Capitolo 17 -...

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Capitolo 17 Capitolo 17 Macroeconomia: la visione d’insieme del Copyright © 2013 – McGraw-Hill Education (Italy) srl Principi di economia 4/ed Robert H. Frank, Ben S. Bernanke, Moore McDowell, Rodney Thom, Ivan Pastine visione d’insieme del sistema economico

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Capitolo 17Capitolo 17

Macroeconomia: la

visione d’insieme del

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Robert H. Frank, Ben S. Bernanke, Moore McDowell, Rodney Thom, Ivan Pastine

visione d’insieme del

sistema economico

Introduzione

• La grande depressione 1929 - 1933

– In Europa e negli Stati Uniti:

• Le fabbriche ridussero la produzione del 30%

• La disoccupazione aumentò fortemente

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• La disoccupazione aumentò fortemente

• I titoli nel mercato azionario persero un terzo del

loro valore in tre settimane

Introduzione

• La grande depressione

– Nel Regno Unito

• La disoccupazione crebbe dal 10 al 22%

– In Germania:

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– In Germania:

• Quasi un terzo dei lavoratori era disoccupato

• Il sistema bancario crollò

Introduzione

• La Grande Depressione

– La causa?

• Il mercato azionario?

• Il capitalismo?

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• Il capitalismo?

• Errori nella politica economica?

– La reazione:

• Politiche macroeconomiche

– Provvedimenti adottati dallo Stato per influenzare il

sistema economico nel suo complesso

I temi fondamentali della

macroeconomia• Il tenore di vita

– La misura in cui un individuo ha accesso a

beni e servizi che consentono di godere di

una salute migliore e rendono la vità più facile

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una salute migliore e rendono la vità più facile

più sicura e più piacevole

I temi fondamentali della

macroeconomia• Crescita economica

– Processo di costante aumento della quantità

e del miglioramento della qualità dei beni e

servizi prodotti dall’economia

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servizi prodotti dall’economia

Andamento del prodotto interno lordo in

Italia, 1970 - 2008

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Andamento del prodotto pro capite in

Italia e negli Stati Uniti, 1970-2008

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I temi fondamentali della

macroeconomia• Produttività

– Produttività media del lavoro:

• Quantità prodotto da ogni singolo lavoratore

occupato

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occupato

– Nel 2006 un lavoratore dell’Europa

Occidentale produceva in media una quantità

di beni e servizi sei volte maggiore che nel

1900.

I temi fondamentali della

macroeconomia

• La disoccupazione – Percentuale della forza lavoro che vorrebbe

avere un impiego ma non lo trova

• Indicatore fondamentale delle condizioni del

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• Indicatore fondamentale delle condizioni del

mercato del lavoro

• Aumenta durante le fasi di recessione

• Diminuisce durante le fasi espansive

Andamento dei tassi di disoccupazione

in Italia e negli Stati Uniti, 1970-2008

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I temi fondamentali della

macroeconomia• I tassi di disoccupazione differiscono

da una nazione all’altra:– Negli ultimi 10 anni, la disoccupazione in

Europa è stata spesso superiore al 10%.

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Europa è stata spesso superiore al 10%.

– La disoccupazione europea è all’incirca il

doppio di quella americana

– Durante gli anni 50 e 60 la disoccupazione

europea era generalmente inferiore a quella

statunitense

I temi fondamentali della

macroeconomia

• L’inflazione – Il cambiamento percentuale annuo del livello

generale dei prezzi

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generale dei prezzi

• Impone dei costi alle persone che percepiscono un

reddito fisso

– Perdita di potere d’acquisto

Andamento dei tassi di inflazione in

Italia e negli Stati Uniti, 1970-2008

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I temi fondamentali della

macroeconomia

• L’interdipendenza economica fra i paesi:– Il Mercato Unico Europeo e la moneta unica hanno

aumentato l’interdipendenza tra gli stati membri

dell’Unione Europea

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dell’Unione Europea

– Nel 1999 l’UE:

• Ha esportato il 15% dei beni e servizi prodotti

• Ha importato 13% dei beni e servizi consumati

dagli europei

I temi fondamentali della

macroeconomia• I temi fondamentali della macroeconomia

– La crescita economia e il tenore di vita

– La produttività

– Fasi di recessione e di espansione

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– Fasi di recessione e di espansione

– Disoccupazione

– Inflazione

– L’interdipendenza economica fra i paesi

La politica macroeconomica

• La politica monetaria

– Determinare l’offerta di moneta di un paese

– Controllata dalla banca centrale

• Nell’Eurosistema, la Banca Centrale Europea

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• Nell’Eurosistema, la Banca Centrale Europea

(BCE)

• Negli U.S., il Federal Reserve System (Fed)

• Nel Regno Unito, la Banca di Inghilterra

La politica macroeconomica

• Politica fiscale

– Insieme delle decisioni da cui dipende il

bilancio dello Stato, compresi l’ammontare e

la composizione delle entrate e delle spese

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la composizione delle entrate e delle spese

pubbliche

La politica macroeconomica

• La politica fiscale influenza l’equilibrio tra

la spesa pubblica e il gettito delle imposte

– Si ha un deficit quando la spesa pubblica è

superiore alle entrate fiscali.

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superiore alle entrate fiscali.

– Si ha un surplus quando la spesa pubblica è

minore delle entrate fiscali.

La politica macroeconomica

• Politica strutturale

– Insieme di provvedimenti volti a modificare la

struttura esistente o le istituzioni del sistema

economico di un paese

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economico di un paese

La politica macroeconomica

• Analisi positiva e normativa della politica

macroeconomica

– Analisi positiva

• Individua le conseguenze economiche di un

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• Individua le conseguenze economiche di un

evento o di una politica, senza considerare se gli

effetti siano più o meno desiderabili

La politica macroeconomica

• Analisi positiva e normativa della politica

macroeconomica

– Analisi normativa

• Stabilisce se una politica economica debba essere

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• Stabilisce se una politica economica debba essere

applicata o meno; coinvolge necessariamente il

sistema di valori di chi la conduce

L’aggregazione

• L’aggregazione

– La somma delle variabili individuali per

ottenere totali generali che sono espressione

dell’intero sistema economico

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dell’intero sistema economico

– Usati per avere una visione d’insieme di un

sistema economico

L’aggregazione

• L’aggregazione

– Le misurazioni aggregate in valori monetari

permettono agli economisti di confrontare

categorie ampie di beni e servizi, come le

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categorie ampie di beni e servizi, come le

esportazione e le importazioni

– L’aggregazione porta a trascurare gli infiniti

dettagli che caratterizzano le economie

moderne

Capitolo 18Capitolo 18

Misurare l’attività economica: il PIL

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economica: il PIL

Prodotto Interno Lordo (PIL): misurare l’output dell’economia

• Come fanno gli economisti a misurare la salute di un’economia?– La misurazione del PIL è stata oggetto di

critiche sotto molti punti di vista

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critiche sotto molti punti di vista• Il PIL non riflette accuratamente fattori quali la

distribuzione del reddito e gli effetti della crescita economica sull’ambiente

È necessarrio comprendere i punti di forza e i punti deboli dei dati economici

Prodotto Interno Lordo (PIL): misurare l’output dell’economia

• PIL– Valore di mercato dei beni e servizi finali

prodotti in un paese in un determinato periodo di tempo

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di tempo– Gli economisti aggregano le quantità relative

ai diversi beni e servizi prodotti in un paese in modo da ottenere un dato unico

– A tale scopo sommano i valori di mercato dei diversi beni e servizi prodotti dall’economia

Prodotto Interno Lordo (PIL): misurare l’output dell’economia

• Esempio– La produzione totale dell’economia è 4 mele, 6 banane

e 3 paia di scarpe.

– Ipotesi: il prezzo unitario delle mele è €0.25, delle

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– Ipotesi: il prezzo unitario delle mele è €0.25, delle banane €0.50 e delle scarpe €20.00.

– Il valore di mercato della produzione (il PIL) sarà:

Prodotto Interno Lordo (PIL): misurare l’output dell’economia

• Calcolando il Pil in questo modo, i beni più costosi hanno un peso maggiore rispetto a quelli piu’ economici.

• In generale, l’importo che i consumatori sono

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• In generale, l’importo che i consumatori sono disposti a pagare per un bene riflette il beneficio economico che si aspettano di trarre da esso

• Gli articoli che hanno un prezzo elevato dovrebbero avere un peso maggiore nel calcolo del prodotto aggregato.

Prodotto Interno Lordo (PIL): misurare l’output dell’economia

• Esempio 2– La produzione è pari a 3 mele, 3 banane e 4 paia di scarpe, con gli

stessi prezzi unitari dell’Esempio 1

– Qual è ora il PIL?

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– Qual è ora il PIL?

– Il PIL è più elevato

– Il bene di cui è aumentata la produzione ha un valore più alto rispetto a quelli la cui produzione è diminuita

Prodotto Interno Lordo (PIL): misurare l’output dell’economia

• Esempio 3– Maria è una madre che non lavora. Spende

molto tempo a prendersi cura di suo figlio ma non essendo lavoro retribuito questa attivita’

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non essendo lavoro retribuito questa attivita’ non e’ inclusa nel PIL.

– Maria trova un lavoro che le frutta €500 a settimana. Paga una babysitter €200 a settimana per prendersi cura del figlio. Cio’ aumenta di €700 il valore del PIL

Prodotto Interno Lordo (PIL): misurare l’output dell’economia– Nota:

– La babysitter sostituisce il lavoro non retribuito di Maria, che non era compreso nel PIL.

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PIL.

– Mentre il lavoro retribuito di Maria rappresenta un aumento genuino del PIL, il pagamento della babysitter si limita a trasferire un’attività dal settore non retribuito al settore retribuito dell’economia

Prodotto Interno Lordo (PIL): misurare l’output dell’economia

• I beni e i servizi finali– Beni e servizi di cui usufruiscono

effettivamente i consumatori; trovandosi alla fine del processo di produzione, sono inclusi

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fine del processo di produzione, sono inclusi nel calcolo del PIL

– Esempio: pane

Prodotto Interno Lordo (PIL): misurare l’output dell’economia

• I beni e i servizi intermedi– Beni e servizi utilizzati per la produzione dei

beni e servizi finali e ,quindi, non considerati nel calcolo del PIL

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nel calcolo del PIL

– Esempio: grano e farina, entrambi utilizzati per produrre pane

Prodotto Interno Lordo (PIL): misurare l’output dell’economia

• Un bene che puo’ essere intermedio e finale– Esempio: Un allevatore produce latte per un

valore di €100. Ne vende €40 ai suoi vicini e

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valore di €100. Ne vende €40 ai suoi vicini e destina il resto ai suoi maiali, che saranno venduti sul mercato locale per €120

– A quanto ammonta il contributo dell’allevatore al PIL?

Prodotto Interno Lordo (PIL): misurare l’output dell’economia

• I beni finali in questo esempio sono:– €40 di latte e €120 di maiali– Che sommati fanno un contributo di €160 al PILNota:

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Nota:Il latte funge in parte da bene intermedio in parte da

bene finaleUn bene di questo tipo è un bene capitaleUn bene capitale si definisce come un bene di

lunga durata che viene prodotto o utilizzato per produrre altri beni e servizi

Prodotto Interno Lordo (PIL): misurare l’output dell’economia

• Abbiamo stabilito che solo i beni e servizi finali (compresi i beni capitali di nuova produzione) rientrano nel calcolo del PIL.

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• Nella pratica non è facile applicare questo criterio, poiché spesso il processo produttivo si estende nel tempo.

Prodotto Interno Lordo (PIL): Misurare l’output dell’economia

• Esempio:– Il grano viene trasformato in farina, da cui si

ottiene infine il pane.

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– Il valore del pane è pari a €2.

– Il grano e la farina vengono prodotti nel 2008, ma il pane non prima del 2009

– Il valore di €2 dev’essere incluso nel calcolo del PIL del 2008 o in quello del 2009 ?

Prodotto Interno Lordo (PIL): misurare l’output dell’economia

• Per risolvere questo problema, gli economisti determinano il valore di mercato dei beni e dei servizi finali in maniera indiretta, sommando il valore aggiunto da ciascuna delle imprese

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valore aggiunto da ciascuna delle imprese coinvolte nel processo

• Valore aggiunto

– Per ogni impresa, la differenza tra il valore di mercato del suo prodotto o servizio e il costo degli input acquistati da altre imprese

Prodotto Interno Lordo (PIL): misurare l’output dell’economia

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Prodotto Interno Lordo (PIL): misurare l’output dell’economia

• Esempio:– Un abitazione di vent’anni viene venduta a

una famiglia per €200,000. L’agenzia pratica una commissione del 4%, pari a €8,000

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una commissione del 4%, pari a €8,000– Qual è il contributo di questa transazione al

PIL?– €8,000

• Poiché la casa non è stata costruita nell’anno corrente il suo valore non rientra nel calcolo del PIL di quest’anno. È incluso solo il valore dei servizi che la famiglia ha acquistato

Misurare il PIL con il metodo basato sulla spesa

• Gli statistici suddividono in quattro categorie gli utenti dei beni e servizi finali che compongono il PIL

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– Famiglie

– Imprese

– Settore pubblico

– Settore estero

Misurare il PIL con il metodo basato sulla spesa

• Gli economisti ipotizzano che tutti i beni e servizi finali prodotti all’interno di un paese in un certo anno verranno acquistati e utilizzati da soggetti economici

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utilizzati da soggetti economici appartenenti a uno o più di questi quattro gruppi

Misurare il PIL con il metodo basato sulla spesa

• Il PIL può essere misurato con la stessa precisione utilizzando uno dei seguenti metodi:

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– Sommare il valore di mercato di tutti i beni e servizi finali di produzione nazionale.

– Sommare l’ammontare complessivo che ciascuno dei quattro gurppi spende per beni e servizi finali

Misurare il PIL con il metodo basato sulla spesa

• Ai quattro gruppi di utenti finali corrispondono quattro diverse componenti di spesa:

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– Consumi

– Investimenti

– Acquisti del settore pubblico

– Esportazioni nette

Misurare il PIL con il metodo basato sulla spesa

• Spesa in consumi– Spesa delle famiglie per l’acquisto di beni e

servizi, quali cibo, abbigliamento e divertimenti

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divertimenti

Misurare il PIL con il metodo basato sulla spesa

• Investimenti– Spesa delle imprese in beni e servizi finali,

soprattutto beni capitali e immobiliari

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The expenditure method for measuring GDP

• Acquisti pubblici– Spesa delle amministrazioni locali e statali in

beni e servizi finali

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– Gli acquisti pubblici non comprendono né i trasferimenti, vale a dire le somme erogate dallo Stato dietro nessuna corresponsione di beni e servizi, né gli interessi pagati dallo Stato sul debito pubblico

Misurare il PIL con il metodo basato sulla spesa

• Esportazioni nette– Differenza tra esportazioni e importazioni

– Esportazioni

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• Beni e servizi finali di produzione nazionale che vengono venduti all’estero

– Importazioni• Beni e servizi prodotti all’estero e acquistati dai

consumatori nazionali.

Misurare il PIL con il metodo basato sulla spesa

• La relazione tra PIL e spesa in beni e servizi finali puo’ essere espressa da un’equazione: – Y= PIL

– C= spesa in consumi

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– C= spesa in consumi

– I= investimento

– G= acquisti pubblici

– NX= esportazioni nette

In forma algebrica:

�XGICY +++=

Misurare il PIL con il metodo basato sulla spesa

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Il PIL e i redditi da capitale e lavoro

• Quando un bene o un servizio viene fornito o venduto, i proventi della vendita vengono distribuiti ai lavoratori e ai proprietari del capitale impiegato nella

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proprietari del capitale impiegato nella produzione del bene o del servizio

• Quindi, a parte alcuni aggiustamenti tecnici di cui non terremo conto, il PIL equivale anche alla somma dei redditi da lavoro e dei redditi da capitale

Il PIL e i redditi da capitale e lavoro

• Redditi da lavoro– Comprende salari, stipendi e redditi da lavoro

autonomo

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• Redditi da capitale– Sono composti dai pagamenti a favore dei

proprietari di capitale fisico e di capitale intangibile

GDP by expenditure category:UK 2006

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GDP by type of income:UK 2006

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GDP by Gross Value Added:UK 2006

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Il PIL nominale e il PIL reale

• PIL reale– Stima del PIL realizzata utilizzando i prezzi di un anno

base e non quelli correnti; viene utilizzato per misurare il volume di produzione fisica attuale

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• PIL nominale– Stima del PIL realizzata utilizzando i prezzi correnti;

viene utilizzato per misurare il valore di mercato della produzione attuale

Nominal GDP versus Real GDP

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Il PIL nominale e il PIL reale

• Il PIL nel 2004 è(10 pizze*10 euro/pizza)+(15 calzoni*5

euro/calzone)=€175

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• Il PIL nel 2008 è(20 pizze*12 euro/pizza)+(30 calzoni*6

euro/calzone)=€420

Il PIL nominale e il PIL reale

• Prendiamo ora il 2004 come anno base

• Il PIL reale nel 2008 è

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• Il PIL reale nel 2008 è(20 pizze*10 euro/pizza)+(30 calzoni*5

euro/calzone)=€350

• Il PIL nel 2004 è(10 pizze*10 euro/pizza)+(15 calzoni*5

euro/calzone)=€175

Il PIL nominale e il PIL reale

• Ha importanza la scelta dell’anno base?

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Il PIL nominale e il PIL reale

• Prendiamo il 2008 come anno base

• Il PIL reale nel 2004 è

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• Il PIL reale nel 2004 è(10 pizze*12 euro/pizza)+(15 calzoni*6

euro/calzone)=€210

Il PIL reale nel 2008 è pari al doppio del PIL reale del 2004, indipendentemente dall’anno base

IL PIL e il benessere economico

• Nel PIL sono compresi solo i beni e i servizi che hanno un prezzo e che si scambiano in un mercato

• Famiglie con redditi elevati potrebbero

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• Famiglie con redditi elevati potrebbero desiderare più tempo libero

• Il tempo libero non ha un prezzo e non è scambiato sul mercato e di conseguenza non è compreso nel PIL

• IL PIL può sottostimare il benessere economico

IL PIL e il benessere economico

• Certe cose non possono essere misurate dal PIL– La qualità dell’ambiente e l’impoverimento

delle risorse naturali

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delle risorse naturali

– La qualitàdella vita

– La povertà e l’ineguaglianza economica

IL PIL e il benessere economico

• IL PIL è correlato al benessere economico– Disponibilità di beni e servizi

– La salute e l’istruzione

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– Il paesi con un elevato PIL reale pro capite tendono ad avere maggiore aspettativa di vita, minore mortalità infantile, minore denutrizione etc.

IL PIL e il benessere economico

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Capitolo 19Capitolo 19

Misurare il livello dei

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Misurare il livello dei

prezzi e l’inflazione

L’indice dei prezzi al consumo:

misurare il livello dei prezzi

• Supponiamo che vi pongano questa domanda: di quanto è cresciuto il ‘costo della vita’ in Francia, Germania e Italia tra il 2005 e il 2009?

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il 2005 e il 2009?

• Per ‘costo della vita’ di solito si intende il costo di un paniere medio o standard id beni e servizi (abitazione, cibo, abbigliamento, trasporti, divertimenti ecc.) acquistati da un famiglia tipo

L’indice dei prezzi al consumo:

misurare il livello dei prezzi

• Indice dei prezzi al consumo (IPC)

– Riferito a un determinato intervallo di tempo,

misura il costo di un paniere standard di beni

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misura il costo di un paniere standard di beni

e servizi rispetto al costo del medesimo

paniere in un anno stabilito, detto anno base.

L’indice dei prezzi al consumo:

misurare il livello dei prezzi

• Costruire un IPC

– Condurre un Indagine sulla spesa dei

consumatori per determinare il paniere di beni

e servizi dell’anno base

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e servizi dell’anno base

– Scegliere un anno base

– Misurare i prezzi nell’anno base e i prezzi

correnti per il paniere dell’anno base

L’indice dei prezzi al consumo:

misurare il livello dei prezzi

• Costruire un IPC: 2005 e 2009

– Costo del paniere ai prezzi nell’anno base

(2005)

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(2005)

• Canone di affitto: €500

• Spaghetti:

– 60kg a €2.00/kg €120

• Biglietti del cinema:

– 10 biglietti a €6.00/biglietto €60

– Spesa ai prezzi dell’anno base: €680

L’indice dei prezzi al consumo:

misurare il livello dei prezzi

• Costruire un IPC: 2005 e 2009

– Costo del paniere ai prezzi nel 2009

• Canone di affitto: €630

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• Spaghetti:

– 60kg a €2.50/kg €150

• Biglietti del cinema:

– 10 biglietti a €7.00/biglietto €70

• Spesa ai prezzi del 2009 €850

L’indice dei prezzi al consumo:

misurare il livello dei prezzi

• Costruire un IPC: 2005 e 2009

– Costo nel 2009 = €850

– Cost0 nel 2005 = €680

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– Cost0 nel 2005 = €680

»Il costo della vita nel 2009 supera del 25% quello del 2005, l’anno

base

L’indice dei prezzi al consumo:

misurare il livello dei prezzi

• Da ricordare:

– L’IPC non rappresenta di per sé il prezzo di

un bene o di un servizio specifico, bensì un

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un bene o di un servizio specifico, bensì un

indice dei prezzi

– Un indice dei prezzi misura il prezzo medio di

una categoria di beni e servizi rispetto al

prezzo degli stessi in un anno base

Inflazione

• Inflazione

– Misura con quale rapidità il livello medio dei

prezzi varia nel tempo

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Tasso di inflazione

– Variazione percentuale annua nel livello dei

prezzi misurata, per esempio, da un indice

come l’IPC

Indice armonizzato dei prezzi al

consumo

• L’ Indice armonizzato dei prezzi al

consumo (IAPC) dell’Unione Europea è

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consumo (IAPC) dell’Unione Europea è

una misura comparabile dei prezzi al

consumo nei vari stati membri

Deflazione

• Deflazione

– La deflazione si riscontra quando il livello

medio dei prezzi diminuisce anziché crescere

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– Il tasso di inflazione è negativo

La correzione statistica dell’inflazione

• Deflazionare una quantità nominale

– Quantità nominale

• Quantità misurata secondo il suo valore monetario

attuale

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attuale

– Quantità reale

• quantità misurata secondo termini fisici, per

esempio in termini di numero di beni e servizi

La correzione statistica dell’inflazione

• Deflazionare una quantità nominale

– Deflazionare (una quantità nominale)

• Dividere una quantità nominale per un indice di

prezzo (come l’IPC) per ottenere la misura della

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prezzo (come l’IPC) per ottenere la misura della

quantità in termini reali

Confronto tra i valori reali del reddito di

una famiglia tipo nel 2005 e nel 2009

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La correzione statistica dell’inflazione

• Salario reale

– Salario pagato ai lavoratori valutato secondo il

potere d’acquisto reale

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– Per ogni determinato periodo, viene calcolato

dividendo il salario nominale per l’IPC del

periodo preso in considerazione

La correzione statistica dell’inflazione

• Indicizzazione

– Pratica consistente nell’aumentare un valore

nominale in base alle variazioni percentuali

registrate da un indice dei prezzi

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registrate da un indice dei prezzi

– Il suo scopo è quello di prevenire l’erosione

del potere d’acquisto a opera dell’inflazione

La correzione statistica dell’inflazione

• Esempio

– Un contratto di lavoro indicizzato

• Il contratto prevede

– Salario del primo anno = €12/ora

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– Salario del primo anno = €12/ora

– Il salario reale aumentera’ del 2% nel secondo e terzo

anno

• IPC: Anno 1 = 1.00; Anno 2 = 1.05; Anno 3 = 1.10

• Salario nell’ anno 2 = w2/1.05 = €12 x 1.02 = €12.24

– W2 = €12.24 X 1.05 = €12.85

• Salario nell’ anno 3 = w3/1.10 = 12.24 x 1.02 = €12.48

– W3 = €12.48 X 1.10 = €13.73

L’IPC misura la “vera” inflazione?

• Un relazione della Commissione Boskin

nel 1996 stimò che l’IPC sovrastima

l’inflazione di uno o due punti l’anno

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l’inflazione di uno o due punti l’anno

• Sovrastimare l’inflazione

– Aumenta più del necessario la spesa pubblica

– Sottostima l’effettivo miglioramento nel tenore

di vita

L’IPC misura la “vera” inflazione?

• Due cause della sovrastima dell’inflazione

– Distorsione per mancata rilevazione delle

variazioni qualitative

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– Distorsione da sostituzione

L’IPC misura la “vera” inflazione?

• Distorsione per mancata rilevazione delle

variazioni qualitative

– Gli statistici non possono sempre correggere

adeguatamente i dati per tenere conto delle

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adeguatamente i dati per tenere conto delle

variazioni nella qualità dei beni e servizi

– Data la difficoltà a stimare con precisione le

variazioni qualitative e data l’esistenza di

migliai di beni e servizi da considerare, gli

statistici spesso trascurano o sottostimano i

cambiamenti sul piano della qualità

L’IPC misura la “vera” inflazione?

• Distorsione da sostituzione

– L’IPC si calcola in base a un paniere fisso di

beni e servizi

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– Tale procedura non ammette che gli individui

spostino i loro consumi dai prodotti i cui prezzi

sono in aumento a quelli caratterizzati da

prezzi stabili o in discesa

L’IPC misura la “vera” inflazione?

• Distorsione da sostituzione--Esempio

– Supponiamo che il paniere dell’ICP nel 2005

(l’anno base) sia:

• Caffé (50 tazze a 1 euro/tazza) : 50 euro

• Té (50 tazze a 1 euro/tazza): 50 euro

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• Té (50 tazze a 1 euro/tazza): 50 euro

• Brioches (100 a 1 euro l’una): 100 euro

• Totale = 200 euro

– Prezzi nel 2009:

• Caffé: 2 euro/tazza; Té: 1 euro/tazza; Brioche: 1,5

euro l’una

• Spesa totale senza sostituzione nel 2009 = 300

euro

L’IPC misura la “vera” inflazione?

• Distorsione da sostituzione--Esempio

– Se il consumatore sostituisce il caffé col té il

paniere nel 2009 sarà:

• Caffé (0 tazze a 2 euro/tazza) : 0 euro

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• Caffé (0 tazze a 2 euro/tazza) : 0 euro

• Té (0 tazze a 1 euro/tazza): 100 euro

• Brioches (100 a 1,5 euro l’una): 150 euro

• Spesa totale con sostituzionenel 2009 =250 euro

– Inflazione senza sostituzione = €300/€200 =

1.50 or 50%

– Inflazione con sostituzione= €250/€200 = 25%

L’IPC misura la “vera” inflazione?

• Naturalista economico

– Perche’ in quasi tutti i paesi l’inflazione nel

settore sanitario sembra essere elevata

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settore sanitario sembra essere elevata

Gli errori comuni sul costo

dell’inflazione

• Livello dei prezzi

– Stima del livello generale dei prezzi in un

determinato momento ottenuta tramite un

indice dei prezzi come l’IPC

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indice dei prezzi come l’IPC

• Prezzo relativo

– Prezzo di uno specifico bene o servizio

raffrontato a quello di altri beni e servizi

Gli errori comuni sul costo

dell’inflazione• Osservazioni

– Variazioni dei prezzi relativi non implicano

necessariamente un incremento del tasso di

inflazione

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inflazione

– Al contrario, l’inflazione può essere elevata

senza incidere sui prezzi relativi

Gli errori comuni sul costo

dell’inflazione

• Osservazioni

– Per contrastare le variazioni nei prezzi relativi,

i governi devono mettere in atto politiche che

incidono sulla domanda e l’offerta di prodotti

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incidono sulla domanda e l’offerta di prodotti

specifici

– Per contrastare l’inflazione, il governo deve

adoperare la politica monetaria e la politica

fiscale

I veri costi dell’inflazione

• I costi da “consumo di suole delle scarpe”

– Risorse utilizzate per ridurre al minimo la

quantita’ di contante detenuta durante i

periodi di inflazione elevata

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periodi di inflazione elevata

I veri costi dell’inflazione• Esempio

– Una persona avara detiene 10,000 euro sotto

il materasso

– Se l’inflazione è nulla, i 10,000 euro

mantengono il loro potere d’acquisto

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mantengono il loro potere d’acquisto

– Se il tasso di inflazione è pari al 10%, dopo un

anno il potere d’acquisto sara’ sceso a 9,000

euro

– Maggiore è il tasso di inflazione minore la

propensione degli individui a tenere contante

– Recarsi in banca implica costi!

I veri costi dell’inflazione

• Le “interferenze” nel sistema dei prezzi

– L’inflazione rende difficile interpretare

l’informazione trasmessa dai prezzi e riduce

l’efficienza del sistema di mercato

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l’efficienza del sistema di mercato

• Le distorsioni del sistema fiscale

– Inflazione, Indicizzazione e ---

• Slittamento degli scaglioni

• Deduzioni per il deprezzamento del capitale

I veri costi dell’inflazione

• Osservazione

– L’inflazione può distorcere gli incentivi a

lavorare, risparmiare e investire offerti agli

individui dal sistema fiscale, e ridurre così la

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individui dal sistema fiscale, e ridurre così la

crescita economica

I veri costi dell’inflazione

• La redistribuzione inattesa della ricchezza

– Dai lavoratori ai datori di lavoro se i salari non

sono indicizzati

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– Dai creditori ai debitori

• Interferenza con la pianificazione di lungo

periodo

– Programmi di pensionamento

– Strategie di investimento e piani operativi

Iperinflazione

• Iperinflazione

– Situazione in cui il tasso di inflazione è

estremamente elevato

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– Esempi in America Latina, in Israele, in

Russia

– Amplifica enormemente i costi dell’inflazione

L’inflazione e i tassi di

interesse• Tasso di interesse nominale (o tasso di

interesse di mercato)

– Incremento percentuale del valore nominale

di un’attività finanziaria

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di un’attività finanziaria

L’inflazione e i tassi di

interesse• Tasso di interesse reale

– Incremento percentuale annuo del potere

d’acquisto di un’attività finanziaria

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– E’ pari alla differenza tra il tasso d’interesse

nominale e il tasso di inflazione

L’inflazione e i tassi di

interesse• L’inflazione e il tasso di interesse reale

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I tassi di interesse reali in Italia

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L’inflazione e i tassi di

interesse• Osservazioni

– Un aumento inaspettato dell’inflazione e’ un

fattore negativo per i creditori e positivo per i

debitori

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debitori

– Se l’inflazione elevata è attesa, è possibile

che non danneggi i creditori, se questi hanno

la possibilita’ di incorporarla nel tasso di

interesse

L’inflazione e i tassi di

interesse• Effetto Fisher

– Tendenza del tasso di interesse nominale a

essere elevato quando l’inflazione è alta, e

basso quando l’inflazione è contenuta

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basso quando l’inflazione è contenuta

Andamento del tasso di inflazione del tasso

di interesse reale in Italia, 1971-2003

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Capitolo 20Capitolo 20

Misurare il livello

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Misurare il livello

dell’occupazione e della

disoccupazione

La domanda e l’offerta nel

mercato del lavoro

• Le imprese e altri datori di lavoro

domandano lavoro

• Ciascun individuo offre lavoro mettendo a

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• Ciascun individuo offre lavoro mettendo a

disposizione le proprie capacità manuali e

intellettive dietro corresponsione di un

compenso, il salario

La domanda e l’offerta nel

mercato del lavoro• I salari e la domanda di lavoro

– La domanda di lavoro dipende sia dalla

produttivita’ del lavoro sia dal prezzo che il

mercato assegna al prodotto realizzato

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mercato assegna al prodotto realizzato

• Rendimenti decrescenti del lavoro

– La tendenza del prodotto marginale a

scendere man mano che il numero dei

lavoratori aumenta

Produzione e prodotto marginale

della Banana Computer Company

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La domanda e l’offerta nel

mercato del lavoro• La domanda di lavoro della BCC

– Ipotesi

• Salario per i tecnici informatici = 60,000 euro/anno

• Essendo la retribuzione offerta dai concorrenti, non è

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• Essendo la retribuzione offerta dai concorrenti, non è

possibile proporre cifre inferiori

– La BCC assumerà un lavoratore in più se il valore del

prodotto marginale è superiore al salario

– Il valore marginale dei primi tre lavoratori è maggiore

di 60,000 euro

– Il valore marginale del quarto lavoratore è 57,000euro

La domanda e l’offerta nel

mercato del lavoro• I salari e la domanda di lavoro

– Il numero di lavoratori che un’impresa è

disposta ad assumere è tanto più alto quanto

più basso risulta il salario da corrispondere

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più basso risulta il salario da corrispondere

Curva di domanda di lavoro

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Gli spostamenti della domanda

di lavoro

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– Un incremento del prezzo relativo accresce il valore

del prodotto marginale dei lavoratori

– Una produttività più alta fa crescere il prodotto

marginale e il suo valore

La domanda e l’offerta nel

mercato del lavoro• L’offerta di lavoro

– Applicazione del principio costi-benefici

– Conviene accettare una proposta di lavoro se

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il compenso previsto supera il prezzo di

riserva

– La disponibilità a offrire lavoro cresce

all’aumentare del salario

– La curva di offerta del lavoro ha pendenza

positiva

L’offerta di lavoro

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La domanda e l’offerta nel

mercato del lavoro• Gli spostamenti dell’offerta di lavoro

– L’aspetto più importante è l’entità della

popolazione in età lavorativa

• Tasso di natalità, tassi di emigrazione e

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• Tasso di natalità, tassi di emigrazione e

immigrazione

– Un aumento del numero di persone in età

lavorativa fa salire l’offerta di lavoro per ogni

singolo livello di salario reale

La domanda e l’offerta nel

mercato del lavoro• Gli spostamenti dell’offerta di lavoro

– Può incidere anche il tasso di partecipazione

• Percentuale di individui in età lavorativa all’interno

della forza lavoro

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della forza lavoro

Le principali tendenze dei salari reali

e dell’occupazione

• Nel corso del XX secolo tutte le nazioni

industrializzate hanno registrato una

crescita rilevante dei salari reali

• Ciò è dovuto alla crescita sostenuta della

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• Ciò è dovuto alla crescita sostenuta della

produttività che ha caratterizzato i paesi

industrializzati

– Progresso tecnologico

– Ampliamento dello stock di capitale

Tendenze del mercato del lavoro

1961-2000

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Tassi di crescita della produttività

e dei redditi reali

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La crescita della diseguaglianza

salariale

• Una tendenza significativa nei mercati del lavoro è la crescente disparità nei livelli salariali

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salariali

• Due fattori alla base del divario

– La globalizzazione

– La tecnologia

La crescita della diseguaglianza salariale

• La globalizzazione

• Due settori, industria tessile e del software

• L’economia è più efficiente nel settore del software

• Accordo di libero scambio secondo il quale i paesi

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• Accordo di libero scambio secondo il quale i paesi

sottoscrittori esporteranno e importeranno secondo

il loro vantaggio comparato

• Conquista di nuovi mercati per il software

• I consumatori acquistano prodotti tessili di

fabbricazione estera

• Le variazioni della domanda di prodotti si traducono

in variazioni della domanda di lavoro

Effetto della globalizzazione

sul mercato del lavoro

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La crescita della diseguaglianza salariale

• La globalizzazione

• L’apertura agli scambi internazionali ha fatto

aumentare i salari dell’industria del software e

ha fatto diminuire quelli dell’industria perdente

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ha fatto diminuire quelli dell’industria perdente

• Il mercato del lavoro puo’ adeguarsi attraverso

la mobilita’ dei lavoratori

– Movimento dei lavoratori tra posti di lavoro, aziende e

industrie diverse

• Lo Stato puo’ intervenire con l’erogazione di

sussidi durante la fase di transizione

La crescita della diseguaglianza salariale

• I mutamenti tecnologici

• Effetti simili a quelli della globalizzazione

• Le nuove tecnologie avvantaggiano i lavoratori

specializzati, accrescendo la loro produttività

rispetto a quella dei lavoratori non specializzati

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rispetto a quella dei lavoratori non specializzati

• Rimedi

– Mobilità dei lavoratori

– Sussidi dello Stato durante le fasi di transizione

• Naturalista economico

– Ampliamenti UE: impatto degli scambi e di

mutamenti tecnologici

I tipi di disoccupazione e i relativi costi

• In economia risulta utile suddividere il fenomeno

della disoccupazione in tre categorie:

– Disoccupazione frizionale

– Disoccupazione strutturale

– Disoccupazione ciclica

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– Disoccupazione ciclica

I tipi di disoccupazione e i relativi costi

• Disoccupazione frizionale

– Disoccupazione a breve termine dovuta al tempo

necessario agli individui per trovare un impiego più

conforme alle loro capacità

• Cause:

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• Cause:

– I tipi di impiego e i lavoratori sono estremamente

eterogenei

– Il mercato del lavoro è dinamico e in costante

evoluzione

I tipi di disoccupazione e i relativi costi

• Disoccupazione strutturale

– Disoccupazione a lungo termine, presente anche

quando l’economia produce a un tasso normale

• Cause:

– Mancanza di competenze, barriere linguistiche,

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Robert H. Frank, Ben S. Bernanke, Moore McDowell, Rodney Thom, Ivan Pastine

– Mancanza di competenze, barriere linguistiche,

discriminazione

– Caratteristiche strutturali del mercato del lavoro

• Organizzazioni sindacali, leggi sui minimi salariali

I tipi di disoccupazione e i relativi costi

• Disoccupazione ciclica

– Disoccupazione aggiuntiva che si manifesta quando

l’economia vive una fase di recessione

• Cause:

– Flessione della domanda di beni e servizi prodotti

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– Flessione della domanda di beni e servizi prodotti

dall’economia

• Gli aumenti della disoccupazione ciclica saranno

di breve durata se i policy maker adotteranno le

misure adeguate

Gli ostacoli alla piena occupazione

• Istituzioni che determinano la maggiore o minore

flessibilità di adattamento del mercato del

lavoro:

– Legislazione sul salario minimo

– Sindacati

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– Sindacati

– Assicurazione contro la disoccupazione

– Altri regolamenti statali

Gli ostacoli alla piena occupazione

• Legislazione sul salario minimo

– L’analisi della domanda e dell’offerta evidenzia che

l’unico effetto di queste norme è di innalzare il tasso

di disoccupazione

– Domanda:

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– Domanda:

• Allora perchè è visto con favore negli ambienti politici?

– Si creano due classi di lavoratori: chi è abbastanza

fortunato da trovare un impiego al salario minimo, e

chi rimane escluso dal mercato del lavoro

Gli ostacoli alla piena occupazione

• Sindacati

– Organizzazioni che per conto dei lavoratori,

conducono le negoziazioni con i datori di lavoro

• Su questioni quali le retribuzioni, le regole per l’assuzione e il

licenziamento dei dipendenti, l’orario e le condizioni di lavoro,

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licenziamento dei dipendenti, l’orario e le condizioni di lavoro,

etc..

– Il sindacato riesce a far sì che i datori di lavoro

accettino un salario superiore a quello di equilibrio

– Effetti simili a quelli che seguono all’introduzione di un

salario minimo

Gli ostacoli alla piena occupazione

• Assicurazione contro la disoccupazione

– Erogazione di trasferimenti da parte dello Stato a

favore dei disoccupati (sussidi di disoccupazione)

– Vantaggio dal punto di vista sociale

– Ma può disincentivare le persone dall’impegnarsi

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– Ma può disincentivare le persone dall’impegnarsi

nella ricerca di un lavoro

• Naturalista economico

– Perché i tassi di disoccupazione sono così elevati in

Europa occidentale?

Gli ostacoli alla piena occupazione

• Altri regolamenti statali

– Costi non salariali

• Costi imposti al datore di lavoro oltre a quelli che comporta la

corresponsione dei salari ai dipendenti

• Norme in materia di sicurezza e salute, regole contro la

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• Norme in materia di sicurezza e salute, regole contro la

discriminazione

– I legislatori dovrebbero applicare il criterio costi-

benefici al momento di decidere quali regolamenti far

entrare in vigore nel mercato del lavoro

Capitolo 21Capitolo 21

Crescita economica,

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Crescita economica, produttività

e tenore di vita

Introduzione

• “Preferireste essere un comune cittadino francese o inglese di classe media oggi, oppure la persona più ricca d’Europa ai tempi di Napoleone?”

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tempi di Napoleone?”

PIL reale pro capite in alcuni paesi, 1870-2003 (in dollari statunitensi, anno base 2000)

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PIL reale pro capite in cinque paesi industrializzati, 1870 - 2003

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Lo straordinario miglioramento degli standard di vita: il record

• Caveat

– Le stime storiche sono meno precise

– Il confronto del PIL nell’arco di un secolo non

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– Il confronto del PIL nell’arco di un secolo non puo’ rendere conto della comparsa di nuovi beni e servizi

Lo straordinario miglioramento degli standard di vita: il record

• Osservazione

– La varietà, la quantità e la qualità dei beni e servizi disponibili sono aumentate

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servizi disponibili sono aumentate enormemente nei paesi industrializzati nel corso del XIX e del XX secolo, un fatto che trova riscontro appunto nei dati sul PIL reale pro capite

Perché piccole differenze nei tassi di crescita contano

• Interesse composto

– Il pagamento dell’interesse non solo sul deposito, ma sull’intero ammontare degli

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deposito, ma sull’intero ammontare degli interessi accumulati in precedenza

– Ipotesi:

• Nel 1800 €10 depositati a un interesse del 4%

• Nel 2000 il conto vale €25,507.50

• €10 x (1.04)200 = €25,507.50

Perché piccole differenze nei tassi di crescita contano

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• Osservazioni:• Il valore di una somma modesta cui venga applicato un interesse

composto puo’ crescere in misura significativa in un periodo di tempo sufficientemente lungo

• Differenze lievi nei tassi di interesse hanno un impatto notevole sul valore

Perché piccole differenze nei tassi di crescita contano

• I tassi di crescita economica sono simili ai tassi di interesse composti

– PIL reale procapite 1870 – 2003

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• 1870 Giappone = $931, Germania. = $1,152

• 2003 Giappone = $26,636, Germania. = $25,271

– Tasso medio di crescita annuale• Giappone = 2.6%, Germania. = 2.3%

– Se la Germania fosse cresciuta al tasso del Giappone• 2003 Germania GDP = $1,152x(1.026)133 = $34,998

• 1.38 volte maggiore del PIL effettivo nel 2003

Perché piccole differenze nei tassi di crescita contano

■ Politiche economiche che incidono sul tasso di crescita economica, sia pure in misura ridotta, hanno un impatto notevole sull’economia

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sull’economia

Perché le nazioni diventano ricche: il ruolo cruciale della produttivita’ del lavoro

• Domanda

– Da cosa dipende il tasso di crescita economica di un paese?

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economica di un paese?

– Alcune definizioni

• Y = PIL reale

• N = numero di lavoratori occupati

• POP = popolazione totale

Perché le nazioni diventano ricche: il ruolo cruciale della produttività del lavoro

• PIL reale pro capita

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POP

Nx

N

Y

POP

Y=

Perché le nazioni diventano ricche: il ruolo cruciale della produttività del lavoro

• PIL reale pro capita

Nx

YY=

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• Osservazioni• La produzione reale pro capite dipende da:• Quanto ciascun lavoratore è in grado di produrre• Quanti individui (in percentuale rispetto alla

popolazione totale) sono occupati

POPx

NPOP=

Andamento della produttività media del lavoro in Italia e negli

Stati Uniti, 1970-2008

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Andamento del PIL pro capite in Italia e negli Stati Uniti, 1970-2008

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Quota della popolazione occupata in Italia e negli Stati Uniti, 1970-2008

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Perché le nazioni diventano ricche: il ruolo cruciale della produttività del lavoro

• Domanda

– Da che cosa dipende il tasso di crescita economica di un paese?

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• Nel lungo periodo, l’aumento del prodotto pro capite e’ dovuto principalmente all’incremento della produttivita’ media del lavoro

Le determinanti della produttività media del lavoro

• Sei fattori

– Il capitale umano

– Il capitale fisico

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– Il capitale fisico

– Le terre e le altre risorse naturali

– La tecnologia

– L’imprenditorialità e il management

– Il contesto politico e giuridico

Le determinanti della produttivitàmedia del lavoro

• Il capitale umano

– Si riferisce alle doti naturali, all’istruzione, all’addestramento e alle capacità dei lavoratori

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lavoratori

• Naturalista economico

– Perché la Germania Ovest e il Giappone si ripresero così bene dalle devastazioni della Seconda Guerra Mondiale?

Le determinanti della produttività media del lavoro

• Il capitale fisico

– Macchinari, attrezzature ed edifici impiegati nella produzione

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• Rendimenti decrescenti del capitale

– L’incremento della produzione legato a un’unità aggiuntiva di capitale diminuisce all’aumentare della quantità dic apitale, se la quantita; di lavoro e di altri input rimane costante

Capitale, prodotto e produttività in un o stabilimento per il confezionamento di cioccolatini

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Le determinanti della produttivitàmedia del lavoro

• Come stimolare la crescita economica?

– Un incremento del capitale fisico disponibile fa aumentare il prodotto e la produttivita’

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– Ma l’espansione dello stock di capitale non consente di innalzare il livello di produttivita’ in misura illimitata

Le determinanti della produttività media del lavoro

• La terra e le altre risorse naturali

– Terra, energia, materie prime

– Molte risorse possono essere ottenute tramite

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– Molte risorse possono essere ottenute tramite i mercati internazionali

Le determinanti della produttività media del lavoro

• La tecnologia

– le nuove tecnologie rappresentano il fattore piu’ importante alla base dei miglioramenti della produttività e della crescita economica

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della produttività e della crescita economica

– Il progresso tecnologico è uno sviluppo nella tecnologia che, date le risorse, permette di aumentare la produzione

Le determinanti della produttività media del lavoro

• L’imprenditorialità e il management– Gli imprenditori introducono nuovi prodotti, servizi,

processi tecnologici e metodi di produzione

– Funzione essenziale perché l’economia sia dinamica

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– Funzione essenziale perché l’economia sia dinamica

– Le politiche economiche possono favorire l’imprenditorialità

• pressione fiscale

• contesto normativo

• fattori sociologici

Le determinanti della produttività media del lavoro

• Il contesto politico e giuridico– Diritti di proprietà ben definiti

– Stabilità politica

– Scambio libero e aperto delle idee

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– Scambio libero e aperto delle idee

• Naturalista economico

– L’Agenda di Lisbona

Il rallentamento della produttività nel mondo: e la ripresa?

• Qual è la causa del rallentamento della produttività?

– Peggioramento della qualità dell’istruzione

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– Peggioramento della qualità dell’istruzione pubblica

– Elevati prezzi del petrolio

– Misurazione imprecisa della produttività

– Impoverimento tecnologico

I costi della crescita economica

• I costi della crescita economica

– Il costo opportunità della produzione di beni capitali è la minore produzione di beni per il

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capitali è la minore produzione di beni per il consumo

– Minore tempo libero, sicurezza sul lavoro, salute

– I costi della spesa in Ricerca e Sviluppo

– Il costo dell’educazione (capitale umano)

Promuovere la crescita economica

• Naturalista economico

– Perché in quasi tutti i paesi la scuola pubblica e’ gratuita?

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Promuovere la crescita economica

• Promuovere la crescita

– Politiche che promuovono il risparmio e

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l’investimento

– Politiche che mirano a incrementare il capitale umano

– Politiche che sostengono la ricerca e lo sviluppo

– La cornice politica e giuridica

Promuovere la crescita economica

• Naturalista economico

– Promuovere la crescita e la coesione in Europa

• Fondi strutturali e di coesione

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• Fondi strutturali e di coesione

• Incanalare risorse verso i membri più svantaggiati– Grecia

– Irlanda

– Portogallo

– Spagna

Pil reale pro capite nelle Economie di Coesione, 1980 - 2001

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Promuovere la crescita economica

• I paesi poverissimi: un caso speciale

– Migliorare la cornice politica e giuridica

• Sistemi giuridici corrotti creano incertezza sui diritti di proprietà

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di proprietà

• L’imposizione fiscale e le normative frenano l’imprenditorialità

• Le forze di mercato sono soffocate

• La mancanza di stabilità politica scoraggia gli investimenti esteri

Promuovere la crescita economica

• I paesi poverissimi: un caso speciale

– Senza stabilità politica, gli aiuti finanziari internazionali sono inefficaci

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Vi sono limiti alla crescita?

• Limiti alla crescita, presuppone che la crescita economica avrà sempre la stessa forma che ha oggi

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• Limiti alla crescita, trascura che la crescita migliora la capacità di una società di salvaguardare l’ambiente

• Limiti alla crescita, sottostima il potere con cui i mercati riescono a gestire il fenomeno della scarsità

Vi sono limiti alla crescita?

• Cosa ne pensate?

– Come possiamo risolvere i problemi ambientali a livello planetario?

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Capitolo 22Capitolo 22

Risparmio, investimenti

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Risparmio, investimenti

e formazione di capitale

Introduzione

• Le motivazioni del risparmio

– Far fronte a spese future

– Protezione contro emergenze economiche

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– Produrre beni capitali

Il risparmio e la ricchezza

• Risparmio

– Il reddito corrente al netto della spesa

destinata ai bisogni correnti

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• Tasso di risparmio

– Il risparmio diviso il reddito

Il risparmio e la ricchezza

• Ricchezza

– Il valore delle attività al netto delle passività

• Attività

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• Attività

– Qualsiasi bene con un valore economico

posseduto da un soggetto

• Passività

– Insieme dei debiti dovuti a un soggetto

Il bilancio di Consuelo

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Il risparmio e la ricchezza

• Flusso

– Un valore che viene definito nell’unità di

tempo

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• Stock

– Un valore che viene definito in un determinato

momento nel tempo

Il risparmio e la ricchezza

• Gli stock e i flussi

– Il risparmio è un flusso e viene definito

nell’unita’ di tempo (risparmio alla settimana,

al mese, all’anno).

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al mese, all’anno).

– La ricchezza è uno stock e viene definita in un

determinato momento del tempo (ricchezza in

una data precisa).

– Un flusso indica il tasso di variazione di uno

stock

Il risparmio e la ricchezza

• Gli stock e i flussi

– Il risparmio è un flusso

– La ricchezza è uno stock

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– Ogni euro risparmiato da un individuo fa

aumentare di un euro la sua ricchezza

Il risparmio e la ricchezza

• Esempio

– Il legame tra risparmio e ricchezza

• Consuelo risparmia 20 euro alla settimana

– Puo’ aumentare le attività o ridurre le passività di 20 euro

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– Puo’ aumentare le attività o ridurre le passività di 20 euro

e

– Aumentare la sua ricchezza di 20 euro.

Il risparmio e la ricchezza

• Guadagni in conto capitale

– L’aumento del valore di attività esistenti

• Perdite in conto capitale

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• Perdite in conto capitale

– La riduzione del valore di attività esistenti

Il risparmio e la ricchezza

• Variazione della ricchezza

– Risparmio + guadagni - perdite

in conto capitale in conto capitale

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Perché gli individui

risparmiano• Ciclo vitale del risparmio

– Il risparmio e il prestito consentono alle

famiglie di differire nel tempo la spesa per

beni e servizi, cioè i consumi

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beni e servizi, cioè i consumi

– Senza risparmi o prestiti il consumo = reddito

in ogni anno

– Attraverso il risparmio e l’assunzione di

prestiti le famiglie possono separare il

percorso dei consumi dal profilo del reddito

nel loro ciclo vitale

Perché gli individui

risparmiano• Ciclo vitale del risparmio

– Sostituzione intertemporale

– Prendere un prestito quest’anno da restituire

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in futuro

• Sostituire consumo futuro con consumo presente

– Risparmiare quest’anno per consumare di più

in futuro

• Sostituire consumo presente con consumo futuro

Ciclo vitale del risparmio

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Perché gli individui

risparmiano• Risparmio precauzionale

– Risparmiare per premunirsi contro possibili

imprevisti, come la perdita del lavoro o

un’emergenza legata a problemi di salute

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un’emergenza legata a problemi di salute

• Risparmio a scopo di eredità

– Risparmiare per lasciare un’eredità

Perché gli individui

risparmiano• Naturalista economico

– Perché le famiglie europee risparmiano più di

quelle americane?

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Tassi di risparmio delle famiglie,

1990 - 2007

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Perché gli individui

risparmiano• Naturalista economico

– Perché le famiglie europee risparmiano più di

quelle americane?

• Una storia di meno prosperità e di più volatilità

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• Una storia di meno prosperità e di più volatilità

– Motivazioni precauzionali e di eredità più forti

• Motivazioni di ciclo vitale

– La più rapida crescita del PIL reale pro capite negli Stati

Uniti può aver ridotto la necessità di risparmiare per

sostenere i consumi futuri

Perché gli individui

risparmiano• Naturalista economico

– Perché le famiglie europee risparmiano più di

quelle americane?

• Ritmi più rapidi di innovazione finanziaria

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• Ritmi più rapidi di innovazione finanziaria

• Mercato azionario statunitense – il mercato “toro”

• Maggiore ineguaglianza salariale e effetti di

emulazione

Perché gli individui

risparmiano

• Il risparmio e il tasso di interesse reale

– Quanto maggiore il tasso di interesse reale, tanto

maggiore il rendimento del risparmio

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– Il tasso di interesse reale è uguale al tasso di interesse

nominale meno l’inflazione

Perché gli individui risparmiano

• Esempio

– In quale misura un tasso di risparmio elevato

consente di migliorare il tenore di vita futuro di una

famiglia?

– Due famiglie: Spendaccioni e Risparmiosi,

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– Due famiglie: Spendaccioni e Risparmiosi,

cominciano a accumulare risparmi nel 1980

• Reddito reale per entrambi = €40,000 all’anno piu’ reddito da

interessi

• Spendaccioni risparmiano 5% e Risparmiosi 20% all’anno

• Entrambi investono in un fondo con rendimento reale del 8%

• Nel 2015, il risparmio dei Risparmiosi è €385,000 mentre il

risparmio degli Spendaccioni è €77,000

• Nel 2015, i Risparmiosi consumano €55, 774 e gli

Spendaccioni consumano €43,698

Andamento dei consumi delle

famiglie: Risparmiosi e Spendaccioni

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Perché gli individui

risparmiano• Osservazione

– Nella misura in cui gli individui scelgono di

risparmiare in vista di specifici obiettivi, tassi

di interesse più elevati riducono di fatto

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di interesse più elevati riducono di fatto

l’ammontare di reddito che è necessario

destinare al risparmio

Il risparmio nazionale e le sue

componenti

• Misurare il risparmio nazionale

– Produzione o reddito aggregato (Y) =

Consumo (C) + Investimento (I) +

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Acquisti pubblici (G) + Esportazioni nette (NX)

– Per ipotesi NX = 0, quindi:

• Y = C + I + G

• Risparmio = Y – spesa per destinata ai bisogni

correnti

Il risparmio nazionale e le sue

componenti

• Misurare il risparmio nazionale

– Determinare la spesa destinata ai bisogni

correnti

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correnti

• I = spesa in beni capitali e immobili residenziali

• C include i beni di consumo durevoli che coprono I

bisogni correnti e i bisogni futuri

• G anche include beni di consumo durevoli

– Consideriamo la totalità di C e G come spesa

finalizzate ai bisogni correnti

Il risparmio nazionale e le sue

componenti

• Misurare il risparmio nazionale

– Risparmio nazionale (S) = Y - C - G

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Andamento del tasso di risparmio

nazionale negli Stati Uniti e in Italia

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Il risparmio nazionale e le sue

componenti

• Componenti pubbliche e private del risparmio nazionale

– Risparmio nazionale (S) = Y - C - G

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– T (imposte nette) = imposte pagate dal settoreprivato – trasferimenti e interessi ricevuti dalloStato

– S = Y - C - G + T - T

– S = (Y - T - C) + (T - G)

– Risparmio privato = Sprivato = Y - T - C

– Risparmio pubblico = Spubblico = T - G

Il risparmio nazionale e le sue

componenti

• Componenti pubbliche e private del risparmio nazionale

– Il risparmio privato ha due componenti:

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– Sprivato =Y - T - C

• Risparmio delle famiglie e risparmio delle imprese

– Spubblico = T - G

• Risparmio del settore pubblico (locale e nazionale)

Il risparmio nazionale e le sue

componenti

• Componenti pubbliche e private del risparmio nazionale

– S = (Y - T - C) + (T - G)

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– S = Sprivato + Spubblico

– Il risparmio nazionale (S) è composto dal

risparmio di famiglie, imprese e settore

pubblico (nazionale e locale)

Il risparmio nazionale e le sue

componenti

• Disavanzo del bilancio pubblico

– Eccedenza della spesa pubblica sul gettito

fiscale (G - T)

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fiscale (G - T)

• Avanzo del bilancio pubblico

– Eccedenza del gettito fiscale sulla spesa

pubblica (T - G)

– L’avanzo del bilancio pubblico equivale al

risparmio pubblico

Il risparmio nazionale e le sue

componenti

• Il risparmio pubblico e il bilancio pubblico• Spubblico= T - G

• Nazionale: 200 = 2,000 - 1,800

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• Locale: 50 = 1,200 - 1,150

• Spubblico = 250 = 3,200 - 2,950

Contributo del settore pubblico al risparmio

nazionale = €250 mil.

Gli investimenti e la formazione

di capitale

• Investimento

– Investimento – creazione di nuovi beni capitali

e immobili – è necessario per incrementare la

produttività media del lavoro

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produttività media del lavoro

– Il risparmio nazionale è la fonte di

finanziamento degli investimenti

Gli investimenti e la formazione

di capitale

• Investimento

– La spesa per investimenti è realizzata se si

prevede che permetterà di realizzare profitti

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prevede che permetterà di realizzare profitti

(ovvero, il beneficio calcolato come il valore

del prodotto marginale) superiori al costo

dell’investimento

Gli investimenti e la formazione di

capitale

• Esempio

– A Marco conviene acquistare una

motofalciatrice?

• Costo della motofalciatrice = €4,000

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• Costo della motofalciatrice = €4,000

• Tasso di interesse sui prestiti = 6%

• Ricavo netto = €6,000

• Tasse = 20%

• Un lavoro alternativo garantirebbe un guadagno di

€4,400 al netto delle tasse

• La motofalciatrice puo’ essere rivenduta a €4,000

Gli investimenti e la formazione di

capitale

• Esempio

– A Marco conviene acquistare una

motofalciatrice?

• Ricavo netto €20,000

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• Meno le tasse (20%) €4,000

• Meno il costo opportunita’ €15,600

• = Valore del prodotto marginale €400

• Meno gli interessi (6%) €240

• = Beneficio netto €160

– A Marco conviene acquistare la

motofalciatrice

Gli investimenti e la formazione

di capitale

• Esempio

– Il tasso di rendimento

• Prezzo dell’investimento = PK

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• Valore del prodotto marginale = VMP

– Tasso di rendimento = VMP/PK

• Tasso di interesse reale = r

• Se VMP/PK > r l’investimento e’ profittevole

Gli investimenti e la formazione

di capitale

• Esempio

– A Marco conviene acquistare una

motofalciatrice?

• PK = €4,000

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• PK = €4,000

• VMP = €400

• Tasso di tendimento = 400/4,000 = 10%

• Tasso di interesse reale = 6%

– A Marco conviene acquistare una

motofalciatrice

Gli investimenti e la formazione

di capitale

• Fattori che determinano la decisione di

investimento

– Misurare i costi

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– Misurare i costi

• Tasso di interesse reale (costo opportunita’)

• Prezzo dei beni capitali

Gli investimenti e la formazione

di capitale

• Fattori che determinano la decisione di

investimento

– Misurare i benefici

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– Misurare i benefici

• Valore del prodotto marginale

– Spese operative

– Spese di manutenzione

– Imposte

• Influenzato dal prezzo relativo del bene o servizio

prodotto dal capitale

Gli investimenti e la formazione

di capitale

• Naturalista economico

– Perché gli investimenti in computer sono

aumentati in maniera così rilevante negli

ultimi decenni?

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ultimi decenni?

Investimenti in computer e

software, Stati Uniti 1960 - 2001

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Il sistema bancario

• Le banche sono l’esempio più importante della

categoria di istituzioni chiamate intermediari

finanziari

• Intermediari finanziari

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• Intermediari finanziari

– Imprese che, attingendo ai fondi depositati dai

risparmiatori, concedono credito a chi ne fa richiesta

Le banche vanno incontro ai risparmiatori liberandoli

dalla necessità di raccogliere informazioni sui

potenziali debitori e convogliando i loro risparmi verso

gli investimenti più produttivi

Le obbligazioni e le azioni

• Obbligazione

– Promessa avente valore legale di rimborsare

un debito, che di solito comprende sia la

somma capitale sia il pagamento periodico

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somma capitale sia il pagamento periodico

degli interessi

• Somma capitale

– Ammontare prestato inizialmente

Le obbligazioni e le azioni

• Tasso della cedola

– Tasso di interesse promesso all’atto di

emissione dell’obbligazione

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• Pagamento della cedola

– Versamento, a scadenze regolari, degli

interessi al sottoscrittore dell’obbligazione

Prezzi delle obbligazioni e tassi di

interesse

• Esempio:

– Il 1/01/ 2004, Tania acquista un’obbligazione

dello Stato, di nuova emissione e durata

biennale, del valore di 1000 euro. La cedola

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biennale, del valore di 1000 euro. La cedola

ha un tasso del 5%

– Il 1/01/ 2005, dopo aver ricevuto il pagamento

della cedola per il primo anno, Tania decide di

vendere l’obbligazione

– A quale prezzo può aspettarsi di riuscire a

venderlo, se il tasso di interesse è del 6%?

Prezzi delle obbligazioni e tassi di

interesse

• Qualcuno sarebbe disposto a pagare

€1,000(il costo originale) per

l’obbligazione?

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• No. Chi compra questa obbligazione

riceverà €1,050 tra un anno, quando

comprando un titolo di nuova emissione

può ricevere €1,060 tra un anno, se il

tasso di interesse corrente è pari al 6%.

Prezzi delle obbligazioni e tassi di

interesse

• Per calcolare il valore dell’obbligazione di

Tania:

• Valore dell’obbligazione di Tania =

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• Valore dell’obbligazione di Tania =

(€1,050/1.06)=€991

Azioni

• Azione

– Diritto a una quota di compartecipazione al

capitale sociale di un’impresa

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• Dividendo

– Regolare pagamento ricevuto dagli azionisti

per ogni azione posseduta

I mercati obbligazionari, i mercati

azionari e l’allocazione del risparmio

• In che modo i mercati dei titoli azionari e

obbligazionari garantiscono che il risparmio

disponibile sia destinato agli usi più produttivi?

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• Due funzioni importanti dei suddetti mercati

sono la raccolta di informazioni sui potenziali

beneficiari di credito e l’opportunità offerta ai

risparmiatori di condividere i rischi derivanti dalla

concessione di prestiti

Il ruolo informativo dei mercati

azionari e obbligazionari

• Le società intenzionate a effettuare una

nuova emissione di azioni o di obbligazioni

sanno che i risultati conseguiti di recente e

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sanno che i risultati conseguiti di recente e

i loro piani per il futuro saranno

attentamente studiati dagli analisti di

Borsa e dagli altri investitori finanziari

La condivisione del rischio e la

diversificazione

• Diversificazione

– Pratica consistente nel ripartire la propria

ricchezza tra un’ampia gamma di investimenti

finanziari diversi, in modo da abbassare il

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finanziari diversi, in modo da abbassare il

livello di rischio complessivo

Il risparmio, l’investimento e il

tasso di interesse reale

• Offerta di risparmio (S)

– La quantità offerta di risparmio dipende

direttamente dal tasso di interesse reale (r)

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direttamente dal tasso di interesse reale (r)

• Domanda di risparmio (I)

– La quantità domandata di risparmio dipende

inversamente dal tasso di interesse reale.

Il risparmio, l’investimento e il

tasso di interesse reale

• Mercato del risparmio

– Il mercato determinerà l’equilibrio (r).

– Se r è superiore al livello di equilibrio, si ha un

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– Se r è superiore al livello di equilibrio, si ha un

eccesso di offerta di risparmio

– Se r è inferiore al livello di equilibrio, si ha un

eccesso di domanda di risparmio

Il risparmio, l’investimento e il

tasso di interesse reale

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Gli effetti di una nuova tecnologia sul

risparmio nazionale e gli investimenti

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L’effetto sul risparmio nazionale e sugli

investimenti di un aumento del disavanzo

pubblico

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Il risparmio, l’investimento e il

tasso di interesse reale

• Spiazzamento

– Fenomeno per cui un aumento del disavanzo

pubblico tende a ridurre la spesa per gli

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pubblico tende a ridurre la spesa per gli

investimenti

Capitolo 23Capitolo 23

Fluttuazioni economiche

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Fluttuazioni economiche

di breve periodo

Le recessioni e le espansioni

• Recessione (o contrazione)

– Un periodo nel quale l’economia cresce a un

tasso inferiore alla media

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• Depressione

– Una recessione estremamente grave e

protratta

Fluttuazioni del PIL reale negli

Stati Uniti, 1929-2008

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Le recessioni e le espansioni

• Espansione

– Un periodo in cui l’economia cresce a un

tasso superiore alla media

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• Boom

– un’espansione particolarmente forte e

prolungata

Alcuni dati sulle fluttuazioni

economiche di breve periodo

• La disoccupazione è un indicatore chiave

delle fluttuazioni economiche di breve

termine

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termine

– Il tasso di disoccupazione cresce

significativamente durante le recessioni

Alcuni dati sulle fluttuazioni

economiche di breve periodo

• Le recessioni sono di solito seguite da una

diminuizione dell’inflazione e possono

essere precedute da un suo aumento

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essere precedute da un suo aumento

I gap di produzione e la

disoccupazione

• Produzione potenziale, Y*

(o produzione di piena occupazione)

– La quantità di produzione (PIL reale) che

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– La quantità di produzione (PIL reale) che

l’economia può produrre quando utilizza le

sue risorse, per esempio il capitale e il lavoro,

a livelli normali

I gap di produzione e la

disoccupazione

• Spiegare le variazioni nel tasso di crescita

dell’economia

– Variazioni nel tasso di crescita possono

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– Variazioni nel tasso di crescita possono

riflettere

• Variazioni nel tasso di crescita di (Y*)

• Deviazioni della produzione effettiva (Y) dalla

produzione potenziale (Y*)

I gap di produzione e la

disoccupazione

• Gap di produzione (output gap)

– Y* (produzione potenziale) - Y (produzione

effettiva)

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effettiva)

• Gap recessivo

– Y* > Y

• Gap espansivo

– Y > Y*

I gap di produzione e la

disoccupazione

• Gap recessivo: Y* > Y

– Le risorse di capitale e lavoro non vengono

utilizzate appieno

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utilizzate appieno

– La produzione e l’occupazione sono inferiori

ai livelli normali

I gap di produzione e la

disoccupazione

• Gap espansivo: Y > Y*

– Produzione e occupazione superiori ai livelli

normali

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normali

– La domanda di prodotti è superiore alla

capacità delle imprese di produrli e i prezzi

aumentano

– Un’ inflazione elevata riduce l’efficienza

economica

I gap di produzione e la

disoccupazione

• Il tasso naturale di disoccupazione e la

disoccupazione ciclica

– I gap recessivi sono caratterizzati da un’alta

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– I gap recessivi sono caratterizzati da un’alta

disoccupazione

– I gap espansivi sono caretterizzati da una

disoccupazione insolitamente bassa

I gap di produzione e la

disoccupazione

• Il tasso naturale di disoccupazione e la

disoccupazione ciclica

– Tipi di disoccupazione

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– Tipi di disoccupazione

• Frizionale

• Strutturale

• Ciclica

I gap di produzione e la

disoccupazione

• Il tasso naturale di disoccupazione e la

disoccupazione ciclica

– Tasso naturale di disoccupazione, u*

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– Tasso naturale di disoccupazione, u*

• Attribuile alla disoccupazione frizionale e

strutturale

• La disoccupazione ciclica e’ pari a zero

• L’economia non presenta gap di produzione, ne’

espansio ne’ recessivo

• Disoccupazione ciclica = u - u*

– Disoccupazione totale – tasso naturale

I gap di produzione e la

disoccupazione

• Il tasso naturale di disoccupazione e la

disoccupazione ciclica

– Durante gap recessivi:

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– Durante gap recessivi:

• u > u* e la disoccupazione ciclica e’ positiva

– Durante gap espansivi:

• u < u* e la disoccupazione ciclica e’ negativa

Perché si verificano le fluttuazioni di

breve periodo?

• Alcune cause

– Aggiustamento non immediato dei prezzi

– Variazioni della spesa totale

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– Variazioni della spesa totale

– Nel lungo periodo le imprese adeguano i

prezzi al fine di eliminare il gap di produzione

– Nel lungo periodo, la produzione è

determinata dalla capacità produttiva del

sistema economico

– L’economia è autocorrettiva

Capitolo 24Capitolo 24

Spesa e produzione nel

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Spesa e produzione nel breve periodo: il modello

reddito-spesa

L’ipotesi fondamentale del modello keynesiano

• Nel breve periodo, le imprese soddisfano la domanda ai prezzi dati– Le imprese non ragiscono a ogni

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– Le imprese non ragiscono a ogni cambiamento della domanda relativa ai loro prodotti modifcando i prezzi

– Al contrario, fissano un prezzo per un certo periodo di tempo e poi soddisfano la

domanda generata a quel prezzo

L’ipotesi fondamentale del modello keynesiano

• Nel breve periodo, le imprese soddisfano la domanda ai prezzi dati– Per “soddisfazione della domanda”

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– Per “soddisfazione della domanda” intendiamo dire che le imprese producono quanto basta a soddisfare la domanda dei propri clienti al prezzo stabilito

L’ipotesi fondamentale del modello keynesiano

• Soddisfare la domanda a prezzi dati– È una decisione manageriale basata sul

principio costi-benefici

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– Costi di aggiustamento dei prezzi (menu

costs)

– I prezzi vanno modificati se il beneficio derivante è superiore ai costi di aggiustamento

– Nel lungo periodo le imprese modificheranno i prezzi

La spesa aggregata programmata

• Le componenti della spesa aggregata programmata– Spesa per consumi (C)

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– Spesa per consumi (C)• Spesa delle famiglie in beni durevoli, beni non

durevoli e servizi

La spesa aggregata programmata

• Le componenti della spesa aggregata programmata– Investimento(I)

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– Investimento(I)• Spesa delle imprese in nuovi beni capitali

• Spesa per nuove abitazioni e appartamenti

• Incrementi delle scorte

La spesa aggregata programmata

• Le componenti della spesa aggregata programmata– Spesa pubblica (G)

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– Spesa pubblica (G)• Spesa effettuata dallo Stato (a livello nazionale,

regionale o locale) in beni e servizi

La spesa aggregata programmata

• Le componenti della spesa aggregata programmata– Esportazioni nette

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– Esportazioni nette• Esportazioni - importazioni

La spesa aggregata programmata

• È possibile che la spesa programmata si discosti dalla spesa effettiva?– Se le vendite sono inferiori alle aspettative, le

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– Se le vendite sono inferiori alle aspettative, le imprese accumuleranno scorte non programmate, che fanno parte degli investimenti effettivi

• Se le scorte sono superiori alle aspettative– Investimento effettivo (I) > investimento programmato (IP)

La spesa aggregata programmata

• Esempio– Investimenti effettivi e programmati

• La società Fly-by-Night produce €5 milioni di

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• La società Fly-by-Night produce €5 milioni di aquiloni all’anno

• Vendite attese = €4.8 milioni e scorte programmate= €200,000

• Spesa in beni capitali = €1 milione

• Investimento programmato IP = €1,200,000

La spesa aggregata programmata

• Esempio– Se le vendite effettive sono:

• €4,600,000 invece di €4,800,000

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• €4,600,000 invece di €4,800,000– IP = €1,000,000 + €200,000 = €1,200,000

– I = €1,200,000 + €200,000 = €1,400,000

– I > IP

La spesa aggregata programmata

• Esempio– Se le vendite effettive sono

• €5,000,000

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• €5,000,000 – IP = €1,000,000 + €200,000 = €1,200,000

– I = €1,200,000 - €200,000 = €1,000,000

– I < IP

La spesa aggregata programmata

• Spesa aggregata programmata

NX G I C PAE P +++=

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NX G I C PAE P +++=

La spesa aggregata programmata

• La spesa per consumi e l’economia– La spesa per consumi (C) copre quasi i due

terzi della spesa totale

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– Il fattore più importante nel determinare C è il reddito disponibile, ovvero il reddito (Y) al netto delle tasse (T)

– Reddito disponibile= (Y – T)

La spesa aggregata programmata

• La funzione del consumo– La relazione tra la spesa per consumi e i suoi

fattori determinanti, in particolare il reddito

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disponibile

La spesa aggregata programmata

• Mettere in relazione il consumo col reddito e altre determinanti– La funzione del consumo

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– C = una costante, coglie i fattori diversi dal reddito disponibile che influenzano C

• Ottimismo dei consumatori• Ricchezza • Tassi di interesse reali

T)- c(Y C C +=

La spesa aggregata programmata

• La funzione del consumo

T)- c(Y C C +=

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• c = propensione marginale al consumo

• c = tasso di incremento del consumo quando il reddito disponibile aumenta di €1; 0 < c < 1

Una funzione del consumo

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La spesa aggregata programmata

• La spesa aggregata programmata e la produzione– Relazione tra variazioni nella produzione e nel

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– Relazione tra variazioni nella produzione e nel reddito e la spesa aggregata

• C e’ una grossa frazione della spesa aggregata

• C dipende da Y

• PAE dipende daY

La spesa aggregata programmata

• Esempio – PAE = C + IP + G + NX

– C = C + c(Y – T)

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– C = C + c(Y – T)

– PAE = C + c(Y – T) + IP + G + NX

– C = 620; c = 0.8; T = 250; IP = 220; G = 330; NX = 20

La spesa aggregata programmata

• Esempio– Allora:

[ ] 20 330 220 250) - 0.8( 620 ++++= Y PAE

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[ ] 20 330 220 250) - 0.8( 620 ++++= Y PAE

[ ] 20 330 220 0.8(250) - 0.8 620 ++++= Y PAE

20 330 220 2000.8 620 ++++= - Y PAE

Y- PAE 0.8 20) 330 220 200(620 ++++=

Y PAE 0.8 960 +=

La spesa aggregata programmata

• Esempio

NX G I C Y PAE +++=+= 0.8 960

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– Se Y aumenta di €1, C aumenta di 80 centesimi (c = 0.80)

– C e’ una componente della spesa

– La spesa aumenta di 80 centesimi (€1 X 0.80)

La spesa aggregata programmata

• Esempio

Y PAE 0.8 960 ++++====

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– La spesa aggregata programmata ha due componenti

• Spesa autonoma (960)– Indipendente dalla produzione

– Non varia al variare della produzione

• Spesa indotta (0.8Y)– Dipende dalla produzione (Y)

Short-Run Equilibrium Output

• Ipotesi keynesiana: i produttori soddisfano la domanda a prezzi dati nel breve periodo– Equilibrio di breve periodo: Y = PAE

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• Il livello di produzione al quale la produzione Y è pari alla spesa aggregata programmata PAE

• La produzione di equlibrio nel breve periodo è il livello di equilibrio che prevale durante il periodo caratterizzato da prezzi dati

La determinazione della produzione di equilibrio nel breve periodo: il metodo

algebrico

(((( ))))�XGICPAE

−−−−++++====

++++++++++++====

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(((( ))))(((( ))))[[[[ ]]]]

[[[[ ]]]] cY�XGIcTC

�XGITYcCPAE

TYcCC

++++++++++++++++−−−−====

++++++++++++−−−−++++====

−−−−++++====

La determinazione della produzione di equilibrio nel breve periodo: il metodo

algebrico

[ ]AutonomaSpesa

cY�XGIcTCPAE ++++−=

:

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[ ]cYAPAE

�XGIcTCA

AutonomaSpesa

+=

+++−=

:

La determinazione della produzione di equilibrio nel breve periodo: il metodo

algebrico

cYAY

PAEYEquilibrio

+=

=:

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( )

Ac

Y

AcY

cYAY

=

=−

+=

1

1

1

La determinazione della produzione di equilibrio nel breve periodo: il metodo

algebrico• Esempio

– C = 620 + 0.8(Y – T);

– T = 250; IP = 220; G = 330; NX = 20

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330; NX = 20

960

20330220)250(8.0620

====

++++++++++++−−−−====

++++++++++++−−−−==== �XGIcTCA

800,4

9608.01

1

1

1

====

−−−−

====

−−−−

==== Ac

Y

La determinazione della produzione di equilibrio: il metodo numerico

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La determinazione della produzione di equilibrio di breve periodo

(la croce keynesiana)

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Un calo della spesa programmata causa una recessione

• La spesa autonoma cala di 10 fino a C = 610

++++++++++++−−−−==== �XGIcTCA

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950

20330220)250(8.0610

====

++++++++++++−−−−====

++++++++++++−−−−==== �XGIcTCA

750,4

9508.01

1

1

1

====

−−−−

====

−−−−

==== Ac

Y

Un calo della spesa programmata causa una recessione

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La spesa aggregata programmata

• Osservazioni – A parita’ di altri fattori, un calo della spesa

autonoma fa diminuire la produzione di breve periodo e innesca un gap recessivo

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periodo e innesca un gap recessivo

– Un calo della spesa autonoma può essere causato da una riduzinoe di C, IP, G, e/o NX.

Il moltiplicatore del reddito

• Il moltiplicatore del reddito– L’effetto di una variazione pari a 1 unità della

spesa autonoma sulla produzione di equilibrio di breve periodo

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di breve periodo

– Per sempio, un moltiplicatore pari a 5 significa che una riduzione di 10 unità della spesa autonoma riduce la produzione di equilibrio di breve periodo di 50 unità

Il moltiplicatore del reddito

• Il moltiplicatore– Ricordate

• PAE = 960 + 0.8Y, equilibrio Y = 4,800

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• C cala di 10

• PAE = 950 + 0.8Y, equilibrio Y = 4,750

– La spesa autonoma A cala di 10, Y cala di 50• Moltiplicatore = (variazione di Y)/(variazione di A)

• Moltiplicatore = 50/10 = 5

Il moltiplicatore del reddito– Equilibrio di breve periodo

– moltiplicatore=

Ac

Y

−−−−

====1

1

1

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– moltiplicatore=

– La grandezza del moltiplicatore è influenzata dalla propensione marginale al consumo (c)

• c = 0.8, moltiplicatore = 1/0.2 = 5.0

• c = 0.6, moltiplicatore = 1/0.4 = 2.5

−−−− c1

1

Il moltiplicatore e le importazioni

• Esportazioni nette– NX = Esportazioni (EX) – Importazioni (IM)

– Le importazioni possono variare con Y

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– Funzione delle importazioni: IM = mY

• m = propensione marginale all’importazione

• La percentuale di una variazione del reddito che viene spesa in importazioni

– NX = EX - mY

Il moltiplicatore e le importazioni

• Spesa aggregata programmata

[ ][ ] mYcYEXGIcTC

cY�XGIcTCPAE

−++++−=

++++−=

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[ ]

[ ]( )YmcAPAE

EXGIcTCA

AutonomaSpesa

mYcYEXGIcTC

−+=

+++==

−++++−=

:

Il moltiplicatore e le importazioni

• Planned Aggregate Expenditure

[ ][ ] mYcYEXGIcTC

cY�XGIcTCPAE

−++++−=

++++−=

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[ ]

[ ]( )YmcAPAE

EXGIcTCA

AutonomaSpesa

mYcYEXGIcTC

−+=

+++==

−++++−=

:

Il moltiplicatore e le importazioni

• Equilibrio :(((( ))))

(((( ))))

AY

AmcY

YmcAY

PAEY

====

====++++−−−−

−−−−++++====

====

1

1

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• Moltiplicatore :

Amc

Y

++++−−−−

====1

1

++++−−−− mc1

1

Il moltiplicatore e le importazioni

• Moltiplicatore:

• Esempio: – c = 0.8, m = 0.0: Moltiplicatore = 1/0.2 = 5.0

++++−−−− mc1

1

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– c = 0.8, m = 0.0: Moltiplicatore = 1/0.2 = 5.0

– c = 0.8, m = 0.2: Moltiplicatore= 1/0.4 = 2.5

• Considerare le importazioni come spesa indotta riduce il moltiplicatore per ogni valore della propensione marginale al consumo

Il moltiplicatore e le importazioni

• Moltiplicatore :

• Esempio – c = 0.8, m = 0.2: moltiplicatore = 1/0.4 = 2.5

++++−−−− mc1

1

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– c = 0.8, m = 0.2: moltiplicatore = 1/0.4 = 2.5

– c = 0.8, m = 0.3: moltiplicatore = 1/0.5 = 2.0

• Maggiore la propensione marginale all’importazione (m) minore il moltiplicatore

Capitolo 25Capitolo 25

Moneta, tassi di interesse,

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Moneta, tassi di interesse,

banche e banca centrale

La moneta e le sue funzioni

• La moneta ha tre principali funzioni:

– Mezzo di scambio

– Unità di conto

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– Riserva di valore

La moneta e le sue funzioni

• Mezzo di scambio

– Un attività utilizzata per acquistare beni e

servizi

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La moneta e le sue funzioni

• Unità di conto

– L’unità di misura del valore economico di beni

e servizi

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– Esempio: 20 bushel di grano hanno piu’ o

meno valore economico di una tonnellata di

carbone?

La moneta e le sue funzioni

• Riserva di valore

– Un attività che funge da mezzo per detenere

ricchezza

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– Esempio: se disponete regolarmente di

denaro sul conto corrente, detenete parte

della vostra ricchezza sotto forma di moneta

La misurazione della moneta

• Per prima cosa, gli economisti devono

decidere cosa è e cosa non è moneta

• Nell’Eurosistema, la BCE utilizza tre

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• Nell’Eurosistema, la BCE utilizza tre

definizioni:

– M1

– M2

– M3

La misurazione della moneta

• M1

– Una definizione relativamente “stretta” della

quantità di moneta

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– Somma della moneta in circolazione e delle

disponibilità esistenti sui conti correnti

La misurazione della moneta

• M2

– Somma di M1 più alcune attività aggiuntive

che possono essere utilizzate per effettuare

pagamenti, ma a un costo maggiore rispetto

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pagamenti, ma a un costo maggiore rispetto

alla moneta cartacea o agli assegni.

La misurazione della moneta

• M3

– Somma di M2 più altre attività aggiuntive che

hanno la caratteristica di essere meno liquide

rispetto a M2

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rispetto a M2

La misurazione della moneta

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La domanda di moneta

• La scelta delle forme in cui detenere la propria

ricchezza prende il nome di decisione di

allocazione del portafoglio

• Gli individui generalmente preferiscono detenere

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• Gli individui generalmente preferiscono detenere

attività che si prevede frutteranno un rendimento

elevato e non comporteranno un rischio

eccessivo

• Non ci interessa analizzare l’intera allocazione

del portafoglio ma solo una sua parte - quale

ammontare di moneta è opportuno detenere?

La domanda di moneta

• La domanda di moneta è l’ammontare di

ricchezza che un individuo sceglie di

detenere sotto forma di moneta

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• Il tasso di interesse nominale ‘i’:

– il costo opportunità di detenere ricchezza in

forma di moneta è il rendimento reale della

moneta rispetto al rendimento reale di attività

alternative, come le obbligazioni emesse dallo

Stato

La domanda di moneta• Il rendimento reale di una qualsiasi attività è pari

al tasso di interesse nominale meno l’inflazione:

• Ipotizzando che la moneta frutti un tasso di π−= ir

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• Ipotizzando che la moneta frutti un tasso di

interesse nominale pari a zero, il rendimento reale

della moneta è:

• Pertanto, il costo opportunità di detenere moneta

e’ uguale al rendimento reale delle attività

alternative meno il rendimento reale della moneta:

)0( π−

ii =−−− )0()( ππ

La curva di domanda di

moneta• La curva di domanda di moneta:

– Esprime la relazione tra la quantità aggregata

di moneta domandata M e il tasso di interesse

nominale i

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nominale i

– Poiché un aumento del tasso di interesse

nominale fa salire il costo opportunità di

detenere moneta, provocando una riduzione

della quantità di moneta domandata, la curva

di domanda di moneta ha pendenza negativa.

La curva di domanda di

moneta

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La curva di domanda di

moneta• Variazioni di elementi diversi dal prezzo

della moneta possono provocare lo

spostamento della curva di domanda di

moneta

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moneta

• Esempio: carte di debito.

La curva di domanda di

moneta

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L’offerta di moneta

• Le banche commerciali e l’offerta di

moneta

• Le riserve bancarie sono contanti o attività

analoghe detenute da banche commerciali

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analoghe detenute da banche commerciali

allo scopo di provvedere ai prelievi e ai

pagamenti dei depositanti

• Riserve bancarie al 100%: una situazione

nella quale le riserve bancarie equivalgono

al 100% dei depositi presenti

L’offerta di moneta

• Immaginiamo un paese fittizio, Eurolandia, sprovvisto di un sistema bancario di tipo commerciale

• Ai cittadini di Eurolandia non piace tenere

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• Ai cittadini di Eurolandia non piace tenere il denaro in forma cartacea, e alcuni imprenditori creano un sistema di banche commerciali

• Supponiamo per il momento che le persone preferiscano i depositi bancari ai contanti

L’Offerta di moneta

• Lo stato patrimoniale dell’insieme delle

banche commerciali di Eurolandia sarà:

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• Le riserve bancarie equivalgono al 100%

dei depositi presenti

L’offerta di moneta

• Dopo un po’, i banchieri commerciali capiscono che non è necessario mantenere riserve pari al 100% dei depositi

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depositi

• Decidono che è sufficiente mantenere riserve pari al 10% dei depositi

• Le banche mantengono €100,000 (10% dei loro depositi) e prestano il restante 90% (€900,000) in cambio di interessi, a imprese agricole che vogliono svilupparsi

L’offerta di moneta

• Dopo il primo ciclo di prestiti lo stato patrimoniale dell’insieme delle banche di Eurolandia sarà :

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• Un sistema bancario nel quale le banche detengono meno riserve che depositi, tale per cui il rapporto riserve-depositi è inferiore al 100%, è detto sistema bancario a riserve frazionali

L’offerta di moneta

• €900,000 sono usciti dal sistema bancario e si trovano ora nelle disponibilità del pubblico

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• Tuttavia, abbiamo supposto che i privati preferiscano effettuare transazioni con i depositi bancari rispetto ai contanti, percio’ i €900,000 saranno nuovamente immessi nel sistema bancario

L’offerta di moneta

• Lo stato patrimoniale dell’insieme delle

banche commerciali dopo il rideposito

degli euro è:

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• L’esistenza del sistema bancario

commerciale ha permesso la creazione di

nuova moneta

L’offerta di moneta

• Ora, i banchieri si sorprendono di rilevare di ancora l’esistenza di riserve in eccesso.

• Per mantenere un rapporto riserve-depositi del 10%, hanno bisogno di riserve

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depositi del 10%, hanno bisogno di riserve per appena €190,000

• I banchieri possono quindi prestare ulteriori €810,000

• Questo denaro verrà ridepositato nel sistema bancario, dato che ai cittadini non piace tenere contanti

L’offerta di moneta

• Lo stato patrimoniale dell’insieme delle

banche commerciali dopo due cicli di

prestiti e depositi sarà:

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• Il processo di espansione di prestiti e

depositi termierà solo quando le riserve

saranno pari al 10% dei depositi bancari

L’offerta di moneta

• Quindi, lo stato patrimoniale dell’insieme delle banche commerciali alla fine del processo sarà:

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• L’offerta di moneta, che equivale al totale dei depositi, ammonta a €10,000,000 alla fine del processo

L’offerta di moneta

• La base monetaria e il moltiplicatore della moneta

• In realtà, le imprese e le famiglie detengono solo

una parte delle proprie disponibilità di moneta

sotto forma di depositi e detengono il resto sotto

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sotto forma di depositi e detengono il resto sotto

forma di contanti

• Poniamo M= offerta di moneta e CUR=moneta in

circolazione presso i soggetti non bancari e

D=depositi bancari

• L’offerta di moneta può essere definita come:

• (1) DCURM +=

L’offerta di moneta

• Base monetaria o moneta ad alto potenziale

– La somma delle riserve bancarie e del circolante

detenuto dalle famiglie e dalle imprese

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RESCURH +=

L’offerta di moneta

• Ipotizziamo che i soggetti non bancari

detengano un frazione costante (cr) dei

loro depositi in moneta contante

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loro depositi in moneta contante» (2) CUR=crD

• Sappiamo che le riserve bancarie sono

una frazione costante (rr) dei depositi:» H=crD+rrD

» =(cr+rr)D

L’offerta di moneta

• Riordinando in termini in modo da ricavare di depositi:

• (3)

• Sostituendo le equazioni (2) e (3) in (1) otteniamo:

Hrrcr

D+

=1

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• Sostituendo le equazioni (2) e (3) in (1) otteniamo:

• Il termine è noto come il moltiplicatore della moneta, poiché misura come l’offerta di moneta reagisca alla variazione di un euro della base monetaria

Hrrcr

crM

or

Hrrcr

Hrrcr

crM

+

+=

++

+=

1

1

)/()1( rrcrcr ++

L’offerta di moneta

• Le banche centrali e il controllo dell’offerta di

moneta

• Le banche centrali possono variare l’offerta delle

riserve a disposizione delle banche commerciali

effettuando operazioni di mercato aperto

(OMOs) in titoli di Stato ed altre attività

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(OMOs) in titoli di Stato ed altre attività

finanziarie

• Le operazioni di acquisto nel mercato aperto

sono l’acquisto dal pubblico di titoli di Stato

effettuato dalla banca centrale allo scopo di

aumentare le riserve bancarie e l’offerta di

moneta

L’offerta di moneta

• Le operazioni di vendita nel mercato

aperto sono la vendita al pubblico di titoli

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aperto sono la vendita al pubblico di titoli

di Stato effettuata dalla banca centrale allo

scopo di ridurre le riserve bancarie e

l’offerta di moneta

La curva di offerta di moneta

• L’offerta di moneta iniziale fissata dalla

Banca Centrale è MS1

• Un aquisto di mercato aperto aumenta

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• Un aquisto di mercato aperto aumenta

l’offerta di moneta fino a MS2

• Una vendita nel mercato aperto riduce

l’offerta di moneta fino a MS3

La curve di offerta di moneta

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L’equilibrio nel mercato della

moneta

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Come la banca centrale controlla

il tasso di interesse nominale

• La Banca Centrale può ridurre il tasso di

interesse nominale tramite un aumento

dell’offerta di moneta

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dell’offerta di moneta

• Data la curva di domanda di moneta, un

aumento dell’offerta di moneta da MS a

MS’ sposta il punto di equilibrio nel

mercato della moneta da E a F, riducendo

il tasso di interesse nominale da i a i’

Come la banca centrale controlla

il tasso di interesse nominale

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La banca centrale europea (BCE)

• L’Eurosistema sono i membri della UE che

hanno adottato l’euro come moneta e per

cui la banca centrale è la BCE

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• Il Sistema Europeo di Banche Centrali

(SEBC) è composto dalla BCE e da tutte

le banche centrali dei paesi membri,

comprese quelle degli Stati che non hanno

adottato l’euro come moneta

La banca centrale europea

• Come la BCE controlla i tassi di interesse

– La BCE non controlla direttamente i tassi di interesse

– Controlla il tasso di rifinanziamento principale,

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– Controlla il tasso di rifinanziamento principale, ovvero il tasso al quale la BCE è disposta a prestare riserve alle banche commerciali dell’Eurosistema

– Il mercato inter-bancario è un mercato all’ingrosso nel quale le banche commerciali possono contrarre prestiti e debiti l’una con l’altra

La banca centrale europea

• La BCE influenza il tasso di interesse

overnight sul mercato interbancario

offrendo alle banche commerciali delle

alternative al mercato interbancario

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alternative al mercato interbancario

– Operazioni di rifinanziamento marginale:

possibilita’ per le banche commerciali di

prendere a prestito dalla BCE

– Operazioni di deposito possibilità per la

banche commerciali di depositare le riserve in

eccesso presso la BCE

La banca centrale europea

• EONIA (European over-night index

average)

– Una media ponderata di tutti i tassi di

interesse overnight dei mercati interbancari

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interesse overnight dei mercati interbancari

dell’Eurosistema

Il tasso di rifinanziamento

principale della BCE, 1999-2008

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Capitolo 26Capitolo 26

Il modello IS-LM

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Il modello IS-LM

Introduzione

• In precedenza abbiamo definito l’equilibrio economico di breve periodo come quella posizione in cui il livello di produzione Y è uguale alla spesa aggregata programmata

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uguale alla spesa aggregata programmata

• In questo modello esteso, l’economia consiste in due mercati: il mercato dei beni e il mercato della moneta

Introduzione

• In questo modello dobbiamo determinare i valori di equilibrio del reddito e del tasso di interesse simultaneamente

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• Il modello IS-LM usa le condizioni di equilibrio in ciascun distinto mercato per determinare contemporaneamente i valori di equilibrio del prodotto e del tasso di interesse

La curva IS

• Rappresenta le combinazioni del tasso di interesse e del livello di prodotto per cui il mercato di beni e servizi risulta in equilibrio

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equilibrio

La curva IS

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La curva IS

• La curva IS si sposterà a seconda delle variazioni della spesa autonoma

• Un aumento della spesa autonoma

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• Un aumento della spesa autonoma sposterà la curva IS verso destra

La curva IS

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La curva IS

• Abbiamo visto che il mercato dei beni e dei servizi può essere descritto dalle equazioni:

• (1)

arTYcCC −−+= )(

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• (2)

• (3)

• (4) PAEY

XGICPAE

brII

arTYcCC

p

p

=

+++=

−=

−−+= )(

La curva IS• Sostituendo C e nell’equazione 3 otteniamo:

pI

cYibaXGITcCPAE +−−+++−= )(][

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• oppure

cYfiAPAE +−=

La curva IS

= spesa autonoma e f=(a+b)Che misura la reattività della spesa in consumi e investimenti a variazioni del tasso di interesse

Sostituendo per PAE nella condizione di equilibrio (4) e

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A

Sostituendo per PAE nella condizione di equilibrio (4) e raccogliendo i termini in Y otteniamo

(5) ]}[1

1{ fiA

cY −

−=

La curva IS

• L’ equazione (5) definisce le combinazioni (i,Y) che realizzano l’equilibrio nel mercato dei beni e dei servizi (Y=PAE): è l’equazione della curva IS

• Per ottenere la pendenza della curva IS

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• Per ottenere la pendenza della curva IS possiamo riscrivere l’equazione (5) come:

• (6)

Yf

cA

fi

−−

=

11

La curva IS

• Lasciando che rappresenti la frase “una variazione di”, allora, per un livello dato della spesa autonoma

A

Yc

i ∆

=∆1

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• E la pendenza della curva IS è

Yf

ci ∆

−=∆

1

−−=

∆∆

f

c

Y

i

is

1

La curva IS

• Esempio– In una economia, (c=0.8) (f=1,000) e (A=1,010).

– Per derivare la curva IS se (i=0.05) e (i=0.01)

– Usiamo l’equazione (2)

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000,5)]01.0(000,1010,1[2.0

1

01.0

800,4)]05.0(000,1010,1[2.0

1

05.0

=−

=

=

=−

=

=

Y

i

Y

i

La curva IS

• Riepilogo– La curva IS rappresenta le combinazioni di tasso di

interesse e livello di output per le quali il mercato dei beni e dei servizi è in equilibrio

– Variazioni della spesa autonoma provocheranno

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– Variazioni della spesa autonoma provocheranno spostamenti della curva IS

Tuttavia:Un aumento del reddito provocherà un aumento della

domanda di monetaE per un livello costante dell’offerta di moneta, ciò

causerà un aumento del tasso di interesse di equilibrio che a sua volta farà diminuire il livello di reddito di equilibrio

È necessario incorporare la curva LM

La curva LM

• Rappresenta le combinazioni di tasso di interesse e di livello di produzione per cui il mercato della moneta risulta in equilibrio

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La curva LM

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La curva LM

• La curva LM cambia posizione quando la Banca Centrale decide di variare l’offerta di moneta

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La curva LM

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La curva LM

• Ad un dato livello di reddito, un aumento dell’offerta di moneta sposta la curva LM verso destra

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La curva LM

• In precedenza abbiamo visto che la domanda di moneta dipende da varie variabili come il tasso di interesse nominale (i) e il livello di produzione reale

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nominale (i) e il livello di produzione reale (Y) e che l’offerta di moneta è determinata dalla Banca Centrale in maniera esogena

La curva LM• Ipotizziamo che il mercato della moneta possa

essere descritto dalle equazioni:

• (1)

• (2)D hikYM −=

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• (2)

• (3) SD

S

MM

MM

=

=

La curva LM

• L’ equazione (1) descrive la domanda di moneta in funzione del livello di reddito Y e del tasso di interesse i. (k) descrive la domanda di moneta a scopo transazioni

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domanda di moneta a scopo transazioni• L’equazione (2) ipotizza che l’offerta di

moneta sia determinata dalla Banca Centrale in maniera esogena

• Equation (3) è la condizione di equilibrio nel mercato della moneta

La curva LM• Sostituendo le prime due equazioni nella

condizione di equilibrio otteniamo:

MhikY =−

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• Riordinando, abbiamo:

• (4)][

1MkY

hi −=

La curva LM• L’equazione (4) definisce le combinazioni (i,Y) che

realizzano l’equilibrio nel mercato della moneta: è l’equazione della curva LM

• Lasciando che rappresenti la frase “una ∆

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• Lasciando che rappresenti la frase “una variazione di”, allora per un livello dato dell’offerta di moneta

M

Yh

ki ∆=∆

La curva LM• La pendenza della curva LM è

h

k

Y

i=

∆∆

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hY LM ∆

La curva LM• Esempio

– In una economia, (k=0.2), (h=1,000) e (M=910).

– Per derivare la curva LM quando Y=4,800 e Y=5,000.

– Usiamo l’equazione (4):

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09.0]910000,1[000,1

1

000,5

05.0]910960[000,1

1

800,4

=−=

=

=−=

=

i

Y

i

Y

La curva LM

• Riepilogo– La curva LM rappresenta le combinazioni di

tasso di interesse e livello di output per le quali il mercato della moneta è in equilibrio

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quali il mercato della moneta è in equilibrio

– Un aumento dell’offerta di moneta sposta la curva LM verso destra

– Dobbiamo unire le curve IS e LM per ottenere l’equilibrio generale dell’economia

L’equilibrio nel modello IS-LM

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L’equilibrio nel modello IS-LM

• L’intersezione delle curve IS e LM nel punto E rappresenta la combinazione (I,Y) che realizza simultaneamente la condizione di equilibrio nel mercato dei

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condizione di equilibrio nel mercato dei beni (Y=PAE) e nel mercato della moneta (Md=Ms)

L’equilibrio nel modello IS-LM• Derivazione matematica

– Abbiamo derivato le equazioni IS e LM:

11: Y

cAiIS

=

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][1

:

11:

MkYh

iLM

Yf

cA

fiIS

−=

−−

=

L’equilibrio nel modello IS-LM• Ponendo uguali le due espressioni otteniamo:

Mi

Yk

Yc

A

=

−11

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• Raccogliendo i termini in Y otteniamo:

Mh

Yh

Yf

Af

=

Mh

Af

Yf

c

h

k

+

=

−+

111

L’equilibrio nel modello IS-LM• Quindi il livello di equilibrio di Y è dato da:

( )hf

Mh

Afchfk

hfY

+−+

=

1

11

}1{

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• Ricavato il valore di equilibrio di Y dall’equazione (3), il valore di equilibrio di i può essere ottenuto dall’equazione (2)

( )

[ ]MfAhchfk

Y

MfAhhfchfk

hfY

+−+

=

+

−+

}1{

1

1

}1{

L’equilibrio nel modello IS-LM• Ipotizziamo che in un’economia, (A=1,010),

(M=910), (c=0.8), ) (f=1,000), (h=1,000) e (k=0.2).

• Possiamo usare il modello IS-LM per trovare i valori di equilibrio di Y e i.

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valori di equilibrio di Y e i.

• Usando l’equazione (3) otteniamo:

[ ] 800,4910)000,1(010,1)000,1(400

1=+=Y

L’equilibrio nel modello IS-LM• Sostituendo il valore di equilibrio di Y

nell’equazione LM otteniamo il tasso di interesse di equilibrio

1

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[ ] 05.0910)800,4(2.0000,1

1=−=i

L’equilibrio nel modello IS-LM• Un aumento della spesa autonoma

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L’equilibrio nel modello IS-LM

• Un aumento della spesa autonoma sposta la curva IS da IS1 a IS2.

• Il nuovo punto di equilibrio è E2, il reddito

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• Il nuovo punto di equilibrio è E2, il reddito aumenta fino a Y2.

• Tuttavia, un aumento del reddito porta a piu’ alti livelli di domanda di moneta e a un maggiore tasso di interesse in equilibrio

L’equilibrio nel modello IS-LM• Un aumento dell’offerta di moneta

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L’equilibrio nel modello IS-LM

• Un aumento dell’offerta di moneta sposta la curva LM da LM1 a LM2

• Perché il pubblico sia disposto a detenere

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• Perché il pubblico sia disposto a detenere una quantità maggiore di moneta, il tasso di interesse deve diminuire

• Ciò a sua volta fa aumentare il consumo e gli investimenti

• Il nuovo punto di equilibrio è E2

Capitolo 27Capitolo 27

Stabilizzare l’economia (1):

La politica fiscale

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La politica fiscale

Introduzione

• Politiche di stabilizzazione– Politiche economiche utilizzate per

influenzare la spesa aggregata programmata, con l’obiettivo di eliminare i gap di produzione

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con l’obiettivo di eliminare i gap di produzione

• Politica fiscale– Variazioni nel deficit del bilancio pubblico

(G – T)

• Politica monetaria– Variazioni nell’offerta di moneta

Stabilizzare l’economia:il ruolo della politica fiscale

• Nel modello keynesiano– Le cause delle fluttuazioni economiche di

breve periodo vanno ricondotte alle variazioni della spesa aggregata

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della spesa aggregata

Stabilizzare l’economia:il ruolo della politica fiscale

• Strumenti della politica fiscale– Spesa pubblica

• Effetto diretto sulla PAE

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– Imposte• Effetto indiretto sulla PAE

– Trasferimenti • Effetto indiretto sulla PAE

Stabilizzare l’economia:il ruolo della politica fiscale

• Politica fiscale discrezionale– Decisione del governo di modificare

• La spesa pubblica (G)

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– Effetto diretto sulla PAE

• Imposte nette (T)– Effetto indiretto sulla PAE

– Entrambe le componenti determinano il bilancio pubblico (G – T)

Un incremento della spesa pubblica elimina un gap recessivo

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Un taglio delle imposte nette (T) elimina un gap recessivo

• Invece di aumentare G, il governo può stabilizzare Y tagliando le imposte nette (T)

– Imposte nette T = gettito fiscale –trasferimenti

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trasferimenti

– Il governo può ridurre le imposte nette:• Riducendo il gettito fiscale, oppure

• Aumentando i trasferimenti

– Per quale ammontare è necessario ridurre le imposte nette per eliminare un gap recessivo?

Stabilizzatori automatici

• Variazioni automatiche del disavanzo di bilancio pubblico che attenuano le fluttuazioni dell’attività economica

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Stabilizzatori automatici

• Disavanzo pubblico = G – T

– T = imposte nette (gettito fiscale meno trasferimenti)

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– Le imposte nette variano quando l’economia si sposta da una fase recessiva a una fase espansiva

Stabilizzatori automatici

• Fasi recessive:– Redditi, consumo e profitti diminuiscono

– Aumenta il numero di persone che fanno

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richiesta del sussidio di disoccupazione• Diminuzione del gettito fiscale derivante da

imposte sul reddito, sulla spesa e sugli utili

• Aumento dei trasferimenti

– Le imposte nette diminuiscono automaticamente durante una recessione

Stabilizzatori automatici

• Fasi espansive:– Redditi, consumo e profitti aumetano

– Diminuisce il numero di persone che fanno

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richiesta del sussidio di disoccupazione• Aumento del gettito fiscale derivante da imposte

sul reddito, sulla spesa e sugli utili

• Diminuzione dei trasferimenti

– Le imposte nette aumentano automaticamente durante una fase espansiva

Stabilizzatori automatici

• Le imposte nette aumentano durante le fasi espansive e diminuiscono durante le fasi recessive

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durante le fasi recessive

• Il disavanzo pubblico (G – T) – Aumenta automaticamente durante le

fasi recessive e diminuisce durante le fasi espansive

Stabilizzatori automatici• Gli stabilizzatori automatici e il

moltiplicatore– Quando le imposte nette non variano con (Y)

– Moltiplicatore = 1/(1 – c)

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• Ipotizziamo che le imposte nette varino con Y– T = tY

• t = “aliquota di imposta media”

• Se t = 0.25, un aumento (diminuzione) di €1 di Y causa una diminuzione (aumento) di €0.25 del disavanzo

Il problema dei disavanzi pubblici

• Un maggiore disavanzo pubblico riduce il risparmio nazionale, che a sua volta riduce gli investimenti in nuovi beni capitali

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• Il deficit deve essere rifinanziato prendendo a prestito e, se il deficit persiste, il debito pubblico cresce sempre di più

Il problema dei disavanzi pubblici

• La sostenibilità del debito pubblico– Il continuo ricorso al prestito per finanziare

l’ampio deficit pubblico porta a un crescente stock di debito accumulato

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di debito accumulato

– Dato che nell’Eurosistema tutto il debito pubblico e’ denominato in euro, non tutti gli investitori istituzionali sono in grado di distinguere tra debito emesso da governi differenti

– Una perdita di fiducia nei titoli emessi da un governo può riversarsi nel debito emesso da altri

La procedura per i disavanzi eccessivi• Per far fronte ai rischi di un ampio

disavanzo pubblico e per diventare uno stato membro dell’Eurosistema, ogni paese europeo doveva soddisfare una Procedura per i Disavanzi Eccessivi

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per i Disavanzi Eccessivi – Il disavanzo pubblico non poteva superare

il 3% del PIL– Il rapporto tra debito e PIL non poteva – superare il 60%

• Avviata l’unione monetaria la Procedura per i Disavanzi Eccessivi divenne parte del Patto di Stabilità e di Crescita

Il patto di stabilità e di crescita (SGP)

• Fissa un limite per il disavanzo pubblico del 3% rispetto al PIL– Se il deficit eccede il 3% viene richiesto ai

governi di prendere misure correttive e, se

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governi di prendere misure correttive e, se queste raccomandazioni non sono rispettate, i paesi possono essere multati

– Lo SGP ammette il superamento del valore di riferimento se• È causato da una recessione grave• È dovuto a circostanze eccezionali

Il disavanzo di bilancio corretto per il ciclo

• Il disavanzo di bilancio corretto per il ciclo non tiene conto delle variazioni automatiche, valutando così il disavanzo a un livello costante di output

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costante di output– Valutare il disavanzo a un livello costante di output

significa che vengono misurate solo le variazioni del deficit legate alle politiche discrezionali

Il disavanzo di bilancio corretto per il ciclo

• Il valore del 3% del Patto di Stabilità dovrebbe essere basato sul disavanzo corretto per il ciclo piuttosto che sul

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corretto per il ciclo piuttosto che sul disavanzo effettivo?

Il disavanzo di bilancio corretto per il ciclo

• Esempio: Germania 2003– Deficit effettivo= 3.9% del PIL

– Output Gap: (Y* - Y)/Y* era aumentato da

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– Output Gap: (Y* - Y)/Y* era aumentato da 1.3 nel 2002 al 2.8% nel 2003

• Misure correttive per ridurre il disavanzo al 3% avrebbero significato tagli di G e/o aumenti di T mentre l’economia era in fase recessiva

Il disavanzo di bilancio corretto per il ciclo

• Esempio: Germania 2003

• Il disavanzo effettivo può essere scomposto in:– Disavanzo corretto per il ciclo = 2.3%

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– Disavanzo corretto per il ciclo = 2.3%

– Componente automatica= 1.6%

• Se il valore di riferimento del 3% fosse stato basato sul disavanzo corretto per il ciclo, non si sarebbero rese necessarie delle misure correttive (contrazione fiscale) durante una recessione

Il disavanzo di bilancio corretto per il ciclo: Francia e Germania, 1999 2003

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La politica fiscale come strumento di stabilizzazione: due precisazioni

• La politica fiscale e il lato dell’offerta– La politica fiscale può influenzare sia la

produzione potenziale sia la spesa aggregata

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produzione potenziale sia la spesa aggregata• La spesa pubblica e la produzione potenziale

– Capitale pubblico

– R & S

– Capitale umano

La politica fiscale come strumento di stabilizzazione: due precisazioni

• La politica fiscale e il lato dell’offerta– La politica fiscale può influenzare sia la

produzione potenziale sia la spesa aggregata

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produzione potenziale sia la spesa aggregata• Le imposte e la produzione potenziale

– Esenzioni fiscali per i nuovi investimenti

– Esenzioni fiscali per il reddito da interessi possono stimolare il risparmio

La politica fiscale come strumento di stabilizzazione: due precisazioni

• La rigidità relativa della politica fiscale– Una mancanza di flessibilità può ridurre

l’efficacia della politica fiscale

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– Due limiti alla flessibilità della politica fiscale• Processo legislativo

• Obiettivi politici in conflitto

La politica fiscale come strumento di stabilizzazione: due precisazioni

• La rigidità relativa della politica fiscale– Una mancanza di flessibilità può ridurre

l’efficacia della politica fiscale

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• Gli stabilizzatori automatici aiutano a contrastare la rigidità della politica fiscale

• La politica fiscale potrebbe essere più efficace nell’affrontare periodi di recessione prolungati

Capitolo 28 Capitolo 28

Stabilizzare l’economia (2):

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La politica monetaria

Come la banca centrale può

combattere una recessione

• Nota:

– Nel modello IS-LM stiamo assumendo che

l’inflazione sia costante e pari a 0

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– Quindi il tasso di interesse nominale è uguale

al tasso di interesse reale

Un aumento dell’offerta di moneta

elimina un gap recessivo

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Come la banca centrale può

combattere una recessione

• Un aumento dell’offerta di moneta elimina

un gap recessivo

• Come mostrato in precedenza, un aumento

dell’offerta di moneta determina un tasso di

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dell’offerta di moneta determina un tasso di

interesse minore

• Il tasso di interesse rappresenta il costo

opporunità della moneta detenuta

• Quindi deve abbassarsi per permettere al

pubblico di detenere una quantità maggiore di

moneta

Come la banca centrale può

combattere una recessione

• Un aumento dell’offerta di moneta elimina

un gap recessivo

• Una riduzione del tasso di interesse riduce il

costo dei prestiti e rende il risparmio meno

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costo dei prestiti e rende il risparmio meno

attraente

• Stimola il consumo e l’investimento

• Determinando un aumento della produzione

aggregata che segna il termine del gap

recessivo

Quanto è efficace la politica

monetaria?• L’efficacia della politica monetaria dipende

da due fattori:

– L’elasticità della domanda di moneta rispetto

al tasso di interesse

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al tasso di interesse

– La reattività della spesa aggregata

programmata alle variazioni del tasso di

interesse

Quanto è efficace la politica

monetaria?

• Nesso causale 1: un aumento di M

provoca una diminuzione di i

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• Nesso causale 2: una diminuzione di i

stimola la PAE (consumo e investimento)

• Nesso causale 3: l’aumento della PAE

produce un aumento di Y tramite il

moltiplicatore

Quanto è efficace la politica

monetaria?• Nesso causale 1:

– Maggiore è la reattività della domanda di

moneta alle varizioni del tasso di interesse,

minore sarà la riduzione del tasso di interesse

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minore sarà la riduzione del tasso di interesse

di equilibrio

L’elasticità della domanda di moneta

rispetto al tasso di interesse

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Quanto è efficace la politica

monetaria?• Nesso causale 2:

– La politica monetaria sarà più efficace quando

il consumo e gli investimenti sono più sensibili

alle variazioni del tasso di interesse e la curva

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alle variazioni del tasso di interesse e la curva

IS è relativamente piatta

L’efficacia della politica monetaria

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Capitolo 29Capitolo 29

Modello AD-AS

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Introduzione

• Nel modello keynesiano di base la • Nel modello keynesiano di base la

produzione soddisfa la domanda a prezzi

dati nel breve periodo

• Ma i prezzi non rimangono fissi

indefinitamente

• Il modello keynesiano non è in grado di

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• Il modello keynesiano non è in grado di

spiegare il comportamento dell’inflazione

Introduzione

• Il comportamento dell’inflazione può • Il comportamento dell’inflazione può

essere spiegato tramite un grafico della

domanda aggregata e dell’offerta

aggregata

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La curva di domanda

aggregata• La curva di domanda aggregata (AD)• La curva di domanda aggregata (AD)

– Mostra la relazione tra la produzione di

equilibrio di breve periodo Y e il tasso di

inflazione, π

– Deriva il proprio nome dal fatto che la

produzione di equilibrio di breve periodo è

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produzione di equilibrio di breve periodo è

determinata dal livello di spesa totale

programmata nell’economia ed è pari a

questa

La curva di domanda

aggregata

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La curva di domanda

aggregata• La curva di domanda aggregata (AD)• La curva di domanda aggregata (AD)

– Un incremento dell’inflazione contrae la spesa

programmata e la produzione di breve

periodo

– Perché la curva di domanda aggregata ha

pendenza negativa?

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pendenza negativa?

La curva di domanda

aggregata• L’inflazione, la banca centrale e la curva • L’inflazione, la banca centrale e la curva

AD

– Ipotizziamo che l’inflazione aumenti

• La banca centrale può ridurre la spesa autonoma e

la domanda aggregata tramite un incremento del

tasso di interesse

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• π aumenta, r aumenta, la spesa autonoma

diminuisce , Y diminuisce (movimento lungo la

curva AD)

La curva di domanda

aggregata• Gli altri fattori responsabili della pendenza • Gli altri fattori responsabili della pendenza

negativa della curva AD

– Valore reale della moneta

– Effetti distributivi

– Incertezza

– Prezzi dei beni e dei servizi interni venduti

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– Prezzi dei beni e dei servizi interni venduti

all’estero

La curva di domanda

aggregata• La funzione di reazione della banca centrale descrive i

comportamenti della banca centrale in reazione alle

variazioni delle condizioni economiche

• (1)

• Usando la definizione del tasso di interesse reale

• Possiamo riscrivere l’equazione (1) come:

)( *ππβα −+=r

π+= ir

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• Possiamo riscrivere l’equazione (1) come:

• (2)

• Questa equazione dice che, quando la banca centrale

varia il tasso di interesse nominale, il tasso di interesse

reale si modificherà nella stessa direzione

*)1( βππβα −++=i

La funzione di reazione

della banca centrale

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Derivazione della curva AD

• L’inflazione aumenta da a1π 2π

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Derivazione della curva AD

• La banca centrale risponde aumentando il

tasso di interesse da i1 a i2tasso di interesse da i1 a i2

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Derivazione della curva AD

• Poiché l’aumento del tasso di interesse equivale • Poiché l’aumento del tasso di interesse equivale

a una riduzione dell’offerta di moneta, la curva

LM si sposta verso sinistra

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Derivazione della curva AD

• La produzione di equilibrio diminuisce da Y1 a Y2

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La curva AD

• Gli spostamenti della curva di domanda • Gli spostamenti della curva di domanda

aggregata

– Ogni fattore che modifica Y ad un livello dato

di π sposta la curva AD.

– Gli spostamenti della curva AD possono

essere causati da:

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essere causati da:

• Variazioni esogene del livello di spesa

• Variazioni della funzione di reazione della politica

monetaria da parte della banca centrale

La curva AD

• Spostamenti della curva di domanda aggregata

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La curva AD

• Aumenti della spesa autonoma • Aumenti della spesa autonoma

sposteranno la curva di domanda

aggregata a destra

• Al contrario, riduzioni della spesa

autonoma sposteranno la curva di

domanda aggregata a sinistra

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domanda aggregata a sinistra

La curva AD

• Uno spostamento della funzione di reazione • Uno spostamento della funzione di reazione

della politica monetaria della banca centrale

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La curva AD

• Uno spostamento verso l’alto della • Uno spostamento verso l’alto della

funzione di reazione porta a un incremento

del tasso di interesse per ogni determinato

livello di inflazione

• Poiché il tasso di interesse aumenta, la

domanda aggregata si contrae, al tasso di

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domanda aggregata si contrae, al tasso di

inflazione corrente, e la curva AD si sposta

verso sinistra

La curva di offerta aggregata

• La curva di offerta aggregata di breve periodo • La curva di offerta aggregata di breve periodo

(SRAS)

– Mostra la relazione tra il livello di produzione di

equilibrio di breve periodo Y, che è l’offerta

desiderata dall’impresa, e il tasso di inflazione

– La curva SRAS ha pendenza positiva, suggerendo

che l’inflazione e l’offerta aggregata varino nella

π

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che l’inflazione e l’offerta aggregata varino nella

stessa direzione

La curva di offerta aggregata di

breve periodo

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Inflazione inattesa e offerta

aggregata

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Inflazione inattesa e offerta

aggregata• Con salari e prezzi degli altri input stabiliti da

contratti stipulati in base alla previsione di un contratti stipulati in base alla previsione di un tasso di inflazione pari al 3%, l’offerta aggregata si troverà nel punto A. Un incremento inatteso dell’inflazione al 4% riduce i costi reali del lavoro e degli altri input, e la produzione aumenta fino a Y1

• Al contrario, una riduzione imprevista

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• Al contrario, una riduzione imprevista dell’inflazione al 2% fa aumentare il costo reale del lavoro e degli altri input, e la produzione si riduce fino a Y2.

• Perciò la curva SRAS ha pendenza positiva

Uno spostamento della curva SRAS

• Nel caso si preveda un incremento del tasso di

inflazione, la curva SRAS si sposta verso destrainflazione, la curva SRAS si sposta verso destra

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Uno spostamento della curva SRAS

• La disponibilità di nuove informazioni, • La disponibilità di nuove informazioni,

come l’annuncio dato dalla banca centrale

di un nuova politica monetaria anti-

inflazionistica, provoca una revisione al

ribasso delle aspettative sull’inflazione,

determinando uno spostamento della

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determinando uno spostamento della

curva SRAS

Uno spostamento della curva SRAS

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L’equilibrio di breve e di lungo

periodo

• Equilibrio di breve periodo• Equilibrio di breve periodo

– Una situazione in cui l’inflazione eguaglia

l’inflazione attesa e l’output eguaglia il livello

di produzione compatibile con tale tasso di

inflazione

– L’equilibrio di breve periodo si verifica nel

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– L’equilibrio di breve periodo si verifica nel

punto di intersezione tra le curve AD e SRAS

L’equilibrio di breve e di lungo

periodo

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L’equilibrio di breve e di lungo

periodo

• L’equilibrio di lungo periodo• L’equilibrio di lungo periodo

– Una situazione in cui il prodotto effettivo

eguaglia quello potenziale e il tasso di

inflazione è correttamente anticipato

– In termini grafici, l’equilibrio di lungo periodo si

ha quando le curve AD, SRAS e LRAS si

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ha quando le curve AD, SRAS e LRAS si

intersecano tutte in un unico punto

L’equilibrio di breve e di lungo

periodo

• Reazione a un gap recessivo• Reazione a un gap recessivo

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L’equilibrio di breve e di lungo

periodo

• Reazione a un gap espansivo

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Le cause dell’inflazione

• Shock della domanda• Shock della domanda

– Eventi che portano a inattese variazioni della

spesa aggregata programmata

• Shock dell’offerta

– Eventi imprevisti che portano le imprese a

modificare i loro livelli programmati di

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modificare i loro livelli programmati di

produzione

Gli shock dal lato della domanda

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Gli shock dal lato della domanda• Un aumento inatteso del disavanzo pubblico

determina uno spostamento della curva AD verso destradestra

• Il nuovo equilibrio di breve periodo è individuato dal punto B, dove, dato il livello di produzione effettivo supriore al livello di produzione potenziale Y*, si viene a formare un gap espansivo

• Tale gap provoca una revisione al rialzo delle aspettative sull’inflazione, mostrata dallo spostamento verso l’alto della retta SRAS

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spostamento verso l’alto della retta SRAS

• Al nuovo equilibrio di lungo periodo, individuato dal punto C, il livello di produzione effettivo torna a essere pari al livello di produzione potenziale, ma il tasso di inflazione è più elevato

Gli shock dal lato dell’offerta

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Gli shock dal lato dell’offerta• Una crescita inattesa del prezzo dell’energia o di

altri beni determina uno spostamento della curva SRAS verso sinistra

• Il nuovo equilibrio di breve periodo è individuato dal punto B, dove, dato il livello di produzione effettivo inferiore al livello di produzione potenziale Y*, si viene a creare un gap recessivo

• Se la banca centrale non interviene, tale gap provoca un revisione al ribasso delle aspettative

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provoca un revisione al ribasso delle aspettative sull’inflazione, che riportera’ la curva SRAS al livello di SRAS1

• Il sistema economico tornerà all’equilibrio di lungo periodo nel punto A, con Y=Y* e

1ππ =

La curva di Phillips

• Naturalista economico• Naturalista economico

– La curva di Phillips di breve periodo

• Disoccupazione e tasso di inflazione variano in

direzioni opposte

• Una disoccupazione più elevata è il “costo” da

pagare per un’inflazione più contenuta

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La curva di Phillips

• Naturalista economico

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La curva di Phillips

• Naturalista economico• Naturalista economico

– La curva di Phillips di lungo periodo

• Nel lungo periodo, il trade-off rappresentato dalla

curva di Phillips scompare e la curva di Phillips

diventa una retta verticale in corrispondenza del

tasso di disoccupazione u*

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La curva di Phillips

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Gli shock relativi al prodotto

potenziale

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Gli shock relativi al prodotto

potenziale• L’economia si trova in condizioni di equilibrio di

lungo periodo in corrispondenza del punto Alungo periodo in corrispondenza del punto A

• Le aspettative sull’inflazione vengono riviste al rialzo e la curva di offerta aggregata di breve periodo si sposta da SRAS1 a SRAS2

• Si raggiunge un nuovo equilibrio di lungo periodo nel punto B, dove l’output effettivo eguaglia il nuovo, più basso, livello di output potenziale, Y*’,

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nuovo, più basso, livello di output potenziale, Y*’, mentre il tasso di inflazione è aumentato a

• Siccome ciò è il risultato di una caduta del livello di produzione potenziale, la riduzione della produzione è permanente

Shock reali e nominali

• Gli shock nominali sono shock della • Gli shock nominali sono shock della

domanda e dell’offerta che possono avere

effetti sul tasso di inflazione di equilibrio,

ma non modificano la produzione di

equilibrio di lungo periodo.

• Gli shock reali sono shock che conducono

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• Gli shock reali sono shock che conducono

a variazioni nella capacità produttiva

dell’economia e del suo livello di

produzione potenziale di lungo periodo

Capitolo 30Capitolo 30

Controllo dell’Inflazione

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L’utilizzo della politica monetaria per

raggiungere bassi livelli di inflazione

• Una politica monetaria antinflazionistica• Una politica monetaria antinflazionistica

– Si supponga che la banca centrale punti a

ottenere un tasso di inflazione obiettivo più

basso del tasso di inflazione effettivo

– Come può la banca centrale raggiungere il

proprio obiettivo?

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proprio obiettivo?

– Quali saranno gli effetti della sua politica sulla

produzione e sulla disoccupazione?

L’utilizzo della politica monetaria per

raggiungere bassi livelli di inflazione

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L’utilizzo della politica monetaria per

raggiungere bassi livelli di inflazione

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L’utilizzo della politica monetaria per

raggiungere bassi livelli di inflazione

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L’utilizzo della politica monetaria per

raggiungere bassi livelli di inflazione

• Nel secondo grafico l’economia si trova nel punto• Nel secondo grafico l’economia si trova nel punto

‘A’ dove la curva IS interseca la curva LM

• Il punto ‘A’ nel terzo grafico è il corrispondente

equilibrio di lungo periodo dove la domanda

aggregata, l’offerta aggregata di breve periodo e

l’offerta aggregata di lungo periodo si intersecano

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l’offerta aggregata di lungo periodo si intersecano

L’utilizzo della politica monetaria per

raggiungere bassi livelli di inflazione

• Il prodotto eguaglia il prodotto potenziale Y* e il • Il prodotto eguaglia il prodotto potenziale Y* e il

tasso di inflazione è .

• Per ottenere un minore tasso di inflazione di

equilibrio, la banca centrale aumenterà il tasso di

interesse, dato il tasso di inflazione corrente

• Ovvero, la funzione di reazione della banca si

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Robert H. Frank, Ben S. Bernanke, Moore McDowell, Rodney Thom, Ivan Pastine

• Ovvero, la funzione di reazione della banca si

spostera’ verso l’alto fino a raggiungere RF2 nel

primo grafico e la banca stabilirà il tasso di

interesse a i2 sulla nuova funzione di reazione

L’utilizzo della politica monetaria per

raggiungere bassi livelli di inflazione

• L’aumento del tasso di interesse nominale • L’aumento del tasso di interesse nominale

provoca uno spostamento della curva LM verso

sinistra fino a LM2 nel secondo grafico.

• Quando la banca centrale aumenta il tasso di

interesse nominale, al tasso di inflazione corrente,

anche il tasso di interesse reale aumenterà

• I consumi e gli investimenti diminuiranno e la

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Robert H. Frank, Ben S. Bernanke, Moore McDowell, Rodney Thom, Ivan Pastine

• I consumi e gli investimenti diminuiranno e la

curva AD si sposterà fino a AD2 (nel terzo grafico)

determinando un nuovo equilibrio di breve periodo

L’utilizzo della politica monetaria per

raggiungere bassi livelli di inflazione

• Tuttavia, visto che il livello di produzione sarà • Tuttavia, visto che il livello di produzione sarà

sceso al di sotto della produzione potenziale, il

punto B nel terzo grafico corrisponde a un gap

recessivo (Y2<Y*) che porta a una revisione al

ribasso delle aspettative sull’inflazione e a uno

spostamento verso sinistra della curva SRAS fino

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Robert H. Frank, Ben S. Bernanke, Moore McDowell, Rodney Thom, Ivan Pastine

spostamento verso sinistra della curva SRAS fino

a SRAS2.

• Il nuovo equilibrio di lungo periodo è in

corrispondenza del punto C nel terzo grafico, con

un’inflazione pari a quella posta come obiettivo:∗

π

L’utilizzo della politica monetaria per

raggiungere bassi livelli di inflazione

• Naturalista economico• Naturalista economico

– Aggiustamenti dell’inflazione e credibilità della

banca centrale

• Le politiche monetarie antinflazionistiche possono

riuscire a determinare un tasso di inflazione più

basso, ma solo al costo di una riduzione della

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Robert H. Frank, Ben S. Bernanke, Moore McDowell, Rodney Thom, Ivan Pastine

basso, ma solo al costo di una riduzione della

produzione e di aumenti della disoccupazione nel

breve periodo

• La credibilità riconosciuta dal pubblico alla banca

centrale è importante

L’utilizzo della politica monetaria per

raggiungere bassi livelli di inflazione

• Naturalista Economico• Naturalista Economico

– Aggiustamenti dell’inflazione e credibilità della banca

centrale

• La credibilità di una banca centrale può essere accresciuta

nel caso in cui la banca si sia impegnata precedentemente al

conseguimento di altri obiettivi che richiedono un tasso di

inflazione inferiore

• Per essere ammessi nella nuova unione monetaria nel 1999,

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Robert H. Frank, Ben S. Bernanke, Moore McDowell, Rodney Thom, Ivan Pastine

• Per essere ammessi nella nuova unione monetaria nel 1999,

gli stati membri dovevano soddisfare una serie di criteri che

sono poi divenuti noti come Criteri di Convergenza di

Maastricht

• Uno di questi criteri prevedeva la convergenza a un tasso di

inflazione basso e stabile

L’utilizzo della politica monetaria per

raggiungere bassi livelli di inflazione

• Naturalista Economico• Naturalista Economico

– Aggiustamenti dell’inflazione e credibilità della banca

centrale

• L’Italia aveva registrato un tasso di inflazione quasi doppio

rispetto alla media europea per la maggior parte degli anni

ottanta

• L’Italia dovette adottare rigide politiche antinflazionistiche

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Robert H. Frank, Ben S. Bernanke, Moore McDowell, Rodney Thom, Ivan Pastine

• L’Italia dovette adottare rigide politiche antinflazionistiche

• Per via della sua storia di inflazione elevata, il pubblico non

era propenso ad accordare molta credibilità a una politica

che, dopo moltre altre politiche fallimentari in passato,

promettva il conseguimento di un tasso di inflazione di

equilibrio più basso

Come rispondere agli shock nominali

• La risposta a uno shock della domanda• La risposta a uno shock della domanda

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Robert H. Frank, Ben S. Bernanke, Moore McDowell, Rodney Thom, Ivan Pastine

Come rispondere agli shock nominali

• La risposta a uno shock della domanda

– Un aumento inatteso della spesa – Un aumento inatteso della spesa programmata sposta la curva AD verso sinistra

– Nel nuovo punto di equilibrio di breve periodo B, la produzione effettiva è aumentata al di sopra dell’output potenziale Y*

– Se la banca centrale non reagisce, questo

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Robert H. Frank, Ben S. Bernanke, Moore McDowell, Rodney Thom, Ivan Pastine

– Se la banca centrale non reagisce, questo gap porta a una revisione al rialzo delle aspettative sull’inflazione, come mostra lo spostamento verso l’alto della curva SRAS da SRAS1 a SRAS2

Come rispondere agli shock nominali

• Nel nuovo punto di equilibrio di lungo periodo C, la

produzione effettiva è tornata al livello della produzione effettiva è tornata al livello della

produzione potenziale, ma ad un tasso di inflazione

maggiore

• Se la banca centrale reagisce aumentando il tasso

di interesse, la curva AD ritorna a AD1, ristabilendo

l’equilibrio di lungo periodo in corrispondenza del

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l’equilibrio di lungo periodo in corrispondenza del

punto A, e il tasso di inflazione obiettivo è

mantenuto al livello 1π

La risposta a uno shock

dell’offerta

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La risposta a uno shock

dell’offerta

• Uno shock negativo dell’offerta fa spostare • Uno shock negativo dell’offerta fa spostare la curva SRAS verso sinistra

• Nel nuovo punto di equilibrio di breve periodo B, la produzione effettiva si trova al di sotto della produzione potenziale Y*

• Se la banca centrale non reagisce, tale

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• Se la banca centrale non reagisce, tale gap conduce a una revisione al ribasso delle aspettative sull’inflazione e la curva SRAS ritorna a SRAS1, ristabilendo l’equilibrio di lungo periodo nel punto A

La risposta a uno shock

dell’offerta• Se la banca reagisce allo shock aumentando

l’offerta di moneta, la curva Ad si sposterà verso l’offerta di moneta, la curva Ad si sposterà verso

l’esterno, l’inflazione aumenterà e le aspettative

sull’inflazione verranno riviste al rialzo

• Ne deriva uno spostamento della curva SRAS

verso sinistra e un nuovo equilibrio di lungo

periodo nel punto C con Y=Y* e una maggiore

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periodo nel punto C con Y=Y* e una maggiore

inflazione 3π

Inflazione e moneta nel lungo

periodo: la teoria quantitativa

• Naturalista economico• Naturalista economico

– L’economista statutinense Milton Friedman ha sintetizzato la

relazione di lungo periodo tra la moneta e l’inflazione

nell’espressione: “l’inflazione è sempre e dovunque un fenomeno

monetario”

– La velocità è una misura della velocità a cui circola la moneta

PY

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– Dove P indica il livello medio dei prezzi, Y è il PIL reale e M la

quantità di moneta in circolazione

M

PYV =

Inflazione e moneta nel lungo

periodo: la teoria quantitativa

• Possiamo utilizzare la definizione della • Possiamo utilizzare la definizione della

velocità per analizzare come la moneta e i

prezzi sono collegati nel lungo periodo

• Riordinando i termini dell’equazione:» MV=PY

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• Questa è nota come equazione

quantitativa

– Afferma che il prodotto della moneta per la

velocità è uguale al PIL nominale

Inflazione e moneta nel lungo

periodo: la teoria quantitativa• Assumiamo che V e Y siano costanti e riscriviamo

l’equazione quantitativa come:

=••

• indicano variazioni percentuali

• Supponiamo che la banca centrale aumenti l’offerta di moneta del 10%; poiché V e Y sono costanti, l’equazione quantitativa resterà valida solo se anche i prezzi aumentano del 10%.

• In base all’equazione quantitativa, un aumento del 10%

YPVM =••

=PM

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• In base all’equazione quantitativa, un aumento del 10% dell’offerta di moneta comporta un incremento del 10% del livello dei prezzi

• Perciò, alti tassi di crescita della moneta tenderanno a essere associati a alti tassi di inflazione

Inflazione e crescita della moneta

nell’America Latina, 1995-2001

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Come rispondere agli shock reali

• Uno shock reale è uno shock che provoca • Uno shock reale è uno shock che provoca

– nel lungo periodo – una variazione del

livello di produzione potenziale

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Come rispondere agli shock reali

• La risposta a uno shock reale relativo alla

produzione potenziale

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Come rispondere agli shock reali

• L’economia si trova nell’equilibrio di lungo periodo nel punto A, quando un calo della produzione nel punto A, quando un calo della produzione potenziale da Y* a Y*’ crea un gap espansivo

• Le aspettative sull’inflazione vengono riviste al rialzo e la retta di offerta aggregata di breve periodo si sposta da SRAS1 a SRAS2

• Se la banca centrale non reagisce, il nuovo equilibrio di lungo periodo viene raggiunto nel

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equilibrio di lungo periodo viene raggiunto nel punto B, dove la produzione effettiva eguaglia la nuova, più bassa, produzione potenziale Y*’, mentre il tasso di inflazione aumenta a

Come rispondere agli shock reali

• Se la banca centrale adotta una politica

moentaria restrittiva, la curva AD si sposta verso moentaria restrittiva, la curva AD si sposta verso

sinistra fino ad AD2, abbassando sia l’inflazione

effettiva sia quella attesa, e provocando uno

spostamento della curva SRAS verso destra.

• Il nuovo equilibrio di lungo periodo si trova nel

punto C, con un’inflazione pari aπ

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punto C, con un’inflazione pari a1π

Come rispondere agli shock reali

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Come rispondere agli shock reali

• L’economia si trova nell’equilibrio di lungo periodo nel punto A, quando un calo della produzione nel punto A, quando un calo della produzione potenziale da Y* a Y*’ crea un gap espansivo

• Le aspettative sull’inflazione sono riviste al rialzo e la curva di offerta aggregata di breve periodo si sposta verso l’alto da SRAS1 a SRAS2.

• Se la banca centrale non reagisce, il nuovo equilibrio di lungo periodo viene raggiunto nel

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equilibrio di lungo periodo viene raggiunto nel punto B, dove la produzione effettiva eguaglia la nuova, più bassa, produzione potenziale Y*’, mentre il tasso di inflazione aumenta a

Come rispondere agli shock reali

• Se la banca centrale adotta una politica

moentaria espansiva, la curva AD si sposta fino moentaria espansiva, la curva AD si sposta fino

ad AD2, aumentando sia il gap espansivo sia

l’inflazione effettiva e quella attesa, e

provocando uno spostamento della curva SRAS

verso sinistra.

• Il nuovo equilibrio di lungo periodo si trova nel

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• Il nuovo equilibrio di lungo periodo si trova nel

punto C, con un’inflazione pari a3π

L’obiettivo di inflazione dovrebbe

essere zero?

• Siccome le banche centrali spesso • Siccome le banche centrali spesso

affermano di essere in favore della

stabilità dei prezzi, sembrerebbe logico

che il tasso di inflazione da porre come

obiettivo di lungo periodo sia dello 0%

• Tuttavia, la maggior parte degli economisti

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• Tuttavia, la maggior parte degli economisti

credono che un tasso di inflazione pari allo

0% sia troppo basso

• Perché?

L’obiettivo di inflazione dovrebbe

essere zero?• In primo luogo, poiché raggiungere • In primo luogo, poiché raggiungere

sempre l’obiettivo è impossibile nella

pratica, un’inflazione obiettivo dello 0%

aumenta il rischio che il sistema

economico possa andare incontro a

periodi di deflazione

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periodi di deflazione

L’obiettivo di inflazione dovrebbe

essere zero?• In secondo luogo, si hanno alcune prove che i

metodi usati convenzionalmente per rilevare metodi usati convenzionalmente per rilevare

l’inflazione tendono a sovrastimare il “vero”

tasso di inflazione di circa un punto percentuale

• Di conseguenza, se la banca centrale volesse

mantenere una “vera” stabilità dei prezzi, ciò

richiederebbe tassi di infalzione

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richiederebbe tassi di infalzione

(convenzionalmente misurati) di almeno l’1%

L’obiettivo di inflazione dovrebbe

essere zero?

• Infine, alcuni economisti ritengono che un • Infine, alcuni economisti ritengono che un

po’ di inflazione sia necessaria per “oliare”

il motore del nostro sistema economico

• L’inflazione può fornire “l’olio” necessario

per ridurre i salari reali in certre industrie,

permettendo di raggiungere l’efficienza

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Robert H. Frank, Ben S. Bernanke, Moore McDowell, Rodney Thom, Ivan Pastine

permettendo di raggiungere l’efficienza

economica

La banca centrale dovrebbe annunciare un

obiettivo di inflazione preciso?

• La questione più dibattuta è se sia il caso che le • La questione più dibattuta è se sia il caso che le

banche centrali comunichino esplicitamente al

pubblico il proprio obiettivo

• Alcuni economisti sostengono che indicare con

precisione un tasso di inflazione di lungo

periodo, e poi attenervisi, accresca la credibilità

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periodo, e poi attenervisi, accresca la credibilità

della politicha monetaria e ancori in maniera più

consistente le aspettative di inflazione al proprio

operato

La banca centrale dovrebbe annunciare un

obiettivo di inflazione preciso?

• In pratica, tutte le banche centrali che dichiarano il livello di inflazione obiettivo lo fanno in maniera il livello di inflazione obiettivo lo fanno in maniera flessibile

• Cercano di raggiungere quanto si sono proposte nel lungo periodo o considerando una media di lungo periodo, mentre reagiscono a shock di breve periodo dell’offerta aggregata tenendo

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breve periodo dell’offerta aggregata tenendo conto sia dei gap produttivi sia dell’inflazione

• In questi casi, l’inflazione obiettivo che viene annunciata corrisponde al tasso di inflazione obiettivo della regola di politica monetaria