Castagnola -Per Una Uscita Intelligente Dalle Crisi
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il clima
La quantit di azoto fissata sinteticamente dalle attivit agricole attraverso i
fertilizzanti chimici oggi superiore a quella fissata naturalmente negli
ecosistemi terrestri nel ciclo naturale di questo elemento
Pi della met della quantit di acqua dolce accessibile utilizzata in modo
diretto o indiretto dalla nostra specie, e le riserve idriche sotterranee si stannorapidamente esaurendo in moltissime aree del pianeta (dalla Cina agli Stati
Uniti, dallIndia allIran, ecc.)
Gli ecosistemi marini e costieri si stanno drammaticamente alterando. Sono stati
distrutti il 50% degli ambienti di mangrovie e il 50% delle zone umide
Circa il 22% delle zone marine di pesca sono state ipersfruttate o esaurite e il
44% al limite dellesaurimento
I tassi di estinzione delle forme di vita sono notevolmente aumentati, sia negli
ecosistemi marini sia in quelli terrestri. Siamo nel mezzo di un grande evento di
perdita della biodiversit, provocato, per la prima volta nella storia della vita
sulla Terra, dalle attivit di una singola specie vivente: la nostra. Agli inizi del secolo scorso, nel 1900, impiegavamo giornalmente solo
lequivalente di pochi barili di petrolio per ottenere lenergia impiegata a livello
mondiale. Oggi consumiamo ogni giorno oltre 80 milioni di barili di petrolio
Sempre nel 1900 utilizzavamo metalli per una ventina di milioni di tonnellate
allanno, ora siamo passati a oltre 1,2 miliardi di tonnellate
Il consumo di carta passato da 4 milioni di tonnellate nel 1900 a circa 160
milioni di tonnellate nel 1998
La produzione di materie plastiche, praticamente sconosciuta nel 1900, ha
raggiunto i 131 milioni di tonnellate nel 1995
Leconomia umana attinge oggi a tutti i 92 elementi della tavola periodica degli
elementi, mentre nel 1900 ne utilizzava solo una ventina Oggi utilizziamo dagli 80.000 ai 100.000 composti chimici di origine
antropogenica, derivanti da attivit industriali, dei quali ignoriamo gli effetti sui
sistemi naturali e sul nostro organismo. Soltanto di un 2% circa di questi stata
analizzata leventuale cancerogenicit.
Quindici minerali essenziali sono stati gi sfruttati per oltre la met delle risorse
conosciute: mercurio (estratto al 95%), piombo, argento e oro (oltre l80%),
arsenico, cadmio, e zinco(circa il 70%), stagno, litio e selenio (60%),
manganese, rame, berillio e tungsteno (intorno al 50%)
Il litio per la sua bassa densit sar essenziale per la produzione di batterie per
auto; le riserve ammontano ad appena 4 milioni di tonnellate, sufficienti solo adequipaggiare lattuale parco di auto; anche sequestrando tutta la produzione di
litio per le auto, non si potranno produrre pi di 60 milioni di auto allanno
Il 20% dellinquinamento della costa americana del Pacifico di origine cinese
a causa delle correnti ad alta quota
4. Se si considerano attendibili queste analisi, emergono alcuni criteri che dovrebbero guidare
gli investimenti e le produzioni industriali nellimmediato futuro e conseguentemente le
profonde ristrutturazioni dei consumi che dovrebbero impegnare tutti gli Stati del Pianeta.
Sono almeno dodici i principi ai quali dovremmo ispirarci:
1) La Terra un pianeta limitato
2) Perseguire la ricostituzione dei cicli biologici3) Salvaguardare la capacit di riassorbimento
4) Perseguire usi multipli di ogni risorsa naturale limitata
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5) Garantire la conservazione delle risorse naturali
6) La riconquista della percezione degli elementi costitutivi della natura
7) Il reinserimento delluomo nel ciclo del carbonio
8) Il principio di precauzione
9) La conversione allambiente di produzioni e consumi
10) La riprogettazione degli oggetti artificiali11) Adeguare i bisogni alle dimensioni del pianeta
12) Elaborare un modello per ogni cultura
5. Di conseguenza dovrebbe essere modificata la struttura dei consumi, non per conseguire stili
di vita pi etici nei paesi ricchi o per permettere una migliore qualit della vita nei paesi del
cosiddetto sottosviluppo, ma per garantire la sopravvivenza della specie umana sul pianeta.
Alcuni esempi di politiche economiche pi adeguate alle reali dimensioni del pianeta e delle
sue risorse posso evidenziare la portata dei problemi da affrontare:
a) Riutilizzare al massimo le materie prime gi estratte
b) Usare in modo molto parsimonioso petrolio e gas
c) Ridurre drasticamente lutilizzo di oggetti di plastica
d) Ridurre luso di energia e acqua nelle produzioni industriali di beni di consumo
e) Ridurre il contenuto in rifiuti di ogni oggetto
f) Ridurre le esigenze di imballaggi
g) Riprogettare gli oggetti dannosi per lambiente
h) Aumentare la produzione di oggetti biodegradabili o riciclabili e riutilizzabili
i) Ampliare al massimo le produzioni agricole biologiche e similari
j) Bloccare il processo di omogeneit genetica e recuperare semi e variet originali
k) Bloccare allorigine polveri sottili e particelle metalliche nellaria e nel suolo
l) Modificare le dinamiche che creano i mega agglomerati urbani, moltiplicando le
infrastrutture di uso comunitario
6. Da oltre quindici anni, si sono moltiplicate le attivit che hanno alla base logiche e obiettivi
ben diversi da quelli che caratterizzano le economie dominanti. Il commercio equo e
solidale, forse la pi antica, cerca di garantire ai produttori primari un reddito sufficiente ad
una vita dignitosa, invece di lasciarli esposti allo sfruttamento di intermediari e
multinazionali. Il livello del pagamento della materia prima coltivata viene deciso di
comune accordo, tenendo conto delle esigenze dei produttori e non della possibilit di
estrarre il massimo profitto dal loro lavoro. Una volta deciso, il prezzo di acquisto vienegarantito anche se a livello internazionale varia nel tempo (spesso solo per operazioni
finanziarie puramente speculative). Il prezzo di vendita in Italia (e in molti paesi europei)
viene fissato ai livelli pi alti possibili rispetto alle condizioni del mercato, in modo da
permettere una alta retribuzione ai produttori e lespansione del sistema di vendita basato
sulle Botteghe. Questo meccanismo un esempio di come si possa concorrere sul mercato e
subordinare costi e prezzi non al profitto ma ad obiettivi di natura completamente diversa e
soprattutto di ottenere prodotti pi sani e con meno sfruttamento incorporato.
7. Logiche analoghe sono seguite in tutti i settori delleconomia alternativa. Il riuso e il riciclo
tendono a far emergere il valore degli oggetti che scartiamo ogni giorno, a ridurre
lammontare dei rifiuti che si accumulano ogni giorno di pi, a recuperare le materie prime
che abbiamo estratto dalla terra senza porci alcun limite (stiamo gi oggi producendo comese avessimo a disposizione cinque pianeti). Linformatica alternativa open source) offre la
possibilit di sottrarsi al controllo dei brevetti e delle grandi multinazionali del settore e di
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contribuire allevoluzione della tecnologia. I prodotti biologici garantiscono lassenza di
prodotti chimici (pesticidi, diserbanti, ecc.) e potrebbero ridurre le peggiori malattie con
cause o concause nellinquinamento ambientale. Anche le attivit relazionali e culturali che
si ispirano agli stessi principi mettono in evidenza la possibilit di avere molti pi rapporti
interpersonali e sociali e di sottrarsi ai peggiori condizionamenti esercitati da un sistema
concepito solo per garantire maggiori profitti ulteriori espansioni, senza alcunapreoccupazione dei costi umani dei meccanismi di sviluppo indiscriminato e illimitato.
Queste attivit nel loro insieme, e tenendo conto delle loro dimensioni ancora limitate,
possono essere concepite come degli embrioni di una economia alternativa, ovviamente
ancora non in grado di soppiantare il sistema dominante, ma che ne dimostra le profonda
disumanit e fa intravedere concrete possibilit di in futuro diverso.
8. I tentativi in corso lasciano intravedere concrete potenzialit occupazionali. Lasciando da
parte alcuni esempi (come le fabbriche abbandonate rimesse in funzione dagli operai nell
Argentina della crisi profonda), evidente che perfino i gruppi di acquisto, se coinvolgono
pi di 25 famiglie, possono offrire loccupazione a una persona che a pieno tempo si occupa
degli ordini e delle consegne.
Inoltre interi settori, resi essenziali dalla assoluta necessit di bloccare i danni ambientali,possono (e devono) diventare una fonte di posti di lavoro anche in piena crisi. Un recente
studio CGIL-Legambiente ha stimato in 350.000 i posti di lavoro che possono essere creati
ogni anno se si adottassero le proposte contenute nello studio: a) politiche consistenti di
risparmio ed efficienza energetica; b) riqualificazione energetica delle abitazioni ; c)
sicurezza ambientale (lotta al dissesto idrogeologico, bonifica di aree abbandonate e
degradate, bonifica dallamianto, ecc.); d) potenziamento dei trasporti per i pendolari.
Pi in particolare, la diffusione su larga scala di impianti solari ed eolici per le abitazioni
esistenti e di nuova costruzione darebbe luogo a possibilit di occupazione per montatori e
riparatori non appena gli incentivi e le normative mettessero in condizione di finanziare gli
impianti tutti i proprietari di case e coloro che ne sono ancora privi.
9. Gli altri settori delleconomia solidale sono ancora in fase iniziale di espansione, ma
potrebbero contribuire in misura non irrilevante ad una occupazione stabile e regolarmente
retribuita non appena le piccole aree gi in attivit saranno in grado di collegarsi tra di loro,
aumentando gli scambi e le possibili integrazioni produttive. Ad esempio, se tutte le aree
protette e i parchi nazionali e regionali diventassero aree di elezione delleconomia solidale,
produzioni locali biologiche, vendita di prodotti realizzati localmente senza incidere sulle
emissioni dovuti a trasporti da punti lontani, promozione delle attivit di piccole industrie e
di artigiani che non danneggiano lambiente e che non utilizzano materie prime vietate,
consumatori e turisti che vengono informati sulle opportunit di una alimentazione sana e
rispettosa dellambiente, rappresentano altrettante linee di lavoro garantito che si stano
sperimentando in vari luoghi dItalia e molto di pi in paesi come la Germania e lOlanda.10. Anche i rifiuti possono essere visti come una fonte di materie prime da recuperare
(riducendo la pressione sullestrazione continua dai terreni minerari e aprendo la strada alla
utilizzazione plurima della stessa risorsa ormai in circolazione). Ci comporta naturalmente
la raccolta a monte dei rifiuti familiari e industriali e lesistenza di una rete di impianti di
trasformazione accuratamente progettati. Dobbiamo imparare che un mucchio di 800 lattine
per bevande rappresenta una bicicletta tutta in alluminio e 70 di esse una macchinetta per il
caff. I Comuni che ancora non hanno avviato la raccolta porta a porta rappresentano una
fonte di materie seconde che non pu pi essere trascurata, bruciare i rifiuti anche per
produrre energia uno spreco ormai inaccettabile (senza considerare i danni per la salute),
impiegare risorse e parti di territorio per stoccare rifiuti dannosi e fonti di ulteriori
inquinamento una pratica condannata ormai in molti paesi. Una parte importante dei rifiutiattuali pu infine essere riutilizzata per produzioni artistiche o per la trasformazione in
oggetti utili per larredamento o per labbigliamento, mentre ostinarsi a considerare i rifiuti
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uno scarto indesiderato e un onere imprescindibile dellattuale industrializzazione ormai
un segno della incapacit di superare in positivo le tracce di una civilt ormai in fase
distruttiva verso il pianeta che la ospita.
11. Leconomia alternativa e solidale comprende inoltre un ampio gruppo di attivit, in gran
parte non incluse nelle attuali classificazioni statistiche utilizzate per lelaborazione del
calcolo del reddito nazionale (il famigerato PIL, il prodotto interno lordo che rispecchia ilmodello della crescita illimitata e trascura il lavoro svolto in casa da tante donne), perch
nascono dal tessuto di relazioni che nascono o si espandono quando non pi il profitto a
regolare i rapporti tra gli esseri umani. Nelleconomia alternativa di tipo solidale evidente
che un qualunque prodotto non considerato solo per il suo costo o il suo prezzo di vendita,
ma include la conoscenza del produttore e delle sue scelte, la conoscenza di chi trasforma o
semplicemente vende lo stesso oggetto ma anche le loro motivazioni e i loro obiettivi.
Loggetto perde una parte della sua materialit e diventa occasione di conversazioni, di
scambio di esperienze, di modi di vivere diversi, di progetti per il futuro; riacquista il
significato che la trasformazione industriale anonima e massificata gli ha fatto perdere, e
contribuisce a creare e a moltiplicare delle reti di relazioni che piano piano diventano il vero
e pi importante obiettivo della produzione e del commercio. La scomparsa delle piccolebotteghe, dei lavatoi, delle piazze e dei mercati di zona ha ormai rivelato con chiarezza le
perdite che abbiamo subito nel recente passato, sottoposto alla mitizzazione del progresso
dellinnalzamento della qualit della vista strettamente dipendente dalle tecnologie e dalla
industrializzazione forzata. Ovviamente non si tratta di ritornare alle caverne e alle torce, ma
di impostare diversamente le modalit di realizzazione e di scambio dei beni, sottolineando
la necessit di riconquistare una pi intensa e significativa rete di rapporti interpersonali.
Questo progressivo processo muterebbe anche il tempo di lavoro e il rapporto tra lavoro
subordinato e attivit liberamente intraprese. Nella fase attuale, e pi concretamente, occorre
verificare quali mutazioni sono perseguibili ampliando la sfera di attivit ispirata ai principi
di una economia alternativa e solidale.
12. Ora possibile valutare in modo pi costruttivo le molteplici attivit che in tanti paesi si
richiamano ad una economia di tipo solidale. Non tutti i progetti in corso possono essere
considerati in modo positivo, molti di essi sono in realt delle sperimentazioni i cui risultati
possono essere diversi dalle aspettative, per innegabile la spinta che coinvolge sempre pi
persone nella ricerca di modelli alternativi rispetto a quello dominante
Le esperienze avviate negli ultimi dieci anni fuori o contro le logiche del sistema
economico dominante sono numerosissime e caratterizzate molto spesso da una creativit
eccezionale. Anche quando non sono apertamente osteggiate (specie quando incidono in
misura percettibile sul mercato), non sono certo favorite dalla congerie di leggi che regolano
la produzione e il commercio, senza per sostenere le attivit che cercano di non
danneggiare lambiente o la salute delle persone.Sono quasi sempre molto chiare le motivazioni che spingono a realizzare tali iniziative
(disagio o rifiuto nei confronti del sistema dominante, tentativo di ridurre la pressione e il
danneggiamento dellambiente, esigenza di salvaguardare la salute della specie umana, della
fauna e della flora terrestri, e la necessit di allentare la stretta e lo sfruttamento esercitati
sulle popolazioni del Sud del mondo). Invece, abbastanza difficile incontrare gruppi che
siano perfettamente coscienti di essere impegnati nella costruzione di un sistema economico
completamente diverso da quello dominante. Forse la libert e la creativit sono proprio
dovuti a questa autonomia di sperimentazione, a questa non dipendenza da modelli
precostituiti, ma forse sarebbe opportuno che cominciasse ad emergere una coscienza pi
diffusa della prospettiva in cui di fatto ci si muove. Ci permetterebbe di non scoraggiarsi di
fronte agli inevitabili ostacoli frapposti da un compito cos immane e permetterebbe invecedi mobilitarsi su vasta scala ogni volta che si cerca di ottenere dei risultati di comune
interesse.
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La Carta dei Principi dellAltra Economia, elaborata a Roma nel 2004, fa riferimento ai
principali settori di altra economia:
commercio equo e solidale
finanza ed assicurazione etica, come microcredito, banche etiche e mutue autogestionegruppi che collaborano in base a principi di cooperazione e solidariet
gruppi di acquisto solidali
gruppi che praticano i bilanci di giustizia
forme organizzate di consumo critico
turismo responsabile
riuso e ricicli di materiali e risorse naturali (raccoglitori di rifiuti, cartoneros)
informatica open source
applicazione di forme di energia rinnovabili
agricoltura biologica
A questi se ne possono aggiungere degli altri (quasi tutti presenti in Italia):
Gruppi di acquisto non dichiaratamente solidali
Gruppi di acquisto popolari
Campagne per sponsor e tesorerie etiche
Campagne per la sovranit alimentare
Centri per le tecnologie appropriate
Iniziative autonome per la creazione di posti di lavoro (autogestioni, cooperative no profit,
autocostruzioni, ecc.)
Campagne per la tutela e la diffusione delle energie riproducibili
Sostegno a iniziative di sviluppo progettate da locali e immigratiProgetti per la protezione della biodiversit
Coltivazioni con metodi alternativi (biodinamica, ecc.)
Occupazioni di terre e insediamenti contadini
Fattorie didattiche
Bio ristoranti, bar e osterie no profit
Radio comunitarie e TV di strada
Campagna per laccesso ai farmaci
Giornata del non acquisto o degli acquisti trasparenti
Mercati per il baratto
Banche del Tempo
Campagne per la Tobin TaxScambi e acquisti con monete alternative
Programmi di adozione e sostegni a distanza
Organismi impegnati nella protezione ambientale
LETS, sistemi di scambio gratuiti
Artigiani Solidali
Produzione di mattoni in terra cruda
CAES, assicurazioni no profit
Campagna Cambieresti di Venezia
Campagna Nuovi stili di Vita di Campobasso
Condomini sostenibili di Ferrara
Campagna Vispo di PiacenzaCampagna Cambieresti di Biella
Campagna Cambieresti di Colorno (Parma)
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Campagna citt equosolidali
13. Anche le esperienze di distretti, circuiti e filiere di economia solidale, citt di altra
economia, sono in fase di moltiplicazione sul territorio nazionale
Ogni raggruppamento sul territorio o nei diversi comparti di economia alternativa che sono
stati indicati dovrebbe moltiplicare gli scambi di esperienze e di prodotti al suo interno, purcontinuando a destinare parte delle risorse umane disponibili allespansione verso lesterno
di ogni attivit avviata. In effetti, solo quando si cominciano a integrare fra loro le diverse
attivit (acquisto o scambio reciproco di beni e servizi) che si delinea un sistema economico
in fase nascente o embrionale, capace di crescere su se stesso e di ridurre progressivamente i
rapporti con il sistema dominante. Questo il significato dei circuiti, delle filiere, dei
distretti, degli ecovillaggi o delle citt che raccolgono e potenziano questi processi di
integrazione produttiva e di rapporti conviviali tra le persone pi coinvolte in questa
prospettiva, vissuta in comune e profondamente condivisa.
Citt dellAltra Economia di Roma
Altre citt in corso di realizzazione o allo studio a Venezia, Livorno, Rieti, Iglesias, MassaCoordinamento Ecovillaggi
Pausa Caf di Torino
Gruppo informale di Trento
Contro il pizzo cambia i consumi, Palermo
Primovere, Pescara
Lisola che c, Como
Tavolo e Associazione dellAltra Economia (otto Fiere), Roma
Consorzio Cooperative Sociali della Locride, Goel
Gruppo informale della Brianza
Associazione delle MarcheOtromodo, laboratorio di economia solidale a Milano
Laboratorio ES di Napoli
CasaClima in Alto Adige
SpiazzaMercato a Parma
Porta a porta per i rifiuti a Montebelluna
Semaforo Verde a Pordenone
Acquisti bio e verdi a Ferrara
Invece delle bottiglie di plastica a Ferrara e a Firenze
Il Tesoro di Capitan Eco per la raccolta differenziata ad Avellino
Le Ecofeste di Parma
Le serate di economia domestica di Colorno e Torrile (PR)Iniziative delle Citt Equosolidali
I pannolini a Ros, provincia di Vicenza
Riduzione dei flussi dacqua a Bagnacavallo (Ravenna)
Risparmio energetico nelle scuole a Modena e Laveno Mombello, Varese
Sportello di economia solidale a Cremona
Energia pulita a Napoli, Padova, Brescia,
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14. E anche opportuno ricordare alcune esperienze di economia solidale in altri paesi, specienel Sud del mondo. Le esperienze di maggiore portata e di pi antica iniziativa si incontrano
pi facilmente nei paesi del Sud, in particolare in quelli tormentati da una popolazione in
rapida crescita o che sono stati colpiti da crisi economiche pesanti e con duri risvolti sociali.
Il Movimento dei Senza Terra in BrasileLe cooperative dei riciclatori di rifiuti in Colombia
I raccoglitori di rifiuti di Ahmedabad
La cooperativa dei lavoratori della costruzione navale in India
La cooperativa dei lavoratori tipografici in India
La cooperativa per la produzione di cavi di alluminio e di conduttori in India
La cooperativa di produzione di macchinari per cavi in India
LAssociazione In Loco in Portogallo
Mondragon in Spagna
IL microcredito per le donne in Afghanistan
Le ollas comunes in Cile
Le associazioni di donne in India, SewaLesperienza di Tilonia in India
Le attivit solidali in Uruguay
Lelenco sicuramente incompleto. Da queste situazioni molto dinamiche possibile trarre
molti insegnamenti, specie se si tiene conto che i fattori legati alla necessit di sopravvivere
hanno agevolato lespansione del fenomeno, mentre nei nostri paesi lopulenza generalizzata
ostacola, in misura che spesso viene trascurata, lattecchimento e la diffusione dei tentativi
fatti nella stessa direzione. Anche il fatto che gran parte delle popolazioni del Sud sono
ormai sostanzialmente fuori mercato agevola la ricerca delle alternative al sistema
dominante, mentre nei contesti dei paesi ricchi condizionamenti e vincoli sono molto forti
e spesso inavvertiti, e le capacit di riassorbimento delle esperienze alternative da parte del
sistema dominante sono indubbiamente maggiori
15. Infine, vi un aspetto che non deve essere dimenticato in quanto ha notevoli prospettive di
espansione, man mano che matura una maggiore consapevolezza sulle questioni ambientali
e sulla futura disponibilit di materie prime (non solo il petrolio ma tutte le 40 principali
materie prime, anche agricole, di interesse industriale).
Tutti i paesi (specie quelli pi industrializzati, ma anche quelli che da poco si sono affacciati
alla fase dello sviluppo industriale, come la Cina e lIndia) non possono pi pensare ad
una prosecuzione pura e semplice, magari con qualche riduzione dei peggiori danni
ambientali, del modello attuato negli ultimi 40 anni, quello della crescita illimitata e senzaostacoli. La realt si presenta in modo molto meno favorevole in termini di disponibilit
effettive disponibili. Come anche comprovato dalla economia di rapina messa in atto dalla
Cina in Africa nei paesi dove sono ancora presenti dei giacimenti non sfruttati e dagli
acquisti massicci di terre coltivabili, per mettere in produzione dei prodotti alimentari da
esportare nei paesi investitori (senza alcuna preoccupazione per gli abitanti del paese
venditore).Sembra quindi opportuno prevedere, anche ai fine del raggiungimento delle
riduzioni di anidride carbonica previste per rallentare i fenomeni climatici, delineare una
prospettiva di progressiva ristrutturazione dei consumi, dando pi spazio a quelli non
dannosi per lambiente e che consumano meno energia e meno risorse naturali.
Leconomia alternativa e solidale ha da tempo elaborato criteri e modalit da seguire, i
principi ispiratori di un consumo critico e responsabile. E infatti necessario superare icondizionamenti al consumo compulsivo imposti a gran parte dellumanit, e aprire una fase
di consumi necessari al soddisfacimento di bisogni essenziali, e che tengono conto dei rischi
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per il pianeta e della necessit di ridimensionare i consumi energetici.
Ci comporta un ruolo e una responsabilit ben diversi per i consumatori (e quindi di tutte le
categorie sociali nella loro dimensione di consumatori), comporta una pressione decisa e
prolungata per far conoscere le vere caratteristiche dei prodotti offerti e i consumi energetici
che sono serviti alla produzione e alla distribuzione di ogni prodotto, in modo che i
consumatori possano liberamente e con semplicit scegliere i prodotti meno inquinanti e pisani. Serviranno molti posti di lavoro (taluni completamente nuovi) per ricerche e indagini,
per analisi e schedature, per controlli e verifiche, per mezzi di trasporto e di movimentazione
innovativi, per le nuove etichette e le nuove certificazioni, per informare e formare i
consumatori, per introdurre nelle scuole e nelle universit le materie necessarie per far
emergere una cultura critica e un senso di responsabilit generalizzato. Un cambiamento che
pu essere giudicato utopistico e che invece solo molto realistico, necessario e soprattutto
urgente, se non vogliamo trovarci immersi nel giro di pochi anni in fenomeni che sfuggono
ad ogni controllo istituzionale.
16. Tutte le considerazioni qui svolte trovano finalmente conferma e sostegno nella
approvazione il 18 luglio scorso della legge della Regione Lazio per la diffusione dellaltra
economia nel Lazio. Tra le sue finalit si trovano la promozione e il sostegno di iniziative einterventi per lo sviluppo delle attivit dellaltra economia, la creazione di centri di altra
economia, la promozione dei beni e dei servizi dellaltra economia, la promozione della
divulgazione delle tematiche connesse e lorganizzazione di incontri.
La legge permetter lemersione di tutte le iniziative finora realizzate a titolo volontario e su
basi fornite da piccoli gruppi, dovrebbe agevolare una conoscenza diffusa su tutto il
territorio laziale dellimportanza attribuita a questo particolare settore, dovrebbe sollecitare
un pi intenso scambio di esperienze con realt di altre regioni e che operano in paesi
diversi. Soprattutto, specialmente se fornita di mezzi finanziari adeguati, dovrebbe
permettere allintero settore di raggiungere dimensioni significative.
Economia solidale, sistemi di scambio non monetario
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