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Secondo rapporto di ricerca sulla valutazione degli effetti occupazionali del Programma Operativo della Calabria Capitolo 7 La forza lavoro 1. INTRODUZIONE Il turismo, settore dinamico e in forte crescita, gioca un ruolo rilevante per lo sviluppo socio-economico di diversi paesi. Intensivo nell’uso del fattore produttivo lavoro, offre numerose opportunità anche per quelle fasce della popolazione, soprattutto donne, giovani e stranieri che hanno più difficoltà d’ingresso nel mercato del lavoro. Inoltre, data la natura dei servizi erogati, è significativa anche la percentuale di occupazione indiretta o indotta in altri settori strettamente legati a quello turistico (essa varia dal 3% all’8% dell’occupazione totale). Da più parti si pone ormai l’attenzione sull’occupazione attraverso il turismo più che sull’occupazione nel turismo (EU,1997; OECD, 2003). Lo sviluppo delle risorse umane, elemento chiave per la qualità dei servizi erogati e la competitività delle destinazioni sul mercato turistico mondiale, è tuttavia soggetto a forti limiti. La natura stagionale del lavoro e il conseguente turnover limitano gli investimenti delle imprese in formazione e qualificazione del capitale umano e questo, a sua volta, riduce le prospettive di carriera all’interno del settore. Inoltre, i dati disponibili sulle forze lavoro sono molto frammentati e, nello stesso tempo, diverse sono le metodologie di stima dell’occupazione indotta, per cui una comparazione fra paesi non è sempre possibile. Di seguito si presenta una sintesi delle caratteristiche del mercato del lavoro calabrese e, in particolare, di quello turistico, evidenziando le eventuali affinità/differenze con il mercato turistico mondiale e con gli elementi distintivi del Dipartimento di Economia e Statistica, Università della Calabria, Arcavacata di Rende (CS) 128

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Secondo rapporto di ricerca sulla valutazione degli effetti occupazionali del Programma Operativo della Calabria

Capitolo 7

La forza lavoro

1. INTRODUZIONE

Il turismo, settore dinamico e in forte crescita, gioca un ruolo rilevante per lo sviluppo socio-economico di diversi paesi. Intensivo nell’uso del fattore produttivo lavoro, offre numerose opportunità anche per quelle fasce della popolazione, soprattutto donne, giovani e stranieri che hanno più difficoltà d’ingresso nel mercato del lavoro. Inoltre, data la natura dei servizi erogati, è significativa anche la percentuale di occupazione indiretta o indotta in altri settori strettamente legati a quello turistico (essa varia dal 3% all’8% dell’occupazione totale).

Da più parti si pone ormai l’attenzione sull’occupazione attraverso il turismo più che sull’occupazione nel turismo (EU,1997; OECD, 2003). Lo sviluppo delle risorse umane, elemento chiave per la qualità dei servizi erogati e la competitività delle destinazioni sul mercato turistico mondiale, è tuttavia soggetto a forti limiti. La natura stagionale del lavoro e il conseguente turnover limitano gli investimenti delle imprese in formazione e qualificazione del capitale umano e questo, a sua volta, riduce le prospettive di carriera all’interno del settore. Inoltre, i dati disponibili sulle forze lavoro sono molto frammentati e, nello stesso tempo, diverse sono le metodologie di stima dell’occupazione indotta, per cui una comparazione fra paesi non è sempre possibile.

Di seguito si presenta una sintesi delle caratteristiche del mercato del lavoro calabrese e, in particolare, di quello turistico, evidenziando le eventuali affinità/differenze con il mercato turistico mondiale e con gli elementi distintivi del mercato del lavoro nei comparti diversi da quello turistico. Dopo una breve analisi della struttura delle imprese intervistate e della domanda di lavoro, l’attenzione è posta sull’offerta: suddivisione della forza lavoro per reparto, titolo di studio degli occupati, provenienza e flussi regionali.

2. L’OCCUPAZIONE IN CALABRIA

Nel 2003 l’occupazione in Calabria è cresciuta per il quarto anno consecutivo (Tab. 1). L’aumento del numero di occupati, pari allo 0.87%, è stato tuttavia inferiore rispetto agli anni precedenti, a causa della contenuta l’espansione produttiva dovuta sia a difficoltà congiunturali, che a problemi strutturali e di competitività. Il trend positivo registratosi dal 2000 (Tab. 1) è stato spiegato da alcuni analisti con lo sviluppo di un processo di emersione spontaneo e progressivo di lavoro sommerso (Box 1), processo favorito dalle istituzioni nazionali e locali1 (Governo,

1 Le politiche a favore dell’emersione e il coinvolgimento a livello territoriale delle istituzioni e delle associazioni di categoria attraverso le commissioni regionali e provinciali avrebbero contribuito a creare un clima favorevole

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Regione, Enti locali). Secondo altri, fra cui la stessa Banca d’Italia (2003), la crescita dell’occupazione è stata possibile grazie agli incentivi fiscali previsti della finanziaria 2001.

Secondo i dati trasmessi dal Governo alla VI Commissione permanente, tra gennaio 2001 e settembre 2002, il costo del credito d’imposta per l’occupazione (L. 388/2000 – art. 7) sostenuto per le imprese calabresi (55 milioni di euro) è stato pari al 5,9% del totale nazionale; secondo alcune stime del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, nel 2001 circa la metà dei nuovi assunti a tempo permanente nel Mezzogiorno avrebbe beneficiato di questo incentivo.

Successivamente, l’articolo 63 della Legge Finanziaria per il 2003 (L. n. 289 27/12/2002) ha riconfermato e prorogato fino al 31/12/2006 l’incentivo in favore dell’aumento dell’occupazione.

Tab. 1 Il mercato del lavoro in Calabria. Valori assoluti in migliaia

*Il denominatore dei tassi di attività e di occupazione è costituito dalle forze di lavoro sommate alle non forze di lavoro tra i 15 e i 64 anni.Fonte: Rilevazione Istat Forze di Lavoro ed elaborazioni CNEL su dati Istat

Nel 2003 la Calabria ha contato 578.000 unità di lavoro, di queste 74.000 occupate in agricoltura, 115.000 nell’industria e 389.000 nei servizi (Tab. 2). In termini percentuali, ciò significa che il 67,30% dei lavoratori risulta impiegato nel terziario, il 12,80% nel settore primario e il 19,90% nel secondario (Fig. 1). Rispetto alla media nazionale, permane elevata la quota dei lavoratori agricoli. Nel settore industriale, invece, la situazione occupazionale della Calabria risulta significativamente al di sotto della media nazionale, con una lieve tendenza alla crescita nel 2002 e nel 2003 (Eures, 2004).

Tab. 2 Il Mercato del lavoro per settori in Calabria. Valori assoluti in migliaia

all’emersione spontanea.

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Fonte: Elaborazioni CNEL su dati Istat

Disaggregando ancora i dati dell’occupazione calabrese, risulta che nel 2003 il 7.96% dei lavoratori è occupato nell’industria della trasformazione e una percentuale più alta (11.76%) nelle costruzioni; il 50.52% è impiegato nei servizi, mentre il 16.78% nel commercio (Fig. 2). Rispetto all’anno precedente, il tasso percentuale medio di variazione di unità di lavoro è stato del +4,2% in agricoltura, del +0,88% nell’industria e del +0,52% nei servizi (Tab. 2). Nel settore primario si rileva una significativa espansione occupazionale: dal 2001 al 2003, infatti, gli occupati sono aumentati di 7000 unità in termini assoluti, e ciò mette in luce una certa dinamicità della domanda di lavoro. Nell’ultimo anno, il comparto dei servizi in senso stretto ha registrato una flessione, compensata però, dalla crescita occupazionale nel settore del commercio. Lo stesso trend vale per l’industria: il calo di occupati segnalato nel comparto della trasformazione è stato controbilanciato dalla crescita in quello delle costruzioni.

Fig. 1 Quota percentuale di occupati nell’economia calabrese

Fonte: Elaborazioni su dati CNEL

Nel terziario un contributo alla crescita dell’occupazione è stato dato dal settore turistico, che ha rilevato un incremento di presenze del 14% (il dato è riferito alle presenze del 2003 negli esercizi alberghieri ed extra-alberghieri) favorendo una maggiore domanda di lavoro. Secondo una stima dell’istituto Adn-Kronos, nel 2003 la Calabria ha registrato un saldo occupazionale nel

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Anno 2003

12.80

19.90

67.30

agricoltura

industria

servizi

130

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turismo di 818 lavoratori (10312 assunzioni contro 9494 risoluzioni). Il trend positivo, è stato, tuttavia, più contenuto rispetto a quello di altre regioni meridionali, quali la Sicilia.

Fig. 2 Quota percentuale disaggregata di occupati nell’economia calabrese

Fonte: Elaborazioni su dati CNEL

3. DIMENSIONE DELLE IMPRESE

Dall’indagine realizzata emerge che le imprese operanti nel settore turistico si caratterizzano per le ridotte dimensioni. La variabile rappresentativa della struttura dimensionale, utilizzata nell’analisi, è la consistenza numerica degli addetti alle imprese.

Il 67,3% delle imprese finanziate conta fino a 20 addetti, di cui il 7.6% di piccolissima

dimensione (fino a 5 addetti), il 25.2% di piccole dimensioni (5-10 addetti), il 18.5% di piccole-medie dimensioni (10-15 addetti) e il 16% di medie dimensioni (15-20 addetti). La percentuale di strutture con un numero di addetti compreso tra 20 e 50 è pari al 18,5% (Fig. 3). Quelle che superano i 50 addetti costituiscono solo il 10,1% del totale e sono localizzate per lo più nelle province di Cosenza (6) e di Vibo Valentia (4).

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Anno 2003

12.807.96

11.76

50.52

16.78 agricoltura

industria della trasformazione

costruzioni

servizi escluso commercio

commercio

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Fig. 3 Distribuzione delle imprese per classe di addetti

Imprese finanziate

7.60%

25.20%

18.50%16%

18.50%

10.10% 4.10%fino a 5 addetti

5-10 addetti

10-15 addetti

15-20 addetti

20-50 addetti

oltre 50 addetti

non sa

Imprese non finanziate

37%

26.70%

9.60%

6.80%

12.30%4.10% 3.50%

fino a 5 addetti

5-10 addetti

10-15 addetti

15-20 addetti

20-50 addetti

oltre 50 addetti

non sa

Fonte: Elaborazioni su dati dell’indagine diretta

Il campione delle imprese non finanziate è composto da aziende di dimensione minore rispetto alle finanziate e la maggior parte di esse è concentrata nelle fasce 1-5 addetti (37%) e 5-10 addetti (26.7%) (Fig. 3). Soltanto 6 strutture ricettive (4,1%) superano i 50 addetti; di queste, 5 sono localizzate nella provincia di Cosenza.

Facendo un confronto con il comparto ricettivo nazionale, si evidenzia che anche quest’ultimo si caratterizza per le piccole dimensioni delle imprese (5-10 addetti). Inoltre, i settori direttamente o indirettamente collegati al ricettivo, quali agenzie di viaggio e imprese

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specializzate nell’intrattenimento, presentano un’offerta molto frammentata e un numero di addetti ridotto.

Al contrario, il settore dei trasporti è largamente dominato da imprese di dimensioni medio-grandi (si pensi, a tal proposito, alle ferrovie o al trasporto aereo) con alti investimenti in capitale fisico, specializzazione del lavoro e, generalmente, divisione tra proprietà e controllo. In Fig. 4 è rappresentato il numero medio di persone impiegate per tipologia d’impresa nel settore turistico in 7 paesi europei. Si noti come per gran parte delle imprese, il numero medio di persone impiegate non superi i 20 addetti (OECD, 2003).Fig. 4 Numero medio di persone impiegate per impresa (1999)

4 TIPOLOGIE CONTRATTUALI

Esaminando il livello di stabilità del rapporto di lavoro, dai dati raccolti emerge un ricorso al lavoro stagionale molto diffuso (Fig. 5); il 65,5% delle imprese finanziate stipula contratti di lavoro stagionale per realizzare condizioni organizzative di elevata flessibilità. Nel 37% dei casi questa tipologia contrattuale interessa più della metà della forza lavoro assorbita dall’azienda. Il fenomeno, pur presente anche in strutture con 3-10 addetti, si concentra nelle imprese di dimensioni maggiori; più dell’80% delle strutture con almeno 20 addetti utilizza lavoratori stagionali con un’incidenza rispetto al totale degli addetti che raggiunge in alcuni casi il 90-95%. Bassa è, invece, la presenza di forme contrattuali come il part-time (24,3%) e il lavoro interinale (2,5%) (Fig. 5).

Mentre il settore turistico si caratterizza per il significativo ricorso a lavoro stagionale, l’economia calabrese in aggregato si distingue per la marcata incidenza di lavoratori con occupazione permanente. Secondo la Banca d’Italia, nel 2003 la crescita di occupazione si è, infatti, concentrata nella componente di lavoro dipendente assunta a tempo indeterminato (Tab.3).

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Tab. 3 Occupati in Calabria a tempo pieno o parziale e con occupazione temporanea o permanente. Valori assoluti in migliaia di unità

Anni

Occupati in Complesso Occupati Dipendenti *

Tempo Pieno

Tempo Parziale TOTALE

% Tempo Parziale

Occupazione Permanente

Occupazione Temporanea TOTALE

% Occupaz.

Temp.1996 497 42 539 7,8% 331 61 392 15,7%1997 502 35 538 6,5% 325 55 380 14,4%1998 499 41 540 7,6% 318 62 380 16,3%1999 488 44 531 8,2% 313 71 384 18,4%2000 493 48 541 8,8% 314 80 394 20,3%2001 511 48 559 8,6% 328 79 407 19,4%2002 522 49 572 8,6% 340 79 418 18,8%2003 525 52 577 9,0% 349 76 424 17,9%

* l’accezione di occupazione temporanea si applica solo al lavoro dipendenteFonte: Istat, Rilevazione Forze di Lavoro ed elaborazioni CNEL su dati Istat

Fig. 5 Composizione degl i addett i per t ipologia contrattuale

65.544.5

2.50.7

9.28.2

26.917.1

15.19.6

58.843.2

79.887.7

0 10 20 30 40 50 60 70 80 90

stagionale

interinale

det. part-time

det. pieno

indet. part-time

indet. pieno

familiare

imprese finanziate imprese non finanziate

Fonte: Elaborazioni su dati dell’indagine diretta

Le imprese non finanziate hanno per lo più una struttura a conduzione familiare; il 17,1% delle aziende del campione è “a completa gestione familiare”, mentre per il 31,2% delle strutture ricettive più della metà della forza lavoro è costituita dal titolare e dai suoi familiari. Analogamente al campione finanziato, notevole è anche la presenza di lavoratori stagionali (44,5%); per il 21,2% delle aziende intervistate la tipologia contrattuale prevalente è il contratto stagionale. Bassa è la presenza del part-time (17,8%2), scarsa quella del lavoro interinale (0,7%) (Fig. 5).

2 Il dato è comprensivo del part-time indeterminato e determinato.

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I risultati rispecchiano le caratteristiche del “mercato del lavoro turistico” nazionale per quanto riguarda il ricorso a contratti stagionali. Questi ultimi consentono di ridurre i costi di produzione e di rispondere all’accresciuta concorrenza internazionale. Relativamente, invece, all’utilizzo di lavoro part-time ed interinale, il settore ricettivo calabrese manifesta una controtendenza rispetto alla situazione del mercato turistico nazionale, in quanto l’utilizzo di questa tipologia di contratti è pressochè assente3 .

In diverse ricerche (OECD, 2003; Commissione Europea, 1997) si sottolinea come i rapporti di lavoro part-time e stagionali non siano esclusivamente sinonimo di precariato, ma rappresentino una via d’ingresso facilitata nel mondo del lavoro per i lavoratori più giovani e per quelli meno specializzati che, una volta acquisite le competenze (capacità organizzative, di gestione di rapporti interpersonali, linguistiche, ecc.) possono facilmente trasferirle anche in settori diversi da quello turistico. Nonostante questo sia un elemento positivo, restano ancora delle questioni importanti da risolvere come la mancanza di formazione professionale, le scarse prospettive di carriera per i lavoratori, nonché i livelli salariali più bassi della media di quelli del settore dei servizi in genere. Il primo aspetto, spiegato anche dai bassi livelli d’investimento in capitale umano da parte delle imprese, ha effetto immediato sulla qualità dei servizi erogati, certamente inferiore a quella che si avrebbe se le imprese formassero direttamente i lavoratori con prospettive di lungo termine. Investimenti in professionalità con buone prospettive di carriera e migliori condizioni di lavoro (sia in termini di “salario” percepito che di “orario di lavoro più regolare”) potrebbero essere un freno all’elevato turnover che, più alto del 300% di quello che si registra nell’industria dei fast-food (OECD, 2003), caratterizza da sempre il settore turistico.

5 MODALITA’ DI REPERIMENTO DEL PERSONALE

I risultati dell’indagine diretta mostrano che, con riferimento alle modalità utilizzate per il reperimento di nuovo personale, circa il 43% degli intervistati ricorre esclusivamente a conoscenze personali; il 33,6% affianca al canale precedente la ricerca tramite scuole alberghiere; poche imprese si avvalgono di agenzie esterne specializzate nella selezione del personale (5,7%).

Il reperimento sul mercato del lavoro di risorse qualificate viene vissuto dalle aziende calabresi come un fattore critico, al pari delle imprese operanti in altri paesi. In particolare, il 58,5% delle imprese intervistate dichiara, infatti, di aver avuto difficoltà a reperire forza lavoro qualificata. Questo dato appare in controtendenza rispetto a quanto si verifica nel complesso del mercato del lavoro calabrese. In particolare, proprio gli individui con grado di istruzione molto elevato riscontrano difficoltà ad entrare nel mondo del lavoro. Il tasso di disoccupazione per i laureati con laurea breve passa dal 14% del 1998 al 10% nel 2003; per i diplomati dal 23% al 19% e per la fascia di popolazione con titolo di studio inferiore dal 22% al 18% (Fig. 6). Di segno contrario, invece, è il tasso di disoccupazione dei laureati e dottori di ricerca, che è aumentato di circa il 2,2 per cento (Banca d’Italia, 2002).

3 È possibile che il numero dei part-time rilevati dall’indagine diretta sia sottostimato perché gli intervistati potrebbero aver accorpato i lavoratori part-time o a tempo determinato di 3-4 mesi con quelli stagionali, fornendo quindi dati distorti verso il basso.

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Fig. 6 Tassi di disoccupazione per titolo di studio

Fonte: CNEL database

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Ritornando all’indagine sulle imprese turistiche finanziate e non finanziate, risulta che, le figure professionali difficili da reperire sul mercato hanno un carattere eminentemente operativo: camerieri di sala (per il 49% delle imprese turistiche) e cuochi (54,8%) sono di gran lunga i profili per cui la domanda e l’offerta di lavoro evidenziano un “mismatch” (Fig. 7).

Altre figure il cui reperimento presenta elementi di criticità sono i camerieri ai piani (29,7%) e il personale di cucina (37,4%).

Non sono emerse invece particolari difficoltà relativamente al reperimento di personale nei ruoli di carattere più propriamente gestionale che, appartenenti al core staff, sono incentivati ad una maggiore formazione da prospettive di carriera e di stabilità.

Il 63% delle imprese intervistate riconduce la difficoltà a reperire lavoratori qualificati alla mancanza di figure professionali formate ad hoc sul mercato. Il fatto che il 5,8% degli intervistati indichi come causa della difficoltà l’alta retribuzione richiesta dai lavoratori, rappresenta un’anomalia rispetto a quanto registrato dalle fonti ufficiali (European Foundation on the Improvement of Working and Living Condistions, 2002; OECD, 2001). Queste ultime individuano, infatti, proprio nei bassi salari pagati dagli imprenditori il problema principale, assieme agli orari di lavoro e all’insicurezza, del mercato del lavoro turistico.

Fig. 7 Difficoltà a reperire forza lavoro quali f icata. Valori %.

Fonte: Elaborazioni su dati dell’indagine diretta

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11

6.5

20.6

12.9

49

29.7

25.2

9.7

54.8

37.4

12.3

0 10 20 30 40 50 60

direttore

contabile

addetto ricevimento

portiere di notte

cameriere di sala

cameriere piani

barista

facchino

cuoco

personale di cucina

animatore

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6 TIPOLOGIA DI ADDETTI

Dall’indagine condotta sul campione delle 119 imprese finanziate e delle 146 imprese non finanziate, emerge che le figure professionali più ricorrenti nelle strutture ricettive calabresi sono il cameriere di sala (con quote pari al 21.83% per le finanziate e 21.04% per le non finanziate), il cameriere ai piani (18.81% per le finanziate e 14.14% per le non finanziate) e il personale di cucina (11.20% per le finanziate e 12.39% per le non finanziate). Buona è anche la percentuale di presenze di animatori nelle strutture considerate, con quote del 10.98% nel caso delle imprese finanziate e del 7.42% di quelle non finanziate. Un minore peso percentuale si registra per figure come responsabili amministrativi e contabili; questi ruoli vengono svolti in alcuni casi da consulenti esterni, in altri è lo stesso direttore che svolge più mansioni all’interno dell’impresa. Ridottissima è, infine, la presenza di facchini sul totale degli addetti (Fig. 8). Gli operatori intervistati hanno fatto presente che in molte strutture a conduzione familiare la suddivisione dei ruoli è più formale che sostanziale essendo presente un’elevata flessibilità funzionale.

Fig. 8 Quote percentuali di addetti impiegati dalle imprese finanziate e non finanziate.

dire

ttore

cont

abile

adde

tto ri

cevi

men

to

porti

ere

di n

otte

resp

am

min

istra

tivo

cam

erie

re d

i sal

a

cam

erie

re p

iani

bar

ista

facc

hino

cuo

co

pers

onal

e di

cuc

ina

anim

ator

e5.72

3.86

9.14

3.30 4.51

21.04

14.14

9.07

1.45

7.98

12.39

7.423.993.52

7.36

3.312.46

21.83

18.81

7.15

1.88

7.54

11.2010.98

0.00

5.00

10.00

15.00

20.00

25.00

imprese finanziate imprese non finanziate

Fonte: Elaborazioni su dati dell’indagine diretta

7 LIVELLO DI ISTRUZIONE

Analizzando il livello di istruzione degli addetti si registra, coerentemente con la prevalenza dei ruoli operativi, una maggior presenza del diploma di scuola media superiore e del diploma di

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scuola media inferiore, mentre marginale è la presenza sia di addetti con laurea e sia di quelli con licenza elementare (Tab. 4).Tab. 4 Livello di istruzione del personale impiegato nelle strutture ricettive. Valori %

  elementare scuola obbligo media superiore laurea o sup totaleimprese finanziate 5.30 34.97 52.98 6.75 100imprese non finanziate 5.63 28.04 60.88 5.44 100

Fonte: Elaborazioni su dati dell’indagine diretta

Le imprese calabresi domandano più professionalità ma, allo stesso tempo, investono relativamente poco in capitale umano rispetto agli altri settori. Solo nel 13,6% delle imprese intervistate i lavoratori hanno partecipato, nell’ultimo anno, a corsi di formazione organizzati all’interno della stessa impresa turistica (19,2%) o da altre aziende (70,8%).

Il livello d’istruzione delle persone che lavorano nel mondo del turismo è, comunque, mediamente più basso di quello che si registra in altri settori, anche se esistono forti differenze all’interno del comparto. In particolare, gli alberghi e i ristoranti occupano la più alta percentuale di forza lavoro con basso titolo di studio, mentre le persone impiegate nelle agenzie di viaggio e, ancora di più, il management dei grandi tour operators o delle grandi imprese di trasporto, raggiungono in genere un ottimo livello d’istruzione (laurea e, in alcuni casi, specializzazioni post-laurea). In Fig. 9 sono riportati i risultati di una ricerca condotta in Danimarca nel 2001, volta a stimare la percentuale del livello d’istruzione più alto sul totale degli occupati in alcuni segmenti d’offerta del settore turistico4 . Si noti come i più bassi livelli d’istruzione, ISCED 1 e 2, si registrino in primo luogo per i vettori di dimensioni aziendali ridotte, per i ristoranti e per gli alberghi (risultato ottenuto anche per la Calabria), mentre la percentuale più bassa è quella relativa alle agenzie di viaggio.

4 TSA = Tourism Satellite Account, metodologia usata per stimare la percentuale degli occupati nel settore turistico e in quelli ad esso strettamente collegati.

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Secondo rapporto di ricerca sulla valutazione degli effetti occupazionali del Programma Operativo della Calabria

Fig. 9 Livello d’istruzione in alcuni segmenti del l ’of ferta turist ica -Danimarca (2001)

Fonte: OECD, Labour Force Survey.

Per quanto riguarda le dinamiche occupazionali, dall’indagine emerge che esiste un’alta mobilità intra-settoriale, pari al 70% circa. Il risultato è in linea con le dinamiche registrate in altri paesi dal momento che si tratta di lavoratori molto spesso alle prime esperienze di lavoro. Elevata è anche la mobilità dal settore turistico ad altri settori, è invece ridotta quella in senso contrario.

8 PROVENIENZA GEOGRAFICA

La forza lavoro impiegata nel settore ricettivo calabrese è prevalentemente locale, il 77% degli occupati nelle imprese turistiche intervistate proviene, infatti, da una delle province calabresi. Cosenza è la più rappresentata con il 35,8% degli addetti, seguita da Vibo Valentia con il 15,3%, da Catanzaro con il 10,9%, da Reggio Calabria con il 9,2% ed infine da Crotone con il 6,5%. Per quanto riguarda le aree extra-regionali, l’8,4% degli occupati proviene da altre regioni italiane e il 2,3% dall’Europa dell’Est (Fig. 10). Questi dati riflettono, chiaramente, il carattere segmentato del mercato del lavoro.

Fig. 10 Composizione degl i addett i per area geografica di provenienza

Dipartimento di Economia e Statistica, Università della Calabria, Arcavacata di Rende (CS) 140

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Secondo rapporto di ricerca sulla valutazione degli effetti occupazionali del Programma Operativo della Calabria

Fonte: Elaborazioni su dati dell’indagine diretta

In genere nel settore turistico la percentuale di lavoratori stranieri è molto alta, anche se ci possono essere delle notevoli differenze tra i diversi paesi. La ragione è da individuarsi semplicemente nell’assenza di forti barriere all’entrata o all’uscita nel mercato del lavoro turistico e alla natura stessa delle prestazioni, solitamente occasionali o a tempo determinato che, pertanto, rendono il sistema di recruitment molto flessibile. Il fatto che dall’indagine condotta sia risultata una percentuale di lavoratori stranieri sul totale degli occupati relativamente bassa, può essere ricondotta a due motivi:

- il mercato del lavoro calabrese è caratterizzato da un alto tasso di disoccupazione (Tab. 1) e, pertanto, risulta meno attraente per la forza lavoro proveniente da altri paesi rispetto alle regioni settentrionali italiane che, invece, non presentano tale problema;

- molti lavoratori non sono assicurati dalle imprese; il lavoro sommerso (Box 1) caratterizza il settore dei servizi in generale e , ancora di più, quello turistico.

Box 1 Il lavoro sommerso

Secondo una indagine sul lavoro nero in Calabria, realizzata nel 2003 da Confindustria e Osservatorio Banche Imprese, nel settore manufatturiero l'incidenza del sommerso è pari al 32% della forza lavoro della regione, nel settore delle costruzioni l'incidenza salirebbe al 29% della forza lavoro.

Secondo i dati forniti dall'Istat, il peso dei lavoratori irregolari in Italia è del 23% (il 18% nel centro-nord, il 34% nelle regioni meridionali. Uno studio Sudgest ha stimato in circa il 10% il mancato gettito Irpef dovuto al lavoro nero, pari a 20 mila miliardi; in Calabria il mancato gettito è pari al 14% (circa 550 miliardi).

Il sommerso calabrese è stato definito strutturalmente diverso da quello che si ritrova nelle regioni del Nord-Est. Nel primo caso, infatti, esso è una forma patologica di economia ufficiale, ossia sarebbe l’unica forma possibile per far mantenere in vita un’attività che altrimenti sarebbe fuorimercato. Nel secondo caso, il sommerso sarebbe legato esclusivamente all’evasione di un obbligo contributivo (Marino, 2002). L’economia sommersa, quindi, in Calabria potrebbe essere definita come una forma fisiologica attraverso cui si realizza una fetta consistente dell’economia.

Per quanto riguarda i flussi inter-provinciali, dalla survey risulta che nella provincia di Catanzaro più dell’85% degli occupati proviene da comuni appartenenti alla stessa provincia.

Dipartimento di Economia e Statistica, Università della Calabria, Arcavacata di Rende (CS) 141

Composizione degli addetti per area

geografi ca di provenienza35,8

10,9

6,5

15,3

9,24,60,43,42,30,5

11,1

CosenzaCatanzaroCrotoneVibo ValentiaReggio CalabriaSudCentroNordEuropa dell'estAltroNon sa

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Nella provincia di Crotone; il 14,4% della forza lavoro proviene dalla provincia di Vibo Valentia, il 5,5% dalla provincia di Cosenza. Le strutture ricettive della provincia di Vibo Valentia impiegano, al contrario, manodopera extra-regionale; il 7,8% proviene, infatti, dalle regioni del Nord Italia mentre il 6,6% dall’Europa dell’Est (Fig. 11).

Fig. 11 Provenienza degli addetti per provincia di local izzazione del la struttura ricett iva

Fonte: Elaborazioni su dati dell’indagine diretta

Dipartimento di Economia e Statistica, Università della Calabria, Arcavacata di Rende (CS) 142

Provenienza degli addetti per provincia di

localizzazione della struttura ricettiva

0%

10%

20%

30%

40%

50%

60%

70%

80%

90%

100%

Cosenza Catanzaro Crotone ReggioCalabria

Vibo Valentia

CosenzaCatanzaroCrotoneVibo ValentiaReggio CalabriaSudCentroNordEuropa dell'estAltroNon sa

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RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI

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Eures (2004), Informazioni sul mercato del lavoro, web site: http://europa.eu.int/eures/main.jsp?catId=57&level=1&acro=lmi&lang=it&parentId=0&countryId=IT

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OECD, Good versus bad jobs; the quality of service sector jobs, (2001).

UN - WTO - OECD - Eurostat, (2002), Tourism Satellite Account: Recommended Methodological Framework.

Dipartimento di Economia e Statistica, Università della Calabria, Arcavacata di Rende (CS) 143