Casta impura e Grillo (s)parlante Oriana Fallaci · non era stata ancora abbandonata in nome del...

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Si è spento a Teramo, il 22 agosto 2007, Giammario Sgattoni, poeta, critico letterario, saggista e giornalista: una grande perdita per la cultura della nostra città Caro Giammario, dopo tanto tuo dire, chi dirà ora di te? Qualche letterato certamente lo farà, per ora accontentati di queste note familiari che mi sono venute così, semplicemente, da vecchia amica quale credo di essere stata. Dunque, dove ci siamo incontrati? Per il “corso”, senza dubbio, prima ancora che i comuni affetti ci avvicinassero, sì, per il corso, negli anni ’60, quando la passeggiata era praticata da tutti e non era stata ancora abbandonata in nome del lavoro nunc et semper o peggio, delle fatiche in palestra; era un salotto all’aperto dove quasi mai si scelgono gli interlocutori, ma ogni angolo può riservare sorprese, nuovi approcci, le famose quat- tro chiacchiere, un rito che solo agli sciocchi può apparire inutile e noioso. E tu, allegro e convivia- le, sei diventato subito un personaggio importan- te: poeta senza paura di osare, coltivavi parole nuove, parole forti, memorie prodigiose del tuo passato, perché tu hai avuto un passato anche a trent’anni, pieno di incontri, camminate alpine, scritti, letture, cenacoli, accadimenti che nelle tue righe diventavano mitologici, eroici, segni del tempo e delle ere felici della cultura. E sei diventato anche un teramano speciale, per- ché dalla natia Vibrata hai aggiunto alla nostra schiettezza e cordialità un fare fervido e dinami- co che noi doc non abbiamo, ed un gusto della vita che dilagava nelle tue molteplici attività, ma anche nei pranzi in cui abbiamo fatto insieme gli occhi languidi a qualche arrosto o alla “pizza- dolce” nostrana. E’ con questi ricordi che voglio salutarti, rifletten- do sul fatto che hai avuto molto dalla vita, perché i piaceri del cibo, della parola, del verso,sono molto vicini tra loro, tutti doni speciali degli dei. Lucia in PROSPETTIVA PERSONA Spedizione in A.P. 45% - Art. 2, comma 20/B L. 662/96 DCB/DC Abruzzo Pescara Reg. n. 119 del 17.10.1974 - Tribunale di Teramo - R.O.C. n. 5615 MENSILE DI INFORMAZIONE E CULTURA Anno XXXIV - n. 7 - Settembre 2007 Caro Giammario Ad un anno esatto dalla morte, (15 settem- bre 2006), si è aperta la grande mostra Oriana Fallaci. Intervista con la storia” Un omaggio, un modo per ricordarla, l’occasio- ne per riscoprirla. Per conoscere tutta la sua avventura umana e professionale, messa in secondo piano dal successo otte- nuto con i suoi scritti post 11 settembre. L’allestimento del materiale è di grande impatto per il visitatore: foto, filmati, oggetti, bozze, quaderni di appunti e manoscritti, suddivisi in tredici stanze tematiche, lungo un percorso in cui l’espe- rienza della grande scrittrice si squaderna in modo chiaro, vivo e coinvolgente. I fil- mati su mega schermi la rendono presen- te,mentre parla già segnata dal male(l’alie- no) che l’ha consumata, o nei reportages e le interviste ai potenti scenografate in mostra grazie ad una suggestiva installazione mul- timediale. E poi l’elmetto usato in Vietnam, la scrittura minuta, chiara sugli appunti e sulle bozze dei suoi libri, e le foto del suo grande amore per “un uomo”, quell’ Alekos Panagulis, eroe della resistenza greca con- tro i colonnelli fascisti, morto per la libertà del suo Paese. E’ un viaggio affascinante nella vita di una scrittrice che ha venduto oltre venti milioni di libri nel mondo, di una donna che per amore della libertà ha urlato con rabbia contro la resa dell’Occidente di fronte all’Islam. “Oriana”-scrive Magdi Allam-“ è stata la voce che più di altre ci ha illuminato di fronte a questa minaccia (terro- rismo islamico) tragicamente reale. Di ciò gliene saremo eternamente grati. Ora tocca a noi andare oltre la denuncia per riscattarci dalla paura e vincere la nostra guerra per la verità, la vita e la libertà di tutte le persone di buona volontà” A Milano, nel bellissimo seicentesco Palazzo Litta, in Corso Magenta,la mostra resterà aperta fino al 18 novembre. Ingresso gratuito. Dal 14 dicembre sarà a Roma, Museo del Vittoriano. mdf Casta impura e Grillo (s)parlante Oriana Fallaci: una mostra per ricordarla Quando abbiamo scritto che “la misura era colma” qualcuno ci ha amabilmente rimprove- rato, perché la conclusione sembrava portare alla ‘eliminazione’(si fa per dire!) dei politici. In quell’articolo raccoglievamo gli umori della gente che non scrive ma nelle conversazioni dice a chiare lettere: «siamo stufi di questo sistema politico, non ne possiamo più!” Altri episodi ‘scandalosi’ accaduti in estate ag- gravano la denuncia. Non passa giorno senza che emerga un fatto riprovevole che ci indigna. Non ci meraviglia, pertanto, che un comico, Beppe Grillo, abbia saputo cogliere il malessere della gente senza voce, cavalcare l’on- da di rigetto popola- re, pur in maniera, a nostro avviso, alquanto plateale, colorita e un po’ qualunquista. Le liste civiche, ad esempio, come rimedio dei mali ci lasciano molto per- plessi: sono sempre esistite ma chi è talmente garante da non essere corruttibile? Forse è arrivato il nuovo uomo della provvidenza che fa il garante? Ci rendiamo interpreti dei sentimenti popolari che vogliono tornare a scegliere i propri rappre- sentanti e mandare a casa i corrotti e i corrut- tori, gli ambiziosi e gli arrivisti di qualsiasi colo- re, per uscire da questa orribile impasse ed avere una democrazia in cui onestà, rettitudi- ne, legalità siano davvero etica e non etichetta, ma non si possono abolire i partiti in democra- zia. Abolire i partiti è sintomo di pre-dittatura. Il marcio della repubblica di Weimar condusse Hitler al potere. Non ci sono ricette facili, come vorrebbe far credere Grillo. Non ci sono risposte spocchiose come quelle dei vertici dei DS (D’Alema non può dirci di “ricostruire i partiti” che ha gestito personalmente e che, come altri partiti, sono giunti al capoli- nea). C’è bisogno di aria fresca, gente nuova e capace, non solo senza fedine penali macchiate, né condanne definitive, ma persone che siano soprattutto punto di riferimento morale e professio- nale nel loro territo- rio. Nel 1992 gli studenti di Scienze politiche a Teramo avevano organiz- zato e discusso un Codice deontologico con rego- le chiare, (mandati a termine senza la profes- sionalizzazione all’infinito della politica, incompatibilità, fedina penale pulita). Non furono ascoltati, né lo sarà il popolo degli scon- tenti di oggi. La questione è morale. E’ questione di rifonda- re tutti insieme un’ «etica politica», da parte dei cittadini e della casta: ce n’è quanto basta per mandare a casa i corrotti e i corruttori, gli Voglio scendere da questa Italia… …che non condanna e spedisce in galera gli evasori fiscali ma si accontenta di un patteg- giamento, a prezzi di saldo, e anzi crea uno ‘spot’ (quello di Valentino Rossi) che rende simpatico l’evasore, ne giustifica il comporta- mento e finisce per fare pubblicità ad azioni deprecabili! M. De Nigris - Roma: Luci nella città, 1969 - Olio su tela Segue a pagina 2

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Si è spento a Teramo, il 22 agosto 2007,Giammario Sgattoni, poeta, critico letterario,saggista e giornalista: una grande perdita per lacultura della nostra città

Caro Giammario,dopo tanto tuo dire, chi dirà ora di te? Qualcheletterato certamente lo farà, per ora accontentatidi queste note familiari che mi sono venute così,semplicemente, da vecchia amica quale credo diessere stata.Dunque, dove ci siamo incontrati? Per il “corso”,senza dubbio, prima ancora che i comuni affettici avvicinassero, sì, per il corso, negli anni ’60,quando la passeggiata era praticata da tutti enon era stata ancora abbandonata in nome dellavoro nunc et semper o peggio, delle fatiche inpalestra; era un salotto all’aperto dove quasi maisi scelgono gli interlocutori, ma ogni angolo puòriservare sorprese, nuovi approcci, le famose quat-tro chiacchiere, un rito che solo agli sciocchi puòapparire inutile e noioso. E tu, allegro e convivia-

le, sei diventato subito un personaggio importan-te: poeta senza paura di osare, coltivavi parolenuove, parole forti, memorie prodigiose del tuopassato, perché tu hai avuto un passato anche atrent’anni, pieno di incontri, camminate alpine,scritti, letture, cenacoli, accadimenti che nelle tuerighe diventavano mitologici, eroici, segni deltempo e delle ere felici della cultura. E sei diventato anche un teramano speciale, per-ché dalla natia Vibrata hai aggiunto alla nostraschiettezza e cordialità un fare fervido e dinami-co che noi doc non abbiamo, ed un gusto dellavita che dilagava nelle tue molteplici attività, maanche nei pranzi in cui abbiamo fatto insieme gliocchi languidi a qualche arrosto o alla “pizza-dolce” nostrana.E’ con questi ricordi che voglio salutarti, rifletten-do sul fatto che hai avuto molto dalla vita, perchéi piaceri del cibo, della parola, del verso,sonomolto vicini tra loro, tutti doni speciali degli dei.

Lucia

in PROSPETTIVA PERSONA

Spedizione in A.P. 45% - Art. 2, comma 20/B L. 662/96 DCB/DC Abruzzo PescaraReg. n. 119 del 17.10.1974 - Tribunale di Teramo - R.O.C. n. 5615

MENSILE DI INFORMAZIONE E CULTURAA n n o X X X I V - n . 7 - S e t t e m b r e 2 0 0 7

Caro Giammario

Ad un anno esatto dalla morte, (15 settem-bre 2006), si è aperta la grande mostra“Oriana Fallaci. Intervista con la storia” Unomaggio, un modo per ricordarla, l’occasio-ne per riscoprirla. Per conoscere tutta lasua avventura umana e professionale,messa in secondo piano dal successo otte-nuto con i suoi scritti post 11 settembre.L’allestimento del materiale è di grandeimpatto per il visitatore: foto, filmati,oggetti, bozze, quaderni di appunti emanoscritti, suddivisi in tredici stanzetematiche, lungo un percorso in cui l’espe-rienza della grande scrittrice si squadernain modo chiaro, vivo e coinvolgente. I fil-mati su mega schermi la rendono presen-te,mentre parla già segnata dal male(l’alie-no) che l’ha consumata, o nei reportages e leinterviste ai potenti scenografate in mostragrazie ad una suggestiva installazione mul-timediale. E poi l’elmetto usato in Vietnam,la scrittura minuta, chiara sugli appunti esulle bozze dei suoi libri, e le foto del suogrande amore per “un uomo”, quell’ AlekosPanagulis, eroe della resistenza greca con-tro i colonnelli fascisti, morto per la libertàdel suo Paese. E’ un viaggio affascinantenella vita di una scrittrice che ha vendutooltre venti milioni di libri nel mondo, di unadonna che per amore della libertà ha urlatocon rabbia contro la resa dell’Occidente difronte all’Islam. “Oriana”-scrive MagdiAllam-“ è stata la voce che più di altre ci hailluminato di fronte a questa minaccia (terro-rismo islamico) tragicamente reale. Di ciògliene saremo eternamente grati. Ora tocca anoi andare oltre la denuncia per riscattarcidalla paura e vincere la nostra guerra per laverità, la vita e la libertà di tutte le persone dibuona volontà”

A Milano, nel bellissimo seicentescoPalazzo Litta, in Corso Magenta,la mostraresterà aperta fino al 18 novembre.Ingresso gratuito. Dal 14 dicembre sarà aRoma, Museo del Vittoriano.

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Casta impura e Grillo (s)parlante Oriana Fallaci: una mostra per ricordarla

Quando abbiamo scritto che “la misura eracolma” qualcuno ci ha amabilmente rimprove-rato, perché la conclusione sembrava portarealla ‘eliminazione’(si fa per dire!) dei politici. Inquell’articolo raccoglievamo gli umori dellagente che non scrive ma nelle conversazionidice a chiare lettere: «siamo stufi di questosistema politico, non ne possiamo più!” Altriepisodi ‘scandalosi’accaduti in estate ag-gravano la denuncia.Non passa giornosenza che emerga unfatto riprovevole checi indigna.Non ci meraviglia,pertanto, che uncomico, BeppeGrillo, abbia saputocogliere il malesseredella gente senzavoce, cavalcare l’on-da di rigetto popola-re, pur in maniera, anostro avviso, alquanto plateale, colorita e unpo’ qualunquista. Le liste civiche, ad esempio,come rimedio dei mali ci lasciano molto per-plessi: sono sempre esistite ma chi è talmentegarante da non essere corruttibile? Forse èarrivato il nuovo uomo della provvidenza che fail garante?Ci rendiamo interpreti dei sentimenti popolariche vogliono tornare a scegliere i propri rappre-sentanti e mandare a casa i corrotti e i corrut-tori, gli ambiziosi e gli arrivisti di qualsiasi colo-re, per uscire da questa orribile impasse edavere una democrazia in cui onestà, rettitudi-ne, legalità siano davvero etica e non etichetta,

ma non si possono abolire i partiti in democra-zia. Abolire i partiti è sintomo di pre-dittatura.Il marcio della repubblica di Weimar condusseHitler al potere. Non ci sono ricette facili, come vorrebbe farcredere Grillo. Non ci sono risposte spocchiosecome quelle dei vertici dei DS (D’Alema nonpuò dirci di “ricostruire i partiti” che ha gestito

personalmente e che,come altri partiti,sono giunti al capoli-nea). C’è bisogno diaria fresca, gentenuova e capace, nonsolo senza fedinepenali macchiate, nécondanne definitive,ma persone chesiano soprattuttopunto di riferimentomorale e professio-nale nel loro territo-rio.Nel 1992 gli studenti

di Scienze politiche a Teramo avevano organiz-zato e discusso un Codice deontologico con rego-le chiare, (mandati a termine senza la profes-sionalizzazione all’infinito della politica,incompatibilità, fedina penale pulita). Nonfurono ascoltati, né lo sarà il popolo degli scon-tenti di oggi. La questione è morale. E’ questione di rifonda-re tutti insieme un’ «etica politica», da partedei cittadini e della casta: ce n’è quanto bastaper mandare a casa i corrotti e i corruttori, gli

Voglio scendere da questa Italia……che non condanna e spedisce in galera glievasori fiscali ma si accontenta di un patteg-giamento, a prezzi di saldo, e anzi crea uno‘spot’ (quello di Valentino Rossi) che rendesimpatico l’evasore, ne giustifica il comporta-mento e finisce per fare pubblicità ad azionideprecabili!

M. De Nigris - Roma: Luci nella città, 1969 - Olio su tela

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Si è svolto a Teramo, 7-8 settembre, il II Festival‘Interferenze’ - Incursioni di arte urbana

Ideato e realizzato dall’associazione EElleeccttaaCCrreeaattiivvee AArrttss di Teramo, diretta da EleonoraCoccagna, il festival racchiude già nel suo nome“Interferenze” lo spirito che anima tutta l’iniziati-va: un’operazione culturale innovativa e di gran-de spessore artistico, capace di coniugare brillan-temente e sapientemente le performance con iluoghi usuali del vissuto cittadino. Muove dal-l’esigenza di avvicinare i cittadini alle varie formedi espressione artistica quali la danza, la musica

e il teatro, non più confinate in un palcoscenico,ma portate tra la gente, nelle strade, nelle piazzee in tutti gli altri luoghi solitamente sconosciutiall’arte. Giunto alla sua seconda edizione, ha ani-mato piazze, strade, cortili ed altri luoghi urbanitotalmente inusuali (vetrine dei negozi, autobus,scuole, uffici postali ecc.). Il centro storico dellaCittà di Teramo si è prestato ancora una volta afare da cornice a questa manifestazione, ricca disuggestive performance - circa 140 tra danza,musica, teatro e video installazioni - e di colpi discena, che ha ospitato artisti provenienti da tuttal’Italia.

Il pubblico, costituito da passanti inconsapevolie a volte perplessi, si è trovato improvvisamenteproiettato in uno spazio modificato dalla volontàcreativa dell’artista ma c’è stato anche chi hascelto di seguire il percorso messo a punto dal-l’organizzazione, ed ha potuto girare la cittàseguendo le interferenze in programmazione. Unmodo diverso di fare ‘arte’ che ha fatto discuteree parlare molto di sé, che ha colpito per la novi-tà e l’originalità, che può essere condiviso o rifiu-tato: senz’altro uno stimolo interessante ad acco-starsi e a conoscere la sperimentazione di nuovilinguaggi di comunicazione artistica.

2 la tenda n. 7 - settembre 2007

È ACCADUTO 2

La pittura di Mario De Nigris, quasi un diario di viaggioPresentato, presso la Biblioteca Provinciale ‘Delfico’, il 26 luglio, il catalogodelle opere (1950-2007) del pittore teramano Mario De Nigris

Il Catalogo, ricco di notizie, di immagini e di ‘commenti critici’, racco-glie larga parte della produzioneartistica di Mario De Nigris, pittoreaffermato e conosciuto anche oltrele mura di casa, ed è strumento pre-zioso per conoscere meglio l’uomo el’artista. Oltre alla pittura, infatti,vanno sottolineati, come scrive LuigiPonziani nella prefazione, altri tratti,quelli umani e civili di una personalitàche ha illustrato la sua città e arricchi-to la scena artistica abruzzese con unasessantennale attività che ora, final-mente, abbiamo l’agio di cogliere e sot-tolineare nella sua quasi completezza econtinuità di ispirazione e di risultati .Protagonista nella città di Teramo,scelta come luogo di lavoro e diaffetti, di quella lunga stagione tragli anni ’50-’80 quando l’impegnodegli artisti si coniugò con la promo-

zione della cultura, De Nigris affiancò alla partecipazione a rassegne,mostre personali e collettive in provincia e fuori, un’azione di organizza-zione nel campo sociale e culturale assai intensa. La pittura di Mario De Nigris, quasi un diario di viaggio, titolo del saggio diCosimo Savastano, curatore del catalogo delle opere e lettore attento dellastoria artistica del pittore, coglie egregiamente il senso e il valore del per-corso artistico ed esistenziale del Maestro seguito nell’ inscindibile legametra arte e vita.

De Nigris nasce a Pescara nel 1923 e, dopo molti cambi di residenza e unaguerra combattuta anche nella fase della Liberazione, nel 1950 si stabili-sce a Teramo dove ancora oggi vive. Per quarant’anni funzionario dellaBanca Popolare, coltiva interessi sia in ambito artistico sia di profilo civi-le e sociale. Presidente della S.M.S.Fratellanza artigiana,fondatoredell’Associazione regionale Società Operaie d’Abruzzo, dell’Istituto Abruzzeseper la storia della Resistenza e dell’Italia contemporanea, fondatore e presi-dente del premio ‘Paliotto d’oro’ (onorificenza da attribuire ai teramani chesi sono distinti nel campo della cultura, dell’arte e della scienza, della poli-tica, delle attività sociali, dello spettacolo e dello Sport), è tra i promotoridel Sindacato unitario arti visive nel territorio teramano e della rassegnaRealtà figurativa in Abruzzo, è tra i fondatori della locale sezione di ItaliaNostra. Oggi, da presidente onorario delle varie associazioni, soprattuttodipinge.

XIV Rassegna polifonica aprutina

M. De Nigris - Milano dopo il 1940, 1955 -pastello ad olio

Gradevoli interferenze

L’ Aula Magna del Convitto “Delfico” di Teramo, neigiorni 7 e 8 settembre, ha ospitato la XIV RassegnaPolifonica aprutina organizzata dall’AssociazioneCorale “Verdi”. Il Coro teramano, diretto dal M°Leonzi ha aperto la manifestazione ed ha ceduto il… canto a quattro cori italiani e a un coro russo.

Si è conclusa la XIV edizione della RRaasssseeggnnaaPPoolliiffoonniiccaa AApprruuttiinnaa con un consuntivo artisticosenza dubbio positivo: le formazioni corali hannoespresso un alto livello vocale e interpretativo, pro-ponendo programmi che hanno spaziato dal sacroal profano, dal “colto” al popolare e il pubblico,numeroso e attento, ha mostrato di essere semprepiù vicino alla Rassegna: sintomo di un rinnovatointeresse per la Polifonia, troppo spesso considera-ta musica per pochi estimatori. La buona fruizionedi un genere è spesso dovuta alla qualità della musi-ca e ai valori esecutivi che si propongono: così sigiustifica il successo della Rassegna teramana. Notevole la prestazione del coro “Florilegiumvocis” di Bari, diretto dal M° SSaabbiinnoo MMaannzzoo, cheha dato prova di una curata vocalità e di un eccel-lente grado interpretativo. Alla certezza artisticadelle formazioni abruzzesi della “Virgola” diPescara e dell’“Histonium” di Vasto si è aggiunta la

bella realtà del coro di Bastia Umbra. La degnaconclusione è stata offerta dai due gruppi del cororusso. Il primo, scattante e “ludico”; il secondo,pieno di “sovietica popolarità”, ha coinvolto ilpubblico in una profonda emozione musicale.Alla Rassegna ha partecipato per la prima volta, econ tanto entusiasmo, il gruppo dei Pueri Cantores,nuova realtà della corale “G.Verdi”, diretto dal M°Umberto De Baptistis. L’Associazione vuole cosìrafforzare la valenza educativa dell’attività coralerivolta ai giovani. Un’altra nota, più che positiva, è stata l’altaaffluenza di coristi e direttori di coro, circa ottan-ta i partecipanti venuti anche da oltre i confiniregionali, al Laboratorio, attivato in collaborazio-ne con l’ARCA (Associazione Regionale dei Coridell’Abruzzo), del M° Steve Woodbury che hatrattato il tema “Respiro...quindi canto”. Dopol’ottima esperienza del 2006 con il M° MarcoBerrini, la corale “Verdi” ha voluto dare seguitoall’iniziativa di rendere la Rassegna non solo“esposizione” dei gruppi corali ma “officina” diiniziative volte ad aggiornare e migliorare leconoscenze tecnico-vocali e capaci di favorire losviluppo della coralità in senso ampio.

Gaetano Milani

ambiziosi e gli arrivisti di qualsiasi colore. Non ci illude la comicità di Grillo a dire-zione unica, non ci illude il nuovismo chenuovo non è. Sappiamo solo che bisognainsistere, nel raccogliere la denuncia dei“senza voce” senza mezzi termini, senzaesitazioni, la denuncia del malcostumedella corruzione, della prosopopea, dell’in-ganno che quotidianamente viene sommini-strato fino ad addormentare ragione e rea-zione attraverso i media organici al potere;che bisogna rendere reale il sogno di unapolitica che ricominci a considerare il benecomune più importante del bene del singo-lo, una politica che si misuri con i problemiconcreti e non ambisca alla prima paginacon dietro il vuoto di contenuti; che bisognariappropriarsi della cittadinanza responsabi-le da parte di tutti i cittadini, sia di coloroche andranno a dare un tempo al serviziodella politica sia di coloro che rimarrannovigili per controllare e costruire nel propriopiccolo il tessuto di una vita etica

Attilio Danese

Casta impura e Grillo (s)parlanteDa pagina 1

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la tenda n. 7 - settembre 2007 3

CULTURA3

Ciak si legge: la principessa sposaPrendete uno sceneggiatore celebre e innamorato della letteratura e delpotere delle parole – WWiilllliiaamm GGoollddmmaann, autore tra gli altri de IlMaratoneta e Tutti gli uomini del Presidente – e dategli un espediente nar-rativo come quello di un figlio pigro e annoiato nel quale un padre scrit-tore vorrebbe instillare amore per la lettura, destandolo dal suo torpore:avrete tra le mani La Principessa sposa, geniale romanzo riproposto direcente dalla Marcos y Marcos. Scritto negli anni ’70 e considerato,prima negli Stati Uniti ora anche in Europa, un piccolo capolavoro diinventiva, fantasia, affabulazione, il libro è una costruzione perfetta chesi snoda su due piani narrativi - quello del padre che ripesca un librocruciale della sua infanzia e ne riscrive una versione tagliata per il figlioe quello della storia vera e propria- e trascina il lettore in pagine carichedi invenzioni, scandite da un ritmo serrato che non ammette noia e cheha meccanismi e “tempi comici” praticamente perfetti: Buttercup la prin-cipessa sposa, il gelido principe Humperdinck, Inigo Montoya spadaccinoin disarmo, Vizzini il perfido siciliano, Fezzik gigante che si esprime inrima e altri personaggi vividissimi sono protagonisti di continui colpi di

scena e ribaltamenti di fronte che danno corpo, anima, ironia e fascinoa questa geniale favola cinematografica che inchioderebbe, senza scam-po, anche il lettore più snob. Perché nonostante l’autore avverta subitoche non è per nulla scontato che ci sia un lieto fine o che i buoni abbia-no la meglio -anzi, è più probabile che,alla fine, accada il contrario- nonsi può resistere al fascino di queste pagine in cui si alternano classico eultramoderno e, soprattutto, “Vero amore. Odio. Vendetta.(…)Uomini mal-vagi. Uomini belli. Belle dame.(…).Dolore. Morte. Uomini coraggiosi.Uomini codardi. Uomini più forti. Inseguimenti. Fughe. Menzogne.Passione. Miracoli.”, in perfetta coerenza con il genere letterario di rife-rimento ma con un’arguzia e una intelligenza, non solo narrativa, dirara qualità. Il risultato è un libro da scoprire e da leggere in un colposolo, immergendosi senza remore nelle atmosfere fantastiche e nellospirito immaginifico che lo pervade e godendosi, senza pregiudizi, ilpiacere di una lettura davvero divertente. Quindi silenzio, buio in salae buona lettura!

Valeria Cappelli

LETTURE EXTRA MOENIA

Pluralità di voci nel panorama artistico abruzzeseGettando uno sguardo attentoalle iniziative artistiche allestite insuggestive location del teramano edi città dell’Abruzzo, non si puònon notare una piattaforma ope-rativa e uno sfondo gnoseologicosfaccettati in una gamma di posi-zioni che hanno un unico, e forsecasuale, comune denominatore:un desiderio di fare chiarezza, dicogliere intimi collegamenti perun approccio significativo versoespressioni di arte, talvolta estra-nee alla forma mentis di un pubbli-co abituato a quella persistenza di‘valori’ esemplari e di categorie dibellezza e poeticità di cui l’arteera stata sempre garante e deposi-taria.Nel borgo medievale diCastelbasso, per l’edizione 2007del festival ‘Castelbasso progettocultura’, due mostre complemen-tari- “Nel segno della materia, pittu-ra informale europea e americana daBurri a Dubuffet, da Pollock a DeKooning” curata da Silvia Pegoraro,e “ De- forma, il superamento dell’in-formale: dalla percezione pittorica alla nuova astra-zione” affidata a Chiara Materazzo - hannoofferto una testimonianza del poliedrico osser-vatorio artistico informale e post-informaleattraverso un’attenta ricognizione di opere diAfro, Baj, Scanavino, Turcato, Capogrossi,Fontana, Pollock, Filipa Amaral, Raul Gabriel,Mario Consiglio, Stefano Errighi….Le poetiche dette dell’informale sono poetichedell’incomunicabilità, che, in accordo con feno-menologia, esistenzialismo e pragmatismo,superano le posizioni contrapposte di ‘realismo-’e ‘idealismo’, promuovendo lo stretto legame abinomio di soggetto e oggetto, il loro cooperaree incontrarsi in una struttura continua. L’artistamanipola la materia, stabilisce con essa un rap-porto di continuità esistenziale, di immedesima-zione, identificando in essa, che non assume unsignificato definito, la propria problematicità, lacondizione di estraneità in cui la società lo pone.

Il ‘gesto’, il ‘segno’ informale nonva interpretato come chiusura inun’area di così radicale autosigni-ficanza da presentarsi come inco-municabile; è ricco, invece, disemantica e comunicativa - pluri-direzionalità dei messaggi, dispo-nibilità a molteplici livelli di frui-zione -, che mettono l’attivitàconoscitiva estetica in sintoniacon la più generale visione delmondo acquisita dalle metodolo-gie scientifiche contemporanee.Quella degli informali non è unalibera scelta: è la condizione dinecessità in cui l’arte che tuttauna tradizione culturale avevaposto come FORMA, viene a tro-varsi in una società che la svalutae non riconocsce più nel linguag-gio il modo essenziale di comuni-cazione tra gli uomini. E propriosul riesame del concetto di formasi misura Chiara Materazzo: De-forma, in modo intrigante ed allu-sivo, offre una doppia decodifica-

zione: ‘sulla forma’ e insieme‘destrutturazione’ della forma.

Servendosi di immagini frutto di un immagina-rio reso in percezione pittorica e nuova astrazio-ne, la curatrice sintetizza l’evoluzione dell’infor-male fino a cogliere la linea di demarcazione,oltre la quale avviene il suo superamento.Le esigenze di rinnovamento e di novità del mer-cato artistico impongono nei primi anni ’60,sullo scenario europeo le nuove tendenze delnew dada e della pop (ular)- art. Alla pop-art e alsuo vate più famoso, Andy Warhol, sono stateaperte le porte del Museo Colonna di Pescara:79 opere con 42 pezzi unici, il suo giovanile Agood book del ’75 contenente 20 opere ritoccatead acquerello ed eseguite con la tecnica blottedline, i ritratti di Marilyn Monroe, Mick Jagger,Mao Tse Tung, Liza Minnelli, tratteggiano nelletante sfaccettature la sensibilizzazione degli arti-sti a una nuova estetica della spendibilità.Oggetti prodotti con la forza del mercato e lavolontà di consumo, fabbricati in serie, non

necessariamente belli, fatti di plastica, plexiglas,violentemente colorati, proposti con insistenzadal packaging, rimbalzano perentoriamente dallatelevisione e dalla pubblicità, fino diventare nonevitabili. La fonte d’ispirazione è per l’artistaamericano non solo ineludibile nel presente, masignifica anche riallacciarsi alle radici culturalidel realismo locale. La pop-art italiana è stata invece proposta con leopere dei maggiori rappresentanti - M.Rotella,M.Ceroli, G.Bettini, M.Pistoletto - in una corni-ce desueta quanto originale: il MuseoArcheologico di Chieti, dove l’accostamento diimmagini, saccheggiate dalla civiltà contempo-ranea e medium per filtrare tutta una nuova real-tà, al guerriero piceno Nevio Pompulledio,meglio noto come ‘Guerriero di Capestrano’,solo apparentemente, almeno nelle intenzionidei curatori dell’evento culturale, costituisce unacesura insanabile:“La potenza quasi archetipa e lamagnetica arcaicità del guerriero, danno immaginia valori di purezza primordiale, che sono la meta diparecchi artisti contemporanei” (G.Simongini, sto-rico dell’arte). La mostra resterà aperta fino al20 ottobre.

Marisa Profeta De GiorgioS. Errighi - Connotazione 02, 2006 -pitto-scultura

Andy Warhol

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Regia di Cristian MungiuPalma d’oro al Festival di Canness

Il potere si esercita sui corpi; non solo median-te la costrizione fisica, ma anche attraverso unordine simbolico che inserisce gli individui in undisegno organico (e, ça va sans dire, impregnatodi istanze culturali) che li espropria della libertàdi disporre di sé in nome di un bene variabilesecondo le ideologie ma comunque impersona-le e remoto. In special modo il corpo femmini-le, unico a consentire la procreazione, è statosempre ed è tuttora oggetto di una minuziosacasistica prescrittiva, che ne fa un luogo pubbli-co (Il corpo della donna come luogo pubblico è iltitolo di un importante saggio di BarbaraDuden); ed è esattamente l’attrito fra la “pub-

blicità” di quel “luogo” e l’autonomia individua-le, che procede in una direzione preclusale, aessere visualizzato dal bellissimo film diCristian Mungiu; attrito acuito dalla particolaredifficoltà a reintegrare un qualsiasi spazio di pri-vatezza che caratterizzava il regime diCeausescu (la storia è ambientata nellaRomania degli anni ‘80), e dalla sottile ma fer-rea rete di relazioni, pregiudizi, convenzioni,obblighi sociali, che stringe le protagoniste tra-sformando in disperata odissea una scelta giàdolorosa e drammatica.

Hans Ranalli

Altri filmIIOO NNOONN SSOONNOO QQUUII - Todd Haynes - Dramm./Music. - 7,5GGLLII AAMMOORRII DDII AASSTTRREEAA EE CCÉÉLLAADDOONN - Eric Rohmer - Dramm. - 8SSIICCKKOO - M. Moore - Docum. - 6,5

A Pescara nella Sala della fondazionePescarAbruzzo-, dal 24 settembre al 5 ottobre,esposizione di tele e istallazioni della pittrice tera-mana GGaabbrriieellllaa FFaabbbbrrii

La mostra, Conversazione, già esposta in ViaMargutta a Roma, nella galleria PalazzoMargutta, è stata riproposta nella terra d’ori-gine dell’artista, presentata dall’Accademiad’Abruzzo di Pescara e curata dalla prof.Franca Guarnieri. Le opere esposte, ‘sfere ecomposizioni’, scaturiscono da una ‘conversa-zione’ che l’autrice immagina con Piero dellaFrancesca sul rapporto ideale-reale: la sfera,nella sua perfezione chiusa e circoscritta con-tiene quell’energia magmatica che è espressanelle varie tele attraverso colori forti, pieni,vitali. Nella sfera- mente-animo l’ideale,

costretto entro il limite della linea chiusa, hain sé lo spiraglio per ‘vedere’, per cogliere ilreale in un gioco di concreto confronto, diriflesso e di riflessione. Nelle composizionicorrispondenti, la sfera si frantuma,dirompo-no i colori, si aprono e appaiono sfumati, siscompongono in forme variegate per abbrac-ciare e significare la complessità del reale, lacontinua mutevolezza dell’attimo, nel costan-te fluire e divenire e nell’ unicità che è valore.L’istallazione che dà il titolo alla mostra, com-pendia il senso del tema proposto nei dipinti:uscire fuori dal recinto delle convenzioni,rompere le barriere, cogliere la diversità diogni momento e lasciare che l’energia fluiscae proceda verso una espressione libera fino arintracciare ed essere se stessi.

Margherita Di Francesco

4 la tenda n. 7 - settembre 2007

PARLIAMO DI... 4

Conversazione Pittura

Cinema

Inglese

Quattro mesi, tre settimane, due giorni

****TToonniinnoo DDii NNaattaallee ,, Parole di luce messe a nudo– Paper’s worldAforismi, paradossi, slogans, proverbi: in unvolume tematico e frazionato, che dispensa‘pillole’ di riflessione e di sag-gezza. Frammenti di esistenza,di pensiero e di attenzione aifatti della persona e del mondo.Parole di luce -- dice Di Natale -mirate e chiare tali da evitarequalsiasi equivoco di interpreta-zione, proprio come frammenti diluce che illuminano ogni pensiero,messe a nudo…… per lasciare pulitala sostanza delle parole e com-prendere il significato profondodei pensieri.Gli aforismi hanno più di qual-che millennio e, se sono arrivatiindenni fino a noi è perché sonoconduttori di pensieri saggi, iro-nici e satirici della gente sempli-ce di ogni epoca.Il libro, si compone di 240 pagi-ne ed è articolato in 28 temati-che:: ogni tema si compone di pensieri sparsi chesono però nel loro insieme una sommatoria dimomenti di vita, dalla nascita alla morte, cheognuno, direttamente o indirettamente, può aver

vissuto. Felice la definizione dell’opera che, nellaprefazione, dà Elso Simone Serpentini : un calei-doscopio di episodi di vita.

****MMiicchheellee FFeerrrraannttee -- Acquadelle montagne teramane -Pacha Mama edizioniIl piccolo volume è una rifles-sione sull’importanza vitale del-l’acqua per tutte le specieviventi. Per questo bisognavalorizzare e tutelare le sorgen-ti di montagna e ,nel nostrocaso, quelle del Gran Sasso edei Monti della Laga che con laloro acqua, tra le migliori inItalia, dissetano tutti i comunidella provincia di Teramo. Inun ecosistema montano stra-volto dalla realizzazione del tra-foro del Gran Sasso e delle cen-trali idroelettriche dell’AltoVomano le sorgenti trovanooggi una forma di tutela con ilParco Nazionale Gran Saso-

Laga: l’acqua è un bene comune - sostiene l’auto-re - e la sua gestione deve essere pubblica e parteci-pata dalle comunità locali contro ogni forma di pri-vatizzazione.

Libri in vetrina

Parole=WordsRiprendiamo, dopo la breve pausa estiva, l’elen-co di termini inglesi presenti nella nostra lingua.

DDaannddyy: si usa per indicare una persona partico-larmente elegante, ricercata, azzimata o origina-le che, più che seguire le mode, le crea.Famoso, nella Londra del XIX secolo, lo scritto-re-commediografo Oscar Wilde, il dandy piùcelebre di ogni tempo.

DDaarrkk: letteralmente significa ‘scuro’. Negli anni’80 molti giovani, di entrambi i sessi, giravanovestiti di scuro da capo a piedi. Erano appunto ‘idark’, una delle tante tribù giovanili metropolita-ne nate nell’epoca post-punk. Forse quel mododi abbigliarsi volle essere una reazione alle biz-zarre acconciature e coloriture dei capelli checaratterizzavano i punk. Probabilmente allorapochi sapevano che il significato del terminepunk è ‘roba di scarto’…

DDeerrbbyy: si riferisce alla famosa gara ippica all’ip-podromo di Epson in Inghilterra. L’evento spor-tivo prende il nome da Lord Derby, a cui si devel’organizzazione dello stesso, per la prima volta,nel secolo XVIII. In Italia nel linguaggio calci-stico la parola derby è l’incontro di calcio fradue squadre della stessa città o della stessaregione.

DDeetteeccttiivvee: nella nostra lingua dovremmo dire‘investigatore’. I detective sono stati resi famosida centinaia di film e di romanzi polizieschi dipiù o meno grande successo. L’origine del termine va comunque ricercatanella lingua latina e precisamente nel verbo dete-gere, cioè scoprire.

l.p.

M. De Nigris - Pietracamela, Chiesa di S.Rocco 1987 - tecnica mista

Archivio della memoriaIl 15 agosto scorso, presso la chiesa di SanRocco a Intermesoli, è stata presentata unaricerca dal titolo “Archivio della Memoria”,condotta da GGiiaannffrraannccoo SSppiittiillllii per conto delCentro di Documentazione e Studi sulla vitae la cultura della Montagna teramana, diret-to dal parroco Don Filippo Lanci. La ricercaha interessato la comunità residente diIntermesoli e alcuni emigrati nell’area dellaprovincia, a Roma e in Canada, focalizzan-dosi sul rapporto tra memoria e immaginiattraverso la raccolta di testimonianze orali,documentate in diretta connessione con ilricco repertorio di immagini fotografichecustodite nel Centro. I temi affrontati edemersi dai racconti fanno riferimento alleorigine storiche e leggendarie di Intermesoli,alla vita comunitaria prima degli anni ’50, airiti e alle processioni, all’emigrazione; paral-lelamente la ricerca ha incrementato i docu-menti fotografici presenti nel Centro (circa500) e ha consentito l’identificazione di luo-ghi, persone, date delle immagini, contri-buendo alla riattivazione e al consolidamen-to della memoria della comunità.

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CRONACHE TERAMANE5

OSSERVATORIO

Tre temi

Nella chiesa di San Domenico, a Teramo, sabato 15 settembre i fedelihanno salutato con amarezza i Frati Predicatori, andati via in segui-to alla soppressione dell’Ordine a Teramo

A Teramo i religiosi si insediarono nel 1287, edificarono la splen-dida chiesa e il convento ed operarono fino alla soppressione del-l’ordine decretata dalle leggi napoleoniche del 1807-08.Dopo unsecolo e mezzo,nel 1939 i frati domenicani tornarono in città, gra-zie all’opera indimenticabile di padre BBeenneeddeettttoo CCaarrddeerrii,,Cittadino Onorario di Teramo, autore di“San Domenico diTeramo”, libro fondamentale per capire la storia e la portata dellapresenza spirituale e culturale dell’ordine nella nostra città. Nonsi spiega, alla luce della storia, del lavoro e dell’impegno dei frati,la necessità del recente decreto di soppressione e in molti vorreb-bero capirne le vere ragioni. A salutare i padri partenti, oltre alVescovo, c’erano moltissimi fedeli, c’era la Fraternità Laicale delTerz’Ordine Domenicano, il Coro dell’Associazione “SantaCecilia” e il numeroso gruppo degli Scout “Teramo Primo”.Assenti le autorità istituzionali (!!).Ai Domenicani sono subentrati i Francescani dell’Immacolata ein San Domenico continuerà ad operare, in una sede autonoma,la Fraternità Laicale Domenicana, aperta a tutti i cittadini chedesiderano “salvare” e condividere l’eredità spirituale e culturalecostruita nella città di Teramo in sette secoli.

da Nicola Facciolini

Triste addio

1) Tema ““TTeerraammoo aaddddiioo iissoollaa ffeelliiccee””..Il mito della sicurezza a ogni costo sta trasformandocase, quartieri e città in fortezze. Ma, lungi dal rassicu-rare, le barriere finiscono per alimentare i fantasmi dellapaura. I sistemi di video sorveglianza si stanno diffon-dendo come mai nel passato. E il crimine? Si è, moltosemplicemente, adeguato, cambiando luoghi e, soprat-tutto, tecniche. Eppure basterebbe che i nostri ammini-stratori si fermassero un attimo a riflettere e si accorge-rebbero che se l’urbanistica non esercita, sicuramente,alcun effetto diretto sull’agire criminoso, è fuori di dub-bio che un buon sistema di illuminazione, una miglioreconservazione della infrastrutture e degli arredi e,soprattutto, un maggiore coinvolgimento degli abitantinella gestione delle aree pubbliche, vissute comeun’espansione del propria abitazione in senso comunita-rio, sono gli unici strumenti in grado di ridurre notevol-mente le occasioni di attività illecite. Al di là della faciledemagogia, la storia dei muri eretti in nome della sicu-rezza e abbattuti in nome della libertà dovrebbe puraverci insegnato qualcosa. Rinchiusi nelle proprie fortez-ze, gli abitanti del castello non sono mai riusciti a salvar-si dalla solitudine e ne sono stati miseramente travolti.Ma questa è un’altra storia.2) Tema ““FFeerrrroovviiaa aa SSccaapprriiaannoo..Progetto bellissimo. Se dipendesse da me farei di tutto

per far arrivare il treno alla fortezzadi Civitella ed in un secondo tempoal Battente di Ascoli. Quando in tvparlano di questi faraonici progettiavverto fastidio fisico perché, nelleproblematiche di tutti i giorni, sicozza contro la burocrazia, control’ignoranza, contro il “tutto” che bloc-ca ogni cosa. Progetto ambizioso efantastico che però si scontra con laquotidianità; esempio semplicissimoed attualissimo. Aspettando che lastazione di Scapriano abbia ancheuna biglietteria, provate a partire daTeramo, in un giorno di festa, perAncona. Se riuscite ad entrare in pos-sesso di un biglietto, avrete in omag-gio un abbonamento per sei mesi perla tratta Teramo- Scapriano. Ma que-sta è un’altra storia.3) Tema “CCaannttiieerrii aappeerrttii ee vvaarrcchhiicchhiiuussii”Dovunque e comunque.Anticipazioni quotidiane, ...poi dal-l’avvio dei lavori passano i mesi. Nonè un cantiere, è una piccola cosa. Ivarchi elettronici. Provati e riprovati,forse già sono finiti nel dimenticato-io. Colpa dei vigili? Colpa dell’asses-sore? Avremo di che parlare prossi-

mamente. E poi la migliore medicina è sempre il nonfarsi prendere dall’ansia. Ricordate quanto chiasso attor-no ai bus contromano? Ricordate quante polemiche daparte di presunti residenti in quella zona? Tutto passatooggi. Sono bastati alcuni parcheggi e tutto è ritornatonella perfetta normalità di una sonnacchiosa città di pro-vincia. E poi Natale è dietro l’angolo e fra stadio nuovo,nuovo centro commerciale, piazza Dante, staremo dav-vero pomeriggi interi attorno ad un fuoco acceso a rac-contare storie teramane senza dimenticare un anticoproverbio che sostiene “Quando avrai toccato il fondoricordati che ci sarà sempre qualcuno che da sotto bus-serà”. Ma questa è un’altra storia.

Gustavo Bruno

Notizie...di ceramicaPer iniziativa delle Banche di CreditoCooperativo dell’Abruzzo e del Molise èstata allestita una stupenda mostra delleceramiche di Castelli conservate nel Museodell’Ermitage di San Pietroburgo. Lamostra, dopo la permanenza a Castelli,presso il Museo delle ceramiche, è stataspostata, il 13 settembre, a Teramo pressola Pinacoteca Civica, dove resterà al 31ottobre. Un’occasione impedibile pergustare la bellezza di ‘ pezzi’ d’arte rimastimolto tempo nei magazzini e usciti per la

prima volta, dopo 150 anni, dal Museorusso.

*******Dopo il restauro, con la benedizione e lasanta Messa del vescovo, mons. MicheleSeccia,a Castelli è stata riaperta al culto lachiesa di San Donato, definita dallo scritto-re e artista Carlo Levi la ‘Cappella Sistinadella maiolica’ per lo splendido soffittoornato con piastrelle di maiolica.

Giovanni Saverioni

Con animo grato...“Brevi e fugaci incontri valorizzati neltempo, frammenti preziosi di vita in armoniacon Giammario Sgattoni”.

Con umanità sconcertante, l’amico‘poeta’, che precorreva ed inseguiva iltempo con una spasmodica voglia di vive-re, ha lasciato un parte di sé in ognuno dinoi. Era un piacere incontrarlo, per quelcorposo bagaglio che si portava dentroma che elargiva a puntate (sembrava cheavesse una gran fretta), con un pizzico dibonaria ironia, come se ti scrivesse addos-so. La sua gioiosa immagine, mai offusca-ta dai problemi del vivere quotidiano,rimarrà viva e indelebile, come la fre-schezza poetica dei suoi ‘quadri’ d’infan-zia, evocati con grande sensibilità d’ani-mo. “Con ‘animo grato’” - del resto, è unadelle clausole più care e raffinate diGiammario sia in piccoli messaggi carta-cei sia in preziose dediche su libri di arti-sti teramani - .“Se passi domani a Piazza S. Francesco, tilascio il bando dall’edicolante, e buonlavoro” - è un’altra sua espressione cari-

smatica -.Qualche volta la sua posta giaceva per piùgiorni (aveva un modo tutto suo di comu-nicare) e si perdeva il nostro contattoumano. I suoi ricordi erano sempre velatida un’emozione vibrante, come in occa-sione di un suo ‘lungo’ viaggio a Comoper il Premio Ada Negri: “Sono stato sele-zionato, io di fuori, uno sconosciuto, diTeramo… Prendo il treno per Milano,solo solo, poi scendo alla stazione, emo-zionatissimo, e aspetto la coincidenza perComo, un po’ spaesato…, allora non sipagava la quota d’iscrizione”, -aggiungeva e imbastiva ricordi, altri fram-menti di vita e riflessioni sui concorsi let-terari di oggi, sulle difficoltà degli esor-dienti, lasciando trasparire anche un po’di amarezza. Del nostro ultimo incontro resta un’esor-tazione molto significativa – “Scrivi, scri-vi, ma solo per te”! Quando sembrava chestesse per congedarsi, persisteva con stra-ordinaria affabilità, continuando a darmiconsigli ‘aerei’, a regalarmi emozioni,come fossimo stati amici da sempre.

Grazia Di Lisio

Alleluja AllelujaIl Duomo di Teramo è stato riaperto l’8 settembre ed èvisibile in tutto il suo splendore.

V. Cimini - Folla giubilante, 1994 - disegno penna

Lieto ritorno

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APPUNTI VARI

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La Cina è lontana - 1ª puntata

“ Ti è piaciuta la Cina?” Tutti mi fanno la stessadomanda,ma io non so rispondere perché è comechiedere ad un astronauta “Ti è piaciuto Marte?”o a un pittore “ Ti piace il blu o il rosso?” Il fatto è che alla metà di Luglio mi sono infilatain una deliziosa comitiva Tercas,mezza senior emezza junior,che, tutta in pinocchietti e canotte,è sbarcata a Pechino sotto un cielo di piomboe,impavida,ha attaccato subito Palazzi d’estate,Templi celesti,Città proibite ( “Perché? C’è peri-colo?” ha incautamente chiesto qualcuno) ingor-da di antichità e di atmosfere di regime : siamostati accontentati, le pagode coloratissime e geo-metriche sono dei prodigiosi prodotti di splendi-do artigianato, dove intuisci non il tocco irripeti-bile di un genio,ma legioni di abilissimi maestri allavoro su intagli,lacche e dorature. Più misteriosoè l’uso di queste costruzioni,perché si tratta dienormi monolocali,per usi religiosi o amministra-tivi o anche abitativi,ma è difficile immaginareche tipo di vita vi si potesse condurre, anche se le

nostre tre guide cinesi Ping,Pang e Pong (scher-zo…) si sono affannate a spiegarci le regole minu-ziosissime ed esasperanti che il cerimoniale impo-neva a tutti, compreso l’imperatore, vuoi per cam-minare che per scegliere le concubine o anche,presumo, semplicemente sbadigliare. Una cosacolpisce: tutto è seriale, le pagode si susseguonouna dopo l’altra, tutte praticamente uguali, imeravigliosi guerrieri di terracotta della città diXian sono lì, tutti in fila come soldatini di piom-bo,differenti solo nei visi e nei calzari, e d’altron-de anche le facce dei cinesi di oggi ci appaionoseriali,tutte simili in una ripetizione all’infinito dafare invidia ad Andy Warhol, in versione bicolore,il bianco-olivastro della pelle ed il nero dei capel-li, un immenso formicaio, sedici milioni di perso-ne solo a Pechino,con la piazza Tien an Men cheoccupa quaranta ettari e la Via della Pace, la mainstreet, lunga ottanta chilometri (e spero che Pongabbia esagerato).E oltre le antichità? Beh, ci

sono sterminati filari di grattacieli,larghissimiviali dove si snodano ordinate e piuttosto rasse-gnate processioni di automobili ,ma la città vec-chia di Pechino non è affatto pittoresca,bensìsolo povera: casette basse grigio-cemento dacosteggiare con risciò ridotti a tricicli un po’patetici per turisti in vena di scorribande tra ivicoli,in cui si intravedono anguste stanze colfrigo serie C e le sedie arrugginite rubate a cuci-ne americane anni ’50. E non si sa bene se il comunismo, coi suoi quar-tieri popolari e l’aria condizionata sbandieratacome nuovo status symbol, sia meglio o peggio diquesti reperti non invasi dalla verticale frenesiaedilizia, ma intrisi di quella miseria che non hapatria né colore politico, e che assomiglia in tuttoil mondo a se stessa.Il finale alla prossima puntata.

Lucia Pompei

Passeggiata in rosaDomenica 14 Ottobre 2007 In occasione della GiornataMondiale della Menopausa si svol-gerà la “Passeggiata in rosa”,lungoparte del parco fluviale di Teramo,con partenza alle Ore 10.00 dalClub Interamnia in Via P.teS.Giovanni. Sarà consegnata allepartecipanti la maglietta celebrati-va e una performance fotografica

collettiva concluderà la manifesta-zione. Il 18 Ottobre, presso ilCentro Menopausa,il dott. GinoBattistella, organizzatore dellamanifestazione,sarà a disposizioneper informazioni di carattere gene-rale riguardanti il climaterio.Orario: 10.00-13.00 presso l’UnitàOperativa di Ginecologia dell’O-spedale di Teramo.

SSoocciieettàà ‘‘PP..RRiicccciitteellllii’’TTeerraammoo,, TTeeaattrroo CCoommuunnaallee, oorree 2211::0000MMaarrtteeddìì 3300 oottttoobbrree 22000077

Il sogno del Principe di Salina: l’ultimo Gattopardocon LLuuccaa BBaarrbbaarreesscchhii regia AAnnddrreeaa BBaattttiissttiinnii

“Il Gattopardo”, romanzo di Giuseppe Tomasi di Lampedusa, è un capo-lavoro della letteratura italiana e il film ,che Luchino Visconti, ne hatratto è una pietra miliare nella storia del cinema. Il testo scenico diAndrea Battistini, ispirato liberamente alle lettere e agli appunti dell’au-tore, esalta l’attualità del termine gattopardismo, paragonando l’immo-bilismo della Sicilia del 1860 all’Italia di oggi. Si narra la vicenda del casato nobiliare dei Salina, sospesa tra ricordo edessere, tra sprazzi di un passato folgorante e drammaticità borghese, traprofonde riflessioni sul tempo, specialmente interiore, e la realtà, attra-verso lo sguardo malinconico e fiero di Fabrizio Corbera, l’ultimoGattopardo. Uomo dall’ animo complesso, cela pensieri che sfuggono almondo che lo circonda e lancinanti riflessioni sulla natura umana. Solol’amato nipote Tancredi ne intuisce la natura travagliata, l’unico in cuil’uomo-gattopardo si vede riflesso mentre impotente assiste alla fine diun’epoca. Il bel Tancredi, giovane,entusiasta e scavezzacollo, convinceFabrizio ad acconsentire alle nozze con Angelica, la figlia del ricco eparvenu Don Calogero Sedara e nella celebre frase che pronuncia:“Sevogliamo che tutto rimanga come è, bisogna che tutto cambi” è racchiuso ilsenso di una vicenda che scavalca il tempo, si ripete in modo ciclico euniversale: la solitudine irrimediabile del vecchio di fronte al cambia-mento, il nuovo che spesso è illusorio.

M. De Nigris - Ansa Garganica, 1974, china

Viaggio

Prosa

SSoocciieettàà ‘‘PP..RRiicccciitteellllii’’TTeeaattrroo CCoommuunnaallee -- TTEE oorree 2211::0000MMeerrccoolleeddìì 2244 oottttoobbrree 22000077

AAccaaddeemmyy ooff SStt MMaarrttiinn iinn tthhee ffiieellddssmusiche di Turnage Silent City, Weber, Haydn, Mozart.

L’Academy of St. Martin in the Fields è stata fondata nel 1958 comeun piccolo complesso da camera senza direttore.L’orchestra fu formatada alcuni dei migliori musicisti di Londra ed inizialmente concentrò lasua attività sul repertorio barocco, sviluppando uno stile interpretativoche contribuì notevolmente al rilancio che la musica barocca visse poinegli anni ‘60. Il nome ha avuto origine dal fatto che nel 1700 lenumerose società concertistiche londinesi erano denominate“Accademie” e che il primo concerto dell’orchestra ebbe luogo il 13Novembre 1959 nella famosa chiesa che si affaccia su TrafalgarSquare, ovvero la Chiesa di “St. Martin in the Fields”. E’ l’orchestrada camera più ‘registrata’ del mondo con oltre 500 incisioni all’attivo.

Musica

Salute

CinemaTorna il Premio internazionale dellafotografia cinematografica intitolato a‘Gianni Di Venanzo’

A Teramo ,dal 17 al 28 ottobre, siterranno convegni, proiezioni, con-certi, mostre, e la tradizionale seratadi gala per la premiazione dei vinci-tori degli Esposimetri d’oro alla pre-senza di numerosi ospiti del mondodel cinema.Di particolare rilievo la presentazio-ne del I° volume del “Dizionariomondiale dei direttori della fotografia”,scritto da SStteeffaannoo MMaassii,, saggista ecritico cinematografico, nonchéPresidente della Giuria del Premio.

In circa 500 pagine Masi ha raccol-to, in ordine alfabetico (dalla A allaK) i dati, la filmografia, la cifra stili-stica, di ben 295 direttori della foto-grafia. Il Dizionario, realizzato con ilcontributo del Premio “Di Venanzo”per volere dell’Associazione cultura-le “Teramo Nostra” che cura dasempre l’organizzazione della mani-festazione, è già stato presentatocon successo a Perugia, al Film Festdi Taormina e alla Cineteca diBologna. Il prossimo 22 novembresarà la volta di Roma: a Teramolluunneeddìì 1155 oottttoobbrree 22000077,, aallllee oorree1177..3300,, nneellllaa SSala consiliare delComune.

12° Premio “Gianni Di Venanzo”

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la tenda n. 7 - settembre 2007 7

LA PAGINA DEL FAI Fondo per l’Ambiente Italiano7

a cura della Delegazione FAI di Teramo

Un incontro emozionanteAppunti da un viaggio a Firenze con gli Amici delladelegazione FAI di Teramo

I viaggi organizzati dalla delegazione FAI diTeramo sono sempre pensati e costruiti per offri-re a chi vi partecipa particolari emozioni.Nel primo fine settimana di settembre con gliamici della delegazione ho partecipato a un viaggiobreve ma ricco di piacevoli scoperte di una splen-dida Firenze, città d’arte, di storia e di cultura.Una di queste scoperte è stata la visita al picco-lo Museo dell’Opificio delle Pietre dure in Via degliAlfani n. 78.Il Museo, nato alla fine dell’”800”, è collocatonella sede dove, nel 1798, si erano trasferiti ilaboratori delle pietre dure, in precedenza allog-giati agli Uffizi. L’origine del Museo, PERò, è daricercare nella passione della dinastia mediceaper le creazioni di pietre dure, passione cheassocia lo splendore dei materiali ad un’arte digran raffinatezza espressiva.La passione della Casa Medicea per questaforma d’arte si concretizzò nella fondazione da

parte del Granduca Ferdinando I dei Medici diuna Manifattura di corte specializzata neimosaici ed intagli di pietre dure. Si possono cosìammirare, nel Museo, magnifiche “pitture dipietra”, in un’affascinante rassegna che va dairitratti ai paesaggi, dalle vedute architettonichea temi legati alla natura, dai fiori agli uccelli.La Manifattura non si dedicò solo ai più svariatisoggetti conquistando una fama internazionalema dai primi del “600” fu chiamata ad applicar-si allo stupefacente apparato di pietre dure dirivestimento alla Cappella dei Principi, fondatanel 1604. Superbo mausoleo per la sepolturadella dinastia medicea annesso alla Basilica di S.Lorenzo.Nella corte interna del Palazzo, dove è sistema-to il Museo, si trovano i Laboratori di restauro,anch’essi parte dell’Opificio, dove incontriamoun singolare personaggio: CCaarrlloo BBiigglliioottttii.Scultore e docente di ornato presso la Scuola diRestauro, il maestro Bigliotti ci viene incontrocon un sorriso e con affabilità ci racconta il suomestiere di restauratore.Accanto al maestro il Profeta Geremia diDonatello, una delle statue collocate all’esternodel Campanile del Duomo, in corso di restauro.Ed è proprio sulla statua di Geremia che ilMaestro Bigliotti tiene una lezione sull’arte delgrande Donatello, spiegandoci come procede ilrestauro attuale rispetto agli altri precedentirestauri.E’ una lezione di una semplicita’ edimmediatezza che emoziona noi tutti al pensie-ro della riscoperta della bellezza della statua,annerita da una sottile polvere scura, effettodelle intemperie atmosferiche e dello smog pro-dotto dall’uomo.Insieme al maestro ci spostiamo in un altro localedel laboratorio dove possiamo toccare con manole porte del Paradiso del Ghiberti, anch’esso in

restauro nel laboratorio.Alcune formelle le ammi-riamo già restaurate, nel Museo del Duomo.Figlio d’arte il maestro Bigliotti ha restaurato inPiazza della Signoria la mano del Nettuno, daifiorentini familiarmente chiamato il Biancone,quanto venne colpito dalla furia di un ubriaco.Ci spiega che se gli attrezzi che usava suo padresono ben diversi dalle sofisticate tecnologie dioggi, comune è l’amore per la bellezza dell’ope-ra d’arte da restaurare.Ci racconta di quandovenne chiamato in Iraq, dopo la prima guerradel Golfo, per il restauro del vaso di Warka.Riscoprire la bellezza di un’opera d’arte è comein qualche modo ricrearla e l’opera di un restau-ratore è come l’opera di un’artista.Il tempo è volato via ed è arrivato il momento dilasciarci.Salutiamo il maestro e lo ringraziamo per averciregalato un attimo di serena contemplazionedella bellezza di un Donatello o di un Diberti,che porteremo con noi insieme al fascino diun’indimenticabile Firenze.

Franca Di Carlo Giannella.

A spasso col FAI nel TeatinoVisita nella Nobile Chiesa Abbaziale del Divin Liberatore ad Majellam

I viaggi del FAI si prefiggono l’obiettivo di riscoprire luoghi e bellezze par-ticolari per offrire esperienze di arricchimento uniche. Domenica 23 set-tembre u.s., dunque, è stata organizzata una gita a Serramonacesca pervisitare l’abbazia di San Liberatore a Majella.Molte sono le leggende legate alla nascita di San Liberatore, prima fratutte quella relativa alla donazione del sito di fondazione da parte deiPatrizi romani Equizio e Tertullo, la cui figura è presente in un affrescoabsidale della Chiesa. Le leggende carolingie, poi, attribuiscono la fonda-zione del Monastero a Carlo Magno, collegandosi alla vittoria dell’esercitofranco su quello longobardo nel 781, riportate in una battaglia avvenuta traSerra e Manoppello. Il documento cui gli storici si riferiscono per una data-zione più attendibile della Chiesa è, però, il Memoriatorum dell’abateBertario sui possessi dell’Abbazia di Montecassino nell’Abruzzo Teatino.Nel 990 un terremoto devastò l’intera zona distruggendo il monastero e

determinante per la ricostruzione delcomplesso fu l’opera del monacoTeobaldo, Priore e architetto, il qualeiniziò i lavori nel 1008 e li portò avan-ti fino al 1019. Le forme che, almenoin parte, ancora si mostrano, si devo-no all’abate di MontecassinoDesiderio (eletto, poi, papa col nomedi Vittore III), che ne fece un gioiello

dell’arte romanica cassinese.Tempi duri arrivarono con Giuseppe Napoleone, re di Napoli, il qualeemise il “Decreto di soppressione di ordini monastici”. Benché i monaciBenedettini lasciassero integro il complesso abbaziale esso, però, divenneun rudere, sia per “l’ingiuria” dei tempi sia perché il popolo la spogliò di

ogni bene ed elementi trasferiti nellaparrocchiale dell’Assunta di Serra-monacesca. Solo negli anni attorno al 1960 ini-ziarono lavori di restauro con inter-venti radicali che hanno restituito atutti, popolazione e visitatori, la pos-sibilità di godere del gioiello romani-co - cassinese della “Nobile ChiesaAbbaziale del Santo Liberatore adMajellam”. Va precisato che è soloper errore che si è diffuso il titolo diSan Liberatore come se si trattassedi un Santo di nome “Liberatore” etale convinzione ha indotto a “scova-re” un martire con tale nome; esso,invece, è un sommo attributo diCristo Risorto: “Il Divino Libera-tore”.

Gianna Cocciolito

ATTIVITÀ

Gruppo FAI con il M° Carlo Bigliotti (in camice bianco)

Firenze - Museo dell’Opificio delle Pietre dure

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Fax 0861.253877San Liberatore a Majella

Page 8: Casta impura e Grillo (s)parlante Oriana Fallaci · non era stata ancora abbandonata in nome del ... parole forti, memorie prodigiose del tuo passato, perché tu hai avuto un passato

La palingenesi, la rinascita spirituale del verocristiano, passa attraverso la fede assoluta inDio. L’uomo affronta le prove della vita, senzachiederne le motivazioni, sapendo che le rispo-ste si trovano solo nel mondo ultraterreno.Inquest’ottica, la stessa incarnazione di Cristo, ilsuo sacrificio, la sua morte e la resurrezionemanifestano, attraverso le Stigmate,l’umanità di Dio e la sua sofferenza. Ilpatimento di Cristo si sublima e si sot-trae a qualsiasi tipo di motivazionepuramente terrena.Per contro, le divinità del mondo ome-rico, “metafore” delle passioninaturali,si immergono nelle questioniumane,riportandone anche traumi fisi-ci. Contrariamente alle vicende evange-liche, le imprese omeriche che vedonogli dei soffrire per le ferite inferte lorodagli uomini,non comportano alcunaastrazione o simbolismo del patimento.Nell’Iliade, di fatto, anche i traumidegli abitanti dell’Olimpo vengonoricondotti ad un partigiano e mediocre inter-vento nelle trame terrene, puramente fine ase stesso. Nel quinto libro, al culmine delcombattimento tra Troiani ed Achei, Ares edAtena difendono ciascuno la propria fazione,anche per puro astio personale: le loro tatti-che belliche si mescolano così agli scontrireali. Con lo scopo di aiutare il grecoDiomede, Atena spinge a terra Stenelo, auri-ga dell’eroe, ponendosi alla guida del cocchioe dirigendolo contro Ares, fautore della causa

troiana,il quale stava depredando delle armiun guerriero ucciso da poco. Omero costrui-sce un triangolo epico su Diomede, Atena edAres, in cui le azioni umane e divine acquista-no un ritmo parossistico, cambiando conti-nuamente angolazione.All’assalto di Atena, Ares si getta su Diomede

“bramoso di strappargli la vita, ma con lamano prese l’arma la dea dagli occhi azzurri,Atena, e la gettò oltre il carro, inutile e vana”(Il. V 852-854).A sua volta Diomede impugna la lancia controil dio e “la diresse Pallade Atena al ventre deldio (…), là lo colse e lo ferì, lacerando la pelle(…): urlò il dio della guerra” (ibid, 856-859).Ares, ferito, si rifugia sull’Olimpo e Zeus lorimprovera per la sua intempestività.Il senso epico della narrazione gradualmente

si stempera in una mediocre farsa familiaredal sapore borghese,nella quale un comunemarito ritrova nel figlio i difetti della propriamoglie: “Hai il furore intollerabile di Era, tuamadre, che io freno a stento con le parole”(ibid, 892-893). Di prammatica è la guarigio-ne di Ares, per il quale non è contemplato il

dolore fisico, perché un dio che sirispetti non può patire come uncomune mortale. Una sofferenzareale e tutta umana è invece alla basedella testimonianza dell’evangelistaGiovanni. A Cristo non vengonospezzate le gambe, perchè ormai èmorto, ma con l’illogica e tipica cru-deltà dell’essere umano, un soldatogli apre il costato con la lancia. Unascabra e feroce oggettività narrativanega al lettore una qualsiasi banalerisoluzione epica dell’episodio.Cristo non è Ares,non è un’estrinse-cazione dell’emotività umana, ma unDio umanizzato che ha saputo

mostrare al mondo la sofferenza nobilitando-la col Perdono e l’Amore. L’infanzia spiritua-le dell’uomo può benissimo risolversi nel-l’istantanea guarigione di un diodell’Olimpo,profanato dalla mano di uncomune mortale. Le Stigmate di Cristo rap-presentano invece le ferite sempre apertedella follia terrena che si possono chiuderesolamente con la maturità di una Fede sem-plice e assoluta.

B.D.C.

SATURA LANX 8

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Dulcis in fundoUno dei vantaggi del piacere sul dolore è cheal piacere puoi dire basta, al dolore non puoi.

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L'esperto è una persona che ha fatto in uncampo molto ristretto tutti i possibili errori.

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L’arte, ragazzi miei, è essere se stessi fino infondo.

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“Versando farmaci che leniscono il male, Peone lo guarì:infatti Ares non era nato mortale.Come quando il succo del fico fa cagliare il bianco latteE il liquido,mescolato,si rapprende veloce,così rapidamente Peone guarì Ares ardente.”

(Iliade V 900-904 )

Venuti a Gesù,vedendolo già morto, non gli spezzaronole gambe, ma uno dei soldati gli aprì il fianco con unalancia e subito ne uscì sangue ed acqua.

(Vangelo di Giovanni 19, 33-34)

2° Convegno internazionale personalista euroafricanoLa rivista “Prospettiva Persona” è tornata in Africa, nelBenin, organizzando dal 26 al 28 settembre 2007 ilConvegno: Gli intellettuali africani ed europei in lotta control’oppressione per la dignità della persona. La riflessione,cheparte dagli autori Kwame N’krumah, Joseph Kizerbo,Leopold Senghor, Ignazio Silone, Antonio Gramsci,Emmanuel Mounier, Paul Ricoeur è il tentativo di svilup-pare una promozione umana e culturale per coniugareinsieme il pensiero africano e quello europeo capace diriflessioni a favore della promozione e del rispetto deidiritti umani e della dignità di ciascuno. Partecipano dall’Italia Attilio Danese, Giulia Paola DiNicola e Giovanni Marcotullio, rappresentanti diProspettiva Persona e il Vescovo di Teramo e Atri Mons.Michele Seccia, che parlerà di “Giustizia, solidarietà elibertà per la persona in Ricoeur”.L’iniziativa condivisa dal Vescovo di Teramo Mons.Michele Seccia è sostenuta, con contributo, dalla CEI,dalla Regione Abruzzo,, dalla Provincia di Teramo eappoggiata da associazioni laiche e cattoliche, che lavora-no al servizio della persona.