CANTO vi - Purgatoriosulla riva dell’Acheronte, perché ai vivi non è permesso spezzare le leggi...

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CANTO VI - PURGATORIO BASILIO, SIMONA, GIANCARLO, SOFIA, GIORGIO, TINDARA.

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CANTO VI - PURGATORIOBASILIO, SIMONA, GIANCARLO, SOFIA, GIORGIO, TINDARA.

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INTRODUZIONE

• Ci troviamo nell’Antipurgatorio, dove le anime comincianoad espiare le loro colpe. Siamo nella terza schiera: quelladegli spiriti negligenti, coloro che sono morti di morteviolenta. Sono coloro che hanno subito l’omicidio e hannoatteso il momento estremo per pentirsi. Devono attendere unperiodo di tempo pari alla loro vita prima di salire apurificarsi sulle cornici del purgatorio. Camminanolentamente, come in processione, cantando in coro ilMiserere.

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IL VALORE DELLA PREGHIERA E IL SUFFRAGIO

• Nonostante il canto sesto di ogni cantica utilizzi temi politici, quello del Purgatorio si sofferma nel chiarire unaquestione dottrinaria: Dante infatti, riferendosi a un passo dell'Eneide da cui si può capire che le preghiere nonpossono piegare un decreto del cielo, chiede a Virgilio il motivo per cui le anime chiedono delle preghiere disuffragio. In tale modo egli dà una spiegazione chiara di Dio cristiano come essere sensibile alle preghiere altrui. Sievidenzia dunque una sorta di "contraddizione" tra l'idea del poeta e del maestro, legittimata dalla caratteristicamedievale della reinterpretazione dei testi classici secondo le proprie convinzioni di fede.

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INCONTRO CON SORDELLO DA GOITO

• Virgilio e Dante scorgono un’anima che guarda verso di loro, Virgilio gli sirivolge per conoscere il cammino. Nel presentarsi pronuncia il nome della cittànatale, Mantova. L’ombra allora gli si slancia in un abbraccio fraterno, rivelandodi essere Sordello, anch’egli mantovano. Fu uno dei maggiori poeti italiani dilingua provenzale che si distinse presso la corte di Riccardo di San Bonifacio, aVerona. Dante, davanti allo spettacolo così intenso per la comune patria, prorompein un apostrofe contro l’Italia, luogo di corruzione, lacerata da lotte intestine.

• Il personaggio potrebbe sembrare un semplice strumento per introdurre il motivodell’amore per la patria, ma Sordello diventerà protagonista anche dei cantisuccessivi, accompagnando i pellegrini fino alla valle dei principi negligenti,

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INVETTIVA CONTRO LA POLITICA

• Dante, prorompe in un’apostrofe contro Italia, nave senza pilota e luogo di corruzione. Il poeta continua chiedendo acosa siano servite le leggi di Giustiniano. L’invettiva si rivolge poi alla Chiesa, che ostacola il potere temporaledell’imperatore. La condanna si estende anche all’imperatore Alberto D’Asburgo, che ha rinunciato a esercitare lasua autorità sulle regioni italiane.

L’ amarezza e lo sdegno di Dante sono tali da fargli dubitare retoricamente che Dio stesso abbia distolto lo sguardodall’Italia e che la corruzione risponda a un qualche misterioso segno della Provvidenza. Dante si chiude in sarcasmoappellandosi a Firenze, i cui cittadini sono solerti ad assumere cariche pubbliche, ma non hanno alcun senso dellagiustizia e mutano continuamente

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APOSTROFEA DI FIRENZE

• L’apostrofe contro l’Italia e Firenze costituisce il tema politico del’’intero canto. Questa è stimolata in Dante daSordello. Il tema politico si concretizza al verso 76 in un’invettiva contro la situazione degenerata dell’Italia. Lacausa è rinvenuta essenzialmente nella mancanza di una guida imperiale che sia in grado di assumere laresponsabilità di riportarla all’antico splendore. Nell’immaginario di Dante, il mondo ideale coincide ancora con ilmodello della società feudale, coronata dell’intensa armonia provvidenziale tra il potere temporale dell’Impero e ilpotere spirituale della Chiesa. La rabbia dantesca chiama in causa cinque interlocutori diversi:

• L’Italia: definita come una «donna di bordello», per denunciare la sua bassezza morale e spirituale.

• La gente della penisola: che ha mostrato il più completo disinteresse per il buon governo e la pace comune.

• L’imperatore Alberto I d’Austria: che ha lasciato l’Italia a un completo stato di abbandono.

• Dio stesso: cui si chiede, retoricamente, se questa situazione di degrado e corruzione non sia forse un passaggiodoloroso e necessario per un futuro diverso.

• Firenze: su cui si riversano le accuse più pesanti e sarcastiche, Dante ne denuncia la corruzione, l’inconsistenza e lafalsa partecipazione civile e politica dei cittadini.

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CONFRONTO CANTO VI INFERNO

• Il sesto canto di ogni cantica sviluppa il tema politico(Ciacco nell’Inferno, Giustiniano nel Paradiso). Nelpurgatorio c’è spazio anche per chiarire una questionedottrinaria: quando Virgilio, emblema della Ragione, spiegail significato di una sua affermazione nel sesto librodell’Eneide, quando a Palinuro viene rifiutato il passaggiosulla riva dell’Acheronte, perché ai vivi non è permessospezzare le leggi divine. Dante infatti non vuolesolo "correggere" una possibile contraddizione tra il suotesto e quello del maestro (secondo il tipico atteggiamentomedievale di reinterpretare i testi classici secondo le proprieconvinzioni di fede), ma anche chiarire che la legge del Diocristiano è sensibile alle preghiere sincere dei fedeli per iloro morti.

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FINE