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1 Amaldi, Fisica.verde, Zanichelli editore 2017
Capitolo 11
L’energia e la quantità di moto
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Il lavoro
La definizione che la fisica dà del lavoro stabilisce che:
Quindi compie lavoro il
sollevatore quando alza il
bilanciere sopra la testa e
mentre si alza in piedi;
perchè si compia del lavoro è necessario che una forza sia
applicata a un corpo che si sposta.
invece non compie lavoro quando
resta fermo con il bilanciere sollevato.
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Il lavoro
Quando la forza e lo spostamento hanno la
stessa direzione e lo stesso verso, il lavoro è il
prodotto dei moduli dei due vettori:
In questo caso, la forza mette o mantiene in movimento il corpo a
cui è applicata: il lavoro è positivo ed è detto lavoro motore.
Forza costante e parallela allo spostamento
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Il lavoro
Nel Sistema Internazionale l’unità di misura del lavoro è il
newton per metro , chiamato anche joule (J):
Si compie il lavoro di 1 J sollevando di
1 m un corpo che pesa 1 N, ovvero
che ha una massa di circa 1 hg.
Unità di misura
N m
1 J = 1 N 1 m = 1 N m
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Il lavoro
Quando la forza e lo spostamento hanno
la stessa direzione ma versi opposti, il
lavoro è il prodotto dei moduli dei due
vettori preceduto dal segno «meno»:
Il segno «–» descrive il fatto che la forza, essendo opposta allo
spostamento, si oppone al moto: il lavoro compiuto dalla forza è
negativo ed è detto lavoro resistente.
Forza costante e antiparallela allo spostamento
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Il lavoro
Una forza perpendicolare allo spostamento non
asseconda né ostacola il moto del corpo: compie
lavoro nullo.
Sulla roulotte agiscono :
la forza-peso, perpendicolare allo
spostamento, che non compie lavoro;
la forza dell’auto, parallela, che
compie lavoro positivo;
le forze di attrito, antiparallele, che
compiono lavoro negativo.
Forza costante e perpendicolare allo spostamento
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Il lavoro
Quando la forza è inclinata rispetto allo
spostamento, la si scompone nei due vettori
componenti, uno parallelo e l’altro
perpendicolare allo spostamento:
Poiché il lavoro di è nullo,
Forza costante, inclinata rispetto allo spostamento
F
il lavoro compiuto da è uguale al lavoro di , vettore
componente di nella direzione di .
F F
F s
caso 1:
parallelo a F s
caso 2:
antiparallelo a F s
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Il lavoro
Applicando le formule della trigonometria
al triangolo rettangolo ABC, si ottiene:
La formula trigonometrica
cos cosF AB AC F
da cui:
cosW F s F s
cioè:
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Il lavoro
Sintesi dei vari casi
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La potenza
La grandezza che misura la rapidità con
cui un sistema compie lavoro è chiamata
potenza.
La potenza di un sistema è il rapporto tra il
lavoro compiuto dal sistema e l’intervallo di
tempo impiegato:
Il valore della potenza indica il lavoro compiuto in un secondo.
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La potenza
Nel Sistema Internazionale l’unità di misura della potenza è il
joule al secondo (J/s), detto watt (W):
Un watt è la potenza di un sistema che
fa il lavoro di un joule in ogni secondo.
Unità di misura
1 J1 W = = 1 J/s
1 s
Un ciclista in gara può sviluppare una
potenza di oltre 1 kW.
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Il kilowattora
Spesso il lavoro viene espresso in kilowattora anziché in joule.
WP
t
Perciò un kilowattora equivale a 3,6 milioni di joule.
Un kilowattora (kWh) è il lavoro compiuto in un’ora da un sistema
che produce la potenza di un kilowatt (103 W).
Dalla formula:
si ricava: W P t
e quindi:
3 3 6 61 kWh = 10 W 3,6 10 s 3,6 10 W s = 3,6 10 J.
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L’energia
Per fare qualsiasi lavoro si
spende energia.
L’energia è una grandezza che misura la capacità di un sistema
di compiere lavoro.
Come il lavoro, nel Sistema Internazionale l’energia è misurata in
joule. Spesso, al di fuori del SI, si usano i kilowattora.
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Varie forme di energia
Esistono molte forme di energia:
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L’energia cinetica
Ogni corpo in movimento può compiere lavoro su un altro corpo.
L’energia cinetica di un corpo di massa m che si muove con
velocità di modulo v è data dalla formula:
Per esempio, una palla da bowling
compie lavoro sui birilli perché li sposta.
Questo lavoro è fatto a spese dell’energia
cinetica della palla.
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Energia cinetica e lavoro
L’energia cinetica può anche essere definita in termini di lavoro:
l’energia cinetica di un corpo è uguale al lavoro compiuto per dare
al corpo, inizialmente fermo, la velocità con cui si sta muovendo.
Inoltre, se un corpo possiede un’energia cinetica iniziale Ki , il
teorema dell’energia cinetica afferma che:
dove Wtot è il lavoro della forza risultante sul corpo, uguale alla
somma dei lavori delle singole forze, presi ognuno con il proprio
segno.
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Il lavoro della forza-peso
Anche un corpo fermo può compiere lavoro, pur non avendo
energia cinetica: se si trova in alto può compiere lavoro quando
cade e prende velocità.
Ogni volta che un corpo di massa m
scende per un dislivello h la forza-peso
compie un lavoro dato da:
Il lavoro è fatto dalla forza-peso, che è
l’unica forza in azione durante la caduta.
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L’energia potenziale gravitazionale
Per un corpo vicino alla superficie della Terra, si definisce
l’energia potenziale gravitazionale Up come il lavoro che
compie la forza-peso quando il corpo, dalla sua posizione, è
portato in una posizione di riferimento scelta ad arbitrio.
Se il corpo ha massa m e si trova ad altezza h dal livello di
riferimento, si ha:
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Il livello di riferimento
L’energia potenziale gravitazionale Up
dipende dalla scelta del livello di riferimento.
Qual è l’energia potenziale gravitazionale
del gatto in figura, che ha massa 4 kg?
Se il livello di riferimento è il suolo, h = 3,0 m:
2 24,0 kg 9,8 m/s 3,0 m 1,2 10 JpU
Se il livello di riferimento è il davanzale della finestra, h = 0 m:
24,0 kg 9,8 m/s 0 m 0 JpU
Se il livello di riferimento è il tetto, h = - 5,0 m:
2 24,0 kg 9,8 m/s 5,0 m 2,0 10 JpU
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L’energia potenziale elastica Una molla allungata o compressa può
compiere lavoro quando viene lasciata
andare.
Quindi una molla non a riposo possiede
un’energia, detta energia potenziale elastica.
L’energia potenziale elastica Ue di una molla è il lavoro che compie
la forza elastica quando la molla ritorna alla sua posizione di riposo.
In base a questa definizione:
Ue = 0 se la molla è a riposo;
Ue > 0 perché la forza elastica punta sempre
verso la posizione di riposo ed è quindi
sempre parallela allo spostamento verso O.
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Il lavoro della forza elastica
Il modulo della forza elastica non è
costante: mentre la molla torna a riposo
(la distanza x da O diminuisce) la forza
diminuisce in base alla legge di Hooke
Per calcolare il lavoro compiuto da Fe bisogna ricordare che:
eF kx
il lavoro di una forza parallela allo spostamento è
uguale all’area della superficie sotto il grafico F-x.
Quindi: 21
2 2e
s ksW ks
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Lavoro e energia potenziale elastica
Per definizione, il lavoro compiuto dalla forza elastica mentre la
molla torna alla posizione di riposo è uguale all’energia potenziale
elastica della molla quando è allungata o compressa della
quantità s.
Perciò la formula che indica il valore dell’energia potenziale
elastica di una molla è:
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La conservazione dell’energia meccanica (1)
L’energia meccanica di un corpo è la somma della sua energia
cinetica e della sua energia potenziale.
Il carrello fermo in
alto ha solo energia
potenziale.
Mentre scende,
l’energia potenziale
diminuisce e quella
cinetica aumenta
dello stesso valore.
Quando arriva in
basso ha solo
energia cinetica e
ha la massima
velocità.
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La conservazione dell’energia meccanica (2)
in assenza di attriti, l’energia meccanica totale di un sistema (energia
cinetica più energia potenziale) si conserva, cioè rimane costante.
Si dimostra la legge di conservazione dell’energia meccanica:
In formule:
N.B.: l’energia meccanica è costante in ogni momento, non solo
negli istanti iniziali e finali del moto.
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L’energia interna
L’energia meccanica di un sistema si conserva solo in condizioni
ideali di assenza di attrito.
Nella realtà agiscono altre forze (es.: attriti, urti, ecc.) che
impediscono all’energia meccanica di conservarsi:
quando un meteorite tocca il suolo non
ha più né energia potenziale, né cinetica;
un’automobile che si ferma perde la sua
energia cinetica.
In questi casi l’energia meccanica che manca non è andata
distrutta: si è trasformata in energia interna dei corpi e dell’ambiente.
L’energia interna di un corpo è la somma delle energie delle
particelle che lo compongono; un suo aumento di solito si
manifesta come un aumento di temperatura.
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La conservazione dell’energia totale
L’energia meccanica del meteorite si trasforma in energia
interna del terreno e dell’ambiente nella zona dell’impatto: il
suolo si affossa e liquefà per il calore sviluppato durante l’urto;
Nel bilancio energetico occorre tenere conto di tutte le forme di
energia:
l’energia totale di un sistema (meccanica, interna, elettrica,
elettromagnetica, …) si conserva.
l’ energia cinetica dell’auto si
traforma in energia interna dei
freni, della ruota, dell’asfalto e
dell’aria vicina che si riscaldano.
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Le trasformazioni di energia
L’energia totale di un processo non cambia, ma durante il processo
e. potenziale e. cinetica e. rotazionale e. elettrica e. meccanica
l’energia si trasforma.
(nel lago) (durante la ( nella turbina) (prodotta da (nella lavatrice)
. caduta) alternatore)
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La quantità di moto (1)
Se due corpi hanno la stessa velocità, l’esperienza insegna che è
più difficile fermare il corpo di massa maggiore.
Infatti, la forza per fermare in Δt = 0,20 s
una palla di m = 0,46 kg che ha velocità
v = 10 m/s è:
Invece per fermare un rugbista di 80 kg,
alla stessa velocità, nello stesso tempo:
10 m/s0,64 kg 23 N
0, 20 s
vF ma m
t
310 m/s80 kg 4,0 10 N
0, 20 s
vF ma m
t
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La quantità di moto (2)
Per descrivere e misurare queste proprietà del moto,
si definisce la quantità di moto di un corpo come il prodotto della
sua massa per la sua velocità:
La quantità di moto è una grandezza vettoriale che ha la stessa
direzione e lo stesso verso del vettore velocità.
Il suo modulo si misura in kg ∙ m/s.
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L’impulso di una forza
Se una forza è applicata a un corpo per un intervallo di tempo
c , si definisce impulso della forza il prodotto del vettore per :
Accompagnare la palla del servizio significa
prolungare il tempo di applicazione della forza,
e quindi imprimerle un impulso maggiore.
L’unità di misura dell’impulso è la stessa della
quantità di moto: N ∙ s = kg ∙ m/s.
Ft F t
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Il teorema dell’impulso
Moltiplicando entrambi i membri per Δt e esplicitando , si ottiene:
E’ possibile riscrivere il secondo principio della dinamica in
termini di variazione della quantità di moto e impulso della forza:
vF ma m
t
f i f i f iF t m v m v v mv mv p p p
v
Ovvero:
La variazione della quantità di moto di un corpo è uguale all’impulso
della forza che agisce su di esso (teorema dell’impulso).
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La quantità di moto di un sistema (1)
Consideriamo un sistema costituito da due carrelli collegati da
una molla.
Inizialmente sono fermi perché trattenuti
da un filo.
La quantità di moto totale del sistema, a ogni istante, è la somma
vettoriale delle quantità di moto di ciascun carrello. Perciò:
Quindi ogni carrello ha quantità di moto
uguale a zero.
Tagliando il filo, i due carrelli si
allontanano con velocità uguali, ma di
verso opposto .
0 0 0;itotp 1 2 1 2 1 1 0
ftot f f f f f fp p p mv mv mv mv
2 1f fv v
i ftot totp p la quantità di moto totale si conserva.
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La quantità di moto di un sistema (2)
Stesso esperimento, ma con un carrello di massa doppia dell’altro.
Anche in questo caso la quantità di moto totale del si conserva:
Tagliando il filo, il carrello di massa doppia si allontana con metà
della velocità dell’altro .
121 2 1 1 2 2 2 2 2 22 0
f itot f f f f f f totp p p m v m v m v m v p
121 2f fv v
La quantità di moto di ciascun corpo cambia; invece la quantità di
moto totale del sistema non cambia, cioè si conserva.
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La conservazione della quantità di moto
Nei due esperimenti il sistema dei due carrelli è soggetto a:
forze interne: quelle che ogni carrello esercita sull’altro. Per il
terzo principio della dinamica sono uguali e opposte;
forze esterne: forza-peso e reazione vincolare del suolo che si
bilanciano (i carrelli sono in equilibrio lungo la verticale).
La legge di conservazione della quantità di moto afferma che:
Quindi la forza totale è zero e, per il teorema dell’impulso, la
quantità di moto totale non cambia.
se la forza esterna risultante che agisce su un sistema è zero (perché
è nulla o perché le forze esterne si bilanciano) la quantità di moto
totale del sistema si conserva.
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Si ha un urto quando due corpi si
avvicinano fino a scontrarsi (es.: due
palle da biliardo).
durata dell’impatto breve rispetto alla durata del moto;
forze interne molto grandi rispetto alle forze esterne.
Le caratteristiche dell’urto sono:
Due corpi che si urtano si comportano come un sistema non
soggetto a forze esterne; quindi la loro quantità di moto totale si
conserva.
Gli urti
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Un urto si dice elastico se i corpi dopo la deformazione subita
durante l’impatto, riprendono la loro forma senza perdere energia.
Quindi:
in un urto elastico, oltre alla quantità di moto, si conserva l’energia
cinetica totale dei corpi che interagiscono.
L’urto elastico (1)
Una pallina con velocità urta
un’altra pallina identica ferma.
Prima dell’urto si ha:
, 1 2 0tot primap p p mv mv
2 2
, 1 2
1 10
2 2tot primaK K K mv mv
v
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Dopo l’urto, la prima pallina si
ferma e la seconda si muove con
la stessa velocità che aveva la
prima. Quindi:
L’urto elastico (2)
Quindi, dopo l’urto si ha:
, 1 2 0tot dopop p p mv mv
2 2
, 1 2
1 10
2 2tot dopoK K K mv mv
v
Confrontando i risultati prima e dopo l’urto si verifica che:
, ,tot prima tot dopop p
, ,tot prima tot dopoK K
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Un urto si dice anelastico se i corpi dopo l’urto si muovono assieme.
In un urto anelastico l’energia cinetica non si conserva (si
conserva solo la quantità di moto).
L’urto anelastico (1)
Se la velocità iniziale del
pattinatore è , prima dell’urto
si ha:
, 1 2 1 1 1 10tot primap p p m v m v
1v
Come esempio di urto anelastico consideriamo un pattinatore che
si avvicina a una pattinatrice ferma per poi proseguire assieme.
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Dopo l’urto i due pattinatori si muovono
assieme con velocità .
L’urto anelastico (2)
Per la conservazione della quantità di moto deve essere:
, 1 2tot dopop m m v
Quindi, dopo l’urto si ha:
v
, , 1 1 1 2 tot prima tot dopop p m v m m v
Da cui è possibile ricavare la velocità finale :
11
1 2
mv v
m m
v
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Nei moti di rotazione la quantità di moto non si conserva perchè
cambia continuamente la direzione del vettore velocità.
Il momento angolare (1)
Si definisce allora la grandezza momento
angolare L.
Come il momento di una forza, anche il
momento angolare si calcola rispetto a un
punto O del piano.
Per un punto materiale che si muove in un piano, L è dato da:
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Alcune osservazioni sulla formula del momento angolare:
Il momento angolare (2)
è la distanza tra il punto O e la retta a
cui appartiene il vettore ;
i due segni distinguono il verso del moto:
si prende il «+» quando è antiorario
rispetto a O, e il «-» quando è orario.
Se il punto materiale percorre una
traiettoria circolare si sceglie il punto O nel
centro della traiettoria. In caso di moto
antiorario, il momento angolare è:
rp
L r m v
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Per un corpo rigido, si può dimostrare che la formula del
momento angolare diventa:
Il momento angolare del corpo rigido
I è una nuova grandezza, detta momento d’inerzia del corpo
rigido, che si misura in kg∙m2.
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Il momento d’inerzia dipende dalla massa del corpo e da come
essa è distribuita attorno all’asse di rotazione.
Il momento d’inerzia del corpo rigido
In generale, a parità di massa, è maggiore il momento d’inerzia
di un corpo che ha poca massa vicino all’asse di rotazione e
molta massa lontano dall’asse.
Per questo motivo il momento d’inerzia cambia a seconda della
forma del solido e dell’asse di rotazione scelto.
Per calcolare il momento d’inerzia, il solido
viene immaginato come somma di moltissime
piccole parti, ognuna delle quali descritta dal
modello del punto materiale.
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Formule del momento d’inerzia
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Mettere in rotazione un oggetto significa aumentare di il suo
momento angolare rispetto al centro O.
Variazione del momento angolare
Per fare ciò occorre applicare per un certo tempo una forza che
produca un momento rispetto a O.
L
Quindi:
Il momento risultante delle forze fa variare il momento angolare.
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Il momento angolare totale di un sistema si conserva se il momento
risultante delle forze esterne che agiscono su di esso è nullo.
Conservazione del momento angolare (1)
Infatti, se M = 0 segue che e quindi L è costante.
Esempio: sulla ruota di bicicletta sospesa, sia la
forza-peso che la forza vincolare sono
applicate nel centro di rotazione e
quindi hanno momento nullo perché è
nulla la loro distanza da O.
In assenza di attriti, la ruota conserva
il proprio momento angolare: continua
a girare con la stessa velocità
angolare.
0L M t
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Anche nel caso del ragazzo che ruota sullo
sgabello il momento risultante delle forze
esterne è nullo e il momento angolare
si conserva.
Conservazione del momento angolare (2)
Però se stringe le braccia il suo momento
d’inerzia diminuisce (maggior massa si trova
vicino all’asse di rotazione).
Per la conservazione del momento angolare,
poiché I diminuisce, la sua velocità angolare
ω aumenta.
L I