Fondamenti di farmacognosia e fitoterapia - Farmacista33 · forma di gocce nasali. Attualmente, per...

13
223 Capitolo 16 Apparato respiratorio La fitoterapia rappresenta spesso un approccio effica- ce nel trattamento dei comuni disturbi dell’apparato respiratorio e può essere utile anche come supporto in caso di patologie più serie, come bronchite, enfisema e polmonite. Per le infezioni gravi è necessaria la terapia antibiotica e, sebbene la maggior parte degli antibio- tici sia costituita da prodotti naturali, il loro studio ri- chiede una trattazione a parte e non sarà affrontato in questa sede. Tuttavia, per raffreddori e infezioni virali simil-influenzali, decongestionanti (es. mentolo ed eu- calipto), fluidificanti ed espettoranti (come ipecacuana, timo e poligala), demulcenti (es. malva), antibatterici e antivirali (es. fiori di tiglio e di sambuco, pelargonio) e immunomodulatori (es. echinacea, Andrographis pani- culata) rappresentano rimedi popolari ed efficaci. Stati allergici come la febbre da fieno possono essere trattati con il farfaraccio, Petasites e, tradizionalmente, per la rinite allergica e batterica viene utilizzato un prepara- to a base di aglio ed echinacea. L’asma sta diventan- do sempre più diffusa per ragioni ancora sconosciute, ma è trattata in maniera efficace con farmaci potenti come steroidi e broncodilatatori per via inalatoria. Molti broncodilatatori sono di origine naturale (es. te- ofillina ed efedrina) o sono stati sviluppati da prodotti naturali. Anche se efedrina e pseudoefedrina sono te- oricamente controindicate nell’asma per i loro possi- bili effetti cardiovascolari, l’efedra ha una lunga storia d’uso senza effetti negativi evidenti; ciò è da attribuire ad altri componenti presenti nell’estratto totale. I far- maci antimuscarinici (es. atropina), che hanno effetti broncodilatatori e riducono anche le secrezioni, sono stati ampiamente soppiantati da derivati come l’ipra- tropio. Il sodio cromoglicato è un importante farmaco antiallergico, sviluppato a partire dalla kellina, capace di stabilizzare i mastociti e utilizzato per via inalatoria per il trattamento dell’asma. Gli antagonisti del fattore di attivazione delle piastrine (es. i ginkgolidi) hanno effetti antiallergici che possono essere utili nell’asma, ma non sono ancora utilizzati in terapia. Il ginkgo è trattato nel capitolo 16. Gli antagonisti dei leucotrieni sono stati introdotti recentemente nella terapia dell’a- sma e, sebbene non ci siano ancora composti naturali in uso, ne esistono molti (es. quercetina) provvisti di questa attività che potrebbero diventare disponibili in futuro. I sedativi della tosse sono molto popolari, an- che se la loro efficacia clinica è un po’ controversa; tra questi i più importanti sono la codeina e altri derivati dell’oppio. BRONCODILATATORI E DECONGESTIONANTI FARMACI SISTEMICI EFEDRA, EPHEDRA SPP. (EPHEDRAE HERBA) L’efedra, nota anche come Ma Huang (Ephedra sinica Stapf. e altre specie della famiglia Ephedraceae) è un antico medicamento cinese, ancora oggi utilizzato in tutto il mondo. È la fonte botanica da cui è stata isolata l’efedrina, un farmaco decongestionante e broncodila- tatore. Per tradizione, l’efedrina è utilizzata per trat- tare l’asma (vengono però preferiti farmaci ad azione più selettiva; N.d.C.) e la congestione nasale, sotto forma di gocce nasali. Attualmente, per la congestio- ne delle vie aeree si utilizza soprattutto la pseudo- efedrina, in quanto induce minori effetti stimolanti sul sistema nervoso centrale (SNC). La pianta di efe- dra è caratterizzata da esili steli verdi, uniti in rami di circa 20 elementi lunghi circa 15 cm e terminanti con un’estremità ricurva appuntita: la droga è costituita da queste parti. Le foglie sono ridotte a una guaina che avvolge il fusto.

Transcript of Fondamenti di farmacognosia e fitoterapia - Farmacista33 · forma di gocce nasali. Attualmente, per...

223

Capitolo 16

Apparato respiratorio

La fitoterapia rappresenta spesso un approccio effica-ce nel trattamento dei comuni disturbi dell’apparato respiratorio e può essere utile anche come supporto in caso di patologie più serie, come bronchite, enfisema e polmonite. Per le infezioni gravi è necessaria la terapia antibiotica e, sebbene la maggior parte degli antibio-tici sia costituita da prodotti naturali, il loro studio ri-chiede una trattazione a parte e non sarà affrontato in questa sede. Tuttavia, per raffreddori e infezioni virali simil-influenzali, decongestionanti (es. mentolo ed eu-calipto), fluidificanti ed espettoranti (come ipecacuana, timo e poligala), demulcenti (es. malva), antibatterici e antivirali (es. fiori di tiglio e di sambuco, pelargonio) e immunomodulatori (es. echinacea, Andrographis pani-culata) rappresentano rimedi popolari ed efficaci. Stati allergici come la febbre da fieno possono essere trattati con il farfaraccio, Petasites e, tradizionalmente, per la rinite allergica e batterica viene utilizzato un prepara-to a base di aglio ed echinacea. L’asma sta diventan-do sempre più diffusa per ragioni ancora sconosciute, ma è trattata in maniera efficace con farmaci potenti come steroidi e broncodilatatori per via inalatoria. Molti broncodilatatori sono di origine naturale (es. te-ofillina ed efedrina) o sono stati sviluppati da prodotti naturali. Anche se efedrina e pseudoefedrina sono te-oricamente controindicate nell’asma per i loro possi-bili effetti cardiovascolari, l’efedra ha una lunga storia d’uso senza effetti negativi evidenti; ciò è da attribuire ad altri componenti presenti nell’estratto totale. I far-maci antimuscarinici (es. atropina), che hanno effetti broncodilatatori e riducono anche le secrezioni, sono stati ampiamente soppiantati da derivati come l’ipra-tropio. Il sodio cromoglicato è un importante farmaco antiallergico, sviluppato a partire dalla kellina, capace di stabilizzare i mastociti e utilizzato per via inalatoria per il trattamento dell’asma. Gli antagonisti del fattore di attivazione delle piastrine (es. i ginkgolidi) hanno

effetti antiallergici che possono essere utili nell’asma, ma non sono ancora utilizzati in terapia. Il ginkgo è trattato nel capitolo 16. Gli antagonisti dei leucotrieni sono stati introdotti recentemente nella terapia dell’a-sma e, sebbene non ci siano ancora composti naturali in uso, ne esistono molti (es. quercetina) provvisti di questa attività che potrebbero diventare disponibili in futuro. I sedativi della tosse sono molto popolari, an-che se la loro efficacia clinica è un po’ controversa; tra questi i più importanti sono la codeina e altri derivati dell’oppio.

BRONCODILATATORI E DECONGESTIONANTI

FARMACI SISTEMICI

EFEDRA, EPHEDRA SPP. (EPHEDRAE HERBA)

L’efedra, nota anche come Ma Huang (Ephedra sinica Stapf. e altre specie della famiglia Ephedraceae) è un antico medicamento cinese, ancora oggi utilizzato in tutto il mondo. È la fonte botanica da cui è stata isolata l’efedrina, un farmaco decongestionante e broncodila-tatore. Per tradizione, l’efedrina è utilizzata per trat-tare l’asma (vengono però preferiti farmaci ad azione più selettiva; N.d.C.) e la congestione nasale, sotto forma di gocce nasali. Attualmente, per la congestio-ne delle vie aeree si utilizza soprattutto la pseudo- efedrina, in quanto induce minori effetti stimolanti sul sistema nervoso centrale (SNC). La pianta di efe-dra è caratterizzata da esili steli verdi, uniti in rami di circa 20 elementi lunghi circa 15 cm e terminanti con un’estremità ricurva appuntita: la droga è costituita da queste parti. Le foglie sono ridotte a una guaina che avvolge il fusto.

23_FARMA_Ch16_223_235.indd 223 27/11/14 15:00

Parte B Principali droghe vegetali e composti puri impiegati in farmacia e in medicina224

efedradine, mahuannine e maokonina - producono ef-fetti ipotensivi lievi; tuttavia, sia la droga sia gli alcaloi-di puri dovrebbero essere evitati nei pazienti ipertesi, come anche in caso di tireotossicosi, glaucoma ad ango-lo chiuso e ritenzione urinaria. Le dosi terapeutiche del-la droga sono calcolate in modo da fornire un apporto fino a 30 mg di alcaloidi, espressi come efedrina.

TEOFILLINA

La teofillina (Fig. 16.2) è una xantina di origine natu-rale, presente in droghe come cacao (Theobroma cacao), caffè (Coffea spp.) e tè (Camellia sinensis), utilizzata quasi sempre come composto puro. È indicata nel trat-tamento dell’ostruzione reversibile delle vie aeree, in particolare negli attacchi acuti di asma. A causa dello stretto margine terapeutico e dell’emivita molto varia-bile da paziente a paziente, la somministrazione di teo-fillina deve essere attentamente monitorata soprattut-to nei fumatori, nei pazienti con insufficienza cardiaca o che assumono altri farmaci contemporaneamente. La dose abituale negli adulti è di 125-250 mg, tre volte al giorno, la metà nei bambini.

Gli effetti collaterali includono tachicardia e palpi-tazioni, nausea e altri disturbi gastrointestinali. Le pre-parazioni a rilascio prolungato consentono di limitare gli effetti collaterali e rappresentano la forma farma-ceutica più comune dei prodotti a base di teofillina.

PREPARATI PER VIA INALATORIA

Le droghe contenenti oli essenziali sono spesso utiliz-zate per le loro proprietà decongestionanti insieme a composti aromatici (soprattutto canfora) per frizioni toraciche, suffumigi o spray nasali. Gli oli essenzia-li sono particolarmente utili per neonati, bambini, asmatici e donne in gravidanza, per i quali i decon-gestionanti sistemici possono non essere appropriati. Possono anche essere assunti per via orale, in pastiglie, tavolette o “caramelle per la tosse”. Si utilizzano fre-quentemente gli oli essenziali ottenuti per distillazione dalle parti aeree di specie di Pinaceae (la famiglia del

Costituenti

Gli alcaloidi sono presenti fino a circa il 3%, ma il contenuto è molto variabile; il principale alcaloide è la (-)-efedrina (Fig. 16.1), insieme a molti altri come (+)-pseudoefedrina, norefedrina, norpseudoefedrina, efedrossano, N-metilefedrina, maokonina, transtorina e le efedradine A-D. Altri componenti sono i derivati della catechina, mentre i diterpeni, tra cui efedrannina A e mahuannina A, sono stati isolati da altre specie di Ephedra.

Usi terapeutici ed evidenze scientifiche

L’efedra è stata usata fin dall’antichità in Cina per l’a-sma e la febbre da fieno, come broncodilatatore, sim-paticomimetico e come stimolante del SNC e cardiaco. In fitoterapia può essere usata anche per il trattamento di enuresi, allergie, narcolessia e altri disturbi ed è sta-ta osservata anche un’attività antinfiammatoria. L’efe-drina è utilizzata sotto forma di sciroppo e gocce na-sali; trova impiego anche nel trattamento di alcuni tipi di bradicardia, per aumentare la frequenza cardiaca. La pseudoefedrina, l’isomero destrogiro dell’efedrina, prodotto per via sintetica, è generalmente il composto di scelta nei preparati a base di alcaloidi puri. Efedra, efedrina e pseudoefedrina sono oggetto di monografie della Farmacopea Europea (Eur. Ph.). L’efedra è utiliz-zata come antiallergico: evidenze sperimentali hanno dimostrato che stimola la produzione di immunoglo-bulina A nelle placche di Peyer e blocca l’attivazione del complemento attraverso le due vie, classica e al-ternativa.

Rischi tossicologici

La droga è stata oggetto di abuso come supplemento nelle diete dimagranti e come ausilio ad azione ergoge-nica nello sport e nell’atletica, con potenziali rischi per la salute (Fleming 2008). Ipertensione, disturbi cardio-vascolari e un caso di riacutizzazione di epatite sono esempi di eventi avversi osservati a dosaggi elevati. L’assorbimento di efedrina e pseudoefedrina è più lento dopo assunzione orale della droga rispetto ai preparati contenenti alcaloidi puri, mentre gli altri componenti -

HN

CH3

CH3

OH

Pseudoefedrina

H

H

HN

CH3

CH3

OH

Efedrina

HN

N N

N

O

O

H

Me

Me

TeofillinaFigura 16.1 Figura 16.2

23_FARMA_Ch16_223_235.indd 224 27/11/14 15:00

Capitolo 16 Apparato respiratorio 225

Usi terapeutici ed evidenze scientifiche

L’olio essenziale è antisettico, antispastico, espettoran-te, stimolante respiratorio e repellente per gli insetti. È un rimedio tradizionale degli aborigeni australiani per tosse, raffreddore e bronchite. Può essere assunto in piccole dosi (0,05-0,2 mL) come componente di misce-le per la tosse, caramelle e pastiglie, o per via inalato-ria; viene applicato esternamente come linimento, un-guento o “massaggio aromatico”. L’estratto delle foglie e l’olio essenziale hanno effetti antisettici ben definiti contro una varietà di batteri e lieviti. L’olio è anche in-settifugo e larvicida ed è impiegato in prodotti farma-ceutici per queste proprietà, nonché in dentifrici e co-smetici per le proprietà antisettiche e aromatizzanti. È ampiamente utilizzato in formulazioni decongestio-nanti per via inalatoria, come per esempio la formulazio-ne Menthol and Eucalyptus Inhalation BP (British National Formulary). L’olio di eucalipto è irritante e, sebbene sia sicuro per via inalatoria, deve essere usato con cautela per via interna in quanto sono stati riportati eventi fatali.

MENTOLO

Il mentolo è un monoterpene (Fig. 16.4) che si estrae dagli oli di menta, Mentha spp. (soprattutto M. arven-sis) oppure si può produrre per via sintetica. L’olio es-senziale di menta piperita viene utilizzato in miscele vegetali per il trattamento del raffreddore e dell’in-fluenza (così come le coliche ecc.; vedi Cap. 14); tut-tavia, il mentolo puro è un efficace decongestionante, utilizzato negli spray nasali e per inalazione. Può esse-re irritante e tossico in caso di sovradosaggio, ma alle dosi normali è generalmente ben tollerato.

ANTIALLERGICI

Sebbene molti flavonoidi possiedano proprietà antial-lergiche, essi non sono mai risultati potenti come gli antistaminici di sintesi, quali cetirizina, desloratidina, fexofenadina o clorfeniramina. Recentemente, tuttavia, un estratto di farfaraccio (vedi di seguito) ha mostra-

pino), per esempio il comune pino mugo (Pinus mugo), il larice comune (Larix decidua) e l’abete (Abies spp.), e di Myrtaceae australiane (es. eucalipto e tea-tree oil). Questi oli essenziali possono essere utilizzati anche per bagni di vapore.

CANFORA

La canfora (Fig. 16.3), un prodotto puro di origine na-turale, si ricava dall’albero della canfora (Cinnamomum camphora T. Nees et Eberm., Lauraceae), di origine asia-tica. È spesso utilizzata come stimolante respiratorio e decongestionante in associazione con altre droghe contenenti oli essenziali.

La canfora ha effetti antisettici, fluidificanti e decon-gestionanti. In passato veniva assunta a piccole dosi per raffreddore, diarrea e altri disturbi, ma attualmen-te si usa solo per via esterna.

Rischi tossicologici

La canfora è stata utilizzata per molti anni; tuttavia, l’“olio canforato” è stato recentemente ritirato dal commercio poiché, se usato in grandi quantità, può essere assorbito attraverso la pelle provocando tossi-cità sistemica. L’overdose provoca vomito, convulsio-ni e palpitazioni e può essere fatale. Tuttavia, se usato esternamente in dosi terapeutiche, è generalmente ben tollerato.

OLIO ESSENZIALE DI EUCALIPTO, EUCALYPTUS SPP. (EUCALYPTI AETHEROLEUM)

Eucalyptus globulus Labill. e altre specie (Myrtaceae) producono un olio molto caratteristico ampiamente usato come decongestionante e fluidificante. Le foglie sono falciformi, lunghe 10-15 cm e larghe circa 3 cm, brevemente picciolate e arrotondate alla base, con nu-merose ghiandole oleose trasparenti.

Costituenti

L’olio contiene 1,8-cineolo (eucaliptolo; Fig. 16.4.) come componente maggiore, insieme a terpineolo, α-pinene, p-cimene, piccole quantità di ledolo, aromadendrene, viridoflorolo, aldeidi, chetoni e alcoli.

O

CanforaFigura 16.3

OH

(–)-Mentolo1,8-Cineolo

O

Figura 16.4

23_FARMA_Ch16_223_235.indd 225 27/11/14 15:00

Parte B Principali droghe vegetali e composti puri impiegati in farmacia e in medicina226

tuale è una quantità di estratto corrispondente a 5-7 g di foglie o di radice. Gli alcaloidi debbono essere pre-senti in quantità trascurabili oppure vanno rimos-si, come avviene nel prodotto commerciale che è un “estratto speciale”. L’assunzione massima di alcaloidi dovrebbe essere inferiore a 1 mg al giorno per meno di 6 settimane l’anno.

VISNAGA, AMMI VISNAGA (L.) LAM.

Nota anche come “pianta stuzzicadenti” poiché i pic-cioli legnosi possono essere utilizzati per questo scopo, la visnaga (Apiaceae) è una pianta erbacea annua che raggiunge 1,5 m di altezza, con foglie filiformi divise in segmenti e tipiche infiorescenze a ombrella. La dro-ga è rappresentata dai frutti, che sono molto piccoli, di forma ovoidale e solitamente si trovano come me-ricarpi separati di colore marrone-grigiastro. La droga ha una lunga storia d’impiego in Medio Oriente, in particolare in Egitto, come antispasmodico in caso di coliche renali, per l’asma e come vasodilatatore coro-narico per l’angina.

Costituenti

I componenti attivi sono furanocumarine, di cui la più importante è la kellina (Fig. 16.5), insieme a visnagina, visnadina e kellol glucoside.

Usi terapeutici ed evidenze scientifiche

Kellina, visnadina e visnagina sono vasodilatatori con attività calcioantagonista e spasmolitica. La kellina è stata il composto di partenza per lo sviluppo di alcuni importanti derivati semisintetici quali il cromoglicato di sodio, ampiamente usato nella profilassi di asma, febbre da fieno e altre condizioni allergiche, spesso in formulazioni inalatorie o come collirio. È stata anche la struttura di base per lo sviluppo di due farmaci cardio-vascolari: la nifedipina (calcio-antagonista e vasodila-tatore) e l’amiodarone (antiaritmico).

to di possedere un’attività pari a quella della cetirizina. Con questa pianta, tuttavia, si pone il problema degli alcaloidi tossici che, se presenti, devono essere rimossi; quindi la droga non può essere utilizzata per prepara-zioni estemporanee senza la supervisione di personale qualificato. Per l’asma sono stati ampiamente utilizzati farmaci ad azione rilassante la muscolatura liscia, tra cui la kellina (usata in particolare nell’area mediterra-nea e isolata da Ammi visnaga) che è stata studiata come prototipo da sviluppare; un derivato, il sodio cromogli-cato, ha mostrato effetti antiallergici (vedi di seguito).

FARFARACCIO, PETASITES HYBRIDUS L.

Petasites hybridus (sin. P. vulgaris, Tussilago petasites, Compositae) è una pianta perenne comune nelle zone umide di tutta Europa, con grandi foglie cuoriformi e lanuginose nella pagina inferiore e fiori tubulosi, di co-lore rosa-lilla, che si aprono in primavera prima della comparsa delle foglie. Vengono utilizzate la radice e le foglie.

Costituenti

Il farfaraccio contiene lattoni sesquiterpenici (eremo-finolidi), tra cui una serie di petasine e isopetasine, neopetasina, petasalbina, furanopetasina, petasinolidi A e B e flavonoidi, tra cui glicosidi dell’isoquercetina. Possono essere presenti alcaloidi pirrolizidinici tossici (senecionina, integerrimina, senkirkina, petasitina e neopetasitina), di solito in concentrazioni più elevate nella radice.

Usi terapeutici ed evidenze scientifiche

Il farfaraccio è tradizionalmente utilizzato come rime-dio per asma, raffreddore, mal di testa e disturbi del tratto urinario. È usato come antistaminico per la rini-te allergica stagionale; un recente studio di confronto, randomizzato, in doppio cieco su 125 pazienti per oltre 2 settimane di trattamento, ha mostrato che l’estratto di farfaraccio è potente come la cetirizina. L’attività antinfiammatoria è dovuta principalmente al conte-nuto in petasina. Gli estratti di farfaraccio inibiscono la sintesi dei leucotrieni, sono spasmolitici, riducono l’infiammazione delle vie aeree di origine allergica e l’iperresponsività delle vie aeree (AHR) inibendo la produzione delle citochine IL-4 e IL-5 da parte dei linfociti Th2 e le chemochine RANTES, supportan-done in questo modo l’impiego nell’asma. È stato anche suggerito l’utilizzo del farfaraccio nella pro-filassi dell’emicrania, ma sono necessarie ulteriori evidenze di efficacia (Agosti et al. 2006). La dose abi-

Kellina

O O CH3

OOCH3

OCH3

Figura 16.5

23_FARMA_Ch16_223_235.indd 226 27/11/14 15:00

Capitolo 16 Apparato respiratorio 227

eccessive possono indurre effetti collaterali quali mal di stomaco e tinnito, a causa del contenuto di salicilati.

TIMO E TIMO SELVATICO, THYMUS VULGARIS L. E THYMUS SERPYLLUM L. (THYMI HERBA E SERPYLLI HERBA)

Il timo (Thymus vulgaris), detto anche timo comune, e il timo serpillo (T. serpyllum, Lamiaceae) sono specie indi-gene dell’Europa, in particolare della regione del Me-diterraneo, e sono ampiamente coltivate. Sono piante erbacee piccole e cespugliose, con foglioline ellittiche, di colore verde-grigio, brevemente picciolate. Quelle di timo comune sono lunghe fino a circa 6 mm, larghe 0,5-2 mm, con margini interi arrotolati verso il basso. Le foglie di timo selvatico sono leggermente più ampie e i margini non sono arrotolati; presentano inoltre lunghi peli alla base. Dal punto di vista microscopico, le piante sono simili e presentano entrambe i peli ghiandolari ca-ratteristici delle Lamiaceae; le differenze, piuttosto sot-tili, sono descritte nella Farmacopea Europea. Entrambe le specie hanno un odore caratteristico di timolo e ven-gono impiegate in cucina come piante aromatiche.

Costituenti

La componente attiva è data dall’olio volatile, che con-tiene timolo come costituente principale, con quantità minori di carvacrolo, 1,8-cineolo, borneolo, timolo me-til etere e α-pinene. Tuttavia, si ritiene che i flavonoidi (apigenina, luteolina, timonina ecc.) e gli acidi polife-nolici (labiatico, rosmarinico e caffeico) contribuiscano agli effetti antinfiammatori e antimicrobici.

Usi terapeutici ed evidenze scientifiche

Il timo e l’olio essenziale di timo sono droghe carmi-native, antisettiche, antitosse, espettoranti e spasmoli-tiche e, in quanto tali, sono utilizzate per il trattamento di tosse, bronchite, sinusite, pertosse e disturbi respi-ratori similari. Si ritiene che gran parte dell’attività sia dovuta al timolo, che è espettorante e fortemente antisettico. Timolo e carvacrolo sono spasmolitici e la frazione flavonoidica ha uno spiccato effetto sulla muscolatura liscia isolata di trachea e ileo di cavia. Il timolo (Fig. 24.1) è un comune componente di collu-tori e dentifrici per le sue proprietà antisettiche e deo-doranti. L’olio essenziale può essere assunto in piccole dosi di non oltre 0,3 mL, a meno che non sia incluso in un collutorio, che non è destinato a essere ingerito in quantità significativa.

Il timolo è irritante e tossico se assunto a dosi eleva-te e dovrebbe essere usato con cautela.

ESPETTORANTI E MUCOLITICI

Lo scopo di queste droghe è ridurre la viscosità del muco per consentire l’espettorazione nei casi di infezio-ni delle vie respiratorie. Frequentemente si utilizzano gli oli essenziali insieme a composti aromatici espettoranti come la canfora. Molte droghe espettoranti entrano nel-la composizione di preparati per la tosse e, sebbene sia difficile dimostrarne l’efficacia, il loro impiego è molto diffuso. Sono tutte utilizzate per tosse e raffreddore, bronchite e sinusite, di solito in associazione ad altri de-congestionanti, emollienti, analgesici e, occasionalmen-te, antibiotici. Alcune di queste droghe contengono oli essenziali e salicilati (es. gemme di pioppo, timo) o an-che i decongestionanti descritti sopra (eucalipto, mento-lo), altre contengono saponine (es. poligala, edera).

BALSAMO DI GILEAD (GEMME DI PIOPPO), POPULUS SPP.

Le gemme di pioppo (da varie specie di Populus, tra cui P. candicans Ait., P. gileadensis Rouleau, P. balsamifera L. e P. nigra L., Salicaceae) sono raccolte in primavera prima dell’apertura. P. gileadensis e P. nigra sono specie coltivate in Europa, le altre nel Nord America. Le gem-me di tutte le specie sono simili, lunghe circa 2 cm, lar-ghe 0,5 cm, con strette squame marroni sovrapposte; le squame interne sono vischiose e resinose. Si utilizza anche la corteccia.

Costituenti

Tutte le specie contengono glicosidi fenolici, quali sali-cina (glucoside dell’alcol salicilico), populina (benzoil salicina) e un olio volatile contenente α-cariofillene, ci-neolo, bisabolene e farnesene. Sono stati isolati anche flavonoidi (pinocembrina e pinobanksina) e, almeno in P. nigra, lignani derivati dell’isolariciresinolo.

Usi terapeutici ed evidenze scientifiche

Il balsamo di Gilead ha proprietà espettoranti, stimo-lanti respiratorie, antipiretiche e analgesiche. È un co-mune ingrediente di miscele vegetali per la tosse e di unguenti per dolori muscolari e reumatici. I glicosidi fenolici (es. salicina) e i componenti dell’olio essenziale hanno attività antisettica ed espettorante. Sono dispo-nibili poche evidenze di efficacia, ma il preparato ha una lunga tradizione d’impiego. La corteccia di diver-se specie di pioppo è utilizzata, analogamente a quella di salice, come rimedio antireumatico.

Il balsamo di Gilead è generalmente non tossico, fat-ta eccezione per i soggetti allergici ai salicilati. Quantità

23_FARMA_Ch16_223_235.indd 227 27/11/14 15:00

Parte B Principali droghe vegetali e composti puri impiegati in farmacia e in medicina228

nina, idrossisenegina, acido poligalico e acido senege-nico e comprendono: E- e Z-senegine II, III e IV; E- e Z-senegasaponine a, b e c; altre saponine.

Usi terapeutici ed evidenze scientifiche

La poligala è utilizzata principalmente in caso di bron-chite cronica, catarro, asma e laringite. Le saponine sono i componenti attivi, come in altri preparati vege-tali ad azione mucolitica, e la droga solitamente viene assunta per via orale come infuso. Le saponine hanno anche proprietà immunostimolanti verso proteine e antigeni virali e mostrano meno tossicità delle sapo-nine della quillaja; sono inoltre antinfiammatorie e antisettiche. Gli estratti di poligala, le senegasaponine e le senegine sono ipoglicemizzanti nei roditori; le se-negasaponine inibiscono l’assorbimento dell’alcol e le senegine hanno anche proprietà antitumorali e antian-giogeniche in vitro (Arai et al. 2011). La dose abituale è pari a 0,5-1 g di radice in polvere.

Le saponine sono irritanti ed emolitiche, ma se assun-te per via orale non sembrano porre problemi rilevanti. Nausea e vomito sono gli effetti collaterali più comuni e, considerando gli altri effetti farmacologici, è necessario prestare attenzione nel somministrare poligala in dosi elevate o a soggetti sensibili a questi composti.

EDERA, HEDERA HELIX L. (HEDERAE FOLIUM)

L’edera è una droga ad azione espettorante contenente saponine. È una pianta comune in Europa, ma è pre-sente anche in Asia settentrionale e orientale ed è or-mai naturalizzata in America. Hedera helix (Araliaceae) ha foglie coriacee verde scuro, lucide, con 3-4 lobi triangolari. I frutti sono piccole bacche nere-violacee e globulari, con l’anello del calice visibile all’apice. Nel-le preparazioni si possono utilizzare sia le foglie sia i frutti. Le bacche sono tossiche per ingestione.

Costituenti

I componenti attivi sono saponine derivate struttural-mente dall’acido oleanolico, in particolare bayogenina ed ederagenina, comprese le ederasaponine (o edera-cosidi) B, C e D, ed α- e β-ederina, il poliacetilene falca-rinolo e anche flavonoidi.

Usi terapeutici ed evidenze scientifiche

Gli estratti di edera vengono usati come espettoranti in preparati per il trattamento di bronchite e catarro. Le saponine e le sapogenine sono i principali compo-nenti attivi; hanno azione espettorante e antimicotica.

SALVIA, SALVIA OFFICINALIS L. (SALVIAE FOLIUM) E SALVIA SPP.

La salvia (Salvia officinalis L., Lamiaceae) è una specie in-digena dell’Europa, in particolare della regione del Medi-terraneo, ed è ampiamente coltivata. La salvia spagnola è S. officinalis subspp. lavandulifolia (Vahl) Gams; la salvia greca è S. triloba L. fil. Le foglie sono picciolate, lunghe 3-5 cm e larghe 1-2,5 cm, ovate o lanceolate e arrotondate alla base e all’apice. Ha un odore forte e caratteristico ed è ampiamente utilizzata come spezia alimentare.

Costituenti

La salvia contiene un olio volatile, con α- e β-tujone come componenti principali (solitamente circa 50%), cineolo, borneolo, canfora, 2-metil-3-metilen-5-eptene e altri componenti. La salvia spagnola non contiene tujone; la salvia greca ne contiene solo piccole quantità. Sono presenti diterpeni amari quali picrosalvina (car-nosolo) e acido carnosolico, derivati abietanici chia-mati roileanoni, flavonoidi come salvigenina, genk- wanina, luteolina e derivati, insieme agli acidi polife-nolici salvianolico e rosmarinico e agli acidi caffeici.

Usi terapeutici ed evidenze scientifiche

L’infuso di salvia è impiegato per gargarismi o come collutorio per il trattamento di faringiti, tonsilliti, gengiviti, ulcere della bocca e altri disturbi simili. Gli estratti e l’olio essenziale di salvia hanno mostrato pro-prietà antimicrobiche. I flavonoidi e gli acidi fenolici hanno attività antivirale e antinfiammatoria. Si ritiene che la salvia sia in grado di migliorare la memoria. Ciò è supportato da alcune evidenze di efficacia clinica e dall’attività anticolinesterasica posseduta dalla salvia (Scholey et al. 2008).

POLIGALA, POLYGALA SENEGA L. (POLYGALAE RADIX)

La poligala (Polygala senega L., Polygalaceae) è una spe-cie nativa degli Stati Uniti. Nella Medicina cinese, per poligala si intende anche P. tenuifolia Willd.; entrambe le specie sono utilizzate in maniera analoga. La radice è di colore grigio-giallastro chiaro con una corona no-dosa, da cui partono cauli sottili, che portano residui di foglie rudimentali e gemme.

Costituenti

I componenti attivi sono saponine triterpeniche la cui miscela è generalmente nota come “senegina”. Le sa-ponine contengono gli agliconi presenegenina, senege-

23_FARMA_Ch16_223_235.indd 228 27/11/14 15:00

Capitolo 16 Apparato respiratorio 229

espettoranti, antisettici ed emollienti. Il balsamo del Tolù è un componente del balsamo del Frate, utilizzato sotto forma di vapori per inalazione e anche come pro-tettivo in formulazioni dermatologiche. L’attività an-timicrobica è dovuta al contenuto in benzil benzoato e benzil cinnamato. Analogamente ad altre oleoresine può causare reazioni allergiche.

IPECACUANA, CEPHAELIS IPECACUANHA A. RICH E C. ACUMINATA KARSTEN (IPECACUANHAE RADIX)

L’ipecacuana è ottenuta da radice e rizoma di Cephaelis ipecacuanha e C. acuminata (Rubiaceae). C. ipecacuanha (sin. Psychotria ipecacuanha Stokes) è denominata ipeca-cuana di Rio, ipecacuana del Mato Grosso e ipecacua-na del Brasile, mentre per C. acuminata si utilizzano le denominazioni di ipecacuana di Cartagena, di Nicara-gua e di Panama. Sono specie originarie dell’America tropicale centrale e meridionale e coltivate nell’Asia meridionale. La radice di C. ipecacuanha è sottile, con-torta e bruno-rossastra, di circa 4 mm di diametro, con un caratteristico aspetto ad anelli. C. acuminata è più grande, con meno anelli. La radice può essere identifi-cata al microscopio mediante le caratteristiche trachei-di, i vasi dello xilema con punteggiature areolate e i rafidi di ossalato di calcio (vedi Eur. Ph.).

Costituenti

Entrambe le specie contengono alcaloidi isochinolinici come principi attivi, solitamente circa 2-3%. I più im-portanti sono emetina (Fig. 16.6) e cefelina, insieme a psicotrina e altri.

Usi terapeutici ed evidenze scientifiche

L’estratto di ipecacuana, grazie alla sua attività espet-torante, è un componente di molte preparazioni per la

Sono stati condotti solo pochi studi clinici, pertanto sono necessarie ulteriori indagini (Holzinger e Chenot 2011). Uno studio ha mostrato che, dopo 7 giorni di terapia con un estratto secco di foglie di edera, il 95% dei pazienti presentava miglioramento dei sintomi o guarigione: il preparato era sicuro e ben tollerato e nel complesso l’incidenza di eventi avversi, consistenti principalmente in disturbi gastrointestinali, era del 2,1% (Fazio et al. 2009).

Le saponine e le frazioni flavonoidiche possiedono entrambe effetti spasmolitici.

È stato ipotizzato uno specifico meccanismo d’a-zione delle saponine nei disturbi respiratori: l’edera-coside C (convertito in α-ederina dalle esterasi), come anche il suo aglicone ederagenina, agisce sui recettori β2-adrenergici accoppiati alle proteine G delle cellule epiteliali polmonari, inducendo un effetto β2-simpa- ticomimetico (Hegener 2004). Gli estratti di edera so-vente sono utilizzati, con qualche successo, in prepa-razioni cosmetiche per il trattamento della cellulite. Le saponine dell’edera sono molto studiate per le loro proprietà antileishmaniosi, molluschicide, antimuta-gene, antitrombiniche e anticlastogene. La dose usuale come espettorante è di 0,3 g di droga o equivalente.

Come tutti i preparati contenenti saponine, l’edera può essere irritante e allergenica. Questi effetti sono an-che dovuti, almeno in parte, al contenuto di falcarinolo.

BALSAMO DEL TOLÙ, MYROXYLON BALSAMUM L. (BALSAMUM TOLUTANUM)

La resina, raccolta per incisione della corteccia e dell’al-burno di Myroxylon balsamum (Fabaceae), è di colore marrone chiaro, profumata, morbida a caldo e friabile a freddo. Ha un gradevole odore dolciastro, aromatico, simile a quello di vaniglia.

Costituenti

I principali componenti del balsamo del Tolù sono gli acidi cinnamico e benzoico, i loro esteri come benzil benzoato e cinnamil cinnamato, ed esteri con gli alcoli della componente resinosa tra cui coniferil e idroconi-feril benzoato.

Usi terapeutici ed evidenze scientifiche

Il balsamo del Tolù ha proprietà espettoranti, stimo-lanti respiratorie e antisettiche. Viene usato in prepa-rati e caramelle per la tosse e come base per pasticche. Sebbene non vi siano evidenze cliniche recenti, mol-ti balsami vengono utilizzati per scopi analoghi ed è generalmente accettato che abbiano un’utilità come

N

CH2

CH2CH3

NOCH3

H3CO

H3CO

OCH3

H

H

EmetinaFigura 16.6

23_FARMA_Ch16_223_235.indd 229 27/11/14 15:00

Parte B Principali droghe vegetali e composti puri impiegati in farmacia e in medicina230

La codeina ha proprietà sedative e costipanti. A dosi elevate può causare depressione respiratoria e non deve essere usata in caso di insufficienza epatica o renale. È anche suscettibile di abuso e, in molti paesi, è disponibile solo su prescrizione medica.

DROGHE VEGETALI DI USO GENERALE NEL RAFFREDDORE E NELL’INFLUENZA

Alcune di queste droghe hanno attività antivirale e antinfiammatoria, altre sono demulcenti o immuno-stimolanti e molte posseggono diverse di queste pro-prietà. Vengono usate spesso in associazione con altri componenti in tisane per il trattamento di supporto o sintomatico delle malattie respiratorie.

DEMULCENTI ED EMOLLIENTI

Per ottenere un sollievo dai sintomi del raffreddore e dell’influenza vengono impiegate molte tisane, costi-tuite in particolare da fiori e foglie. Alcune sono dia-foretiche (inducono sudorazione), altre antinfiamma-torie e analgesiche, altre sono mucillaginose e lenitive, e molte hanno proprietà antivirali per la presenza di composti polifenolici. Sono utilizzate come misura ge-nerale di supporto e di solito hanno un gusto grade-vole. Oltre alle piante qui trattate, possono essere uti-lizzati nei disturbi respiratori altri preparati vegetali ricchi di mucillagini, per esempio il lichene islandico, ottenuto da Cetraria islandica (L.) Ach. (Parmeliaceae).

TOSSILAGGINE COMUNE, TUSSILAGO FARFARA L. (TUSSILAGINIS FOLIUM)

La tossilaggine comune (Asteraceae), nota anche come farfara, è una pianta spontanea che cresce in zone umide, è comune in Gran Bretagna e in Europa. I fiori appaiono all’inizio della primavera, prima delle foglie. Le foglie sono rotondeggianti, con margine angoloso e dentato, di colore verde nella pagina superiore e rivestite, nella pagina inferiore, di lunghi peli bianchi aggrovigliati. I fiori sono di colore giallo brillante, con un caratte-ristico peduncolo a squame. Si utilizzano sia le foglie sia i fiori.

Costituenti

Il componente principale è una mucillagine compo-sta di polisaccaridi acidi, con flavonoidi, triterpeni e steroli. Gli alcaloidi pirrolizidinici, tra cui senkirkina,

tosse, come sciroppo o come pasticche. È anche noto come emetico ed è stato impiegato per indurre il vomi-to in caso di sovradosaggio di farmaci, in particolare nei bambini; questo uso, tuttavia, è molto controverso (Quang e Woolf 2000). Gli alcaloidi sono amebicidi, ma l’effetto emetico ne limita l’impiego. L’uso di ipecacua-na come espettorante ha una scarsa evidenza di effica-cia clinica ma una lunga tradizione. L’estratto di ipe-cacuana Ipecacuanha Liquid Extract BP è somministrato alla dose di 0,25-1 mL (la Farmacopea Ufficiale Italiana XII ed. riporta la preparazione “Ipecacuana sciroppo emetico” che rientra tra le sostanze medicinali di cui le farmacie debbono essere provviste obbligatoriamente [Tabella N. 2]; N.d.C.).

L’ipecacuana ad alte dosi induce vomito e gli alca-loidi sono citotossici.

SEDATIVI DELLA TOSSE

La tosse è un atto riflesso e un sintomo di altre malattie come asma e raffreddore. I sedativi della tosse posso-no essere utili, ma non dovrebbero essere utilizzati nei casi in cui è necessaria l’espettorazione, per esempio per evitare la ritenzione del catarro. Non sono racco-mandati nei bambini piccoli, altamente suscettibili alla depressione respiratoria causata da oppiacei. Codeina e oppioidi semisintetici come il destrometorfano sono i sedativi della tosse più comuni; in casi gravi, come nel cancro polmonare, possono essere utilizzati oppioidi analgesici più potenti.

CODEINA

Sebbene sia presente nell’oppio (Papaver somniferum), la codeina (Fig. 16.7) nel trattamento della tosse è uti-lizzata generalmente come alcaloide purificato, sotto forma di sale (di solito fosfato), formulata in sciroppo, alla dose di 5-10 mg ogni 4 ore. Nel trattamento della diarrea e del dolore, la dose è molto più elevata (fino a 240 mg al giorno ripartiti in più dosi).

HO

H3CO

ON

CH3H

CodeinaFigura 16.7

23_FARMA_Ch16_223_235.indd 230 27/11/14 15:00

Capitolo 16 Apparato respiratorio 231

jannis et al. 2010). L’effetto è stato attribuito a un au-mento della produzione di citochine, nonché a un’a-zione antivirale diretta. La dose abituale è di circa 3 g di fiori in infusione in 150 mL di acqua calda. I fiori di sambuco non sono tossici e non sono stati riportati effetti indesiderati. Sia i frutti sia i fiori si utilizzano per preparare succhi, che vengono assunti per le loro presunte proprietà antiossidanti e antivirali.

TIGLIO, TILIA SPP. (TILIAE FLOS)

La droga è costituita dai fiori di Tilia platyphylla Scop., T. cordata Mill. e loro ibridi (Tiliaceae). Sono alberi orna-mentali originari dell’Europa. I fiori (3-6) a cinque pe-tali, bianco-giallastri, profumati, sono riuniti in un’in- fiorescenza portata da un peduncolo, saldato per metà con una brattea oblunga.

Costituenti

I fiori contengono olio volatile (linalolo, germacrene, geraniolo, 1,8-cineolo, 2-fenil etanolo e altri compo-nenti), flavonoidi (esperidina, quercetina, astragalina, tiliroside), una mucillagine costituita da polisaccaridi contenenti arabinosio, galattosio e ramnosio, polife-noli come acido clorogenico e caffeico, e GABA (acido γ-aminobutirrico).

Usi terapeutici ed evidenze scientifiche

Il tiglio viene utilizzato per raffreddore, catarro, tosse e influenza. Si assume come tisana per indurre diafo-resi (sudorazione) come il sambuco e a dosaggi simili (vedi sopra). I polisaccaridi sono lenitivi e aderiscono al tessuto epiteliale, producendo un effetto emolliente. L’altro uso principale del tiglio è nei disturbi nervosi; si ritiene che l’estratto agisca come agonista dei recet-tori delle benzodiazepine. In alcuni studi, i compo-nenti dell’estratto acquoso di tiglio hanno mostrato di legarsi ai recettori del GABA presenti nel cervello di ratto (un effetto non interamente dovuto al contenuto di GABA dell’estratto) e lievi effetti sedativi sono stati confermati anche nel topo mediante il test del labirinto (Anesini 1999). Il tiglio non è tossico e non sono stati riportati effetti indesiderati.

MALVA FIORI, MALVA FOGLIE, MALVA SYLVESTRIS L. (MALVAE FLOS, MALVAE FOLIUM)

La malva comune (Malva sylvestris L., Malvaceae) è una pianta spontanea autoctona dell’Europa meridio-nale, ma naturalizzata in tutto il mondo. Le foglie, a

tussilagine e isotussilagine, possono essere presenti in quantità variabili, solitamente molto basse (circa 0,015%) o assenti, a seconda della fonte.

Usi terapeutici ed evidenze scientifiche

La tossilaggine comune viene utilizzata per disturbi re-spiratori, tossi irritanti o spasmodiche, pertosse, bronchi-te, laringite e asma. I polisaccaridi sono antinfiammatori e immunostimolanti, ma anche emollienti; i flavonoidi hanno anche azione antinfiammatoria e antispastica.

Gli alcaloidi pirrolizidinici hanno mostrato di in-durre epatotossicità in ratti trattati giornalmente con dosi elevate, ma non con dosi basse, e non sembrano causare danni in cromosomi umani in vitro. Tuttavia, non dovrebbero essere utilizzati campioni di droga contenenti quantità elevate di questi alcaloidi.

SAMBUCO FIORI, SAMBUCO FRUTTI, SAMBUCUS NIGRA L. (SAMBUCI FLOS, SAMBUCI FRUCTUS)

Sambucus nigra (Adoxaceae o Sambucaceae), sambuco nero, è un alberello o arbusto da siepe comune in Euro-pa. I piccoli fiori compaiono a maggio e si presentano ri-uniti in cime ombrelliformi, appiattite, di colore bianco- crema, seguiti da piccole bacche lucide di colore nero- violaceo. Si utilizza la maggior parte della pianta, ma più comunemente i fiori e i frutti, anche per prepara-re bevande rinfrescanti e vini di preparazione casa-linga. I frutti non dovrebbero essere consumati crudi in quanto contengono lectine, che possono causare disturbi gastrointestinali, ma che vengono distrutte dal calore. Alcune specie affini (es. il sambuco lebbio, S. ebulus) sono tossiche.

Costituenti

I principali composti attivi sono triterpeni, tra cui deri-vati degli acidi ursolico e oleanolico, flavonoidi (rutina, quercetina, nicotoflorina, iperoside) e acidi fenolici come l’acido clorogenico. I fiori contengono un olio essenziale.

Usi terapeutici ed evidenze scientifiche

I fiori di sambuco si utilizzano come infuso o tisana e, in miscela con la menta piperita, formano un rimedio tradizionale per raffreddore e influenza. Essi inducono sudorazione, che si ritiene utile in queste condizioni. Studi recenti hanno mostrato un’attività in vitro verso diversi ceppi di virus influenzale e uno studio clinico ha anche mostrato che i frutti riducono la durata dei sintomi influenzali (per approfondimenti, vedi Vlacho-

23_FARMA_Ch16_223_235.indd 231 27/11/14 15:00

Parte B Principali droghe vegetali e composti puri impiegati in farmacia e in medicina232

Diversi polisaccaridi isolati dalle radici hanno mostrato attività antitussiva. Gli estratti di radice di altea vengo-no impiegati soprattutto nell’industria dolciaria.

PELARGONIUM, PELARGONIUM SIDOIDES DC. E P. RENIFORME CURT. (PELARGONII RADIX)

Il pelargonium si ottiene da due specie, Pelargonium sidoides e P. reniforme (Geraniaceae), originarie dell’A-frica meridionale dove tuberi, rami e radici sono stati utilizzati per secoli per trattare una serie di infezioni.

Costituenti

I principali componenti attivi sono tannini idrolizzabi-li, (+)-catechina, acido gallico e gallato di metile, non-ché una serie unica di O-galloil-C-glucosilflavoni. In entrambe le specie sono presenti flavonoidi, tra cui mi-ricetina e quercetina-3-O-β-D-glucoside, e cumarine, tra cui scopoletina, umckalina, 5,6,7-trimetossicumari-na e 6,8-diidrossi-5,7-dimetossicumarina. Da P. sidoides sono stati isolati diversi benzopiranoni, mentre in P. re-niforme sono state individuate le pelargoniine (un tipo di ellagitannini) e il diterpene reniformina.

Usi terapeutici ed evidenze scientifiche

In Germania, un estratto standardizzato di Pelargonium sidoides (EPs® 7630, noto anche come Umckaloabo®) è sta-to registrato dal Federal Institute for Drugs and Medical Devices (BfArM) con l’indicazione d’uso di “bronchite acuta” e vari studi clinici randomizzati, in doppio cieco, placebo-controllati, supportano la sua efficacia in adulti e bambini (Agbabiaka et al. 2008). L’estratto EPs® 7630 esplica molteplici effetti utili nelle infezioni respiratorie, tra cui quelli antivirali, antibatterici, immunomodulan-ti e citoprotettivi. Inoltre aumenta il movimento ciliare, contribuendo così a eliminare gli agenti patogeni dal-le vie aeree superiori, e inibisce l’interazione tra batte-rio e cellula ospite. Uno studio recente ha evidenziato che EPs® 7630 interferisce con la replicazione di diver-si virus del tratto respiratorio, tra cui ceppi del virus dell’influenza A stagionale, RSV, coronavirus umano, virus parainfluenzale e virus Coxsackie (Michaelis et al. 2011). L’estratto, inoltre, viene somministrato agli atle-ti per rafforzare il sistema immunitario, che può essere compromesso dall’eccessivo esercizio fisico, e proteg-gerli dalle malattie da raffreddamento. Uno studio in atleti sottoposti a intensa attività fisica ha mostrato che Pelargonium sidoides aumenta la produzione di immuno-globulina A secretoria nella saliva e riduce i livelli ema-tici di interleuchina-15 e interleuchina-6, suggerendo una forte capacità di modulare la risposta immunitaria della mucosa delle vie aeree superiori (Luna et al. 2011).

5-7 lobi, sono pelose, con nervature sporgenti sulla fac-cia inferiore. I fiori sono di color malva, con le nervatu-re più scure; sia i fiori sia le foglie sono utilizzati per il loro contenuto di mucillagine.

Costituenti

I principali componenti sono mucillagini, glicosidi flavonolici solforati (come gossipina-3-solfato, ipole-tinglucoside-3’-solfato e altri) e antociani (malvina, il diglucoside della malvidina, e delfinidina).

Usi terapeutici ed evidenze scientifiche

La malva è una droga emolliente e pettorale. L’infuso è utilizzato per raffreddore e tosse; la mucillagine delle foglie ha azione antinfiammatoria e anticomplemento. Sono disponibili poche evidenze cliniche, ma ha una lunga tradizione d’uso. Non sono noti effetti avversi.

ALTEA FOGLIE, ALTEA RADICE, ALTHEA OFFICINALIS L. (ALTHAEAE FOLIUM, ALTHAEAE RADIX)

Sia le foglie sia il rizoma dell’altea (Malvaceae) si uti-lizzano come demulcenti, espettoranti ed emollienti. È una pianta perenne ricoperta da una fitta peluria, può raggiungere fino a 2 m di altezza, ha foglie largamente ovate o cordate, lunghe 10-20 cm e larghe circa 10 cm, con 3-7 lobi arrotondati, nervature palmate e margine dentato. I fiori sono di colore rosa, con cinque petali, di diametro fino a 3 cm. La radice essiccata, come si trova in commercio, è fibrosa, di colore bianco-crema se de-corticata, con profondi solchi longitudinali e con alcune cicatrici delle radici laterali. È in gran parte insapore.

Costituenti

Radice e foglie sono ricche di mucillagini, costituite da diversi polisaccaridi, composti da: L-ramnosio, D-ga-lattosio, acidi D-galatturonico e D-glucuronico e altri. Contiene anche flavonoidi comuni, in particolare deri-vati di kempferolo e quercetina.

Usi terapeutici ed evidenze scientifiche

Sia le foglie sia la radice si utilizzano per via interna per tosse e affezioni bronchiali. Gli estratti di entram-be le droghe si impiegano occasionalmente per infiam-mazioni gastriche e urinarie in generale e per la cistite. I preparati di altea possono essere applicati esternamen-te come impacchi lenitivi e vulnerari. Le mucillagini hanno mostrato di stimolare la fagocitosi in vitro e di possedere proprietà antimicrobiche e antinfiammatorie.

23_FARMA_Ch16_223_235.indd 232 27/11/14 15:00

Capitolo 16 Apparato respiratorio 233

legami o due tripli legami) o una struttura tetraenica (con quattro gruppi insaturi) legata a un residuo di (2)-metilpropano o (2)-metilbutano per mezzo di una funzione amidica.

Usi terapeutici ed evidenze scientifiche

I preparati di echinacea sono disponibili sia come me-dicinali vegetali tradizionali per alleviare i sintomi di infezioni comuni quali raffreddore e influenza, sia come preparazioni di uso consolidato. Sono disponi-bili alcune evidenze scientifiche per il trattamento e la prevenzione delle infezioni respiratorie, mentre più limitate sono quelle relative all’applicazione topica nel trattamento di ferite a lenta guarigione. Evidenze di efficacia clinica sull’uso come immunostimolante sono disponibili per alcuni estratti caratterizzati chi-micamente. Nel complesso una serie di metanalisi ha mostrato che i preparati di echinacea sembrano essere efficaci, sia nel trattamento (riduzione dei sintomi e della durata) sia nella profilassi del raffreddore comu-ne (Shah et al. 2007, Woelkart et al. 2008). Tuttavia, i preparati di echinacea utilizzati negli studi clinici sono molto diversi tra loro. Ci sono evidenze miglio-ri sull’efficacia di preparati a base di parti aeree di E. purpurea nel trattamento iniziale del raffreddore ne-gli adulti, ma i risultati non sono del tutto in accordo. Chicca et al. (2009) hanno ipotizzato un meccanismo d’azione per le alchilamidi, suggerendo che l’isobu-tilamide dell’acido dodeca-2E,4E,8Z,10Z-tetraenoico (A1) e quella dell’acido dodeca-2E,4E-dienoico (A2) si leghino al recettore cannabinoide-2 (CB2) e che siano i principali componenti ad azione antinfiammatoria e immunomodulante, agendo in sinergia. Inoltre, le alchilamidi inibiscono potentemente l’infiammazione indotta da LPS (lipopolisaccaride) nel sangue umano intero ed esercitano effetti modulanti sull’espressio-ne delle citochine, ma questi effetti non sono correlati esclusivamente al legame con i recettori CB2.

L’echinacea sembra essere sicura, anche se sono sta-te riportate reazioni allergiche. Il rischio di interazioni sembra essere molto limitato (Modarai et al. 2007).

IMMUNOSTIMOLANTI

La stimolazione del sistema immunitario di solito vie-ne misurata utilizzando parametri quali l’aumento del numero di cellule immunitarie circolanti o l’aumento della fagocitosi in seguito all’introduzione di un agen-te patogeno. È notoriamente difficile dimostrare scien-tificamente la presunta capacità di una sostanza di pre-venire lo sviluppo di malattie, poiché sono necessari studi clinici di grandi dimensioni per ottenere risultati statisticamente validi, studi che sono inoltre costosi e difficili da eseguire. Tuttavia, l’echinacea viene uti-lizzata ampiamente e l’uso di una pianta medicinale orientale, l’astragalo, è in aumento in Occidente con le stesse indicazioni.

ECHINACEA, ECHINACEA PALLIDA (NUTT.) BRITT., E. PURPUREA MOENCH ED E. ANGUSTIFOLIA (DC.) HELL. (ECHINACEAE HERBA, RADIX)

Le specie del genere Echinacea (Asteraceae) sono am-piamente distribuite in Nord America e hanno una lunga tradizione d’uso, sia presso gli indiani d’Ame-rica sia presso i coloni, che hanno sviluppato i primi preparati commerciali nel corso del diciannovesimo secolo. Si utilizzano sia le parti aeree sia le radici se-condarie. Gli indigeni usavano in particolare E. pallida per una varietà di condizioni, quali dolore, infiamma-zioni cutanee e mal di denti. Le tre specie botaniche en-trano nella composizione di preparati vegetali utilizza-ti come immunostimolanti per “prevenire raffreddore e altre infezioni respiratorie”. La complessa situazione relativa alle diverse specie di echinacea, alla qualità dei prodotti da esse ottenuti e al metodo di produzio-ne, ne rende molto difficile la valutazione dell’efficacia clinica. L’echinacea è spesso usata in associazione con l’aglio per il trattamento del raffreddore e della rinite allergica.

Costituenti

Sono stati identificati numerosi composti, ma quelli più rilevanti dal punto di vista farmacologico non sono noti. Tutte le specie contengono categorie di composti simili, anche se non necessariamente gli stessi singo-li composti. I più importanti sono i derivati dell’aci-do caffeico, tra cui echinacoside (Fig. 16.8) (radice di E. pallida), acido cicorico (parti aeree di E. purpurea) e altri, e le alchilamidi (trovate in tutte le parti della pianta, di tutte e tre le specie) che sono una comples-sa miscela di derivati di acidi grassi insaturi. Alcune hanno una struttura dienica o diinica (con due doppi

OHOHO OH

O O

O

O

O

OH

OH

HO

HOO

OH

O

HOOH

OHCH2OH

EchinacosideFigura 16.8

23_FARMA_Ch16_223_235.indd 233 27/11/14 15:00

Parte B Principali droghe vegetali e composti puri impiegati in farmacia e in medicina234

Costituenti

I principali componenti attivi sono diterpeni, noti come andrografolidi, e consistono nell’andrografolide e i suoi molti analoghi, tra cui neoandrografolide, iso-andrografolide, 14-deossiandrografolide, 14-deossi- 14,15-deidroandrografolide, 3,19-isopropilidenandro-grafolide, 14-acetilandrografolide e molti altri. Sono presenti anche flavonoidi e polifenoli come 7-O-me-tilwogonina, apigenina, onisilina e acido 3,4-dicaffe-oilchinico. Nella radice si trovano anche un alcaloide, l’andrografina e una serie di lattoni sesquiterpenici, i paniculidi A, B e C.

Usi terapeutici ed evidenze scientifiche

L’andrografis è usata soprattutto come immunostimo-lante, ma si ritiene che possieda anche proprietà antie-patotossiche, antimicrobiche, antitrombogeniche, an-tinfiammatorie e antitumorali (www.thorne.com 2003). L’andrografolide ha mostrato attività immunostimo-lante per aumento della proliferazione dei linfociti e della produzione di interleuchina-2; inoltre è stata dimostrata un’attività antinfiammatoria da ricondur-re all’inibizione di NFκB, ossido nitrico, PGE2, IL-1β, IL-6, LTB4, TXB2 e istamina (Bao et al. 2009, Chandra-sekaran et al. 2010). In uno studio effettuato in Cile, la droga ha mostrato effetti significativi nella riduzione delle secrezioni nasali in soggetti affetti da raffreddore che avevano assunto 1200 mg di estratto al giorno per 5 giorni (Cáceres et al. 1999). Una revisione sistematica della letteratura ha suggerito che la droga da sola (o in associazione con l’eleuterococco) può essere utile nel trattamento delle infezioni acute delle vie aeree supe-riori non complicate (Poolsup et al. 2004).

ASTRAGALO, ASTRAGALUS MEMBRANACEUS (FISCH.) BGE. (ASTRAGALI RADIX)

Astragalus membranaceus (Fabaceae) è una pianta erba-cea perenne originaria della Cina nordorientale, della Mongolia centrale e della Siberia.

La droga è nota alla Medicina cinese come Huang qi. L’uso della radice di A. membranaceus come tonico generale risale al leggendario imperatore cinese Shen-Nong. La droga è costituita dalla radice, lunga, cilin-drica, di colore giallastro internamente; non dovrebbe-ro essere presenti radichette.

Costituenti

Sono rappresentati da saponine triterpeniche, gli astra-galosidi I-VIII e i loro acetil derivati, agroastragalosidi I-IV, astramembranine I e II e altri; isoflavoni, tra cui formononetina e kumatakenina, e polisaccaridi noti come astragaloglucani.

Usi terapeutici ed evidenze scientifiche

Un certo numero di studi clinici, supportati da dati pro-venienti da oltre 1000 pazienti in Cina, conferma l’uso dell’astragalo come immunostimolante nel trattamento di raffreddori e infezioni delle vie aeree superiori.

Viene usato anche nella profilassi. In Cina è impie-gato inoltre come supporto nella terapia del cancro e sembra potenziare gli effetti dell’interferone. Possiede anche proprietà antiossidanti, epatoprotettive e antivi-rali ed è utilizzato per migliorare la funzione cardiova-scolare (www.thorne.com 2003). Sono stati condotti di-versi studi in modelli animali, ma i dati specifici sulla tossicità sono scarsi. In generale, l’astragalo è ben tolle-rato, probabilmente dovrebbe essere evitato in caso di malattie autoimmuni.

ANDROGRAPHIS, ANDROGRAPHIS PANICULATA (BURM. F.) WALL. EX NEES (ANDROGRAPHIDIS PANICULATAE HERBA)

Andrographis paniculata (Acantacee), nota anche come “chiretta verde”, è una pianta erbacea annua eretta, che si ritrova nell’India nordorientale e in molte par-ti dell’Asia. Ha un sapore molto amaro ed è stata de-nominata il “re degli amari”. È un’importante droga dell’Ayurveda, in cui è nota come “kalmegh”.

23_FARMA_Ch16_223_235.indd 234 27/11/14 15:00

Capitolo 16 Apparato respiratorio 235

Approfondimenti

Anesini, C., Werner, S., Borda, E., 1999. Effect of Tilia cordata Mill. flowers on lymphocyte proliferation. Participation of peripheral type benzodiazepine binding sites. Fitoterapia 70, 361–367.

Hegener, O., Prenner, L., Runkel, F., Baader, S.L., Kappler, J., Häberlein, H., 2004. Dynamics of beta2-adrenergic receptor-ligand complexes on living cells. Biochemistry 43, 6190–6199.

Holzinger, F., Chenot, J.F., In press. Systematic review of clinical trials assessing the effectiveness of ivy leaf (Hedera helix) for acute upper respiratory tract infections. Evidence Based Complementary and Alternative Medicine 382789 [Epub 2010 Oct 3].

Bibliografia

Agbabiaka, T.B., Guo, R., Ernst, E., 2008. Pelargonium sidoides for acute bronchitis: a systematic review and meta-analysis. Phytomedicine 15, 378–385.

Agosti, R., Duke, R.K., Chrubasik, J.E., Chribasik, S., 2006. Effectiveness of Petasites hybridus preparations in the prophylaxis of migraine: a systematic review. Phytomedicine 13, 743–746.

Arai, M., Hayashi, A., Sobou, M., et al., 2011. Anti-angiogenic effect of triterpenoidal saponins from Polygala senega. J. Nat. Med. 65, 149–156.

Bao, Z., Guan, S., Cheng, C., et al., 2009. A novel antiinflammatory role for andrographolide in asthma via inhibition of the nuclear factor-kappaB pathway.Am. J. Respir.Crit. Care Med. 179, 657–665.

Brattström, A., Schapowal, A., Maillet, I., Schnyder, B., Ryffel, B., Moser, R., 2010. Petasites extract Ze 339 (PET) inhibits allergeninduced Th2 responses, airway inflammation and airway hyperreactivity in mice. Phytother. Res. 24, 680–685.

Cáceres, D.D., Hancke, J.L., Burgos, R.A., Sandberg, F., Wikman, G.K., 1999. Use of visual analogue scale measurements (VAS) to assess the effectiveness of standardized Andrographis paniculata extract SHA-10 in reducing the symptoms of common cold. A randomized double blind-placebo study. Phytomedicine 6, 217–223.

Chandrasekaran, C.V., Gupta, A., Agarwal, A., 2010. Effect of an

extract of Andrographis paniculata leaves on inflammatory and allergic mediators in vitro. J. Ethnopharmacol. 129, 203–207.

Chicca, A., Raduner, S., Pellati, F., Strompen, T., Altmann, K.H., Schoop, R., et al., 2009. Synergistic immunomopharmacological effects of N-alkylamides in Echinacea purpurea herbal extracts. Int. Immunopharmacol. 9, 850–858.

Fazio, S., Pouso, J., Dolinsky, D., et al., 2009. Tolerance, safety and efficacy of Hedera helix extract in inflammatory bronchial diseases under clinical practice conditions: a prospective, open, multicentre postmarketing study in 9657 patients. Phytomedicine 16, 17–24.

Fleming, R.M., 2008. Safety of ephedra and related anorexic medications. Expert Opin. Drug Saf. 7, 749–759.

Luna Jr., L.A., Bachi, A.L., et al., 2011. Immune responses induced by Pelargonium sidoides extract in serum and nasal mucosa of athletes after exhaustive exercise: Modulation of secretory IgA, IL-6 and IL-15. Phytomedicine 18, 303–308.

Michaelis, M., Doerr, H.W., Cinatl Jr., J., 2011. Investigation of the influence of EPs® 7630, a herbal drug preparation from Pelargonium sidoides, on replication of a broad panel of respiratory viruses. Phytomedicine 18, 384–386.

Modarai, M., Gertsch, J., Suter, A., Heinrich, M., Kortenkamp, A., 2007. Cytochrome P450 inhibitory action of Echinacea preparations

differs widely and co-varies with alkylamide content. J. Pharm. Pharmacol. 59, 567–573.

Poolsup, N., Suthisisang, C., Prathanturarug, S., Asawamekin, A., Chanchareon, U., 2004. Andrographis paniculata in the symptomatic treatment of uncomplicated upper respiratory tract infection: systematic review of randomized controlled trials. J. Clin. Pharm. Ther. 29, 37–45.

Quang, L., Woolf, A.D., 2000. Past, present, and future role of ipecac syrup. Curr. Opin. Pediatr. 12, 153.

Scholey, A.B., Tildesley, N.T., Ballard, C.G., et al., 2008. An extract of Salvia (sage) with anticholinesterase properties improves memory and attention in healthy older volunteers. Psychopharmacology (Berl) 198, 127–139.

Shah, S.A., Sander, S., White, C.M., Rinaldi, M., Coleman, C.I., 2007. Evaluation of echinacea for the prevention and treatment of the common cold: a meta-analysis. Lancet Infect. Dis. 7, 473–480.

www.thorne.com, 2003. Astragalus membranaceus. Monograph. Altern. Med. Rev 8, 72–77.

Vlachojannis, J.E., Cameron, M., Chrubasik, S., 2010. A systematic review on the sambuci fructus effect and efficacy profiles. Phytother. Res. 24 (1), 1–8.

Woelkart, K., Linde, K., Bauer, R., 2008. Echinacea for preventing and treating the common cold. Planta Med. 74, 633–637.

23_FARMA_Ch16_223_235.indd 235 27/11/14 15:00