Caporalato in provincia di Grosseto: i numeri del fenomeno

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Comune Aziende viticoleArcidosso 47Campagnatico 162Capalbio 151Castel del Piano 149Castell'Azzara 8Castiglione della Pescaia 135Cinigiano 272Civitella Paganico 169Follonica 20Gavorrano 110Grosseto 372Isola del Giglio 15Magliano in Toscana 320Manciano 352Massa Marittima 125

CAMERA DEL LAVORO TERRITORIALE DI GROSSETO “CAPORALATO IN MAREMMA - APPROFONDIMENTO RACCOLTA UVA”DATI GENERALI – MODALITA' DI CALCOLO:...aziende con coltivazione della vite suddivise per comune: ( dati censimento agricoltura 2010 )

Comune Aziende viticoleMassa Marittima 125Monte Argentario 27Monterotondo M. 24Montieri 8Orbetello 158Pitigliano 249Roccalbegna 32Roccastrada 311Santa Fiora 1Scansano 215Scarlino 63Seggiano 59Semproniano 22Sorano 218

TotaleTotale 3.7943.794

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Tot. Sup. vitate (ha)

Piccoli appezzamenti

Raccolta meccanizzata (ha)

Superficie analizzata per focus (ha)

7.875,34 1.011.12 3.432,11 3432,11

Superficie analizzata (ha) Quantità uve prodotte ( q.li) Media uva per ettaro (q.li)3432,11 289.358,90 84,31

...dal totale delle superfici vitate rilevate dall'ultimo censimento dell'agricoltura ( ha. 7.875,34 ) abbiamo inoltre escluso da conteggi e valutazioni:

Tutti i piccoli appezzamenti dai quali si ottiene il vino per consumo familiare o che nel 2014 non hanno rivendicato le uve (- 1.011,12 ettari);

Tutte le superfici dove viene praticata la raccolta meccanizzata delle uve, in proprio o attraverso conto-terzisti ( - 3432,11 ettari )

PARTENDO DAL DATO ARTEA 2014 ABBIAMO ANALIZZATO LA SITUAZIONE DEI SOLI VIGNETI DOVE L'UVA VIENE RACCOLTA A MANO E DESTINATA ALLA VINIFICAZIONE O ALLA COMMERCIALIZZAZIONE ( il dato 2015 sarebbe molto più alto ):

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INDICE DI CONGRUITA' – SITUAZIONE NEL TERRITORIO:...viene stimato che in 8 ore un operaio può raccogliere circa 5 q.li di uva. Se poi la postazione di lavoro è ben organizzata (cassette disponibili e mobilizzazione delle stessa fatta da altri o a fine turno), si può arrivare mediamente a 7/8 q.li al giorno. Nel 2015 in provincia di Grosseto sono stati stipulati centinaia di contratti per la raccolta ad ettaro con cifre pattuite oscillanti tra i 400 ed i 500 euro.

PER UN CALCOLO CHE NON POSSA ESSERE MESSO IN DISCUSSIONE ABBIAMO ADOTTATO I SEGUENTI CRITERI:massimo della produttività raggiungibile per operaio ( 8 q.li al giorno); media produttività per ettaro arrotondata per difetto ( 80 quintali);modalità di pagamento legale più destrutturata: ( voucher)

Inoltre deve essere sempre ulteriormente detratto:

compenso “imprenditore senza terra” (50/150 euro/ettaro)

spesso deve essere detratto anche:

trasporto con il pulmino ( in media 5 euro ) acqua ( 1,5 euro a bottiglietta)panino 3,5 euro ( con obbligo di acquisto dal caporale/”imprenditore”)alloggio (fino a 200 euro al mese nonostante degrado e fatiscenza dei luoghi).

DAI FATTI ESPOSTI POSSIAMO QUINDI RITENERE CHE I LAVORATORI DELLA RACCOLTA DELL'UVA RECLUTATI IN MAREMMA CHE PASSANO ATTRAVERSO L'INTERMEDIAZIONE DEI CAPORALI O COMUNQUE IRREGOLARI PERCEPISCONO IN MEDIA MENO DELLA META' DI QUANTO SPETTANTE PER LEGGE E CONTRATTI DI SETTORE.

Superficie (ha) Tempo (giorni)

Personale necessario (n°)

Spesa personale con voucher (euro)

Contratti ad ha. (euro)

Differenza (euro)

1 1 10 800 400/500 - 300 /400

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DIMENSIONE PROVINCIALE DEL FENOMENO – CONSIDERAZIONI FINALI

...nel concreto delle vendemmie gli imprenditori agricoli ed i loro familiari, insieme ad eventuali e sempre più rari operai “fissi” si occupano della conduzione dei mezzi meccanici e delle operazioni correlate al trasferimento dell'uva alla cantina, tuttavia, volendo evitare ogni tipo di strumentalizzazione per starci dentro senza ombra di dubbio abbiamo deciso di:

considerare tutte le nuove attivazioni in agricoltura come utilizzate per la vendemmia e per il massimo delle giornate possibili;

considerare tutti i voucher in agricoltura di un anno come utilizzati per la sola vendemmia;

e per considerarci anche eventuali altre assunzioni avventizie o fisse già in essere ( piuttosto improbabili ) e volerci stare comunque larghissimi abbiamo deciso di quadruplicare il dato finale anche se bastava tranquillamente raddoppiarlo

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““risparmio” annuale risparmio” annuale (euro)(euro)

Persone coinvoltePersone coinvolte Lavoro “grigio” Lavoro “grigio” ( % su totale )( % su totale )

Incidenza caporalato su Incidenza caporalato su manodopera uvamanodopera uva

> 1.200.000> 1.200.000 1.200/1.5001.200/1.500 10 / 20%10 / 20% > 70%> 70%

Giornate occorrenti per Giornate occorrenti per vendemmia *vendemmia *

Giornate denunciate **Giornate denunciate ** Giornate a neroGiornate a nero Equivalenti aEquivalenti a(% attività complessiva)(% attività complessiva)

36.17036.170 12.38812.388 23.78223.782 66%66%

• Giornate lavorative occorrenti per la vendemmia a mano delle uve commercializzate: 36.17036.170 (289.358,9* : 8**)* quintali uva raccolti a mano commercializzati ** quantità massima giornaliera per operaio ( in q.li )

• Totale giornate massime legalmente tracciabili per vendemmia 2014 in provincia di Grosseto : 2.398 + 699 = 3.097 3.097 x 4 ( quadruplicazione) = 12.38812.388

• Nuovi avviati in agricoltura mese di settembre 2015: 109109 ( erano 315 nel 2010 ) sappiamo che in media gli sono state “scaricate” meno di 10 giornate lavorative a testa ma ne abbiamo

volute considerare il massimo di 22 giornate al mese equivalenti a 2.3982.398 giornate lavorative

• Totale vouchervoucher utilizzati in agricoltura nell'anno 2013 ( dal 01.01 al 31.12 ) 5.591 equivalenti a 699 giornate lavorative5.591 equivalenti a 699 giornate lavorative.

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MIGRANTI E CAPORALATO: MACRO DIFFERENZE TRA LA RACCOLTA DELL'UVA E QUELLA DELLE OLIVE IN PROVINCIA DI GROSSETO:

* Nel 2000 con meno caporalato diffuso e senza voucher le disoccupazioni agricole complessive erano 3032; nel 2013 sono state 4375; 4492 nel 2014. il numero delle pratiche gestite dai sindacati è rimasto più o meno invariato mentre sono aumentate in maniera esponenziale quelle degli altri patronati del territorio.

Etnie affidamento Criticità-illegalità - illegittimità

UVAUVA Trattandosi di un lavoro a

basso livello di professionalità

, vengono utilizzati tutti i

lavoratori stranieri

reclutabili, compreso

quelli provenienti dal

commercio abusivo estivo nelle spiagge.

ad ettaro

(400 - 500 euro)

Nella raccolta dell'uva si raggiunge il picco massimo percentuale di lavoro in nero, deregolamentato e sotto retribuito. Ai pochi dipendenti assunti viene generalmente riconosciuto un numero inferiore di giornate rispetto a quelle effettivamente svolte. Ci sono macroscopici problemi legati alla mancanza di d.p.i. e di una minima formazione. La modalità di reclutamento è in gran parte improvvisata ed avviene in luoghi di ritrovo collettivo; di solito il compenso viene erogato al termine della giornata stessa.

Etnie affidamento Criticità-illegalità - illegittimità

OLIVE OLIVE

A parte alcune eccezioni, il grosso del

lavoro viene effettuato da comunitari e

non provenienti

dall'entroterra rurale di alcuni paesi dell'est

europa ( rumeni,

albanesi, serbi, montenegrini,

ecc).

al quintale

(25 -30 euro)

Nella raccolta delle olive, cosi come successivamente per le potature e per il lavoro del bosco la percentuale di lavoro in nero cala drasticamente e subentrano ampie sacche di lavoro in grigio con due macro dinamiche diametralmente opposte:alle persone che verranno utilizzate soltanto per la raccolta delle olive ( e che generalmente hanno fatto anche quella dell'uva) di solito vengono riconosciute poche giornate lavorate ufficialmente. Il compenso è forfettario e prescinde dalla busta paga. Mentre per i lavoratori “più bravi” che resteranno anche per i lavori successivi di solito la busta paga è regolare, ma il compenso vero dato al lavoratore è di circa la metà. La “compensazione” avviene attraverso la disoccupazione agricola di cui si segnala un sospetto aumento esponenziale non giustificato da un effettivo aumento del lavoro ed a fronte di una maggiore presenza di lavoro nero; da alcuni anni rimandiamo indietro persone che vengono a fare la disoccupazione agricola con pacchetti di fotocopie di documenti di parenti e congiunti; legittimo pensare che da qualche parte trovino chi li accoglie e si presta alla truffa*. Di solito siamo di fronte a comunità chiuse, con soggetti che si conoscono tra di loro, diffidenti e reticenti nei confronti del sindacato e consapevoli di dipendere in tutto dal caporale e ricattabili per la necessità di avere una busta paga.

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MIGRANTI E CAPORALATO - ALCUNE BUONE PRATICHE ED INTERVENTI POSSIBILIALCUNE BUONE PRATICHE ED INTERVENTI POSSIBILI ..rimanendo sull'argomento uva crediamo che per scoperchiare un autentico vaso di pandora con un inevitabile effetto domino ( lavoro nero, intermediazione di mano d'opera, violazione norme sicurezza, truffa inps, truffa iva, ecc) sarebbe sufficiente chiedere formalmente a tutti i proprietari con più di due ettari di vigna come hanno raccolto l'uva quest'anno e partire da lì; tuttavia, riteniamo che soltanto una modifica delle norme e la messa in campo di buone pratiche possa contribuire ad una risoluzione strutturale del problema; per andare oltre l'analisi, ecco alcuni esempi di cose fattibili, che sono state già sperimentate altrove e che hanno prodotto risultati significativi:

In Puglia è stato siglato un protocollo d'intesa tra la Regione, tutte le Prefetture e le Direzioni Regionali di Lavoro, Inps e Inail per la costituzione di rapporti di collaborazione inter-istituzionali contro l'illegalità e il lavoro sommerso;

Analogo provvedimento è stato adottato dalla Prefettura di Torino;

Sempre in Puglia, la Regione insieme alle organizzazioni sindacali di categoria ha indicato le linee guida per gli indici di congruità in agricoltura;

In alcuni territori sono stati fatti accordi per la totale tracciabilità dei compensi in agricoltura, in assenza del conto corrente del lavoratore anche attraverso l'utilizzo obbligatorio di una semplice posta pay ricaricabile;

Il comune di Eboli ha istituito uno sportello denominato “collocamento pubblico contro l'illegalità” attraverso un accordo siglato con i sindacati confederali, il centro per l'impiego e Coldiretti, Cia e Confagricoltura;

Ma un cosi vasto e consolidato livello di illegalità richiederebbe a nostro avviso un intervento legislativo sulla falsa riga del cd disegno di legge Martina, che dovrebbe prevedere la confisca dei beni per le aziende che si macchiano del reato, la responsabilità in solido per chi si avvale di lavoro nero o irregolare, l'assistenza legale gratuita per i braccianti e un inasprimento delle pene per i caporali.

Poi ci sarebbe da affrontare il tema degli effetti prodotti dal combinato disposto della bossi fini – rimpatrio forzoso – reato di clandestinità. Sembra un'altra storia, ma i fatti ci dicono che non lo è.