CARTELLA STAMPA STAGIONE TPE 11.12 · 2011-06-30 · Walter Pagliaro, Alessandro D’Alatri)...

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La Fondazione Teatro Piemonte Europa presenta la terza stagione al Teatro Astra, dopo quella trionfale dell’anno scorso che ha visto il raddoppio degli spettatori in un lungo percorso dall’ottobre 2010 al maggio 2011, qualche volta mettendoci in difficoltà nello sforzo di assicurare a tutti la possibilità di vedere tutto (e siamo sempre riusciti ad accontentare le richieste) : un pubblico sempre più vasto si è raccolto intorno alle nostre proposte, trovando nell’Astra una casa teatrale dove era il meglio dell’innovazione contemporanea, grandi artisti di fama e giovani promettenti, titoli immortali e testimoni della modernità, forme strane e meticce dell’universo più variegato dei palcoscenici europei; ma anche eventi piccoli e grandi svarianti in tutti gli spazi del teatro e in tutte le declinazioni delle attività collaterali, dalla presentazione di libri, alle serate di degustazione e letture all’Astra Café, ai laboratori e agli stage che occupano senza un giorno di pausa quell’officina di incubazione e di riflessione che è la sala prove. Questo pubblico, che è insieme di quartiere, Campidoglio della V circoscrizione, e di appassionati non solo torinesi, lo vogliamo mantenere anche quest’anno presso di noi e dei nostri artisti: è il patrimonio più prezioso che abbiamo, la nostra sola forza in tempi cupi di crescenti aggressioni alle attività culturali. E il programma che gli proponiamo è, ci sembra, ancora più attraente, ricco e policromo: forte della credibilità e del prestigio che abbiamo acquisito in questi anni nei migliori teatri italiani ed europei, che ci consente di annoverare nomi importanti della scena (Mariangela Melato, Lucilla Giagnoni, Daniele Pecci, le sorelle Suburbe e Bruno Gambarotta, Caterina Vertova, Lucrezia Lante della Rovere, Giulia Lazzarini, Micaela Esdra, Patrizia Zappa Mulas), accanto a giovani emergenti nel panorama territoriale e nazionale (Silvia Battaglio, Beata Dudek, Massimo Giovara, Maria Alberta Navello, Carlo Nigra, Alberto Oliva, Eloisa Perone, Simone Schinocca, Antonio Villella e molti altri); spettacoli affascinanti dei migliori registi (Massimo Castri, Walter Pagliaro, Alessandro D’Alatri) progetti creativi di vasto impegno progettuale di grandi teatri pubblici e privati (Teatro Stabile di Genova, Emilia Romagna Teatro, Teatro Stabile d’Abruzzo, compagnia Gianni Santuccio, Out Off e Teatro Fraschini di Pavia), successi internazionali come Familie Flöz, Patrick Cottet Moine, Terres! del TNG di Lione, diretto da Nino D’Introna). Del resto, un Teatro Stabile d’Innovazione come il nostro non può dimenticare che gli obblighi verso il proprio pubblico devono essere coniugati con l’attività produttiva in progetti di eccellenza artistica e insieme di impegno sociale e di sostegno ai giovani: Remake di Myriam Tanant, Apocalisse di Lucilla Giagnoni, Velvet Bunny progetto giovane di Nuove Sensibilità, Storia d’Italia in 150 date di Fruttero e Gramellini che concluderà il nostro anno celebrativo, sono la testimonianza che non programmiamo soltanto teatro ma lo pensiamo, lo inventiamo, lo produciamo. Il filo rosso di quest’anno, che emerge attraverso le tappe di questo lungo percorso, è l’imporsi di una serie di sguardi femminili sulla realtà delle cose e sulla vibratile passionalità della recitazione teatrale: i nomi che abbiamo citato affolleranno le tavole dell’Astra in un’alternanza di spettacoli prevalentemente voluti dall’altra metà del cielo. Non l’abbiamo programmato a tavolino ma è il risultato di un’istanza propria della società civile italiana, animata dall’impazienza giustissima delle donne. Adesso, è il pubblico che deve confermarci che, ancora una volta, abbiamo agito bene. Siete voi che dovete, per un altro anno, ritrovare la strada dell’Astra, la casa dove tutti voi avrete voglia di tornare: per assistere a uno spettacolo, per bere insieme un bicchiere di buon vino, per mangiare un boccone con gli artisti che avrete applaudito, per tutte le attività che qui di seguito e a settembre vi annunceremo.

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La Fondazione Teatro Piemonte Europa presenta la terza stagione al Teatro Astra, dopo

quella trionfale dell’anno scorso che ha visto il raddoppio degli spettatori in un lungo percorso dall’ottobre 2010 al maggio 2011, qualche volta mettendoci in difficoltà nello sforzo di assicurare a tutti la possibilità di vedere tutto (e siamo sempre riusciti ad accontentare le richieste) : un pubblico sempre più vasto si è raccolto intorno alle nostre proposte, trovando nell’Astra una casa teatrale dove era il meglio dell’innovazione contemporanea, grandi artisti di fama e giovani promettenti, titoli immortali e testimoni della modernità, forme strane e meticce dell’universo più variegato dei palcoscenici europei; ma anche eventi piccoli e grandi svarianti in tutti gli spazi del teatro e in tutte le declinazioni delle attività collaterali, dalla presentazione di libri, alle serate di degustazione e letture all’Astra Café, ai laboratori e agli stage che occupano senza un giorno di pausa quell’officina di incubazione e di riflessione che è la sala prove.

Questo pubblico, che è insieme di quartiere, Campidoglio della V circoscrizione, e di appassionati non solo torinesi, lo vogliamo mantenere anche quest’anno presso di noi e dei nostri artisti: è il patrimonio più prezioso che abbiamo, la nostra sola forza in tempi cupi di crescenti aggressioni alle attività culturali. E il programma che gli proponiamo è, ci sembra, ancora più attraente, ricco e policromo: forte della credibilità e del prestigio che abbiamo acquisito in questi anni nei migliori teatri italiani ed europei, che ci consente di annoverare nomi importanti della scena (Mariangela Melato, Lucilla Giagnoni, Daniele Pecci, le sorelle Suburbe e Bruno Gambarotta, Caterina Vertova, Lucrezia Lante della Rovere, Giulia Lazzarini, Micaela Esdra, Patrizia Zappa Mulas), accanto a giovani emergenti nel panorama territoriale e nazionale (Silvia Battaglio, Beata Dudek, Massimo Giovara, Maria Alberta Navello, Carlo Nigra, Alberto Oliva, Eloisa Perone, Simone Schinocca, Antonio Villella e molti altri); spettacoli affascinanti dei migliori registi (Massimo Castri, Walter Pagliaro, Alessandro D’Alatri) progetti creativi di vasto impegno progettuale di grandi teatri pubblici e privati (Teatro Stabile di Genova, Emilia Romagna Teatro, Teatro Stabile d’Abruzzo, compagnia Gianni Santuccio, Out Off e Teatro Fraschini di Pavia), successi internazionali come Familie Flöz, Patrick Cottet Moine, Terres! del TNG di Lione, diretto da Nino D’Introna). Del resto, un Teatro Stabile d’Innovazione come il nostro non può dimenticare che gli obblighi verso il proprio pubblico devono essere coniugati con l’attività produttiva in progetti di eccellenza artistica e insieme di impegno sociale e di sostegno ai giovani: Remake di Myriam Tanant, Apocalisse di Lucilla Giagnoni, Velvet Bunny progetto giovane di Nuove Sensibilità, Storia d’Italia in 150 date di Fruttero e Gramellini che concluderà il nostro anno celebrativo, sono la testimonianza che non programmiamo soltanto teatro ma lo pensiamo, lo inventiamo, lo produciamo.

Il filo rosso di quest’anno, che emerge attraverso le tappe di questo lungo percorso, è l’imporsi di una serie di sguardi femminili sulla realtà delle cose e sulla vibratile passionalità della recitazione teatrale: i nomi che abbiamo citato affolleranno le tavole dell’Astra in un’alternanza di spettacoli prevalentemente voluti dall’altra metà del cielo. Non l’abbiamo programmato a tavolino ma è il risultato di un’istanza propria della società civile italiana, animata dall’impazienza giustissima delle donne.

Adesso, è il pubblico che deve confermarci che, ancora una volta, abbiamo agito bene. Siete voi che dovete, per un altro anno, ritrovare la strada dell’Astra, la casa dove tutti voi avrete voglia di tornare: per assistere a uno spettacolo, per bere insieme un bicchiere di buon vino, per mangiare un boccone con gli artisti che avrete applaudito, per tutte le attività che qui di seguito e a settembre vi annunceremo.

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FONDAZIONE TEATRO PIEMONTE EUROPA

Un cartellone molto articolato, con nomi e spettacoli di richiamo, una ricca scelta di spettacoli che affianca le nuove produzioni a esperienze interessanti della scena europea, conferma di una significativa vocazione all’internazionalità: la Fondazione Teatro Piemonte Europa ha operato negli anni con l’obiettivo di far conoscere al pubblico italiano un teatro di dimensione europea, dedicato alla creatività contemporanea, che ha raccontato un operare artistica sempre più aperto alle intersezioni e agli attraversamenti, alla corrispondenza tra le arti e i linguaggi, capace di costruire, sulla ricchezza delle differenze, nuovi terreni di creazione e di espressione comune.

Una fisionomia coerente con la progettualità artistica della Fondazione, che nella molteplicità delle sue proposte, operanti in più direzioni e declinate attraverso differenti linguaggi, promuove un’idea di spettacolo la cui cifra stilistica è fin dall’inizio strettamente connessa alle tendenze emergenti della creatività. Costante la commistione di generi e stili, lo spazio alla sperimentazione ed a quella contaminazione di linguaggi che così frequentemente caratterizza l’espressività contemporanea. Dalla nuova drammaturgia al nuovo circo, alla danza, alla musica, l’incontro tra le arti si sviluppa all’interno di un percorso che contempla la presenza di realtà europee accanto a realtà produttive piemontesi, frutto della capacità di intrecciare fruttuose relazioni con soggetti artistici di rilievo, promuovendo una spettacolarità capace di contribuire ad un significativo aggiornamento del gusto intorno alle forme artistiche della contemporaneità.

Siamo convinti che la competenza e la capacità artistica e professionale che sempre contraddistingue le scelte della Fondazione, indirizzate a valorizzare la dimensione locale e al contempo l’apertura alle più svariate tendenze sceniche ed espressive del contesto artistico europeo, sono premessa e garanzia indispensabile per un progetto di produzione e di formazione culturale che vuole porsi come punto di riferimento per il pubblico, per gli artisti e per gli operatori.

Michele Coppola Assessore alla Cultura e alle

Politiche Giovanili

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Momento di proficua sinergia creativa tra istituzioni culturali cittadine e punto di partenza per una progettualità innovativa nella gestione della cultura, che fa del rapporto con l’Europa e di un fecondo, quanto mai necessario scambio di esperienze il suo tratto distintivo: questa la fisionomia della stagione 2011-12 della Fondazione Teatro Piemonte Europa, che nella molteplicità delle sue proposte, operanti in più direzioni e declinate attraverso differenti linguaggi artistici, promuove un’idea di spettacolo la cui cifra stilistica è fin dall’inizio strettamente connessa alle tendenze emergenti della creatività contemporanea. Esito di questa vocazione curiosa nei confronti del nuovo e del diverso, il cartellone è molto articolato, comprende nomi e spettacoli di richiamo, e nella ricca scelta di spettacoli affianca le nuove produzioni alle esperienze più interessanti della scena europea e italiana, acquisendo sempre più il ruolo di una vetrina di respiro internazionale. Il programma ripropone la consueta, stimolante commistione di generi e stili, dà spazio alla sperimentazione e a quella contaminazione di linguaggi che così frequentemente caratterizza l’espressività contemporanea: dal teatro di nuova drammaturgia a quello di oggetti, gestuale, di figura e di poesia, dando spazio alla danza, alla musica, al nuovo circo, l’incontro tra le arti si sviluppa all’interno di un percorso che contempla la presenza di compagnie europee di prestigio e di importanti realtà produttive nazionali e torinesi, frutto della capacità di intrecciare fruttuose relazioni con soggetti artistici di rilievo, promuovendo una spettacolarità capace di contribuire ad un reale aggiornamento e ad una maturazione del gusto intorno a forme artistiche innovative.

Giunta alla terza stagione al teatro Astra, la Fondazione Teatro Piemonte Europa ha valorizzato la sala facendola diventare un punto di aggregazione grazie a incontri, letture, laboratori, mostre e proponendo aperitivi. Particolarmente proficua si è rivelata la collaborazione con la Circoscrizione IV (San Donato, Campidoglio, Parella) importante interlocutore per la promozione e la diffusione della cultura teatrale

Maurizio Braccialarghe Assessore alla Cultura e al Turismo

Città di Torino

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STAGIONE TPE 11.12 _ Calendario

domenica 2 ottobre 2011 - PROGETTI SPECIALI / FUORI ABBONAMENTO

456 Scritto e diretto da Mattia Torre Con Massimo De Lorenzo, Cristina Pellegrino, Carlo De Ruggieri e Franco Ravera NUTRIMENTI TERRESTRI / WALSH / INTEATRO In collaborazione con TORINO SPRITUALITÀ

martedì 18 ottobre 2011 / martedì 31 gennaio 2012 / giovedì 1 marzo 2012 - SPAZI SONORI

ICONE LETTERATURA E ICONE ROCK Un progetto a cura di Massimo Giovara MUSICA90 / OZOONO in collaborazione con FONDAZIONE TEATRO PIEMONTE EUROPA

• martedì 18 ottobre 2011 PRIMA PUNTATA - SPAZI SONORI

DAVID BOWIE L’UOMO DELLE STELLE Con Massimo Giovara e Guendalina Tondo

• martedì 31 gennaio 2012 SECONDA PUNTATA - SPAZI SONORI

LOU REED & VELVET UNDERGROUND IL LATO OSCURO DELLA METROPOLI Con Massimo Giovara e Giorgio Licalzi

• giovedì 1 marzo 2012 TERZA PUNTATA - SPAZI SONORI

BOB MARLEY IL MITO E LA RIVOLTA Con Massimo Giovara e Bip Gismondi

giovedì 6 ottobre 2011 - PALCOSCENICO DANZA

OPENING / MAS & BDE BALLETTO DELL’ESPERIA

da giovedì 20 a sabato 22 ottobre 2011 - TEMPI MODERNI

STRANI-IERI Ideazione e regia Simone Schinocca TEDACÀ in coproduzione con LA TELA DI ARACNE Con il contributo di REGIONE PIEMONTE in collaborazione con FONDAZIONE DEL TEATRO STABILE DI TORINO / SISTEMA TEATRO TORINO e PROVINCIA / FONDAZIONE CIRCUITO TEATRALE DEL PIEMONTE

da martedì 25 ottobre a domenica 6 novembre 2011 - TEMPI MODERNI

IL DOLORE Di Marguerite Duras Con Mariangela Melato E con Cristiano Dessì Regia e scena Massimo Luconi TEATRO STABILE DI GENOVA / MAGGIO MUSICALE FIORENTINO In collaborazione con FONDAZIONE CIRCUITO TEATRALE DEL PIEMONTE

da martedì 8 a martedì 22 novembre 2011 - TEMPI MODERNI

APOCALISSE Di e con Lucilla Giagnoni FONDAZIONE TEATRO PIEMONTE EUROPA CTB TEATRO STABILE DI BRESCIA / TEATRI DEL SACRO

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mercoledì 23 e giovedì 24 novembre 2011- PALCOSCENICO DANZA

SHAKESPEARE’S FRAMES Coreografie di Davide di Giovanni, Silvia Moretti, Paolo Mohovich, Gustavo Ramirez Sansano BALLETTO DELL’ESPERIA

da venerdì 25 a domenica 27 novembre 2011 - CLASSICI

QUESTA SERA SI RECITA A SOGGETTO Di Luigi Pirandello Regia Alberto Giusta Con Alberto Giusta, Massimo Brizi, Mariella Speranza, Alessia Giuliani, Cristina Pasino, Davide Lorino, Maximilian Dirr, Barbara Alesse, Ernesta Agira, Manuel Zicarelli, Carlo Sciaccaluga COMPAGNIA GANK in collaborazione con FESTIVAL TEATRALE DI BORGIO VEREZZI

da martedì 29 novembre a giovedì 1 dicembre 2011 - CLASSICI

SCENE DA UN MATRIMONIO Di Ingmar Bergman Adattamento e regia Alessandro D’Alatri Con Daniele Pecci e Federica Di Martino TSA TEATRO STABILE D’ABRUZZO

sabato 3 e domenica 4 dicembre 2011 - TEMPI MODERNI

SONÀTA MASCARÀTA SCENARIO TRAGICOMICO IN MUSICA E DANZA DELL’AMOR SOFFERTO Regia e drammaturgia Michele Guaraldo Con Maria Augusta Balla, Cecilia Bozzolini, Simone Campa, Oreste Forestieri, Michele Guaraldo COMPAGNIA ARTISTICA LA PARANZA DEL GECO / O.P.S. OFFICINA PER LA SCENA / SISTEMA TEATRO TORINO e PROVINCIA

lunedì 5 dicembre 2011 - TEMPI MODERNI

NELLA TESTA DI W Regia, elaborazione drammaturgica e interpretazione Beata Dudek e Davide Capostagno MANGROVA TEATRO

da mercoledì 7 a domenica 11 dicembre 2011 - TEMPI MODERNI

VELVET BUNNY Idea e regia Carlo Nigra Testo Ade Zeno Con Christian Castellano, Marco Mazza, Rebecca Rossetti, Federica Tripodi, FONDAZIONE TEATRO PIEMONTE EUROPA / LA QUARTA SCIMMIA Con il sostegno di INTEATRO-RESIDENZE TEATRALI, MOREICA-CANTIERE CANAVESANO, CIRCOLO A.R.C.I. BAZURA

martedì 13 e mercoledì 14 dicembre 2011- PALCOSCENICO DANZA

AUTREMENT PAREIL / FOLAVI / SCHUBERT IN LOVE Coreografie Jean-Charles Gil BALLET D’EUROPE

da sabato 17 a venerdì 23 dicembre 2011 - TEMPI MODERNI

STORIA D’ITALIA IN 150 DATE un divertissement da Fruttero&Gramellini Con Bruno Gambarotta e Le Sorelle Suburbe - Tiziana Catalano e Luisella Tamietto Al pianoforte Aldo Rindone FONDAZIONE TEATRO PIEMONTE EUROPA in collaborazione con LA STAMPA nell’ambito di ESPERIENZA ITALIA 150°

da lunedì 26 a sabato 31 dicembre 2011 - TEMPI MODERNI

THE BEST OF… Di e con Le Sorelle Suburbe - Tiziana Catalano e Luisella Tamietto Arrangiamenti musicali Aldo Rindone FONDAZIONE TEATRO PIEMONTE EUROPA

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da venerdì 13 a domenica 15 gennaio 2012 - TEMPI MODERNI

MIA FIGLIA VUOL PORTARE IL VELO Di Sabina Negri Regia Lorenzo Loris Con Caterina Vertova e Alice Torriani FONDAZIONE TEATRO FRASCHINI DI PAVIA / TEATRO OUT OFF

martedì 17 e mercoledì 18 gennaio 2012– PALCOSCENICO DANZA / TEATRO EUROPEO

TANGRAM Regia, coreografia ed interpreti Cristiana Casadio e Stefan Sing

da giovedì 19 a domenica 22 gennaio 2012 - CLASSICI

FINALE DI PARTITA Di Samuel Beckett Con Vittorio Franceschi, Milutin Dapcevic, Diana Hobel, Antonio Giuseppe Peligra Regia Massimo Castri EMILIA ROMAGNA TEATRO FONDAZIONE / TEATRO DI ROMA / TEATRO METASTASIO STABILE DELLA TOSCANA

da venerdì 27 a domenica 29 gennaio 2012 - CLASSICI

IL VENTAGLIO Di Carlo Goldoni Regia di Alberto Oliva IL CONTATO - TEATRO GIACOSA DI IVREA / FONDAZIONE TEATRO PIEMONTE EUROPA

mercoledì 1 febbraio 2012– PALCOSCENICO DANZA

CARA DE MIMBRE Coreografia ed interpretazione Jordi Vilaseca PROJECTO D_RUSHES

venerdì 3 e sabato 4 febbraio 2012 - TEATRO EUROPEO

TERRES! Messinscena e ideazione Nino D’Introna Con Maxime Cella, Thomas Di Genova, Alexis Jebeile, Sarah Marcuse THÉÂTRE NOUVELLE GÉNÉRATION / CENTRE DRAMATIQUE NATIONAL DE LYON Coproduzione THÉÂTRE DE VIENNE, SCÈNE CONVENTIONNÉE / SCÈNE RHÔNE-ALPES.

da martedì 7 a giovedì 9 febbraio 2012 - TEMPI MODERNI

MALAMORE ESERCIZI DI RESISTENZA AL DOLORE Di Concita De Gregorio Regia di Francesco Zecca Con Lucrezia Lante della Rovere TIEFFE TEATRO MILANO

da venerdì 10 a giovedì 23 febbraio 2012 - TEMPI MODERNI

REMAKE UN RACCONTO DI TEMPESTA Drammaturgia e regia Myriam Tanant Con Giulia Lazzarini e Maria Alberta Navello FONDAZIONE TEATRO PIEMONTE EUROPA / IL CONTATO - TEATRO GIACOSA DI IVREA

sabato 25 e domenica 26 febbraio 2012 - TEMPI MODERNI

STUDIO CAINO Liberamente tratto da Kain di Friedrich Koffka Di e con Pierpaolo Congiu, Eloisa Perone, Antonio Villella CRAB in coproduzione con KOOK LABEL BERLIN Con il sostegno di SISTEMA TEATRO TORINO e PROVINCIA / IL NOSTRO PIANETA / CITTÀ DI PIOSSASCO / ALFA TEATRO Con il patrocinio di GOETHE INSTITUT TORINO In collaborazione con COLAS S.R.L., PEPE STUDIO PARRUCCHIERI, BORN IN BERLIN CLOTHING

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martedì 28 e mercoledì 29 febbraio 2012 - TEATRO EUROPEO

INFINITA Creato e recitato da Björn Leese, Benjamin Reber, Hajo Schüler, Michael Vogel Direzione Artistica Michael Vogel, Hajo Schüler FAMILIE FLOEZ / ADMIRALSPALAST BERLINO / THEATERHAUS DI STOCCARDA / LA STRADA GRAZ

da venerdì 2 a domenica 4 marzo 2012 - TEMPI MODERNI

INFINITE O SFINITE? Scritto e interpretato da Emanuela Grimalda e Paola Minaccioni Regia Michael Margotta LeART’ COMEDIANS

da venerdì 9 a domenica 11 marzo 2012 - CLASSICI

ALCESTI Da Euripide Drammaturgia e regia Walter Pagliaro Con Micaela Esdra, Luigi Ottoni, Maria Locchi, Diego Florio ASSOCIAZIONE CULTURALE GIANNI SANTUCCIO

Da giovedì 15 a domenica 18 marzo 2012- PALCOSCENICO DANZA

SEIS FLAMENCOS Concept e coreografia Paolo Mohovich BALLETTO DELL’ESPERIA da martedì 20 marzo a domenica 1 aprile 2012 - CLASSICI

L’ARTE DELLA COMMEDIA Di Eduardo De Filippo Con Vittorio Continelli, Michele Sinisi e gli altri attori della compagnia. Regia Michele Sinisi TEATRO MINIMO / FONDAZIONE TEATRO PIEMONTE EUROPA / TEATRI ABITATI – REGIONE PUGLIA – TEATRO PUBBLICO PUGLIESE / FESTIVAL CASTEL DEI MONDI – COMUNE DI ANDRIA

da martedì 3 a giovedì 5 aprile 2012 - CLASSICI IL NAUFRAGO UNA STORIA DI MARE (ENOCH ARDEN) Racconto di Lord Alfred Tennyson Traduttore e narratore Patrizia Zappa Mulas FONDAZIONE TEATRO PIEMONTE EUROPA

da venerdì 13 a domenica 15 aprile 2012 - TEMPI MODERNI

BARBABLU Da la fiaba Barbablù di Charles Perrault e il romanzo-saggio Barbablù di Ernesto Ferrero Soggetto e regia Valeriano Gialli Drammaturgia Gian Luca Favetto Con Valeriano Gialli, Maria Paola Bardelli, Fulvia Roggero, Vincenzo Santagata TEATRO DELLE DIECI in coproduzione con ENVERS TEATRO / SISTEMA TEATRO TORINO e PROVINCIA

martedì 17 aprile 2012- PALCOSCENICO DANZA PROGETTO MONOSTATOS SERATA COREOGRAFI DEL PIEMONTE Uno spettacolo di Federica Pozzo e Roberto Tarasco G.A.P. - COMPAGNIA DI DANZA CONTEMPORANEA

da giovedì 19 a domenica 22 aprile 2012 - TEMPI MODERNI

BEYOND Soggetto di Paolo Stratta Regia Luisella Tamietto CIRKO VERTIGO / ASSOCIAZIONE QANAT ARTE E SPETTACOLO

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da venerdì 27 a domenica 29 aprile 2012 - TEMPI MODERNI

IOLORENZO&GIULIA Ideazione e regia Silvia Battaglio In collaborazione con Giulia Ceolin e Lorenzo Bartoli COMPAGNIA SILVIABATTAGLIO in collaborazione con TANGRAM TEATRO TORINO

da giovedì 3 a sabato 5 maggio 2012 - PALCOSCENICO DANZA / EVENTO SPECIALE

PASTO A DUE #2 – CREAZIONE 2011 Una creazione di e con Stefano Mazzotta, Emanuele Sciannamea CIE. ZEROGRAMMI / FONDAZIONE TEATRO PIEMONTE EUROPA in coproduzione con TEATRO DA GARAGEM Con il sostegno di REGIONE PIEMONTE, MINISTERO PER I BENI E LE ATTIVITÀ CULTURALI un ringraziamento a PROD. AO QUADRADO, MATERIAIS DIVERSOS, TEATRO NACIONAL D. MARIA II, DIMORA COREOGRAFICA

venerdì 11 maggio 2012 - PROGETTI SPECIALI Lingue in Scena! Festival Studentesco Europeo di Teatro Plurilingue XII edizione

MADRE COURAGE E I SUOI FIGLI Da Bertolt Brecht Regia di Marco Alotto COMUNE DI TORINO - SETTORE GIOVENTÙ E SETTORE COMUNICAZIONE E PROMOZIONE DELLA CITTÀ / GOETHE-INSTITUT TURIN In collaborazione con FESTIVAL L’AMBASCIATA DI FRANCIA IN ITALIA / L’ALLIANCE FRANÇAISE TORINO / FONDAZIONE TORINO MUSEI – GAM / TEATRO REGIO TORINO / FONDAZIONE TEATRO STABILE TORINO / SISTEMA TEATRO TORINO E PROVINCIA / CENTRE MÉDITÉRRANÉEN DE CAP D’AIL.

sabato 12 e domenica 13 maggio 2012 - TEATRO EUROPEO

L’HOMME CANON Di e con Patrik Cottet-Moine COMPAGNIE DE ZEBRES

giovedì 24 e venerdì 25 maggio 2012 - TEMPI MODERNI

FOREVER YOUNG Un progetto artistico di Alessandra Rossi Ghiglione Drammaturgia G.A.P. (Giovani Artisti Piemonte) TEATRO POPOLARE EUROPEO in collaborazione con FONDAZIONE TEATRO PIEMONTE EUROPA

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GLI SPETTACOLI DELLA STAGIONE TPE 11.12

domenica 2 ottobre 2011 PROGETTI SPECIALI / FUORI ABBONAMENTO

456 Scritto e diretto da Mattia Torre Con Massimo De Lorenzo, Cristina Pellegrino, Carlo De Ruggieri e Franco Ravera Musiche originali Giuliano Taviani Scene Francesco Ghisu Costumi Mimma Montorselli Disegno luci Luca Barbati NUTRIMENTI TERRESTRI / WALSH / INTEATRO In collaborazione con TORINO SPRITUALITÀ Una famiglia in un luogo imprecisato del Sud Italia; isolata e chiusa, vive in mezzo a una valle di 456 ettari oltre ai quali sente l’ignoto. Il capofamiglia, la moglie e il figlio sono ignoranti, diffidenti, nervosi. Si scagliano addosso una salama appesa con lo spago a una delle travi del soffitto, rabboccano un sugo di pomodoro lasciato in eredità dalla nonna morta tre anni prima, litigano, pregano, si odiano. Ognuno dei tre rappresenta per gli altri quanto di più detestabile ci sia al mondo. E tuttavia occorre una tregua, perché sta arrivando un ospite atteso da tempo, che può e deve cambiare il loro futuro. Tutto è pronto, tutto è perfetto. Ma la tregua non durerà. 456 nasce dall’idea che l’Italia non è un paese, ma una convenzione. Che non avendo un’unità culturale, morale, politica, l’Italia rappresenti oggi una comunità di individui che sono semplicemente gli uni contro gli altri. Che si riuniscono in associazioni, in albi, in categorie professionali, in partiti: ma che sono e rimangono gli uni contro gli altri. Per precarietà, incertezza, diffidenza e paura; per mancanza di comuni aspirazioni. In ogni caso siamo soli, e siamo in lotta. 456 è una commedia che racconta come proprio all’interno della famiglia – che pure dovrebbe essere il nucleo protettivo e aggregante, di difesa dell’individuo – nascano i germi di questo conflitto: perché la famiglia sente ostile la società che gli sta intorno ma finisce per incarnarne i valori più deteriori, incoraggiando la diffidenza, l’ostilità nei confronti degli altri, il cinismo, la paura. 456 racconta la famiglia come avamposto della nostra arretratezza culturale. martedì 18 ottobre 2011 / martedì 31 gennaio 2012 / giovedì 1 marzo 2012 SPAZI SONORI

ICONE LETTERATURA E ICONE ROCK un progetto a cura di Massimo Giovara MUSICA90 / OZOONO in collaborazione con FONDAZIONE TEATRO PIEMONTE EUROPA Tre reading-concerto in una formula seriale di riscoperta della letteratura mondiale attraverso le icone del Rock. Gli scrittori e le fonti da cui alcuni tra i massimi personaggi dello star-system musicale hanno tratto ispirazione, affiancati dalle canzoni che ne sono scaturite e i materiali tratti dall’attività letteraria parallela degli stessi musicisti. Ogni serata mette a fuoco uno stato d’animo e un punto di vista sulla realtà grazie ad attori e musicisti che hanno da sempre cercato di mettere in comunicazione aree artistiche spesso tenute ben separate dalla cultura accademica. Conduttore virtuale della serie uno degli autori più significativi della letteratura americana post-moderna: Don De Lillo e il suo romanzo “Great Jones Street” una splendida iconizzazione iperreale del mito della rockstar.

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martedì 18 ottobre 2011 PRIMA PUNTATA SPAZI SONORI

DAVID BOWIE L’UOMO DELLE STELLE

Con Massimo Giovara e Guendalina Tondo Musicisti Riccardo Giovinetto e Federico Marchesano Da Samuel Delany, George Orwell, Hughes Mearns, Walter Tevis. Una delle icone più consapevoli del Rock And Roll, l’uomo che seguendo alla lettera le indicazioni di Andy Wahrol, ha fatto del marketing e della comunicazione nello spettacolo di massa un’arte. David Bowie (al secolo David Jones) è tra i più longevi e al tempo stesso eclettici tra gli artisti pop apparsi alla fine degli anni ’60 che, spingendosi molto oltre i confini dell’eroe rock che brucia se stesso per darsi in pasto al pubblico, riesce a diventare un’icona mondiale dello star system semplicemente interpretando la parodia dell’idolo da palcoscenico (Ziggy Stardust), e creando così un cortocircuito tra verità e finzione che anticipa di molto i tempi a venire della musica commerciale. Grazie a questa straordinaria intelligenza strategica Bowie riesce nel miracolo paradossale di dare alla sua musica un’immagine colta e contaminata e allo stesso tempo commerciale. Ed è proprio questo il fulcro su cui si muove la serata di Icone a lui dedicata. Icone - David Bowie l’uomo delle stelle è un reading multimediale in cui le atmosfere di George Orwell, (in particolare 1984, libro citatissimo nella storia della musica Pop) di Walter Tevis (“L’uomo che cadde sulla terra”) e altre contaminazioni letterarie che hanno toccato nei modi più diversi la vita artistica di David Bowie (Samuel Delany) si accostano in un percorso organico e spettacolare alle canzoni (eseguite dal vivo) che più hanno segnato il percorso di questo straordinario artista. martedì 31 gennaio 2012 SECONDA PUNTATA SPAZI SONORI

LOU REED & VELVET UNDERGROUND IL LATO OSCURO DELLA METROPOLI. Con Massimo Giovara e Giorgio Licalzi Da Hubert Selby Jr., Edgar Allan Poe, Sam Shepard, Delmore Schwartz. Racconta storie di umanità al limite da più di mezzo secolo e non invecchia mai. Lou Reed ha composto canzoni che pur fondandosi su un’estrema profondità intellettuale emozionale e letteraria hanno raggiunto livelli di popolarità inarrivabili per trasformare, subito dopo, fallimenti commerciali in opere di influenza epocale. Non a caso il produttore del primo disco dei Velvet Underground è Andy Warhol, una delle due figure che più hanno influenzato il musicista newyorkese mentre sul fronte letterario, l’incontro fondamentale per Reed è quello con Delmore Schwartz, professore universitario, poeta e scrittore, la cui raccolta di racconti “Nei sogni cominciano le responsabilità” cambierà per sempre la vita del musicista. Queste due linee di influenza indicano a Reed la difficile strada per veicolare la sua emotività tormentata e dirompente (fu costretto dai genitori medio borghesi a sottoporsi a elettroshock per curare la sua presunta “devianza”) facendolo entrare in una vibrante e complessa ricerca in bilico tra creatività trasgressiva e profonda ricerca stilistica e letteraria colta. Una strada che rende oggi la sua influenza e capacità di rinnovamento artistico inarrivabili. Lou Reed, dopo aver toccato le tappe essenziali della tipica icona-rock maledetta, dall’abuso di stupefacenti alle esperienze sessuali senza limiti, è oggi uno dei più importanti punti di riferimento per chi crede che la musica rock possa raggiungere livelli di spessore culturale e intellettuale pari a quelli di altre arti considerate “colte”. In questa puntata di Icone: uno degli artisti torinesi più inclini a esplorare il terreno della contaminazione, Giorgio Licalzi, per la prima volta insieme a Massimo Giovara. I brani più conosciuti, le devastanti rotture sonore, gli scrittori che hanno maggiormente influenzato e definito il mondo di Lou Reed da Hubert Selby jr. a Edgar Allan Poe.

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giovedì 1 marzo 2012 TERZA PUNTATA SPAZI SONORI

BOB MARLEY IL MITO E LA RIVOLTA

Con Massimo Giovara e Bip Gismondi “Un Angelo apparve alla madre di Sansone e la ammonì di farlo crescere puro, illibato, e di non tagliargli i capelli”. Il riferimento è dal Kebra Nagast, libro sacro del Rastafarianesimo, religione a cui si convertì, intorno al 1966, Bob Marley, diventando uno dei massimi rappresentanti della comunità nera (e non solo) insieme a Malcom X, Mohammed Alì e Martin Luther King, l’unico la cui musica e le cui parole sono state ascoltate contemporaneamente dagli Indiani d’America e dagli abitanti dei più sperduti villaggi africani. In Bob Marley qualsiasi riferimento culturale diventa universale e mistico, ogni canzone è un appello all’impegno per un’umanità migliore e per la lotta per la dignità dell’uomo. Dal desolante ghetto di Trenchtown alla consacrazione anche come mediatore politico (medaglia di pace delle Nazioni Unite), Marley è l’uomo che ha portato il reggae alla ribalta internazionale rendendolo veicolo di messaggi di ribellione interiore e civile non solo per la comunità di colore. La storia della sua vita e i riferimenti nelle sue canzoni hanno curiose risonanze più con le biografie di importanti leader religiosi che non con quelle di altri musicisti. E’ questa caratteristica il filo conduttore intorno a cui ruota l’ultima puntata di Icone. da giovedì 20 a sabato 22 ottobre 2011 TEMPI MODERNI

STRANI-IERI Ideazione e regia Simone Schinocca Drammaturgia Simone Schinocca e Livio Taddeo Musiche Pappazzum TEDACÀ in coproduzione con LA TELA DI ARACNE Con il contributo di REGIONE PIEMONTE in collaborazione con FONDAZIONE DEL TEATRO STABILE DI TORINO / SISTEMA TEATRO TORINO e PROVINCIA / FONDAZIONE CIRCUITO TEATRALE DEL PIEMONTE Torna, dopo il successo della scorsa stagione, Strani-ieri, racconto di milioni di contadini del Sud Italia che, tra il 1950 e il 1970, abbandonano le campagne per recarsi nelle grandi città del nord. Torino è una delle mete privilegiate di questa ondata. Strani-Ieri narra la storia di questi immigrati (la scelta della partenza, il viaggio sull’ancora esistente treno del sole, l’arrivo, l’ambientazione, il lavoro, la fabbrica, la casa, il primo ritorno nella terra natale, le prospettive per il futuro) sia attraverso la ricostruzione del contesto storico e sociale del periodo, sia riportando le esperienze reali di chi ha vissuto in prima persona questa storia. La drammaturgia dell'opera, difatti, si basa sia su una ricostruzione del contesto storico e sociale, sia su un lavoro d'interviste agli immigrati di ieri, con l'obbiettivo di focalizzarsi sulle speranze, i problemi, i sentimenti e i sacrifici che la scelta di migrare ha comportato nelle loro vite. Dice Simone Schinocca regista e ideatore dell'opera: “Strani-Ieri nasce da esperienze diverse ma per alcuni aspetti simili. A noi una fortuna: quella di poterle ancora raccogliere dalla voce delle persone che negli anni Cinquanta - Settanta salirono su quei treni del sole per giungere questa città. Da qui a una decina di anni, molte di queste storie andranno perdute, così come la possibilità di poter leggere il nostro presente attraverso quelle esperienze. Ma questo spettacolo non vuole comunque pretendere di rappresentare la realtà contemporanea, bensì si basa sulla sola consapevolezza che i giovani meridionali di quegli anni approdarono a Torino per cambiare vita e contribuirono, con forza, alla costruzione di questa città”.

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da martedì 25 ottobre a domenica 6 novembre 2011 TEMPI MODERNI

IL DOLORE Di Marguerite Duras Traduzione Laura Guarino e Giovanni Mariotti Adattamento teatrale Massimo Luconi e Mariangela Melato Con Mariangela Melato E con Cristiano Dessì Regia e scena Massimo Luconi Costumi Paola Marchesin Musiche originali Mirio Cosottini Luci Sandro Sussi TEATRO STABILE DI GENOVA / MAGGIO MUSICALE FIORENTINO In collaborazione con FONDAZIONE CIRCUITO TEATRALE DEL PIEMONTE Nella cornice degli ultimi giorni del secondo conflitto mondiale si consuma una tragedia personale e universale, e le atrocità di una guerra si riversano inesorabilmente sui campi di battaglia così come per le strade delle città, investendo comunque e sempre la vita di tutti. In una Parigi primaverile, impazzita per la fine della guerra, si aggira Marguerite sconvolta, come le altre donne dei prigionieri e dei deportati che attendono notizie dei loro uomini, alcuni sono tornati, di altri si conosce la data della liberazione, di altri come Robert niente, solo il dolore dell’attesa. La capacità di rendere con pochi tratti precisi, come istantanee in bianco e nero, persone, luoghi e fatti senza la necessità di molte parole o di iterazioni stancanti, fanno de Il Dolore un testo straordinario e della Duras un’autrice capace di uno stile personalissimo di forte impatto emotivo. Un testo di grande bellezza espressiva, come dei raggi taglienti di luce, che mi ha attratto subito, insieme a Mariangela Melato, per il tema fortissimo e antico e purtroppo ancora attuale della guerra, per il linguaggio, inusitato per il teatro, forse più vicino alla sceneggiatura cinematografica - linguaggio con il quale la Duras si cimenterà con successo più volte. E a sottolineare il legame con l’altro sguardo del cinema, come in molti romanzi, anche qui, in questo pezzo di letteratura ritrovato dopo 40 anni di oblio, lei è sempre dentro e fuori e si osserva come dietro una macchina da presa. Pensando all’adattamento per il palcoscenico abbiamo lavorato sulla forza di un linguaggio secco, asciutto, come graffi o incisioni della penna sulla carta, e di un pensiero non logico, ma mentale e viscerale, come flash o schegge impazzite del subconscio che si inseriscono nella vita quotidiana. Mariangela / Marguerite apre le sue viscere, il tormento, i suoi gangli nervosi, offrendoci un raro spaccato di vita e letteratura mischiate mirabilmente in maniera alchemica, assoluta e disperata. La narrazione dell’attesa si delinea con uno scarto di tempo sintattico che non è un ricordo al passato, ma la distorsione fra realtà e pensiero, quando si ha paura o si è vinti dal dolore, quando si è sotto pressione per l’ansia, l’attesa: lei, si guarda da fuori ma è dentro.

Massimo Luconi da martedì 8 a martedì 22 novembre 2011 TEMPI MODERNI

APOCALISSE Di e con Lucilla Giagnoni Collaborazione al testo Maria Rosa Pantè Collaborazione alla drammaturgia scenica Paola Rota Musiche originali di Paolo Pizzimenti Scene e luci Massimo Violato Abito di scena Fabiana Bassani Segreteria di produzione Elisa Zanino FONDAZIONE TEATRO PIEMONTE EUROPA / CTB TEATRO STABILE DI BRESCIA / TEATRI DEL SACRO

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Lo spettacolo Apocalisse s’ispira all’ultimo libro della Bibbia. Apocalisse che non vuol dire come ormai è in uso nel linguaggio comune “Catastrofe” e, di conseguenza, “Fine”, ma, bensì “Rivelazione”. “Guarda”, “Racconta ciò che hai visto”, sono le indicazioni più frequenti date a Giovanni, il testimone-narratore. In un mondo di ciechi che credono di vedere e, dunque, di sapere, il mistero si rivela solo a chi sappia guardare, a chi abbia occhi nuovi. Cecità e Rivelazione fanno immediatamente pensare ad un personaggio totemico nel teatro occidentale: Edipo. Il Testo sacro che per i cristiani sigilla la serie dei testi biblici e il testo teatrale che dà inizio ad ogni forma di indagine sull’Uomo vengono posti in parallelo a raccontare che la fine dei tempi è in realtà un nuovo Inizio e una nuova Vita per chi impara a Vedere. E’ la storia dell’evoluzione della Coscienza: un bambino appena nato vede il mondo come un fenomeno incredibile in cui pian piano le cose si riempiono di senso. Questa è l’Apocalisse, una Ri-Nascita. Apocalisse è l’ultimo capitolo di una trilogia della “spiritualità” composta dallo spettacolo Vergine madre, ispirato al percorso di salvezza raccontato nella Divina Commedia e dallo spettacolo Big Bang che, a partire dall’ultima parola delle Divina Commedia, Stelle, e dai primi due capitoli del libro della Genesi, indaga sull’Inizio e sulla Creazione facendo dialogare il linguaggio della scienza con quello della teologia e quello del teatro. Apocalisse indaga sul vero significato della Fine. da venerdì 25 a domenica 27 novembre 2011 CLASSICI

QUESTA SERA SI RECITA A SOGGETTO Di Luigi Pirandello Regia Alberto Giusta Con Alberto Giusta, Massimo Brizi, Mariella Speranza, Alessia Giuliani, Cristina Pasino, Davide Lorino, Maximilian Dirr, Barbara Alesse, Ernesta Agira, Manuel Zicarelli, Carlo Sciaccaluga Scene e costumi Laura Benzi Luci Sandro Sussi COMPAGNIA GANK in collaborazione con FESTIVAL TEATRALE DI BORGIO VEREZZI Penso sempre che la preparazione e la messa in scena di uno spettacolo siano l'inizio di un viaggio terrificante per il senso di vuoto che riescono a trasmettermi e alla partenza e all'arrivo. Sì, provo terrore; una paura che mi fa ripetere "ma chi me lo ha fatto fare" quando cerco, freneticamente, la chiave che mi farà fare uno spettacolo meraviglioso. Mi sembra di trovarla ogni giorno e, puntualmente, la porta che sembrava potesse aprire in un determinato istante l'istante dopo si rivela essere senza serratura e d'acciaio e a prova di bomba. Sì, provo terrore: quando le luci delle ribaltine si sono spente, quando lo spettacolo è soltanto un bel ricordo e chi lo ha rappresentato è chissà dove. Lo stesso terrore che travolge il Dottor Hinkfuss, il Regista, allo spegnersi delle luci in sala poiché accade un che di strano e inafferrabile. Egli, spiazzato, riafferma il suo primato su tutto e su tutti: è lui il solo responsabile dell’insolito spettacolo cui il pubblico assisterà. E' lui che ha deciso come

far procedere il racconto; ha stabilito le azioni e gli effetti mentre gli attori devono recitare senza un testo scritto e basta. È questa la novità! Questa sera: si recita a soggetto!

Alberto Giusta

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da martedì 29 novembre a giovedì 1 dicembre 2011 CLASSICI

SCENE DA UN MATRIMONIO Di Ingmar Bergman Traduzione Piero Monaci Adattamento e regia Alessandro D’Alatri Con Daniele Pecci e Federica Di Martino Musiche: originali Franco Mussida Scene Matteo Soltanto Costumi Francesco Verderame Disegno luci Paolo Mazzi Video grafica Alessio Fattori TSA TEATRO STABILE D’ABRUZZO L’idea di “riproporre” sulla scena un progetto come “Scene di vita coniugale” è estremamente stimolante. Lo è per una molteplicità di aspetti. Comincerei dal fatto che è un testo divenuto icona internazionale intorno alle complessità delle relazioni uomo donna, e in particolare di quelle matrimoniali. È un testo che invita ad una proposta nei confronti del pubblico attraverso una rilettura dei comportamenti in chiave contemporanea e contestualizzata alla nostra cultura. Molti giovani non conoscono l’opera, e forse nemmeno il film, ma sono sicuramente un target estremamente sensibile alla tematica. Parlo di giovani ma non solo. Il perno centrale dell’opera sta nel rapporto tra un uomo e una donna e lascia immaginare un’interpretazione magistrale tra due attori che si confrontino sul quotidiano della convivenza. Il fatto che i due appartengano ad una fascia d’età in bilico tra la gioventù e la piena maturità rende l’allestimento ancor più interessante. Daniele Pecci e Federica Di Martino sono un cast perfetto. Per quanto riguarda l’impianto scenico prevedo uno sfruttamento dello spazio in termini di rigore e semplicità. Non una scenografia sontuosa e “materica” quindi, ma un allestimento sobrio che miri più alla suggestione che alla rappresentazione, dove le idee di illuminazione saranno preponderanti ed esaltanti in relazione agli stati emotivi che progressivamente si consumano. La musica avrà un ruolo suggestivo, non come semplice commento, ma soprattutto come “collante” tra le aperture e le chiusure dei vari quadri. Un progetto da costruire ad “hoc”. Tremano le gambe al solo pensiero di “mettere le mani” su un testo così importante. Punto ad un testo che contempli un “passo a due”. E questo già sarebbe un percorso “differente” dal testo originale. Però non vorrei perdermi gli effetti e le suggestioni che il mondo esterno produce su quella coppia. In questo caso poi, vista la disponibilità dei due talenti, si rifletterà su comportamenti e routine di una coppia più giovane dell’originale. L’altro elemento di novità d’approccio, sarà quello di contestualizzare la storia nell’Italia contemporanea. Una delle cose che più mi ha colpito nella rilettura del testo è il fatto che la protagonista femminile si occupa di separazioni (lavora presso uno studio legale). Questo è un elemento molto interessante per lo sviluppo delle testimonianze “esterne” che possono affacciarsi sul quotidiano della coppia: esattamente come proponeva Bergman.

Alessandro D’Alatri

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sabato 3 e domenica 4 dicembre 2011 TEMPI MODERNI

SONÀTA MASCARÀTA SCENARIO TRAGICOMICO IN MUSICA E DANZA DELL’AMOR SOFFERTO Regia e drammaturgia Michele Guaraldo Musiche, coreografie e canti Simone Campa Costumi Debora Gambino Maschere Franco Leita Con Maria Augusta Balla, Cecilia Bozzolini, Simone Campa, Oreste Forestieri, Michele Guaraldo COMPAGNIA ARTISTICA LA PARANZA DEL GECO / O.P.S. OFFICINA PER LA SCENA / SISTEMA TEATRO TORINO e PROVINCIA Qual è il filo rosso che unisce la tradizione della musica popolare italiana con la tradizione della commedia dell’arte? In moltissime stampe e incisioni si vedono maschere che accompagnano lo svolgimento della scena con strumenti musicali tradizionali (liuti, tamburelli, flauti): quale era il peso della musica e del canto all’interno di uno spettacolo di commedia dell’arte? Molto è stato scritto e molto è stato detto a riguardo. Di sicuro la matrice di tutto questo è la ricchezza culturale della tradizione italiana famosa in tutto il mondo. Sonàta Mascaràta è un classico canovaccio di commedia dell’arte dove l’amore contrastato dei due amorosi è accompagnato, ingarbugliato, sedotto e poi risolto dai frizzi e i lazzi delle maschere grottesche. Una storia che si sviluppa affrontando i grandi temi dell’improvvisa come l’amore, la follia, la fame, conditi dall’irresistibile comicità assurda e scanzonata dei suoi caratteri, il tutto narrato in musica, canto e danza. È una performance dove la forza travolgente dei ritmi veloci ed incalzanti come la tarantella, la pizzica salentina, la tammurriata napoletana, accompagnano la follia che contraddistingue le maschere grottesche della commedia dell’arte. Dove il melodico patetico delle serenate e delle cantate accompagna le gesta delle maschere alte degli amorosi. Un gruppo di artisti, attori e musicisti, che creano un’atmosfera ed un’energia uniche, vicine tanto al pathos della rappresentazione teatrale, quanto all’energia vitale, corporea, dinamica, delle feste popolari dell’animo più profondo del più intimo Sud. lunedì 5 dicembre 2011 TEMPI MODERNI

NELLA TESTA DI W Regia, elaborazione drammaturgica e interpretazione: Beata Dudek e Davide Capostagno MANGROVA TEATRO Nella testa di W è liberamente tratto da Il pazzo e la monaca di S.I. Witkiewicz, una drammaturgia che nella sua apparente semplicità sembra aperta a una molteplicità di interpretazioni. Un orizzonte di libertà creativa che nella sua ampiezza può letteralmente sopraffare chi si accosti per la prima volta al testo. Witkacy, nella sua scrittura astutamente ambigua, sembra porre sullo stesso piano il vagheggiamento di un folle, l’ironia di uno psichiatra sulla “nuova” psicologia, il vortice della brama e della lussuria, l’omicidio brutale è improvviso, l’ineluttabilità della sorte e l’inaspettata visione di realtà parallele. Questa versione poggia su alcune particolarità: la commedia è tradotta e recitata in italiano da un’attrice polacca e un attore italiano: la discesa nella mente del poeta visionario pazzo e omicida Walpurg vira decisamente sui colori del grottesco e del’ironia: i personaggi di contorno hanno irrimediabilmente sempre i tratti somatici riconoscibili dei due personaggi (e attori), in una giocosa denuncia della fondamentale natura solipsistica dell’opera. Le parti oniriche si avvalgono del mezzo cinematografico che amplia e sposta di continuo il punto di vista, attraversando diversi registri, dal drammatico all’apertamente parodico a un variegato paesaggio di toni ironici e grotteschi.

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da mercoledì 7 a domenica 11 dicembre 2011 TEMPI MODERNI

VELVET BUNNY Idea e Regia Carlo Nigra Testo Ade Zeno Con Christian Castellano, Marco Mazza, Rebecca Rossetti, Federica Tripodi, Musiche originali Matteo Curallo Consulenza scenografia e costumi Alice Delorenzi Light Designer Mauro Panizza FONDAZIONE TEATRO PIEMONTE EUROPA / LA QUARTA SCIMMIA Con il sostegno di: INTEATRO-RESIDENZE TEATRALI, MOREICA-CANTIERE CANAVESANO, CIRCOLO A.R.C.I. BAZURA Lo spettacolo è stato presentato nell’ambito del progetto Nuove Sensibilità a Teatro a Corte 011 Dopo molti anni di oblii e dimenticanze, quattro fratelli si ritrovano per partecipare alla cerimonia di riconsegna delle ceneri di un caro estinto. Raccolti intorno all'urna funeraria in attesa dell'addetto cimiteriale, i quattro si scoprono costretti a rievocare i momenti fondamentali della loro vita, soprattutto quelli legati all'infanzia vissuta insieme prima della separazione, in un susseguirsi di episodi e retroscena che lentamente condurranno a svelare le loro entità profonde, da tempo addormentate sotto il velo delle convenzioni sociali. Il trauma dell'incontro diventerà allora un inatteso pretesto per scoprirsi e capire cosa significhi indossare gli scomodi vestiti del velvet bunny: un coniglietto nato per muoversi rapidamente, ma paralizzato da strati di velluto che rallentano drammaticamente la corsa. Chi ha cucito loro addosso questi strati invalidanti? Le aspettative della famiglia? La disciplina religiosa? Il rispetto a priori di divise e simboli assurdi? In un continuo susseguirsi di dialoghi serrati e balzi visionari, le risposte – forse – non tarderanno ad arrivare. da sabato 17 a venerdì 23 dicembre 2011 TEMPI MODERNI

STORIA D’ITALIA IN 150 DATE un divertissement da Fruttero&Gramellini Con Bruno Gambarotta e Le Sorelle Suburbe - Tiziana Catalano e Luisella Tamietto Al pianoforte Aldo Rindone Collaborazione alla messinscena Betti De Martino FONDAZIONE TEATRO PIEMONTE EUROPA in collaborazione con LA STAMPA nell’ambito di ESPERIENZA ITALIA 150° Da qualche tempo, un curioso cammino verso le celebrazioni per il 150° dell’Unità d’Italia è proposto sulle pagine de La Stampa da Fruttero&Gramellini (ditta giornalistico-letteraria che allude, con assonanza di rima, ad un’altra radicata nel cuore degli appassionati di letteratura italiana contemporanea): si tratta di cronachette di politica e di costume che raccontano caratteri della vita del nostro paese in quegli anni della seconda metà dell’Ottocento quando l’Italia era appena stata unificata e cercava di diventare un paese moderno ed europeo. La verve dei due scrittori e la loro capacità di saper cogliere esempi paradigmatici dei difetti e delle debolezze nazionali, consente di far diventare quei raccontini di microstoria lontana degli straordinari reportage di sconsolante attualità, tra lampi di sarcasmo e gusto per il paradossale: e dunque di capire meglio il senso che ha oggi, per la nostra identità, il processo risorgimentale. Abbiamo chiesto a Bruno Gambarotta di rileggere quei testi insieme alle Sorelle Suburbe e di dar vita a una sorta di cabaret storico-politico, a un recital divertito e irriverente: ai piemontesi viene spesso chiesta ragione del perché si siano tanto spesi per unificare l’Italia e questi tre artisti brillanti del nostro territorio potrebbero finalmente dare la risposta attesa da un secolo e mezzo...

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da lunedì 26 a sabato 31 dicembre 2011 TEMPI MODERNI

THE BEST OF… Di e con Le Sorelle Suburbe - Tiziana Catalano e Luisella Tamietto Arrangiamenti musicali Aldo Rindone FONDAZIONE TEATRO PIEMONTE EUROPA Longevo e fortunato lo spettacolo, è sempre aperto a nuove sollecitazioni; inconfondibile trait d’union l’atmosfera stralunata, complice una magistrale mimica facciale. Per citarne alcuni, tra i tanti personaggi delle Sorelle Suburbe, ritroveremo le ballerine di danza classica, Barbie e Ken, le mitiche spogliarelliste ispirate al film Nove settimane e mezzo e le anziane signorine Censa e Palma nei loro perenni battibecchi, acciacchi, e battute sagaci sull’amore; ormai divenute eclettici personaggi che hanno oltrepassato i confini del palcoscenico per presenziare ad eventi di ogni tipo. da venerdì 13 a domenica 15 gennaio 2012 TEMPI MODERNI

MIA FIGLIA VUOL PORTARE IL VELO Di Sabina Negri Regia Lorenzo Loris Con Caterina Vertova e Alice Torriani Apparizione in video di Alessandro Haber Musiche a cura di Didier de Cottignies Scena Daniela Gardinazzi Costumi Nicoletta Ceccolini Progetto visivo Dimitris Statiris FONDAZIONE TEATRO FRASCHINI DI PAVIA / TEATRO OUT OFF Il testo scritto da Sabina Negri è liberamente tratto da: “Lettera a mia figlia che vuol portare il velo” di Leila Djitli, giornalista di origine algerina che vive a Parigi. Il romanzo ha raggiunto la vetta delle classifiche francesi. Fatima è una donna franco-algerina che si è sempre battuta per l’integrazione, la libertà, i diritti delle donne musulmane. Jasmine è sua figlia, ha venticinque anni, e il giorno seguente si deve laureare in medicina. I preparativi per festeggiare l’importante traguardo, che racchiude in sé anche il valore dell’emancipazione, sono in corso. Ma improvvisamente Jasmine rivela alla madre che vuole portare il velo. Le sue parole tagliano l’aria, paralizzano i preparativi della festa, fanno crollare le certezze. Fatima inghiotte la rabbia, cerca di dominare la delusione ma deve rinunciare a proibire. Il marito, che è sempre stato estraneo alle loro vite, viene chiamato in causa senza successo. Si riapre così uno scenario sul quale si agitano i grandi temi del rapporto uomo-donna, dell’indipendenza, delle diversità, della fede e dell’integralismo. Lo scontro, inevitabile, sembra destinato a inasprirsi e ad aprire ferite profonde. Ma, alla fine, le due donne trovano un terreno comune, quello dell’amore e del rispetto reciproco. I problemi generati dalle ideologie e dai radicalismi restano, irriducibili, così come resta l’ansia della ricerca identitaria: almeno stavolta, però, tutto viene sopito dall’intensità del legame sentimentale.

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da giovedì 19 a domenica 22 gennaio 2012 CLASSICI

FINALE DI PARTITA Di Samuel Beckett Traduzione Carlo Fruttero Con Vittorio Franceschi, Milutin Dapcevic, Diana Hobel, Antonio Giuseppe Peligra Regia Massimo Castri Scene e costumi Maurizio Balò Luci Robert John Resteghini Suono Franco Visioli Regista assistente Marco Plini Direttore tecnico Robert John Resteghini Macchinista Andrea Bulgarelli EMILIA ROMAGNA TEATRO FONDAZIONE / TEATRO DI ROMA / TEATRO METASTASIO STABILE DELLA TOSCANA Vincitore del Premio Ubu 2010 come spettacolo dell’anno, arriva in Stagione TPE 11.12 Finale di Partita per la regia di Massimo Castri. Nella sua lunga ed eccellente carriera Massimo Castri non si era mai confrontato con il genio della drammaturgia irlandese Samuel Beckett: lo fa qui scegliendo il suo testo più ‘teatrale’ Finale di partita, il cui titolo deriva da una mossa del gioco degli scacchi. ‘Effettivamente questa è la prima volta che metto in scena Beckett – ha dichiarato Castri – Rileggendo Finale di partita mi sono trovato a fare alcune considerazioni molto semplici: la scrittura di Beckett fa il paio con quella di Cechov nelle Tre Sorelle, lavoro che ho messo in scena un paio di anni fa, per la sua asciuttezza ed essenzialità; un momento di scrittura che nasce nell’800 ma che penetra nel ‘900 e del secolo scorso riassume, secondo me. nella maniera più efficace, alcuni stimoli.’ Protagonisti in scena Hamm, cieco e condannato a trascorrere i suoi giorni su una sedia a rotelle e Clov, il suo servo. I due vivono un rapporto conflittuale, in cui si consumano continui litigi e vessazioni come anche una reciproca dipendenza. Clov vive nell’eterna tentazione di andarsene senza però compierne l’atto. L’incalzante botta e risposta tra Hamm e il suo servitore sono l’ordito più evidente della trama del testo, sembrando un infinito alternarsi di mossa e contromossa scacchistica. In scena, incombe la presenza degli anziani genitori di Hamm, Nagg e Nell entrambi privi degli arti inferiori costretti a trascorrere la loro esistenza nei bidoni della spazzatura. Lo stesso Beckett, nel corso di alcune prove dello spettacolo allo Schiller Theatre di Berlino disse: “Hamm è il re in questa partita a scacchi persa sin dall’inizio. Nel finale fa delle mosse senza senso che soltanto un cattivo giocatore farebbe. Un bravo giocatore avrebbe già rinunciato da tempo. Sta soltanto cercando di rinviare l’inevitabile fine”. ‘Finale di Partita – ci dice Castri – racconta di un giorno particolare, (…) ha un percorso seminarrativo, da un certo punto di vista, che lo differenzia molto da Aspettando Godot. Un percorso che va da un punto A ad un punto B con un punto finale sospeso come sarebbe difficile non aspettarsi da Beckett.’

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da venerdì 27 a domenica 29 gennaio 2012 CLASSICI

IL VENTAGLIO Di Carlo Goldoni Regia di Alberto Oliva Bozzetti di scene e costumi: Francesca Pedrotti Con Mino Manni e cast in via di definizione IL CONTATO - TEATRO GIACOSA DI IVREA / FONDAZIONE TEATRO PIEMONTE EUROPA Il Ventaglio è una commedia corale, caratterizzata dalla compresenza simultanea in scena di 14 personaggi, che animano la piazza di un borgo lombardo senza tempo. Si tratta di un microcosmo afoso, paralizzato dal caldo che rende vana e pesante ogni azione. Dietro il mostruoso attivismo di tutti i personaggi, che battono, picchiano, pestano, filano, leggono, bevono, spazzano, si nasconde una insanabile inerzia del vivere. È una commedia della vecchiaia di Carlo Goldoni, che cela se stesso dietro il personaggio di Geltruda, l’aristocratica vedova che, come l’autore, guarda tutti dall’alto, con distacco e disincanto, mentre si prepara a prendere commiato dalla comunità. Si respira l’aria della fine di un’epoca, la decadenza scrosta i muri e mina le fondamenta del paese. E’ qui che si può leggere un legame molto stretto con la nostra contemporaneità, immobilizzata dalla crisi economica che, dopo avere destabilizzato i già precari equilibri, sta costringendo tutti a fermarsi, a ridimensionare sogni e ambizioni, e a covare depressione e risentimento, in attesa di una ventata che distragga gli animi e ci faccia girare la testa per un po’. Purtroppo oggi la ventata è spesso un fatto di cronaca nera, come il recente episodio di Avetrana, che ha prodotto un’euforia collettiva delirante, riversando un paese intero nelle strade, in processione sul luogo di un macabro delitto e in vetrina sugli schermi di tutte le televisioni. È solo un esempio di come esistano ancora oggi gli stessi motori dell’azione che anima la commedia di Goldoni: la morbosità del pettegolezzo, l’esplosione della violenza repressa fra le mura domestiche, la ribellione al conformismo della vita sociale, la crudeltà dei sentimenti. venerdì 3 e sabato 4 febbraio 2012 TEATRO EUROPEO

TERRES! Testo: Lise Martin Messinscena e ideazione Nino D’Introna Con Maxime Cella, Thomas Di Genova, Alexis Jebeile, Sarah Marcuse Musica originale e suono Patrick Najean Collaborazione alle luci Andrea Abbatangelo et Jean-Michel Gardiès Collaborazione alla creazione di costume Aurélie Dolbeau Trucco Christelle Paillard THÉÂTRE NOUVELLE GÉNÉRATION / CENTRE DRAMATIQUE NATIONAL DE LYON Coproduzione THÉÂTRE DE VIENNE, SCÈNE CONVENTIONNÉE / SCÈNE RHÔNE-ALPES.

Dopo un lungo viaggio, Aride e Kétal prendono possesso di un lembo di terra che reca la scritta “proprietà privata”. Il loro insediamento è però rapidamente disturbato dall’arrivo di un terzo incomodo, che afferma di esserne il proprietario, fino al punto in cui la situazione degenera in una guerra, mettendo in pericolo la vita di ognuno. Neppure l'intervento improvviso di una donna cambierà i loro destini: accecati dal loro desiderio di potere, i protagonisti lottano disperatamente per affermare il possesso su quel piccolo lembo di terra. Scegliendo di portare sul palco il breve testo di Lise Martin, Nino D'Introna indaga le origini dell'umanità, la violenza insita in ogni rapporto umano.

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da martedì 7 a giovedì 9 febbraio 2012 TEMPI MODERNI

MALAMORE ESERCIZI DI RESISTENZA AL DOLORE Di Concita De Gregorio Regia di Francesco Zecca Con Lucrezia Lante della Rovere Al pianoforte Vicky Schaetzinger TIEFFE TEATRO MILANO Al centro dello spettacolo storie ordinarie e straordinarie di donne e del loro rapporto con gli uomini, perché “ci sarà pure una maniera per andare avanti”. In scena un’attrice, Lucrezia Lante della Rovere, capace di viaggiare tra i volti, i suoni e i sapori di una narrazione multipla senza perdere di vista il senso di un racconto civile che parla al tempo presente senza deroghe o digressioni. A lei risponde il suono di un pianoforte e la sensibilità di una musicista, Vicky Schaetzinger, che trova tra le note, altre suggestioni, altre storie. Ed è così che prende corpo l’universo femminile di Concita De Gregorio, donna dalla grande sensibilità: si racconta di donne comuni, vittime della violenza di padri, mariti, estranei. Sul palcoscenico con voce, corpo e anima, prendono vita quelle passioni, ardine e celate, quei gesti quotidiani capaci di cambiare il corso delle cose. “Le donne hanno più confidenza con il dolore. È un compagno di vita, è un nemico tanto familiare da essere quasi amico… Alcune soccombono, molte muoiono, moltissime dividono l'esistenza con una privata, indicibile, quotidiana penitenza. Alcune ce la fanno, qualche altra trova nell'accettazione del male le risorse per dire, per fare quel che altrimenti non avrebbe potuto. Sono, alla fine, gesti ordinari. Sono esercizi di resistenza al dolore…”

Concita de Gregorio da venerdì 10 a giovedì 23 febbraio 2012 TEMPI MODERNI

REMAKE UN RACCONTO DI TEMPESTA

Drammaturgia e regia Myriam Tanant Regista assistente Emiliano Bronzino Con Giulia Lazzarini e Maria Alberta Navello Scene Francesco Fassone Costumi Brigida Sacerdoti Musiche Matteo Curallo Luci Antonio Merola FONDAZIONE TEATRO PIEMONTE EUROPA / IL CONTATO - TEATRO GIACOSA DI IVREA Un giorno su un palcoscenico vuoto, in attesa di una classe di giovani allievi attori che parteciperanno a uno stage con un’attrice importante, carica di esperienza e di gloria, un’attrice che è stata tra le protagoniste della creazione de La tempesta di Strehler. Ma una vera tempesta metereologica scoppia improvvisa e soltanto una ragazza del gruppo previsto riesce ad arrivare. Tra la maestra e l’allieva si manifesta, dapprima incerta, poi sempre più appassionata e suggestiva attraverso il racconto e l’evocazione, la restituzione di un’esperienza artistica straordinaria e indimenticabile, tra le più alte del teatro italiano del secolo scorso: alla luce incerta delle candele di una ribalta improvvisata, una prova di teatro si fa strada tra frammenti di documenti filmati, lievitazioni scenografiche e suggestioni musicali, in un emozionato tentativo di far rivivere il senso di una poetica e l’importanza civile della sua presenza nella società: è ancora possibile per le nuove generazioni recitare Shakespeare in quel modo altissimo e così urgente per il pubblico che si riconosceva in quel messaggio di civiltà? La risposta si ritroverà ancora una volta nelle parole stesse del poeta inglese ma non saranno parole assolute, di verità inequivocabile: saranno, come tutte le parole di poesia, un sommesso risveglio di sensibilità, per sentire quello che non si può esattamente spiegare.

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sabato 25 e domenica 26 febbraio 2012 TEMPI MODERNI

STUDIO-CAINO Liberamente tratto da Kain di Friedrich Koffka Traduzione di Eloisa Perone Di e con Pierpaolo Congiu, Eloisa Perone, Antonio Villella Ambientazioni video Fabio Melotti Musiche originali Bruno Franceschini Scena Elisabetta Ajani Disegno luci Cristian Perria CRAB In coproduzione con KOOK LABEL BERLIN Con il sostegno di SISTEMA TEATRO TORINO e PROVINCIA / IL NOSTRO PIANETA / CITTÀ DI PIOSSASCO / ALFA TEATRO Con il patrocinio di GOETHE INSTITUT TORINO In collaborazione con COLAS S.R.L., PEPE STUDIO PARRUCCHIERI, BORN IN BERLIN CLOTHING Continua la ricerca sul doppio della compagnia Crab iniziata con Un finale per Sam, in cui scena e realtà, inizio e fine, verità e finzione si mischiano in un ipotetico dialogo contemporaneo dei personaggi di Samuel Beckett. Studio-Caino indaga i meccanismi che si celano dietro al desiderio di conoscenza, alla curiosità, alla morbosità di ognuno di noi. Abbiamo avvicinato la rappresentazione dello scontro tra i due fratelli, un dialogo denso e sconcertante dell’espressionista Koffka, a un linguaggio contemporaneo e superficiale. Dal mito biblico alla materia teatrale e dal teatro alla comunicazione. Ne emerge una “trasposizione del bene e del male”, che si muove sul confine tra vero e verità, tra falso e verosimile e che segna la distanza che corre tra la violenza e la sua rappresentazione. In un mondo dove il delitto e il dolore sono mercificati, scopriamo che i confini tra il bene e il male, tra il sacro e la profanazione sono fragili; e la contraddizione dell’essere umano ci appare come in uno specchio, lo stesso in cui Caino vede Abele. martedì 28 e mercoledì 29 febbraio 2012 TEATRO EUROPEO

INFINITA Creato e recitato da Björn Leese, Benjamin Reber, Hajo Schüler, Michael Vogel Direzione artistica Michael Vogel, Hajo Schüler Scenografia: Michael Ottopal Musica Dirk Schröder, Benjamin Reber Maschere Hajo Schüler Costumi Eliseu R. Weide Video / Animazione Andreas Dihm Assistenza artistica Stefan Lochau, Thomas Rapido Stage design, ombre, illusioni e grafica Silke Meyer Light design Reinhard Hubert Special Props Daniel Weissroth Gestione della produzione Pierre-Yves Bazin Assistenza Dana Schmidt, Evy Schubert Palco Ramin Massah, Dörte Weller, Lisa Mille, Stefan Hinze Maschere Matias Dominguez, Maggie Tontini, Lisette Schürer Assistenza Vincent Jakabb Fotografia Evy Schubert FAMILIE FLOEZ / ADMIRALSPALAST BERLINO / THEATERHAUS DI STOCCARDA / LA STRADA GRAZ

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Infinita è uno spettacolo sui primi ed ultimi istanti di vita - nascita e morte, un ciclo senza fine. Questo è il nostro tempo, quando avvengono i grandi miracoli - il timido ingresso sul mondo, i coraggiosi passi e l'inevitabile caduta "Questo è un pezzo teatrale riempito di maschere magiche, sublime teatro d’ombra e gloriosa musica". Infinita è un mosaico di vita del grandi piccoli momenti. Semplice, e composto magistralmente, è un breve sguardo sui temi perpetui di nascita, sesso e morte e tutto ciò che è eternamente comico. da venerdì 2 a domenica 4 marzo 2012 TEMPI MODERNI

INFINITE O SFINITE? Scritto e interpretato da Emanuela Grimalda e Paola Minaccioni Regia Michael Margotta LeART’ COMEDIANS In questo spettacolo Dio è una donna. E neanche giovane. Contrariamente al trend del momento è una Signora di mezza età. Fa miracoli ma anche i conti con le rughe, che nel suo caso sono eterne, e come si sa all’eternità non c’è rimedio. Non è magra perché tende ad espandersi come l’universo. È terribile ma anche insicura, perché una donna anche se è Dio fa fatica a crederci! Poi dall’Infinito si passa allo Sfinito ed ecco che scesa tra gli uomini la donna deve fare miracoli di ben altro tipo. Mettere assieme il marito e il mutuo, la carriera e la diarrea dei figli, trovare un asilo nido, far salire un passeggino in metropolitana all’ora di punta. Questi sì che sono miracoli! E allora vai con le donne che amano troppo, mangiano troppo, parlano troppo, fanno tutto troppo. Un mondo popolato da manager rampanti, iperfemministe dalle improbabili campagne, povere assassine, vecchie ciniche, qualunquiste coatte, ed eleganti snob la cui Bibbia è Vanity Fair. Nei palazzi dell’amministrazione come nelle redazioni dei giornali si consumano le Impiegatomachie, feroci lotte tra figure mitologiche metà donna e metà sedia da ufficio, mentre nei centri commerciali e negli outlet la maggioranza cerca di sfangarla. Pregustando Il Giorno del Giudizio Universale in cui finalmente gli Ultimi saranno i primi e gli uomini partoriranno con dolore, non ci resta che chiederci. Se il Diavolo veste Prada, Dio cosa si deve mettere? da venerdì 9 a domenica 11 marzo 2012 CLASSICI

ALCESTI Da Euripide Traduzione di Filippo Amoroso Drammaturgia e regia Walter Pagliaro Con Micaela Esdra, Luigi Ottoni, Maria Locchi, Diego Florio Maschere e costumi Giuseppe Andolfo Musiche Germano Mazzocchetti ASSOCIAZIONE CULTURALE GIANNI SANTUCCIO Opera teatrale centrata sulla tragedia greca di Euripide riletta in versione contemporanea dal regista Walter Pagliaro, da sempre appassionato e studioso di teatro antico. Alcesti è il più vecchio fra i drammi di Euripide arrivati fino a noi, ma viene realizzato quasi vent’anni dopo l’inizio dell’avventura teatrale del poeta sulla scena ateniese, quando egli aveva già raggiunto un’idea assolutamente originale della tragedia. Alcesti è un’opera segreta e misteriosa che esplora con sussulti e trepidazioni quel tragitto inquietante che collega lo spazio della vita all'universo della morte. Lo spettacolo si propone di indagare la complessità dei rapporti esistenti fra l'essere e il non essere: la fine della vita si proietta per noi sulla scena, non come un episodio improvviso e perentorio, ma come un viaggio con tappe fascinose e terribili. Admeto è un uomo d’arte che vive con sensibilità e finezza la sua vita in un meraviglioso palazzo...

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da martedì 20 marzo a domenica 1 aprile 2012 CLASSICI

L’ARTE DELLA COMMEDIA Di Eduardo De Filippo Con Vittorio Continelli, Michele Sinisi e gli altri attori della compagnia. Regia Michele Sinisi Collaborazione alla regia Michele Santeramo Organizzazione Antonella Papeo TEATRO MINIMO / FONDAZIONE TEATRO PIEMONTE EUROPA / TEATRI ABITATI – REGIONE PUGLIA – TEATRO PUBBLICO PUGLIESE / FESTIVAL CASTEL DEI MONDI – COMUNE DI ANDRIA Credo che ciascuno di noi nella propria vita prima o poi incontra il proprio Prefetto. Una o più volte purtroppo ci capita di vestire i panni di Campese nonostante la stanchezza e gli schiaffi ricevuti. Con molta dignità però mettiamo la giacca, facciamo il nodo alla cravatta e andiamo di primo mattino a parlare di noi, colla speranza che il Prefetto ci stringa la mano e dica: sì. Ahimè non di rado però il Prefetto, comunque essere umano pure lui, risponde al nostro desiderio di ascolto con lo scherno o ancora più cinicamente con l’indifferenza. A me fa male. Però finisco per ingoiare il rospo perché sono stato educato a non distruggere ogni probabilità anche minima che le cose possano migliorare. Ma in certi momenti, quando la misura non la trovo malgrado l’impegno, finisco per agire perché bisogna anche compensare il vortice delle proprie emozioni. Allora succede che al Prefetto rispondo chiedendogli il rispetto che comunque si deve ad un essere umano che ha solo sperato in una stretta di mano accompagnata da un sì. Non che si pretenda di scrivere tutti i finali ma è giusto penso desiderare l’ascolto. Dopo il furto del camion delle scene de Le Scarpe, nella notte precedente al debutto su Roma, è stata dura andare avanti. Tanto mi ci è voluto per indossare la giacca e anche solo immaginare nuove storie con Santeramo, appassionarci a belle idee. Ho scritto a Luca De Filippo raccontandogli l’accaduto come motivo della scelta di mettere in scena L’arte della commedia. Lui ha concesso il permesso per la prossima stagione. Sono molto contento di ciò e comincio per questo a vedere il volto di Eduardo in platea dal primo giorno di prove. Gli prometto di portare in scena questa storia, cucita sulla mia pelle.

Michele Sinisi da martedì 3 a giovedì 5 aprile 2012 CLASSICI IL NAUFRAGO UNA STORIA DI MARE (ENOCH ARDEN)

Racconto di Lord Alfred Tennyson Musica Richard Strauss (op. 38) Traduttore e narratore Patrizia Zappa Mulas Al pianoforte maestro Stefano Orioli FONDAZIONE TEATRO PIEMONTE EUROPA Perché mettere in scena oggi un poemetto romantico? Perché è la storia di un emigrante sottoposto a una prova durissima, la sparizione e il ritorno dopo dieci anni di solitudine su un’isola deserta: la perdita in vita della propria identità. Enoch Arden è una figura di marinaio esemplare, di grande devoto a Dio, di vittima della saldezza della sua fede. È la versione romantica di Giobbe, l’uomo retto sottoposto a prove crudelissime da Dio. Come Robinson Crusoe anche Enoch resiste alla prova estenuante della solitudine in un’isola tropicale. Ma invece di fortificarsi con quella iniziazione severa come il suo precedente illuminista, il romantico Enoch ne viene distrutto. Il suo rivale conquista onestamente, per eccesso di bontà, la moglie che resiste a lungo senza notizie e solo dopo sette anni accetta il nuovo marito che è diventato il padre dei suoi figli. E quando Enoch ritorna a casa, rinuncia a farsi riconoscere per non distruggere la loro nuova vita e

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nel giro di un anno muore nell’ombra. Enoch Arden è la straziante vicenda di un triangolo amoroso che entusiasmò l’Inghilterra vittoriana. Quando fu pubblicato nel 1864 fece un tale scalpore che la Regina Vittoria si presentò a casa di Lord Tennyson per rimproverarlo di aver raccontato la storia di una bigamia involontaria che invece di farci inorridire ci commuove. Oggi che la morale è cambiata, questa formidabile parabola acquista una nuova risonanza, torna a riguardarci da vicino da un’altra angolazione: che cosa significa partire dalla propria casa, lasciare quelli che si amano per garantirsi un benessere futuro, e perdere tutto, tranne la vita? Come restare umani quando la prova è tanto dura? Alfred Tennyson è un poeta immaginifico e crudele. Le sue storie sono torte di crema all’arsenico, i suoi poemi sceneggiature di cinema scritte molto tempo prima che il cinema fosse inventato. Il suo successo in vita fu immenso. da venerdì 13 a domenica 15 aprile 2012 TEMPI MODERNI

BARBABLU Soggetto e regia Valeriano Gialli Da la fiaba Barbablù di Charles Perrault e il romanzo-saggio Barbablù di Ernesto Ferrero Drammaturgia Gian Luca Favetto Scenografia Maurizio Agostinetto Costumi Federica Genovesi Coreografie Michela Lucenti, Emanuela Serra Musiche di Beatles, Mahler, Vivaldi, Joe Jackson, John Harle. Con Valeriano Gialli, Maria Paola Bardelli, Fulvia Roggero, Vincenzo Santagata TEATRO DELLE DIECI in coproduzione con ENVERS TEATRO / SISTEMA TEATRO TORINO e PROVINCIA Il tema è quello della violenza nella casa, della guerra tra i sessi, della perversione. Ma temi sottesi sono quelli dell’obbedienza alla legge e della trasgressione alla legge, all’autorità, al potere e quelli della crudeltà cinica del potere quando è assoluto e quando viene trasgredito. Ma questi temi si mascherano e si intrecciano con altre caratteristiche molto affascinanti di Barbablù: la straordinaria passione per il teatro e la musica, la generosità verso gli oppressi, la mistificazione della realtà. Lo spettacolo comincia laddove la storia di Barbablù finisce. Là, dove Barbablù viene ucciso, Barbablù risuscita, e il racconto ricomincia in maniera ossessiva. E lo fa per tre volte. Per arrivare dove la verità è più favolosa della favola, impensabile, perché è la storia (ricostruita su documenti d’archivio) di un uomo potente e insanguinato, il più ricco di Francia nel 1430, amico e compagno di guerra di Giovanna d’Arco all’assedio di Orleans, che mescola genialmente l’arte e la vita, che è il primo regista del teatro moderno, che in 8 anni uccide 312 bambini, e che muore impiccato su una collina, trasformando la sua condanna e la sua morte nella parodia della Passione e della Crocefissione, e che per questo viene creduto santo, osannato dal popolo, e sepolto con tutti gli onori nella cattedrale della sua città. da giovedì 19 a domenica 22 aprile 2012 TEMPI MODERNI

BEYOND Soggetto di Paolo Stratta Regia Luisella Tamietto Assistenza Silvia Francioni Maestro del circo Arian Miluka Musiche Beppe Turletti Costumi Colomba Ferraris Light design Ewan Colsell CIRKO VERTIGO / ASSOCIAZIONE QANAT ARTE E SPETTACOLO

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Beyond non è solo il durante lo spettacolo, è anche il prima e il dopo e soprattutto “l'oltre”. Il dietro le quinte, il continuo spiazzamento del personaggio che cede il posto al dubbio della finzione. La necessità della scena che nel circo diventa omaggio ad Artaud si incarna nel suo doppio comico con la leggerezza della continua sfida a Newton. Le discipline del Circo inoltre veicolano valori che sono quelli che ricerca una comunità nazionale ancora giovane come la nostra: la collaborazione, la fiducia, il superamento dei propri limiti, l’uguaglianza e la responsabilità. Nella vita, come in pista, occorre determinazione, consapevolezza della vertigine, ma anche perseveranza per raggiungerla e superarla. Solo così acrobati funamboli possono, oggi come un tempo, affrontare il pericolo di una corda sospesa a grandi altezze. La storia del Circo qui ripercorsa è anche fatta di crescita e innovazione, si cita il Circo che ha sempre captato le novità e le bizzarrie che poi ha presentato sotto i suoi tendoni. Beyond è intriso di atmosfere lontane e vicine nel tempo, dei sogni di allora e di oggi perché l’uomo di circo sa sognare e far sognare; poco importa quanto sia vero ciò che si narra, l’importante è crederci. Come per Emilio Salgari che scrisse di paesi esotici e lontani credendo e narrando le sue avventure, ma in realtà non li vide mai. Lo spettacolo è portato in scena dai giovani artisti del Progetto pilota di alta specializzazione per Artista di Circo Contemporaneo. da venerdì 27 a domenica 29 aprile 2012 TEMPI MODERNI

IOLORENZO&GIULIA Ideazione e regia Silvia Battaglio In collaborazione con Giulia Ceolin e Lorenzo Bartoli Testi originali ed elaborazione drammaturgica Silvia Battaglio, Giulia Ceolin e Lorenzo Bartoli Musiche Torgue/Houppin, Mashinka, Gianluca Misiti Tecnico di compagnia Massimiliano Bressan Luci e scene Lucio Diana Organizzazione Roberta Savian COMPAGNIA SILVIABATTAGLIO in collaborazione con TANGRAM TEATRO TORINO IoLorenzo&Giulia rappresenta la fase conclusiva del mio progetto sull’età, dove tre persone si ritrovano nel mezzo del cammin di “loro vita”, nel tempo che più ci appartiene, quello di coloro che vivono nel punto di passaggio tra il ragazzo e l’adulto. È il tempo del raccordo, dove ci portiamo dietro i residui del fanciullo, del figlio, dove i sogni e le illusioni sono ancora vivi mentre ci apprestiamo ad indossare gli abiti della maturità. In IoLorenzo&Giulia ci si addentra nell’età delle delicate paure, del mare in tempesta, della volontà che spinge in direzioni opposte, della creatività all’apice del suo potenziale, dove una voce dentro di noi grida ancora “Eppure da piccolo non avevo paura di niente”, perché il potere dell’immaginazione non si arrende mai e tenta ancora una volta di trasformare il sogno in realtà, mentre avanza la necessità e l’obbligatorietà delle scelte, della strada da percorrere, della concretezza. In IoLorenzo&Giulia l’attenzione è focalizzata sulla relazione tra noi e il mondo che ci rappresenta, relazione che nasce e si evolve attraverso la scoperta, lo scambio, nel continuo susseguirsi del tempo che trascorre e modifica ognuno di noi, i nostri sentimenti, le percezioni nei confronti dell’altro, oltre che di noi stessi. Lo spettacolo viaggia attraverso il tempo, dall’infanzia all’età adulta, aprendo immaginari sul mondo degli anziani, nelle loro delicatezze, dove i corpi mutano e le sensazioni spaziano tra un immortale desiderio di vita e il senso del presente, per poi farci tornare di nuovo e per sempre bambini. È una storia delicata, fatta di suggestioni e immagini legate insieme dal filo invisibile del tempo, dove le dissolvenze del tempo presente e del passato si mischiano tra loro aprendo spazi di vita dentro i quali poter intravedere tracce di noi, del nostro oggi, nel continuo sentire la mancanza, la gioia, la gelosia, il bisogno, l’amore.

Silvia Battaglio

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da giovedì 3 a sabato 5 maggio 2012 PALCOSCENICO DANZA / EVENTO SPECIALE

PASTO A DUE #2 – CREAZIONE 2011

Una creazione di e con Stefano Mazzotta, Emanuele Sciannamea Collaborazione all’allestimento Chiara Guglielmi, Martim Pedroso Collaborazione alla drammaturgia Fabio Chiriatti Disegno luci Stefano Mazzotta, Antonio Merola Costumi e progetto scenografico Cie. Zerogrammi Elaborazione delle scenografie Vittorio Viola CIE. ZEROGRAMMI / FONDAZIONE TEATRO PIEMONTE EUROPA In coproduzione con TEATRO DA GARAGEM Con il sostegno di REGIONE PIEMONTE, MINISTERO PER I BENI E LE ATTIVITÀ CULTURALI Un ringraziamento a PROD. AO QUADRADO, MATERIAIS DIVERSOS, TEATRO NACIONAL D. MARIA II, DIMORA COREOGRAFICA Potere è esercizio del confine. Come tracciare e percorrere le linee dell’esistere e sperimentare al contempo il territorio interrogativo del coesistere. Dove si svela il vocabolario della possibilità. Potere è un gioco di equilibrismo morale. Lavoro resistente e geometria del limite. Privare o privarsi di fronte al banchetto della proprietà. Questo pasto a due, tavola imbandita delle possibili conquiste, è un trattato sulla forza, sul cedere e opporre, sul consumare o conservare, soccombere e rinunciare o assoggettare, riportato con ossessione maniacale da ciò che resta di due corpi sorpresi nell’atto del contendere. Sono i fratelli della tragedia senecana Tieste, duri e spietati per brama di possesso, sono ciò che ne rimane, ombre terribili, uccelli della notte, a ricordare Tantalo, espressione di contesa, odio, atrocità. Siedono composti alla tavola imbandita su cui, secondo il racconto del tragediografo latino, si consumerà la più efferata delle vendette. Sono fermi nell’istante precedente l’epilogo del racconto, quello spazio in cui dubbio e tensione, giunti al loro apice, reiterati da tempo infinito, ne alterano e incrinano il contegno superficiale, scomponendo gradualmente le forme dell’etichetta. E qui la tragedia già si consuma nello stillicidio della domanda, della possibilità, della speranza vana, nel ribaltamento della logica, nell’eccesso del desiderio, nell’impossibilità della ragionevolezza assoluta e nei mostri che il suo sogno produce. venerdì 11 maggio 2012 PROGETTO SPECIALE Lingue in Scena! Festival Studentesco Europeo di Teatro Plurilingue XII edizione

MADRE COURAGE E I SUOI FIGLI Da Bertolt Brecht Regia di Marco Alotto COMUNE DI TORINO - SETTORE GIOVENTÙ E SETTORE COMUNICAZIONE E PROMOZIONE DELLA CITTÀ / GOETHE-INSTITUT TURIN In collaborazione con FESTIVAL L’AMBASCIATA DI FRANCIA IN ITALIA / L’ALLIANCE FRANÇAISE TORINO / FONDAZIONE TORINO MUSEI – GAM / TEATRO REGIO TORINO / FONDAZIONE TEATRO STABILE TORINO / SISTEMA TEATRO TORINO E PROVINCIA / CENTRE MÉDITÉRRANÉEN DE CAP D’AIL. Nei passati undici anni sono arrivati a Torino più di 5000 studenti da diversi paesi europei, non solo quelli più vicini come Francia, Germania, Spagna e Portogallo, ma anche da Norvegia, Polonia, Bulgaria, Serbia, Romania, dall’Ucraina, dalla Russia e lo scorso anno anche dal Canada. Ragazze e ragazzi, dai 15 ai 19 anni, hanno recitato nella loro lingua madre e nelle lingue a loro straniere per i loro coetanei attori e spettatori più di 200 messe in scena, tratte da opere di autori classici e contemporanei. Numerosissime le lingue e i dialetti nei quali hanno recitato i giovani attori nel corso degli anni: dal greco antico al piemontese, dal norvegese all’arabo. Lingue in Scena! coniuga il teatro con la conoscenza delle lingue, promuove la pratica teatrale nelle scuole, l’incontro di

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giovani di diversa provenienza. A Torino lavorano insieme sotto la guida di professionisti, imparano a farsi vicendevolmente da spettatori, sperimentano il valore del proprio impegno e di quello degli altri, oltre che instaurare preziose relazioni interpersonali. I giovani attori a Torino confermano l’esperienza già fatta nella propria scuola: è più facile comunicare e imparare le lingue facendo teatro, mentre conoscere più lingue consente di meglio accedere allo spirito delle diverse culture e apprezzare le differenze culturali e la lingua degli altri. Ogni anno durante i giorni del festival il regista Marco Alotto e i suoi assistenti prepareranno l’allestimento di uno spettacolo plurilingue. Il festival si chiude infatti ogni anno con una rappresentazione alla quale partecipano tutti i gruppi teatrali dei paesi ospiti. Nelle lingue più diverse hanno parlato sul palco fra gli altri Ubu Re, Faust, Turandot, Don Giovanni, Pinocchio. L’11 maggio 2012 verrà presentato l’allestimento dello spettacolo plurilingue tratto da Madre Courage e i suoi figli di Bertolt Brecht, appunto con la regia di Marco Alotto. sabato 12 e domenica 13 maggio 2012 TEATRO EUROPEO

L’HOMME CANON Di e con Patrik Cottet-Moine COMPAGNIE DE ZEBRES Alto e longilineo come un palo della corrente elettrica, ecco entra in scena Patrick, dallo sguardo penetrante è capace d’interpretare personaggi fantastici dando vita a situazioni e scene rocambolesche da sorprendere e mandare in delirio il pubblico. Una mosca diventa un toro da corrida, una tennista che impazzisce, un pescatore deriso da un pesce, un poliziotto, un musicista .Attraverso una galleria di personaggi teneri e stravaganti, Patrick Cottet-Moine trasporta di colpo lo spettatore nel suo universo unico dove si raggiungono il comico e la sensibilità. Riesce a rinnovare l’arte del «mimo» con il suo sguardo ingenuo e pieno di poesia. D’una grande finezza, questo artista dal fisico longilineo e espressivo rivela tutto il suo talento di comico e di rumorista in uno spettacolo completamente atemporale… Nel corso dello spettacolo, il nostro ’palo elettrico’, grazie alla sua silhouette ricca di humour ci fa scoprire il suo talento rendendo lo spettacolo ancora più interessante. Dando origine a situazioni ed improvvisazioni, a sorprese, che ci fanno scoprire l’uomo di teatro, la magia di un artista ed un grande show. giovedì 24 e venerdì 25 maggio 2012 TEMPI MODERNI

FOREVER YOUNG Un progetto artistico di Alessandra Rossi Ghiglione Drammaturgia G.A.P. (Giovani Artisti Piemonte) TEATRO POPOLARE EUROPEO in collaborazione con FONDAZIONE TEATRO PIEMONTE EUROPA Un giovane agente immobiliare torinese vive di nascosto nelle case che affitta per una nota agenzia. Dalle porte, sui tetti, nei cortili, sui pianerottoli delle case di Torino si affacciano le generazioni “forever young”: quelli giovani che la crisi taglia fuori da una vita ‘normale’ e quelli maturi che la crisi vorrebbe sempre giovani performativi, belli, efficienti. Uomini e donne, vivi e morti interagiscono in uno spettacolo veloce, grottesco, surreale e divertente con uno sguardo tagliente sulla crisi e i suoi protagonisti.

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BALLETTO DELL’ESPERIA / CENTRO COREOGRAFICO RETTILARIO

PALCOSCENICO DANZA 2011-2012

Sette appuntamenti d’eccezione che susciteranno grande interesse per la loro peculiarità e l’alto livello artistico, tutti raccolti sotto il comune denominatore del linguaggio del corpo, che, stagione dopo stagione, si conferma la cifra che caratterizza Palcoscenico Danza: giunta alla sua quinta edizione, l’iniziativa si conferma punto di riferimento importante tra le proposte di danza in città. Anche quest’anno il pubblico sarà nuovamente in contatto con le molte anime della danza contemporanea di oggi, e si confronterà con differenti stili e molteplici mondi d’artista. Palcoscenico Danza ha registrato nella scorsa edizione il tutto esaurito in ogni serata, tanto in quelle delle compagnie ospiti quanto in quelle della compagnia di casa, il Balletto dell’Esperia. Appuntamento di spicco della prossima stagione è il Ballet d’Europe, una delle più interessanti e riconosciute compagnie di Francia nell’ambito neoclassico-contemporaneo, fondata e diretta dall’étoile internazionale Jean-Charles Gil. Per la prima volta a Torino, l’ensemble, formato da 12 splendidi danzatori, proporrà alcuni lavori del suo direttore. A gennaio e febbraio due prime nazionali: a gennaio, la sensazionale coppia formata da Stefan Sing, celebrità del mondo della giocoleria, e da Cristiana Casadio, danzatrice dalle sorprendenti doti tecniche ed espressive, che nel loro duetto Tangram ci mostrano come i confini tra danza e giocoleria possano essere superati e anzi come le due discipline si alimentino a vicenda grazie ad un forte supporto poetico di grande impatto visivo. A febbraio sarà invece la volta di Jordi Vilaseca, danzatore catalano dalla straordinaria plasticità e presenza scenica, che presenterà l’assolo Cara de mimbre (La faccia nel cesto), un susseguirsi di scene dai molteplici umori che raccontano le diverse vie per superare le difficoltà della vita. Il Balletto dell’Esperia sarà presente per il suo numeroso pubblico con due prime assolute e nel tradizionale Opening, che quest’anno metterà in scena danzatori di oggi e promesse di domani. Infatti, accanto al BdE – che proporrà alcuni ‘assaggi di stagione’, estratti dalle nuove creazioni che la compagnia presenterà nei mesi successivi - saranno protagonisti della serata gli allievi di Professione MAS Dance Lab di Milano, accademia di perfezionamento professionale diretta da Elisa Guzzo Vaccarino: 19 dei suoi migliori giovani danzatori interpreteranno la recente creazione di Paolo Mohovich Riverbero, su musica di John Adams. Infine le due prime assolute del BdE: a novembre lo spettacolo dedicato ad alcuni personaggi minori di Shakesperare tratti da La Tempesta, Amleto, Macbeth e Molto rumore per nulla, firmato a quattro mani da Gustavo Ramirez Sansano, Paolo Mohovich, e da due giovani autori che stanno nascendo in seno alla compagnia, Silvia Moretti e Davide Di Giovanni. A marzo, la nuova produzione 2012 Seis flamencos, che nasce dalla collaborazione tra Paolo Mohovich e il musicista aragonese Gonzalo Alonso: una vibrante creazione - omaggio a questa musica dalle straordinarie caratteristiche ritmiche - che trascende dalla danza tradizionale flamenca per avventurarsi in un mondo più astratto, quasi scolpito dalle mille sfumature musicali. Chiude la stagione il consueto appuntamento dedicato ai coreografi emergenti del Piemonte, con la coreografa Federica Pozzo e la sua compagnia G.A.P.: Progetto Monostatos è un singolare spettacolo dedicato all’intrigante personaggio mozartiano del Flauto magico. Palcoscenico Danza è il segno tangibile di un progetto importante, frutto delle molte sinergie create negli anni dal Balletto dell'Esperia con realtà artistiche internazionali: il Balletto dell’Esperia / Centro Coreografico Rettilario prosegue così il percorso iniziato negli anni scorsi, per contribuire significativamente alla promozione e alla diffusione della danza di qualità in Piemonte. BALLETTO DELL’ESPERIA Il Balletto dell’Esperia, diretto dal coreografo Paolo Mohovich, è una compagnia di danza contemporanea attiva dal 1999, con sede a Torino. Realtà consolidata di livello internazionale, ha all’attivo numerose tournées di successo in Italia, Spagna, Francia, Cipro, Turchia, Argentina, Uruguay, Perù, Brasile e Stati Uniti. Dal 2006 il BdE è compagnia associata della Fondazione Teatro Piemonte Europa: frutto di questa collaborazione è il Centro Coreografico Rettilario, un nuovo polo per la danza contemporanea, diretto da Mohovich, che estende il suo raggio d’azione sui versanti della programmazione, della produzione e della promozione dell’arte coreutica.

con il contributo di REGIONE PIEMONTE CITTÀ DI TORINO TORINODANZA MIBAC – Ministero per i Beni e le Attività Culturali FONDAZIONE CRT CIRCOSCRIZIONE 7 della Città di Torino

Con il patrocinio del CRUD - Centro Regionale Universitario per la Danza “Bella Hutter”

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BALLETTO DELL’ESPERIA / CENTRO COREOGRAFICO RETTILARIO PALCOSCENICO DANZA 2011-2012 Teatro Astra CALENDARIO 6 ottobre 2011, ore 21.00

BALLETTO DELL’ESPERIA OPENING / MAS & BDE 23 - 24 novembre 2011, ore 21.00

BALLETTO DELL’ESPERIA SHAKESPEARE’S FRAMES PRIMA ASSOLUTA 13 - 14 dicembre 2011, ore 21.00

BALLET D’EUROPE - JEAN-CHARLES GIL AUTREMENT PAREIL / FOLAVI / SCHUBERT IN LOVE 17 - 18 gennaio 2012, ore 21.00

STEFAN SING & CRISTIANA CASADIO TANGRAM PRIMA NAZIONALE 1 febbraio 2012, ore 21.00

JORDI VILASECA CARA DE MIMBRE PRIMA NAZIONALE 15 - 16 - 17 marzo 2012, ore 21.00 18 marzo 2012, ore 18.00

BALLETTO DELL’ESPERIA SEIS FLAMENCOS PRIMA ASSOLUTA 17 aprile 2012, ore 21.00

COREOGRAFI DEL PIEMONTE G.A.P. - Compagnia di danza contemporanea PROGETTO MONOSTATOS

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Giovedì 6 ottobre 2011, ore 21 PROFESSIONE MAS DANCE LAB & BALLETTO DELL’ESPERIA

OPENING _ MAS & BDE Lo spettacolo che inaugura Palcoscenico Danza 2011-2012 vede in scena, accanto al Balletto dell’Esperia, diciannove talentuosi allievi di Professione MAS Dance Lab di Milano - accademia di formazione professionale diretta da Elisa Guzzo Vaccarino. La serata si divide in due parti: nella prima il BdE offrirà una serie di “assaggi di stagione”, ossia estratti dalle nuove creazioni che la compagnia presenterà nei mesi successivi: frammenti del balletto Sols a dos - che debutterà in prima assoluta il 13 ottobre al festival Torinodanza presso la Lavanderia a Vapore di Collegno -, l’inedito trio Simple Tones_Studio per Ofelia - tratto dallo spettacolo Shakespeare’s Frames in programma a novembre per Palcoscenico Danza -, e alcune danze che faranno parte della nuova produzione 2012 Seis flamencos - vibrante creazione, omaggio a questa musica dalle straordinarie caratteristiche ritmiche, in scena all’ Astra in marzo -. La seconda parte invece è dedicata ai danzatori di domani: Palcoscenico Danza ospita con grande piacere gli allievi del MAS, che saranno impegnati nella creazione Riverbero con la coreografia di Paolo Mohovich, su musiche di John Adams. I° Parte: BALLETTO DELL’ESPERIA ASSAGGI DI STAGIONE Estratti dai balletti Sols a dos - musica: Johann Sebastian Bach Simple Tones_Studio per Ofelia - musica: John Adams

Seis flamencos - musica: Gonzalo Alonso Coreografie: Paolo Mohovich II° Parte: PROFESSIONE MAS DANCE LAB RIVERBERO Coreografia e concetto scenico: Paolo Mohovich Assistente alla coreografia: Cristiana Milioni Musica: John Adams Interpreti: gli allievi del II e III anno di Professione MAS Dance Lab

“Un percorso attraverso frammenti di vita sociale. Momenti del vivere quotidiano scanditi da ritmi e modalità differenti. Tutto ciò che facciamo è frutto di regole ben precise che abbiamo assimilato o che stiamo assimilando. I nostri movimenti e le nostre intenzioni condizionano le persone che abbiamo intorno e viceversa. Tutto funziona come un effetto a catena, per cui in diversi punti del mondo possono accadere cose apparentemente slegate tra loro, ma che finiscono invece per essere una conseguenza indiretta una dell’altra. Immagini di “architettura umana” si alternano a momenti di danza, come se i danzatori fossero al tempo stesso contenuto e contenitore delle proprie azioni. Frammenti di vita che possono essere ricollegati a diverse epoche storiche si contrappongono a parti danzate in cui la gestualità riconduce a momenti di guerra e di pace, di convivenza e di conflitto.” Paolo Mohovich PROFESSIONE MAS DANCE LAB Direzione artistica: Elisa Guzzo Vaccarino Coordinamento artistico: Cristiana Milioni Professione MAS Dance Lab è un’accademia di formazione professionale per danzatori strutturata sul modello europeo, che prevede un percorso di studi di tre anni con frequenza giornaliera articolato in lezioni di tecnica classica, tecnica Cunningham, Release, Contact improvisation, tecnica contemporanea, acrobatica, sbarra a terra, senza trascurare la conoscenza delle basi storiche, estetiche e produttive della cultura teatrale. Parte integrante del piano di studi sono la sezione workshop, dove gli allievi possono concretamente sviluppare il proprio talento creativo, e il training di palcoscenico in creazioni coreografiche di autori di rilievo del panorama artistico contemporaneo (Itzik Galili, Matteo Levaggi, Michela Lucenti, Paolo Mohovich, Cristina Rizzo, Susan Sentler, Bradley Shelver) che di anno in anno costituiscono la base artistica degli spettacoli dell’Accademia. MAS MUSIC, ARTS & SHOW tel. 02.27225 - Via Meucci 83 - 20128 Milano - www.mas.it

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Mercoledì 23 e giovedì 24 novembre 2011, ore 21 BALLETTO DELL’ESPERIA SHAKESPEARE’S FRAMES Shakespeare’s Frames vuol essere un omaggio del Balletto dell’Esperia al grande autore inglese, attraverso la messa in scena di quattro camei dedicati a personaggi minori o secondari tratti da quattro suoi capolavori. Le opere di Shakespeare sono ricche di queste figure che, pur nella loro posizione di minor importanza rispetto ai personaggi principali, sono davvero affascinanti e ricche di sfaccettature, e potrebbero essere di per se stesse protagoniste di una pièce teatrale. Lo spettacolo è firmato oltre che da Paolo Mohovich e da Gustavo Ramirez Sansano, affermato coreografo spagnolo dal brillante percorso internazionale, anche da due giovani autori che stanno nascendo in seno al BdE: Silvia Moretti e Davide Di Giovanni. I personaggi da cui traggono ispirazione le quattro coreografie sono Calibano, da La Tempesta, per la coreografia di Gustavo Ramirez Sansano, Ofelia, da Amleto, per Paolo Mohovich, le streghe, da Macbeth, per Silvia Moretti, ed Ero, da Molto rumore per nulla, per Davide Di Giovanni. CALIBAN Coreografia: Gustavo Ramirez Sansano - Musica: Ludwig van Beethoven In Caliban viene proposta una lettura intima del personaggio di Calibano de La tempesta di Shakespeare, attraverso tre danzatori che interpretano le diverse sfaccettature della sua articolata personalità. Ramírez ha infatti preso come spunto per la costruzione dei tre personaggi del balletto le varie trasformazioni che questa figura minore compie durante lo svolgersi dell’azione, trasformazioni che vanno dalla sottomissione forzata, alla ribellione, alla finale accettazione della propria natura. Essere surreale e quasi mostruoso, Calibano è una figura poliedrica, tanto da aver ispirato la creazione di diversi caratteri umani, facenti però tutti parte dello stesso personaggio. ERO, SONO… Coreografia:Davide di Giovanni - Musica: Frederic Chopin “La coreografia gioca sul tema della complessa ambivalenza che caratterizza alcuni personaggi shakespeariani. Ero è una donna virtuosa ma viene accusata di non esserlo, è viva ma viene presa per morta. Anche il suo nome rimanda a questo concetto, un nome che per assonanza rimanda al passato (ero) per una persona immersa nel presente. Ero è sempre divisa in due: vita/morte, passato/presente... La musica di Chopin accompagna questo brano: è perfetta per amalgamare ciò che spesso è opposto e diverso.” Davide Di Giovanni STREGHE (titolo provvisorio) Coreografia: Silvia Moretti - Musica: Paul Kalkbrenner, Josh Kramer “Una voce interna ad ognuno di noi si fa spesso sentire, ma solo sentire, libera è la nostra scelta di ascoltarla o meno. I personaggi delle streghe nel Macbeth di Shakespeare rappresentano quella voce, che il protagonista avrà libertà di seguire o no. Queste ‘streghe’ saranno il motore della scena, e da loro estrapolerò i vari temi emersi dalla mia lettura di questa tragedia shakespeariana. “ Silvia Moretti SIMPLE TONES_STUDIO PER OFELIA Coreografia: Paolo Mohovich - Musica: John Adams Un ritratto fugace ma intenso di Ofelia, uno dei personaggi femminili più belli del teatro shakespeariano: la coreografia restituisce un’immagine densa di sfaccettature di questa giovane, spirito combattuto e inquieto, innocente e vulnerabile, in preda alla pazzia a causa della delusione amorosa per Amleto prima e della morte del padre dopo.

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Martedì 13 e mercoledì 14 dicembre 2011, ore 21

BALLET D’EUROPE - JEAN-CHARLES GIL Per la prima volta a Torino il Ballet d’Europe, brillante compagnia francese di livello internazionale fondata nel 2003 dall’etoile Jean-Charles Gil (già stella di Roland Petit ai tempi della sua direzione al Balletto di Marsiglia e di Maurice Bejart), composta da dodici splendidi danzatori di solida base classica posta al servizio della danza contemporanea. Per la stagione Palcoscenico Danza viene presentato un programma misto di estratti da recenti coreografie del suo direttore che mettono in luce la notevole versatilità e l’ottimo livello tecnico dei suoi interpreti. AUTREMENT PAREIL Coreografia : Jean-Charles Gil Una storia di famiglia. Il mondo della musica jazz scelto per questa coreografia permette a Jean Charles Gil di mettere in scena una danza autentica e sentita, che fa risaltare la personalità di ogni artista della compagnia. FOLAVI Coreografia, scenografia e costumi: Jean Charles Gil Musica: Antonio Vivaldi Folavi, brano del 2008, nasce dalla volontà dell'autore di immergersi nella musica di Antonio Vivaldi e nella vitalità dei suoi Concerti tradotta nei corpi in pura fluidità. «Un brano ludico, dinamico, che brilla per generosità e gioia di danzare. I danzatori mostrano una qualità tecnica smagliante e una grande sensibilità in una coreografia costruita con gusto. » G. Mannoni SCHUBERT IN LOVE Coreografia e scenografia: Jean-Charles Gil Musica: Franz Schubert Luci: Jean-Bastien Nehr Costumi: Philippe Combeau Schubert in Love affonda nella musica di Schubert cercando le possibili corrispondenze, gli incontri, le fughe d'amore che la musica da camera del compositore austriaco suggerisce. « Schubert in Love mette in scena brevi incontri, momenti di emozione pura creati intorno alla musica da camera di Shubert. In un momento in cui coreografi neoclassici o contemporanei affrontano la musica come un eccesso di effetti visivi o come un isolamento autobiografico dell’autore, Gil si manifesta controcorrente, esaltando i corpi nella dinamica, nella velocità, nell’unisono, nell’ampiezza del movimento » A. Freschel BALLET D’EUROPE Come il continente europeo da cui mutua il nome, il Ballet d'Europe sublima l'origine e la personalità di ogni suo danzatore nell'obiettivo di trovare nel gruppo una nuova unità. Fondato nel 2003 da Jean-Charles Gil (étoile al Ballet de Marseille, al San Francisco Ballet e ai Balletti di Monte-Carlo), il Ballet d'Europe ha sede a Marsiglia e consta attualmente di 12 danzatori di età compresa tra i 19 e i 33 anni di diversa nazionalità. La fiducia nel corpo, nelle sue infinite potenzialità espressive, musicali ed emozionali, sono i punti cardine su cui ruota il repertorio della compagnia che, in soli otto anni, è riuscita ad annoverare molti titoli siglati da alcuni dei più interessanti creatori di oggi quali Nacho Duato, Luca Veggetti, Jorma Uotinen, Régis Obadia, Lionel Hoche, Francesco Nappa e, naturalmente, dal direttore Gil (Petrouchka, Mireille, One More Time, Schubert in Love, Folavi, Autrement Pareil). Scrittura calligrafica e propensione all'astrattismo sono le caratteristiche del coreografo Jean-Charles Gil che fonda sull'intuizione fisica, sui naturali sentieri del corpo, la leggibilità e l'eleganza della sua danza foriera di emozioni.

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Martedì 17 e mercoledì 18 gennaio 2012, ore 21 STEFAN SING & CRISTIANA CASADIO TANGRAM Il "tangram" è un puzzle, di antiche origini cinesi, composto da sette pezzi, di forme geometriche differenti. Lo scopo del gioco è formare figure di senso compiuto, usando tutti i pezzi, senza sovrapporne nessuno (la leggenda narra che un monaco donasse ad un suo discepolo un quadrato di porcellana, su cui dipingere quello che avrebbe visto nei suoi viaggi. Ma il discepolo fece cadere il quadrato, che si ruppe in sette pezzi. Nel tentativo di ricostruirlo, formò figure interessanti e capì che non aveva più bisogno di viaggiare, perché poteva rappresentare le bellezze del mondo con quei soli sette pezzi). Lo spettacolo Tangram è basato sull'idea del puzzle cinese, dove i pezzi sono però costituiti dai diversi stati d'animo che una coppia si trova a dover affrontare: Tangram è un puzzle di emozioni, in cui la stabilità della coppia è il pezzo mancante. Così come nel gioco tangram, anche nello spettacolo, gli oggetti (le palline, in questo caso), ma anche i corpi stessi dei due interpreti, vengono manipolati e rielaborati in diverse forme, utilizzati per rappresentare, sia visivamente, che emotivamente, le diverse situazioni che si vengono a creare. Lo spettacolo è un mix di danza e giocoleria, in cui gli oggetti sono il linguaggio e il movimento è usato come voce. I corpi vengono smontati e ricostruiti, manipolati come oggetti e mescolati con gli oggetti. Chi manipola chi? E’ la domanda ricorrente.

Regia e coreografia: Cristiana Casadio e Stefan Sing Interpreti: Cristiana Casadio e Stefan Sing Assistenti alla regia: Sabine Rieke e Julia Christ Costumi: Rebecca Tschoeke Musica: Nikolaus Herdiekenhoff, Stefan Sing e Venetian Snares, Colleen, The Lounge Lizards Sala prove: Katakomben - Berlino

STEFAN SING è un giovane artista tedesco, tra i più rappresentativi esponenti della giocoleria contemporanea. Nasce come artista autodidatta e presenta, già nei primi anni '90, il suo assolo "Rain Is Falling", con cui si esibisce in vari festival europei. Terminati gli studi universitari in filosofia e letteratura tedesca, approfondisce lo studio della danza contemporanea nel centro "ICAT" a Berlino. Tra il 2005 e il 2008 lavora sia con la compagnia "Cellar and Sky" che con il duo "Catch Me If You Can", nei principali cabaret e festival europei. Nel 2009 ottiene, con la compagnia di circo contemporaneo "Aiuaio", il premio "Jeunes talents cirque". Dal 2009 si esibisce con il suo solo " Pigeon, Why Do You Scare Me?" e nello stesso anno comincia anche la collaborazione con Cristiana Casadio, per il progetto "Tangram". E’ inoltre docente nelle principali scuole di circo europee.

CRISTIANA CASADIO, dopo essere stata campionessa italiana di ginnastica ritmica, approfondisce lo studio della danza classica e contemporanea. Nel 1998 partecipa al "Corso di perfezionamento per giovani danzatori", diretto da Mauro Bigonzetti, presso la compagnia Aterballetto. Ottiene diverse borse di studio, tra cui al "Merce Cunningham Studio" e al "Peridance Center" a New York. Prende parte a diverse produzioni dirette da Vittoria Ottolenghi ed ha al suo attivo varie esperienze in compagnie di balletto sia italiane che straniere, tra cui, come solista, nel balletto del Teatro Stabile "Tjla" a Plzen nella Repubblica Ceca. Dal 2002 al 2008 fa parte, come solista, del Balletto dell'Esperia diretto da Paolo Mohovich. Dal 2009 collabora con Stefan Sing al progetto Tangram. STEFAN E CRISTIANA si incontrano nel 2008 e capiscono immediatamente di poter fondere insieme le loro diverse discipline, esplorando il confine tra danza e giocoleria, tra circo e teatro, tra passione e sobrietà. Nel 2009 creano Mikado, un atto di pochi minuti, con cui si esibiscono con successo in diversi varietà in Germania. Da questa base si sviluppa Tangram, che portano in scena dall'autunno 2010.

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Mercoledì 1 febbraio 2012, ore 21 PROJECTO D_RUSES - JORDI VILASECA

CARA DE MIMBRE (La faccia nel cesto) Cara de mimbre è un assolo interpretato da Jordi Vilaseca, danzatore catalano dalla straordinaria plasticità e presenza scenica, un susseguirsi di scene dai molteplici umori che raccontano le diverse vie per superare gli empasse della vita. Il brano è un viaggio attraverso esperienze passate che si traducono nella capacità personale che tutti abbiamo di renderci più forti di fronte alle avversità di ogni giorno. Il cesto è per il danzatore come uno scudo, scolpito dai colpi che dà la vita, ma in cui anche possono essere conservate un’infinità di esperienze… Coreografia e interpretazione: Jordi Vilaseca Produzione: Toño Monzón, Hacedor de Proyectos Light designer: Raúl Ortega, Embocadura Montaggio video: Raúl Muñoz Arrangiamento musicale: Amador Castilla Voci in off: Roser Vilaseca, Cari lorite, Jordi Vilaseca Grafica: Pilara Pinilla Fotografía: José Antonio Hernández. Foto Madrid Músiche: Max Richter (Haunted Ocean “solo”, Boaz and the Dogs, Iconography, On the Nature of the Day Light), Woven Hand (The Speaking Hand, Snake Bite), Swodgehen (Hocnbahn, Walz 57), David Darling (Serenity)

JORDI VILASECA Diplomatosi presso il Conservatorio Superiore di Danza di Barcellona, ha danzato successivamente con le più importanti compagnie contemporanee spagnole e con diverse compagnie estere come la svedese Norrdans, dove è stato interprete di creazioni di Itzik Galili, Stephen Petronio, Rui Horta e Ted Stoffer. Tra le compagnie e i coreografi più importanti in Spagna con cui ha lavorato: Metro di Ramon Oller, Lanonima Imperial di Juan Carlos Gracia, Il Centro Coreografico Galego con Cisco Aznar. Si è distinto in diversi ruoli solistici che l’hanno confermato interprete peculiare, versatile e dotato di grande plasticità e forza espressiva. Nel campo della coreografia è stato vincitore di alcuni importanti concorsi coreografici come quelli di Castellon, Burgos e Madrid e nonostante la sua giovane età è considerato come uno dei più significativi interpreti-coreografi spagnoli.

PROJECTO D_RUSES - Arti del movimento e creazione contemporanea E’ un nuovo ente che si occupa di produzione e creazione coreografica con sede in Aragona, che ha avuto inizio nel febbraio del 2010 per volontà del danzatore e coreografo Jordi Vilaseca e di Toño Monzón, responsabile dell’agenzia di gestione culturale Hecedor de Proyectos. L’obiettivo principale è quello di stimolare nuovi progetti nel campo delle “arti del movimento” attraverso le proprie creazioni o la collaborazione con altri artisti.

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Giovedì 15, venerdì 16, sabato 17 marzo 2012, ore 21 Domenica 18 marzo 2012, ore 18 BALLETTO DELL’ESPERIA SEIS FLAMENCOS

La nuova produzione 2012 del Balletto dell’Esperia vuole essere un omaggio alla Spagna, terra d’origine della compagnia. L’interesse del coreografo verso diversi tipi di musica spagnola si manifesta in questo nuovo lavoro attraverso una collaborazione artistica con musicisti originari di Saragozza. Lo spettacolo Seis flamencos si divide in due parti: un balletto d’apertura, Suite Espagnole, che presenta in forma di divertissement alcuni pezzi inediti e colorati accanto ad altri tratti da Danza sulla pelle del toro - uno dei successi del BdE del 2002 - rivisitati per l’occasione. Una sorta di stuzzicante e ironico aperitivo, che introduce l’atmosfera della nuova creazione che dà il titolo alla serata: Seis Flamencos nasce dalla collaborazione tra Paolo Mohovich e Gonzalo Alonso, compositore e direttore del gruppo musicale La Querencia. La poetica del giovane e talentuoso compositore spagnolo è quella di utilizzare la tradizione musicale flamenca riproponendola sotto una nuova luce, con l’aggiunta di strumenti classici che ne arricchiscono ed enfatizzano l’essenza. Senza tradire assolutamente lo spirito folk di questa musica, si ottiene un risultato raffinato, ma sempre profondamente legato alla terra e alle tante culture che fanno del flamenco un fenomeno musicale apprezzato in tutto il mondo. Dalla perfetta sinergia tra coreografo e compositore nasce una danza essenziale e asciutta, danzata sulle punte, in equilibrio tra linearità neoclassiche e dinamiche coreografiche legate più direttamente allo spirito “terreno” della musica. La danza si ispira anche al gioco di parole che suggerisce il titolo: “seis flamencos”, che nella nostra lingua fa pensare per assonanza alla musica flamenca, in realtà in spagnolo significa anche “sei fenicotteri”… I° Parte: SUITE ESPAGNOLE II° Parte: SEIS FLAMENCOS Concept e coreografia: Paolo Mohovich Musica originale: Gonzalo Alonso eseguite dal gruppo musicale La Querencia e autori vari Costumi: Jorge Gallardo Luci: Paolo Mohovich e Virginio Levrio Interpreti: Balletto dell’Esperia Co-produzione: Centro Dramático de Aragón

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Martedì 17 aprile 2012, ore 21 Serata COREOGRAFI DEL PIEMONTE Prosegue con questo spettacolo l’iniziativa del Balletto dell’Esperia/Centro Coreografico Rettilario volta a sostenere la coreografia emergente del territorio piemontese. Co-produzione: Balletto dell’Esperia / Centro Coreografico Rettilario

G.A.P. / Compagnia di danza contemporanea

PROGETTO MONOSTATOS Uno spettacolo di Federica Pozzo e Roberto Tarasco

“Sorge spontaneo, ad un certo punto della vita, chiedersi se il ‘cattivo’ della storia che si va a narrare lo è davvero oppure se c’è la possibilità che, in realtà, alcuni istanti di debolezza o lacune in campo affettivo possano averlo deviato fino a farlo diventare tale. Leggendo la storia de Il flauto magico mi sono innamorata del personaggio di Monostatos e ho provato ad immaginarmelo come un uomo di mezza età, esteriormente duro, ma segnato da una vita passata ad osservare chi è più duro di lui, folle d’amore per una carcerata quasi adolescente e, infine, follemente solo, scherno di coloro che hanno una intera vita davanti. Di fatto, un chiaro esempio di uomo del nostro tempo… Spesso, infatti, chi ha le chiavi del proprio destino, non è conscio di poterne disporre.” Federica Pozzo

“Monostatos è il carceriere, il legame, quello che ti incatena e non ti fa respirare. Quello che non ti fa entrare dove vorresti. Quello che non ti fa uscire più. Il tuo amore chiuso in gabbia. La gabbia dove si butta l’amore. Ma anche l’alibi di quelli che non ci provano, perché qualcuno ha girato a quattro mandate la serratura… La porta è chiusa. Nessuno si avvicina. Nessuno si accorge che la chiave è ancora lì. La rabbia. Troppo tardi per scappare, per salvare il nostro bene. Per stare insieme. O solo per capire che non è giusto che ci debba pensare sempre qualcun altro. Il fato, la fortuna. La distrazione del male. Bastava fare un passo , spingere via Monostatos. La chiave è ancora lì. Per essere felici, dobbiamo aprire noi.” Giovanni Cagna

Coreografia: Federica Pozzo Scenofonia: Roberto Tarasco Interpreti: Philippe Pierson, Roberta Fornier, Mara Pineschi, Emanuela Cavaglià, Mattia Mele, e con Gabriele Capilli, Paolo Tagliaferro, Mariateresa Sapino, Anna Scotti Al basso: Fabio Zecchinato Testi: Giovanni Cagna Costumi: Nuova Danceline Assistente alle coreografie: Emanuela Cavaglià FEDERICA POZZO - COMPAGNIA G.A.P. Inizia a studiare danza classica e moderna presso la scuola della madre Mariella Pozzo. Si diploma presso l’Isef di Torino. Si perfeziona in danza moderna e contemporanea con David Storey, Milton Miyers, Desmond Richardson, Dwight Roden, Max Stone, Stephen Petronio, Redha, Boitiere, Goss, Zambrano, Bigonzetti, Sandroni, Zappalà. Parallelamente all’insegnamento nella propria scuola, Federica Pozzo è membro del consiglio direttivo di Moncalieri Danza e di Coorpi. Partecipa a “Domande a Dio“ con la regia di Gabriele Vacis, al film “Tutta colpa di Giuda “ di Davide Ferrario, al film “Occhio Pinocchio “, a produzioni teatrali e a trasmissioni televisive (“Fantastico 10”). Nel 1998, con la sorella Michela, crea la compagnia di danza G.A.P. con cui partecipa a vari festival ed eventi (Cerimonia di chiusura delle Paralimpiadi, Interplay, Festival di Avignone, Ammutinamenti, Lavori in pelle, La Piattaforma, Differenti Sensazioni, Insoliti, Presentazione della 500). Le due coreografe trovano nella compagnia uno strumento per costruire un linguaggio coreografico personale che sappia coniugare la danza con altri generi espressivi: nel processo creativo dei loro spettacoli vengono coinvolti danzatori, attori, musicisti, pittori, videomakers e performers.

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LABORATORI STAGIONE TPE 11.12

• Laboratorio di recitazione sul verso condotto da Beppe Navello 6-12 febbraio Costo € 200

• Laboratorio “Il corpo minimo” di scrittura coreografica condotto da Zerogrammi

8-12 novembre dalle 16 alle 19 Costo € 100

• Laboratorio sulla Commedia dell’Arte

condotto da Officina per la Scena e Paranza del Geco 27-28-29 gennaio (27: 18-21; 28 e 29: 10-18) Costo € 100

• Progetto TPE – CRUD - Relazioni in movimento

Percorso di formazione di 7 weekend sulla consapevolezza del corpo attraverso il movimento e la relazione con gli altri 29-30 ottobre 2011 – Doriana Crema 19-20 novembre 2011 - Cinzia Delorenzi 21-22 gennaio 2012 – Barbara Altissimo 18-19 febbraio 2012 - Doriana Crema 24-25 marzo 2012 - Cinzia Delorenzi 21-22 aprile 2012 – Barbara Altissimo 26-27 maggio 2012 - Doriana Crema, Cinzia Delorenzi, Barbara Altissimo

Costo €300 Costo € 150 studenti

• Percorso settimanale di formazione teatrale condotto da Chiara Vallini

Giovedì 13/20/27 ottobre - 3/17/24 novembre - 1/15 dicembre (8 incontri) Orario 18.30 – 20.30 Costo € 100

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INCONTRI E APPROFONDIMENTI Attività per le scuole Repliche riservate agli studenti, laboratori, incontri, discussioni, visite del teatro. UFFICO SCUOLE tel 011.5119409 [email protected]

Dietro le quinte – Università degli studi di Torino Approfondimenti e curiosità intorno agli spettacoli della Stagione, in collaborazione con il Corso di Laurea in DAMS - Facoltà di Scienze della Formazione.

Scenografi all’Accademia Osservazioni intorno alla messinscena con registi, scenografi, costumisti e gli studenti dell’Accademia Albertina delle Belle Arti di Torino.

Incontri / dibattiti / approfondimenti Organizzati negli spazi del Teatro Astra con il coinvolgimento delle compagnie ospiti coordinati da docenti universitari, giornalisti, esperti del settore.

Dopoteatro Il pubblico della Stagione TPE 11.12 potrà usufruire di prezzi agevolati presso bar e ristoranti torinesi.

Page 41: CARTELLA STAMPA STAGIONE TPE 11.12 · 2011-06-30 · Walter Pagliaro, Alessandro D’Alatri) progetti creativi di vasto impegno progettuale di grandi teatri pubblici e privati (Teatro

BIGLIETTI INTERO € 18,00 RIDOTTO € 13,00 HAPPY HOUR TEATRALE (SPETTACOLI ORE 19.00) € 10,00

ABBONAMENTI IN VENDITA IN BIGLIETTERIA E ON-LINE ABBONAMENTO TEATRO A SCELTA 4 SPETTACOLI A SCELTA € 40,00 ABBONAMENTO A TEATRO IN 2 3 SPETTACOLI A SCELTA PER 2 PERSONE € 51,00 (l’abbonamento dà diritto a 2 ingressi per 3 spettacoli a scelta) ABBONAMENTO UNDER 26 e OVER 60 5 SPETTACOLI A SCELTA € 32,00 (l’abbonamento dà diritto ad assistere a 5 spettacoli a scelta) ABBONAMENTO A TEATRO CON CHI VUOI 10 INGRESSI € 80,00 I tagliandi sono utilizzabili singolarmente per uno spettacolo o da più persone contemporaneamente. Per lo spettacolo Il Dolore, con Mariangela Melato, sono utilizzabili al massimo 2 tagliandi.

FUORI ABBONAMENTO 456 INTERO € 12,00 RIDOTTO € 10,00

INFO e BIGLIETTERIA TEATRO ASTRA (via Rosolino Pilo 6, Torino) Dal martedì al sabato dalle ore 16.00 alle ore 19.00 Tel. 011 5634352 / [email protected]

PREVENDITA BIGLIETTI E ABBONAMENTI INFOPIEMONTE Piazza Castello 165 – ingresso via Garibaldi, Torino Tutti i giorni dalle ore 10,00 alle ore 18,00 VENDITA BIGLIETTI ON-LINE www.fondazionetpe.it TEATRO ASTRA Via Rosolino Pilo 6, Torino A 1 MNUTO DALLA STAZIONE METRO RACCONIGI MEZZI PUBBLICI 2 – 13 – 65 – 65/