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INESTETISMI E TRATTAMENTI I 131 CAPITOLO 12 Invecchiamento cutaneo L’invecchiamento cutaneo è un processo fisiologico involutivo, influenzato sia dai fattori genetici individuali sia da fattori ambientali, nonché dallo stile di vita personale. Il patrimonio genetico, insieme ai fattori endocrini, controlla e regola l’invecchiamento cutaneo intrinseco ( cronoinvecchiamento o chrono-aging). I fattori ambientali, invece, come la scorretta esposizione al sole, l’inquinamento, uno scorretto stile di vita (eccessivo consumo di alcol e dieta non equilibrata) e il fumo, causando un’aumentata produzione di radicali liberi e l’attivazione di metalloproteasi, sono responsabili delle alterazioni dell’invecchiamento cutaneo estrinseco ( fotoinvecchiamento o photo-aging). Aspetto clinico I segni cutanei dovuti all’invecchiamento sono molteplici. I primi sono la perdita di com- pattezza e la dilatazione dei pori causata dall’aumento delle dimensioni delle ghiandole sebacee. Queste, infatti, raggiungono la loro dimensione massima intorno ai 30 anni. I segni successivi sono: comparsa di lentigo solari: macchie brunastre di forma tondeggiante, localizzate nelle aree fotoesposte come il viso, il dorso delle mani e il tronco; secchezza (xerosi); assottigliamento della pelle; perdita di elasticità; comparsa e accentuazione delle rughe di espressione; rossori localizzati alle guance e/o ai lati del collo (poichilodermia di Civatte). Le rughe sono il segno più evidente di invecchiamento, soprattutto fotoindotto; hanno l’aspetto di solchi permanenti, lineari e sottili, scavati nella pelle del viso e del collo. Si distinguono rughe di espressione e rughe senili. Le rughe di espressione sono dovute alla mimica facciale: si manifestano anche su un volto giovane e sono determinate dalle posizioni assunte quando si parla o si esprimono le emozioni attraverso il volto.

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CAPITOLO  12

Invecchiamento cutaneo

L’invecchiamento cutaneo è un processo fisiologico involutivo, influenzato sia dai fattori genetici individuali sia da fattori ambientali, nonché dallo stile di vita personale.

Il patrimonio genetico, insieme ai fattori endocrini, controlla e regola l’invecchiamento cutaneo intrinseco (cronoinvecchiamento o chrono-aging). I fattori ambientali, invece, come la scorretta esposizione al sole, l’inquinamento, uno scorretto stile di vita (eccessivo consumo di alcol e dieta non equilibrata) e il fumo, causando un’aumentata produzione di radicali liberi e l’attivazione di metalloproteasi, sono responsabili delle alterazioni dell’invecchiamento cutaneo estrinseco (fotoinvecchiamento o photo-aging).

Aspetto clinico

I segni cutanei dovuti all’invecchiamento sono molteplici. I primi sono la perdita di com-pattezza e la dilatazione dei pori causata dall’aumento delle dimensioni delle ghiandole sebacee. Queste, infatti, raggiungono la loro dimensione massima intorno ai 30 anni. I segni successivi sono: • comparsa di lentigo solari: macchie brunastre di forma tondeggiante, localizzate nelle

aree fotoesposte come il viso, il dorso delle mani e il tronco;• secchezza (xerosi);• assottigliamento della pelle;• perdita di elasticità;• comparsa e accentuazione delle rughe di espressione;• rossori localizzati alle guance e/o ai lati del collo (poichilodermia di Civatte).

Le rughe sono il segno più evidente di invecchiamento, soprattutto fotoindotto; hanno l’aspetto di solchi permanenti, lineari e sottili, scavati nella pelle del viso e del collo. Si distinguono rughe di espressione e rughe senili.

Le rughe di espressione sono dovute alla mimica facciale: si manifestano anche su un volto giovane e sono determinate dalle posizioni assunte quando si parla o si esprimono le emozioni attraverso il volto.

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Le rughe senili, invece, compaiono fisiologicamente già intorno ai 30 anni, quando incomincia a venire meno l’elasticità che il collagene e l’elastina conferiscono alla pelle giovane, il grasso sottocutaneo si atrofizza e la massa muscolare si rilassa.

Nei volti delle persone anziane questi solchi sono ben evidenti, insieme a una cede-volezza di tutta la cute verso il basso, trascinata dalla forza di gravità. Si assiste anche a un riassorbimento delle strutture ossee, specie a livello dei mascellari, e dei processi alveolari, per caduta dei denti. Nel suo complesso, il terzo inferiore del volto subisce una progressiva riduzione di volume.

Clinicamente, il cedimento strutturale del derma è responsabile di chiare e molteplici manifestazioni cutanee superficiali e profonde.

Dopo i 25 anni la pelle diventa più sottile, più fragile e meno luminosa. Linee sottili e rughe di espressione fanno la loro comparsa e si localizzano a livello della fronte e del contorno occhi (“zampe di gallina”).

A partire dai 35-40 anni la pelle giovane si “increspa”. Le prime rughe si accentuano, la pelle perde elasticità e i segni si stabilizzano e rimangono visibili in punti ben precisi: la fronte, intorno agli occhi, intorno alla bocca (solchi nasogenieni) e sopra le labbra.

A partire dai 50 anni il contorno del viso è meno definito, la pelle perde la sua com-pattezza perché la rigenerazione delle cellule è più difficoltosa, l’idratazione naturale è rallentata, l’epidermide si assottiglia e continua a perdere elasticità. Questi segni visibili interessano tutto il corpo, anche se alcune parti sono nettamente più colpite: contorno occhi, contorno bocca, mento, nuca e collo, décolleté, seno e braccia. Le labbra tendono ad assottigliarsi e il tono delle guance si riduce drasticamente.

A partire dai 60 anni le rughe diventano più marcate, fino a formare solchi profondi. La pelle continua a perdere compattezza, il colorito diventa spento, i tratti del viso meno armoniosi. Non sono presenti solo rughe profonde e ben marcate, ma anche molteplici segni dell’età, quali secchezza cutanea e una progressiva alterazione della funzione di

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barriera. Si perdono maggiori quantità d’acqua (Trans Epidermal Water Loss, TEWL), con conseguente spiccata secchezza cutanea. Il pannicolo di grasso che conferisce tono alle guance è ormai quasi assente e il viso va incavandosi sempre più finché, dopo i 70 anni, la pelle diviene sottile e fragile, i muscoli si rilassano e il grasso residuo si accumula ai lati e sotto il mento.

Cronoinvecchiamento

Il meccanismo di invecchiamento cutaneo intrinseco è il risultato di una disorganizzazione della matrice cellulare a livello sia del derma sia dell’epidermide. L’epidermide è costituita per l’80% da cheratinociti, cellule che assicurano il suo continuo rinnovamento, che dura in media 28 giorni. Con l’età si verificano modificazioni più o meno profonde (Tabella 12.1).

A livello dell’epidermide si assiste a una riduzione della capacità rigenerativa: le cellule dello strato basale si riproducono meno rapidamente e, di conseguenza, l’epidermide si assottiglia. Diminuisce il numero delle cellule del sistema immunitario presenti (cellule di Langerhans) e si riduce l’attività dei melanociti, responsabile del colore della pelle e dei capelli. La diminuzione della melanina determina una maggiore propensione ai danni e alle scottature durante l’esposizione al sole.

A livello del derma, si riducono il numero e la funzionalità delle cellule di sostegno (fibroblasti), con diminuita produzione di collagene ed elastina, responsabili del tono e dell’elasticità cutanea. Il derma va incontro a una diminuizione di spessore di circa il 6% ogni 10 anni di vita. Si riduce la produzione di glicosaminoglicani, tra i quali l’acido ialuro-nico, responsabili dell’idratazione profonda. Anche le ghiandole cutanee si modificano: aumentando di dimensioni e riducendo progressivamente la propria attività, peggiorano la secchezza cutanea.

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IFotoinvecchiamento

L’invecchiamento esogeno è provocato da numerosi fattori: alcol, droghe, smog, inqui-nanti ambientali e, il più nocivo di tutti, il fumo di sigaretta. Diversi studi hanno associato l’abitudine al fumo alla presenza delle rughe periorali; il fumo riduce la sintesi di collagene (e non solo intorno alle labbra) anche del 40%. Questi fattori esterni, esogeni, inducono la formazione di radicali liberi dell’ossigeno e la riduzione delle sostanze antiossidanti.

Tra i fattori ambientali che causano l’invecchiamento esogeno riveste un ruolo di grande rilievo l’esposizione al sole. Il fototipo cutaneo, il tempo di esposizione (se ci si espone soltanto nel periodo estivo o durante tutto l’anno, come chi lavora all’aperto), la latitudine (nelle zone tropicali i raggi solari hanno un’energia elettromagnetica più intensa) e le misure di protezione solare attuate sono tutte variabili responsabili del fo-toinvecchiamento. L’esposizione eccessiva al sole determina un invecchiamento precoce e diverso rispetto al cronoinvecchiamento (quello intrinseco, dovuto all’età). La cute è più spessa, ruvida, lassa, solcata da rughe sottili; presenta macchie scure, capillari dilatati e cheratosi senili (lesioni precancerose), fino a formazioni francamente tumorali (epitelioma spinocellulare e basocellulare).

Terapia medica

La terapia medica per l’invecchiamento cutaneo è alla base della medicina estetica e si compone principalmente di trattamenti dermocosmetici topici associati a trattamenti medici ambulatoriali. Questi ultimi sono vari e in continua evoluzione: peeling, biorivita-lizzazione, impianto di filler, iniezioni di neurotossina botulinica, radiofrequenza, terapia fotodinamica, needling, fotobiomodulazione LED, luce pulsata e laser, descritti di seguito brevemente.

Tabella 12.1 Differenze tra pelle giovane e pelle matura (chrono-aging)Pelle giovane Pelle matura

L’epidermide è spessa e strutturata L’epidermide si assottiglia e il rinnovamento cellulare rallenta

La barriera lipidica tra le cellule funziona correttamente

La barriera lipidica tra le cellule è insufficiente

I fibroblasti sintetizzano le fibre di collagene e di elastina

Nel derma, i fibroblasti si ispessiscono e sintetizzano meno fibre. Le fibre sono meno numerose e di cattiva qualità

Collagene ed elastina sono abbondanti e densi e assolvono perfettamente alla loro funzione di resistenza, compattezza ed elasticità

Stress, stanchezza, errato stile di vita, inquinamento e raggi UV sono aggressioni che stimolano la produzione dei radicali liberi, principali nemici della pelle

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Neurotossina botulinica. Nell’ultimo decennio è stato approvato l’uso della neurotossina botulinica a scopo estetico per ridurre la mimica dei muscoli facciali, responsabile della for-mazione delle rughe di espressione. Il medico inietta in punti precisi del volto piccolissime quantità di questa sostanza che, inibendo il rilascio del neurotrasmettitore acetilcolina, induce il rilassamento della muscolatura facciale. L’effetto persiste per alcuni mesi, poi si riduce e necessita di una nuova iniezione per ripristinare l’effetto di distensione.

Peeling chimici. Sono trattamenti ambulatoriali in grado di riparare e ristrutturare la pelle usando sostanze capaci di esfoliare e rigenerare la cute. Possono essere superficiali, medi o profondi a seconda che coinvolgano la sola epidermide o il derma superficiale o medio, rispettivamente. Si possono usare alfaidrossiacidi, acido salicilico e retinoico, TCA (acido tricloroacetico) a varie concentrazioni (dal 10 al 35%) e fenolo. Maggiore è l’aggres-sività della sostanza, migliori saranno i risultati, ma maggiori saranno anche gli effetti indesiderati nel post-trattamento (arrossamento, crosticine, edemi), che richiederanno qualche giorno di convalescenza.

Biorivitalizzazione. Un’altra tecnica molto utile per il trattamento dell’invecchiamento cutaneo è la biorivitalizzazione: migliora la trama e la compattezza tissutali, ma non aumenta i volumi del volto. Consiste nell’iniettare nel sottocute una soluzione biologica contenente vitamine, amminoacidi, minerali, coenzimi e acidi nucleici indispensabili per la ristrutturazione del derma. Si possono anche utilizzare preparati omeopatici nella cosiddetta omeo-mesoterapia.

Box 12.1 Borse e occhiaiePredisposizione genetica e invecchiamento, associati a cattive abitudini alimentari, scarso riposo notturno, fumo e stress, sono le cause della formazione di borse e occhiaie. Le occhiaie si presentano come aloni di colore grigio-bluastro e conferiscono un aspetto stanco, triste o malato, solitamente transitorio. In alcuni casi possono diventare croniche a causa dell’accumulo di melanina ed emoglobina nel derma. Le borse, invece, sono causate dalla ritenzione idrica nella zona perioculare e dall’indebolimento dei tessuti perioculari e dei muscoli che sostengono le palpebre. A causa dei diversi fattori che provocano borse e occhiaie, è essenziale identificare la causa scatenante prima di iniziare un trattamento: per esempio, se l’ombreggiatura nella palpebra inferiore è dovuta solamente a un’eccessiva pigmentazione, allora la melanina depositata può essere rimossa con trattamento topico tramite agenti sbiancanti; se invece le occhiaie sono causate dal rigonfiamento indotto da una patologia o comunque da un’allergia, l’inestetismo non può essere trattato con queste sostanze. Per la zona perioculare servono trattamenti specifici, poiché la cute è molto più sottile e permeabile rispetto al resto del viso. È bene prediligere molecole sicure, in grado di modulare il processo della melanogenesi in modo poco invasivo e reversibile, come l’acido ellagico, l’estratto di liquirizia o la niacinamide.Un buon trattamento dermocosmetico per questi inestetismi è la caffeina, che ha la capacità di drenare gli accumuli sierosi consentendo una rapida eliminazione delle stasi di liquidi. Stimola la mobilizzazione degli acidi grassi nell’ipoderma ed è anche un discreto filtro solare, contribuendo a proteggere i finissimi capillari del contorno occhi dai danni causati dall’eccessiva esposizione ai raggi UV. L’assorbimento transdermico della caffeina contenuta nelle creme contro borse e occhiaie non è sufficiente a indurre effetti sistemici.

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Filler. Per riempire rughe profonde o per ridisegnare un’area del volto (per esempio uno zigomo svuotato) si utilizzano i filler, cioè sostanze di origine biologica o sintetica da impiantare mediante iniezione transcutanea. I filler non riassorbibili ormai non sono più utilizzati perché spesso presentavano effetti collaterali, come granulomi o spostamen-to delle sostanze iniettate. I filler riassorbibili sono da preferire, per la loro innocuità e maneggevolezza e per la naturalezza del risultato estetico, al di là del fastidio di dover ripetere periodicamente l’inoculazione. In base all’inestetismo da trattare (rughe più o meno sottili, perdita di volume) vengono scelte le diverse sostanze da iniettare: acido ialuronico a vario peso molecolare, collagene, idrossiapatite di calcio o acido polilattico.

Lipofilling. Un trattamento a parte è il lipofilling, che consiste nell’utilizzo di piccole quantità di grasso, prelevate dal paziente (addome o cosce) con una cannula sottile, adeguatamente centrifugate e poi iniettate in determinate zone del volto.

Radiofrequenza non ablativa. Fra le tecniche di ringiovanimento non invasive, la radio-frequenza non ablativa è in grado di contrastare la lassità cutanea del volto e del corpo. La metodica consiste nel trasmettere ai tessuti un’energia che sviluppa calore: questo libera mediatori chimici nel derma che determinano sia il rimodellamento del collagene esistente sia la neoformazione di nuovo collagene nel giro di qualche mese. Il trattamento non prevede l’uso di aghi. Recentemente è stata introdotta anche la modalità frazionata, che coinvolge la cute nella sua interezza determinando un ringiovanimento non solo del derma, ma anche dell’epidermide.

Luce pulsata (IPL). È una delle principali metodiche per il trattamento estetico delle lesioni vascolari (capillari ed eritrosi del volto) e pigmentarie (macchie), e dei peli indesi-derati. I sistemi a luce pulsata emettono un fascio luminoso policromatico, modulato e

Peeling super�cialiPeeling mediPeeling profondi

Prima Dopo

PEELING CHIMICI E CUTE

Stratocorneo

Cellulabasale

Epidermide

Derma

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dedicato, che è in grado di interagire selettivamente con il cheratinocita e il fibroblasto della cute. L’interazione tra l’impulso policromatico emesso e le cellule determina una biostimolazione fisica priva di dolore, efficace e con-fortevole. La pelle si presenta maggiormente levigata e luminosa, si riducono progressivamente le dimensioni dei pori cutanei, si attenuano i rossori localizzati e le rughe di espressione, il derma diviene più tonico e “compatto” perché si riduce la lassità.

Laser. I laser (Light Amplification by Stimulation of Radia-tion) utilizzano luci monocromatiche, coerenti e collimate. Ogni laser, a seconda della sua lunghezza d’onda, interagi-sce con il suo bersaglio, che prende il nome di cromoforo: emoglobina, melanina o acqua. Questa caratteristica è chiamata “fototermolisi selettiva” e definisce e limita il campo di applicazione per ogni tipo di laser. Per esempio, un laser che ha come cromoforo l’emoglobina o la melanina sarà impiegato per trattare le lesioni vascolari o pigmentate, ma non servirà a distruggere una lesione cutanea, per la quale sarà necessario un laser il cui target è l’acqua (cioè il laser CO2). Il laser trova impiego per cancellare capillari e macchie, ma anche per attenuare le rughe. Infatti viene utilizzato con successo per il resurfacing del volto, soprattutto nella modalità frazionata (il raggio laser è scomposto in tanti piccoli fasci di energia che col-piscono la pelle lasciando frapposte zone di cute indenne: in questo modo si ottiene un buon risultato estetico senza compromettere l’integrità della cute, quindi consentendo la rapida ripresa delle attività quotidiane del paziente).

Terapia fotodinamica. Di recente introduzione a scopo estetico, viene comunque utiliz-zata da anni per il trattamento delle cheratosi attiniche e degli epiteliomi. La metodica prevede l’applicazione sulla cute di una crema contenente una sostanza fotosensibiliz-zante (capace cioè di reagire con la luce, che di solito è l’acido 5-aminolevulinico [5-ALA]). Il 5-ALA penetra nelle cellule e si concentra soprattutto in quelle malate o danneggiate: dopo un tempo variabile da 1 a 3 o più ore, la zona trattata viene esposta per alcuni minuti a una particolare lampada. La luce che questa emette, in genere rossa o blu, re-agisce con la sostanza fotosensibilizzante accumulata nelle cellule malate e le distrugge selettivamente. Le cellule sane, invece, sono capaci di metabolizzare il 5-ALA e quindi non sono danneggiate. La sostanza fotosensibilizzante non è tossica, la luce è innocua, non è richiesto il ricovero ospedaliero e non residuano cicatrici. Inoltre può essere ripetuta più volte a seconda del tipo di lesione e del risultato ottenuto. La terapia fotodinamica è inserita fra i trattamenti anti-aging e ha rappresentato una svolta, poiché non solo elimina le cheratosi attiniche, distruggendo selettivamente le cellule malate e ripristinan-do la salute della pelle, ma riduce anche le macchie e le dilatazioni capillari tipiche del fotoinvecchiamento e migliora la qualità della cute, che dopo il trattamento appare più vitale e sana, recuperando colorito, idratazione e tono.

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Trattamento dermocosmetico

L’invecchiamento cutaneo, sebbene ineluttabile, può essere rallentato. A questo scopo, è indispensabile seguire un corretto stile di vita (soprattutto alimentazione equilibrata e adeguata, protezione solare durante l’esposizione). È molto difficile agire sulla com-ponente genetica dell’invecchiamento, come è difficile evitare lo stress quotidiano e l’inquinamento ambientale. Pertanto, le strategie antinvecchiamento devono puntare principalmente sulla componente fotoindotta. Applicare la corretta protezione solare ed esporsi al sole in modo responsabile sono regole fondamentali per contrastare il fotoinvecchiamento.

Dopo il sole, il secondo nemico della pelle è il fumo: aumenta la produzione di radicali liberi alterando il metabolismo cutaneo. La pelle dei fumatori, infatti, è spenta, grigiastra e si increspa di più, in particolare a livello della bocca e degli occhi.

Un’efficace strategia anti-aging, quindi, non può prescindere dall’eliminare comple-tamente l’abitudine al fumo.

Una volta eliminati esposizione solare sregolata e fumo, è necessario puntare sull’i-dratazione e sulla promozione del rinnovamento cellulare. I prodotti dermocosmetici antirughe oggi offrono risultati eccellenti in termini di stimolazione dei fibroblasti alla produzione di collagene, di elastina, di proteoglicani e di glicoproteine.

Contrastare la formazione delle rughe è quindi il risultato di una strategia che può essere schematizzata nel modo esposto nella Tabella 12.2.

Di seguito, in dettaglio alcune delle sostanze più utilizzate nei prodotti dermocosmetici antinvecchiamento.

Vitamine antiossidantiPer ritardare l’invecchiamento della pelle è indispensabile la presenza di vitamine, intro-dotte attraverso un’alimentazione equilibrata e bilanciata e, nei casi di carenza, integrate con l’assunzione di nutraceutici.

I formulatori dermocosmetici utilizzano principalmente le vitamine antiossidanti di tipo liposolubile (vitamine A ed E) e idrosolubili (vitamine C e B3).

Vitamina A (retinolo). Si può utilizzare in varie forme: il retinolo, il retinil acetato, il retinil propionato e il retinil palmitato. Tutte queste molecole, una volta applicate sulla pelle sotto forma di creme, maschere o gel, vengono trasformate dagli enzimi cutanei in acido transretinoico, cioè la forma attiva della vitamina A. Questa, stimolando l’espressione di alcuni enzimi specifici, migliora lo spessore cutaneo, diminuendo la profondità delle rughe. La vitamina A induce la proliferazione e la differenziazione dei cheratinociti e permette la produzione di glicosaminoglicani (GAG) all’interno dell’epidermide, che hanno la capacità di legare molta acqua. Inoltre, nel derma la vitamina A induce un’aumentata produzione di collagene. Entrambe queste azioni migliorano l’aspetto della pelle, rendendola più idratata e più elastica. Purtroppo la vitamina A si degrada facilmente se esposta ad agenti ambientali come aria e luce, pertanto è più indicata come trattamento notturno.

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IUn’altra forma di vitamina A usata in dermocosmetologia è l’acido retinoico, ottimo per il trattamento dell’invecchiamento precoce, ma parzialmente irritante; pertanto il suo utilizzo è riservato ai medici esperti.

Vitamina E. È il termine generalmente utilizzato per indicare i diversi tocoferoli. È insolubile in acqua e solubile nei grassi e negli oli. È sensibile all’ossidazione e alla luce, in particolar modo ai raggi ultravioletti. In cosmesi la vitamina E e i suoi esteri, di cui i più utilizzati in dermoscosmesi sono il tocoferolo e il tocoferil acetato, possiedono un’elevata attività antiossidante, in quanto capaci di neutralizzare la reattività dei radicali liberi. È in grado di assorbire i raggi UV nei range di lunghezza d’onda che provocano gli effetti più dan-nosi sulla fisiologia della pelle. La vitamina E, quindi, è indicata per essere applicata dopo l’esposizione solare al fine di ridurre il rischio di eritema e di edema fotoindotto. Inoltre, il suo utilizzo permette una migliore idratazione degli strati cutanei superficiali. Dopo aver svolto la sua funzione idratante e antiedemigena, la vitamina E si ossida e si inattiva. La sua attività può essere recuperata dalla vitamina C sotto forma di acido L-ascorbico. Per questo motivo la vitamina E viene spesso associata alle vitamine A e C: la loro associazione determina un potenziamento e un prolungamento dell’azione antiossidante.

Vitamina C (acido ascorbico). È solubile in acqua, ma si ossida rapidamente in presenza di metalli, alcali, luce e ossigeno, e accelera la guarigione delle feri-te e il decorso delle malattie infettive. È usata in campo cosmetico per la capacità di contrastare gli effetti dell’invecchiamento cutaneo sia intrinseco sia estrin-seco grazie alle sue proprietà antiossidanti e a una spiccata attività fotoprotetti-va. Funziona anche come schiarente cutaneo, inibendo la sintesi di tirosina, ammino- acido precursore della melanina. Inoltre, sono note le sue proprietà antinfiammatorie, soprattutto nei casi di eritemi da prolungata esposizione al sole. Interviene anche sul ri-lassamento cutaneo mantenendo la densità ottimale del collagene nel derma. Tutti questi usi e potenziali applicazioni sono però fortemente limitati dalla bassa stabilità in presenza di acqua e ossigeno.

Tabella 12.2 Programma anti-aging globaleApplicazione topica e somministrazione sistemica di antiossidanti

Uso costante e continuativo di filtri chimici e fisici anti-raggi UVA, UVB e IR per prevenire i danni fotoindotti

Utilizzo di molecole leviganti ed esfolianti, come gli alfaidrossiacidi o l’acido retinoico, che stimolano la fisiologica rigenerazione cellulare, rendendo la pelle più morbida e più luminosa

Applicazione di molecole depigmentanti, che inibiscono la produzione della melanina, riducendo l’intensità delle macchie senili

Applicazione di peptidi miorilassanti in grado di ridurre la perdita di elasticità e di tono cutaneo, mediante un’azione di blocco della muscolatura che mima quello della neurotossina botulinica

Utilizzo di agenti soft focus, sostanze in grado di ridurre la visibilità dei solchi cutanei mediante un fenomeno di tipo ottico.

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Vitamina PP o B3. Comprende due metaboliti principali, l’acido nicotinico e la nicotina-mide, ambedue stabili chimicamente e solubili in acqua e alcol. Le forme più utilizzate in campo cosmetico sono: nicotinamide, acido nicotinico ed esteri dell’acido nicotinico (per esempio tocoferil nicotinato, benzil nicotinato). Se utilizzata a livello topico, la vitamina B3 stimola la sintesi dei componenti principali del film idrolipidico: gli sfingolipidi, il cole-sterolo, le ceramidi e gli acidi grassi liberi. Stimola la produzione di collagene da parte dei fibroblasti, migliorando tono ed elasticità cutanea. Inoltre inibisce il trasferimento della melanina dai melanociti ai cheratinociti, agendo quindi da depigmentante.

Enzimi antiossidantiCoenzima Q10 o ubichinone. È una molecola presente in tutte le membrane biologiche, ma in particolare all’interno dei mitocondri, che sono i principali organuli produttori di energia cellulare. Ha capacità antiossidante non solo sulla pelle, ma in tutto l’organismo se assunto per via orale.

Acido lipoico. È una molecola sia liposolubile sia idrosolubile, che agisce sia all’interno sia all’esterno delle cellule. Ha una potente attività antiossidante e ripristina l’attività delle vitamine C ed E dopo la loro ossidazione.

Proteine e amminoacidiUn corretto apporto di proteine e amminoacidi è indispensabile per avere un aspetto giovane e sano. Molti studi dimostrano l’importanza degli amminoacidi, costituenti delle proteine, per avere capelli sani e pelle tonica. Gli amminoacidi forniscono le sostanze vitali che nutrono i capelli, la pelle e le unghie dall’interno. Grazie a ciò il tessuto connettivo si rinforza, la pelle si mantiene morbida ed elastica, le unghie sono più resistenti e i capelli crescono forti e sani.

Creatina. Si forma a partire dagli amminoacidi arginina e metionina. È naturalmente pre-sente nell’organismo e ha un’importanza fondamentale per il metabolismo energetico delle cellule. Una persona che pesa 70 kg ha circa 120 g di creatina nel corpo, presente soprattutto nei tessuti e nelle cellule con un elevato livello energetico come i muscoli, il cervello e le cellule immunitarie. Anche la pelle, che è l’organo più grande del corpo, ha bisogno di creatina per il mantenimento delle sue funzioni. La creatina fornisce l’energia alle cellule, favorendo così la formazione del tessuto connettivo. Inoltre, stimola il meta-bolismo e il rinnovamento cellulare. Sostiene le naturali funzioni della pelle stimolando la produzione di proteine, come il collagene e l’elastina. Le cellule rifornite di creatina sono in grado anche di riparare il patrimonio genetico danneggiato. La creatina, inoltre, avvolge le cellule con un involucro d’acqua e le protegge così dalle sostanze dannose; ciò consente un aumento del livello di idratazione della pelle. Stimola la produzione endogena di collagene, che tra le altre azioni aumenta anche la capacità della pelle di immagazzinare acqua. Tutto ciò conferisce alla pelle un aspetto fresco, tonico e compatto, con attenuazione delle rughe.

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Glutammina. È un amminoacido importante per la bellezza della pelle, in quanto regola l’equilibrio acido-base. Il caffè, la nicotina e il consumo eccessivo di carne possono por-tare all’acidosi, e quindi allo squilibrio acido-base. Gli amminoacidi possono contribuire in modo significativo all’equilibrio acido-base poiché neutralizzano gli acidi. L’amminoacido glutammina libera nei reni l’ammoniaca, che si lega a un protone acido e viene espulsa. Ciò consente da un lato di eliminarla dal corpo e dall’altro di risparmiare le riserve di bicarbonato di cui il corpo ha bisogno per la neutralizzazione endogena degli acidi. In caso di carenza di glutammina, l’organismo preleva la proteina dalla massa muscolare esistente e la converte in glutammina e in energia. In questo modo si perdono le proteine muscolari, i fasci muscolari si assottigliano e la pelle diventa più flaccida. La glutammina può rallentare tale processo e, per questa ragione, alcuni scienziati la definiscono una “fonte interna di giovinezza”.

Filtri solari per prevenire il fotoinvecchiamentoI filtri solari proteggono dai danni del sole e delle radiazioni ultraviolette, che non devono mai superare la minima dose eritemigena (MED). Se la MED non viene superata, il corpo può lentamente provvedere alla sintesi di pigmenti (melanina, carotenoidi) che gli ga-rantiscono una corretta protezione. I filtri solari, che oggi sono inclusi in tutti i cosmetici (creme, fondotinta, fard, ciprie), sono costituiti da molecole che riescono ad assorbire la radiazione UV per poi rilasciarla sotto forma di calore, evitando che la pelle ne venga colpita in modo eccessivo. I solari devono essere quindi molto stabili ed efficaci per ogni tipo di radiazione UV, avere un alto valore di “assorbanza” (potere schermante di un filtro) e non devono essere irritanti.

Si distinguono due tipi di filtri: fisici e chimici. I filtri fisici sono il biossido di titanio, l’ossido di zinco, il talco e il caolino. I filtri chimici sono derivati del benzofenone e derivati del benzoilmetano (attivi sugli UVA), derivati di acidi amminobenzoici, dell’acido salicilico, cinnamico e della canfora (attivi sugli UVB).

Idrossiacidi: leviganti ed esfoliantiGli idrossiacidi più utilizzati in campo cosmetico sono i cosiddetti alfaidrossiacidi, come l’acido glicolico, l’acido citrico, l’acido malico e l’acido tartarico. Applicati sulla pelle pro-vocano un’esfoliazione chimica, poiché rompono i legami che si creano tra i cheratinociti. L’esfoliazione determina un aumento della velocità del ricambio cellulare; risulta quindi una pelle più levigata e più luminosa. Agiscono anche sul derma, stimolando i fibroblasti alla sintesi di collagene, elastina e glicosaminoglicani (GAG). Poiché gli idrossiacidi, se usati ad alte concentrazioni, possono causare forti fenomeni di irritazione, in ambito cosmetologico sono solitamente utilizzati fino alla concentrazione del 10%, percentuale alla quale generalmente sono ben tollerati.

DepigmentantiL’invecchiamento cutaneo induce una pigmentazione cutanea irregolare (discromia). Il colore della pelle deriva dalla presenza di vari pigmenti, tra cui il principale è la melanina, che è prodotta dai melanociti. La melanina regola, mediante un complesso meccanismo,

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il colore della pelle: ha origine dall’amminoacido tirosina, che viene trasformato prima in DOPA, poi in dopachinone e infine in melanina. Esistono tre tipi di melanina: due tipi di eumelanina (pigmenti nero/marrone), che è la forma predominante nei fenotipi scuri, e la feomelanina (pigmenti rossastri), che è associata al fenotipo capelli rossi. Gli individui con carnagione scura possiedono una maggiore quantità di eumelanine e meno feomelanine, mentre nei soggetti con carnagione chiara avviene l’opposto. I melanociti, se stimolati dalle radiazioni UV, sono in grado di sintetizzare la melanina e trasferire il pigmento ai cheratinociti, dando così origine alla caratteristica abbronzatura che appare in seguito all’esposizione solare, volta a proteggere dalle radiazioni UVA e UVB. Schiarire la pelle significa fondamentalmente ridurre la quantità di melanina prodotta dai melanociti.

Per fare ciò, oltre a schermare la pelle dai raggi UV e svolgere un’azione esfoliante nei confronti degli strati superficiali dell’epidermide, si usano molecole che inibiscono la formazione della melanina all’interno dei melanociti. Poiché la melanina deriva dalla tra-sformazione della tirosina a opera dell’enzima tirosinasi, inibendo questo enzima si blocca la sintesi della melanina. Con questo meccanismo agisce la maggior parte delle molecole ad azione schiarente, tra le quali l’idrochinone (non ammesso per uso cosmetico per le sue proprietà irritanti) e l’arbutina, un glicoside dell’idrochinone, ben tollerato dalla cute, che viene impiegato a dosaggi dall’1 al 10%.

Anche l’acido kojico ha azione depigmentante, bloccando la tirosinasi. È solubile in acqua e si impiega a dosaggi variabili tra l’1 e il 3%. È leggermente irritante subito dopo l’applicazione sulla pelle.

Buone proprietà depigmentanti sono state attribuite anche all’acido azelaico, che agisce come inibitore competitivo della tirosinasi. Ha una buona tollerabilità cutanea sulla pelle integra. Oltre a queste e ad altre molecole di origine sintetica, numerosi sono anche gli estratti botanici ad attività schiarente, di cui spesso non è chiaro l’esatto meccanismo d’azione che svolge l’attività depigmentante (per esempio radice di liquirizia, uva ursina, estratto di cetriolo ecc.).

Peptidi miorilassantiUna strategia anti-aging di recente acquisizione consiste nell’impiego di sostanze miori-lassanti che simulano l’effetto della neurotossina botulinica.

Lo stimolo nervoso alla contrazione muscolare viene trasmesso attraverso sostanze chiamate neurotrasmettitori, che inducono nel muscolo una risposta di contrazione. La neurotossina botulinica è una sostanza in grado di bloccare l’azione del neurotrasmetti-tore acetilcolina, che regola la normale funzionalità dei muscoli: la neurotossina botulinica determina una paralisi del muscolo nello stato di distensione.

In campo cosmetico la ricerca ha sintetizzato alcuni peptidi che, una volta applicati sulla pelle come una comune crema, mimano l’effetto della neurotossina botulinica: agendo come antagonisti recettoriali reversibili, prevengono il legame dell’acetilcolina con il proprio recettore a livello della membrana postsinaptica e pertanto bloccano l’attività neuromuscolare: impediscono il passaggio degli ioni sodio e quindi la contrazione del muscolo, che rimane rilassato.

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Soft focus effectCon il termine soft focus effect si identifica un effetto ottico che permette di ridurre l’apparenza delle rughe grazie alla riflessione della luce che illumina la cute. Infatti, la normale rifrazione della luce solare è ridotta a livello dei solchi cutanei e ciò produce delle “zone d’ombra” che li evidenziano.

L’utilizzo di dermocosmetici che modificano questa rifrazione permette di uniformare il colorito e, di conseguenza, di limitare – seppur solo visivamente – l’aspetto delle ru-ghe. I principali componenti di questi dermocosmetici sono il nitrito di boro, l’allumina e i derivati siliconici.

Prima della comparsa delle rughe, ovvero intorno ai 25-30 anni, possono essere consigliate creme con principi attivi naturali dalle proprietà antiossidanti, emollienti ed idratanti, come:• resveratrolo (reperibile nella buccia dell’uva) che presenta note proprietà antiossidanti;• rutina (glicoside flavonoico estratto da Ruta graveolens): ha proprietà antiossidanti;• quercitina (flavonoide presente in mele, olive, uva, agrumi, frutti viola): ha proprietà

antiossidanti;• echinacoside (glicoside fenilpropanoidico, estratto dall’Echinacea angustifolia): ha

proprietà immunostimolanti, riepitelizzanti, rassodanti, rigeneranti ed elasticizzanti;• sostanze emollienti e idratanti: olio di mandorle dolci, olio di jojoba, burro di karité,

olio di acai;• sostanze che agiscono direttamente sul derma, aumentando il firming cutaneo: reti-

nolo, Panax ginseng, Centella asiatica, derivati vegetali di olivo, avocado, soia, alghe.

Consigli nutrizionali

Seguire una dieta regolare, sana, bilanciata e priva di eccessi è un rimedio alimentare importantissimo per rallentare, quanto possibile, il processo di invecchiamento cutaneo. Consumare tanta frutta e verdura, in quanto ricche di antiossidanti e di vitamine (soprat-tutto A, C ed E), riduce la formazione delle rughe. La cute di chi assume spesso frutta e verdura risulta visibilmente più elastica e giovane rispetto a quella di chi non assume regolarmente questi alimenti.

La vitamina A (retinolo) si trova solo in prodotti di origine animale: olio di fegato di pesce, fegato di mammiferi e, in minore quantità, in burro, latte, formaggio, uova. Le provitamine A, o carotenoidi, si trovano soprattutto nei vegetali verdi e nella buccia dei frutti, a cui dà colore.

La vitamina E è presente negli alimenti sotto forma di esteri del tocoferolo. All’inter-no dell’organismo si ritrova depositata principalmente a livello del fegato, del tessuto adiposo, dell’ipofisi, delle ghiandole surrenali, dell’utero e dei testicoli. La vitamina E si trova soprattutto negli oli vegetali, nel burro, nelle uova e nei cibi che contengono anche vitamina A, con la quale esercita un ruolo sinergico.

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Di vitamina PP o B3 sono ricchi i lieviti, i cereali, le verdure, la frutta fresca e anche secca, le carni, il pesce e il latte.

Se necessario, si può integrare la dieta con una supplementazione di omega 3 e omega 6. Alimenti come l’olio di semi di borragine, l’olio di pesce, l’olio di fegato di merluzzo, l’olio di canapa, l’olio di enotera e l’olio di semi di sesamo ne sono particolarmente ricche.

In commercio si trovano anche diversi integratori alimentari, utili per migliorare l’apporto nutritivo e per contrastare l’invecchiamento cutaneo. Gli integratori antirughe appartengono alla più vasta categoria dei nutricosmetici, che raggruppa tutti quei pro-dotti dietetici appositamente formulati per migliorare la salute e la bellezza della pelle. A loro volta, i nutricosmetici rientrano nella categoria dei nutraceutici, termine generico utilizzato per indicare gli alimenti e i prodotti alimentari o dietetici che contribuiscono a mantenere o migliorare lo stato di salute di un individuo, risultando utili a livello generale e/o nel trattamento o nella prevenzione di specifiche malattie. Un buon integratore anti-rughe deve fornire, da un lato, sostanze capaci di neutralizzare i radicali liberi presenti in eccesso, e dall’altro rallentare le alterazioni cutanee associate all’invecchiamento, fornen-do direttamente le sostanze necessarie al metabolismo cutaneo. Le fibre di collagene ed elastina, per esempio, vengono degradate da enzimi ad azione proteolitica denominati metalloproteinasi di matrice (MMP), la cui azione è favorita dallo stress ossidativo e ostacolata dalle sostanze antiossidanti.

Gli antiossidanti sono da anni bersaglio di innumerevoli ricerche atte a determinare il loro potenziale per la salute dell’uomo. La loro efficacia viene testata prevalentemente in vitro, ma non è detto che quanto accade in una provetta di laboratorio avvenga an-che all’interno dell’organismo; un antiossidante che subisce alterazioni digestive e/o non viene efficacemente assorbito a livello intestinale risulta pressoché inutile come principio attivo antiossidante/antirughe. Le molecole ad azione antiossidante che possono essere impiegate negli integratori antirughe sono particolarmente numerose e comprendono polifenoli (resveratrolo, epigallocatechine, quercitina ecc.), vitamine (in particolare vi-tamine A, C ed E), carotenoidi (precursori della vitamina A, tra cui il licopene) e molte altre sostanze (per esempio selenio, coenzima Q10, acido lipoico). Questi composti sono in grado di reagire con i radicali liberi riducendone la reattività e generando molecole meno pericolose, facilmente eliminabili dall’organismo. Non esiste un antiossidante uni-versale efficace e attivo contro tutti i tipi di radicali liberi; quindi è necessario combinare diversi antiossidanti complementari o sinergici. L’apporto dietetico delle macromolecole che compongono la matrice extracellulare e la sostanza fondamentale del derma (come collagene, acido ialuronico ed elastina) presenta un importante ostacolo legato ai processi digestivi. Trattandosi di macromolecole a base proteica e/o polisaccaridica, una volta in-gerite, subiscono vari processi digestivi che le scompongono nei nutrienti base, di fatto inattivandole. Per aggirare il problema della digestione gastrica delle macromolecole as-sunte per os è possibile inserire nell’integratore antirughe anche sostanze indispensabili alla loro sintesi all’interno dell’organismo. Prendendo sempre l’esempio del collagene, sappiamo per esempio che la vitamina C, il rame e lo zinco partecipano alla sua sintesi organica, così come gli estratti di Centella asiatica.

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Invecchiamento cutaneo nelle persone di cute scuraIndipendentemente dall’origine etnica, la perdita di volume è il principale segno di invecchiamento in tutto il mondo. Tuttavia nelle pelli più scure i segni dell’invecchiamento si presentano meno severi e iniziano a comparire in una fase più avanzata della vita. Ciò è dovuto al fatto che le pelli più scure contengono più melanina e sono meglio protette dai raggi UV. Mentre nelle pelli più chiare l’invecchiamento compare sotto forma di sottili rughette e di rughe, nelle pelli scure l’invecchiamento si manifesta con rughe profonde, principalmente nella zona nasolabiale. Una patologia unica della pelle nera ed estremamente frequente in età avanzata è la dermatosis papulosa nigra, che colpisce fino al 30% della popolazione afroamericana degli Stati Uniti. Essa si manifesta con piccole lesioni benigne che compaiono su tutto il viso.

Tutti i tipi di pelle necessitano di una protezione adeguata dai raggi UV, ma i livelli di protezione necessari variano in base al colore della pelle stessa. La pelle nera si abbronza naturalmente con i raggi UV, con un fattore di protezione medio dai raggi UVB di circa 13 contro il fattore 3 della pelle bianca. Nonostante il cancro della pelle sia meno frequente nella pelle nera, è necessario usare la protezione UV e si raccomanda di farlo.Gli individui con cute più scura dovrebbero chiedere consiglio al dermatologo anche prima di sottoporsi ai trattamenti laser o ai peeling chimici, poiché hanno un rischio maggiore di sviluppare iperpigmentazione postinfiammatoria.

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