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cap. 5  / 1 

4 CRITERI DI COMPENSAZIONE,

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cap. 5  / 2 

Perequazione, compensazione e incentivazione sono indicati (art. 11) dalla legge

regionale 12/2005 come principi di riferimento dell’azione urbanistica. La legge

conferma l’efficacia operativa dello strumento perequativo, già sperimentata in

varie recenti esperienze di pianificazione, legandola ai concetti di compensazione

e incentivazione urbanistica. La formulazione dei principi e delle loro modalità di

applicazione sollecita alcune riflessioni generali preliminari rispetto a due

questioni: da una parte alle relazioni che si determinano tra le differenti

componenti del Piano di Governo del Territorio (PGT) nella definizione dei criteri e

delle regole di perequazione e compensazione e le specifiche competenze;

dall’altra rispetto ad alcuni contenuti innovativi, non ancora verificati dalle pratiche,

la cui applicazione merita opportune verifiche e approfondimenti.

La legge 12/2005 attribuisce al Documento di Piano (art. 8) l’individuazione degli

ambiti di trasformazione (punto 2, comma e) e la definizione degli eventuali criteri

di compensazione, perequazione e incentivazione. Questa indicazione sembra

riferire al DP la definizione degli indirizzi per la delimitazione del campo di azione

delle regole urbanistiche e procedurali delle trasformazioni (ad esempio la scelta

di indici e parametri omogenei per ambiti strategici e/o di trasformazione che si

trovino nelle medesime condizioni di fatto e di diritto), nonché i criteri per

l’acquisizione di aree da destinare ad usi di interesse collettivo (le quantità minime

di cessioni da garantire in forma compensativa nei processi di trasformazione e dinuova urbanizzazione) e le politiche e gli obiettivi da supportare con specifiche

forme di incentivazione (ad esempio nel favorire edilizia sociale, forme di

bioarchitettura, etc), che troveranno nel Piano dei Servizi, nel Piano delle Regole e

nelle convenzioni dei Piani attuativi o dei Programmi Integrati il livello

prescrittivo/normativo necessario per la loro operatività. In questo senso

Documento di Piano, Piano dei Servizi e Piano delle Regole si configurano come

strumenti sostanzialmente indipendenti, ma necessariamente complementari nella

definizione dei contenuti per l’applicazione dei meccanismi di perequazione e di

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cap. 5  / 4 

4.1 Il modello perequativo

Il modello perequativo introdotto dalla legge regionale 12/2005, che riprende uno

dei contenuti fondativi del progetto di riforma proposto dall’Istituto Nazionale di

Urbanistica nella metà degli anni novanta, si configura come meccanismo

attuativo del PGT finalizzato al superamento dei limiti connessi all’applicazione

dell’esproprio nell’acquisizione di aree ad uso pubblico. Uno strumento al tempo

stesso capace di risolvere le controversie giuridiche legate al “doppio regime” dei

suoli urbani, causa di una disparità di trattamento (suoli edificabili e suoli vincolati

a standard) tra proprietari di aree nelle medesime condizioni di fatto (suoli

urbanizzati o urbanizzabili) nonché di limitare le difficoltà connesse alla

reiterazione dei vincoli pubblicistici una volta decaduti dopo i cinque anni dalla loro

apposizione (sentenza C.C. 179/99).

Diversi piani regolatori generali hanno sperimentato in questi ultimi anni, in forme

più o meno articolate e complesse, l’applicazione di meccanismi perequativi

compensativi che, marginalizzando il ricorso allo strumento dell’esproprio, hanno

garantito una uniformità di trattamento di tutti i suoli urbani a partire da regoleurbanistiche omogenee (indici di edificabilità e quote di cessione per aree

pubbliche) definite sulla base delle condizioni di fatto e di diritto delle aree,

assicurando una sostanziale equità dei cittadini di fronte alle scelte del piano.

Senza pretendere ovviamente di annullare le disparità (immobiliari) determinate

dalla rendita posizionale e dalle esternalità generate dall’intervento pubblico, per le

quali si è più volte sottolineato la necessità di integrare il meccanismo della

perequazione urbanistica con forme di perequazione e redistribuzione fiscale,

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cap. 5  / 5 

capaci di recuperare le componenti differenziali della rendita urbana formatesi nel

processo di trasformazione.

Negli ultimi anni l’introduzione del Piano dei Servizi, istituito dalla legge regionale

1/2001 e riproposto dalla legge 12/2005 come uno degli atti fondativi del PGT, ha

di fatto rafforzato l’opportunità di un approccio perequativo nel momento in cui le

modifiche apportate alle modalità di dimensionamento del piano, con una

conseguente riduzione degli standard minimi dovuti, hanno determinato la

necessità di occuparsi della disciplina di patrimoni di aree vincolate dal PRG per

destinazioni pubbliche ma non già attuate, la cui conferma e reiterazione appariva

difficile, salvo per specifici e motivati casi.

Questa condizione ha reso più evidente la necessità di un’applicazione estesa del

meccanismo perequativo nella riclassificazione delle aree vincolate dalla disciplina

vigente in aree a regime privato, rese moderatamente edificabili attraverso

interventi soggetti a pianificazione attuativa, ma al tempo stesso obbligate a

“compensare” la quota di edificabilità attribuita con quote significative di cessione

di aree per la collettività (verde, infrastrutture e servizi) ovvero con la realizzazione

diretta a carico degli operatori di attrezzature e servizi indicati come bisogni

prioritari per la collettività locale. In questa accezione il concetto di compensazione 

ha identificato principalmente le quote di cessione richieste ai privati in quantità

aggiuntiva rispetto agli standard di legge, quale riequilibrio degli impatti generati

dalla trasformazione sul contesto urbano, determinandosi come condizione per la

sostenibilità urbanistica e ambientale dell’intervento. Il significato proposto dalla

nuova legge regionale 12/2005 assume invece un valore più peculiare di

risarcimento dovuto al privato (attraverso una edificabilità attribuita) di unalimitazione o vincolo d’uso imposto ad un’area dalla destinazione di interesse

pubblico.

Nell’applicazione del meccanismo perequativo all’interno del comparto soggetto a

Piano Attuativo o a Programma Integrato di Intervento il primo comma dell’articolo

11 conferma la sostanziale indifferenza rispetto alla struttura fondiaria, a partire da

un concetto di ripartizione proporzionale tra tutti i proprietari degli immobili

interessati dagli interventi degli “onori” (in base ad un indice di edificabilità

omogeneo attribuito a tutte le aree comprese nel comparto di intervento) e degli

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cap. 5  / 6 

“oneri” (la cessione di aree per opere di urbanizzazione) della trasformazione. Un

carattere del meccanismo già ampiamente praticato in recenti sperimentazioni,

rispetto al quale la legge non presenta elementi sostanziali di novità o differenza

(in sostanza applica le possibilità già previste per l’istituto del “comparto

urbanistico” della L.n. 1150/42 e per i piani di lottizzazione convenzionati).

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cap. 5  / 7 

4.2 La compensazione urbanistica

Il secondo comma dell’art. 11 sancisce che “a tutte la aree del territorio comunale,

ad esclusione delle aree destinate all’agricoltura e di quelle non soggette a

trasformazione urbanistica” può essere attribuito un indice di edificabilità

territoriale, differenziato per parti omogenee del territorio comunale (tessuti urbani

consolidati, aree di recupero ma anche aree destinate ad usi pubblici o di

interesse generale), ma inferiore rispetto ad un indice fondiario minimo. Nel caso

dell’applicazione dell’indice unico, la cui definizione normativa è di competenza del

Piano delle Regole e del Piano dei Servizi, l’utilizzazione della edificabilità

attribuita alle aree destinate ad usi di interesse pubblico o generale è vincolata alla

cessione gratuita al Comune delle stesse aree utilizzate.

Le modalità operative di utilizzazione della edificabilità attribuita vengono in parte

chiarite dal successivo comma 3 della legge, in cui si afferma che “alle aree

destinate alla realizzazione di interventi di interesse pubblico o generale, non

disciplinate da piani e da atti di programmazione, possono essere attribuiti, a

compensazione della loro cessione gratuita al comune, aree in permuta o dirittiedificatori trasferibili su aree edificabili previste dagli atti di PGT, anche non

soggette a Piano attuativo”.

Ciò comporta che il proprietario dell’area destinata a servizi, nel momento della

cessione della stessa al Comune, trasferisca la quota di edificabilità attribuita su

un’altra area edificabile di sua proprietà, ovvero ceda la volumetria ad altri

proprietari di aree edificabili; in questo caso appare opportuno (per quanto non

direttamente specificato dal testo di legge) che l’indice di edificabilità territoriale

attribuito alle differenti zone tessuto non sia sufficiente ad edificare direttamente

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cap. 5  / 8 

(in modo che sia necessario raggiungere una quantità di diritti edificatori attraverso

l’acquisizione della edificabilità differenziale generata dalle aree destinate ad usi

pubblici), o che vengano inseriti dei meccanismi di incentivazione finalizzati

all’accoglimento dell’edificabilità compensativa. A facilitazione della procedura di

transazione compensativa dei diritti edificatori viene sancita (comma 4) la libera

commerciabilità dei suddetti diritti attribuiti a fini di compensazione (non viene

tuttavia specificato in che forme e in che modi possa essere gestita la

commercializzazione dei diritti edificatori; se cioè questa possa avvenire in una

condizione di libero mercato in cui di fatto qualunque proprietario di aree vincolate

può vendere a qualunque altro proprietario di aree edificabili la propria quota di

volumetria compensativa, ovvero se sia necessario un controllo/indirizzo pubblico

delle transazioni).

“In alternativa a tale attribuzione di diritti volumetrici”, e dunque di fatto in

alternativa alla facoltà di traslare l’edificabilità attribuita su altre aree edificabili

ovvero di procedere alla sua commercializzazione, il proprietario può procedere

direttamente alla realizzazione delle opere di urbanizzazione ovvero dei servizi o

di attrezzature pubbliche o di interesse pubblico o generale, “da effettuarsi all’atto

della utilizzazione dei diritti edificatori, così come determinati in applicazione di

detto diritto perequativo”.

Questa possibilità è già introdotta all’articolo 9, relativo al Piano dei Servizi, ai

commi 12 e 13, in cui si afferma “che non configurano vincolo espropriativo e non

sono soggette a decadenza le previsioni del Piano dei Servizi che demandino al

proprietario dell’area la diretta realizzazione di attrezzature e servizi ovvero ne

contemplino la facoltà in alternativa alla pubblica amministrazione”.

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4.3 Le incentivazioni premiali

 Al comma 4 dell’art. 11 della nuova legge regionale si prevede la possibilità di

applicazione di forme di incentivazione urbanistica nel Documento di Piano, “a

fronte di rilevanti benefici pubblici aggiuntivi rispetto a quelli dovuti (…), in misura

non superiore al 15% della volumetria ammessa per interventi ricompresi in piani

attuativi finalizzati alla riqualificazione urbana”. Ovvero un’analoga disciplina può

essere prevista anche “ai fini della promozione dell’edilizia bioclimatica e del

risparmio energetico”.

L’introduzione di meccanismi di incentivazione applicati a processi di

trasformazione urbanistica definisce un principio di grande interesse quale stimolo

nel sostenere politiche “virtuose” di miglioramento della qualità urbana,

consentendo all’Amministrazione di indirizzare con maggior forza ed efficacia gli

esiti delle pratiche negoziali verso obiettivi di condiviso interesse collettivo.

Esperienze recenti hanno già praticato un’applicazione estesa di questi

meccanismi, con finalità differenti e articolate; dal sostegno a forme di bio -

architettura, alla promozione di edilizia sociale, fino alla incentivazione di unamaggior rapidità dei processi di trasformazione, che spesso diventa una

condizione essenziale per garantire la reale fattività in tempi brevi di servizi e di

attrezzature (legate alla operatività dell’intervento privato).

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4.4 Perequazione urbanistica, compensazioneedificatoria e incentivazioni: criteri e indirizzioperativi per il PGT di Dresano

Perequazione, compensazione edificatoria ed incentivazione premiale

costituiscono i principi di riferimento per l’attuazione delle strategie urbanistiche

del Piano di Governo del Territorio di Dresano.

L’applicazione di modalità operative di tipo perequativo e compensativo riguarda in

maniera diffusa gli obiettivi di sviluppo e tutela relativi sia al sistema insediativo

che al sistema dei servizi e del verde, con particolare attenzione alla costruzione,

valorizzazione e al miglioramento della efficienza prestazionale della “città

pubblica”.

In tal senso le principali strategie del Documento di Piano e del Piano dei Servizi

prevedono:

a. la limitazione del meccanismo espropriativo a favore di una applicazione

estensiva di modalità attuative perequative, che consentano da una parte

di ottenere quale cessione gratuita, all’interno degli interventi di

trasformazione e rigenerazione urbana, le aree da destinare ad usi pubblici edi interesse generale e dall’altra di garantire un equo trattamento a tutti i

proprietari di suoli coinvolti nei processi di trasformazione;

b. in alternativa all’acquisizione onerosa, l’attribuzione di una edificabilità

compensativa  alle aree destinate a verde e servizi pubblici o di interesse

generale che l’Amministrazione pubblica intenda conseguire in proprietà;

c. l’attuazione di una politica efficace per la casa sociale, da realizzare

attraverso una diffusa disponibilità di aree, da ottenere all’interno dei processi

di trasformazione privata e capace di garantire una effettiva integrazione

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cap. 5  / 11 

sociale e urbanistica degli interventi di edilizia pubblica, superando uno dei

limiti più critici manifestati nella lunga esperienza dei Piani di Zona;

d. la costruzione di una “città più vivibile” da realizzare, secondo gli obiettivi e

le strategie definite per il Sistema dei servizi e per il sistema del verde e

ambientale, attraverso: il disegno e il potenziamento degli spazi collettivi

(piazze e luoghi pubblici), l’estensione della rete di percorsi ciclopedonali e

l’incremento delle aree destinate a parco naturale e attrezzato, nello specifico

attraverso la costruzione di una nuova “spina verde” centrale, quale struttura

ambientale connettiva sia della città pubblica che dei quartieri urbani

esistenti; il miglioramento della fruibilità e della sicurezza delle aree e delle

attrezzature pubbliche; la valorizzazione delle risorse territoriali e paesistiche.

Le quattro strategie elencate si propongono di contribuire, sulla base di criteri di

fattibilità ed efficienza, alla costruzione di un progetto organico di “città pubblica”,

reso possibile attraverso la formazione di una ampia riserva di aree da destinare a

parco, spazi collettivi (“spina centrale”) e ad attrezzature di interesse pubblico, non

solo rilevante da un punto di vista quantitativo ma anche compatibile, in termini di

accessibilità, fruibilità e vivibilità, alla reale funzionalità delle aree a verde e dei

servizi. Un progetto unitario strategico che si pone l’obiettivo di un significativo

miglioramento della qualità insediativa di Dresano, da realizzare, coerentemente

con il disegno strutturale complessivo del Documento di Piano, attraverso il

perseguimento di una effettiva integrazione fisica tra i diversi quartieri residenziali

della città di Dresano (Centro storico, Madonnina, Villaggio Ambrosiano ed Helios)

e al tempo stesso rafforzando l’integrazione con gli elementi del sistema agricolo

ambientale, con la valorizzazione dei percorsi pedonali, la tutela dei corridoiecologici e delle connessioni verdi.

Il raggiungimento degli obiettivi strategici del Documento di Piano viene perseguito

attraverso l’applicazione prevalente di meccanismi perequativi  e compensativi,

capaci di assicurare la praticabilità economica (costo zero) e giuridica

all’acquisizione delle aree per l’Amministrazione e al tempo stesso di tutelare e

valorizzare il ruolo dei privati nei processi di trasformazione e riqualificazione

urbana, garantendo un equo trattamento delle proprietà coinvolte. In questo modo

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viene riconosciuto il mercato e le sue esigenze, riducendo in parte le distorsioni

determinate dalla rendita e salvaguardando gli interessi fondamentali della

collettività.

4.4.1 Indirizzi e modalità perequative

Tutte gli ambiti classificati dal Documento di Piano (DP) come   Aree di

Completamento urbano (AC) e come Aree di Trasformazione strategica (AT) daattuarsi attraverso Piani Attuativi (ovvero, nelle forme e nelle modalità consentite,

per le sole Aree di Completamento Urbano con Permesso di Costruire

Convenzionato), verranno disciplinati sulla base di obiettivi di equità urbanistica:

regole omogenee (indici e parametri urbanistici, edilizi e ambientali, quantità di

aree per cessioni pubbliche, incentivazioni) definite sulla base delle condizioni

urbanistiche di fatto (usi in atto, localizzazione, dimensione e rilevanza strategica)

e di diritto (disciplina urbanistica vigente) delle aree.

Gli indirizzi normativi e le condizioni perequative stabiliti dal Documento di Piano

quali obiettivi e orientamenti per la trasformazione urbanistica assumeranno:

- per le Aree di Completamento urbano, valore conformativo all’interno della

disciplina normativa del Piano delle Regole;

- per le Aree di Trasformazione strategica costituiranno indici e parametri di

riferimento per la successiva conformazione attuativa.

In questo caso la disciplina operativa definita dal Documento di Piano andrà

a costituire il quadro dei condizionamenti urbanistici (carico massimo

ammissibile, quote volumetriche incentivali e funzioni realizzabili), ambientali

(sostenibilità dell’intervento) e degli obiettivi pubblici prioritari (quantità

minima di aree da cedere, servizi e opere da prevedere) cui riferirsi nella

valutazione dell’ammissibilità delle proposte presentate e nella eventuale

attivazione di forme di incentivazione.

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Le quantità edificatorie complessive (edificabilità di base e quote incrementali

premiali) che verranno statuite in termini normativi all’interno dei Piani

 Attuativi, dovranno essere comunque verificate sulla base della capacità

complessiva del progetto di trasformazione di generare rilevanti ed effettive

ricadute di interesse pubblico (in termini quantitativi e qualitativi) sull’ambito

locale e sul sistema urbano e al tempo stesso dovranno essere congrue

rispetto alla fattibilità finanziaria privata dell’intervento, garantendo il rispetto

della coerenza morfologica e funzionale del progetto con i caratteri dei tessuti

urbani di contesto.

In termini di indirizzi generali tutti gli interventi, sia di natura ordinaria (Aree di

Completamento urbano) che strategica (Aree di Trasformazione), dovranno

comunque contribuire al miglioramento della qualità diffusa dell’ambiente e delle

dotazioni urbane attraverso rilevanti cessioni di aree  da destinare a verde

urbano, spazi pubblici e servizi, e/o contribuendo alla realizzazione e gestione

diretta di attrezzature e infrastrutture di interesse collettivo e generale sulla base

delle priorità pubbliche definite nel Piano dei Servizi.

 Al fine di dare attuazione al principio di indifferenza  rispetto all’uso specifico

delle diverse aree comprese negli  Ambiti di Trasformazione  e negli  Ambiti   di

Completamento, la superficie lorda di pavimento o la volumetria realizzabili

vengono attribuite ai diversi proprietari, in proporzione alle superfici delle rispettive

proprietà. Analogamente lo stesso rapporto proporzionale sarà applicato agli oneri

di concessione e alle cessioni di aree di uso e interesse pubblico e generale.

In detti ambiti l’edificabilità è consentita per i proprietari mediante il trasferimento

dei corrispondenti diritti edificatori all’interno delle aree in cui si prevede di

concentrare l’edificabilità, in modo tale da assicurare la partecipazione pro - quota

dei proprietari agli obblighi e alle potenzialità di trasformazione stabilite dagli

strumenti attuativi.

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4.4.2 Modalità per l’ottenimento delle aree di interesse collettivo:edificabilità compensativa e/o acquisizione onerosa

Tra gli elementi di innovazione e di discontinuità introdotti nella nuova legge

regionale 12/2005, risulta di particolare interesse la possibilità di attribuire alle

aree destinate alla realizzazione di funzioni di interesse pubblico o generale, diritti

edificatori trasferibili su aree edificabili opportunamente identificate, quale

compensazione della loro cessione gratuita al Comune.

Sulla base della suddetta disposizione legislativa il Documento di Piano di

Dresano prevede, in alternativa all’acquisizione pubblica onerosa comunque

attuabile, la facoltà che le aree non ancora di proprietà pubblica destinate a

servizi, verde e attrezzature di interesse generale dal Piano dei Servizi possano

essere cedute gratuitamente all’Amministrazione a fronte della attribuzione alle

stesse di una edificabilità compensativa.

L’edificabilità compensativa prevista potrà essere utilizzata solo contestualmente

alla cessione totale e unitaria all’Amministrazione comunale dell’area cui viene

attribuita l’edificabilità stessa, da registrare e trascrivere attraverso un atto unitario

o congiunto.

L’indice volumetrico compensativo verrà disciplinato in termini conformativi dal

Piano dei Servizi e dovrà consentire una potenzialità edificatoria comunque

contenuta (in termini orientativi si prevede un indice di edificabilità territoriale It non

superiore a 0,15 mc/mq da applicare alle aree destinate a servizi e a verde).

L’edificabilità compensativa maturata dalle aree destinate a servizi e verde cedute

all’Amministrazione non potrà essere realizzata e localizzata all’interno delle aree

stesse ma dovrà essere trasferita all’interno delle Aree di Trasformazione

strategica (AT) identificate dal Documento di Piano.

L’applicazione diffusa di principi compensativi può garantire in questo modo la

limitazione del meccanismo espropriativo anche per l’acquisizione di aree non

direttamente idonee ad una previsione di trasformazione perequativa interna al

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comparto attuativo (nei casi ad esempio di aree di dimensioni ridotte in

ampliamento di servizi esistenti, di aree di elevato valore ambientale, etc).

4.4.3 Incentivazioni premiali. Tipologie e requisiti

Il Documento di Piano di Dresano prevede la facoltà di attivare quattro differenti

tipologie di incentivazione  urbanistica nell’ambito delle procedure di attuazione

delle Aree di Trasformazione strategica.

Le quantità edificatorie incentivali complessivamente ammesse e utilizzabili

all’interno delle differenti classi perequative di AT, in aggiunta all’edificabilità di

base specificamente attribuita, secondo quanto disciplinato al paragrafo 5.5.2, non

potranno riguardare congiuntamente più di due tipologie di incentivazione

premiale  e comunque non potranno comportare un aumento della densità

territoriale (It) superiore a 0,20 mc/mq.

Incentivi per l’edilizia sociale in affitto

Nelle  Aree di Trasformazione strategica (AT)  del Documento di Piano possono

essere previsti e autorizzati, su valutazione dell’Amministrazione comunale,

incentivi edificatori finalizzati a rispondere alla domanda di edilizia sociale

convenzionata in affitto. I Piani di Edilizia Economico Popolare, che hannotradizionalmente assunto il compito di dare risposta al bisogno abitativo delle

classi sociali disagiate, appaiono attualmente di difficile attuazione, per costi

troppo elevati e ormai inadeguati a garantire una soddisfacente risposta al

problema.

L’utilizzo dei premi edificatori all’interno delle Aree di Trasformazione è

subordinato all’impegno da parte dell’operatore privato alla realizzazione di edilizia

di interesse sociale in affitto, da convenzionare in sede di Programma Integrato di

Intervento.

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In tal caso la quota edificatoria incrementale complessivamente utilizzabile da

definire in ambito negoziale non potrà essere superiore ad una densità di 0,15

mc/mq.

La suddetta quota risulterà così articolata

- 0,10 mc/mq per edilizia sociale convenzionata in affitto,  nelle modalità di

seguito specificate;

- 0,05 mc/mq quota incentivale premiale per edilizia libera.

La quota per edilizia sociale convenzionata in affitto potrà essere ceduta in

proprietà al Comune che, nell’ipotesi in cui non intenda utilizzarla direttamente,

provvederà mediante bando pubblico all’assegnazione a cooperative, ovvero ad

altri enti preposti alla realizzazione di interventi di edilizia convenzionata. In tal

caso l’area di diretta pertinenza dell’intervento di edilizia convenzionata in affitto

verrà ceduta in diritto di superficie, per un periodo di tempo da definire in sede di

convenzione attuativa, all’ente esecutore (comune, cooperativa o altri).

L’amministrazione comunale ha la facoltà di lasciare all’operatore privato la

realizzazione diretta della quota edificatoria destinata ad edilizia sociale in affitto

(che rimane in tal caso di completa proprietà dell’operatore) purché questo si

impegni a dare in locazione la suddetta quota a canoni convenzionati per un

periodo di tempo adeguato stabilito dall’Amministrazione.

Incentivi alla realizzazione e gestione privata di aree e attrezzature di

rilevante interesse pubblico

Nell’ambito delle procedure di attuazione delle Aree di Trasformazione strategica,

possono essere attivate modalità di incentivazione volumetrica finalizzate alla

realizzazione e/o gestione diretta da parte degli operatori privati di aree e

attrezzature di interesse collettivo, prioritariamente relative alla realizzazione del

progetto del parco centrale della Spina Verde, da garantire in aggiunta alle quote

e alle opere minime già statuite e da convenzionare, nei tempi e nei modi con

l’Amministrazione pubblica.

In tal caso la quota edificatoria incrementale complessivamente utilizzabile, dadefinire in ambito negoziale, non potrà essere superiore a 0,05 mc/mq.

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7/24/2019 Cap 4_dic2009

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Comune di Dresano  Piano di Governo del TerritorioProvincia di Milano  Documento di Piano 

dicembre 2009

Incentivi per la bioarchitettura

In tutti le Aree di Trasformazione strategica del Documento di Piano possono

essere consentiti incentivi volumetrici finalizzati all’utilizzo di forme innovative di

bioarchitettura (coerentemente con quanto disciplinato dal nuovo regolamento

Edilizio comunale) e di interventi energetici sostenibili e rinnovabili (biomassa,

energia solare, etc). In questi casi è facoltà dell’Amministrazione consentire

l’applicazione di tali incentivazioni volumetrici, sulla base di una valutazione dei

progetti urbanistici ed edilizi che adottano criteri di bioedilizia in grado di garantire

le massime  prestazioni in materia di contenimento dei consumi e di un più

efficiente bilancio energetico (categorie A e A+). 

In tal caso la quota edificatoria incrementale complessivamente attivabile, da

definire su valutazione dell’Amministrazione comunale, non potrà essere superiore

a 0,10 mc/mq.

Incentivi alla rapidità operativa

Nel caso di Piani Attuativi, relativi ad Aree di Trasformazione strategica individuate

dal Documento di Piano, che vengano presentati e adottati entro 2 anni 

dall’approvazione unitaria degli atti costitutivi del Piano di Governo del Territorio

(PGT) possono essere attivate e consentite dall’Amministrazione comunale quote

volumetriche premiali fino ad un limite di edificabilità territoriale pari a 0,10 mc/mq.