Catalogo dei Musei della Lessinia

118
ETNOGRAFIA GEO-PALEONTOLOGIA PREISTORIA FLORA E FAUNA i MUSEI in LESSINIA

Transcript of Catalogo dei Musei della Lessinia

Page 1: Catalogo dei Musei della Lessinia

ETN

OG

RAFI

AGEO-PALEONTOLOGIAPR

EIS

TORIA

FLORA E FAUNA

i MUSEI

in LESSINIA

iMUSEI

in LESSINIA

PROVINCIA DI VERONA

iMUSEI

in LESSINIA

iMUSEI

in LESSINIA

COMUNITÀ MONTANA DELLA LESSINIA

Parco Naturale Regionale della Lessinia

Piazza Borgo, 52 - 37021 Bosco Chiesanuova (Verona)Info: Tel. 045 6799211 - Fax. 045 6780677 www.lessiniapark.it - [email protected]

Page 2: Catalogo dei Musei della Lessinia

i MUSEIin LESSINIA

LESSINIA_1:Layout 1 8-03-2007 11:30 Pagina 1

Page 3: Catalogo dei Musei della Lessinia

Coordinamento Diego Lonardoni Generale:

Coordinamento Chiara Zanini Editoriale:

Testi di: Etnografia Bruno Avesani

Mariella Gugole Vito Massalongo Paola Milli Ugo Sauro Chiara Zanini Fernando Zanini

Geo-Paleontologia Gianfranco Caoduro Bruno Pellegrini Guido Roghi Roberto Zorzin

Preistoria Alessandra Aspes Alberto Broglio Leone Fasani Antonio Guerreschi Luciano Salzani Paola Salzani Marco Peresani Paola Vesentini

Flora e Fauna Giacomo De FranceschiGiuliano Lazzarin

Elaborazione cartografica: Lino FugginiClaudio Mantovani

Fotografie di: Giacomo De Franceschi, Paolo De Franceschi, Gianmarco Lazzarin Paolo Parricelli, Marco Peresani, Guido Pigozzi, Claudio Portinari Stefano Rossin, Ugo Sauro, Chiara Zanini, Fernando Zanini, Roberto Zorzin

SI RINGRAZIANO PER LA LETTURA DEI TESTI ANGELO ANDREIS E ALESSANDRA ASPES

LESSINIA_1:Layout 1 6-03-2007 11:34 Pagina 2

Page 4: Catalogo dei Musei della Lessinia

3

Sommario

Il Parco Naturale Regionale della Lessinia. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 7Escursioni nei luoghi più belli del Parco . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 9

Il Parco e i suoi Musei . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 13

Museo Etnografico di Crespadoro . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 17Mulino dei Gaji di Vestenanova . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 21Museo dei Trombini di San Bartolomeo delle Montagne . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 26 Museo del Ferro Battuto e delle Antiche Arti di Cogollo di Tregnago . . . . . . . . . . . 29 Centro di Cultura Cimbra - Museo dei Cimbri di Giazza . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 35 Museo Ergologico “La Giassara” di Cerro Veronese . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 41 Museo Civico Etnografico “La Lessinia: l’uomo e l’ambiente” di Bosco Chiesanuova 45 Mulino di Bellori - Lugo di Grezzana . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 53

Museo Paleontologico di Roncà . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 59 Museo dei Fossili di Bolca . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 65 Museo Geopaleontologico di Camposilvano . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 71 Grotta di Monte Capriolo di Roverè Veronese . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 79

Museo Paleontologico e Preistorico di Sant’Anna d’Alfaedo . . . . . . . . . . . . . . . . . 83 Grotta di Fumane . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 91

Area Floro-faunistica di Malga Derocon di Erbezzo . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 96 Museo Botanico della Lessinia di Molina . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 102

Prezzario Musei 2007 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 111

LESSINIA_1:Layout 1 6-03-2007 11:34 Pagina 3

Page 5: Catalogo dei Musei della Lessinia

Il Parco Regionale della Lessinia è caratterizzato da un immenso valore naturalistico ambientale,

che trova ulteriore espressione e valorizzazione nelle sale espositive dei numerosi musei presenti com-

plessivamente nel territorio lessinico.

Le sedici realtà museali descritte in questo volume sono la testimonianza degli aspetti naturalistici,

storici, architettonici e culturali più rappresentativi della Lessinia.

Oltre al rinomato Museo dei Fossili di Bolca, vi sono dislocati infatti musei geologici, paleontologi-

ci, preistorici, botanici, etnografici, a cui si affiancano sezioni museografiche minori come baiti, mulini,

giassare. Tali strutture conservano ricche ed interessanti collezioni, offrono spunti per itinerari didatti-

ci e fanno rivivere la storia, non solo nel contesto locale.

Questa pubblicazione vuole essere un primo passo perché tutti coloro che frequentano le nostre

montagne possano venire a conoscenza della ricca offerta dei musei locali esistenti, organismi il cui

scopo prevalente consiste nella conservazione e promozione del patrimonio naturalistico ed antropico.

Con questo spirito i musei della Lessinia dispongono oggi di un nuovo strumento per comunicare

con il pubblico, confermando il loro ruolo di istituzioni culturali vive e propositive, allineandosi con altre

realtà italiane che si sforzano di offrire una serie di servizi finalizzati a promuovere e concretizzare sem-

pre più la funzione educativa e didattica museale.

Si auspica che il volume possa costituire inoltre un valido “biglietto da visita”, che incuriosisca ed

affascini il lettore e lo invogli a programmare visite ai musei ed escursioni in Lessinia, coniugando natu-

ra, cultura e divertimento.

PRESIDENTE DELLA COMUNITÀ MONTANA DELLA LESSINIA

SOGGETTO GESTORE DEL PARCO NATURALE REGIONALE

Stefano Marcolini

4

LESSINIA_1:Layout 1 6-03-2007 11:34 Pagina 4

Page 6: Catalogo dei Musei della Lessinia

L’Icom - International Council of Museums - definisce “il museo un’istituzione permanente, senza scopo di lucro, al servizio della società e del suo sviluppo. È aperto al pubblico e compie ricer-che che riguardano le testimonianze materiali e immateriali dell’umanità e del suo ambiente; le acquisisce, le conserva, le comunica e, soprattutto, le espone a fini di studio, educazione e diletto” (Seoul,2004).

È proprio con questa filosofia che il Parco ha voluto fortemente la realizzazione di questa pub-blicazione, pensata come agile strumento di informazione a favore dell’interazione tra i musei, il ter-ritorio e il mondo della scuola in particolare.

I diversi musei, ognuno con la propria unicità, raccontano la Lessinia; grandi e piccoli sono caratterizzati dalla ricchezza, dalla varietà delle collezioni e dallo stretto legame con i luoghi, van-tando uno straordinario patrimonio, spesso espressione del fervore culturale degli abitanti della Lessinia.

Visitarli rivela sempre piacevoli sorprese: le singolari collezioni delle ammoniti di Camposilvanoe le appassionanti memorie del Centro di Documentazione Cimbra a Giazza non ne sono che un esempio. I musei della Lessinia sono questo e molto altro; spesso allestiti nei pressi di meritevoli emergenze naturalistiche (Covoli di Velo, Pesciara di Bolca, …) diventano il punto di partenza perconoscere il Parco della Lessinia, anche in compagnia di guide esperte.

Questa pubblicazione fornisce un “assaggio” della molteplice offerta di attività didattiche pro-poste dalle strutture museali: dalla tradizionale visita guidata alle collezioni permanenti, dai per-corsi di approfondimento con lezioni frontali e/o itinerari sul territorio ad attività didattiche parti-colari, caratterizzate da animazioni, laboratori e giochi.

La Lessinia rappresenta dunque un vero e proprio laboratorio all’aperto, dove andare “a spasso per i musei” diventa uno spunto per programmare ed effettuare i percorsi didattici nel comprensorio. Alunni ed insegnanti, famiglie e gruppi culturali possono così imparare, diverten-dosi, a salvaguardare e mantenere viva la ricchezza del nostro territorio e le tradizioni locali.

VICEPRESIDENTE DEL PARCO NATURALE REGIONALE DELLA LESSINIA

Delegato al Sistema Museale Giacinto Albanese

5

LESSINIA_1:Layout 1 6-03-2007 11:34 Pagina 5

Page 7: Catalogo dei Musei della Lessinia

LESSINIA_1:Layout 1 6-03-2007 11:34 Pagina 6

Page 8: Catalogo dei Musei della Lessinia

Il Parco Naturale Regionale della Lessiniadi Diego Lonardoni

Il Parco Naturale Regionale della Lessinia, istituito dalla Regione del Veneto con la legge n. 12 del 30gennaio 1990, si estende sull’altopiano dei Monti Lessini, alle spalle di Verona e al confine con la provinciadi Trento.

Dall’analisi degli elementi costituenti il paesaggio della Lessinia è possibile ricostruire i caratteri natura-listici, storici, ambientali ed etnici che hanno condotto all’istituzione del Parco e che ne fanno un unicum nelcontesto delle aree protette regionali e nazionali.

Il Parco si estende per oltre 100 km2 comprendendo le verdi dorsali pascolive degli Alti Lessini e le fascedelle profonde incisioni vallive, detti vaj, della Marciora, dei Falconi e dell’Anguilla tributari della Valpantena,di Squaranto, di Revolto e della Val Fraselle prolungamenti della Val d’Illasi. Il paesaggio dell’altopiano èquello tipico prealpino, articolato in ampie dorsali contrassegnate da conche e vallette disegnate da prati epascoli, alternati a boschi di carpino, faggio, abete rosso. I lembi di foresta, più estesi sui versanti dei vaj, testimoniano l’antica vitalità dei boschi prima che l’uomo rivelasse i reali contorni delle montagne, espandendole aree di pascolo con una meticolosa e diffusa azione di disboscamento, iniziata probabilmente dal Neolitico.

Appartengono inoltre al Parco “isole” di diversa estensione, individuate come aree da sottoporre a regimedi protezione per la presenza di emergenze naturalistiche e paesaggistiche di straordinario valore. Si trattadella Val Sorda-Progno di Breonio, del Ponte di Veja, del Covolo di Camposilvano-Valle delle Sfingi, dei Co-voli e Purga di Velo Veronese, della “Pesciara” di Bolca-Monte Purga-Monte Postale, degli Strati fossiliferidel territorio di Roncà e dei Basalti colonnari di San Giovanni Ilarione. Il Parco può vantare gioielli natura-listici come il Corno d’Aquilio, la Spluga della Preta, uno degli abissi carsici più famosi in Italia, e zone di ec-cezionale pregio ambientale come i SIC (Siti di Interesse Comunitario) destinati alla conservazione delladiversità biologica e alla tutela di habitat e di specie animali e vegetali. I comprensori riconosciuti anche comeZone di Protezione Speciale (ZPS) del “Ponte di Veja-Vajo della Marciora” e dei “Monti Lessini-Pasubio-Piccole Dolomiti Vicentine” (quest’ultimo comprende il Valon del Malera e le Foreste dei Folignani e di

7

LESSINIA_1:Layout 1 6-03-2007 11:34 Pagina 7

Page 9: Catalogo dei Musei della Lessinia

Giazza) costituiscono siti di elezione per la nidificazione di numerose interessanti specie d’avifauna selvaticaquali l’Aquila reale, il Falco pellegrino, il Gallo cedrone, il Fagiano di monte, il Francolino di monte, la Ci-vetta capogrosso, il Picchio nero, il Merlo acquaiolo e altre ancora. Nel periodo delle migrazioni tali aree sonoinoltre interessate da un consistente passo rappresentato perlopiù da varie specie di Fringìllidi e Tùrdidi, e,tra i rapaci diurni, dal Falco pecchiaiolo.

Il Parco racchiude entro il suo perimetro gioielli architettonici della tradizione lessinica, testimonianze del-l’utilizzazione secolare di questo territorio da parte dell’uomo. Le suggestive contrade sono nuclei insedia-tivi permanenti distribuiti nella fascia di media montagna, e, nell’alta Lessinia, situate in posizioni dominanti,le malghe sono strutture connesse con l’alpeggio. Elementi caratteristici del paesaggio umano sono poi i trat-turi e le recinzioni costituite da lastre di pietra infisse verticalmente nel terreno o da muri a secco.L’uomo ha saputo anche mitigare l’apparente aridità dell’altopiano creando centinaia di laghetti detti “pozze”,utilizzati per l’abbeveraggio del bestiame.

Data la natura carsica del terreno i corsi d’acqua superficiali sono scarsi o assenti, con alcune eccezioni,come nella aree di Molina e del Ponte di Veja. L’acqua, perlopiù assorbita da inghiottitoi e doline, scorre inprofondità modellando pozzi e grotte. In Lessinia sono state esplorate e censite circa 800 cavità carsiche sot-terranee, che costituiscono importanti habitat e ospitano numerose specie cavernicole endemiche, esclusivecioè del nostro altopiano, vere e proprie emergenze dal punto di vista faunistico e biogeografico. Si tratta diinsetti, millepiedi, ragni, crostacei, adattatisi nel corso della loro evoluzione agli ambienti sotterranei. Tra leoltre 300 nuove specie riconosciute nelle grotte lessinee, spicca il carabide Italaphaenops dimaioi, il coleotterocavernicolo più grande del mondo.

Anche dal punto di vista floristico, le indagini condotte relativamente al territorio del Parco hanno evi-denziato l’esistenza di un patrimonio estremamente ampio e di grande interesse.

La Comunità Montana della Lessinia, Ente gestore dell’area protetta, ha saputo promuovere attività cul-turali, sportive, ricreative e didattiche, sempre in un’ottica di ecocompatibilità. I comprensori sciistici per losci nordico di San Giorgio-Bocca di Selva-Passo Fittanze e di Conca dei Parpari offrono percorsi che con-sentono sia agli escursionisti che agli agonisti di ammirare panorami incantevoli e di confrontarsi con una na-tura incontaminata e con chi condivide la stessa passione. Le piste per lo sci alpino “Belvedere”, “Gaibana”e le “Slalom” sanno regalare emozioni affascinanti; inoltre numerosi sentieri e itinerari di diverse difficoltà ei percorsi per mountain bike ed equiturismo conferiscono al Parco l’ennesima attrattiva per godere della suasuggestiva bellezza.

8

LESSINIA_1:Layout 1 6-03-2007 11:34 Pagina 8

Page 10: Catalogo dei Musei della Lessinia

9

Escursioni nei luoghi più belli del Parcodi Giacomo De Franceschi e Chiara Zanini

La varietà degli ambienti, delle emergenze naturalistiche, storiche e culturali della Lessinia, ilfervore culturale e la presenza di studiosi appassionati hanno permesso di valorizzare e promuo-vere luoghi ed itinerari unici e suggestivi all’interno del Parco della Lessinia ed oltre i suoi con-fini.

Per il fruitore, la Lessinia si presenta come un libro aperto sulla storia, sulle tradizioni e sullescienze naturali dove ognuna delle sedici realtà museali costituisce un segnalibro dal quale par-tire per effettuare degli itinerari specifici o multitematici.

Paradiso degli escursionisti, il Parco può essere attraversato a piedi, in bici, a cavallo. Trattidel “Sentiero Europeo E5” e le vie ferrate del vicino Carega possono essere scelti per il trekking,mentre è facile per tutti, grandi e piccoli, raggiungere luoghi affascinanti e suggestivi come ilValon del Malera oppure effettuare la Passeggiata Geopaleontologica di Bolca ed il reticolo disentieri che si snoda nella Foresta dei Folignani.

Di seguito vengono brevemente presentati, procedendo da est verso ovest, alcuni dei luoghipiù interessanti del Parco, sia a livello paesaggistico che storico, facilmente raggiungibili dallestrutture educativo-didattiche indicate.

Basalti colonnari di San Giovanni Ilarione (Museo Paleontologico di Roncà): straordinariascenografia naturale caratterizzata da imponenti forme vulcaniche prismatiche a base esago-nale, nere colonne lucenti che si stagliano nel paesaggio.

Pesciara e Passeggiata paleontologica di Bolca (Museo dei Fossili di Bolca, Mulino dei Gajidi Vestenanova e Museo Etnografico di Crespadoro): la Pesciara è una cava in galleria da cui,

LESSINIA_1:Layout 1 6-03-2007 11:34 Pagina 9

Page 11: Catalogo dei Musei della Lessinia

10

ancora oggi, si estraggono gli strati rocciosi che contengono i fossili di pesci e piante conosciu-ti in tutto il mondo. Interessante per i suoi rinvenimenti fossili è anche il sito del Monte Postale.La passeggiata permette di approfondire i diversi aspetti dell’area circostante Bolca, non solo dal punto di vista paleontologico.

Foresta di Giazza (Museo dei Cimbri di Giazza): situata nella fascia nord-orientale del Parco,è nata per la salvaguardia e la valorizzazione della montagna, dopo un eccessivo sfruttamento.Ampio bosco, è habitat ideale di numerosi elementi faunistici e floristici fra cui la splendida orchidea Scarpetta di Venere.

Covoli di Velo (Museo Geopaleontologico di Camposilvano): complesso di gallerie, con uno sviluppo di 545 m, scavate dall’acqua nelle Dolomie del Lias superiore, sono costituite da ampivani e da un discreto numero di cunicoli collegati da strozzature. Vi sono stati ritrovati interessanti depositi quaternari, con una grande quantità di resti di Orso delle caver-ne (Ursus spelaeus). I covoli sono inclusi nell’Oasi del Monte Purga.

Valle delle Sfingi (Museo Geopaleontologico di Camposilvano): suggestiva valletta caratteriz-zata dalla presenza di tipici funghi di roccia, risultato del processo carsico e dell’azione degliagenti meteorici sulle rocce calcaree lessiniche; in particolare si segnalano le formazioni di Rosso Ammonitico e i calcari del Gruppo di S. Vigilio. Fanno da cornice pascoli e faggete.

Il Valon del Malera e la Bella Lasta (Museo Civico Etnografico “La Lessinia: l’uomo e l’am-biente” di Bosco Chiesanuova): particolare esempio di paesaggio alpino, con caratteri glacialiquali una valle a truogolo, cordoni laterali e morene. Nel Valon si trovano anche cavità car-siche, come il pozzo a neve detto Buso del Valon. Importanti sono le emergenze vegetazionali ele comunità animali presenti, come la coturnice ed il fagiano di monte. Impronte di dinosauri sipossono osservare nella vicina Bella Lasta.

Foresta dei Folignani (Area Floro-faunistica di Malga Derocon di Erbezzo): zona di Riserva

LESSINIA_1:Layout 1 6-03-2007 11:34 Pagina 10

Page 12: Catalogo dei Musei della Lessinia

11

Naturale Orientata e Sito di Interesse Comunitario (SIC) costituisce il complesso boschivo più esteso della Lessinia centrale. Habitat di numerose specie animali e vegetali, vi si trovanoendemismi, alberi monumentali ed elementi geologici. La gestione a Riserva Naturale Orientatapermette l’esecuzione di interventi sul territorio finalizzati al miglioramento degli ecosistemi eal ripristino delle condizioni di massima efficienza e di stabilità ecologica.

Monte Loffa (Museo Paleontologico e Preistorico di Sant’Anna d’Alfaedo): punto di riferimen-to significativo per gli studiosi di preistoria sia per la presenza continua dell’uomo dal Paleolitico all’età del Ferro che per la ricchezza dei ritrovamenti, fra cui abitati dell’età del Ferro e tombe a cista. Nelle sue cave di Scaglia Rossa sono stati rinvenuti inoltre numerosi fos-sili di pesci, tartarughe e rettili marini.

Corno d’Aquilio e Spluga della Preta (Museo Paleontologico e Preistorico di Sant’Anna d’Alfaedo): rilievo che presenta sia ripide scarpate a strapiombo verso la Valdadige sia versan-ti dolci ed ondulati, che in primavera si ricoprono di splendide fioriture. Interessante per i feno-meni carsici superficiali e ipogei con sviluppo verticale, di cui il più importante è la Spluga dellaPreta. A breve distanza si trova la Grotta del Ciabattino.

Ponte di Veja (Museo Paleontologico e Preistorico di Sant’Anna d’Alfaedo): maestoso monu-mento naturale è il più rappresentativo fenomeno geologico della Lessinia. Riveste un ruolo importante anche come area archeologica; le sue cavità sono note dal punto di vista paleonto-logico per il ritrovamento di orsi delle caverne; di interesse zoologico sono le colonie di pipistrelliche vi dimorano.

Parco delle Cascate (Museo Botanico di Molina e Grotta di Fumane): spettacolare oasi natu-ralistica, in cui sono racchiuse bellezze paesaggistiche di grande suggestione: cascate, cascatel-le, laghetti ed una vegetazione rigogliosa. Importanti archeologicamente sono le vicine grotte(Vajo delle Scalucce).

LESSINIA_1:Layout 1 6-03-2007 11:34 Pagina 11

Page 13: Catalogo dei Musei della Lessinia

LESSINIA_1:Layout 1 6-03-2007 11:34 Pagina 12

Page 14: Catalogo dei Musei della Lessinia

13

Il Parco e i suoi Museidi Giacomo De Franceschi e Chiara Zanini

Nell’ambito della Lessinia il Parco Naturale Regionale ha da sempre sostenuto, tramite impegno diretto sia di risorse finanziare che umane, alcune fra le realtà più importanti per lacomunità scientifica locale e internazionale. Oggi i visitatori (scuole, famiglie e gruppi di adul-ti…) hanno a disposizione un qualificato servizio didattico costituito da numerosi musei edal Centro di Educazione Ambientale e Area Floro-faunistica di Malga Derocon.

Le strutture, oltre ad una importante attività didattica e di apertura al pubblico, svolgonoattività di ricerca, conservazione delle collezioni e sviluppano rapporti con il territorio a cuiappartengono promuovendo azioni di divulgazione e didattica.

Seguendo le linee guida per la “creazione di una rete museale diffusa” del Progetto “Museiin rete”, programma di Iniziativa Comunitaria Leader Plus 2000-2006, i principali musei delParco vengono affiancati nel presente catalogo dalle altre realtà museali esistenti in Lessinia,generando una vera e propria “rete diffusa di musei locali”. L’obiettivo è infatti quello di va-lorizzare il patrimonio ambientale e culturale minore partendo dal concetto di “museo dif-fuso”, che evidenzia la complessità e la capillarità delle emergenze territoriali locali.

I Musei e le correlate realtà naturalistiche e culturali del territorio lessinico vengono distin-ti in quattro sezioni principali: etnografia, geopaleontologia, preistoria e botanica-zoologia.Ciascuna sezione tematica è distinta in base al colore e le realtà museali vi sono elencate secon-do l’ubicazione da est ad ovest.

Si deve ricordare che in alcuni musei sono conservati ed esposti materiali diversi che dannoorigine a sottosezioni che affiancano ed arricchiscono la collezione principale caratterizzanteil museo stesso.

LESSINIA_1:Layout 1 6-03-2007 11:34 Pagina 13

Page 15: Catalogo dei Musei della Lessinia

LESSINIA_1:Layout 1 6-03-2007 11:35 Pagina 14

Page 16: Catalogo dei Musei della Lessinia

LESSINIA_1:Layout 1 6-03-2007 11:35 Pagina 15

Page 17: Catalogo dei Musei della Lessinia

16

Le strutture museali si possono dunque raggruppare nelle seguenti sezioni:La sezione etnografica ed antropologica: cura la raccolta, la conservazione, la documentazione e la valorizzazione delle testimonianze della cultura materiale, delle tradizioni e costumi del ter-ritorio lessinico:- Museo Etnografico di Crespadoro; - Mulino dei Gaji di Vestenanova; - Museo dei Trombini di San Bartolomeo delle Montagne; - Museo del Ferro Battuto e delle Antiche Arti di Cogollo di Tregnago; - Centro di Cultura Cimbra - Museo dei Cimbri di Giazza; - Museo Ergologico “La Giassara” di Cerro Veronese; - Museo Civico Etnografico “La Lessinia: l’uomo e l’ambiente” di Bosco Chiesanuova,

con le sezioni del Baito della Coletta e della Giassara del Grietz; - Mulino di Bellori - Lugo di Grezzana.

La sezione di geologia e di paleontologia: conserva del materiale fossile e promuove la cono-scenza degli itinerari paleontologici del territorio lessinico, con rapporto all’educazione am-bientale: - Museo Paleontologico di Roncà; - Museo dei Fossili di Bolca con l’annessa Pesciara; - Museo Geopaleontologico di Camposilvano ed il Covolo; - Sezione di Paleontologia del Museo di Sant’Anna d’Alfaedo; - Grotta di Monte Capriolo di Roverè Veronese.

La sezione preistorico-archeologica: provvede a conservare, documentare e valorizzare le testi-monianze e i materiali relativi alla preistoria e all’archeologia del territorio lessinico: - Sezione di Preistoria del Museo di Sant’Anna d’Alfaedo; - Grotta di Fumane.

La sezione floro-faunistica: promuove lo studio, la documentazione, la valorizzazione della florae della fauna del territorio lessinico: - Museo Botanico di Molina, con il vicino Parco delle Cascate; - Area Floro-faunistica di Malga Derocon di Erbezzo.

LESSINIA_1:Layout 1 6-03-2007 11:35 Pagina 16

Page 18: Catalogo dei Musei della Lessinia

MuseoEtnografico di Crespadoro

di Chiara Zanini

Il Museo viene inaugu-rato nel 1985 e sorgegrazie alla dedizione

del Maestro RinoMecenero, attento cono-scitore della sua terra. Letre sale d’esposizionevengono realizzate, dopolavori di sistemazione,nel granaio della canoni-

ca, grazie al supportodella parrocchia e dellaPro-loco, che attualmen-te lo gestisce. La ragioneche spinge alla raccoltadelle testimonianze stori-che, artistiche e di vitaquotidiana del territoriodi Crespadoro è legataallo spopolamento che hacolpito anche questoangolo di Lessinia, acausa delle migrazioniverso le Americhe primae verso l’industrializzatavalle poi. Il calo drasticodel numero degli abitantiha costituito non solo unaperdita sociale, ma ancheculturale.Contrade abbandonate e

disabitate, assieme aglioggetti che ne fannoparte, erano destinate adessere cancellate dallamemoria degli abitanti diCrespadoro, e non solo.Così il Maestro RinoMecenero si è prodigatoper raccogliere e conser-vare ciò che era possibile.Nel Museo Etnografico sipossono infatti osservarenon solo oggetti di vitaquotidiana, ma attrezzi dalavoro, come quelli dafalegname, da ciabattino,da feraro oppure quelli perla lavorazione della lana ela produzione del formag-gio. Vi sono custoditi inol-tre gli strumenti per la col-Sede del Museo

Interno del Museo

1717

Il Museo viene inaugu-rato nel 1985 e sorgegrazie alla dedizione

del maestro Rino Mecenero, attento cono-scitore della sua terra. Letre sale d’esposizionevengono realizzate, dopolavori di sistemazione, nelgranaio della canoni-

ca, grazie al supportodella parrocchia e dellaPro-loco, che attualmen-te lo gestisce. La ragioneche spinge alla raccoltadelle testimonianze stori-che, artistiche e di vitaquotidiana del territorio di Crespadoro è legataallo spopolamento che hacolpito anche questo angolo di Lessinia, acausa delle migrazioniverso le Americhe prima e verso l’industrializzatavalle poi. Il calo drasticodel numero degli abitantiha costituito non solo unaperdita sociale, ma ancheculturale.Contrade abbandonate e

disabitate, assieme agli oggetti che ne fannoparte, erano destinate adessere cancellate dallamemoria degli abitanti diCrespadoro, e non solo.Così il maestro Rino Mecenero si è prodigatoper raccogliere e conser-vare ciò che era possibile.Nel Museo Etnografico sipossono infatti osservarenon solo oggetti di vitaquotidiana, ma attrezzi dalavoro, come quelli dafalegname, da ciabattino,da feraro oppure quelli perla lavorazione della lana ela produzione del formag-gio. Vi sono custoditi inol-tre gli strumenti per la col-

LESSINIA_2:Layout 1 5-03-2007 6:18 Pagina 1

Page 19: Catalogo dei Musei della Lessinia

18M

useo Etnografico di C

RE

SP

AD

OR

O18

tura della vite ed illustratiquelli per tarassare, indi-spensabili per creare i ter-razzamenti. Alcuni repertiarcheologici testimonianole prime presenze antropi-che, anche nella Purga diDurlo. Vi sono esposti inoltreindumenti e giocattolid’epoca, cimeli dellaPrima Guerra Mondiale estrumenti musicali.

Di particolare pregio sonole sculture popolari, conesemplari dal ‘500 adoggi, caratteristici del-l’alta Valle del Chiampo edella Lessinia orientale;vi vengono ritratti soprat-tutto i Santi Rocco eSebastiano. Di una certaimportanza per la docu-mentazione storica delPaese è una pietra tom-bale del 1368, in cui vi è

inciso “Crespatorio”, rin-venuta durante gli scaviper la sistemazione delcampanile. Si aggiungonoinoltre oggetti sacri apartire dal ‘500 (registri elibri di mandati).In una saletta si trovaanche una sezione dellafauna, con reperti zoolo-gici caratteristici dell’areaprealpina, a cui si affian-cano palchi di daini alle-

Interno del Museo

tura della vite ed illustratiquelli per tarassare, indi-spensabili per creare i ter-razzamenti. Alcuni repertiarcheologici testimonianole prime presenze antropi-che, anche nella Purga diDurlo. Vi sono esposti inoltre indumenti e giocattolid’epoca, cimeli dellaPrima Guerra Mondiale estrumenti musicali.

Di particolare pregio sonole sculture popolari, conesemplari dal ‘500 adoggi, caratteristici del-l’alta Valle del Chiampo edella Lessinia orientale; vi vengono ritratti soprat-tutto i Santi Rocco e Sebastiano. Di una certaimportanza per la docu-mentazione storica delPaese è una pietra tom-bale del 1368, in cui vi è

inciso “Crespatorio”, rin-venuta durante gli scavi-per la sistemazione delcampanile. Si aggiungonoinoltre oggetti sacri a par-tire dal ‘500 (registri elibri di mandati).In una saletta si trovaanche una sezione dellafauna, con reperti zoolo-gici caratteristici dell’areaprealpina, a cui si affian-cano palchi di daini alle-

LESSINIA_2:Layout 1 5-03-2007 6:18 Pagina 2

Page 20: Catalogo dei Musei della Lessinia

1919M

useo

Etn

ogra

fico

di C

RE

SP

AD

OR

O

vati in un’area verdepoco distante. Sono quiraccolti inoltre gli stru-menti per l’allevamento ela raccolta dei corgnoi(chiocciole del genereElix o dialettalmentebogoni), protagonistidella locale “Festa deicorgnoi” (8 dicembre).

RICETTIVITÀ

Orari:solo nelle feste locali (8 dicembre e sagre)Gli altri giornisu prenotazione telefonica

Visitabile da diversamente abili:non accessibile

Alcune sculture della pietà popolare esposte

Lapide del 1368 in cui comparela scritta “Crespatorio”

vati in un’area verde pocodistante. Sono qui raccolti inoltre gli stru-menti per l’allevamento ela raccolta dei corgnoi(chiocciole del genere Elix o dialettalmente bogoni), protagonisti della locale “Festa dei corgnoi” (8 dicembre).

RICETTIVITÀ

Orari:solo nelle feste locali (8 dicembre e sagre)Gli altri giornisu prenotazione telefonica

Visitabile da diversamente abili:non accessibile

LESSINIA_2:Layout 1 5-03-2007 6:18 Pagina 3

Page 21: Catalogo dei Musei della Lessinia

20M

useo Etnografico di C

RE

SP

AD

OR

O20

CONTATTI

Indirizzo:Piazza Municipio, 7Crespadoro (VI)Telefono:0444 429023

Oggetti sacri

Sezione di Fauna e Flora del Museo; nell’angolo è riposta la corgnolara,

utilizzata per i corgnoi

CONTATTI

Indirizzo:Piazza Municipio, 7Crespadoro (VI)

Telefono:0444 429023

LESSINIA_2:Layout 1 5-03-2007 6:18 Pagina 4

Page 22: Catalogo dei Musei della Lessinia

2121

Mulinodei Gaji di Vestenanova

di Mariella Gugole

Un reperto della civiltàrurale che ora macinastoria

Oltrepassato il cen-tro di Vestenanovae proseguendo

lungo la Provinciale 17 indirezione Bolca, primadegli impianti sportivi, sipuò parcheggiare l’auto inlocalità Corte, e raggiun-gere a piedi il parco che

ospita l’antico Mulin deiGaji. Pochi passi in dire-zione della maestosa chie-sa parrocchiale, in stileneoclassico, e si troval’antico mulino inserito inun grazioso boschetto dibetulle che gli fa da corni-ce. Sotto le sue fronde,tavoli e panche offronoospitalità, anche per pic-nic. Il mulino è un piccolo fab-

Vista complessiva del Molino

Un reperto della civiltàrurale che ora macinastoria

Oltrepassato il cen-tro di Vestenanova eproseguendo lungo

la Provinciale 17 in dire-zione Bolca, prima degliimpianti sportivi, si puòparcheggiare l’auto in lo-calità Corte e raggiun-gere a piedi il parco che

ospita l’antico Mulin deiGaji. Pochi passi in dire-zione della maestosa chie-sa parrocchiale, in stileneoclassico, e si troval’antico mulino inserito inun grazioso boschetto dibetulle che gli fa da corni-ce. Sotto le sue fronde,tavoli e panche offronoospitalità, anche per pic-nic. Il mulino è un piccolo fab-

LESSINIA_2:Layout 1 5-03-2007 6:18 Pagina 5

Page 23: Catalogo dei Musei della Lessinia

22M

ulino dei Gaji di V

ES

TE

NA

NO

VA

22

bricato in pietra, a piantaquadrata, e con tetto adunica falda, sostenuto datravi di legno. Un rivolod’acqua, proveniente daun laghetto artificiale,mette in movimento unagrande ruota, posta sullato est dell’edificio, chetrasmette poi, all’internodel mulino, la forza per farruotare le mole. Bisognaentrare per vedere questicuriosi marchingegni, cheora appaiono primordiali,ma che in realtà hannolavorato fino al 1967.Suggestivo è il funziona-mento delle macine: enor-mi blocchi di pietra roton-deggianti ed appiattiti,

pesanti fino a dieci quinta-li l’uno, che ruotano conrumore assordante. Permezzo dello sfregamentodi due mole sovrapposte,delle quali solo quellasuperiore è mobile, i chic-chi dei cereali vengonogradualmente frantumatie, attraverso rigatureinterne (le canole), fattiuscire ai lati. Il prodotto,attraverso appositi con-dotti, passa nel cilindrodel buratto, da cui filtra lafarina, la mezzanella e lacrusca.Questo mulino ad acqua èstato trasferito e ricostrui-to in questo luogo neglianni ’90. Prima si trovava

in località Gaggi ed eral’unico esemplare rimastoancora in piedi, negli anniOttanta, fra le decine chesi potevano contare lungoi corsi d’acqua nei territoridi Vestenanova e SanGiovanni Ilarione. Questopiccolo edificio del XVIIIsecolo aveva i giorni con-tati, per l’abbandono e ildegrado in cui si trovava,ma la Pro Loco diVestenanova aveva presoa cuore le sorti del piccolomulino. L’idea di salva-guardare quest’ultimoreperto di un’attività lavo-rativa che aveva caratte-rizzato per secoli l’alta Vald’Alpone si concretizzògrazie a Piero Piazzola,allora Segretario delConsorzio delle Pro LocoVerona Est, all’architettoMarzio Miliani, a LinoCalierno, Presidente dellaPro Loco di Vestenanova,a volontari che offrirono illoro lavoro e ad enti checontribuirono economica-mente alle spese. Nel1990 la scelta si ponevafra la restaurazione inloco, ossia nei pressi dellacontrada Gaggi e quindidifficilmente fruibile,oppure il trasferimento e

Porta d’ingresso del Molino

bricato in pietra, a piantaquadrata, e con tetto adunica falda, sostenuto datravi di legno. Un rivolod’acqua, proveniente daun laghetto artificiale,mette in movimento unagrande ruota, posta sullato est dell’edificio, chetrasmette poi, all’internodel mulino, la forza per farruotare le mole. Bisognaentrare per vedere questicuriosi marchingegni, cheora appaiono primordiali,ma che in realtà hanno lavorato fino al 1967. Suggestivo è il funziona-mento delle macine: enor-mi blocchi di pietra roton-deggianti ed appiattiti,

pesanti fino a dieci quinta-li l’uno, che ruotano conrumore assordante. Permezzo dello sfregamentodi due mole sovrapposte,delle quali solo quella su-periore è mobile, i chic-chi dei cereali vengonogradualmente frantumatie, attraverso rigature in-terne (le canole), fattiuscire ai lati. Il prodotto,attraverso appositi con-dotti, passa nel cilindro delburatto, da cui filtra la farina, la mezzanella e lacrusca.Questo mulino ad acqua èstato trasferito e ricostrui-to in questo luogo neglianni ’90. Prima si trovava

in località Gaggi ed eral’unico esemplare rimastoancora in piedi, negli anniOttanta, fra le decine chesi potevano contare lungoi corsi d’acqua nei territoridi Vestenanova e San Giovanni Ilarione. Questopiccolo edificio del XVIIIsecolo aveva i giorni con-tati, per l’abbandono e ildegrado in cui si trovava,ma la Pro Loco di Vestenanova aveva presoa cuore le sorti del piccolomulino. L’idea di salva-guardare quest’ultimo re-perto di un’attività lavo-rativa che aveva caratte-rizzato per secoli l’alta Vald’Alpone si concretizzògrazie a Piero Piazzola, allora Segretario del Consorzio delle Pro LocoVerona Est, all’architettoMarzio Miliani, a Lino Calierno, Presidente dellaPro Loco di Vestenanova, avolontari che offrirono illoro lavoro e ad enti checontribuirono economica-mente alle spese. Nel 1990 la scelta si ponevafra la restaurazione in loco, ossia nei pressi dellacontrada Gaggi e quindidifficilmente fruibile, op-pure il trasferimento e

LESSINIA_2:Layout 1 5-03-2007 6:18 Pagina 6

Page 24: Catalogo dei Musei della Lessinia

2323M

ulin

o de

i Gaj

i di V

ES

TE

NA

NO

VA

la ricostruzione in unambiente simile, ma facil-mente raggiungibile. Laprima ipotesi era subitoapparsa irrealizzabile,data l’ubicazione in zonaimpervia, poco accessibilee inserita in una proprietàprivata. Così nel 1990 si è apertoun cantiere in localitàGaggi, per recuperare einventariare minuziosa-mente sia ciò che conte-neva l’antico mulino, chela struttura muraria,smontata pietra su pietra.Venne quindi elaborato unprogetto di ricostruzioneche, con rigore, ha man-tenuto inalterate le carat-teristiche dimensionali,volumetriche e tecnichedella struttura originale. Nel giugno del 1997avvenne l’inaugurazione diquest’opera importante eunica in Val d’Alpone, dinon facile fattura, poichéeseguita totalmente inpietra, senza l’ausilio dimezzi moderni, ma solocon la perizia di espertimuratori e carpentieri. In origine il mulino appar-teneva alla famigliaSantolini, una dinastia dimunari (mugnai) che ha

La ruota del Molinola ricostruzione in un ambiente simile, ma facil-mente raggiungibile. Laprima ipotesi era subitoapparsa irrealizzabile, data l’ubicazione in zonaimpervia, poco accessibilee inserita in una proprietàprivata. Così nel 1990 si è apertoun cantiere in localitàGaggi, per recuperare e inventariare minuziosa-mente sia ciò che conte-neva l’antico mulino, che la struttura muraria, smontata pietra su pietra.Venne quindi elaborato unprogetto di ricostruzioneche, con rigore, ha man-tenuto inalterate le carat-teristiche dimensionali,volumetriche e tecnichedella struttura originale.Nel giugno del 1997 avvenne l’inaugurazione diquest’opera importante eunica in Val d’Alpone, dinon facile fattura, poichéeseguita totalmente in pietra, senza l’ausilio dimezzi moderni, ma solocon la perizia di espertimuratori e carpentieri. In origine il mulino appar-teneva alla famiglia Santolini, una dinastia dimunari (mugnai) che ha

LESSINIA_2:Layout 1 5-03-2007 6:18 Pagina 7

Page 25: Catalogo dei Musei della Lessinia

24M

ulino dei Gaji di V

ES

TE

NA

NO

VA

24

La farina così ottenutaveniva resa al contadino eil mugnaio si trattenevauna percentuale, di cuipoteva disporre, comeguadagno. Poco era ildenaro che circolava:quello che derivava dallavendita a terzi della per-centuale che il munaro siera guadagnato. E biso-gnava godere di un’ottimasalute ed avere due buone

spalle per fare questomestiere che richiedevaforza fisica per spostarequotidianamente quintalidi farina. Ma servivanoanche doti contabili, per-ché i contadini eranoattenti ed esigenti nelcontrollare un prodottocosì vitale per l’economiadella famiglia, quali eranola farina bianca e la farinagialla per ottenere rispet-

tivamente quel pane equella polenta, che non dirado erano l’unico alimen-to quotidiano.

RICETTIVITA’

Orari:tutto l’anno,su prenotazione telefonica.

Visitabile da diversamente abili: agibile, con cautela

Interno del Molino, con struttura e strumenti conservati

appunto macinato grano egranturco fino al 1967.La farina così ottenuta veniva resa al contadino eil mugnaio si trattenevauna percentuale comeguadagno. Poco era il denaro che circolava:quello che derivava dallavendita a terzi della per-centuale di farina che ilmunaro si era guadagnato.Bisognava godere di un’ot-

tima salute ed avere duebuone spalle per fare questo mestiere che richiedevaforza fisica per spostarequotidianamente quintalidi farina. I contadini erano attenti ed esigenti nel controllare un prodottocosì vitale per l’economiadella famiglia, quali eranola farina bianca e la farinagialla per ottenere rispetti-vamente quel pane e

quella polenta, che non dirado erano l’unico alimentoquotidiano.

RICETTIVITA’

Orari:tutto l’anno,su prenotazione telefonica.

Visitabile da diversamente abili: agibile, con cautela

LESSINIA_2:Layout 1 5-03-2007 6:18 Pagina 8

Page 26: Catalogo dei Musei della Lessinia

2525M

ulin

o de

i Gaj

i di V

ES

TE

NA

NO

VA

CONTATTI

Indirizzo: Via Chiesa - Vestenanova

Telefono: 045 7470123 (Pro Loco)045 7470716(Giuseppe Stanghellini)

CONTATTI

Indirizzo: Via Chiesa - Vestenanova

Telefono: 045 7470123 (Pro Loco)045 7470716(Giuseppe Stanghellini)

Web: www.comune.vestenanuova.it

LESSINIA_2:Layout 1 5-03-2007 6:18 Pagina 9

Page 27: Catalogo dei Musei della Lessinia

2626

Museodei Trombini di SanBartolomeodelle Montagnedi Vito Massalongo

Il Museo dei Trombini diSan Bartolomeo delleMontagne documenta

la presenza ancora forte diun particolare strumentofolkloristico detto Trom- b ino o Pistone. E’ un archi-bugio, un’arma ad avan-carica forse del ‘700, cheancora oggi viene usataper sottolineare con po -ten ti esercizi di sparo leprincipali manifestazionidella Lessinia. Potrebbees sere considerato un’ap-pendice del Centro diCultura Cimbra.Da circa trent’anni sonoattive due associazioni diquesti sparatori denomi-nate “Trombini di SanBortolo” o “ Pistonieri del -l’Ab bazia di Badia Cala -vena” che accompagnano

Sede del Museo dei Trombini

Il Museo dei Trombini diSan Bartolomeo delleMontagne documenta la

presenza ancora forte diun particolare strumentofolkloristico detto Trom-bino o Pistone. E’ un archi-bugio, un’arma ad avan -carica forse del ‘700, che ancora oggi viene usata per sottolineare con po-tenti esercizi di sparo leprincipali manifestazionidella Lessinia. Potrebbeessere considerato un’ap-pendice del Centro di Cultura Cimbra. Da circa trent’anni sonoattive due associazioni diquesti sparatori denomi-nate “Trombini di San Bortolo” e “ Pistonieri del -l’Abbazia di Badia Cala-vena” che accompagnano

Museodei Trombinidi San Bartolomeodelle Montagnedi Vito Massalongo

LESSINIA_2:Layout 1 5-03-2007 6:18 Pagina 10

Page 28: Catalogo dei Musei della Lessinia

2727M

useo

dei

Tro

mbi

ni d

i SA

N B

AR

TO

LO

ME

O

ogni festa patronale, ognievento eccezionale delterritorio.I Trombini sono armi fol-kloristiche, consistenti ingrossi schioppi pesantianche quaranta chili chehanno una canna per spa-rare e vengono caricatisulle spalle e, dopo esserestati riempiti di polverenera, producono un frago-roso botto che fa rotearel’operatore.Il museo documenta lacostruzione del trombino,il suo evolversi sulle spalledello sparatore, le variefasi del caricamento, lapressione esercitata sullapolvere immessa nellacanna dall’alto e le opera-zioni di sparo.Il museo raccoglie alcunidi questi trombini o pisto-ni che insieme ad alcunifilmati spiegano meglio ilfunzionamento delle armi,la loro struttura, il lorouso.I Trombini diventano dun-que fonte di valorizzazionedel territorio in quantosono assai particolari enon se ne conoscono diuguali in altre parti delmondo.

Trombini in esposizione

ogni festa patronale, ognievento eccezionale del ter-ritorio. I Trombini sono armi fol-kloristiche, consistenti ingrossi schioppi, pesantianche quaranta chili, conuna canna che viene riem-pita di polvere nera. Cari-cati sulle spalle e oppor-tunamente azionati spa-rano producendo un frago-roso botto, che fa rotearel’operatore. Il museo documenta la costruzione del trombino,il suo evolversi sulle spalledello sparatore, le variefasi del caricamento, lapressione esercitata sullapolvere immessa nellacanna dall’alto e le opera-zioni di sparo. Il museo raccoglie alcunidi questi trombini o pisto-ni che insieme ad alcunifilmati spiegano meglio ilfunzionamento delle armi,la loro struttura, il lorouso. I Trombini diventano dun-que fonte di valorizzazionedel territorio in quantosono assai particolari enon se ne conoscono diuguali in altre parti delmondo.

LESSINIA_2:Layout 1 5-03-2007 6:18 Pagina 11

Page 29: Catalogo dei Musei della Lessinia

28M

useo dei Trombini di S

AN

BA

RT

OL

OM

EO

28

Non furono mai armi dioffesa, ma altresì ele-mento di gioia in quantosono stati sempre usatiper far festa in modo par-ticolare per eventi ecce-zionali quali la visita delVescovo, l’ingresso delnuovo Parroco o feste perun matrimonio o unafesta devozionale.La festa dei Trombini sicelebra ogni anno nel gior-no della SS. Trinità tramaggio e giugno a SanBortolo, mentre quella deiPistonieri dell’Abbazia laprima domenica di giugnoa Badia Calavena.

Sparo dei Trombini

Alcune vetrine del Museo

RICETTIVITA’

Orari: Festivi 10-12; 15-18.30Gli altri giorni su prenotazionetelefonica per gruppi sup. 10persone. Chiuso il lunedì

Visitabileda diversamente abili:accessibile

CONTATTI

Indirizzo: Via Vittorio VenetoSan Bortolo, Fraz. di Selva di Progno

Telefono:349 6004112(Agostino Dal Zovo)

Non furono mai armi dioffesa, ma “strumenti digioia” in quanto sempreusati per far festa, inmodo particolare pereventi eccezionali, quali lavisita del Vescovo e l’in-gresso del nuovo Parrocooppure per la celebra-zione di un matrimonio ouna sagra patronale. La festa dei Trombini si celebra ogni anno nel gior-no della SS. Trinità tramaggio e giugno a SanBortolo, mentre quella deiPistonieri dell’Abbazia laprima domenica di giugnoa Badia Calavena.

RICETTIVITA’

Orari: Festivi 10-12; 15-18.30 Gli altri giorni su prenotazionetelefonica per gruppi sup. a 10persone. Chiuso il lunedì

Visitabile da diversamente abili: accessibile

CONTATTI

Indirizzo: Via Vittorio Veneto San Bortolo, Fraz. di Selva di Progno

Telefono: 349 6004112 (Agostino Dal Zovo)

Web: www.lessiniamusei.it

LESSINIA_2:Layout 1 5-03-2007 6:18 Pagina 12

Page 30: Catalogo dei Musei della Lessinia

2929

Museo del ferro battuto e delleantiche arti di Cogollo

di Paola Milli

Il Museo del FerroBattuto e delle AnticheArti “Da Berto da

Cogòlo ad Oggi” si trova aCogollo di Tregnago, in Vald’Illasi (VR).Il percorso espositivoall’in terno del museo èstato pensato e realizzatocon l’intento di far cono-scere ed apprezzare ad unpubblico sempre più vastoun aspetto della storialocale, della cultura e del-l’artigianato del nostroterritorio, legato ai lavorisvolti nel passato e nelpresente nella medio-altaVal d’Illasi. Dall’inaugurazione, avve-nuta nel luglio del 2003, ilmuseo offre ai suoi visita-tori, a partire dalle scola-

resche, un’ampia panora-mica sull’arte della lavora-zione del ferro battuto dicui si hanno tracce nelnostro territorio fin dal-l’antichità. Tale attività ènota a livello mondialegrazie a Berto Da Ronco,conosciuto come Berto daCogòlo (1887-1957), chequi ha realizzato manufat-ti artistici in ferro e rameche oggi si trovano nellecase di noti personaggidella cultura, del cinema edella politica internazio-nale. Dopo di lui, a Cogollo e neidintorni sono sorte le

nuove botteghe degli exallievi diventati, a lorovolta, maestri noti nelmondo che, insieme alloro predecessore ed inse-gnante, hanno reso cele-bre questo piccolo e tran-quillo angolo della collinaveronese ricco di storia edi tradizioni tutte da sco-prire. Il percorso museale èeffettuabile a più livelli. Lasemplice visione delleopere esposte può esserecoadiuvata dalla letturadei testi riportati in pan-nelli colorati, arricchiti diimmagini di opere che per

Esterno del Museo

Il Museo del Ferro Battuto e delle AnticheArti “Da Berto da

Cogólo ad Oggi”, inaugu-rato nel 2003, si trova aCogollo di Tregnago, in Vald’Illasi (VR). Il percorso espositivo all’interno del museo èstato pensato e realizzatocon l’intento di far cono-scere ed apprezzare ad unpubblico sempre più vastoun aspetto della storia locale, della cultura e del-l’artigianato, legato ai la-vori svolti nel passato e nelpresente nella medio-altaVal d’Illasi. Il museo offre ai suoi visita-tori, a partire dalle scolare-sche, un’ampia panora-mica sull’arte della lavora-

zione del ferro battuto dicui si hanno tracce nel nostro territorio fin dal-l’antichità. Tale attività ènota a livello mondialegrazie a Berto Da Ronco,conosciuto come Berto daCogólo (1887-1957), chequi ha realizzato manufat-ti artistici in ferro e rameche oggi si trovano nellecase di noti personaggidella cultura, del cinema edella politica internazio-nale. Dopo di lui, a Cogollo e neidintorni, sono sorte lenuove botteghe degli exallievi diventati, a loro

volta, maestri noti nelmondo che, insieme al loro predecessore ed inse-gnante, hanno reso cele-bre questo piccolo e tran-quillo angolo della collinaveronese ricco di storia edi tradizioni tutte da sco-prire. Il percorso museale è effettuabile a più livelli. Lasemplice visione delleopere esposte può esserecoadiuvata dalla lettura dei testi riportati in pan-nelli colorati, arricchiti diimmagini di opere che perdiversi motivi non possonofar parte di una singola

Museodel FerroBattuto e delleAntiche Artidi Cogollo di Tregnago

di Paola Milli

LESSINIA_2:Layout 1 5-03-2007 6:18 Pagina 13

Page 31: Catalogo dei Musei della Lessinia

30M

useo di CO

GO

LL

O di T

RE

GN

AG

O30

diversi motivi non possonofar parte di una singolacollezione museale; puòessere inoltre completatadalla visione di alcuni fil-mati.L’area di esposizione ècostituita da un’unica salaricavata in un edificiocostruito nel 1938 grazieal sostegno economicodel commendator FermoSisto Zerbato, grandebenefattore per Cogollo,utilizzato in passato tral’altro come sede di unlaboratorio di maglieria ein seguito, di un cinema.Dopo la ristrutturazioneper l’adattamento a sedemuseale, nello spazio

interno è stata ricavataanche una saletta video. Lungo una parete dellasala principale, alcuni pan-

nelli guidano il visitatore,con i testi e le immagini, inun percorso nell’arte delferro battuto e nella suastoria. Si potranno cosìconoscere i materiali utiliz-zati e le tecniche praticateper la lavorazione delferro, nonché gli strumentidel mestiere di fabbro.Proseguendo, ci si soffer-merà sulla storia dellalavorazione del ferro dal-l’antichità ai nostri giorni,con uno sguardo attento alterritorio ed alla sua sto-ria. Si scoprirà così la figu-ra di un fabbro tregnaghe-se, Martino Ravanelli, vis-suto nel XV secolo e cono-sciuto grazie al rinveni-

Panoramica della sala espositiva

Sala espositiva .In primo piano la foto

collezione museale; puòessere inoltre completatadalla visione di alcuni fil-mati. L’area espositiva è costi-tuita da un’unica sala rica-vata in un edificio co-struito nel 1938 grazie al sostegno economico del commendator FermoSisto Zerbato, grande benefattore per Cogollo.Tale edificio venne utiliz-zato in passato tra l’altrocome sede di un labo-ratorio di maglieria e inseguito di un cinema.Dopo la ristrutturazioneper l’adattamento a sedemuseale, nello spazio interno è stata ricavata

anche una saletta video.Lungo una parete dellasala principale, alcuni pan-nelli guidano il visitatore,

con i testi e le immagini, inun percorso nell’arte delferro battuto e nella suastoria. Si potranno così conoscere i materiali utiliz-zati e le tecniche praticateper la lavorazione delferro, nonché gli strumentidel mestiere di fabbro.Proseguendo, ci si soffer-merà sulla storia della la-vorazione del ferro dal-l’antichità ai nostri giorni,con uno sguardo attento alterritorio ed alla sua sto-ria. Si scoprirà così la figu-ra di un fabbro tregnaghe-se, Martino Ravanelli, vis-suto nel XV secolo e cono-sciuto grazie al rinveni-mento di alcuni testamen-

LESSINIA_2:Layout 1 5-03-2007 6:18 Pagina 14

Page 32: Catalogo dei Musei della Lessinia

3131M

useo

di C

OG

OL

LO

di T

RE

GN

AG

O

mento di alcuni testamen-ti da lui dettati che atte-stano la sua professione difabbro ereditata dalnonno.Una particolare attenzio-ne, però, viene rivolta allafigura di Berto da Cogòlo,alla sua vita e alla suaarte, anche attraverso ilracconto in parole edimmagini che riproduconoopere di piccole dimensio-ni quali possono essere lesculture dal sapore anticoe i grandi ed elaborati can-celli che si possono ammi-rare da vicino a Tregnago. Proseguendo, altri pannel-li presentano alcune noti-zie biografiche ed artisti-

che – accompagnate dacolorate immagini dimanufatti che si trovanoin Italia e all’estero – sugli

artigiani che hanno accet-tato di esporre nel museouna sia pur piccola marappresentativa selezionedelle loro opere.La parte centrale dellasala, infatti, ospita alcunesculture in ferro battutoposte su dei grandi cubi.L’esposizione segue il per-corso tracciato dai testidei pannelli. Il visitatoreviene accolto da una foto-grafia a grandezza natura-le di Berto da Cogòlo, cheapre anche la serie delleopere esposte con duealari per caminetto ornaticon stemmi araldici cherichiamano le lavorazionimedievali e tre piccole

ti da lui dettati che atte-stano la sua professione difabbro ereditata dalnonno. Una particolare attenzio-ne, però, viene rivolta allafigura di Berto da Cogólo,alla sua vita e alla suaarte, anche attraverso ilracconto in parole ed immagini che riproduconoopere di piccole dimensio-ni quali possono essere lesculture dal sapore anticoe i grandi ed elaborati can-celli che si possono ammi-rare da vicino a Tregnago.Proseguendo, altri pannel-li presentano alcune noti-zie biografiche ed artisti-che – accompagnate da

colorate immagini di manufatti che si trovano in Italia e all’estero – sugliartigiani che hanno accet-

tato di esporre nel museouna sia pur piccola marappresentativa selezionedelle loro opere. La parte centrale dellasala, infatti, ospita alcunesculture in ferro battutoposte su dei grandi cubi.L’esposizione segue il per-corso tracciato dai testi dei pannelli. Il visitatoreviene accolto da una foto-grafia a grandezza natura-le di Berto da Cogólo, cheapre anche la serie delleopere esposte con duealari per caminetto ornaticon stemmi araldici che richiamano le lavorazionimedievali e tre piccolesculture in ferro battuto

LESSINIA_2:Layout 1 5-03-2007 6:18 Pagina 15

Page 33: Catalogo dei Musei della Lessinia

32M

useo di CO

GO

LL

O di T

RE

GN

AG

O32

sculture in ferro battutocon finitura tipo ruggine:sia gli alari che le piccolesculture dimostrano, sia

pure in modo diverso, unaspetto particolare dell’ar-te di Berto che privilegiagli stili del passato.

Proseguendo, dopo i lavo-ri del padre, sono statesistemate alcune operedei due figli di Berto chehanno proseguito l’attivitàpaterna, ognuno conaccenti personali: Alberto,morto qualche anno fa,anch’egli noto come ilpadre con il nome Berto oBertin da Cogòlo, eBenvenuto Da Ronco.Emerge subito la differen-za di stile che intercorretra i due fratelli: i lavoridel primo presentanocaratteri più simili a quellidel genitore; Benvenuto,invece, adotta uno stilepersonale.L’esposizione proseguecon i particolari esperi-menti sui materiali effet-tuati dal nipote di Bertoda Cogòlo, Marco daRonco, che assemblaferro, acciaio, rame edottone per ottenere operedai caratteri più astratti,con particolari effetti diluce e colore.Continuando il percorso sipossono ammirare i lavoriin ferro battuto forgiato diGino Bonamini e di MarioBonamini che lavora con ilfiglio Marco. Si tratta didue maestri d’arte che si

Sezione dedicata alle opere di Marco Da Ronco

Sezione dedicata alle opere di Luigino e Paolo Rossetti

con finitura tipo ruggine:sia gli alari che le piccolesculture dimostrano, siapure in modo diverso, un

aspetto particolare dell’ar-te di Berto che privilegiagli stili del passato. Proseguendo, dopo i lavo-

ri del padre, sono state sistemate alcune opere dei due figli di Berto chehanno continuato l’attivitàpaterna, ognuno con accenti personali: Alberto,morto qualche anno fa,anch’egli noto come ilpadre con il nome Berto oBertin da Cogólo, e Benvenuto Da Ronco.Emerge subito la differen-za di stile che intercorretra i due fratelli: i lavori del primo presentano caratteri più simili a quellidel genitore; Benvenuto,invece, adotta uno stilepersonale. L’esposizione prosegue con i particolari esperi-menti sui materiali effet-tuati dal nipote di Berto da Cogólo, Marco daRonco, che assembla ferro, acciaio, rame ed ottone per ottenere operedai caratteri più astratti,con particolari effetti diluce e colore. Continuando il percorso sipossono ammirare i lavoriin ferro battuto forgiato diGino e Mario Bonamini. Sitratta di due maestri d’arteche si sono formati nellabottega di Berto e hannopoi proseguito l’attività

LESSINIA_2:Layout 1 5-03-2007 6:18 Pagina 16

Page 34: Catalogo dei Musei della Lessinia

3333M

useo

di C

OG

OL

LO

di T

RE

GN

AG

O

sono formati nella bottegadi Berto e hanno poi pro-seguito l’attività creandoopere esportate in tutto ilmondo.Interessanti, molto perso-nalizzate e degne diattenzione sono anche lesculture di Luigino e PaoloRossetti, due artisti –padre e figlio – che opera-no a Cogollo, come, delresto, tutti quelli di cui siè parlato finora.L’unico espositore che nonlavora a Cogollo ma inuna località dettaPalazzino a mezza collinaa sud-ovest di Tregnago èFrancesco Cieno che almuseo ha portato unascultura in ferro battutorifinito con vernice lucidarappresentante proprio illavoro del fabbro.Data l’esiguità dello spa-zio disponibile non è statopossibile ricostruire un’of-ficina di un fabbro, ma visono esposti gli arnesitipici del mestiere: mar-tello, tenaglie, incudine.Poiché quasi tutti gli artistipresenti sono tuttora inattività, il visitatore inte-ressato può contattarliagli indirizzi esposti in unpannello; mentre per chi

lo desidera, un ultimopannello fornisce informa-zioni su qualche aspettosaliente della storia del

piccolo borgo di Cogollo,un tempo comune auto-nomo.Il percorso espositivo si

“I Batidori”, scultura di Francesco Cieno (2003)

Uno degli arnesi del mestiere esposti al Museo: l’incudine

saliente della storia delpiccolo borgo di Cogollo,un tempo comune auto-nomo.

Il percorso espositivo siconclude con altri manu-fatti in ferro ed in rame,tra cui è degno di nota un

creando opere esportate intutto il mondo. Interessanti, molto perso-nalizzate e degne di attenzione sono anche lesculture di Luigino e PaoloRossetti, due artisti –padre e figlio – che opera-no a Cogollo, come, delresto, tutti quelli di cui siè parlato finora. L’unico espositore che nonlavora a Cogollo ma inuna località detta Palazzino a mezza collinaa sud-ovest di Tregnago èFrancesco Cieno che almuseo ha portato unascultura in ferro battutorifinito con vernice lucidarappresentante proprio illavoro del fabbro. Data l’esiguità dello spa-zio disponibile non è statopossibile ricostruire un’of-ficina di un fabbro, ma visono esposti gli arnesi tipici del mestiere: mar-tello, tenaglie, incudine.Poiché quasi tutti gli artistipresenti sono tuttora in attività, il visitatore inte-ressato può contattarli agli indirizzi esposti in unpannello; mentre per chilo desidera, un ultimopannello fornisce informa-zioni su qualche aspetto

LESSINIA_2:Layout 1 5-03-2007 6:18 Pagina 17

Page 35: Catalogo dei Musei della Lessinia

34M

useo di CO

GO

LL

O di T

RE

GN

AG

O34

conclude con altri manu-fatti in ferro ed in rame,tra cui è degno di nota ungrande vassoio in ramesbalzato, raffigurante alcentro il mito di Orfeo edEuridice, realizzato daBerto da Cogòlo con l’au-silio dei figli, verso il1948. Nell’attigua saletta videoè possibile fermarsi avedere alcuni documen-tari realizzati da bravissi-mi registi tregnaghesiche documentano conimmagini suggestive epoetiche l’attività artisti-ca di Berto da Cogòlo edaltre realtà artigianalidella Lessinia poco prati-cate e poco conosciutesoprattutto dai più giova-ni che costituiscono, tut-tavia, un grande patrimo-nio culturale che nondeve scomparire.

RICETTIVITA’

Orari: Da maggio ad ottobredomenica dalle 16.00alle 19.00Da novembre ad apriledalle 15.00 alle 18.00

Visitabileda diversamente abili:accessibile

CONTATTI

Indirizzo:Via Fermo Sisto Zerbato, 16Cogollo di Tregnago

Telefono:045 6508630; fax 045 6500040045 7809450; (Biblioteca Comunale)

E-mail:[email protected]

Web:www.tregnago.net

grande vassoio in ramesbalzato, raffigurante alcentro il mito di Orfeo edEuridice, realizzato daBerto da Cogólo con l’au-silio dei figli, verso il 1948. Nell’attigua saletta videoè possibile fermarsi a vedere alcuni documen-tari realizzati da bravissi-mi registi tregnaghesiche documentano con immagini suggestive epoetiche l’attività artisti-ca di Berto da Cogólo edaltre realtà artigianalidella Lessinia poco prati-cate e poco conosciutesoprattutto dai più giova-ni le quali costituiscono,tuttavia, un grande patri-monio culturale che nondeve scomparire.

RICETTIVITA’

Orari: Da maggio ad ottobre domenica dalle 16.00 alle 19.00 Da novembre ad aprile dalle15.00 alle 18.00

Visitabile da diversamente abili: accessibile

CONTATTI

Indirizzo: Via Fermo Sisto Zerbato, 16 Cogollo di Tregnago

Telefono: 045 6508630; fax 045 6500040 045 7809450; (Biblioteca Comunale)

E-mail: [email protected]

Web: www.tregnago.net

LESSINIA_2:Layout 1 5-03-2007 6:18 Pagina 18

Page 36: Catalogo dei Musei della Lessinia

3535

Centro di CulturaCimbraMuseo dei Cimbri“Mons. Cappelletti”di Giazza

di Vito Massalongo

La nascita del Centrodi Cultura Cimbra èstata il naturale evol-

versi delle attività e delleiniziative degli ultimi annidel Curatorium CimbricumVeronense. Il Centro (incimbro “Nest ume tzimbargabizza”, nido di cultura) sioccupa di diverse attività didivulgazione, di comunica-zione, di valorizzazione delvasto patrimonio dei Cimbridell’altopiano della Lessi nia.È propulsore di tutta l’attivi-tà culturale, editoriale e divalorizzazione linguistica, diricerca storica e di tutelaambientale dei Cimbri.La sede è quella storica delMuseo dei Cimbri, costruitadalla Comunità Montanadella Lessinia negli anni set-tanta e destinata a docu-

mentare le vicende stori-che, linguistiche, culturali diquesta comunità etnica elinguistica insediatasi sullependici della Lessinia a par-tire dal Medioevo.Il Centro è dedicato aMons. Giovanni Cappelletti,sacerdote nativo di Giazzache lungo tutta la sua vita,ha approfondito l’evoluzio-ne storica, la parlata, lagrammatica e la topono-mastica di questa lingua.La visita inizia con la pre-sentazione delle due ipo-tesi storiche riferite all’in-sediamento di questopopolo che parla una lin-

gua di matrice tedesca,ma che potrebbe essereinvece di origine danese.Infatti nel primo cartelloesplicativo al primo pianosi documentano le ipotesistoriche dell’arrivo deiCimbri in Lessinia partendodalla grande migrazionedei Kimbri danesi che nel120 a.C. partirono dallapenisola dello Jutland(Kimbrland) e arrivaronodopo tremende battaglieprima a Klagenfurt nel 113a.C e poi nel 105 a.C adOrange alle foci del Rodanofino in pianura padana. Quivennero a contatto con

Sede del Museo dei Cimbri

gua di matrice tedesca,ma che potrebbe essereinvece di origine danese.Infatti nel primo cartelloesplicativo al primo pianosi documentano le ipotesistoriche dell’arrivo deiCimbri in Lessinia partendodalla grande migrazionedei Kimbri danesi che nel120 a.C. partirono dallapenisola dello Jutland(Kimbrland) e arrivaronodopo tremende battaglieprima a Klagenfurt nel 113a.C e poi nel 105 a.C adOrange alle foci del Rodanofino in pianura padana. Quivennero a contatto con

mentare le vicende stori-che, linguistiche, culturali diquesta comunità etnica in-sediatasi sulle pendici dellaLessinia a partire dal Me-dioevo. Il Centro è dedicato aMons. Giovanni Cappelletti,sacerdote nativo di Giazzache lungo tutta la sua vita,ha approfondito l’evolu-zione storica, la parlata, lagrammatica e la toponoma-stica cimbra. La visita inizia con la pre-sentazione delle due ipo-tesi storiche riferite all’in-sediamento di questo popolo che parla una lin-

gua di matrice tedesca,ma che potrebbe essereinvece di origine danese.Infatti nel primo cartelloesplicativo al primo pianosi documentano le ipotesistoriche dell’arrivo deiCimbri in Lessinia partendodalla grande migrazionedei Kimbri danesi che nel120 a.C. partirono dallapenisola dello Jutland(Kimbrland) e arrivaronodopo tremende battaglieprima a Klagenfurt nel 113a.C e poi nel 105 a.C adOrange alle foci del Rodanofino in pianura padana. Quivennero a contatto con

La nascita del Centrodi Cultura Cimbra èstata il naturale evol-

versi delle attività e delleiniziative degli ultimi annidel Curatorium CimbricumVeronense. Il Centro (incimbro “Nest ume tzimbargabizza”, nido di cultura) sioccupa di diverse attività didivulgazione, di comunica-zione, di valorizzazione delvasto patrimonio dei Cimbridell’altopiano della Lessinia.È propulsore di tutta l’atti-vità culturale, editoriale e divalorizzazione linguistica, diricerca storica e di tutelaambientale dei Cimbri. La sede è quella storica delMuseo dei Cimbri, costruitadalla Comunità Montanadella Lessinia negli anni set-tanta e destinata a docu-

LESSINIA_2:Layout 1 5-03-2007 6:18 Pagina 19

Page 37: Catalogo dei Musei della Lessinia

36C

entro di Cultura C

imbra - M

useo dei Cim

bri di GIA

ZZ

A36

l’esercito romano e furonosconfitti dalle truppe delconsole Caio Mario nel 101a.C. nei pressi dei CampiRaudii.In quest’ultima battaglia,in cui pare abbiano com-battuto anche le donne,furono sterminati dal-l’esercito romano. Alcunistudiosi avanzano l’ipotesiche i superstiti si siano

rifugiati nelle valli dellaLessinia.Secondo lo storico CarloCipolla, i Cimbri erano deicoloni guidati da Oldericodi Altissimo e da unaltro Olderico dell’epi-scopato vicentino chenel 1287 si erano stan-ziati dapprima nel terri-torio di Roverè prove-nienti dal vicentino e

successivamente hannoampliato la loro presen-za sino al comune attua-le di Erbezzo, con le fra-zioni del comune diSelva, Campofontana eSan Bartolomeo delleMontagne.Il primo gruppo di questiZimberer cioè questi bo -scaioli, lavoratori del legno,carpentieri (oggi in tedesco

Serie di pannelli illustranti l’insediamento dei Cimbri

nell’altopiano lessinico

rifugiati nelle valli dellaLessinia. Secondo lo storico CarloCipolla, i Cimbri erano deicoloni guidati da Oldericodi Altissimo e da un altro Olderico dell’episco-pato vicentino che nel1287 si erano stan-ziati dapprima nel terri-torio di Roverè prove-nienti dal Vicentino e

successivamente hannoampliato la loro presen-za sino al Comune attua-le di Erbezzo e alle frazionidel comune di Selva, Campofontana e San Bar-tolomeo delle Montagne. Il primo gruppo di Zimbe-rer cioè di boscaioli, lavo-ratori del legno, car-pentieri (oggi in tedescomoderno Zimmerer), si

l’esercito romano e furonosconfitti dalle truppe delconsole Caio Mario nel 101a.C. nei pressi dei CampiRaudii. In quest’ultima battaglia,in cui pare abbiano com-battuto anche le donne,furono sterminati dal-l’esercito romano. Alcunistudiosi avanzano l’ipotesiche i superstiti si siano

LESSINIA_2:Layout 1 5-03-2007 6:18 Pagina 20

Page 38: Catalogo dei Musei della Lessinia

3737C

entr

o di

Cul

tura

Cim

bra

- M

useo

dei

Cim

bri d

i GIA

ZZ

A

moderno Zimmerer) si sta-bilì a Roverè Veronese enel 1403 costituirono ilVicariatus MontanearumTheutonicorum, cioè ilVicariato della Montagnatedesca chiamata anche la“Montagna Alta del Carbon”per l’attività di produzionedel carbone con le cosid-dette carbonare.Vi è pure documentazionedella partenza dalle zonedell’abbazia benedettinadi Benedktbeuern quando“tempore famis” ( in tem -po di miseria e fame) unfolto gruppo di Coloni par-tirono da quel territorioalla volta di Verona dovevi erano in quel tempo deivescovi tedeschi.I Cimbri si insediarono inquesti territori montanilavorando la terra, disbo-scando, allevando bestia-me e producendo latticini,vivendo di caccia, ecc.Nel 1409 i Cimbri acqui-starono le aree occupatenel Comune di Roverèche erano state messeall’asta. Nel 1616 si atte-sta la costituzione deiTredici Comuni Veronesi.La loro organizzazionepolitica ed amministrativacomprendeva un’assem-

blea delle tredici comuni-tà, detta “Vicinia”, dove imassari, gli anziani o lepersone più in vista di

ogni paese prendevano ledecisioni essenziali per lapopolazione. Veniva elettoil Capo della montagna ed

Esposizione di alcunioggetti di vita quotidiana

Elementi della religiosità popolare

ogni paese prendevano ledecisioni essenziali per lapopolazione. Veniva elettoil Capo della montagna ed

un Vicario che ammini-strava la giustizia. La visita a questo piccoloma interessante museo

stabilì a Roverè Veronese.Nel 1403 costituirono il Vicariatus MontanearumTheutonicorum, cioè il Vicariato della Montagnatedesca chiamata anche la“Montagna Alta del Carbon”per l’attività di produzionedel carbone con le cosid-dette carbonare. Nel Museo è pure docu-mentata la partenza, intempore famis (in tempodi miseria e fame), di unfolto gruppo di coloni dallezone dell’abbazia benedet-tina di Benediktbeuern allavolta della diocesi di Ve-rona, in quel tempo rettada vescovi tedeschi. I Cimbri si insediarono nelterritorio montano lavo-rando la terra, disbo-scando, allevando bestiamee producendo latticini, vivendo di caccia, ecc. Nel 1409 acquistarono learee occupate nel Comunedi Roverè che erano statemesse all’asta. Risale al1616 la costituzione dei Tredici Comuni Veronesi.La loro organizzazione politica ed amministrativacontemplava un’assem-blea, detta “Vicinia”, dove imassari, gli anziani o lepersone più in vista di

LESSINIA_2:Layout 1 5-03-2007 6:18 Pagina 21

Page 39: Catalogo dei Musei della Lessinia

Centro di C

ultura Cim

bra - Museo dei C

imbri di G

IAZ

ZA

3838

diventava fonte di commer-cio anche con la città.Sempre nel primo pianosono evidenziati altriaspetti quali il fenomenoricorrente dell’emigrazionenei secoli passati per l’in-sufficiente produzione dicereali oppure per le fre-quenti epidemie che deci-mavano la popolazione enell’Ottocento per sopperi-re alla fame causata dalleevidenti condizioni di indi-genza. Gli abitanti lessinicimigravano così verso leminiere del Nuovo Mondo acercar fortuna o nel secoloscorso a cavallo delleGuerre Mondiali attratti dalmito del Nuovo Mondo, perla ricerca di un benessereche qui mancava, maanche verso il mito dell’in-dustrializzazione e del-l’inurbamento.Altri pannelli espongono gliaspetti caratteristici dell’ar-chitettura della Lessinia,con le tipiche contrade dipietra dai tetti spioventi ri-coperti di canna palustre opietre recuperate nellecave affioranti. L’architet-tura è elemento caratteriz-zante di un territorio cheesprime, nelle contradecimbre o nelle malghe

sparse negli alti pascoli,momenti di intenso godi-mento architettonico e sa-piente fusione conl’elemento naturalistico. Il percorso espositivo delmuseo offre poi ulteriorielementi di riflessionesugli aspetti linguistici delCimbro, lingua parlata an-cora oggi da molti abi-tanti di Giazza. E’ un dialetto alto-medioe-vale, un linguaggio arcaicoevolutosi nella prima fasedel medio alto-tedesco; èuna lingua parlata nellaGermania meridionale e inAustria dal 1050-1100 al1500 circa. Questi spunti di approfon-dimento linguistico si inter-secano poi con spiegazionidella toponomastica cimbrache vede nomi di prati ecampi, di luoghi e riferitialla posizione del luogo,che diventeranno poi anchecognomi o nomi di contra-de e paesi. Ad esempio laita significapendio, jegher significacacciatore, purga vuol diremonte, bisan si traduce inerbe, prati che darà il nomeal comune di Erbezzo, ecc..Altro aspetto caratteriz-zante questo territorio da

prosegue con la presenta-zione di pannelli esplicativisu importanti aspetti divita familiare e dell’orga-nizzazione economica esociale. La famiglia era essenzial-mente patriarcale e le de-cisioni del capofamigliaerano leggi indiscusseanche nelle scelte econo-miche quali le spese, gliobiettivi, la suddivisionedei compiti lavorativi.Nei pannelli al primo pianosono pure esplicate le varieattività lavorative dei Cim-bri, quali la produzione delcarbone nelle carbonare edella calce viva e spentanelle calcare, al cui allesti-mento concorreva un’in-tera comunità perché ilfuoco veniva acceso e do-veva durare per più giornie notti fino allo sciogli-mento della pietra che di-ventava così una pastausata in edilizia e come di-sinfettante. Un altro pannello illustra laproduzione del ghiaccio cheveniva raccolto in inverno inapposite fosse coperte emesso in strati con fogliesecche per meglio conser-varlo e dividerlo in stratinella stagione estiva quando

LESSINIA_2:Layout 1 5-03-2007 6:18 Pagina 22

Page 40: Catalogo dei Musei della Lessinia

3939C

entr

o di

Cul

tura

Cim

bra

- M

useo

dei

Cim

bri d

i GIA

ZZ

A

Immagini religiose

LESSINIA_2:Layout 1 5-03-2007 6:18 Pagina 23

Page 41: Catalogo dei Musei della Lessinia

Centro di C

ultura Cim

bra - Museo dei C

imbri di G

IAZ

ZA

4040

presenza di sacerdoti chefino al 1600 erano di linguacimbra perché potevanoessere compresi dalla po-polazione e quindi veni-vano reclutati in“Alemagna” o in Tirolo.Ultimo affascinante capi-tolo spetta all’immaginariopopolare con la proposta dilettura e documentazionesulle storie delle streghe,degli orchi, delle fate, ditutti quegli esseri fantasticiche popolarono i raccontidella gente semplice e ve-nivano inventati nelle stallequando in assenza di altridivertimenti i nonni diven-tavano cantastorie e così lafantasia si nutriva di essericon magici poteri, di vicende fantasmagoricheche traevano dagli elementinaturali perlopiù scono-sciuti motivi di afferma-zione e che costituisconoancora un patrimoniomolto apprezzato.

Il territorio circostante sipresta egregiamente perescursioni e per alpinismoessendo vicino alla forestademaniale di Giazza ai piedidel Parco naturale, con pos-sibilità di godere di panora-mi mozzafiato sia in Val

Fraselle che in Val di Re-volto fin sulle cime del Ca-rega con il raggiungimentodi rifugi e con la presenza difauna alpina e di flora spon-tanea eccezionale.

RICETTIVITA’

Orari:Mercoledì 15.30-18.30Sabato 9-13; 14.30-18.30 Domenica 15.00-18.30Gli altri giorni su prenotazione telefonica

Visitabile da diversamente abili: non accessibile

CONTATTI

Indirizzo:Via Dei Boschi, 62Giazza, Fraz. di Selva di Progno

Telefono:045 7847050; fax 045 7847050

E-Mail:[email protected]

Web:www.cimbri.itwww.lessiniamusei.it

conoscere è quello della re-ligiosità popolare con le ve-nerazioni di Santi, dellaVergine addolorata in alcu-ne zone, o la Vergine con ilbambino in altre. Sono ben spiegate le vene-razioni dei Santi quali Sant’Antonio Abate il pro-tettore degli animali, SanRocco il protettore controla peste, San Sebastianovenerato contro le ferite,San Leonardo veneratospecialmente nella chiesadi San Moro con dei cerchiparticolari in ferro a SanMauro di Saline. QuestoSanto francese è molto ve-nerato in Tirolo e in Ba-viera come patrono deicontadini e dei cavalli,mentre qui come protet-tore delle partorienti inquanto l’intercessione delsanto aveva sortito la na-scita miracolosa di un figliomaschio alla regina Clo-tilde, moglie del re Clodo-veo di Francia. Le istituzioni ecclesiastichesono presentate come ele-menti caratteristici del ter-ritorio con la nascita dellechiese parrocchiali, con lacostruzione di capitelli esteli votive. Le parrocchie avevano la

LESSINIA_2:Layout 1 5-03-2007 6:18 Pagina 24

Page 42: Catalogo dei Musei della Lessinia

4141

MuseoErgologico“La Giassara”di Cerro Veronese

di Bruno Avesanie Fernando Zanini

Il Museo Ergologico diCerro ha il pregio nonsolo di presentare una

ghiacciaia perfettamenterecuperata, ma di permet-tere al visitatore di entrareall’interno e scendere finoalla parte più bassa delcontenitore in pietra: in talmodo potrà capire la fun-zione e la bellezza dell’ar-tistico manufatto.Una mostra fotografica col-locata lungo la scala dellaghiacciaia consente divedere illustrate le variefasi del lavoro del giassaròl.Le operazioni di taglio delghiaccio formatosi nellapozza adiacente iniziavanoai primi di dicembre. Lasquadra di lavoro formata

da 8-10 persone si mette-va all’opera al mattinopresto e provvedeva atagliare il ghiaccio conscuri affilate suddividen-dolo in lastre che poi veni-vano sistemate all’internodella ghiacciaia.Sul fondo, coperto da unostrato di foglie, andavamesso il primo piano diblocchi di ghiaccio, che,sovrapposti l’uno all’altro,formavano il solaro.Un gruppo di lavoro riusci-va a mettere in deposito5-6 solari al giorno. Perriempire totalmente laghiacciaia occorrevano

alcuni giorni, da un mini-mo di cinque ad un massi-mo di quindici a secondadella differente capienzadella singola ghiacciaiache poteva arrivare fino ai7.000 quintali. Quando tutto il ghiaccioera sistemato nella ghiac-ciaia si dovevano predi-sporre le operazioni relati-ve alla coibentazione dellamassa congelata. Imme -dia tamente sopra il ghiac-cio veniva stesa una certaquantità di pula che svol-geva un’importante fun-zione isolante. Foglie dirovere, faggio e castagno

Ingresso della giassara con portico (cargaòr),utilizzato nell’estate per caricare i carri

da 8-10 persone si met-teva all’opera al mattinopresto e provvedeva a ta-gliare il ghiaccio con scuriaffilate suddividendolo inlastre che poi venivano si-stemate all’interno dellaghiacciaia. Sul fondo, coperto da unostrato di foglie, andavamesso il primo piano diblocchi di ghiaccio, che,sovrapposti l’uno all’altro,formavano il solaro. Un gruppo di lavoro riu-sciva a mettere in depo-sito 5-6 solari al giorno.Per riempire totalmente laghiacciaia occorrevano al-

cuni giorni, da un minimodi cinque ad un massimodi quindici a seconda delladifferente capienza dellasingola ghiacciaia che po-teva arrivare fino ai 7.000quintali. Quando tutto il ghiaccioera sistemato nella ghiac-ciaia si dovevano predi-sporre le operazionirelative alla coibentazionedella massa congelata.Immediatamente sopra ilghiaccio veniva stesa unacerta quantità di pula chesvolgeva un’importantefunzione isolante. Foglie dirovere, faggio e castagnoIl Museo Ergologico di

Cerro ha il pregio nonsolo di presentare una

ghiacciaia perfettamenterecuperata, ma di permet-tere al visitatore di entrareall’interno e scendere finoalla parte più bassa delcontenitore in pietra: in talmodo potrà capire la fun-zione e la bellezza dell’ar-tistico manufatto.Una mostra fotografica col-locata lungo la scala dellaghiacciaia consente di ve-dere illustrate le varie fasidel lavoro del giassaròl. Leoperazioni di taglio delghiaccio formatosi nellapozza adiacente iniziavanoai primi di dicembre. Lasquadra di lavoro formata

LESSINIA_2:Layout 1 5-03-2007 6:18 Pagina 25

Page 43: Catalogo dei Musei della Lessinia

42M

useo Ergologico di C

ER

RO

VE

RO

NE

SE

42

completavano lo stratocoibente.Ad impedire all’aria diintrufolarsi tra gli spazivuoti, fascine e pietrecomprimevano la massaisolante in modo da for-mare un insieme moltocompatto.Da ultimo, nel modo piùermetico possibile, eranosbarrate le porte della

ghiacciaia che, come unacassaforte, non dovevaessere violata fino all’arri-vo della stagione calda.All’inizio dell’estate ilghiaccio veniva prelevato eportato verso i mercatidella pianura. Venivanoallora effettuate le opera-zioni opposte a quelle ese-guite durante l’nverno: siapriva la porta, si toglieva-

no le pietre e le fascine dilegna ed infine si asporta-vano parzialmente le foglieche formavano lo stratocoibente superficiale. Poi,lentamente, ad una aduna, venivano sollevate lelastre di ghiaccio con unalunga fune e sistemate suun carro particolare (care-ta da giasso).Il caricamento si conclu-

Taglio del ghiaccio nella pozza durante il periodo invernale

ghiacciaia che, come unacassaforte, non dovevaessere violata fino all’ar-rivo della stagione calda.All’inizio dell’estate ilghiaccio veniva prelevatoe portato verso i mercatidella pianura. Venivano al-lora effettuate le opera-zioni opposte a quelleeseguite durante l’nverno:si apriva la porta, si toglie-

vano le pietre e le fascinedi legna ed infine si aspor-tavano parzialmente le fo-glie che formavano lostrato coibente superfi-ciale. Poi, lentamente, aduna ad una, venivano sol-levate le lastre di ghiacciocon una lunga fune e si-stemate su un carro parti-colare (careta da giasso).Il caricamento si conclu-

completavano lo stratocoibente. Ad impedire all’aria di in-trufolarsi tra gli spazivuoti, fascine e pietrecomprimevano la massaisolante in modo da for-mare un insieme moltocompatto. Da ultimo, nel modo piùermetico possibile, eranosbarrate le porte della

LESSINIA_2:Layout 1 5-03-2007 6:19 Pagina 26

Page 44: Catalogo dei Musei della Lessinia

4343M

useo

Erg

olog

ico

di C

ER

RO

VE

RO

NE

SE

deva dopo due-tre ore diintenso lavoro con la lega-tura del carico. Poi iniziavail lungo viaggio in discesaverso la città. Due erano le strade chepercorrevano i venditoridi ghiaccio naturale dellaLessinia centrale: l’una,detta appunto “stradadelle giassare”, collegavaBoscochiesanuova e Cor-biolo con Arzerè, Lu ghez -zano e Bellori; mentrel’altra, detta “strada dellePolane”, da Prema gri,Praole, Carbo nara eCavazze si immettevanella carrozzabile della

Val pan tena a sud del cen-tro abitato di Lugo di Grez -zana.Nei mesi di maggior con-sumo, in luglio e agosto,lungo queste due stradetransitava nelle ore not-turne circa un centinaio dicarri, una lunga carovanache portava circa 2.000quintali di ghiaccio allacittà accaldata.Alcuni giassaroi raggiun-gevano i clienti dissemina-ti nelle vie urbane, altriinvece dovevano arrivarefino ai paesi della bassapianura veronese e man-tovana. Ad ogni fermata,

La lasta di ghiaccio dopo il taglio viene riposta nella giassara

Il caratteristico carro usato per il trasporto del ghiaccio

Valpantena a sud del cen-tro abitato di Lugo diGrezzana. Nei mesi di maggior con-sumo, in luglio e agosto,lungo queste due stradetransitava nelle ore not-turne circa un centinaio di-carri, una lunga carovanache portava circa 2.000quintali di ghiaccio allacittà accaldata. Alcuni giassaroi raggiun-gevano i clienti dissemi-nati nelle vie urbane, altriinvece dovevano arrivarefino ai paesi della bassapianura veronese e man-tovana. Ad ogni fermata,

deva dopo due-tre ore diintenso lavoro con la lega-tura del carico. Poi iniziavail lungo viaggio in discesaverso la città. Due erano le strade chepercorrevano i venditori dighiaccio naturale dellaLessinia centrale: l’una,detta appunto “stradadelle giassare”, collegavaBoscochiesanuova e Cor-biolo con Arzerè, Lughez-zano e Bellori; mentrel’altra, detta “strada dellePolane”, da Premagri,Praole, Carbonara e Cavazze si immettevanella carrozzabile della

LESSINIA_2:Layout 1 5-03-2007 6:19 Pagina 27

Page 45: Catalogo dei Musei della Lessinia

44M

useo Ergologico di C

ER

RO

VE

RO

NE

SE

44

mentre il cavallo se nestava tranquillo a mangia-re il fieno o la biada, ilgiassaròl con el pugnàl(coltello speciale) incidevail blocco, lo tagliava allamisura richiesta, lo pesavae lo vendeva.Intanto il sole continuavaa fare danni: il carrolasciava dietro di sé unrigagnolo d’acqua; l’ultimalastra di ghiaccio, vendutanel pomeriggio, era ormairidotta a circa metà delsuo peso originario.Per il giassaròl ormai era

giunta l’ora di ritornare aimonti: la stanchezza sifaceva sentire; il portafo-gli a “fisarmonica” eraperò più gonfio di prima.Si concedeva una sostaper ristorarsi in una diquelle osterie che innumero elevato punteg-giavano la strada dellaValpantena. Quando leforze mancavano o il vinoprendeva il sopravvento, ilcarrettiere si addormenta-va sul carro. L’animalefidato e sicuro sapevaricondurre a casa il suo

padrone, atteso da unanuova fatica.L’indomani, però, il mon-tanaro doveva controllareil suo mezzo di trasporto,lubrificare l’assale di ferroe la bronzina, prelevareancora il ghiaccio, fare unnuovo carico per poi ripar-tire verso i mercati.

RICETTIVITA’

Orari: tutti i giorni, compresa ladomenica: 10-11; 17-18tutto l’anno, su prenotazioneper gruppi

Visitabile da diversamente abili:solo all’esterno

CONTATTI

Indirizzo: Contrada CarcereriCerro Veronese

Telefono: 3285370081 (Pietro Marcolini)

Giassara (vista lato ovest) e le operazionidi carico del ghiaccio nel periodo estivo

l’ora di ritornare ai monti:la stanchezza si facevasentire; il portafogli a “fi-sarmonica” era però piùgonfio di prima. Si conce-deva una sosta per risto-rarsi in una di quelleosterie che in numero ele-vato punteggiavano lastrada della Valpantena.Quando le forze manca-vano o il vino prendeva ilsopravvento, il carrettieresi addormentava sulcarro. L’animale fidato esicuro sapeva ricondurrea casa il suo padrone, at-

teso da una nuova fatica. L’indomani, però, il mon-tanaro doveva controllareil suo mezzo di trasporto,lubrificare l’assale di ferroe la bronzina, prelevareancora il ghiaccio, fare unnuovo carico per poi ri-partire verso i mercati.

RICETTIVITA’

Orari: tutti i giorni, compresa ladomenica: 10-11; 17-18tutto l’anno, su prenotazioneper gruppi

Visitabile dadiversamente abili:solo all’esterno

CONTATTI

Indirizzo:Contrada CarcereriCerro Veronese

Telefono: 3285370081 (Pietro Marcolini)

Web: www.cerro-veronese.it

mentre il cavallo se nestava tranquillo a man-giare il fieno o la biada, ilgiassaròl con el pugnàl(coltello speciale) incidevail blocco, lo tagliava allamisura richiesta, lo pesavae lo vendeva. Intanto il sole continuavaa fare danni: il carro la-sciava dietro di sé un riga-gnolo d’acqua; l’ultimalastra di ghiaccio, vendutanel pomeriggio, era ormairidotta a circa metà delsuo peso originario.Per il giassaròl era giunta

LESSINIA_2:Layout 1 5-03-2007 6:19 Pagina 28

Page 46: Catalogo dei Musei della Lessinia

4545

Museo CivicoEtnografico“La Lessinia:l’uomo el’ambiente”di Bosco Chiesanuova

di Ugo Sauro

Il “Museo Civico Etno -gra fi co di BoscoChiesa nuova - La

Lessinia: l’uomo e l’am-biente” è sorto nel 1982grazie all’impegno di ungruppo di amici, costitui-tosi come “GruppoCulturale Lessinia Centra -le”, e del Comune di BoscoChiesa nuo va che ne è tito-lare.L’aggiunta al nome “Mu -seo Etnografico” della spe-cifica “La Lessinia: l’uomoe l’ambiente” aiuta a com-prendere il taglio che si èvoluto dare all’esposizionemuseale: “manifesto” di

un ecomuseo sul paesag-gio e sull’ecologia umanatradizionale dei Lessini.Nei Monti Lessini l’uomoha cominciato a modifica-re e plasmare l’ambientegià dalla Preistoria (sipensi al disboscamento,alla caccia, alla costruzio-ne dei villaggi in pietra,detti castellieri...), manello stesso tempo ognisua attività è stata profon-damente influenzata dalcontesto naturale in cui sisvolgeva. È dall’intrecciostrettissimo tra questi duefattori, l’uomo e l’ambien-te, che è scaturito il pae-

saggio armonioso, origi-nale e pieno di fascino deiMonti Lessini.Il museo si propone infatticome chiave di lettura,invitando a riscoprire nelterritorio il patrimonio cul-turale e ambientale dellaLessinia e, attraverso que-sto, la lunga, complessaed esemplare storia delrapporto tra l’uomo el’ambiente, così come tra-spare nei “segni” impressinel paesaggio e neglioggetti della cultura mate-riale.Il museo è stato costruitoattraverso la realizzazione

Sede del Museo Etnografico, affiancata dalla Biblioteca Comunale

gio e sull’ecologia umanatradizionale dei Lessini.Nei Monti Lessini l’uomoha cominciato a modificaree plasmare l’ambiente giàdalla Preistoria (si pensi aldisboscamento, alla cac-cia, alla costruzione dei vil-laggi in pietra, detticastellieri...), ma nellostesso tempo ogni sua at-tività è stata profonda-mente influenzata dalcontesto naturale in cui sisvolgeva. È dall’intrecciostrettissimo tra questi duefattori, l’uomo e l’am-biente, che è scaturito ilpaesaggio armonioso, ori-

ginale e pieno di fascinodei Monti Lessini.Il museo si propone infatticome chiave di lettura per riscoprire nel territo-rio il patrimonio culturalee ambientale della Lessi-nia e, attraverso questo,la lunga, complessa edesemplare storia del rap-porto tra l’uomo e l’am-biente, così cometraspare nei “segni” im-pressi nel paesaggio enegli oggetti della culturamateriale. Il museo è stato costruitoattraverso la realizzazionedi una serie di mostre Il Museo Civico Etno-

grafico di Bosco Chie-sanuova “La Lessinia:

l’uomo e l’ambiente” è sorto nel 1982 grazie all’impegno di un gruppodi amici, costituitosi co-me “Gruppo CulturaleLessinia Centrale”, e delComune di Bosco Chiesa-nuova che ne è titolare.L’aggiunta al nome “MuseoEtnografico” della specifica“La Lessinia: l’uomo el’ambiente” aiuta a com-prendere il taglio che si èvoluto dare all’esposizionemuseale: “manifesto” diun ecomuseo sul paesag-

LESSINIA_2:Layout 1 5-03-2007 6:19 Pagina 29

Page 47: Catalogo dei Musei della Lessinia

46M

useo Civico E

tnografico di BO

SC

O C

HIE

SA

NU

OV

A46

di una serie di mostrededicate a temi chiave delrapporto uomo - ambientee dell’uso delle risorse, edin particolare: a) l’uomo ela grande foresta di faggi,comprendente anche lastoria della colonizzazionecimbra; b) la fienagione ela piccola agricoltura; c)l’alpeggio sugli alti Les si ni;d) la pastorizia ovina, lafilatura e la tessitura; e) lacalcara, la giassara e illavoro del falegname; f) lacerealicoltura e i molini adacqua; g) le manifestazionidella religiosità popolare.Nella sala di accesso alMuseo si trova subito sullasinistra un plastico della

Lessinia che permette didisporre di un quadro geo-grafico d’insieme del grup-po montuoso.

Dopo la prima rampa discale, tre vetrine illustranoaspetti generali dei MontiLessini: la prima è dedica-ta ai tipi di roccia checostituiscono queste mon-tagne ed ai fossili cherichiamano antichi pae-saggi marini; la secondaspiega il fenomeno carsi-co, processo di erosionechimica che permette losviluppo di cavità e grotteall’interno della massarocciosa e che spiega per-ché in Lessinia manchiun’idrografia di superficie;la terza relativa alla selce,un tipo di roccia presentein Lessinia che è stato uti-lizzato sin dalla Preistoria

Esposizione dei ritrovamenti della Grotta della Fada Nana

Ricostruzione della frequentazione umana in Lessinia durante la Preistoria

disporre di un quadro geo-grafico d’insieme delgruppo montuoso.Dopo la prima rampa di

scale, tre vetrine illustranoaspetti generali dei MontiLessini: la prima è dedicataai tipi di roccia che costituiscono queste mon-tagne ed ai fossili che richiamano antichi pae-saggi marini; la secondaspiega il fenomeno carsico,processo di erosione chi-mica che permette lo svi-luppo di cavità e grotteall’interno della massa rocciosa e che spiega per-ché in Lessinia manchiun’idrografia di superficie;la terza relativa alla selce,un tipo di roccia presentein Lessinia che è stato uti-lizzato sin dalla Preistoriaantica per la costruzione

dedicate a temi chiave delrapporto uomo - ambientee dell’uso delle risorse, edin particolare: a) l’uomo ela grande foresta di faggi,comprendente anche lastoria della colonizzazionecimbra; b) la fienagione ela piccola agricoltura; c)l’alpeggio sugli alti Lessini;d) la pastorizia ovina, la fi-latura e la tessitura; e) lacalcara, la giassara e il la-voro del falegname; f) lacerealicoltura e i molini adacqua; g) le manifestazionidella religiosità popolare.Nella sala di accesso alMuseo si trova subito sullasinistra un plastico dellaLessinia che permette di

LESSINIA_2:Layout 1 5-03-2007 6:19 Pagina 30

Page 48: Catalogo dei Musei della Lessinia

4747M

useo

Civ

ico

Etn

ogra

fico

di B

OS

CO

CH

IES

AN

UO

VA

antica per la costruzionedi strumenti; in tempirecenti la selce è stataadoperata anche per laproduzione di pietre daacciarino per armi dafuoco (pietre focaie).Raggiunto il primo piano sipuò soffermarsi ad osser-vare il modello di un muli-no. Si tratta della copiaalla scala 1:10 del Molinodi Bellori di Valpantena,una struttura funzionantesino alla metà del secoloscorso che rivestiva unimportante ruolo nell’eco-nomia e nel commerciodei cereali e derivati.Proseguendo ancora lungole scale si raggiungono levetrine del pianerottolotra il primo e il secondopiano. I temi qui affronta-ti sono quelli della fre-quentazione umana dellaLessinia nella preistoria eprotostoria e delle trasfor-mazioni ambientali deter-minate dalle oscillazioniclimatiche. Un grande dio-rama posto sopra le vetri-ne esemplifica tali trasfor-mazioni.Saliti al secondo piano,sulla destra viene presen-tato un momento dellaPreistoria recente dei

Lessini, corrispondente altardo Neolitico o Calco liti co,quando l’uomo aveva giaampiamente disboscato ledorsali dei Lessini per prati-carvi l’agricoltura e lapastorizia. I depositi di unapiccola grotta nei Vajo diSquaranto, la grotta dellaFada Nana, hanno restitui-to corredi di sepolture tracui belle punte di freccia edasce di selce, ceramica,ossa lavorate, ecc.Le sale del secondo pianosono dedicate prevalente-mente all’uso delle risorsenaturali dei Monti Lessini,a partire dal legno deiboschi che poteva esseretrasformato in carbone

nelle carbonaie, oppureutilizzato come materiaprima per la costruzione diedifici, mobili, utensili. Iltipo di roccia più comune,il calcare, poteva essere“cotto” in una strutturaprimitiva di fornace dettacalcara per produrre lacalce.Ma i due tipi di uso delsuolo che hanno maggior-mente contrassegnato lacultura materiale e il pae-saggio dei Lessini sono ilprato da sfalcio e il pasco-lo: il primo utilizzato per laraccolta del foraggio neces-sario per il sostentamentodel bestiame bovino duran-te la stagione fredda, il

Strumenti per la fienagione

tardo Neolitico o Calcoli-tico, quando l’uomo avevagià ampiamente disbo-scato le dorsali dei Lessiniper praticarvi l’agricolturae la pastorizia. I depositi diuna piccola grotta nel Vajodi Squaranto, la grottadella Fada Nana, hanno re-stituito corredi di sepolturetra cui belle punte di frec-cia ed asce di selce, cera-mica, ossa lavorate, ecc.Le sale del secondo pianosono dedicate prevalente-mente all’uso delle risorsenaturali dei Monti Lessini,a partire dal legno dei bo-schi che poteva esseretrasformato in carbonenelle carbonaie, oppure

utilizzato come materiaprima per la costruzionedi edifici, mobili, utensili.Il tipo di roccia più co-mune, il calcare, potevaessere“cotto” in unastruttura primitiva di for-nace detta calcara perprodurre la calce.Ma i due tipi di uso delsuolo che hanno maggior-mente contrassegnato lacultura materiale e il pae-saggio dei Lessini sono ilprato da sfalcio e il pasco-lo: il primo utilizzato per laraccolta del foraggio neces-sario per il sostentamentodel bestiame bovino du-rante la stagione fredda, ilsecondo espressione del-

di strumenti; in tempi recenti la selce è stataadoperata anche per laproduzione di pietre daacciarino per armi dafuoco (pietre focaie). Raggiunto il primo piano sipuò soffermarsi ad osser-vare il modello di un mu-lino. Si tratta della copiaalla scala 1:10 del Molinodi Bellori di Valpantena,una struttura funzionantesino alla metà del secoloscorso che rivestiva un im-portante ruolo nell’econo-mia e nel commercio deicereali e derivati.Proseguendo ancora lungole scale si raggiungono levetrine del pianerottolo tra il primo e il secondopiano. I temi qui affrontatisono quelli della frequen-tazione umana della Lessi-nia nella preistoria eprotostoria e delle trasfor-mazioni ambientali deter-minate dalle oscillazioniclimatiche. Un grande dio-rama posto sopra le ve-trine esemplifica talitrasformazioni.Saliti al secondo piano,sulla destra viene presen-tato un momento dellaPreistoria recente dei Lessini, corrispondente al

LESSINIA_2:Layout 1 5-03-2007 6:19 Pagina 31

Page 49: Catalogo dei Musei della Lessinia

48M

useo Civico E

tnografico di BO

SC

O C

HIE

SA

NU

OV

A48

secondo espressione del-l’alpeggio, cioè della“migrazione” stagionaledelle mandrie verso le

“montagne” degli altipascoli (oggi dette malghe)per trascorrervi l’estate.Da questi modi di uso del

suolo scaturivano prodottiimportanti per l’uomo,come la lana delle pecore,il latte e i prodotti caseari.Strutture connesse conqueste attività sono letede, edifici costituiti dastalla e soprastante fieni-le, i baiti dove venivalavorato il latte e prodottoil formaggio, le casareovvero depositi del for-maggio, talora ambientiricavati nell’ambito dellostesso baito ma spessoedifici separati.Degni di nota sono, oltreagli strumenti utilizzatiper queste attività, altrioggetti come gli stampi e itimbri per il burro inlegno, particolarmentesuggestivi per le decora-zioni in rilievo che abbelli-scono le lettere inizialidella famiglia produttrice.Un modello alla scala1:10 di un baito reale,comprensivo di casara(baito di Malga Broletto)aiuta a capire la strutturae le logiche funzionali diun baito di malga.Esempio di un baito dicontrada è invece lasezione staccata del Baitodella Coletta, il qualemerita una visita apposita

Telaio, affiancato dagli strumenti utilizzatiper la cardatura e la tessitura della lana

Stampi e timbri in legno per il burro

pascoli (oggi dette malghe)per trascorrervi l’estate. Da questi modi di uso delsuolo scaturivano prodotti

importanti per l’uomo,come la lana delle pecore,il latte e i prodotti caseari.Strutture connesse conqueste attività sono letede, edifici costituiti dastalla e soprastante fieni-le, i baiti dove veniva lavorato il latte e prodottoil formaggio, le casareovvero depositi del for-maggio, talora ambienti ricavati nell’ambito dellostesso baito ma spessoedifici separati. Degni di nota sono, oltreagli strumenti utilizzati per queste attività, altrioggetti come gli stampi ei timbri per il burro inlegno, particolarmentesuggestivi per le decora-zioni in rilievo che abbelli-scono le lettere inizialidella famiglia produttrice.Un modello alla scala 1:10 di un baito reale,comprensivo di casara(baito di Malga Broletto)aiuta a capire la strutturae le logiche funzionali diun baito di malga. Esempio di un baito dicontrada è invece la se-zione staccata del Baitodella Coletta, il quale merita una visita apposita(alla biglietteria si può

l’alpeggio, cioè della “migrazione” stagionaledelle mandrie verso le“montagne” degli alti

LESSINIA_2:Layout 1 5-03-2007 6:19 Pagina 32

Page 50: Catalogo dei Musei della Lessinia

4949M

useo

Civ

ico

Etn

ogra

fico

di B

OS

CO

CH

IES

AN

UO

VA

(alla biglietteria si puòchiedere quando e comesia possibile visitarlo).

Completata la visita delsecondo piano si scende alprimo e si entra nella saladedicata alle attività ditrasformazione di materieprime fondamentali per lavita, praticate prevalente-mente nelle case, come lafilatura e la tessitura, perla produzione di lana etessuti. Nella saletta sulladestra sono illustratioggetti della casa e foto-grafie dei costumi tradi-zionali dei montanari.L’ultima sala sul lato nordè dedicata alla religiositàdei montanari. Vi sonoesposti oggetti di grandeinteresse come formelle inpietra con sculture diMadonna con Santi, Cro -ce fissione, San Valen ti no,ecc. anticamente inseritesu stele di pietra, oggettivotivi come statuette inferro battuto forse portatedai coloni Cimbri che siinsediarono in Lessinia.Eccezionale nel suo gene-re è la campana dellachiesetta di S. Margheritadi Bosco Chiesanuova,datata 1425, sulla quale si

Formella in pietra con scultura di San Valentino del 1662

chiedere quando e comesia possibile visitarlo).

Completata la visita delsecondo piano si scende alprimo e si entra nella saladedicata alle attività ditrasformazione di materieprime fondamentali per lavita, praticate prevalente-mente nelle case, come lafilatura e la tessitura, perla produzione di lana etessuti. Nella saletta sulladestra sono illustrati og-getti della casa e fotogra-fie dei costumi tradizionalidei montanari. L’ultima sala sul lato nordè dedicata alla religiositàdei montanari. Vi sonoesposti oggetti di grandeinteresse come formelle inpietra con sculture di Ma-donna con Santi, Crocefis-sione, San Valentino, ecc.anticamente inserite sustele di pietra, oggetti vo-tivi come statuette in ferrobattuto forse portate dai coloni Cimbri che si insediarono in Lessinia.Eccezionale nel suo ge-nere è la campana dellachiesetta di S. Margheritadi Bosco Chiesanuova, datata 1425, sulla quale sipossono vedere in rilievo

LESSINIA_2:Layout 1 5-03-2007 6:19 Pagina 33

Page 51: Catalogo dei Musei della Lessinia

50M

useo Civico E

tnografico di BO

SC

O C

HIE

SA

NU

OV

A50

possono vedere in rilievofigure ornamentali ottenu-te mediante l’inserimentodi formelle in terracottanello stampo di fusione,tra cui l’Agnus Dei, illevriero e il cardo. Taliimmagini richiamano l’al-levamento delle pecore ela produzione della lana(la quale veniva “carda-ta”) e quindi il tipo di usodel suolo degli alti pascolidurante il Medioevo. L’usodelle formelle è analogo aquello dei caratteri mobilidella stampa tipografica ela campana di S. Marghe -rita è più antica della sco-perta della stampa ed èuna fra le prime campane

al mondo realizzata conquesto sistema.Il museo si è inoltre dota-to di sezioni tematiche nel

territorio, quali: 1) il baitodella Coletta - un baitoconsortile edificato nel1729, che è stato oppor-tunamente restaurato edotato di tutti gli oggettiantichi per la lavorazionedel latte; 2) la giassara epozza del Grietz - unastruttura per la produzio-ne e la conservazione delghiaccio, che veniva poicommerciato durante l’e -sta te. La visita alle sezio-ni staccate e alle contradee malghe della Lessinia èun utile completamentodella visita del museo.È in progetto la realizza-zione di altre sezioni sulterritorio: una casa tradi-

Sezione museografica nel territorio:il Baito della Coletta

Baito della Coletta: logo del late

questo sistema. Il museo si è inoltre dotatodi sezioni tematiche nelterritorio, quali: 1) il baito

della Coletta - un baitoconsortile edificato nel1729, che è stato opportu-namente restaurato e do-tato di tutti gli oggettiantichi per la lavorazionedel latte; 2) la giassara epozza del Grietz - unastruttura per la produzionee la conservazione delghiaccio, che veniva poicommerciato durante l’e-state. La visita alle sezionistaccate e alle contrade emalghe della Lessinia è unutile completamento dellavisita del museo. È in pro-getto la realizzazione dialtre sezioni sul territorio:una casa tradizionale arre-data con i suoi mobili e

figure ornamentali otte-nute mediante l’inseri-mento di formelle interracotta nello stampo difusione, tra cui l’AgnusDei, il levriero e il cardo.Tali immagini richiamanol’allevamento delle pecoree la produzione della lana(la quale veniva “carda-ta”) e quindi il tipo di usodel suolo degli alti pascolidurante il Medioevo. L’usodelle formelle è analogo aquello dei caratteri mobilidella stampa tipografica ela campana di S. Marghe-rita è più antica della sco-perta della stampa ed èuna fra le prime campaneal mondo realizzata con

LESSINIA_2:Layout 1 5-03-2007 6:19 Pagina 34

Page 52: Catalogo dei Musei della Lessinia

5151M

useo

Civ

ico

Etn

ogra

fico

di B

OS

CO

CH

IES

AN

UO

VA

zionale arredata con i suoimobili e attrezzi, una teda(stalla-fienile), ecc.

IL BAITO DELLA COLETTAIl Baito della Coletta è unedificio in pietra del 1729.Consiste in due ambientiprincipali: il logo del fogo,dove si trova il grandecamino accanto al quale,

sostenuta dalla mussa, c’èla caldera dove venivascaldato il latte per lacagliatura, ed il logo dellatte, ambiente con lavolta a botte in pietra avista e con basse fine-strelle per la ventilazione,dove il latte veniva postonelle mastelle per permet-terne la scrematura. Nel

logo del fogo c’è anche ilbucio, un cilindro in legnomunito di stantuffo e leveper l’azionamento di que-sto, utilizzato per la pro-duzione del burro. Il baitoè stato attrezzato con tuttigli strumenti tradizionaliutilizzati dal casaro.Vicino al baito del 1729 cen’è uno più grande eretto

Baito della Coletta:logo del fogo

la caldera dove venivascaldato il latte per la cagliatura, ed il logo dellatte, ambiente con lavolta a botte in pietra avista e con basse fine-strelle per la ventilazione,dove il latte veniva postonelle mastelle per permet-terne la scrematura. Nellogo del fogo c’è anche il

bucio, un cilindro in legnomunito di stantuffo e leveper l’azionamento di que-sto, utilizzato per la pro-duzione del burro. Il baitoè stato attrezzato con tuttigli strumenti tradizionaliutilizzati dal casaro. Vicino al baito del 1729 cen’è uno più grande erettonel secolo successivo, il

attrezzi, una teda (stalla-fienile), ecc.

IL BAITO DELLA COLETTAIl Baito della Coletta è unedificio in pietra del 1729.Consiste in due ambientiprincipali: il logo del fogo,dove si trova il grande camino accanto al quale,sostenuta dalla mussa, c’è

LESSINIA_2:Layout 1 5-03-2007 6:19 Pagina 35

Page 53: Catalogo dei Musei della Lessinia

52M

useo Civico E

tnografico di BO

SC

O C

HIE

SA

NU

OV

A52

nel secolo successivo, ilquale è stato attrezzatocome struttura di ospitali-tà per permettere a scola-resche o gruppi di consu-marvi il pranzo al sacco incaso di cattivo tempo.

LA GIASSARA DEL GRIETZLa Giassara (ghiacciaia)Grietz fu costruita intornoal 1870 da un modestomuratore, il quale investì isuoi risparmi per diventareproduttore e commercian-te di ghiaccio. Consiste inuna pozza recintata, dimodeste dimensioni, datala quota della struttura(1.267 m s.l.m.) che per-mette al ghiaccio di for-

marsi velocemente duran-te l’inverno, e di un grandepozzo cilindrico in pietracoperto da un tetto ad unsolo spiovente in laste diRosso Ammonitico.Durante l’inverno quandoil ghiaccio della pozza rag-giungeva lo spessore di10-12 cm, veniva tagliatoin laste di circa 80x80 cme quindi, attraverso unaporta bassa, calato nelpozzo cilindrico e dispostoin strati separati da fogliesecche. Nel periodo estivoil ghiaccio veniva inveceprelevato attraverso unaporta alta e caricato diret-tamente su carri e quinditrasportato durante la

notte a Verona o versoaltre città della pianurapadana.

RICETTIVITA’

Orari:Luglio, agosto e festività natalizie: martedì e venerdì, sabato,domenica e festivi, 16.30-18.30

Resto dell’anno: sabato, domenica e festivi,16.30-18.30

In tutti gli altri giorni su prenotazione telefonica.

Visitabile dadiversamente abili: solo se deambulanti

CONTATTI

Indirizzo:Via Spiazzi, 4 37021 Bosco Chiesanuova

Telefono:045 6780280;fax 045 7050389

E-mail:[email protected]

Sezione museografica nel territorio: la Giassara del Grietz

l’inverno, e di un grandepozzo cilindrico in pietracoperto da un tetto ad unsolo spiovente in laste diRosso Ammonitico. Durante l’inverno quando ilghiaccio della pozza rag-giungeva lo spessore di10-12 cm, veniva tagliatoin lastre di circa 80x80 cme quindi, attraverso unaporta bassa, calato nelpozzo cilindrico e dispostoin strati separati da fogliesecche. Nel periodo estivoil ghiaccio veniva inveceprelevato attraverso unaporta alta e caricato diret-tamente su carri e quinditrasportato durante lanotte a Verona o verso

altre città della pianurapadana.

RICETTIVITA’

Orari:Luglio, agosto e festività natalizie: martedì e venerdì, sabato,domenica e festivi, 16.30-18.30

Resto dell’anno: sabato, domenica e festivi,16.30-18.30

In tutti gli altri giorni su prenotazione telefonica.

Visitabile dadiversamente abili: solo se deambulanti

CONTATTI

Indirizzo:Via Spiazzi,4 37021 Bosco Chiesanuova

Telefono:045 6780280;fax 045 7050389

E-mail:[email protected]

Web:www.lessiniamusei.it

quale è stato attrezzatocome struttura di ospitalitàper permettere a scolare-sche o gruppi di consu-marvi il pranzo al sacco incaso di cattivo tempo.

LA GIASSARA DEL GRIETZLLa Giassara (ghiacciaia)Grietz fu costruita intornoal 1870 da un modestomuratore, il quale investì isuoi risparmi per diventareproduttore e commercian-te di ghiaccio. Consiste inuna pozza recintata, dimodeste dimensioni, datala quota della struttura(1.267 m s.l.m.) che per-mette al ghiaccio di for-marsi velocemente durante

LESSINIA_2:Layout 1 5-03-2007 6:19 Pagina 36

Page 54: Catalogo dei Musei della Lessinia

5353

Mulinodi BelloriLugo di Grezzana

di Bruno Avesanie Fernando Zanini

Il mulino è statocostruito in un puntostrategico, dove vi era

la possibilità di recupera-re e sfruttare le acqueche scendevano sia dalvaio dell’Anguilla, sia dalVaio dei Falconi e dellaMarciora. Con abbondanteacqua si poteva sicura-mente far girare la granderuota e garantire la maci-nazione per molti mesiall’anno. Qui poi dallefasce collinari dei Comunicircostanti di BoscoChiesanuova, Cerro, Erbez-zo e Sant’Anna d’Alfaedopotevano facilmente arri-vare i contadini a farsimacinare le loro modeste,ma vitali, produzioni dicereali.Dalle Anagrafi Venezianerisulta che a Lugo neglianni 1785-1789 eranoazionate dall’acqua ben

Parte esterna del mulinocon la grande ruota mossa

dalla forza dell’acqua

Il mulino è stato costruito in un puntostrategico, dove vi era

la possibilità di recuperaree sfruttare le acque chescendevano sia dal vaiodell’Anguilla, sia dal Vaiodei Falconi e della Mar-ciora. Con abbondanteacqua si poteva sicura-mente far girare la granderuota e garantire la maci-nazione per molti mesiall’anno. Qui poi dallefasce collinari dei Comunicircostanti di Bosco Chie-sanuova, Cerro, Erbezzo e Sant’Anna d’Alfaedo potevano facilmente arri-vare i contadini a farsi macinare le loro modeste,ma vitali, produzioni di cereali. Dalle Anagrafi Venezianerisulta che a Lugo neglianni 1785-1789 eranoazionate dall’acqua ben

LESSINIA_2:Layout 1 5-03-2007 6:19 Pagina 37

Page 55: Catalogo dei Musei della Lessinia

54M

ulino di Bellori - G

RE

ZZ

AN

A54

sette ruote di mulini dagrani ed un impianto perla follatura dei panni. Allafine dell’Ottocento in tuttala Valpantena erano attivipoco meno di quarantamulini ad acqua che lavo-ravano non solo i cerealiprodotti nella vallata, maanche quelli di altre zone. Questo mulino, attivo finoal Secondo Dopoguerra,ancora oggi perfettamentefunzionante, conserva lecaratteristiche dei primimulini costruiti con ingra-naggi quasi totalmente dilegno. Entrare nel mulinodi Bellori è come entrarein un mondo medievale. Un canale, alimentato dalProgno Valpantena, portal’acqua ad una gora, rica-vata da un lungo tronco dicastagno selvatico. Da quil’acqua scende in una doc-cia in ferro (sbolsa) perpoi precipitare nelle cas-sette della ruota, di seimetri di diametro, monta-ta su un assale (mas-cio).Il grosso tronco che formal’assale della ruota ester-na penetra all’interno del-l’edificio e funge da fuso dialtre due ruote interne.Tali ruote interne, chiama-te lubecchi (scudi), porta-

Disegno illustrativo delle parti del mulino di Bellori: 1. gora; 2.doccia in ferro (sbolsa); 3. assale (mas-cio); 4. lubecchio(scudo); 5. rocchetto (mudòl); 6. parte superiore del palmen-to: macina rotante; 7. tramoggia; 8. alberino dentato (tri); 9.trappola; 10a. palmento per il mais; 10b. palmento per il fru-mento; 11a. buratto per la farina di frumento; 11b: burattoper la farina gialla; 12. elevatore a tazze; 13. mussa per spo-stare le macine di pietra

sette ruote di mulini dagrani ed un impianto per lafollatura dei panni. Allafine dell’Ottocento in tuttala Valpantena erano attivipoco meno di quarantamulini ad acqua che lavo-ravano non solo i cerealiprodotti nella vallata, maanche quelli di altre zone.Questo mulino, attivo finoal Secondo Dopoguerra,ancora oggi perfettamentefunzionante, conserva lecaratteristiche dei primimulini costruiti con ingra-naggi quasi totalmente dilegno. Entrare nel mulinodi Bellori è come entrare inun mondo medievale. Uncanale, alimentato dal Pro-gno Valpantena, porta l’ac-qua ad una gora, ricavatada un lungo tronco di ca-stagno selvatico. Da quil’acqua scende in una doc-cia in ferro (sbolsa) per poiprecipitare nelle cassettedella ruota, di sei metri didiametro, montata su unassale (mas-cio). Il grossotronco che forma l’assaledella ruota esterna pene-tra all’interno dell’edificio efunge da fuso di altre dueruote interne. Tali ruote, chiamate lubec-chi (scudi), portano due

LESSINIA_2:Layout 1 5-03-2007 6:19 Pagina 38

Page 56: Catalogo dei Musei della Lessinia

5555M

ulin

o di

Bel

lori

- G

RE

ZZ

AN

A

no due corone di 60 denticiascuna.Questi denti vanno adinserirsi tra le asticellecilindriche di un rocchetto(mudól), il cui asse nellaparte inferiore poggia suuna trave di sostegno econ la parte superiorepassa attraverso la maci-na fissa e, tramite unpezzo di ferro, sostiene lamacina mobile.L’acqua mettendo in movi-mento la ruota muove idue lubecchi che a lorovolta mettono in azione idue rocchetti i quali, infi-ne, fanno girare le duemacine.Sopra la bocca della maci-na mobile è collocata latramoggia, un recipiente aforma di tronco di pirami-de rovesciato, nella qualevanno versate le cariossididei cereali.A consentire l’uscita gra-duale dei grani dalla tra-moggia provvede un cana-letto ligneo a fondo piattotenuto in continua vibra-zione da un alberino den-tato messo in movimentodal mudól.Dal costruttore del nostromulino è stato escogitatoun marchingegno (tràpola)

che permette di evitareche la mola continui agirare anche quando dallatramoggia è caduto tutto ilcereale. In tal modo sonoscongiurati sia l’eccessivousuramento delle macine,sia il pericolo del loro sur-riscaldamento: quandoall’interno della tramoggiail cereale è finito, la tràpo-la mette in funzione uncomplesso sistema chesposta la doccia esterna,la quale allora non fa piùcadere l’acqua sulle tazzedella ruota idraulica equindi la macina si ferma,ma non solo. I contrappe-si, simili a minuscole cam-pane, vanno a sbattere

sulla faccia superiore dellamacina rotante e col lororumore richiamano l’at-tenzione del mugnaio.Nel mulino di Bellori sonoin funzione due coppie dimacine e quindi questo èun mulino a due palmenti,uno utilizzato per il fru-mento, l’altro per il mais.Per setacciare il prodottomacinato si usano dueburatti; consistenti in duepoliedri a base esagonalericoperti da veli a tramepiù o meno fitte. Uno èubicato al piano inferioresistemato in un frullone afianco della macina da fru-mento; l’altro, usato per ilmais, è sistemato invece

Piano superioredel mulino

che permette di evitareche la mola continui a gi-rare anche quando dallatramoggia è caduto tutto ilcereale. In tal modo sonoscongiurati sia l’eccessivousuramento delle macine,sia il pericolo del loro sur-riscaldamento: quando al-l’interno della tramoggia ilcereale è finito, la tràpolamette in funzione un com-plesso sistema che spostala doccia esterna, la qualeallora non fa più caderel’acqua sulle tazze dellaruota idraulica e quindi lamacina si ferma, ma nonsolo. I contrappesi, simili aminuscole campane, van-no a sbattere sulla faccia

superiore della macina ro-tante e col loro rumore ri-chiamano l’attenzione delmugnaio. Nel mulino di Bellori sonoin funzione due coppie dimacine e quindi questo èun mulino a due palmenti,uno utilizzato per il fru-mento, l’altro per il mais.Per setacciare il prodottomacinato si usano due buratti, consistenti in duepoliedri a base esagonalericoperti da veli a tramepiù o meno fitte. Uno èubicato al piano inferioresistemato in un frullone afianco della macina da fru-mento; l’altro, usato per ilmais, è sistemato invece al

corone di 60 denti cia-scuna. Questi denti vanno ad in-serirsi tra le asticelle cilin-driche di un rocchetto(mudól), il cui asse nellaparte inferiore poggia suuna trave di sostegno econ la parte superiorepassa attraverso la maci-na fissa e, tramite unpezzo di ferro, sostiene lamacina mobile. L’acqua mettendo in movi-mento la ruota muove idue lubecchi che a lorovolta mettono in azione idue rocchetti i quali, in-fine, fanno girare le duemacine. Sopra la bocca della ma-cina mobile è collocata latramoggia, un recipiente aforma di tronco di piramiderovesciato, nella qualevanno versate le cariossididei cereali. A consentire l’uscita gra-duale dei grani dalla tra-moggia provvede uncanaletto ligneo a fondopiatto tenuto in continuavibrazione da un alberinodentato messo in movi-mento dal mudól. Dal costruttore del nostromulino è stato escogitatoun marchingegno (tràpola)

LESSINIA_2:Layout 1 5-03-2007 6:19 Pagina 39

Page 57: Catalogo dei Musei della Lessinia

56M

ulino di Bellori - G

RE

ZZ

AN

A56

al piano superiore.A far girare i due buratti el’elevatore a tazze chia-mato a portare il maismacinato al piano superio-re provvede un alberodentato. Dal buratto dafrumento escono in ordinedi grossezza decrescente:crusca (sémole), cruschel-lo, farina più grossa e fari-

na più sottile.Dall’opera disetacciamentodel buratto delmais si ottengo-no: il germe(scorsón), farinagrossa (granito),farina media efarina fine (fio-réto).

Per ampliare la superficiemacinante e ottenere fari-ne più sottili le fàcce tritu-ranti delle mole sonosegnate con raggiere, cheperò sono soggette ausura. Perciò, general-mente una volta al mese,le macine devono esserearrotate. A tale lavoroprovvedevano un tempogli stessi mugnai o degliscalpellini ambulanti cheandavano di mulino inmulino a compiere questointervento specialistico.Per sollevare la molasuperiore si utilizza unparticolare attrezzo aforma di slitta che facilitanotevolmente l’intervento.Al piano superiore delmulino è possibile vedereuna illustrazione del fun-zionamento del mulino edi recipienti che prima del-

Misure per cereali: minale, quarta e quartarol

Superata la porta d’ingresso che immette nel baito si apre il logo del fogo,dove veniva fatto il formaggio

na più sottile.Dall’opera di setacciamentodel buratto delmais si ottengo-no: il germe(scorsón), farinagrossa (granito),farina media efarina fine (fio-réto).

Per ampliare la superficiemacinante e ottenere fari-ne più sottili le facce tritu-ranti delle mole sonosegnate con raggiere, cheperò sono soggette ausura. Perciò, general-mente una volta al mese,le macine devono esserearrotate. A tale lavoroprovvedevano un tempogli stessi mugnai o degliscalpellini ambulanti cheandavano di mulino in mu-lino a compiere questo intervento specialistico.Per sollevare la mola superiore si utilizza unparticolare attrezzo aforma di slitta che facilitanotevolmente l’intervento.Al piano superiore del mulino è possibile vedereuna illustrazione del fun-zionamento del mulino e direcipienti che prima del-

piano superiore. A far girare i due buratti el’elevatore a tazze chia-mato a portare il mais ma-cinato al piano superioreprovvede un albero den-tato. Dal buratto da fru-mento escono in ordine digrossezza decrescente:crusca (sémole), cruschel-lo, farina più grossa e fari-

LESSINIA_2:Layout 1 5-03-2007 6:19 Pagina 40

Page 58: Catalogo dei Musei della Lessinia

5757M

ulin

o di

Bel

lori

- G

RE

ZZ

AN

A

Pianta del Baito di Bellori: 1. logo del fogo; 2. logo del late; 3. fornela; 4. caldera; 5. mussa; 6. calderìn; 7. brento de l’agre(botticella che contiene la sostanza acida che veniva usata per ricavare la ricotta); 8. carote (con-tenitori per ricotta); 9. spersòr (tavolo sul quale veniva pressato il formaggio e posto nelle forme);10. bucio per fare il burro; 11. tavolo con quaderno della contabilità dei soci; 12. stadera; 13.moscarola (piccolo armadio atto a contenere i piccoli utensili per la lavorazione del latte); 14. sca-lere; 15. mastele (contenitori in cui veniva posto il latte per far affiorare la panna); 16. colìn

LESSINIA_2:Layout 1 5-03-2007 6:19 Pagina 41

Page 59: Catalogo dei Musei della Lessinia

58M

ulino di Bellori - G

RE

ZZ

AN

A58

l’introduzione del sistemametrico decimale veniva-no utilizzati per misurarela quantità di cereali: il

minale, corrispondente alitri 38,65, la quarta, cor-rispondente alla quartaparte del minale (=9,6625litri), e il quartarolo, corri-spondente a un sedicesi-mo del minale (=2,41562litri) (fig. 3 e 4).

Merita altresì una visita ilbaito della contrada chesi trova accanto al mulino:all’interno è conservatatutta l’attrezzatura tradi-zionale per la lavorazionedel latte collocata nei tipi-ci locali, chiamati logo dellate e logo del fogo. Diquesto baito si avvalevanoi contadini della contradaper fare a turno il formag-gio lavorando il latte con-ferito da tutti i soci.

RICETTIVITA’

Orari:tutti i giorni, 9-13solo su prenotazione per gruppi di minimo 15 persone e massimo 45

Visitabile da diversamente abili:solo se accompagnati e deambulanti

CONTATTI

Indirizzo: Bellori, Lugo di Grezzana

Telefono: 3394764418 (Cristina Bottacini)

Disegno del bucio, ubicato nellogo del fogo

Logo del late, parte più fresca del baito, dove riposava il latte dopola mungitura. Dalle finestre entrava l’aria fresca creata dal movi-mento della vicina ruota del mulino.

Il col filtra le impurità del latte

minale, corrispondente alitri 38, 65, la quarta, cor-rispondente alla quartaparte del minale (=9,6625litri), e il quartarolo, corri-spondente a un sedicesimodel minale (=2,41562 litri).

BAITO DELLA CONTRADAMeritevole di visita, si tro-va accanto al mulino: al-l’interno è conservata tuttal’attrezzatura tradizionaleper la lavorazione del lattecollocata nei tipici locali,chiamati logo del late elogo del fogo. Di questobaito si avvalevano i con-tadini della contrada perfare a turno il formaggiolavorando il latte conferitoda tutti i soci.

RICETTIVITA’

Orari:tutti i giorni, 9-13 solo su prenotazione per gruppi di minimo 15 persone e massimo 45

Visitabile da diversamente abili:solo se accompagnati e deambulanti

CONTATTI

Indirizzo:Bellori, Lugo di Grezzana

Telefono: 3394764418 (Cristina Bottacini)

l’introduzione del sistemametrico decimale veniva-no utilizzati per misurarela quantità di cereali: il

LESSINIA_2:Layout 1 5-03-2007 6:19 Pagina 42

Page 60: Catalogo dei Musei della Lessinia

MuseoPaleontologicodi Roncà

di Roberto Zorzin

Roncà si trova nelcuore della Valled’Alpone, la più

orientale delle valli deiMonti Lessini Veronesi. Lavalle è principalmenteincisa in rocce di originevulcanica, eruttive e piro-clastiche di natura basal-tica, mentre affioramentidi rocce sedimentarie diun certo spessore edestensione, del Cretaceo(Scaglia Rossa Veneta) edell’Eocene (Calcari num-mulitici), sono presentinella porzione Nord-occi-dentale della stessa. Il territorio comunale diRoncà è noto agli studiosidi Paleontologia e diGeologia di tutto il mondoper la straordinaria ric-chezza di molluschi fossilidell’Eocene e per la gran-

de variabilità dei fenomenivulcanici che lo hannointeressato.Risalgono alla fine del‘600 le prime notizie suquesto importante giaci-mento fossilifero: ilvescovo astigiano SimoneMaioli scrisse, in un volu-me di oltre mille pagine,di aver osservato nell’areadi Roncà qualcosa come

tufi fossiliferi. AchilleFortis, l’abate agostinianodi Arzignano, che il 15aprile 1776 si trovava nelcapoluogo, come risultadal suo “Diario orittologi-co” parla di un “Orizzontedi Roncà”. Qualche annodopo, e più precisamentenel 1778, pubblicò aVenezia una memoriapaleontologica dal titolo

Corbis

5959

variabilità dei fenomenivulcanici che lo hanno interessato. Risalgono alla fine del ’600le prime notizie su questoimportante giacimentofossilifero: il vescovo asti-giano Simone Maioliscrisse, in un volume dioltre mille pagine, di averosservato nell’area diRoncà qualcosa come tufi

fossiliferi. Achille Fortis,l’abate agostiniano di Arzignano, che il 15 aprile1776 si trovava nel capo-luogo, come risulta dal suo “Diario orittologico”parla di un “Orizzonte diRoncà”. Qualche annodopo, e più precisamentenel 1778, pubblicò a Venezia una memoria paleontologica dal titolo

Roncà si trova nelcuore della Valled’Alpone, la più

orientale delle valli deiMonti Lessini Veronesi. Lavalle è principalmente incisa in rocce di originevulcanica, eruttive e piro-clastiche di natura basal-tica, mentre affioramentidi rocce sedimentarie di uncerto spessore ed esten-sione, del Cretaceo (Sca-glia Rossa Veneta) edell’Eocene (Calcari num-mulitici), sono presentinella porzione Nord-occi-dentale della stessa. Il territorio comunale diRoncà è noto agli studiosidi Paleontologia e di Geologia di tutto il mondoper la straordinaria ric-chezza di molluschi fossilidell’Eocene e per la grande

LESSINIA_2:Layout 1 5-03-2007 6:19 Pagina 43

Page 61: Catalogo dei Musei della Lessinia

Museo C

ivico Paleontologico di R

ON

CA

“Della valle vulcanico-marina di Roncà nel terri-torio veronese”.A partire dagli anni ’70alcuni appassionati diPaleontologia hanno fonda-to a Roncà un Centro diCultura Naturalistica in cuisi incontravano giovani emeno giovani del paese,uniti dal comune interessedi conoscere e, soprattutto

proteggere, le varie evi-denze naturalistiche delloro territorio. In partico-lare, nel 1974 si costitui-sce l’Associazione Paleon -tologica della Val d’Alpone- Gruppo “Val Nera”, men-tre l’anno successivoviene inaugurato, nei duelocali messi a disposizionedall’Ammi nistrazione comu-nale, il Museo Civico che

sarà gestito per alcuni annidall’Associazione stessa.La collezione di ostensioneera composta da una cin-quantina di esemplari fos-sili, provenienti da giaci-menti ubicati in prossimitàdel capoluogo e rappresen-tati da vertebrati, inverte-brati e vegetali caratteriz-zanti l’Orizzonte geologicodi Roncà (Bartoniano -Eocene medio/superiore),alcune specie di grossigasteropodi e lamellibran-chi di particolare valorescientifico. Successivamente, il mate-riale paleontologico fu tra-sferito presso la ScuolaMedia, purtroppo in situa-zioni logistiche precarieche hanno causato alcunismarrimenti e deteriora-menti dei reperti. La sedeera temporanea, in attesadel restauro, da partede l l ’Ammin i s t raz i onecomunale, dell’edificio cheaveva ospitato il museoquasi trent’anni prima. L’inaugurazione dellanuova struttura è avvenu-ta nel febbraio 2004 conl’allestimento del nuovoMuseo Paleontologico suprogetto scientifico diRoberto Zorzin.

Basalto con cristalli di calcite

6060

teggere, le varie evidenzenaturalistiche del loro ter-ritorio. In particolare, nel1974 si costituisce l’Asso-ciazione Paleontologicadella Val d’Alpone Gruppo“Val Nera”, mentre l’annosuccessivo viene inaugu-rato, nei due locali messi adisposizione dall’Ammini-strazione comunale, ilMuseo Civico che sarà

gestito per alcuni anni dal-l’Associazione stessa. La collezione di ostensioneera composta da una cin-quantina di esemplari fos-sili, provenienti dagiacimenti ubicati in pros-simità del capoluogo e rap-presentati da vertebrati,invertebrati e vegetali ca-ratterizzanti l’Orizzontegeologico di Roncà (Barto-niano-Eocene medio/supe-riore), alcune specie digrossi gasteropodi e lamel-libranchi di particolare va-lore scientifico.Successivamente il mate-riale paleontologico fu tra-sferito presso la ScuolaMedia, purtroppo in situa-zioni logistiche precarieche hanno causato alcunismarrimenti e deteriora-menti dei reperti. La sedeera temporanea, in attesadel restauro, da partedell’Amministrazione co-munale, dell’edificio cheaveva ospitato il museoquasi trent’anni prima.L’inaugurazione dellanuova struttura è avvenu-ta nel febbraio 2004 conl’allestimento del nuovoMuseo Paleontologico suprogetto scientifico di Ro-berto Zorzin.

“Della valle vulcanico-marina di Roncà nel terri-torio veronese”. A partire dagli anni ’70 al-cuni appassionati di Pale-ontologia hanno fondato aRoncà un Centro di CulturaNaturalistica in cui si in-contravano giovani e menogiovani del paese, uniti dalcomune interesse di cono-scere e, soprattutto pro-

LESSINIA_2:Layout 1 5-03-2007 6:19 Pagina 44

Page 62: Catalogo dei Musei della Lessinia

Mus

eo C

ivic

o P

aleo

ntol

ogic

o di

RO

NC

A’

Le collezioni del MuseoPaleontologico sono costi-tuite da 365 reperti, di cui346 appartengono a restifossili, 13 sono campionidi rocce e minerali e 6 iframmenti di vasellame inceramica. I più comuni ed importan-ti resti fossili espostiappartengono ai gastero-podi, lamellibranchi, coral-li, foraminiferi, anellidi,rettili e mammiferi. Il nuovo Museo si sviluppasu tre sale. Quella a pianoterra è dedicata all’attualeambiente naturalistico del-la Valle d’Alpone che vienerappresentato con un dio-rama, mentre al pianosuperiore sono ospitate,attraverso un percorsodidattico ben articolato, lecollezioni paleontologiche,petrografiche e mineralo-giche. Dapprima vengonoillustrati i vari processi difossilizzazione e la storiageologica del territorio diRoncà, mentre un grandepannello schematizzal’evoluzione della Vita.Seguono, poi, le rocce ed iminerali in esse contenuti.Disegni e particolareggia-te descrizioni sono dedi-cati all’antico vulcano del

Monte Calvarina, allericostruzioni paleoam-bientali, ai nummuliti e aimolluschi, che per bellezzae rarità, sono i protagonistidella seconda sala assie-me allo stupendo calco diPrototherium, il cui schele-tro quasi completo è statorinvenuto negli strati cal-carei del Monte Duello.Le segnalazioni di mam-miferi marini nelPaleogene italiano risulta-no piuttosto rare, anchese i sireni sono megliorappresentati rispetto aicetacei. In passato, nelle

rocce eoceniche del Venetosono stati rinvenuti alcuniresti di sireni tra i più anti-chi e meglio conservati almondo. Tali resti fossilisono stati attribuiti allafamiglia Dugongidae, ungruppo che si è originato ediversificato nel mare dellaTetide. Dal giacimento delMonte Duello, scopertonella seconda metàdell’800, proviene uno stu-pendo scheletro quasi com-pleto di Prototherium vero-nense, associato ad altrireperti attribuiti alla stessaspecie.

Scheletro di Prototherium

6161

lamellibranchi, coralli, fo-raminiferi, anellidi, rettili emammiferi. Il nuovo Museo si sviluppasu tre sale. Quella a pianoterra è dedicata all’attualeambiente naturalistico del-la Valle d’Alpone che vienerappresentato con un dio-rama, mentre al piano su-periore sono ospitate,

attraverso un percorso di-dattico ben articolato, lecollezioni paleontologiche,petrografiche e mineralo-giche. Dapprima vengonoillustrati i vari processi difossilizzazione e la storiageologica del territorio diRoncà, mentre un grandepannello schematizzal’evoluzione della Vita. Se-

Le collezioni del Museo Paleontologico sono costi-tuite da 365 reperti, di cui346 appartengono a restifossili, 13 sono campionidi rocce e minerali e 6 iframmenti di vasellame inceramica. I più comuni ed importantiresti fossili esposti appar-tengono ai gasteropodi,

Sala superiore del Museo Paleontologico

di Roncà

LESSINIA_2:Layout 1 5-03-2007 6:19 Pagina 45

Page 63: Catalogo dei Musei della Lessinia

Museo C

ivico Paleontologico di R

ON

CA

L’ultima sala è dedicata aquesto importante mam-mifero. Uno stupendodiorama ricostruiscel’ambiente marino dicirca 40 milioni di anni fa,mentre un pannello rap-presenta la distribuzione

dei sirenii attuali e delpassato.Il Museo Paleontologico diRoncà, per le sue collezionidi lamellibranchi e gastero-podi dell’Eocene, vuoleessere un centro di docu-mentazione, di ricerca

scientifica e di divulgazionedidattica. La funzionescientifica e didattica ècoordinata d’intesa con ilMuseo Civico di StoriaNaturale di Verona e con laComunità Montana dellaLessinia - Soggetto gestoredel Parco NaturaleRegionale. L’attività didatti-ca consiste in attività cultu-rali qualificate, come visiteguidate, conferenze, escur-sioni di carattere geologico-paleontologico e naturali-stico sul territorio, ecc.

I BASALTI COLONNARIArea di Riserva Naturale adIndirizzo didattico del Parcodella Lessinia nei dintornidel capoluogo, dove è pos-sibile osservare magmibasaltici solidificati in parti-colari condizioni. Si tratta dibasalti colonnari (moltofamosi quelli di S. GiovanniIlarione) che devono la loroorigine al consolidamentodi colate di lava sia sotto-marine che subaeree. Lecolonne, che presentanouna sezione trasversalepoligonale, esagonale opentagonale, possono rag-giungere l’altezza di alcunedecine di metri e contengo-no aggregati granulari di

Ricostruzione dell’antico ambiente (disegno R. Zanetti)

6262

molluschi, che per bellezzae rarità sono i protagonistidella seconda sala assiemeallo stupendo calco di Pro-totherium, il cui scheletroquasi completo è stato rin-venuto negli strati calcareidel Monte Duello.

Le segnalazioni di mam-miferi marini nel Paleogene italiano risul-tano piuttosto rare, anchese i sireni sono megliorappresentati rispetto aicetacei. In passato, nellerocce eoceniche del Venetosono stati rinvenuti alcuniresti di sireni tra i più anti-chi e meglio conservati almondo. Tali resti fossilisono stati attribuiti alla fa-miglia Dugongidae, ungruppo che si è originato ediversificato nel mare dellaTetide. Dal giacimento delMonte Duello, scopertonella seconda metàdell’800, proviene uno stu-pendo scheletro quasicompleto di Prototheriumveronense, associato adaltri reperti attribuiti allastessa specie. L’ultima sala è dedicata aquesto importante mam-mifero. Uno stupendo dio-rama ricostruisce l’am-biente marino di circa 40milioni di anni fa, men-tre un pannello rappre-senta la distribuzionedei sirenidi attuali e delpassato.Il Museo Paleontologico diRoncà, per le sue collezionidi lamellibranchi e gaste-

guono, poi, le rocce ed iminerali in esse contenuti.Disegni e particolareggia-te descrizioni sono dedi-cati all’antico vulcano delMonte Calvarina, alle ricostruzioni paleoambien-tali, ai nummuliti e ai

LESSINIA_2:Layout 1 5-03-2007 6:19 Pagina 46

Page 64: Catalogo dei Musei della Lessinia

Mus

eo C

ivic

o P

aleo

ntol

ogic

o di

RO

NC

A’

cristalli di Olivina (S.Giovanni Ilarione). Si trattadi un minerale di coloreverde, giallastro o bruno,costituito da magnesio, sili-cio e ferro.Quattro sono le principalilocalità della vallata dove sipossono rinvenire esem -plari molto belli di minerali:Roncà, S. Giovanni Ila -rione, Fittà-Brognoligo eMontecchia di Crosara. Per quanto riguarda il terri-torio di Roncà sono notinumerosi “distretti” dovesono piuttosto comuni lezeoliti. Si tratta di unafamiglia di minerali defini-

Diorama con Sirenio

Fossile abbondante ed esclusivo del giacimento di Roncà

(Strombus fortisi)

6363M

useo

Civ

ico

Pal

eont

olog

ico

di R

ON

CA

ropodi dell’Eocene, vuoleessere un centro di docu-mentazione, di ricercascientifica e di divulgazionedidattica. La funzionescientifica e didattica è co-ordinata d’intesa con ilMuseo Civico di Storia Naturale di Verona e con laComunità Montana dellaLessinia - Soggetto gestoredel Parco Naturale Regionale. L’attività didat-tica consiste in attività cul-turali qualificate, comevisite guidate, conferenze,escursioni di carattere geo-logico-paleontologico e na-turalistico sul territorio, ecc.

I BASALTI COLONNARINei dintorni del capoluogo,area di Riserva Naturale adIndirizzo didattico del Parcodella Lessinia, è possibileosservare magmi basalticisolidificati in particolari con-dizioni. Si tratta di basalticolonnari (molto famosiquelli di S. Giovanni Ila-rione) che devono la loroorigine al consolidamento dicolate di lava sia sottoma-rine che subaeree. Le colonne, che presentanouna sezione trasversale poligonale, esagonale opentagonale, possono rag-

LESSINIA_2:Layout 1 5-03-2007 6:19 Pagina 47

Page 65: Catalogo dei Musei della Lessinia

Museo C

ivico Paleontologico di R

ON

CA

bili strutturalmente cometectosilicati, identificati perla prima volta nel 1756. Ilnome deriva dal greco esignifica “pietra che bolle”.Le principali località conzeoliti del territorio diRoncà sono: Monte Calva -rina (Analcime, Cabasite,Armotomo-Phillipsite); S.Marghe rita (Phillipsite) eRoncà (Natrolite).

RICETTIVITA’

Orari: solo sabato e domenica, 9-12; 15-18.Gli altri giorni su prenotazione,gruppi di almeno 10 persone.

Visitabile da diversamente abili:accessibile

CONTATTI

Indirizzo: Piazza Marconi - Roncà

Telefono: 045 7460477Per prenotazioni, 045 6540268 (9-12),Cooperativa Moscleda

E-mail:[email protected]

Sala superiore del Museo Paleontologico

di Roncà

6464

ritorio di Roncà sono notinumerosi “distretti” dovesono piuttosto comuni lezeoliti. Si tratta di una fa-miglia di minerali definibilistrutturalmente come tec-tosilicati, identificati per la prima volta nel 1756. Ilnome deriva dal greco esignifica “pietra che bolle”.Le principali località conzeoliti del territorio diRoncà sono: Monte Calva-rina (Analcime, Cabasite,Armotomo-Phill ipsite); S. Margherita (Phillipsite)e Roncà (Natrolite).

RICETTIVITA’

Orari:solo sabato e domenica, 9-12; 15-18.Gli altri giorni su prenotazione,gruppi di almeno 10 persone.

Visitabile da diversamente abili:accessibile

CONTATTI

Indirizzo:Piazza Marconi - Roncà

Telefono: 045 7460477Per prenotazioni, 045 6540268 (9-12),Cooperativa Moscleda

E-mail:[email protected]

giungere l’altezza di alcunedecine di metri e conten-gono aggregati granulari dicristalli di Olivina (S.Giovanni Ilarione). Si trattadi un minerale di coloreverde, giallastro o bruno,costituito da magnesio, si-licio e ferro. Quattro sono le principalilocalità della vallata dovesi possono rinvenire esem-plari molto belli di minerali:Roncà, S. Giovanni Ila-rione, Fittà-Brognoligo eMontecchia di Crosara. Per quanto riguarda il ter-

Diorama con Sirenidi

LESSINIA_2:Layout 1 5-03-2007 6:19 Pagina 48

Page 66: Catalogo dei Musei della Lessinia

6565

Museodei Fossilidi Bolca

di Roberto Zorzin

Acirca due chilometrida Bolca, piccolocentro dei Monti

Lessini orientali, a nord estdi Verona, si trovano i piùfamosi giacimenti di fossiliconosciuti nel mondo: laPesciara ed il Monte Postale.I fossili provenienti da Bolcasono noti da secoli: risalealla metà del 1500 il primomuseo naturalistico delmondo, il Museo veronesedi Francesco Calzolari cheesponeva alcuni pesci diBolca con un caratteristicotaglio ovale, uno dei quali èancora oggi conservato nelMuseo Civico di StoriaNaturale di Verona.Da oltre 200 anni la famigliaCerato, proprietaria dellamaggior parte delle cave,conosce e si tramanda laparticolare tecnica di estra-zione dei fossili, un difficile efaticoso lavoro che consiste

nella separazione delle varielamine di calcare che rac-chiudono i resti di animali epiante fossilizzati.Bolca costituisce indubbia-mente un unicum per la ric-chezza e la varietà dei ritro-vamenti di fossili, piante edanimali, risalenti all’Eocene,periodo attribuibile a circacinquanta milioni di anni fa.Si tratta oltretutto di reperticonservati in modo eccezio-nale e ciò permette unainterpretazione chiara ediretta della morfologiadelle varie specie. I giaci-menti di Bolca costituisconoper l’intera collettivitànazionale ed internazionale

un patrimonio di inestimabi-le valore: a tutt’oggi sonostate estratte oltre 300 spe-cie di pesci fossili, oggettodi studio da parte dei piùgrandi specialisti delmondo. Particolarmenteimportante è il loro signifi-cato biogeografico in quan-to molti generi sono affinifilogeneticamente a pesciche vivono attualmentenella regione biogeografiaIndo-pacifica, mentre altrigeneri sono presenti anchenell’Atlantico tropicale esubtropicale. I pesci fossilidi Bolca risultano essere gliabitatori dell’antico maredella Tetide, un mare poco

Sede del Museo

nella separazione delle varielamine di calcare che rac-chiudono i resti di animali epiante fossilizzati. Bolca costituisce indubbia-mente un unicum per la ric-chezza e la varietà deiritrovamenti di fossili, pianteed animali, risalenti all’Eo-cene, periodo attribuibile acirca cinquanta milioni dianni fa. Si tratta oltretutto direperti conservati in modoeccezionale e ciò permetteuna interpretazione chiara ediretta della morfologia delle varie specie. I giaci-menti di Bolca costituisconoper l’intera collettività nazionale ed internazionale

un patrimonio di inestima-bile valore: a tutt’oggi sonostate estratte oltre 300 spe-cie di pesci fossili, oggetto distudio da parte dei piùgrandi specialisti del mondo. Particolarmente im-portante è il loro significatobiogeografico in quantomolti generi sono affini filo-geneticamente a pesci chevivono attualmente nellaregione biogeografia Indo-pacifica, mentre altri generisono presenti anche nel-l’Atlantico tropicale e sub-tropicale. I pesci fossili diBolca risultano essere gliabitatori dell’antico maredella Tetide, un mare poco

Acirca due chilometrida Bolca, piccolocentro dei Monti

Lessini orientali, a nord estdi Verona, si trovano i piùfamosi giacimenti di fossiliconosciuti nel mondo: laPesciara ed il Monte Postale.I fossili provenienti da Bolcasono noti da secoli: risalealla metà del 1500 il primomuseo naturalistico delmondo, il Museo veronesedi Francesco Calzolari cheesponeva alcuni pesci diBolca con un caratteristicotaglio ovale, uno dei quali èancora oggi conservato nelMuseo Civico di Storia Natu-rale di Verona. Da oltre 200 anni la famigliaCerato, proprietaria dellamaggior parte delle cave,conosce e si tramanda laparticolare tecnica di estra-zione dei fossili, un difficile efaticoso lavoro che consiste

LESSINIA_3:Layout 1 6-03-2007 10:20 Pagina 1

Page 67: Catalogo dei Musei della Lessinia

66M

useo dei Fossili di B

OL

CA

66

profondo, con isole e lagunedi tipo tropicale, che siestendeva con continuitàdalle Filippine ai Carabi.

Dopo una lunga sospensio-ne, il Museo Civico di StoriaNaturale di Verona, affian-cato dalle Università deglistudi di Milano e Pisa, nel1999 ha ripreso le ricerchenell’ambito di una formalecollaborazione con piùIstituzioni coinvolte a variotitolo nella valorizzazionedel patrimonio di Bolca (ilMuseo Civico di StoriaNaturale di Verona per lericerche scientifiche, laSoprintendenza ai Beni

Archeologici del Veneto perla tutela, la Regione delVeneto e la ComunitàMontana della Lessinia perla valorizzazione e la pro-mozione museale) con l’ap-porto indispensabile dellafamiglia Cerato.Il Museo dei fossili di Bolca,esteso su una superficie dicirca 700 mq, con tre ampispazi espositivi su duepiani, è stato realizzato, conmoderni criteri museografi-ci, su progetto di LorenzoSorbini, illustre paleontolo-go che ha dedicato la suavita scientifica allo studiodei pesci d Bolca.All’ingresso, vi è la presen-

tazione (geografica e geolo-gica) del territorio di Bolca.Una vetrina “I gioielli diBolca” preannuncia glisplendidi esemplari succes-sivamente esposti. Di segui-to vengono illustrati i princi-pali giacimenti paleontologi-ci della Valle d’Alpone(Roncà, S. Giovanni Ilarionee Spilecco) e descritti alcunicampioni di roccia dellaserie stratigrafica localecon esaurienti notizie suiprocessi di fossilizzazione ele tecniche di estrazione deifossili. Segue poi una galle-ria dedicata ai vari studiosiche, nel corso dei secoli, sisono interessati a Bolca epoi una splendida sala dedi-cata alla sistematica. La salapresenta in modo moltochiaro la fauna rinvenuta neigiacimenti di Bolca, seguen-do la classificazione scientifi-ca. Due grandi acquari allaparete (uno con fauna mari-na di ambiente tropicale el’altro di ambiente mediter-raneo) permettono di con-frontare alcune faune mari-ne attuali con quelle di 50milioni di anni fa.Nell’ampia sala del pianosuperiore viene sottolineatala ricchezza e la varietà dipesci e piante fossili e non

Panoramica della sala del secondo piano

formale collaborazione conpiù Istituzioni coinvolte avario titolo nella valorizza-zione del patrimonio diBolca (il Museo Civico diStoria Naturale di Veronaper le ricerche scientifiche,la Soprintendenza ai BeniArcheologici del Veneto perla tutela, la Regione del Ve-neto e la Comunità Mon-tana della Lessinia per la

valorizzazione e la promo-zione museale) con l’ap-porto indispensabile dellafamiglia Cerato. Il Museodei Fossili di Bolca, estesosu una superficie di circa700 mq, con tre ampi spaziespositivi su due piani, èstato realizzato, con mo-derni criteri museografici,su progetto di Lorenzo Sor-bini, illustre paleontologo

profondo, con isole e lagunedi tipo tropicale, che siestendeva con continuitàdalle Filippine ai Caraibi.

Dopo una lunga sospensio-ne, il Museo Civico di Sto-ria Naturale di Verona,affiancato dalle Universitàdegli studi di Milano e Pisa,nel 1999 ha ripreso le ri-cerche nell’ambito di una

Alcuni splendidi fossili di pesci di mare aperto

LESSINIA_3:Layout 1 6-03-2007 10:20 Pagina 2

Page 68: Catalogo dei Musei della Lessinia

6767M

useo

dei

Fos

sili

di B

OL

CA

solo (aragoste, gamberetti,granchi, meduse, alghe,piume d’uccello, insetti,ecc.), suddivisi per ambien-ti (bassi fondali costieri,scogliere coralline, mareaperto, terre emerse). Un grande pannello muralerappresenta l’antico am -biente di Bolca, una stupen-da laguna tropicale.

LA PESCIARAE’ possibile integrare la visi-ta al Museo, recandosi nellavicina area dei recenti scavipaleontologici del MontePostale ed entrare nellaPesciara. Si tratta di unaserie di calcari lastriformi,calcari di scogliera e calcariad alveoline che si deposita-rono durante l’Eocene infe-riore-medio, in prossimitàdella costa di un mare nonmolto profondo. Gli strati fossiliferi sono ric-chi di pesci, crostacei,lamellibranchi, gasteropodi,cefalopodi, echinodermi,coralli, foraminiferi, alghe,ecc., dei quali molti vivonotuttora nei mari tropicali esubtropicali, mentre pochidi questi popolano oggiacque temperate o tempe-rato-fredde. L’età dei sedimenti e le

Eoplatax papilio, meglio conosciuto come pesce angelo

che ha dedicato la sua vitascientifica allo studio deipesci di Bolca. All’ingresso vi è la presen-tazione (geografica e geolo-gica) del territorio di Bolca.Una vetrina “I gioielli diBolca” preannuncia glisplendidi esemplari succes-sivamente esposti. Di se-guito vengono illustrati iprincipali giacimenti paleon-tologici della Valle d’Alpone(Roncà, S. Giovanni Ilario-nee Spilecco) e descritti al-cuni campioni di roccia dellaserie stratigrafica locale conesaurienti notizie sui pro-cessi di fossilizzazione e letecniche di estrazione deifossili. Segue poi una galle-ria dedicata ai vari studiosiche, nel corso dei secoli, sisono interessati a Bolca epoi una splendida sala dedi-cata alla sistematica. La salapresenta in modo moltochiaro la fauna rinvenuta neigiacimenti di Bolca, se-guendo la classificazionescientifica. Due grandi ac-quari alla parete (uno confauna marina di ambientetropicale e l’altro di ambientemediterraneo) permettonodi confrontare alcune faunemarine attuali con quelle di50 milioni di anni fa.

LESSINIA_3:Layout 1 6-03-2007 10:20 Pagina 3

Page 69: Catalogo dei Musei della Lessinia

68M

useo dei Fossili di B

OL

CA

68

associazioni faunistiche efloristiche del Monte Postalenon evidenziano particolaridifferenze rispetto alla vici-na Pesciara. Per questomotivo i due depositi posso-no essere considerati comeun unico giacimento anchese è ancora da definirel’esatta corrispondenza tragli strati fossiliferi.Per quanto riguarda la florafossile di Bolca, essa fuoggetto di approfonditistudi nell’800, soprattuttoad opera dell’insigne natu-ralista veronese nato aTregnago, Abramo Massa -longo, che individuò 105generi e 277 specie. I restivegetali provenienti daigiacimenti di Bolca confer-mano i dati provenientidallo studio dell’ittiofauna;si tratta, infatti, di speciemolto simili a quelle cheoggi vivono in aree tropica-li o subtropicali, soprattuttonella regione Indo-Pacifica.Sono molto comuni lealghe marine (alghe verdi,rosse e brune). Halochloris,invece, è una monocotile-done estin ta che formavapraterie sottomarine similia quelle attuali di Posi -donia. Abba stanza fre-quenti sono anche piante

con radici, foglie e fruttiappartenenti ai generi especie tipiche di acquedolci che testimoniano lapresenza di terre emerse inprossimità dell’antico maredi Bolca.

LA PASSEGGIATA GEOPALEONTOLOGICALa Passeggiata Geopa leon -to logica, inaugurata nel2004, permette ai visitatoridi effettuare un percorso,articolato in tre anelli didiverso livello di approfondi-mento e durata, ciascunocon partenza dal Museo deiFossili di Bolca. Ogni varian-te presenta indicazioni pre-cise, con punti di sostadotati di bacheche ad argo-mento tematico e scorcipanoramici.L’itinerario più lungo impie-ga 4 ore, con una lunghez-za di 9 Km ed un dislivellodi 406 metri. I diversi puntidi osservazione interessanoil Monte Postale, la Pesciaracon le sue gallerie, il MontePurga di Bolca con i basalticolonnari e gli strati dovenel ’46 sono stati ritrovatiun coccodrillo ed una tarta-ruga, il Monte Spileccodove è ubicato il giacimen-to più antico e vi è la testi-

monianza di una spiaggiaricca di dentini di squalo. Lapasseggiata evidenzia an -che alcuni caratteri di inte-resse storico, attraversandoan che le contrade Brusa -ferri e Loschi, in cui si trovauna sorgente. Dal MontePurga di Bolca, antico cami-no vulcanico, è possibilegodere di un ampio panora-ma.

RICETTIVITA’

Orari: da novembre a febbraio 10-12; 14-17da marzo ottobre 9-13; 14-18.30Chiuso il lunedì

Visitabileda diversamente abili: accessibile solo il Museo

CONTATTI

Indirizzo: Via San Giovanni BattistaBolca di Vestenanova

Telefono: 045 6565088; fax 045 6565111

di questi popolano oggiacque temperate o tempe-rato-fredde. L’età dei sedimenti e le as-sociazioni faunistiche e floristiche del Monte Postalenon evidenziano particolaridifferenze rispetto alla vi-cina Pesciara. Per questomotivo i due depositi pos-sono essere consideraticome un unico giacimentoanche se è ancora da defi-nire l’esatta corrispondenzatra gli strati fossiliferi. Per quanto riguarda la florafossile di Bolca, essa fu og-getto di approfonditi studinell’800, soprattutto adopera dell’insigne naturali-sta veronese nato a Tre-gnago, Abramo Massa-longo, che individuò 105generi e 277 specie. I restivegetali provenienti daigiacimenti di Bolca confer-mano i dati provenientidallo studio dell’ittiofauna;si tratta, infatti, di speciemolto simili a quelle cheoggi vivono in aree tropicalio subtropicali, soprattuttonella regione Indo-Pacifica.Sono molto comuni lealghe marine (alghe verdi,rosse e brune). Halochloris,invece, è una monocotile-done estinta che formava

praterie sottomarine similia quelle attuali di Posido-nia. Abbastanza frequentisono anche piante con radici, foglie e frutti appar-tenenti ai generi e specietipiche di acque dolci chetestimoniano la presenzadi terre emerse in prossi-mità dell’antico mare diBolca.

LA PASSEGGIATA GEOPALEONTOLOGICALa Passeggiata Geopaleon-tologica, inaugurata nel2004, permette ai visitatoridi effettuare un percorso,articolato in tre anelli di di-verso livello di approfondi-mento e durata, ciascunocon partenza dal Museo deiFossili di Bolca. Ogni va-riante presenta indicazioniprecise, con punti di sostadotati di bacheche ad argo-mento tematico e scorcipanoramici. L’itinerario più lungo ri-chiede 4 ore, con una lun-ghezza di 9 Km ed undislivello di 406 metri. I di-versi punti di osservazioneinteressano il Monte Postale,la Pesciara con le sue galle-rie, il Monte Purga di Bolcacon i basalti colonnari e glistrati dove nel ’46 sono stati

Nell’ampia sala del pianosuperiore viene sottolineatala ricchezza e la varietà dipesci e piante fossili e nonsolo (aragoste, gamberetti,granchi, meduse, alghe,piume d’uccello, insetti,ecc.), suddivisi per ambienti(bassi fondali costieri, sco-gliere coralline, mareaperto, terre emerse). Ungrande pannello muralerappresenta l’antico am-biente di Bolca, una stu-penda laguna tropicale.

LA PESCIARAE’ possibile integrare la vi-sita al Museo recandosinella vicina area dei recentiscavi paleontologici delMonte Postale ed entrarenella Pesciara. Si tratta diuna serie di calcari lastri-formi, calcari di scogliera ecalcari ad alveoline che sidepositarono durante l’Eo-cene inferiore-medio, inprossimità della costa di unmare non molto profondo.Gli strati fossiliferi sono ric-chi di pesci, crostacei, la-mellibranchi, gasteropodi,cefalopodi, echinodermi,coralli, foraminiferi, alghe,ecc., dei quali molti vivonotuttora nei mari tropicali esubtropicali, mentre pochi

LESSINIA_3:Layout 1 6-03-2007 10:20 Pagina 4

Page 70: Catalogo dei Musei della Lessinia

6969M

useo

dei

Fos

sili

di B

OL

CA

Stratificazioni all’interno di una delle gallerie della Pesciara

LESSINIA_3:Layout 1 6-03-2007 10:20 Pagina 5

Page 71: Catalogo dei Musei della Lessinia

70M

useo dei Fossili di B

OL

CA

70

Ingresso alla Pesciara

Alcuni splendidi fossili di pesci di mare aperto

SCHEDA TECNICA

Data costruzione edificio 1966

Apertura nuovo Museo 1996

Percorso museale ideato Lorenzo Sorbini

Allestimento Oreste Valdinoci, Mauro Pangrazio

Webspace www.lessiniamusei.it

Brusaferri e Loschi, in cui sitrova una sorgente. DalMonte Purga di Bolca, anticocamino vulcanico, è possi-bile godere un ampio pano-rama.

RICETTIVITA’

Orari: da novembre a febbraio 10-12; 14-17da marzo ottobre 9-13; 14-18.30Chiuso il lunedì

Visitabile da diversamente abili: accessibile solo il Museo

CONTATTI

Indirizzo: Via San Giovanni BattistaBolca di Vestenanova

Telefono: 045 6565088; fax 045 6565111

ritrovati un coccodrillo eduna tartaruga, il Monte Spi-lecco dove è ubicato il giaci-mento più antico e vi è latestimonianza di una spiag-gia ricca di dentini di squalo.La passeggiata evidenziaanche alcuni caratteri di in-teresse storico, attraver-sando anche le contrade

Panoramica della sala del secondo piano

LESSINIA_3:Layout 1 6-03-2007 10:20 Pagina 6

Page 72: Catalogo dei Musei della Lessinia

7171

Museo Geopaleontologicodi Camposilvano di Velo Veronese

di Guido Roghi

La ragione dellanascita ed il filo con-duttore del Museo

Geopalentologico di Cam-posilvano sono motivatida una duplice storia:quella geologica, che inquesto territorio si espri-me in una potente succes-sione di strati e rocce ricchedi fossili e modellate inmaniera affascinante dagliagenti atmosferici, e quellaumana inerente le ricerchepaleontologiche delCavaliere Attilio Benettiche, con la sua passione,ha contribuito in manierasostanziale all’origine diquesto museo. Già dal secolo XVII studio-si come don GregorioPiccoli e successivamenteNicolis, Parona e Massa -longo, solo per citarne

alcuni, si occuparono dellageologia e paleontologia diquesta zona, consideratalimitrofa alla più conosciu-ta località di Bolca, masicuramente di non mino-re importanza.Dal XX secolo le ricerchesono condotte principal-mente da Attilio Benettiche con passione si èdedicato interamente allaricerca, allo studio ed allaconservazione dei repertipaleontologici dei Lessini edi molte altre località delmondo. A lui si deve quin-di la nascita del Museo,ufficialmente avvenutanel 1975, sostenuta dal-l’instancabile lavoro di

Lorenzo Sorbini, alloraDirettore del Museo diStoria Naturale di Verona.La nuova sede museale èstata inaugurata nel 1999.Nel Museo Geopaleonto -logico di Camposilvanosono conservati principal-mente campioni prove-nienti dai Monti Lessini.Alcune eccezioni rappre-sentano campioni nonlocali, esposti allo scopodi rendere più agevole ecomprensibile al visitato-re il viaggio all’internodella paleontologia e deltempo geologico.Nelle prime due vetrinesono esposti una serie diminerali provenienti dai

Sede del Museo Geopaleontologico

cuni, si occuparono dellageologia e paleontologia diquesta zona, consideratalimitrofa alla più cono-sciuta località di Bolca, masicuramente di non minoreimportanza. Dal XX secolo le ricerchesono condotte principal-mente da Attilio Benettiche con passione si è dedi-cato interamente alla ri-cerca, allo studio ed allaconservazione dei repertipaleontologici dei Lessini edi molte altre località delmondo. A lui si deve quin-di la nascita del Museo, uf-ficialmente avvenuta nel1975, sostenuta dall’in-stancabile lavoro di Lo-

renzo Sorbini, allora Diret-tore del Museo di StoriaNaturale di Verona. Lanuova sede museale èstata inaugurata nel 1999.Nel Museo Geopaleontolo-gico di Camposilvano sono conservati principal-mente campioni prove-nienti dai Monti Lessini. Alcune eccezioni rappre-sentano campioni non lo-cali, esposti allo scopo direndere più agevole ecomprensibile al visitatoreil viaggio all’interno dellapaleontologia e del tempogeologico. Nelle prime due vetrinesono esposti una serie diminerali provenienti dai

La ragione della nascita ed il filo con-duttore del Museo

Geopaleontologico di Cam-posilvano sono motivati da una duplice storia:quella geologica, che inquesto territorio si esprimein una potente successionedi strati e rocce ricche difossili e modellate in ma-niera affascinante dagliagenti atmosferici, e quellaumana inerente le ricerchepaleontologiche del Cava-liere Attilio Benetti che,con la sua passione, hacontribuito in maniera so-stanziale all’origine di que-sto museo. Già dal secolo XVII studiosicome don Gregorio Piccoli e successivamenteNicolis, Parona e Massa-longo, solo per citarne al-

LESSINIA_3:Layout 1 6-03-2007 10:20 Pagina 7

Page 73: Catalogo dei Musei della Lessinia

72M

useo Geopaleontologico di C

AM

PO

SILV

AN

O72

Monti Lessini, ma ancheda altre località delmondo. Da notare il belcampione di Quarzo pro-veniente da Avesa.Un’introduzione alla geo-logia può essere fornitadalla colonna stratigrafica,dove sono indicati i nomi

utilizzati dai geologi per ivari tipi di rocce affiorantiin questa zona. Le roccepiù antiche, chiamatedagli esperti Forma zionedi Monte Zugna, di Loppioe di Rotzo, ma meglioconosciute come CalcariGrigi (Giurassico inferiore,da 190 a 200 milioni dianni fa) costituiscono lozoccolo duro o piastronedei Monti Lessini. Questicalcari grigio-nocciola,contenenti bivalvi a voltedi grandi dimensioni,affiorano sul fondo delleincisioni più profondecome il Vaio di Squarantoo la Val D’Illasi. Al di sopratroviamo la Formazione di

Tenno e dell’Oolite di SanVigilio (Giurassico inferio-re e medio). Si tratta dicalcari marnosi di coloredal giallo al grigio e di cal-cari ricchi di sferule di car-bonato di calcio, chiamateooliti, tipiche di ambientidi piattaforma carbonaticasimili a quelli che si stan-no depositando oggi lungole coste delle Bahamas.Questo ambiente si puòparagonare infatti a quelloesistente in queste zonesino a 170 milioni di annifa. Le rocce soprastanti edi fossili in essi contenutitestimoniano un ambientedi deposizione di un fondomarino più profondo, a

Interno del Museo

Semplice sezione stratigrafi-ca delle principali rocce pre-senti in Lessinia

utilizzati dai geologi per ivari tipi di rocce affiorantiin questa zona. Le roccepiù antiche, chiamatedagli esperti Formazionedi Monte Zugna, di Loppioe di Rotzo, ma meglio co-nosciute come CalcariGrigi (Giurassico inferiore,da 190 a 200 milioni dianni fa) costituiscono lozoccolo duro o piastronedei Monti Lessini. Questicalcari grigio-nocciola,contenenti bivalvi a voltedi grandi dimensioni, af-fiorano sul fondo delle in-cisioni più profonde comeil Vaio di Squaranto o laVal D’Illasi. Al di sopratroviamo la Formazione di

Tenno e dell’Oolite di SanVigilio (Giurassico inferioree medio). Si tratta di cal-cari marnosi di colore dalgiallo al grigio e di calcariricchi di sferule di carbo-nato di calcio, chiamateooliti, tipiche di ambienti dipiattaforma carbonatica si-mili a quelli che si stannodepositando oggi lungo lecoste delle Bahamas, un ambiente che si puòparagonare infatti a quelloesistente in queste zonesino a 170 milioni di annifa. Le rocce soprastanti edi fossili in essi contenuti te-stimoniano un ambiente dideposizione di un fondomarino più profondo, a

Monti Lessini, ma ancheda altre località delmondo. Da notare il belcampione di Quarzo pro-veniente da Avesa. Un’in-troduzione alla geologiapuò essere fornita dallacolonna stratigrafica,dove sono indicati i nomi

LESSINIA_3:Layout 1 6-03-2007 10:20 Pagina 8

Page 74: Catalogo dei Musei della Lessinia

7373M

useo

Geo

pale

onto

logi

co d

i CA

MP

OS

ILV

AN

O

volte quasi oceanico;anche il colore prevalentedelle rocce cambia. Siamoin presenza del RossoAmmonitico, tipica forma-zione di età GiurassicoMedio-Supe riore famosaper la sua ricchezza inammoniti, a cui seguono ilBiancone, tipico calcarebianco a grana fine, e laScaglia Rossa, anch’essamolto ricca in ammoniti.L’età del Biancone e dellaScaglia Rossa corrispondegrossomodo rispettiva-mente al Cretaceo inferio-re e superiore. Con questedue formazioni finisce ilMesozoico ed inizia ilCenozoico, il periodo piùvicino a noi che, partendoda 65 milioni di anni fa,momento in cui si estinse-ro i dinosauri e le ammo-niti, arriva fino alla com-parsa dell’Uomo.Nelle vetrine 3 e 4 vienespiegato cosa sono i fossi-li ed i principali processi difossilizzazione. Si può cosìcapire come si siano con-servati oppure il motivoper cui a volte hanno ilguscio, come evidenzia ilcampione esposto diLumachella a Pecten conguscio di calcite. In -

teressante è pure il cam-pione di insetto prove-niente dalla Cina, perfet-tamente conservato, diEphemeropsis trisetalisdel Cretaceo inferiore.Nella vetrina 5 molti restidi vegetali fossili mostranoche anche strutture cosìdelicate come le fogliepossono conservarsi all’in-terno degli strati rocciosi.Nelle vetrine successivevi è un’esposizione storicadi reperti palontologici epaleoetnologici, attraversoi quali si può leggere lastoria della vita. Proprionella vetrina 6 troviamoalcuni campioni di stroma-toliti, che sono depositi di

origine algale e costitui-scono le prime forme divita comparse sulla Terra.In questa vetrina si posso-no osservare anche deitrilobiti, come la specieHoplolichas furcifer pro-veniente dall’Ordoviciano(più di 440 milioni di annifa) della Russia, e dellepiante del Carbonifero.Da questi antichi fossiliappartenenti al Paleozoicosi passa a reperti paleon-tologici più “giovani”,ovvero del Mesozoico. Aquesta era appartengonola maggior parte dellerocce dei Monti Lessini e,di conseguenza, anche lerelative testimonianze

Reineckeia sp.

sante è pure il cam-pione di insetto prove-niente dalla Cina, perfetta-mente conservato, diEphemeropsis trisetalis delCretaceo inferiore. Nella vetrina 5 molti restidi vegetali fossili mostranoche anche strutture cosìdelicate come le fogliepossono conservarsi all’in-terno degli strati rocciosi.Nelle vetrine successive viè un’esposizione storica direperti paleontologici e pa-leoetnologici, attraverso iquali si può leggere la sto-ria della vita. Proprio nellavetrina 6 troviamo alcunicampioni di stromatoliti,che sono depositi di ori-

gine algale e costituisconole prime forme di vitacomparse sulla Terra. In questa vetrina si pos-sono osservare anche deitrilobiti, come la specieHoplolichas furcifer prove-niente dall’Ordoviciano(più di 440 milioni di annifa) della Russia, e dellepiante del Carbonifero. Da questi antichi fossiliappartenenti al Paleozoicosi passa a reperti paleon-tologici più “giovani”, ov-vero del Mesozoico. Aquesta era appartengonola maggior parte dellerocce dei Monti Lessini e,di conseguenza, anche lerelative testimonianze pa-

volte quasi oceanico;anche il colore prevalentedelle rocce cambia. Siamoin presenza del Rosso Am-monitico, tipica forma-zione di età GiurassicoMedio-Superiore famosaper la sua ricchezza in am-moniti, a cui seguono ilBiancone, tipico calcarebianco a grana fine, e la-Scaglia Rossa, anch’essa-molto ricca in ammoniti.L’età del Biancone e dellaScaglia Rossa corrispondegrossomodo rispettiva-mente al Cretaceo inferio-re e superiore. Con questedue formazioni finisce ilMesozoico ed inizia il Ce-nozoico, il periodo più vi-cino a noi che, partendo da65 milioni di anni fa, mo-mento in cui si estinsero idinosauri e le ammoniti,arriva fino alla comparsadell’Uomo. Nelle vetrine 3 e 4 vienespiegato cosa sono i fossilied i principali processi difossilizzazione. Si può cosìcapire come si siano con-servati oppure il motivoper cui a volte hanno il gu-scio, come evidenzia ilcampione esposto di Lumachella a Pecten conguscio di calcite. Interes-

LESSINIA_3:Layout 1 6-03-2007 10:20 Pagina 9

Page 75: Catalogo dei Musei della Lessinia

74M

useo Geopaleontologico di C

AM

PO

SILV

AN

O74

paleontologiche aumenta-no notevolmente. Nellavetrina relativa al Triassicoè interessante notare ilreperto di Worthenia con-tabulata, tipico gastero-pode proveniente dallaDolomia Principale dellaVal dei Ronchi. Nella vetrina successiva,relativa al Giurassico,diventa preponderante lapresenza delle Ammoniti.Questi organismi oraestinti, sono dei cefalo-podi parenti dell’attualeNautilus, di cui nel museosono conservate alcunericostruzioni e il gusciosezionato che mette inevidenza la sua strutturainterna. Le ammoniti rap-presentano anche la spe-

cialità scientifica delCavalier Attilio Benettiche, collaborando connumerose istituzioni eduniversità italiane e stra-niere, ha dato un impor-tante impulso nelle cono-scenze di questi fossili. Perquesto motivo nel museoè presente un consistentenumero di ammoniti. Tra itanti resti appartenenti aquesto gruppo possiamosegnalare l’ammoniteReineckeia sp., conservatasia come modello cheimpronta esterna. Da segnalare anche laspecie di brachiopode conil nome specifico dedicatoa Benetti Lessinorhynchiabenettii.Nella ricostruzione paleo-geografia è possibileosservare che questo set-tore delle Alpi nelGiurassico era localizzatoal margine di un grandegolfo marino chiamatoTetide, mentre, si stavasmembrando, attraversolentissimi movimenti,quell’unico supercontinen-te chiamato Pangea cheaveva caratterizzato lastoria geologica preceden-te.Nelle vetrine successive

prosegue la ricca collezio-ne di ammoniti provenien-ti dal Rosso Ammonitico edal Biancone. A questa etàappartengono le ammonitipiù grandi come quellache si può osservare inbasso nella vetrina 14.Sempre in questa vetrinasi scorge l’interessanteforma a cuore del brachio-pode Pygophe catulloi delTitoniano (145 milioni dianni fa).Nella vetrina successivasono conservati reperti di“ammoniti svolte” delCretaceo provenientianche da giacimenti stra-nieri. Prima di estinguersialla fine del Cretaceo, leammoniti come ultimotentativo di sopravviven-za, si allungarono, devian-do dalla loro tipica formaavvolta. Molto interessantiin questa vetrina anche iresti di Echinodermi, ovve-ro ricci di mare come laspecie Stenonaster tuber-culatus, del CretaceoSuperiore. A questo perio-do appartiene anche ilresto di squalo visibile,come una serie di verte-bre, all’ingresso delmuseo.Nelle vetrine successive

Lessinorhynchia benettii

cialità scientifica del Cava-lier Attilio Benetti che, col-laborando con numeroseistituzioni ed universitàitaliane e straniere, hadato un importante im-pulso nelle conoscenze diquesti fossili ed ha arric-chito il Museo di un consi-stente numero di am-moniti. Tra i tanti resti appartenenti a questogruppo possiamo segna-lare l’ammonite Reineckeiasp., conservata sia comemodello che improntaesterna. Da segnalare anche la spe-cie di brachiopode con ilnome specifico dedicato aBenetti Lessinorhynchiabenettii.Nella ricostruzione paleo-geografia è possibile os-servare che questo set-tore delle Alpi nel Giuras-sico era localizzato almargine di un grandegolfo marino chiamato Te-tide, mentre, si stavasmembrando, attraversolentissimi movimenti, quel-l’unico supercontinentechiamato Pangea cheaveva caratterizzato lastoria geologica prece-dente. Nelle vetrine successive

prosegue la ricca collezionedi ammoniti provenien-ti dal Rosso Ammonitico edal Biancone. A questa etàappartengono le ammonitipiù grandi come quella che si può osservare inbasso nella vetrina 14.Sempre in questa vetrinasi scorge l’interessanteforma a cuore del brachio-pode Pygophe catulloi delTitoniano (145 milioni dianni fa). Nella vetrina successivasono conservati reperti di“ammoniti svolte” delCretaceo provenientianche da giacimenti stra-nieri. Prima di estinguersialla fine del Cretaceo, leammoniti come ultimotentativo di sopravvi-venza, si allungarono, de-viando dalla loro tipicaforma avvolta. Molto inte-ressanti in questa vetrinaanche i resti di Echino-dermi, ovvero ricci dimare come la specie Ste-nonaster tuberculatus, delCretaceo Superiore. Aquesto periodo appartieneanche il resto di squalo vi-sibile, come una serie divertebre, all’ingresso delmuseo. Nelle vetrine successive

leontologiche aumentanonotevolmente. Nella ve-trina relativa al Triassico èinteressante notare il re-perto di Worthenia conta-bulata, tipico gasteropodeproveniente dalla DolomiaPrincipale della Val deiRonchi. Nella vetrina successiva,relativa al Giurassico, di-venta preponderante lapresenza delle Ammoniti.Questi organismi oraestinti, sono dei cefalo-podi parenti dell’attualeNautilus, di cui nel museosono conservate alcune ri-costruzioni e il guscio se-zionato che mette inevidenza la sua strutturainterna. Le ammoniti rap-presentano anche la spe-

LESSINIA_3:Layout 1 6-03-2007 10:20 Pagina 10

Page 76: Catalogo dei Musei della Lessinia

7575M

useo

Geo

pale

onto

logi

co d

i CA

MP

OS

ILV

AN

O

(17-18) sono conservati ifossili del Cenozoicodove, come dice il nome(dal greco kainòs, chesignifica “recente”) lavarietà e le forme dellavita diventano più simili aquelle della vita attuale.In queste vetrine si pos-sono osservare fossili dilamellibranchi, gastero-podi, nautiloidi, pesci,macroforaminiferi come

le nummuliti e la assiline,foglie fossili ed una inte-ressante noce di cocco.Le vetrine centrali riguar-dano principalmente ilQuaternario, periodo ditempo compreso tra circa2 milioni di anni fa edoggi. Vi si trovano letestimonianze dell’uomoprimitivo e non solo. Nellevetrine 19 e 20 si posso-no osservare i resti

dell’Orso delle Cavernerinvenuti nei Covoli diVelo mentre le vetrine 21e 22 espongono i repertidel vicino Covolo diCamposilvano, come unpugnale di selce e forni-scono un’indicazione sullemodalità di vita dell’uomoin queste zone moltemigliaia di anni fa.

Vetrine che espongono esemplari di ammoniti

le nummuliti e la assiline,foglie fossili ed una inte-ressante noce di cocco. Le vetrine centrali riguar-dano principalmente ilQuaternario, periodo ditempo compreso tra circa2 milioni di anni fa edoggi. Vi si trovano le te-stimonianze dell’uomoprimitivo e non solo. Nellevetrine 19 e 20 si pos-sono osservare i resti del-

l’Orso delle Caverne rin-venuti nei Covoli di Velomentre le vetrine 21 e 22espongono i reperti delvicino Covolo di Campo-silvano, come un pugnaledi selce e fornisconoun’indicazione sulle mo-dalità di vita dell’uomo inqueste zone molte mi-gliaia di anni fa. Annessa al museo è statarealizzata una nuova strut-

(17-18) sono conservati ifossili del Cenozoicodove, come dice il nome(dal greco kainòs, che si-gnifica “recente”) la va-rietà e le forme della vitadiventano più simili aquelle della vita attuale.In queste vetrine si pos-sono osservare fossili dilamellibranchi, gastero-podi, nautiloidi, pesci,macroforaminiferi come

LESSINIA_3:Layout 1 6-03-2007 10:20 Pagina 11

Page 77: Catalogo dei Musei della Lessinia

76M

useo Geopaleontologico di C

AM

PO

SILV

AN

O76

IL COVOLO Il Covolo di Camposilvanosi può considerare la suc-cessiva sala “naturale”del museo, di cui si consi-glia vivamente la visita.Quest’ampia cavità rap-presenta un suggestivoesempio del carsismo, cheinteressa tutta la Lessinia.E’ il risultato infatti del-l’erosione carsica negli

strati dei Calcari Grigi delGiurassico inferiore oLias, che ha originato unampio stanzone ipogeo, ilcui volume superava i250.000 metri cubi. Inseguito a crolli successivi,parte della volta è ceduta,generando un grandepozzo di crollo. La voragi-ne così creatasi ha unaforma ellissoidale, con una

profondità di 70 metri,mentre l’imboccatura siapre a circa quarantametri al di sotto dellasuperficie epigea.La grotta è interessanteanche per i fenomenimetereologici che vihanno luogo. Durantel’estate, sotto la voltadella caverna l’inversionetermica produce nubi con

Il Covolo

esempio del carsismo, cheinteressa tutta la Lessinia.E’ il risultato infatti del-l’erosione carsica neglistrati dei Calcari Grigi delGiurassico inferiore o Lias, che ha originato unampio stanzone ipogeo, ilcui volume superava i250.000 metri cubi. In seguito a crolli successivi,parte della volta è ceduta,

generando un grandepozzo di crollo. La voragi-ne così creatasi ha unaforma ellissoidale, conuna profondità di 70metri, mentre l’imbocca-tura si apre a circa qua-ranta metri al di sottodella superficie epigea. La grotta è interessanteanche per i fenomeni meteorologici che vi

tura polifunzionale adibitaa laboratorio-deposito perlo studio dei reperti.

IL COVOLOIl Covolo di Camposilvanosi può considerare la suc-cessiva sala “naturale” delmuseo, di cui si consigliavivamente la visita. Que-st’ampia cavità rappre-senta un suggestivo

LESSINIA_3:Layout 1 6-03-2007 10:20 Pagina 12

Page 78: Catalogo dei Musei della Lessinia

7777M

useo

Geo

pale

onto

logi

co d

i CA

MP

OS

ILV

AN

O

precipitazioni acquee etalvolta nevose. Inoltre ilpavimento di ghiaccio chesi forma durante l’inver-no, permane fino all’esta-te, motivo che ha spintogli abitanti ad utilizzare,sin dalla preistoria, talecavità come frigoriferonaturale.Si narra che il Covoloabbia ispirato Dante perdescrivere la morfologiadel suo inferno, mentre

nella fantasia popolare èla dimora di “orchi” e“fade”.L’accesso a questo monu-mento naturale è facilitatoda un sentiero a cui siaccede aggirando il MuseoGeopalentologico, scen-dendo poi sulla potenteconoide detritica cheporta alla cavità residua-le, corrispondente a ciòche rimane dell’anticagrotta.

LA VALLE DELLE SFINGIUn altro percorso consi-gliabile è la visita allacosiddetta “Valle delleSfingi”, area di RiservaNaturale ad Indirizzodidattico del Parco dellaLessinia ubicata poco anord del Museo, con svi-luppo est-ovest. In unpaesaggio alpestre grade-volissimo si può osservarecome il lavoro degli agenti

Scorcio della Valle delle Sfingi

Si narra che il Covoloabbia ispirato Dante perdescrivere la morfologiadel suo inferno, mentrenella fantasia popolare èla dimora di “orchi” e“fade”. L’accesso a questo monu-mento naturale è facili-tato da un sentiero a cuisi accede aggirando ilMuseo Geopaleontolo-gico, scendendo poi sullapotente conoide detritica

che porta alla cavità resi-duale, corrispondente aciò che rimane dell’anticagrotta.

LA VALLE DELLE SFINGIUn altro percorso consi-gliabile è la visita alla cosiddetta “Valle delleSfingi”, area di RiservaNaturale ad Indirizzo didattico del Parco dellaLessinia ubicata poco a

hanno luogo. Durantel’estate, sotto la voltadella caverna l’inversionetermica produce nubi conprecipitazioni acquee etalvolta nevose. Inoltre ilpavimento di ghiaccio chesi forma durante l’inver-no, permane fino all’esta-te, motivo che ha spintogli abitanti ad utilizzare,sin dalla preistoria, talecavità come frigoriferonaturale.

LESSINIA_3:Layout 1 6-03-2007 10:20 Pagina 13

Page 79: Catalogo dei Musei della Lessinia

78M

useo Geopaleontologico di C

AM

PO

SILV

AN

O78

atmosferici e del modella-mento dei versanti abbiacontribuito a creare unaserie di monoliti che moltospesso assumono la forma“a fungo”, il cui cappello ècostituito dalla formazionedel Rosso Ammonitico epoggia su un tipo di rocciapiù erodibile quale la for-mazione oolitica delGruppo di San Vigilio. La valle è cosparsa diquesti funghi di roccia diuna certa dimensione chericordano le sfingi egizie,da cui hanno preso ilnome. Gli esperti spiega-no che queste forme sonodovute all’erosione me -teo rica che ha agito sullamassa rocciosa, prece-dentemente fratturata. Suqueste fratture, l’acquaha eroso maggiormente,scavando solchi e canali,

nel tempo trasformati invere e proprio trinceenaturali molto spesso pro-fonde fino a 5-6 metri. L’accesso a questa vallet-ta, che richiama le ciuda-das encantadas, ovvero lecittà di roccia spagnole efrancesi, può essere effet-tuato in due modi. Il piùbreve è quello che si rag-giunge dalla strada cheporta al Parparo, segnala-to da un fungo di roccia suun piccolo dosso, coningresso sul retro dellacontrada Il Brutto.Il secondo, più paesaggi-stico, porta alla contradaKunech sino a raggiunge-re una croce in pietra del1890. Si risale quindi lavia Cavallara, incontrandoai margini della stessaalcune trincee della PrimaGuerra Mondiale e scor-gendo splendidi panora-mi, fra cui il dolce paesag-gio della Val Sguerza.Superato un cancello, chedelimita il pascolo per lebestie, si gira a destra perscendere nella testatadella valle, incontrandocontrada Buse di Sotto,che peraltro presenta in -te ressanti elementi etno-grafici.

RICETTIVITA’

Orari:dal 15 giugno al 15 settembre,tutti i giorni 9.30-12.30; 15.30-18.30.

Dal 16 settembre al 15 giugno,sabato e domenica, 10-12; 14.30-16.30

Gli altri giorni su prenotazione telefonica.Chiuso il lunedì

Visitabile da diversamente abili:solo il museo

CONTATTI

Indirizzo:Contrada CovoloCamposilvano,Frazione di Velo Veronese

Telefono:045 6516005; fax 045 6516005

E-mail:[email protected]

Web:www.lessiniamusei.it

ciosa, precedentementefratturata. Su queste frat-ture, l’acqua ha erosomaggiormente, scavandosolchi e canali, nel tempotrasformati in vere e pro-prio trincee naturali moltospesso profonde fino a 5-6metri. L’accesso a questa val-letta, che richiama le ciu-dadas encantadas, ovverole città di roccia spagnole efrancesi, può essere effet-tuato in due modi. Il piùbreve è quello che si rag-giunge dalla strada cheporta al Parparo, segnalatoda un fungo di roccia su unpiccolo dosso, con ingressosul retro della contrada IlBrutto. Il secondo, più paesaggi-stico, porta alla contradaKunech sino a raggiungereuna croce in pietra del1890. Si risale quindi la viaCavallara, incontrando aimargini della stessa alcunetrincee della Prima GuerraMondiale e scorgendosplendidi panorami, fra cuiil dolce paesaggio della ValSguerza. Superato un cancello, chedelimita il pascolo per lebestie, si gira a destra perscendere nella testata

della valle, incontrandocontrada Buse di Sotto,che peraltro presenta inte-ressanti elementi etno-grafici.

RICETTIVITA’

Orari:dal 15 giugno al 15 settembre,tutti i giorni 9.30-12.30; 15.30-18.30.

Dal 16 settembre al 15 giugno,sabato e domenica, 10-12; 14.30-16.30

Gli altri giorni su prenotazione telefonica.Chiuso il lunedì

Visitabile da diversamente abili:solo il museo

CONTATTI

Indirizzo:Contrada CovoloCamposilvano,Frazione di Velo Veronese

Telefono:045 6516005; fax 045 6516005

E-mail:[email protected]

Web:www.lessiniamusei.it

nord del Museo, con svi-luppo est-ovest. In unpaesaggio alpestre grade-volissimo si può osservarecome il lavoro degli agentiatmosferici e del modella-mento dei versanti abbiacontribuito a creare unaserie di monoliti che moltospesso assumono la forma“a fungo”, il cui cappello ècostituito dalla formazionedel Rosso Ammonitico epoggia su un tipo di rocciapiù erodibile quale la for-mazione oolitica delGruppo di San Vigilio. La valle è cosparsa di que-sti funghi di roccia di unacerta dimensione che ri-cordano le sfingi egizie, dacui hanno preso il nome.Gli esperti spiegano chequeste forme sono dovuteall’erosione meteorica cheha agito sulla massa roc-

LESSINIA_3:Layout 1 6-03-2007 10:20 Pagina 14

Page 80: Catalogo dei Musei della Lessinia

7979

Grotta diMonteCapriolodi Roverè Veronese

di Gianfranco Caoduro, BrunoPellegrini, Roberto Zorzin

La “Grotta di MonteCapriolo”, notaanche come “Grotta

di Roverè 1000” o “Grottadel Sogno”, si apre nel ter-ritorio del Comune diRoverè Veronese, vicinoalla contrada Capraia, sulversante meridionale delMonte Capriolo, ad unaquota di circa 1.005 ms.l.m. La cavità carsica, che sisviluppa all’interno deicalcari del Giurassico, èstata esplorata per laprima volta nel lontano1957 dal GruppoSpeleologico G.E.S. Falchidi Verona e catastata conil numero 1071 V/VR.Successivamente, nel1970 il Gruppo Amici dellaMontagna ha aggiornato il

rilievo. Nel 1972, per lafacile percorribilità internae la ricchezza di stupendeconcrezioni, dopo unaserie di lavori di sistema-zione, grazie anche allavoro di numerosi speleo-logi e al contributo dellaCassa di Risparmio diVerona, la grotta è stataaperta al pubblico. Talecavità carsica è stata inse-rita nel 1990 dalla RegioneVeneto all’interno dei con-fini del Parco della Lessinia.

Nel 1995, il GruppoSpeleologico del C.A.I. Ve-rona ha scoperto ulterioriproseguimenti che hannoportato lo sviluppo dellagrotta ad oltre 240 m, conuna profondità di circa 75 m. Alla fine degli anni ’90,dopo quasi trent’anni diutilizzo della grotta ascopo turistico e didattico,grazie al lavoro degli ade-renti alla CommissioneSpeleologica Veronese edall’appoggio economico

rilievo. Nel 1972, per la facile percorribilità internae la ricchezza di stupendeconcrezioni, dopo unaserie di lavori di sistema-zione, grazie anche al lavoro di numerosi speleo-logi e al contributo dellaCassa di Risparmio di Verona, la grotta è stataaperta al pubblico. Tale cavità carsica è stata inse-rita nel 1990 dalla RegioneVeneto all’interno dei con-fini del Parco della Lessinia.

Nel 1995, il Gruppo Speleologico del C.A.I. Ve-rona ha scoperto ulterioriproseguimenti che hannoportato lo sviluppo dellagrotta ad oltre 240 m, conuna profondità di circa 75 m. Alla fine degli anni ’90,dopo quasi trent’anni diutilizzo della grotta ascopo turistico e didattico,grazie al lavoro degli ade-renti alla CommissioneSpeleologica Veronese edall’appoggio economicoLa “Grotta di Monte

Capriolo”, notaanche come “Grotta

di Roverè 1000” o “Grottadel Sogno”, si apre nel ter-ritorio del Comune di Ro-verè Veronese, vicino allacontrada Capraia, sul ver-sante meridionale delMonte Capriolo, ad unaquota di circa 1.005 ms.l.m. La cavità carsica, che sisviluppa all’interno deicalcari del Giurassico, èstata esplorata per laprima volta nel lontano1957 dal Gruppo Speleo-logico G.E.S. Falchi di Ve-rona e catastata con il numero 1071 V/VR. Successivamente, nel 1970il Gruppo Amici della Mon-tagna ha aggiornato il

LESSINIA_3:Layout 1 6-03-2007 10:20 Pagina 15

Page 81: Catalogo dei Musei della Lessinia

80G

rotta di Monte C

apriolo di RO

VE

RE

’ VE

RO

NE

SE

80

de l l ’Ammin i s t raz i oneComunale di Roverè V.se edell’Ente Parco NaturaleRegionale della Lessinia,sono stati effettuatiimportanti lavori di manu-tenzione delle struttureinterne e di messa in sicu-rezza degli impianti di illu-minazione.A partire dal 1993 sono ini-ziati una serie di studi bio-logici, idrogeologici e ditutela ambientale dellacavità carsica. Per tali inda-gini sono state installatestrumentazioni per il moni-toraggio dei più significativiparametri chimico-fisici.L’ambiente ipogeo della

“Grotta di Monte Ca priolo”,per le sue peculiari carat-teristiche, riveste unimportante ruolo didatticoe di documentazione per laformazione e l’aggiorna-mento culturale sui teminaturalistici e scientifici;infatti è la più importantegrotta turistica delVeronese ed una delle piùvisitate del Veneto. Attual -mente, la cavità vienegestita dalla CommissioneSpeleologica Veronese(C.S.V.), in collaborazionecon il Comune di RoverèV.se. Ogni anno, migliaia dipersone si lasciano attrarredall’esperienza del turismo

sotterraneo per il fascino,la bellezza e le curiositàdell’ambiente ipogeo.Infatti, uno degli aspettipiù affascinanti che colpi-sce chi visita la “Grotta diMonte Capriolo” è la gran-dissima varietà di colori eforme delle concrezioni.Stalattiti, stalagmiti, co lon -ne, coralloidi, colate, eccen-triche, cortine, “gours”,perle di grotta, ecc., sonoi più comuni depositi diconcrezionamento cherivestono la maggior partedegli am bienti sotterraneidella cavità.Le ricerche faunistiche“Grotta di Monte Capriolo”,

per le sue peculiari carat-teristiche, riveste un importante ruolo didatticoe di documentazione per laformazione e l’aggiorna-mento culturale sui teminaturalistici e scientifici;infatti è la più importantegrotta turistica del Veronese ed una delle piùvisitate del Veneto. Attual-mente, la cavità viene gestita dalla CommissioneSpeleologica Veronese(C.S.V.), in collaborazionecon il Comune di RoverèV.se. Ogni anno, migliaia dipersone si lasciano attrarredall’esperienza del turismo

sotterraneo per il fascino,la bellezza e le curiositàdell’ambiente ipogeo. Infatti, uno degli aspettipiù affascinanti che colpi-sce chi visita la “Grotta diMonte Capriolo” è la gran-dissima varietà di colori eforme delle concrezioni.Stalattiti, stalagmiti, colon-ne, coralloidi, colate, eccen-triche, cortine, “gours”,perle di grotta, ecc., sono i più comuni depositi diconcrezionamento che rivestono la maggior partedegli ambienti sotterraneidella cavità. Le ricerche faunistiche de l l ’Ammin i s t raz i one

Comunale di Roverè V.se edell’Ente Parco NaturaleRegionale della Lessinia,sono stati effettuati importanti lavori di manu-tenzione delle strutture interne e di messa in sicu-rezza degli impianti di illu-minazione. A partire dal 1993 sono ini-ziati una serie di studi bio-logici, idrogeologici e ditutela ambientale della cavità carsica. Per tali inda-gini sono state installatestrumentazioni per il moni-toraggio dei più significativiparametri chimico-fisici.L’ambiente ipogeo della

LESSINIA_3:Layout 1 6-03-2007 10:20 Pagina 16

Page 82: Catalogo dei Musei della Lessinia

8181G

rott

a di

Mon

te C

apri

olo

di R

OV

ER

E’ V

ER

ON

ES

E

effettuate all’interno dellagrotta hanno permesso disegnalare la presenza dinumerose specie caverni-cole. Nel primo tratto dellacavità sono abbastanzafrequenti ragni troglofili(Meta menardi e Nesticuseremita), oltre ad alcunespecie di Opilionidi noncavernicoli. Tra le specietroglobie, più specializza-te alla vita sotterranea,ricordiamo i Pseudoscor -pioni Neobisium torrei eChthonius lessiniensis, iDiplopodi Trogloiulus bol-dorii e Ophyiulus major,gli Ortotteri Troglophilusneglectus e Troglophiluscavicola, i Coleotteri Oro -trechus vicentinus juccii,Orotrechus pominii eSpeluncarius stefani. Tra iColeotteri Cholevidi, infi-ne, è segnalata una Neo -ba tyscia in corso di studioe probabilmente apparte-nente ad una nuova spe-cie. La specie più comunenella grotta è, comunque,Laemostenus schreibersi,un carabide troglofilo, pre-datore.Anche i pipistrelli frequen-tano la grotta; si trattaper lo più di esemplari iso-lati che si possono vedere

effettuate all’interno dellagrotta hanno permesso disegnalare la presenza dinumerose specie caverni-cole. Nel primo tratto dellacavità sono abbastanzafrequenti ragni troglofili(Meta menardie Nesticuse-remita), oltre ad alcunespecie di Opilionidi non cavernicoli. Tra le specietroglobie, più specializza-te alla vita sotterranea, ricordiamo i Pseudoscor-pioni Neobisium torrei eChthonius lessiniensis, iDiplopodi Trogloiulus bol-dorii e Ophyiulus major, gli Ortotteri Troglophilusneglectus e Troglophiluscavicola, i Coleotteri Oro-trechus vicentinus juccii,Orotrechus pominii e Speluncarius stefani. Tra iColeotteri Cholevidi, infi-ne, è segnalata una Neo-batyscia in corso di studioe probabilmente apparte-nente ad una nuova spe-cie. La specie più comunenella grotta è, comunque,Laemostenus schreibersi,un carabide troglofilo, pre-datore. Anche i pipistrelli frequen-tano la grotta; si tratta per lo più di esemplari iso-lati che si possono vedere

LESSINIA_3:Layout 1 6-03-2007 10:20 Pagina 17

Page 83: Catalogo dei Musei della Lessinia

82G

rotta di Monte C

apriolo di RO

VE

RE

’ VE

RO

NE

SE

82

soprattutto durante la sta-gione invernale.Saranno realizzati a breveinterventi per la sistema-zione che prevedono l’al-lungamento del percorsoturistico interno, l’allesti-mento di un terrario e unacquario per l’esposizionedi specie cavernicole e l’in-serimento di un’adeguatasegnaletica didattica.

RICETTIVITA’

Orari: metà giugno-primo fine settimana di settembre,sabato 15-19; domenica 10-12; 15-19ferragosto 10-12; 15-19

Durante gli altri periodi dell’anno, con un preavviso di almeno 5 giorni, visite guidate su prenotazione telefonica, per un minimo di 20 persone.

Visitabile da diversamente abili:solo se accompagnati

CONTATTI

Indirizzo:Contrada CapraiaRoverè Veronese

Telefono:045 918484 (Bruno Pellegrini)

RICETTIVITA’

Orari:metà giugno-primo fine settimana di settembre,sabato 15-19; domenica 10-12; 15-19ferragosto 10-12; 15-19

Durante gli altri periodi dell’anno, visite guidate su pre-notazione telefonica, con unpreavviso di almeno 5 giorni,per un minimo di 20 persone.

Visitabile da diversamente abili:solo se accompagnati

CONTATTI

Indirizzo:Contrada CapraiaRoverè Veronese

Telefono:045 918484 (Bruno Pellegrini)

soprattutto durante la sta-gione invernale. Saranno realizzati a breveinterventi per la sistema-zione che prevedono l’al-lungamento del percorsoturistico interno, con l’in-serimento di un’adeguatasegnaletica didattica, l’al-lestimento di un terrario eun acquario per l’esposi-zione di specie caverni-cole.

LESSINIA_3:Layout 1 6-03-2007 10:20 Pagina 18

Page 84: Catalogo dei Musei della Lessinia

MuseoPaleontologicoe Preistoricodi Sant’Anna d’Alfaedo

8383

MuseoPaleontologicoe Preistoricodi Sant’Anna d’Alfaedo

di Alberto Broglio, Leone Fasani,Antonio Guerreschi, Luciano Salzani, Paola Salzani,Marco Peresani, Paola Vesentini,Roberto Zorzin

In un nuovo edificioappositamente costrui-to secondo la tradizione

degli edifici in pietra lessini-ci ha sede il Museo nelcuore di un territorio cheha restituito un numeroincredibile di reperti fossilie testimonianze umane findalle epoche più antiche inuna soluzione di continuitàeccezionale.Sant’Anna, già nel 1961,per iniziativa di FrancescoZorzi, aveva ospitatonella sede comunale unMuseo di Storia Naturale,testimonianza della note-vole ricchezza di questoterritorio, esplorato dapreistorici e paleontologia partire dall’800. Nella

sede attuale il pian terrenoè dedicato alla paleontolo-gia con un percorso di alle-stimento ideato da LorenzoSorbini e realizzato nel1998, dopo la sua morte,da Roberto Zorzin; ilsecondo piano dal 2002ospita una rassegna com-pleta delle documentazionipreistoriche.

LA SEZIONE DI PALEONTOLOGIANel territorio comunale diSant’Anna d’Alfaedo, a par-tire dagli anni ’60, si è veri-ficato un incremento delleattività estrattive a cieloaperto della cosiddetta“Pietra di Prun” che ha por-tato al rinvenimento di

importante materiale pale-ontologico. Il continuosusseguirsi di questi inte-ressanti ritrovamenti nellenumerose cave dei montiLoffa e S. Giovanni, dovu-to anche alla crescentedisponibilità e collabora-zione della popolazionelocale, ha arricchito a talpunto il numero dei reper-ti fossili disponibili dapoterli valorizzare ade-guatamente nel la nuovastruttura locale. Il materia-le paleontologico esposto ècostituito prevalentementeda macrofossili, tra cui pri-meggiano i rettili ed ipesci, che per le dimensio-ni e il non comune stato diconservazione costitui-

La sede del Museo

sede attuale il pian terrenoè dedicato alla paleontolo-gia con un percorso di alle-stimento ideato da LorenzoSorbini e realizzato nel1998, dopo la sua morte,da Roberto Zorzin; il secondo piano dal 2002ospita una rassegna com-pleta delle documentazionipreistoriche.

LA SEZIONE DI PALEONTOLOGIANel territorio comunale diSant’Anna d’Alfaedo, a par-tire dagli anni ’60, si è veri-ficato un incremento delleattività estrattive a cieloaperto della cosiddetta“Pietra di Prun” che ha por-tato al rinvenimento di

importante materiale pale-ontologico. Il continuo susseguirsi di questi inte-ressanti ritrovamenti nellenumerose cave dei montiLoffa e S. Giovanni, dovu-to anche alla crescente disponibilità e collabora-zione della popolazione locale, ha arricchito a talpunto il numero dei reper-ti fossili disponibili da poterli valorizzare ade-guatamente nella nuovastruttura locale. Il materia-le paleontologico esposto ècostituito prevalentementeda macrofossili, tra cui pri-meggiano i rettili ed ipesci, che per le dimensio-ni e il non comune stato diconservazione costitui-

In un nuovo edificio appositamente costruitosecondo la tradizione

degli edifici in pietra lessi-nici ha sede il Museo nelcuore di un territorio cheha restituito un numero incredibile di reperti fossilie testimonianze umane findalle epoche più antiche inuna soluzione di continuitàeccezionale. Sant’Anna, già nel 1961,per iniziativa di FrancescoZorzi, aveva ospitato nella sede comunale unMuseo di Storia Naturale,testimonianza della note-vole ricchezza di questoterritorio, esplorato dapreistorici e paleontologi a partire dall’800. Nella

LESSINIA_4:Layout 1 5-03-2007 6:22 Pagina 1

Page 85: Catalogo dei Musei della Lessinia

Museo P

aleontologico e Preistorico di S

AN

T’A

NN

A D

’AL

FA

ED

O84

Museo P

aleontologico e Preistorico di S

AN

T’A

NN

A D

’AL

FA

ED

O84

scono una delle raccoltecretaciche più importantid’Europa.L’esposizione è struttura-ta in modo da permette-re un’agevole lettura delterritorio di Sant’Annad’Alfaedo ed in particolaredi ricostruire accurata-mente l’ambiente di vitadegli organismi del passa-to, mettendo in evidenza ipiù significativi reperti delCretacico superiore (for-mazione della Scaglia

Rossa Veneta – circa 70milioni di anni fa). La visita alle sale espositi-ve inizia con un’introduzio-ne riguardante i concetti didatazione, stratigrafia etettonica quali argomentinecessari per illustrare iltema dell’attività estratti-va, da cui proviene la mag-gior parte dei reperti espo-sti al Museo. Le cave sonoper questo illustrate secon-do la tipologia, le caratteri-stiche e l’utilizzo delle

rocce. Uno stupendo tela-io dell’800 permette diapprezzare le tecnichecostruttive del passato,mediante la “Pietra diPrun”, nota anche come“lastame”. Si tratta di unorizzonte calcareo appar-tenente alla formazionegeologica della ScagliaRossa Veneta, che ha unospessore di circa 70-75metri di cui solamente 7-8vengono estratti dal MonteLoffa-Monte San Giovanni.

Ricostruzione paleoambientale della Scaglia Rossa Veneta (Sezione di Paleontologia)

Veneta – circa 70 milioni dianni fa). La visita alle sale espositi-ve inizia con un’introduzio-ne riguardante i concetti didatazione, stratigrafia etettonica quali argomentinecessari per illustrare iltema dell’attività estratti-va, da cui proviene la mag-gior parte dei reperti espo-sti al Museo. Le cave sonoper questo illustrate secon-do la tipologia, le caratteri-stiche e l’utilizzo delle

rocce. Uno stupendo tela-io dell’800 permette di apprezzare le tecniche costruttive del passato,mediante la “Pietra diPrun”, nota anche come“lastame”. Si tratta di unorizzonte calcareo appar-tenente alla formazionegeologica della ScagliaRossa Veneta, che ha unospessore di circa 70-75metri di cui solamente 7-8vengono estratti dal MonteLoffa-Monte San Giovanni.

scono una delle raccoltecretaciche più importantid’Europa. L’esposizione è struttura-ta in modo da permette-re un’agevole lettura delterritorio di Sant’Annad’Alfaedo ed in particolarela ricostruzione accuratadell’ambiente di vita degliorganismi del passato,mettendo in evidenza i piùsignificativi reperti del Cre-tacico superiore (forma-zione della Scaglia Rossa

LESSINIA_4:Layout 1 5-03-2007 6:22 Pagina 2

Page 86: Catalogo dei Musei della Lessinia

Mus

eo P

aleo

ntol

ogic

o e

Pre

isto

rico

di S

AN

T’A

NN

A D

’AL

FA

ED

O8585

Mus

eo P

aleo

ntol

ogic

o e

Pre

isto

rico

di S

AN

T’A

NN

A D

’AL

FA

ED

O

Un’accurata descrizionepaleoambientale della Sca -glia precede alcuni repertifossili rinvenuti per lo piùentro i calcari della Pietradi Prun, di cui viene rico-struito l’antico ambiente disedimentazione. Si trattaprincipalmente di ammo-niti, echinodermi, lamelli-branchi, tartarughe, squa-li e rettili marini.Alcuni stupendi esemplaridi tartarughe, squali emosasauri (rettili marini)caratterizzano la salasituata a pianterreno. Ilperfetto stato di conserva-zione dei reperti fossilievidenzia la straordinarie-tà dei ritrovamenti pale-ontologici che sono stati

recuperati grazie all’atten-zione dei locali cavatori.

LA SEZIONE DI PREISTORIAIl secondo piano è dedi-cato alla preistoria delterritorio di Sant’Annad’Alfaedo.

IL PALEOLITICOLungo le pareti della sala“Giovanni Solinas” è allesti-ta una presentazione dellastoria del primo popola-mento della Lessinia a par-tire dal Paleolitico inferiore,periodo scarsamente cono-sciuto ma testimoniato damanufatti e da bifacciali inselce come quello esposto,rinvenuto a Cà Palui. Nelle

vetrine successive si posso-no apprezzare le ricostru-zioni dei Monti Lessini indiversi momenti delPleistocene ed ammirare glielementi di un quadro cul-turale che va dal Paleoliticomedio alla fine delPaleolitico superiore. Letestimonianze archeologi-che della Grotta di Fumanee del Riparo Taglientedocumentano dettagliata-mente l’Uomo diNeandertal, i primi sapiense i cacciatori-raccoglitoridel Tardiglaciale. La Grotta di Fumane fornisceun importante contributo allaconoscenza dei problemilegati all’estinzione di Homoneanderthalensis e alla diffu-sione di Homo sapiens inEuropa, evidenziandone ledifferenze comportamentali.Dalla grotta provengono lefamose pietre dipinte auri-gnaziane: opere d’arte tra leprime al mondo (circa35.000 anni dal presente).Tra queste due sono le piùsignificative: una che raffigu-ra un animale interpretabilecome un mustelide o comeun felide e l’altra mostra lasagoma di uno sciamano,vista di fronte, che porta uncopricapo con due corna. Fossili di squali

recuperati grazie all’atten-zione dei locali cavatori.

LA SEZIONE DI PREISTORIAIl secondo piano è dedi-cato alla preistoria del territorio di Sant’Annad’Alfaedo.

Il PaleoliticoLungo le pareti della sala“Giovanni Solinas” è allesti-ta una presentazione dellastoria del primo popola-mento della Lessinia a par-tire dal Paleolitico inferiore,periodo scarsamente cono-sciuto ma testimoniato damanufatti e da bifacciali inselce come quello esposto,rinvenuto a Cà Palui. Nelle

vetrine successive si posso-no apprezzare le ricostru-zioni dei Monti Lessini indiversi momenti del Plei-stocene ed ammirare glielementi di un quadro cul-turale che va dal Paleoliticomedio alla fine del Paleo-litico superiore. Le testi-monianze archeologichedella Grotta di Fumane edel Riparo Tagliente docu-mentano dettagliatamentel’Uomo di Neandertal, iprimi sapiens e i cacciatori-raccoglitori del Tardiglaciale. La Grotta di Fumane fornisceun importante contributo allaconoscenza dei problemilegati all’estinzione di Homoneanderthalensis e alla diffu-sione di Homo sapiens inEuropa, evidenziandone ledifferenze comportamentali.Dalla grotta provengono lefamose pietre dipinte auri-gnaziane: opere d’arte tra leprime al mondo (circa35.000 anni dal presente).Tra queste, due sono le piùsignificative: una che raffi-gura un animale interpreta-bile come un mustelide ocome un felide e l’altramostra la sagoma di unosciamano, vista di fronte,che porta un copricapo condue corna.

Un’accurata descrizionepaleoambientale della Sca-glia precede alcuni repertifossili rinvenuti per lo piùentro i calcari della Pietradi Prun, di cui viene rico-struito l’antico ambiente disedimentazione. Si trattaprincipalmente di ammo-niti, echinodermi, lamelli-branchi, tartarughe, squa-li e rettili marini. Alcuni stupendi esemplaridi tartarughe, squali e mosasauri (rettili marini)caratterizzano la sala situata a pianterreno. Ilperfetto stato di conserva-zione dei reperti fossili evidenzia la straordinarie-tà dei ritrovamenti pale-ontologici che sono stati

LESSINIA_4:Layout 1 5-03-2007 6:22 Pagina 3

Page 87: Catalogo dei Musei della Lessinia

Museo P

aleontologico e Preistorico di S

AN

T’A

NN

A D

’AL

FA

ED

OM

useo Paleontologico e P

reistorico di SA

NT

’AN

NA

D’A

LF

AE

DO

86M

useo Paleontologico e P

reistorico di SA

NT

’AN

NA

D’A

LF

AE

DO

86

A testimonianza della pri -ma colonizzazione nelTardigla ciale sono espostii reperti epigravettianirinvenuti a RiparoTagliente (Valpantena)dove gruppi umani vive-vano di caccia, raccolta epesca in ambienti popola-ti da stambecchi, bisonti,alci e marmotte ed, in unsecondo momento, inambienti boschivi concervi, caprioli e cinghiali.

I reperti più importanti siriferiscono alla produzio-ne artistica, arricchita daincisioni di animali oppuredi tipo geometrico anchedipinte con l’ocra.Rilevante è inoltre unasepoltura di un giovane,purtroppo parzialmentesvuotata nel Medioevo.

IL NEOLITICOIn un’epoca di importanticambiamenti e profonde

trasformazioni si manife-stano le prime attivitàagricole e di allevamento,la produzione dei primimanufatti in ceramica, distrumenti legati al mondoagricolo (asce e accette inpietra levigata, falcetti inselce, macine e macinel-li). Le comunità diventanosemi-sedentarie, dandoluogo a varie forme di vil-laggio.Sui Monti Lessini gli scavi

Parte della sala della Sezione di Preistoria

I reperti più importanti siriferiscono alla produzio-ne artistica, arricchita daincisioni di animali oppuredi tipo geometrico anchedipinte con l’ocra. Rile-vante è inoltre una sepoltura di un giovane,purtroppo parzialmentesvuotata nel Medioevo.

Il NeoliticoIn un’epoca di importanticambiamenti e profonde

trasformazioni si manife-stano le prime attivitàagricole e di allevamento,la produzione dei primimanufatti in ceramica, distrumenti legati al mondoagricolo (asce e accette inpietra levigata, falcetti inselce, macine e macinel-li). Le comunità diventanosemi-sedentarie, dandoluogo a varie forme di vil-laggio. Sui Monti Lessini gli scavi

A testimonianza della pri-ma colonizzazione nelTardi glaciale sono espostii reperti epigravettiani rinvenuti a Riparo Ta-gliente (Valpantena) dovegruppi umani vivevano dicaccia, raccolta e pesca inambienti popola-ti dastambecchi, bisonti, alci emarmotte ed, in un se-condo momento, in ambienti boschivi concervi, caprioli e cinghiali.

LESSINIA_4:Layout 1 5-03-2007 6:22 Pagina 4

Page 88: Catalogo dei Musei della Lessinia

Mus

eo P

aleo

ntol

ogic

o e

Pre

isto

rico

di S

AN

T’A

NN

A D

’AL

FA

ED

O8787

Mus

eo P

aleo

ntol

ogic

o e

Pre

isto

rico

di S

AN

T’A

NN

A D

’AL

FA

ED

O

intrapresi a Lugo diGrezzana hanno portatoalla luce un villaggio riferi-bile alla Cultura di Fiorano,importante nell’Italia set-tentrionale (metà del VImillennio a. C.).Con il V millennio a. C.trova espressione la Cul -tura dei vasi a boccaquadrata (VBQ). Le comunità esistentidimostrano una grandecapacità di adattamentoalle diverse condizioniambientali, probabilmenteper l’economia basataanche sull’allevamento e lapastorizia. Sappiamo cheseppellivano i loro morticon un corredo e secondomodalità codificate.Sui Monti Lessini gliaspetti formativi di que-sta Cultura (VBQ I o stilegeometrico lineare) sonoravvisabili a Lugo diGrezzana. Un piccolonucleo di materiali rinve-nuti a S. Am bro gio diValpolicella testimoniainvece la presenza di unacomunità riferibile alla IIfase VBQ o stile mean-drospiralico.Nella metà del V millennioa. C. la Lessinia viene fre-quentata da gruppi che si

riferiscono alla fase finaledella Cultura VBQ. Tracce,anche se ancora assai esi-gue, provengono dal sitodi Colombare di Negrar. Visono testimonianze anchea Scalucce, da un unicoframmento provenientedalle ricerche compiutenell’Ottocento.Ad una fase più tarda delNeolitico (inizi del IV mil-lennio a. C.), sono da rife-rire numerose evidenze(Passo del Piccon, a Co -lombare di Negrar e aScalucce), sulla base delmateriale ceramico, com-posto perlopiù da decora-zioni plastiche.

L’ETÀ DEI METALLITra il IV ed il III millennioa. C. la Lessinia occiden-tale vede un rinnovatointeresse da parte dellepopolazioni preistoriche,alla ricerca della selce cheveniva qui estratta e lavo-rata, come attestano lenumerose officine litiche ela frequente e diffusa pre-senza di strumenti qualipicconi e scalpelli (stru-menti “campignani”). Uno dei siti più significativiè quello di Scalucce diMolina, dove è stata messa

in luce un’eccezionalequan tità di manufatti cera-mici e litici e, soprattutto,resti di lavorazione dellaselce. Rilevanti sono inoltrele sepolture scoperte aridosso del grande riparoche caratterizza la località.In queste tombe sono statiritrovati alcuni resti schele-trici ed elementi dei corre-di tombali. Coevi sono i resti dell’inse-diamento di Colombare diNegrar, con strutture di unacapanna e tracce di altreche ha restituito un’ascia inrame e ceramica decorataa metope.Alla fine del III millennio a.

Lo Sciamano, dipinto su pietrarinvenuto nella Grotta diFumane (Aurigniaziano)

della Cultura VBQ. Tracce,anche se ancora assai esi-gue, provengono dal sitodi Colombare di Negrar. Visono testimonianze anchea Scalucce, da un unicoframmento provenientedalle ricerche compiutenell’Ottocento. Ad una fase più tarda delNeolitico (inizi del IV mil-lennio a. C.), sono da rife-rire numerose evidenze(Passo del Piccon, a Co-lombare di Negrar e a Scalucce), sulla base delmateriale ceramico, com-posto per lo più da decora-zioni plastiche.

L’Età dei MetalliTra il IV ed il III millennioa. C. la Lessinia occiden-tale vede un rinnovato interesse da parte dellepopolazioni preistoriche,alla ricerca della selceche veniva qui estratta elavo-rata, come attestanole numerose officine liti-che e la frequente e dif-fusa presenza di stru-menti quali picconi escalpelli (strumenti “cam-pignani”). Uno dei siti più significativiè quello di Scalucce di Molina, dove è stata messa

in luce un’eccezionalequantità di manufatti cera-mici e litici e, soprattutto,resti di lavorazione dellaselce. Rilevanti sono inoltrele sepolture scoperte a ridosso del grande riparoche caratterizza la località.In queste tombe sono statiritrovati alcuni resti schele-trici ed elementi dei corre-di tombali. Coevi sono i resti dell’inse-diamento di Colombare diNegrar, con strutture di unacapanna e tracce di altre,che ha restituito un’ascia inrame e ceramica decorataa metope. Alla fine del III millennio a.

intrapresi a Lugo di Grezzana hanno portatoalla luce un villaggio riferi-bile alla Cultura di Fiorano,importante nell’Italia set-tentrionale (metà del VImillennio a. C.). Con il V millennio a. C.trova espressione la Cul-tura dei vasi a bocca quadrata (VBQ). Le comunità esistenti dimostrano una grande capacità di adattamentoalle diverse condizioni am-bientali, probabilmente perl’economia basata anchesull’allevamento e la pa-storizia. Sappiamo cheseppellivano i loro morticon un corredo e secondomodalità codificate. Sui Monti Lessini gli aspetti formativi di que-sta Cultura (VBQ I o stilegeometrico lineare) sonoravvisabili a Lugo di Grez-zana. Un piccolo nucleo di materiali rinvenuti a S. Ambrogio di Valpolicellatestimonia invece la pre-senza di una comunità ri-feribile alla II fase VBQ ostile meandrospiralico. Nella metà del V millennioa. C. la Lessinia viene fre-quentata da gruppi che siriferiscono alla fase finale

LESSINIA_4:Layout 1 5-03-2007 6:22 Pagina 5

Page 89: Catalogo dei Musei della Lessinia

Museo P

aleontologico e Preistorico di S

AN

T’A

NN

A D

’AL

FA

ED

OM

useo Paleontologico e P

reistorico di SA

NT

’AN

NA

D’A

LF

AE

DO

88M

useo Paleontologico e P

reistorico di SA

NT

’AN

NA

D’A

LF

AE

DO

88

C. risalgono i resti di alcu-ne ciste litiche (cassoni inpietra) venuti in luce neglianni ’70 del secolo scorsosul Monte Loffa. Una diqueste conteneva ancoraalcuni resti di un inumatocon corredo in selce. Durante gli ultimi secolidella prima metà del IIsecolo a. C. ed in quellisuccessivi, si intensificanogli insediamenti testimo-niati da vari ritrovamenticeramici che richiamanoa forme diffuse negliambienti palafitticoli delterritorio benacense, dacui probabilmente i gruppigiungevano. Vi risalgono iresti del villaggio fortificatodelle Guaite, sito su altura

analogo ad altri dellaLessinia (i cosiddetti “ca -stellieri”), sorti probabil-mente per motivi strategicidi difesa.Un aspetto particolareriguarda le numerose grottee covoli utilizzati spesso persepolture collettive, come lapiccola cavità nel vaio dellaLora (Monte Pastello, ver-sante Val d’Adige).

L’ETÀ DEL FERRO E LA ROMANIZZAZIONEDurante gli ultimi secoli delII millennio a. C. (tarda etàdel Bronzo) l’area deiLessini sembra aver svoltoun ruolo piuttosto margi-nale rispetto ai grandi ciclidi popolamento della pia-

nura o dell’anfiteatro bena-cense. Gli insediamentipiù significativi sono quellidi S. Giorgio di Valpolicella,di Castelrotto, di Montorio,di S. Briccio di Lavagno e diColognola ai Colli. Un com-prensorio molto importan-te era quello degli insedia-menti di Monte Loffa, diMonte S. Giovanni, diCastel Sottosengia e dellaPurga di Velo. Le strutture insediativesono molto caratteristiche erientrano nella tipologiadella “casa retica” e presen-tano un utilizzo massiccio dipietre e di lastre di calcare.La cultura materiale pre-senta una tipologia cerami-ca sostanzialmente paleo-veneta, durante il VI e Vsecolo a. C. Si vedano inparticolare i vasi di Ca -stelrotto, con la caratteri-stica decorazione a fascerosse e nere. Nei secolisuccessivi, però, si accen-tuano gli aspetti retici-alpi-ni, documentati soprattut-to nella tipologia di alcuniboccali e tazze e dall’usodell’alfabeto retico nellesigle presenti su alcuni vasie sui pesi da telaio.Infine, la fase di romaniz-zazione (II-I secolo a. C.)

Alcune vetrine dell’Età dei Metalli della Sala di Preistoria

stellieri”), sorti probabil-mente per motivi strategicidi difesa. Un aspetto particolare riguarda le numerose grottee covoli utilizzati spesso persepolture collettive, come lapiccola cavità nel vaio dellaLora (Monte Pastello, ver-sante Val d’Adige).

L’Età del Ferroe la RomanizzazioneDurante gli ultimi secoli delII millennio a. C. (tarda etàdel Bronzo) l’area dei Lessini sembra aver svoltoun ruolo piuttosto margi-nale rispetto ai grandi ciclidi popolamento della pia-nura o dell’anfiteatro bena-cense. Gli insediamenti

più significativi sono quellidi S. Giorgio di Valpolicella,di Castelrotto, di Montorio,di S. Briccio di Lavagno e diColognola ai Colli. Un com-prensorio molto importan-te era quello degli insedia-menti di Monte Loffa, diMonte S. Giovanni, di Castel Sottosengia e dellaPurga di Velo. Le strutture insediativesono molto caratteristiche erientrano nella tipologiadella “casa retica” e presen-tano un utilizzo massiccio dipietre e di lastre di calcare.La cultura materiale pre-senta una tipologia cerami-ca sostanzialmente paleo-veneta, durante il VI e Vsecolo a. C. Si vedano inparticolare i vasi di Ca-stelrotto, con la caratteri-stica decorazione a fascerosse e nere. Nei secolisuccessivi, però, si accen-tuano gli aspetti retici alpi-ni, documentati soprattut-to nella tipologia di alcuniboccali e tazze e dall’usodell’alfabeto retico nellesigle presenti su alcuni vasie sui pesi da telaio. Infine, la fase di romaniz-zazione (II-I secolo a. C.)è documentata soprattut-to dalla presenza di mone-

C. risalgono i resti di alcu-ne ciste litiche (cassoni inpietra) venuti in luce neglianni ’70 del secolo scorsosul Monte Loffa. Una diqueste conteneva ancoraalcuni resti di un inumatocon corredo in selce. Nella seconda metà del II millennio, si intensificanogli insediamenti testimo-niati da vari ritrovamenticeramici che richiamano forme diffuse negli ambienti palafitticoli delterritorio benacense, dacui probabilmente i gruppigiungevano. Vi risalgono iresti del villaggio fortificatodelle Guaite, sito su alturaanalogo ad altri della Lessinia (i cosiddetti “ca-

LESSINIA_4:Layout 1 5-03-2007 6:22 Pagina 6

Page 90: Catalogo dei Musei della Lessinia

Mus

eo P

aleo

ntol

ogic

o e

Pre

isto

rico

di S

AN

T’A

NN

A D

’AL

FA

ED

O8989

Mus

eo P

aleo

ntol

ogic

o e

Pre

isto

rico

di S

AN

T’A

NN

A D

’AL

FA

ED

O

è documentata soprattut-to dalla presenza di mone-te romane di epoca repub-blicana, a dimostrazioneche la penetrazione roma-na è avvenuta primaattraverso i commerci, acui seguirà un’occupazio-ne vera e propria.

IL PONTE DI VEJAComplementare alla visitadel museo e assolutamen-te consigliata è l’escursio-

ne al vicino Ponte di Vejache, con il complesso digrotte associato, è certa-mente il più noto monu-mento naturale dei MontiLessini Veronesi. Il Ponte diVeja e le sue grotte pre-sentano un grande interes-se sia per gli aspetti prei-storici che geologici. E’ unimponente ponte naturale inroccia, lungo circa 50 m, unodei più belli e grandid’Europa. Il grande arco del

ponte, che è impostato neicalcari giurassici del RossoAmmonitico Vero nese, sieleva per circa 29 metri. Ilcomplesso carsico di Veja ècostituito da cinque ampiegrotte, oltre a numerosi cuni-coli impraticabili e piccolecavità. In una di queste grot-te sono stati riconosciuti unaserie di elementi che hannopermesso di datare la genesidei fenomeni carsici dell’areaa circa 38 milioni di anni fa.

Il Ponte di Veja

grotte associato, è certa-mente il più noto monu-mento naturale dei MontiLessini Veronesi. Il Ponte diVeja e le sue grotte pre-sentano un grande interes-se sia per gli aspetti prei-storici che geologici. E’ unimponente ponte naturale inroccia, lungo circa 50 m, unodei più belli e grandi d’Europa. Il grande arco delponte, che è impostato neicalcari giurassici del Rosso

Ammonitico Veronese, sieleva per circa 29 metri. Ilcomplesso carsico di Veja ècostituito da cinque ampiegrotte, oltre a numerosi cu-nicoli impraticabili e piccolecavità. In una di questegrotte sono stati ricono-sciuti una serie di elementiche hanno permesso di da-tare la genesi dei fenomenicarsici dell’area a circa 38milioni di anni fa.

te romane di epoca repub-blicana, a dimostrazioneche la penetrazione roma-na è avvenuta prima attraverso i commerci, acui seguirà un’occupazio-ne vera e propria.

IL PONTE DI VEJAComplementare alla visitadel museo e assolutamen-te consigliata è l’escursio-ne al vicino Ponte di Vejache, con il complesso di

LESSINIA_4:Layout 1 5-03-2007 6:22 Pagina 7

Page 91: Catalogo dei Musei della Lessinia

Museo P

aleontologico e Preistorico di S

AN

T’A

NN

A D

’AL

FA

ED

O90

Museo P

aleontologico e Preistorico di S

AN

T’A

NN

A D

’AL

FA

ED

O90

RICETTIVITA’

Orari: da 15 maggio a 14 settembre,mercoledì, sabato, domenica e festivi, 10-12, 15-17

da 15 settembre a 14 maggio,solo sabato e domenica, 9.30-12.30; 15.30-18.30

Gli altri giorni su prenotazione telefonicaChiuso il lunedì

Visitabile da diversamente abili:solo il Museo

CONTATTI

Indirizzo:Piazza Dalla BonaSant’Anna d’Alfaedo

Telefono:045 7532656;fax 045 6831112(Cooperativa “La Fonte”)

E-mail:[email protected]

Parte di una delle sale di paleontologia, con macrofossili

SCHEDA TECNICA

Data costruzione edificio 1986

Apertura sala inferiore 1998

Percorso museale ideato Lorenzo Sorbini, Roberto Zorzin

Allestimento Mauro Pangrazio, Oreste Valdinoci

Apertura sala superiore 2002

Percorso museale ideato Alessandra Aspes, Alberto Broglio, Leone Fasani, Antonio Guerreschi, Marco Peresani, Luciano Salzani, Paola Salzani, Paola Vesentini, Roberto Zorzin

Allestimento Valter Rossetto

Webspace www.lessiniamusei.it

CONTATTI

Indirizzo:Piazza Dalla BonaSant’Anna d’Alfaedo

Telefono:045 7532656;fax 045 6831112(Cooperativa “La Fonte”)

E-mail:[email protected]

RICETTIVITA’

Orari: da 15 maggio a 14 settembre, mercoledì, sabato, domenica e festivi, 10-12, 15-17

da 15 settembre a 14 maggio, solo sabato e domenica, 9.30-12.30; 15.30-18.30

Gli altri giorni su prenotazione telefonicaChiuso il lunedì

Visitabile da diversamente abili:solo il Museo

LESSINIA_4:Layout 1 5-03-2007 6:22 Pagina 8

Page 92: Catalogo dei Musei della Lessinia

9191

Grottadi FumaneGrottadi Fumanedi Alberto Broglio e Marco Peresani

La Grotta di Fumaneè uno straordinarioarchivio della storia

evolutiva dell’Uomo, rac-contata nei livelli paleoliti-ci dalle migliaia di oggettirinvenuti negli scavi con-dotti dalle Uni versità diFerrara e di Milano.Manufatti in sel ce scheg-giata, resti di mammifericacciati e ma cellati, focola-ri, accumuli di rifiuti docu-mentano le frequentazioneda parte dell’Uomo diNeandertal e dei primiuomini moderni (sapiens)che colonizzarono l’Euro -pa. Furono questi ultimiad abbandonare gli ecce-zionali reperti riprodotti alMuseo di Sant’AnnaD’Alfaedo che ritraggonouna popolazione social-mente più evoluta, ingrado di fabbricare utensi-li efficaci, comporre opere

d’arte e produrre oggettiornamentali, raffinati ele-menti di identificazioneetnica. Le vicende che portaronoalla scoperta di questo sitorisalgono al secolo scorso,

quando attorno al 1960 ilMaestro G. Solinas segna-lò come l’allargamentodella strada comunaleavesse intaccato la basedei depositi esponendo ilivelli del Paleolitico me -

La struttura che protegge

dall’architetto A. Rudila Grotta, progettata

d’arte e produrre oggettiornamentali, raffinati ele-menti di identificazione etnica. Le vicende che portaronoalla scoperta di questo sitorisalgono al secolo scorso,

quando attorno al 1960 ilmaestro G. Solinas segna-lò come l’allargamentodella strada comunaleavesse intaccato la basedei depositi esponendo i livelli del Paleolitico me-

La Grotta di Fumane è uno straordinarioarchivio della storia

evolutiva dell’Uomo, rac-contata nei livelli paleoliti-ci dalle migliaia di oggettirinvenuti negli scavi con-dotti dalle Università diFerrara e di Milano. Manufatti in selce scheg-giata, resti di mammifericacciati e macellati, focola-ri, accumuli di rifiuti docu-mentano le frequentazioneda parte dell’Uomo di Neandertal e dei primi uomini moderni (sapiens)che colonizzarono l’Euro-pa. Furono questi ultimi ad abbandonare gli ecce-zionali reperti riprodotti alMuseo di Sant’Anna D’Alfaedo che ritraggonouna popolazione social-mente più evoluta, ingrado di fabbricare utensi-li efficaci, comporre opere

LESSINIA_4:Layout 1 5-03-2007 6:22 Pagina 9

Page 93: Catalogo dei Musei della Lessinia

Grotta di F

UM

AN

E92

Grotta di F

UM

AN

E92

dio. Dopo le prime esplo-razioni e vari interventi,venne scoperta una grot-ta completamente ma -sche rata da depositi difrana. Gli scavi tuttora incorso stanno indagandol’ampia successione sedi-mentaria e mettendo inluce resti di abitati pa leo -litici.Dopo una prima sostadavanti alla grande can-cellata protettiva, la visitainizia imboccando, pochedecine di metri più amonte, un sentiero attra-verso il quale si accededirettamente alla partesuperiore della grotta.Scendendo lungo una

delle pareti originarie del-l’antica grotta abitata, ilpercorso introduce diret-tamente all’area protettadalla volta rocciosa,attualmente nodo centraledelle ricerche sull’organiz-zazione dell’abitato e sulmodo di vita di Homoneanderthalensis e Homosapiens, due specie cosìdissimili biologicamente emorfologicamente ma en -trambe perfettamente ingrado di sfruttare le risor-se da scheggiare dellamontagna lessinea (selcied altre pietre da scheg-giare, prede animali,pesci, uccelli, vegetali). Alla sinistra, una lunga

galleria è riempita daidepositi di un cospicuocorpo di frana che tampo-nò la cavità. Esso è com-posto da più accumuli roc-ciosi, determinati dal-l’azione del gelo-disgelo,dal crollo di grandi massidalla parete soprastante,da episodi di sedimenta-zione eolica e di trasportoidrico localizzato (colluvi).L’insieme delle caratteri-stiche suggerisce che lasua deposizione sia avve-nuta nel corso dell’ultimoglaciale (27.000-17.000anni fa), in condizioni cli-matiche tanto rigide manon sufficientemente sfa-vorevoli da impedire aicacciatori paleolitici di uti-lizzare la grotta comerifugio e a qualche car -nivoro di rintanarsi nellaparte più interna, cospar-sa di grandi ossa, attual-mente non visibile. A questo punto si osservala grande sezione strati-grafica (lato sud est delpercorso attrezzato), cor-redata di tre pannelli diapprofondimento sui de -po siti e sul loro contenutoarcheologico. Espo sta nel1992 durante un sondag-gio, la sezione mostra

Parte più interna della Grotta, attualmente non accessibile

delle pareti originarie del-l’antica grotta abitata, ilpercorso introduce diret-tamente all’area protettadalla volta rocciosa, attualmente nodo centraledelle ricerche sull’organiz-zazione dell’abitato e sulmodo di vita di Homo neanderthalensis e Homosapiens, due specie cosìdissimili biologicamente emorfologicamente ma en-trambe perfettamente in-grado di sfruttare le risor-se della montagna lessinea(selci ed altre pietre dascheggiare, prede ani-mali, pesci, uccelli, vege-tali). Alla sinistra, unalunga galleria è riempita

dai depositi di un cospicuocorpo di frana che tampo-nò la cavità. Esso è com-posto da più accumulirocciosi, determinati dal-l’azione del gelo-disgelo,dal crollo di grandi massidalla parete soprastante,da episodi di sedimenta-zione eolica e di trasportoidrico localizzato (colluvi).L’insieme delle caratteri-stiche suggerisce che lasua deposizione sia avve-nuta nel corso dell’ultimoglaciale (27.000-17.000anni fa), in condizioni cli-matiche tanto rigide manon sufficientemente sfa-vorevoli da impedire aicacciatori paleolitici di uti-lizzare la grotta come rifugio e a qualche car-nivoro di rintanarsi nellaparte più interna, cospar-sa di grandi ossa, attual-mente non visibile. A questo punto si osservala grande sezione strati-grafica (lato sud est delpercorso attrezzato), cor-redata di tre pannelli di approfondimento sui de-positi e sul loro contenutoarcheologico. Esposta nel1992 durante un sondag-gio, la sezione mostra numerosi strati che scan-

dio. Dopo le prime esplo-razioni e vari interventi,venne scoperta una grot-ta completamente ma-scherata da depositi difrana. Gli scavi tuttora incorso stanno indagandol’ampia successione sedi-mentaria e mettendo inluce resti di abitati paleo-litici. Dopo una prima sosta davanti alla grande can-cellata protettiva, la visitainizia imboccando, pochedecine di metri più amonte, un sentiero attra-verso il quale si accede direttamente alla parte superiore della grotta.Scendendo lungo una

Parte più interna della Grotta, attualmente non accessibile

LESSINIA_4:Layout 1 5-03-2007 6:22 Pagina 10

Page 94: Catalogo dei Musei della Lessinia

Gro

tta

di F

UM

AN

E9393

Gro

tta

di F

UM

AN

E

numerosi strati che scan-discono gli eventi climaticie i momenti di frequenta-zione neandertaliana regi-strati in un intervallo tem-porale durato circa 80.000anni. Alla base, i grandimassi di crollo sono coper-ti da una serie di livelli.Alcuni strati scuri ricchi dimanufatti e di resti osseianimali attestano le primefrequentazioni umane. Aldi sopra, segue un nettocambiamento litologicorispetto ai precedenti. Ilclima era più freddo earido con punte di forterecrudescenza e, se siesclude il ricco suolod’abitato dell’unità BR11,

sembra avere condiziona-to la presenza umana chediventa sporadica. Con ilsopraggiungere di condi-zioni climatiche meno sfa-vorevoli si sedimentano glistrati orizzontali di sabbiee i numerosi livelli di brec-cia con componente eoli-ca, talora interrotti datane di marmotta, dove lapresenza neandertalianasi fa nuovamente intensatanto da conferire unacolorazione scura ai sedi-menti. Si ha modo di credere chela grotta cambiò funzionenel corso del tempo: luogodi sosta temporanea per lamacellazione delle prede

oppure per la lavorazionedelle pelli, luogo ad occu-pazione intensa, con atti-vità di scheggiatura, fab-bricazione di strumenti,lavorazione delle pelli e dialtri materiali. Restanobene conservate le traccedei fuochi accesi. Restiossei suggeriscono che leattività venatorie eranodirette soprattutto a cervie stambecchi giovani-adulti e adulti, ma anche acaprioli, megaceri, camo-sci e bisonti. Le predevenivano scuoiate, disarti-colate e depezzate, leossa lunghe volontaria-

Depositi più antichi di Fumane risalenti a 80.000 anni fa

Sezione dei depositi Musteriani

to la presenza umana chediventa sporadica. Con ilsopraggiungere di condi-zioni climatiche meno sfa-vorevoli si sedimentano glistrati orizzontali di sabbiee i numerosi livelli di brec-cia con componente eoli-ca, talora interrotti da tane di marmotta, dove lapresenza neandertaliana si fa nuovamente intensatanto da conferire una colorazione scura ai sedi-menti. Si ha modo di credere chela grotta cambiò funzionenel corso del tempo: da luogo di sosta tempo-ranea per la macellazionedelle prede oppure per la

lavorazione delle pelli, aluogo ad occupazione in-tensa, con attività discheggiatura, fabbrica-zione di strumenti,lavorazione delle pelli e dialtri materiali. Restanobene conservate le traccedei fuochi accesi. Restiossei suggeriscono che leattività venatorie erano dirette soprattutto a cervie stambecchi giovani-adulti e adulti, ma anche acaprioli, megaceri, camo-sci e bisonti. Le prede venivano scuoiate, disarti-colate e depezzate, le ossa lunghe volontaria-

discono gli eventi climaticie i momenti di frequenta-zione neandertaliana regi-strati in un intervallo tem-porale durato circa 80.000anni. Alla base, i grandimassi di crollo sono coper-ti da una serie di livelli. Alcuni strati scuri ricchi dimanufatti e di resti osseianimali attestano le primefrequentazioni umane. Aldi sopra, segue un nettocambiamento litologico rispetto ai precedenti. Ilclima era più freddo earido con punte di forte recrudescenza e, se siesclude il ricco suolo d’abitato dell’unità BR11,sembra avere condiziona-

LESSINIA_4:Layout 1 5-03-2007 6:22 Pagina 11

Page 95: Catalogo dei Musei della Lessinia

Grotta di F

UM

AN

E94

Grotta di F

UM

AN

E94

mente fratturate per recu-perare il midollo; le selcigrezze venivano scheg-giate utilizzando il metodoLevallois. In altri momen-ti veniva utilizzata un’in-dustria litica differente(Musteriano Quina), ca -rat terizzata da raschiatoiricavati da schegge digrandi dimensioni. Anchealtre unità si distinguonoper la presenza di scheg-ge piccole e tozze, stac-cate con un metododenominato Discoide. I vari livelli marcati con isimboli da A11 a A1 costi-tuiscono pertanto la chia-

ve di volta di questo giaci-mento. Essi registrano imutamenti climatici eambientali che hanno in -quadrato il processo diestinzione di Homo Nean -derthalensis e connotato ilsuccesso adattativo del -l’Uo mo moderno nellestesse regioni. Si segnalal’importanza del livello A4,a marcare l’ultima occupa-zione neandertaliana. Ilivelli soprastanti testimo-niano abitati aurignazianidei primi uomini anatomi-camente moderni.Soffermandosi nuovamen-te nell’area atriale della

grotta, la visita tocca ilmomento più suggestivodove si ha modo di imma-ginare l’organizzazionedegli accampamenti auri-gnaziani. Contrariamenteai precedenti, questi eranodotati di focolari alloggiatiin buche, talora circondatida lastre di pietra, distrutture da riparo, di areedeputate ad attività diver-se come l’accumulo dirifiuti alle pareti della cavi-tà, la scheggiatura dellaselce, la preparazionedelle armi da getto accan-to ai focolari, lo stoccaggiodi conchiglie marine, l’ac-cumulo di ocra. La grandequantità e la funzione diquesto materiale coloran-te proveniente dai Lessinima anche da altre località,si è ritrovata su opered’arte tra cui la famosapietra dello sciamano,nonchè su alcune pietrestaccate dalla volta pereffetto del gelo, a suggeri-re l’esistenza di una grottainteramente dipinta. I dati di Fumane permet-tono quindi di percepirecome il passaggio cultura-le dal Musteriano (operadell’Uomo di Neandertal)all’Aurignaziano (opera

Focolari ed altre strutture dell’abitato aurignaziano

ve di volta di questo giaci-mento. Essi registrano imutamenti climatici e ambientali che hanno in-quadrato il processo diestinzione di Homo Nean-derthalensis e connotato ilsuccesso adattativo del-l’Uomo moderno nellestesse regioni. Si segnalal’importanza del livello A4,a marcare l’ultima occupa-zione neandertaliana. I livelli soprastanti testimo-niano abitati aurignazianidei primi uomini anatomi-camente moderni. Soffermandosi nuovamen-te nell’area atriale della

grotta, la visita tocca ilmomento più suggestivodove si ha modo di imma-ginare l’organizzazionedegli accampamenti auri-gnaziani. Contrariamenteai precedenti, questi eranodotati di focolari alloggiatiin buche, talora circondatida lastre di pietra, di strutture da riparo, di areedeputate ad attività diver-se come l’accumulo di rifiuti alle pareti della cavi-tà, la scheggiatura dellaselce, la preparazione delle armi da getto accan-to ai focolari, lo stoccaggiodi conchiglie marine, l’ac-cumulo di ocra. La grandequantità e la funzione diquesto materiale coloran-te proveniente dai Lessinima anche da altre località,si è ritrovata su opered’arte tra cui la famosapietra dello sciamano,nonchè su alcune pietrestaccate dalla volta per effetto del gelo, a suggeri-re l’esistenza di una grottainteramente dipinta. I dati di Fumane permet-tono quindi di percepirecome il passaggio cultura-le dal Musteriano (operadell’Uomo di Neandertal)all’Aurignaziano (opera del-

mente fratturate per recu-perare il midollo; le selcigrezze venivano scheg-giate utilizzando il metodoLevallois. In altri momen-ti veniva utilizzata un’in-dustria litica differente(Musteriano Quina), carat-terizzata da raschiatoi ricavati da schegge digrandi dimensioni. Anchealtre unità si distinguonoper la presenza di scheg-ge piccole e tozze, stac-cate con un metododenominato Discoide. I vari livelli marcati con isimboli da A11 a A1 costi-tuiscono pertanto la chia-

LESSINIA_4:Layout 1 5-03-2007 6:22 Pagina 12

Page 96: Catalogo dei Musei della Lessinia

9595G

rott

a di

FU

MA

NE

Gro

tta

di F

UM

AN

E

dell’Uomo moderno) siastato un fenomeno bru-sco, marcato anche dauna radicale trasformazio-ne dell’industria litica cheproduceva lame e lamelle.Con le lame si confeziona-vano strumenti idonei amacellare le prede (lameritoccate), a lavorare lepelli (grattatoi), l’osso e ilpalco dei cervi (bulini). Lelamelle facevano parte diarmi da getto o di stru-menti utilizzati per taglia-re, incidere o segare. Trale innovazioni va ricordatala lavorazione sistematicadell’osso e della conchigliaper la fabbricazione diarmi da caccia (zagaglie),spatole, punteruoli, ma

anche di oggetti ornamen-tali tra cui centinaia diconchiglie marine prove-nienti dalle coste delMediterraneo. Questo giacimento fu dun-que frequentato in piùperiodi, più o meno lun-ghi, dall’Uomo di Nean -dertal lungo un arco ditempo di almeno cinquan-tamila anni e quindi,attorno a 35.000 anni daoggi, da uno dei primigruppi di Uomini modernimigrati in Europa dalVicino e Medio Oriente.Perciò esso offre la possi-bilità di studiare da un latol’evoluzione del clima edell’ambiente dei Lessinidurante l’ultima glaciazio-

ne nelle Alpi (Glaciazionedi Würm, tra 110.000 e11.000 anni dal presente)e dall’altro di conoscerequali risorse del territoriolessineo furono sfruttate,ponendo a confronto ilcomportamento dei cac-ciatori neandertaliani conquello dei cacciatori mo -derni.

RICETTIVITA’

Orari:Su prenotazione telefonica

Visitabile da diversamente abili: parzialmente agibile

CONTATTI

Indirizzo:Vajo Manune, nei pressi del Molino del Cao - Fumane

Telefono:045 7701920;fax 045 7701920(IAT Valpolicella di San Pietro In Cariano)

E-mail:[email protected]

anche di oggetti ornamen-tali tra cui centinaia di conchiglie marine prove-nienti dalle coste del Mediterraneo. Questo giacimento fu dun-que frequentato in più periodi, più o meno lun-ghi, dall’Uomo di Nean-dertal lungo un arco ditempo di almeno cinquan-tamila anni e quindi, attorno a 35.000 anni daoggi, da uno dei primigruppi di Uomini modernimigrati in Europa dal Vicino e Medio Oriente.Perciò esso offre la possi-bilità di studiare da un latol’evoluzione del clima edell’ambiente dei Lessinidurante l’ultima glaciazio-

ne nelle Alpi (Glaciazionedi Würm, tra 110.000 e11.000 anni dal presente)e dall’altro di conoscerequali risorse del territoriolessineo furono sfruttate,ponendo a confronto ilcomportamento dei cac-ciatori neandertaliani conquello dei cacciatori mo-derni.

RICETTIVITA’

Orari:Su prenotazione telefonica

Visitabile da diversamente abili: parzialmente agibile

CONTATTI

Indirizzo:Vajo Manune, nei pressi del Molino del Cao - Fumane

Telefono:045 7701920;fax 045 7701920(IAT Valpolicella di San Pietro In Cariano)

E-mail:[email protected]

l’Uomo moderno) sia statoun fenomeno brusco, mar-cato anche da una radica-le trasformazione dell’indu-stria litica che producevalame e lamelle. Con lelame si confezionavanostrumenti idonei a macel-lare le prede (lame ritoc-cate), a lavorare le pelli(grattatoi), l’osso e il palcodei cervi (bulini). Le la-melle facevano parte diarmi da getto o di stru-menti utilizzati per taglia-re, incidere o segare. Trale innovazioni va ricordatala lavorazione sistematicadell’osso e della conchigliaper la fabbricazione diarmi da caccia (zagaglie),spatole, punteruoli, ma

LESSINIA_4:Layout 1 5-03-2007 6:22 Pagina 13

Page 97: Catalogo dei Musei della Lessinia

9696

L’areaFloro-faunisticadi MalgaDerocondi Erbezzo

di Giuliano Lazzarin

L’Area Floro-faunisti-ca di Malga Dero -con si trova a nord

di Erbezzo, a circa 6 kmdal centro abitato.L’ambiente è quello tipicodell’alta Lessinia dove lemalghe rappresentano laprincipale unità fondiariain cui è suddiviso il terri-torio.Malga Derocon è situata inuna piccola valle che con-fluisce nel Vajo dell’An -guilla, in prossimità delponte stradale che collegaErbezzo a Bosco Chiesa -nuova. Qui ha inizio laForesta dei Folignani,l’area boscata più estesadel settore centrale dellaLessinia. La Foresta, costi-tuita da boschi ad altofu-sto di abete rosso, abetebianco e faggio, ricopre

Il Baito di Malga Deroconsede del Centro di Educazione Ambientale

L’Area Floro-faunisti-ca di Malga Dero-con si trova a nord

di Erbezzo, a circa 6 kmdal centro abitato. L’ambiente è quello tipicodell’alta Lessinia dove lemalghe rappresentano laprincipale unità fondiariain cui è suddiviso il terri-torio. Malga Derocon è situata inuna piccola valle che con-fluisce nel Vajo dell’An-guilla, in prossimità delponte stradale che collegaErbezzo a Bosco Chiesa-nuova. Qui ha inizio la Foresta dei Folignani,l’area boscata più estesadel settore della Lessiniacentrale. La Foresta, costi-tuita da boschi ad alto fu-sto di abete rosso, abetebianco e faggio, ricopre

LESSINIA_5:Layout 1 5-03-2007 6:23 Pagina 1

Page 98: Catalogo dei Musei della Lessinia

9797A

rea

Flo

ro-f

auni

stic

a di

Mal

ga D

eroc

on d

i ER

BE

ZZ

O

tutti i versanti dell’altoVajo dell’Anguilla, dira-mandosi anche nelle vallilaterali. Tutta l’area ècaratterizzata dalla pre-senza di numerose emer-genze faunistiche e flori-stiche e per questo è stataclassificata zona di RiservaNaturale nonché Sito diInteresse Comunitario(SIC). L’Area floro-faunistica haun’estensione di circa 55ettari, coincidente conquella originaria dellamalga. Il paesaggio che sipresenta al visitatore è diun ambiente prevalente-mente forestale, connumerose radure, più omeno ampie, che inter-rompono la continuità delbosco. Solo lungo il pen-dio, che sale verso la som-mità del Monte Scriccio(1.545 m s.l.m.), la coper-tura erbacea è largamenteprevalente nonostante lapresenza di numerosiaffioramenti rocciosi.All’interno dell’Area sitrova un recinto faunisticodi circa 30 ettari, nel qualesono stati immessi esem-plari di cervo, capriolo ecamoscio che vivono incondizioni simili a quelle

Interno di Malga Derocon

tutti i versanti dell’altoVajo dell’Anguilla, dira-mandosi anche nelle vallilaterali. Tutta l’area è caratterizzata dalla pre-senza di numerose emer-genze faunistiche e flori-stiche e per questo è stataclassificata zona di RiservaNaturale nonché Sito di Interesse Comunitario(SIC). L’Area Floro-faunistica haun’estensione di circa 55ettari, coincidente conquella originaria dellamalga. Il paesaggio che sipresenta al visitatore è diun ambiente prevalente-mente forestale, con numerose radure, più omeno ampie, che inter-rompono la continuità delbosco. Solo lungo il pen-dio, che sale verso la som-mità del Monte Scriccio(1.545 m s.l.m.), la coper-tura erbacea è largamenteprevalente nonostante lapresenza di numerosi affioramenti rocciosi. All’interno dell’Area sitrova un recinto faunisticodi circa 30 ettari, nel qualesono stati immessi esem-plari di cervo, capriolo ecamoscio che vivono incondizioni simili a quelle

LESSINIA_5:Layout 1 5-03-2007 6:23 Pagina 2

Page 99: Catalogo dei Musei della Lessinia

98A

rea Floro-faunistica di M

alga Derocon di E

RB

EZ

ZO

98

naturali. Il territorio, infat-ti, è caratterizzato dall’al-ternanza di zone fittamen-te boscate e di praterieaperte ed offre loro unhabitat ideale. La presenza di percorsipedonali e di torrette diosservazione permette aivisitatori l’avvistamentodegli animali senza inter-poste barriere fisiche.Inoltre, essendo l’arearicca di fauna selvatica,può capitare di incontrareanche altri abitatori delbosco, come la Volpe, laDonnola, la Faina, laLepre, lo Scoiattolo o ilGhiro.Nei pressi del baito, l’edifi-cio al centro della malgadove un tempo si lavoravail latte per produrre burroe formaggi, è stato realiz-zato un piccolo GiardinoBotanico, costituito da 60nicchie naturali che raccol-gono altrettante specie dialberi, arbusti, erbe efelci, diffusi nei boschi enei pascoli circostanti.La visita al giardino è gui-data da pannelli chedescrivono le caratteristi-che morfologiche ed eco-logiche delle specie, non-ché alcune delle loro pro-

prietà medicinali.Le piante presenti sonoquelle tipiche della fagge-ta, del margine del bosco edelle radure pascolive; traqueste sono compresealcune specie endemicheed altre catalogate nel-l’elenco della flora protettanella Regione del Veneto.Tutta la zona in cui rientral’Area floro-faunistica èascrivibile alla fascia fitocli-matica del Fagetum, ossianell’area tipica delle fagge-te montane e delle abetinemiste, nelle quali Faggio,Abete bianco ed Abeterosso (Peccio) sono le prin-cipali specie arboree.Tuttavia, l’uomo nel corsodei secoli non solo ha

ridotto le superfici foresta-li per estendere i pascoli,ma ha sfruttato intensa-mente le aree boscate,alterandone la struttura ela composizione. Così,molte formazioni a ceduohanno sostituito le fustaieoriginarie, e specie pionie-re come l’Abete rosso sisono espanse prendendo ilsopravvento su Faggio edAbete bianco.Lungo i sentieri del recintofaunistico sono evidenti letracce lasciate dalle attivitàantropiche nel bosco: levecchie ceppaie di faggio e,soprattutto, le aie carbonili,a testimonianza dello sfrut-tamento della faggeta perla produzione di carbone di

Esemplare maschio di cervo all’interno dell’area Floro-faunistica

Capriolo

prietà medicinali. Le piante presenti sonoquelle tipiche della fagge-ta, del margine del bosco edelle radure pascolive; traqueste sono comprese alcune specie endemicheed altre catalogate nel-l’elenco della flora protettanella Regione del Veneto.Tutta la zona in cui rientral’Area floro-faunistica èascrivibile alla fascia fitocli-matica del Fagetum, ossianell’area tipica delle fagge-te montane e delle abetinemiste, nelle quali Faggio,Abete bianco ed Abeterosso (Peccio) sono le prin-cipali specie arboree. Tuttavia, l’uomo nel corsodei secoli non solo ha

ridotto le superfici foresta-li per estendere i pascoli,ma ha sfruttato intensa-mente le aree boscate, alterandone la struttura ela composizione. Cosìmolte formazioni a ceduohanno sostituito le fustaieoriginarie e specie pionie-re come l’Abete rosso sisono espanse prendendo ilsopravvento su Faggio edAbete bianco. Lungo i sentieri del recintofaunistico sono evidenti letracce lasciate dalle attivitàantropiche nel bosco: levecchie ceppaie di faggio e,soprattutto, le aie carbonili,a testimonianza dello sfrut-tamento della faggeta perla produzione di carbone di

naturali. Il territorio, infat-ti, è caratterizzato dall’al-ternanza di zone fittamen-te boscate e di praterieaperte ed offre loro un habitat ideale. La presenza di percorsi pedonali e di torrette di osservazione permette aivisitatori l’avvistamentodegli animali senza inter-poste barriere fisiche. Inoltre, essendo l’arearicca di fauna selvatica,può capitare di incontrareanche altri abitatori delbosco, come la Volpe, laDonnola, la Faina, laLepre, lo Scoiattolo o ilGhiro. Nei pressi del baito, l’edifi-cio al centro della malgadove un tempo si lavoravail latte per produrre burroe formaggi, è stato realiz-zato un piccolo GiardinoBotanico, costituito da 60nicchie naturali che raccol-gono altrettante specie dialberi, arbusti, erbe e felci, diffusi nei boschi enei pascoli circostanti. La visita al giardino è gui-data da pannelli che descrivono le caratteristi-che morfologiche ed eco-logiche delle specie, non-ché alcune delle loro pro-

LESSINIA_5:Layout 1 5-03-2007 6:23 Pagina 3

Page 100: Catalogo dei Musei della Lessinia

9999A

rea

Flo

ro-f

auni

stic

a di

Mal

ga D

eroc

on d

i ER

BE

ZZ

O

legna, un’attività così fio-rente nel passato per laquale la Lessinia meritòl’appellativo di “montagnadel carbon”. Molte altre tracce lasciatedal lavoro dell’uomo sonovisibili all’interno dell’Areafloro-faunistica: il brol(brolo), dove si falciaval’erba per disporre di unariserva di foraggio con cuialimentare gli animali neiperiodi di cattivo tempo, lagiassara, per immagazzi-nare il ghiaccio necessarioalla preparazione del burro,la porcilaia, dove si alleva-vano alcuni maiali sfruttan-do gli scarti della lavorazio-ne del latte.Fino a pochi anni fa, MalgaDerocon è stata utilizzataper l’alpeggio del bestiame,che era condotto nei pasco-li per la monticazione esti-va. Molto tempo prima,invece, fino agli anni ‘60, siprovvedeva direttamentenella malga alla lavorazionedel latte per produrre burroe formaggi.L’Area Floro-faunistica ègestita dalla ComunitàMontana della Lessinia chela utilizza come Centro diEducazione Ambientale.Qui sono effettuate attivi-

tà culturali e didattichepromosse dall’Ente Parcotra cui visite guidate pergruppi di visitatori e gitescolastiche.L’Area può essere facil-mente raggiunta sia lungopercorsi pedonali sia usu-fruendo del servizio di Busnavetta che parte dallapiazza del paese.Tutti i sentieri che conver-gono verso l’area floro-faunistica sono segnalatidai segnavia del Parco conprecise indicazioni riguar-do i tempi di percorrenza.I principali punti di par-tenza sono il paese diErbezzo, Contrada Mene -gazzi, Malga Derocchetto,Bocchetta della Vallina, ilPonte dell’Anguilla. I percorsi all’internodell’Area floro-faunisticasono stati allestiti conbacheche ed altre indica-zioni in grado di descrive-re i principali elementinaturalistici che si incon-trano lungo i sentieri. Itracciati sono essenzial-mente due: uno all’internodel recinto faunistico, chesi sviluppa su entrambi iversanti della valle; l’altro,mantenendosi all’esternodell’Area, percorre tutto il

crinale del Monte Scriccio,da Bocchetta della Vallinafino al cancello di entrataal recinto.Il percorso all’interno ri -chiede circa un’ora dicammino. Lungo il tragittosi trovano numerosi ele-menti di interesse tra cuialcuni alberi monumentali.Il primo che si incontra èun grande Sorbo monta-no (Sorbus aria) che cre-sce nell’impluvio del vajo.Probabilmente si tratta delSorbo montano più granded’Italia, dato che quello dimaggiori dimensioni che sitrova in Toscana, indivi-duato nel censimento na -zio nale eseguito dal CorpoForestale dello Stato neglianni ‘90, ha un diametrodel fusto inferiore a que-sto.Più oltre, invece, unadeviazione dal sentieroprincipale porta ad ungruppo di faggi secolari.Tra questi, l’esemplarepiù grande raggiunge undiametro del fusto di oltredue metri. Il sentiero che si sviluppaall’esterno del recinto fau-nistico percorre tutto il cri-nale del Monte Scriccioattraversando delle aree in

tà culturali e didattichepromosse dall’Ente Parcotra cui visite guidate pergruppi di visitatori e gitescolastiche. L’Area può essere facil-mente raggiunta sia lungopercorsi pedonali sia usu-fruendo del servizio di Busnavetta che parte dallapiazza del paese. Tutti i sentieri che conver-gono verso l’area floro-faunistica sono segnalatidai segnavia del Parco conprecise indicazioni riguar-do i tempi di percorrenza.I principali punti di par-tenza sono il paese di Erbezzo, Contrada Mene-gazzi, Malga Derocchetto,Bocchetta della Vallina, ilPonte dell’Anguilla. I percorsi all’interno dell’Area Floro-faunisticasono stati allestiti con bacheche ed altre indica-zioni in grado di descrive-re i principali elementinaturalistici che si incon-trano lungo i sentieri. Itracciati sono essenzial-mente due: uno all’internodel recinto faunistico, chesi sviluppa su entrambi iversanti della valle; l’altro,mantenendosi all’esternodell’Area, percorre tutto il

crinale del Monte Scriccio,da Bocchetta della Vallinafino al cancello di entrataal recinto. Il percorso all’interno ri-chiede circa un’ora di cammino. Lungo il tragittosi trovano numerosi ele-menti di interesse tra cuialcuni alberi monumentali.Il primo che si incontra èun grande Sorbo monta-no (Sorbus aria) che cre-sce nell’impluvio del vajo.Probabilmente si tratta delSorbo montano più granded’Italia, dato che quello dimaggiori dimensioni che sitrova in Toscana, indivi-duato nel censimento na-zionale eseguito dal CorpoForestale dello Stato neglianni ‘90, ha un diametrodel fusto inferiore a que-sto. Più oltre, invece, una deviazione dal sentieroprincipale porta ad ungruppo di faggi secolari.Tra questi, l’esemplare più grande raggiunge undiametro del fusto di oltredue metri. Il sentiero che si sviluppaall’esterno del recinto fau-nistico percorre tutto il cri-nale del Monte Scriccioattraversando delle aree in

legna, un’attività così fio-rente nel passato per laquale la Lessinia meritòl’appellativo di “montagnadel carbon”. Molte altre tracce lasciatedal lavoro dell’uomo sonovisibili all’interno dell’Areafloro-faunistica: il brol(brolo), dove si falciaval’erba per disporre di unariserva di foraggio con cuialimentare gli animali neiperiodi di cattivo tempo, lagiassara, per immagazzi-nare il ghiaccio necessarioalla preparazione del burro,la porcilaia, dove si alleva-vano alcuni maiali sfruttan-do gli scarti della lavorazio-ne del latte. Fino a pochi anni fa, MalgaDerocon è stata utilizzataper l’alpeggio del bestiame,che era condotto nei pasco-li per la monticazione esti-va. Molto tempo prima,invece, fino agli anni ‘60, siprovvedeva direttamentenella malga alla lavorazionedel latte per produrre burroe formaggi. L’Area Floro-faunistica ègestita dalla ComunitàMontana della Lessinia chela utilizza come Centro diEducazione Ambientale.Qui sono effettuate attivi-

LESSINIA_5:Layout 1 5-03-2007 6:23 Pagina 4

Page 101: Catalogo dei Musei della Lessinia

100A

rea Floro-faunistica di M

alga Derocon di E

RB

EZ

ZO

100

prevalenza a pascolo.Anche lungo questo tragittonon mancano alcuni esem -plari arborei monumentali,tra cui i Faggi della Riservadi Malga De ro con ed anco-ra un secondo esemplare diSorbo montano. Sulla cimadel Monte Scriccio, inoltre,esiste ancora una dellepoche stazioni di Stellaalpina (Leonthopodium al -pi num) presenti sull’Alto -pia no.Tra gli elementi naturalisticidi maggiore interesse sonoanche le tracce di carsismo.Malga Derocon, infatti, siestende sui fianchi di unavalle fluviocarsica, oggipriva di un corso d’acquasuperficiale per la presenzadi inghiottitoi, mascheratida detrito e suolo, in gradodi drenare l’acqua in pro-fondità. Sulla pendice cherisale verso lo Scriccio sonopresenti abbondanti affio-ramenti rocciosi che recanotraccia dell’azione erosivaoperata dai diversi processimorfologici.L’azio ne solvente dell’ac-qua (carsismo) unitamen-te a quella del gelo edisgelo (crioclastismo) hatalora modellato i tavolatirocciosi nelle caratteristi-

Capriolo sorpreso all’interno del boscoprevalenza a pascolo.Anche lungo questo tragittonon mancano alcuni esem-plari arborei monumentali,tra cui i Faggi della Riservadi Malga Derocon ed anco-ra un secondo esemplare diSorbo montano. Sulla cimadel Monte Scriccio, inoltre,esiste ancora una dellepoche stazioni di Stella alpina (Leonthopodium al-pinum) presenti sull’Alto-piano. Tra gli elementi naturalisti-ci di maggiore interesse sonoanche le tracce di carsismo.Malga Derocon, infatti, siestende sui fianchi di unavalle fluviocarsica, oggipriva di un corso d’acquasuperficiale per la presenzadi inghiottitoi, mascheratida detrito e suolo, in gradodi drenare l’acqua in pro-fondità. Sulla pendice cherisale verso lo Scriccio sonopresenti abbondanti affio-ramenti rocciosi che recanotraccia dell’azione erosivaoperata dai diversi processimorfologici. L’azione solvente dell’ac-qua (carsismo) unitamen-te a quella del gelo edisgelo (crioclastismo) hatalora modellato i tavolatirocciosi nelle caratteristi-

Caprioli sorpresi all’interno del bosco

LESSINIA_5:Layout 1 5-03-2007 6:23 Pagina 5

Page 102: Catalogo dei Musei della Lessinia

101101A

rea

Flo

ro-f

auni

stic

a di

Mal

ga D

eroc

on d

i ER

BE

ZZ

O

che “città di roccia”, rag-gruppamenti di grossimonoliti separati da pro-fonde fessure che fannopensare a ruderi di anti-che città.In corrispondenza di que-sti affioramenti rocciosi siincontrano di frequenteanche alcune specie bota-niche a carattere endemi-co: la Festuca alpestre(Festuca alpestris), unagraminacea che caratte-rizza una tipica associa-zione rupestre, presentein particolare sui monoli-ti rocciosi che formano le“città di roccia”, e laSaxifraga dei muri(Saxifraga petraea), facil-mente riconoscibile ad ini-zio estate per l’abbondan-te fioritura di tanti piccolifiori bianchi.Sulla dorsale, a circa metàsentiero, si trova una tor-retta di osservazione dallaquale si domina l’interaArea Floro-faunistica. Daquesta si può godere diuno splendido panoramache spazia dal Lago diGarda, al Monte Baldo,alle cime del Gruppo delCarega fino alla città diVerona ed alla pianura cir-costante.

RICETTIVITA’

Orari:da 15 giugno al 15 settembre, tutti i giorni 9-17.Gli altri giorni su prenotazione telefonica.

Trasporto:Disponibile servizio di BusNavetta, su prenotazione

Visitabile da diversamente abili: percorsi in parte agibili, se accompagnati

CONTATTI

Indirizzo:Malga Derocon, Erbezzo

Telefono:334 2689288

Web:www.lessiniamusei.it

Camoscio sugli affioramenti rocciosi del Monte Scriccio

RICETTIVITA’

Orari:da 15 giugno al 15 settembre,tutti i giorni 9-17.Gli altri giorni su prenotazione telefonica.

Trasporto:Disponibile servizio di BusNavetta, su prenotazione

Visitabile da diversamente abili: percorsi in parte agibili, se accompagnati

CONTATTI

Indirizzo:Malga Derocon, Erbezzo

Telefono:334 2689288

Web:www.lessiniapark.it

che “città di roccia”, rag-gruppamenti di grossi monoliti separati da pro-fonde fessure che fannopensare a ruderi di anti-che città. In corrispondenza di que-sti affioramenti rocciosi siincontrano di frequenteanche alcune specie bota-niche a carattere endemi-co: la Festuca alpestre(Festuca alpestris), unagraminacea che caratte-rizza una tipica associa-zione rupestre, presentein particolare sui monoli-ti rocciosi che formano le“città di roccia”, e la Saxifraga dei muri (Saxifraga petraea), facil-mente riconoscibile ad ini-zio estate per l’abbondan-te fioritura di tanti piccolifiori bianchi. Sulla dorsale, a circa metàsentiero, si trova una tor-retta di osservazione dallaquale si domina l’interaArea Floro-faunistica. Daquesta si può godere diuno splendido panoramache spazia dal Lago diGarda, al Monte Baldo, alle cime del Gruppo delCarega fino alla città di Verona ed alla pianura cir-costante.

Camoscio

LESSINIA_5:Layout 1 5-03-2007 6:23 Pagina 6

Page 103: Catalogo dei Musei della Lessinia

102102

MuseoBotanico della Lessiniadi Molina

di Giuliano Lazzarin

Alla testata dellaValle di Fumane,nella parte più

occidentale della Valpoli -cel la, si trova l’abitato diMolina. Il nome derivadalla presenza, in passa-to, di numerosi muliniazionati dalla forza idrau-lica di varie sorgenti, lestesse che danno luogoalle omonime cascate.Una visita a Molina è l’oc-casione per addentrarsiin un ambiente naturaleche, oltre ad offriresplendidi paesaggi, farivivere le atmosfere diun antico borgo, dove iltempo sembra essersifermato. Mo lina è un pic-colo paese, circondato diprati e boschi, posto alla

confluenza di tre valliprofondamente incise,alla sommità delle qualidominano maestose altepareti di roccia calcarea.L’abitato conserva tuttorale caratteristiche archi-tettoniche tipiche dellaLes sinia occidentale, conle abitazioni costruite inpietra locale.Oltre all’architettura ealle famose cascate, ilpaese offre molti altrielementi e spunti di sicu-ro interesse: il MuseoBotanico, il mulino, ilbaito di contrada (la mal-ghetta) e su tutto lanatura.

IL MUSEO BOTANICODELLA LESSINIA La struttura museale fuinaugurata ufficialmentenel 1981, per poi esseresuccessivamente ampliatae riallestita nel 1996, nel-l’edificio delle ex scuoleelementari, adiacente ilcampanile della chiesa.Il museo è stato dedica-to a Giovanni Zantedeschi(1773-1845), medico ebotanico, nativo di Molina,che esercitò la sua profes-sione in provincia di Bre -scia, prima a Tremosine epoi a Bovegno in Val -trompia. Zantedeschi sidedicò in particolare allo

Museo Botanico della Lessinia

confluenza di tre valli profondamente incise, alla sommità delle qualidominano maestose altepareti di roccia calcarea.L’abitato conserva tuttorale caratteristiche archi-tettoniche tipiche della Lessinia occidentale, con leabitazioni costruite in pie-tra locale. Oltre all’architettura e alle famose cascate, ilpaese offre molti altri elementi e spunti di sicu-ro interesse: il Museo Botanico, il mulino, il baito di contrada (la mal-ghetta) e su tutto la natura.

IL MUSEO BOTANICODELLA LESSINIALa struttura museale fuinaugurata ufficialmentenel 1981, per poi esseresuccessivamente ampliatae riallestita nel 1996, nel-l’edificio delle ex scuoleelementari, adiacente ilcampanile della chiesa. Il museo è stato dedica-to a Giovanni Zantedeschi(1773-1845), medico ebotanico, nativo di Molina,che esercitò la sua profes-sione in provincia di Bre-scia, prima a Tremosine epoi a Bovegno in Val-trompia. Zantedeschi sidedicò in particolare allo

Alla testata dellaValle di Fumane,nella parte più

occidentale della Valpoli-cella, si trova l’abitato diMolina. Il nome derivadalla presenza, in passa-to, di numerosi muliniazionati dalla forza idrau-lica di varie sorgenti, lestesse che danno luogoalle omonime cascate. Una visita a Molina è l’oc-casione per addentrarsi in un ambiente naturaleche, oltre ad offrire splendidi paesaggi, fa rivivere le atmosfere di un antico borgo, dove iltempo sembra essersi fermato. Molina è un pic-colo paese, circondato diprati e boschi, posto alla

LESSINIA_5:Layout 1 5-03-2007 6:23 Pagina 7

Page 104: Catalogo dei Musei della Lessinia

103103M

useo

Bot

anic

o de

lla

Les

sini

a di

MO

LIN

A

studio della flora dellePrealpi lombarde e fuautore di numerosi scrittiscientifici. Curzio Spren -gel, botanico tedesco suocontemporaneo, gli dedicòun genere di piante dellafamiglia delle Araceae chechiamò Zantedeschia, ge -ne re rappresentato dallaspecie Z. aethiopica, unapianta nota più comune-mente come calla edampiamente coltivata co -me specie ornamentale. Il Museo è costituito daquattro sale ed un’auladidattica, disposte su duepiani. All’ingresso si èaccolti da un book shop,dove sono in vendita dellepubblicazioni inerenti laLessinia nonché dei pro-dotti erboristici locali.Interessante è ancheun’esposizione di vini pro-dotti dalle più rinomatecantine della Valpolicella.Le due sale, al piano ter-reno, sono dedicate allaflora del luogo.L’allestimento è costituitoda una serie di campionid’erbario, in mostra all’in-terno di vetrine. In generesi tratta di piante frequen-ti nei boschi e nei prati cir-costanti Molina, esposte in

modo da rendere evidentile caratteristiche morfolo-giche importanti per laclassificazione ed il ricono-scimento delle specie. Trai campioni esposti sonopresenti anche numerosefelci ed orchidee, alle qualiè dedicata la secondasala.La Valle di Fumane ed ilMonte Pastello sovrastan-te Molina sono entrambiSiti di Interesse Comu -nitario (SIC) per le nume-rose emergenze floristichee faunistiche che lì si tro-vano. In particolare lavarietà botanica delPastello fa di questomonte un’area di rilevante

pregio scientifico, in quan-to si concentrano oltre850 specie di piante supe-riori, un numero moltoelevato se correlato allamodesta estensione del-l’area. L’interesse floristicoè determinato dall’elevatapresenza di piante rareper la flora italiana, allequali si aggiungono nume-rose specie endemiche edaltre di particolare inte-resse fitogeografico.Tra le specie di maggiorerilievo vi sono le orchideeselvatiche, particolarmen-te abbondanti sui pratiaridi ed al margine deiboschi. Questo gruppo dipiante è rappresentato sul

La vetrina con il diorama in cui sono rappresentate le principali specie di funghi

modo da rendere evidentile caratteristiche morfolo-giche importanti per laclassificazione ed il ricono-scimento delle specie. Tra i campioni esposti sonopresenti anche numerosefelci ed orchidee, alle qualiè dedicata la seconda sala. La Valle di Fumane ed ilMonte Pastello sovrastan-te Molina sono entrambiSiti di Interesse Comu-nitario (SIC) per le nume-rose emergenze floristichee faunistiche che lì si tro-vano. In particolare la varietà botanica del Pa-stello fa di questo mon-te un’area di rilevante

pregio scientifico, in quan-to si concentrano oltre 850 specie di piante supe-riori, un numero molto elevato se correlato allamodesta estensione del-l’area. L’interesse floristicoè determinato dall’elevatapresenza di piante rare per la flora italiana, allequali si aggiungono nume-rose specie endemiche edaltre di particolare inte-resse fitogeografico. Tra le specie di maggiorerilievo vi sono le orchideeselvatiche, particolarmen-te abbondanti sui pratiaridi ed al margine dei boschi. Questo gruppo dipiante è rappresentato sul

studio della flora delle Prealpi lombarde e fu autore di numerosi scrittiscientifici. Curzio Spren-gel, botanico tedesco suocontemporaneo, gli dedicòun genere di piante dellafamiglia delle Araceae chechiamò Zantedeschia, ge-nere rappresentato dallaspecie Z. aethiopica, unapianta nota più comune-mente come calla ed ampiamente coltivata co-me specie ornamentale. Il Museo è costituito daquattro sale ed un’aula didattica, disposte su duepiani. All’ingresso si è accolti da un book shop,dove sono in vendita dellepubblicazioni inerenti laLessinia nonché dei pro-dotti erboristici locali. Interessante è ancheun’esposizione di vini pro-dotti dalle più rinomatecantine della Valpolicella.Le due sale, al piano ter-reno, sono dedicate allaflora del luogo. L’allestimento è costituitoda una serie di campionid’erbario, in mostra all’in-terno di vetrine. In generesi tratta di piante frequen-ti nei boschi e nei prati cir-costanti Molina, esposte in

LESSINIA_5:Layout 1 5-03-2007 6:23 Pagina 8

Page 105: Catalogo dei Musei della Lessinia

104M

useo Botanico della L

essinia di MO

LIN

A104

Pastello da un vasto cam-pionario di specie, alcunedelle quali particolarmenterare.Nella Valle, invece, l’am-biente umido ed ombrosofavorisce il prevalere diuna vegetazione a carat-tere forestale con il sotto-bosco ricco di muschi efelci. In questa zona,lungo il fondovalle, sonopresenti piccoli nuclei dibosco mesofilo costituitoda tigli ed aceri che identi-ficano una tipologia divegetazione arborea relit-ta, ovunque molto rara. Al primo piano la terzasala è dedicata alle pianteofficinali. In questa sezio-ne è documentata l’impor-

tanza che l’erboristeria haavuto nella medicina tra-dizionale della Lessinia,quando con i prodotti dellanatura si curavano le piùdiverse malattie. E’ inte-ressante scoprire in que-sta esposizione comepiante molto comuni, allequali spesso si dà pocaconsiderazione, abbianoinvece un elevato interes-se erboristico in virtù delleloro particolari caratteri-stiche biochimiche. Nella quarta sala, invece,mediante pannelli e foto-grafie, il visitatore è gui-dato alla scoperta degliambienti vegetazionalidella Lessinia attraversoun ipotetico itinerario che

da valle sale versol’Altipiano fino a raggiun-gere le massime elevazio-ni. Lungo questo percorsosi passa dai boschi misti diquerce caducifoglie e car-pini, tipici della fascia col-linare, fino alla mediamontagna, dove i boschidi faggio prendono pro-gressivamente il soprav-vento. Più in alto ancora,la vegetazione forestaletende a lasciare semprepiù spazio alla vegetazio-ne erbacea dei pascolimentre in corrispondenzadelle aree sommitali dellafascia alpina i cespugli dipino mugo, di rododendroe di ontano verde formanola fascia vegetazionale

Vetrina delle orchidee

tanza che l’erboristeria haavuto nella medicina tra-dizionale della Lessinia,quando con i prodotti dellanatura si curavano le piùdiverse malattie. E’ inte-ressante scoprire in que-sta esposizione comepiante molto comuni, allequali spesso si dà pocaconsiderazione, abbianoinvece un elevato interes-se erboristico in virtù delleloro particolari caratteri-stiche biochimiche. Nella quarta sala, invece,mediante pannelli e foto-grafie, il visitatore è gui-dato alla scoperta degliambienti vegetazionalidella Lessinia attraversoun ipotetico itinerario che

da valle sale verso l’Altipiano fino a raggiun-gere le massime elevazio-ni. Lungo questo percorsosi passa dai boschi misti diquerce caducifoglie e car-pini, tipici della fascia col-linare, fino alla mediamontagna, dove i boschi di faggio prendono pro-gressivamente il soprav-vento. Più in alto ancora,la vegetazione forestaletende a lasciare semprepiù spazio alla vegetazio-ne erbacea dei pascolimentre in corrispondenzadelle aree sommitali dellafascia alpina i cespugli dipino mugo, di rododendroe di ontano verde formanola fascia vegetazionale

Pastello da un vasto cam-pionario di specie, alcunedelle quali particolarmenterare. Nella Valle, invece, l’am-biente umido ed ombrosofavorisce il prevalere diuna vegetazione a carat-tere forestale con il sotto-bosco ricco di muschi efelci. In questa zona, lungo il fondo valle, sonopresenti piccoli nuclei dibosco mesofilo costituitoda tigli ed aceri che identi-ficano una tipologia di vegetazione arborea relit-ta, ovunque molto rara.Al primo piano la terza sala è dedicata alle pianteofficinali. In questa sezio-ne è documentata l’impor-

LESSINIA_5:Layout 1 5-03-2007 6:23 Pagina 9

Page 106: Catalogo dei Musei della Lessinia

105105M

useo

Bot

anic

o de

lla

Les

sini

a di

MO

LIN

A

cosiddetta degli arbusticontorti. E’ qui che, ad ini-zio estate, negli anfrattirocciosi e nelle radureerbose, si ha una stupen-da fioritura di piante daifiori coloratissimi.Ritornando al piano terre-no, vicino alla prime duesale, è presente un labo-ratorio dove i visitatori sipossono dilettare a rico-noscere le piante tramitel’uso dello stereoscopio.Questo spazio è utilizzato,soprattutto, per svolgere

delle attività didattichequando il Museo è visitatoda scolaresche.

IL PARCO DELLECASCATE DI MOLINAIl Parco delle Cascate diMolina, inaugurato nel1973, è sorto in seguitoalla proposta del professorGiuseppe Perin, geologo econfratello dell’ordine diDon Calabria. Colpito dal-l’unicità della zona pro-pose alla comunità diMolina e alle autorità loca-

li di costituire un Parco.Il Parco delle Cascate èsituato poco a valle del-l’abitato ed interessa tuttala parte superiore dellaValle di Fumane, doveconfluiscono in essa la ValCesara ed il Vajo delleScalucce, tutte valli con ilcaratteristico profilo a “V”,tipico del modellamentofluviale. Tutta la zona,infatti, è interessata dauna fitta idrografia super-ficiale dovuta alla presen-za di livelli argillosi imper-

Exiccata delle specie vegetali che popolano la fascia vegetazionale del faggio

gere delle attività didatti-che quando il Museo è visi-tato da scolaresche.

IL PARCO DELLECASCATE DI MOLINAIl Parco delle Cascate diMolina, inaugurato nel1973, è sorto in seguitoalla proposta del professorGiuseppe Perin, geologo econfratello dell’ordine diDon Calabria. Colpito dal-l’unicità della zona pro-pose alla comunità diMolina e alle autorità loca-

li di costituire un Parco. Il Parco delle Cascate è situato poco a valle del-l’abitato ed interessa tuttala parte superiore dellaValle di Fumane, dove confluiscono in essa la ValCesara ed il Vajo delle Scalucce, tutte valli con ilcaratteristico profilo a “V”,tipico del modellamentofluviale. Tutta la zona, infatti, è interessata dauna fitta idrografia super-ficiale dovuta alla presen-za di livelli argillosi imper-

cosiddetta degli arbusticontorti. E’ qui che, ad ini-zio estate, negli anfrattirocciosi e nelle radure erbose, si ha una stupen-da fioritura di piante daifiori coloratissimi. Ritornando al piano terre-no, vicino alle prime duesale, è presente un labo-ratorio dove i visitatori sipossono dilettare a rico-noscere le piante tramitel’uso dello stereoscopio.Questo spazio è soprat-tutto utilizzato per svol-

LESSINIA_5:Layout 1 5-03-2007 6:23 Pagina 10

Page 107: Catalogo dei Musei della Lessinia

106M

useo Botanico della L

essinia di MO

LIN

A106

meabili intercalati ai cal-cari cretacei del Bianconeche impediscono alleacque meteoriche di filtra-re nel sottosuolo, origi-nando così numerose sor-genti perenni, dislocatesoprattutto nella parte anord del paese. Più a vallela presenza di rocce adiversa erodibilità ha datoluogo alla formazione dinumerose cascate, inter-vallate da solchi, nicchie emarmitte d’erosione visi-bili, oltre che lungo ilcorso attuale dei torrenti,anche sulle pareti roccioselaterali, a testimonianzadegli eventi pregressi.Per visitare il Parco delleCascate si deve raggiunge-re a piedi località Vaccarolepercorrendo una ripidamulattiera delimitata dallecaratteristiche laste di pie-tra della Lessinia.L’ingresso è stato realizza-to in corrispondenza di unavecchia abitazione rurale,adiacente due vecchi muli-ni, riadattata a biglietteriaed a servizio di ristoro.Attorno sono stati posizio-nati tavoli e panche chepermettono al visitatore disostare prima di incammi-narsi lungo i numerosi iti-

Cascata del Marmittone meabili intercalati ai cal-cari cretacei del Bianconeche impediscono alleacque meteoriche di filtra-re nel sottosuolo, origi-nando così numerose sor-genti perenni, dislocatesoprattutto nella parte anord del paese. Più a vallela presenza di rocce a diversa erodibilità ha datoluogo alla formazione dinumerose cascate, inter-vallate da solchi, nicchie emarmitte d’erosione visi-bili, oltre che lungo il corso attuale dei torrenti,anche sulle pareti roccioselaterali, a testimonianzadegli eventi pregressi. Per visitare il Parco delle Cascate si deve raggiunge-re a piedi località Vaccarolepercorrendo una ripidamulattiera delimitata dallecaratteristiche laste di pie-tra della Lessinia. L’ingresso è stato realizza-to in corrispondenza di unavecchia abitazione rurale,adiacente due vecchi muli-ni, riadattata a biglietteriaed a servizio di ristoro. Attorno sono stati posizio-nati tavoli e panche chepermettono al visitatore disostare prima di incammi-narsi lungo i numerosi iti-

LESSINIA_5:Layout 1 5-03-2007 6:23 Pagina 11

Page 108: Catalogo dei Musei della Lessinia

107107M

useo

Bot

anic

o de

lla

Les

sini

a di

MO

LIN

A

nerari che si sviluppanoall’interno del Parco.Appena superato l’ingres-so, il sentiero scendeverso l’impluvio dellavalle, seguendo il percorsodel torrente che scorretalora lento, formandopiccoli laghetti, e altroveimpetuoso originando fra-gorose cascate i cui nomirievocano situazioni e sug-gestioni particolari: laCascata Verde, la Cascatadel Pozzo dell’Orso, laCascata del Marmittone, laCascata Polverosa, ecc.Il percorso completo,identificato dai segnavia dicolore nero, richiede circadue ore di tempo e con-sente l’osservazione ditutte le cascate fino a rag-giungere l’imbocco delVajo delle Scalucce, cherappresenta il punto piùbasso di tutto l’itinerario.In questa parte del Parco èparticolarmente emozio-nante la cascata del Pozzodell’Orso che precipitainclinata lungo una profon-da marmitta, che si aggiraattraverso la Scala delleVertigini, una stretta marobusta scala in ferro cherisale in diagonale la pareterocciosa fino ad avere

Cascata Spolveronanerari che si sviluppano al-l’interno del Parco. Appena superato l’ingres-so, il sentiero scende verso l’impluvio della valle, seguendo il percorsodel torrente che scorre talora lento, formando piccoli laghetti, e altroveimpetuoso originando fra-gorose cascate i cui nomirievocano situazioni e sug-gestioni particolari: la Cascata Verde, la Cascatadel Pozzo dell’Orso, la Cascata del Marmittone, laCascata Polverosa, ecc. Il percorso completo, identificato dai segnavia dicolore nero, richiede circadue ore di tempo e con-sente l’osservazione ditutte le cascate fino a rag-giungere l’imbocco delVajo delle Scalucce, cherappresenta il punto piùbasso di tutto l’itinerario.In questa parte del Parco èparticolarmente emozio-nante la cascata del Pozzodell’Orso che precipita inclinata lungo una profon-da marmitta, che si aggiraattraverso la Scala delleVertigini, una stretta marobusta scala in ferro cherisale in diagonale la pareterocciosa fino ad avere

LESSINIA_5:Layout 1 5-03-2007 6:23 Pagina 12

Page 109: Catalogo dei Musei della Lessinia

108108

un’incantevole visione dal-l’alto della cascata stessa. La cascata del Pozzodell’Orso è l’unica ad avermantenuto il nome origina-rio, che deriva da una leg-genda che narra di un plan-tigrado qui caduto, dopoessere precipitato nel pozzosovrastante, mentre fuggi-va inseguito da cacciatori.Il percorso medio, consegnavia di colore rosso, sisviluppa, in particolare,nella parte orientale delParco, senza salire al puntopanoramico da dove si godedi una splendida vista sul-l’intera Valle di Breonio.Il percorso più breve, consegnavia di colore verde,invece, dura solo mezz’oralimitandosi ad accompa-gnare il visitatore allecascate presenti nella zonacentrale del Parco.

Cascata Nera, che si può lambiredondolandosisu un’altalenaappositamentepredisposta

Salamandra pezzata, uno degli ospiti più comuni

del Parco delle Cascate

un’incantevole visione dal-l’alto della cascata stessa.La cascata del Pozzo dell’Orso è l’unica ad avermantenuto il nome origina-rio, che deriva da una leg-genda che narra di un plan-tigrado qui caduto, dopoessere precipitato nel pozzosovrastante, mentre fuggi-va inseguito da cacciatori.Il percorso medio, con segnavia di colore rosso, sisviluppa, in particolare,nella parte orientale delParco, senza salire al puntopanoramico da dove si godedi una splendida vista sul-l’intera Valle di Breonio. Il percorso più breve, consegnavia di colore verde,invece, dura solo mezz’oralimitandosi ad accompa-gnare il visitatore alle cascate presenti nella zonacentrale del Parco.

Museo B

otanico della Lessinia di M

OL

INA

LESSINIA_5:Layout 1 5-03-2007 6:23 Pagina 13

Page 110: Catalogo dei Musei della Lessinia

109109M

useo

Bot

anic

o de

lla

Les

sini

a di

MO

LIN

A

RICETTIVITA’

Orari:Aprile-settembre,tutti i giorni, 9-19.30

Ottobre-marzo,domenica, 10-16

Museo: aprile-settembre, giorni festivi:9.00-12.30; 14.30;18.30

Gli altri giorni su prenotazione

Visitabile da diversamente abili: solo il Museo

CONTATTI

Indirizzo:Via Bacilieri, 19Molina, frazione di Fumane

Telefono:045 7720185;fax 045 7720185(Ufficio Turistico)

E-mail:[email protected]

Web:www.lessiniamusei.itwww.cascatedimolina.it

Cascata del TomboloRICETTIVITA’

Orari Museo: aprile-settembre, giorni festivi:9.00-12.30; 14.30;18.30

Orari Cascate: Aprile-settembre,tutti i giorni, 9-19.30

Ottobre-marzo,domenica, 10-16

Gli altri giorni su prenotazione

Visitabile da diversamente abili: solo il Museo

CONTATTI

Indirizzo:Via Bacilieri, 19Molina, frazione di Fumane

Telefono:045 7720185;fax 045 7720185(Ufficio Turistico)

E-mail:[email protected]

Web:www.lessiniamusei.itwww.cascatedimolina.it

LESSINIA_5:Layout 1 5-03-2007 6:23 Pagina 14

Page 111: Catalogo dei Musei della Lessinia

LESSINIA_5:Layout 1 5-03-2007 6:23 Pagina 15

Page 112: Catalogo dei Musei della Lessinia

111

Prezzario Musei 2007

LESSINIA_5:Layout 1 5-03-2007 6:23 Pagina 16

Page 113: Catalogo dei Musei della Lessinia

112

Museo Etnografico di Crespadoro

Museo Paleontologico di Ronca’

Mulino dei Gaji di Vestanova

Museo dei Fossili di Bolca e la Pesciara

Museo dei Trombini di San Bortolo delle Montagne

Museo del Ferro Battuto e delle Arti Antiche di Cogollo

Museo dei Cimbri di Giazza

Museo Geopalontologicoe Covolo di Camposilvano

Grotta del Monte Capriolo di Roverè Veronese

Museo Civico Etnografico“La Lessinia, l’uomo e l’ambiente” di Bosco Chiesanuova

Offerta libera

Intero: 2; ridotto: 1; Famiglie: 5Gratuito: residenti del Comune, persone diversamente abili

Intero: 1

Intero: 4 Museo dei Fossili Intero: 5 Museo dei Fossili e PesciaraBiglietto famiglia: 11 Museo e Pesciara (con 3 persone)Biglietto famiglia: 3 Museo e Pesciara (con più di 3 persone)Gruppi e scolaresche: 4 Museo e PesciaraGratuito: bambini fino ad 6 anni;

persone diversamente abili, scolaresche Comune di Vestenanova

Intero: 0.60

Intero: 1

Contributo libero a favore dell’Associazione

Intero: 3Ridotto (ragazzi, gruppi ed anziani): 2

Intero: 2 Ridotto: 1.50 (comitive e ragazzi)

Ingresso Museo con audioguida: 1,50Visita guidata Museo e Baito della Coletta (min. 10 pers.): 3Visita guidata Museo, Baito della Coletta e Lab. tematico: 5Laboratorio tematico: 3Gratuito: bambini fino a 10 anni, persone diversamente abili,

scolaresche Comune di Bosco Chiesanuova

Museo Etnografico di Crespadoro

Museo Paleontologico di Ronca’

Mulino dei Gaji di Vestanova

Museo dei Fossili di Bolca

e la Pesciara

Museo dei Trombini

di San Bortolo delle Montagne

Museo del Ferro Battuto e delle Antiche Arti di Cogollo

Museo dei Cimbri di Giazza

Museo Geopalontologicoe Covolo di Camposilvano

Grotta di Monte Capriolo di Roverè Veronese

Museo Civico Etnografico“La Lessinia: l’uomo e l’ambiente” diBosco Chiesanuova

Offerta libera

Intero: €2; ridotto: €1 Famiglie: €5Gratuito: residenti del Comune, persone diversamente abili

Intero: €1

Intero: €4 Museo dei Fossili

Intero: €5 Museo dei Fossili e Pesciara

Ridotto (bambini 7-14, anziani, famiglie sup. 3 persone): €3

Biglietto famiglia (con 3 persone): €11 complessivi Museo e Pesciara

Gruppi e scolaresche: €4 cadauno Museo e Pesciara

Gratuito: bambini fino ad 6 anni, persone diversamente abili,

scolaresche Comune di Vestenanova

Intero: €0.60

Intero: €1

Contributo libero a favore dell’Associazione

Intero: €3Ridotto (ragazzi, gruppi ed anziani): €2

Intero: €2 Ridotto (comitive e ragazzi): €1.50

Ingresso Museo con audioguida: €1,50Visita guidata Museo e Baito della Coletta (min. 10 pers.): €3Visita guidata Museo, Baito della Coletta e Lab. tematico: €5Laboratorio tematico: €3Gratuito: bambini fino a 10 anni, persone diversamente abili,

scolaresche Comune di Bosco Chiesanuova

LESSINIA_5:Layout 1 5-03-2007 6:23 Pagina 17

Page 114: Catalogo dei Musei della Lessinia

113

Museo Ergologico “La Giassara”

di Cerro Veronese

Mulino e Baito di Bellori

Area Floro-Faunistica

di Malga Derocon

Museo Paleontologico e Preistorico

di Sant’Anna d’Alfaedo

Museo Botanico della Lessinia

e Parco delle Cascate di Molina

Grotta di Fumane

Offerta libera

Mulino e baito: 5 (bambini comprensivo di laboratorio)

Ridotto (diversamente abili): 3

Intero: 5;

Ridotto: 3;

Gratuito: bambini fino a 6 anni;

persone diversamente abili

Intero: 3

Ridotto (gruppi sup. 5 persone, bambini, anziani): 2

Gratuito: bambini fino a 6 anni,

persone diversamente abili e scolaresche Comune di S. Anna

Guida per gruppi superiori a 15 persone: 3

Guida per mezza giornata (museo+ponte di Veja

o laboratorio): 6; per giornata intera: 9

Museo Botanico: intero 2; ridotto (6-12 anni e > 60) 1

Parco Cascate: intero 4; ridotto 2,50

Mulino di Lorenzo: intero 2; ridotto 1

Gratuito: bambini fino a 6 anni;

persone diversamente abili

Visite guidate (ambientali, archeologiche, storiche):

Il Sentiero del Bosco: giornata intera 8, mezza g.ta 6

Il Sentiero delle Grotte: giornata intera 11, m. g.ta 8

Il Sentiero dei Molini: giornata intera 9, m. g.ta 7

Gruppi inferiori a 10: 50 complessivi

Gruppi di 10-25: 5 per persona

Gruppi superiori a 25: 4 per persona

I prezzi possono subire variazioni. Si consiglia di visitare i siti www.lessiniapark.it e www.lessiniamusei.it

Museo Ergologico “La Giassara”

di Cerro Veronese

Mulino e Baito di Bellori

Area Floro-faunistica

di Malga Derocon

Museo Paleontologico e Preistorico

di Sant’Anna d’Alfaedo

Museo Botanico della Lessinia

e Parco delle Cascate di Molina

Grotta di Fumane

Offerta libera

Mulino e baito (bambini comprensivo di laboratorio): €5

Ridotto (diversamente abili): €3

Intero: €5

Ridotto: €3

Gratuito: bambini fino a 6 anni, persone diversamente abili

Intero: €3

Ridotto (gruppi sup. 5 persone, bambini, anziani): €2

Gratuito: bambini fino a 6 anni, persone diversamente abili,

scolaresche Comune di S. Anna

Guida per gruppi superiori a 15 persone: €3

Guida per mezza giornata (museo+ponte di Veja

o laboratorio): €6; per giornata intera: €9

Museo Botanico: intero €2; ridotto (6-12 anni e > 60) €1

Parco Cascate: intero €4; ridotto €2,50

Mulino di Lorenzo: intero €2; ridotto €1

Gratuito: bambini fino a 6 anni, persone diversamente abili

Visite guidate (ambientali, archeologiche, storiche):

Il Sentiero del Bosco: giornata intera €8, mezza g.ta € 6

Il Sentiero delle Grotte: giornata intera €11, m. g.ta €8

Il Sentiero dei Molini: giornata intera €9, m. g.ta € 7

Gruppi inferiori a 10: €50 complessivi

Gruppi di 10-25: €5 per persona

Gruppi superiori a 25: €4 per persona

LESSINIA_5:Layout 1 5-03-2007 6:23 Pagina 18

Page 115: Catalogo dei Musei della Lessinia

LESSINIA_5:Layout 1 5-03-2007 6:23 Pagina 19

Page 116: Catalogo dei Musei della Lessinia

LESSINIA_5:Layout 1 5-03-2007 6:23 Pagina 20

Page 117: Catalogo dei Musei della Lessinia

Finito di stamparenel mese di febbraio 2007

da «Edizioni Stimmgraf s.r.l.»[email protected]

- Verona -

LESSINIA_5:Layout 1 5-03-2007 6:23 Pagina 21

Page 118: Catalogo dei Musei della Lessinia

ETN

OG

RAFI

A

GEO-PALEONTOLOGIA

PREIS

TORIA

FLORA E FAUNA

i MUSEI

in LESSINIA

iMUSEI

in LESSINIA

PROVINCIA DI VERONA

iMUSEI

in LESSINIA

iMUSEI

in LESSINIA

COMUNITÀ MONTANA DELLA LESSINIA

Parco Naturale Regionale della Lessinia

Piazza Borgo, 52 - 37021 Bosco Chiesanuova (Verona)Info: Tel. 045 6799211 - Fax. 045 6780677 www.lessiniapark.it - [email protected]