Le droghe degli dèi. Veleni sacri, estasi divine

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DE FÉLICE PHILIPPE, 1990, Le droghe degli dèi. Veleni sacri, estasi divine, ECIG Edizioni, Genova, 334 pp.

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PHILIPPEDEFLICE LEDROGHEDEGLIDEI Velenisacri,estasidivine EDIZIONICULTURALIINTERNAZIONALIGENOVA NUOVA ATLANTIDE direttadaPaoloAldoRossi PHILIPPEDEFLICE LEDROGHEDEGLI DEI Velenisacri,estasidivine ECIG EDIZIONICULTURALIINTERNAZIONALIGENOVA NUOVAATLANTIDE L'UNIVERSOFILOSOFICO,STORICOESIMBOLICO: MONDIE CULTUREA CONFRONTO TITOLO ORIGI NALE POISONSSACRS.IVRESSESDIVINES Essaisurquelquefortnesinfrieuresdelamystique 1936byAlbinMichel TRADUZIONEDI P.FEMIAeL.ZUCCARl NO Revisionea curadellaRedazione ISBN- 88-7545-39)4 ECIG EDIZIONICULTURALIINTERNAZIONALIGENOVA S.A.S.diG. L.BLENGI NO&C. VIACAFFARO19/10.16124GENOVA l ' EDIZIONE1990 Prima parte Le odiernetossicomanie I L'ebbrezza mistica Il problema delle tossicomanie.Gli effetti dell'alcool. L'ebbrezza ed il linguaggio mistico. L'ebbrezza e gli stati mistici. Un'alternativa alla religione. Qualespiegazionedare all'invincibile attrazionechel'alcool esercita suparte degliuomini contemporanei? Con quanta autorit questi regna sovrano neidesideri che essi provano e nella vita che conducono?Lasoluzionediquestoproblemapotrebbeessere meno semplice di quella che sisarebbe tentati diimmaginare. Ineffetti,malgradoleapparenze,nonbisognadimenticare che,istintivamente, l'uomo prova una naturale ripugnanza verso l'alcoolcoscomeversotuttele altresostanzetossiche.Senza dubbio"facendosiviolenzaolasciandosifareviolenza",egli perviene asuperare"questo disgustoistintivo"eatrionfaresu questa "intolleranza fisiologica".Le conseguenze di ci compor-tanounprimitivostatopatologico,checonsiste"nell'assuefa-zione progressiva all'alcool"per arrivare successivamente ad un secondo stato non meno patologico, implicante "il bisogno irresi-stibile"diassorbirneancora(1).Semplicemente,questonon che il risultato diun'inclinazionemorbosa,ovverounqualcosa che sta all'origine.Noiassistiamo solo all'epilogo diundramma interiore, ma il suoinizio cisfugge.Qual'stato il punto dipar-tenza diunapassione che,pocoa poco, vaimpossessandosidi unessereumano,loistigacontrosestessoefinisceper farne l'artefice della propria decadenza? (1)Drs Triboulet,Mathieu eMignol, Trail de/'Alcoolisme.Paris.Masson, 1905.p.123. 8 Una tale questione, a ben rifletterci, ne richiama subito molte altre,datochel'alcool,per quantosiautilizzatodiffusamente, non certamente l'unico tossico che gli uomini assumono. Come sispiega,adesempio,l'esistenza- accantoaivolgaribevitori-deglieteromani,dei morfinomani, deicocainomani?Parimenti, da dovenasce il fattodifumarel'oppio,l'haschisc,lo stessota-bacco?Riassumendo,achecosarispondequestobisognodi eccitanti, distupefacenti, di narcotici, che si ritrova ovunque? Se vogliamo renderci conto delsignificato profondo di questo problema, importante enunciarne i termini in tutto illoro rigore. Supponiamo dunque di essere invitati a bere unqualunque veleno o a respirare ungas deleterio, col rischio troppo evidente di com-promettere la nostra salute e di distruggere noistessi.Siamo si-curi che ilnostro forteistinto di conservazione ci impedir di ab-bandonarci aduna simile follia?Noi personalmente ne siamo si-curi,etuttaviai fattidimostrano che,sesiconsidera un gruppo particolare dinostrisimili,questa convinzione errata proprio perch contraria all'esperienza. In realt, il veleno ed ilgas de-leterio hanno avuto ed hanno ancora innumerevoli amatori che, al finediassorbire quello odirespirare questo,nonhannoesitato neitempipassati enonesitano,a maggior ragione ancor oggi,a scherzare con la propria vita. Posto in questi termini,troviamo formulato intutta la sua am-piezza il problema di cui ci stiamo occupando, unproblema uni-versalmente tipico delle societ umane e le cui conseguenze ma-terialiemorali,individualiesocialisonoincalcolabili:perch l'uomo, anzich evitare certe intossicazioni, contro le quali il suo organismo protesta, le ha non5010 accettate, ma addirittura ricer-cate?Fermandoci all'alcoolincominciamo colporcileseguenti domande:perch ilsuo consumo mondiale ammonta a milioni di ettolitri? Perch, solo in Francia, senza parlare degli altri paesi, i documenti ufficialihanno dovuto registrare, nel1930, l'esistenza di 473.704rivendite dibevandealcooliche?(2)Perch ioperso-(2)Slalislique gnrale dela France.Annuaire stalisliqui!.VoI.XL VII,1931. Paris.Imprimeirc National,1932, p.142. 9 nalmenteho potuto contarnebenottanta inuna via miserabile, dove solo quattro panifici erano invece sufficienti a soddisfare la. domanda dipane? Queste cifrenonavranno insegnato niente di nuovo a coloro che,conoscendo i quartieri popolari dellenostre grandicitt,sipreoccupano,earagione,difrontealpericolo dell'alcool;nondimeno esse danno uncarattere stranamente in-quietante alla domanda chenoiabbiamo posto sulle cause pro-fondedel potere dell 'alcool. Per tentare una corretta risposta mi sembra che il mezw pi si-curo sia quello di prendere in esame i bevitori stessi e di determi-nare qualipossono essere su statiindottiamescolarsiagliautoctoni.Ma l'ingressodi questi ultimi nelle loro societ sarebbe rimasta subordinata a certi riti d'iniziazione e ad una permanenza preliminare nei ranghi in-feriori.Quanto all'identificazione diquestiestranei con i morti, ci sispiegherebbe sia a causa delle idee religiose degliaborigeni sia per l'impressione che dovette causare, sulle popolazioni fra le qualisbarcarono,illoroarrivo improvviso (8).Li siconsider, dunque, come esseri provenienti da un altro mondo.Da dove ve-(7)R.-H.Codrington:TheMelanesians.Sludies intheir Anlhropology and Folk-Iore.Oxford; ClarendonPress,1981,pp.69-100,101-115;W.-H.-R. Rivers:TheHistory 01 MelanesiansSociety.Cambridge,UniversityPress, 1914, II, pp.207 esgg. (8)W.-H.-R.Rivers,op.cii.,Il, pp.210 e sgg, pp.212-214,215,218. 100 nivano in realt? Dalla Polinesia, molto probabilmente e,senza dubbio, portarono con loro l'uso delkava(9). Inogni caso,noninsisteremmo .tropposulpostoriservato al kava in questi curiosi raggruppamenti di cui abbiamo tratteggiato l'organizzazione, ilquale potrebbe essere la genesi.Baster, per mostrareilruolochegiocapressoiMelanesianilabevanda estratta dal pepe inebriante, citare qui alcuni fatti. Nelle isole Bank, le associazioni diuomini portano il nome di Sukw e sisuddividono inSukw del villaggio ed in Sukw della foresta o Tamate. Vale la pena notare che il termine Tamate desi-gna gli spiriti deimorti. Il gruppo Tamate, che si recluta nei ran-ghisuperioridelSukw, quindi formatoda spiritireincarnati (lO).IlSukw delvillaggio siriunisce inogniagglomeratoall' interno del Gamal. Questo formato da uncerto numero di com-partimenti, che corrispondono alle differenti categorie d'iniziati. IlSukw della foresta o Tamate si riunisce inunluogo sacro,si-tuato inpiena foresta e che si chiama Salagoro.Ora, ilconsumo rituale delkava,sia nelGamal,sia nelSalagoro, costituisce uno degliattiprincipali della vita delSukw. Ecco come siprocede. Uno degliiniziati delrango pialto sisiede conlegambe incro-ciate edi piedi messi sotto le ginocchia;egli si lava le mani e le battel'unacontrol'altraper dareaiprofaniilsegnaled'inizio, quindi,prendeunpezzo diradice delpepe inebriante e inizia a masticarla mischiandovi, ditanto intanto,unpo' d'acqua.Dopo averla masticata nbenbene, estrae dallabocca unbolo, in forma di polpetta, e ne spreme il succo nella prima diquattro coppe ap-positamente consacrate per lapreparazione del kava. Vi aggiunge dell'acqua presa dalla seconda di queste coppe.Illiquido cos ot-tenutopassanellaterza.Infine,dopomolteplicitravasi,labe-vanda versatanell'ultima delle coppe el'uomopianzianola beve. Le stesse operazioni sono ripetute da ciascun partecipante. Infinetuttalasostanzamasticatapostasottoiltetto dellaca-(9) Id., ibid" Il, cap. XXVI, Kava and Bele/, pp.243257. (lO) Id.,ibid., pp.61 ' e sgg. 101 panna del Gamal con degli altribocconisimili,equirester fin tanto che sussister il Gamal.' L'atto dibere ilkava,gi preceduto da tutte queste manipola-zioni,sicompie ugualmentesottoformadirito ed accompa-gnato dalla recita diuna formula misteriosa, chiamata Tataro,il cui senso, oscuro, consiste inunasorta di preghiera, indirizzata, sembra,allospirito diunavo(lI). La coppa tesa dallamano destra e ricevuta dalla mano destra. Le labbra del bevitore non ne devonotoccareibordied,infatti,bisogna immergerlediretta-mentenelliquido.Uniniziato,digrado superiore,inghiottela feccia che si depositata inuno dei recipienti. Questi, dopo l'uso, non devono essere poggiati alsuolo, ma essere sospesi nell'aria. L'atto del bere il kava designato nelle isole Bank con ilter-mine woana.Questa cerimonia, di carattere cos nettamente reli-gioso, ha luogo ogni volta che succede qualcosa d'importante nel S ukw.Vadas cheisoliuominisonoammessiaprendervi parte (12). Cerimonieanaloghehannoluogo,nelleisoleTorrs,nel GamaldelHukwa,ilqualecorrispondeesattamentealSukw delle isole Bank. I membri della societ prendono posto, secondo illoro grado,nelle differentisezioni delGamal.Vengono loro distribuite le radici del pepe inebriante.Ognuno grattugia la sua con ,unaspeciale conchiglia, pronunciando una formula rituale. Ognuno procede in seguito a masticare la propria parte e ne estrae unabevanda che passasuccessivamenteintretazzepoggianti, nonsulsuolo, ma sudelle rondelle di noce dicocco.Quando la (11)Id.,ibid.,p.85.".... aprayerusedontheoccasionof drinkingKava, which wouldindicate the existence of amorestricUyreligiousaspect of the pratcice.Theformula runs:Tartaro mamo (mama)motangoregea nake neira golgoltiamenauneiratamate."C.Codrington,op.ciI ..p.147."Onmaking elibation of Kava before drinking:"Talaro-Granfatber!tbis is your lucky drop of Kava;leIrawe come imo me;themoneyI havespent letit come back IO me,tbefoodtbalisgoneletitcomebackhitherIOtbehouseof youand me." (I2) Rivers:op. cit.,I,pp.82-85. 102 preparazione tenni nata, ogni partecipante eleva la propria coppa ed evoca ad alta voce sia l'anima diundefunto conosciuto per la sua ricchezza e la sua potenza, sia gli spiriti dei morti in generale. Inquest'ultimo caso,dice:"Quic'unabevanda per voi, spiriti deimorti.Abbiate cura dime!"Dopo dici,eglimandagiil kava in unsolo sorso. Poi getta la feccia,pronunciando laparola: "Tut", e dice:"Che le cose cattive si allontanino da me"(13). Nelle isole Torrs, ilkavafigura necessariamente intuttigli avvenimenti rilevanti della vita individuale e collettiva. Di conse-guenza,l'uomonedeveberealmomentodellanascitadiun bimbo, e, in questa occasione, egli prega uno dei suoi antenati di assistere la sua donna.Ne nberr ancora quando il bambino avr raggiunto il suo centesimo giorno,e,inlineadimassima,ogni volta che eglistesso sar sul punto dicompiere qualche atto im-portante. Quando vi undecesso ed ilcadavere stato posto sul suolo del Gamal,tuttigliuominipresentibevono delkava.Essi ricominciano il quinto giorno dopo la morte ed ancora il decimo, quando sisepara latesta delmorto dalsuo corpo.Essielevano allora le loro coppe contemporaneamente e, mentre ne versano la fecciaalsuolo, diconotuttiinsieme:"Getta via ci cheha fatto morire quest'uomo".Dopo aver bevuto,sputanoleultime gocce diliquido, rendono al cadavere la sua testa e gli fannoun'offerta di kava (14). A questitipici esempi, non difficile aggiungerne altri.Nelle Nuove Ebridi il kava utilizzato, inlarga misura,neiriti funerari (15).Nell'isoladiVanikolo,unadelleisoleSanta-Croce,gli uominilobevonosolennemente,accompagnandol'azionecon delle invocazioni appropriate,almomentodelle cerimonie che sono celebrate in onore della luna, della montagna e dei teschi dei morti .. Sottolineiamo, tuttavia, che la maniera di prepararlo diffe-risce inalcuni punti dai procedimenti inuso nelle isole Torrs e nelle isole Bank. Quattro o cinque giovanotti masticano le radici e - (13)Id.,ibid ..I,pp.185-187. (14)Id ..ibid.,l, p.188. (15)Id..ibid .I,pp.211,212. 103 le mettono inun grande recipiente che non deVe essere a contatto conla terra,quindi,vi versano dell'acquaed uno diloro rime-scola la mistura con unbastone. Quando la bevanda pronta, egli ne versa tanto quanto necessario per riempire una coppa di noce di cocco che presenta prima ai capi, poi agli altriuomini.Questa specie di catino comune dove il kava preparato in una sola volta per tuttiibevitori, utilizzato anchenelle isole Figi.li catino postonellasezionepisacradelNambachecorrispondeal Gamal delle isole Bank (16). Infine importante notare il ruolo che il kava gioca nell'isola diTikopia,lacuipopolazioneunmistodiMelanesianie Polinesiani, e dove sisono potuti mantenere, pi che altrove, gli antichi costumi polinesiani. Qui sono i morti che, inprimo luogo, neltempo che precede il loro funerale e, quindi, sulle loro tombe, ricevono regolarmente delle offerte di kava. Tali offerte, comun-que,sono fatte anche nelle circostanze pi diverse, per esempio quando sicirconcidono i ragazzi all'et di dodici anni, quando si vuole ottenere lapioggia,quandosipiantaunnuovo giardino, quando sitaglia l'albero che deve servire a costruire la canoa del capo,etc .... li kava lo siusa anche quando queste circostanze assumono un carattere propiziatorio ingenerale. Esse si indirizzano allora agli Atuas,parola chedesignauninsiememoltocomplesso di ele-menti sacri, frai quali figurano le anime degli antenati (17). Da tuttiquesti fatti, risulta che il kava , come abbiamo detto, uno degli elementi essenziali della vita religiosa degli abitanti della Melanesia orientale emeridionale. Esso occupa, dunque, un po-sto tanto considerevole che lo si utilizzato per caratterizzare le popolazioni di queste isole dell'Oceania e per suggerire delle ipo-tesisullesuccessive che si sono prodotte inquest'area geografica (18). (16)Id.,ibid" I, p. 227. (17) Id.,ibid., I,pp.298-332. (18) Id., ibid., II, cap. XXVI, Kava and Betel. pp. 243-257. 104 E' incontestabilmente una bevanda sacra che resta, fondamen-talmente,riservataaisoliuomini,per quanto,ad' ognimodo, proprio suquesto punto,gli antichi costumi cominciano a rilas-sarsie,talvolta,ancheledonnesonoammesse aberne(19).Il consumo del kava d vita ad una autentica comunione fra i mem-bridelle societ segrete, tanto che esso figura obbligatoriamente nei riti che accompagnano la nascita, l'iniziazione esoprattutto i funerali,e, quindi, fa parte del culto che si rende agli antenati ed ai defunti in generale. In realt, il kava svolge la fondamentale funzione di creare un legame fra i vivi ed i morti; grazie alkawa questiultimi possono prendere parte agli affari diquesto mondo e ottenere ilpossesso degliesseriche'lo abitano.Ilsuccodellaradicedelpepeine-briante diventato il ricettacolo della potenza degli spiriti, il vei-colo el'eccipienteche permetteaiviventidiassimilare questa forza magica.Essoapporta agli uomini una dose cos massiccia dimana,quelparticolarefluidomisterioso,quellamisteriosa energia soprannaturale che i Melanesiani aspirano a concentrare in se stessi(20). Donde proviene al succo del kawa un ruolo di tale importanza? Senzaalcundubbio,dallesuepropriettossiche,lequali fanno si che l'organismo sia totalmente immerso inuninvincibile torpore entro cui il cOglo sembra annientarsi,unostato che con-ducel'animaadunostato divitalit pi intensa,unmodod'es-sere analogo a quello che siattribuisce ai Tamate, aglispiriti di-sincarnati. La spiegazione appena fornita ,a nostro avviso,la pi adatta adar ragione delmitosulle originidelkava che raccontanogli indigenidell'isoradiPentecoste,unadelleNuoveEbridi.Un uomo vide ungiorno un ratto che rosicchiava una radice del pepe inebriante.Egli osservche l'animalemoriva,ma che dopoun certo tempo ritornava in vita. Dopo aver visto lo stesso fatto ripe-tersipi volte,l'uomodecisediprovaresusestessoglieffetti (l9) Id ..ibid.,II, p. 249e I,p.83. (20)Codrington,op.ciI .pp.118-120, pp.306 esgg. 105 sorprendentidiquestameravigliosa radice.E'coschenacque l'uso delkava(21). Come concludere questo racconto mitico, se non dicendo che i melanesiani considerano lamorte apparente delbevitore intossi-cato unmezzo per raggiungere unavita nuova,otutt'alpi.rin-novata,una vitasuperiore,che altro non senonche quella di cui godono gli spiriti? (21)Rivers,op.cii ..I,p.212. III GliIndios bevitori diveleni L'aya huasca.Il yag. Il maikoa o huamuc.Sognoe realt. Che cosa chiedono i primitivi aitossici che assimilano? Che cosa siaspettano da essi? Gi abbaiamo avuto modo di vedere, a proposito del kava, che talesostanza, inragionestessa dellecircostanze incui lasiusa, deveintenzionalmentedestinataadaprireaivivil'accessoal mondo degli spiriti. Ci che abbiamo ricavato dallo studio dei costumi melanesiani si presenta con ancora maggior chiarezza dall'analisi delle intossi-cazioni allequalisiabbandonano gli Indios dell'America del Sud (l). Per il momento, non ci occuperemo d'altro che delle pGpola-zioni che occupano i territoribagnati dagli affluenti di sinistra del corsosuperioredelRiodelleAmazzoni,cioilNapo,l'Icao Puturnayo,ilJapuraedilRioNegro.Gliindigenidiqueste re-gioni, che sisuddividono inungrannumero ditrib dalle origini diverse (2),meritano bene di essere chiamati i bevitori diveleno, poich ledroghe che forniscelorolaforestatropicale,giocano (I) DOli.Rafael Karsten: Beitrage zur Sillengeschichleder Sudamerikanischen Indianer. Drei Abhandlungen, Il,Berauschendeund NarkatischeGetranke unter den I ndianern Sudamerikas.Acta Academiae Aboensis Humaniora, I, p. 4.AboAkademiAbo,1920, pp.28-72;DOli. P.Reinburg:Contribution l'tudedesboissons toxiquesdes Indiens du nordovest dl'Ammone,l'Aya huasca,leYag,leHuanto.EtudeComparativeToxico-physiologiqued'une experiencepersonelle.JournaldelaSocitdesAmericanistesdeParis. Nouvelle srie,T.xm, 1921, pp.25-54,197-216. A.Rouhier:LesPlantes divinatorires.Doin,Paris,1927;Dott. L. Lewin:Les Paradis artificiels, pp. 169172 e165. (2)Zaparo, Quijo, Jibaro,Yameo, Sebondoy,Tukano,Arawak,Menimehe, Caraibe, Witoto, Chibcha. 108 nella loro vita religiosa, sia essa individuale o collettiva,un ruolo capitale.Il nome dibevitori di veleno siaddice loro perfettamente in quanto,per lo menoin questo campo, essinonpotrebbero es-sere accusati diignoranza perch agiscono veramente con cogni-zione di causa. Essi sono, in effetti, notevolmente esperti inmateria ditossici, come prova la loroabilit nelcomporre i famosi curari, sostanze inesorabilmente letali, incui intingono le freccette delle loro cer-bottane.E'estremamente sorprendente,perci,vederliprovare suse medesimi alcune delle sostanze le cui propriet nocive dov-rebbero esser loro del tutto familiari(3). Tuttavia, talipratiche sispiegano facilmente quando si viene a conoscenza delfattoche, perqueste popolazioni, i vegetali sono animati daparticolari spiriti e che,le essenze che neestraggono, impregnandosidiquestispiriti,provocanonecessariamente presso chi le assume le trances e le estasi tipiche diuna autentica possessione.Quandobevonogliestrattidellepiantevelenose, essiobbediscono,diconseguenza,apreoccupazionidiordine mistico.Ipericoli stessi che presentano attidi questo genere non possono che garantirne la piena efficacia. Pi glieffetti diuna be-vanda saranno evidenti e pi sicurosar l'intervento dellospirito che essa contiene.VaI.Japena diaggiungere che le idee chegli Indiossisonocostruitealriguardonondevonoassolutamente sorprenderci inquanto ne sono sopravvissute varie tracce proprio nelnostrolinguaggioordinario.Il vocabolarioche l'anticachi-micacihatramandatosibasavasudelleconcezionianaloghe tanto che noiparliamo ancora di "spirito" delvino e dell'alcool. Quattro bevande tossiche sono inusonellaparte settentrionale ed orientale del bacino superiore del Rio delle Amazzoni: il succo deltabacco verde,del quale sitratter inunaltro capitolo,l'aya huasca,il yaj ed il maikoa.Questi tre appellativi, che del resto, nonsono i soliutilizzati , designano contemporaneamente il vege-tale che serve a preparare la droga e la droga stessa. (3)Dott.Reinburg,op.cii.,p.53. 109 L'aya huasca unaliana velenosa della famiglia dellemalpi-ghiacee, alla quale ilbotanico inglese R.Spruce ha dato ilnome di Bannisteria Caapi (4). TItermine aya huasca proviene dalla lin-gua quichua. E' formato dalla parola aya, che avrebbe ilsenso di animaodispirito,edallaparolahuasca,chesignificaliana. L'aya huasca sarebbe quindi la liana degli spiriti. Ma la sichiama anche liana deisogni,liana delmorto, o ancora liana amara (5). La stessa pianta chiamata npe o nepidaiColorados (6), pind daiCayapa,natma dai Jibaro, kapi dalle trib Uaupes (7),sipo dagliYkuana delVenezuela meridionale(8).Essa cresceallo stato selvaggio sulle rive dei corsi d'acqua e nella foresta vergine ed coltivata dagliIndiosnelle vicinanzeimmediate delle loro dimore. La bevandacheseneestraevienepreparatanellaseguente maniera:sitaglialaparteinferioredellosteloconuncoltello; quindi la simacina con unpestello;visi mescola dell'acqua e se ne faundecotto.Questo decotto di colore verde ed ha un gusto molto amaro. La durata della cottura varia a seconda che sitratti dibevitoriordinario distregoni.Per quest'ultimi, la droga deve esserepiforteepiconcentrata.E'usocorrenteaggiungervi (4)IlnomeAya huasca quelloche dann allalianamolteplicitrib,frale qualigliZaparo.JamesOthon:TheAndesandIheAmazon.Citatoda Reinburg,op.cii., p.35; R.Spruce: NOles01 a Bolanisl onIheAmazon and IheAndes. Londres,1908, T.Il, p. 414. (5)QuestoultimosignificatopressogliIndianidelNapoediCando. Korsten,OP,cil ..p.29,nota 2, (6)Dott.P.Rivet:LesIndiensColorados.lournaldelaSocildes Amricanisles,T.Il.Citato daReinburg, op. cil .. p. 42. (7)Dotl.TheodorKoch-Grunberg:Zwei lailreunler deu Indianern.Berlin, 1909, p.240,citato daReinburg,op.Cii.,p.43, (8)Koch- Grunberg:VomRoroimazumOrinoco.Berlin,1917,p.323. Vedere Reinburg,op.cii., p.46. 110 certeparticolariscorze(9),succoditabaccoefogliediyaj. L'aya huascaconsumatasiadaunindividuoisolato,quando desidera conoscerel'avvenireoquandositrattaper luid'impe-gnarsiinunaimpresa diunaqualcheimportanza(lO),siadal gruppo sociale tutto intero in occasione di determinate solennit. Nel primo caso, ecco come procedono i Jibaro (11).Viene po-sata al suolo unascodella diterra decorata (pininga), piena della bevandacheessichiamanonarema;unIndiovicisiponedi fronte eseguendo una danza speciale, nel corso della quale mor-mora una sorta di esorcismo. Altermine della danza egli vuota in una sola sorsata il contenuto della pininga e lo rigetta quasi subito quasi avesse avuto unbrusco vomito. Di nuovo, ed a pi riprese, egli si abbandona alla stessa operazione,appoggiandosi ad unba-stone, dato che i suoimovimenti stanno facendosisempre piti-tubanti,equindi,chiamaasglispiriti.Dopoaverbevu,toe vomitato unbuonnumero divolte, egli finisceper cadere in un sonno profondo, popolato da visioni ed allucinazioni. UnJivaro giudica indispensabile prendere del natma per sa-peresehadeinemiciche lospiano,se farbuon viaggio,sele sue spose gli sono fedeli, e cosi via ... Le donne nonagiscono diversamente dagli uomini.Anch'esse assumono il narcotico, per istruirsi sui loro compiti e suiloro do-veri, o ancora,quando sono vedove,alfineditrovare unnuovo marito.' Glistregoniinfinenonpossonofareamenodell'ayahuasca nel loro mestiere di guaritori(12). La droga cucinata per loro su undebole fuoco,per unagiornata intera.Aquesta vengono me-scolatedelle fogliediyaj,cheprecedentemente sono statedi-sposte incroce,quattro per quattro, prima fra le dita della mano (9)"LesnomsdesvgtauxquifoumissentcescorcessontSamikie Shingiala."Lettera delDott Karsten al Dot!.Reinburg(19dicembre1920), Refnburg,op,ciI"p.41. (IO)Dolt.Reinburg,op.ciI ..p.31. (II) Karsten, op, ciI.,pp.44-45. (12)Karsten, op,ciI"pp.46, 47, 48. 111 sinistra, poi fra le dita della mano destra.Quando scende la notte, lo stregone si reca presso 'il suo paziente e, mentre lo esamina e lo palpa,inghiottedellepiccoledosidinatma,inmododa non raggiungerechepoco a poco l'ebbrezza sacra, che sola,glipu permettere di evocare glispiriti e di agire efficacemente. Egli fmi-sce per calarsi inunasorta diestasi, durantela quale danzaat-torno almalato cantando ad alta voce.Questo il grado supremo della possessione, quello che lo conduce a vedere la malattia ed a scoprirnel'origine.Versolamezzanotteeglivaalettoalfine specifico diabbandonarsiaisognichegliriveleranno qual'lo stregone che halanciato alsuo paziente una freccettamagica ed invisibile, causa prima ditutti i suoi mali.Queste differenti ope-razioni si rinnovano,talvolta,nel corso dimolte serate. Gli stregoni fanno ancora ricorso alla droga, quando vogliono gettare unmaleficio sui loro nemici. Essi sitingono, allora, diun colore rosso,alfinedirendersisimiliaglispiritiedevocano questisuonandounostrumento acorde,che iJibarochiamano Tsayanduru, mentre i Canelolo chiamano Turumba. Come s'gi avuto modo didire, labevanda estratta dall'aya huasca serve anche per autentiche orge collettive, orge che hanno luogo almomento delle cerimonie alle quali prendono parte tutti i membri della trib(13).Cos,presso i Jibaro,il secondo giorno dellaloro principale festa,la festivit diTsantsa,nella qualesi celebra la vittoria diunguen;iero tagliatore di teste, riservato ad unagrandebevutadinatma.PressoquestiIndiosedanche pressoaltrepopolazioni vicine, esistono dellesolennit speciali unicamente consacrateall'assunzionemassicciadellabevanda inebriante.Mentresiprocede allacotturadellaliana,ilgrande tamburo sacro, il Tundui, battuto a colpi uguali e lenti, al fme di imitare,si dice, il modo con ilquale lospirito stesso farisuonare il suo tamburo. Attirato dal rimbombo del Tundui, nonpotr evi-tare di incorporarsi alnatma e di prendere possesso dei bevitori. Quando il decotto pronto, due filediPininga vengono poste sulterreno,alcunianzianileriempiono eleporgono aiparteci-(13)Karslen,op.CiI.,pp.41-43. Il2 panti,mormorando unalunga formulad'incantesimo;alloragli Jibaro vuotala sua scodella ene vomita ilcontenuto;quindine prendeunaseconda,poiunaterza,seguite daglistessieffetti. Infine,coluichehaassuntolapozione,sireca inunacapanna, dove potr dormire a suo agio e ricevere neisuoisognile attese rivelazionisoprannaturali.Questesingolariorgesiprolungano per parecchi giorni ed i bambini stessi vi sono ammessi. Dai fattiche abbiamo segnalato, risulta che l'aya huasca in-nanzitutto unviolento emetico. Non dobbiamo quindi stupirei che gliIndioslo considerinounmezzodipurificazioneparticolar-mente efficace,una pozione che elimina dall'organismo le frec-cette magiche che gli stregoni sono riusciti ad introdurvi. Ma l'aya huasca qualcosa di pi diuna sostanza allucinogena ediunnarcotico,anchesesonostate,soprattutto,questepro-priet che glihnno valso la fama di cui gode.Gli stessi bevitori passano per persone chevoglionosognare(14);ci dipende dal fatto che, dato il carattere premonitore che essi accordano ai so-gni, questi ultimi devono essere ingrado ditrametterealsogna-tore le linee precise del suo avvenire.Quando si domanda adun Jibaro perch mai beve il natma, egli risponde:"Perch grazie a questo le persone non muoiono" (15). In altre parole, egli intende premunirsiinquesto modo contro le insidie mortalideinemici. Informato daglispiriti che lo ispirano, il guerriero apprende come evitare le trappole che glisono tese.Analogamente le donne,nel corso del loro sonno, vedono apparire la mitica antenata, la madre Nungui, che prodiga i suoi buoni consigli (16). Le allucinazioni e le visioni procurate dall'aya huasca giocano,quindi,unruolo es-senziale nelconsumo e nell 'assunzione della droga. Quale ,dunque,lanatura dellevisioniedelle allucinazioni provocate dall'aya huasca? (14)Karsten,op.Cii.,p.42, (15)Id..ibid., p.44. (16) Id..ibid..p.45. 113 Scrive al riguardo il Dott.Manuel Villavincencio: Ogni volta che ho preso dell'aya huasca ho provato delle verti-gini; a volte era come se stessi facendoun viaggio aereo, durante il quale mi ricordo di aver visto i panorami pi deliziosi,visioni di grandi citt, ditorri elevate, di parchi superbi e di altri oggetti magnifici; altre volte mi sono trovato come abbandonato in una foresta ed assalito da alcune bestie feroci,contro le quali mi sono difeso.Avevo in seguito una sensazione molto fortedi sonno dal quale mi svegliavo con unforte dolore ed una gran pesantezza di testa e,talvolta, anche con un malessere generale (17). JamesOrton(18)eW.B.Hardenburg(19)hannomessoa confronto glieffettidell'aya huasca con quellidell'oppio odell' hachisch. Ch.Tyler paragona lo stato dello stregonezaparo, che ha be-vuto dell'ayahuasca,aquello in cuisicalavauntempola pito-nessa."Nelsuo destino (nella sua delirante estasi), egli conversa con il buono ed ilcattivo spirito, legge il destino della trib eri-ceve gliordini dello Spirito della Vita". Per quanto concerne altriIndios sotto l'influenza deltossico, egliaffermachehannodellevisionirisplendentiediventano "ecessivamente amorosi(exceedinglyamorous)",pur sprofon-dando,inseguito inuna prostrazione beata che si conclude con unsonno profondo (20). (17)Dott.ManuclVillavincencio:GeografiadeloRepublicadelEcuador. New-York,1858, p. 373.Citato dalDott.Reinburg, op,cit.,p.35. (18)JamesOrton:TheAndesandtheAmazonoracrossthecontinentoJ SouthAmerica.New-York,1870,p.171.CitatodalDott.Reinburg,op. cit.,p.35. (19) \V.-B.Hardenburg:The Pwwnayo. The Deyils Paradisc.Londres, 1912, p.86.CitatodalDOlt.Reinburg,op.cit., p.36. (20)Ch.Tyler:TheRiyer Napo.Journal oJ R,G.Society.June1894.Citala dalDOlt.Reinburg,op.cit ..p.37. 114 L'azione"fortemente erotica"dell'ayahuasca ugualmente sottolineata da Thomas Wiffen(21)e dal Dott.Koch-Grunberg (22)."Ogni cosa - scrive quest'ultimo - diventa pigrande epi bella;levisionisonopopolatedamoltagenteesoprattuttoda molte donne, sicch l'effetto erotico sembra giocare il ruolo prin-cipale inquesta ebbrezza". TIDotI.Koch-Grunberg,dopo aver bevuto una piccola quan-tit della bevanda magica, ottenuta per semplice macerazione del)a lianainacquafredda,hapotutopercepirenell'oscurit"uno scintillio molto particolare di colori vivi".Quando, inseguito, ri-porta le proprie impressioni, riferisce che come se delle fiamme rosse si fosseromesse a danzare sulsuo quaderno. IlDott.Reinburg,infine,provsusestessol'aya huascanel corso diun'esperienza che rischi diessergli fatale(23).Eglifa presente,inprimoluogo,chegl'Indiosinterposeroparecchie difficolt prima diacconsentire a preparargli la droga.Alla fine, uno di loro si decise ad esaudire la sua richiesta e gli diede, allor-ch cal la notte, una prima dose diveleno. Egli ne enumera tutti gli effetticonunaprecisione notevole: rallentamento delpolso, intorpidimento, tendenzaalsonno, contrazione deimuscolima-scellari,etc .... Davanti ai miei occhi brillano alcuni cerchi luminosi,quasi delle figure fosforescenti,evedovolareinuncerchiomeravi-g lioso alcune farfalle appartenenti alle specie raccolte al mattino ...Lavista moltonitida,tropponitida,e mi sembra divedere attraverso un piccolo foro praticato su una cartoncino; l'intelli-(21)ThomasWiffen:TheNorth-WeSIAmazons.Londres,1915,p.139. CitatodalDotI.Reinburg,op.cii.,p.38. (22)Dott. Theodor Koch-Grunberg: Zwei Jahre Unler deupp. 299 e 318."InderThathatteichnacheiniger Zeit,bessonderswennichindie DiunkelheithinaustraieinmerkwurdigesgrellfarbigesFlimmemvorden Augen,undbcimSchreibenhuschteuberdasPapierwieroteFlammen." Citato dalDr. Reinburg, op.cii., p.44, nota 2. (23)Dott.Reinburg.op.Cii.,pp.49-54. 115 genzasembra sovraeccitata;la facoltdiosservazione molto sviluppata;registroquesti sintomiconunaperfettaluciditdi spirito ed assisto a tutti gli avvenimenti come se si trattasse diun altro .... P.Reinburg inghiotte ancora nuovi sorsi diaya huasca.Si rin-novano inluiglistessi fenomeni,ma accompagnati, questa volta, da problemi cardiaci inquietanti. Egli faaccendere unalucerna e si guarda inunospecchio."Sono livido,scrive,le pupilledilatate nonreagiscono pi allaluce;lemie mani, quando desidero affer-rare qualchecosa,hanno deimovimenticlonici, irregolariera-pidi".Sentendosi sempre pimale, decide allora diinterrompere: l'esperienzaedicurarsienergicamente.Soltantodopoquattro giornidicurariescearecuperare,masoloinparte,ilproprio normale stato fisico. Reinburg, quindi, conclude la propria indagine, dopo aver ri-gorosamente analizzato - sia dal punto divista tossicologico che da quello fisiologico - l'avvelenamento dicui stato vittima vo-lontaria, affermando che tale avvelenamento esattamente simile all'intossicazione prodotta dallastricnina.Egliriporta,a questo riguardo,un'annotazione che proval'esistenza presso iprimitivi sud-americani disingolarifacolt diosservazione. Secondo co-storo,niente disalato deve essere cotto nelle pentole dove sipre-para labevanda sacra. E' interessante sapere che ilsale precisa-mente uno degliantidoti contro la stricnina. L'apparato cellulare dellaliana deglispiritisintetizza diversi altrialcaloidii qualientrano a far parte delle segrete combinazioni biochimiche elaborate dalla pianta. Lo yaj,o"pianta dellostregone",unsecondovelenomi-stico utilizzato dagli Indios.Questo vegetale appartiene algenere delle echites ed assomiglia all'Haemadictyon amazonicum,senza pertantoidentificarsicompletamente conquesto.E'unpiccolo arbusto a foglie picciolate che sitrova nella foresta tropicale e che 116 gli indigenicoltivano pressoleloro case(24).Per i suoieffetti fisiologici,lo yaj siavvicina molto all'aya huasca, conla quale statomoltospessomischiatonellapreparazione dellebevande narcotiche.Ma sembra che solo lo yaj, assunto in decotto pi o meno concentrato,esercitiun'azionepsichica dinatura partico-lare. Esso provoca delle allucinazionivisive ed auditive, il cui ca-rattere divinatorio ha vivamente colpito alcuni osservatori.Siamo qui in presenza di fattiancora misteriosi che toccano la telepatia e dei quali ci sembra impossibile negare la realt. L'ebbrezza pro-dotta dal yaj immergerebbe ilbevitore in uno stato di lucido son-nambulismo, che gli permetterebbe ditrovare delle cose nascoste, divedere a distanza ed anche didiscernere l'avvenire (25). Qualunque sia l'opinione che si professa suifenomeni di que-stogenere o comunque sia l'interpretazione che a questi si d, ci che rimane incontestabile che i primitivi dell'Amazzonia hanno saputotrarreprofitto,nellalorovitareligiosa,dadeterminate straneproprietpossedutedalloyaj.Lostudiosperimentale deglialcaloidi che esso contiene ci riveler senza ombra di dubbio che l'empirismo dei selvaggi stato ingrado di gettar nuova luce sulle nostre conoscenze scientifiche,forzandolascienza attuale adindagare alcunefacolt dell'anima, dicuiessa nonaveva vo-luto, finqui,ammettere neppure l'esistenza. Il terzo ed il pi1temi bile deitossicivegetali, che gli Indios del bacino superiore delRio delleAmazzoniutilizzano per abbando-narsiaisogni, quello che iJibaro chiamanomaikoa,iCanelo guantuc,huantucohuanto,gliZaparo issiona.Questitermini designanounadelledatureche crescononelle regionitropicali dell'America del Sud, la Datura arborea e,nello stesso tempo,la denotanolabevanda che se neestrae. Per ottenere talebevanda, sigratta la scorza del fusto e se nespreme il succo in una zucca. La dose media di duecento grammi circa.Questa basta per im-(24)DOl!.Reinburg,op.ciI.,pp.198esgg.,p.31.L.Lewin,op.CiI.,p. 169.A.Rouhier,op.CiI. ,p.13-18. (25)A.Rouhicr, op.ciI.,pp.16e sgg. 117 mergere ilbevitoreinuna ebbrezzaa volte furiosa,chetermina con un'incoscienza totale ed unsonno comatoso. La droga deve i suoi principi attivi aglialcaloidi tipici contenuti nelle piante della famigliadelle solanacee, dicuifanno parte le dature. Questi alcaloidi, sia che sitratti della Datura stramonium o dialtrespecienonmenovelenose,sonoservitiuntempo,nelle pi diverse parti delmondo,per provocare dei disordini cerebrali e delle crisi difollia,la cui origine stata imputata all'intervento soprannaturale diforze divine o demoniache.Sene fa ancora uso oggiinalcuneregionidell'Africaedell'Asia,coscomenell' America delSud (26). Fra glialcaloidi della Datura arborea figura,inmisura note-vole,lascopolamina,icuieffettisonoanaloghiaquellidell' atropina. Essa produce,innanzi tutto,un'azione violenta,accom-pagnata da allucinazioni, da delirio e da diversi statiorganici alte-rati. A questo periodo d'eccitazionesuccedonounadepressione profondaerapidamenteilcoma(27).Questisintomisonogli stessichecaratterizzano l'intossicazione damaikoa.Pressogli Zaparo,"questo formidabilenarcotico",sembra essere riservato esclusivamente agliuomini e"costituisce quasiuna bevanda di prova aduso dicoloro che sono destinatia ricoprire la carica di stregone". Colui che assume tale pozione ottiene, cos, delle rive-lazio(li, che gli varranno alsuo risveglio "una considerazione ed un credito ben meritato"(28). lJibaroviriconosconoprincipalmentelabevandadeiguer-rieri.Essinonsiavventurerebbero maiinunaspedizionesenza aver consultatoglispiriti,ossiasenza aver bevuto il maikoa.In ognicaso, essi fanno ricorso alle ispirazioni della droga anche in altrecircostanze;adesempio,unmaritotraditocerca disapere con questo mezzo chi ilseduttore della sua donna.. L'Indio che ha deciso diprendere la droga pu abbandonarsi a questa operazione sia a cada propria, sia inuna capanna speciale, (26) L.Lewin, op.CiI.,pp.160-166: (27)Sull'azione della scopolamina,Y.Dott.Reinburg, op.ciI .. pp. 215-216. (28)Dott.Reinburg,op.ciI., p.2\3. 118 chiamata il "ranch dei sogni", costruita inpiena foresta,nelle vi-cinanze diunruscello dove il paziente dovr bagnarsi. Davanti alla capanna viene preparato uno spazio spoglio epianeggiante, doveverrannoadanzareglispiriti,inparticolarequellichei JibarochiamanogliArutama,"ivecchi ".Dopo esser giuntoal ranch dei sogni, !'Indio, che si preparato a bere il maikoa digiu-nando edassorbendo ilsucco ditabacco, comincia ad immergersi nell'acqua, quindi inghiotte la dose abituale del tossico e cade in unsonno,piuttostoprofondo,duranteilqualecertiesseriso-prannaturali gli appaiono e gli concedono delle rivelazioni.AIsuo risveglio,osserva ancoraper unpo'ditempoundigiunoquasi completo ed infine prende unnuovobagno. Dopo un'assenza che dura normalmente tre giorni, egli ritorna alvillaggio e racconta i suoi sogni, al finedi ricavarne deipresagi. AIdifuoridiqueste pratiche,le qualinonrivelanoaltro che una certa iniziati va individuale, il consumo del maikoa ha unasua parte importante anche nelcorso dialcunecerimonie.Dopo la grande festa Tsantsa, di cui abbiamo gi parlato, i guerrieri si riti-ranonellaforestaalfinedi gustare,graziealladroga,unaeb-brezza profetica.Ugualmente,almomento della celebre festa in onore deltamburosacro,gliuominipi anzianibevono tutti in-siemeilmaikoaeprocedonol'indomaniall'interpretazionedei loro sogni (2.9). Ma soprattutto al momento dell'iniziazione dei giovani che la bevanda magica chiamata a giocareunruolo capitale.Nel no-verodelle prove che segnanoilpassaggioalla virilitfigura,in effetti,l'assunzionediunadosemassicciadiquestoveleno. Presso i Jibaro delRio Pastazza, ilnovizio tenuto ad inghiottire almeno una parte del contenuto di ciascuna delle scodelle che gli anzianidellatrib,inpiedisuduefilepostel'unadifronte all'altra, glioffrono (30).Sideducono facilmente iproblemi or-ganiciepsichicichepossonorisultaredaunasimile intossica-zione per unsoggetto non abituato. Essa produce degli effetti tali, (29)Karsten,op.CiI. , p.53. (30)Id., ibid ..pp.52,53. 119 che bisogna prima impedire algiovane uomo, diventato unauten-tico folle,diabbandonarsia degli atti di violenzasu se stesso o sugli altri, ed necessario in seguito vegliarlo durante il letargo in cui piomba.Quando ilsonno cominciaadomarlo,unanziano cerca disuggerirglile visionifavorevoliche devonopopolarei suoisogni,perch esse hanno per ilsuo av'Venireun'importanza capitale (31). Da tutti i fatti che abbiamo citato, a proposito dei diversiveleni tossiciinusopressogliIndiosdell'altobacinodelRiodelle Amazzoni , risulta prima di tutto che questi primitivi non esitavano ad esporsi a pericoli sicuramente reali per immergersi in uno stato d'ebbrezza, che avrebbe potuto portarli finoalla pazzia furiosa e fino alla totale perdita della coscienza.Costoro nonsono solo in-dividui isolati che rischiano la propria vita, abbandonandosi a tali esperienze,ma la tribtuttaintera che puanche rischiarela propria esistenza, poich succede talvolta che i suoi vicini spiino il momento incui questa atterrata dal veleno per aggredirla (32). Di conseguenza,simanifestatanto nell'indigeno,presoisolata-mente, quanto nella collettivit nel suo insieme,l'esistenza diun bisogno pi imperioso dell'istinto di conservazione e questo altro non che il bisogno mistico.Lo scopo primario ditale costume, chepotrebbe sembrare privo disenso,nonineffetti, il perve-nire all'estasi e l'entrare in comunione con unmondo soprannatu-rale? Sebisogna credereagliIndios,i risultatiche essiottengono dalle droghe che assorbono, rispondono a tutte le loro aspettative (33).Inparticolare, una moltitudine dispiritisi mostra loro sotto leformepi varie.Questisono,in primoluogo,glispiritidei vegetali da cuisi estraggono i narcotici, secondariamente, sono il popolo misterioso dei Supai, cio i demoni che abitano la natura e, nello specifico, le montagne, in terzo luogo essi sono le anime deimorti,quelledeiviviequelledellebestie,infinesonogli (31) Id., ibid. , pp.51, 52. (32)Dott. Reinburg,op.cit ..p.207. (33) Karsten, op.cit., pp.62-70. 120 spiritiche animanogli oggettistessi,poichovunque,dierrole apparenzecherivestonogliesserielecose,simuovonodelle forzenormalmente invisibili, ma che l'ebbrezza permette dicon-templare direttamente, faccia a faccia. Fra questi spiriti figurano particolarmente gliavi dell'Indio che dorme, coloro che i Jibaro chiamano "il popolo maikoa" ed i lon-tani antenati della razza, gli Arutama,"i vecchi". La maggioranza di essi si presenta sotto l'aspetto dianimali come il giaguaro, il le-opardo,ilboa,il coccodrillo,osottoformadiuccellicome l'aquila,ilcondor,ilgufo,ilpappagallo,etc ....Alrrisimanife-stano investe difenomeninaturali,nellampo,nell'arcobaleno, etc....Alrrisirivelano atrraverso delle apparizioni bizzarre:teste mozzate omembra tagliate che errano qua el.Due di esse,in-fine,conservano la forma umana:una circondata dalfuoco esi rivolgeal dormiente"conuntono irregolare, quello che i Jibaro utilizzano neisalutisolenni";la seconda apparizione chiamata Mayeiedevequestonomeall'ordinecheripetesenzasosta: mayeita!mayeita!tue!tue!(34) Tutti questispiriti, anche i pi temuti, sidimostrano favorevoli intalicircostanzeenondomandanoalrrocherenderequalche servizio. E'cos che coloro che hanno causato la malattia aiutano lo srregone aguarirla.Essitolgono volontariamente la freccetta magica che hanno lanciato(35).Ingenerale,levisionimagiche chel'Indio contempl,sonodeifelicipresagi,gliavvisi che gli sono dati, deibuoni consigli. Egli dunque riconfortato, guidato, illuminato, grazie alla propria ebbrezza. Ma ci che per l'Indio conta pi ditutto ilresto ilfatto che i sogni, e soprattutto quelli procurati gli dai tossici, sono pi veriai suoiocchidella realt stessa. Menrre quest'ultima nonlasciain-travvedere null'alrro che l'insieme degli esseri e delle cose, ilso-gnofaapparireleanimeche costituiscono l'elemento primario, essenziale,ditutto ci cheesiste;lasostanzainebrianteleco-stringeasvelarsiedamosrrarsicoscomesono.Per questa ra-(34)Karsten,op.cit ..p.66. (35)Id.,ibid.,p.64. 121 gione, essa premunisce l'uomo che dorme contro tuttigli inganoi di cui rischia di diventare vittima quando sveglio. Questo valore accordato ai sogninon ha nulla di stupefacente. Non forse questo uno deitratti pi generali che caratterizzano la mentalit primitiva? (36) Sarebbe facile provarlo con numerosi esempi raccolti-in tutte le regioni del globo. L'antichitclassicahaavuto,suquestopunto,deimodidi sentire del tutto analoghi a quelli dei popoli non civilizzati. Per il mondo greco classico i sogni hanno un 'origine divina e lo spirito umano gode, durante il sonno, di una lucidit pigrande di quella che possiedequandoinstatodi veglia (37).Cisi evince, in maniera chiarissima, dal seguente inno orfico: [otiinvoco,beato, dalle ali distese,Sogno salvatore, messag-gero del futuro,grande cantore d'oracoli per i mortali! Nella tran-quillit del dolce Sonno,avanzando in silenzio, rivolgendoti alle anime dei mortali,tusei quello che risvegli il Pensiero; le deci-sioni deibeati,sei sempretuad inviarle quaggi,nel sonnosi-lenzioso,svelando l'avvenire alle anime silenziose, avvenire che il pensiero deglideidirigeverso ladevozione,affinch il bello, compreso innanzitutto con una decisione del cuore,conduca nella grazia la vita degli uomini, dopo averla rallegrata (38). (36) L.Lvy- Bruhl:Les fonetionsmentalesdanslesSocitsinferieures. Alcan, Paris,1910, pp.54' esgg.- Lamentalit primitive.Alcan,Paris,8A ed.,pp.95esgg.- Rich.Krenglinger:Etudessurl'Origineetle DveloppementdelaVieReligieuse.Lamertin,Bruxelles,1919,T.I,pp. 28-39. - Raour AUier:La Psyehologiedelaeonversionchezlezles peuples noneiviliss_Payot,Paris,1925, T.I,pp.368-397.- DanielEssertier: Les Formes infrieures de/'Explication.Alcan, Paris,1927, pp. 97-99. (37) Eschilo:Eumenidi,V,103-105. (38) V. Vietar Magnien: Les M y s t ~ r e sd'Eleulis.Leurs origines. Le rituel de leurs initia/ions.Paris,Payot,1929, p.120. 122 Non strano che il valore rivelatore deisogni, per lo meno per quanto concerne le energie nascoste della nostra vita interiore, sia statoriportatoinlucedaglipsichiatriedaifilosofideinostri tempi? L'antica oniromanzia, curiosamente trasformata, rivive sempre pi come strumento d'investigazione, che permette almedico di ' scoprire leorigini lontane delle malattie mentali edallo psicologo diesplorarelastrutturaprofondaedimeccanismimisteriosi dell'animo umano.E'cosi che per S.Freud(39)eper lascuola psicoanalitica,vi statomodo di distingueretrala formapio meno bizzarra che rivestono i sogni ed il loro autentico contenuto. Questo ci illumina sulletendenze esuitimoriche l'uomoha ri-mosso, dallasua infanzia,spesso riguardantila realizzazione di desiderisessuali,chegiocanonellanostraattivitpsichicaun ruolo capitale. Nonmenofruttuosal'analisicheH.Bergson(40)hafatto delsogno,analisicheglipermette diutilizzareatalescopo la propria concezione del"sogno-disinteressamento" (41).Mentre l' uomo,instato diveglia, deve,senzaaver dubbi,operareconti-nuamenteunasceltafraipropriricordi,alfinediprendere in considerazione soltanto quelli che siadattano alla situazione ed alle sue percezioni presenti, l'uomo che dorme, disinteressandosi dell'esistenzaattiva, dispensato dalloscegliere;eglisfuggea questa tensione.. Quindi"l'iochesogna unio distratto,unio che sirilassa" (42). (39)SigmundFreud:DieTraumdeutung.Vicnne,Denticke,1900.Sul metodopsicoanalitico, isuoirisultatied isuoierrori,ilsuo dogmatismoin particolare.V.E. Kretschmer:Manuelthorique et pratique dePsyclzologie mdicale,trad.delDotI.S. Jankelvitch.Paris,Payot,1927, pp.474 e sgg. e specialmente notal, pp. 475-476. (40)RenriBergson:L'Energiespirituelle.Paris,A1can,1925. Le Reve,pp. 91-116. (41) Id. , ibid ..p.110. "Dormire disinteresse." (42)Id .ibid .p.111. 123 Ma questo rilassamento nonsignifica assolutamente che lesue facolt cessano di esercitarsi."TIsogno la vita mentale tutta in-tera,senzalosforzodellaconcentrazione"(43),ciosenzal' eliminazione necessaria di tutto ci che non corrisponde a bisogni precisi edimmediati. Liberate da un tale controllo, le impressioni recenti oantiche, che la memoria conserva, possono affluirenel pensieroconun'abbondanzaedunarapiditsconcertante.C' quindinellavegliaunalimitazionedell'essere,limitazione che cessa di esistere nelsonno. Bergson aggiunge che queste osservazioni non portano "che ai sogni che noi conosciamo oggi, a' quei sogni di cui cisiricorda e che appartengono piuttosto alsonno leggero". Quando si dorme profondamente si potrebbero fare dei sogni d'altra natura, manonrestano grandi coseal risveglio. lo sono incline a credere - ma per ragioni soprattutto teoriche e,di conse-guenza,ipotetiche- chenoiabbiamoalmomentounavisione molto pi estesa e pi dettagliatadelnostro passato. Suquesto sonno profondo,la psicologia dovrindirizzare i suoi sforzi,non solo per studiare lastruttura ed il funzionamentodella memoria incosciente, ma ancora per scrutare i fenomeni pi misteriosi che emergono dalla "ricerca psichica (44). Sincongiungono, cos,attraversolospazio ediltempo,le idee deiprimitivi edalcuneteorie moderne sull'importanza che conviene riconoscerealla strana fantasmagoriadeisogni.Intal modo apparirebbero pi fondati,di quanto non lo siano a prima vista,isingolarimetodiche gliIndiosbevitoridivelenoutiliz-zano per penetrare i segreti del loro proprio destino. (43)Id.,ibid., p.111. (44)Id., ibid.,p.115. IV Le origini dell'usodeltabacco Documenti archeologici. L'uso rituale del tabacco in America. Il ruolo mistico del tabacco. Abbozzo per una psicologia delfumatore: Tabacco e religione. E' difficile trovare uufatto chesembri,a prima vista, piine-splicabile delprodigioso destino deltabacco. Donde mai proviene il singolare prestigio diquesta pianta, chesi imposta al mondo intero ed il cui consumo gioca nella sfera economica e finanziaria un ruolo senza pari ? (1). li solomezzoadatto,senonproprioper risolverequesto problema, maperlomeno capace di farci ricavare dei dati esatti, quello di ritornare, nella misura in cui ci possibile, alle origini diun uso divenuto, oggi, quasi universale. Nessunoignora che l'Europaconobbe ilTabaccosolonegli annicheseguironolascoperta dell' America.Dopo aver gettato l'ancora davantia Cuba, il 28ottobre1492,Cristoforo Colombo invi duesuoicompagni,Rodrigo de Jers e Luis de Torres,in perlustrazione per l'isola.Questi sistupirono di incontrare degli indigeni,uominiedonne,cheportavano inboccaunrotolodi fogliesecche, acceso ali 'altra estremit, e del quale ne aspiravano il fumo."Essi davano a questi rotoli il nome ditabacco". (l)GliintroitidelmonopoliodeiTabacchiinFranciasisonoelevati,per l'anno1933, allasommadiquattromiliardiquattrocentotrentanovemilioni difranchi.Rapport al Ministre des Financies par leConseil d'Administration delaCaisseautonomedeGestiondesBonsdelaDfensenationale, d'Exploitation industrielle des Tabacs et d'Amortissement de la Delle publique pour l'Exereice. 1933.Imprimerie National,1934, p.5. 126 "Pur preparati a vedere delle cose incredibili, gli Spagnoli fu-rono colpiti dallo stupore quando sitrovarono a dover prendere in considerazione questo singolare piacere"(2). Cichesembrloroa quell'epocaunanovitinconcepibile era, in realt,una pratica che, nelle regioni misteriose dove essi approdarono, risaliva ad unpassato estremamente lontano. Percicheconcernel'AmericadelNord,neabbiamouna prova dagli scavi che sono stati fattinei cumuli di resti e conchi-glie,analoghiaid'Europa,lungo le coste del Pacifico e dell'Atlantico(3)e neitumuli o "mounds", che sitro-vano sparsisuun'areaimmensa intuttalaparteorientale degli Stati Uniti (4). La maggior parte diquestitumulisono deimonumenti fune-rari. Altrisembrano esser stati elevati per ragioni strategiche. Altri ancora,infine,chiamati"mounds effigies", disegnanosulsuolo la sagoma gigantesca di certuni animali.Ora, fra gli oggetti di va-rianatura trovatiinquesti cumulidiconchiglie ed inquesti tu-muli,oggettichericordanoi prodottidell'industria neolitica in Europa, sinota ungran numero dipipe in pietra o interra cotta. E' vero che l'et deicumuli diconchiglie " difficile da deter-minare"(5)e che gliarcheologi nonsono d'accordo nsulIa data approssimativa n sull'origine dei mounds (6). (2)M.WashingtonIrving:HisroiredelaVieetdesVojagesdeChristophe Colomb. Trad.diC.-A.Defauc.ompret.Gosselin,Paris,1828,t.I,pp.226-230. (3)V.CyrusThomas:IntroductiontotheStudyof North-American Archoelogy.- Cincinnati,1898,pp.185-186.- H.Beuchat:Manuel d'Archologie amricaine, Picard, Paris, 1912, pp.III e sgg. (4)H.Beuchat, op.cit.,pp.117e sgg. (5)Id.,ibid., p.113. (6)Id.,ibid..pp.177-186. 127 Risalgono questi adun'epoca nella quale la fauna dell'America del Nord contava ancora delle specie oggi scomparse, o sono pi recenti?(7). Furono costruiti da una razza sconosciuta che avrebbe prece-duto gli Indiani oppure dagli antenati di questiultimi? Esistono,alriguardo,numerosiinterrogativisui qualiledi-scssioni restano aperte enonsembrano vicine alla fine.Checch nesia,unfattorestaincontestabile:moltotempo prima chegli Europei avessero imparato a conoscerli,gliindigeni del Nuovo Mondo facevano uso del Tabacco. Le pipe esumate dai cumuli di conchiglie e daitumuli,situati nelterritorio degli Stati Uniti, non sono lesole testimonianze che l'America precolombiana ci ha lasciato alriguardo.Ne sono state trovate altre in Messico enello Yucatan, cio nelle regioni dove fiorivano untempo le antiche civilt degli Aztechi e dei Maya (8). Sull'origine stessa di queste pipe, ci sarebbe molto da dire.Ci baster notare semplicemente che sono state messe in rapporto ad alcunitubi,dicuisiservivanoglistregoninelleloropratiche magiche (9), ed ancora, si fattoosservare che una delle sostanze utilizzate per fabbricarle aveva un carattere particolarmente sacro agliocchidegliIndios,datochelaconsideravanocomecarne pietrificata dei loro avilontani (10). In definitiva quanto che ci trasmesso dai documenti archeo-logici anche confermato dalle relazioni deiprimi navigatori, che sbarcarono in diversi punti del Nuovo Continente. Non reputiamo sia il caso di tornare sulnotissimo racconto dei due compagni di Cristoforo Colombo, mentre potrebbe valere la penadicitare la curiosa testimonianza diJean de Lry, unugo-(7)Sisonoscoperte inuntumulodello[owa delle pipe aforma di elefante; ma l'autenticit non ben stabilita.V.Beucha!, op. cit .. pp.139-140 . . (8)Id .ibid ..pp.377,442. (9)KajBirke! Smith:DrinkingTubeand TobaccoPipein North- America. EthnologischeStudien.Leipzig,1929, pp.28-39. (IO)De Nadaillac: Les Pipes et le Tabac.Matriaux pour /'HislOire primitive et naturel/e de/'/-lomme.Reinwald, Paris, 3A serie, tI!, nov.1885, p.504. 128 notto francese, chenel1556aveva raggiunto inBrasile Durand deVillegaignon,coluiche,conl'appoggiodell'ammiragliodi Coligny,aveva iniziatoa fondareuna colonia nell'Americaau-strale,nelluogodovesorgeattualmenteRiodeJaneiro.Egli scrive: Se prendiamo in considerazione i semplici che questa terra del Brasile produce, ve n' uno,particolare fra gli altri,che i nostri TouopinambaoultschiamanoPetun,il qualecresceallastessa maniera, ma un poco pi altodella nostra grande ozeille,ha le foglie molto simili a questa, per quanto ancora pi somiglianti a quelle della consolida maggiore. Questa erba, a causa delle sue singolari virt che voi tra breve intenderete, in grande stimafra i selvaggi; ed eccocome costoro nefanno uso.Dopo che l'hanno colta, ed in piccole manciate appesa e fatta seccare nelle loro case, ne prendonoquattroocinque foglie,leavvolgonoinun'altra grande foglia d'albero,a mo' di pannocchia; confezionato questo oggettoselopongonoinbocca,conil fuoconeaccendono l'estremit piccola e ne aspirano ilfumo, il quale,quando fuorie-sce attraverso leloro narici e leloro labbra aperte, molto li con-forta,tanto che se essi vanno alla guerra e la necessit li opprime, potranno stare tre o quattro giorni senza nutrirsi d'altro. Vero che essi ne usano anche per altre ragioni; poich questo in grado di distillare gli umori superflui del cervello, voi non vedrete mai i nostri Brasiliani senza che abbiano un cornetto di questa erba ap-pesa al collo,tutti indistintamente ed in ogni ora del giorno; qu-ando vi parlano, datoche questo serve a loro per darsi un conte-gno,essinerespiranoil fumo,il quale,comehogidetto (quandoessirestringonoimprovvisamentelabocca) fuoriesce loro dal naso e dalle labbra socchiuse come daun incensiere; 01-tretuttoil suo odore non affattosgradevole.Tuttavianon l'ho mai visto usare dalle donne, e non ne sola ragione.Concluderei coldirecheavendoiostessosperimentatoquesto fumodel 129 Petun, ho sentito affermare che questo sazia e protegge dagli sti-moli dellafame (11). Gli antichi Indios nonsi limitavano a fumare le pipe e i sigari. Sisa che alcunetribavevanoanchel'abitudine difiutareilta-bacco.E' evidente,comunque,che ilconsumo delsuccodita-bacco, fattoche gioca, ancora oggi, unruolo capitale fra le popo-lazioni selvagge dell'alto bacino del Rio delle Amazzoni, deve es-sere uncostume molto antico.. Ma qual' la ragione di unuso chesitrova cosi diffuso, ' sotto tuttequestediverseforme,nellamaggiorparte delcontinente americano e la cui origine si perde nella notte dei tempi? E'nell'ambitoreligiosoche conviene cercareunarispostaa questa domanda. Inorigine,iltabacco nonera utilizzato per il piacere, ma per scopi rituali.L'esistenza di questi riti attestata da numerosi fatti. Sappiamo,per esempio, che,nell'antica religionemessicana, il tabacco occupava unposto importante; noto che, durante il culto gli officianti fumavano e che alcune pipe venivano offerte insa-crificioaldiodellacaccia(12).Analogamente,iMayadello Yucatansiservivanodeltabacco per le fumigazioni ritualiche avevano luogo intutte leloro cerimonie religiose.Sulle sculture di Palenque possibile osservare "un personaggio che soffia, in onore deldio,una fumata di tabacco aspirata da una pipa"(13). Gli stregonidegli IndianiPueblos, prima diinvocare iloro dei, esalavano,allostessomodo,fumoditabaccosottol'altaree verso ledifferentiregioni del mondo(14).IComanches dirige-vano verso ilcielole prime tre soffiate della loro pipa,mormo-rando alcune parole inintelleggibili. I Natchez ed i Sioux facevano (I l) 1eandeLry:HislOired'unvoyage [aiclenlalerreduBrsiI.Nuova edizione conintroduzione e nOie di Paul Gaffarel A. Lemerre, Paris, 1880, t. 11,pp.2324. (12)DeNadaillac,op.CiI.,pp.513,514.Beuchal, op.ciI.,p.377. (13)DeNadaiUac, op.ciI., p.514. (14)KajBirket Smilh, op.ciI.,p.38. 130 altrettanto per il sollevante e gli Illinois elevano la loro pipa verso di lui, come per offrirgliela (15). Queste offerte ditabacco ci sono state segnalate anche presso ungran numero ditrib dell'America del Nord e per altre diverse circostanze. Quando il navigatore Henry Hudson giunse presso gli Indiani Manhattan,costorolopreseroperundioeglioffrirono delle foglie ditabacco (16). Gli Irokesi lo bruciavano per placare ildio del fulmine (17). Gli Ottawa ne gettavano alcune foglienelle fiamme."Tutti in-sieme, racconta il Padre Lafitau, elevano alte grida, mentre il ta-bacco si consuma ed il fumosale in alto e, cos, fra questi clamori si conclude il sacrificio"(18). Presso gli Indiani della Virginia, era il fiume che riceveva nelle sue acque le foglie di tabacco. Altrove erano le rocce. Quando gliHuroni del Canada volevano ottenere dei presagi favorevoli per le loro spedizioni di caccia o diguerra, essi deposi--tavanounacertaquantitditabacconellecavit diuna roccia chiamata TsanhohiArosta.Immediatamentele indirizzavano la seguenterichiesta:"OhSpirito che quiabiti,prendiquestota-bacco chenoitidoniamo.Aiutaci!Liberacida tuttiinaufragi! (15)DeNadaillac, op.cit.,pp.514-515. SecondoleRe/ations desJsuites, An.1676-1677. (16) JamesRiker:"Harlem"(City 01 NewYork)its originand ear/y annals. NewYork,1881, p.124.Riker cita il giornale diHenry Hudson. (17)De Nadaillac, op. cit.,p.514. (18)Il padre Lafitau:Moeurs des Savauges amricains,t. II, p.134. Citato da deNadillac,op.cit., p.515.Vedereanche CollectioniIIustredesGrands Voyages en Amrique au Xvi sicle.VoyagesenVirginie et en Floride.Trad. dallatino di L. Ningler e confrontata coni testi inglesi,francesie tedeschi. I. Descrizionemeravigliosaetuttaviarealedelleusanzeedeicostumidei selvaggi della Virginia (nel1585) scritta prima ininglese da Thomas Hariot, etc.Dechartre evanBuggenhoudt, Paris,1927, pp. 22-23. 131 Difenelici contro i nostri nemici!Accordaci eliriuscire nella nostra speelizione e di rientrare alle nostre case sani e salvi"(19). GliInelianiMandaninviavanouna delegazioneneip r e ~ s ieli una grande roccia forata alla quale si attribuivano delle virt pro-fetiche.I deputati cominciavano, quineli, con l'affumicarla solen-nemente. Ognuno, aturno, aspirava per una sola volta dalla pipa comune poi, prima dipassarla al vicino, la presentava alla pietra sacra. Compiuta la cerimonia, la roccia era lasciata alle sue meeli-tazioniper tutta la notte.L'indomani mattina, 'lesiandava ado-mandare i risultati che si reputava di scoprire inalcuni segni mi-steriosi,che,probabilmente,erano statitracciatida uno odall' altro degli inviati(20).Pratiche simili sono state osservate anche altroveeparticolarmentepressounatribdelbacinodel Missouri.Anche l,siaffumicava una roccia miracolosa, consi-deratacomelaresidenzadelGrandeSpiritoMan-hopa.Gli Inelianilo pregavano poi di accordare loro il favore discotennare numerosi nemici(21).Una di queste pietre-amuleto, alle qualii Comanches offrivano un tempo deltabacco, esposta dal1899 nella collezione mineralogica dellUniversit eliAustin, nel Texas. Quanto al famoso calumet della pace, che cosa era,se nonun rito elicomunione sotto la specie della pianta deltabacco che gli indigeni chiamavano l'erba sacra?(22). La stessa pipa passava eli bocca inbocca e lo stesso tabacco veniva fumato, al fine di rimar-care il' carattere soprannaturale e, di conseguenza inviolabile, del pattod'alleanzachestavaper essere concluso.L'istituzione di questo rito risalirebbe, secondo una leggenda indiana, al Grande Spirito stesso, il quale voleva "mettere fine alle guerre incessanti chesisvolgevanotraiSioux ediWinnibagi".Unguerriero di tagliagigantescaconsegnalloraunapipaalgrandecapodei (19)Les Relations des Jsuiles,ano1636.Qubec,1858, pp.108 e sgg. (20)M.LewiseW.Clark:Trave/slOlheSouheoj lheMissouriRiver. Londres,1815, l, p.224. (21)EdwinJames: Accounl oj anExpedilionjromPiusburglOlheRocky Mounlains.Londres,1823, l , pp. 252 e sgg. (22) Tylor:Civilisalion primitive. Trad. Barbier-Brunet. Il, p. 536. 132 Winnibagi, facendogli questo proposta: "E' necessario che, ogni-qual volta il cacciatore rientrer affaticato dalla sua giornata, allor-ch il guerriero ritorner dal combattimento, ornato dalle capiglia-ture dei suoi nemici, quando il giovane uomo lascer almattino la tenda della sua diletta, essi possano recuperare le loro forze con il dono che ilGrande Spirito vi invia".Questa pipa pass, di mano inmano, a tutti coloro che erano presenti. La pace fuconclusa e, inseguito a questo evento, tutte le riunioni importanti comincia-ronoconil calumet,comeavevadecretatoilGrandeSpirito" (23). Ilcostume di fiutare tabacco sembrerebbe un fatto strettamente associato alla religione anche presso i Tainos delle Antille.Essi aspiravano la polvere di tabacco con ilnaso, al fine di prepararsi alle feste che si celebravano in onore dei loro spiriti protettori, gli Zmis. Questo rito portava il nome di Cagioba. Era praticato, allo stesso modo,anche al di fuori delle cerimonie collettive, dai sa-cerdoti Tainos,ibutu-itihusobohus,chesicalavano cosin estasi,nelcorso delle quali eranotenutia riferireglioracolinel nome dei Zemis (24). Citiamo infine una pratica di cui Jean de Lry futestimone in Brasile,nel1557.Nelcorso dellefestereligiosedeiTououpi-nambaoults,"alcuni falsiprofetiche essichiamanoCaraibes, i qualiandandoev.enendodi villaggio invillaggio,come amba-sciatori delle alte gerarchie religiose, fanno loro credere che co-municando con gli spiriti, possono con questo mezzo dare forza a chivogliono",siservivano di tabacco per compiere la seguente cerimonia: lo osservai che prendevano spesso una canna di bosco, lunga da quattro a cinque piedi, all'estremit della quale c'era dell'erba diPetun secca ed accesa; girandosi e soffiando datutte le parti il fumodiquesta sugli altri selvaggi,essi dicevano:Affinchvoi (23) De NadaiUac, op.ciI .. pp.515516. (24)Bcnchat, op.ciI.,pp.516,517. 133 sconfiggiate ivostrinemici, riceviateinteramentelospiritodi forza.Coslfacevano per pi volte questi sacerdoti Caraibes (25) . Resta ora dadomandarciperchsiattribuitoaltabacco un simile ruolo rituale, unruolo che ne ha generalizzato l'uso anche nelNuovoContinente.Infatti,lasoluzione diquesto problema sta tutta nelle propriet tossiche della pianta. Ognuno sa che essa contiene allostatonaturaleunalcaloide che sichiamanicotina (26) il quale unveleno estremamente violento.Questo veleno, indipendentemente daidiversi mali che pu causarenell'organi-smo,agiscesulsistema nervoso nella stessa maniera diunane-stetico e produce un'ebbrezza dicarattere particolare, che, come tutte le altre ebbrezze,fapassare l'essere umanodallo stato nor-male diveglia adunostato anormale disogno.E' la porta aperta suunmondo fantastico,unmondochesicreaper ilcapriccio delleallucinazioniecheliberal'animadalledurecontingenze della realt (27).Perci, il tabacco,risponde a suo modo ad uno deibisogni pi imperiosi dell'uomo. Esso apporta una certa sod-disfazioneall'istintochelospingeirresistibilmenteadevadere fuorida se stesso, a cercare disuperare se stesso, cio, in defini-tiva,all'istinto religioso. Tutte le pratiche che abbiamotestsegnalate cifannopresu-mere che iltabacco sia stato utilizzato per la prima volta a titolo di veleno mistico.Alcuni degli Europei, che osservarono un tempo glistrani costumi delNuovoMondo,sene erano giresiconto. Inun'opera latina, tradotta in franceseda Barthlemy Vincent e pubblicata a Lione nel1626, sotto il titolo di Trait duTabac ou Panaceuniverselle,JeanLeander, medico diLeida, sottolinea cheil tabaccoinebria"accompagnandosiadunaalienazione dell'intendimento";eglicita,a questoproposito,l'esempio dei (25) Jean de Lry, op.CiI.,II, p. 71. (26) Dal nome di Jean Nicot, ambasciatore di Francia presso Sebastiano, re di Portogallo, chepresentiltabacco nel1560 aCaterina de'Medici,reginae reggente di Francia. (27) Dott. L. Lewin: Les Paradis artificie/s. pp.367-376. 134 sacerdoti indiani, chiamati "Buhites".Questi,"quandosivoleva sapereda lorol'esitodiqualcheevento,siprofumavanodita-bacco per cadere inestasi e, in questo stato, interrogavano il dia-volo sul soggetto che erastato loroproposto.Ilsacerdote, dopo esser stato interrogato,bruciava delle foglie ditabacco secche e, con una canna o con una pipa, tale quale come d'uso tranoi,ne aspirava il fumo e se ne inebriavano fino al punto daessere alie-nato dal suo intendimento e come estasiato;silasciava caderea terra,dovegiacevalamaggior parte delgiorno odellanottein completoassopimentodeisensieprivodituttiimovimenti. Allora eglifaceva credere che avesse conferito con il diavolo, ed emetteva i suoi oracoli, ingannando cos questi sfortunati lncIiani. I meclici di questi poveri barbari,seneservivano anche per met-tersi in comunicazione con gli dei"(28). Il ruolo essenzialmente mistico deltabacco attestatoancora dall'uso chenefannooggigliIndiosselvaggi cheabitano lare-gionedell'altobacinodelRiodelleAmazzoni(29).E'il caso, probabilmente, dei Jibaro, presso i qualiilconsumo delsucco di tabacco presente inmaniera costante esempre per ragioni ma-gico-religiose.Illiquido che essi ottengono,sia facendo cuocere lefoglienell'acqua,sia masticandoleemischiando le conlasa-liva,e che essiassumonotantodalnaso,quantodallabocca, destinato a protegge{li contro tutti i mali,adaumentare quello che sipotrebbe chiamare illoro potenziale magico ed infine a calarli in stati diletargo, durante i qualihanno deisogni che aprono a loro l'accesso almondo degli spiriti. Tutti i Jibaro assumono regolar-mente questa singolare bevanda;ma glistregoni vifannoricorso picIituttiglialtri,tantoper acquistarelapadronanza delloro (28)JeanLeander:TraitduTabacouPanaceuniverselle.Trad.di BarthlmyVincent.Lyon,1626.CitaladalDOlI.H.-A.Deprerris:Le Tabac.Deulu, Paris,1876, pp.55-56. (29)RafaelKarsten:BeitragezlIrSiuengeschichtederSudamerikanischen Indianer. Drei Abhandlungen. Acta Academiae Alloensis - Humaniora, I, p. 4. AlloAJcadmi,1920, II. Berauschendeund NarkotischeGetrankeunter den Indianern Sudamerikas. pp.5561. 135 mestiere quanto per essere in grado diagire efficacemente, allor-ch qualche paziente reclama il loro intervento. li succo deltabacco ha nella vita di questi Indios una tale im-portanza dadareaddiritturaluogoadalcunefesteocerimonie nelle qualiesso fungeda elemento principale. Una di queste ce-rimonie sichiama "la festa del tabacco delle donne" e viene cele-brata inonore diuna nuova sposa o diuna futurasposa. Qu\!sta, dopoaver digiunato,tenutaadinghiottire,nelcorsodidue giorni consecutivi,dosiripetute diuna strana mistura, preparata per lei da una vecchia matrona;tale mistura viene, come sempre, confezionata durante le occasioni solenni, con fogliemasticate e saliva.Ilrisultato finalediquesta intossicazione diprovocare pressocolei che lasubisce unprofondoassopimento,unsonno che gli spiriti mettono a profitto per apparirle ed insegnarle i di-versi lavori domestici che le devono essere confidati. Lo spirito deltabacco,inparticolare,prendeletteralmente possesso della giovane ragazza o della giovane donna e le comunicaunpotere soprannaturale, che simanifester in tutti gliambiti nei quali essa sar chiamata adesercitare la sua attivit (30). L'iniziazione degliadolescenti comporta analogamentel'uso delsuccodeltabacco.Inprimoluogo,ilnovizio,dopoesser statosottopostoadundi/,riunorigoroso,deveinalare il fumodi uncerto numero digrossisigari.Ilvegliardo che dirigela ceri-monia li prende unodopo l'altro,lifissaad una lunga canna e li accende.Poi,eglisoffianellabocca delgiovaneuomo il fumo che eglistesso ha, antecedentemente, aspirato.Costui procede in seguito alla masticazione dialcune foglie ditabacco e le dona al neofitaperchleinghiotta.Comenelcaso dellespose,questa operazione si rinnova molteplici volte, durante duegiorni e, ben inteso, essa produce glistessieffetti. Ilgiovane uomo parte a sua volta per ilmondo dei sogni. Egliviincontra degli esseri sovru-mani,fraiqualifiguranogliArutama,i"vecchi", chesonogli antenati della sua razza. Questi ultimi gli rivelano l'avvenire che loattende e fannodilui uncacciatore abile ed unrudeguerriero. (30)Karsten,op.ciI., pp.57-58. 136 Inoltre,la sua unioneintima conlo spirito deltabacco,chesi evocato inmodo speciale,gli conferisce una saggezza superiore che lo rende capace non solamente di adempiere aisuoi compiti, ma anche di dare dei consigli alle donne per la buona esecuzione deilavoriesclusivamentefemminili,come l'allevamento degli animali e la coltivazione dei campi (31). li tabaccogioca quindiunruolodiprimo pianonell'inizia-zione, ma utilizzato anche in tutte le circostanze importanti della vita della trib ed, inparticolare, nelmomento della festa tsantsa, la cerimonia che consacra la vittoria del Jibaro che ritorna trion-falmente fra ~suoi con la testa diunnemico. L'Indiano vincitore e le donne che lo assistono durante le diverse cerimonie alle quali dluogoil trofeoche porta,devonoprendereil succodelta-bacco, alfinediproteggersi contro la vendetta delmorto. La be-vanda sacra lipenetrer della forza magica che ~ i necessaria e varr alguerriero deisogni profetici (32). Delresto,nonsoloinmomenticossolennicheiJibaro chiedono delle rivelazioni profetiche all'ebbrezza incui licala la pianta che contiene la nicotina.Sia isolati che ingruppo,essi si ritirano nella foresta con una provvista delle preziose foglie di cui berranno ilsucco.Questo agisce suloro come unpotente narco-tico.Si addormentano subito e fanno dei sogni nei quali contem-plano gli Arutarpa e altre apparizioni fantastiche;nel corso ditali sogni vengono loro svelati i misteri dell'avvenire. Queste intossi-cazionisirinnovanodurantepigiorni.Glieffettidelveleno sono tanto pi fortise gli Indiani sisottomettono a bagni prolun-gati nell'acqua deitorrentie adun regime alimentare dove figu-ranosolobananeabbrustolite.Dopoessersisottomessiadun simile trattamento, ritornano presso ilvillaggio sfinitima soddi-sfatti. Ci che evidenzia perfettamente fmda qual punto gliIndios considerano sacra la pianta che coltivano alfinespecifico di ser-virsene quando vogliono comunicare con ilmondo degli spiriti, (31)Id., ibid.,pp. 59-60. (32) Id., ibid..p.60. 137 che mai la utilizzerebbero fumandola per diletto.A questa usanza profanache,untempo,eralorosconosciuta,essiriservano esclusivamente il tabacco proveniente da fuori, quello cio che si procurano presso i bianchi (33). L'esempio deiJibarobasterebbe a provare che il tabacco ha avuto all'origine, in America, un ruolo essenzialmente religioso, dovuto alle sue propriet tossiche. Questo ruolo mistico e sacrale si conservato dopo il passag-gio deltabacco dal Nuovo alVecchio Mondo? Sarebbe facile ci-tarenumerosifatti .cheattestano come lepopolazioniselvagge dell'Africa vivedano,anch'esse,il mezzo per calarsiinun'eb-brezza che altro non se nonunautentica possessione che per-mette dientrare in relazione diretta conglispiriti.Senza dubbio, questo fatto evidenzia come in molte regioni del continente nero, iltabaccostatostrettamenteassociatoalcultodeimorti.Lo stesso avviene in Madagascar (34). Ci limiteremo qui a segnalare due casi che indicano molto chia-ramente come l'uso deltabacco abbia per scopo, in realt, difor-zare il passaggio che porta alsoprannaturale. Presso iMakadelCamerunmeridionale,ilcapo,nelcorso della cerimonia durante la quale si presume che egli nutra le anime degliantenati,fumasolennemente.Uncostumeanalogoesiste nell'Africa centrale,presso iBaganda.li personaggio sacro,in-caricatp dirivelare alpopolo lavolont del re defunto, comincia adintossicarsiper mezzo diunceito numerodipipe che fuma una dopo l'altra.Allora, in preda ad una sorta ditrance, si mette a vaticinare a nome e con la stessa voce delsovrano divinizzato; e nessuno sisognerebbe diinsorgere contro gli ordini che egli d, poich li siconsidera pervenuti direttamente dall'al di l (35). (33)Id . ibid .pp.56.61., (34)BertholdLaufer.WilfridD,Hamblye RalphLinton:Tobaccoand lls UseinAfrica,FielMuseumofNaturalHistory.Departementof Anthropology.Leaflet 29.Chicago.1930.I I ~memoria:UseofTobaccoin Africa. pp.24.36.I I I ~memoria:UseofTobacco in Madagascar,p. 43. (35) J. Roscoe:The Baganda. Londres.1911. pp.109-113.283-285. 138 Le virtmistiche del tabacco, che i primitivi africani utilizzano consapevolmente,nonsonostateignoratedaipopolicivilizzati dell'Europa. Prova ne sia prima il fatto che, dal momento in cui la pianta stata importata in Francia edaltrove,le stata attribuita una forza miracolosa. Sisa come,all'epoca degliultimiValois, la pianta in questione sia stata elevata al rango di panacea univer-sale,grazie alferventepatrocinio diCaterina de' Medici, che le aveva consacratounautentico culto e che cercava,si dice, delle ispirazioni di tutti i generinell 'ebbrezza estatica che le procurava iltabacco. Da qui,i nomidiCatherinaire, diMedicea,dierba della Regina, che furono dati altabacco presso di noi (36). Bench la fedein cos meravigliose propriet curative nonsia stata che dibrevedurata,l'uso deltabacco,espandendosi ovun-que,ha dovuto conservare alcune tracce delcarattere profonda-mente religioso che ne spiega le pi lontane origini.Sarebbe cu-riosostudiareaquestoriguardolapsicologiadeifumatoridi oggi.Negliimpulsiaiqualiessiobbediscono,nonsiritrove-rebbe,forse,seppur in formaattenuata,ci chehaspinto iloro primi precursori a dare unesempio che, da allora, si sempre se-guito? Insomma, perch' si fuma?Cisia permesso indicare quialcune delle conclusionialle qualiarriverebbe,senza dubbio, chiunque volesseintraprendereunainchiestasuquestosoggetto.Costui constaterebbe, innanzittutto, che, presso la maggior parte deigio-vani,alla base dell'abitudine che hanno contratto, c' stato il de-siderio pi o meno cosciente dicomportarsi come uomini adulti, e ci significa chel'uso deltabacco ha conservatoailoro occhi il carattere ed ilvalore di una specie di iniziaziCme. Il nostro ricercatore osserverebbe,inseguito, come,fraidi-versiargomentiche ifumatorialleganopergiustificarsi,vene siano alcuni che essinoncessano d'invocare come risultato dalle osservazioni piomeno precise chehannopotuto effettuaresu loro stessi.Iltabacco, affermano, ha dellevirtprofilattiche;al-(36)Dott.H.-A.Depierris, op.cit., pp.37-48. Dott.L.Lewin,op. cit.,pp. 349,350. 139 lontana alcuni pericoli d'infezione e dicontagio; procura, inoltre, unasortad'anestesiafisicaesoprattuttomorale;unadistra-zione, undivertimento, unmezzo per scacciare le preoccupazioni ed i pensieri e per evadere fuoridi s. Infine,per molte persone, ilfumodeltabaccorappresentaunasorgented'ispirazione. Seguendo conlosguardo levolute delfumo, che si arrotolano e sisrotolano e che ilpi piccolo alito trasporta, sigusta ilfascino diunsogno senza oggetto, un sogno che permette alpensiero di uscire dalcircolo incuisembrava prigioniero, unsogno che gli consente diliberarsidaimeccanismiche sieracostruito,senza rendersene conto, e gli fornisce il mezzo ditrovare un'uscita nell' indefinito dell'inconscio e dell'inespresso, in cuipotrebbe, chiss forse,rinnovare la propria ispirazione.. E' solamente questa l'ebbrezza leggera dovuta altabacco, che aprealfumatorel'accesso almondo irreale,dovetutto impre-ciso, sfuocato e vaporoso? Nonglisarebbe necessario, per poter prendere il volo,ilsup-porto visibile che gli offrono le nuvole che si elevano dalla pipa, dalsigaro o dalla sigaretta? Questasarebbe,perlomeno,unamanieraperspiegareun fattostrano,e pertanto incontestabile, ossia che ungrannumero dipersone nonprova alcun piacere e neppure alcuna sensazione, quando fumanell'oscurit. Tutto considerato, le ragioni che sidanno oggi a ci che non , infindeiconti,cheunatossicomania comeun'altra,sonocos lontane da quelle che imposero untempo il calumet sacro alle lab-bra dei lontani antenati degli Irochesi, degli Uroni e dei Sioux, o ancorada quelle che fannodegliIndiosJibaro,gliamatorifer-venti di una bevanda nella quale simischiano la nicotina e la sa-liva? Guardando le cose pi da vicino, si intravvede piuttosto che le differenze riguardano molto pi la forma che la sostanza. L'uomo civile, in questo campo come in tanti altri,ha immaginato che re-stando estraneo a certe credenze, egli avrebbe rivestito diunca-rattere profano olaico unusola cui origine era unicamente ma-gico-religiosa . . 140 Ci completamente riuscito? E non sarebbe pigiustoaffer-mare che il fumatore unmistico che si ignora o che,se si cono-sce per tale, si accontenta veramente ditroppo poco? Sembra,d'altronde,cheleChiesecristiane,perlomenoin qualche occasione (soprattuttodapane di certesette e dialcuni credenti) abbiano avuto intuito il ruolo religioso che il tabacco po-teva giocare, sulterreno della vita mistica, e come, sotto questa veste,rischiava didiventareunpericolosorivaledelcristiane-simo. Da qui provengono, senza dubbio, i divieti dai quali stato colpito e le crisi dicoscienza alle qualihadato luogo. Come primo esempio, sipu citare l'interdizione,sottopena discomunica,dell'usodeltabacco,"sostanzatantodegradante per l'anima quanto perniciosa per il corpo", pronunciata dal papa Urbano VIII,nel1621(37), e la proibizione di fumare e di fiutare "l'erbadeldiavolo"chelesetterussedeiRaskolniksedegli Chlustes impongond ailoro seguaci (38).Quanto ai conflitti inte-riori che il tabacco provoca nelle anime, li si ritrova in casi mol to numerosi diconversioni pi o meno improvvise e drammatiche. Eccoladescrizionediunadiquestecrisidicoscienza,tratta dall'autobiografia dell'evangelista inglese Billy Bray: lo sono stato fumatore ed anche un alcolizzato e tenevo al mio tabacco pi di quanto tenessi al mio nutrimento; preferivo scen-. derenellaminierasenzacenapiuttostochesenzalapipa.. . Quando tiravo fuorila mia pipa per fumare,una voce interiore (la vocediDio)midiceva:"E'unidolo,unabramosia;lodail Signorecondellelabbrapure".losentivo, allora,cheavevo torto afumare. Il Signore mi invi anche una donna per convin-cermi a smettere. Una volta ero in casa d'altri,tirai fuori la mia pipa per accenderla; al/ora Mary Hawke - questo era il suo nome - mi disse:"Nontrovate che sia malefumare?" lo le risposi che qualcosa inme mi dicevache era unidolo, una bramosia."E' il (37)Dott.H-A.Depierris,op. cit., p.114. (38)KarlKonrad GraSs:Dierussischen Jekten. I.-C.Hinrich, Leipzig,1907, I, p.213. 141 Signoreaparlarvicos/",mirisposelei .Alloraiomidissi: "Bisogna rinunciarvi, poich il Signore me lodice dal di dentroe questa donna dal di fuori; bisogna smettere col tabacco, malgrado tuffo il piacere che io ne traggo." Immediatamente,io presi il ta-bacco dalla mia tasca e lo gettai nelfuoco; poi schiacciai la pipa soffo il mio piede:avevo ridotto in polvere ed in cenere ci che non era che cenere e polvere.Da allora non homai pi fumato una sola volta (39). Iltabacco,"unidolo"?...il tabacco,'Terba deldiavolo"?... Se simili termini sembrano troppo forti per qualificarlo, il tabacco merita,tuttavia,di essere classificato frai velenimistici.Come tante altre sostanze, la pianta che contiene la nicotina apporta alle anime alcune soddisfazioni di ordine religioso che, per quanto in-gannatrici siano,nonsono certamente irreali. Per questo,senzagettaresuifumatoriunanatemachenon comprenderebberoaffatto, permessosperare pertanto che co-storo vorranno rendersi conto che, per ottenere questa evasione e questo superamento di s che cercano istintivamente come tutti gli esseri umani, essi si accontentano di qualche pizzico ditabacco e di qualche nuvola di fumo. (39)W.James: L'Expreincere/igieuse.Trad.Frani