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Carmina Paduana Carmina Paduana 2010 è un ciclo di manifestazioni dedicate ai Carmina Burana nei loro molteplici aspetti, organizzato dal Concentus Musicus Patavinus - Centro di Studi, Formazione e Ricerche dell’Università degli Studi di Padova, con il patrocinio del Dipartimento di Storia delle Arti Visive e della Musica. Il progetto, esteso tra luglio e novembre 2010, si articola in una doppia Giornata di Studio e in una serie di concerti dedicati ai Carmina Burana di Carl Orff, eseguiti in varie versioni, e a quelli medievali. Le Giornate di Studio, che si terranno presso l’Aula Nievo dell’Ateneo patavino il 4 e 5 novembre 2010, saranno dedicate all’analisi dei vari aspetti (storici, filosofici, letterari, artistici, musicali e coreografici) correlati ai Carmina Burana, dal Medioevo ai giorni nostri. Per maggiori informazioni sul progetto Carmina Paduana 2010: www.carminapaduana.lettere.unipd.it e-mail: [email protected] CONCENTUS MUSICUS PATAVINUS CENTRO DI STUDI RICERCHE E FORMAZIONE MUSICALE Dipartimento di Storia della Arti Visive e della Musica Università degli Studi di Padova Piazza Capitaniato, 7 35139 Padova http://www.lettere.unipd.it/cmp/index.html in collaborazione con Comune di Padova Provincia di Padova Quartiere Centro P3 Preinsulated Panels Systems Gli organizzatori ringraziano per la collaborazione il M° Sergio Lasaponara e il M° Vittoria De Leonardis e i dipendenti dell'Ufficio del Gabinetto del Sindaco ♪♪♪ Gli organizzatore ringraziano inoltre il Panificio Gentilin di Pieve di Curtarolo (Padova) Carmina Paduana Ciclo di manifestazioni dedicato ai Carmina Burana Padova, luglio-novembre 2010 Carmina Burana di Carl Orff Versione per soli, coro, due pianoforti, percussioni e orchestra Padova, Teatro Verdi Sabato 17 luglio 2010, ore 21

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Carmina Paduana

Carmina Paduana 2010 è un ciclo di manifestazioni

dedicate ai Carmina Burana nei loro molteplici

aspetti, organizzato dal Concentus Musicus

Patavinus - Centro di Studi, Formazione e Ricerche

dell’Università degli Studi di Padova, con il

patrocinio del Dipartimento di Storia delle Arti

Visive e della Musica.

Il progetto, esteso tra luglio e novembre 2010, si

articola in una doppia Giornata di Studio e in una

serie di concerti dedicati ai Carmina Burana di Carl

Orff, eseguiti in varie versioni, e a quelli medievali.

Le Giornate di Studio, che si terranno presso l’Aula

Nievo dell’Ateneo patavino il 4 e 5 novembre 2010,

saranno dedicate all’analisi dei vari aspetti (storici,

filosofici, letterari, artistici, musicali e coreografici)

correlati ai Carmina Burana, dal Medioevo ai giorni

nostri.

Per maggiori informazioni sul progetto Carmina

Paduana 2010:

www.carminapaduana.lettere.unipd.it

e-mail: [email protected]

CONCENTUS MUSICUS PATAVINUS

CENTRO DI STUDI RICERCHE E FORMAZIONE MUSICALE Dipartimento di Storia della Arti Visive e della Musica

Università degli Studi di Padova

Piazza Capitaniato, 7 35139 Padova http://www.lettere.unipd.it/cmp/index.html

in collaborazione con

Comune di

Padova Provincia di

Padova Quartiere

Centro

P3

Preinsulated Panels

Systems

Gli organizzatori ringraziano per la collaborazione il

M° Sergio Lasaponara e il M° Vittoria De Leonardis e

i dipendenti dell'Ufficio del Gabinetto del Sindaco

♪♪♪

Gli organizzatore ringraziano inoltre il Panificio

Gentilin di Pieve di Curtarolo (Padova)

Carmina Paduana

Ciclo di manifestazioni dedicato ai Carmina Burana

Padova, luglio-novembre 2010

Carmina Burana di Carl Orff

Versione per soli, coro, due pianoforti,

percussioni e orchestra

Padova, Teatro Verdi

Sabato 17 luglio 2010, ore 21

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Carl Orff

Carmina Burana Cantiones profanae cantoribus et choris cantandae

comitantibus instrumentis atque imaginibus magicis

Versione per soli, coro, due pianoforti, percussioni

e orchestra

CORO GRANDE DEL BERTHOLD-

GYMNASIUM

FRIBURGO (GERMANIA)

CORO POLIFONICO

DI PIOVE DI SACCO

CORO GRANDE DEL CONCENTUS

MUSICUS PATAVINUS

ORCHESTRA GIOVANILE

DELLA SACCISICA

BRAKE DRUM PERCUSSION

Giovanni Tirindelli, Bruno Volpato pianoforti

Stefania Cerutti soprano

Devis Fugolo controtenore

Rainer Pachner baritono

Nicola Simoni direttore

Coreografia della Compagnia di danza

contemporanea del Concentus Musicus Patavinus

THE SIMPLE COMPANY diretta da Elena Borgatti

Gli ormai celebri Carmina Burana segnarono,

nel 1937, la prima folgorante affermazione – e la più

grande in tutta la sua vita – di Carl Orff (1895-1982).

Maturato al riparo volontario dai conflitti estetici

e poetici tra le avanguardie musicali tedesche d’inizio

’900 (delle quali comunque conosceva il cammino) e

gli ambienti bavaresi tradizionalisti, Orff scelse

probabilmente di ritagliarsi un ruolo di conservatore

della cultura antica, intendendo per quest’ultima tanto

la classicità greca e romana, quanto le radici

premedievali e poi romanze o sassoni dei popoli

dell’Europa del nord. Da questa scelta nacque

l’interesse per l’imponente raccolta di poesia

medievale e canti goliardici detti Carmina Burana,

che prendono il nome dall’abbazia benedettina di

Benediktbeuern, nelle Alpi bavaresi, dove nel 1803

era stato rinvenuto il manoscritto che li conteneva.

Si tratta di circa duecento, tra testi e canzoni,

composti tra l’XI e il XIII secolo in buona parte da

quei clerici (vagantes e non) di formazione

ecclesiastica e buoni conoscitori della letteratura latina

classica; la lingua più usata nella raccolta è un latino

ricco di inflessioni popolari, anche se non mancano

testi in un tedesco o francese antico che studi moderni

mostrano essere tuttavia mediati, rivisitati e

“latinizzati” da monaci provenienti dall’Italia. Orff

operò una scelta dei testi sistemandoli a grandi linee

su tre argomenti principali: la Primavera e il risveglio

vitale della natura in genere, la Taverna con i piaceri

della gola e del gioco, l’Amore che può essere a volte

casto, a volte più decisamente sensuale.

Questi tre soggetti, fatalmente e ineluttabilmente

intrecciati nella poesia, sono incorniciati dalla celebra-

zione della potenza reggitrice della Fortuna, onorata e

temuta come vera e suprema dea e raffigurata in

questa vesta nella miniatura che apre il codex

buranus. L’iconografia della ruota della Fortuna si

traduce musicalmente nella chiusura ciclica dell’opera

con la ripresentazione del brano di apertura.

Lo stile musicale adoperato dall’autore sembra

scaturire direttamente dai testi scelti, sebbene nessuno

di essi fosse dotato di traccia musicale nel codice

(tranne In Taberna quando sumus, che peraltro

costituisce un contrafactum del Ludus Danielis): un

vitalismo elementare e irrefrenabile che a tratti

diventa quasi “barbarico” (ricollegandosi nella rottura

con la tradizione a Le Sacre o Les Noces di

Stravinskij) nelle forti sottolineature degli strumenti a

percussione e nell’impiego di una ripetitività ritmica

incalzante e travolgente, unite ai più diversi elementi

linguistici quali cadenze tonali, melodie modali,

poliarmonie sovrapposte, quadratura fraseologica e

asimmetrie metriche. Anche la scelta degli inserti

vocali e strumentali è concepita con interventi a

blocchi che rende le sonorità monolitiche e

vagheggianti un arcaico e immaginario Medioevo

petroso e oscuro, concezione tuttavia di sapore tardo

romantico e postwagneriana che si manifesta, nella

scrittura per grande orchestra, nella ridondanza di

raddoppi, nell’estremizzazione dei colori orchestrali e

nella richiesta implicita di una grande compagine

corale.

Se nella partitura per grande orchestra Orff

utilizza un organico davvero imponente, egli adotta

allo stesso tempo una tecnica di arrangiamento molto

regolare e schematica: il tutto si basa sul contrasto tra

la grande percussività delle parti corali (accompagnate

da tutta l’orchestra) e le atmosfere rarefatte e delicate

delle arie dei solisti (e del coro piccolo),

accompagnate spesso solamente dall’orchestra d’archi

con sordina. Volendo mantenere questo contrasto, si è

scelto di adottare un organico orchestrale essenziale,

ma allo stesso tempo efficace in quanto rispettoso dei

principi alla base della partitura originale di Orff.

A differenza di altre opere di Orff, infine, non

sono pervenute le note coreografiche, per cui la danza

e i movimenti scenici sono stati creati ex novo, seppur

nel rispetto dell’ideale estetico, aggiungendo un

elemento di valore ed unicità allo spettacolo.