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I C ONCERTI 2007•2008 TOMAS NETOPIL direttore SILVIA COLOMBINI soprano OTOKAR KLEIN tenore ROMAN TREKEL baritono CLAUDIO MARINO MORETTI maestro del coro CLAUDIO FENOGLIO maestro del coro di voci bianche ORCHESTRA E CORO DEL TEATRO REGIO Coro di voci bianche del Teatro Regio e del Conservatorio “Giuseppe Verdi” Teatro Regio Sabato 29 dicembre 2007 ore 20.30 Domenica 30 dicembre 2007 ore 15 Lunedì 31 dicembre 2007 ore 17.30 Prima della musica - 29 dicembre, ore 19.45 incontro con Tomas Netopil e Nicola Gallino

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I ConCertI 2007•2008

Tomas NeTopil

direttore

silvia ColombiNi

soprano

oTokar kleiN

tenore

romaN Trekel

baritono

Claudio mariNo moreTTi

maestro del coro

Claudio FeNoglio

maestro del coro di voci bianche

orChesTra e Coro del TeaTro regio

Coro di voci bianche del Teatro Regio e del Conservatorio “Giuseppe Verdi”

Teatro RegioSabato 29 dicembre 2007 ore 20.30Domenica 30 dicembre 2007 ore 15Lunedì 31 dicembre 2007 ore 17.30Prima della musica - 29 dicembre, ore 19.45 incontro con Tomas Netopil e Nicola Gallino

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Carl orFF

(1895-1982)

Carmina Burana Cantoribus et choris cantandae comitantibus instrumentibus atque imaginibus magicis (1937)

[I Canti di Benediktbeuern Per soli, coro, orchestra e raffigurazioni magiche]

Fortuna imperatrix mundi 1. O Fortuna 2. Fortune plango vulnera

I. Primo vere 3. Veris leta facies 4. Omnia Sol temperat 5. Ecce gratum

Uf dem Anger 6. Tanz 7. Floret silva nobilis 8. Chramer, gip die varwe mir 9. Reie Swaz hie gat umbe Chume, chum geselle min Swaz hie gat umbe 10. Were diu werlt alle min

II. In taberna 11. Estuans interius 12. Olim lacus colueram 13. Ego sum abbas 14. In taberna quando sumus

III. Cour d’amours 15. Amor volat undique 16. Dies, nox et omnia 17. Stetit puella 18. Circa mea pectora 19. Si puer cum puellula 20. Veni, veni, venias 21. In trutina 22. Tempus est iocundum 23. Dulcissime

Blanziflor et Helena 24. Ave formosissima

Fortuna imperatrix mundi 25. O Fortuna

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Carl orFF

Carmina Burana

Era il 1847 quando Johann Andreas Schmeller, bibliotecario alla corte dell’Elettore a Monaco di Baviera, pubblicò sotto il titolo di sua invenzione Carmina Burana una raccolta

di testi poetici medievali il cui manoscritto era stato rinvenuto nel 1803 presso la Bura Sancti Benedicti, l’abbazia benedettina di Benediktbeuern, sulle Alpi bavaresi, fondata da San Bonifacio nell’VIII secolo. Il codice, che era giunto a Monaco in seguito alla secolarizzazione dei monasteri voluta da Napoleone, vi è custodito tuttora nella Biblioteca di Stato sotto la denominazione di Codex latinus 4660 e raccoglie 327 componimenti poetici in 112 fogli di pergamena decorati con otto miniature. I testi, 55 dei quali recano scarne indicazioni musicali sotto forma di neumi in campo aperto, risalgono per lo più al XII e all’inizio del XIII secolo e furono copiati con ogni probabilità fra il 1220 e il 1250. Redatti in mediolatino e per circa un quinto in dialetti tedeschi e francesi, i Carmina Burana costituiscono una fonte di eccezionale importanza sull’attività poetica e sul mondo culturale dei goliardi o clerici vagantes, il cui mito moderno prese le mosse proprio dalla benemerita pubblicazione di Schmeller. Il rovescio di questa medaglia, per noi che viviamo nell’epoca della semplificazione mediatica, è che a 160 anni di distanza da quella edizione il mito dei goliardi è ancora oggetto di luoghi comuni e approssimazioni tardoromantiche (sia detto per inciso: l’Italia non possiede ancora un’edizione critica completa dei Carmina Burana, mentre la DTV di Monaco la pubblica anche in formato tascabile). L’indubbia forza ora polemica verso le istituzioni civili e religiose, ora dissacrante, ora mondana e sensuale che emana da molte rime goliardiche, viene spesso ridotta a una sorta di ribellione spontaneistica e anarcoide alle rigide strutture di potere del medioevo. Più raramente essa viene letta nel contesto che le è proprio, quello di una severa critica intellettuale che, sia pure sferzante, rimane all’interno delle istituzioni del tempo, anche e soprattutto ecclesiastiche, e ne caldeggia il rinnovamento abbracciando le istanze di rinascita (autonomia dal potere politico, purezza evangelica) formulate dalla grande riforma di Gregorio VII e culminate durante il pontificato di Innocenzo III (1198-1216). Perfino l’accettazione dell’amore terreno e carnale, tanto celebrato nei Carmina Burana e opposto a quello tutto idealizzato della lirica cortese, non è un fatto di mera esuberanza giovanile, ma si lega a talune concezioni agostiniane e a una nuova filosofia della natura che muovendo dalla scuola di Chartres giunge fino ad Abelardo (è proprio lui il padre dei “goliardi”, dopo che Bernardo di Chiaravalle in una celebre invettiva ebbe a designarlo come «il nuovo Golia»). Non è vero neppure che la poesia dei vagantes sia un fatto anonimo e collettivo. Al contrario essa, originata nelle scuole annesse alle cattedrali, coinvolge nelle nascenti università molti maestri del tempo. L’impossibilità di identificare tutti gli autori (se ne conoscono alcuni come Gualtiero di Châtillon, Ugo d’Orléans, Pietro di Blois) dipende dal fatto che spesso essi non venivano indicati perché ciò era ritenuto superfluo data la loro fama universale. Alla luce di queste premesse, il mondo rovesciato dei clerici vagantes smette di essere un contromedioevo spensierato e burlesco e diventa ciò che è: una visione coscientemente critica e tragica sui destini dell’uomo. Così, per limitarci solo agli esempi più vistosi, la figura della dea Fortuna è metafora di una volontà superiore e imperscrutabile, quella divina, cui l’uomo non dovrebbe mai tentare di anteporre se stesso; l’osteria è il luogo in cui la rigida divisione medievale delle classi sociali salta e lascia il posto a nuovi rapporti umani fondati sull’uguaglianza; la parodia di motivi sacri non nega ma piuttosto rilancia, col beneficio della critica, un sistema riconosciuto di valori.

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Carl Orff, che nel dialogo col passato ebbe sempre la sua ragione creativa più intima, scoprì per puro caso il libro di Schmeller in un catalogo d’antiquariato. Lo ordinò subito e quando l’ebbe tra le mani, il giovedì santo del 1934, ne rimase talmente «sopraffatto» che compose di getto nello stesso giorno parte dei primi due cori. La cernita dei testi da utilizzare per quella che andava delineandosi come un’«azione scenica» fu poi un processo lungo e laborioso nel quale egli si avvalse della dotta collaborazione dell’amico Michel Hofmann, archivista a Bamberg. Il carteggio Orff-Hofmann (ed. Schneider, Tutzing, 1990), del quale abbiamo tenuto conto nella versione italiana dei testi che qui presentiamo, è tuttora una miniera di informazioni sulla genesi dell’opera, tanto più ove si consideri che Orff, non disponendo se non dell’edizione Schmeller (l’edizione critica moderna è stata ultimata solo nel 1970) dovette districarsi tra innumerevoli problemi di critica testuale che lo Schmeller lasciava aperti. Talvolta accade ad esempio che la sua interpretazione di oscure espressioni vetero tedesche risulti perfino capovolta rispetto alle successive acquisizioni della filologia. Un mito da sfatare sui Carmina Burana di Orff è quello, inspiegabilmente ripetuto fino alla noia, che si tratti di una «curiosa realizzazione [incapace di] costituire una via» anche per lo stesso autore (M. Mila). Un simile giudizio, accettabile settant’anni fa, oggi non regge all’esame dell’intero arco creativo di Orff e all’evoluzione della sua particolare drammaturgia fondata sui valori fonetici, ritmici ed evocativi della parola (si veda al riguardo il documentatissimo Carl Orff di Alberto Fassone, LIM, Lucca, 1994). Non solo la teatralità che Orff cercava fin dalle opere giovanili, ma la sua stessa attività didattica precedente ai Carmina Burana, con la messa a punto di una elementare musik nello Schulwerk, si riverseranno con forza nelle tecniche e nel linguaggio dei Carmina per poi proseguire di lì il loro cammino. Dal punto di vista delle scelte linguistiche, negli anni Trenta Orff è un musicista che, in linea col suo tempo, vede nella tonalità uno strumento ormai giunto all’apice della perfezione e non crede alla possibilità di un suo ulteriore sviluppo in direzione cromatica. Accetta invece come scommessa sperimentale la via opposta, quella di un nuovo diatonismo dalla semplificazione icastica e iterativa, i cui tratti più esteriori giungeranno fino alla minimal music di fine Novecento. La sintassi di Orff tende, in altre parole, a rifiutare gli stessi germi storici della dissoluzione tonale (il cromatismo, la modulazione, il contrappunto, lo sviluppo) per concentrarsi altrove: sull’organizzazione degli impulsi vitali del ritmo, sui poteri incantatorii del motivo breve, inciso e ripetuto, sulla forza di suggestione dell’armonia immota. Con i mezzi di questa ricercata elementarità Orff edifica un mondo poetico e teatrale tutt’altro che elementare, ricco e inedito nei temi e nei modi e permeato di sincera passione umanistica. Ma soprattutto un linguaggio drammatico destinato ad evolversi, dopo i Carmina Burana, nel theatrum mundi d’impronta bavarese delle sue opere successive (Der Mond [La luna], 1938; Die Kluge [La saggia], 1942) e a radicalizzarsi fino all’estrema astrazione delle sue opere tarde, in cui la ricerca sulle potenzialità della parola si estende al mondo della tragedia greca (Antigonae, 1949; Oedipus der Tyrann, 1957; Promethéus, 1968). Fin dal loro esordio, a Francoforte l’8 giugno 1937, i Carmina Burana di Orff hanno conosciuto un enorme successo di pubblico. (Va però ricordato che Herbert Gerigk, il critico più autorevole della Germania hitleriana, stroncò violentemente il lavoro, né fu quello l’ultimo atto ostile di un regime che ebbe sempre in sospetto la figura indocile dell’artista Orff). La ‘semplicità’ di linguaggio con cui il maestro bavarese ricrea musicalmente un medioevo di pura fantasia, aveva colto nel segno. Nei fatti essa è tuttavia una falsa semplicità, tra le invenzioni anzi più costruite e stratificate di tutto il Novecento storico. Senza addentrarci qui nelle pieghe

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della concezione drammaturgica di Orff, che si rifà al teathrum emblematicum del barocco e concepisce le imagines magicae immanenti al testo come raffigurazioni emblematiche che la musica ha il compito di svelare e interpretare, bastano pochi esempi per osservare come nella partitura dei Carmina ogni riuscita espressiva è sempre il frutto di un artificio assai meno scontato nella sua fattura musicale di quanto non sia nella immediata chiarezza del risultato percettivo. Nel coro iniziale O Fortuna l’impulso ternario del coro contrasta con quello binario dell’ostinato strumentale, sfociando in una polimetria tanto inapparente quanto efficace. La differenziazione ritmica, con continui slittamenti dal metro pari a quello dispari, presiede a un gran numero di pagine, in particolare nella sezione Uf dem Anger, dove risuona l’eco di forme di danza della tradizione bavarese. Non meno sorprendente è la timbrica, con effetti ora estranianti (Olim lacus colueram), ora di immateriale levità (Omnia Sol temperat), ora di caldo e avvolgente lirismo (In trutina). L’armonia elude ogni facile restaurazione della tonalità in un gioco di superfici armoniche che trascolorano continuamente dall’ambito tonale a quello modale (Veni, veni, venias; Dies, nox et omnia; Si puer cum puellula). Nel suo lungo arco creativo Orff si è potuto esporre a strali critici di varia consistenza. Mai però, neppure per un attimo, all’accusa di ricalcare senza fantasia modelli preesistenti. Il giudizio di György Ligeti, che alla sua morte volle commemorarlo come «il più significativo drammaturgo musicale contemporaneo», può essere certo discusso, ma difficilmente rovesciato.

Antonio CirignAno

Antonio Cirignano ha compiuto gli studi di musicologia a Bologna sotto la guida di Gino Stefani. Collabora a vari periodici di settore e istituzioni concertistiche. Svolge attività di conferenziere e dal 1999 collabora come critico musicale con il quotidiano «Il Giornale». Coautore di Musica in scena (UTET, Torino, 1995), la nuova storia dello spettacolo musicale diretta da Alberto Basso, ha pubblicato fra l’altro Settembre Musica 1978-1997 (Allemandi, Torino, 1997) e, per il settore scuola del Teatro Regio, il volume “Don Pasquale” di Gaetano Donizetti (Torino, 1998).

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Fortuna imperatrix mundi

1. O Fortuna - Coro

O Fortuna, velut Luna statu variabilis, semper crescis aut decrescis; vita detestabilis nunc obdurat et tunc curat ludo mentis aciem, egestatem, potestatem dissolvit ut glaciem.

Sors immanis et inanis, rota tu volubilis, status malus, vana salus semper dissolubilis, obumbrata et velata michi quoque niteris; nunc per ludum dorsum nudum fero tui sceleris.

Sors salutis et virtutis michi nunc contraria est affectus et defectus semper in angaria. Hac in hora sine mora corde pulsum tangite; quod per sortem sternit fortem, mecum omnes plangite!

2. Fortune plango vulnera - Coro

Fortune plango vulnera stillantibus ocellis, quod sua michi munera subtrahit rebellis. Verum est, quod legitur fronte capillata, sed plerumque sequitur Occasio calvata.

In Fortune solio sederam elatus, prosperitatis vario flore coronatus; quicquid enim florui felix et beatus, nunc a summo corrui gloria privatus.

Fortune rota volvitur: descendo minoratus; alter in altum tollitur nimis exaltatus rex sedet in vertice caveat ruinam! nam sub axe legimus Hecubam reginam.

I. Primo vere

3. Veris leta facies - Coro piccolo

Veris leta facies mundo propinatur, hiemalis acies victa iam fugatur. in vestitu vario Flora principatur, nemorum dulcisono que cantu celebratur.

Flore fusus gremio Phebus novo more risum dat, hoc vario iam stipate flore. Zephyrus nectareo spirans in odore; certatim pro bravio curramus in amore.

Cytharizat cantico dulcis Philomena,flore rident vario prata iam serena,salit cetus avium silve per amena, chorus promit virginum iam gaudia millena.

Fortuna imperatrice del mondo

1. O Fortuna

O Fortuna, incostante come la luna,cresci e cali senza quiete. E così questa esecrabile vita ora ottunde ed ora sveglia la mente, in un gioco dove miseria e potere si sciolgono come neve.

Tu, sorte immensa e sciocca, incerta banderuola,vero affanno e illusoria salvezza sempre sfuggente, occulta e camuffata, tu sovrasti anche me, bastonato dalle tue bizze sulla nuda schiena.

La sorte benigna e virtuosa mi è ostile,tribolazioni e rinunce mi tormentano.Senza esitare, dunque, con ardore date voce agli strumenti: al caso soccombono i forti! Piangete con me quanti siete!

2. Piango gli schiaffi della Sorte

Piango gli schiaffi della Sorte con occhi gonfi di lacrime, poiché cocciuta continua a negarmi i suoi doni. È proprio vero quel che si legge: pelosa davanti, ma al momento buono la scopri pelata di dietro.

Sul trono di Fortuna ci stavo con orgoglio,inghirlandato dai fiori del successo.Prosperavo al colmo della gioia e del piacere,e ora eccomi qua, precipitato ingloriosamente.

La ruota di Fortuna non si ferma: cado sempre più in basso, mentre un altro sale in cima esaltato da tutti. Un re siede sul trono? Attento a non cadere!, rischia la fine di Ecuba, sventurata regina.

I. Primavera

3. Il sorriso di Primavera

Il sorriso di Primavera si dona al mondo,le truppe invernali, sconfitte, si disperdono.Nella sua veste sontuosa Flora trionfa,acclamata dalla dolce armonia delle selve.

Dal grembo di lei Febo, il sole, torna a risplendere. Sazio d’ogni fiore, d’ogni aroma, Zefiro spira tra profumi di nettare.Facciamo a gara per il premio d’amore!

Dolcemente l’usignolo intona sulla cetra il suo canto, di mille fiori ridono i prati ormai sereni.Gli uccelli volteggiano a frotte tra le bellezze dei boschi, il coro delle vergini annuncia gioie innumerabili.

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4. Omnia Sol temperat - Solo per Baritono

Omnia Sol temperat purus et subtilis, novo mundo reserat faciem Aprilis; ad Amorem properat animus herilis, et iocundis imperat deus puerilis.

Rerum tanta novitas in sollemni vere et veris auctoritas iubet nos gaudere, vias prebet solitas, et in tuo vere fides est et probitas tuum retinere.

Ama me fideliter!, fidem meam nota: de corde totaliter et ex mente tota sum presentialiter absens in remota. quisquis amat taliter, volvitur in rota.

5. Ecce gratum - Coro

Ecce gratum et optatum Ver reducit gaudia:purpuratum floret pratum, Sol serenat omnia. Iam iam cedant tristia! Estas redit, nunc recedit Hyemis sevitia.

Iam liquescit et decrescit grando, nix et cetera; bruma fugit, et iam sugit Ver Estatis ubera; illi mens est misera, qui nec vivit, nec lascivit sub Estatis dextera!

Gloriantur et letantur in melle dulcedinis, qui conantur, ut utantur premio Cupidinis; simus iussu Cypridis gloriantes et letantes pares esse Paridis.

Uf dem Anger

6. Tanz

7. Floret silva nobilis - Coro

Floret silva nobilis floribus et foliis. Ubi est antiquus meus amicus? hinc equitavit! eia! quis me amabit? Floret silva undique, nach mime gesellen ist mir wê.

Gruonet der walt allenthalben, wâ ist min geselle alse lange? der ist geriten hinnen, owî, wer sol mich minnen?

8. Chramer, gip die varwe mir - Soli (Soprani) e Coro

Chramer, gip die varwe mir, die min wengel roete, da mit ich die jungen man an ir dank der minnenliebe noete.

4. Il Sole ritempra ogni creatura

Il Sole ritempra ogni creatura limpido e leggero,un mondo nuovo si schiude allo sguardo d’Aprile.Lo spirito gentile inclina all’Amore e sugli uomini resi felici regna il dio bambino.

Tanta freschezza di cose nella stagione solenne,il potere stesso della primavera ci ordina di goderee ci suggerisce le vie ben note. Ma nella tua primavera è giusto e saggio che tu rimanga stretto a chi ami.

Amami lealmente! Guarda la mia fedeltà:con tutto il cuore e con tutta la menteti sono vicino anche se vivo lontano.Chi ama così accetta tutti i rischi della sorte.

5. Ecco, la diletta

Ecco, la diletta e tanto attesa Primavera ci riporta la gioia, i prati sono un manto fiorito di porpora, il Sole rasserena

[ogni cosa. Bando alle tristezze! Torna l’estate, i rigori dell’Inverno si allontanano.

Già si scioglie e svanisce il ghiaccio, la neve, tutto. Le nebbie dissolvono, mentre Primavera succhia al seno d’Estate. Meschino colui che non rivive e non si lascia andare in balia dell’Estate!

Si esalta e gode dolcezze di miele chi, dopo tante premure, vede infine ricambiato l’amore.Dobbiamo esser fieri di essere agli ordini di Venere e felici di essere buoni amanti come Paride.

Sulla piazza

6. Danza

7. Splendida rifiorisce la selva

Splendida rifiorisce la selva di fiori e di foglie.Dov’è il mio amico di un tempo?È partito al galoppo!, ahimè, chi mi amerà adesso?Da ogni parte rinverdisce il bosco,proprio ora che il mio amato è lontano.

Da ogni parte rinverdisce il bosco,perché il mio amato non è qui?Se n’è andato al galoppo,ahimè, chi mi amerà adesso?

8. Mercante, dammi del colore

Mercante, dammi del coloreper tingere le mie guance di rosso,così che i giovanottinon possano resistermi e mi amino.

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Seht mich an, jungen man! lat mich iu gevallen!

Minnet, tugentliche man, minnecliche frouwen! minne tuot iu hoch gemuot unde lat iuch in hohen eren schouwen.

Seht mich an, (ecc.)

Wol dir, Werlt, daz du bist also freudenriche! ich wil dir sin undertan durch din liebe immer sicherliche.

Seht mich an, (ecc.)

9. Reie

Swaz hie gat umbe - Coro

Swaz hie gat umbe, daz sint allez megede die wellent ân man allen disen sumer gan!

Chume, chum, geselle min - Coro piccolo

Chume, chum, geselle min, ih enbite harte din, Suzer roservarwer munt,chum uñ mache mich gesunt,

Swaz hie gat umbe - Coro

Swaz hie gat umbe, (ecc.)

10. Were diu werlt alle min - Coro

Were diu werlt alle min von deme mere unze an den Rin, des wolt ih mih darben, daz diu chünegin von Engellant lege an minen armen.

II. In taberna

11. Estuans interius - Solo per Baritono

Estuans interius ira vehementi in amaritudine loquor mee menti: factus de materia, cinis elementi, similis sum folio, de quo ludunt venti.

Cum sit enim proprium viro sapienti supra petram ponere sedem fundamenti, stultus ego comparor fluvio labenti, sub eodem tramite nunquam permanenti.

Feror ego veluti sine nauta navis, ut per vias aeris vaga fertur avis; non me tenent vincula, non me tenet clavis, quero mihi similes, et adiungor pravis.

Su, guardatemi ragazzi!Voglio piacervi!

E voi, uomini di valore,amate le donne più attraenti!L’amore vi esaltae vi darà grandi onori.

Su, guardatemi (ecc.)

Salve, o mondo così ricco di gioie!A te voglio restare sottomessa,per essere sempre sicura del tuo amore.

Su, guardatemi (ecc.)

9. Girotondo

Quelle che ballano

Quelle che ballano qua in giro sono tutte ragazzine che non hanno nessuna intenzione di passare l’estate da sole!

Vieni, vieni compagno mio

Vieni, vieni compagno mio, è tanto che ti aspetto!Dolce bocca di rosa,vieni e guarisci le mie pene.

Quelle che ballano

Quelle che ballano (ecc.)

10. Se il mondo fosse mio

Se il mondo fosse mio, tutto miodall’oceano fino al Reno,ebbene, non ci penserei due volte: lo darei via tutto intero pur di avere la regina d’Inghilterra tra le mie braccia.

II. Nella taverna

11. Mi brucia dentro

Mi brucia dentro la rabbiae a me stesso lo ripeto con disgusto:fatto come sono di cenere e sporcizia,mi sento come una foglia con cui gioca il vento.

Mentre infatti è proprio del saggiocostruire sulla roccia solide fondamenta,io, balordo, sono come un fiume in pienache non rimane mai nel proprio letto.

Vado alla deriva come una nave senza timoniere,come un uccello smarrito per le vie del cielo.Non c’è catena che mi leghi né chiave che mi rinchiuda, cerco chi mi è simile, e così finisco in pessime compagnie.

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Mihi cordis gravitas res videtur gravis; iocus est amabilis dulciorque favis; quicquid Venus imperat, labor est suavis, que nunquam in cordibus habitat ignavis.

Via lata gradior more iuventutis, inplicor et vitiis immemor virtutis, voluptatis avidus magis quam salutis, mortuus in anima curam gero cutis.

12. Olim lacus colueram Solo per Tenore e Coro (Tenori e Bassi)

Olim lacus colueram, olim pulcher extiteram, dum cignus ego fueram.

Miser, miser! modo niger et ustus fortiter!

Girat, regirat garcifer; me rogus urit fortiter: propinat me nunc dapifer,

Miser, miser! (ecc.)

Nunc in scutella iaceo, et volitare nequeo, dentes frendentes video:

Miser, miser! (ecc.)

13. Ego sum abbas Solo per Baritono e Coro (Tenori e Bassi)

Ego sum abbas Cucaniensis. et consilium meum est cum bibulis, et in secta Decii voluntas mea’stet qui mane me quesierit in taberna post vesperam nudus egredietur, et sic denudatus veste clamabit: Wafna! Wafna! quid fecisti sors turpissima? Nostre vite gaudia abstulisti omnia! Ha ha!

14. In taberna quando sumus - Coro (Tenori e Bassi)

In taberna quando sumus, non curamus quid sit humus, sed ad ludum properamus, cui semper insudamus.Quid agatur in taberna, ubi nummus est pincerna, hoc est opus ut queratur, si quid loquar, audiatur.

Quidam ludunt, quidam bibunt, quidam indiscrete vivunt. Sed in ludo qui morantur, ex his quidam denudantur, quidam ibi vestiuntur, quidam saccis induuntur. Ibi nullus timet mortem, sed pro Baccho mittunt sortem:

Primo pro nummata vini, ex hac bibunt libertini; semel bibunt pro captivis, post hec bibunt ter pro vivis,

La rettitudine del cuore? La vedo molto dura!,il gioco invece mi attira più del miele.Qualunque fatica è dolce se la ordina Venere,che però non abita mai nel cuore dei codardi.

Seguo la via più facile come in gioventù,mi impantano nei vizi e della virtù me ne scordo. Sono più ingordo di piacere che di salvezza:sono morto nell’anima, penso solo alla pellaccia.

12. Una volta abitavo sui laghi

Una volta abitavo sui laghi,ero bello a quel tempo,quand’ero ancora cigno.

Povero me! povero me! Adesso sono tutto nero e rosolato!

Lo sguattero mi gira e mi rigira,la fiamma mi brucia crudele,l’oste mi serve in tavola.

Povero me! (ecc.)

Ora sono bell’e steso in un vassoio,altro che volare!,vedo solo denti che sgranocchiano.

Povero me! (ecc.)

13. Sono io l’abate

Sono io l’abate dell’ordine di Cuccagna,la mia confraternita è fatta di ubriaconie appartengo alla setta di Decio, il dio del gioco dei dadi.Chi verrà a cercarmi in taverna la mattinane uscirà la sera spennato vivo, sbraitando:Wafna! Wafna! Che mi hai combinato, destino infame?Ti sei portato via tutte le gioie della vita!

14. Quando siamo alla taverna

Quando siamo alla taverna non vogliamo seccature,siamo intenti solo al gioco, trepidanti e concentrati.Come girano le cose in taverna, dove i soldi si cambiano in vino, è giusto che si sappia. Statemi a sentire.

C’è chi gioca, c’è chi beve, chi si dà alle gozzoviglie.Fra i più assidui giocatori c’è chi perde la camiciae chi invece se la mette, o si veste con un sacco.Alla morte non ci pensa nessuno, pensano solo a vincere da bere.

Il primo bicchiere è per chi paga, cominciano così i viziosi.Poi ne bevono uno per i galeotti e il terzo per i vivi.

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quater pro Christianis cunctis, quinquies pro fidelibus[defunctis,

sexies pro sororibus vanis, septies pro militibus silvanis.

Octies pro fratribus perversis, nonies pro monachis dispersis, decies pro navigantibus, undecies pro discordantibus, duodecies pro penitentibus, tredecies pro iter agentibus. Tam pro papa quam pro rege bibunt omnes sine lege.

Bibit hera, bibit herus, bibit miles, bibit clerus, bibit ille, bibit illa, bibit servus cum ancilla, bibit velox, bibit piger, bibit albus, bibit niger, bibit constans, bibit vagus, bibit rudis, bibit magus.

Bibit pauper et egrotus, bibit exul et ignotus, bibit puer, bibit canus, bibit presul et decanus, bibit soror, bibit frater, bibit anus, bibit mater, bibit iste, bibit ille, bibunt centum, bibunt mille.

Parum sexcente nummate durant, cum immoderate bibunt omnes sine meta, quamvis bibant mente leta; sic nos rodunt omnes gentes, et sic erimus egentes. Qui nos rodunt confundantur et cum iustis non scribantur.

III. Cour d’amours

15. Amor volat undique - Solo per Soprano e Ragazzi

Amor volat undique; captus est libidine.Juvenes, iuvencule coniunguntur merito. Siqua sine socio, caret omni gaudio;tenet noctis infima sub intimo cordis in custodia: fit res amarissima.

16. Dies, nox et omnia - Solo per Baritono

Dies, nox et omnia michi sunt contraria, virginum colloquia me fay planszer oy suvenz suspirer, plu me fay temer.

O sodales, ludite, vos qui scitis dicite, michi mesto parcite, grand ey dolur, attamen consulite per voster honur.

Tua pulchra facies, me fay planszer milies, pectus habet glacies. a remender statim vivus fierem per un baser.

17. Stetit puella - Solo per Soprano

Stetit puella rufa tunica; si quis eam tetigit, tunica crepuit. Eia.

Il quarto per tutti i cristiani, il quinto per i fedeli[defunti,

il sesto per le buone donne, il settimo per i briganti.

E otto per i frati corrotti, e nove per i monaci sbandati,e dieci per i naviganti, undici per chi è in lite,dodici per i penitenti, tredici per chi è in viaggio.Per il papa o per il re, bevono tutti senza regola.

Beve la dama, beve il signore, beve il soldato, beve il chierico,beve questo e beve quella, beve il servo con l’ancella,beve il lesto, beve il pigro, beve il bianco, beve il nero,beve il deciso, beve l’indeciso, beve l’ignorante e beve il dotto.

Beve il povero e il malato, l’esule e lo sconosciuto,beve il giovane, beve il vecchio, beve il vescovo e il decano,beve la sorella, beve il fratello, beve la vecchietta, beve la madre,beve questa, beve quello, bevono cento, bevono mille.

Durano ben poco seicento denari, quando tutti esageranobevendo senza limiti, anche se lo fanno con le migliori intenzioni.E così tutti ci criticano, e noi diventiamo sempre più poveri.Chi sparla di noi vada all’inferno e non sia chiamato fra i giusti.

III. Corte d’amore

15. L’amore è nell’aria

L’amore è nell’aria ovunque, schiavo del desiderio.Ragazzi e ragazze inevitabilmente si uniscono.Se una resta sola non ha più alcuna gioia,e nel profondo della notte se ne struggein cuor suo. Tristissima cosa!

16. Il giorno, la notte, tutto

Il giorno, la notte, tutto è contro di me.Il confabulare delle fanciulle mi fa piangeree sospirare, mi dà il batticuore.

Amici miei, scherzateci pure, parlate voi che sapete,ma abbiate pietà di me e del mio dolore,consigliatemi, per il vostro onore!

Il tuo bel viso mi fa piangere mille volte,perché hai il cuore di ghiaccio. Oh, tornereia rivivere all’istante se tu mi dessi un bacio.

17. Stava lì immobile una fanciulla

Stava lì immobile una fanciulla di rosso vestita.A sfiorarla potevi sentire il fremito di quella veste leggera.Eia.

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Stetit puella tamquam rosula; facie splenduit, os eius floruit. Eia.

18. Circa mea pectora - Solo per Baritono e Coro

Circa mea pectora multa sunt suspiria de tua pulchritudine, que me ledunt misere.

Mandaliet, mandaliet, min geselle chomet niet!

Tui lucent oculi sicut solis radii, sicut splendor fulguris lucem donat tenebris.

Mandaliet, (ecc.)

Vellet deus, vellent dii, quod mente proposui: ut eius virginea reserassem vincula.

Mandaliet, (ecc.)

19. Si puer cum puellulaSoli (3 Tenori, Baritono, 2 Bassi)

Si puer cum puellula moraretur in cellula, Felix coniunctio. Amore suscrescente, pariter e medio avulso procul tedio, fit ludus ineffabilis membris, lacertis, labiis.

20. Veni, veni, venias - Coro doppio

Veni, veni, venias, ne me mori facias, hyrca, hyrca, nazaza, trillirivos!

Pulchra tibi facies, oculorum acies, capillorum series, o quam clara species!

Rosa rubicundior, lilio candidior, omnibus formosior, semper in te glorior!

21. In trutina - Solo per Soprano

In trutina mentis dubia fluctuant contraria lascivus amor et pudicitia. Sed eligo quod video, collum iugo prebeo; ad iugum tamen suave transeo.

22. Tempus est iocundum Soli per Soprano e Baritono, Coro e Ragazzi

Tempus est iocundum, o virgines, modo congaudete vos iuvenes.

Stava lì immobile la fanciulla, come una piccola rosa.Il suo viso splendeva e la bocca era in fiore.Eia.

18. Il mio cuore è assediato

Il mio cuore è assediato dai sospiriper la tua bellezza, che mi consuma.

Mandaliet, mandaliet, ma l’amato non si vede!

I tuoi occhi brillano come i raggi del sole,come il bagliore della folgore che rischiara le tenebre.

Mandaliet, (ecc.)

Voglia il cielo, vogliano gli dei concedermi quel che desidero: sciogliere il sigillo della sua verginità.

Mandaliet, (ecc.)

19. Se un giovane e una giovane

Se un giovane e una giovane si attardano in una stanzetta,felice combinazione! L’amore si moltiplicae allo stesso tempo scompare tra loro ogni traccia di noia.Non si può descrivere: è tutto un gioco di membra,

[di braccia, di labbra.

20. Vieni, presto, vieni

Vieni, presto, vieni, non farmi morire!hyrca, hyrca, nazaza, trillirivos!

Incantevole è il tuo viso, seducente lo sguardoe l’onda dei tuoi capelli. Oh, che spettacolo sei!

Più rosea della rosa, più candida del giglio,stupenda più di tutte. Sarai sempre il mio vanto!

21. Sulla bilancia

Sulla bilancia dell’anima ondeggiano contrappostiil desiderio e la purezza.Alla fine scelgo ciò che posso vedere, e piego il collo al giogo.Ma è un giogo assai dolce quello a cui mi arrendo.

22. Lieta è la stagione

Lieta è la stagione, o vergini,gioite tutti insieme, o giovani.

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Oh, oh, totus floreo! Iam amore virginali totus ardeo, novus, novus amor est, quo pereo!

Mea me confortat promissio, mea me deportat negatio.

Oh, oh, (ecc.)

Tempore brumali vir patiens, animo vernali lasciviens.

Oh, oh, (ecc.)

Mea mecum ludit virginitas, mea me detrudit simplicitas.

Oh, oh, (ecc.)

Veni, domicella, cum gaudio, veni, veni, pulchra, iam pereo.

Oh, oh, (ecc.)

23. Dulcissime - Solo per Soprano

Dulcissime, ah totam tibi subdo me!

Blanziflor et Helena

24. Ave formosissima - Coro

Ave formosissima, gemma pretiosa, ave decus virginum, virgo gloriosa, ave mundi luminar, ave mundi rosa, Blanziflor et Helena, Venus generosa!

Fortuna imperatrix mundi

25. O Fortuna - Coro

O Fortuna, velut Luna statu variabilis, semper crescis aut decrescis; vita detestabilis nunc obdurat et tunc curat ludo mentis aciem, egestatem, potestatem dissolvit ut glaciem.

Sors immanis et inanis, rota tu volubilis, status malus, vana salus semper dissolubilis, obumbrata et velata michi quoque niteris; nunc per ludum dorsum nudum fero tui sceleris.

Sors salutis et virtutis michi nunc contraria est affectus et defectus semper in angaria. Hac in hora sine mora corde pulsum tangite; quod per sortem sternit fortem, mecum omnes plangite!

Oh, mi sento rifiorire!Ardo già d’amore per una fanciulla,è questo nuovo amore che mi fa morire!

Ciò che ho promesso mi rende più forte,che tristezza quando devo dire di no!

Oh, oh, (ecc.)

D’inverno l’uomo è flemmatico,ma la primavera risveglia i sensi.

Oh, oh, (ecc.)

La mia verginità mi stuzzica,ma l’innocenza mi trattiene.

Oh, oh, (ecc.)

Vieni, mia piccola tiranna, sorridi,vieni, mia bella, mi fai morire!

Oh, oh, (ecc.)

23. Dolcissimo

Dolcissimo, a te mi abbandono con tutta me stessa!

Biancofiore ed Elena

24. Salve, bellissima

Salve, bellissima, gemma preziosa,salve, perla tra le fanciulle, vergine gloriosa,luce dell’umanità, rosa del mondo intero,Biancofiore ed Elena, Venere generosa!

Fortuna imperatrice del mondo

25. O Fortuna

O Fortuna, incostante come la luna,cresci e cali senza quiete. E così questa esecrabile vita ora ottunde ed ora sveglia la mente, in un gioco dove miseria e potere si sciolgono come neve.

Tu, sorte immensa e sciocca, incerta banderuola,vero affanno e illusoria salvezza sempre sfuggente, occulta e camuffata, tu sovrasti anche me, bastonato dalle tue bizze sulla nuda schiena.

La sorte benigna e virtuosa mi è ostile,tribolazioni e rinunce mi tormentano.Senza esitare, dunque, con ardore date voce agli strumenti: al caso soccombono i forti! Piangete con me quanti siete!

Traduzione di Antonio Cirignano (2007)

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Tomas Netopil, nato in Moravia, studia violino e direzione d’orchestra all’Accademia di musica di Praga e successivamente alla Scuola superiore reale di musica di Stoccolma, nella classe del leggendario maestro Jorma Panula. È finalista al Concorso della primavera di Praga 2000 nonché al 10° Concorso della televisione ungherese 2002, anno in cui risulta anche vincitore del Concorso internazionale ‘Sir Georg Solti’, affermazione che gli apre le porte di una eccezionale carriera, fondata sulle sue non usuali qualità musicali, artistiche e umane.Dopo il debutto a Tokyo con l’Orchestra NHK e un acclamatissimo concerto con la Staatskapelle di Dresda, nella stagione corrente Tomas Netopil, trentaduenne, dirige per la prima volta orchestre importanti quali la Suisse Romande, la National du Capitole Toulouse, l’Orchestra Nazionale della Rai Torino, la Filarmonica Ceca, la BBC Philharmonic, la Filarmonica di Montecarlo, la Sydney Symphony, la Filarmonica Reale Fiamminga, la Filarmonica Toscanini, l’Orchestra del Teatro Nazionale di Praga nel concerto celebrativo dei 250 anni del teatro, nonché nel concerto dedicato a Mozart nella ricorrenza della morte. Nell’ambito del Festival dell’opera è scritturato al Teatro Nazionale di Monaco di Baviera per il nuovo allestimento dell’opera di Ferruccio Busoni Doktor Faust, dirige inoltre la nuova produzione di Le nozze di Figaro al Palau de la Musica di Valencia e con la stessa opera si presenta al pubblico della Semper Oper di Dresda. Chiamato da Zubin Mehta, dirigerà una considerevole serie di concerti alla guida della Filarmonica d’Israele.La scorsa stagione ha segnato il debutto alla Deutsche Oper di Berlino con Carmina Burana in versione scenica, ospite anche del Festival de Radio France a Montpellier, nonché con orchestre di grande prestigio internazionale, quali la Staatskapelle di Dresda, la Filarmonica reale di Stoccolma, l’Orchestra sinfonica NHK di Tokyo. Nelle stagioni precedenti ha diretto la London Philharmonic Orchestra, la Filarmonica di Oslo, l’Orchestra nazionale di Stoccarda e prestigiose produzioni liriche quali Così fan tutte e Le nozze di Figaro al Carlo Felice di Genova, Il ratto dal serraglio al Regio di Torino, Lucio Silla alla Fenice di Venezia, La volpe astuta a Siviglia. Ulteriori appuntamenti di prestigio sono stati i concerti con l’Orchestra della Tonhalle di Zurigo, la Staatskapelle di Weimar, l’Orchestra del Carlo Felice, del Regio di Parma, del Teatro del Maggio Musicale Fiorentino (con il pianista Aldo Ciccolini), la Filarmonica della Scala, l’Orchestra dell’Accademia di Santa Cecilia, l’Orchestra MDR di Lipsia e la Filarmonica Slovacca.

Il giovane soprano Silvia Colombini proviene da una famiglia di musicisti: è infatti nipote del compositore Giancarlo Colombini e può vantare tra i suoi avi i cantanti Roberto Stagno, Giuseppe Bellantoni e il celebre baritono di Puccini Edoardo Camera. Diplomata in violino, ha collaborato, tra le altre, con l’orchestra ‘Clara Schumann’ (prima orchestra femminile italiana) per poi passare alla lirica. Vincitrice di tre concorsi internazionali debutta a Vienna nel 1999 nella parte di Adele ne Il pipistrello di Johann Strauss nella tradizionale recita di Capodanno. Questo ruolo le apre le porte dei teatri di tradizione tedesca e le offre la possibilità di partecipare a tournée nei più famosi teatri giapponesi. Specializzata nel repertorio belcantistico, tedesco e in musica contemporanea, nel 2003 è ingaggiata dal Festival di Salisburgo per Elena egiziaca di Richard Strauss, dopo aver debuttato in Italia al Teatro Regio di Torino per il ruolo di Cordelia in Lear di Aribert Reimann (regia di Luca Ronconi, 2001). Successivamente è all’Arena di Verona, al Teatro Massimo di Palermo e al Bellini di Catania. Ha interpretato, tra gli altri, i ruoli di Norina (Don Pasquale), Gilda (Rigoletto), Susanna (Le nozze di Figaro), Adina (L’elisir d’amore), la regina della notte (Il

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flauto magico), Gretel (Hänsel und Gretel). Nell’anno delle commemorazioni mozartiane ha interpretato con grande successo il ruolo di Elisa in Il re pastore al Théâtre de la Monnaie di Bruxelles, al Teatro del Lussemburgo, al Sociale di Como e al Fraschini di Pavia, il ruolo di Blonde (Il ratto dal serraglio) nelle tre nuove produzioni del Petruzzelli di Bari, del Regio di Torino e dell’Opera di Palma de Mallorca. Nel 2006 ha inaugurato la stagione del São Carlos di Lisbona (Despina in Così fan tutte con la regia di Mario Martone e la direzione di Donato Renzetti). Nel 2007 è stata la protagonista dell’Elisir d’amore a Tel Aviv con la New Israeli Opera. All’attività operistica affianca quella concertistica (Mitteldeutscher Rundfunk, Rai International, il canale televisivo tedesco VOX, Bruckner Festival Linz, Mehli Mehta Music Foundation, Gewandhaus di Lipsia). Ha cantato alla presenza di Papa Giovanni Paolo II nella Sala Nervi in Vaticano e del Presidente emerito della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi nel tradizionale Concerto di Capodanno del Quirinale trasmesso da Rai Uno e da Radio 3 Rai.

Otokar Klein, ungherese di origine, studia al Conservatorio e all’Accademia di musica di Bratislava nella classe della professoressa Zlatica Livorova, perfezionandosi con Marga Schiml e Paola Molinari. Si esibisce regolarmente nei teatri nazionali di Praga, Budapest, Brno e Bratislava, nei suoi ruoli congeniali di Il barbiere di Siviglia, Cenerentola, La figlia del reggimento, L’italiana in Algeri, L’elisir d’amore, Don Giovanni, La Juive, Il giro di vite. È stato inoltre ospite del Teatro dell’Opera di Vienna, della Semper Oper di Dresda, del Théâtre de la Monnaie di Bruxelles, del Teatro Verdi e del Comunale di Bologna, del San Carlo di Napoli, nonché dei teatri di Amsterdam, Nizza, Tokyo, Colonia e Salisburgo, collaborando con direttori quali Jerzi Semkov, Stefan Soltesz, Oliver Dohnányi, Ondrej Lenárd, Petr Altrichter, Tomas Netopil, János Kovács, Leoš Svárovský, Andrew Parrot, Ralf Weikert, Ricco Saccani, Vladimir Jurovskij, Serge Baudo, Rafael Frühbeck de Burgos, Kazushi Ono. Otokar Klein si dedica con pari impegno al repertorio sinfonico vocale: Stabat Mater di Rossini con la Staatskapelle di Dresda, Stabat Mater di Dvorák con la Filarmonica di Bratislava a Salisburgo e Innsbruck, il Requiem di Mozart in tournée in Francia, Carmina Burana con la Filarmonica di Brno, L’Enfance du Christ con la Filarmonica slovacca di Bratislava.

Il baritono Roman Trekel, nato a Pirna nei pressi di Vresda, ha iniziato a studiare il violino a 7 anni, il flauto diritto a 8 e l’oboe a 9. Dal 1980 al 1986 ha studiato canto alla scuola superiore di musica di Berlino con Heinz Reeh, ricevendo la menzione di «eccellente» all’esame finale. Dal 1986 al 1988 è stato allievo d’opera alla Deutsche Staatsoper di Berlino, divenendo poi membro della compagnia stabile e riscuotendo il suo primo grande successo come Pelléas in una nuova produzione del medesimo Teatro. Professore di canto classico presso la Hochschule für Musik “Hanns Eisler” della capitale tedesca, ha ricevuto vari premi in concorsi internazionali: tra gli altri, il primo premio nel concorso liederistico internazionale “Walter Gruner” a Londra.È molto attivo in ambito concertistico, soprattutto dopo il suo debutto al festival Schubertiade Feldkirch nel 1993, festeggiato dalla stampa come una «rivelazione». Sono seguiti recital alla Alte Oper di Francoforte, alle radio MDR di Lipsia e NDR di Hannover, alla Philharmonie di Colonia, al festival di Schwetzingen e ai Ludwigsburger Schlossfestspiele, alla Wigmore Hall di Londra, al Musikverein di Vienna, a Zurigo, Bruxelles, Atlanta, Chicago, New York. Si è esibito con orchestre come i Berliner Philharmoniker, la Deutsches Symphonieorchester Berlin, la Sinfonieorchester des Mitteldeutschen Rundfunks, la Münchner Philharmoniker, la

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Chicago Symphony Orchestra, la Cleveland Orchestra, la Israel Philharmonic Orchestra. Ha collaborato con direttori d’orchestra quali Claudio Abbado, Eliahu Inbal, Daniel Barenboim, Sir Georg Solti, René Jacobs, Zubin Mehta, Ingo Metzmacher, Helmut Rilling, Kent Nagano, Pierre Boulez, Antonio Pappano, Christian Thielemann e con moltissimi registi quali Philippe Arlaud, Ruth Berghaus, Jonathan Miller, Patrice Chereau. Fra i teatri che l’hanno visto in scena citiamo il Covent Garden, il Maggio Musicale Fiorentino e quelli di Bayreuth, Madrid, Amsterdam, Ginevra, Tokyo, Dresda e Monaco.Roman Trekel ha effettuato le incisioni dell’Orpheus di Telemann e delle Scene e arie per baritono di Siegfried Wagner (entrambe vincitrici del premio Deutsche Schallplattenkritik).

Claudio Marino Moretti ha compiuto gli studi musicali al Conservatorio di Milano conseguendo il diploma di pianoforte nel 1979. Ha suonato in importanti associazioni e teatri quali La Fenice di Venezia, il Festival delle Nazioni di Città di Castello, l’Unione Musicale di Torino, la Sala ‘Giuseppe Verdi’ e la Piccola Scala di Milano; in particolare si è esibito come pianista solista nelle stagioni concertistiche del Teatro Regio di Torino e in sedi decentrate. Dal 1994 al 2002 è stato aiuto maestro del coro del Teatro Regio di Torino, e in qualità di maestro del coro, ha diretto L’Orfeo di Claudio Monteverdi (1996) e Don Pasquale di Donizetti (1998). Nell’ambito delle stagioni operistiche del Regio dal 1995 ha istruito il Coro di voci bianche e dal 1997 è maestro del Coro di voci bianche del Teatro Regio e del Conservatorio ‘G. Verdi’ di Torino, che ha anche diretto in diverse opere e numerosi concerti. Dal Settembre 2002 è direttore del Coro del Teatro Regio.

Claudio Fenoglio è nato a Pinerolo nel 1976, ha studiato presso i Conservatori ‘G. F. Ghedini’ di Cuneo e ‘G. Verdi’ di Torino diplomandosi con il massimo dei voti e la lode in pianoforte, in Musica corale e Direzione di coro e in Composizione. Ha frequentato contemporaneamente numerosi corsi di perfezionamento pianistici, tenuti dai maestri Franco Scala, Andrea Lucchesini, Giovanni Valentini, Gino Ceci e Annamaria Bordin. Ha lavorato presso il Teatro dell’Opera Giocosa di Savona come maestro sostituto nelle opere Il trovatore e La traviata di Giuseppe Verdi. Da anni esercita stabilmente l’attività di Aiuto maestro del coro, inizialmente presso il Teatro Massimo di Palermo, e successivamente presso il Teatro Regio di Torino dove attualmente lavora. Effettua la professione concertistica sia come pianista accompagnatore di cantanti e strumentisti, sia come direttore di gruppi vocali da camera e di piccoli gruppi corali.

L’Orchestra del Teatro Regio è l’erede del complesso fondato alla fine dell’Ottocento da Arturo Toscanini, che ne fu direttore stabile e artistico; dal 1967 è l’Orchestra stabile della Fondazione lirica torinese. Tra gli spettacoli di gran successo dei quali è stata protagonista ricordiamo La Damnation de Faust di Berlioz nell’allestimento di Luca Ronconi, insignito nel 1992 del premio ‘Franco Abbiati’, La bohème di Puccini realizzata nel 1996 in occasione del centenario dell’opera con Pavarotti e Freni (trasmessa anche in diretta televisiva), Assassinio nella cattedrale di Pizzetti con Raimondi, Fedora di Giordano con Freni e Domingo. Nel 2001 ha inoltre eseguito in prima assoluta Carmen 2, Le Retour di Jérôme Savary e in prima italiana Lear di Aribert Reimann (regia di Luca Ronconi); nel 2003, sempre in prima italiana, ha eseguito A Streetcar Named Desire di André Previn (con la regia di Giorgio Gallione). L’Orchestra si è esibita con i direttori e i solisti più celebri del panorama lirico-sinfonico internazionale; in particolare, alla guida del complesso si sono alternati direttori come Roberto

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Abbado, Jurij Ahronovic, Bruno Bartoletti, Semyon Bychkov, Bruno Campanella, Lü Jia, Peter Maag, Daniel Oren, Evelino Pidò, Pinchas Steinberg, Jeffrey Tate e infine Gianandrea Noseda, il cui felice rapporto con l’Orchestra è sfociato nella sua nomina, dal settembre 2007, a Direttore musicale del Teatro Regio. L’Orchestra è stata inoltre partner di grandi compagnie di balletto (tra le quali indimenticabili rimangono quella del Teatro Bol’šoj di Mosca e il Balletto Kirov del Teatro Mariinskij di San Pietroburgo) e protagonista di registrazioni radiotelevisive e di incisioni discografiche. Si è inoltre esibita in numerosi festival e teatri stranieri: alle rappresentazioni di Sly e Zaza a Nizza (2000) è seguita una grande tournée sinfonica in Francia con tappe a Parigi, Tolosa, Tolone e Lione. Conferitogli dalla Società del Quartetto di Vercelli, nel 2000 ha ricevuto il Premio Internazionale ‘Viotti d’Oro’.

Il Coro del Teatro Regio è stato ricostituito nel 1945 dopo che l’incendio del Teatro nel 1936 e il secondo conflitto mondiale ne avevano interrotto l’attività, diventando quindi, nel 1967, Coro stabile dell’Ente lirico torinese. Vanta un organico di circa settantacinque elementi ed è regolarmente impegnato nelle produzioni della Stagione d’Opera, oltre che in un’intensa attività nel circuito regionale per concerti lirico-sinfonici e a cappella e in collaborazioni con altre istituzioni musicali, quali l’Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai e l’Unione Musicale di Torino. Dal 1994 al 2002 è stato diretto dal Maestro Bruno Casoni con il quale ha raggiunto una perfezione stilistica ormai riconosciuta dalla critica nazionale e internazionale, tanto da essere considerato uno dei migliori d’Europa. A dimostrazione di ciò, valga l’esecuzione al Teatro Regio nel maggio 2002 della Messa in si minore di Bach sotto la direzione di Semyon Bychkov, che nel 2007 ha rinnovato la sua stima nei confronti del Coro invitandolo a Colonia per la registrazione della Messa da requiem di Verdi. Dal settembre 2002 la guida del Coro è affidata al Maestro Claudio Marino Moretti.

Nel 2004 i componenti dei complessi artistici del Teatro Regio hanno dato vita a due organismi autonomi, l’Orchestra Filarmonica ’900 e il Coro Filarmonico del Teatro Regio, entrambi attivi in ambito sinfonico-corale.

Coro di voci bianche del Teatro Regio e del Conservatorio ‘Giuseppe Verdi’Il Coro di voci bianche del Teatro Regio e del Conservatorio ‘Giuseppe Verdi’ di Torino è nato alla fine del 1997 dalla collaborazione delle due istituzioni torinesi e da allora è diretto dal Maestro Claudio Marino Moretti. Si è esibito per la prima volta al Regio nel Concerto di Natale del 1997 e poi, nell’anno successivo, nella Turandot con la regia di Zhang Yimou e nello Schiaccianoci di Maurice Béjart, per l’inaugurazione dell’XI edizione di Torinodanza. Dal 1999 si esibisce come formazione autonoma in numerosi concerti realizzati in Regione per conto di associazioni concertistiche e di volontariato. Nel 2000 ha preso parte al concerto per il Children’s Day at the World Summit di Ginevra, presenti i Capi di Stato e i delegati ONU, nell’ambito del programma delle Nazioni Unite per l’eliminazione del lavoro minorile. Dal 2000 collabora con le principali istituzioni concertistiche cittadine, tra cui l’Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai, Torino Settembre Musica e l’Unione Musicale. Nell’ottobre 2005 ha inoltre preso parte al Festival Internazionale di Voci Bianche svoltosi a Torino nella Chiesa di Santa Pelagia. Nell’ambito delle Stagioni d’Opera del Teatro Regio partecipa ad almeno una produzione lirica all’anno, così come intensa è la partecipazione del Coro per le attività della Scuola all’Opera e del Piccolo Regio Laboratorio.

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orChesTra e Coro del TeaTro regio

Direttore musicale Gianandrea Noseda

Violini primiStefano Vagnarelli°Monica TasinatoClaudia ZanzottoOlesya EmilianenkoRoberto LiniCarmen LupoliEnrico LuxardoAlessio MurgiaPaola PradottoEfix PuleoLaura QuagliaDaniele SoncinGrazyna TeodorekPierangelo TravasinoGiuseppe TripodiRoberto Zoppi

Violini secondiCecilia Bacci°Tomoka OsakabeBartolomeo AngelilloSilvana BaloccoPaola BettellaMaurizio DoreAnna Rita ErcoliniElena GallafrioSilvio GasparellaRoberto LirelliMiriam MaltagliatiAnselma MartellonoGianfranco RossiMihai Vuluta

VioleKrystyna Porebska°Rita BracciGustavo FioravantiElisabetta ChiappoMaria Elena EusebiettiAgnese FazioDezi HerbertAlma Mandolesi

Roberto MussoClaudio VignettaMagdalena Vasilescu

VioloncelliRelja Lukic°Giulio ArpinatiAlberto CappellaroPascal Dubois PallastrelliPaola PerardiAlfredo GiarbellaEwa JanasArmando MatacenaLuisa Miroglio

ContrabbassiDavide Botto°Atos CanestrelliPaolo GiulianiGiulio GuariniMichele LipaniStefano Schiavolin

OttavinoRoberto Baiocco

FlautiFederico Giarbella°Maria Siracusa

OboiMarco Bardi°Stefano Simondi

ClarinettiAlessandro Dorella°Edmondo Tedesco (anche clarinetto basso)Luciano Meola (anche clarinetto piccolo)

FagottiMatteo Rivi°Giampiero Ganau

ControfagottoSergio Pochettino

CorniNatalino Ricciardo°Pierluigi FilagnaFabrizio DindoEros Tondella

TrombeIvano Buat°Marco RigolettiEnrico Negro

TromboniVincent Lepape°Enrico AvicoMarco Tempesta

Basso tubaRudy Colusso

TimpaniCarlo Cantone°

PercussioniLavinio Carminati Nicola CampanellaMassimiliano FranceseSergio MarangoniSilvia SandroneFiorenzo Sordini

PianofortiLuca BrancaleonCarlo Caputo

CelestaGioachino Scomegna

° prime parti

Il professore Stefano Vagnarelli suona un violino Giorgio Serafino Venezia 1748 della Fondazione Pro Canale di Milano.

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SopraniRosa Maria AloccoNicoletta BaùAnna BerettaChiara BongiovanniAdriana BonoAnna Maria BorriCaterina BorrusoSabrina BoscaratoSerafina CannilloPatrizia CapelloCristina CognoCristiana CorderoEugenia DegregoriAlessandra Di PaoloManuela GiacominiRita La VecchiaLaura LanfranchiChiara LazzariMaria de Lourdes MartinsPierina TriveroGiovanna Zerilli

Mezzosoprani/ContraltiCristiana ArriAngelica BuzzolanShiow-hwa ChangIvana CraveroCorallina DemariaMaria Di MauroRoberta GarelliRossana GariboldiElena InduniAntonella MartinRaffaella RielloMyriam RossignolRoberta SannaMarina SandbergTeresa UdaDaniela ValdenassiTiziana ValvoBarbara Vivian

TenoriPierangelo AiméJanos BuhallaMarino CapettiniGian Luigi CaraAntonio CorettiDiego CossuLuis Odilon Dos-SantosErnesto Escobar NietoGiancarlo FabbriSabino GaitaMauro GinestroneRoberto GuennoLeopoldo Lo SciutoGiuseppe MilanoMatteo MugaveroFelice PalamaraYoung-Hoon ShinGualberto SilvestriSandro ToninoFranco TraversoValerio Varetto

Baritoni/BassiAndrea AlbertolliLeonardo BaldiMauro BarraEnrico BavaCataldo CannilloIgnazio De SimoneUmberto GinanniAlessandro InzilloVladimir JurlinDevis LongoPaolo LoveraRiccardo MattiottoDavide Motta FréFranco RizzoEnrico SperoniMarco SportelliMarco TognozziVincenzo Vigo

Voci biancheIrene Ardito Elena Bertero Alexander Bickert Emma Bruno Marta Caputo Margherita CarràSofia Elena Coretti Manuela Costa Stefania Costa Elena Crisman Emanuela De Fezza Serena Esposito Fiammetta Fanari Giulia Ghirardello Davide Giarbella Matteo Gorrea Nicole Greco Francesca Idini Carlo Alberto Italia Giada Labate Sofia Magni Alice Marras Lucrezia Mele Alyssa Mhimid Sergio Milano Marzio Mula Roberta Nobile Bianca Maria Pezzini Luca Pitino Chiara Rubeo Beatrice Rulli Fabiola Salaris Elena Scamuzzi Miriam Schiavello Martina Scimone Alessandro Suppo Vittorio Viola Giulia Voghera

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I ConCertI 2007•2008Sabato 27 Ottobre 2007 ore 20.30 Gianandrea Noseda direttoreBarbara Frittoli soprano, Daniela Barcellona mezzosoprano, Giuseppe Filianoti tenore, Ferruccio Furlanetto basso Claudio Marino Moretti maestro del coroorChesTra e Coro del TeaTro regio Giuseppe Verdi Messa da requiemOre 19.45 incontro con Gianandrea Noseda

Lunedì 19 Novembre 2007 ore 20.30 Timothy Brock direttore FilarmoNiCa ’900 del TeaTro regio Charlie Chaplin Luci della cittàOre 19.45 incontro con Paolo Manera

Sabato 29 Dicembre 2007 ore 20.30Domenica 30 Dicembre 2007 ore 15Lunedì 31 Dicembre 2007 ore 17.30 Tomas Netopil direttoreSilvia Colombini soprano, Otokar Klein tenore, Roman Trekel baritono Claudio Marino Moretti maestro del coroClaudio Fenogliomaestro del coro di voci biancheorChesTra e Coro del TeaTro regio

Carl Orff Carmina Burana Ore 19.45 del 29 Dicembre incontro con Tomas Netopil e Nicola Gallino

Lunedì 28 Gennaio 2008 ore 20.30 giaNmaria TesTa - paolo Fresu duo Gianmaria Testa chitarra e voce Paolo Fresu tromba e flicorno Ore 19.45 incontro con Gabriele Ferraris

Lunedì 11 Febbraio 2008 ore 20.30 viNiCio Capossela CoN mario bruNello Vinicio Capossela voce e pianoforteMario Brunello violoncello Fuggite, amanti, AmorRime e Lamentazioni per MichelangeloMusiche di Philippe Eidel, Vinicio Capossela,Giovanni Sollima, Paolo Pandolfo,Claudio Monteverdi, Johann Sebastian Bach Ore 19.45 incontro con Mario Brunello

Lunedì 3 Marzo 2008 ore 20.30Gianandrea Noseda direttoreDomenico Orlando oboeFilarmoNiCa ’900 del TeaTro regio Musiche di Johann Sebastian Bach-Anton Webern, Richard Strauss, Arnold Schönberg,Ottorino RespighiOre 19.45 incontro con Gianandrea Noseda

Lunedì 7 Aprile 2008 ore 20.30Jan Latham-Koenig direttoreUgo Favaro cornoFilarmoNiCa ’900 del TeaTro regio Musiche di Sergej Prokof’ev, Dmitrij Sostakovic, Nino RotaOre 19.45 incontro con Jan Latham-Koenig

Lunedì 19 Maggio 2008 ore 20.30FilarmoNiCa ’900 del TeaTro regio

ToriNo Jazz orChesTra - New York voiCes Songs e standard jazz Ore 19.45 incontro con Marco BassoConcerto realizzato con il contributo di

La Filarmonica ’900 del Teatro Regio ringrazia gli amici che la sostengono: Enrica Acuto, Renato Ambrosio, Anna Chiusano, Elias al Haddad, Fisio Centro Medico Lingotto, Luciano Marocco, Gianni Montalenti, Fabio Alberto Regoli, Carlo Tondato, Alberto Vercelli.

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