Cancerogeni, Mutageni, tossici per la Riproduzione. Le ... · fattori di rischio per la sicurezza e...

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26-30 Giugno 2017 - Aula 6 - Dipartimento di Farmacia-Scienze del Farmaco Corso di In/Formazione «Studiare e Lavorare in Sicurezza nei Laboratori biologici, chimici e farmaceutici» (S.A. 27/10/2016) Cancerogeni, Mutageni, tossici per la Riproduzione. Le procedure di sicurezza e i rischi fisici nell’utilizzo di apparecchiature nel laboratorio chimico. Prof. Renzo Luisi 29 Giugno 2017

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26-30 Giugno 2017 - Aula 6 - Dipartimento di Farmacia-Scienze del Farmaco Corso di In/Formazione

«Studiare e Lavorare in Sicurezza nei Laboratoribiologici, chimici e farmaceutici» (S.A. 27/10/2016)

Cancerogeni, Mutageni, tossici per la Riproduzione.

Le procedure di sicurezza e i rischi fisici nell’utilizzo di apparecchiature nel laboratorio chimico.

Prof. Renzo Luisi

29 Giugno 2017

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In laboratorio:

http://safety.dow.com./safety-courses/sustainable-safety-culture/interventions

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LABORATORIO ______________________________________________, stanza N° ____________, piano _____________

RESPONSABILE ________________________________________________________

N° AMBIENTI DI LAVORO ________

N° AFFERENTI Docenti ________

Dottorandi ________

Borsisti ________

Tesisti ________

Altri ________

TOTALE ________

CICLO LAVORATIVO ________________________________________________________________________________

________________________________________________________________________________

NOTE PARTICOLARI

Procedimenti scritti di lavoro: _______________________________________________________________________

_________________________________________________________________________________________________

Formazioni di sostanze chimiche in forma di polveri, fumi, gas o vapori: ___________________________________

_________________________________________________________________________________________________

Descrizione di queste sostanze: ______________________________________________________________________

_________________________________________________________________________________________________

Disponibilità ed uso dei D. P. I. ______________________________________________________________________

_________________________________________________________________________________________________

Materiale con rischio di taglio: ______________________________________________________________________

_________________________________________________________________________________________________

SCHEDA DI VALUTAZIONE RISCHIO

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RISCHIO CHIMICO

Rischi per la sicurezza:(R. infortunistici)

Rischi per la salute:(R. igienico-ambientale)

RISCHI di:incendio, esplosioni, contatto con sostanze aggressive e/o corrosive (ustioni chimiche,

corrosione di materiali e degrado di impianti, ecc.)

RISCHI da:

esposizioni a sostanze tossiche e/o nocive e, se assorbite, con

potenziale compromissione dell’equilibrio biologico

(intossicazione o malattie professionale)

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RISCHI DA ESPOSIZIONE

ESPOSIZIONE

condizione di lavoro per la quale sussiste la possibilità che agentichimici pericolosi, tal quali o sottoforma di emissioni (polveri, fumi,nebbie, gas e vapori) possano essere assorbiti dall’organismoattraverso:

INGESTIONECONTATTOCUTANEO

INALAZIONE

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INSORGENZA DEL RISCHIO CHIMICO

Un RISCHIO CHIMICO si concretizza nel momento in cui sul posto di lavoro si realizzano le condizioni per cui risultano contemporaneamente presenti i due fattori :

1. presenza di agenti chimici pericolosi (fattori di rischio chimico);

2. presenza di condizioni di esposizione (fattori di rischio espositivo).

RISCHIO CHIMICO DERIVANTE DA

ESPOSIZIONE AD AGENTI CHIMICI

PERICOLOSI

PRESENZA DI AGENTI

CHIMICI PERICOLOSI(ciclo tecnologico)

PRESENZA DICONDIZIONI DIESPOSIZIONE

(modalità operative)

RISCHIO PERICOLO ESPOSIZIONE

X=

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VALUTAZIONE DEL RISCHIO CHIMICO

FASI PROCEDURALI:

Individuazione della presenza dei fattori di rischio chimico (pericoli).

Rilevazione e misurazione dei livelli di esposizione ai fattori di rischio chimico.

I. FASE

Individuazione della presenza di potenziali situazioni di esposizione ai fattori di rischio chimico (esposizione).

II. FASE

Stima e valutazione dell’esposizione ad agenti chimici pericolosi.

III. FASE

IV. FASE

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SCHEMA OPERATIVO PER LA VALUTAZIONE DEL RISCHIO:

Ricerca delle fonti di rischioPresenza di agenti chimici pericolosi

Esame del ciclo lavorativo finalizzato all’individuazionedella presenza, intenzionale o non, di agenti chimicipericolosi nelle varie lavorazioni o operazioni

1a FASE

METODO

NO Assenza di rischio chimico

SI

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SCHEMA OPERATIVO PER LA VALUTAZIONE DEL RISCHIO:

Ricerca dei rischi per la Sicurezza(incendio, esplosione, degrado delle apparecchiature) EDEI RISCHI PER LA SALUTE conseguente adesposizione a sostanze pericolose per la salute

Analisi dei sistemi di lavorazione, della natura delle sostanze edelle caratteristiche intrinseche di pericolosità nell’ambito dellemodalità lavorative e quindi delle conseguenti modalità diesposizione: SISTEMI DI SICUREZZA IN ATTO

2a FASE

NOnon si procede

alla V.d.R.SI

METODO

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SCHEMA OPERATIVO PER LA VALUTAZIONE DEL RISCHIO:

Misura delle condizioni di esposizione ai fattori di rischio per la sicurezza e la salute

*. Verifica delle situazioni di rischio per la sicurezza (incendio, esplosione, ecc.): applicazione delle norme

*. Misura dei livelli di esposizione a sostanze pericolose per la salute:

- . Monitoraggio ambientale (L.E.AMB.)

- . Monitoraggio Cutaneo (L.E.CUT.)

- . Monitoraggio Biologico (L.ASS.)

3a FASE

METODO

ELABORAZIONE STATISTICA DEI RISULTATI

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SCHEMA OPERATIVO PER LA VALUTAZIONE DEL RISCHIO:

Valutazione del rischio chimico

Valutazione dei rischi per la sicurezza (normativa enorme di buona tecnica).

Valutazione dei rischi per la salute attraverso confronto“ragionato” dei risultati con i valori limite di esposizioneV.L.E. e con gli indicatori biologici di esposizione I.B.E.

4a FASE

METODO

DEFINIZIONE DEI CONSEGUENTI INTERVENTI DI PREVENZIONE E PROTEZIONE

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Norme generali✓Mantenere in ordine e pulito il laboratorio.✓Rimuovere prontamente vetreria e attrezzature quando non servono più.✓Non introdurre sostanze ed oggetti estranei all'attività lavorativa.✓E` scoraggiato l'uso dei tacchi alti e delle scarpe aperte.✓ I capelli lunghi dovrebbero essere tenuti raccolti.✓Non toccare le maniglie delle porte e altri oggetti del laboratorio con i guanti con cui si sono maneggiatesostanze chimiche e isotopi radioattivi.✓E' assolutamente vietato l'uso dei guanti al di fuori dei laboratori.✓Non tenere nelle tasche forbici, spatole di acciaio, provette di vetro o materiale contundente.✓Si sconsiglia l'uso di lenti a contatto poichè possono essere causa di un accumulo di sostanze nocive e, in caso diincidente, possono peggiorarne le conseguenze o pregiudicare le operazioni di primo soccorso.✓Comunicare con i colleghi per avvisare dell'esperimento in corso nel caso in cui si manipolino sostanzepericolose.✓Non lavorare da soli, specialmente fuori orario.✓Verificare sempre se specifiche procedure richiedono particolari attenzioni.✓Non abbandonare materiale non identificabile nelle aree di lavoro.✓Ogni apparecchiatura deve essere accompagnata dal proprio manuale di istruzione.✓Utilizzare esclusivamente apparecchiature elettriche a norma.✓Etichettare tutti i recipienti provvisori indicando il contenuto e dotandoli dei simboli di pericolo.✓Conservare in laboratorio solo i prodotti infiammabili necessari per l'attività quotidiana ed evitare lo stoccaggionei frigoriferi di tipo domestico.✓Raccogliere separare e smaltire in modo corretto i rifiuti chimici senza scaricarli in fogna.✓Prestare attenzione alle frasi di rischio e ai consigli di prudenza riportati sulle etichette e consultare le schede disicurezza.✓Riferire sempre prontamente al Responsabile eventuali incidenti o condizioni di non sicurezza.✓Impedire l'accesso alle zone particolarmente pericolose a personale non addetto.✓Non bloccare le uscite di emergenza, i pannelli elettrici e le attrezzature di soccorso.✓Evitare il più possibile l'affollamento nei laboratori.

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Norme di Comportamento in operazioni e manipolazioni

✓Usare in laboratorio dispositivi di protezione individuali appropriati per ogni livello di rischioche devono essere utilizzati correttamente e tenuti sempre in buono stato di manutenzione.✓Sostituire, quando possibile, i prodotti pericolosi con prodotti meno nocivi.✓Per ogni tipo di lavorazione di materiali nocivi o presunti tali deve essere utilizzata una cappacon una adeguata aspirazione.✓Tutte le operazioni che coinvolgono prodotti volatili tossico-nocivi o prodotti esplosivi devonoessere condotte sotto cappa chimica.✓Non lasciare senza controllo reazioni chimiche in corso o apparecchi pericolosi in funzione.✓Prima di cominciare una reazione si devono conoscere le caratteristiche e il comportamento ditutte le sostanze coinvolte.✓Le pesate delle polveri di sostanze pericolose devono essere effettuate sotto cappa aspirante oin locale adibito all'uso delle bilance in condizioni di calma d'aria e, possibilmente, dopo averprotetto con della carta la zona operativa, così da raccogliere eventuali residui.✓Tutte le sostanze chimiche conosciute o sospette di essere tossiche o dannose per l'ambientedevono essere smaltite seguendo le procedure di smaltimento dei rifiuti pericolosi.✓Raccogliere in appositi contenitori, contrassegnati con etichette, i composti chimici e i solventiusati, che dovranno essere eliminati secondo le procedure stabilite.✓Trasportare sostanze chimiche e materiali pericolosi in maniera adeguata.✓ Il trasporto di sostanze chimiche pericolose in soluzione, specie se contenute in recipienti divetro, deve essere eseguito con precauzione, utilizzando carrelli dotati di recipienti dicontenimento, atti a ricevere eventuali spandimenti di materiale.

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Norme di Comportamento nello Stoccaggio

✓Tenere separati i prodotti incompatibili.✓Tutti i reagenti devono essere etichettati con l'esatto nome chimico e i simboli di tossicità e nocività, nonchè lefrasi rischio e i consigli di prudenza.✓Conservare le sostanze pericolose entro appositi armadi a norma, armadi di sicurezza, armadi antifiamma.✓Tenere un inventario aggiornato di tutte le sostanze chimiche in particolare per quanto riguarda quellecancerogene (R 45 e R 49).✓Detenere in laboratorio solo quantità limitate di solventi infiammabili.✓Le sostanze stupefacenti, acquistate o detenute, sono soggette a normative per cui è necessario richiederel'autorizzazione (di durata biennale) al Ministero della Sanità, che va rinnovata con domanda presentata almenotre mesi prima della data di scadenza, ed essere muniti di apposito registro di carico e scarico. Tali sostanzedevono, inoltre, essere tenute in un armadietto chiuso a chiave, sotto la responsabilità di un incaricato.

Norme di Comportamento in caso di incidente o contaminazione

✓Prodigare le prime cure, se necessario.✓Sostituire i mezzi di protezione contaminati.✓Decontaminare la cute eventualmente esposta con acqua corrente, docce, lavaggi oculari, antidoti, neutralizzanti, ecc..., a seconda della sostanza. E' importante, comunque, affidarsi a un esperto.✓Non disperdere le sostanze contaminanti nell'ambiente. - Allontanare le persone non indispensabili.✓Rimuovere la contaminazione dalle superfici con appositi materiali assorbenti indossando guanti compatibili con la sostanza chimica in questione.✓Avvisare immediatamente l'ufficio sicurezza della presenza di situazioni anomale nei laboratori.

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✓Pompe da vuoto✓Liquidi criogenici✓Lampada UV✓Sonicatori✓Microonde✓Centrifughe✓Piastre scaldanti-agitatori✓Vetreria✓Aghi siringhe✓Strumentazione per analisi

Apparecchiature

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✓Ogni apparecchiatura deve essere fornita delle istruzioni d'uso facilmente accessibili.

✓Schermare adeguatamente le apparecchiature in vetro che operano sotto vuoto o sotto pressione o conparti in movimento e comunque utilizzare gli occhiali protettivi, assicurandosi che la vetreria non sia rotta.

✓Usare riscaldatori elettrici piuttosto che fiamme libere.

✓Utilizzare centrifughe che abbiano un dispositivo di sicurezza atto ad impedire l'apertura del coperchiodurante il funzionamento e utilizzare solo rotori omologati dalla ditta costruttrice.

✓Non usare prolunghe permanenti.

✓Utilizzare idonei dispositivi di protezione individuali per l'esposizione alle basse temperature così come perl'utilizzo dell'azoto liquido.

✓Le autoclavi devono essere soggette a collaudo al momento dell'installazione, ogni qualvolta venganospostate da un laboratorio all'altro e dopo ogni intervento di manutenzione. Inoltre devono esseresottoposte annualmente a manutenzione ordinaria. E` opportuno che le autoclavi siano utilizzate solo dapersonale esperto e in possesso di adeguata formazione.

✓Proteggersi dalle radiazioni UV. Le lampade con emissione di radiazioni a lunghezza d'onda inferiori a 320nm devono essere schermate e il Responsabile deve informare della pericolosità della lampada tutti coloroche accedono al laboratorio. Utilizzare occhiali protettivi in situazioni di esposizione alla lampada.

✓Proteggersi dagli apparecchi a ultrasuoni. Tutti coloro che utilizzano tali apparecchi devono collocare talistrumenti in locali isolati e utilizzarli in assenza di persone e con la porta chiusa.

✓L'accesso alla stanza dedicata alla strumentazione NMR è consentito solo agli utilizzatori dello strumento, iquali hanno l'obbligo di:

✓accedere solo per eseguire esperimenti

✓controllare periodicamente il buon funzionamento dello strumento e, in caso di guasti e/o anomalie,consultare il Responsabile.

Apparecchiature

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Possibilità di formazione di atmosfere sotto ossigenate:

dai recipienti chiusi in pressione possono scaricarsi quantità di fluido dalle valvole di sicurezza per il verificarsi diimprovvise sovrapressioni;dai recipienti a cielo aperto (non in pressione) si ha continua evaporazione del liquido;quando vengono introdotti nel liquido materiali a temperatura ambiente si ha l'ebollizione del liquido conemissione di notevoli quantità di vapori;durante le operazioni di travaso di azoto liquido si ha la formazione di grandi quantità di vapori;spandimenti accidentali di azoto liquido sul pavimento o su altre superfici danno origine alla formazione divapori oltre che al congelamento delle superfici interessate.

Contatto con il liquido o vapori freddi dovuti a :

spruzzi sul viso o altre parti del corpo di liquido durante le operazioni di travaso o riempimento di un contenitorecaldo (a temperatura ambiente);contatto accidentale delle mani o altre parti del corpo con tubazioni fredde non isolate (la pelle può incollarsialla tubazione e lacerarsi nel tentativo di staccarsi dalla tubazione);

Misure preventiveDi tipo ambientale:

il deposito e/o l'utilizzazione dell'azoto liquido devono avvenire in locali NON confinati (possibilmenteall'aperto); in ogni caso non sono idonee le camere fredde o le stanze frigo;i locali devono essere provvisti di aperture, atte ad assicurare il necessario ricambio d'aria;i locali per deposito e/o utilizzo dell'azoto liquido non devono essere sotterranei;non imprigionare l'azoto liquido in una tubazione o in recipenti chiusi dove non sono presenti valvole di sfiato.

di tipo personale (Dispositivi di Protezione Individuali):

usare occhiali a tenuta con visiera durante le operazioni per le quali si prevedono spruzzi di liquido (travasi ealtro);indossare guanti antiustione molto larghi in modo da poterli sfilare facilmente;indossare pantaloni lunghi o tuta contro gli spruzzi alle gambe o altre parti del corpo;se le operazioni di manipolazione o utilizzo di azoto dovessero avvenire, anche temporaneamente, in ambienticon ventilazione naturale e/o meccanica potenzialmete insufficienti, l'attività deve essere svolta allertandoalmeno un altro operatore

Rischi derivanti dall'utilizzo di azoto liquido

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DefinizioniAi sensi dell’art. 234 sono considerati agenti cancerogeni e mutageni, per cui è necessario effettuare la valutazione del rischio di esposizione ai sensi del Titolo IX, Capo II:1. le sostanze classificate cancerogene e mutagene di categoria 1 e 2 ai sensi del D.Lgs. 52/97 e s.m.i.2. un preparato contenente una o piu' sostanze classificate cancerogene e mutagene di categoria 1 e 2 se la loro concentrazione è ≥ 0.1 %......

Sostituzione e riduzione (art. 235)Il primo obbligo a carico del datore di lavoro si esplica in via preventiva. Prima di utilizzare un cancerogeno o un mutageno occorre:- verificare se è tecnicamente possibile la sostituzione con un’altra sostanza meno nociva- giustificare l'utilizzo dimostrando che non è possibile la sostituzione- valutare la possibilità di utilizzo in ciclo chiuso- ridurne l’utilizzo alle quantità minime indispensabili

CANCEROGENI, MUTAGENI, TOSSICI PER IL CICLO RIPRODUTTIVO

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Valutazione del rischio (art. 236)Per agenti cancerogeni e mutageni è una valutazione dell’esposizione che deve tener conto in particolare di:1. caratteristiche delle lavorazioni;2. durata e frequenza delle lavorazioni;3. quantitativi di agenti cancerogeni o mutageni prodotti ovvero utilizzati;4. concentrazione degli agenti cancerogeni e mutageni;5. capacità degli stessi di penetrare nell'organismo per le diverse vie di assorbimento (inalatoria, cutanea, per ingestione).Il documento di valutazione del rischio di esposizione ad agenti cancerogeni e mutageni deve contenere:1. le attività lavorative che comportano la presenza di sostanze o preparati cancerogeni o mutageni o di processi industriali di cui all'allegato XLII, con l'indicazione dei motivi per i quali sono impiegati agenti cancerogeni;2. i quantitativi di sostanze ovvero preparati cancerogeni o mutageni prodotti ovvero utilizzati, ovvero presenti come impurità o sottoprodotti;3. il numero dei lavoratori esposti ovvero potenzialmente esposti ad agenti cancerogeni o mutageni;4. l'esposizione dei suddetti lavoratori, ove nota e il grado della stessa;5. le misure preventive e protettive applicate ed il tipo dei dispositivi di protezione individuale utilizzati;6. le indagini svolte per la possibile sostituzione degli agenti cancerogeni e le sostanze e i preparati eventualmente utilizzati come sostituti

CANCEROGENI, MUTAGENI, TOSSICI PER IL CICLO RIPRODUTTIVO

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Misure generali di tutela (art. 15)Si applicano le misure generali di tutela previste dal D.Lgs. 81/08 ed in particolare:1. la valutazione di tutti i rischi per la salute e sicurezza2. la programmazione della prevenzione3. l'eliminazione dei rischi e, ove ciò non sia possibile, la loro riduzione al minimo in relazione alle conoscenze acquisite in base al progresso tecnico4. la riduzione dei rischi alla fonte5. la sostituzione di ciò che e' pericoloso con ciò che non lo e', o e' meno pericoloso6. la limitazione al minimo del numero dei lavoratori che sono, o che possono essere, esposti al rischio7. l'utilizzo limitato degli agenti chimici, fisici e biologici sui luoghi di lavoro8. la priorità delle misure di protezione collettiva rispetto alle misure di protezione individuale9. l'informazione e formazione adeguate per i lavoratori, i preposti, i dirigenti, i RLS10. la programmazione delle misure ritenute opportune per garantire il miglioramento nel tempo dei livelli di sicurezza, anche attraverso l'adozione di codici di condotta e di buone prassi11. l'uso di segnali di avvertimento e di sicurezza12. la regolare manutenzione di ambienti, attrezzature, impianti, con particolare riguardo ai dispositivi di sicurezza in conformità alla indicazione dei fabbricanti.

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Misure tecniche, organizzative, procedurali (art. 237)Oltre alle misure generali sopraesposte per le attività con agenti cancerogeni e mutageni vengono meglio delineate alcune misure necessarie, ed in particolare:1. nelle varie operazioni lavorative devono essere impiegati quantitativi di agenti cancerogeni o mutageni non superiori alle necessità delle lavorazioni;2. gli agenti cancerogeni o mutageni in attesa di impiego non possono essere accumulati sul luogo di lavoro in quantitativi superiori alle necessità previste;3. il numero dei lavoratori esposti o che possono essere esposti deve essere limitato al minimo possibile, anche isolando le lavorazioni in aree predeterminate provviste di adeguati segnali di avvertimento e di sicurezza;4. le lavorazioni devono essere progettate, programmate e sorvegliate in modo che non vi sia emissione di agenti cancerogeni o mutageni nell'aria. Se ciò non e' tecnicamente possibile, l'eliminazione degli agenti cancerogeni o mutageni deve avvenire il più vicino possibile al punto di emissione mediante aspirazione localizzata.5. l'ambiente di lavoro deve comunque essere dotato di un adeguato sistema di ventilazione generale;6. deve essere eseguita una regolare e sistematica pulitura dei locali, delle attrezzature e degli impianti;7. devono essere predisposte procedure per i casi di emergenza che possono comportare esposizioni elevate;8. gli agenti cancerogeni o mutageni devono essere conservati, manipolati, trasportati in condizioni di sicurezza;9. la raccolta e l'immagazzinamento, ai fini dello smaltimento degli scarti e dei residui delle lavorazioni contenenti agenti cancerogeni devono avvenire in condizioni di sicurezza, in particolare utilizzando contenitori ermetici etichettati in modo chiaro, netto, visibile.

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Misure tecniche (art. 238)1. I lavoratori devono disporre di servizi igienici appropriati ed adeguati;2. i lavoratori devono avere in dotazione idonei indumenti protettivi da riporre in posti separati dagli abiti civili;3. i dispositivi di protezione individuale devono essere custoditi in luoghi determinati, controllati e puliti dopo ogni utilizzazione;4. e' vietato assumere cibi e bevande, fumare, conservare cibi destinati al consumo umano, usare pipette a bocca e applicare cosmetici.

Informazione e formazione (art. 239)Tutti gli utilizzatori di agenti cancerogeni e mutageni devono essere informati ed istruiti, in particolare per quanto riguarda:1. gli agenti cancerogeni o mutageni presenti nei cicli lavorativi, la loro dislocazione, i rischi per la salute connessi al loro impiego, ivi compresi i rischi supplementari dovuti al fumare;2. le precauzioni da prendere per evitare l'esposizione;3. le misure igieniche da osservare;4. la necessita' di indossare e impiegare indumenti di lavoro e protettivi e dispositivi individuali di protezione ed il loro corretto impiego.L'informazione e la formazione su menzionata deve essere fornita prima che i lavoratori siano adibiti alle attività in questione e deve essere ripetuta, con frequenza almeno quinquennale, e comunque ogni qualvolta si verificano nelle lavorazioni cambiamenti che influiscono sulla natura e sul grado dei rischi.

Esposizione non prevedibile (art. 240)Qualora si verifichino eventi non prevedibili o incidenti che possono comportare un'esposizione anomala dei lavoratori ad agenti cancerogeni o mutageni, è necessario attuare quanto prima misure appropriate per identificare e rimuovere la causa dell'evento e informare i lavoratori e il rappresentante per la sicurezza.Il dirigente della struttura deve comunicare al SPP e all'organo di vigilanza l’incidente occorso e le misure adottate per ridurre al minimo le conseguenze dannose o pericolose.

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Classe Simbolo Frasi di rischio Soglia Cancerogeni classe ICancerogeni classe II

T (tossico) T (tossico)R 45 o R 49R 45 o R 49

> 0,1%> 0,1%

Cancerogeni classe III Xn (nocivo) R40 > 1%

Mutageni cl. 1Mutageni cl. 2

T (tossico) T (tossico)R46

> 0,1%> 0,1%

Mutageni cl. 3 Xn (nocivo) R 68 > 1%

Tossico per la riproduzione cl. 1 Tossico per la riproduzione cl. 2

T (tossico) T (tossico)R 60 o R 61R 60 o R 61

> 0,5%> 0,5%

Tossico per la riproduzione cl. 3 Xn (nocivo) R62 o R 63 > 5%

In ROSSO sono indicate le categorie per le quali vi è obbligo del registro di esposizione.In GIALLO sono indicate le classi di sospetto di cancerogenicità e mutagenicità di sostanze per le quali non vi è l'obbligo del registro di esposizioneIn CELESTE sono elencate le classi riferite al rischio riproduttivo.

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Acute toxicity (oral, dermal, inhalation), category 4

Skin irritation, category 2

Eye irritation, category 2

Skin sensitisation, category 1

Specific Target Organ Toxicity – Single exposure, category 3

Respiratory sensitization, category 1

Germ cell mutagenicity, categories 1A,1B,2

Carcinogenicity, categories 1A,1B,2

Reproductive toxicity, categories 1A,1B,2

Specific Target Organ Toxicity – Single exposure, categories 1,2

Specific Target Organ Toxicity – Repeated exposure, categories 1,2

Aspiration Hazard, category 1

CANCEROGENI, MUTAGENI, TOSSICI PER IL CICLO RIPRODUTTIVO

Pittogrammi GHS

Globally Harmonized System

•Category 1: known or presumed to have carcinogenic potential for humans

• Category 1A: the assessment is based primarily on human evidence

• Category 1B: the assessment is based primarily on animal evidence

•Category 2: suspected human carcinogens

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International Agency for Research on Cancer (IARC)

•Group 1: the agent (mixture) is definitely carcinogenic to humans.

The exposure circumstance entails exposures that are carcinogenic to humans.

•Group 2A: the agent (mixture) is probably carcinogenic to humans.

The exposure circumstance entails exposures that are probably carcinogenic to humans.

•Group 2B: the agent (mixture) is possibly carcinogenic to humans.

The exposure circumstance entails exposures that are possibly carcinogenic to humans.

•Group 3: the agent (mixture or exposure circumstance) is not classifiable as to its

carcinogenicity to humans.

•Group 4: the agent (mixture) is probably not carcinogenic to humans.

Globally Harmonized System

•Category 1: known or presumed to have carcinogenic potential for humans

• Category 1A: the assessment is based primarily on human evidence

• Category 1B: the assessment is based primarily on animal evidence

•Category 2: suspected human carcinogens

U.S. National Toxicology Program

•Known to be a human carcinogen

•Reasonably anticipated to be a human carcinogen

American Conference of Governmental Industrial Hygienists

•Group A1: Confirmed human carcinogen

•Group A2: Suspected human carcinogen

•Group A3: Confirmed animal carcinogen with unknown relevance to humans

•Group A4: Not classifiable as a human carcinogen

•Group A5: Not suspected as a human carcinogen

European Union

•Category 1: Substances known to be carcinogenic to humans.

•Category 2: Substances which should be regarded as if they are carcinogenic to

humans.

•Category 3: Substances which cause concern for humans, owing to possible

carcinogenic effects but in respect of which the available information is not adequate for

making a satisfactory assessment.

This assessment scheme is being phased out in favor of the GHS scheme (see above),

to which it is very close in category definitions.

CANCEROGENI, MUTAGENI, TOSSICI PER IL CICLO RIPRODUTTIVO

Approximate equivalencesbetween classification schemes

IARC GHS NTP ACGIH EU

Group 1 Cat. 1A Known A1 Cat. 1

Group 2ACat. 1B

Reasonablysuspected

A2 Cat. 2Group 2B

Cat. 2 A3 Cat. 3Group 3

A4

Group 4 A5

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CANCEROGENI, MUTAGENI, TOSSICI PER IL CICLO RIPRODUTTIVO

Il regolamento del Dipartimento Farmaco Chimico:

1. Elenco delle sostanze cancerogene, mutagene e teratogene2. Misure generali di tutela in presenza del rischio cancerogeno e

mutagenoInterventi sulla sorgenteInterventi riguardanti l’operatore3. Norme specifiche su conservazione, prelievo e utilizzo di sostanze

classificate come CMT :SostituzioneRiduzione dell’esposizioneConservazionePrelievo e trasportoUtilizzo e manipolazioneSmaltimento

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Valutazione della potenzialeesposizione ad agenti cancerogeni, mutageni e teratogeni nei laboratorididattici e di ricerca

D. Barbieri, E. Giroletti Giornale degli Igienisti Industriali Vol. 27 – n. 4 – ottobre 2002, 256.

Indicatori di esposizione Categorie Fattoriponderali

Stato fisico dell’agente (S) -Polvere fine, gas, vapore, liquido volatile concentrato-Liquido poco volatile soluzione diluita-Gel, solido

1052

Quantità di utilizzo per manipolazione (Q)

Q> 250mL/100g50 mL/1g < Q < 250 mL/100gQ < 50 mL/1g

1052

Frequenza di utilizzo (F) N° manipolazioni in un anno F >12 (Abituale)5 < F <12 (Occasionale)F <5 (Raro)

1052

Tempo di esposizione (T) Minuti continuativiT > 3015 < T < 30T = 15

1052

Uso della cappa (C) NoSi (vel. 02 – 05 m/s)Si (vel. > 05 m/s)

1052

E0 = S x Q x F x T x CIE = Log E0

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Tempi di esposizione espressi in minuti

t>30'

15'< t <30'

t<15'

Valutazione della potenziale esposizione ad agenti cancerogeni, mutageni e teratogeni neilaboratori didattici e di ricerca

0

10

20

30

40

50

60

ALTO MEDIO BASSO

Percentuale

E0 = S x Q x F x T x CIE = Log E0

0 5 10 15 20 25 30

Acrilammide

Benzene

DMF

Potassio Cromato

1,2-dicloroetano

CrO3

Dimetilsolfato

Idrazina

Epicloridrina

Stirenossido

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Laboratorio N°

_________________________

Esperimento

______________________

Data

_______________

Nome Operatore, qualifica

___________________________________________________________________________________

Schema Esperimento Osservazioni e precauzioni

NAgenti chimici adoperati

(nome commerciale)N. CAS o n. Index

Stato fisicoQuantitàutilizzata

Toss

ico

–T

-T+

Can

cero

gen

o M

uta

g.

No

civo

Se

nsi

bili

zzan

te

Co

rro

sivo

Irri

tan

te

Infi

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F+

Infi

amm

abile

F

Esp

losi

vo E

Co

mb

ure

nte

O

Cla

sse

di r

isch

io

Altre Osservazioni

1

2

3

4

5

6

7

8

9

10

Caratteristiche dei locali; Presenza impianti di protezione; Principali dotazioni collettive di protezione (DPC)

Principali dispositivi di protezione individuali (DPI) utilizzati

Uso della cappa Uso di gas tossici, infiammabili e/o esplosivi

Uso di vetreria Uso di metalli pesanti

Uso di aghi e siringhe Uso di liquidi criogenici

Uso di guanti in nitrile Uso di CO2 solida

Uso di guanti in lattice Uso di sodio metallico

Uso di guanti in PVC Uso di laser

Uso di occhiali di protezione Uso di fosfine

Uso di apparecchiature elettriche Uso di ozono

Uso di maschere o schermi per volto Uso di cianuri

Uso di microonde e generatori di radiofrequenze Uso di ammoniaca liquida

Uso e trasporto di gas compressi Uso di acidi concentrati

Uso di pressioni ridotte e vuoto Uso di basi forti

Uso di alte temperature Uso di sostanze piroforiche

Uso di luce UV Uso di perossidi

Uso fonti di calore Uso di idrogeno

Uso di centrifughe, ultracentrifughe Uso di diazometano

Uso trasporto e conservazione di liquidi infiammabili Uso di sostanze radioattive

Distillazione di solventi Uso di materiale biologico

DIP

AR

TIM

ENTO

di F

arm

acia

Sci

en

ze d

el F

arm

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Att

ivit

à d

i Ric

erc

a Sc

ien

tifi

caQ

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ern

o In

div

idu

ale

di L

abo

rato

rio

Parte 1

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Laboratorio N°

_______________

Esperimento

__________________

Data

_______________Nome Operatore, qualifica ________________________________________________________

Schema Esperimento

Descrizione dettagliata dell’attività (o della fasi lavorativa) con gli agentei utilizzati:

Stato fisico della sostanza:

quantitativo preparato

Modalità di conservazione

Tempo di esposizione agli agenti usati e

preparatiOsservazioni e precauzioni particolari

Fase1:

Fase 2:

Fase3:

Fase4:

Parte 2

DIP

AR

TIM

ENTO

di F

arm

acia

Sci

en

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el F

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Att

ivit

à d

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a Sc

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abo

rato

rio

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http://safety.dow.com./safety-courses

http://vimeo.com/8031610

http://vimeo.com/7819850

http://ehs.yale.edu/training/organolithium-compounds-training

http://safety.dow.com./safety-courses/safety-orientation-and-training/laboratory-ergonomics

http://safety.dow.com./safety-courses/safety-orientation-and-training/ppe-basics

http://safety.dow.com./safety-courses/safety-orientation-and-training/waste-handling

http://safety.dow.com./safety-courses/safety-orientation-and-training/secondary-containment

http://safety.dow.com./safety-courses/specialized-topics/fume-hood-basics

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http://safety.dow.com./safety-courses/safety-orientation-and-training/basic-electrical-safety

http://safety.dow.com./safety-courses/specialized-topics/vacuum-equipment

http://safety.dow.com./safety-courses/plan-evaluate-execute/lab-hazard-management-of-change

http://safety.dow.com./safety-courses/sustainable-safety-culture/making-safety-personal

http://safety.dow.com./safety-courses/plan-evaluate-execute/interpreting-material-safety-data-sheets

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Rischio fisicoDerivante da attività nei LABORATORI CHIMICI

Rischio fisico

MECCANICO

TERMICO

ELETTRICO

RADIAZIONI

RUMORE

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Come proteggersi dal Rischio fisico

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L’OCCHIO è soggetto ai seguenti rischi:

Meccanicourti

schegge

vetro

Chimico

vapori

liquidi

polveri

L’OCCHIO è esposto a molti pericoli!

DEVE ESSERE PROTETTO

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Rischio MeccanicoDerivante da attività nei LABORATORI CHIMICI

Cadute dall’alto, urti, impatti, compressioni, tagli, abrasioni, scivolamenti e cadute

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Rischio TermicoDerivante da attività nei LABORATORI CHIMICI

Calore Freddo

Possibilità di formazione di atmosfere sotto ossigenateContatto con il liquido o vapori freddi

Misure preventiveDi tipo ambientale:

il deposito e/o l'utilizzazione dell'azoto liquido devono avvenire in locali NON confinati (possibilmenteall'aperto); in ogni caso non sono idonee le camere fredde o le stanze frigo;i locali devono essere provvisti di aperture, atte ad assicurare il necessario ricambio d'aria;i locali per deposito e/o utilizzo dell'azoto liquido non devono essere sotterranei;non imprigionare l'azoto liquido in una tubazione o in recipenti chiusi dove non sono presenti valvole di sfiato.

di tipo personale (Dispositivi di Protezione Individuali):

usare occhiali a tenuta con visiera durante le operazioni per le quali si prevedono spruzzi di liquido (travasi ealtro);indossare guanti antiustione molto larghi in modo da poterli sfilare facilmente;indossare pantaloni lunghi o tuta contro gli spruzzi alle gambe o altre parti del corpo;se le operazioni di manipolazione o utilizzo di azoto dovessero avvenire, anche temporaneamente, in ambienticon ventilazione naturale e/o meccanica potenzialmete insufficienti, l'attività deve essere svolta allertandoalmeno un altro operatore

Rischi derivanti dall'utilizzo di azoto liquido

Rischi derivanti dall'utilizzo di apparecchiature scaldanti

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Rischio elettricoDerivante da attività nei LABORATORI CHIMICI

NO

SI

Pericoli dovuti a:• Contatto diretto• contatto indiretto• sovraccarico• cortocircuito• arco elettrico

Regole comportamentali:•Non tirare i fili sottotensione•Usare sempre adattatoriidonei e prese multiple

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Rischio RadiazioniDerivante da attività nei LABORATORI CHIMICI

Pericoli:•Pericolo laser•Pericoli collaterali

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La norma CEI EN 60825 classifica i laser in cinque classi pericolosità crescente:

CLASSE 1 (Laser Esente):Non pongono problemi anche per osservazione diretta prolungata del fascio in quanto ointrinsecamente sicuri o sicuri per il loro progetto tecnico.

CLASSE II:Sono i così detti laser a bassa potenza che emettono nel visibile e che possono funzionare in continuo(con potenza non superiore a 1 mW) o ad impulsi; l'osservazione diretta del fascio non è pericolosapurché sia conservato il riflesso palpebrale che, che consente un'interruzione dell'irraggiamento dellacornea in un tempo inferiore a 0.25 secondi.

CLASSE IIIA:Sono quelli che hanno una potenza in uscita inferiore a 5 mW per i laser in continuo e fino a 5 volte illimite della classe II per quelli ad impulso ripetitivi o a scansione nella regione spettrale del visibile.L'osservazione diretta del fascio non è pericolosa purché sia conservato il riflesso palpebrale che, checonsente un'interruzione dell'irraggiamento della cornea in un tempo inferiore a 0.25 secondi, ovverol'osservazione non avvenga con attraverso sistemi ottici (es Oculari).

CLASSE IIIB:Appartengono a questa classe i laser e i sistemi laser che non superano i limiti di esposizione accesibile(Vedi allegato norma CEI EN 60825). La radiazione emessa può essere nel visibile e non, la potenzamassima per i laser in continuo è di 500mW. L'esposizione diretta al raggio ad occhio nudo è pericolosa;non è invece pericolosa la luce diffusa.

CLASSE IV:A questa classe appartengono tutti i laser e sistemi laser che superano i limiti della classe IIIB, chehanno quindi in genere una potenza superiore a 500mW. Sono in grado di provocare danni agli occhi edalla pelle anche per esposizione a fascio diffuso oltre che diretto. Possono costituire anche un pericolod'incendio. A questi laser sono associati solitamente anche altri rischi ad esempio elettrucuzione.

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Precauzioni di base I II IIIA IIIB IV

nessuna precauzione X

non osservare direttamente il fascio X X X X

non utilizzare ottiche di osservazione (lenti, microscopi, telescopi, ecc.)

X X X

Evitare l'esposizione diretta dell'occhio X X

Evitare l'esposizione diretta dell'occhio e della pelle a radiazione diretta e diffusa: fare attenzione a possibili fonti d'incendio

X

usare precauzioni specifiche per luce laser non visibile

X X X X

Pericolosità dei laser e precauzioni

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✓Ogni apparecchiatura deve essere fornita delle istruzioni d'uso facilmente accessibili.

✓Schermare adeguatamente le apparecchiature in vetro che operano sotto vuoto o sotto pressione o conparti in movimento e comunque utilizzare gli occhiali protettivi, assicurandosi che la vetreria non sia rotta.

✓Usare riscaldatori elettrici piuttosto che fiamme libere.

✓Utilizzare centrifughe che abbiano un dispositivo di sicurezza atto ad impedire l'apertura del coperchiodurante il funzionamento e utilizzare solo rotori omologati dalla ditta costruttrice.

✓Non usare prolunghe permanenti.

✓Utilizzare idonei dispositivi di protezione individuali per l'esposizione alle basse temperature così come perl'utilizzo dell'azoto liquido.

✓Proteggersi dalle radiazioni UV. Le lampade con emissione di radiazioni a lunghezza d'onda inferiori a 320nm devono essere schermate e il Responsabile deve informare della pericolosità della lampada tutti coloroche accedono al laboratorio. Utilizzare occhiali protettivi in situazioni di esposizione alla lampada.

✓Proteggersi dagli apparecchi a ultrasuoni. Tutti coloro che utilizzano tali apparecchi devono collocare talistrumenti in locali isolati e utilizzarli in assenza di persone e con la porta chiusa.

✓L'accesso alla stanza dedicata alla strumentazione NMR è consentito solo agli utilizzatori dello strumento, iquali hanno l'obbligo di:

✓accedere solo per eseguire esperimenti

✓controllare periodicamente il buon funzionamento dello strumento e, in caso di guasti e/o anomalie,consultare il Responsabile.

Apparecchiature

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✓Pompe da vuoto✓Lampada UV✓Sonicatori✓Microonde✓Centrifughe✓Piastre scaldanti-agitatori✓Vetreria✓Aghi siringhe✓Strumentazione per analisi

Apparecchiature

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✓Pompe da vuotoPossono lavorare fino a 10-8 barPericolo di implosione!!

Apparecchiature operanti a pressione diversa da quella atmosferica

✓Linee da vuoto ✓recipienti ad alta pressione✓Rotavapor

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Linea Schlenk

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Dispositivi per agitazione e riscaldamento

Agitatori meccanici

Piastre e mantelli scaldanti

Stufe

Pistole scaldantiAgitatori magnetici

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UltrasonicatoriC entrifugheDispositivi per elettroforesiVetreriaStrumenti automatici di analisi

✓Le autoclavi devono essere soggette a collaudo al momento dell'installazione, ogniqualvolta vengano spostate da un laboratorio all'altro e dopo ogni intervento dimanutenzione. Inoltre devono essere sottoposte annualmente a manutenzioneordinaria. E` opportuno che le autoclavi siano utilizzate solo da personale esperto ein possesso di adeguata formazione.

✓Autoclavi

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Pag32-33

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DIPARTIMENTO FARMACO – CHIMICOAttività di Ricerca Scientifica

Quaderno Individuale di Laboratorio

Laboratorio di ricerca

Periodo dal al

Responsabile Tutor (eventuale)

Presa visioneinformativasulla sicurezza nei laboratori si__ No__

Conoscenza dei Dispositivi di Protezione Individuale si__ No__

Conoscenza delrischio chimico e biologico in laboratorio Si__ No__

Presa visione delle Schede di Sicurezza Prodotti chimici Si__ No__

Presa visionetabella della esposizione professionaleAll. XXXVIIIDLgs. 81, 2008 Si__ No__

Presa visionetabella delle incompatibilità tra reagenti

Si__ No__

Presa Visione delle linee guida buone pratiche di laboratorio e norme comportamentali Si__ No__

Presa visione del piano di evacuazione dell’edificio Si__ No__

Note : _________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________

Data inizio attività

Firma Firma del

responsabile

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Definizioni

cancerogeni: Sostanze e Preparati che per inalazione, ingestione o assorbimento cutaneo, possono provocare il cancro o aumentarne la frequenza. Vengono distinti in tre classi di cui solo per le prime due ( frasi R45 e R49) è previsto l'obbligo della registrazione dell'esposizione. Rientrano nel campo di applicazione anche quei preparati che pur non etichettati come cancerogeni (frasi R45, R49) rientrano nei criteri stabiliti dalle norme sui preparati pericolosi (es. cosmetici, antiparassitari, medicinali, rifiuti ecc)Le sostanze guardate con sospetto come possibili cancerogeni sono indicate con la frase di rischio R40. mutageni: le sostanze ed i preparati che per inalazione, ingestione o assorbimento cutaneo, possono produrre difetti genetici ereditari o aumentarne la frequenza. Vengono divise in tre classi di cui solo per le prime due (frase R 46) è previsto l'obbligo della registrazione dell'esposizione. Le sostanze guardate con sospetto come possibili mutageni. sono indicate con la frase di rischio R68 tossici per il ciclo riproduttivo: le sostanze ed i preparati che, per inalazione, ingestione o assorbimento cutaneo, possono provocare o rendere più frequenti effetti nocivi non ereditari nella prole o danni a carico della funzione o delle capacita riproduttive maschili o femminili.

CANCEROGENI, MUTAGENI, TOSSICI PER IL CICLO RIPRODUTTIVO

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In riferimento alle attività lavorative nelle quali i lavoratori possono essere esposti ad agenti cancerogenie mutageni si dispone che:Tutte le lavorazioni con prodotti recanti la dicitura: "R45: può provocare il cancro", "R49: può provocareil cancro per inalazione" oppure R46: mutageno, devono essere evitate, sostituendo detti prodotti conaltri meno nocivi per la salute.Le sostanze R45, R49, R46 devono essere manipolate rigorosamente sotto cappa (0,7≤v<0,85m/s),indossando camice protettivo con maniche lunghe ed elastici a polsi e guanti protettivi (vinile, latticeo altro). Nel caso di particolari esigenze e per motivi eccezionali per cui devono essere eseguiteoperazioni fuori cappa (es: pesatura di precisione o in calma d'aria) devono essere utilizzati comemezzi di protezione individuale, camice completo con maniche lunghe ed elastici, maschera filtroFFP3.Le quantità di prodotto da utilizzare non dovrà essere superiore a quella necessaria.Dovrà essere ridotto al minimo il numero dei lavoratori esposti.L'operatore dovrà provvedere, dopo l'uso, alla sistematica pulizia dei locali, dei banchi da lavoro, delleattrezzature.Nei laboratori ove non sono installate cappe aspiranti idonee, cioè rispondenti alla normativa vigentein materia di sicurezza del lavoro, è fatto assoluto divieto di uso di detti prodotti.Ogni volta che un operatore utilizza una sostanza cancerogena o mutagena deve effettuare con cura lacompilazione dell'apposito registro seguendo attentamente tutte le istruzioni.Si ricorda che la trasgressione delle norme di sicurezza del lavoro comporta sanzioni civili e penali.

CANCEROGENI, MUTAGENI, TOSSICI PER IL CICLO RIPRODUTTIVO

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Il responsabile del laboratorio deve istruire adeguatamente il personale che afferisce alproprio laboratorio, compresi studenti, tirocinanti, borsisti e dottorandi, in relazione alleattività che questi dovranno svolgere, in modo che tutti siano informati su:

✓possibili rischi presenti nel luogo di lavoro e i rischi derivanti dallo svolgimento delle diverse mansioni;

✓possibili danni derivanti dall'utilizzo di sostanze pericolose, ivi compresi i gas tecnici e/o apparecchiature pericolose;

✓misure di prevenzione e protezione da attuare in ogni specifica situazione.

Norme generali di comportamento in un laboratorio chimico

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✓ Appena entrati, prendere visione attenta dellaboratorio: memorizzare dov’è situata la più vicinafontana per gli occhi, l’estintore per le fiamme, e lavia di fuga più opportuna.

✓ Non lavorare mai da soli in laboratorio.

✓ Non usare i recipienti del laboratorio per bevandeed alimenti.

✓ IN OGNI MOMENTO DEVE ESSERE USATA UNAPROTEZIONE PER GLI OCCHI

✓ Le soluzioni concentrate di acidi e basi forti sonocorrosive per la pelle che va protetta con guanti dilattice. Nell’eventualità di contatto con la pelle,inondare IMMEDIATAMENTE la zona contaminatacon abbondanti quantità di acqua (possibilmenteneutralizzare gli acidi con manciate di Na2CO3

solido, e le basi con manciate di NH4Cl solido).Attenzione all’acido solforico: NON VA TRATTATOCON ACQUA PER L’AUMENTO DI CALORE CHE NECONSEGUE ma neutralizzare immediatamente conNa2CO3 e poi trattare con acqua. Se i vestiti sonocorrosi, e c’è rischio di contatto con la pelle, toglierliimmediatamente.

✓ Documentarsi sulla esatta procedura di qualunqueoperazione di laboratorio e sulla reattività dei variprodotti utilizzati.

Norme generali di comportamento in un laboratorio chimico

✓ In caso di operazioni “PERICOLOSE” avvisaresempre chi vi sta accanto con anticipo.

✓ Non lasciare senza controllo fiamme o fornettielettrici accesi.

✓ Non mettere nelle tasche del camice vetreria, provette, etc. Indossare sempre il camice ed evitareanelli o qualunque impedimento ad un libero uso dientrambe le mani.

✓ Usare sempre un bulbo di gomma per aspirare iliquidi in una pipetta: non usare MAI la bocca peraspirare.

✓ Indossare calzature adatte (niente sandali a puntaaperta). Attenzione ai capelli lunghi: convieneraccoglierli con una retina.

✓ Essere estremamente prudenti nel toccare oggettiche sono stati riscaldati

✓ Non tentare MAI di forzare una parte in vetro con lemani nude, che vanno invece protette con guantipesanti

✓ Informare immediatamente i docenti di una ferita ouna bruciatura e prendere cognizione di posizione econtenuto dell’armadietto di pronto soccorso

✓ Versare i rifiuti chimici nel contenitore che vi vieneindicato: NON VERSARE NEI LAVANDINI

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✓ I rifiuti di tipo comune, come guanti, carte etc,devono essere gettati in contenitori appositi.

✓ I residui della vetreria rotta vanno smaltiti a parte.

✓ I residui dei solventi organici vanno raccolti assiemein almeno due tipologie di prodotti, alogenati e non,e smaltiti per essere distillati o riciclati

✓ I residui di prodotti chimici si possono unire ad altriscarti solo se si è certi che non danno luogo areazioni esotermiche e nocive.

✓ I solventi organici immiscibili con l’acqua e di altadensità non possono assolutamente essere gettatinei lavandini perché resterebbero nei giunti agomito dei tubi, concentrandosi pericolosamente ecorrodendo gli scarichi stessi.

✓ Le sostanze che reagiscono violentemente conl’acqua vanno distrutte con reagenti opportuni.

✓ Esistono particolari norme per lo smaltimento disostanze come l’amianto e le sostanze radioattive.

✓ Non ingombrare i passaggi né le porte né le zone incui sono presenti mezzi antincendio.

Norme generali di comportamento in un laboratorio chimico

✓ Lavorare in ambienti sufficientemente arieggiati

✓ Avvertire se si è allergici a certi prodotti chimici.

✓ Non cercare di nascondere gli effetti di un incidenteanche se ritenuto di lieve entità

✓ Leggere sempre con molta attenzione le etichettedei recipienti prima di usarne il contenuto

✓ Lavorare sotto la cappa aspirante

✓ Non assaggiare , né toccare assolutamente i reattivicon le mani, né annusarli

✓ Tenere pulito e in ordine il proprio banco

✓ Non scaldare su fiamma libera liquidi infiammabili

✓ Prestare attenzione alle apparecchiature sottotensione elattrica

✓ Non appoggiare mai recipienti , bottiglie oapparecchiature vicino al bordo del tavolo

✓ Afferrare saldamente e con tutte le precauzioni delcaso i recipienti contenenti i reattivi

✓ Tenere le apparecchiature elettriche lontanedall’acqua.

Page 68: Cancerogeni, Mutageni, tossici per la Riproduzione. Le ... · fattori di rischio per la sicurezza e la salute *. Verifica delle situazioni di rischio per la sicurezza (incendio, esplosione,

✓ Prima di utilizzare qualsiasi prodotto chimico bisogna acquisire le informazioni sulle sue caratteristiche attraverso le schede di sicurezza: frasi di rischio, consigli di prudenza. Attenersi alle indicazioni riportate per la manipolazione, stoccaggio e smaltimento.

✓ Per ridurre i rischi di innesco, sviluppo di incendio ed esplosione, per eliminare il rischio di esposizione a sostanze pericolose, le reazioni chimiche con sviluppo di gas o vapori pericolosi, la cromatografia "in colonna" con utilizzo di solventi organici, l'uso di apparecchiature che possono liberare nell'ambiente fumi, gas o vapori (ad esempio, rotavapor senza sistema di recupero dei solventi), il travaso o prelievo di solventi, specie se volatili, per le quantità strettamente necessarie allo svolgimento delle attività di laboratorio, devono essere effettuati, esclusivamente, all'interno della cappa chimica (confinamento in un ambiente delimitato e adeguatamente ventilato).

✓ Non introdurre in laboratorio sostanze ed oggetti estranei alla attività lavorativa. (Ad esempio cappotti,piumini, zaini, ecc.).

✓ Non abbandonare materiale non identificabile nel laboratorio e all'interno della cappa.

✓ Tutti i contenitori devono essere correttamente etichettati in modo da poterne riconoscere in qualsiasimomento il contenuto.

✓ Non lasciare senza controllo reazioni chimiche in corso o apparecchi in funzione e, nel caso, assicurarsidell'efficacia dei sistemi di sicurezza.

✓ Al termine delle attività rimuovere prontamente dai piani di lavoro la vetreria e le attrezzature utilizzate.

Norme generali di comportamento in un laboratorio chimico