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capitolo le date e i fatti 1919-20 Momento di più acuto conflitto sociaLe negli stati europei 1919 Repressione deL moto rivoLuzionario spartachista in Germania 1919 Proclamazione deLLa RepubbLica sovietica ungherese, rovesciata da Horthy 1921 Proclamazione deLLoStato Libero d'IrLanda 1923 Occupazione franco-beLga deLLaRussia 1923 A Monaco Hitler tenta di impadronirsi deL potere conLaforza 1925 ELezione di Hindemburg a presidente deLLaRepubblica tedesca 1926 Sciopero dei minatori di Gran Bretagna !i9

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capitolo

le date e i fatti1919-20 Momento di più acutoconflitto sociaLe negli statieuropei

1919 Repressione deLmotorivoLuzionario spartachistain Germania

1919 Proclamazione deLLaRepubbLica sovietica ungherese,rovesciata da Horthy

1921 Proclamazione deLLoStatoLibero d'IrLanda

1923 Occupazione franco-beLgadeLLaRussia

1923 A Monaco Hitler tentadi impadronirsi deL poterecon Laforza

1925 ELezione di Hindemburga presidente deLLaRepubblicatedesca

1926 Sciopero dei minatoridi Gran Bretagna

!i9

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[economia europeaaffronta una fase

di grande difficoltàlegata alfesigenza

di riconvertiregli apparati produttivi

RICORDA CHELa produzione bellica aveva con-sentito una grande espansionedella produzione industriale

UclA 2, La lunga crisi europea

Lacrisi europea:alla ricerca di nuovi assetti

Il declino deIrEuropaI segnali di crisi del sistema coloniale erano solo un aspetto delle gigantesche trasfor-mazioni che la Prima guerra mondiale si lasciò alle spalle. Agli inizi degli anni venti siera definitivamente compiuto il processo di spostamento del centro del mondo fuoridall'Europa avviato sul finire dell'Ottocento. La guerra aveva accelerato questo proces-so, portando l'economia europea sull'orlo del tracolloIl principale fattore di crisi dell'economia europea consisteva nel problema di ricon-vertire in tempi rapidi gli apparati produttivi per adeguarli alle necessità del Lempodipace: durante la guerra i macchinari erano stati trasformati per produrre quasi esclusi-vamente materiale bellico. Alla fine delle ostilità, molte aziende non riuscirono a ricon-vertirsi e fallirono, altre vi riuscirono con grande difficoltà; in ogni caso quesLo proces-so squassò alle radici le strutture economiche di tutte le nazioni belligeranti e soprat-tutto di quelle sconfitte.La crisi innescata dalla riconversione produttiva durò più del previsto almeno fino al1922 si protrasse un lungo ciclo negativo e solo verso il 192.5-2.6 un breve ciclo diespansione economica e l'affievolirsi del confliLLosociale consentirono la stabilizzazio-ne interna delle nazioni europee. La riconversione produttiva richiedeva infatti la solu-zione di altri problemi strettamente connessi: l'approvvigionamento dei capitali, scarsie costosi, soprattutto per i paesi europei, gravaLidai pesantissimi debiti di guerra con-tratti con l'estero e in particolare con gli SLatiUniti; il sistema degli scambi, dato chetutti i paesi, nel tentativo di proteggere i mercati interni, innalzarono le tariffe dogana-li; l'inflazione, alimentata dall'enorme quantità di cartamoneta stampata durante laguerra, dall'indebitamento degli stati e dallo SLessoristagno produttivo

nessi l'economia nel dopoguerra

Debiti di guerra Emissione di moneta

Scarsità di capitali Politicheprotezionistiche Inflazione

~Ciclo economico negativo

Nel dopoguerragli Stati Uniti assumonoun ruolo di egemonia

economica

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Ladipendenza economica deIrEuropaLa guerra aveva prosciugato oltre il 30% della ricchezza della Francia e della GranBretagna, che pure erano le nazioni vincitrici; percentuali ancora maggiori misero in gi-nocchio i paesi sconfitti, come la Germania e la Russia Diversamente gli Stati Uniti,dissipando "solo" il 9% della ricchezza nazionale, si affermarono come la potenza ege-mone a livello mondiale, l'unica in grado di sovvenzionare la ripresa economica delVecchio continente. La supremazia degli Stati Uniti era sostenuta dalla rapida crescita

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Capitolo 5, Rivoluzione e comr0l1voluzione: il biennio rosso

• Fra le rovine della città francesedi Lens si organizza spontanea-

mente un mercato. Le difficoltà econo-miche e la mancanza di generi aLimen-tari caratterizzarono a lungo il dopo-guerra in Europa. Si rivelavano in talmodo le tragiche conseguenze del con-flitto, non solo dal punto di vista delle

I perdite umane, ma anche da quello del-le risorse economiche e delle prospetti-ve di benessere delle popolazioni.

RICORDA CHEGli Stati Uniti durante la guerraavevano sostenuto con il loro ere-·to le forze dell'Intesa

Nuovi paesi entranosulla scena economica

mondiale

Il dopoguerra ècaratterizzato da un'alta

conflittualità sociale

di settori economici strategici: dal 1913 al 1918 la produzione di acciaio raddoppiò; iltonnellaggio della flotta mercantile raggiunse 1'85% di quella inglese, che restava co-munque notevole (nel 1913 era meno del 2.3%); in quattro anni l'avanzo della bilanciadei pagamenti fu di 9 miliardi e mezzo di dollari, una quota equivalente a quella dei12.5anni precedenti.Inoltre gli Stati Uniti, possedendo quasi la metà della riserva mondiale di oro, potero-no da un lato riscattare in massa i titoli americani che si trovavano in possesso di capi-talisti stranieri, dall'altro prestare oltre IO miliardi di dollari agli stati belligeranti, di-ventando così grandi esportatori di capitali.Il declino europeo era accentuato dalla contemporanea ascesa di altri paesi: gli stati su-damericani, entrando nell'orbita degli investimenti Usa, ridussero la loro dipendenzadai capitali europei, soprattutto britannici, incrementando nel contempo la produzio-ne tessile e metallurgica e aumentando le esportazioni di grano, carne e zucchero; ilGiappone soppiantò durante il conflitto i paesi europei nel ruolo di fomitore di pro-dotti industriali alla Cina, all'India e all'Indocina e quintuplicò la sua produzione Senell'Ottocento le potenze europee avevano "usato" il resto del pianeta - con poche ec-cezioni - per prelevare materie prime e smerciare i propri manufatti, ora, agli inizi de-gli anni venti, erano diventate dipendenti dall'estero

Nuovi modelli ideologici per uscire dalla crisiLa crisi economica europea fu resa ancor più acuta dall'esplosione di una lunga serie discioperi e agitazioni dei piÙ diversi strati sociali - dagli operai ai contadini, a settoridel ceto medio urbano - impegnati a ottenere una piÙ equa distribuzione della ric-chezza e a difendere i loro redditi dall'inflazione. Queste lotte ebbero una radicalità eun'intensità inusitate rispetLo al passato, fino ad assumere in qualche caso, come Ye-dremo in seguito, i connotati di una rottura rivoluzionaria dell'ordine esistente. In que-sta situazione lo stato, proseguendo su una via che era sLatabmscameme intrapresadurante il conflitto, rafforzò ulteriormeme la sua centralità quale promotore e regolarre delle attiviLàeconomiche e sociali attraverso la politica monetaria, la spesa pubblicail potenziamento della domanda interna e il controllo del conflitto sociale.

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UcIA 2, La lunga crisi europea

Nuove teorie economichepropongono

rorganizzazionecorporativa della società

Cominciarono a prendere forma nuove teorie economiche fondate sul principio chel'iniziativa privata e il mercato, nonché il conflitto tra le classi, se lasciati a se stessi,avrebbero potuto rivelarsi catastrofici per le economie nazionali. Essi dovevano inveceessere subordinati allo stato - inteso appunto come supremo regolatore della vita eco-nomica e sociale - perché, in quanto espressione di una volontà superiore, era ritenutoin grado di finalizzare lo sviluppo delle forze produttive agli interessi comuni.Secondo queste concezioni, ogni branca produttiva doveva essere organizzata in istitu-zioni statali composte da rappresentanze di operai, tecnici, dirigenti e imprenditori, al-lo scopo di indirizzare le attività dei diversi settori produttivi secondo direttive prove-nienti dai vertici dello stato. Gli scopi di questo meccanismo dovevano essere da un la-to l'eliminazione della concorrenza fra le aziende, che portava alla dissipazione di ri-sorse, e dall'altro il controllo del conflitto fra capitale e lavoro, che ostacolava la pro-duttività. Queste teorie, che possono essere designate con il termine di "corporativi-smo", vennero sostenute soprattutto dai movimenti di destra e dai nascenti partiti fa-scisti in Germania e in Italia, ma si fecero strada anche nel fronte democratico comepossibile soluzione all'estrema gravità della situazione.

Maier La rifondazionedell'Europa borghese

Le conseguenze disastrosedeUa guerra ebberouna profonda ripercussionesul modo in cui gli statiorganizzarono la loro vitapolitica ed economica,spingendo Charles S. Maiera parlare di "rifondazione"deU'Europa.

Il L'autoreCharles s. Maier è professore di storia

all'università di Harvard e uno dei piùnoti storici americani. Egli ha dedicatouna delle sue ricerche più convincenti eimpegnative, La rifondazione dell'Europaborghese (il Mulino, Bologna 1999) allosviluppo delle idee corporative nell'Eu-ropa del primo dopoguerra, concentran-do le sue ricerche su tre stati-campione,Italia, Francia e Germania.

Le origini del corporativismoIl corporativismo è una teoria politica

che si è sviluppata nell'Ottocento so-prattutto nel campo del pensiero politicocattolico; mirava alla costruzione di unaorganizzazione sociale e statuale fonda-ta sulla rappresentanza diretta degli in-teressi economici e professionali, riela-..

borando in chiave moderna l'antica tra-dizione delle arti medievali. Questo filo-ne di pensiero si era sviluppato in direttacontrapposizione con l'ideologia libera-le, con l'obiettivo di opporre alla suaconcezione individualistica quella drunasocietà organica nella quale lo stato fos-se in grado, attraverso le corporazioni,di assorbire la conflittualità sociale e laconcorrenza tra le imprese.Nell'Ottocento questa teoria politica

non ebbe un grande seguito, travoltadall'affermazione delliberalismo e dal-l'ascesa del socialismo. Agli inizi del se-colo successivo trovò invece uno spaziopolitico e culturale del tutto nuovo all'in-terno dell'ideologia nazionalista, che as-segnava allo stato un ruolo-chiave nelregolare i processi economici e nell'ordi-nare l'intera società su una nuova basenon conflittuale, ma pacificata dalla co-mune condivisione della politica di po-tenza e dei miti espansionistici.

Gli effetti sulle istituzioniMaier analizza le politiche pubbliche

dei governi liberaldemocratici in Franciae quelle della socialdemocrazia tedescadurante la Repubblica di Weimar, metten-do in luce come, in entrambi questi paesi,le ipotesi corporative si siano affermate eabbiano alimentato sia la creaz·ione di or-ganismi statali nei quali i sindacati operaie imprenditoriali elaboravano, al di fuoridel parlamento, progetti politici fatti poipropri dai governi, sia la definizione dipolitiche cosiddette di piano, nelle quali

lo stato si assumeva il compito di coordi-nare e dirigere la vita economica. L:as-sunzione di una politica sociale ed eco-nomica intessuta di corporativismo avevacome diretta conseguenza la svalorizza-zione del parlamento come sede delle de-cisioni politiche, a vantaggio di organismiche non avevano una base elettorale enon rispondevano direttamente al popolosovrano: il corporativismo portava dun-que con sé una riduzione degli spazi dellademocrazia e una accentuazione dei po-teri di controllo dello stato sulla societàcivile sulla base dell'implicito convinci-mento che la concorrenza e il conflittosociale fossero disfunzioni negative chedovevano essere assolutamente ridimen-sionate e tenute sotto controllo.Questo contrasto tra corporativismo e

democrazia, tra società organica e indi-vidualismo, che rimase allo stato latentein Francia e nella Germania weimariana,divenne invece radicale in Italia, dove ilfascismo si fece portatore di una nuovaconcezione politica nella quale lo statocorporativo veniva proposto e teorizzatocome alternativa esplicita allo stato de-mocratico e parlamentare.

Per riflettere-+ Qual è l'origine della concezione

corporativa e quando essa giunsead affermarsi? .

-+ In quali forme il corporativismo siattuò nei paesi analizzati da Maier?

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CapItolo 5

cupazionali. A sinistra, manifestazio-ne inglese contro il carovita. A destra,XVIII congresso socialista francese(1920), nel corso del quale ebbero

Lamobilitazione politica dei ce-ti popolari conobbe un intenso

incremento nel clima postbellico, se-gnato da difficoltà economiche e oc-

luogo la scissione della componentebolscevica e la fondazione del Partitocomunista francese.

le istituzioni liberalisi mostrano incapaci

di rispondereal nuovo bisognodi partecipazione

delle masse

Sindacati e partitioffrono alle masse

rappresentanza socialee politica

Il corporativismo andò di pari passo con l'affermazione di una nuova cultura politicache, sottoponendo a dura critica i limiti della democrazia liberale, emersi con evidenzanel crogiolo della Grande guerra, sosteneva la necessità di superare il parlamentarismo edi rifondare il sistema politico attorno alla figura di un capo, di una guida, dotato di po-teri autoritari in grado di interpretare ed esplimere i bisogni e le aspettative delle masse.

Le nuove richieste di partecipazione politica[emergere di queste nuove teorie evidenzia come la crisi in corso nel primo dopoguer-ra non fosse soltanto economica. Si trattava infatti di una crisi più generale, che riguar-dava le istituzioni liberali e democratiche, incapaci di recepire e rappresentare le novitàche il conflitto mondiale aveva prodotto Fra queste novità vi fu il bisogno crescentedi partecipazione manifestato da larghi strati di cittadini. La guerra aveva lasciato nel-le coscienze di milioni di uomini segni incancellabili le vicende vissute al fronte, siaper chi deteneva posizioni di comando sia per chi era soldato semplice, rappresentaro-no un bagaglio di esperienze difficili da accantonare.I soldati avevano compiuto sacrifici indicibili in nome della patria e, nel contempo, ave-vano stretto fra loro fortissimi legami di solidarietà, quella solidarietà che si rafforza nellesituazioni di grave disagio e sofferenza Una volta tornati a casa, molti di loro non riusci-rono ad adattarsi alla vita quotidiana del tempo di pace, come se nulla fosse avvenuto.Tra i reduci erano infatti diffusi sentimenti di delusione, di insoddisfazione, di impoten-za di fronte alle difficoltà di trovare lavoro, di riuscire a reinserirsi nella vita civile, men-tre l'inflazione erodeva il potere d'acquisto non solo dei salari operai, ma anche degli sti-pendi degli impiegati e dei funzionari pubblici, della piccola borghesia urbana e dei con-tadini. Per alleviare questa insoddisfazione nacquero per esempio numerose associazio-ni di ex combattenti, i quali tentavano così di ricreare e tenere in vita quei legami di so-lidarietà e di cameratismo che si erano consolidati durante l'esperienza della guerra.Questa tendenza a costruire nuovi legami e nuove forme organizzative esprimeva unbisogno di partecipazione alla vita civile che si manifestò in modi diversi e con diffe-renti connotazioni etiche, ideologiche e politiche Soprattutto favorì lo sviluppo cre-scente dei sindacati e dei partiti politici, come pure la ripresa dei movimenti femmi-nisti, dopo che moltissime donne erano entrate per la prima volta nel mondo del lavo-ro, sostituendo nelle più diverse professioni gli uomini inviati al fronte La consapevo-lezza, da parte di milioni di uomini e donne, dei doveri compiuti per la nazione si tra-duceva in una crescente consapevolezza dei propli diritti

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UcIA 2, La lunga Clisi europea

Nel clima conflittualedel dopoguerra si

sviluppano movimentidi orientamento

reazionario

Questi processi di rafforzamento del ruolo delle masse nella vita politica si intrecciaro-no ai problemi suscitati dalla crisi economica: disoccupazione e inflazione provocaro-no ondate di lotte sociali che in molti casi - in Italia, in Germania, in Gran Bretagna -furono a un passo dal generare esiti rivoluzionari.La risposta delle istituzioni liberali dei paesi europei, di fronte ai bisogni delle masse la-voratrici e in particolare alla loro richiesta di partecipazione politica, fu perlopiù inade-guata. Spesso la conflittualità sociale venne considerata una mera questione di ordinepubblico anziché l'espressione di una profonda trasformazione del corpo sociale e del-la necessità di una ridefinizione anche politica dei suoi assetti complessivi.QuesLa visione favoli la crescita di movimenti di matrice reazionaria che trovavanoconsensi prevalentemente nella piccola e media borghesia e che premevano per soluzio-ni autoritarie ispirate alla paura del disordine sociale, al rifiuto della libera dialettica po-litica e al disprezzo del sistema parlamentare. Talimovimenti prefiguravano una societàfortemente ordinata e gerarchizzata, dove la libertà del cittadino doveva essere sacrifica-ta alle esigenze superiori della nazione e dove un nuovo rapporto tra le masse e lo statodoveva essere mediato dalla figura del capo carismatico, interprete della nazione.

verifica breveoQuale fu il principale problema economico che gli stati europei dovettero affrontare dopo la fine della guerra? 8Quali nuovi sog-getti economici si affacciarono sul mercato internazionale nel dopoguerra? e Quali nuove teorie economiche cercarono di risponde-re alla situazione di crisi? O Quale nuovo atteggiamento assunsero le masse popolari uscite dall'esperienza della guerra? 4) Qualifurono Lereazioni dei governi e del mondo politico alle rivendicazioni popolari?

Spengler e il tramontodell'OccidenteTrai11918 e il 1922 uscironoi due volumi dell'operadel filosofo tedesco OswaldSpengler, Il tramontodell'Occidente, che ebbeun immediato successo dipubblico e che meglio di ognialtra espresse i valori di cuisi alimentarono i movimentireazionari per quel suoprofetico annuncio della finedella democrazia e l'awentodi un nuovo "cesarismo".

L'opera di Spengler è un affresco distoria universale che si sofferma adanalizzare le otto grandi culture che sisono susseguite nella storia (babilonese,egiziana, indiana, cinese, greco-roma-na, araba, precolombiana, occidentale).

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Ognuna di queste culture ha seguito untragitto evolutivo simile a quello di unorganismo biologico la parabola decre-scente inizia quando la civiltà (Kultur) sitrasforma in civilizzazione (Zivilisation)

allontanandosi dai valori principali delsangue, della razza e dell'istinto.

Civiltà in ascesae civiltà in declino

«Una civiltà - scriveva Spengler - na-sce nel punto in cui una grande anima sidesta dallo stato della psichicità primor-diale di una umanità eternamente giova-ne e si distacca, fonna dall'informe, realtàlimitata peritura di fronte allo sconfinatoe al perenne. Essa fiorisce sul suolo di unpaesaggio esattamente delimitabile, alquale resta radicata come una pianta.Una civiltà muore quando la sua animaha realizzato la somma delle sue possibi-lità sotto specie di popoli, lingue, fanne difede, arti, stati, scienze; essa allora si ri-confonde con l'elemento animico plimor-diale. Ma finché essa vive, la sua esisten-za nella successione delle grandi epoche,che contrassegnano con tratti decisi la

sua progressiva realizzazione, è una lottaintima e appassionata per l'affennazionedell'idea contro le potenze del caos all'e-sterno, così come contro l'inconscio all'in-terno, ave tali potenze si litirano irate [... ].Ogni civiltà sta in un rapporto profonda-mente simbolico e quasi mistico con l'e-steso, con lo spazio in cui e attraverso cuiessa intende realizzarsi. Una volta che loscopo è raggiunto e che l'idea è esterior-mente realizzata nella pienezza di tutte lesue interne possibilità, la civiltà d'un trat-to s'irrigidisce, muore, il suo sangue scor-re via, le sue forze sono spezzate, essa di-viene civilizzazione [...]. Questo è il sen-so di ogni tramonto nella storia, il sensodel compimento interno ed esterno, del-l'esaurimento che attende ogni civiltà vi-vente. Di tali tramonti, quello dai tratti piùdistinti, il "tramonto del mondo antico", loabbiamo dinanzi agli occhi, mentre giàoggi cominciamo a sentire in noi e intor-no a noi i primi sintomi di un fenomenodel tutto simile quanto a decorso e a du-rata, il quale si manifesterà nei primi se-coli del prossimo millennio, "il tramontodell'Occidente"."

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Nel biennio I919-20la conflittualità sociale

si esprimeal massimo grado

Il sistema politicoliberale risponde condiversa efficacia allacrisi nei vari paesi

europei

Capitolo 5, Rivoluzione e controrivoluzione: il biennio rosso

Lacrisi negli stati democratici

Lademocrazia alla prova: scontro e riorganizzazione socialeFin qui abbiamo analizzato le tendenze di fondo che percorsero la società europea ne-gli anni immediatamente successivi alla fine del conflitto mondiale e che posero il pro-blema della riorganizzazione complessiva degli assetti sociali e politici in Europa.Indubbiamente l'acme di questa complessa riorganizzazione della società si raggiunsenel biennio 1919-20, quando, in quasi tutti i paesi, la crisi postbellica spinse al massi-mo grado il conflitto fra i tre principali fattori in gioco la mobilitazione degli operai edei contadini, le spinte eversive dei nuovi movimenti reazionari, le risposte delle istitu-zioni politiche liberali Dal punto di vista degli assetti politico-istituzionali, fra i primidue fattori e il terzo si verificò, negli anni 1919-2.0, la massima divaricazione Tale di-varicazione raggiunse gradi differenti di ampiezza nei vari paesi, determinando esiti al-tretLanto differenti nel processo di stabilizzazione dei sistemi politici.Dopo la guerra, gli effetti della crisi economica nelle potenze dell'Intesa, pur scuotendoalle radici le strutture della società, vennero contenuti nelle maglie del sistema politicodemocratico e i conflitti incanalati all'interno delle istituzioni rappresentative InGermania, invece, i conflitti sociali fra il 1918 e il 1919 si radicalizzarono al punto chemisero in pericolo le fondamenta della giovane repubblica democratica sorta dopo lacaduta della monarchia Anche in Italia gli eventi precipitarono rapidamente verso unoscontro fra "rivoluzione" e "controrivoluzione" che lasciò ben poco spazio a soluzioniriformistiche, soluzioni che la classe dirigente liberale, come vedremo, non seppe pro-porre né imporre.

La società di massae la crisi del parlamentarismoLa cultura occidentale, con l'avvento

del macchinismo, dell'onnipotenza deldenaro e dei regimi politici di massa, èentrata fatalmente in questa irreversibilespirale di decadenza che troverà nel ce-sarismo il suo punto finale d'approdo «Èla potenza informe - ha scritto )ulius Evo-la, uno dei maggiori esponenti del pen-siero reazionario del Novecento - nelle:nani di singoli individui che controllano5spoticamente le forze e gli uomini di:ruesto mondo interiormente dissolto e:repuscolare». Il totalitarismo diventa co-. l'esito della crisi della civiltà occidenta-.re, l'unica soluzione che possa far riemer-5ere quei valori etici propri dell'esauritadvi/tà". «Ma oggi il parlamentarismo -_Tosegue Spengler - è in piena decaden-za. Esso era stato una continuazione del-a rivoluzione borghese con altri mezzi,- rivoluzione del Terzo stato del 1789_-,rtata entro una forma legale e associa-::a alla sua nemica, la dinastia, in una.:;:Utàdi governo. Di fatto ogni lotta elet---rale moderna è una guerra civile con-

dotta con schede e con tutti i mezzi di so-billamento offerti dall'oratoria e dallastampa, e ogni grande capopartito è unaspecie di Napoleone borghese. Questaforma, fatta per durare, che appartieneesclusivamente alla civiltà occidentale eche in ogni altra civiltà sarebbe stata as-surda e impossibile, rivela di nuovo unatendenza verso l'infinito, una predeter-minazione storica, una preoccupazione euna volontà di organizzare il lontano fu-turo secondo i principi borghesi del pre-sente. Ciò malgrado il parlamentarismonon è un apice, come la polis assoluta elo stato del Barocco, bensì una forma ditransizione di breve durata che ci condu-ce dal periodo tardo con le sue struttureorganiche all'epoca delle grandi indivi-dualità dominanti in mezzo a un mondodivenuto informe. [... )Conservare la forma, anche a proprio

svantaggio: su questa intesa si è basata lapossibilità del parlamentarismo: ma per ilfatto che tale possibilità si è realizzata,essa, propriamente, è stata già superata.La non-casta (le masse) si fraziona di

nuovo nei naturali interessi del gruppo;

il pathos della resistenza del vincitore edel vinto ha termine.

E non appena la forma cessa di averela forza di attrazione propria a un giova-ne ideale per i/ quale si sale sulle barri-cate, entrano in azione i mezzi extrapar-lamentari impiegati per ragg·iungere il fi-ne malgrado il voto e senza il voto: fra diessi stanno il denaro, la pressione eco-nomica e soprattutto lo sciopero. Né lemasse delle grandi città né le forti indivi-dualità hanno un vero rispetto per que-sta forma priva di profondità e di passa-to, e non appena ci si accorge che è sol-tanto una forma, essa diviene anche unamaschera e una larva.»

Per riflettere~ Attraverso quali metafore Spengler

descrive il decorso delle grandiciviltà del passato e del presente?

~ Quale giudizio egli formula sullaforma istituzionale parlamentare?

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UcIA 2, La lunga clisi europea

In sostanza, negli stati con una più lunga tradizione democratica, come Gran Bretagnae Francia, gli scontri sociali e politici innescati dalla guerra non si tradussero in una rot-tura radicale del quadro istituzionale; in altri paesi invece, dove la democrazia politicaaveva messo radici meno salde e più forte era stato il peso delle spinte autoritarie e na-zionalistiche, come l'Italia o la Germania, il sistema politico liberale non resse all'im-patto della guerra e della crisi postbellica; si determinò così una serie ravvicinata disussulti rivoluzionari il cui esito finale fu l'instaurazione di regimi politici autoritarie reazionari.

nessi I diversi esiti deLLacrisi

Efficace

Tenuta degliordinamenti liberali

In Gran Bretagna,alla fine del conflitto,esplode la questione

irlandese

RICORDA CHEl'Irlanda era una colonia britanni-ca sin dal XII secolo

Nasce lo Stato liberod'Irlanda

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Mobilitazionepopolare

Movimenti eversividi destra

Rispostadelle istituzioni

liberaliInefficace

Regimi politiciautoritari

Crisi economica e conflitti sociali in Gran BretagnaAll'indomani della conclusione del conflitto mondiale, anche la Gran Bretagna, che pu-re aveva tratto notevoli vantaggi dagli accordi di pace grazie all'oculata iniziativa delprimo ministro Lloyd George, entrò in una grave crisi economica e sociale. l'.epocadella sua egemonia economica era ormai finita Tra il 192.1 e il 192.2.la Gran Bretagnaperse il controllo diretto dell'Egitto e concesse ampie autonomie a buona parte delmondo arabo, mentre anche in India il potere britannico cominciava a vacillare sotto laspinta del movimento anticolonialista.Dopo la guerra, inoltre, la soluzione della tormentata questione irlandese subì un'ac-celerazione decisiva. Già nel 1916 era scoppiata la prima rivolta antibritannica e nel1919 il movimento nazionalista cattolico irlandese, organizzato militarmente nell'Ira(Irish Republican Army), aveva proclamato l'indipendenza del paese. Ne seguì unacruenta guerra civile fra cattolici indipendentisti e protestanti unionisti, in cui le azio-ni di guerriglia e gli attentati dell'Ira si alternarono alle repressioni brutali dell'esercitobritannico. Fallito il programma di Lloyd George (che tentò una mediazione licono-scendo l'autonomia irlandese con la creazione di due parlamenti distinti per cattolici eprotestanti, ma ancora sotto la corona blitannica), la guerriglia continuò fino al rag-giungimento dell'indipendenza116 dicembre 1921 fu proclamato lo Stato libero d'Irlanda, dominion dell'Impero bri-tannico, ma !'isola si spaccò politicamente in due l'Ulster, comprendente le sei provin-ce del nord a maggioranza proLestante, restò parte del Regno UnitoNelle elezioni del 192.2.l'insoddisfazione per la mancata soluzione del problema irlan-dese diede una più larga maggioranza ai conservatori. Illiberale Lloyd George rassegnòle dimissioni e fu formato un governo a guida conservatrice (dove emerse fra l'altro lafigura di Winston Churchill) Eccetto la parentesi del governo laburista di Ramsay MacDonald (192.4), il primo della storia britannica, i conservatori dominarono poi la scenaper un decennio.

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DopoguerraNegli stati europei la fine della guerra non segnòaffatto la fine dei sacrifici per le popolazioni civili.L'inflazione, che erodeva ilpotere d'acquisto dei sa-lari, e la penuria di generi di prima necessità mise-ro a dura prova le condizioni dei lavoratori e deglistessi ceti borghesi.

Manifesto inglese, 1923.

ADAY- UNEMPLOYED.,.THE ll\BOUR PARTY 33 !m.ulgJl SQU.\U.lMIDOK.SW. & 911'.0'(0 evVIHCEHT SROOKS DAY & SON lo!\' 1\8 P..,krSt. M,,,",,,Ju.,*WCt

REMÈDES A' LA VIE CHÈRE

• Pagina umoristica francese dedicata al carovita

postbellico.

In questa pagina proponiamo due testimo-nianze delle condizioni economiche del do-poguerra tratte dalla stampa popolare e dalmondo delle affissioni politiche. La vignet-ta francese propone un approccio umoristi-co alle difficoltà del dopoguerra, offrendouna serie di consigli contro il carovita: al-lungare il vino con acqua, fumare meno,rattoppare gli abiti sdruciti, risuolare lescarpe vecchie.Più drammatica la testimonianza del mani-festo inglese del 1923, dedicato a una dellepiaghe dell'economia postbellica: la diffusadisoccupazione, legata alla difficoltà concui le industrie belliche riuscirono a ricon-vertirsi a produzioni civili preservando i li-velli di occupazione raggiunti durante laguerra. Si trattò in effetti dell'aspetto piùevidente della crisi postbellica, che deter-minò un livello molto acuto di conflitto so-ciale in tutte le società europee, con esitimolto diversi e che giunsero addirittura,come in Italia, alla sovversione dell'ordinepolitico.

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Il governo britannicodifende ilprestigio

della sterlina, con alticosti sociali

RICORDA CHELa sterlina era stata il principalemezzo di pagamento internazio-nale durante il XIXsecolo

Negli anni ventisi verifica una lungaserie di agitazioni

sindacali e politiche

UcIi\2, La lungacrisi europea

Lapolitica deflazionistica: vantaggi e limitiNell'intento di rivalutare la sterlina e riportarla al valore anteriore al 1914 Cl sterlina= 4,86 dollari), i governi di coalizione liberalconservatrice che guidarono il paese finoal 192.4 condussero una rigorosa ~ politica deflazionistica: fu limitata la circolazione mo-netaria aumentando il costo del denaro, fu pareggiato il bilancio statale grazie anche auna politica tributaria improntata a criteri di progressività, furono bloccati gli aumentisalariali. Questo obiettivo, raggiunto nel 192.5, era un aspetto essenziale della riaffer-mazione del prestigio internazionale della finanza britannica, che dimostrava così dipoter mantenere la sua secolare affidabilità nelle piazze di tutto il mondo continuandoa svolgere il ruolo di moneta internazionale. La convertibilità in oro della sterlina erauno dei cardini del sistema monetario internazionale, il gold exchange standard, checonsentiva appunto alle riserve auree delle banche nazionali di essere costituite ancheda divise convertibili (dollaro, sterlina, franco).Tuttavia i costi della politica deflazionistica furono alti: le esportazioni diminuirono ela ripresa produttiva fu penalizzata dall'alto costo del denaro. Inoltre le trasformazionidelle tecniche produttive, basate ora sull'energia elettrica e sul petrolio, avevano fattoperdere importanza al monopolio inglese del carbone e avevano acutizzato il problemadell'obsolescenza degli apparati industriali inglesi. Le conseguenze di questi fenomenifurono quasi due milioni di disoccupati. Fra il 192.0 e il 192.2.i conservatori, per con-tenere la conflittualità sociale e sostenere il mercato interno, vararono leggi di protezio-ne sociale come l'indennità di disoccupazione.Ciononostante, nella prima metà degli anni venti le agitazioni e mobilitazioni sindacali epolitiche si succedettero numerose, fino all'imponente sciopero dei minatori del 192.6che, investendo uno dei settori-chiave dell'economia inglese, scosse le fondamenta stes-se del paese, assumendo connotazioni rivoluzionarie. Ma !'indirizzo sostanzialmenteriformistico del Partito laburista e delle Trade Unions (i sindacati operai inglesi) impedì

Gold standard

e corso forzosoLa crescente integrazionedei mercati nazionali nel corsodel XIX secolo rese crucialela necessità di disporre distabili monete di riferimento,rappresentate in primo luogodalla sterlina inglese, graziealla sua convertibilità in oro.

• Il gold standardIlgold standard è il sistema monetario

in cui l'oro rappresenta lo standard mo-netario in ambito internazionale e all'in-terno dei paesi aderenti. Le singole mo-nete sono convertibili in oro e godono diun rapporto di cambio fisso. Il regime digold standard nacque formalmente nel1821, quando la Gran Bretagna ripristinòla convertibilità in metallo della propria

moneta, scegliendo come unico standardl'oro. Essendo la Gran Bretagna il paesedominante nel commercio mondiale, il si-stema aureo si impose nel corso del seco-lo in quasi tutti gli stati inseriti nei grandicircuiti di questo commercio. AI sistemadelgold standard è stato attribuito il meri-to della stabilità delle monete, dei prezzie del libero movimento dei capitali finoalla Prima guerra mondiale, oltre al pre-gio di una intrinseca capacità di autore-golazione attraverso il meccanismo deiflussi di oro. Il sistema si interruppe nel1914, allo scoppio della guerra mondiale,quando le monete nazionali vennero di-chiarate inconvertibili. Ripristinato nel1925, crollò definitivamente nel 1931. L:I-tali a unita aderì al gold standard, ma riu-scì a garantire la convertibilità della lirasolo per brevi periodi (fino al 1866, nel1883-91,1902-14 e 1927-31).

Il corso forzosoIl corso forzoso è la sospensione tem-

poranea della convertibilità di una mone-ta cartacea in moneta metallica. I primi

esempi risalgono alla fine del XVIIIsecolo(nel Regno Unito durante le guerre napo-leoniche). Per tutto il XIX secolo fu consi-derato come un'infrazione rispetto alleregole del gold standard. In quanto tale,faceva in genere perdere valore alla mo-neta rispetto alle altre rimaste convertibiliin oro: fu quindi utilizzato come risorsaestrema, in situazioni eccezionali (guerreecc.) o da parte di paesi strutturalmentedeboli. Divenne progressivamente la nor-ma dopo la Prima guerra mondiale. Inuna prima fase il diritto alla convertibilitàfu ristretto agli scambi fra le banche cen-trali e in seguito fu abolito del tutto (ac-cordi di Bretton Woods, 1944).

Per riflettere-+ Quale importanza ebbe il gold

standard nel sostenere la posizionedi primato dell'Inghilterra neicommerci durante ilXIX secolo?

-+ Qual è stato il destino del goldstandard nel XXsecolo?

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Capltolo 5, Rivoluzione e cOlllrorivoluzione: il blennio rosso

• Un'immagine del grande scioperodel 1926 in Inghilterra. La mobi-

litazione si poneva al culmine di unaserie di agitazioni che portarono ilpaese sull'orlo della guerra civile. Solograzie all'orientamento moderato delPartito laburista, legato alle Trode

Unions, il clima politico poté rassere-narsi, volgendo anzi verso una riduzio-ne del peso dei sindacati nella vita na-zionale.

RICORDA CHEIl Partito laburista era nato nel1906 come emanazione delle Trade

Unions

Anche in Franciasi verifica un' ondatadi conflitti sociali

Il paese conosceuna vivace ripresa

:mnomica, anche grazieai risarcimenti tedeschi

che lo sciopero, cui aderirono quattro milioni di operai, sfociasse in una guerra civile.Il 192.6 si chiuse con la sconfiua del movimento dei lavoratori, dopodiché la tensioneandò rapidamente allentandosi; l'anno successivo furono vietati gli scioperi di solida-lietà e quelli con obiettivi politici la quantità di ore di sciopero diminuì drasticamente,così come calò il numero degli iscritti alle Unions, anche se molti dei problemi socialirestarono irrisolti.Sul piano politico, a partire dalla metà degli anni venti la vita interna inglese si sempli-ficò ilPartito liberale, già ridimensionato nelle elezioni del 192.4, si assottigliò ulterior-mente, lasciando protagonisti della dialettica politica soltanto i conservatori e i laburi-sti. Prese così forma quel sistema bipolare su cui si sarebbe fondata la stabilità ingleseper tutto il secolo.

Coesione antigermanica e ripresa economica in FranciaIn Francia le forze politiche, influenzate dalla figura carismatica di Clemenceau, tenta-rono di arginare la crisi economica, e in particolare l'inflazione e la disoccupazione, uti-lizzando le risorse provenienti dal gigantesco risarcimento dei danni di guerra dellaGermania. Come in Gran Bretagna, i sindacati videro aumenLare in modo massiccio iloro iscritti e conseguirono alcuni risultati importanti, fra cui la giornata lavorativa diotto ore. Nel dicembre 192.0 le lotte sociali si radicalizzarono e lo scontro politicospaccò lo stesso movimento operaio: al congresso socialista di Tours la maggioranza deipartecipanti fondò il Partito comunista francese, che aderì alla Terza internazionale,da poco istituita sotto la direzione di Lenin e del Partito comunista bolscevico russoIl fallimento dei grandi scioperi operai, come quello dei ferrovieri del 192.0, contro cuiilprimo ministro Millerand usò ilpugno di ferro decretando lo scioglimento della con-federazione sindacale (Cgt), fu il segnale dell'esaurirsi della fase più acuta dello scontrosociale e della possibilità di mutare radicalmente l'assetto politico del paese.Leconomia francese, infatti, conobbe una ripresa più vivace rispetto a quella britanni-ca: non fu necessario adottare misure rigidamente deflazionistiche e il settore indu-striale si svecchiò e potenziò più rapidamente. La Francia poté inoltre giovarsi della ri-conquista di Alsazia e Lorena e dell'afflusso di denaro e di beni tedeschi oltre che dellaconcentrazione produttiva del periodo bellico. [industria automobilistica francese di-ventò la prima in Europa e l'offerta di lavoro nei distretti industriali attrasse lavoratoridalle campagne, ma anche molli stranieri, arrivando quasi alla piena occupazione.

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UcIi\ 2, La lunga crisi europea

e. :.~Durante la campagna per la proi-Jbizione del consumo di alcolicidei barili di birra vengono distruttipubblicamente. Nata con un intentomoralizzatore, la legislazione proibi-zionista ebbe conseguenze fortementenegative, alimentando un mercato nerodi alcolici spesso contraffatti a capodel quale si posero le organizzazionicriminali deLL'epoca,assicurandosi in-genti entrate.

RICORDA CHEIl revanscismo francese (da revan-che, "rivincita") era dovuto allasconfitta subita nella guerra conla Prussia del 1870

La maggioranzarepubblicana

del Congresso orientailpaese verso una

politica isolazionista

Movimenti e istanzedei lavoratori

vengono repressi

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Nonostante una certa instabilità politica, i governi moderati di Clemenceau, Millerande Poincaré, ma anche quelli radicalsocialisti che vi si alternarono, trovarono la loro coe-sione nella politica estera, dominata da un acceso revanscismo e dalla comune volontàdi annientare il "nemico" tedesco, impedendogli ogni possibilità di ripresa economica,almeno fino al trattato di Locarno dell'ottobre 1925, che avviò una fase nuova nei rap-porti franco-tedeschi improntata al dialogo e alla distensione. Nel 192.6 la situazionecritica poteva dirsi superata; la congiuntura internazionale era entrata in una fase di ri-presa e anche l'economia francese si avviava verso un periodo di espansione.

Gli Stati Uniti: tendenze conservatrici e isolazionisteTra le potenze dell'Intesa gli Stati Uniti, forti della loro supremazia economica, furonoin grado di superare più rapidamente i disagi e gli squilibri del periodo postbellico.Come abbiamo visto, già nel 1919 la maggioranza repubblicana al Congresso feceprevalere le tendenze conservatrici e isolazioniste, avversando gli orientamenti delpresidente Wilson e respingendo l'adesione degli Stati Uniti alla Società delle nazioni.Nel 192.0, ottenuta anche la presidenza della repubblica con l'elezione di Warren G.Harding, i repubblicani inaugurarono un lungo periodo di predominio politico, inter-rotto soltanto dalla vittoria di Franklin Delano Roosevelt nel 1932., tre anni dopo ilgrande crollo della Borsa di Wall Street.Netta fu l'impronta dei governi repubblicani in politica interna. Il forte slancio dell'e-conomia statunitense fu accompagnato dall'assenza di misure di controllo sull'operatodelle grandi concentrazioni industriali e finanziarie, che anzi godevano di favori e ope-ravano in un clima di corruzione senza precedenti nella storia americana: i "ruggentianni venti" furono anni di crescente prosperità, ma anche di squilibri profondi.Allassismo e ai favoritismi nei confronti del Big business, corrispose negli anni venti unatendenza alla repressione sociale di cui fu un esempio il proibizionismo, ossia il di-vieto di fabbricazione e vendita di bevande alcoliche approvato nel 192.0 con ii diciot-tesimo emendamento alla Costituzione, su cui prosperò la malavita organizzata.Inoltre, per paura del diffondersi del bolscevismo, furono adottate severe misure re-strittive sull'immigrazione, considerata veicolo di infiltrazioni comuniste. In un climadi crescente intolleranza politica e religiosa divenne tristemente noto ilmovimento raz-zista del Ku Klux Klan, che si macchiò di gravi crimini contro la popolazione di colore,specie nel sud, come pure fece scalpore la condanna a morte di Nicola Sacco e

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Capitolo 5, Rivoluzione e controrivoluzione: il biermio rosso

Bartolomeo Vanzetti, due anarchici italiani, ingiustamente accusati di un omicidio asfondo politico. Nel frattempo l'espansione economica procedeva senza soste: la trion-fante ascesa della potenza americana e l'esaltazione dei suoi valori divennero un mito dimassa e furono suggellate dall'elezione a presidente, nel 192.9, del repubblicanoHerbert Hoover, che ne era un convinto assertore.

verifica breveo Durante quale biennio la tensione sociale del dopoguerra si manifestò in modo particolarmente acuto? e Quali furono i differentiesiti di questa fase nelle liberaldemocrazie consoLidate e negli altri paesi? e Quale emergenza dovette affrontare il governo britan-nico nel dopoguerra? O Quale fu la politica economica dei governi britannici nel dopoguerra e quali esiti produsse? (;) Quali fuono

I le caratteristiche della ripresa economica in Francia? 0 Quale fu l'indirizzo politico dominante negli Stati Uniti nel dopoguerra?

lglossarioJ...--.___ I

Il Kaiser fuggee in Germania viene

proclamata la repubblica

La nuova Costituzionerepubblicana non

cancella il peso delle",_archie militari e degli

apparati burocratici

Politica deflazionistica In-dirizzo di politica economicatendente a frenare ['inflazio-

ne attraverso il ricorso a mi-sure di contenimento dell'at-tività produttiva e della do-

manda (aumento del costodel denaro, aumento delleimposte per diminuire i con-

sumi, riduzione delle impor-tazioni),

LaGermania di Weimar

Le agitazioni operaie in Germania e la costituzionedella repubblicaMentre nell'Europa liberale le strutture statali riuscirono a reggere le conseguenze so-ciali della crisi economica del dopoguerra, in gran parte degli ex Imperi centrali le ten-sioni sociali e politiche si radicalizzarono rapidamente, determinando tra la fine del1918 e i primi mesi del 1919 una situazione estremamente convulsa e incerta.In Germania sembrava imminente un esito rivoluzionario. Nel novembre 1918, pochigiorni prima della disfatta bellica, scoppiò la rivolta dei marinai nella base di Kiel, laprima significativa manifestazione di un'ondata di agitazioni, scioperi, insubordinazio-ni di massa che si diffuse rapidamente in tutto il paese. A Berlino e in altre città tede-sche furono creati "consigli di operai e di soldati", che si richiamavano all'esperienzadei soviet e della rivoluzione bolscevica.Dopo la rivolta di Kiel e la fuga in Olanda del Kaiser Guglielmo II, il9 novembre 1918fu proclamata la repubblica e il socialdemocratico Friedrich Ebert venne nominato ca-po del governo provvisorio Lanno successivo, il 31 luglio, l'Assemblea costituenteconvocata a Weimar promulgò la nuova Costituzione, eleggendo Ebert presidente del-la repubblica (1919-2.5) e Philipp Scheidemann cancelliere (1919)Secondo la Carta costituzionale, alla cui redazione collaborarono anche il sociologo MaxWeber e lo storico Friedrich Meinecke, il potere legislativo risiedeva nel parlamento (ilReichstag), eletto a suffragio universale maschile e femminile con sistema proporzionale,e nel consiglio federale, composto dai rappresentanti degli stati regionali Ci Landa) Ilpresidente della repubblica, eletto ogni sette anni direttamente dai cittadini, nominava ilcapo del governo - il cancelliere - e aveva il potere di sciogliere il parlamento. Inoltrepoteva porre il veto sulle leggi approvate in parlamento e, in caso di minaccia alla sicu-rezza dello stato, aveva la facoltà di sospendere i diritti costituzionali dei cittadini.Nonostante la modernità della Costituzione di Weimar, limanevano però nelle strutturedello stato tedesco diversi elementi di continuità con il passato, soprattutto le gerarchiemilitari e gli apparati burocratici, composti prevalentemente da uomini che si ricono-

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UcIA 2

• Il marinaio tedesco Johann Marxalla guida dei dimostranti nella

Unter den Linden il 9 novembre 1918,giorno della proclamazione della re-pubblica. La rivolta dei marinai segnòl'inizio di una fase di insurrezioni emobilitazioni che costrinse ilKafser al-la fuga, cominciando la breve e trava-gliata esistenza della repubblica cheviene definita "di Weimar" dalla cittàdove venne stilata la sua Costituzione.

Il fronte socialistasi divide sulla linea

politica da tenere nelrinnovamento del paese

Si giunge allo scontroarmato con gli

spartachisti, repressidai Freilwrps

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scevano nell'autoritaria tradizione prussiana In particolare nell'esercito, che pure avevadato il suo appoggio alla nuova repubblica dopo l'abdicazione di Guglielmo II, penna-nevano ampi settori che mal sopportavano l'esisLenzadi istituzioni democratiche.

Larepressione del moto rivoluzionario spartachista[ socialdemocratici maggioritari e i socialisti indipendenti controllavano di fatto ilgover-no centrale nonché molti governi locali, primo fra tutti quello della Prussia, ma eranoprofondamente divisi sui programmi I socialdemocratici, che detenevano la maggio-ranza relativa e avevano il sostegno delle grandi masse e dei sindacati, propendevano perun regime parlamentare e si opponevano a soluzioni di tipo bolscevico; i socialisti in-dipendenti, pur contrari alla violenza rivoluzionaria, miravano a riforme radicali, comela nazionalizzazione delle industrie e gli espropri delle grandi proprietà terriere.All'estrema sinistra si agitava poi la lega di Spartaco (SpartakLLsbLLnd), naLanel 1917 dauna scissione del Partito socialdemocratico per opera di Kar] Liebknecht e RosaLuxemburg Questo gruppo, divenuto nel dicembre 1918 il Partito comunista tedesco(Kpd), premeva per una svolta rivoluzionaria. Il socialdemocratico Eben, tuttavia, eraintenzionato a soffocare immediatamente i fermenti rivoluzionari, particolarmente vivia Berlino e in Baviera, appoggiandosi allo stato maggiore dell'esercito, conservatore emonarchicoLa situazione divenne esplosiva nei primi giorni del gennaio 1919 a Berlino, dove unamanifestazione convocata dall'estrema sinistra per protestare contro il trasferimento delprefetto socialista - una misura che si inquadrava nel disegno di normalizzazione mo-derata del governo Ebert - si trasformò in una prova di forza Gli spartachisti si trova-rono coinvolti in uno scontro armato a carattere insurrezionale innescatosi spontanea-mente e sfuggito alloro stesso controllo.Contro la mobilitazione dei lavoratori. il ministro della Difesa, il socialdemocraticoGustav Noske, schierò i Freikorps C'corpi franchi"), le squadre d'azione controrivoluzio-narie in cui militavano operai socialdemocratici, reparti del vecchio esercito guglielminoe gruppi di volontari provenienti da formazioni di estrema destra. Le squadre di Noskesi diedero a una repressione sistematica, eliminando Rosa Luxemburg, Karl Liebknechte tutto il nucleo diligente comunista, che vennero barbaramente tlUcidati, e colpendol'opposizione operaia in tutte le città industriali; le azioni repressive, con l'approvazionecongiunta del governo, dello stato maggiore e delle alte sfere burocratiche, dilagarono;tra il 1919 e il 192.2.furono all'ordine del giorno massacri e assassinii politici contro l'op-posizione comunista, ma anche contro esponenti dello sLatoe dell'industria alla fine leviLtime superarono il migliaio. Repressa nel sangue la rivolta spartachista, i Freikorps

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In Germania si scatenauna fortissima

inflazione della moneta

le riparazioni di guerraaggravano la situazionedelf economia tedesca

La Francia occupala Ruhr a garanzia

del suo creditonei confronti

della Germania

Capitolo 5, Rivoluzione e controtivoluzione: ilbiennio rosso

continuarono a operare autonomamente con l'appoggio di ufficiali ed ex ufficiali diestrema destra, facendo oltre 350 morti in attentati terroristici. Fra questi omicidi de-starono particolare scalpore quello del cattolico di sinistra Matthias Erzberger, avvenutonel 192.1 dopo la ratifica del trattato di Versailles che lui stesso aveva firmato, e dell'in-dustriale Walter Rathenau, presidente del potente gruppo elettromeccanico Aeg e mini-stro degli Esteri, che aveva avviato una «politica di adempimento» dei dettami del trat-tato di pace tentando al tempo stesso di indurre i paesi vincitori a moderare le richiestedi riparazioni; Rathenau aveva inoltre cercato di rompere l'isolamento della Germaniaavvicinandosi all'Urss, con cui aveva firmato un trattato commerciale.

Una spirale inflazionistica senza precedentiNon era solo l'orgoglio revanscista della destra a minare la giovane democrazia tedesca,pesantemente condizionata dalle pressioni dei grandi gruppi industriali e dei poteri mili-tari e per questo definita «democrazia contrattata». Il problema più grave dellaRepubblica di Weimar fu il precipitare della crisi economica. unflazione, che costituì unfenomeno comune a tutti i paesi europei coinvolti nella guerra, in Germania divenne in-contenibile: nel gennaio del 192.1un dollaro valeva 15,5 marchi, nel dicembre del 192.2.era giunto a 1810 marchi. Le ragioni di questa spirale inflazionistica devastante risiedonoprincipalmente negli interventi che lo stato mise in atto per far fronte alle enormi speseimposte dalla guerra e dai successivi trattati di pace. Lo stato, infatti, dilatò smisurata-mente ildebito pubblico attraverso l'emissione di un'enorme massa di cartamoneta; con-temporaneamente dichiarò inconvertibile in oro la moneta cartacea e introdusse il corsoforzoso, cioè l'obbligo di accettarla in pagamento nonostante la sua inconvertibilità.Fino al 192.1 l'inflazione si mantenne su livelli simili a quelli degli altri paesi europei,dove comunque era già elevatissima. Su questa situazione si abbatté nel 192.1 la ri-chiesta dei risarcimenti per i danni di guerra. Il governo repubblicano degli StatiUniti, in linea con la sua politica isolazionista, avanzò la richiesta di restituzione deiprestiti di guerra concessi agli alleati; la Francia, dove la maggioranza nazionalista diPoincaré era cementata proprio dall'intransigenza verso la Germania, pretese l'afflussodelle riparazioni appunto per rimborsare i prestiti americani. 112.7aprile 192.1 la com-missione interalleata emise il suo verdetto: la somma da versare era 132. miliardi dimarchi-oro. Una somma gigantesca, che il governo socialdemocratico cercò di pagarestampando ancora nuova moneta cartacea, innescando così una nuova ondata inflazio-nistica che si intrecciò con la precedente: ciò fece salire i prezzi alle stelle e precipitareil valore della moneta sui mercati internazionali. Il 30 dicembre 192.2.una sterlina ave-va raggiunto il valore di 35 000 marchi.

Loccupazione francese della Ruhr e la svolta conservatriceDi fronte a questa situazione, che rappresentava un caso unico nella storia monetaria ditutti i tempi, la Germania dovette rinunciare alla «politica di adempimento», dichiaran-do l'impossibilità di corrispondere i danni di guerra e chiedendo una sospensione deipagamenti. La Francia rispose passando all'offensiva: 1'11 gennaio 192.3 truppe franco-belghe occuparono la Ruhr e lo Stato francese si impadronì delle sue ricche miniere car-bonifere. Nella regione fu proclamato lo sciopero generale per bloccare ogni produzionee lo stesso governo tedesco, per fronteggiare all'interno una virulenta ondata di risenti-mento nazionalistico, proclamò la "resistenza passiva" contro l'occupazione.toccupazione della Ruhr, che fu disapprovata dalla Gran Bretagna e provocò forti ten-sioni in Europa, diede il colpo di grazia alla già prostrata economia tedesca. tinflazionesubì un'ulteriore impennata, tanto che si resero necessari carrelli per trasportare le ban-conote che servivano a effettuare pagamenti anche irrilevanti: un francobollo arrivò acostare un milione di marchi e, il 2.9 novembre 192.3, una sterlina era scambiata con18000 miliardi di marchi, cioè 1000 miliardi di volte ilcambio del 1913. Mentre i pic-

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UcIA 2, La lunga clisi europea

La grande inflazionetedescaLe pesanti sanzioni cui fucondannata la Germania conil trattato di VersaiUes ebberoconseguenze profondissimesun'economia del dopoguerra,nella quale si registrò unfenomeno inflattivo la cuigravità non aveva precedenti.

Un'immagine significativa del/'enormequantità di moneta circalante in Germania.

Per far fronte alle enormi spese impo-ste dalla guerra lo Stato tedesco inter-venne in due modi dilatò smisuratamen-te il debito interno (a guerra finita essoera di 144 miliardi di marchi-oro, cioè dimarchi calcolati nella loro equivalenzaaurea del 1913, rispetto a un reddito parisolo a 40 miliardi di marchi); accrebbeabbondantemente la massa monetariacartacea, con un provvedimento chesanciva la sospensione della convertibi-lità in oro della moneta cartacea e l'im-posizione del suo corso forzoso, cioè del-l'obbligo di accettarla in pagamento. Laconseguenza di questa scelta fu un au-mento generalizzato dei prezzi. La cosainteressò anche gli altri paesi europei cheavevano fatto simili interventi.

Le difficoltà economichenel dopoguerraLa misura dell'aumento dei prezzi di-

pendeva largamente dalla fiducia che icittadini avevano nei propri governi ed ènotevole che in Germania, dove l'accre-

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scimento della circolazione cartacea fumolto maggiore che in qualsiasi altro deipaesi in guerra, l'aumento dei prezzinon fu affatto superiore a quanto si veri-ficò in Francia o in Gran Bretagna. Nelnovembre del 1918, al momento dell'ar-mistizio, i prezzi tedeschi erano un po'più del doppio di quelli del 1913Per analizzare il fenomeno dell'infla-

zione tedesca diventa allora particolar-mente significativo compiere un parago-ne con quello che accadeva in altri paesie ciò si può fare seguendo l'andamentodel cambio fra ilmarco e le due moneteforti di quel periodo, la sterlina e il dolla-ro. Nel 1913 per avere una sterlina oc-correvano 20 marchi, per avere un dolla-ro occorrevano 4,2 marchi.

Per tutto il 1919 questi cambi peggio-rarono, toccando alla fine dell'invernodel 1919-20 un culmine rispettivamentedi circa 400 e 100 marchi. Il ritorno allanormalità del primo dopoguerra, soprat-tutto con la smobilitazione delle indu-strie belliche, provocò nel 1920-21 unacrisi economica di dimensioni mondiali,e quindi una battuta d'arresto nell'infla-zione: dall'estate 1920 all'estate 1921 icambi della sterlina e del dollaro si man-tennero in Germania a quota 240 e 60.Nel frattempo, il27 aprile 1921, la com-missione interalleata che doveva stabili-re l'entità dei danni di guerra che la Ger-mania doveva pagare in base al trattatodi Versailles aveva emesso il suo verdet-to: la somma da pagare era di 132 mi-liardi di marchi-oro.

L'inflazione diventaincontrollabileLimitiamoci d'ora in poi a seguire il

cambio fra marco e sterlina. Esso ripresead aumentare dall'agosto 1921; a metàottobre era a quota 500 e alla fine dell'an-no (dopo ampie oscillazioni) a 750. Seimesi dopo si era verificato un nuovo rad-doppio e il cambio era a 1600. Dal 15 giu-gno 1922 l'in flazione procedette in ma-niera incontrollata, secondo la progres-sione indicata dalla seguente tabella cheespone il rapporto tra marco e sterlina:

1922 lO luglio 243030 dicembre 35000

1923 19 aorile 14000014 luglio 900000IO settembre 50 milioni15 ottobre 18,5 miliardi

Nel corso dell'intero 1922 il cambidella sterlina si era moltiplicato di 4:=volte e nei primi sei mesi del 1923 di a}-tre 17 volte. Nei mesi da luglio a ottobr,=gli aumenti furono rispettivamente di10,30 e 206 volte. Il cambio era giunto <i

310 miliardi il 30 ottobre e si spinse fino a.12000 miliardi il 15 novembre. A ques16data era pronta la riforma monetaria cheprevedeva l'ingresso in circolazione di UI:nuovo marco-oro; si attese ancora qual--che giorno, fino al 29 novembre, quandcuna sterlina valeva 18000 miliardi di mar-chi-carta e un dollaro 4200 miliardi, esat-tamente 1000 miliardi di volte il cambiedel 1913. Fu questo il tasso di cambio frailmarco-carta e il nuovo marco-oro.

Le cause dell'aumento dei prezzi.Cinflazione tedesca del 1922-23 è un

caso unico nella storia monetaria di tuttii tempi e si è a lungo discusso sulle suecause. Ricordiamo rapidamente tre dellespiegazioni che si contendono il campo_

Per la prima, la Germania fu schiac-ciata dal peso delle riparazioni di guerra:privata del suo oro, essa vide un deficitcrescente nella bilancia del suo import-export, un aumento dei prezzi dei pro-dotti importati e quindi un aumento deiprezzi interni.

Per la seconda, la scelta inflattiva fuuna politica deliberata dei governanti te-deschi, che stamparono senza limiti car-tamoneta per convincere i paesi vincitoriche i pagamenti delle riparazioni stava-no distruggendo l'economia del paese.Infine, per la terza, l'inflazione fu ac-

colta con favore e stimolata con forza dauna gran parte dell'industria e della fi-nanza tedesche: gli aumenti dei prezzi,anche se folli, agirono positivamentesulla crescita della produzione, mentre ilpeggioramento del cambio andò a tuttovantaggio di chi poteva esportare beniprodotti con scarso ricorso a materie pri-me o semi lavorati esteri.

Per riflettere-+ Quale fu l'andamento dell'inflazione

in Germania a partire dal dopoguerrae quali fattori incisero sul suo corso?

-+ Quali diverse spiegazioni sonopossibili per la straordinaria spiraleinflattiva verificatasi in Germania?

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Capitolo 5

-- -Hitler, Alfred Rosenberg (a sini-stra) e Friedrich Weber dei Fre;-

korps fotografati il 9 novembre 1923,in occasione del fallito colpo di stato aMonaco. Per quanto il tentativo fallis-se, Hitler (di nazionalità austriaca)non fu allontanato dalla Germania e fucondannato a una pena mite. Nel pe-riodo di detenzione inflittogli, Hitleravrebbe composto il suo libro program-matico, ilMein Kampf (ULamia batta-glia").

Stresemann negoziaun accordo sulle

riparazioni e sugli aiutiinternazionali

Aumentano i consensiintorno alla destra

Nasce il Partito nazista

coli produtLOri sparivano travolti dalla crisi economica e i lavoratori a reddito [isso -operai e impiegati - vedevano i loro redditi polverizzarsi, i grandi industriali e i ma-gnati della finanza, che disponevano di valuta straniera o di beni all'estero, ingrandiro-no ulteriormente i loro imperi, accentuando i processi di concentrazione dell'apparatoproduttivo e delle risorse economiche.In questa situazione il nuovo governo di coalizione 092.3) guidato dal conservatoreGustav Stresemann mise in atto una serie di imponanti provvedimenti poi avallati dalsuccessivo governo di centro-destra di Wilhelm Marx 092.3-2.5): sul piano delle rela-zioni internazionali mise fine al boicottaggio nella Ruhr, ottenendo poi il progressivosgombero delle truppe francesi; su quello della politica interna avviò una dura persecu-zione a sinistra, sciogliendo amministrazioni locali socialcomuniste e reprimendo nelsangue focolai di rivolta; su quello economico creò il Rentenmarh ("marco di rendita"),garantito non da riserve auree ma da un'ipoteca su tutti i beni del tenitorio nazionale.Una volta "normalizzata" la situazione interna, la Germania poté giungere a un accor-do sulle riparazioni. Secondo ilpiano Dawes (dal nome del finanziere americano chel'aveva formulato), approvato nel 192.4 dalla commissione interalleata, furono stanzia-ti prestiti e investimenti americani a sostegno della produzione tedesca. Quanto alle ri-parazioni, fu deciso di commisurare le rate annuali dei pagamenti alle condizioni eco-nomiche del momento. Questi interventi rimisero in moto l'economia tedesca, anchese in strettissima dipendenza dall'af11ussodi capitali americani. La riconciliazione fran-co-tedesca fu sancita dagli accordi di Locarno 092.5), che portarono alla rinuncia del-l'uso della forza nelle relazioni reciproche e al ripristino dei confini fissati a Versailles.

La destra eversiva contro la Repubblica di WeimarParallelamente alla repressione della sinistra comunista, alla progressiva emarginazionedei socialdemocratici dal governo e al continuo calo di iscritti dei sindacati, la destramoderata e quella estrema, sia pure frammentata in un variegato mosaico di gruppi,andavano aumentando i loro consensi. Un segnale netto dello spostamento a destradell'asse politico fu, nel 192.5, nel pieno della distensione franco-tedesca e della ripre-sa economica avviata dal piano Dawes, l'elezione alla presidenza della repubblica delmaresciallo Hindenburg, già capo di stato maggiore durante la guerra e punto di riferi-mento dei settori nazionalisti, elezione che esprimeva la crescente sfiducia di semprepiù larghi settori politici nei confronti della democrazia di Weimar.Nei confusi programmi della destra estrema i temi nazionalistici, amplificati dal re-vanscismo contro le potenze vincitrici e dalle difficoltà economiche, si combinavanocon il risentimento razzista, soprattutto antiebraico, in una miscela che rischiava di far

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UcIA 2, La lunga clisi europea

Hitler tenta un colpodi stato a Monaco

precipitare i gracili equilibri della Repubblica di Weimar. Tra le formazioni di impron-ta nazionalista e razzista si veniva imponendo il Partito nazionalsocialista tedesco dlavoratori (Nsdap), fondato nel 192.0. Tra i suoi fondatori si mise in luce Adolf Hitle-un giovane ausniaco che si era trasferito in Germania prima della guena Senza lavorce senza fissa dimora, si era imposto nei circoli reazionari di Monaco per le sue doti ci:grande comunicatore, capace di raccogliere e sintetizzare le più estreme Lendenze na-zionaliste, antidemocratiche e razziste. Hitler organizzò il partito secondo il principicdell'assoluta autorità del capo (Fuhrerprinzip) e formando squadre paramilitari, le 5(5turmabteilungen), con elementi reclutati fra i Freihorps e fra i giovani disoccupatiProprio a Monaco, divenuta il centro di raccolta del Partito nazionalsocialisLa, 1'8 no-vembre del 192.3 Hitler tentò un colpo di mano per trasfonnare la città in una base ilipotere da cui sfidare il governo di Berlino. Il Putsch di Monaco fu un insuccesso eHitler venne arrestato ma non espulso dalla Germania, nonostante fosse un cittadineaustriaco. Il fallimento del Putsch di Monaco convinse Hitler dell'impossibilità di pren-dere ilpotere attraverso un colpo di mano e della necessità di guadagnare l'appoggio diesercito e polizia e di avere dalla propria parte le élite economiche. In carcere scrisseMein Kampf ("La mia battaglia"), in cui espose il suo programma politico.

Espressionismo

A fine Ottocento il mito delprogresso aveva travolto, conle sue positivistiche certezzee le sue prospettive di felicità,pace e benessere, tutti i cetisociali. L'esaltata fiducia nellesorti progressive dell'umanitànascondeva, tuttavia, unaprofonda crisi della societàmoderna che, di lì a pochianni, avrebbe portato al primoconflitto mondiale e alla crisiche ne seguì.

Contro ilmito del progressoMolti intellettuali e artisti, in particola-

re, avvertono con precocità i sintomi del-la crisi e denunciano con lucida e impie-tosa ironia, o con profonda angoscia edisperato nichilismo, o con impeto dissa-crante la realtà. L:Espressionismo è unodei movimenti attraverso cui si concre-tizza questo disagio esistenziale, questapresa di coscienza della crisi, questa de-nuncia del velo di ipocrisia e complicitàche impedisce alla realtà di mostrarsi neisuoi aspetti più autentici; esso tende,perciò, a demistificare la realtà e ad ac-centuarne forzosamente i dati per rende-

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re più efficace e didascalica l'opera di de-nuncia, ricorrendo all'elemento essen-ziale dell'esperienza soggettiva (dove ilsoggetto può essere individuato, in sensopiù ampio, nel gruppo sociale o politico).

Il colore precede la formaIn campo pittorico l'artista espressio-

nista vuole andare oltre gli abituali e con-venzionali metodi di rappresentazionedella realtà (compreso quello fornito daipittori impressionisti) per farne emergerela dimensione piÙ autentica e il senso se-greto. Secondo tale intendimento egli ri-vendica a sé la necessità di forzare la su-perficie delle cose, introducendo eccitatedeformazioni formali e anomalie croma-tiche che contribuiscono a rendere parte-cipe lo spettatore delle emozioni e deglistati d'animo dell'autore. Il gusto delladeformazione spiega altresì l'interessedegli espressionisti per la xilografia (pro-cedimento di stampa ottenuto tramitel'incisione su legno), particolarmenteadatta a una resa spigolosa e aspra delsegno grafico, e per l'arte primitiva e ne-gra, caratterizzata da una accentuatadeformazione dei corpi. Nel rifiuto delleleggi prospettiche, del volume e del chia-ro-scuro tradizionale, il pittore espressio-nista usa i colori con toni accesi e con ac-costamenti insoliti, profondamente diver-si da quelli che dovrebbero essere nellarealtà e tali da creare una nuova realtàassmda e straniante, in quanto libera dal-la legge della verosimiglianza cromatica.

Otto Dix, Invalidi di guerra che giocano a carte,1920.

L'Espressionismo nel cinemaDiversamente dal Modernismo e dal

Futurismo, l'Espressionismo non si ponecome obiettivo un intervento sui diversiaspetti della creazione e della produzio-ne artistica (per esempio esclude del tut-to il campo delle arti applicate).

Cionondimeno esso investe, oltre aquello pittorico, anche l'ambito architet-tonico, letterario, teatrale e cinemato-grafico In quest'ultimo settore, in parti-colare, l'Espressionismo realizza alcuniindiscussi capolavori, ciò avviene permano di un gruppo di registi tedeschi(paul Wegener, Il Golem, 1914; RobertWiene, Il Gabinetto del dottor Caligari,

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[età di Weimar coincidecon una grande fioritura

artistica e culturale

Capitolo 5, Rivoluzione e controlivoluzione: t1 biennio rosso

Fra i punti salienti del libro figurano l'opposizione al tratLato di Versailles, la li unifica-zione di tutti i tedeschi, la privazione del diritto di ciLtadinanza per chi non era di san-gue tedesco, in primo luogo per gli ebrei, e la necessità di garantire alla Germania uno«spazio vitale» (Lebensraum) che ne ampliasse i confini a est.

Il "mito di Weimar": un'epoca splendida prima della catastrofeNonostante l'esperienza repubblicana tedesca risulti limitata e contraddittoria e si con-cluda in modo fallimentare, essa ha assunto ben presto !'immagine idealizzata del mi-to. Il "mito di Weimar" è in buona parte legato alla straordinalia fioritura culturale eartistica che si impose in Germania negli anni venti. In questa breve epoca storicasembrò prodursi una sorta di "nuovo rinascimento", che diede vita a scuole e correnticulturali, a opere artistiche e letterarie di altissimo valore Si possono qui elencare soloi nomi di maggiore spicco, ma l'elenco potrebbe essere ben più lungo nell'architetturaGropius e Mies van der Rohe, che proprio nella città di Weimar diedero vita alla lorocelebre scuola, la Bauhaus; nella pittura l'Espressionismo (Kirchner, Grosz), la «NuovaOggettività» (Schad, Dix) e l'Astrattismo (Klee); nella filosofia la fenomenologia(Husserl), l'Esistenzialismo (Heidegger) e la scuola di Francoforte (Horkheimer,Benjamin); nel teatro Brecht e il regista Max Reinhardt; nel cinema Lang, Murnau e

919; Friedrich W Murnau, Nosferatu il

'aI11piro, 1922; Fritz Lang, Metropolis,926), di un russo (sergej M. Ejzenstejn,:.ti corazzata Potél1kin, 1925) e di un da-ese (Cari Theodor Dreyer, La passione-Giovanna d'Arco, 1928)Il cinema espressionista si serve del

:;rincipio della deformazione per realiz-zare scenografie che non si preoccupa--:.o più della verosimiglianza, non obbe--- cono alle leggi della prospettiva e di-·entanoessestesseelementi protagoni-dell'azione; in tal modo contribuisco-

-..o, insieme all'intreccio, alla recitazione~"'gli attori e all'uso sapiente e violento:ella luce, a sottolineare il senso della":cenda, a costruire una particolare si-::::azioneemotiva e drammatica.

Il teatro politicoe il fotomontaggio

Analoghi risultati sono raggiunti an-che in campo teatrale dove scenografia,illuminazione e mimica recitativa diven-tano elementi-chiave della lettura dellospettacolo: sono protagonisti di rilievo diquesta rivoluzione scenica i registi tede-schi Max Reinhardt ed Erwin Piscator, ilsecondo dedito, in particolar modo, a unteatro politico di violenta denuncia so-ciale. A quest'opera di denuncia delle in-giustizie e delle contraddizioni della so-cietà tedesca negli anni di crisi dell'im-mediato dopoguerra si dedicarono anchei pittori della cosiddetta Nuova Oggetti-vità (G. Grosz, o. Dix, C. Schad) Essi

operano con le armi di una lucida e cor-rosiva ironia tradotta pittoricamente inun realismo cosìspietato e indagatore darisultare una nuova lente deformante.

Con mezzi ancora più "oggettivi"(quelli dell'immagine fotografica) operanei medesimi anni John Heartfield, insu-perato maestro del fotomontaggio (en-nesimo metodo deformante) utilizzatocome strumento di lotta politica. Resta-no esemplari alcuni fotomontaggi in cuidenuncia i pericoli di un acquiescenteconformismo nei confronti del sorgentenazismo, che dopo il 1933 porrà un tra-gico termine alle ultime esperienze del-l'Espressionismo e della Repubblica diWeimar, nel cui ricco clima culturale sierano potute sviluppare.

Fotogrammadal film Nosferatu,il vampiro, 1922.

Per riflettere~ Qual è il fondamentale principio

estetico su cui si basa la pitturaespressionista?

~ A quali settori artistici si estesel'influsso deU'Espressionismo?

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UcIA 2, La lunga clisi europea

Pabst, gli artefici del cinema espressionista tedesco, strettamente legato alle altre espe-rienze artistiche. Insomma, tutte le discipline, dalla fisica (Planck, EinsteiRSchrbdinger) alla sociologia (Weber), al diritLO(Kelsen), dalla leLteratura (Mann) allamusica (Schbnberg, attivo a Berlino anche se viennese di nascita), si rinnovarono allo-ro interno e lasciarono un segno profondo nella cultura europea.Il "mito di Weimar" non è nato solo in considerazione del fatto che la cultura stesse vi-vendo una formidabile stagione creativa, uno di quei rarissimi momenti che segnancun'epoca e l'intera storia della civiltà, ma anche perché si è guardato a quegli uomini ealle loro opere come se essi avessero avuto la precognizione della catastrofe che si sa-rebbe abbattuta sulla Germania e sull'Europa, come se la loro vita di quegli anni fosseun sogno sul punto di trasformarsi in un terribile incubo.In realtà, almeno fino alla crisi finale del 1933, il destino della repubblica non era affat-to segnato, né erano prevedibili i suoi tragici esiti l'avvento del nazismo, la guerra, hgenocidio degli ebrei. A essi concorsero nuovi fattori fino ad allora imprevedibili, pri-mo fra tutti la grande crisi dell'economia mondiale esplosa negli Stati Uniti nel 192.9, dicui parleremo in seguito.

verifica breveo Quali circostanze limitarono l'efficacia dell'avanzata Costituzione di Weimar? f) Quali divisioni segnavano la sinistra tedesca?e Quale impressionante fenomeno economico caratterizzò il dopoguerra in Germania? O Quali furono le iniziative deL canceLliereStresemann sul piano politico e su quello economico? Ci) Quale episodio segnò l'inizio dei tentativi eversivi di Hitler?

Nella nuova Repubblicaaustriaca si affenna

fegemoniasocialdemocratica

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Austria e Ungheria: due esiti antitetici

LaRepubblica austriaca e regemonia della socialdemocraziaNegli stessi anni in cui la fragile Repubblica di Weimar era sottoposta a laceranti ten-sioni, negli ex territOli dell'Impero austro-ungarico il passaggio dalla vecchia organiz-zazione imperiale asburgica ai nuovi organismi nazionali - in particolare l'AusLria el'Ungheria - ebbe esiti solo in parte analoghi[Austria era stata ridoLta dai trattati a un piccolo territorio incastrato tra la Germania.l'Italia, la Iugoslavia, l'Ungheria e la Cecoslovacchia Dopo l'esilio volonLmio di Carlo I,che era succeduto a Francesco Giuseppe nel novembre 1916, fu proclamata la repub-blica democratica da un'Assemblea costituente nella quale i socialdemocratici di ViktorAdler sembravano l'unica forza in grado di dirigere il paese. [egemonia del Partito so-cialdemocratico aveva la sua base di massa a Viem1a,ma non era in grado di estenderela sua influenza sull'alLrametà degli austriaci, composta da contadini estranei alla vitapolitica e chiusi nell'orizzonte di una società rurale che le grandi trasformazioni degliultimi trent'anni non avevano intaccato. Da questa consapevolezza nacque la propostadi unificazione con la Germania socialdemocratica che, secondo Adler, avrebbecreato nel cuore dell'Europa un'esperienza politica riformista del tutto nuova e di gran-de portata Ma contro l'unificazione si mossero le diplomazie dei paesi vincitori, che nevietarono l'attuazione richiamandosi a una specifica clausola degli accordi di Versailles.Più tardi, nel 1938, l'obiettivo socialdemocratico di unificazione con la Germania si sa-rebbe realizzato, ma con un segno ben diverso: l'avrebbe imposto l'esercito nazista, tra-scinando l'Europa nel secondo conflitto mondiale. Il governo socialdemocratico guidòl'Ausnia verso una repubblica parlamentare forte del consenso dei ceti operai e delle

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Capitolo 5

• Sulle ceneri dell'Ungheria asbur-gica scoppia nel marzo 1919 a

Budapest la rivoluzione bolscevica. Lapersona che arringa operai e soldati sichiama Béla Kun, che nel governo dellanuova repubblica ricopre la carica dicommissario agli Esteri. Il suo destinosarà tragico: travolto ilsuo regime dal-l'ammiraglio Horty, si rifugerà in Rus-sia, dove Stalin lo farà fucilare in una"grande purga" nel 1937.

I cristiano socialisoppiantano

i socialdemocraticialla guida del paese

Dopo la guerrain Ungheria vieneproclamata una

Repubblica sovieticaungherese

classi medie, ma non ebbe la forza di attuare una coraggiosa politica riformista Questoobiettivo fu ostacolato, come in Germania, dalla resistenza dei gruppi conservatori edalle forze di destra.Nelle elezioni del 192.0 i cristianosociali, che godevano anche dell'appoggio delle mas-se contadine, conquistarono la maggioranza e nel corso del decennio svuotarono la re-pubblica delle sue conquiste più democratiche. I socialdemocratici si dovettero accon-tentare di governare la sola Vienna, seppure dall'alto di una maggioranza schiacciantela capitale venne definiLa la «fortezza rossa». Comunque, diversamente da quanto av-venne in molti paesi europei, il gruppo dirigente socialdemocratico restò unito, riu-scendo a evitare scissioni interne e la formazione di un partito comunista.

[Ungheria dalla rivoluzione di Béla Kun alla prima dittaturafascista in Europal:Europa orientale visse in modo traumatico la dissoluzione degli imperi multinaziona-li asburgico e ottomano, come pure gli effetti della rivoluzione bolscevica in Russia.Mentre la sistemazione dell'Austria, voluta dalle potenze vincitrici, poté attuarsi in mo-do tutto sommato indolore, molto più drammatiche furono le vicende dell'Ungheria.Qui, sempre in concomitanza con l'esilio dell'ultimo degli Asburgo, Carlo I, si instauròuna repubblica diretta dai socialdemocratici e da altri raggruppamenti democratici.La stabilità della repubblica però era minacciata da un lato dalle pressioni del governorumeno, che rivendicava ampie concessioni territoriali, dall'altro dall'iniziativa poliLicadegli operai, influenzati dai comunisti, che miravano all'instaurazione di una repubbli-ca dei consigli sul modello sovieticoDi fronte all'aggravarsi della crisi, i socialdemocratici si avvicinarono alle posizioni co-muniste di Béla Kun, uno dei fondatori del Partito comunista ungherese, che divenneil leader politico più autorevole della sinistra. Dopo una grande mobilitazione popola-re, il 2.l marzo 1919 fu proclamata la Repubblica sovietica ungherese

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Isolato, il governodi Béla Kun

soccombe alle forzecontrorivoluzionarie

deltammiraglio Horthy

In Europa orientale enei Balcani si affermano

regimi autoritari

UcIA 2, La lunga clisi europea

Il programma di Béla Kun prevedeva di saldare l'espelienza ungherese con un'iniziati-va analoga che si sarebbe dovuta verificare in Austria, ma i socialdemocratici austriacisi opposero, isolando i comunisti ungheresi. Intamo, in Germania, i Frcthorps di Noskeeliminavano brutalmente il nucleo dirigente degli spartachisti, che erano stati gli ispi-ratori del programma politico di Béla Kun Dopo pochi mesi il governo comunista un-gherese era ridotto allo stremo: minacciato dalle rappresaglie rumene ai confini, mina-to al suo interno dall'opposizione crescente delle masse contadine e dall'ostilità dei ce-ti proplietari, fu costretto a capitolare.1110 agosto 1919, Béla Kun si dimise e il potere fu assunto dalle forze controrivoluzio-narie capeggiate dall'ammiraglio Miklos Horthy, che dopo aver eliminato fisicamentel'opposizione comunista, dette vita alla prima dittatura fascista d'Europa, destinata adurare sino alla fine del secondo conflitto mondiale Fu il governo di Horthy a firmarecon le potenze vincitrici, nel 192.0, il trattato di pace di Trianon, che prevedeva grandicessioni territoriali a favore della Cecoslovacchia, della Iugoslavia e della Romania.

Gli altri regimi autoritari nell'Europa orientaleLa Polonia fu proclamata repubblica il3 novembre 1918. Il primo presidente, il mare-sciallo Pilsudski, appoggiò inizialmente un governo socialista Olientato a realizzare lariforma agraria e ad adottare provvedimenti a tutela dei lavoratori Il primo atto dellanuova repubblica fu il tentativo di nstabilire gli antichi confini del paese muovendoguerra alla Russia sovietica travagliata dalla guerra civile. Ma l'Armata rossa contrat-taccò, giungendo fino alle porte di Varsavia, dove fu fermata grazie alla resistenza dellapopolazione, stretta intorno al regime di PiYsudski.Dopo la pace eliRiga 092.1), in cuifurono riconosciuti alla Polonia i territori dell'Ucraina e della Bielorussia, anche inPolonia l'asse politico si spostò a favore della destra nazionalista e l'equilibrio assicura-to dal regime di Pilsudski realizzò un originale impasto di patriotLismo e populismoNel corso degli anni venti, nella maggior parte dei paesi dell'Europa olientale, con lasola eccezione della Cecoslovacchia, furono instaurati regimi aULoritmi: oltre che inUngheria e in Polonia, anche in Romania, in Bulgaria (dove nel 192.3, dopo l'assassi-nio del Plimo ministro, il potere venne assunto dal leader di esLrema destra Cankov),nella Iugoslavia di re Alessandro Karageorgevié e nell'Albania di re Zogu

verifica breveo Da quali forze politiche fu guidata la nuova RepubbLica austriaca nel dopoguerra? e Quale tipo di repubblica venne instaurato inUngheria nell'immediato dopoguerra? eQuali erano i caratteri della dittatura di Horthy in Ungheria? O A quale conflitto prese par-te la Polonia subito dopo la fine delLa guerra? 0 In quali paesi orientali e balcanici furono instaurati regimi autoritari?

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