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Provincia di Ravenna Università di Bologna 2013 Progetto di rilevazione e analisi relativo allo status e alla distribuzione delle specie ittiche alle foci del fiume Reno, del fiume Lamone, del torrente Bevano e nel tratto del canale Destra-Reno

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Provincia di Ravenna Università di Bologna

2013

Progetto di rilevazione e analisi relativo allo status e alla distribuzione delle specie ittiche alle foci del fiume Reno,

del fiume Lamone, del torrente Bevano e nel tratto del canale Destra-Reno

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Dipartimento di Scienze Mediche Veterinarie dell’Università di Bologna

Gruppo di Ricerca

Dr. Oliviero Mordenti (Responsabile Scientifico)

Dr. Pietro Emmanuele

Dr. Antonio Casalini

Dr. Andrea Di Biase

Dr.ssa Michaela Mandelli

Coordinamento per la Provincia di Ravenna:

Settore Politiche Agricole e Sviluppo Rurale della Provincia di Ravenna

Dirigente: dott. Antonio Venturi

Responsabile del Servizio Gestione Faunistica: dott. Giovanni Mazzolani

Referente per la pesca sportiva nelle acque interne: Geom. Daniele Ghetti

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INDICE

Obiettivi del Progetto pag. 3

Metodologia della Ricerca pag. 7

Risultati delle Indagini pag. 21

Canale in Destra-Reno pag. 26

Fiume Reno pag. 30

Fiume Lamone pag. 36

Torrente Bevano pag. 40

Bibliografia pag. 44

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OBIETTIVI DEL PROGETTO

Le acque superficiali, per le molteplici destinazioni d’uso che comprendono l’utilizzo a fini

potabili, idroelettrici, irrigui, alieutici e ricreativi costituiscono una componente ambientale

fondamentale. La molteplicità degli interessi che convergono sulle acque pubbliche e la

sempre minor disponibilità di questa preziosa risorsa impongono la definizione di un chiaro

quadro normativo che stabilisca le priorità ed i criteri di fruizione delle acque.

Inoltre problema ben più grave è la captazione delle acque per scopi antropici, con costruzioni

di briglie, sbarramenti e dighe che impediscono la normale risalita dei fiumi della fauna ittica,

con pesanti ripercussioni sull’ambiente fluviale e sull’ecosistema. La particolare “realtà

fluviale” delle acque italiane, caratterizzata da molti sbarramenti per km di corso d’acqua, non

è inoltre regolata da un’aggiornata legislazione specifica; ancora oggi la programmazione

degli interventi per la realizzazione di passaggi per pesci dipende dalla sensibilità delle

amministrazioni locali, mancando un’unificazione dei criteri direttivi e gestionali. In più,

l’assenza di un’adeguata commissione competente, finalizzata alla supervisione dei progetti e

degli impianti in opera, magari in grado di fornire linee guida per le corrette metodologie

progettuali, comporta una mancanza di sistematicità, di controllo e verifica nel settore. Sulla

base di tali presupposti, l’Amministrazione provinciale di Ravenna si è rivolta ad un gruppo

di ricerca universitario per avere informazioni sui popolamenti ittici insediati nei tratti

terminali di tre aste fluviali del ravennate al fine di garantire una corretta gestione degli

ambienti fluviali indagati.

Il progetto della Provincia di Ravenna vuole realizzare due azioni identiche ma con finalità

diverse:

la prima è rivolta alla rilevazione e analisi delle specie presenti in prossimità dello

sbocco a mare per l’individuazione di quelle che potrebbero trarre beneficio dalla

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realizzazione di scale di rimonta da realizzarsi in prossimità degli sbarramenti. Le

scale di risalita sono opere da realizzarsi con l’obiettivo principale di aggirare gli

ostacoli artificiali (dighe, briglie trasversali), al fine di consentire la libera circolazione

della fauna ittica a favore del ripristino delle migrazioni trofiche e riproduttive delle

popolazioni autoctone nell’ambito dei corsi d’acqua. Conoscere quali sono le specie da

favorire permetterà una progettazione mirata e quindi maggiori garanzie di risultato;

la seconda, sviluppa l’indagine in merito allo status e alla distribuzione delle specie

ittiche nel Canale Destra-Reno, finalizzata a favorire elementi da utilizzare nella

programmazione dei ripopolamenti ordinari e/o mirati all’attività agonistica.

L’esercizio della pesca sportiva, in questi ultimi anni, ha assunto un ruolo ed

un’importanza sempre crescente dal punto di vista ricreativo e la cui gestione dovrà

essere sempre più ispirata da conoscenze tecnico-scientifiche.

Bacini idrografici dell’ Emilia Romagna (modificato da ARPA – Sezione

Provinciale di Reggio Emilia, 07/2013)

Area bacini

oggetto di

studio

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Fondamentali saranno i dati raccolti sulle specie aliene, lo studio fornirà elementi utili per

porre in essere interventi atti al controllo, a tutela dell’ecosistema, delle popolazioni alloctone

invasive. Talune Amministrazioni Regionali e Provinciali si sono dotate o si stanno dotando

degli strumenti tecnici atti a garantire una corretta gestione degli ambienti fluviali e dei

popolamenti ittici.

Con la realizzazione del progetto in essere, l’Amministrazione Provinciale di Ravenna, ha

inteso imprimere una svolta nei criteri, spesso empirici, che sino ad oggi hanno governato la

gestione delle acque pubbliche. In tale ottica, la ricerca non ha il solo scopo di fotografare le

diverse realtà presenti negli ambienti fluviali provinciali ma si propone come uno strumento

di base per la gestione dell’ittiofauna che prende in considerazione i diversi aspetti tecnico-

scientifici con l’obiettivo di stabilire una proficua convivenza tra pesca sportiva,

antropizzazione del territorio e salvaguardia del patrimonio naturale.

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Le tecniche adottate per la realizzazione del progetto poggiano pertanto su basi rigorosamente

scientifiche che hanno consentito di chiarire i diversi aspetti che regolano la struttura e la

dinamica dei popolamenti ittici. I dati che stanno alla base dello studio, quali presenza,

distribuzione e status delle specie ittiche, sono stati raccolti in ripetute campagne di

campionamento, eseguite nelle diverse stagioni, in 16 stazioni ripartite sui quattro bacini,

oggetto di studio, al fine di disporre di informazioni sovrapponibili e comparabili tra di loro.

Poichè lo studio costituisce uno strumento di gestione dinamico, la ripetizione di parte o di

tutti i rilievi, condotta a distanza di qualche anno, potrebbe consentire di verificare l’efficacia

del nuovo strumento di gestione introdotto nonchè l’evoluzione delle condizioni generali

dell’ambiente fluviale.

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METODOLOGIA DELLA RICERCA

Individuazione delle stazioni di campionamento

L’individuazione delle stazioni ha avuto luogo seguendo le indicazioni di Huet (1964) e

Persoone (1979) adattando le metodologie indicate alla situazione dei corsi d’acqua presi in

esame, contraddistinti da un carattere prevalentemente ipopotamale e soggetti a forti

variazioni di temperatura, salinità, ossigenazione e portata stagionale. Le stazioni sono state

scelte in modo da essere distribuite in misura sufficientemente omogenea sul tratto indagato.

Sono state, inoltre, scelte aree rappresentative per un determinato tratto di un corso d’acqua,

prestando attenzione ad alcune caratteristiche morfologiche del fiume, come ad esempio

portata, velocità della corrente, profondità, conformazione degli argini, tratto della foce. Si è

poi tenuto conto di alcuni parametri ambientali quali temperatura, ossigeno e salinità

dell’acqua. Sono state, infine, prese in considerazione anche problematiche di carattere

tecnico-logistico e organizzativo, quale la possibilità di avvicinamento con un automezzo in

grado di trasportare le attrezzature utilizzate (elettrostorditori, retini, contenitori, frigoriferi

portatili, strumenti per la determinazione dei parametri dell’acqua).

Sui tratti dei corsi d’acqua oggetto di indagine sono state individuate n. 16 stazioni così

suddivise:

5 stazioni per il bacino canale in destra-Reno;

4 stazioni per il bacino del fiume Reno;

3 stazioni per il bacino del fiume Lamone;

4 stazioni per il bacino del torrente Bevano.

Nell’ambito di ciascun tratto, alle diverse stazioni è stato assegnato un codice con

numerazione crescente da valle a monte.

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Tecniche di cattura

Per i campionamenti sono state adottate differenti tecniche di cattura:

Pesca con nasse e bertovelli: i bertovelli, realizzati in maglia di rete morbida e richiudibili a

fisarmonica, sono stati acquistati mentre, per quanto riguarda le nasse, sono state costruite

manualmente di due dimensioni diverse, con rete metallica rigida rivestita in plastica.

All’interno di nasse e bertovelli è stata inserita dell’esca (innesco), costituita da scarti di pesce

azzurro. Per ogni singola stazione identificata, sono state utilizzate:

2 nasse piccole,

2 nasse grandi,

2 bertovelli collegati in serie.

Una volta messe in acqua, nasse e bertovelli venivano assicurate a riva con del cordino,

oppure in acqua con delle canne di bambù e restavano in pesca per 4-6 giorni consecutivi

durante i quali l’esca veniva sostituita. Una volta salpate si procedeva con la registrazione

delle catture e successivo reinnesco delle stesse per un’altra battuta di pesca; gli esemplari

catturati, una volta campionati, venivano successivamente liberati.

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Pesca con canna: per quanto riguarda l’ausilio e l’utilizzo della canna, le tecniche di pesca

sono variate in relazione alla tipologia di pesce che si voleva catturare, scegliendo una pesca a

fondo o in superficie ed utilizzando esche differenti in relazione all’alimentazione del pesce.

Di seguito sono state riportate alcune tecniche utilizzate dai pescatori che hanno collaborato al

campionamento.

Pesca a galleggiante con canna fissa: questa tecnica è la più usata e la più antica. Le canne

fisse sono di svariate misure e tipologie. La lenza montata su canna fissa deve avere la stessa

lunghezza di essa. I galleggianti si possono usare di svariate grammature, a secondo della

tipologia di pesce da catturare.

Pesca a galleggiante con canna a mulinello: questa tecnica rappresenta l’evoluzione della

pesca precedente: qui abbiamo un mulinello contenente svariati metri di filo, questo filo

servirà per lanciare più in lontananza e per contrastare i pesci più cambattivi (attraverso la

frizione del mulinello).

Pesca a fondo: la pesca a fondo con il piombo è sicuramente insieme alla pesca con il

galleggiante una delle tecniche più utilizzate. Per praticare questo tipo di pesca si usano canne

non molto lunghe max 4 m e abbastanza robuste per poter contrastare la potenza dei pesci di

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fondo. La grammatura dei piombi, la lenza e l'amo variano in base alla tipologia dei pesci

che si desidera catturare.

Pesca a ledgering: la pesca a ledgering e' semplicemente un pesca a fondo, ma con l’ausilio di

canne più leggere, quindi più sensibili alle “abboccate” dei pesci. Le canne per questo tipo di

tecnica di solito sono formate da due pezzi a incastro e da un terzo pezzo, chiamato “cimino”,

intercambiabile per regolare la sensibilità che si desidera ottenere. Il cimino di solito viene

colorato per visualizzare ancora meglio la toccata del pesce.

Pesca a carpfishing: questa tecnica non e' altro che una pesca a fondo con canne abbastanza

robuste, perchè a volte devono sopportare lenze molto pesanti, soprattutto quando si pesca a

lunghe distanze. La lunghezza delle canne varia in base alla tipologia di azione, ma al

massimo arrivano a 4 m. Il carpfishing è una tecnica adatta alla cattura della carpa in cui l'esca

non viene posizionata sull'amo ma su un filo esterno.

Pesca con elettrostorditore: in alcune stazioni è stata utilizzata un’apparecchiatura per

elettropesca trasportabile a spalla, con batteria in grado di erogare una corrente continua di 0,8

Kwatt ad una tensione di 300-500 volt.

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Le differenti potenze dell’apparecchiatura impiegata hanno consentito di scegliere quella più

idonea per il tratto campionato al fine di evitare lesioni ai pesci. L’elettropesca si basa sul

comportamento del pesce che, in presenza di un campo elettrico, reagisce nuotando verso il

polo positivo (anodo). La corrente continua attraversa il campo elettrico andando dall’anodo

al catodo, producendo linee di forza e linee equipotenziali o di eguale tensione. Attorno

all’anodo il campo presenta linee equipotenziali di valore via via crescente. Questo aumento

suscita nel pesce risposte neuromuscolari sempre più intense, da cui derivano modelli di

comportamento prevedibili; infatti, decisive per l’efficacia del metodo risultano le seguenti

condizioni: il pesce reagisce alla differenza di potenziale (potenziale corporeo) che si forma

fra la testa e la coda. Per tale motivo, la taglia del pesce ricopre un ruolo importante poichè il

soggetto di elevate dimensioni sviluppa nell’acqua un potenziale corporeo più elevato rispetto

al pesce di taglia inferiore in quanto la sua lunghezza totale occupa una parte maggiore del

campo elettrico. In presenza di un campo elettrico, possono verificarsi cinque diverse

situazioni e conseguenti differenti reazioni diverse:

1) quando il pesce si trova ai limiti del campo elettrico, l’individuo si allarma e tende a

sfuggire;

2) quando il potenziale corporeo supera un certo limite, il corpo del pesce vibra;

3) quando il potenziale corporeo è crescente, man mano che il pesce riceve crescenti

voltaggi attraverso il suo corpo, il soggetto manifesta movimento attivo verso l’anodo

(elettrotassìa o galvanotassìa);

4) quando il voltaggio (e la differenza di potenziale tra testa e coda) aumenta

ulteriormente, il pesce manifesta rilassamento muscolare e perdita dell’equilibrio,

assumendo una posizione capovolta (elettronarcosi o galvanonarcosi). A questo

punto, dovrebbe arrestarsi l’azione della pesca elettrica e il pesce dovrebbe essere

guadinato;

5) quando l’esposizione alla corrente è prolungata e va oltre il valore necessario per

indurre narcosi, il pesce va incontro a rigidità ovvero crampo muscolare intenso,

successivo a violentissime contrazioni spasmodiche che portano alla morte

(elettrocuzione).

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Schema di funzionamento di un elettrostorditore

Lo scopo dell’elettropesca è quello di far sì che il pesce nuoti verso l’anodo, presso il quale il

soggetto rimane immobilizzato per poi riprendersi in breve tempo dal momento in cui cessa

l’effetto della corrente.

I campionamenti, con elettropesca, sono avvenuti il metodo della doppia passata (Bagenal,

1978) che prevede il controllo di un tratto di fiume di lunghezza variabile (50-100 m).

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L’operatore, munito di elettrostorditore e guadino, percorre il tratto da campionare per due

volte da valle a monte e da monte a valle catturando la maggior quantità di pesce possibile.

Tale sistema, in condizioni di profondità non superiore ai 70-80 cm e corrente non troppo

veloce, è in grado di garantire percentuali di catture anche superiori al 90% delle popolazioni

presenti nel tratto considerato.

Pesca con bilancione: nella Provincia di Ravenna la pesca ricreativa con bilancione

rappresenta una tradizione estremamente radicata nel contesto socio-culturale cittadino. La

tecnica che viene utilizzata nei capanni da pesca del territorio emiliano-romagnolo è centrata

sull’utilizzo di ampie reti da sollevamento quadrangolari tese, periodicamente immerse

nell’acqua e sollevate verticalmente. Questo modo di pescare è genericamente chiamato

“pesca a bilancia”. Un modo antico, relativamente intuitivo e semplice di raccolta, soprattutto

dove le acque sono poco profonde e con basse velocità, tipiche delle zone umide ricche di

canali, lagune e piallasse, oppure di zone marine protette dai forti moti ondosi.

A questa famiglia sono riconducibili diversi strumenti che si distinguono soprattutto in base

alla dimensione della rete: il bilancino, la bilancella, la bilancia ed il bilancione fisso,

chiamato anche nelle zone romagnole padellone.

Generalmente il lato della rete non può superare i sei metri e le maglie possono avere un lato

più piccolo nel fondo della rete; in questo caso si parla di bilancia con fossetta (o fissetta).

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Questa ha la funzione di raccogliere soprattutto i pesci più piccoli come le “acquadelle” e gli

“omini nudi” nelle zone in cui le specie ittiche sono prevalentemente di origine marina. La

raccolta dalla rete del pescato può avvenire direttamente dalla rete opportunamente attratta

verso il pescatore, oppure con l’ausilio di un retino di raccolta.

I bilancioni utilizzati erano formati da una rete armata su supporti fissi. La rete veniva calata e

salpata con cime ed argani che facevano capo a comandi meccanici o manuali posti all’interno

di un capanno da pesca.

Per le catture con bilancione e canna da pesca, sono stati coinvolti pescatori amatoriali e

proprietari di capanno che hanno risposto all’iniziativa con molto entusiasmo e

professionalità.

La collaborazione tra i tecnici deputati ai monitoraggi ittici e gli operatori della pesca

professionale è di fondamentale importanza soprattutto nei tratti potamali dei grandi fiumi e

nelle porzioni lentiche, dove le tecniche citate possono risultare poco efficienti per la cattura

di tutte le specie presenti in un determinato sito.

Ad eccezione degli esemplari conservati per successive analisi di laboratorio, al termine delle

operazioni di campionamento tutti gli esemplari catturati sono stati rilasciati nello stesso sito

di cattura. Nel caso i pesci siano stati anestetizzati, prima del rilascio, sono stati mantenuti in

reti o recipienti fino al momento in cui hanno dimostrato una ritrovata capacità di nuoto

attivo.

Di seguito viene riportata una lista indicativa degli equipaggiamenti utilizzati per l’esecuzione

dei campionamenti:

- Reti armate su coppi immanicati per la cattura dei pesci storditi - Le reti sono realizzate con

materiali non conducibili e prive di nodi (riduce i danni cutanei ai pesci catturati);

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- Contenitori in plastica (secchi e mastelli) di diverso volume (10-50 l) per il trasporto e lo

stoccaggio degli esemplari catturati. Per ridurre lo stress per gli esemplari catturati sono stati

utilizzati dispositivi di ossigenazione o di aerazione delle acque (es. aeratori portatili);

- Stivali ascellari (“bragotti”) in gomma o altro materiale isolante;

- Guanti di gomma, lattice o neoprene (isolanti);

- Bilancia elettronica digitale (±1 g) per il peso dei pesci catturati;

- Ittiometro per il rilievo in campo della lunghezza dei pesci catturati (tali misure possono

essere fatte anche in laboratorio previa la ripresa delle immagini fotografiche dei pesci);

- Macchina fotografica digitale e GPS;

- Sonde multiparametriche per la determinazione delle principali caratteristiche fisico-

chimiche dell’acqua (ossigeno disciolto, temperatura, salinità).

- Liquidi anestetizzanti per facilitare i rilievi biometrici e fotografici (Fenossietanolo);

- Retini (tipo nassa) per lo stoccaggio dei pesci nella fase di “risveglio”, prima del rilascio nel

sito di cattura;

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- Strumentazioni da laboratorio (pinze, forbici, bisturi, barattoli, eppendorf, alcol, ecc.) per la

raccolta delle squame e per la conservazione dei campioni;

- Equipaggiamento di primo soccorso, completo di note guida per tecniche di rianimazione

cardiaca e polmonare;

- Elettrostorditore completo di anodo e catodo – tutto l’equipaggiamento per la pesca elettrica

conforme agli standard CENELEC e IEC, alla legislazione vigente e in maniera esplicita

all’IEC 60335-2-86.

Analisi dei pesci

Tutti i soggetti catturati sono stati sottoposti ad un primo esame per il riconoscimento della

specie e la conseguente classificazione sistematica. Si è in seguito proceduto a:

rilievo del peso totale,

rilievo della lunghezza totale,

calcolo del fattore di condizione K.

Per il rilievo del peso ci si è avvalsi di bilancia elettronica (Bel Engineering mod Mark K12 -

grado di precisione 1g) specifica per animali vivi. La lunghezza totale dei soggetti catturati è

stata misurata dall’apice del muso, a bocca chiusa, all’estremità della pinna caudale,

utilizzando un apposito strumento in plexiglass (ittiometro), in grado di immobilizzare il

pesce per la durata delle operazioni e la cordella metrica per i pesci più lunghi di 35 cm.

Il fattore di condizione K è un rapporto che varia a seconda della specie ittica considerata, in

quanto pesci di forma più slanciata hanno valori più bassi ma, in ogni caso, evidenzia in modo

efficace la condizione corporea del pesce esaminato e quindi il suo stato nutrizionale.

Il fattore di condizione risulta dunque influenzato da innumerevoli situazioni ambientali e,

soprattutto trofiche; viene utilizzato in ambito scientifico in quanto esprime quantitativamente

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lo stato di maggiore o minore benessere degli individui in relazione alla loro corposità,

valutata attraverso il peso e la lunghezza.

.

Il riscontro di valori di k, che si discostano da quelli tipici della specie di appartenenza, può

indicare la scarsità o assenza di fonti alimentari, sovrappopolamento o presenza di fattori

ambientali/antropici che limitano il periodo utile all'accrescimento.

Sulle popolazioni più abbondanti è stata calcolata l’età dei pesci mediante tecnica scalimetrica

prelevando alcune squame dalla regione superiore alla linea laterale in prossimità del capo,

procedendo poi con l’ausilio di un microscopio binoculare (OPTECH mod.: LFZ) al

conteggio degli anelli di accrescimento del tessuto osseo differenziatisi con l’alternarsi delle

stagioni. Parallelamente all’accrescimento del pesce, sulle squame compaiono dei nuovi

solchi esterni (circoli), concentrici ad una zona centrale più chiara (centro di ossificazione o

focus) e con aspetto di linee scure. Quando l’accrescimento è rallentato (rallentamento

metabolico tipico del periodo invernale), i circoli sono ravvicinati fra loro e presentano nel

loro decorso numerose interruzioni. Il limite definito dalla linea ideale che intercorre fra

l’ultimo circolo con interruzioni ed il primo circolo successivo continuo è detto annulo e

separa due zone annuali attigue.

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L’assegnazione definitiva dell’età di un soggetto è avvenuta riportando con un numero intero

gli anni di vita a cui è stato aggiunto il segno + che indica l’ultima stagione di crescita.

Analisi delle acque

Contemporaneamente ai rilievi eseguiti sull’ittiofauna, sono state eseguite analisi in campo e

prelevati campioni di acqua al fine di determinare i principali parametri fisico-chimici che

possono influenzare l’assetto delle comunità ittiche insediate nelle acque indagate quali:

Ossigeno: rilevato direttamente in campo con apparecchiatura elettronica portatile Hanna

Instruments (mod.: HI 9146) per la rilevazione dell’ossigeno in mg/l;

Temperatura: rilevata direttamente in campo con apparecchiatura elettronica portatile Hanna

Instruments (mod.: HI 9146) per la rilevazione della temperatura in °C;

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Salinità: rilevata direttamente in campo con rifrattrometro Milwaukee mod.: MR100ATC per

la rilevazione della salinità in ‰.

Composti azotati (ammoniaca, nitriti, nitrati): rilevati in laboratorio mediante apparecchio

spettrofotometrico Hach DR-EL/2010 per la rilevazione dei composti azotati in mg/L..

Elaborazione e rappresentazione dei dati

Presso la sede del CdL Universitario di Ricerca e Didattica in Acquacoltura e Igiene delle

Produzioni Ittiche di Cesenatico è stato predisposto tutto il materiale necessario all’esecuzione

dei campionamenti ed allo svolgimento delle analisi dei reperti biologici. Presso la stessa sede

è stato predisposto, inoltre, il supporto informatico che ha consentito la catalogazione e

l’archiviazione delle informazioni acquisite in vista delle analisi che si sono rese necessarie

per la stesura dell’elaborato finale.

Per ogni tratto di fiume indagato è stata riportata sotto forma tabellare:

l’individuazione di ciascuna stazione di campionamento: nella tabella sono

descritte le coordinate geografiche, la tipologia del fondo e la vegetazione prevalente;

la composizione della popolazione distinta per specie: nella tabella oltre la specie ed

il nome scientifico viene indicato il peso medio, la lunghezza totale media,

l’abbondanza espressa in percentuale sul numero totale dei pesci catturati ed il fattore

di condizione K.

Tecniche di cattura adottate: nella tabella vengono indicate le tecniche ti cattura

eseguite nelle singole stazioni di campionamento.

Inoltre, per ogni tratto di fiume indagato sono stati riportati gli andamenti stagionali dei alcuni

parametri fisico-chimici dell’acqua indagati e rappresentati in forma grafica.

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Sono state infine appositamente predisposte ed elaborate delle foto, con l’ausilio della

tecnologia fotografica satellitare di Google Earth, su cui sono state individuate le stazioni di

campionamento dislocate su ogni corpo idrico oggetto di studio.

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Nel complesso il gruppo di ricerca ha eseguito un totale di 31 interventi che vengono

sinteticamente descritti in Tabella:

Calendario riepilogativo dei campionamenti

Data

Attività svolta

02 luglio 2012

03 luglio 2012

04 luglio 2012

11 luglio 2012

13 luglio 2012

16 luglio 2012

19 luglio 2012

24 agosto 2012

27 agosto 2012

30 agosto 2012

04 ottobre 2012

08 ottobre 2012

11 ottobre 2012

22 novembre 2012

27 novembre 2012

28 novembre 2012

14 maggio 2013

09 luglio 2013

11 luglio 2013

12 luglio 2013

17 luglio 2013

17 luglio 2013

19 luglio 2013

22 luglio 2013

24 luglio 2013

26 luglio 2013

29 luglio 2013

10 settembre 2013

13 settembre 2013

20 settembre 2013

06 novembre 2013

Sopralluogo e individuazione stazioni – Reno e Canale Destra-Reno

Sopralluogo e individuazione stazioni – Bevano

Sopralluogo e individuazione stazioni – Lamone

Campionamento stazioni: Be1, Be2, Be3

Campionamento stazioni: Be1, Be2, Be3

Campionamento stazioni: Be1, Be2, Be3

Campionamento stazioni: Be1, Be2, Be3

Campionamento stazioni: Re1, Re3, Re4

Campionamento stazioni: Re1, Re3, Re4

Campionamento stazioni: Re1, Re3, Re4

Campionamento stazioni: La1, La2

Campionamento stazioni: La1, La2

Campionamento stazioni: La1, La2

Campionamento stazione: Be4

Campionamento stazione: Be4

Campionamento stazione: La3

Campionamento stazione: Re2

Campionamento stazioni: Be1, Be2, Be3

Campionamento stazioni: Be1, Be2, Be3

Campionamento stazioni: Be1, Be2, Be3

Campionamento stazioni: CdxRe1, CdxRe2, CdxRe3

Campionamento stazioni: Re1, Re4

Campionamento stazioni: Re1, Re4

Campionamento stazioni: Re1, Re4

Campionamento stazioni: La1, La2

Campionamento stazioni: La1, La2

Campionamento stazioni: La1, La2

Campionamento stazioni: CdxRe1, CdxRe2, CdxRe3, cdxRe4, CdxRe5

Campionamento stazioni: CdxRe1, CdxRe2, CdxRe3

Campionamento stazioni: CdxRe1, CdxRe2, CdxRe3, CdxRe4

Campionamento stazioni: Be1, Be2, Be3, Be4

Le indagini sui popolamenti ittici effettuate consentono di formulare alcune osservazioni che

dovranno essere attentamente considerate in sede di attuazione di provvedimenti finalizzati

alla tutela ed all'incremento dell'ittiofauna.

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Le operazioni di pesca effettuate nel corso della campagna di indagini hanno portato alla

cattura di esemplari appartenenti a n. 24 specie ittiche per la cui attribuzione sistematica si è

fatto riferimento alle acquisizioni di Gandolfi et al. (1991) e di Grimaldi e Manzoni (1990): 11

specie sono risultate tipiche dell’ambiente esclusivamente dulciacquicolo mentre la restante

fauna ittica era tipica degli ambienti eurialini.

In linea generale le foci dei bacini indagati sono risultate in buone condizioni sia dal punto di

vista ambientale ed idrico con una discreta presenza delle specie ittiche da un punto di vista

numerico anche se non sempre le popolazioni sono risultate ben strutturate.

Dalle indagini il cefalo è risultato la specie ittica maggiormente presente sia per biomassa che

per consistenza numerica. Questa popolazione, rinvenuta in tutti i bacini indagati, ha inoltre

evidenziato una buona struttura ed una positiva eterogeneità nelle diverse classi di taglia. La

buona presenza di cefalo nel Canale Destra-Reno, evidenzia, inoltre, come questa specie si

adatti facilmente anche ad ambienti esclusivamente dulciacquicoli.

L’anguilla, presente nelle tre foci indagate, è risultata quantitativamente ben presente ma ha

evidenziato una struttura di popolazione piuttosto disomogenea in quanto rappresentata

esclusivamente da soggetti di sesso femminile di media-grossa taglia sia in fase immatura

(anguilla gialla) che riproduttiva (anguilla argentina). Non sono stati catturati soggetti di sesso

maschile.

Nei tratti di fiume dulciacquicolo la fauna ittica numericamente e quantitativamente

dominante è risultata costituita dal siluro e dalla carpa comune: la popolazione di siluro,

costituita da numerose classi di età, si è mostrata perfettamente strutturata mentre la

popolazione di carpa comune è risultata ben strutturata nelle classi di età medio-alte e con

una relativa scarsità di individui giovani che può essere imputata alla forte presenza di

predatori (lucioperca e siluro).

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24

Dal punto di vista della presenza di specie alloctone di recente introduzione, le acque dolci

hanno purtroppo evidenziato pessime condizioni generali: se si esclude la carpa, il carassio ed

il pesce gatto comune, che si possono ormai considerare naturalizzate, dai campionamenti

sono state rinvenute in gran parte quelle specie centro-europee che hanno recentemente fatto

la loro comparsa nel territorio nazionale.

La tabella di seguito riportata esprime il quadro riassuntivo delle specie ittiche catturate nei

bacini fluviali indagati ricadenti in Provincia di Ravenna:

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CANALE IN DESTRA-RENO

Vista aerea stazioni di campionamento (modificato da Google Earth)

Stazioni Coordinate

geografiche

Tipologia fondo Vegetazione

prevalente

CdxRe1 N 44°31’.484

E 12°10’.020

Fango Canna palustre

CdxRe2 N 44°31’.522

E 12°09’.385

Fango Canna palustre

CdxRe3 N 44°31’.571

E 12°08’.564

Fango Canna palustre

CdxRe4 N 44°32’.025

E 12°08’.255

Fango Canna palustre

CdxRe5 N 44°32’.051

E 12°08’.036

Fango Canna palustre

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Tecniche di cattura adottate

Stazione:

CdxRe1

Stazione:

CdxRe2

Stazione:

CdxRe3

Stazione:

CdxRe4

Stazione:

CdxRe5

Elettropesca Elettropesca Elettropesca Elettropesca Elettropesca

Canna Canna Canna Canna #

Nassa Nassa Nassa # #

Il tratto campionato è un lungo canale avente caratteristiche morfologiche omogenee ed una

elevata profondità delle acque per tutto il periodo dell’anno, creando per questo motivo non

poche difficoltà nelle operazioni di cattura mediante elettropesca che non sempre hanno

portato ad un esito positivo.

In questa stazione i campionamenti hanno permesso di rilevare la presenza di 11 specie ittiche

tra le quali l’alborella ed il cefalo risultano prevalenti, dal punto di vista della densità in

termini numerici, mentre la carpa è apparsa come la specie dominante in relazione alla

biomassa stimata.

Specie catturate nel CANALE DESTRA-RENO

Specie ittica Nome scientifico Peso medio g

Lunghezza media cm

Abbondanza %

Indice K

Alborella Alburnus arborella 3,62 ± 1,6 6,62 ± 1,8 57 1,2

Breme Abramis brama 28,93 ± 21 10.03 ± 6,4 4 1,2

Carassio Carassius carassius 338,96 ± 71,7 25,64 ± 1,22 5,6 2,0

Carpa Ciprinus carpio 945,73 ±1657,1 30,52 ± 18,5 6,8 1,6

Cefalo Mugil cephalus 222,36 ± 246,6 26,27 ± 6,9 10,6 1,2

Gambusia Gambusia holbrooki 2,1 ± 1,8 5,7 ± 2,5 1,9 1,1

Lucioperca Stizostedion lucioperca 80,4 ± 9 18,5 ± 2,2 2,8 1,3

Pescegatto americano Ictalurus punctatus 55,6 ± 6,1 19,80 ± 1 2,8 0,7

Pescegatto comune Ictalurus melas 44,47 ± 5,6 15,17 ± 0,3 2,8 1,3

Pseudorasbora Pseudorasbora parva 2,35 ± 0,2 5.60 ± 0,5 1,9 1,3

Siluro Silurus glanis 160.1 ± 35.2 24,6 ± 4.3 3,8 1,1

Il cefalo ha evidenziato una buona struttura della popolazione, una positiva eterogeneità delle

taglie ed un indice di condizione favorevole, tutti aspetti che mettono in risalto la buona

adattabilità di questa specie a vivere in acque dolci.

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L’alborella è apparsa ben rappresentata nelle prime due classi di età (0+, 1+): la presenza

costante di questa specie in tutte le campagne di campionamento, l’elevata consistenza

numerica ed il buon indice di condizione k, risultato particolarmente favorevole per il fattore

peso, evidenzia come questo ciprinide abbia trovato in questa stazione idonee condizione

trofiche ed ambientali.

La carpa è risultata ben strutturata in gran parte delle classi di età con una netta prevalenza

delle taglie medio-alte (3+, 4+). La mancata cattura della classe di età 0+ può essere imputata

alla particolare profondità dell’alveo fluviale che ha reso poco sensibili al campo elettrico i

soggetti di piccola taglia.

Carpa regina catturata con canna

Per quanto riguarda gli ictaluridi (pescegatto comune ed americano), i campionamenti hanno

evidenziato una composizione specifica che vede una pressochè uniforme presenza di soggetti

di età 1+.

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Ictaluridi catturati nel canale Destra-Reno

Altre specie predatrici, quali siluro e lucioperca, sono risultate presenti solamente nelle forme

giovanili, evidenziando un indice di condizione favorevole al parametro peso.

Questo tratto di canale ha purtroppo evidenziato una struttura di popolazione a favore delle

specie alloctone sia nell’ambito dei pesci onnivori che in quelli con istinto predatorio.

Per quanto riguarda le caratteristiche fisico-chimiche delle acque di questo canale, i valori

della componente azotata hanno evidenziato un andamento altalenante che ha fatto registrare

le concentrazioni più elevate in regime di magra. Le concentrazioni di ossigeno riscontrate nel

campionamento estivo si sono dimostrate talvolta insufficienti per il mantenimento di buone

condizioni di vita per le comunità ittiche presenti.

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FIUME RENO

Vista aerea stazioni di campionamento (modificato da Google Earth)

Stazioni Coordinate

geografiche

Tipologia fondo Vegetazione

Prevalente

Re1 N 44°34’.587

E 12°16’.259

Fango-Sabbia Di ripa

Arbustiva

Re2 N 44°34’.938

E 12°16’.470

Fango-Sabbia Di ripa

Arbustiva

Re3 N 44°34’.748

E 12°15’.176

Fango Di ripa

Arbustiva

Re4 N 44°34’. 470

E 12°13’.372

Fango Di ripa

Arbustiva

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L’area indagata è caratterizzata dalla presenza della chiusa di “Volta Scirocco”: lo

sbarramento ha formato una ambiente esclusivamente dulciacquicolo a monte della diga

mentre a valle le condizioni ambientali sono tipiche di un ambiente eurialino.

Specie catturate nel FIUME RENO

Specie ittica Nome scientifico Peso medio

G

Lunghezza media

cm

Abbondanza

%

Indice K

Alici Engraulis encrasicholus 9,73 ± 0,4 10,78 ± 0,3 19,4 0,8

Anguilla Anguilla anguilla 380 ± 170 61 ± 10 2,7 -

Branzino Dicentrarchus labrax 110 ± 140 20,4 ± 12 1,3 1,3

Breme Abramis brama 4,10 ± 0,4 8,51 ± 0,9 6,5 0,7

Carassio Carassius carassius 22,1 ± 12,2 12 ± 3,6 2,2 1,3

Carpa Ciprinus carpio 212,9 ± 446 13,71 ± 12,8 6,7 1,4

Cefalo Mugil cephalus 155,1 ± 287 21,60 ± 11,4 10,7 1,5

Cheppia Alosa fallax 5,5 ± 1,9 7,8 ± 2 6,3 1,2

Ghiozzo Gobius paganellus 21,20 ± 9,6 9,85 ± 2,7 10,7 2,2

Latterino Atherina boyeri 3,1 ± 1,5 6,8 ± 1 6,7 1

Lucioperca Stizostedion lucioperca 114,5 ± 33,9 21,68 ± 3,1 3,3 1,1

Orata Sparus aurata 85 ± 5,5 17,6 ± 2,5 2,2 1,5

Passera Platichthys flesus 67,4 ± 11,1 18,80 ± 4,7 1,6 1

Persico Sole Lepomis gibbosus 6,4 ± 2,5 8,37 ± 1,2 2,3 1,1

Pesce ago Syngnathus taenionotus 2,6 ± 0,6 14,70 ± 1,2 3,3 -

Pescegatto comune Ictalurus melas 60,1 ± 16,2 20 ± 1,8 1,3 0,8

Pseudorasbora Pseudorasbora parva 5,25± 0,6 6,3 ± 1,6 1,5 1,9

Sardina Sardina pilchardus 17,90 ± 7,5 13,75 ± 1,8 4,0 0,7

Scardola Scardinus erythrophthalmus 15,2 10,5 0,6 1,3

Siluro Silurus glanis 174 ± 46 29,83 ± 5,3 6,7 0,7

Tecniche di cattura adottate

Stazione:

Re1

Stazione:

Re2

Stazione:

Re3

Stazione:

Re4

Nassa Bilancione Nassa Elettropesca

# # # Nassa

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Nelle stazioni R1, R2 ed R3 sono state catturate 11 specie ittiche: la specie numericamente

dominante è risultata l’alice con un’abbondanza pari al 19,4% dei pesci catturati. Da un punto

di vista quantitativo il cefalo è risultato il più rappresentato soprattutto nelle prime tre classi di

età (0+, 1+ e 2+). Nel cefalo buono è risultato anche il fattore di condizione k, a favore del

parametro peso, a riprova di un omogeneo accrescimento avvenuto con regolarità nell’ambito

delle classi di età riscontrate.

I campionamenti hanno permesso di rilevare una discreta presenza di cheppia. Purtroppo la

struttura della popolazione è risultata composta quasi esclusivamente dalla classe di età più

bassa (0+) evidenziando tuttavia l’idoneità dell’area ai processi riproduttivi. La mancata

presenza di adulti e sub-adulti potrebbe essere causata dallo sbarramento di Volta Scirocco

che, evidentemente, limita la risalita di questa specie anadroma e costringe i riproduttori a

mantenersi solamente nel corso d’acqua a ridosso dal mare.

Cefali catturati con bilancione

L’anguilla, pur essendo presente in tutti i campionamenti, ha evidenziato una struttura di

popolazione carente nelle prime classi di età, in quanto rappresentata in gran parte da soggetti

di sesso femminile superiore ai 250g. La mancata possibilità di eseguire campionamenti nel

periodo del tardo Autunno non ci ha permesso di verificare una eventuale risalita delle forme

giovanili (ceche e ragani). E’ necessario ricordare che anche per l’anguilla, specie catadroma,

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la presenza della diga risulta di grande impedimento per lo svolgimento del complesso e lungo

ciclo biologico.

Le popolazioni di ghiozzo e latterino si sono mostrate perfettamente strutturate nelle differenti

classi di età con una maggiore frequenza dei soggetti appartenenti alla classe 0+.

Per quanto riguarda la stazione R4, situata a monte dello sbarramento, i campionamenti

eseguiti hanno permesso di rilevare la presenza di 9 specie ittiche tra le quali il siluro è

risultato prevalente sia dal punto di vista della densità in termini numerici sia come specie

dominante in relazione alla biomassa. Infatti seppure le catture abbiano garantito il

campionamento solamente di giovanili di piccola taglia, dal gruppo di ricerca è stata tuttavia

osservata una abbondante popolazione di soggetti adulti (dai 5-6 ai 25-30kg) residente a

ridosso della diga e non campionabile in quanto l’elevata profondità del fondo hanno reso

impossibile il raggiungimento dell’area e l’utilizzo dell’elettrostorditore.

La presenza di ciprinidi limnofili è stata garantita dalla carpa comune, dal carassio, dalla

breme e dalla scardola. La popolazione più numerosa e meglio strutturata nelle diverse classi

di età è risultata la carpa comune mentre la presenza di scardola, con un solo soggetto

campionato, fa pensare ad una cattura casuale. Così come per il siluro, anche per la carpa

sono stati osservati soggetti adulti di grossa taglia a ridosso dello sbarramento di Volta

Scirocco.

La breme è risultata rappresentata dalla sola prima classe di età (0+) e con un indice di

condizione molto basso (0,7) mettendo in evidenza una situazione particolarmente difficile da

un punto di vista trofico probabilmente causato dalla competizione alimentare operata da altri

ciprinidi. La specie sembra trovare l’area idonea all’attività riproduttiva ma

contemporaneamente sembra essere quella maggiormente coinvolta all’azione delle specie

predatrici.

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La popolazione di carassio è risultata ben strutturata solamente nelle classi di età inferiori (0+,

1+) e nettamente carente nelle classi di età medio alte. A differenza della breme, questa

specie ha evidenziato un indice di condizione a favore del parametro peso.

L’analisi di questa stazione purtroppo evidenzia la scomparsa di specie ittiche autoctone di

alto pregio come il luccio, che sembra ormai sostituito da predatori come il siluro ed il

lucioperca, e la tinca che evidentemente non trova più condizioni ambientali favorevoli per la

riproduzione e l’accrescimento. Da mettere in evidenza nella stazione Re4 anche la forte

distribuzione del gambero della Lousiana presente in tutte le classi dimensionali.

Giovanili di siluro e gamberi della Louisiana

Se si esclude la breme, in linea generale le ricerche condotte hanno evidenziato un buono stato

fisico dei pesci catturati in tutte le stazioni campionate, confermato dal fattore di condizione K

che ha fatto registrare valori favorevoli al parametro peso, evidenziando una buona

disponibilità trofica sia per le specie onnivore che per i predatori.

Dal punto di vista chimico la qualità delle acque di questo tratto è risultato piuttosto buono;

solamente nel campionamento estivo del 2013 nella stazione R4 è stato osservato un picco nei

valori dei composti azotati. La salinità è risultata pari allo 0‰ nella stazione R4 mentre nelle

restanti punti di campionamento, posizionati a valle dello sbarramento, i valori hanno

oscillato dal 7 al 22‰.

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FIUME LAMONE

Vista aerea stazioni di campionamento (modificato da Google Earth)

Stazioni Coordinate

geografiche

Tipologia fondo Vegetazione

Prevalente

La1 N 44°31’.355

E 12°16’.202

Fango-Sabbia Di ripa

Arbustiva

La2 N 44°31’.443

E 12° 14’.563

Fango Di ripa

Arbustiva

La3 N 44°31’.446

E 12° 14’.522

Fango Di ripa

Arbustiva

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Tecniche di cattura adottate

Stazione:

La1

Stazione:

La2

Stazione:

La3

Nassa Bilancione Nassa

L’uniformità morfologica del tratto campionato, praticamente un canale privo di anse e

sbarramenti, contrasta con la difformità delle specie rinvenute nella stazione La1 a 850m dal

mare e le stazioni L2 e L3 poste circa 1500m più a monte: la fauna ittica catturata in L1 è

risultata quella tipica di un ambiente eurialino mentre in L2 ed L3 le campagne di cattura

hanno evidenziato una popolazione prevalentemente dulciacquicola.

Specie catturate fiume LAMONE

Specie ittica Nome scientifico Peso medio

g

Lunghezza media

cm

Abbondanza

%

Indice K

Alice Engraulis encrasicholus 9,5 ± 0,3 9,2 ± 0,2 7,1 1,2

Anguilla Anguilla anguilla 301,57 ± 321,9 49,80 ± 15,68 9,5 -

Bavosa Salaria pavo 6,90 8,80 2,4 1,0

Breme Abramis brama 33,80 16,0 2,4 0,8

Carassio Carassius carassius 5,30 8,80 2,4 0,8

Carpa Ciprinus carpio 123,60 23,60 2,4 0,9

Cefalo Mugil cephalus 17,72 ± 19,3 11,45 ± 4,9 45,2 0,9

Ghiozzo Gobius paganellus 18,55 ±19,9 11,92 ± 5,2 14,3 1,1

Latterino Atherina boyeri 8,90 9,40 2,4 1,0

Orata Sparus aurata 10,2 ± 0,2 9,5 ± 0,3 4,8 1,2

Pescegatto comune Ictalurus melas 69,00 ± 18,5 20,83 ± 1,6 7,1 0,7

Nella stazione posta a valle sono state catturate un totale di 6 specie ittiche (alice, anguilla,

bavosa, cefalo, ghiozzo e orata) mentre in L2 e L3 le specie rinvenute sono risultate 8

(anguilla, breme, carassio, carpa comune, cefalo, ghiozzo, latterino e pescegatto comune).

Nell’ambito delle specie più importanti, la distribuzione per taglia e la densità di popolazione

hanno fornito indicazioni positive circa l’idoneità dell’ambiente all’accrescimento del cefalo

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che è risultato presente in tutte le stazioni in elevate quantità anche se esclusivamente nelle

forme giovanili (0+ e 1+).

Ben strutturata è risultata la popolazione di ghiozzo anche nelle classi dimensionali più

elevate.

L’anguilla è risultata sempre presente, anche con soggetti di taglia notevole (superiore ai

500g) a riprova della costante presenza di questa specie nel tratto terminale del Lamone.

Nelle stazioni L2 ed L3 tutta la fauna ittica dulciacquicola catturata è risultata numericamente

scarsamente rappresentata (un solo esemplare di breme, carpa comune e carassio) ed

insufficientemente strutturata. Inoltre il rapporto peso-lunghezza a vantaggio di quest’ultimo

parametro conferma condizioni ambientali e nutrizionali non ottimali per la vita di pesci

d’acqua dolce.

A differenza delle foci Bevano e Reno, non sono stati catturati esemplari di cheppia:

evidentemente il tratto terminale del Lamone non sembra possedere le caratteristiche

idrico/ambientali idonee alla risalita ed alla riproduzione di questa specie anadroma.

Bilancione e cefali catturati con nassa

Dal punto di vista chimico le acque di questo tratto , ricadente in un’area turistica, non hanno

fatto rilevare variazioni significative essendo state riscontrate concentrazioni pressoché

costanti e non preoccupanti dei diversi composti azotati nel corso di tutti i campionamenti

eseguiti. I livelli di ossigeno si sono sempre mantenuti su valori piuttosto elevati anche nelle

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stazioni poste più a monte contribuendo a conferire a questo tratto di fiume una buona

capacità di auto depurazione.

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TORRENTE BEVANO

Vista aerea stazioni di campionamento (modificato da Google Earth)

Stazioni Coordinate

geografiche

Tipologia fondo Vegetazione

prevalente

Be1 N 44°21’.650

E 12°19’.375

Sabbia-Fango

Di ripa

Arbustiva

Be2 N 44°21’.545

E 12°19’.350

Fango-Sabbia

Di ripa

Arbustiva

Be3 N 44°21’.654

E 12°19’.084

Fango

Di ripa

Arbustiva

Be4 N 44°21’.381

E 12°18’.593

Fango Di ripa

Arbustiva

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Le catture eseguite nel tratto terminale del torrente Bevano hanno rivelato la presenza di 13

specie ittiche: il latterino, il cefalo, l’anguilla ed il ghiozzo sono risultate numericamente

quelle dominanti. Il ritrovamento di un soggetto di breme a ridosso dell’argine della stazione

Be1 costituisce una chiara anomalia poiché il tratto di fiume in questione non contempla la

presenza di questa specie d’acqua dolce ed è sicuramente dovuta ad un azione predatoria di un

uccello ittiofago a monte dell’area. Da segnalare, inoltre, la presenza del gambero della

Louisiana nella stazione Be4 probabilmente proveniente dalla confluenza del canale Fosso

Ghiaia.

Dalle analisi si è evidenziato come il latterino ed il cefalo siano le due specie meglio

rappresentate e strutturate.

Il cefalo è apparso ben rappresentato nelle prime 3 classi di età: il reperimento di questa specie

in tutte le campagne di campionamento, la discreta consistenza numerica e il buon indice di

condizione k, risultato particolarmente favorevole al parametro peso, evidenzia come questa

specie abbia trovato in quest’area idonee condizioni trofiche ed ambientali.

Per quanto riguarda l’anguilla, la popolazione è risultata ben strutturata nelle differenti classi

dimensionali e maggiormente rappresentata da soggetti di taglia di 35-40 cm.

Tecniche di cattura adottate

Stazione: Be1 Stazione: Be2 Stazione: Be3 Stazione: Be4

Nassa Nassa Nassa Bilancione

Bertovello Bertovello Bertovello #

Canna Canna Canna Canna

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Anguille catturate alla foce del Bevano

La buona presenza di branzino, orata, passera e ghiozzo insediati in particolar modo nelle

stazioni Be1 e Be2 evidenziano una buona disponibilità trofica e di conseguenza un buon

richiamo per le specie marine. L’indice di condizione favorevole ed alcune analisi eseguite sui

contenuti gastrici hanno confermato il buono stato nutrizionale delle popolazioni insediate.

Specie catturate nel torrente BEVANO

Specie ittica Nome scientifico Peso medio

g

Lunghezza media

Cm

Abbondanza

%

Indice K

Alice Engraulis encrasicholus 10,1 ± 0.2 9,8 ± 0,3 3,3 1,1

Anguilla Anguilla anguilla 155,92 ± 164,8 42,06 ± 12 9,8 -

Bavosa Salaria pavo 7,72 ± 0,2 9,65 ± 0,2 3,3 0,9

Branzino Dicentrarchus labrax 83.8 ± 9.1 18,6 ± 8.3 3,3 1,3

Breme Abramis brama 34,02 16,20 0,8 0,8

Cefalo Mugil cephalus 224,05 ± 288,1 23,68 ± 13,5 21,3 1,2

Cheppia Alosa fallax 26,1 ± 10,9 13,4 ± 2,4 4,1 1,1

Ghiozzo Gobius paganellus 24,40 ± 3,2 11,20 ± 1,2 6,6 1,7

Latterino Atherina boyeri 3,80 ± 1,6 7,70 ± 1 36,9 0,8

Orata Sparus aurata 70,1 ± 3,4 16,5 ± 2,6 4,1 1,5

Passera Platichthys flesus 13,6 ± 1,9 10,9 ± 1,4 2,5 1,1

Pesce ago Syngnathus taenionotus 2,5 ± 0,3 13,5 ± 0,5 1,5 -

Sardina Sardina pilchardus 14,5 ± 1,4 11,4 ± 0,9 2,5 1

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I campionamenti hanno permesso di rilevare una buona presenza di giovanili di cheppia tutti

facente parte alle prime due classi età (0+ e 1+) evidenziando come il torrente rappresenti

un’area idonea per la riproduzione e per l’accrescimento delle forme giovanili.

Il quadro fisico-chimico ha rilevato la presenza di acque non inquinate nella componente

azotata, con un buon livello di ossigenazione ed una salinità fortemente influenzata

dall’azione del mare anche nelle stazioni poste più a monte. Le acque sono risultate in

definitiva adatte all’insediamento delle specie ittiche più esigenti. Evidentemente, l’assenza

di insediamenti urbani e la protezione dell’area fanno della foce del Bevano un ambiente

integro a cui corrisponde un apprezzabile popolamento ittiofaunistico.

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