Castagnola -Per Una Uscita Intelligente Dalle Crisi

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    il clima

    La quantit di azoto fissata sinteticamente dalle attivit agricole attraverso i

    fertilizzanti chimici oggi superiore a quella fissata naturalmente negli

    ecosistemi terrestri nel ciclo naturale di questo elemento

    Pi della met della quantit di acqua dolce accessibile utilizzata in modo

    diretto o indiretto dalla nostra specie, e le riserve idriche sotterranee si stannorapidamente esaurendo in moltissime aree del pianeta (dalla Cina agli Stati

    Uniti, dallIndia allIran, ecc.)

    Gli ecosistemi marini e costieri si stanno drammaticamente alterando. Sono stati

    distrutti il 50% degli ambienti di mangrovie e il 50% delle zone umide

    Circa il 22% delle zone marine di pesca sono state ipersfruttate o esaurite e il

    44% al limite dellesaurimento

    I tassi di estinzione delle forme di vita sono notevolmente aumentati, sia negli

    ecosistemi marini sia in quelli terrestri. Siamo nel mezzo di un grande evento di

    perdita della biodiversit, provocato, per la prima volta nella storia della vita

    sulla Terra, dalle attivit di una singola specie vivente: la nostra. Agli inizi del secolo scorso, nel 1900, impiegavamo giornalmente solo

    lequivalente di pochi barili di petrolio per ottenere lenergia impiegata a livello

    mondiale. Oggi consumiamo ogni giorno oltre 80 milioni di barili di petrolio

    Sempre nel 1900 utilizzavamo metalli per una ventina di milioni di tonnellate

    allanno, ora siamo passati a oltre 1,2 miliardi di tonnellate

    Il consumo di carta passato da 4 milioni di tonnellate nel 1900 a circa 160

    milioni di tonnellate nel 1998

    La produzione di materie plastiche, praticamente sconosciuta nel 1900, ha

    raggiunto i 131 milioni di tonnellate nel 1995

    Leconomia umana attinge oggi a tutti i 92 elementi della tavola periodica degli

    elementi, mentre nel 1900 ne utilizzava solo una ventina Oggi utilizziamo dagli 80.000 ai 100.000 composti chimici di origine

    antropogenica, derivanti da attivit industriali, dei quali ignoriamo gli effetti sui

    sistemi naturali e sul nostro organismo. Soltanto di un 2% circa di questi stata

    analizzata leventuale cancerogenicit.

    Quindici minerali essenziali sono stati gi sfruttati per oltre la met delle risorse

    conosciute: mercurio (estratto al 95%), piombo, argento e oro (oltre l80%),

    arsenico, cadmio, e zinco(circa il 70%), stagno, litio e selenio (60%),

    manganese, rame, berillio e tungsteno (intorno al 50%)

    Il litio per la sua bassa densit sar essenziale per la produzione di batterie per

    auto; le riserve ammontano ad appena 4 milioni di tonnellate, sufficienti solo adequipaggiare lattuale parco di auto; anche sequestrando tutta la produzione di

    litio per le auto, non si potranno produrre pi di 60 milioni di auto allanno

    Il 20% dellinquinamento della costa americana del Pacifico di origine cinese

    a causa delle correnti ad alta quota

    4. Se si considerano attendibili queste analisi, emergono alcuni criteri che dovrebbero guidare

    gli investimenti e le produzioni industriali nellimmediato futuro e conseguentemente le

    profonde ristrutturazioni dei consumi che dovrebbero impegnare tutti gli Stati del Pianeta.

    Sono almeno dodici i principi ai quali dovremmo ispirarci:

    1) La Terra un pianeta limitato

    2) Perseguire la ricostituzione dei cicli biologici3) Salvaguardare la capacit di riassorbimento

    4) Perseguire usi multipli di ogni risorsa naturale limitata

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    5) Garantire la conservazione delle risorse naturali

    6) La riconquista della percezione degli elementi costitutivi della natura

    7) Il reinserimento delluomo nel ciclo del carbonio

    8) Il principio di precauzione

    9) La conversione allambiente di produzioni e consumi

    10) La riprogettazione degli oggetti artificiali11) Adeguare i bisogni alle dimensioni del pianeta

    12) Elaborare un modello per ogni cultura

    5. Di conseguenza dovrebbe essere modificata la struttura dei consumi, non per conseguire stili

    di vita pi etici nei paesi ricchi o per permettere una migliore qualit della vita nei paesi del

    cosiddetto sottosviluppo, ma per garantire la sopravvivenza della specie umana sul pianeta.

    Alcuni esempi di politiche economiche pi adeguate alle reali dimensioni del pianeta e delle

    sue risorse posso evidenziare la portata dei problemi da affrontare:

    a) Riutilizzare al massimo le materie prime gi estratte

    b) Usare in modo molto parsimonioso petrolio e gas

    c) Ridurre drasticamente lutilizzo di oggetti di plastica

    d) Ridurre luso di energia e acqua nelle produzioni industriali di beni di consumo

    e) Ridurre il contenuto in rifiuti di ogni oggetto

    f) Ridurre le esigenze di imballaggi

    g) Riprogettare gli oggetti dannosi per lambiente

    h) Aumentare la produzione di oggetti biodegradabili o riciclabili e riutilizzabili

    i) Ampliare al massimo le produzioni agricole biologiche e similari

    j) Bloccare il processo di omogeneit genetica e recuperare semi e variet originali

    k) Bloccare allorigine polveri sottili e particelle metalliche nellaria e nel suolo

    l) Modificare le dinamiche che creano i mega agglomerati urbani, moltiplicando le

    infrastrutture di uso comunitario

    6. Da oltre quindici anni, si sono moltiplicate le attivit che hanno alla base logiche e obiettivi

    ben diversi da quelli che caratterizzano le economie dominanti. Il commercio equo e

    solidale, forse la pi antica, cerca di garantire ai produttori primari un reddito sufficiente ad

    una vita dignitosa, invece di lasciarli esposti allo sfruttamento di intermediari e

    multinazionali. Il livello del pagamento della materia prima coltivata viene deciso di

    comune accordo, tenendo conto delle esigenze dei produttori e non della possibilit di

    estrarre il massimo profitto dal loro lavoro. Una volta deciso, il prezzo di acquisto vienegarantito anche se a livello internazionale varia nel tempo (spesso solo per operazioni

    finanziarie puramente speculative). Il prezzo di vendita in Italia (e in molti paesi europei)

    viene fissato ai livelli pi alti possibili rispetto alle condizioni del mercato, in modo da

    permettere una alta retribuzione ai produttori e lespansione del sistema di vendita basato

    sulle Botteghe. Questo meccanismo un esempio di come si possa concorrere sul mercato e

    subordinare costi e prezzi non al profitto ma ad obiettivi di natura completamente diversa e

    soprattutto di ottenere prodotti pi sani e con meno sfruttamento incorporato.

    7. Logiche analoghe sono seguite in tutti i settori delleconomia alternativa. Il riuso e il riciclo

    tendono a far emergere il valore degli oggetti che scartiamo ogni giorno, a ridurre

    lammontare dei rifiuti che si accumulano ogni giorno di pi, a recuperare le materie prime

    che abbiamo estratto dalla terra senza porci alcun limite (stiamo gi oggi producendo comese avessimo a disposizione cinque pianeti). Linformatica alternativa open source) offre la

    possibilit di sottrarsi al controllo dei brevetti e delle grandi multinazionali del settore e di

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    contribuire allevoluzione della tecnologia. I prodotti biologici garantiscono lassenza di

    prodotti chimici (pesticidi, diserbanti, ecc.) e potrebbero ridurre le peggiori malattie con

    cause o concause nellinquinamento ambientale. Anche le attivit relazionali e culturali che

    si ispirano agli stessi principi mettono in evidenza la possibilit di avere molti pi rapporti

    interpersonali e sociali e di sottrarsi ai peggiori condizionamenti esercitati da un sistema

    concepito solo per garantire maggiori profitti ulteriori espansioni, senza alcunapreoccupazione dei costi umani dei meccanismi di sviluppo indiscriminato e illimitato.

    Queste attivit nel loro insieme, e tenendo conto delle loro dimensioni ancora limitate,

    possono essere concepite come degli embrioni di una economia alternativa, ovviamente

    ancora non in grado di soppiantare il sistema dominante, ma che ne dimostra le profonda

    disumanit e fa intravedere concrete possibilit di in futuro diverso.

    8. I tentativi in corso lasciano intravedere concrete potenzialit occupazionali. Lasciando da

    parte alcuni esempi (come le fabbriche abbandonate rimesse in funzione dagli operai nell

    Argentina della crisi profonda), evidente che perfino i gruppi di acquisto, se coinvolgono

    pi di 25 famiglie, possono offrire loccupazione a una persona che a pieno tempo si occupa

    degli ordini e delle consegne.

    Inoltre interi settori, resi essenziali dalla assoluta necessit di bloccare i danni ambientali,possono (e devono) diventare una fonte di posti di lavoro anche in piena crisi. Un recente

    studio CGIL-Legambiente ha stimato in 350.000 i posti di lavoro che possono essere creati

    ogni anno se si adottassero le proposte contenute nello studio: a) politiche consistenti di

    risparmio ed efficienza energetica; b) riqualificazione energetica delle abitazioni ; c)

    sicurezza ambientale (lotta al dissesto idrogeologico, bonifica di aree abbandonate e

    degradate, bonifica dallamianto, ecc.); d) potenziamento dei trasporti per i pendolari.

    Pi in particolare, la diffusione su larga scala di impianti solari ed eolici per le abitazioni

    esistenti e di nuova costruzione darebbe luogo a possibilit di occupazione per montatori e

    riparatori non appena gli incentivi e le normative mettessero in condizione di finanziare gli

    impianti tutti i proprietari di case e coloro che ne sono ancora privi.

    9. Gli altri settori delleconomia solidale sono ancora in fase iniziale di espansione, ma

    potrebbero contribuire in misura non irrilevante ad una occupazione stabile e regolarmente

    retribuita non appena le piccole aree gi in attivit saranno in grado di collegarsi tra di loro,

    aumentando gli scambi e le possibili integrazioni produttive. Ad esempio, se tutte le aree

    protette e i parchi nazionali e regionali diventassero aree di elezione delleconomia solidale,

    produzioni locali biologiche, vendita di prodotti realizzati localmente senza incidere sulle

    emissioni dovuti a trasporti da punti lontani, promozione delle attivit di piccole industrie e

    di artigiani che non danneggiano lambiente e che non utilizzano materie prime vietate,

    consumatori e turisti che vengono informati sulle opportunit di una alimentazione sana e

    rispettosa dellambiente, rappresentano altrettante linee di lavoro garantito che si stano

    sperimentando in vari luoghi dItalia e molto di pi in paesi come la Germania e lOlanda.10. Anche i rifiuti possono essere visti come una fonte di materie prime da recuperare

    (riducendo la pressione sullestrazione continua dai terreni minerari e aprendo la strada alla

    utilizzazione plurima della stessa risorsa ormai in circolazione). Ci comporta naturalmente

    la raccolta a monte dei rifiuti familiari e industriali e lesistenza di una rete di impianti di

    trasformazione accuratamente progettati. Dobbiamo imparare che un mucchio di 800 lattine

    per bevande rappresenta una bicicletta tutta in alluminio e 70 di esse una macchinetta per il

    caff. I Comuni che ancora non hanno avviato la raccolta porta a porta rappresentano una

    fonte di materie seconde che non pu pi essere trascurata, bruciare i rifiuti anche per

    produrre energia uno spreco ormai inaccettabile (senza considerare i danni per la salute),

    impiegare risorse e parti di territorio per stoccare rifiuti dannosi e fonti di ulteriori

    inquinamento una pratica condannata ormai in molti paesi. Una parte importante dei rifiutiattuali pu infine essere riutilizzata per produzioni artistiche o per la trasformazione in

    oggetti utili per larredamento o per labbigliamento, mentre ostinarsi a considerare i rifiuti

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    uno scarto indesiderato e un onere imprescindibile dellattuale industrializzazione ormai

    un segno della incapacit di superare in positivo le tracce di una civilt ormai in fase

    distruttiva verso il pianeta che la ospita.

    11. Leconomia alternativa e solidale comprende inoltre un ampio gruppo di attivit, in gran

    parte non incluse nelle attuali classificazioni statistiche utilizzate per lelaborazione del

    calcolo del reddito nazionale (il famigerato PIL, il prodotto interno lordo che rispecchia ilmodello della crescita illimitata e trascura il lavoro svolto in casa da tante donne), perch

    nascono dal tessuto di relazioni che nascono o si espandono quando non pi il profitto a

    regolare i rapporti tra gli esseri umani. Nelleconomia alternativa di tipo solidale evidente

    che un qualunque prodotto non considerato solo per il suo costo o il suo prezzo di vendita,

    ma include la conoscenza del produttore e delle sue scelte, la conoscenza di chi trasforma o

    semplicemente vende lo stesso oggetto ma anche le loro motivazioni e i loro obiettivi.

    Loggetto perde una parte della sua materialit e diventa occasione di conversazioni, di

    scambio di esperienze, di modi di vivere diversi, di progetti per il futuro; riacquista il

    significato che la trasformazione industriale anonima e massificata gli ha fatto perdere, e

    contribuisce a creare e a moltiplicare delle reti di relazioni che piano piano diventano il vero

    e pi importante obiettivo della produzione e del commercio. La scomparsa delle piccolebotteghe, dei lavatoi, delle piazze e dei mercati di zona ha ormai rivelato con chiarezza le

    perdite che abbiamo subito nel recente passato, sottoposto alla mitizzazione del progresso

    dellinnalzamento della qualit della vista strettamente dipendente dalle tecnologie e dalla

    industrializzazione forzata. Ovviamente non si tratta di ritornare alle caverne e alle torce, ma

    di impostare diversamente le modalit di realizzazione e di scambio dei beni, sottolineando

    la necessit di riconquistare una pi intensa e significativa rete di rapporti interpersonali.

    Questo progressivo processo muterebbe anche il tempo di lavoro e il rapporto tra lavoro

    subordinato e attivit liberamente intraprese. Nella fase attuale, e pi concretamente, occorre

    verificare quali mutazioni sono perseguibili ampliando la sfera di attivit ispirata ai principi

    di una economia alternativa e solidale.

    12. Ora possibile valutare in modo pi costruttivo le molteplici attivit che in tanti paesi si

    richiamano ad una economia di tipo solidale. Non tutti i progetti in corso possono essere

    considerati in modo positivo, molti di essi sono in realt delle sperimentazioni i cui risultati

    possono essere diversi dalle aspettative, per innegabile la spinta che coinvolge sempre pi

    persone nella ricerca di modelli alternativi rispetto a quello dominante

    Le esperienze avviate negli ultimi dieci anni fuori o contro le logiche del sistema

    economico dominante sono numerosissime e caratterizzate molto spesso da una creativit

    eccezionale. Anche quando non sono apertamente osteggiate (specie quando incidono in

    misura percettibile sul mercato), non sono certo favorite dalla congerie di leggi che regolano

    la produzione e il commercio, senza per sostenere le attivit che cercano di non

    danneggiare lambiente o la salute delle persone.Sono quasi sempre molto chiare le motivazioni che spingono a realizzare tali iniziative

    (disagio o rifiuto nei confronti del sistema dominante, tentativo di ridurre la pressione e il

    danneggiamento dellambiente, esigenza di salvaguardare la salute della specie umana, della

    fauna e della flora terrestri, e la necessit di allentare la stretta e lo sfruttamento esercitati

    sulle popolazioni del Sud del mondo). Invece, abbastanza difficile incontrare gruppi che

    siano perfettamente coscienti di essere impegnati nella costruzione di un sistema economico

    completamente diverso da quello dominante. Forse la libert e la creativit sono proprio

    dovuti a questa autonomia di sperimentazione, a questa non dipendenza da modelli

    precostituiti, ma forse sarebbe opportuno che cominciasse ad emergere una coscienza pi

    diffusa della prospettiva in cui di fatto ci si muove. Ci permetterebbe di non scoraggiarsi di

    fronte agli inevitabili ostacoli frapposti da un compito cos immane e permetterebbe invecedi mobilitarsi su vasta scala ogni volta che si cerca di ottenere dei risultati di comune

    interesse.

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    La Carta dei Principi dellAltra Economia, elaborata a Roma nel 2004, fa riferimento ai

    principali settori di altra economia:

    commercio equo e solidale

    finanza ed assicurazione etica, come microcredito, banche etiche e mutue autogestionegruppi che collaborano in base a principi di cooperazione e solidariet

    gruppi di acquisto solidali

    gruppi che praticano i bilanci di giustizia

    forme organizzate di consumo critico

    turismo responsabile

    riuso e ricicli di materiali e risorse naturali (raccoglitori di rifiuti, cartoneros)

    informatica open source

    applicazione di forme di energia rinnovabili

    agricoltura biologica

    A questi se ne possono aggiungere degli altri (quasi tutti presenti in Italia):

    Gruppi di acquisto non dichiaratamente solidali

    Gruppi di acquisto popolari

    Campagne per sponsor e tesorerie etiche

    Campagne per la sovranit alimentare

    Centri per le tecnologie appropriate

    Iniziative autonome per la creazione di posti di lavoro (autogestioni, cooperative no profit,

    autocostruzioni, ecc.)

    Campagne per la tutela e la diffusione delle energie riproducibili

    Sostegno a iniziative di sviluppo progettate da locali e immigratiProgetti per la protezione della biodiversit

    Coltivazioni con metodi alternativi (biodinamica, ecc.)

    Occupazioni di terre e insediamenti contadini

    Fattorie didattiche

    Bio ristoranti, bar e osterie no profit

    Radio comunitarie e TV di strada

    Campagna per laccesso ai farmaci

    Giornata del non acquisto o degli acquisti trasparenti

    Mercati per il baratto

    Banche del Tempo

    Campagne per la Tobin TaxScambi e acquisti con monete alternative

    Programmi di adozione e sostegni a distanza

    Organismi impegnati nella protezione ambientale

    LETS, sistemi di scambio gratuiti

    Artigiani Solidali

    Produzione di mattoni in terra cruda

    CAES, assicurazioni no profit

    Campagna Cambieresti di Venezia

    Campagna Nuovi stili di Vita di Campobasso

    Condomini sostenibili di Ferrara

    Campagna Vispo di PiacenzaCampagna Cambieresti di Biella

    Campagna Cambieresti di Colorno (Parma)

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    Campagna citt equosolidali

    13. Anche le esperienze di distretti, circuiti e filiere di economia solidale, citt di altra

    economia, sono in fase di moltiplicazione sul territorio nazionale

    Ogni raggruppamento sul territorio o nei diversi comparti di economia alternativa che sono

    stati indicati dovrebbe moltiplicare gli scambi di esperienze e di prodotti al suo interno, purcontinuando a destinare parte delle risorse umane disponibili allespansione verso lesterno

    di ogni attivit avviata. In effetti, solo quando si cominciano a integrare fra loro le diverse

    attivit (acquisto o scambio reciproco di beni e servizi) che si delinea un sistema economico

    in fase nascente o embrionale, capace di crescere su se stesso e di ridurre progressivamente i

    rapporti con il sistema dominante. Questo il significato dei circuiti, delle filiere, dei

    distretti, degli ecovillaggi o delle citt che raccolgono e potenziano questi processi di

    integrazione produttiva e di rapporti conviviali tra le persone pi coinvolte in questa

    prospettiva, vissuta in comune e profondamente condivisa.

    Citt dellAltra Economia di Roma

    Altre citt in corso di realizzazione o allo studio a Venezia, Livorno, Rieti, Iglesias, MassaCoordinamento Ecovillaggi

    Pausa Caf di Torino

    Gruppo informale di Trento

    Contro il pizzo cambia i consumi, Palermo

    Primovere, Pescara

    Lisola che c, Como

    Tavolo e Associazione dellAltra Economia (otto Fiere), Roma

    Consorzio Cooperative Sociali della Locride, Goel

    Gruppo informale della Brianza

    Associazione delle MarcheOtromodo, laboratorio di economia solidale a Milano

    Laboratorio ES di Napoli

    CasaClima in Alto Adige

    SpiazzaMercato a Parma

    Porta a porta per i rifiuti a Montebelluna

    Semaforo Verde a Pordenone

    Acquisti bio e verdi a Ferrara

    Invece delle bottiglie di plastica a Ferrara e a Firenze

    Il Tesoro di Capitan Eco per la raccolta differenziata ad Avellino

    Le Ecofeste di Parma

    Le serate di economia domestica di Colorno e Torrile (PR)Iniziative delle Citt Equosolidali

    I pannolini a Ros, provincia di Vicenza

    Riduzione dei flussi dacqua a Bagnacavallo (Ravenna)

    Risparmio energetico nelle scuole a Modena e Laveno Mombello, Varese

    Sportello di economia solidale a Cremona

    Energia pulita a Napoli, Padova, Brescia,

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    14. E anche opportuno ricordare alcune esperienze di economia solidale in altri paesi, specienel Sud del mondo. Le esperienze di maggiore portata e di pi antica iniziativa si incontrano

    pi facilmente nei paesi del Sud, in particolare in quelli tormentati da una popolazione in

    rapida crescita o che sono stati colpiti da crisi economiche pesanti e con duri risvolti sociali.

    Il Movimento dei Senza Terra in BrasileLe cooperative dei riciclatori di rifiuti in Colombia

    I raccoglitori di rifiuti di Ahmedabad

    La cooperativa dei lavoratori della costruzione navale in India

    La cooperativa dei lavoratori tipografici in India

    La cooperativa per la produzione di cavi di alluminio e di conduttori in India

    La cooperativa di produzione di macchinari per cavi in India

    LAssociazione In Loco in Portogallo

    Mondragon in Spagna

    IL microcredito per le donne in Afghanistan

    Le ollas comunes in Cile

    Le associazioni di donne in India, SewaLesperienza di Tilonia in India

    Le attivit solidali in Uruguay

    Lelenco sicuramente incompleto. Da queste situazioni molto dinamiche possibile trarre

    molti insegnamenti, specie se si tiene conto che i fattori legati alla necessit di sopravvivere

    hanno agevolato lespansione del fenomeno, mentre nei nostri paesi lopulenza generalizzata

    ostacola, in misura che spesso viene trascurata, lattecchimento e la diffusione dei tentativi

    fatti nella stessa direzione. Anche il fatto che gran parte delle popolazioni del Sud sono

    ormai sostanzialmente fuori mercato agevola la ricerca delle alternative al sistema

    dominante, mentre nei contesti dei paesi ricchi condizionamenti e vincoli sono molto forti

    e spesso inavvertiti, e le capacit di riassorbimento delle esperienze alternative da parte del

    sistema dominante sono indubbiamente maggiori

    15. Infine, vi un aspetto che non deve essere dimenticato in quanto ha notevoli prospettive di

    espansione, man mano che matura una maggiore consapevolezza sulle questioni ambientali

    e sulla futura disponibilit di materie prime (non solo il petrolio ma tutte le 40 principali

    materie prime, anche agricole, di interesse industriale).

    Tutti i paesi (specie quelli pi industrializzati, ma anche quelli che da poco si sono affacciati

    alla fase dello sviluppo industriale, come la Cina e lIndia) non possono pi pensare ad

    una prosecuzione pura e semplice, magari con qualche riduzione dei peggiori danni

    ambientali, del modello attuato negli ultimi 40 anni, quello della crescita illimitata e senzaostacoli. La realt si presenta in modo molto meno favorevole in termini di disponibilit

    effettive disponibili. Come anche comprovato dalla economia di rapina messa in atto dalla

    Cina in Africa nei paesi dove sono ancora presenti dei giacimenti non sfruttati e dagli

    acquisti massicci di terre coltivabili, per mettere in produzione dei prodotti alimentari da

    esportare nei paesi investitori (senza alcuna preoccupazione per gli abitanti del paese

    venditore).Sembra quindi opportuno prevedere, anche ai fine del raggiungimento delle

    riduzioni di anidride carbonica previste per rallentare i fenomeni climatici, delineare una

    prospettiva di progressiva ristrutturazione dei consumi, dando pi spazio a quelli non

    dannosi per lambiente e che consumano meno energia e meno risorse naturali.

    Leconomia alternativa e solidale ha da tempo elaborato criteri e modalit da seguire, i

    principi ispiratori di un consumo critico e responsabile. E infatti necessario superare icondizionamenti al consumo compulsivo imposti a gran parte dellumanit, e aprire una fase

    di consumi necessari al soddisfacimento di bisogni essenziali, e che tengono conto dei rischi

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    per il pianeta e della necessit di ridimensionare i consumi energetici.

    Ci comporta un ruolo e una responsabilit ben diversi per i consumatori (e quindi di tutte le

    categorie sociali nella loro dimensione di consumatori), comporta una pressione decisa e

    prolungata per far conoscere le vere caratteristiche dei prodotti offerti e i consumi energetici

    che sono serviti alla produzione e alla distribuzione di ogni prodotto, in modo che i

    consumatori possano liberamente e con semplicit scegliere i prodotti meno inquinanti e pisani. Serviranno molti posti di lavoro (taluni completamente nuovi) per ricerche e indagini,

    per analisi e schedature, per controlli e verifiche, per mezzi di trasporto e di movimentazione

    innovativi, per le nuove etichette e le nuove certificazioni, per informare e formare i

    consumatori, per introdurre nelle scuole e nelle universit le materie necessarie per far

    emergere una cultura critica e un senso di responsabilit generalizzato. Un cambiamento che

    pu essere giudicato utopistico e che invece solo molto realistico, necessario e soprattutto

    urgente, se non vogliamo trovarci immersi nel giro di pochi anni in fenomeni che sfuggono

    ad ogni controllo istituzionale.

    16. Tutte le considerazioni qui svolte trovano finalmente conferma e sostegno nella

    approvazione il 18 luglio scorso della legge della Regione Lazio per la diffusione dellaltra

    economia nel Lazio. Tra le sue finalit si trovano la promozione e il sostegno di iniziative einterventi per lo sviluppo delle attivit dellaltra economia, la creazione di centri di altra

    economia, la promozione dei beni e dei servizi dellaltra economia, la promozione della

    divulgazione delle tematiche connesse e lorganizzazione di incontri.

    La legge permetter lemersione di tutte le iniziative finora realizzate a titolo volontario e su

    basi fornite da piccoli gruppi, dovrebbe agevolare una conoscenza diffusa su tutto il

    territorio laziale dellimportanza attribuita a questo particolare settore, dovrebbe sollecitare

    un pi intenso scambio di esperienze con realt di altre regioni e che operano in paesi

    diversi. Soprattutto, specialmente se fornita di mezzi finanziari adeguati, dovrebbe

    permettere allintero settore di raggiungere dimensioni significative.

    Economia solidale, sistemi di scambio non monetario

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    Laville, L'economia solidale, Bollati Boringhieri , 1998Razeto, Le dieci strade dell'economia di solidariet, EMI, Bologna, 2003Razeto, Le imprese alternative, EMI, Bologna, 2004

    Andrea Saroldi Costruire economie solidali, EMI, Bologna, 2003

    Albert, il libro dell'economia partecipativa, il Saggiatore, 2004

    Albert, L' economia partecipativa, datanews, 2004Caille, Critica della ragione utilitaria, Bollati Boringhieri, 1991

    Caille, Il terzo paradigma, Bollati Boringhieri, 1998

    Calogero, Terra, in campagna unaltra vita possibile, Terre di mezzo,2005

    Collettivo Criticalwine, terra e libert/critical wine, Derive approdi, 2004

    Coluccia, La banca del tempo, Bollati Boringhieri 2001

    Virginia Cobelli e Grazia Naletto, Atlante di unaltra economia, politiche epratiche del cambiamentoManifestolibri, Roma, 2005

    Dos Santos ( a cura di), Produrre per sopravvivere, Citt aperta edizioni,2005

    Euclides Mance, La rivoluzione delle reti, EMI, Bologna, 2003Godbout ( con Caill), Lo spirito del dono, Bollati Boringhieri, 1993

    Grisendi, Amorevole, Colombo, La banca del tempo, Angeli, 1996

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    Scuola decrescita Orvinio

    Alberto Castagnola

    Latouche, La sfida di Minerva, Bollati Boringhieri, 2000

    Pittau, Economie senza denaro, EMI, Bologna, 2003Andrea Saroldi I gruppi di acquisto solidale, EMI, Bologna, 2001

    Rete Bioregionale Italiana, Selvatico e Coltivato,storie di vita bioregionale,Stampa Alternativa, 2004,Antonella Valer, Bilanci di giustizia, EMI, 1999Valera, GAS i gruppi di acquisto solidale, terre di mezzo

    Viveret, Ripensare la ricchezza, Altraeconomia/terre di mezzo, 2005

    Rosa M. Amorevole Banca del Tempo, istruzioni per luso, EMI, Bologna, 1999

    Jean-Louis Laville LeconomiaSolidale, Bollati Boringhieri, Torino, 1998

    Antimo l.Farro (a cura di) Italia alterglobal, movimento, culture e spazi divita di altre globalizzazioni, Franco Angeli, Milano, 2006

    Erika Lombardi, Grazia Naletto Comunit Partecipate, guida alle buonepratiche locali, Manifesto Libri, Roma, 2006

    Euclides Andr Mance Fame Zero, il contributo delleconomia solidale, EMI,

    Bologna, 2006-11-02

    Serge Latouche Giustizia senza limiti, la sfida delletica in una economiamondializzata, Bollati Boringhieri, Torino, 2003

    Marco Boschini In comune, esperienze concrete, semplici ed efficaci EMI,Bologna, 2006

    Judith Levine IO non compro, un anno senza acquisti:unesperienza perriflettere sul potere del mercato, Ponte alle Grazie, Milano, 2006

    Boaventura de Sousa Santos (a cura di) Produrre per vivere, le vie dellaproduzione non capitalistica, Citt Aperta, Enna, 2005

    Riccardo Petrella Il diritto di sognare, le scelte economiche e politiche peruna societ pi giusta, Sperling & Kupfer editori, 2005

    Leo Hickman La vita ridotta allosso, un anno senza sprechi: ledisavventure di un consumatore coscienzioso, Ponte alle Grazie, Milano, 2007

    J.l. Laville e A.D. Cattani Dizionario dellaltra economia, Sapere 2000,Roma, 2006

    Francesco Gesualdi, Laltra via, dalla crescita al benvivere, programma peruna economia della saziet, Terre di Mezzo, Milano, maggio 2009

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    Consumo critico

    Indicazioni bibliografiche essenziali

    Garbillo Consumo sostenibile, FCE, Bologna, 1996

    Francesco Gesualdi Manuale per un consumo responsabile, Feltrinelli, 2004 (prima edizione

    1999)

    Aime Fiabe nei barattoli, EMI, Bologna,

    Gocce di giustizia, miniguida al boicottaggio e al consumo critico, La Tortuga, Padova,

    2003

    Centro Nuovo Modello di Sviluppo Guida al Consumo Critico, Informazioni sul comportamento

    delle imprese per un consumo consapevole, EMI, Bologna, ultima edizione 2009

    Antonella ValerBilanci di giustizia. Famiglie in rete per consumi leggeri, EMI, Bologna

    T. Bassanese, Cacao. Cos dolce, cos amaro. EMI, Bologna

    Andrea Saroldi, Gruppi di acquisto solidale. Guida al consumo locale, EMI, Bologna

    G. Bologna, F. Gesualdi, F.Piazza, A. Saroldi, Invito alla sobriet felice. Come vivere meglio

    consumando meno. EMI, Bologna

    AAVV. Economia solidale. Percorsi comuni tra Nord e Sud del mondo per uno sviluppo umano

    sostenibile, EMI, Bologna, 2002

    W. Mutunga, F. Gesualdi, S. Ouma, Consumatori del Nord e lavoratori del Sud. Il successo di

    una campagna della societ civile contro la Del Monte in Kenya. EMI, Bologna, 2003

    Andrea Saroldi, Costruire economie solidali, un percorso a quattro livelli, EMI, Bologna,

    Lorenzo Guadagnucci e Fabio Gavelli, La crisi di crescita, le prospettive del commercio equo e

    solidale, Feltrinelli, Milano, febbraio 2004 (con bibliografia ragionata e generale)

    Ugo Biggeri e altri Quotidiano responsabile, EMI

    Norman Myers e Jennifer Kent, I nuovi consumatori. Paesi emergenti tra consumo e sostenibilit.

    WWF, Edizioni Ambiente, Milano, ottobre 2004

    Virginia Cobelli e Grazia Naletto, Atlante di unaltra economia. Politiche e pratiche del

    cambiamento, Manifesto Libri, Roma, gennaio 2005

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    Scuola decrescita Orvinio

    Alberto Castagnola

    Miriam Giovanzana e Gabriele Mussi Boicotta Nestl, Edizioni Altraeconomia e Terre di Mezzo,

    2005

    Francesco Gesualdi, Sobriet. Dallo spreco di pochi ai diritti per tutti. Feltrinelli, Milano, febbraio

    2005

    F la cosa giusta, guida pratica al consumo critico a Roma e nel Lazio, Terre di mezzo, Editrice

    Berti, Milano, 2004

    Cambieresti? La sfida di mille famiglie alla societ dei consumi, Terre di Mezzo Editore, Milano,

    marzo 2006

    Marco Boschini, In Comune, esperienze concrete semplici ed efficaci, EMI, Bologna, settembre

    2006

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