRAN BRETAGNA

    marco vannucci/opensystem

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    PARTIRE TORNARE RESTARE74 75PARTIRE TORNARE RESTARE

    FRANCIA

    op. 4 architectures

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    PARTIRE TORNARE RESTARE76 77PARTIRE TORNARE RESTARE

    In questa valigia ci siamo noi.la scatola racconta come affrontiamo la nostra professione, lironiache usiamo per sopravvivere a questa avventuraArchitettura per noi ricerca e confronto.Architettura per noi vuol dire scambio.Labbiamo assemblata con materiali trovati a studio, campioni dimateriali testati ed usati per i progetti realizzati, per la concretizza-zione delle nostre idee.Invece degli oggetti richiesti per spiegare il perch della scelta divivere e lavorare in Portogallo, abbiamo deciso di mettere dentro lavaligia 4 messaggi.4 post-it da attaccare alla parete. 4 persone da non scordareche raccontano di noi e per noi del legame che ci unisce.

    Fernanda Fragateiro, artista. Ci ha insegnato a lavorare con lospazio, a percepire le dimensioni, ad apprezzare i materiali. Beven-do un caff, scrive: rio em movimento permanente/ fiume in mo-vimento permanente. Rio vuol dire io rido e allo stesso tempo il fiume Tago che riempie di luce la citt di Lisbona. in movimentopermanente la nostra amicizia, che evolvendosi, rimane stabile,qualcosa su cui si pu sempre contare.

    Claudia Taborda, architetto del paesaggio. Ci legano vari anni dilavoro comune, la condivisione di successi e sconfitte, di pran-zi e cene allitaliana e soprattutto una grande stima reciproca.

    Claudia la persona a cui chiedere unopinione, da cui farsi criticare.Chiamata su skype, ci invia allinstante una foto con una nota.

    Joo Gomes da Silva, architetto del paesaggio. Un maestro.Lo invitiamo a pranzo e dopo ore di conversazione sulla crisi, sulcoraggio che ci vuole per essere un architetto oggi, davanti al fo-glietto ci sorride e disegna la cattedrale dI Lisbona La fortunaaiuta gli audaci come voi!

    Pedro Pacheco, architetto. La passione per larchitettura, per la musi-ca, limportanza del dettaglio. Ora siamo molto prossimi fisicamenteed intellettualmente.Pedro scrive: relaes, continuidade, proximidade.todo um mun-do/ relazioni, continuit, prossimit. tutto un mondo.

    Ed infine, il port folio: pi che una rassegna un invito ad interagirecon noi.Noi abbiamo solo selezionato, ora basta mettere insieme quello che naturalmente logico o logicamente naturale

    PORTOGALLO

    paratelier

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    PARTIRE TORNARE RESTARE78 79PARTIRE TORNARE RESTARE

    La nostra citt-mondoTel-Aviv-Selinunte-Roma una valigia spe-dita da Tel Aviv a Selinunte con dei frammenti (fermacarte di ple-xiglass1, la grezza argilla2, il vaso cassa armonica3, barattolo odori4)sensazioni tattili e visive di impressioni posate nel tempo che di tan-to in tanto ritornano ad evocare immagini di casa, ma soprattuttotemi progettuali a cui siamo affezionati e continuiamo ad indagare.La trasparenza solida uno di questi.

    Un filmato che scorre: Tel Aviv, di giorno una citt bruciata dallaluce bianca del Mediterraneo pi a sud-est, come direbbe un foto-grafo sovraesposta. La luce diurna impone la forza de l qui e dello-ra, si presenta come una presenza priva di nostalgia e di aspettazio-ni, illumina tutto con la stessa indifferenza, le facciate di vetro, comecome le pareti scrostate di intonaco.La trasparenza solida che adottiamo nei nostri lavori (edificio in KingGeorge Tel Aviv, Moireapartment a Tel Aviv, LL property, Barud hou-se a Gerusalemme) composta da griglie semitrasparenti, tessitureforate, strati di metallo accostati fra loro, bassirilievi di pietra, che sfu-mano il tutto bruciato e permettono di irraggiare la luce nel cuoredegli edifici. La notte ci priva di alcuni sensi e in parte ci disorienta,crediamo che questo disorentamento a Tel Aviv sia una qualit.La citt ci guadagna. come se le coordinate abituali sfumasseronellindistinto. Nugoli di persone si perdono, si muovono fra i suonie il buio, flussi su fondale di unarchitettura a volte precaria o che sidissolve nelloscurit per scomparire ancora.

    Ci resta un altro ordine di comparizione, quello di una trasparenzasolida e lievemente illuminata.

    1. La trasparerenza solida, non ovvia. Le sfaccettature, gli angolismussati dellacrilico modificano le forme, moltiplicano i petali dellarosa o ne riducono la distanza.E un ferma-tempo fluttuante senza dimensione n funzione, checontinua a girare fra gli oggetti di casa, libri, bric--brac, giocattoli,piatti, teiere, piante.

    2. Un pezzo di argilla piegata per errore, scarto di un plastico, ilmateriale animato sul nostro tavolo. La tessitura ruvida dellargillaal continuo tatto si trasformata in leggera seta. Questo oggettocasuale una verit inaspettata: cercare in ogni materiale ci chenon esiste ancora.

    3. Un vaso ci segue, come i vasi di bronzo-voce, nei nostri itinerariVenezia-Londra-Tel-Aviv.

    4. Il barattolo della cannella uno dei profumi presenti in tutte lecucine dove abbiamo vissuto.

    ISRAELE

    itai paritzki &paola liani architects

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    PARTIRE TORNARE RESTARE80 81PARTIRE TORNARE RESTARE

    CONTENUTO DELLA VALIGIA-SCATOLAPortfolio lavoriOggetti:-Linea : Pietre di mare in scatola di legno-Carte partecipazione-Mappe Paesaggi in dialogo-Descrizione oggetti

    CARTE OPZIONE (scrivi la tua risposta e metti la carta nella scatola)Le carte colorate sono uno strumento quotidiano di lavoro durantela facilitazione di processi partecipati. Servono ad animare il dialogocon le persone, ad ascoltarle senza forzarle, per capire gli spazi e lenecessit degli abitanti.Come esempio in mostra vengono poste al visitatore due domande:Dove giocavi quando eri piccolo? e Dove ti vedevi con i tuoi amiciquando eri adolescente? Le risposte a queste due domande raccon-tano molto degli spazi che hanno costruito il nostro immaginario.Nel processo di progettazione partecipata utilizzo spesso domandesimili per stabilire un vocabolario comune tra i partecipanti.

    PAESAGGI IN DIALOGOMappa (puoi prendere una mappa se ti pia-ce, dove ti porter?)Questa una mappa della mia evoluzione.Il tentativo fatto, in occasione di questa mostra, di trovare i punticontatto tra i miei spostamenti, le mie vicende personali e la miaesperienza di architetto e paesaggista tra due paesi, due lingue, dueculture, due mentalit.Il risultato una cart a geografica che descrive

    progetti, incontri, esperienze, luoghi e movimenti e le relazioni traessi.

    LINEAPietre di mare in scatola di legno (Scultura simbolica interattiva: co-struisci la linea!)Costruire linee con le pietre era un gioco che si faceva sulla spiaggiada bambini.

    Le pietre appartengono al paesaggio, la linea nuova ogni volta.NaturaLinea il mare allorizzonte.Linea il sentiero fino alla vetta.Linea un raggio di sole allo zenith.

    CorpoLinea il percorso pi breve tra due punti.Linea il tracciato dellequilibrio.Linea una corsa attraverso un prato.

    ArchitetturaLinea il percorso dei miei spostamenti.Linea il filo rosso che unisce esperienze diverse.Linea la sintesi dopo un processo di partecipazione.

    AUSTRIA

    nicoletta piersantelli

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    PARTIRE TORNARE RESTARE82 83PARTIRE TORNARE RESTARE

    Mi sempre risultato difficile far la valigia, non so mai cosa metterci.Non colleziono oggetti , anzi faccio un esercizio per ripulire la casa elo studio dalle varie cose che accumulo.In una conferenza, Isao Hosoe disse che progettava una valigia nellaquale poter mettere tutta la sua casa, esercizio difficile, impossibilesenza imparare a togliere.Per cui ho deciso di inviare una cassa, una cassa di vino. Mi piace ilfatto che sia di legno e che trasporti il vino, il vino racconta molto diun posto e molte volte aiuta a raccontarci.Con il legno son cresciuto, anche io come Pinocchio son figlio di fa-legname.Dentro la cassa vi un portfolio, o meglio vi sono delle schede sciol-te, degli appunti dei miei vari lavori e no, un tentativo di scheda-tura: pi che mostrare, permette di intravedere un percorso che inqualche modo racconta i miei 12 anni professionali a Lisbona.Le schede hanno una finestra di carta velina, la carta velina toglieun podi nitidezza allimmagine e ci costringe ad uno sforzo lascian-do spazio ad una possibile interpretazione, una specie di foschiache introduce un minimo di dubbio, una lettura nitida sempreuna forzatura.Mi piacciono le sfumature.E poi la carta velina mi fa ricordare gli album fotografici degli anni70, esistevano per proteggere le immagini quando le fotografieerano ancora una cosa preziosa.

    Ho messo anche un passero di plastica, se battete le mani dovrebbecinguettare, non so perch, Alberto Caeiro (eteronimo di FernandoPessoa) tra le altre cose scrisse: o nico sentido intimo das coisas elas no terem sentido intimo nenhum che si pu tradurre cos:lunico significato intimo delle cose che le cose non hanno nessunsignificato intimo.

    PORTOGALLO

    stefano rivaarchitetto

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    PARTIRE TORNARE RESTARE84 85PARTIRE TORNARE RESTARE

    La valigia il mezzo scelto dagli organizzatori della manifestazionePartireTornareRestare per veicolare e presentare i progetti di alcuniarchitetti italiani residenti allestero ad un pubblico di addetti ai la-vori e non.

    La valigia un pretesto narrativo escogitato per parlare di a/Archi-tettura e di a/Architetti.

    Questa stata la mia interpretazione e traduce la mia concezionedel ruolo dellarchitetto, che deve dare una risposta concreta ad unproblema (a un bisogno di architettura espresso attraverso un pro-gramma) proponendo soluzioni organizzative, spaziali ed emotive(un architettura possibile) piuttosto che oggetti seducenti, vuoti opieni che siano.

    La mia valigia una semplice scatola per la spedizione postale. Alsuo interno un quaderno che illustra in modo esplicito alcuni pro-getti e soprattutto il processo logico e creativo che li ha strutturati:lidea.

    Non pensare al tetto, ma pensa alla pioggia e alla neve scrivevaAdolf Loos nel 1913.

    FRANCIA

    stefani sbarbatiarchitecte

  • 7/24/2019 Catalogo Partire Tornare Restare Bis

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    PARTIRE TORNARE RESTARE86 87PARTIRE TORNARE RESTARE

    Riessioni in parallelo

    Il nostro studio nato a Vienna nel 2003 con un autoprogetto: noieravamo architetti e clienti allo stesso tempo per la ristrutturazionedegli spazi destinati a diventare il nostro studio. Poi si iniziato,mescolando concorsi con progetti di piccola scala arrivati attraversocontatti personali. Questanno compiamo dieci anni. La scala deiprogetti cresciuta, la loro complessit anche.

    Nella valigia non abbiamo messo solo progetti, ma anche un librogiallo, nato e cresciuto in parallelo al nostro studio e al networkWonderland. Il Wonderland manual for emerging architects spos-ta lesperienza individuale su un piano collettivo, riflettendo sullestrategie per far nascere e gestire uno studio di architettura in Eu-ropa. Raccoglie le esperienze messe a confronto di pi di 400 studieuropei, dati e il contributo di una serie di esperti. La formulazioneesplicita e collettiva delle possibilit e delle difficolt del farelarchitetto offre la possibilit di individuare le strategie disponibiliper impostare le ricerca del futuro.

    AUSTRIA

    sharearchitects

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    89PARTIRE TORNARE RESTARE

    La valigia/scatola un reciclaggio di un contenitore di un modello diconcorso che era appena ritornato in studio a Siviglia quando sonostato invitato alla Mostra. Abbiamo colto la palla al balzo e labbia-mo fatta subito ripartire per Selinunte senza sapere che poi avreb-be continuato per Palermo e poi adesso Roma...speriamo continuia girare. Che bello!

    Quindi il contenitore era dato. Rimaneva metterci dentro qualcosa.Il titolo offriva ovvi spunti, anche se lho sempre letto invertendo leultime due parole: partire, restare, e poi infine tornare. I primi duepunti sono dei dati di fatto: il primo passato, il secondo a cavallotra passato-presente e futuro; il terzo una opzione, aperta chiara-mente al futuro.

    Ho messo dentro i primi documentiche certificanole ragioni dellapartenza, (sempre che una partenza ufficiale si possa stabilire) cheviene chiaramente prima di tutto. La partenza stata una partenzacasualesenza poter certamente valutarne in quel momento tut-te le conseguenze. Si parte per voglia, per curiosit, per imparare...Poi a quella partenza sono succeduti tutta una serie di avvenimentiche hanno permessoo creato le ragioni del restare: figli e proget-ti di architettura: entrambi crescono! Entrambi documentati nellascatola.

    Il tornare pi complicato. Implica un punto di partenza. Altri-menti dove si torna? Ma da dove sono partito non saprei: Milano, il

    Wisconsin, o forse la Sardegna dove sono nato e vissuto per tantotempo e che considero la mia terra?

    Penso che per adesso sia piu interessante stare in giro, comela valigia!

    PORTOGALLO

    solinas serraarquitectos

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    PARTIRE TORNARE RESTARE90 91PARTIRE TORNARE RESTARE

    La nostra scelta di cinque fotogrammi estratti dai nostri diari da pre-sentare alla mostra Partire_Tornare-Restare, attraverso quadri con-trastanti, stata una decisione chiara.Oltre alle esperienze di un anno di Erasmus a Roma e agli studi post-laurea al Berlage Institut di Rotterdam, estratti dei nostri diari checontengono le tracce dei nostri viaggi e dei nostri pensieri e chesono per noi fonte di ispirazione.Il nostro studio e levoluzione del nostro lavoro consiste nel permet-tere che questi viaggi siano sempre connessi e costantemente rin-novati.Il viaggio consiste nel mantenere il movimento, cambiando la pro-spettiva, per non bloccare il pensiero con idee gi precostituite.

    stadtlaborAUSTRIA

  • 7/24/2019 Catalogo Partire Tornare Restare Bis

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    PARTIRE TORNARE RESTARE92 93PARTIRE TORNARE RESTARE

    Sono partito dallItalia nel 1993 subito dopo avere terminato gli studidi architettura alluniversit di Genova. Loccasione era stata lotteni-mento di una borsa di studio allora poco conosciuta e di cui pochis-simi riuscivano ad usufruire, che mirava a promuovere esperienzelavorative allestero per giovani neo-laureati. Questo programma sichiamava Co.me.tt e rappresentava allepoca una delle rare occasio-ni per rompere lisolamento e la staticit delle nostre Universit.In questi ultimi venti anni molte cose sono cambiate. Il progetto Era-smus ha rappresentato una vera rivoluzione nellambito universita-rio europeo e gli scambi fra scuole straniere, gli stages professionaliallestero, i viaggi di studio, sono diventati ormai pratiche ricorrentie quasi banali nel cursus degli studenti. Reti di relazioni sociali fattedi amicizia, affinit, amore, si tessono facilmente ed inevitabilmentetra giovani di diverse culture facilitando negli anni a venire leserciziodella propria professione in altri paesi. Parallelamente le procedureamministrative allinterno dellEuropa si sono alleggerite: i titoli distudio sono riconosciuti ed i permessi di soggiorno soppressi. In-somma tutto ci mi fa dire che oggi partire, restare, tornare ed even-tualmente ripartire sia pi semplice e naturale di pochi decenni fa.

    Il mio bagaglio di ricordi, presentato a questa esposizione, testimo-nia delle difficolt incontrate per stabilirmi ed iniziare unattivit la-vorativa a Parigi ma, sostanzialmente, penso che testimoni, in sensopi ampio, delle difficolt di chiunque esca dal mondo ovattatode-gli studi e degli stages per inoltrarsi nel mondo adulto. Trovare un

    alloggio, il primo impiego, tentare dei concorsi, perfezionare una lin-gua, sono le stesse difficolt che accomunano indistintamente tuttauna generazione. Riguardando i miei permessi di soggiorno scadutie le ricevute degli hotels economici sbiadite, mi accorgo che forsela particolarit di queste tracce risiede semplicemente nel fatto diappartenere ad unaltra epoca allo stesso tempo cos vicina e coslontana.

    FRANCIA

    ateliertarabusi

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    PARTIRE TORNARE RESTARE94 95PARTIRE TORNARE RESTARE

    Il solo vero viaggio, il solo bagno di giovinezza, non sarebbe quel-

    lo di andare verso nuovi paesaggi, ma di avere occhi diversi, di

    vedere luniverso con gli occhi di un altro, di cento altri, di vedere

    i cento universi che ciascuno di essi vede, che ciascuno di essi .

    (Marcel Proust, Alla ricerca del tempo perduto, 1913/27)

    Tutto quello che siamo lo portiamo con noi nel viaggio. Portiamo

    con noi la casa della nostra anima, come fa una tartaruga con

    la sua corazza. In verit, il viaggio attraverso i paesi del mondo

    per luomo un viaggio simbolico. Ovunque vada la propria ani-

    ma che sta cercando. Per questo luomo deve poter viaggiare.

    (Andrej Arsenevic Tarkovskij, Tempo di viaggio, 1983)

    Il nostro studio, TERNULLOMELO ARCHITECTS, rappresenta quellEu-ropa, fatta di donne e uomini, che in questi ultimi ventanni si costruita grazie al programma Erasmus. QuellEuropa quella in cuinoi crediamo ma che, in questi ultimi anni di crisi economica, finan-ziaria e soprattutto di valori, fa fatica a costituirsi e ad imporsi allelogiche speculative di ogni singolo paese.

    Abbiamo deciso di restare in Portogallo, o di partire dallItalia, per-ch tredici anni fa il Portogallo era un paese in sviluppo, in trasfor-mazione, un paese in cui i giovani sentivano di partecipare alla suacostruzione. Questo si traduceva in unofferta di molteplici possi-bilit di esperienze, in un clima culturale sereno e propizio. Per noi

    architetti questa possibilit si traduceva nella possibilit di lavorarein studi di grande spessore, nella possibilit di costruire architetturae di viverla. La societ portoghese, grazie allopera di grandi maestricome Fernando Tavora, Alvro Siza Vieira e Eduardo Souto de Moura,rappresentava anche una committenza educataallArchitettura.

    Il lavoro del nostro studio italo-portoghese, si rivolto, allestero delPortogallo, principalmente con progetti in Italia (privati e concorsi),sia per la possibilit di sfidare una realt conosciuta, sia per la vo-glia sempre, insita, di tornare a casa, almeno solo per lavorarci o perlasciarne un piccolo segno.

    Gli oggetti presenti nella nostra caixa di cartone raffigurano ilprimo approccio con il Portogallo per quanto riguarda gli oggettiscelti da Chiara e il fascino per la cultura italiana per gli oggetti sceltida Pedro. La musica, larte, larchitettura, la cucina sono tutte espres-sioni di una cultura che a sua volta fatta da una mischia di incontriantichi di diversi popoli, lingue, storie e t radizioni.

    PORTOGALLO

    ternullomeloarchitects

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    97PARTIRE TORNARE RESTARE

    La valigia preparata da XCOOP interpreta il tema della mostra, scom-ponendolo in alcuni elementi essenziali. Ha ancora senso legare laprofessione di architetti ad un territorio? In che misura la cultura ita-liana ha influito sulle scelte professionali e sulle strategie di XCOOP?

    Il materiale preparato per lallestimento non intende dare unarisposta univoca, quanto piuttosto sollevare le questioni relative allaformazione degli architetti, alla necessit di fare esperienze quali-ficanti ed appaganti, avvalendosi di quella globalizzazione che perqualche ragione in Italia spesso avversata.

    La piccola parte curata da XCOOP si compone di due diversi gruppi:la valigia da una parte, con il suo carico di memorie legate a espe-rienze umane e professionali, ed un Planisfero Dymaxion sospesonello spazio a rappresentare tridimensionalmente i progetti piu si-gnificativi dello studio in Europa, Asia e Centro America, oltre che ipercorsi formativi dei tre partners.

    Le fotografie contenute nella valigia, ironicamente incorniciate inquadretti anticheggianti di schiuma per modelli, raccontano glianni della formazione in scuole diverse in Europa e negli Stati Uniti,riportano paesaggi, edifici, letture e progetti che hanno segnato eispirato le vicende personali e professionali del team. Altre immaginidocumentano, senza soluzione di continuit, la produzione di archi-tettura e urbanistica che da quelle esperienze, da quei paesaggi, eda quelle letture scaturita.

    Il planisfero Dymaxion una rappresentazione plastica delle espe-rienze, dei progetti, delle migrazioni che XCOOP ed i suoi membrihanno collezionato negli anni.

    Per certi versi XCOOP ha poco a che fare con le tre fasi del viaggioproposte nel titolo della mostra: partire, tornare, restare. Il punto divista scelto per rappresentare la relazione dello studio con lItalia costantemente in movimento; il viaggio, il confronto con il nuovo edil diverso sono concepiti non come occasione di nuovi radicamenti,ma al contrario come sereno cosmopolitismo, ingrediente fonda-mentale per immaginare e progettare un mondo migliore.

    OLANDA

    xcoop

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    PARTIRE TORNARE RESTARE98 99PARTIRE TORNARE RESTARE

    3gatti

    Francesco Gatti

    Shanghai, CINA | Roma, ITALIA

    www.3gatti.com

    37.2 atelier de microarchitecture

    Francesca Bonesio, Nicolas Guiraud

    Parigi, FRANCIA

    www.37-2.com

    enzo amantea architectes

    Enzo Amantea

    Parigi, FRANCIA

    www.amanteaarchitects.com

    awp

    Alessandra Cianchetta, Marc Armengaud, Matthias Armengaud

    Parigi, FRANCIA | Basilea, SVIZZERAwww.awp.fr

    barbiniarquitectos

    Flavio Barbini, Maria Joao Canhoto Goncalves da Silva Barbini

    Lisbona, PORTOGALLO

    www.barbiniarquitectos.com

    b+c architectes sarl

    Giovanni Bellaviti, Dino Constantin Coursaris

    Parigi, FRANCIA

    www.bcarchitects.com

    claudia bonollo_atelier meta-morphic

    Claudia Bonollo

    Madrid , SPAGNA

    www.claudiabonollo.com

    enrico botta architect

    Enrico Botta

    Manama, BAHRAIN

    www.enricobotta.com

    luca bullaro ecoarchitettura

    Luca Bullaro

    Medellin, COLOMBIA

    [email protected]

    cannat & fernandes arquitectos lda

    Michele Cannat, Fatima Fernandes

    Porto, PORTOGALLOwww.cannatafernandes.com

    paolo cascone/codesignlab

    Paolo Cascone

    Parigi, FRANCIA

    www.co-design-lab.net

    correia/ragazzi arquitectos

    Graca Correia, Roberto Ragazzi

    Porto, PORTOGALLO

    www.correiaragazzi.com

    cristobal + monaco arquitectos

    Juan Ramon Cristobal Mayoral, Francesco Monaco

    Madrid, SPAGNA

    www.cristobalmonaco.com

    silvio dascia architecte

    Silvio dAscia

    Parigi, FRANCIA

    www.dascia.com

    francesco di gregorio & karin matz

    Francesco di Gregorio, Karin Matz

    Alkersum, GERMANIA | Parma, ITALIA | Saltsjbaden, SVEZIA

    www.francescodigregorio.it

    dos architects

    Lorenzo Grifantini, Tavis Wright

    Londra, GRAN BRETAGNA | Roma, ITALIA | Formentera, SPAGNAwww.dosarchitects.com

    echomaterico

    Berardo Matalucci, Fabiano Spano, Enrico Crobu, Guillermo I. LopezDominguez

    New York, USA | Lecce, ITALIA | Cardiff, GRAN BRETAGNA |

    Queretaro, MESSICO

    www.echomaterico.net

    atelier filippini

    Renato Filippini

    Parigi, FRANCIA

    www.atelierfilippini.com

    Contatti

    frediani+gasserarchitettura

    Gianluca Frediani, Barbara Frediani-Gasser

    Klagenfurt, AUSTRIA

    www.frediani.at

    fwg architecture

    Elena Farini, Christophe Widerski

    Madrid, SPAGNA | Parigi, FRANCIA | Losanna, SVIZZERA

    www.fariniarquitectos.com

    ga architecture

    Giuseppe Grisafi, Patrizia Anania

    Parigi, FRANCIA

    www. ga-architecture.fr

    guarnieri architects

    Marco Guarnieri

    Londra, GRAN BRETAGNAwww.guarnieri.co.uk

    sergio mannino studio

    Sergio Mannino

    New York, USA

    www.sergiomannino.com

    menab architecture

    Simone Pizzagalli, Afer Pastor

    Rotterdam, OLANDA

    www.menabo-architecture.com

  • 7/24/2019 Catalogo Partire Tornare Restare Bis

    51/52

    PARTIRE TORNARE RESTARE100 101PARTIRE TORNARE RESTARE

    microcities

    Mariabruna Fabrizi, Fosco Lucarelli

    Parigi, FRANCIA

    www.microcities.net

    francesco moncada

    Francesco Moncada

    Rotterda