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Strumento formativo e operativo per le Caritas Parrocchiali

una testimonianza che educa

alla “pastorale integrata”

una testimonianza che educa

alla “ ”pastorale integrata

Caritas:Caritas:

per il triennio 2011 - 2014

Strumento formativo e operativo per le Caritas Parrocchiali

a cura della Caritas diocesana di Mazara del ValloCaritas diocesana

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Lettera di presentazione

Carissimi, quest‘anno è stato realizzato un opuscolo formativo e informativo nel quale vengono presentati gli obiettivi e gli orientamenti che la Caritas diocesana di Mazara intende perseguire nel prossimo triennio 2011 – 2014 per ―una pastorale integrata‖, come indicato nel piano pastorale 2011-12, ―Prontamente, lasciato tutto, lo seguirono‖. Tale sussidio viene fornito affinché possiate consultarlo per le attività che svolgerete con la vostra sempre generosa disponibilità e pronta dedizione. Si tratta di uno strumento operativo che mira al confronto delle esperienze sul servizio offerto da ogni Caritas parrocchiale in termini di metodo, azioni e percorsi educativi. La Caritas desidera presentarsi non come una realtà autonoma rispetto alle comunità parrocchiali ma come una forza e presenza interna che ne esprime il volto amoroso e solidale. Essa si adopererà, in questi anni, affinché la parrocchia, testimone di carità, attenta alle povertà locali, nazionali ed internazionali, capace di dare risposte concrete alle numerose problematiche sociali non agisca da sola né si consideri autosufficiente, ma si muova in raccordo con le altre parrocchie investendo in modo coraggioso su una pastorale d'insieme. In questa logica di reti interparrocchiali si può innestare la fondamentale importanza che acquisiscono gli incontri di formazione per crescere insieme nella Carità. Facendo riferimento agli orientamenti dell‘episcopato italiano per il decennio 2010 – 2020 ―Educare alla vita buona del Vangelo‖ e al Piano pastorale 2011 – 2012 ―Prontamente, lasciato tutto, lo seguirono‖, nelle assemblee cui partecipiamo porremo l‘attenzione all‘educazione alla Carità per

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raggiungere ―la misura della pienezza di Cristo‖1 e per dare

vita a quella ―civiltà dell’amore‖ di cui parlava Papa Paolo VI. Ciascuno di noi dovrà imparare a ―vivere con l’altro e per l’altro al punto che non dovrebbe sentirsi pienamente se stesso senza l’altro‖

2.

Camminare insieme, dietro al Signore, è ciò che siamo chiamati a fare. Avere lo sguardo su una stessa direzione, Gesù Cristo. Potremmo imbatterci in incomprensioni, in litigi, ma insieme, sostenendoci vicendevolmente, si possono superare le difficoltà, gli sbandamenti, le fatiche. Camminando insieme non sentiremo la stanchezza, in quanto sarà l‘Amore a spingerci, come avviene per i santi, ad essere ―esistenza redenta‖

3 e da ―redenti‖ dobbiamo operare per

testimoniare, ognuno in base ai propri carismi, Dio Padre ―con gesti di dialogo, di ospitalità, di solidarietà, di legalità‖

4.

Solo così potremo conformarci a Cristo e imparare a servire nella gratuità il più debole poiché sappiamo che Dio ama chi dona con gioia. I percorsi educativi ai quali siamo invitati a partecipare serviranno, dunque, per generare persone mature, desiderose di edificare una società migliore, più umana e più ospitale che avrà cura di tutti e di ciascuno. Non si tratta di una cura ―tecnicamente corretta‖ ma di ―qualcosa di più‖, di ―umanità‖, di ―attenzione del cuore‖

5.

La formazione mirerà a responsabilizzarci e ad irradiare quell‘amore divino che è riversato nei nostri cuori. Sarà la Carità stessa ad educarci perché ci insegnerà ad amare, a servire, a farci cibo per gli altri come ha fatto Gesù. La comunione tra tutti noi, lo spirito di collaborazione, la co-progettazione, la preghiera e il vivere insieme ci aiutino a non

1 Piano Pastorale, Prontamente, lasciato tutto, lo seguirono, pag. 4 2 Ibid. pag. 12 3 Ibid. pag. 18

4 Ibid. pag. 8

5 Benedetto XVI, Deus Caritas Est - n. 28-31

5

tradire le nostre scelte alle quali abbiamo aderito come hanno fatto Simone, Andrea, Giacomo e Giovanni e per le quali abbiamo lasciato le nostri reti per metterci alla sequela di Gesù. L‘icona del piano pastorale sia d‘ispirazione per tutti noi, perché il nostro ―fare‖ sia il risultato del nostro ―essere‖ maturato nell‘ascolto della Parola di Dio

6.

Vi ringrazio per il lavoro che avete finora svolto nelle vostre comunità parrocchiali e che continuate a svolgere con premurosa attenzione e sollecitudine verso i più poveri. Con fraterno affetto.

Don Giacinto Leone Direttore Caritas

Le assemblee Caritas avranno luogo nelle seguenti date presso il Seminario Vescovile: 9 Ottobre 2011 ore 16:00 ÷ 19:00 22 Aprile 2011 ore 16:00 ÷ 19:00

6 Piano Pastorale, Prontamente, lasciato tutto, lo seguirono, pag. 35

6

I parte

La Caritas: identità, mandato e metodo per educare alla carità LA CARITAS: ORGANISMO PASTORALE FRUTTO DEL CONCILIO VAT. II Dal ‗43 al ‘70 in Italia ha operato la P.O.A. a livello

nazionale, le O.D.A. a livello diocesano, come strumento caritativo per far giungere ai singoli e alle famiglie gli aiuti nel periodo della guerra e della ricostruzione.

Nel ’70 Paolo VI scioglie la P.O.A., avendo storicamente

esaurito il suo compito e sollecita la CEI ad istituire un proprio organismo pastorale per la promozione della testimonianza della carità, ispirato alle linee indicate dal Concilio Vaticano II.

Con decreto del 2 luglio 1971 la CEI istituisce la Caritas

italiana. A livello diocesano, la decisone di istituire la Caritas veniva lasciata ai vescovi.

Nel settembre del ’72 primo Convegno delle Caritas

diocesane, nel quale viene sottolineato identità e mandato della Caritas

si evidenzia che la Caritas si configura come organismo pastorale con prevalente funzione pedagogica, per promuovere la testimonianza della carità.

Paolo VI commentando lo Statuto indica linee orientative ed ambiti su cui la Caritas si è mossa in questi anni.

7

LE SPECIFICITÀ DELLA CARITAS

1 - IDENTITÀ cfr. Statuto Caritas Italiana Art. 1

ORGANISMO PASTORALE (non gruppo, associazione …) che opera: per promuovere la testimonianza della carità

della comunità cristiana, in forme consone ai bisogni,

in vista dello sviluppo integrale dell‘uomo, della giustizia sociale e della pace

con particolare attenzione agli ultimi con prevalente funzione pedagogica.

2 - Mandato cfr. Statuto Caritas Italiana Art. 3

tradurre (il senso di carità) in interventi concreti con

carattere promozionale in collaborazione con i Vescovi realizzare studi e ricerche sui bisogni per scoprirne le

cause curare il coordinamento delle iniziative e delle opere

caritative di ispirazione cristiana promuovere il volontariato favorire la formazione degli operatori pastorali indire, organizzare e coordinare interventi di

emergenza contribuire allo sviluppo umano e sociale dei Paesi nel

Sud del mondo stimolare l‘azione delle istituzioni civili ed una

adeguata legislazione.

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CIÒ CHE È DIVENTATO PECULIARE PER LA CARITAS

1. Attenzione ai destinatari:

La Caritas cerca di tenere sempre presente che: prima del bisogno, dell‘emergenza, ci sono le persone

che vivono queste condizioni ed hanno necessità di essere ascoltate, incontrate, considerate ed aiutate (poveri);

c’è la comunità che va educata all‘attenzione verso chi è in difficoltà, responsabilizzandola a sentire che l‘altro le appartiene, è parte di sé (Chiesa);

ci sono precisi contesti, dentro cui le persone vivono, che richiedono discernimento e uno sguardo ampio, globale (territorio/mondo).

Pertanto, i valori della condivisione, dell‘accompagnamen-to, della partecipazione, si concretizzano in misura in cui, con una costante azione di animazione, nei tre ambiti di intervento:

- promozione umana, - promozione Caritas, - educazione alla mondialità,

la comunità cresce nella consapevolezza di essere soggetto di una carità testimoniata, nei riguardi di ogni persona, vicina e lontana.

i poveri, la comunità, il territorio/mondo

TUTTO CIÒ EVANGELIZZA, perché manifesta in modo credibile, con segni e fatti dentro la storia, l‘amore di Dio per ogni persona.

9

2. Assunzione di un metodo Nel contesto sociale molto complesso ed in continuo cambiamento, il metodo pastorale dell‘ascoltare, osservare e discernere per animare, assunto dalla Caritas, risulta efficace perché, utilizzando anche luoghi e strumenti specifici per l‘ascolto CdA (Centro di ascolto), l‘osservazione OPR (Osservatorio Povertà e risorse) e il discernimento/animazione LpC (Laboratorio per promo-zione Caritas), permette di partire dalla realtà e dare organicità e concretezza al lavoro di sensibilizzazione e coinvolgimento delle comunità.

3. Lavoro in equipe Per operare nei tre ambiti (povertà,

chiesa, mondo), per promuovere ed utilizzare

opportunamente i luoghi dell‘ascolto, dell‘osservazione e del discernimento

per progettare e realizzare percorsi formativi e azioni,

si è colto il valore del lavoro in equipe che permette:

il coinvolgimento di soggetti appartenenti ad ambiti diversi e con competenze diverse,

il raggiungimento della comunità e delle istituzioni,

la realizzazione di una pastorale progettuale e integrata, fornendo risposte, indicazioni e servizi con maggiore efficacia.

10

LA PROGETTAZIONE PASTORALE

Della pastorale di oggi, nella Nota “Il volto missionario delle parrocchie in un mondo che cambia”, i Vescovi ci indicano due possibili derive da evitare:

―Fare della parrocchia una comunità «autoreferenziale» in cui ci si accontenta di stare bene insieme.

Percepire la parrocchia come «centro di servizi» per l‘amministrazione dei sacramenti, che dà per scontata la fede, in quanti li richiedono‖.

7

Per evitare ciò, è necessario vedere quale idea di pastorale condividere e quale progettualità pastorale metter in campo, in modo che ne conseguano scelte e azioni adeguate di missionarietà e di testimonianza. Punto di partenza è considerare che protagonista della vita della Chiesa non è il parroco, né il vescovo, né il Papa, né l‘operatore/animatore pastorale. Protagonista è Gesù Cristo morto, risorto e presente in mezzo a noi, che ci orienta e ci porta al Padre, con lo Spirito Santo che ci suggerisce al momento giusto le cose che Lui ci ha detto. Pertanto, la struttura della Chiesa è trinitaria. Il Padre manda il Figlio che nella croce ci rivela il suo infinito amore:

7 CEI, Il volto missionario delle parrocchie in un mondo che cambia, n. 4.

“Questi è il Figlio mio, l’amato: in lui ho posto il mio

compiacimento. Ascoltatelo” (Mt 17,5).

11

Il Figlio ci invia, avendoci fatto dono dello Spirito L‘incorporazione a Cristo, realizzata attraverso il battesimo, si rinnova e si consolida con la partecipazione al Sacrificio eucaristico. Unendosi a Cristo, il popolo della nuova alleanza diventa «sacramento» per l‘umanità.

8 L‘azione pastorale nasce

da qui, dal credere a questa vita, dall‘accoglierla e sperimentare che trasforma la propria esistenza e, di conseguenza, sentire il bisogno di comunicarla ai fratelli. I vescovi ci hanno ricordato fin dagli anni ‘90 che annuncio del Vangelo, testimonianza della carità, celebrazione della liturgia, non sono in concorrenza, né l‘una è secondaria all‘altra. “Il pane della Parola di Dio e il pane della carità, come il pane dell‟eucaristia, non sono pani diversi: sono la persona stessa di Gesù che si dona”.

9 Per annunciare Gesù Cristo, bisogna però

averlo prima incontrato, accolto, avendo lo sguardo fisso su di Lui, entrando in comunione con Lui.

10

8 Cfr., Giovanni Paolo II, Lettera enciclica Ecclesia de eucharistia, n. 22, Roma aprile 2003. 9 CEI, Evangelizzazione e testimonianza della carità, n. 1. 10 CEI, Comunicare il vangelo in un mondo che cambia, nn. 10-11.

“Come il Padre ha mandato me, anche io mando voi.

Rimanete nel mio amore” (Gv 20,21).

“Ricevete lo Spirito Santo. A coloro a cui perdonerete

i peccati saranno perdonati…” (Gv 20, 22-23).

12

La comunità cristiana, soggetto di pastorale, è dentro l‘unica missione evangelizzatrice della Chiesa e tutta l‘attività pastorale non può essere improvvisata né limitarsi a stanca ripetitività di quanto si è fatto sempre, perché, nonostante il vissuto che abbiamo alle spalle, “i consueti percorsi di trasmissione della fede risultano in non pochi casi impraticabili”,

11 come affermano

i Vescovi nella Nota pastorale ―Il volto missionario delle parrocchie in un mondo che cambia‖. Partendo poi dalla constatazione della piena attualità dell‘affermazione di Tertulliano, “Cristiani non si nasce ma si diventa”, nello stesso documento vengono esplicitati i seguenti punti: “Non si può più dare per scontato che si sappia chi è Gesù

Cristo, che si conosca il Vangelo C‟è bisogno di un rinnovato primo annuncio della fede

Occorre incrementare la dimensione dell‟accoglienza: tutti

devono trovare nella parrocchia una porta aperta nei momenti difficili o gioiosi della vita

Dare centralità all‟ascolto della Parola di Dio

Non devono mancare iniziative organiche di proposta del

messaggio cristiano Intessere il dialogo tra fede e cultura

Situare l‟annuncio nel contesto del pluralismo religioso

Circondare l‟annuncio di segni di credibilità, a cominciare

da quello dell‟unità nell‟azione pastorale”.12

11 CEI, Il volto missionario delle parrocchie in un mondo che cambia, n. 6. 12 Ibid., n. 6.

13

Tenendo presente queste esigenze, per un‘efficace azione pastorale si impone la necessità di un discernimento comunitario, è necessario il coraggio della novità, come anche diventa indispensabile la promozione della partecipazione e della corresponsabilità di tutti, nella diversità dei ruoli e nella varietà dei carismi.

13

Parimenti, è necessario conoscere il contesto, promuovere relazioni e proporre esperienze dirette, per realizzare un‘azione integrata, nei luoghi specifici: il Consiglio pastorale parrocchiale, il Consiglio pastorale diocesano, le commissioni gli Uffici pastorali.

Tutto questo presuppone una scelta di fondo: l‘assunzione della progettazione dell‘attività pastorale l‘assunzione della programmazione dell‘attività

pastorale. Riguardo a questi due termini, innanzitutto c‘è da superare l‘impressione fuorviante che si tratti di azioni tecniche che esulano dall‘azione pastorale, per assumerle invece come supporto necessario ad ogni attività pastorale, soprattutto all‘interno di questo contesto sociale complesso ed in continuo cambiamento.

13 Ibid., n. 5.

14

A partire da una concezione di chiesa fedele alle indicazioni del Concilio Vaticano II, la progettazione pastorale è la individua-zione di ciò che si intende realizzare in modo logico, organico ed ordinato, riguardo ad una serie di ambiti:

pastorale giovanile, familiare, catechesi, liturgia, carità, lavoro, tempo libero,

per rispondere con efficacia alle esigenze legate alla cura della comunità cristiana e al raggiungimento di coloro che ne rimangono ai margini. Presuppone la conoscenza e l‘analisi della situazione e del

contesto, per individuare problemi, difficoltà e opportunità. Richiede di definire obiettivi generali e specifici, individuare

le risorse temporali, strutturali, economiche e di personale, necessarie per interventi sistematici e continuativi.

Il ciclo della progettazione pastorale si chiude e riparte, attraverso le pratiche, in verità spesso dimenticate, della verifica e della valutazione di quanto si viene facendo o si è realizzato. Inoltre, la progettazione pastorale non può prescindere da un‘azione di rete, dentro un contesto che coinvolge uffici, gruppi e realtà molteplici.

15

Si progetta con un chiaro orientamento all‘integrazione della pastorale che, come indicato nella Nota pastorale dopo il Convegno di Verona, viene chiaramente legata ad una dinamica di crescita spirituale: ―alla base della pastorale «integrata» sta quella «spiritualità di comunione» che precede le iniziative concrete e purifica dalla tentazione di cedere a competizioni e personalismi‖.

14

Alla progettazione pastorale segue la programmazione, intesa come il processo di organizzazione di decisioni e di azioni da intraprendere nel presente, allo scopo di raggiungere le finalità individuate. La programmazione è frutto di negoziazione e integrazione con la Diocesi, le parrocchie, gli enti, le associazioni, i gruppi, in modo che i singoli progetti prendono corpo e concretezza in un calendario, redatto in concerto con i vari soggetti della pastorale che vengono coinvolti. Progettazione e programmazione richiedono anche di utilizzare un metodo. Quanto veniva indicato dal Concilio Vaticano II nella Gaudium et spes e successivamente sviluppato da Caritas Italiana, il metodo di ascoltare, osservare e discernere, permette di progettare e programmare non partendo dalle idee seppur buone e belle, ma dalla realtà, per contribuire alla edificazione del regno di Dio qui ed ora. E‘ ascoltando le situazioni, le persone nel loro vissuto, le tante voci presenti sul territorio, osservando fenomeni, dati oggettivi, risultati di apposite ricerche e facendo discernimento tra quanto ascoltato e osservato, che si può capire come rispondere con progettualità a ciò che Dio ci chiede nell‘oggi della storia, coinvolgendo singoli e comunità. Chi progetta e programma, in ambito diocesano sono gli Uffici pastorali diocesani, in forte collegamento con il Vescovo ed il

14 CEI, Rigenerati per una speranza viva, testimoni del grande «si» di Dio all‟uomo, n. 25.

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Consiglio pastorale diocesano. In ambito parrocchiale è il Consiglio pastorale parrocchiale presieduto dal parroco e con il coinvolgimento diretto degli operatori/animatori della catechesi, della liturgia e della carità, dei Gruppi ed Associazioni presenti. I tempi congrui per la progettazione pastorale sono quelli precedenti l‘avvio dell‘anno pastorale, puntando alla valorizzazione dei tempi forti dell‘anno liturgico: Avvento-Natale, Quaresima-Pasqua. Come anche sono necessarie verifiche periodiche e valutazione finale, alla luce delle quali si procede per la successiva programmazione. Progettazione e programmazione edificano la comunità, perché aprono alla corresponsabilità e, pur esigendo un gruppo trainante, attivano un processo di condivisione, dando spazio ad ogni soggetto e promuovendo un coinvolgimento corale. Infine, progettazione e programmazione mettono in grado la comunità di essere presente in modo significativo ed efficace sul territorio, offrendo risposte di liberazione e di salvezza e valorizzando i più diversi soggetti con specifiche competenze e disponibilità. Si tratta di promuovere in modo organico una visione cristiana e modelli di vita dentro la quotidianità, la crescita della vita comunitaria, promuovendo la consapevolezza che è possibile vivere prossimità e fraternità in modo continuativo dentro un tessuto sociale complesso e in continuo cambiamento. In conclusione, una corretta programmazione pastorale permette di attuare quanto raccomandato da San Paolo: “Vagliate ogni cosa e tenete ciò che è buono…” (1Ts 5,21). “Non spegnete lo Spirito” (1Ts 5,19) “… e camminate nella carità, nel modo in cui anche Cristo ci ha amato ed ha dato se stesso per noi” (Ef 5,2).

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LA CARITAS: ORGANISMO PASTORALE IN AZIONE

IN DIOCESI

La Caritas diocesana, utilizza con progettualità il metodo ascoltare,

osservare, discernere e i relativi strumenti (CdA, OPR, LAB. Prom. Caritas);

promuove azioni per animare alla testimonianza l‘intera Chiesa locale;

collabora con gli altri Uffici pastorali diocesani in vista di una pastorale unitaria;

cura la formazione degli operatori; è a servizio delle Parrocchie, attraverso il laborato-

rio, che compie un‘azione di accompagnamento, perché sorgano o si rafforzino le Caritas parrocchiali, in modo che si crei una diffusa rete di solidarietà.

Vescovo

Equipe

Caritas Dioc.

Uffici di

curia

Laboratorio

Car. Pa.

Centro di

Ascolto

Osservatorio

Povertà e

Risorse

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SUL TERRITORIO

La Caritas diocesana rileva situazioni di povertà e risorse, per promuove

risposte a bisogni disattesi; dialoga con gli Uffici delle pubbliche istituzioni; è presente nei tavoli dove si progettano le politiche

sociali e si redigono i piani sociali di zona; promuove azioni per animare alla

testimonianza l‘intero territorio; cura un‘azione di rete tra le

associazioni caritative e di volontariato; svolge, al momento opportuno,

un‘azione di denuncia delle situazioni di ingiustizia e abbandono.

IN PARROCCHIA

La Caritas parrocchiale, cuore che vede sul territorio, utilizza con progettualità il metodo ascoltare,

osservare, discernere, promuove azioni e percorsi per animare e formare, attua la testimonianza della carità coinvolgendo la

comunità e il territorio, proponendo stili di vita improntati a sobrietà, all‘accoglienza solidale, all‘apertura alla diversità, alla relazione gratuita, puntando ad una comunità TUTTA capace di annunciare, celebrare e testimoniare il Vangelo con parole e segni credibili.

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II parte

La Caritas che educa alla testimonianza della carità EDUCARE ALLA CARITÀ, ALLA GRATUITÀ, AL DONO ―La carità non è per la Chiesa una specie di attività di assistenza sociale che si potrebbe anche lasciare ad altri, ma appartiene alla sua natura, è espressione irrinunciabile della sua stessa essenza‖

15.

―L‘amore nella sua purezza e nella sua gratuità è la miglior testimonianza del Dio nel quale crediamo‖

16.

―L‘eucaristia spinge ogni credente in Lui a farsi «pane spezzato» per gli altri e dunque ad impegnarsi per un mondo più giusto e fraterno‖

17.

―La carità nella verità pone l‘uomo davanti alla stupefacente esperienza del dono… Il dono per sua natura oltrepassa il merito, la sua regola è l‘eccedenza… I poveri non sono da considerarsi un «fardello», bensì una risorsa anche dal punto di vista strettamente economico‖

18.

15 Benedetto XVI, Deus Caritas Est, n. 25 16 Ibid., n. 31c 17 Benedetto XVI, Sacramentum Caritatis, n. 88 18 Benedetto XVI, Caritas in Veritate, n. 35

20

NECESSITÀ DI STRUMENTARSI PER EDUCARE ALLA CARITÀ

In risposta alle esigenze di una società complessa e in continuo cambiamento,

Tenendo conto delle indicazioni del Concilio Vaticano II

I Vescovi italiani, su indicazione di Paolo VI, hanno promosso:

Un organismo pastorale caratterizzato dalla prevalente funzione pedagogica : la Caritas

un specifico metodo di lavoro: ascoltare, osservare e discernere per animare

degli strumenti pastorali: il CdA, l‘OPR ed il Laboratorio promozione Caritas.

Educare a: condividere, ripensare stili di vita personali e

familiari, mettere a disposizione le

proprie risorse (tempo, competenze, professionalità…) per essere segno di quell’amore solidale, che ci rende tutti responsabili di tutti.

L’OBIETTIVO

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BISOGNO DI RECUPERARE LA CENTRALITÀ DELLA CARITÀ Di fronte a cambiamenti e trasformazioni, la Chiesa, sempre di più ha preso consapevolezza che è chiamata ad essere ―luce delle genti”

19, continuando nella storia la

missione di Gesù .

Inoltre, “Le gioie e le speranze, le tristezze e le angosce degli uomini di oggi, dei poveri soprattutto,… sono pure le gioie e le speranze, le tristezze e le angosce dei discepoli di Cristo”

20.

All‘inizio di questo nuovo millennio, per attuare la nuova evangelizzazione, il Papa ed i Vescovi ci hanno richiamato ad un impegno primario: “Fare della Chiesa la casa e la scuola della comunione: ecco la grande sfida che ci sta davanti nel millennio che inizia, se vogliamo essere fedeli al disegno di Dio e rispondere anche alle attese profonde del mondo‖

21.

19 Conc. Vat. II, Lumen Gentium, n. 1 20 Conc. Vat. II, Gaudium et Spes, n. 1 21 Giovanni Paolo II, Novo Millennio Ineunte, n. 43

22

III parte

Quale testimonianza della carità? A PARTIRE DA… La Nota pastorale ―il volto missionario delle parrocchie in un mondo che cambia‖, afferma che dobbiamo affrontare alcuni snodi essenziali: Come intercettare i nuovi ―luoghi‖ dell‘esperienza

umana così difficili e dispersi? Come accogliere e accompagnare le persone,

tessendo trame di solidarietà in nome di un vangelo di verità e carità?

Come far si che la parrocchia sia porta di accesso al vangelo per tutti?

Come sfuggire al pericolo di ridursi a gestire il folklore religioso o il bisogno del sacro?

22.

È necessario pertanto: Rendersi conto della continua e rapida evoluzione del

complesso contesto sociale; Entrare in relazione con le persone, conoscere

fenomeni, situazioni, problematiche e bisogni sul territorio;

Lavorare ―in ordine alla promozione, al coordinamento e al lavoro in rete delle varie espressioni caritative della Chiesa‖, per educare alla vita buona del Vangelo, secondo gli Orientamenti pastorali del 2010-2020

22 Cfr. CEI, Il volto missionario delle parrocchie in un mondo che cambia, n. 4

23

…ED ALLORA, COSA FARE IN CONCRETO? ―Prima di programmare iniziative concrete, occorre

promuovere una spiritualità della comunione come principio educativo, in tutti i luoghi dove si plasma l‘uomo, il cristiano, i ministri dell‘altare, gli operatori pastorali…‖

23.

la comunità cristiana è chiamata ad essere profezia e segno (sacramento) della carità di Dio nella storia degli uomini, ―spazio domestico di testimonianza dell’amore di Dio‖

24.

È la sua missione specifica.

“Spiritualità di comunione significa:

Sguardo portato sul mistero della Trinità che abita in noi e la cui luce va colta anche sul volto dei fratelli.

Sentire il fratello come uno che mi appartiene, per saperne condividere le gioie e le sofferenze.

Vedere ciò che di positivo c‘è nell‘altro, per accoglierlo e valorizzarlo come dono di Dio per me.

Saper far spazio al fratello, portando i pesi gli uni degli altri. Senza questo cammino spirituale, a ben poco servono gli strumenti esteriori della comunione. Diventerebbero apparati senz’anima, maschere di comunione”

25

23 Giovanni Paolo II, Novo Millennio Ineunte, n. 43 24 CEI, Il volto missionario delle parrocchie in un mondo che cambia, n. 10 25 Giovanni Paolo II, Novo Millennio Ineunte, n. 43

24

DI CONSEGUENZA…

Se Il cristiano è colui che:

crede all’Amore

lo accoglie

ne fa esperienza e quindi conosce Dio perché Dio è amore

questa conoscenza orienta il suo agire etico-religioso nell‘andare verso i fratelli.

Quindi

Per comunicare il Vangelo in un mondo che cambia, l‘impegno a vivere e testimoniare la carità non è opzionale, episodico o legalistico, ma parte essenziale, costitutivo

del suo essere e della sua missione.

25

UNA TESTIMONIANZA TRADOTTA IN PRESENZA ATTENTA SUL TERRITORIO

―La presenza della parrocchia sul territorio si

esprime innanzitutto nel tessere rapporti diretti con tutti i suoi abitanti, cristiani e non cristiani, partecipi della vita della comunità o ai suoi margini. Nulla della vita della gente, eventi tristi o lieti, deve sfuggire alla presenza attenta della parrocchia, fatta di prossimità, condivisione, cura‖

26.

È l‟ora di una nuova „fantasia della carità’, che si dispieghi non tanto e non solo nell‟efficacia dei soccorsi prestati, ma nella capacità di farsi vicini, solidali con chi soffre, così che il gesto di aiuto sia sentito non come obolo umiliante, ma come fraterna condivisione”

27.

Sul territorio, per il cristiano e per la comunità, si gioca la doppia dimensione della carità:

a livello di rapporti interpersonali caratterizzati dalla condivisione

a livello di impegno sociale, ―essendo capaci di interloquire con gli altri soggetti sociali nel territorio, per la costruzione del bene di tutti‖

28.

L‘impegno politico è la ―maniera esigente di vivere l’impegno cristiano a servizio degli altri‖

29.

26 CEI, Il volto missionario delle parrocchie in un mondo che cambia, n. 10 27 Giovanni Paolo II, Novo Millennio Ineunte, n.50 28 CEI, Il volto missionario delle parrocchie in un mondo che cambia, n. 10 29 OA n. 46

26

UNA TESTIMONIANZA ESPRESSA NELL’AMORE PREFERENZIALE PER I POVERI ―Presenza nel territorio vuol dire sollecitudine verso i

più deboli e gli ultimi, farsi carico degli emarginati, servizio dei poveri, antichi e nuovi, premura per i malati per i minori in disagio. L‘invito del Papa a sprigionare «una nuova ―fantasia‖ della carità», riguarda anche le parrocchie‖

30.

Stando alle inequivocabili parole del Vangelo, nella persona dei poveri c‘è una Sua speciale presenza, che impone alla Chiesa un‘opzione preferenziale per loro

31.

La scelta preferenziale dei poveri, non è un fatto

sociologico, ma è dettata da:

motivi di giustizia

di fedeltà a Gesù, che ha avuto costantemente un‘attenzione privilegiata per loro.

―L‘apertura della carità, non si ferma ai poveri della

parrocchia: si preoccupa anche di far crescere la coscienza dei fedeli in ordine ai problemi della povertà del mondo, dello sviluppo della giustizia e nel rispetto della creazione, della pace tra i popoli‖

32.

Esistono tante forme di disagio… Poveri sono non

soltanto coloro che mancano di beni materiali. Alle diverse forme di povertà, vanno date risposte adeguate. ―Presenza è anche capacità da parte della parrocchia di interloquire con gli altri soggetti sociali sul territorio. La

30 CEI, Il volto missionario delle parrocchie in un mondo che cambia, n. 10 31 Giovanni Paolo II, Novo Millennio Ineunte, n. 49 32 CEI, Il volto missionario delle parrocchie in un mondo che cambia, n. 10

27

cura del territorio è composizione di voci diverse; non deve mancare quella del popolo cristiano, con quanto di decisivo sa dire, nel nome del Vangelo, per il bene di tutti‖

33.

UNA TESTIMONIANZA CHE EDUCA ALLA «PASTORALE INTEGRATA»

È finito il tempo della parrocchia autosufficiente.

―La parrocchia ha urgenza di muoversi raccordandosi con le parrocchie vicine, nel contesto delle unità pastorali, delle vicarie e delle zone, superando tendenze di autosufficienza e investendo in modo coraggioso su una pastorale d’insieme‖

34.

Specialmente l’esercizio della carità esige una

logica «integrativa», cercando di mettere le parrocchie «in rete», puntando ad una pastorale d‘insieme

35.

La logica integrativa oltre al rapporto

tra le parrocchie, ancora prima si richiede tra le parrocchie e la Chiesa particolare

36.

33 Ibid., n. 10 34 Ibid., n. 10 - 11 35 Ibid., n. 11 36 Ibid., n. 11

28

LA PASTORALE DELLA CARITÀ PER UN CAMBIAMENTO DI MENTALITÀ

Per essere organica, incisiva ed efficace, Nasce dal vedere, osservare e discernere la realtà. Richiede di essere pensata, progettata, verificata

insieme. Deve saper coinvolgere l‘intera comunità, facendola

diventare soggetto di carità. Deve essere manifestazione evidente dell‘amore

gratuito di Dio per la persona.

La pastorale della carità è un insieme di azioni organiche, pensate e progettate all‘interno del Consiglio Pastorale Parrocchiale, allo scopo di far vivere alla parrocchia concretamente e continuativamente il comandamento dell‘amore in termini di condivisione con chi è in difficoltà.

29

In conclusione,

i segni di una comunità cristiana soggetto di comunione

Stile di corresponsabilità nella vita ecclesiale

(conoscere i problemi, affrontarli e tentare di risolverli insieme).

Capacità di lavorare insieme, coinvolgendo

Associazioni, Gruppi, volontari… nelle iniziative di carità, in modo «integrato».

Attenzione alle situazioni di sofferenza e di

bisogno e prontezza a dare risposte in termini di servizio e condivisione.

Progettualità, creatività e fantasia, per realizzare

iniziative ‘comuni’ di solidarietà. Impegno della comunità a diventare anima del

mondo, riconoscendo l‘oggi di Dio.

30

Linee triennali di animazione alla “pastorale integrata”

La Caritas diocesana vuole offrire a tutte le parrocchie, nel corso del prossimo triennio, un servizio di animazione alla ―pastorale integrata‖

37 come indicato nel Piano Pastorale

2011-2012 ―Prontamente, lasciato tutto, lo seguirono‖. Per realizzare questo obiettivo la Caritas Diocesana si propone di: raccogliere la ricca esperienza di progetti di

collaborazione e cammini formativi interparrocchiali e foraniali sperimentati in questi anni per l‘ascolto, l‘osservazione, la realizzazione di servizi caritativi al fine di attuare una maggiore condivisione sia in ambito formativo che operativo; (n. 9 mediazione Piano Pastorale 2011-12)

avviare procedure volte allo ―stare in rete‖38

sul territorio per rispondere alle nuove esigenze dettate dalla facile frammentazione dei mondi delle povertà; (n. 8 mediazione Piano Pastorale 2011-12)

A partire dai progetti realizzati dalle parrocchie e dalle foranie, attivarsi per realizzare la consuetudine a mettere insieme risorse come segno di comunione

39, condivisione

e fraternità ecclesiale a servizio dei poveri.40

. Con queste azioni, la Caritas, sia a livello diocesano che parrocchiale, vuole contribuire a studiare, a pensare e a progettare il futuro della parrocchia dentro un contesto di

37 CEI, Il volto missionario delle parrocchie in un mondo che cambia, n. 11 38 Ibid., n. 11 39 CEI, Rigenerati per una speranza viva, testimoni del grande «si» di Dio all‟uomo, n. 25 40

Piano Pastorale, Prontamente, lasciato tutto, lo seguirono, n. 1

31

lavoro pastorale integrato41

. La Caritas, cioè, nel corso del prossimo triennio vuole adoperarsi per aiutare la comunità parrocchiale a:

non ignorare la comunità locale, ma ad aiutare in modo diverso il territorio

42 tenendo conto dei

mutamenti in atto, della maggiore mobilità e delle domande diversificate rivolte alla Chiesa;

assumere con coraggio la decisione di sperimentarsi su territori più vasti e in stretta collaborazione con le altre comunità parrocchiali, superando il rischio di chiusura e sterilità pastorale;

cogliere l’integrazione con le altre parrocchie come condizione indispensabile per realizzare una pastorale di qualità.

Tutto questo attraverso l‘impegno a: - ricercare continuamente la collaborazione e la sinergia

come valori di comunione ecclesiale; - conoscere e far conoscere le diverse risorse disponibili

nel territorio e valorizzarle in ogni occasione; - collaborare con le Istituzioni pubbliche del territorio per

attuare un lavoro in rete; - aprirsi ad esperienze di co-progettazione con altri

soggetti del pubblico, del privato sociale e del mondo ecclesiale;

- gestire in maniera condivisa le opere-segno attraverso una partecipazione attiva.

41 Convegno Ecclesiale di Palermo, 1995 - Cfr. Atti Convegno Ecclesiale di Verona 2006 42 CEI, Il volto missionario delle parrocchie in un mondo che cambia, n. 11

32

Per realizzare questi obiettivi ambiziosi riteniamo di dover cominciare da alcune iniziative concrete che potrebbero essere: la formazione comune degli animatori delle Caritas

parrocchiali del territorio; la costruzione della mappatura delle povertà e delle

risorse a livello cittadino, foraniale e diocesano; l‘organizzazione di campi di lavoro, esperienze

concrete di servizio, proposte per fasce d‘età ai giovani della zona con particolare attenzione ai ragazzi ―post-cresima‖;

la partecipazione di volontari di diverse parrocchie nel servizio al Centro di Ascolto e ai servizi che la Caritas Diocesana offre nel territorio (mense, carceri, accoglienza, beni confiscati alla mafia ecc.);

programmazione di incontri periodici con i Servizi Sociali delle Istituzioni pubbliche e private per intervenire in maniera efficace ai bisogni del territorio;

la costituzione di una équipe diocesana composta da laici e religiosi per promuovere a livello diocesano l‘ educazione alla Carità.

33

Opere segno CENTRO DI ASCOLTO DIOCESANO Il Centro di Ascolto diocesano della Caritas Diocesana è il luogo in cui tutte le persone in difficoltà possono trovare ascolto, essere presi in carico, orientati ed aiutati concretamente per la soluzione dei loro problemi e disagi. Il centro di ascolto si occupa della programmazione, della progettazione e del coordinamento delle diverse realtà caritative del territorio diocesano. Promuove e realizza la formazione degli animatori Caritas. Contatti: Caritas diocesana di Mazara del Vallo Piazza della Repubblica n. 6 - 91026 Mazara del Vallo Sede operativa: via Casa Santa n. 41 - 91026 Mazara del Vallo Tel. 09231892647 fax 09231892652 e-mail: [email protected]

SERVIZI DELLA FONDAZIONE SAN VITO ONLUS La Fondazione San Vito Onlus si prefigge lo scopo di promuovere e gestire iniziative caritatevoli e assistenziali in ambito diocesano su indicazione della Caritas Diocesana in attuazione dei programmi pastorali al fine di assicurare risposte consone ai bisogni presenti nel territorio. Assicurando ospitalità, contributi, servizi di prima accoglienza e assistenza, servizi di vitto, servizi di consulenza e orientamento e quant‘altro ritenuto utile per il superamento dello stato di bisogno, favorisce di conseguenza il reinserimento ed il recupero di coloro che ad essa si rivolgono. Svolge la sua attività di carità ed assistenza fondamentalmente nel territorio locale, collaborando con organi pubblici e privati della Provincia di Trapani.

34

Contatti: Fondazione San Vito Onlus Piazza della Repubblica n. 6 - 91026 Mazara del Vallo Sede amministrativa: via Casa Santa n.41 - 91026 Mazara del Vallo Tel. 09231892650 fax 09231892652 e-mail: [email protected] web: www.fondazionesanvito.it

Mazara del Vallo

- Centro di aggregazione interculturale per adolescenti immigrati e autoctoni a rischio ‖Voci dal Mediterraneo‖;

- Micro credito per le famiglie immigrati e non, tramite la Banca Cooperativa ―G. Toniolo‖ agenzia di Mazara del Vallo;

- Centro Anziani Attivi Mazara "Vivi la Vita"

- Centro di Ascolto di lingua araba. Per venire meglio incontro alle necessità, anche socio-economiche delle famiglie di lingua araba.

- Progetto ―Una casa degna‖ per favorire l'acquisto della casa alle famiglie immigrate ed autoctoni presenti nel territorio

- Centro di Pronta accoglienza ed ospitalità ―Don Pino Puglisi‖ Santa Veneranda. Convenzione con il Dipartimento Regionale della Protezione Civile per l‘accoglienza di richiedenti asilo.

- Mensa fraterna ―Giudice Rosario Livatino‖ - Villaggio della Solidarietà

Marsala - Attività di sostegno morale e materiale ai detenuti nella Casa - Circondariale; - Centro di pronta accoglienza per donne ―Nello D‘Amico‖ in

via della Gioventù n. 62 ( bene confiscato alla mafia e concesso in comodato dal Comune di Marsala);

- Mensa fraterna ―Giorgio La Pira‖ – Largo Stadio Comunale in

35

locali concessi in comodato d‘uso dal Comune di Marsala. - Emittente radiofonica comunitaria ‖Radio City‖ di Marsala.

Castelvetrano - Attività di sostegno morale e materiale ai detenuti nella Casa

Circondariale di Castelvetrano. - Gestione di un terreno agricolo (bene confiscato alla mafia e

concesso in comodato dal Comune di Castelvetrano).

Campobello di Mazara - Gestione di un terreno agricolo con piccolo agrumeto ed

oliveto (bene confiscato alla mafia e concesso in comodato dal Comune).

Salemi

- Gestione di azienda agricola confiscata e concessa in comodato gratuito dal Comune di Salemi. Vengono trattate coltivazioni biologiche certificate in parte seminativo ed in parte vigneto;

- Turismo rurale ―Al Ciliegio‖ su bene confiscato alla mafia e concesso in comodato dal Comune.

- ―Mensa fraterna e servizio docce‖

Pantelleria

- Centro di accoglienza immigrati e bisognosi ―G. Ferrandes‖.

- Progetto ―Anziani Pantelleria‖

Altro:

- Progetto ―Accogliere per accompagnare‖ in ATS con Caritas Diocesana ed alcune Parrocchie della Diocesi– Contrasto alle vecchie e nuove povertà — finanzianto dalla Regione Siciliana.

- Sito web per adolescenti: www.11-14enni.it

36

CONSULTORIO FAMIGLIA INSIEME Il Consultorio familiare ―Famiglia Insieme‖ promosso dalla Caritas Diocesana e gestito dall‘Associazione Camminare Insieme, in partenariato con la Fondazione San Vito Onlus, è un Consultorio di ispirazione cristiana che aderisce alla Federazione regionale dei Consultori di Ispirazione Cristiana e alla Confederazione Italiana Consultori Familiari di Ispirazione Cristiana. Il Consultorio familiare ―Famiglia Insieme‖ è un servizio socio-sanitario territoriale rivolto ai singoli, alle coppie e alle famiglie. Il servizio è presente a Castelvetrano in via Santangelo, 3 e a Mazara del Vallo in via Filippo Castelli (presso la Chiesa S. Francesco di Paola). Contatti: tel. 3270391024 e-mail: [email protected] web: www.insiemecamminare.it

SERVIZI DELLE SUORE FRANCESCANE MISSIONARIE DI MARIA- Casa della Comunità Speranza - Associazione Dal 15 marzo 2010, data dell‘inaugurazione della Casa della Comunità Speranza, tutto l‘impegno delle Francescane Missionarie di Maria, dei Volontari e degli Operatori che subito hanno lavorato in squadra, si è orientato alla formazione dei giovani immigrati della seconda e terza generazione. La Casa, per il punto strategico nella Casbah, è divenuta spontaneamente centro di aggregazione e punto di riferimento, soprattutto per i giovani e le donne. Allo scopo di coinvolgere il maggior numero possibile di ragazzi, che purtroppo hanno come unica alternativa la strada, si è iniziato a programmare tornei di calcio, attività ludico-sportive e teatrali, possibilità si accedere ad internet. Conoscendo maggiormente le necessità, si è approfondito il lavoro con un corso di giornalismo per i ragazzi delle

37

medie, un laboratorio di arte creativa e canto per i bambini, corso di alfabetizzazione per le signore, ecc. Ma ciò che coinvolge maggiormente è l‘appoggio scolastico a più di un centinaio di ragazzi, dalle elementari al biennio superiore. Ogni giorno si devono rifiutare bambini e giovani che vorrebbero essere aiutati per mancanza di risorse, in quanto tutti i ragazzi avrebbero bisogno di un aiuto personalizzato, pertanto è sono necessari altri volontari che collaborino a rispondere alla sfida di questo non facile compito formativo. Contatti: via Pescatori, 10 Mazara del Vallo e-mail: [email protected]

38

Allegati Cosa deve contenere la cartella di ogni assistito? Scheda assistiti (Allegato A)

Dichiarazione Privacy (Allegato B)

Dichiarazione ISEE

Documento di identità

Dichiarazione ricezione beni/servizi (Allegato C)

39

Allegato A

Scheda assistiti

Data apertura caso ______________ N. caso ___________________

Parrocchia ____________________ Città ______________________

Cognome __________________________

Nome _____________________________ Sesso: M F

Data di nascita____________ Luogo di nascita__________________________

Provincia______

Religione___________________________

Codice fiscale____________________ Cittadinanza _____________________

Residente a:__________________ Indirizzo ___________________________

Numeri di telefono _____________________________

Grado di istruzione: ______________________________

Stato civile Celibe/Nubile

Coniugato

Separato/a legalmente

Divorziato/a

Vedovo/a

Altro____________________________

Condizione lavorativa

Occupato/a

Disoccupato/a

Casalingo/a

Pensionato/a

Altro_____________________________

Composizione familiare

Cognome Nome Data di

nascita

Relazione

di

parentela

Grado

istruzione

Situazione

occupazio-

nale

Note

40

Osservazioni_____________________________________________________

________________________________________________________________

________________________________________________________________

Relazione colloquio:

____________________________________________________________

____________________________________________________________

____________________________________________________________

____________________________________________________________

____________________________________________________________

____________________________________________________________

______________________________________________________________

Tipi di bisogni rilevati:

1. _________________________________________________________

2. _________________________________________________________

3. _________________________________________________________

Interventi effettuati:

1. _________________________________________________________

2. _________________________________________________________

3. _________________________________________________________

Note

________________________________________________________________

________________________________________________________________

________________________________________________________________

________________________________________________________________

Operatore Caritas ____________________

41

Allegato B DIOCESI DI MAZARA DEL VALLO CARITAS Piazza della Repubblica,6 – 91026 Mazara del Vallo Tel. O923-1892647 Fax 0923- 1892652

Per Utenti DICHIARAZIONE DI AUTORIZZAZIONE AL TRATTAMENTO DEI DATI PERSONALI ex D.Lgs. 30 giugno 2003 n. 196

Gentile Signore/a,

la Caritas parrocchiale/diocesana, per svolgere il proprio servizio di segretariato sociale e promozione umana, nonché di informazione e consulenza legale gratuite, ha necessità di raccogliere i suoi dati identificativi, giudiziari, nonché alcuni dati sensibili (i dati sensibili sono quelli idonei a rivelare l'origine razziale ed etnica, le convinzioni religiose, filosofiche o di altro genere, le opinioni politiche, l'adesione a partiti, sindacati, associazioni od organizzazioni a carattere religioso, filosofico, politico o sindacale, nonché i dati personali idonei a rivelare lo stato di salute e la vita sessuale). Come previsto dalla legge sulla privacy, il trattamento di tutti i dati che La riguardano, sarà fatto secondo principi di correttezza, liceità e trasparenza e tutelando la Sua riservatezza e i Suoi diritti. Il trattamento dei dati verrà effettuato attraverso la compilazione di schede cartacee correttamente mantenute e protette e con mezzi informatici protetti, nel rispetto di quanto previsto dalla legge. La comunicazione dei dati è facoltativa, tuttavia in mancanza dei Suoi dati la Caritas non potrà svolgere alcun servizio nei Suoi confronti. A seconda dell‘intervento che Lei ci chiede, i Suoi dati potranno essere comunicati ad altri centri di ascolto, ai Servizi Sociali e Sanitari di riferimento, a comunità terapeutiche, a strutture di accoglienza, al Sert, al CIM, al CSSA, all‘USSM, agli operatori carcerari, agli insegnanti, ai centri operativi e di servizi della Caritas diocesana, ad avvocati e consulenti di fiducia, allo IACP, a patronati e agenzie di collocamento, alle cooperative legate alla Caritas diocesana, ai suoi famigliari oppure, in forma anonima, potranno essere utilizzati per scopi statistici. In merito al trattamento dei tuoi dati, mediante richiesta fatta al titolare o al responsabile hai diritto di:

42

a. ottenere senza ritardo:

la conferma o meno dell‘esistenza dei dati personali che ti riguardano e la loro comunicazione;

la cancellazione, la trasformazione in forma anonima o il blocco dei dati trattati in violazione della legge, compresi quelli di cui non è necessaria la conservazione in relazione agli scopi per i quali sono stati raccolti o successivamente trattati,

l‘aggiornamento, la rettificazione, ovvero qualora tu ne abbia interesse, l‘integrazione dei dati

b. opporti in tutto o in parte per motivi legittimi al trattamento dei dati personali che ti riguardano, ancorché pertinenti allo scopo della raccolta, nel qual caso non sarà possibile procedere all‘erogazione dei servizi.

Titolare del trattamento è la Diocesi di Mazara del Vallo, nella persona di S.E. Mons. Domenico Mogavero vescovo, con sede in Mazara del Vallo Piazza della Repubblica,6 ; responsabile del trattamento è don Giacinto Leone; incaricati al trattamento sono i volontari e i collaboratori della Caritas parrocchiale/diocesana. Io sottoscritto/a______________________________ nato il ___________

a _________________________

DICHIARO

di aver preso visione di quanto rappresentato e di autorizzare, in conformità a

quanto sopra indicato e più in generale secondo quanto previsto ex D.Lgs. n.

196/03, il trattamento dei dati personali di qualsiasi natura ivi compresi quelli

c.d. sensibili, identificativi e giudiziari, riguardanti me (il/la mio/a figlio/a

minore _______________________ )

Mazara del Vallo, lì _________________

Firma

____________________________

Identificato mediante:

Fotocopia documento di identità (Allegare)

Estremi documento di identità:

Tipo _________________________ N° _________________________

Ente _________________________

Data di rilascio ___ /___ /______ Scadenza ___ /___ /______

43

Allegato C

Dichiarazione ricezione beni/servizi Caritas Parrocchiale di …………………………………………

Dichiarazione del destinatario di fornitura di beni

Il sottoscritto___________________, nato a _______________, prov. ___

il _____________e residente in ____________________________, via

___________________________ consapevole della responsabilità penale

cui può andare incontro in caso di dichiarazioni non veritiere, di

formazione o uso di atti falsi, richiamate dall’art. 76 del D.P.R. 445 del 28

dicembre 2000;

DICHIARA

di avere ricevuto la fornitura dei seguenti beni:

Quantità Descrizione del bene

__________________ lì _____________

Identificato mediante documento di identità:

Tipo _________ N° ____________________ Ente ___________________

Data di rilascio ___ /___ /_____ Scadenza ___ /___ /_____

Firma del destinatario dell’intervento

________________________________

44

Allegato D

DIOCESI DI MAZARA DEL VALLO CARITAS Piazza della Repubblica,6 – 91026 Mazara del Vallo Tel. O923-1892647 Fax 0923- 1892652

Per gli operatori

DICHIARAZIONE DI AUTORIZZAZIONE AL TRATTAMENTO DEI DATI PERSONALI ex D.Lgs. 30 giugno 2003 n. 196

Carissimo/a,

la Caritas parrocchiale/diocesana per poter usufruire del tuo servizio volontario

ha necessità di raccogliere i tuoi dati personali e alcuni dati sensibili (i dati

sensibili sono quelli idonei a rivelare l'origine razziale ed etnica, le convinzioni

religiose, filosofiche o di altro genere, le opinioni politiche, l'adesione a partiti,

sindacati, associazioni od organizzazioni a carattere religioso, filosofico,

politico o sindacale, nonché i dati personali idonei a rivelare lo stato di salute

e la vita sessuale). Come previsto dalla legge sulla privacy, il trattamento di

tutti i dati che ti riguardano, sarà fatto secondo principi di correttezza, liceità e

trasparenza e tutelando la tua riservatezza e i tuoi diritti.

Il trattamento dei dati verrà effettuato attraverso la compilazione di schede

cartacee correttamente mantenute e protette e con mezzi informatici protetti, nel

rispetto di quanto previsto dalla legge.

La comunicazione dei dati è facoltativa, tuttavia in mancanza di questi la

Caritas non potrà accogliere la tua disponibilità a svolgere servizio volontario.

I tuoi dati (Nome, Cognome, parrocchia di riferimento ed eventuale recapito

telefonico) potranno essere comunicati ad altri volontari/collaboratori o agli

utenti dei CdA che ne facessero richiesta. Inoltre, in forma anonima, tutti i tuoi

dati potranno essere utilizzati per scopi statistici.

In merito al trattamento dei tuoi dati, mediante richiesta fatta al titolare o al

responsabile hai diritto di:

a. ottenere senza ritardo:

la conferma o meno dell’esistenza dei dati personali che ti

riguardano e la loro comunicazione;

45

la cancellazione, la trasformazione in forma anonima o il blocco dei

dati trattati in violazione della legge, compresi quelli di cui non è

necessaria la conservazione in relazione agli scopi per i quali sono

stati raccolti o successivamente trattati,

l’aggiornamento, la rettificazione, ovvero qualora tu ne abbia

interesse, l’integrazione dei dati

b. opporti in tutto o in parte per motivi legittimi al trattamento dei dati

personali che ti riguardano, ancorché pertinenti allo scopo della raccolta,

nel qual caso non sarà possibile accogliere la tua disponibilità a svolgere

servizio volontario.

Titolare del trattamento è la Diocesi di Mazara del Vallo, nella persona di S.E.

Mons. Domenico Mogavero Vescovo, con sede in Mazara del Vallo piazza

della Repubblica n° 6; responsabile del trattamento è don Giacinto Leone;

incaricati al trattamento sono i volontari e i collaboratori della Caritas

parrocchiale/diocesana.

Io sottoscritto/a______________________________ nato il ___________

a _________________________

DICHIARO

di aver preso visione di quanto rappresentato e di autorizzare, in conformità a

quanto sopra indicato e più in generale secondo quanto previsto ex D.Lgs. n.

196/03, il trattamento dei miei dati personali di qualsiasi natura ivi compresi

quelli c.d. sensibili, identificativi e giudiziari.

Mazara del Vallo, lì _________________

F.to L’Interessato

____________________________

Identificato mediante:

Fotocopia documento di identità (Allegare)

Estremi documento di identità:

Tipo _________________________ N° _________________________

Ente _________________________

Data di rilascio ___ /___ /______ Scadenza ___ /___ /_____

46

Allegato E

Bozza statuto Caritas Parrocchiale

Articolo 1 Natura La Caritas parrocchiale, espressione ed articolazione della Caritas Diocesana a livello territoriale, è l‘organismo pastorale costituito al fine di promuovere, collaborando sul territorio con altri organismi, la testimonianza della CARITA‘ nella comunità, in forme consone ai bisogni, per favorire lo sviluppo integrale della persona umana e della giustizia sociale, contribuendo a liberarla dal degrado culturale, economico e sociale, che si manifesta attraverso forme di emarginazione e dipendenza.

Articolo 2 Rapporti con la Caritas diocesana La Caritas parrocchiale tiene costanti rapporti di collaborazione e consultazione con la Caritas diocesana e partecipa agli incontri di formazione e programmazione da essa proposti. La Caritas diocesana è l‘organismo pastorale della Chiesa con il mandato di animare la comunità al senso di carità e di giustizia. La Caritas diocesana coordina le iniziative ecclesiali di carità e di promozione umana collaborando con gli altri Uffici pastorali e le Istituzioni pubbliche, promuove la formazione degli operatori Caritas, implementando la realizzazione di una diffusa rete di solidarietà. Un componente della Caritas parrocchiale partecipa agli incontri di coordinamento della Caritas foraniale.

47

Articolo 3 Finalità Le finalità della Caritas parrocchiale sono: a ) sensibilizzare la parrocchia nel suo insieme, le famiglie, la scuola, il mondo del lavoro, i gruppi e le altre formazioni di base al dovere della carità e della giustizia, così che l‘intera comunità cristiana si caratterizzi come comunità di amore; b ) ricercare le forme di povertà e di bisogni presenti sul territorio e stimolare la parrocchia a prendere coscienza della loro esistenza e della loro causa, e a farsene carico sia con risposte dirette sia stimolando la società civile attraverso adeguati servizi sociali; c ) promuovere la nascita e la formazione di volontari singoli e di gruppi di volontariato, soprattutto in rapporto ai bisogni più scoperti e alle maggiori forme di povertà e di emarginazione e promuovere la formazione spirituale degli operatori impegnati professionalmente nei servizi sociali; d ) collegare e coordinare i gruppi, le associazioni, le iniziative operanti nel campo della carità, dell‘assistenza, della promozione umana, così che essi si presentino pur nella loro legittima società come espressioni dell‘unica Chiesa; e ) sensibilizzare la parrocchia ai problemi del Terzo Mondo, proponendo iniziative comunitarie di solidarietà, soprattutto verso i paesi più poveri; f ) sensibilizzare la parrocchia ai problemi della pace.

Articolo 4 Struttura Un gruppo di laici sensibili ai problemi della carità, aperti e impegnati personalmente in servizi di carità, costituiscono, assieme al sacerdote la Caritas parrocchiale. Essa ha un responsabile, che è membro di diritto del Consiglio pastorale. La Caritas parrocchiale presenta al Consiglio parrocchiale tutti i problemi presenti in parrocchia o anche esterni ( es. Terzo

48

Mondo ) e ipotesi di intervento: sollecita al Consiglio Pastorale linee pastorali di orientamento; attua nel suo lavoro quanto è stato pastoralmente deciso. La Caritas parrocchiale collabora, nel rispetto della propria a altrui identità, con altre iniziative e proposte di promozione umana presenti nella stessa parrocchia.

Articolo 5 Organi Gli organi della Caritas parrocchiale sono: a ) il Presidente, che è il parroco pro tempore; b ) il Responsabile; c ) il Tesoriere; d ) il Segretario; e ) i Responsabili di settore.

Articolo 6 Presidente Il Presidente: a ) rappresenta legalmente la caritas parrocchiale; b ) convoca e presiede le riunioni; c ) adotta i provvedimenti di ordinaria amministrazione; d ) tiene i contatti con la Caritas diocesana e riferisce

sull‘attività della Caritas parrocchiale ogni volta che ne è richiesto o che egli stesso lo ritenga opportuno;

e ) può delegare l‘esercizio di determinate funzioni al Responsabile.

Articolo 7 Responsabile Il Responsabile dirige l‘attività ordinaria della Caritas parrocchiale secondo le deliberazioni del Presidente e gli indirizzi del Consiglio ed esercita le funzioni anche rappresentative a lui eventualmente delegate dal Presidente

49

Articolo 8 Tesoriere Il Tesoriere amministra il patrimonio ed i fondi della Caritas parrocchiale, e i contributi ad essa comunque provenienti, secondo le direttive del presidente.

Articolo 9 Segretario Il Segretario redige, conserva e dà lettura dei verbali.

Articolo 10 Responsabili di settore I Responsabili di settore hanno il compito di coordinare i diversi ambiti di interesse a cui sono preposti per lo svolgimento delle iniziative educative, informative e culturali.

Articolo 11 Rapporti con gli altri organismi La Caritas parrocchiale mantiene rapporti di intesa e di collaborazione con gli altri organismi e le associazioni territoriali, provinciali e regionali. La Caritas parrocchiale cura inoltre rapporti con le istituzioni civili al fine di attuare iniziative e servizi.

Articolo 12 Fondo di solidarietà La Caritas parrocchiale gestisce un piccolo fondo di solidarietà destinato agli interventi di emergenza e per pagare servizi di carità non sostenibili momentaneamente dal volontariato. L‘uso del denaro viene deciso dalla Caritas nel suo insieme. Il fondo viene alimentato da: una colletta periodica, da offerte libere e donazioni. La caritas rende pubblico ogni anno il bilancio.

50

Articolo 13 Destinazione delle offerte In conformità al can. 1267, paragrafo 3 del codice di diritto canonico, le offerte ricevute per un determinato fine non possono essere impiegate che per quel fine.

Articolo 14 Durata delle cariche Il Responsabile, il Tesoriere, il Segretario ed i Responsabili di settore durano in carica per 3 anni.

Articolo 15 Entrata in vigore Il presente statuto entrerà in vigore dopo essere stato letto, discusso ed approvato all‘unanimità dal direttivo della Caritas parrocchiale.

Articolo 16 Norme di rinvio Per quanto non è contemplato nel presente statuto, si fa rinvio alle norme dell‘ordinamento canonico ed alle disposizioni vigenti in materia di enti ecclesiastici.

51

Riferimenti Caritas diocesana di Mazara del Vallo Piazza della Repubblica n. 6 - 91026 Mazara del Vallo Sede operativa: via Casa Santa n.41 - 91026 Mazara del Vallo Tel. 09231892647 fax 09231892652 e-mail: [email protected] La Consulta Caritas è l‘organismo attraverso il quale la Caritas Dio-cesana persegue il compito di programmazione e coordinamento delle iniziative di volontariato e delle opere caritative e assistenziali della Diocesi. È composta da:

don Giacinto Leone, direttore della Caritas diocesana;

suor Rita Amato, vice direttrice della Caritas diocesana;

Marilena Campagna, collaboratrice della Caritas Diocesana;

Vilma Angileri, vice presidente della Fondazione S. Vito;

Don N’Kongolo Kabanga Zicho, referente Caritas della forania di Mazara del Vallo;

don Otello Bisetto referente Caritas della forania di Marsala - Petrosino;

don Giuseppe Biondo, referente Caritas della forania di Partanna - Santa Ninfa - Poggioreale - Salaparuta;

don Baldassare Meli, referente Caritas della forania di Castelvetrano - Campobello di Mazara;

don Rino Randazzo, referente Caritas della forania di Salemi -Gibellina - Vita;

Suor Paola Dal Pra, referente delle Suore Francescane Missionarie di Maria;

Frati Minori Cappuccini di Mazara del Vallo

52

Bibliografia sintetica per approfondire le tematiche Caritas

Concilio Vaticano II, Costituzione Pastorale ―GAUDIUM ET

SPES‖ sulla Chiesa nel mondo contemporaneo, 7 dicembre

1965

Lettera Enciclica ―POPULORUM PROGRESSIO” sullo

sviluppo dei popoli, Paolo VI, Roma, 26 marzo 1967

Lettera Enciclica ―SOLLECITUDO REI SOCIALIS‖, Giovanni

Paolo II, Roma, 30 dicembre 1987

EVANGELIZZAZIONE E TESTIMONIANZA DELLA CARITÁ,

orientamenti pastorali dell‘Episcopato italiano per il decennio

1990-2000 (C.E.I., 8 dicembre 1990)

LO RICONOBBERO NELLO SPEZZARE IL PANE (Caritas

Italiana, 1995),

DA QUESTO VI RICONOSCERANNO sull‘identità delle

Caritas parrocchiali (Caritas italiana, 23 maggio 1999),

Lettera Enciclica “NOVO MILLENNIO INEUNTE”, Giovanni

Paolo II, ,Roma, 6 gennaio 2001

IL VOLTO MISSIONARIO DELLE PARROCCHIE IN UN

MONDO CHE CAMBIA Nota pastorale- Conferenza

Episcopale Italiana, 2004

Lettera Enciclica ―DEUS CARITAS EST‖ sull‘amore cristiano,

Benedetto XVI, Roma, 25 dicembre 2005

UNA SPERANZA PER L’ITALIA, Atti del 4° Convegno

53

Ecclesiale Nazionale, Verona, 16-20 ottobre 2006

Lettera Enciclica ―CARITAS IN VERITATE‖ nel quarantesimo

anniversario della Populorum Progressio, Benedetto XVI,

Roma, 29 giugno 2009.

PER UN PAESE SOLIDALE. CHIESA ITALIANA E

MEZZOGIORNO. (C.E.I. 21 febbraio 2010)

EDUCARE ALLA BUONA VITA DEL VANGELO,

orientamenti pastorali dell‘Episcopato italiano per il decennio

2010-2020 (C.E.I. 4 ottobre 2010)

WEB SITE:

www.caritasitaliana.it

www.diocesimazara.it

www.fondazionesanvito.it

www.giustiziaesolidarieta.it

www.prestitodellasperanza.it

54

Indice Presentazione 3 I parte: La Caritas: identità, mandato e metodo per educare alla carità. 6 II parte: La Caritas che educa alla testimonianza della carità 19 III parte: Quale testimonianza della carità? 22 Linee triennali di animazione alla ― pastorale integrata‖ 30 Opere segno 33 Allegati: Cosa deve contenere la cartella di ogni assistito? 38 Allegato A 39 Allegato B 41 Allegato C 43 Allegato D 44 Allegato E 46 Riferimenti Caritas 51

Bibliografia 52