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ISTITUTO COMPRENSIVO BERTO BARBARANI SCUOLA PRIMARIA SCUOLA SECONDARIA DI MINERBE “CAMPANE E CAMPANILI”

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ISTITUTO COMPRENSIVO BERTO BARBARANI SCUOLA PRIMARIA

SCUOLA SECONDARIA DI MINERBE

“CAMPANE E CAMPANILI”

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Indice

Introduzione

La chiesa e il campanile di Santa Lucia

La chiesa e il campanile di Santo Stefano e di Anson

Il campanile di San Zenone

Chiesa, campanile e campane di Minerbe

Campanili e campane

Le campane nella vita quotidiana

Interviste…in Parrocchia

Interviste…in famiglia

Suono antico di campane

Ringraziamenti

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Introduzione

Campane e campanili sono il nuovo soggetto del presente lavoro della scuola.

Soggetti e suoni particolari, presenti nello sfondo e nel sottofondo quotidiano di tutti noi, ma di cui non sempre si ha adeguata consapevolezza.

Eppure parlare di campane e campanili significa parlare di persone, di vita umana e quindi d‟identità culturale.

I campanili e le loro campane se ne stanno alti sopra la scacchiera dei nostri movimenti giornalieri, del nostro continuo correre ed indaffararci, ma il loro cuore non si gela mai.

Offrono a tutti le loro armonie senza riserve di sorta.

Il loro suono ritma il cammino dell‟uomo nel succedersi delle varie generazioni: nascita, crescita, morte,… con richiami a volte gioiosi, a volte funesti.

Il loro linguaggio supera la dimensione sacra, si proclama alla collettività, diventa suono pubblico, compreso da tutti.

Le campane sembrano oggi aver esaurito il loro compito di scandire il tempo con il suono delle ore; sembrano superate anche come riferimento per orientarci o per segnalare incendi o temporali imminenti o pericoli pubblici.

Eppure le campane, oggi, proprio perché più “inutili”, possono acquistare maggior valore e significato di prima.

Nel mondo di rumori in cui viviamo, incapaci spesso di ascolto delle parole è per il nostro correre affannato, è per il nostro tempo, che le campane possono suonare, così che possiamo dare un diverso senso e un significato più profondo al nostro fare e al nostro continuo andare.

Campane e campanili dunque quali soggetti per un‟ulteriore avventura conoscitiva da parte della scuola con cui evidenziare caratteristiche culturali, avvicinarsi alla storia locale, far riemergere particolari circostanze e scoprire nuovi “personaggi”: campanari, parroci, fedeli, gente comune,….con tutto il loro patrimonio di fatti, idee, ricordi e sentimenti.

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SANTA LUZIA

Santa Luzia col castaldo l‟è tri giorni che la viaja

a la vien dal Monte Baldo par dormir su de la paja;

e l‟è cargapòra dona de zugatoli e de puti

parchè i fioi se goda tuti. El so muso a testa bassa con le rece in pingolòn, so la gobaelgà „na cassa

che a portar l‟è poco bon. E s‟inzegna la bestiola

a portar e fadigar, come uno che se consola ad un spettacolo amirar.

Per paese e per cità l‟è „na sagra, l‟è „na festa co i banchetti sul marcà.

E l‟è lù e la so veceta che à fato „sta alegria

par far godar la doneta co so fioi in compagnia.

TRA CAMPANE E CAMPANILI, INIZIA IL VIAGGIO: LA CHIESETTA DI SANTA LUCIA

Poesia imparata alle elementari dalla signora Luciana, classe 1923, ospite della casa di riposo di Legnago.

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La poesia racconta il viaggio che Santa Lucia compie ogni anno per portare dolci e giochi ai bambini e renderli così felici. Il viaggio è l‟elemento che accomuna la poesia con la chiesa di Santa Lucia a Minerbe. La chiesa di Santa Lucia, situata in fondo al paese sulla strada che porta a Santo Stefano, si trova in prossimità di un incrocio, in un luogo di grande passaggio, come lo era fin dall‟antichità. Originariamente la chiesa era intitolata a Santa Maria dell‟Ospitale, in quanto vi era annesso un ospedale per i poveri e gli indigenti, o forse un lazzaretto poiché si veneravano i Santi Rocco e Bastiano, invocati in caso di pestilenze, ma anche un ricovero per i pellegrini che si trovavano a passare per quei luoghi. Pur non avendo notizie certe, la chiesa risale al tardo Medioevo, come si può evincere dalla struttura e dalla presenza di affreschi risalenti al XIV secolo, che , tuttavia, coprono un altro strato di pitture antecedenti.

Vergine col Bambino e Santa Caterina d’Alessandria

Martirio di San Sebastiano

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Figura 1 e 2 Pale sovrastanti l’altare maggiore

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CHIESETTA DI SANTA LUCIA

Nulla si sa sul campanile adiacente la chiesa. Quasi certamente è coevo ad essa, ma non si è riusciti a trovare alcun documento che attesti questa supposizione. Il campanile poggia sull‟attuale struttura adibita a “Casa Famiglia”, pertanto si ha accesso ad esso solo tramite questo edificio. Le campane presenti sono tre: la maggiore è nota SOL e diametro 44 cm; la mezzana è nota LA e diametro 37 cm; la piccola è nota SI e diametro 34 cm. Si evince che esse sono in scala tonale e potrebbero formare un concerto suonabile di campane se ne venissero aggiunte altre due o tre. Da una

delibera comunale datata 24/02/1989, tra i vari interventi realizzati per la salvaguardia della chiesetta, si legge anche: √ ripristino della meccanica delle campane sul campanile della chiesa mediante apposizione di:

3 ceppi in acciaio per inceppature campane, completi di perni, supporti, cuscinetti, tiranti, guarnizioni e ruote;

3 battagli in ferro forgiato completi di cinghie in cuoio e ganascia serracuoio;

1 castelletto in ferro con basi di appoggio alla parte inferiore autoportante e senza appoggi sulla muratura. Verniciato con pittura tipo “Marina”.

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Classe III B Minerbe

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Intervista alla signora Zanon Lorena, restauratrice della chiesetta di S. Lucia. Giornalisti: Buongiorno! Siamo gli allievi della scuola secondaria di Minerbe. Con la nostra professoressa di educazione artistica abbiamo approfondito la storia della Chiesetta di Santa Lucia, una delle costruzioni più antiche del nostro paese. siamo venuti a conoscenza che Lei ha contribuito molto al suo restauro per cui le saremo grati se vorrà rispondere alle nostre domande. Signora Lorena iniziamo con le domande:

1. A quale epoca risalgono queste pitture ad affresco? Cosa raccontano? 2. Si conosce il nome dell‟autore o la Scuola di appartenenza di questi affreschi? 3. Ci saprebbe spiegare come si esegue un affresco? 4. In questi affreschi ci sono parti incompiute in cui sono visibili i disegni preparatori? 5. Quando è stato deciso il restauro? L‟umidità che generalmente colpisce gli intonaci

è stata la motivazione principale? 6. Entriamo ora in una domanda di tipo finanziario. Gli interventi di restauro da chi

sono stati elargiti? La Sopraintendenza Provinciale segnalando la situazione d‟urgenza al Ministero dei Beni e delle Attività Culturali oppure vi hanno contribuito anche gruppi finanziari ed imprenditoriali locali (sponsor)?

7. Ci saprebbe spiegare cosa si indica con il termine restauro? 8. Come si definisce un restauratore? Che tipo di formazione professionale si deve

avere per eseguire un restauro? 9. In questi affreschi, oltre a raccogliere nella fase preliminare all‟intervento vero e

proprio notizie storiche e stilistiche, quali indagini sono state eseguite sulle caratteristiche chimico-fisiche dell‟oggetto.

Siamo sicuri che le sue risposte ci saranno molto preziose e contribuiranno non solo a farci conoscere questa nostra importante chiesetta, ma soprattutto ad amarla e ad impegnarci per la sua salvaguardia quale eredità preziosa del nostro passato.

Grazie molte.

Intervistata: Cari ragazzi, rispondo molto volentieri alle vostre alle domande anche perché mi permettono di farvi conoscere questa chiesetta che io amo molto:

1. I dipinti murali situati nella chiesa di S. Lucia sono stati eseguiti in diversi momenti e risalgono all‟incirca al secolo XV. I dipinti (24mq) sono collocati sulla parete di sinistra e sono suddivisi in 6 riquadri raffiguranti: Madonna in trono con bambino e a lato S. Giuseppe, Santo con il simbolo del Santissimo, Madonna in trono col bambino e a lato S. Caterina d‟Alessandria, altri Santi e una scritta latina.

2. L‟attribuzione e la datazione dei dipinti è resa difficile date le condizioni frammentarie e lacunose delle pitture. Inoltre non esistono documentazioni storiche relative alla chiesetta.

3. I dipinti rinvenuti in S. Lucia sono eseguiti con tecnica a tempera di calce ed è questo uno dei motivi per cui sono giunti a noi così compromessi. Solo il 4° riquadro risulta eseguito ad affresco. Il dipinto ad affresco è una tecnica pittorica antichissima dove i colori minerali (terre) sciolti in acqua vengono applicati all‟intonaco ancora fresco.

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Al termine dell‟asciugatura, e quindi della fase di carbonatazione, i pigmenti risultano inglobati alla muratura e resistenti agli agenti atmosferici garantendone la durata nel tempo.

4. Non ricordo disegni preparatori o sinopie visibili poiché il degrado, l‟azione disgregante dell‟umidità, i forti dilavamenti e i vari strati di scialbo sovrastanti la pellicola pittorica avevano irrimediabilmente compromesso l‟aspetto e la struttura originaria.

5. Il restauro è stato deciso nel lontano 1987 dato che il degrado della chiesa era notevole. Sicuramente l‟umidità di risalita e dal tetto, ma anche i successivi interventi di demolizione e ampliamento, hanno trasformato l‟originaria cappella votiva romanica in quella attuale più grande in stile neoclassico.

6. Il lavoro di restauro è iniziato nella primavera del 1989 ed è terminato l‟anno successivo. Il restauro è stato effettuato dal ”Laboratorio Indaco” di Zanon Lorena, vale a dire la presente, in collaborazione con Portinari Giovanna e sotto la direzione della Sovrintendenza ai beni artistici di Verona; il patrocinio è stato dato dal Comune di Minerbe, in quanto questa chiesetta è di sua proprietà.

7. Col termine restauro si intende l‟insieme di interventi tecnici e scientifici eseguiti sull‟opera d‟arte per conservarla, valorizzarla e permetterle di durare nel tempo rispettandone le caratteristiche e l‟autenticità storica.

8. Il restauratore è l‟esecutore tecnico del recupero di un‟opera d‟arte alla quale devono concorrere un insieme di competenze sia di natura scientifica che storica, il tutto coadiuvato dalla Sovrintendenza ai beni artistici-storici del territorio competente. Si diviene restauratore al termine di un iter scolastico che prevede il conseguimento della Laurea in Conservazione dei beni artistici o frequentando l‟Istituto Superiore di restauro di Roma o Firenze.

9. In fase di restauro non abbiamo incontrato problematiche tali da richiedere studi o esami specifici, inoltre il materiale pittorico era molto limitato e lacunoso. Ricordo in particolare la difficoltà di pulitura dei sali carbonati che avevano formato sulla pellicola pittorica un velo bianco molto resistente. Questo è stato rimosso con fatica mediante impacchi e azione meccanica con bisturi. Sono comunque molto contenta di aver riportato questa chiesetta a poter di nuovo essere goduta da voi e dagli abitanti di questo paese: una soddisfazione che mi ripaga di molto lavoro.

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IL VIAGGIO CONTINUA: LE CHIESE E I CAMPANILI DI MINERBE,

SANTO STEFANO ED ANSON

Abbiamo raggiunto piazza IV novembre con lo scopo di incontrare Alessandro Fante ed entrare nel campanile di Minerbe per provare a suonare la campana maggiore, esperienza divertente ed emozionante. Un alunno racconta… Visita al campanile di Minerbe. Mercoledì 5 ottobre ci siamo incamminati per il quartiere dietro la scuola. Era un pomeriggio molto caldo e per raggiungere via Roma abbiamo percorso molte vie. Arrivati, ci siamo incamminati per il marciapiedi diretti verso la piazza IV Novembre. Proprio lì davanti al campanile c‟era Alessandro Fante che ci aspettava. Entrati abbiamo visto subito una lunga e spessa corda che Alessandro aveva calato apposta per noi per non farci salire i gradini. Ci ha spiegato che il campanile è alto 50 metri e la corda 20, ci ha anche detto che non è direttamente la corda che muove la campana e che all‟estremità c‟è agganciato un filo d‟acciaio. Ci ha fatto vedere un quadro con scritto il peso delle sei campane; quello della campana maggiore è di una tonnellata. Alessandro ci ha fatto vedere i battagli della campana che sono stati sostituiti perché rovinati dal tempo. Ci ha spiegato che quando muore una donna suonano due volte la campana “seconda”, per la morte di un uomo la “quarta” tre volte. Ci ha fatto poi provare a suonare la campana maggiore, io sono stato il primo a tirare la corda. Successivamente lui ha continuato a suonare e noi di corsa siamo usciti a guardare la campana che ruotava di novanta e anche centottanta gradi. Siamo rientrati nel campanile e tutti hanno provato a tirare la corda. Abbiamo capito che ci vuole molta forza a suonare le campane e siccome sono molto pesanti la corda ci sollevava da terra facendoci divertire molto, ma per fortuna c‟era Alessandro a tenerci. Siamo ritornati a scuola e durante il tragitto abbiamo visto il capitello della Madonna in via degli Alpini; in via dei Bersaglieri abbiamo visto piante di melograni, di nespole e di giuggiole. Questa visita al campanile è stata bellissima ed emozionante.

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Don…Don… E mi dicono, Dormi! Mi cantano, Dormi! sussurrano,

Dormi! bisbigliano, Dormi! là voci di tenebra azzurra… Mi sembrano canti di culla,

che fanno ch’io torni com’era… sentivo mia madre… poi nulla…

sul far della sera.

( da Canti di Castelvecchio)

Il poeta Giovanni Pascoli in questi versi tratti dalla poesia “ La mia sera”, rappresenta il suono

delle campane che si diffonde nell‟aria della sera con ritmo cullante.

La seconda tappa ci porta alle

LE CHIESE DI SANTO STEFANO E ANSON.

Un‟alunna racconta…

Da Santo Stefano ad Anson

La mattina del 14 ottobre, sono arrivata a scuola molto agitata:

era stata organizzata una piccola gita per andare a vedere la

chiesa di Santo Stefano di Minerbe e la chiesa di Anson

Siamo partiti con il pullman e dopo poco siamo arrivati alla

chiesa di Santo Stefano. Il signor Gabriele Zuccari ci ha aperto la

porta e ha iniziato a raccontare che all‟interno della chiesa c‟è

un dipinto che raffigura la lapidazione di Santo Stefano; nel

dipinto è raffigurato San Paolo mentre scaglia delle pietre al

Santo provocandone la morte. San Paolo, dispiaciuto per quello

che aveva fatto, si pentì e si convertì al Cristianesimo. In una

nicchia sul muro della chiesa c‟è una statua in legno che

raffigura San Valeriano.

Chiesetta di Santo Stefano

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Il signor Zuccari ci ha raccontato la storia: San Valeriano si era innamorato di Santa Cecilia, però

lei era cristiana e a quei tempi, chi era cristiano veniva ucciso. Perciò appena San Valeriano scoprì

che volevano uccidere Santa Cecilia, facendola sbranare dai leoni, si fece sbranare nell‟arena

insieme a lei. La storia è molto commovente: spiega di un uomo che muore per amore. In un‟altra

nicchia vi è una statua in legno di Maria Ausiliatrice regalata dai reduci della seconda Guerra

Mondiale. Il signor Gabriele si è ricordato un fatto che lui ha chiamato “miracolo”: una volta un

bambino, mentre giocava a nascondino, in dialetto “cusati”, attraversò la strada e fu investito da

un furgone; ed ecco il miracolo: il bambino non si fece nulla.

Molti anni fa, per restaurare la

chiesa rovinata dal tempo, gli

abitanti del paese fecero una

“questua” scambiando le uova

delle loro galline con dei soldi,

che servirono a comprare delle

bellissime pietre di color bianco.

Le pietre, trasportate dai cavalli,

arrivarono a Santo Stefano da

Sossano, un paese in provincia

di Vicenza.

Nel campanile c‟è un‟unica

campana fatta di bronzo che richiama i fedeli alla messa. Il Parroco di Minerbe celebra qui la

funzione ogni quindici giorni. Pare che questa campana sia la più antica del paese. La scritta infatti

lascia supporre che sia del XVII secolo.

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Alla fine di questa visita siamo risaliti sul

pullman e ci siamo avviati verso la chiesa di

Anson.

Appena arrivati il signor Carlo Zordan ci ha

accompagnati verso l‟entrata della chiesa che

sorge sui resti di un antico capitello del 1700.

Dietro all‟altare si vede un affresco che

rappresenta l‟Ultima Cena. Rannicchiato tra i

piedi degli apostoli si intravede un gattino

nero. Nella piccola sacrestia si vede un quadro che raffigura la Madonna con il Bambino. Si pensa

che potrebbe essere stato dipinto da un artista vissuto nel 1700.

Nel 1930 fu costruito il campanile, mentre le

quattro campane, una più grande e tre più

piccole, furono sistemate solo dopo cinque

anni. Le campane suonano grazie ad un

meccanismo elettronico azionato a volte dalla

moglie del Signor Zordan. Le campane

suonano per la messa del sabato e in caso di

grandine o forte vento.

Nel 1994 è caduto il tetto della chiesa fatto di

“rele” e alcuni volontari, tra cui lo stesso signor Zordan, hanno contribuito alla restaurazione della

chiesa. Il signor Carlo ci ha raccontato che, mentre ristrutturavano il tetto, i volontari ascoltavano

alla radio la cronaca della partita “Verona-Milan”.

Quando il Verona segnava lavoravano molto veloci,

quando perdeva lavoravano molto lenti come se

fossero stanchi e affaticati, ma in realtà erano solo

tristi. La ristrutturazione durò quasi un anno e alla

fine il tetto tornò come nuovo.

Risaliti in pullman abbiamo ancora chiacchierato

sulle due chiese e i loro dipinti, i campanili e le

campane. Ritornati a scuola abbiamo ricordato tutti insieme i particolari di questa giornata, per poi

raccontarli con le nostre parole e i nostri disegni.

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Chiesetta si Santo Stefano

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INTERVISTE…A SCUOLA.

Il signor Luigi Zuccari, invitato nelle nostre

classi quarte, ci racconta che da piccolo giocava

proprio davanti al campanile di Santo Stefano.

Era uno di quei ragazzini che finito il rosario

giocava a “cusati”, con lo “scianco”e a

“marmore”, mentre le ragazzine preferivano il

gioco della “carampana”. Racconta che la

chiesetta è sorta sulla terra di un piccolo

capitello, la campana un tempo suonava solo

una volta alla settimana, ma quando la suonavano

era un momento gioioso per tutta la contrada.

Ricorda che nel 1985 la campana suonò per

comunicare la terribile tempesta che fece notevoli

danni ovunque e ruppe persino le vetrate della

chiesa. I nonni del signor Luigi gli raccontarono che

anche loro contribuirono alla costruzione della chiesa

andando a prendere le pietre con carri e buoi a

Sossano, nel vicentino. Questa piccola comunità è

riuscita con sacrifici a vedere costruita la propria chiesa la cui campana, molto antica, ha un suono

veramente particolare.

Questo è il nostro augurio

È una bella cosa ascoltare il suono delle campane che cantano la gloria del Signore da parte di tutte le creature. e poi ciascuno di noi porta in sé una campana molto sensibile. Questo cuore suona, suona e mi auguro sempre che il vostro cuore suoni sempre delle belle melodie; melodie di riconoscenza, di ringraziamento al Signore, e che superi sempre le melodie cattive di odio, di violenza e di tutto ciò che produce il male nel mondo. Giovanni Paolo II

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IL VIAGGIO ALLE CAMPANE E AL CAMPANILE DI SAN ZENONE

OGGI: I BAMBINI OSSERVANO E DESCRIVONO

Il campanile di San Zenone In una piazzetta vicino alla chiesa sorge il campanile di San Zenone. Ha già diciassette anni, è molto alto e io l‟ho osservato bene. In basso ho notato il basamento con dei piccoli scalini. C‟era anche la porta che aveva le chiusure con due catenacci e i lucchetti. Un po‟ più in alto c‟era il timpano che decorava anche la porta della chiesa. Sempre più in alto c‟era il cornicione e la lapide con scritti vari nomi: chi l‟ha fatto, chi l‟ha regalato e il Vescovo che l‟ha benedetto. Ancora più in alto c‟è la finestrella a feritoia con sopra la lapide che porta la scritta “come in cielo così in terra”, e ancora sopra un‟altra finestrella. Ho osservato che l‟orologio aveva i numeri romani. Osservando sempre più in alto c‟era il cornicione e la cella campanaria con dentro cinque campane. Sopra la cella campanaria c‟era il tetto a otto lati con sopra una grossa palla di pietra e la croce. Siamo andati dentro a quella porta chiusa da due robusti catenacci. Ogni due rampe di scale, attaccate al muro e protette dalla ringhiera, c‟era la soletta di cemento. Salendo sopra per primo ho visto una scaletta di ferro collegata a una botola e abbiamo visitato la cella campanaria. Ho visto delle grosse campane e vicino c‟erano dei megafoni molto grandi. La struttura era molto bella ma si vedeva che non era una recente costruzione. La campana più grossa era molto grande e aveva il batacchio molto alto, mentre le due campane più piccole erano installate nelle stesso lato, dalla parte della chiesa. Questa visita alla chiesa di San Zenone e al campanile è stata molto bella, e ho scoperto delle cose molto interessanti. Francesco

Il nuovo campanile vicino alla chiesa antica con la facciata del XIX secolo

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...VISITANO

Visita al campanile di San Zenone

Qualche tempo fa siamo andati a visitare il campanile di San Zenone. Nella piazzetta di fianco alla chiesa ci siamo messi in cerchio per conoscerci e abbiamo detto i nostri nomi a Don Luciano. Più tardi siamo andati in chiesa e il parroco ci ha spiegato tante cose interessanti sul campanile e le campane. Intanto i bambini alzavano la mano per fare delle domande. Marina

Don Luciano ci ha spiegato che sotto la chiesa c‟era un tempio pagano dedicato alla dea Minerva. C‟era anche la mamma di Silvia che ci ha letto due poesie sul campanile di San Zenone che aveva composto col papà durante la costruzione. Edoardo

Più tardi siamo usciti e il parroco ci ha invitati ad aprire la porta del campanile. Siamo andati su, su fino in cima dove ci sono le campane. Era bellissimo stare lassù perché si può vedere tutto dalle finestre a feritoia. C‟era poco spazio perché c‟erano le campane grosse. Marina

Abbiamo salito le rampe una ad una, c‟era sempre una soletta di cemento tra una stanza e l‟altra. Sopra c‟era una botola con una specie di scala a gradini di ferro: io sono andato nella cella campanaria. Beh, c‟erano dei megafoni che credo fossero quelli che erano sopra alla chiesa quando il campanile non c‟era ancora. Le campane erano gigantesche, erano cinque. Edoardo

Intanto arrivava mezzogiorno e dovevamo scendere in fretta. Prima di andare via ci siamo fermati a vedere le campane, ma abbiamo aspettato, aspettato e aspettato finché siamo riusciti a vedere e a sentire le campane che suonavano il mezzogiorno. È stata bellissima la visita, mi sono divertita a stare lassù e non volevo più scendere. Marina

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…DISEGNANO

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Bambini in visita al campanile e alla chiesa di San Zenone

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…INTERVISTANO: DON LUCIANO, PARROCO DI SAN ZENONE

Cari ragazzi, vi presento la chiesa di San Zenone: se guardate l‟affresco sul soffitto vedete San Zeno, Vescovo di Verona. Il 21 maggio dell‟807 il suo corpo venne traslato a Verona dai Santi Benigno e Caro dei quali vedete le statue nella facciata della chiesa. Vi trovate in un luogo di culto che comprende opere storiche molto interessanti e belle: una lapide romana, il fonte battesimale, una Madonna del 1400.

Quanti anni ha questa chiesa? È frutto di tanti rifacimenti, ma com‟è attualmente risale al diciannovesimo secolo. L‟ultima sistemazione è del 1932 quando il parroco Don Carlo Ballarotto già al suo ingresso aveva visto la necessità di allungare la chiesa, girandola e completandola con la facciata secondo lo stile che vediamo, molto bello, possente. Gli abitanti ottant‟ anni fa erano milleottocento qui a San Zenone e duemiladuecento a Minerbe, mentre adesso la frazione di San Zenone conta millecento abitanti. Si è un po‟ spopolata a vantaggio del capoluogo.

Com’era la facciata precedente? C’era il campanile? Abbiamo qualche disegno fatto da persone del posto e niente di più. Il campanile era più basso di quello attuale e l‟hanno demolito dopo la costruzione della facciata perché pericolante.

Come mai si sono costruiti i campanili? Il campanile ha un valore civile perché segna e suona l‟orario. Un tempo la gente che non aveva l‟orologio e che lavorava nei campi sapeva l‟ora contando i rintocchi. Ma il campanile ha soprattutto un valore religioso perché ricorda all‟uomo Colui che sta in cielo, perché la campana rimanda al Signore, a Colui che è il creatore del cielo e della terra; la campana ricorda agli uomini che ci sono cose più importanti di quelle terrene.

Quando suonano le campane a San Zenone? Suonano per renderci in comunione con Dio ed ecco allora, come avete ricordato voi, suonano quando uno nasce e viene battezzato. Quando una persona muore si avvisano i fedeli che qualcuno ci ha lasciato. Suonano quando il Vescovo viene a visitare la sua gente, quando i bambini fanno la Prima Comunione, la Cresima; suonano a festa quando due giovani si sposano. Mettono dunque in risalto tutti gli avvenimenti gioiosi e luttuosi di una Comunità. Inoltre ricordano, suonando mezz‟ora prima, gli orari delle funzioni religiose. Inoltre si mettono in azione tre volte al giorno: alle 7.30 per avvisare la gente di pregare il Signore all‟inizio della giornata; a mezzogiorno per l‟Angelus, invitando a pregare la Vergine Maria che ha ricevuto dall‟angelo l‟annuncio che sarebbe diventata la mamma del Salvatore; alla sera le campane suonano per ricordare di ringraziare il Signore prima della notte. Dunque suonano tre volte con tre motivi un po‟ diversi.

C’è un periodo liturgico in cui devono fare silenzio? Sono tre giorni in un anno: la sera del giovedì Santo, in cui ricordiamo l‟istituzione dell‟Eucarestia; tutto il venerdì Santo per ricordare la morte sulla Croce di Gesù e anche il sabato Santo. Suonano poi quando si celebra la Pasqua per annunciare la Resurrezione. Pensate alla coincidenza: chi ha regalato le campane, Inerio Ambrosi, è morto durante la settimana santa del 2004. Il figlio ha voluto che i funerali fossero celebrati il venerdì santo, così non sono state suonate le campane per colui che le aveva donate.

Secondo lei perché Inerio Ambrosi ha fatto questo grande regalo? Perché voleva bene al suo paese, gli dispiaceva che fosse senza campanile: è stato un gesto di generosità, di fede e di grande apertura. Come piccolo segno di riconoscenza la Parrocchia paga la corrente elettrica della lampada votiva sulla sua tomba.

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Sentiamo dei rintocchi ... Sono le ore 11 e sentirete le campane risuonare undici volte. Alla mezz‟ora sentirete un solo rintocco. L‟orologio è indipendente dalle campane, suona secondo un suo automatismo elettrico. Vi mostro e spiego il quadro elettronico e manuale che regola l‟insieme delle campane e dell‟orologio: infatti vengono comandate da impulsi elettrici e non mosse da funi che non sono state previste dal progetto.

IERI: LA STORIA DI UNA COSTRUZIONE INSOLITA, UN CAMPANILE INTERVISTA: ROSSI GIOVANNI CI FA CONOSCERE INERIO AMBROSI, IL BENEFATTORE

A detta di tutti lei è il depositario di tante notizie circa il campanile di San Zenone e la persona che lo ha reso possibile. Ci interessa l’uomo Ambrosi Inerio, quello che ha fatto è noto a tutti. Io conoscevo bene Inerio Ambrosi fin da bambino. Da qualche generazione la famiglia abitava a San Zenone in via Amedeo di Savoia all‟incrocio con via San Feliciano. Inerio, nato nel 1909, conosceva bene mio papà perché anche noi abitavamo nella stessa via; egli passava davanti alla mia casa per andare a insegnare a Bevilacqua, credo al Collegio Salesiano. Il mio anziano papà Angelo era allora in carrozzina, e lui lo salutava con un caloroso ciao, confermando la salda amicizia. Poi ha cambiato ruoli nella scuola, ha assunto la funzione di Direttore Didattico a Legnago, poi a Padova dove ha abitato fino alla morte. I dati parlano esattamente di Montegrotto Terme, nel Padovano. Conosceva anche la moglie? La moglie era della zona, si chiamava Calearo Olga ed era maestra, ha insegnato anche a San Zenone.

Dagli archivi scolastici risultano gli anni ’45-’46 e ’51-’52. Un suo alunno di classe seconda, Gianfranco, la ricorda, bella e dolce, che non negava esperienze agli alunni, ma li accompagnava nelle loro nuove scoperte quando davanti alla scuola di San Zenone c’era una siepe con lunghe spine da esplorare… Io ero soprannominato “il moretto” come mio papà. Credo di essere stato io a ricevere, dal compaesano che si era trasferito, la prima telefonata che annunciava la novità. Mi disse che conosceva bene la storia di San Zenone e di essere andato più volte a suonare le campane al vecchio campanile. Fino agli anni „40 infatti il paese aveva il suo vecchio campanile ed egli si dilettava come campanaro. “Memore della mia giovinezza e con la disponibilità economica raggiunta negli anni con fruttuosi investimenti - disse - vorrei regalare al mio paese natio il campanile, sapendo che Don Ballarotto sognava un mecenate a questo scopo.”

Il Vescovo, Inerio Ambrosi e Don Samuele il

giorno dell’inaugurazione

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Don Ballarotto, parroco per molti anni a San Zenone, alla fine dei lavori di ristrutturazione che comprendevano la facciata nuova, scrisse un libretto illustrativo della chiesa rinnovata affermando a pagina dieci a proposito del campanile: …esso non presenta alcun pregio e non risponde più all’importanza della chiesa e della nuova facciata. Esso è destinato a scomparire e facciamo voti che sorga presto il mecenate che dia mano anche a quest’opera. Ambrosi conosceva molto bene tutto questo, perciò aggiunse: - Mi fido di te, fatti interprete dei miei desideri, trova l‟ingegnere per il progetto e tutto il resto. Sei d‟accordo?

Quale fu la sua reazione? Rimasi senza parole tanto che Ambrosi chiese se ero ancora al telefono. Ricevuta la conferma che era la verità cominciai a darmi da fare. Pensai che il mio sindaco di allora, l‟ingegnere Tullio Ferrari, fosse la persona giusta quale progettista perché le procedure potevano essere più semplici. Per l‟impresa edile scelsi per comodità una del posto.

E quando la notizia si diffuse? Si dovette vincere la comprensibile e animosa esitazione di una parte dei parrocchiani per i quali era inopportuno tale investimento, ravvisavano altre priorità. Feci un‟ assemblea parrocchiale (il 29 novembre ‟91) riproponendo la storia e i motivi a favore; piano piano gli animi si sono smorzati e sono cominciati i depositi nelle banche locali per dare avvio ai lavori. Cercavo di velocizzare i tempi per il timore che i progetti, per qualche motivo, andassero in fumo. Il campanile era un valore religioso, anche attraverso il suono un richiamo alla fede, un arricchimento.

Nessun problema dunque… Nacque il primo intoppo circa il luogo dove costruirlo. Si scontrarono vari pareri: in ognuno c‟erano problematiche come il rispetto delle distanze e la solidità della Chiesa. Io ho fatto da mediatore, ma l‟avevo sempre immaginato dove è adesso. Ci ha dato una mano Don Sergio Fratucello che aveva conoscenze influenti: era nato di fronte alla chiesa ed era figlio di Giulio, il campanaro. Gli Enti preposti hanno visionato per dare l‟assenso. Il progetto è stato votato dal Consiglio Comunale quasi all‟unanimità. Si ebbero i permessi dovuti, alla fine avevamo l‟appoggio di tutti.

E il campanile un po’alla volta sale… Tutti andavano a vedere i lavori.

E le campane? Erano pronte prima della fine dei lavori in muratura. Ambrosi era impaziente e diceva: - Non diventeranno vecchie, vero? Davvero imprevisto il danno per caduta alla campana più grande. Avevo proposto di usare la vecchie campane, ma Ambrosi fu irremovibile e ci propose di regalarle come poi è avvenuto.

Che tipo di contatti aveva? Lo tenevo informato soprattutto per telefono. Talvolta andavo a Padova e fungevo da consigliere, sempre attento agli aspetti economici. Si fidava ciecamente di me, “il moretto.”

Il libro di Don Carlo Ballarotto del 1938

Tutti si improvvisarono campanari

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E l’uomo Ambrosi? Era una persona squisita. Era eccezionale, con spirito altruistico. Aveva due figli: un maschio, ingegnere, lavora e vive a Milano, la figlia vive a Padova.

Quali motivi vede in questo gesto? Vedo ragioni affettive e un omaggio al paese natio, non aveva mania di protagonismo.

È tornato, dopo la morte, al suo paese? Nel 2004, quando è mancato, ai funerali nella chiesa di San Zenone ho terminato il mio intervento con queste parole: ”…dopo 50 anni si verificò il miracolo, venne il mecenate che fece dono del campanile. Questo mecenate ora è qui per accogliere la benedizione del Signore ed il nostro grazie sincero e corale per quanto ci ha lasciato. L‟ opera rimarrà nei secoli ad imperitura memoria, a testimoniare la fede e la generosità di un nostro concittadino.” Preoccupato che la sua tomba fosse dignitosa ottenne da mia sorella la promessa di cure e fiori freschi; così fa puntualmente. INTERVISTA A FERRARI TULLIO, IL PROGETTISTA

Lei nei primi anni 90 era Sindaco di Minerbe: era

felice che San Zenone avesse il suo campanile? Certo, ne ero felice appena avuta la notizia del finanziatore. Penso che, soprattutto per le persone vicine alla chiesa, sia stato un giorno di grande felicità perché finalmente avevano il loro campanile.

Lei l’ha ideato: è soddisfatto del suo lavoro? Credo di aver fatto un buon lavoro: si trattava di armonizzare le parti e mi pare che l‟insieme sia riuscito tanto più ora che il campanile ha perso l‟aspetto di nuovo perché la pietra invecchia, dato che le muffe la rendono un po‟ scura.

È frutto del suo studio di ingegneria civile: l’ha aiutata qualcuno? Avevo una valida collaboratrice. I disegni del progetto sono stati fatti con penna a china e riga, non come oggi che si fanno con il computer.

Estate 1994: le cinque campane, fuse dalla ditta Colbachini

di Padova, attendono di essere collocate nel nuovo

campanile.

Parte del progetto esposto in chiesa prima dei

lavori

4 settembre ’94: da sinistra un poeta locale, TullioFerrari,

Giovanni Rossi e Inerio Ambrosi

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E l’orologio? Era scontato inserirlo. Il meccanismo elettrico è regolato dal quadro comandi generale e i rintocchi sono procurati da un martelletto, proprio come battono i mori in Piazza San Marco a Venezia.

La ringraziamo perché possiamo osservare i vari disegni del progetto. Qual era la realtà in cui si inseriva la nuova costruzione?

Fino al ‟23 la chiesa aveva la facciata dall‟altra parte, verso il campo sportivo, perché tutti i templi antichi avevano questo orientamento; la strada passava dietro, non era una cosa buona. Il parroco di allora ha voluto un progetto in cui la facciata era verso oriente e l‟altare maggiore, con l‟ampliamento della chiesa, è stato portato in fondo costruendo anche l‟abside. Il vecchio campanile era addossato alla facciata nuova e, si dice, instabile, per cui è stato demolito conservandone le campane. Quindi la chiesa di San Zenone non aveva campanile. Il campanile aggrega; un paese senza campanile era considerato di meno valore perché proprio dal campanile si sente rappresentato nei confronti degli altri paesi, dato che di solito è alto. Infatti, all‟orizzonte della nostra pianura, di un paese per prima cosa si vede il campanile.

È stato facile avviare i lavori? Per niente, c‟era bisogno di una precisa documentazione. Bisognava chiedere i permessi alla Curia Vescovile che è quell‟ente che sovraintende a tutta l‟arte sacra. Ha dato parere favorevole, ma precisava di armonizzare la nuova costruzione ai fabbricati esistenti. È stato richiesto il parere anche alla Provincia perché un campanile è una costruzione inusuale. Lo scoglio più grande è stato la Sovraintendenza ai Beni Ambientali e Architettonici perché questo ente dà un giudizio estetico sulle varie soluzioni presentate. Per ultimo è stata chiesta al Comune la Concessione edilizia con esito felice, dato che gli altri enti avevano espresso parere favorevole.

C’è stato bisogno di deroghe? Certo, perché il Comune aveva un Piano Regolatore che prevede per ogni zona i fabbricati possibili, ma non aveva previsto un posto dove mettere un campanile! In una comunicazione del Comune conservata dal signor Rossi e indirizzata ai Consiglieri si legge infatti che, in accordo con la Giunta, il Consiglio comunale dell‟ 8 maggio ‟92 è stato presieduto dal Sostituto del Sindaco, dato che veniva discussa la deroga al P.G.R a proposito del campanile di S. Zenone. Il sindaco Ferrari ne era il progettista per cui era implicito che ne delegasse il compito.

C’è stato qualche problema nella progettazione? Il problema principale era di ordine statico perché il campanile è una costruzione che pesa parecchio e insiste su una base piccola. È inevitabile che dove viene costruito il suolo si abbassi un po‟ e in questo caso avrebbe influito sulle fondazioni della chiesa vicina che ne sarebbe stata danneggiata. Si sono fatte delle indagini geognostiche per valutare la consistenza del terreno: si è trovato che a 20 metri di profondità c‟è del terreno solido perché, come voi sapete, la nostra pianura di terreno alluvionale, costituita da fanghi depositati durante le alluvioni, non è compatta e sicura. Così con trivelle speciali si sono fatti dei buchi profondi riempiti poi di cemento armato che hanno formato pali sui quali grava in profondità il peso del campanile.

La foto ritrae da sinistra Tullio Ferrari, Sergio Peretta, titolare

dell’impresa edile costruttrice, e Inerio Ambrosi il giorno dei

festeggiamenti per l’inaugurazione.

Parte del progetto: sezioni

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Qualche curiosità? All‟esterno sembra un campanile di mattoni, ma voi che l‟avete visto dentro potete testimoniare che è una moderna costruzione di cemento che è stato ricoperto alla base di pietra di Vicenza. Negli angoli è decorato di mattoni per armonizzarlo con la chiesa. Ho progettato cinque stanze separate da un ballatoio con delle scale per poter salire. Al momento di situare le campane sembrava tutto facile invece la caduta della più grossa ha provocato il concerto d‟inaugurazione incompleto. La data era fissata e i tempi di rifare una campana sono lunghi. Il raffreddamento non deve essere rapido, ma lento e controllato per non compromettere la buona riuscita dell‟opera.

Quanto tempo avete impiegato? Per la costruzione circa sette, otto mesi, un tempo abbastanza rapido. I tempi lunghi hanno riguardato i preliminari: i permessi indispensabili, i calcoli per i cementi armati, i disegni precisi per le parti in pietra.

La campana più grossa ritorna alla fonderia

Dipinto da Ferruccio Cattan: il vecchio complesso

Lavori in corso

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IL NUOVO CAMPANILE NELLA STORIA DELLA PARROCCHIA Innanzitutto si possono ricordare i nomi dei sacerdoti riportati nella nuova opera: se la campana più grande è intitolata a Don Giovanni Morandini, dato che il 24 ottobre „93 fu sostituito, è Don Samuele Lollato il nome inciso nella lapide sul fronte del campanile, è lui il parroco che seguì i lavori e organizzò l‟inaugurazione alla presenza del Vescovo. Nei primi anni novanta la Parrocchia diffondeva tra i fedeli un giornalino di alcune pagine che si intitolava “Riflesso”. Scritto e redatto da spiriti senz‟altro giovani, qualche copia conservata è oggi una fonte preziosa di dati circa il campanile costruito proprio nel ‟93 –„94. Seguiamo i lavori di costruzione leggendo nel numero ventotto del 6 novembre ‟93 un brillante articolo, a cura di Roberto, intitolato “Din don: il campanile”:

L‟inizio dei lavori per la costruzione del campanile hanno coinciso con la Festa della partenza tenutasi domenica 26 settembre. Che si voleva fare sul serio lo si è capito dalla rapidità in cui venne smontato lo stand usato per la suddetta festa. Il lunedì mattina di buon ora i “soliti” volontari del G.P.I. si sono dati da fare ancora una volta, hanno lasciato libero il piazzale della chiesa dall‟ingombro dello stand per far posto alla recinzione della zona di lavoro per le solite normative di sicurezza. Il giorno dopo entrava in cantiere un‟enorme gru cingolata, attrezzata di trivella per dare inizio alla perforazione delle fondamenta. I lavori sono proseguiti in maniera regolare e dopo alcune settimane si potevano già vedere i primi risultati. Qualcuno avrà pensato di poter vedere giorno dopo giorno salire il campanile verso l‟alto, ma questa volta sarà rimasto deluso perché il campanile si è visto scendere giù. È solamente un gioco di parole, in realtà si sono scavate le fondamenta ad una profondità di circa la metà dell‟altezza finale del campanile. Si sono fatti enormi buchi, otto per l‟esattezza, di diametro 60 cm, per poi prendervi posto delle gabbie di ferro circolari per tutta la profondità ed infine riempire di cemento; complimenti alla ditta: un bel lavoraccio. Ora sono terminati i lavori di fondamenta e forse, finalmente, si potranno vedere i primi mattoni salire verso il cielo.

Nel numero ventinove, sempre Roberto, titola”E sale, sale, il campanile”: I lavori per la realizzazione del nostro campanile proseguono ininterrottamente. E sta destando parecchio

interesse, il campanile, tanto da essere presente nelle pagine di parecchi giornali locali. Ecco anche da parte

nostra alcune righe..

…nonostante il freddo di questi giorni, i lavori proseguono a buon ritmo. Previsioni sul termine dei lavori è

ancora prematuro farne, certo è che più si scrive e più il campanile sale, sale. Penso che tutti avrete notato,

passando per la piazza o recandovi a messa alla domenica che il campanile ha già raggiunto un’altezza pari a

quella della Chiesa. E direttamente dal cantiere alcune note tecniche: in questo momento si sta lavorando sulla

costruzione dei quattro pilastri in calcestruzzo che costituiscono la sede del campanile: ogni quattro metri

vengono “legati” tra loro da una soletta ed un cordolo, anch’essi in calcestruzzo armato di quintali di ferro. Si

proseguirà in questa maniera fino ad arrivare alla cuspide superiore. Per il momento è tutto, buon lavoro.

Ma davvero divertente è l‟improbabile annuncio nella rubrica di fondo del numero ventotto intitolata “Pazzar”:

“I lavori appena iniziati di costruzione del nostro campanile si sono per un breve periodo,

misteriosamente bloccati. Perché!?!? Si pensava le cause fossero molteplici, ma la verità è una sola: mancano i quarei! Chiunque avesse qualche muro di casa abbastanza diroccato e con animo generoso volesse donare i quarei per il proseguimento dei lavori…”

Si vede che i quarei sono stati donati se il foglio delle informazioni settimanali della parrocchia dal 29 agosto al 4 settembre riporta un box che annuncia l‟inaugurazione del campanile! Don Samuele, confermando la presenza del Vescovo Mons. Attilio Nicora, così commenta l‟evento: “…Vuol dire che come Comunità cristiana, come paese, vogliamo incontrarci per rinnovare gli atteggiamenti di accoglienza, di apertura agli altri, di solidarietà, di comprensione, di dialogo, di accettazione dei pensieri diversi senza bisticciare, di amicizia, di disponibilità al servizio senza ripiegamenti su se stessi…”

Lapide ricordo sul fronte del campanile

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I programmi dei festeggiamenti comprendevano tre giorni di festa con esibizione di cori, lettura di poesie, musica jazzistica; alla domenica ci furono la Santa Messa quindi i discorsi celebrativi e lo scoprimento della lapide. Non è mancato il pranzo allo stand e “l‟incendio” del campanile ad opera della ditta di artificieri Sardella di Rovigo. Oggi il parroco Don Luciano, felice della presenza di tale segno della fede che invita a guardare verso l‟alto ascoltando i rintocchi dei bronzi, riferisce che amici campanari premono per avere la possibilità, anche nel campanile di San Zenone, di esercitare l‟arte campanaria con il sistema manuale accanto a quello automatico.

Tutti allo Stand per i festeggiamenti

All’offertorio un pane a forma di campanile Mons. Attilio Nicora e Inerio Ambrosi

Quadro in canonica: bandierine per l’inaugurazione

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INTERVISTA A LARA, UNA TESTIMONE Don Luciano non è stato testimone della costruzione del campanile, dato che allora operava in un‟altra parrocchia; sapeva della novità, ma afferma di non essere neanche venuto all‟inaugurazione. La signora Lara Ongarelli invece lo ha visto nascere e crescere; risponde volentieri ai bambini tra i quali c‟è sua figlia Silvia.

Dove abitava in quegli anni? Dove abito ora, in via Vegarola, ma allora lavoravo al bar in via Amedeo di Savoia, vicino alla piazza dove si costruiva il campanile.

Ci racconta cosa ha visto in quel periodo? Lo abbiamo visto crescere dall‟inizio alla fine. Una cosa ricordo bene, quando hanno messo sopra la punta quella palla di pietra: guardandola da sotto sembra piccolina, ma era enorme. È stata necessaria una gru, ma era molto difficile dato che era rotonda. Ho visto proprio quando l‟hanno appoggiata sulla punta del campanile con sopra la croce che, mi pare, dovrebbe essere anche un parafulmine.

Come hanno fatto a tenere la palla con la gru? Hanno impiegato un bel po‟ di tempo, dondolava, ma piano piano gli esperti l‟hanno installata. Il campanile era una costruzione particolare, così alto e sottile ha causato non pochi problemi alla ditta costruttrice.

Chi c’era in piazza? C‟erano tanti paesani che hanno battuto le mani. In effetti lì c‟era sempre gente, è stato un fatto eccezionale, una cosa molto bella e sentita. Tanti hanno parecchie foto, filmati…

Come hanno fatto a costruire il tetto? Piano piano i muratori sono arrivati fino in cima. Anche mio fratello ha contribuito, allora lavorava nell‟impresa edile di Sergio Peretta.

In un pomeriggio di luglio, mentre c’erano i bambini che frequentavano il Grest nel retrostante campo sportivo, si è sentito un tonfo…Al bar l’hanno raccontato?

Quello è stato un momento di gran dispiacere e di paura. La campana più grande era caduta e si era incrinata. Come potete immaginare non si può aggiustare una campana rotta. Ha dovuto essere rifusa, ma per fortuna non ci sono stati danni alle persone.

Sappiamo che lei a quel tempo ha scritto delle poesie insieme al papà il signor Igino Ongarelli. Vi cimentavate di poesia?

È nato tutto per scherzo, ma al bar arrivavano i curiosi della piazza a raccontare le novità. Da qui è nata l‟idea.Alla sera infatti spesso si festeggiava: bastavano pan biscotto, salame e un bicchiere di vino. La costruzione del campanile è stata un motivo civile, religioso, ma anche occasione sociale, d‟unione tra le persone. Ora quando vediamo il campanile svettare diciamo - Là è San Zenone. È anche piacevole sentire le campane, le prime volte stavamo in silenzio per ascoltarle. Prima c‟era un disco con due altoparlanti, ma il suono del bronzo è ben diverso da una registrazione.

Alle prese con la palla di pietra dal diametro di un metro.

Il progettista pone ai ragazzi curiosi il problema: se la

pietra pesa 2500 Kg al mc, quanto peso c’era da sollevare?

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Ci legge la poesia? Devo precisare che lo scopo era solo rallegrare, la nostra era una poesia di simpatia! Dopo coalche discussion/ gh’è rivà el campanile a S. Zenon. El paese on poco l’è cambià/ e le so campane, ogni tanto, le va sonà/ par messe e funzion/ e altre ocasion./ Noaltri parochiani le sentemo/ e col core se le godemo/ e le feste de pì sentemo. Tanto ringraziemo el sior Inerio/ che el campanile el ne g’à regalà/ e on par de giorni de festa se fa. Ti campanile, te si alto, magro e gran belo,/ par coasi che te tochi el celo. Sona le to campane a festa/ e anca le ore/ e grazie anca al to benefatore.

Applaudiamo volentieri, la poesia è bella e divertente!

LE VECCHIE CAMPANE Su una piccola altura lungo il margine meridionale dei colli Euganei, i fedeli di Rivadolmo nel „96 hanno riedificato “con passione e cuore” la chiesa in stile moderno. Così dice il sito internet della Parrocchia e si legge che nella cella campanaria di acciaio del moderno campanile di cemento armato “sono state collocate le cinque campane donate dalla parrocchia di San Zenone di Minerbe”. Don Luciano conferma che le campane di San Zenone erano rimaste in parrocchia per circa cinquant‟anni, sotto un portico. Poi ci fu l‟edificazione del campanile con le nuove campane donate da Inerio Ambrosi. Così, durante un‟assemblea, duecento parrocchiani hanno espresso parere favorevole di farne dono e trentatré invece preferivano che rimanessero come un ricordo storico, come memoria della parrocchia. Nei fogli della domenica il parroco del tempo, Don Samuele, ne riporta notizia più volte per rendere noto all‟inizio di settembre che finalmente era arrivato il permesso della Sopraintendenza alle Belle Arti per la cessione delle campane, evidentemente un parere obbligato. All‟inizio di dicembre del ‟97 il parroco di San Zenone annuncia che la Comunità di Rivadolmo invita i donatori per i festeggiamenti. Si legge che c‟erano a disposizione pullman con una settantina di posti e un pranzo offerto dopo la S. Messa, il 7 dicembre. Il parroco lo giudica un momento bello di condivisione, ed esorta le famiglie a partecipare perché il generoso gesto del dono rappresentava un momento di apertura agli altri nel periodo liturgico dell‟Avvento. Esprime inoltre il desiderio che i due cori della Parrocchia di San Zenone preparino dei canti per animare la celebrazione. Scrive: “Questo come segno di amicizia per le campane che abbiamo donato”. A memoria si ricorda che così è stato, ma poi sembra che il legame tra le due Comunità costituto dai vecchi bronzi si sia affievolito.

Lara ha fotografato il campanile

appena finito

Dal sito della parrocchia padovana: chiesa e

campanile di Rivadolmo

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PER CAPIRE : INCONTRO CON I GIOVANI CAMPANARI MINERBESI

LETTERINE

Minerbe, 7 novembre 2011

Caro Alessandro,

il giorno che siamo venuti al campanile di Minerbe era il giorno 3 novembre. Alessandro, sai

che sei gentile e sei bravo? Grazie che ci hai dedicato due ore del tuo tempo prezioso. Ci hai

fatto provare a suonare le campane ed è stato bellissimo. Sai che io non ho mai suonato le

campane? Ci hai fatto vedere le lancette dell’orologio: la più grande pesava molto e la più

piccola pesava di meno. Ci hai fatto provare a tenerla in mano per rendersi conto se era vero.

Poi ci hai spiegato come si fa a tirare la corda che si tira e si lascia, si tira e si lascia…Sul

muro c’era scritto quante volte si dovevano suonare le campane per le varie occasioni.

Ce ne stavamo andando e ci hai salutato dalla finestra del campanile.

Alessandro, ti auguro buona fortuna da campanaro. Irina e Mariassunta

Minerbe, 7 novembre 2011

Caro Alessandro,

siamo venuti fin davanti alla chiesa tutti per mano in fila per due. Mentre la classe terza B

era dentro il campanile noi lo stavamo ammirando dal basso all’alto. Poi la maestra ci ha

fatto una foto per ricordare quel momento. Finalmente siamo entrati al pianoterra del

campanile. Eravamo tutti curiosi e ci siamo messi stretti stretti, alcuni bambini si sono

sistemati sulla scala a chiocciola. Mentre ci spiegavi quanto pesava la campana più grossa

uno di noi ti aveva domandato a cosa servivano i numeri scritti nel muro fatto di mattoni.

Tu ce l’hai spiegato gentilmente e ci avevi detto che quando si suona la campana bisogna

mollare la fune sennò si andava a sbattere la testa in alto trascinati dal peso! Sei stato

generoso a farci tirare la fune e sei stato super mitico quando hai aperto la finestra a feritoia

e ci hai salutato a modo tuo suonando la campana mentre la maestra ci faceva la foto. Mi è

piaciuto molto! So che conosci bene mio zio Elia, io sono suo nipote. Ciao Alessandro

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ESPERIENZE: CAMPANELLE E CAMPANACCI

Abbiamo portato a scuola campanelle di tutti i tipi e di tanti materiali: vetro, cristallo, argento, bronzo, ottone, ceramica… Ogni campanella ha il suo suono che chiamo timbro. Le campanelle di argento, ottone o bronzo hanno il suono più bello e lungo.

Concerto di campanelle …e anche di campanacci!

Abbiamo scovato anche quattro campanacci. La forma è sempre a vaso rovesciato. La grandezza fa il suono forte o debole. Ogni campanaccio ha il suo timbro.

Campane e campanari Salvatore

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LE CAMPANE DI SAN ZENONE SUL RIGO MUSICALE

Anna

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DOCUMENTI La realizzazione del campanile è compresa e testimoniata dalle date di questi due documenti:

novembre del 1991 e settembre del 1994.

Gli alunni di III A (Le foto della costruzione del campanile gentilmente concesse da Bruno Turcato)

Porzione finale di

documento parrocchiale

dal titolo: “Eccezionale,

finalmente la chiesa di

San Zenone avrà il

campanile”

L’intestazione del foglio è della Parrocchia, il Comitato invita Rossi Giovanni.

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LA CHIESA DI S. LORENZO DI MINERBE

Situata nella piazza principale, unitamente all‟edificio dell‟ex sede municipale, la chiesa sembra costituire il simbolo di questo paese. Già Pieve nel XIV secolo, nel XV la chiesa fu oggetto di ripetute visite pastorali del Vescovo di Verona Giberti, la prima delle quali avvenne il 21 settembre 1526, con lo scopo di verificare lo stato delle parrocchie sia sotto il profilo spirituale sia sotto quello materiale degli immobili. Don Filippo Accordi, nel 1824 commissionò la costruzione dell‟attuale chiesa su progetto di un non meglio identificato Zago da Bovolone che ne diresse anche i lavori. Se si eccettua la facciata, la chiesa fu terminata nel 1848 e consacrata nel 1849 dal Vescovo Giovanni Neuschel, in onore di S. Lorenzo. Nello stesso anno su disegno dell‟architetto Luigi Castelli di Verona, fu eretta l‟attuale torre campanaria i cui lavori furono ultimati nel 1858.

Benedetta, Luca, Linda

Chiesa di Minerbe

Chiesa di Minerbe disegnata dagli alunni

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IL CAMPANILE DI MINERBE

La torre campanaria di Minerbe viene progettata dall‟arch. Luigi Castelli di Verona, nell‟anno

1848; i lavori terminarono nel 1858. Da allora, con i suoi 50 metri, domina il panorama minerbese e

l‟eco dei suoi sei bronzi risuona melodioso in tutta la comunità ed oltre. I documenti dell‟ archivio

parrocchiale parlano di spese per la costruzione, a carico dei parrocchiani e del comune, per un

totale di 22.109 lire. Terminata la torre, viene installato un concerto di 6 campane, per un costo di

5.252,70 lire. Ma il paese vuole di più. Vuole campane più melodiose, forti, dal suono incantevole

ed unico nel panorama veronese. Nel 1932 la campana grossa si rompe, per cui, su incarico del

signor Antonio Bordin, vennero tutte smontate, caricate su tre carrette trainate da cavalli e portate

alla ditta Luigi Cavadini di Verona. Il concerto viene cosi rifuso, appesantito e nel 1933, con l‟allora

parroco don Carlo Pacega, rifatto nuovo. Il risultato è un concerto a sei campane maestoso e

solenne. Il suo peso è di 6.291 kg mentre il costo complessivo è di 47.723 lire. Il funzionamento

campanario è a doppio sistema: elettronico con l‟utilizzo di motori a slitta e carillons, e manuale a

sistema veronese.

Mercoledì 10 Agosto 1933, giorno dell‟inaugurazione, si svolse una gara campanaria, che sarà

vinta dal gruppo della Cattedrale di Verona. Il premio consisteva in uno stendardo della bandiera

italiana che ancora oggi si trova ben conservato all‟interno del campanile del Duomo di Verona.Lo

stesso Sancassani, presidente della squadra che si aggiudicò il premio, nel suo Diario, racconta la

gara.

Il concerto, in Do3 calante, è il quinto, per dimensione, dell‟intera provincia di Verona. Fonditore:

Ettore Cavadini, con ceppi (contrappesi) Cavadini classico.

La gara viene raccontata così:

“ 10 agosto 1933 Gara a Minerbe.

Qui per nostra fortuna siamo giunti con don Carlo Signorato che s’infiltrò nella giuria, altrimenti era

accertata “camorra ". Si, e ben preparata dal Bondiniani della Fonderia, il quale doveva favorire i suoi di S.

Maria in Stelle.

Un ingegnoso trucco aveva sistemato su la seconda campana piccola, che doveva mettere noi in grave

difficoltà, dato e saputo che eravamo in numero contato di suonatori (essendo mercoledì). Al nostro turno ci

disponemmo nel miglior modo, ma allorché portammo le campane in piedi, ci si occorse che una delle piccole

abbisognava di forza maggiore che non avevamo disponibile. Intuito il guaio doloso, nella breve sosta imposi

al grosso Zanetti di suonare da solo la quarta dando l’aiutante alla seconda. Il concerto filò a meraviglia con

gran dispetto dell’”autore”e disappunto di chi ne era a conoscenza. Il primo premio furono obbligati ad

assegnarcelo mercé l’intruso don Carlo, lasciando con tanto di naso i giocati pifferi […] “

Diario “Le mie campane ".P. Sancassani

Nel 2008, Minerbe ha visto lo svolgimento anche della prestigiosa gara campanaria regionale “Trofeo

Sabaini” dell’Associazione Suonatori Campane Sistema Veronese. Tale gara è’ intitolata alla famiglia

Sabaini, titolare dell’omonima ditta manutentrice e installatrice di campane, che mette in palio il primo

premio. La sfida è stata tra 10 squadre ognuna delle quali ha suonato un "segno d’obbligo" comune a tutte,

composto da Andrea Consolare, esperto in arte campanaria, suonatore e compositore di segni campanari. Le

squadre avevano a disposizione il campanile nelle settimane precedenti la manifestazione per provare due

volte il segno d’obbligo. La giuria, era composta dal gruppo campanari di Mizzole-Montorio, vincitore del

trofeo Sabaini 2007, che giudicò le prestazioni di ciascuna squadra in base al regolamento dell’ASCSV. La

manifestazione si è tenuta il 25 Maggio.

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LE CAMPANE DI MINERBE

Nel 1933 la campana grossa si rompe. Vengono perciò smontate tutte e 6 e portate a Verona per fonderle nuovamente presso la ditta Luigi Cavadini. In tutto il novo concerto di 6 campane pesa 63 quintali; il campanone da solo pesa 20 quintali. E‟ importante l‟arte di fare le campane in quanto per poter eseguire concerti si deve riuscire a dare loro una buona e specifica tonalità musicale. All‟esterno le campane possono essere decorate con fregi, ricami, medaglioni in rilievo, immagini di santi, simboli sacri e iscrizioni latine incise: “convoco plebem” (raduno il popolo ), “fulgura et tempestas repello” (allontano fulmini e tempeste)… Il dieci agosto 1933 le nuove campane di Minerbe furono consacrate dal vescovo di Verona, Mons. Girolamo Cardinale.

Per l‟occasione il sacerdote Don Attilio Cecco compose una poesia il cui testo fa bella mostra di sé all‟interno del campanile.

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… UNO SGUARDO DA VICINO

Le campane sono chiamate anche sacri bronzi; al loro esterno possono essere presenti iscrizioni

latine incise, quali quelle sotto elencate:

Defunctos ploro che significa: piango i defunti Pestem fugo che significa: allontano la pestilenza. Festam decoro che significa: onoro la festa. Laudo Deum che significa: lodo Dio. Plebem voco che significa: chiamo la popolazione. Clerum congrego che significa: unisco il clero. Prosperate gentes che significa: affrettatevi genti. Audite verbum Dei che significa: ascoltate la parola di Dio

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In particolare, nelle campane collocate sul campanile di Minerbe si possono rilevare le seguenti scritte:

CAMPANA 5 (grossa) Sulla campana sono presenti lungo tre strisce laterali circolari queste iscrizioni:

1. VERBUM CARO FACTUM EST ET HABITAVIT IN NOBIS 2. ADORAMUS TE CHRISTE ET BENECIMUS TIBI QUTA PER SANCTAM CRUCEM

TUAM REDEMISTI MUNDUM 3. ANNO SANCTO MCMXXXIII PONTIFICIE M PIO XI EPISCOPO VER HYERONIMO

CARDINALE ARCIPRESBYT VIC FOR PLEBIS MINERBIENSIS CAROLO PACEGA Sono poi presenti in direzione dei quattro punti cardinali queste iscrizioni all'interno di piccoli spazi decorati:

1. (Nord) LAUDO DEUM PLEBEM VOCO CONGREGO CLERUM 2. (Ovest) DEFUNCTOS PLORO RISTEM FUCO FESTA DECORO 3. (Sud) ANTICA PREM.A FONDERIA VESCOVILE LUIGI CAVADINI E FIGLIO IN

VERONA 4. (Est) A FULGURE ET TEMPESTATE LIBERA NOS DOMINE

CAMPANA 4 (quarta) Sulla campana sono presenti lungo tre strisce laterali circolari queste iscrizioni:

1. ITERUM FUSA ET PONDERE AUCTA SUMPTU IOSEPH PASSARIN IN FILIORUM ROMANI ET ALECANDRI MEMORIAM

2. A SUBITANEA ET IMPROVISA MORTE LIBERA NOS DOMINE - VIRGO SINE TVBE ORIGINALI CONCEPTA ORA PRO NOBIS

3. TE CONGRAGATE POPULUTI SANCTAA ECCLESIAM COADUNATE SENES CONGREGATE PALVULOS

CAMPANA 2 (seconda) Sulla campana sono presenti lungo due strisce laterali circolari queste iscrizioni:

1. ITERUM FUSA ET PONDERE AUCTA SUMPTIBUS SANTI ZUCCARI ET JULII STEVANELLO

2. MERAMUS IN TREMENDO GIUDICIO …

CAMPANA 1 (prima) Sulla campana sono presenti lungo tre strisce laterali circolari queste iscrizioni:

1. ITERUM FUSA ET PONDERE AUCTA SUMPTU AEMILII FERRARI 2. SICUT LILUM INTER SPINAS 3. A FLAGELLO TERRAEMOTOS LIBERA NOS DOMINE

CAMPANA 6 (sestina) Sulla campana sono presenti lungo tre strisce laterali circolari queste iscrizioni:

1. ITERUM FUSA ET PONDERE AUCTA SUMPLIHCS ET ADELIS MELCHIORI 2. A SPIRITU FONRICATIONIS LIBERA NOS DOMINI 3. CUM ESSEM PARUULA PLAUL ALTISSIMO

In tutte le campane sono presenti le iscrizioni “ANTICA PREM.A FONDERIA VESCOVILE LUIGI CAVADINI E FIGLIO IN VERONA”. Ogni campana riporta molte icone lungo tutta la superficie laterale.

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IL GRUPPO CAMPANARI A MINERBE A curare il suono delle campane nei suoi diversi significati, secondo il “Sistema Veronese”, oggi è un gruppo di giovani campanari.

Intervista al Presidente del Gruppo Campanari di Minerbe: Andrea Fante

1. Si presenti Mi chiamo Andrea Fante, ho 29 anni, mi sono laureato nel marzo 2007 in Ingegneria Meccanica

presso l'Università degli Studi di Padova. Sono progettista di impianti di riscaldamento e

climatizzazione; svolgo inoltre lezioni di ripetizione nelle materie scientifiche (matematica, fisica,

ecc..), e sono professore supplente di educazione tecnica per le scuole medie. L'interesse per le

campane è iniziato nell'estate 2004 allorché una domenica mattina assistetti, per puro caso, ad una

suonata a mano (detta “Segno”) nel campanile di Minerbe ad opera del Gruppo La Torre di Isola

Rizza. Ho trovato curiosissimo vedere dei giovani suonare delle campane, fui stupito dalla tecnica,

dalla precisione e pure dallo sforzo. Così l'allora curato, oggi Parroco Padre Marco Rovai invitò

me ed alcuni giovani a costituire un Gruppo Campanari. Da lì parti un lungo percorso che portò

alla nascita del “Gruppo Campanari di Minerbe”.

2. Fa parte di un’Associazione presente a Minerbe? Quale? Chi l’ha costituita e quando? Da

quanto tempo ne fa parte? Che scopo ha? Quanto la impegna?

Presiedo il “Gruppo Campanari di Minerbe” a sua volta iscritto all'ASCSV (Associazione

Suonatori di Campane a Sistema Veronese) che raggruppa 84 squadre tra Verona, Vicenza e

Padova. Il Gruppo Campanari di Minerbe nasce l' 1 settembre 2004 dopo l'esperienza raccontata

nel precedente punto, e ne faccio parte fin dalle origini. Lo scopo è innanzitutto quello di suonare

le campane prima delle maggiori funzioni liturgiche. Il suono delle campane chiama i fedeli alla

Messa, pertanto risulta il primo atto della liturgia. Tutti i lunedì da settembre a giugno si svolgono

le prove dalle 19.50 alle 20.15. E questo è l'impegno di un normale suonatore. Però essendo anche

presidente e maestro l'impegno è maggiore. Riunioni, gita annuale, organizzazione della Rassegna,

programma liturgico, iniziative, ecc...

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3. Quante altre persone di Minerbe ne fanno parte? Sono tutti giovani come lei? Ci sono

donne?

Siamo in tutto 11. In nove abbiamo mediamente 23 anni, gli altri due un po'... di più (60 circa).

Purtroppo non ci sono donne, sebbene abbiamo provato a convincerne alcune, senza risultato però.

L'augurio è che anche a Minerbe possano entrare ragazze tra i campanari. Molti gruppi di Verona

contano suonatrici tra le loro fila. Potrebbero per esempio fare il maestro ma senza problema

anche le suonatrici vere e proprie.

4. Sa suonare le campane?

Si, so suonare le campane. So inoltre dirigere un gruppo di suonatori (in gergo campanologico si

dice “sono il maestro che chiama il segno”). All'occorrenza dirigo e contemporaneamente suono.

5. È più un interesse o una passione?

L'interesse e la curiosità sono divenuti passione.

6. Quanto tempo le prende?

Tutti i lunedì prima di cena per una mezz'ora. Poi alcune suonate domenicali durante l'anno (10

circa). In quanto presidente a ciò si aggiunge pure un piacevole impegno a casa.

7. È difficile imparare a suonare le campane?

Serve un corso di circa 1 mese, con frequenza bisettimanale, per imparare la tecnica, cioè portare

a “ bocca” la campana (posizione all'insù). Poi qualche mese per suonare in un gruppo con

maestro che chiama le campane. E poi serve altro tempo per affinare la tecnica, suonare a tempo e

nel giusto ordine di chiamata. Se poi le campane sono pesanti come qui a Minerbe, allora diremo

che il completo inserimento in gruppo dall'inizio alla fine conta circa 8-9 mesi.

8. Dove e come si impara oggi a suonare le campane?

Il corso per suonare le campane viene tenuto dal sottoscritto in collaborazione con alcuni membri

della squadra. Si impara dapprima con una “finta” campana per la tecnica, poi si passa a

campane vere piccole su campanili della zona (per esempio Miega di Veronella) ed infine si arriva

alla torre di Minerbe per l'inserimento definitivo nel gruppo.

9. Come ha cominciato a suonare le campane, a quale età e chi è stato il suo maestro?

Ho iniziato nel 2004 all'età di 22 anni. Ma in genere si comincia dai 12 o 13 anni come è stato per

alcuni componenti del mio Gruppo. Maestro è stato il presidente della squadra “La torre” di Isola

Rizza.

10. Quanti in paese oggi sanno suonare le campane? E un tempo?

Domanda che sembra scontata ma non lo è. Io penso che a Minerbe siano, oltre noi, altre 2

massimo 3 persone. Altra cosa invece è chi racconta di aver anche solo una volta tirato la corda.

Ma è come pigiare un tasto del pianoforte o soffiare nel flauto. Il suono delle campane è un'Arte,

arte campanaria appunto, cui va prestata molta attenzione perché è tutt'altro che scontata. In un

paese in cui non v'è gruppo di Campanari è molto probabile che nessuno sappia suonare se più

giovane di 60 o 70 anni. Un tempo presumo che fossero qualche decina le persone che sapevano

suonare in un paese medio o piccolo come Minerbe.

11. Oggi c’è ancora qualche posto in cui le campane si continuano a suonare a mano durante

il giorno?

Penso siano rarissimi i luoghi in cui le campane, per le normali funzioni giornaliere, vengano

suonate a mano di giorno. Il battito delle ore, le suonate per defunti, o quelle per le celebrazioni

infra settimanali sono affidate a sistemi elettronici che movimentano le campane.

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12. Con quali sistemi sono state per lo più sostituite le braccia dell’uomo?

Motori, sia per il sistema elettronico sia per il “doppio sistema”. In entrambi i casi l'organo

rotante di un motore viene collegato ad un cordino d'acciaio della campana la quale pertanto

oscilla e suona. Il doppio sistema però permette di scollegare il cordino d'acciaio e di collegarlo

mediante moschettone ad una corda in canapa, che è poi impugnata dal suonatore durante le

suonate.

13. In quali occasioni si suonano ancora a mano le campane?

Laddove sussiste il doppio sistema (molto diffuso in tutta la provincia di Verona), le campane

vengono suonate a mano, non per la sola oscillazione (suonata a distesa, cioè tutte suonano

insieme disordinatamente), ma per la composizione di un segno in occasione di feste liturgiche

importanti (Natale, Pasqua, Confessioni, Comunioni, Cresime, Corpus Domini, ecc...), matrimoni,

battesimi, ed, anche se raramente, in funerali laddove espressamente richiesto dai familiari.

Peculiari sono poi le Rassegne e le Gare Campanarie laddove si suonano appositamente le

campane a mano.

14. Chi le suona deve conoscere la musica e le note? E chi programma i nuovi sistemi

automatici di suono deve avere particolari competenze sia sul piano delle calendario delle

festività che su quello dei contenuti da suonare?

Al suonatore di campane non sono richieste conoscenze particolari di musica, bastano quelle

basilari. L’arte campanaria necessita di un buon orecchio, di tecnica, un po’ di forza muscolare,

coordinazione e molta attenzione durante il segno. Contemporaneamente, durante un segno, ogni

singolo suonatore deve tenere in equilibrio una campana del peso di alcuni o molti quintali, deve

ascoltare il segno chiamato dal maestro, far scendere la propria campana a tempo e nel giusto

momento e riportarla a bocca in su finché il segno continua. In caso di errore deve essere pronto a

riportare in una sola battuta la campana in su altrimenti il segno viene irrimediabilmente rovinato.

E’ come se al pianoforte durante una composizione un tasto continuasse a suonare.

Chi programma i sistemi automatici deve conoscere esattamente la programmazione liturgica ma

per questo i moderni sistemi computerizzati hanno in memoria programmi liturgici per parecchi

anni a seguire. Tali sistemi sono ovviamente malleabili, pertanto quando il sacerdote od il

sagrestano di turno decidessero di far suonare in automatico le campane od un motivo a carillon

basta selezionare appositi comandi dalla console centrale. E’ altrettanto ovvio che chi compone

anche sotto forma di programma computerizzato una serie di melodie per 6 o 7 o 8 o 9 campane, in

quanto compositore, deve conoscere la giusta successione delle note. Pertanto è vero che alle ore

21.00 in punto a Minerbe dopo il suono delle ore in automatico il carillon suona l’Ave Maria, ma ci

deve esser stato pur qualcuno che ha compilato il programma con la successione delle note.

15. Quante campane ci sono nel campanile di Minerbe e quante altre potrebbero starcene?

La torre campanaria di Minerbe ospita 6 campane. Altre tre sono posizionabili al di sopra delle

attuali, non sulla cupola ma sempre in cella campanaria.

16. Sa descrivercele una per una (nome, peso, nota, data di fabbricazione,...)

Tutte sono state fuse nel 1933 dall’antica fonderia Cavadini di Verona. Prima la torre ospitava fin

dal 1854 circa altre 6 campane ma di peso complessivo inferiore all’attuale. Queste vennero

smontate, rifuse, venne aggiunto bronzo e si fusero le attuali. Il nome delle campane, dalla minore

sono: sestina, prima, seconda, terza, quarta e grossa. Le note sono dal La al Do, sebbene un rilievo

musicale abbia individuato nel Do3 della maggiore, un tono calante vicinissimo ad un Si crescente.

Preme altresì sottolineare che per dimensioni e peso il concerto di Minerbe è il V° della Diocesi di

Verona ed il I° in tutta la zona identificabile come “Basso Veronese”. Giudizi campanologici in

termini di qualità del suono rilevano una elevata armonia dei suoni, che si distingue da qualunque

altro campanile della Diocesi.

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Qualsiasi esperto di campane alla domanda: “come sono le campane di Minerbe”, sfoggerebbe

complimenti ed elogi che quasi mettono a disagio per il grande tesoro che ci si accorge di avere nel

nostro territorio. Tornando all’anno 1933 non ci è dato sapere, al momento, il motivo che portò

una comunità nel bel mezzo del ventennio fascista e a 4 anni dalla caduta economica del 1929 a

smontare le sei campane per sostituirle con nuove di diversa tonalità e le migliori o quasi di tutta la

Diocesi. Forse il libro delle cronache presente nell'archivio parrocchiale o Don Giuseppe Bordin

sapranno dare una risposta a questo quesito. Sarebbe davvero piacevole scoprire quali metodi

persuasivi abbiano adottato gli allora sacerdoti di questa comunità per la raccolta delle offerte per

finanziare l’opera.

17. Come vengono scelte le campane nel momento in cui si decide di ordinarle/acquistarle? Ci

sono esigenze specifiche da soddisfare? Come viene scelta la ditta dove ordinarle? I costi

come sono?

Le campane, se totalmente nuove in un campanile che ne è privo vengono scelte a piacere del

committente, dal punto di vista della tonalità. Se invece vanno a completare un concerto esistente

esse devono chiaramente inserirsi o aggiungersi alla scala di tonalità. Pertanto se a Minerbe la

minore campana è un LA, le altre, per esempio tre, saranno un Si, un Do ed un RE opportunamente

scelti. Altre volte vengono invece inserite campane semitono, pertanto in mezzo (nel senso della

tonalità) alle esistenti. Altre esigenze da rispettare sono la tenuta statica e dinamica della torre

campanaria. Pertanto serve un giudizio di un Ingegnere strutturista. Infine le campane vanno

aggiunte se si possono suonare. Così la stanza delle suonate deve poter ospitare 1 o 2 o 3 (ecc..)

nuove corde calate e nuovi campanari. Altro aspetto è quello di capire se la comunità vuole o no

nuove campane. Esse appartengono al cosiddetto popolo di Dio, pertanto è bene sentire i pareri

delle persone. Se tutti questi requisiti sono soddisfatti allora si passa alla questione economica. I

costi sono legati al prezzo del bronzo, nell’ultimo anno tra l’altro salito vertiginosamente. Altre

voci di costo sono gli accessori per le campane, le iscrizioni, le figure. Secondo stime basate su

preventivi certi aggiungere tre nuove campane a Minerbe, tutto compreso, costerebbe dai 35 ai 40

mila euro considerando che si tratta di un totale di circa 750 kg di Bronzo e tutto il materiale a

corredo.

18. Campane grandi o piccole possono avere lo stesso suono? La grandezza e la pesantezza

cosa soddisfano?

No. Maggiore è la dimensione delle campane maggiormente saranno sollecitate le basse frequenze

e le tonalità saranno sempre più gravi. Possono avere nota di una o più ottave in più o in meno ma

difficilmente lo stesso suono. Io penso tra l’altro che una campana è irripetibile, in quanto frutto di

un processo di formazione dalle mille variabili. La grandezza e la pesantezza possono portare a

campane dai suoni importanti ed armoniosi. Alla base serve un bravo fonditore perché il rischio di

fondere campane piccole o medie che emettano suoni simili a coperchi o grandi e maestose simili

alla sirena di una nave da crociera sono elevati. Io penso che a Minerbe si sia ottenuto un qualcosa

che vada vicino all’ottimo, sebbene tale giudizio sia soggettivo, ma anche condiviso da molti ad

onor del vero.

19. Le campane in che rapporto stanno con l’orologio di solito presente nel campanile? Le

campane sono collegate all’orologio e ne suonano le ore ? Come sono collegate

all’orologio?

Prendo spunto da questa domanda per spiegare come può funzionare un carillon. Tratto di due

metodi. Esso può essere un semplice altoparlante che emette un suono di campana che suona le ore

o una melodia magari registrata da un organo. E’ questo il caso del campanile di Boschi

Sant’Anna.

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Un alto parlante emette il suono del rintocco di una campana al suono delle ore. A San Vito di

Legnago non c’è campanile e qui addirittura il carillon emette il suono registrato di campane a

distesa registrate da un altro campanile.

Il sistema alternativo a questo è il carillon a battente, come presente a Minerbe, Cerea, Legnago e

nella gran parte dei paesi. Ogni campana possiede su un lato in basso un martello automatico.

Esso è ancorato alla struttura di sostegno delle campane ed è movimentato da un motore. Il sistema

elettronico che dà il via al suono dell’Ave Maria (p.e.) manda i segnali ai diversi martelli secondo

la successione delle note. Similmente avviene con il rintocco delle ore. L’orologio che dall’esterno

è un grande quadro bianco con tanto di lancette enormi è in realtà, all’interno del campanile, una

piccola scatola che sta in due mani con un piccolo motore che muove le lancette. Esso è collegato

al computer centrale che lo regola mediante un orologio interno. Quando esso segna l’ora, o l’ora

e mezza, il computer manda un segnale al martello della campana maggiore per le ore il quale

rintocca 1 o 2 o 3 volte a seconda che siano le ore 01.00 o le 13, le ore 02 o le 14 ecc…. Nel caso

delle mezz’ore il segnale è inviato al martello della campana terza per due rintocchi.

20. A Minerbe ci sono cinque campanili: hanno tutti le campane? Li conosce tutti i campanili?

Vi ha suonato in tutti? Conosce le campane collocate in ogni campanile di Minerbe? Sa

descrivercele? Quelle più antiche in quale campanile di Minerbe si trovano? E quelle più

preziose? E quelle più belle? E quelle dal suono migliore?

I campanili sono in realtà di più se si contano quelli delle case di proprietà di Conti. Però

effettivamente sono 5 di cui 1 (campanile chiesa di santa Lucia) di proprietà del Comune. Hanno

tutti le campane, anche quello di Santo Stefano ha una piccola campana, che in realtà non ho mai

sentito suonare. Ho suonato solo in quello di Minerbe. San Zenone ed Anson hanno le campane con

sistema completamente elettrico e non doppio. Santa Lucia a causa della chiusura della chiesa è

difficilmente suonabile anche perché da informazioni che ho il sistema, unicamente a mano, è molto

arcaico. Però ho già chiesto al Comune di Minerbe un interessamento per quel piccolo concerto.

Mi auguro abbia séguito. Si tratterebbe di aggiungere due campane piccole (attualmente sono tre)

con le rispettive corde ed il concerto diverrebbe così suonabile. Non ne sono certo ma penso la più

antica sia una piccolissima campana nella cella del campanile di Anson. Non è una delle tre in

vista. La si può vedere dalla strada, sul lato destro in basso. Non la si trova nel censimento

dell’ASCSV ma penso che al riguardo il sig. Zordan Carlo di Anson sappia fornire indicazioni. Le

iscrizioni su di essa sicuramente possono aiutare. Ogni altro commento che sottolinei il pregio e la

qualità va alle campane della parrocchiale di Minerbe. Questo senza ombra di dubbio da parte

soprattutto degli esperti.

21. Ha ricordi particolari da raccontarci?

Certamente. Un bel momento è stato il corso per campanari fatto agli ultimi giovani campanari

entrati nel gruppo. Tanto duro lavoro ma con molte soddisfazioni. Poi la gita per i campanili lungo

tutta la valle che porta a Giazza. E poi un momento toccante quando ho consegnato nelle mani

della Superiora dell’Asilo Don Antonio dalla Croce la donazione raccolta dal Gruppo Campanari

di Minerbe in soccorso ai bambini del paese colpito dall’alluvione del novembre 2010. Il gruppo si

fa promotore ogni anno di una donazione attingendo dalla propria cassa quanto possibile e

donandolo alle realtà che in quel momento più necessitano. Questi sono i momenti più belli.

22. Ha suonato le campane in particolari occasioni? Di gioia, di tristezza, di avvertimento,..

Quali?

Nella maggior parte si è trattato di suonate per momenti di gioia: matrimoni, momenti forti

dell’anno liturgico ecc.. Una volta ci è stato chiesto di suonare ad un funerale ed abbiamo eseguito

un segno funebre solenne. Penso che anche la suonata festosa del 16 Ottobre 2011 sia in fondo

triste per l’addio ai Padri Missionari di Maria.

Con loro siamo nati ed ora dobbiamo continuare nella strada intrapresa. Un sentito

ringraziamento a tutti loro.

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23. Cosa ci può dire delle gare? Sono importanti e utili? A cosa servono? Da quanti elementi

di solito è formata una squadra di campanari?

La nostra squadra non ha ancora avuto modo di partecipare ad una gara, ma abbiamo organizzato

ed ospitato la gara ragionale X° Trofeo Emilio Sabaini, il 25 maggio2008. Sono delle vere

competizioni tra gruppi di campanari. I partecipanti sono in genere 10 squadre. Il numero di

componenti varia a seconda del numero di campane. Per esempio in un campanile di 6 campane

medie servono 6 suonatori più il maestro ecc... Il tutto comunque deve rispondere al regolamento

per le gare campanarie che si può trovare nel sito www.campanesistemaveronese.it, nella sezione

Statuto. Viene messo in palio un premio. Lo spirito di competizione taglia l'aria come una lama

entra nel burro, ma il tutto si svolge molto educatamente e con lealtà.

24. Qual è il rapporto della campana con la liturgia? Vengono specificatamente programmati

suoni e tempi? Per quali occasioni soprattutto?

Il suono delle campane ricorda a tutti i fedeli la messa che seguirà da lì a mezz'ora. Per cui il

computer centrale ha memorizzato tutto il programma delle messe domenicali e infrasettimanali.

Nel caso dell'annuncio di morte invece, il sacerdote di turno provvede manualmente ad attivare la

campana con suono funebre dalla canonica o dalla sagrestia. La campana inoltre apre la

celebrazione eucaristica (il sagrestano di turno suona una piccola campana in Chiesa ed i fedeli

intonano il canto d'inizio). Il giovedì Santo durante la recita del Gloria tutte le campane suonano a

festa, ma seguirà poi il silenzio fino alla domenica di Pasqua. Piccoli campanelli possono essere

utilizzati durante la consacrazione per richiamare l'attenzione dei fedeli quando il celebrante alza

il corpo ed il sangue di Cristo.

25. In parrocchia chi si interessa specificatamente di questo aspetto? Spetta al parroco dare

specifiche disposizioni o il “campanaro” è autonomo nel senso che conosce bene i contenuti

per le festività solenni? Nella durata e nel tipo di concerto da suonare in tali occasioni il

campanaro è autonomo o segue specifiche direttive?

Spetta al parroco decidere come e quando vanno suonate le campane. Il gruppo dei campanari si

propone per le suonate più importanti ed è a disposizione del parroco. La durata delle suonate è

scandita dalla lunghezza del segno, cioè del brano che si è deciso suonare in una data occasione.

Per limitare il disturbo dovuto alle forti emissioni acustiche va limitata la quantità dei segni (in

genere non più di due alla volta,15 minuti in totale).

26. Per suonare un concerto di campane in quanti suonatori occorre essere?

Dipende dalle campane. Generalmente 1 suonatore per campana più il maestro. Se le campane

superano i 15 quintali è probabile servano due campanari uno di fronte all'altro secondo una

particolare disposizione

27. Un campanaro da solo può suonare un concerto? O deve essere aiutato?

No, la tecnica è talmente precisa e difficile che una persona può suonare solo 1 campana. In molti

casi invece è possibile essere maestro e contemporaneamente suonare. Come detto poc'anzi, oltre

un certo calibro una campana deve essere suonata in due.

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CAMPANILI E CAMPANE Il campanile è una struttura architettonica a forma di torre, in genere attiguo ad una chiesa o ad un palazzo pubblico (in questo caso si parla di torre civica), che ospita una o più campane. Una chiesa può anche avere più di un campanile. Il termine “campanile” si riferisce specificamente ad una torre isolata, separata dall‟edificio principale, una tipologia architettonica di origine prettamente italiana. Una diversa tipologia detta campanile a vela, diffusa per lo più in chiese di modesta dimensione e importanza, o in casi in cui si voglia evitare ostentazione (chiese francescane) prevede una struttura costituita da un muro semplice, elevato sopra la copertura della chiesa, forato da un‟apertura nella quale le campane vengono mosse da una fune collocata all‟interno della chiesa. L‟assenza di cassa di risonanza e la struttura semplice fanno sì che non sia possibile alloggiare, in questo tipo di campanile, grandi campane, né che il suono giunga a grande distanza.

CAMPANILI E MINARETI Dal punto di vista funzionale tra un minareto e un campanile non c'è molta differenza. Un minareto serve ad ospitare un Muezzin che, dall'alto, ricorda ai fedeli le cinque preghiere rituali giornaliere; un campanile ospita le campane che ricordano l'inizio delle funzioni religiose e che, originariamente, scandivano le ore canoniche nelle quali dedicarsi alle preghiere ( Vigilia, Lode, Prima, Terza, Sesta, Nona, Vespri e Compieta... tre in più rispetto ai seguaci di Maometto). Entrambi gli edifici rappresentano quindi uno strumento che mette in comunicazione il clero con la cittadinanza. Oltre all'aspetto funzionale anche l'aspetto estetico è del tutto

analogo e serve al medesimo scopo, minareti e campanili sono nati per essere i punti più alti della città e i più rappresentativi. Per quanto riguarda i campanili, per aumentare

il prestigio di una torre campanaria si ricorre a decorazioni e stili particolari. Nel caso del minareto quello che conta è il numero, maggiore è il numero di minareti attorno alla moschea, maggiore è il prestigio della moschea: si va dai 6 minareti delle moschee della Mecca e della moschea azzurra di Istanbul al singolo minareto della piccola moschea di paese. Questa differenza non è sostanziale però, è semplicemente figlia del precetto coranico di non rappresentare figure reali che ha limitato molto le possibilità decorative rimaste intatte nella

religione cristiana. Aiman, Alessandro, Erika.

Campanile di Minerbe

Khiva - Minareto Islom-Huja

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LE CAMPANE

La campana è uno strumento musicale, appartenente alla classe degli idiofoni La campana è diffusa in moltissime culture, a partire dalla preistoria. Tuttavia sembra che le più antiche campane risalgano alla Cina di alcuni millenni prima di Cristo. Le campane più antiche d‟Europa sono state rinvenute a Creta e risalgono al secondo millennio avanti Cristo; il materiale che le compone non è il bronzo bensì la terracotta. Le campane erano note anche ai Romani. La diffusione della campana in Europa, tuttavia, è dovuta al cristianesimo.. L‟arte campanaria, quindi, abbandonò la segretezza di monasteri, e subì le sue prime evoluzioni. Nell‟ XI secolo viene introdotta la campana a forma di tulipano. Nel tempo poi si è cercato di intonare la voce delle campane studiando le più opportune percentuali di metallo per costruire leghe di bronzo atte a rendere il suono della nota dominante il più possibile pulito.

STRUTTURA La campana è uno strumento musicale; la sua percussione può essere diretta o indiretta. E‟ solitamente di bronzo e viene utilizzata nel mondo cristiano, soprattutto per scandire il tempo dai campanili delle chiese o come richiamo per le funzioni, o per particolari ricorrenze. Vengono suonate dai campanari e si distinguono per il loro suono caratteristico prodotto dalla percussione di un pendolo di ferro dolce, detto batacchio, sulle pareti interne della campana stessa. Anticamente le campane segnalavano anche le incursioni dei pirati, gli incendi, il coprifuoco e le pestilenze.

FORMA Le campane sono strumenti di forma vascolare che possono essere anche di legno, vetro o terra cotta. Sono idiofoni ( strumenti vibranti ) o, più semplicemente, strumenti a percussione. Le vibrazioni sono massime ai bordi, diminuiscono verso la sommità della calotta. Ci sono due tipi di campane: - quelle fornite di battaglio (le più diffuse in Occidente); - quelle che vengono percosse con un “martello”(le classiche campane orientali). Le forme variano secondo il contesto culturale, l‟uso e il materiale di costruzione. In genere le grandi campane con battaglio sono fuse in bronzo (lega - rame - stagno) e vengono ancorate a una struttura chiamata castello; questo tipo di campana è solitamente installata nella “cella campanaria”. Esistono, però anche campanelle da tavolo, di piccole dimensioni, spesso d‟argento ed artisticamente elaborate, munite d‟impugnatura, utilizzate genericamente per richiamare l‟attenzione, durante la messa, per indicare ai fedeli, al momento dell‟elevazione, quando inginocchiarsi e rialzarsi. La forma delle campane può essere molto diversa secondo il periodo, il materiale e lo scopo per cui sono costruite. Le pareti possono essere concave o convesse, emisferiche, a forma di botte o di tulipano. In sezione: rotonde, quadrate, rettangolari, ellittiche, poligonali. Le campane precristiane erano tutte di dimensioni ridotte mentre le prime campane cristiane, realizzate nei monasteri, piuttosto piccole, erano fatte con lastre di ferro squadrate e rivoltate. Le campane in bronzo cominciarono ad essere prodotte solo intorno all‟VIII secolo in quanto la tecnica di fusione, pur essendo nota in era precristiana, fu perduta durante il periodo delle invasioni barbariche.

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La fusione del bronzo permise di costruire campane più grandi e di mantenere un maggior controllo della forma che cominciò così a diventare prevalentemente rotonda. Nell‟XI secolo le altissime torri gotiche costrinsero a costruire campane più grandi: nacquero le classiche campane a forma di tulipano, strette e arrotondate in cima e con un lungo ventre allargato sul fondo. Quanto all‟abitudine di decorare le campane con iscrizioni o motivi decorativi vari, si può dire che abbia un‟illustre precedente nelle campane Choc (1222 a.C. ca.) che erano adornate con motivi simbolici attaccati alla superficie dello strumento con la tecnica della cera persa.

TECNICHE DI COSTRUZIONE La campana ancor oggi è costruita artigianalmente. Nel processo di fusione viene utilizzata una forma in mattoni e creta detta “maschio”. La costruzione del “maschio” è un momento estremamente delicato poiché dal suo profilo dipendono la nota musicale, l‟intonazione e la gradevolezza del suono della campana. Il “maschio” viene quindi costruito utilizzando opportuni stampi progettati appositamente per ottenere, dalla campana finale, la tonalità desiderata. Le sagome in legno vengono montate in apposite strutture ed in loro viene edificato, il “Maschio” cercando di conferirgli una forma compatta, liscia ed omogenea. La struttura di mattoni refrattari mantiene al suo interno, una cavità che fungerà da forno. Sul “maschio” sagomato viene, poi, applicato uno strato di materiale argilloso misto a fibre naturali, meno duro e facilmente rimuovibile che riproduce la futura campana. Su tale sagoma argillosa, detta “falsa campana”, mediante decorazioni e iscrizioni che saranno leggibili alla fine viene applicato un altro strato di creta particolare, chiamato “luto”, adatta a realizzare la cosiddetta “camicia”. Le applicazioni dell‟argilla si protraggono per alcuni giorni sino ad ottenere uno spessore variabile da 18 a 25 cm. All‟interno del maschio viene accesso un fuoco in modo da favorire una omogenea essicazione dei vari strati argillosi applicati. Il riscaldamento provoca subito lo scioglimento del sottile strato di cera usata per le decorazioni, le cui impronte restano perfettamente impresse nella parete interna della camicia che, in tal modo, costituisce l‟esatto controstampo dell‟aspetto esteriore della campana. Tale tecnica è detta comunemente a “ cera persa”. Compiuta l‟operazione di cottura, quando tutti gli strati argillosi saranno ben asciutti, la camicia viene sollevata con appositi paranchi. Dopodiché viene attuata la ripulitura asportando lo strato morbido che vi era stato applicato (la falsa campana). Il metallo viene fuso e portato a temperatura di 1100°C, riscaldamento effettuato con la combustione di legno di rovere o altro apposito legname. Il ciclo di lavorazione di una campana dura,in media, dai trenta ai sessanta giorni (con la possibilità di aumentare ulteriormente al crescere delle dimensioni della campana). La vita media di una campana utilizzata a pieno regime si aggira attorno ai 70-80 anni fino ad arrivare al secolo.

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METALLURGIA Il bronzo per campane più comunemente usato è una lega composta da 78 parti di rame e 22 parti di stagno. Sono tollerate percentuali di zinco e di piombo. Esistono diverse leghe di bronzo; per l‟acustica della campana il bronzo ottimale ha la caratteristica di addolcire i suoni rendendo la campana molto sonora. È vero, altresì che tale lega bronzea risulta più dura, e conseguentemente più fragile in senso strettamente meccanico. Lo stagno potrebbe essere sostituito anche dall‟argento, metallo che conferirebbe alla campana grandi qualità sonore. Una lega contenente all‟incirca il 20% d‟argento, tuttavia, avrebbe costi esorbitanti. L‟argento è però talvolta presente, in percentuali minime, nella lega delle campane antiche per ragioni riconducibili all‟abitudine, legata alla devozione popolare, di gettare monili d‟argento e talvolta anche d‟oro nel crogiuolo di colata dei “sacri bronzi”. Ovviamente tali minime quantità non possono assolutamente produrre significative variazioni della sonorità delle campane.

RIFUSIONE Quando le campane si rompono o diventano vecchie ed inutilizzabili si ricorre spesso alla tecnica di rifusione. Chiaramente tale tecnica non si applica a campane antiche di pregio o appartenenti ad un Concerto storico, ma solo a campane recenti. A volte però i bronzi scadenti possono essere costituiti da leghe a percentuali ignote e risulta quindi estremamente problematico rifondere una campana. Grazie alle moderne tecnologie di indagine micro strutturale e di composizione chimica è comunque possibile ovviare al problema ottenendo le precise percentuali del rottame da rifondere e di quello da aggiungere per ottenere la lega ottimale della nuova campana. Spesso inoltre nel fuso ottenuto dal rottame vengono inseriti altri materiali (fosforo) atti ad eliminare ossidi e scorie che potrebbero degradare le proprietà della nuova campana. Il bronzo viene fuso in forni del tipo a riverbero a 950°C. Per ottenere una buona omogeneizzazione degli atomi costituenti la lega è, tuttavia, necessario portare il fuso a temperature maggiori di 1200°C e lasciarvelo per un tempo sufficiente all‟eliminazione di qualsiasi residuo. Questo consente al fuso di raffreddarsi in modo lento arrivando a temperatura. Occorre prestare particolare attenzione all‟alta temperatura delle prime fasi del processo di colata; le pressioni che si sviluppano possono infatti mettere a rischio la resistenza dello stampo. A volte è possibile compiere un‟ analisi qualitativa della lega costituente una campana anche ad occhio nudo: quando infatti la campana manifesta un colore argenteo con sfumature dorate sta ad indicare che, al suo interno, sono presenti elevate percentuali di stagno.

IL SUONO Il suono di una campana è strettamente legato ad un complesso equilibrio di spessori che determinano il profilo della campana. Gli spessori formano, assieme alla nota fondamentale e ai suoni parziali, il suono della campana; la nota invece, è determinata dal volume e dal vaso sonoro: più grande è la campana, più grave sarà la nota; più piccola è la campana, più acuta sarà la nota. Esistono diverse tipologie di campane a seconda dello spessore, della nota e della forma. Il profilo che prende il nome di “sagoma” può essere diverso a seconda delle esigenze del luogo dove la campana andrà collocata e delle varie epoche storiche. Esistono “sagome leggere” e “sagome pesanti”. Il maggior peso e quindi il maggior spessore permettono una maggiore e prolungata vibrazione dello strumento. In genere una campana più pesante risulta avere un suono più gradevole, mentre una “ leggera” è talvolta stridente. Una nuova campana può arrivare ad emettere fino a 50 toni parziali, ma i più importanti sono: parziale di “ prima”, di “terza”, di “quinta”, “ ottava superiore” e “ ottava inferiore”.

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LA STRUTTURA DELLE CAMPANE

Gli elementi che permettono alla campana di produrre il suono sono: -contrappeso in ghisa “Cavadini classico” -isolatore in legno duro sagomato -bulloneria di sostegno campana -perni di rotazione -cuscinetti a sfera -battaglio -maniglia di sostegno battaglio -cinturone di cuoio -cordino di sicurezza in acciaio -ruota -raggi di fissaggio ruota -incastellatura di sostegno -cordino di manovra campana -carrucola guida cordino -pavimento cella campanaria -attacco del cordino alla ruota

LA CLASSIFICAZIONE

Le campane possono essere classificate in base al montaggio:

Campane fisse cioè collegate a putrelle o sostegni

Campane “a slancio”, o “a battaglio Volante”.

I SISTEMI DI SUONO

LE CAMPANE “A SLANCIO” O A “ A BATTAGLIO VOLANTE”

Un esempio di suono a slancio, sono le campane del campanile di San Marco. Sono campane dotate di ceppo leggero, cioè scarsamente contrappesate, e in virtù di questo fatto possono compiere oscillazioni veloci, producendo serie di rintocchi poco distanziati l‟uno dall‟altro. Per questo le campane a slancio mantengono vibrazioni prolungate. Il sistema è tipico in tutta Europa, nel sistema Bolognese, nel centro e sud Italia, nel Tirolo ed in parte del Triveneto.

LE CAMPANE “CONTROBILANCIATE” O “A BATTAGLIO CADENTE”

Sono campane dotate di ceppo pesante, che producono serie di rintocchi distanziati l‟uno dall‟altro. Essendo ben contrappesate raggiungono facilmente la posizione “a bicchiere”, cioè compiono con facilità una rotazione di 180°.

CAMPANE USATE A BICCHIERE

Si tratta di un sistema di suono in cui le campane sono posizionate a “bicchiere”, caratteristica tipica del rito ambrosiano. Una volta messe in movimento, le campane possono suonare “a distesa” (senza sequenza) per semplice oscillazione di pochi gradi rispetto al loro asse, oppure “a concerto” (seguendo una serie precisa di “sganci”). Calcolando il tempo che ogni campana impiega per compiere la rotazione, è possibile comporre determinate successioni di suoni, con la possibilità di ottenere particolari concerti usati prevalentemente nella Diocesi Ambrosiana come segno per le solennità.

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IL SISTEMA VERONESE

È il sistema a campane “giranti” più recente, essendo nato verso la fine del XVIII nella città di Verona, per poi diffondersi nella totalità dei territori veronese e vicentino, in gran parte del padovano, in varie località delle province di Trento, Brescia, Mantova e altre sparse su tutto il territorio nazionale. Il sistema è anche detto “Semi Ambrosiano”, dato che deriva in modo diretto dal “Sistema Ambrosiano”, un tempo diffuso anche a Verona. Nel 1755 il fonditore Domenico Crespi da Crema realizzò il primo concerto di cinque campane, per la chiesa di San Fermo. Le

campane, su incastellatura in legno, vennero montate a “Sistema Ambrosiano”. I primi suonatori pensarono di riportare alcune sostanziali modifiche alla montatura ambrosiana, eliminando la spranga di arresto e rendendo in tal modo la campana libera di essere trattenuta in posizione verticale da entrambe le parti, utilizzando la sola forza muscolare, e con la conseguente emissione di un unico squillo ogni qualvolta essa veniva rimossa dalla posizione di riposo. Era stato quindi sperimentato un nuovo sistema di suono, destinato a perfezionarsi e a diffondersi nel corso del secolo XIX, fino alla definitiva e completa affermazione agli inizi del secolo XX. Le prime concertazioni venivano eseguite utilizzando antiche suonate che derivavano dalla scuola lombarda. Ben presto si delinearono due importanti figure nell‟ambito esecutivo: quella del compositore, ossia colui che, dotato di talento musicale, componeva suonate adatte ad essere eseguite con i concerti di campane, e quella del maestro direttore, ossia colui che aveva il compito di dirigere i suonatori durante l‟esecuzione concertistica. I suonatori, per eseguire i loro concerti, rimangono al

piano terreno dei campanili, a volte invece, operano da un livello intermedio, ma in ogni caso possono solamente udire le campane, non vederle. Una volta disposta la squadra di suonatori, uno per campana, o più di uno quando le campane superano un certo peso, inizia l‟esecuzione concertistica. La prima operazione consiste nella messa in piedi delle campane, agendo a strappi successivi sulla fune di manovra e facendo descrivere al bronzo oscillazioni sempre più ampie, finché esso raggiunge la posizione di equilibrio con la bocca verso l‟alto, posizione che viene poi mantenuta grazie all‟abilità del suonatore. Il raggiungimento della posizione verticale, detta anche a “bicchiere“, può essere ottenuta contemporaneamente da tutte le campane, ma la migliore tradizione vuole che la partenza avvenga in modo progressivo, iniziando singolarmente dalla campana minore, poi dalla seconda, quindi dalla terza, e così fino ad arrivare alla maggiore. Per l‟esecuzione della suonata vera e propria ci si affida al maestro direttore, il quale ha il compito di indicare la successione delle campane prevista dallo spartito musicale. Lo spartito è costituito da una serie di numeri che costituiscono le note musicali, ad ogni numero corrisponde una singola campana, e il maestro direttore scandisce a voce la successione numerica imposta dalla suonata.

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E‟ compito di ogni suonatore, ogni qualvolta venga chiamato il numero corrispondente, richiamare la propria campana dalla posizione di riposo, farle compiere una rotazione completa di 360 gradi con l‟emissione di un unico squillo, per poi fermarla nuovamente dalla parte opposta a quella di partenza.

Gli errori che compromettono la buona riuscita di una concertazione possono innanzitutto essere causati dai “contrattempi”, ossia dai ritardi o anticipi più o meno gravi nella successione delle battute. Un altro errore, detto “calata”, avviene quando lo strappo impresso alla fune è meno vigoroso del necessario, e la campana, non avendo il necessario slancio, ritorna indietro emettendo uno squillo ulteriore fuori programma, o anche più di uno se il suonatore non pone rimedio tempestivamente al suo errore. Al contrario, se lo strappo impresso alla fune è troppo vigoroso, il suonatore non è in grado di arrestare la campana nella giusta posizione. In ambito musicale il “Sistema Veronese” permette di eseguire suonate di accettabile contenuto musicale ed artistico, il cui repertorio è divenuto nel tempo sempre più ampio grazie all‟opera di valenti compositori. Nel 1983 si è costituita in Verona la “Associazione Suonatori di Campane a Sistema Veronese”, che riunisce un grande numero di gruppi di suonatori delle provincie di Verona, Vicenza, Padova e Brescia allo scopo di tutelare e diffondere ogni aspetto legato all‟Arte Campanaria. Molti concerti vengono ancora oggi ampliati con l‟aggiunta di nuove campane, i più numerosi raggiungono e superano il numero di dodici bronzi, e si va diffondendo l‟introduzione di ulteriori campane in semitono, che aprono la strada a composizioni musicali sempre più ricche e complete.

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LE CAMPANE NELLA VITA QUOTIDIANA

La campana è abitualmente simbolo dell‟unione tra il cielo e la terra; chiama alla preghiera; ricorda

l‟ubbidienza alle leggi divine.

Il suono della campana simboleggia spesso (per esempio in Cina) le armonie cosmiche. Nell‟islam

come nel cristianesimo, il suono della campana è considerato come l‟eco dell‟onnipotenza divina,

la “voce di Dio”, la cui percezione conduce l‟anima al di là delle limitazioni della condizione

temporale.

Don Giuseppe Bordin, nel suo “Diario di un parroco”, afferma che “Il suono delle campane è la

voce di Dio che invita alla Chiesa per partecipare alle varie funzioni liturgiche ed è un richiamo ai

valori dello spirito”.

Le campane discorrono, intimano, insegnano, ammoniscono, consolano, rallegrano; esse hanno

dato un apporto importante allo sviluppo della cultura, ad esempio nella scansione e relativa

formazione del concetto di tempo. Lo sviluppo delle società in cui esse compaiono è scandito

dall‟evoluzione del loro suono. Nell‟antico oriente, dalla Cina all‟India, monaci e pensatori le

utilizzavano per le cerimonie religiose e per ritmare le attività quotidiane. Soprattutto nelle grandi

religioni orientali, ben prima della nascita del cristianesimo, le campane modulavano lo spazio

della preghiera ed erano considerate un richiamo e anche una «voce» che si associava a quella dei

fedeli. Nel buddismo e nell‟induismo tuttora la campana riveste un ruolo importante (nell‟Antico

Testamento, invece, a convocare il popolo erano le trombe e dal loro suono gli interessati

coglievano lo scopo del richiamo, che poteva essere un evento di festa, o anche l‟ordine di partire

per una battaglia). In occidente gli Etruschi le utilizzavano nelle celebrazioni funebri e il mondo

latino per richiamare la gente al mercato. Al tempo dei liberi comuni il suono proveniente dalle

torri civiche convocava i cittadini a raduno nell‟arengo, il luogo riservato alle riunioni. Quando

entra nella liturgia cristiana, dal VI secolo, la campana assume un ruolo simbolico primario nei riti

e un‟importanza architettonica e artistica nelle chiese, nei conventi e nei monasteri, dove è il

vescovo a benedirle in quanto res sacrae (cose sacre), richiamo al culto e alla preghiera. Dapprima

le campane si diffondono nei monasteri come strumenti di richiamo per una diligente vita

«regolare». Il loro uso si estende poi a parrocchie e santuari, che diventano i centri focali del

vissuto collettivo. Poiché l‟organizzazione ecclesiastica sostituisce gradualmente quella imperiale,

finiscono per essere il segnale, sia religioso che civile, condiviso da tutti. Divengono cioè il mezzo

ordinario e straordinario per avvertire la collettività, poiché le attività si svolgono prevalentemente

attorno a chiese e cenobi. In tempi in cui non esistevano mezzi di comunicazione di massa e

giornali, le campane svolgevano il ruolo della ''radio'' locale: mediante linguaggi in codice

musicale, spesso specifici delle singole comunità, si potevano annunciare nascite (sesso del

neonato incluso) e morti, matrimoni, catastrofi climatiche, guerre e magari anche l'arrivo in paese

di un personaggio importante. Nella storia italiana, a partire dal X secolo, assunsero anche un

ruolo civile, quello di chiamare a raccolta la comunità, sia per eventi ordinari che eccezionali.

I campanili fungevano, poi, anche da vere e proprie postazioni di comunicazione tra comunità

vicine, passandosi l'un l'altro le notizie più importanti e diffondendole così in un'area anche molto

vasta.

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Con l'andare del tempo e lo svilupparsi delle tecniche di fusione, si è cercato di ''potenziare'' questa

voce, costruendo campane sempre più grandi.

Nella sua vita millenaria perciò, dai primi rudimentali campanelli alle enormi fusioni celebrative,

la voce delle campane è connotata quindi da una duplice funzione: religiosa e sociale. Per questo le

campane sono di diverse dimensioni: la più piccola è la sesta e la più grande è la quinta. Esse sono

così numerate in ordine di grandezza: sesta, prima, seconda, terza, quarta, quinta. Un tempo a

suonare era il sagrestano o campanaro. Ora a suonare l‟Ave Maria è un congegno elettronico,

azionato con un pulsante, mentre in determinate occasioni suonano i campanari.

Nella nostra civiltà contadina, il campanone ovvero la campana maggiore, la quinta a Minerbe,

suonava a distesa all‟alba “L‟Ave Maria” o “Angelus”. Essa, svegliandoli, invitava i fedeli a

recitare la preghiera dell‟”Angelus Domini” ricordando loro il mistero dell‟incarnazione di Gesù

Cristo, ed essendo anche il primo suono, fungeva da sveglia. Il suono dell‟Ave Maria, alla mattina,

mezzogiorno e sera è un invito alla preghiera. Il secondo suono della giornata era quello

“meteorologico”, per avvertire i contadini sulla possibilità di andare ai campi, si suonava con il

campanone: un botto se il cielo era sereno, due botti se era nuvoloso, tre botti per la pioggia,

quattro botti per la neve.

Un tempo, alle nove, con il campanone veniva suonata anche “l‟ora terza” per invitare la gente a

sospendere il lavoro per una pausa.

Un quarto d‟ora prima di ogni messa feriale veniva suonato “el reciamo” con la prima e la

seconda campana. Tale suono era ed è tale da amplificare nella sfera emotiva individuale, la sua

forza persuasiva.

Le ore di notte erano l‟ultimo segnale della giornata ed accompagnavano la chiusura della chiesa.

Don Giuseppe Bordin ci ricorda che l‟ora di notte era suonata con la campana media per ricordare

tutte le sere i nostri defunti.

Le campane davano anche segnali di introduzione e di solennizzazione della festa e avevano lo

scopo di “prescrivere” un certo comportamento dei fedeli.

Al sabato pomeriggio e alle vigilia delle solennità venivano suonate tutte le campane per ricordare la Domenica, il giorno del Signore. Al tramonto si annunciava il prossimo giorno festivo suonando “il vespro” con le campane a distesa, cioè suonando in scala: una volta che le campane sono tutte in movimento, ognuna continua a suonare indipendentemente dalle altre. Era questo un segnale che invitava la gente alla confessione sacramentale. Ogni venerdì, alle ore 15.00, venivano suonate le campane con trentatré botti per ricordare la morte di Cristo. Nelle solennità le campane suonano “a concerto” seguendo schemi diversi a seconda del peso e della tonalità della campana, del suo ritmo di battuta, della sua melodia. Per i matrimoni si suonava “L‟Ave Maria” a distesa, la sera prima, e, a concerto, prima e dopo la cerimonia. Quando si portava il Santo Viatico (l‟Eucaristia) ad un ammalato grave in processione, si suonavano le campane per avvertire la popolazione di pregare per lui, e la gente per strada si fermava, si toglieva il cappello e si inginocchiava. Le campane da morto venivano suonate per avvertire che un fratello o una sorella erano morti: tre suonate per un uomo, con la quarta campana, due per la donna con la terza campana, per un bambino la seconda, la sesta per i sacerdoti e tutto il clero. Il funerale di un parroco si riconosceva per i rintocchi lenti e con un segnale ripetuto tre quarti d‟ora prima del funerale nonché all‟entrata e all‟uscita dalla chiesa del corteo funebre, quale invito rivolto alla comunità alla partecipazione.

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La sera di Ognissanti si suonavano tutte le campane per più volte per ricordare i defunti della parrocchia. A mezzanotte dell‟ultimo di Carnevale si suonava la campana grossa per avvertire la popolazione di sospendere i divertimenti e incominciare il tempo sacro della quaresima. Quando si avvicinava qualche temporale brutto e minaccioso si suonava la campana pregando per scongiurare fulmini e tempeste e si bruciava l‟ulivo benedetto. Per calamità particolari si suonava il campanone a “martello”. Don Giuseppe ci ricorda inoltre che il suono delle campane a “martello” significava che era in atto un incendio e che quindi si dovevano avvertire i vigili del fuoco e portare aiuto alla famiglia colpita. Le campane “tacciono” dal Giovedì Santo alla notte di Pasqua. Oggi bisogna ridurre il suono delle campane perché disturbano…

L'Angelus è un dipinto ad olio su tela di cm 55 x 66 realizzato tra il 1857 ed il 1859 dal pittore Jean-François Millet ed è conservato al Musée d'Orsay di Parigi. Il soggetto pittorico è composto da una coppia di contadini che interrompono il lavoro al suono delle campane che annunciano l'Angelus, mostrati nella loro devozione, intenti nella preghiera. A Rovereto la Campana Maria Dolens, fatta con i resti dei cannoni rimasti sui campi da guerra, tutte le sere suona ricordando i caduti italiani e austriaci nella Prima Guerra Mondiale. Nelle sue “Memorie”, riferendosi alla terribile grande guerra, il parroco Don Sante Gaiardoni (1907-1925) riporta qualche episodio in cui le campane e il campanile sono luogo e strumento per esprimere e comunicare lo stato d‟animo, le emozioni e i sentimenti della gente. Nelle sue memorie sottolinea che innanzitutto il 4 novembre 1918, allorquando arrivò in paese la notizia che i soldati italiani erano entrati a Trento e a Trieste, fece suonare le campane a distesa, poi, quando a mezzanotte si seppe anche dell‟armistizio, alcuni patrioti di Minerbe ruppero la serratura del campanile e suonarono le campane fino alle due e mezzo di notte. Egli fece suonare ancora in concerto le campane il 10 novembre 1918 durante la Santa Messa al canto del Te Deum alla presenza di tutte le autorità civili, militari e società con le loro bandiere. In tale occasione fu raccolta un‟offerta di 152,50 lire per i fratelli delle terre liberate.

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FUNZIONI

Il suono delle campane sottolinea alcuni particolari momenti legati alla vita religiosa e civile:

Annuncio Santa Messa

Angelus Domini

Matrimoni, sacramenti, funerali, feste patronali, processioni , solennità tridui, novene,

rogazioni, quarantene

Morte ed elezione del Pontefice

Agonie

Rintocchi, ore e mezze ore

Catechismo, benedizione delle case, mese mariano

SIGNIFICATI

Il suono delle campane è la voce di Dio che invita alla chiesa per partecipare alle varie funzioni liturgiche ed è un richiamo ai valori dello Spirito. Le campane annunciano gioia e dolori che avvengono al popolo di Dio, pellegrino sulla terra. I segnali delle campane sono diversi: - I suoni dell‟Ave Maria, alla mattina a mezzogiorno e sera: sono un invito alla preghiera. - L‟ora di notte: tutte le sere suona la campana media per ricordare i defunti. - Il sabato pomeriggio e le vigilie delle solennità: le campane suonano per ricordare la domenica “ il giorno del Signore”.

CURIOSITA‟ Ogni campana è dedicata ad uno o più Santi e reca fregi e decori a tema. Sono presenti iscrizioni in latino o italiano riguardanti l‟anno di fusione, il nome del fondatore e saltuariamente anche di coloro che hanno contribuito alla fusione di quel bronzo.

Essendo l‟Italia caratterizzata da sistemi di suono e di montaggio che variano da regione a regione, sono nate diverse società ed associazioni di campanari nelle varie regioni d‟Italia, per salvaguardare e promuovere questa antichissima arte. Nella civiltà rurale le campane hanno sempre avuto il compito di suonare, all‟arrivo dei grossi temporali o della grandine, nella speranza di allontanarli e quindi di salvare i raccolti; nelle tante preghiere scritte sopra le campane si trovano spesso queste formule: “a fulgure et tempestate libera nos Domine” oppure “recedat spiritus procellarum”. Oppure “Defunctos ploro nimbos fugo festaque honoro”. San Paolino vescovo di Nola è considerato il patrono dei suonatori di campane o campanari insieme a Santa Barbara e a San Guido da Anderlecht (sovente si usa definire il sacrista come “campanaro” ma i due termini non sono equivalenti: i campanari venivano ordinati, come i moderni diaconi, e facevano parte degli ordini minori assieme ai sacristi). Patrona dei fondatori di campane è Sant‟Agata di Catania. L‟introduzione dell‟usanza di far suonare le campane nelle ore canoniche e durante la celebrazione dell‟Eucarestia viene attribuita a papa Sabino (604-606). Nei tre giorni della settimana Santa di Pasqua, nelle chiese cristiane cattoliche anglicane è uso non suonare le campane (nel rito ambrosiano si suonano fino all‟annuncio della morte di N.S. del venerdì santo) che vengono sostituite dai cosiddetti “in strumenta tenebrorum” questi derivano dai “semantron”, ossia da tavole di legno, ancor oggi usate nella chiesa cristiana ortodossa e cattolica di rito orientale.

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Vengono detti anche “ Sacrum Lignum”: si tratta di tavolette sulle quali sono attaccate delle maniglie in ferro, che allo scuotimento battono facendo un rumore sordo. In Veneto sono chiamate “ battole”. Gli antichi Greci erano soliti appendere, all‟interno dei loro scudi, alcune campane, perché in battaglia tintinnassero in onore degli dei.

CAMPANE “ FAMOSE”

Austria:“ Pummerin” è la maggior campana erede di una precedente campana fusa nel 1711 con il bronzo di 180 cannoni turchi. Venne distrutta nel 1945 da un bombardamento aereo e rifusa nel 1951. Pesa 21 tonnellate e suona DO2 Il duomo di Salisburgo possiede un notevole concerto di 7 campane presieduto dal campanone “ Salvator”, un Mib del diametro di 2,79 m. fuso nel 1961 che pesa 14.256 kg.

Francia: “ Savoyarde” si trova nella Basilica del Sacro Cuore a Montmartre (Parigi). E‟ la maggiore campana di Francia e pesa 18 tonnellate “ Emmanuel ” è il campanone della cattedrale di Notre Dame di Parigi, fuso nel 1685 suona un Sol b 2 e pesa 12.800 kg Città del Vaticano: La campana maggiore della Basilica di San Pietro, installata in una cella posta nella facciata sul lato sinistro, dove si trovano anche altre 5 campane. Venne realizzata nel 1785 dall‟orafo Luigi Valadier suona un MI 2 ha un diametro di 2,31 m e pesa 9200 Kg. Nei giardini vaticani si trova la Campana del Millennio fusa nel 1999 dalla fonderia Marinelli di Agnone un SOL 2 dal peso di 5 Tonnellate

PROVERBI CONTADINI

Campane ed ore, qualcun che muore

Gli uomini si conoscono al parlare e le campane al suonare

Ogni campanaro suona le sue campane

Non si sentono le campane piccole quando suonano quelle grandi

A sentir una campana sola si giudica male.

Al suono si conosce il campanello.

Come la gente vive, così suonano le campane.

Febbre terzana non fece mai suonar campana.

Leggi senza pene, campane senza battaglio.

Non sempre va d'accordo la campana dell'orologio con la meridiana.

Tre cose ingannano facilmente: campane che suonano da lontano, lume di notte e

parola d'ipocrita.

Le radici della vite devono sentire il suono delle campane

La buona campana si sente di lontano.

Campana che non suona al primo tocco è sorda.

La campana dice: dò e dammi.

È bene sentire tutte le campane

Occorre fare campana all‟orecchio

All‟ave Maria o per casa o per via

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CON DINO COLTRO … DIN-DON CAMPANON

Al suono dell‟Ave Maria, i bambini andavano a letto. La mamma accompagnava il suono delle

campane con la filastrocca Din don di cui si hanno numerose varianti ma che finivano, spesso, con

daghe ‟n baso al me butin, oppure daghe un bel basin.

Din don, precede la ninna-nanna vera e propria.

Din don Campanon

le campane de Bogolon (Bovolon)

le sonava dì e note,

le butava zo le porte

e le porte le ièra de fero,

va ciapare 'l colonelo,

'l colonelo l‟è a messa,

va ciamare la contessa,

la contessa l'è in giardin

daghe "n baso a 'l me butin.

LE CAMPANE NELLE COMUNITA‟ RURALI

Le campane sono lo strumento principale che regola la vita contadina. L‟uso di segni, di botti, di campane, con suono e durata differenziati, costituivano un riferimento preciso dei vari riti celebrati in paese. I “concerti campanari” erano parte integrale delle festività maggiori, giustamente celebrati dalla comunità per la qualità dei “sacri bronzi”e la maestria dei campanari. La gente sapeva distinguere dal suono e dal “modo” di suonare da dove proveniva il ”gran segno”alla vigilia della solennità. Il numero delle campane varia da paese a paese, ma in genere, sono cinque come a Bonferraro e a Nichesola, o sei come a Minerbe, Carpi, Castagnaro e Boschi S. Anna. Ad ogni campana viene dato un numero e alla maggiore, che può essere la prima o la quinta o la sesta, a seconda di come avvenga la numerazione, è attribuito il nome di “campanone”, che solitamente porta incisa l‟immagine del patrono del paese. Anche sulle altre campane si trovano fuse immagini e iscrizioni A proposito delle scritte, bisogna notare che, anche se l‟uso delle campane è basato sulla loro tonalità, a prescindere da questa, la scelta di una campana per una data situazione non è mai casuale. Per esempio: nell‟eventualità di qualche calamità naturale, vengono suonate la prima (Salvum Fac Populum tumm….), e la seconda (…fugite partes adversae).

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CODIFICAZIONE DEL MESSAGGIO

Con il suono delle campane, il “mittente” invia un “messaggio” al “destinatario”. Questo messaggio ha dei riferimenti contestuali rispetto a un problema, ad una realtà e la scelta di una o di un‟altra campana ha una precisa funzione referenziale. Quindi il suono diventa “parola” e “musica”, un messaggio complesso che risponde a un “codice” d‟ascolto ben preciso e presente al fedele.

FUNZIONAMENTO DELLE CAMPANE

A Minerbe, le campane vengono suonate “a corda” o “a braccia”.

GIORNI FERIALI

All‟alba con il ”campanone a distesa” viene suonata “l‟Ave Maria” o ”Angelus”che, annunciando alla comunità il mistero dell‟incarnazione di Gesù, invita i fedeli a recitare la preghiera dell‟”Angelus Domini”. Poiché è il primo segnale della giornata funge da sveglia. Il secondo segnale della giornata è quello “meteorologico”, ora non più in uso avendo perso la funzione originaria sulla possibilità di condurre o meno le attività agricole. Il codice usato era: 1 botto = sereno 2 botti = nuvoloso 3 botti = pioggia 4 botti = neve.

I botti erano suonati con il “campanone”. Un tempo alle ore nove veniva suonato il campanone a “distesa” per segnalare “l‟ora terza”, cioè il momento in cui la gente poteva sospendere il lavoro per fare una pausa. Oggi, con la prima e la seconda campana viene suonato il “richiamo” un quarto d‟ora prima della Messa. Questo segnale, la cui prima funzione è quella di semplice richiamo dell‟attenzione, è nello stesso tempo un segnale neutro di qualcosa che sta per accadere. A mezzogiorno si suona “l‟Angelus”che segna una pausa nella giornata lavorativa. Alla sera secondo l‟orario fissato dal calendario liturgico, uguale per tutte le parrocchie di una diocesi, si suona “l‟Ave Maria” che invita a sospendere il lavoro. Come ultimo segnale della giornata, sia essa feriale o festiva si suonano le “ore di notte”, che accompagnano la chiusura della chiesa. Durante il

corso dell‟intera giornata e della notte vengono battute le ore: il ”campanone” segna le ore, la campana più prossima nella scala musicale le mezz‟ore.

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NEI GIORNI FESTIVI

Al tramonto, in tutti i paesi, si annuncia il prossimo giorno festivo suonando il ”vespro” con campane ”a distesa”. Ovunque l‟Ave Maria della sera viene suonata iniziando con il ”campanone” al quale seguono a distanza tutte le altre campane. Nei giorni festivi, a mezzogiorno, si suona “l‟Angelus” dopo “l‟avviso” per solennizzare la festa

SOLENNITÀ E CONCERTI

Per qualunque solennità (l‟Immacolata Concezione, Natale, Pasqua, il Patrono del paese, ecc.) si suona ”a concerto”. Il concerto viene composto in base al numero di campane disponibili. La durata del concerto è solitamente a discrezione del campanaro, che decide quante volte ripetere il motivo base, a meno che non si suonino ”pezzi d‟obbligo”. Gli elementi che contribuiscono alla composizione di un concerto sono: - il peso e la tonalità della campana; - il suo ritmo di battuta; - la sua melodia. Per i matrimoni si suona ”l‟Ave Maria” a distesa, la sera prima e “a concerto” prima e dopo la cerimonia. In caso di morte se ne dà ”l‟avviso”, con un segnale che può variare da paese a paese. A Minerbe si suona a distesa per tre volte: la quarta campana per uomo; la terza per la donna; la seconda per il bambino; la sesta per sacerdoti, arcipreti, vescovi, papi. Il segnale viene ripetuto tre quarti d‟ora prima del funerale e, successivamente, all‟entrata e all‟uscita dalla chiesa del corteo funebre.

CALAMITÀ NATURALI

In caso di calamità naturali, quando per esempio si avvicina un forte temporale si inizia a suonare la prima, la si porta ”a bocca” (cioè capovolta e pronta a ricadere e a suonare senza i soliti rintocchi iniziali d‟avvio), poi subentra la seconda che viene portata a sua volta a “bocca”.

CALAMITÀ PARTICOLARI

Per le calamità particolari si suona il campanone ”a martello”.

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INTERVISTE… IN PARROCCHIA

1. In quale anno è stata edificata la chiesa parrocchiale?

2. Chi è il santo patrono della chiesa?

3. Qual è l‟anno di costruzione del campanile?

4. Quante campane ci sono nella cella campanaria? Hanno ricevuto un

nome?

5. Qual è il tipo di suono delle campane (manuale o

automatico/elettrificato)?

6. Esiste una squadra campanaria in parrocchia?

Da quanti elementi è composta tale squadra?

Qual è l‟età media dei campanari? Ci sono giovani tra i campanari?

C‟è un maestro campanario? Qual è il suo nome? 7. In quali momenti della giornata le campane battono i loro rintocchi

(all‟alba, a mezzogiorno, di sera, di notte, …)? Sono eseguite delle

melodie ricorrenti? Quali e quando?

8. In quali occasioni (matrimoni, morte di un compaesano, feste

religiose importanti, …) si suonano le campane e con quali melodie?

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LE CAMPANE DI MINERBE

1) In quale anno è stata edificata la chiesa

parrocchiale?

La chiesa parrocchiale di Minerbe è stata

edificata nel 1824 e finita nel 1848, mentre la

facciata fu portata a termine nel 1911. Essa sorge

su un‟antica pieve del 1300 e rappresenta uno

dei più imponenti edifici sacri della zona.

2) Chi è il santo patrono della chiesa?

Il patrono della chiesa parrocchiale è San Lorenzo. Lorenzo fu uno dei sette diaconi di Roma,

dove venne martirizzato nel 258 d.C. durante la persecuzione voluta dall'imperatore romano

Valeriano. Le notizie sulla vita di Lorenzo sono scarse. Si sa che era originario della Spagna e

seguendo un flusso migratorio allora molto forte, lasciò

la Spagna per trasferirsi a Roma dove gli fu affidato il

compito di arcidiacono, cioè di responsabile delle attività

caritative della diocesi romana a favore dei poveri e delle

vedove. Secondo la leggenda fu bruciato su una graticola

messa sul fuoco.

3) Qual è l‟anno di costruzione del campanile?

L‟iniziale campanile, di più modeste dimensioni, fu

abbattuto per lasciar spazio all‟attuale torre campanaria,

che venne ultimata nel 1858.

4) Quante campane ci sono nella cella campanaria?

Hanno ricevuto un nome?

Nella chiesa ci sono sei campane e nessuna di queste ha ricevuto un nome.

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Nel 1932 la campana grossa (il campanone) si è rotta. Furono smontate tutte le campane e portate

a Verona per fonderle nuovamente presso la ditta Luigi Cavadini. Le nuove sei campane, che

furono consacrate in chiesa dal vescovo di Verona Mons. Girolamo Cardinale il 10 agosto 1933,

pesano in totale 63 quintali, il campanone da solo pesa 20 quintali.

5) Qual è il tipo di suono delle campane?

Il tipo di suono delle campane è manuale e automatico.

6) Esiste una squadra campanaria in parrocchia?

Sì, la squadra campanaria è composta da una decina di persone. Il

maestro campanario è il sig. Andrea Fante.

7) In quali momenti della giornata le campane battono i loro

rintocchi? Sono eseguite delle melodie ricorrenti?

Le campane suonano ogni mezz‟ora: quando delimitano la mezz‟ora, il suono è “don” e quando

designano le ore, il suono è “din”.

8) In quali occasioni o feste si usano le campane e con quali melodie?

Quando si celebra un matrimonio, oppure muore un compaesano o c‟è una festa importante come

ad esempio Pasqua, Natale, il santo Patrono, ecc. si suonano diverse melodie, tra cui l‟Ave Maria.

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LE CAMPANE DI SAN ZENONE

1. In quale anno è stata edificata la

chiesa parrocchiale?

La chiesa parrocchiale di San Zenone di

Minerbe, che costituisce una delle chiese

più antiche del veronese, è stata costruita

sul basamento di un‟antica pieve ed è

nominata in una bolla di Eugenio III del

1145. L‟attuale facciata è in stile

Settecentesco e nelle due nicchie sono

collocate le statue di S. Benigno e S.

Caro. La precedente pieve del 1035 sorse sui resti del tempio pagano della dea Minerva attorno al

quale nacque l'antico paese di Minerbe.

2. Chi è il santo patrono della chiesa parrocchiale?

Il patrono della parrocchia è San Zeno, la cui festa ricorre il 21 maggio. Il 21 maggio dell‟807 d.C. i

santi Benigno e Caro, eremiti del Baldo, trasportarono i resti del vescovo di Verona San Zeno dalla

piccola chiesa di S. Zeno in Oratorio, nei pressi di Castel Vecchio, nell'attuale basilica di San Zeno a

Verona, dove le sue spoglie ancora riposano nella cripta.

3. Qual è l'anno di costruzione del campanile?

Il campanile è stato inaugurato nel 1994.

4. Quante campane ci sono nella cella campanaria? Hanno ricevuto un nome?

Nella cella ci sono cinque campane. Non se ne conosce il nome.

5. Qual è il tipo di suono delle campane?

Il tipo di suono delle campane è manuale in alcune circostanze, automatico in altre, dato che il

sistema è elettrificato.

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6. Esiste una squadra campanaria in

parrocchia?

No, attualmente non esiste una squadra

campanaria, ma è molto probabile la sua

esistenza nel passato. Non c‟è alcun

campanaro in paese.

7. In quali momenti della giornata le

campane battono i loro rintocchi? Sono

eseguite delle melodie ricorrenti?

Le campane suonano al mattino, per invitare

le persone alla preghiera, a mezzogiorno e

di sera. Nel nostro sistema campanario sono

inserite due melodie:

il suono delle cinque campane a

concerto veronese,

il suono delle cinque campane a

sistema ambrosiano.

8.In quali occasioni o feste si suonano le campane e con quali melodie?

In occasione delle feste più importanti, quali Pasqua, Natale, Pentecoste, Corpus Domini, Prima

Comunione, Cresima, Matrimoni, ecc. si suonano le cinque campane a concerto. Per i funerali si

suona la campana più grossa, se muore un uomo e la seconda campana se muore una donna.

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LE CAMPANE DI BOSCHI SANT’ANNA

1. In quale anno è stata edificata la chiesa parrocchiale?

La chiesa di Boschi Sant‟Anna risale al 1885, anno in cui inizia la sua costruzione in sostituzione di

un altro edificio religioso preesistente, la cappella privata dei conti Donà delle Rose.

2. Chi è il santo patrono della chiesa?

Il santo patrono della chiesa parrocchiale è Sant‟Anna. Sant‟Anna nacque a Gerusalemme nel I

secolo a.C. Nonostante ci siano poche notizie e per giunta provenienti non da testi ufficiali e

canonici, il culto di S. Anna è estremamente diffuso sia in Oriente che in Occidente. Il suo mantello

è verde perché portò nel suo grembo la speranza del mondo. Il nome di Anna non è ricordata nei

Vangeli canonici; ne parlano invece i vangeli apocrifi della Natività e dell‟Infanzia. Questi scritti

benché non siano stati accettati formalmente dalla Chiesa, hanno in definitiva influito sulla

devozione e nella liturgia, perché alcune notizie riportate sono ritenute autentiche e in sintonia con

la tradizione. S. Anna non potendo avere figli si mise in intensa preghiera chiedendo a Dio di

esaudire la sua implorazione di avere un figlio.

Dopo alcuni mesi Anna partorì una bimba

chiamandola Maria. I pii genitori Gioacchino ed

Anna crebbero con amore la piccola Maria.

3. Qual è l’anno di costruzione del campanile?

Nel 1852 il campanile esistente fu colpito da un

fulmine che lo fece crollare. Ne fu costruito uno

nuovo tra il 1864 e il 1869.

4. Quante campane ci sono nella cella

campanaria? Hanno ricevuto un nome?

La cella campanaria contiene cinque campane che

non hanno ricevuto un nome.

5. Qual è il tipo di suono delle campane?

Il suono è sia manuale che elettrificato.

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6. Esiste una squadra campanaria in parrocchia?

Sì. La squadra campanaria è composta da dieci

campanari. L‟età media dei campanari è di 60 anni e

non ci sono giovani tra di loro. Il maestro campanario è

il sig. Bozza Danilo.

7. In quali momenti della giornata le campane

battono i loro rintocchi? Sono seguite delle melodie

rincorrenti?

I rintocchi battono ogni mezz‟ora, alla mattina, alla

sera (con la melodia dell‟Ave Maria).

8. In quali occasioni o feste religiose si suonano le

campane e con quali melodie?

Vengono suonate ogni domenica e per le feste religiose

importanti; le melodie sono diverse a seconda

dell‟occasione.

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La vecchia parrocchiale di Bonavigo

LE CAMPANE DI BONAVIGO

1. In quale anno è stata edificata la chiesa

parrocchiale?

La vecchia chiesa parrocchiale di Bonavigo,

risalente all'incirca al 1526, dopo vari

cambiamenti e ristrutturazioni, fu distrutta

nella seconda guerra mondiale da

bombardamenti degli alleati pochi giorni

prima della Liberazione. I pesanti

bombardamenti, che avevano come obiettivo il

ponte sull‟Adige, al fine di bloccare l'esercito tedesco in fuga, distrussero tutto il centro di

Bonavigo: la chiesa, il municipio, la scuola e molte abitazioni. La nuova parrocchiale fu ricostruita a

centinaia di metri da quella vecchia, nel 1955. Essa conserva una “Natività di S. Giovanni Battista”

attribuita a Paolo Veronese e una “Madonna del rosario” di anonimo.

2. Chi è il santo patrono della chiesa?

Il patrono della chiesa parrocchiale è san Giovanni Battista. Giovanni Battista proveniva da una povera

famiglia sacerdotale ebraica. Egli è una delle personalità più importanti dei Vangeli: la sua vita e

predicazione sono costantemente intrecciate con l'opera di Gesù, di cui è il precursore. Giovanni Battista è

presente anche nel Corano come uno dei massimi profeti che precedettero Maometto.

3. Qual è l’anno di costruzione del campanile?

Non è stato ricostruito il campanile distrutto nel corso della seconda guerra mondiale.

4. Quante campane ci sono nella cella campanaria? Hanno ricevuto un nome?

Le sei campane, forgiate nel dopoguerra per il nuovo campanile mai sorto, con incisi i nomi dei caduti, si

trovano attualmente in chiesa.

5. Qual è il tipo di suono delle campane?

Il suono delle campane è registrato su disco e riprodotto con altoparlante.

Vecchia chiesa parrocchiale

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6. Esiste una squadra campanaria in parrocchia?

No.

7. In quali occasioni o feste religiose si suonano le campane e con quali melodie?

Il suono delle campane è diffuso dall‟altoparlante nelle ricorrenze religiose, per annunciare una nuova

nascita, la morte di un compaesano, per matrimoni cresime e comunioni, con melodie tipiche di questi

eventi.

La nuova chiesa parrocchiale di Bonavigo

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LE CAMPANE DI ORTI

1-In quale anno è stata edificata la chiesa

parrocchiale?

La chiesa parrocchiale di Orti di Bonavigo

è sorta nel secolo XVI ma è stata

restaurata tra il 1937 e il 1959.

2- Chi è il santo patrono della chiesa?

Il patrono della chiesa parrocchiale è

Sant‟Andrea apostolo. Andrea comunicò al

fratello Simon Pietro la scoperta del Messia.

Entrambi furono chiamati da Gesù sulle rive

del lago per diventare “pescatori di uomini”. Secondo la tradizione, dopo la Pentecoste l‟apostolo

Andrea predicò il Vangelo nella regione dell‟Acaia in Grecia e subì la crocifissione a Patrasso.

3-Qual è l'anno di costruzione del campanile? Il campanile è stato edificato nel secolo XII.

4-Quante campane ci sono nella cella

campanaria?Hanno ricevuto un nome?

Nella cella campanaria ci sono tre campane e ad

esse non sono mai stati dati dei nomi.

5-Qual è il tipo di suono delle campane?

Il suono delle campane è manuale.

6-Esiste una squadra campanaria in parrocchia?

No, ma ci sono due persone anziane che si danno il

turno per il servizio delle campane.

7-In quali momenti della giornata le campane

battono i loro rintocchi?Vengono eseguite delle

melodie ricorrenti?Quali e quando?

Le campane vengono suonate solo per avvertire

dell‟inizio della S. Messa. Una volta si suonavano le

campane anche al mattino, a mezzogiorno e di sera.

8-in quali occasioni o feste si suonano le campane e con quali melodie?

Esse vengono suonate per le festività religiose e per i riti religiosi quali funerali, matrimoni, prime

comunioni, ecc.

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LE CAMPANE DI BEVILACQUA

1- In quale anno è stata edificata la chiesa parrocchiale?

La chiesa di Bevilacqua è stata edificata nel 1948, su

progetto dell‟architetto Fregno di Legnago in stile

romanico moderno.

2- Chi è il santo patrono della chiesa?

Il patrono della chiesa parrocchiale è sant‟Antonio abate.

Antonio abate è uno dei più illustri eremiti della storia

della Chiesa. Nato a Coma, nel cuore dell'Egitto, intorno

al 250 d.C., a venti anni abbandonò ogni cosa per vivere nel deserto e poi sulle rive del Mar Rosso,

dove condusse vita da anacoreta per più di ottanta anni: morì, infatti, ultracentenario nel 356 d.C.

Già in vita accorrevano da lui, attratti dalla fama di santità, pellegrini e bisognosi di tutto l'Oriente.

Per due volte lasciò il suo ritiro: la prima volta per confortare i cristiani di Alessandria perseguitati

da Massimino Daia e la seconda, su invito di Atanasio, per esortarli alla fedeltà verso il Concilio di

Nicea.

3- Qual è l‟anno di costruzione del campanile?

Il campanile apparteneva a una prima chiesa, che fu demolita. Fu costruito nei secoli XIV e XV.

4- Quante campane ci sono nella cella campanaria? Hanno

ricevuto un nome?

Le campane sono tre e non hanno ricevuto nessun nome.

5- Qual è il tipo di suono delle campane?

Il suono è rimasto manuale.

6- Esiste una squadra campanaria in parrocchia?

No. C‟è un campanaro di una certa età, il sig. Luigi

Ponzilacqua.

7- In quali momenti della giornata le campane battono i loro

rintocchi? Sono eseguite delle melodie ricorrenti?

Le campane vengono suonate al mattino e prima delle S.

Messe di sabato e di domenica.

8- In quali occasioni o feste si suonano le campane e con quale

melodie? Si suonano le campane in occasione di matrimoni e della celebrazione di altri

sacramenti, della morte di un paesano e della festa dei campi.

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LE CAMPANE DI SAN VITO

1. In quale anno è stata edificata la chiesa

parrocchiale?

La chiesa parrocchiale di San Vito di

Legnago è stata edificata nel 1975.

2. Chi è il santo patrono della chiesa?

Il santo patrono della chiesa parrocchiale è

san Vito, adolescente martire. Secondo la

leggenda Vito nacque in Sicilia e fu

martirizzato a Roma al tempo

dell'imperatore Diocleziano (303-304 d.C.).

Si racconta che Vito, da bambino, abbia guarito il figlio di Diocleziano, suo coetaneo, ammalato di

epilessia. L'unica notizia attendibile su di lui si trova nel Martirologio Gerominiano, da cui risulta

che Vito visse in Lucania. Nel medioevo fu inserito nel gruppo dei Ss. Ausiliatori, i santi la cui

intercessione era considerata molto efficace in particolare occasioni e per sanare determinate

malattie.

3. Qual è l’anno di costruzione del campanile?

Non c‟è il campanile nella chiesa di San Vito. Un altoparlante diffonde il suono di un disco che

riproduce i rintocchi e le melodie di campane.

4. Esiste una squadra campanaria in parrocchia?

No.

5. In quali momenti della giornata le campane battono i loro rintocchi? Sono eseguite delle

melodie ricorrenti?

Il rintocco di campane viene diffuso a ogni ora, dalle ore 7.00 e fino alle ore 20.00. Inoltre sono

eseguite delle melodie: alle ore 7.00 l‟Ave Maria e alle ore 20.00 la Salve Regina. Poi vengono

emessi anche dei particolari rintocchi alla nascita e alla morte di un compaesano.

6. In quali occasioni o feste si suonano le campane e con quali melodie?

Nella parrocchia di San Vito il suono delle campane viene diffuso durante le feste del calendario

liturgico e le celebrazione di riti religiosi, eseguendo melodie tradizionali e non a seconda

dell‟occasione.

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LE CAMPANE DI ROVERCHIARA

1.In quale anno è stata edificata la chiesa parrocchiale?

L'attuale tempio di Roverchiara sorge sulle strutture di

chiese precedenti. È citata l'esistenza di una pieve per la

prima volta nel 1040, che fu distrutta da una rotta del

fiume Adige nel 1470 e ricostruita nel 1526.

2. Chi è il santo patrono della chiesa?

Il patrono della chiesa parrocchiale è san Zeno.

Proveniente dall‟Africa, forse dalla Mauritania, Zeno o

Zenone fu vescovo di Verona dal 362 d.C. fino alla sua

morte. Secondo le fonti egli visse in austerità e semplicità,

tanto che pescava egli stesso nell‟Adige il pesce per il

proprio pasto. Per questo è considerato protettore dei

pescatori d'acqua dolce. Era comunque persona colta ed

erudita. Sono giunti fino a noi numerosi suoi sermoni, che

testimoniano la sua opera di evangelizzazione. La sua festa

è fissata dalla Chiesa al 12 aprile, ma la Diocesi di Verona

lo celebra il 21 maggio, giorno della traslazione delle

reliquie nell‟attuale basilica, avvenuta il 21 maggio 807 d.C.

3.Qual è l‟anno di costruzione del campanile?

Il campanile è stato costruito nel 1553. Il campanile ha una pianta larga e sulla cima compare una

cuspide piramidale che andò a sostituire, a inizio del secolo scorso, quella a forma di cipolla.

4. Quante campane ci sono nella cella campanaria? Hanno ricevuto un nome?

Nella cella campanaria ci sono cinque campane con suoni diversi, ogni campana rappresenta una

nota musicale (re, mi, fa, sol, la). Non hanno ricevuto un nome ma si distinguono in tre grandi

campane e due piccole.

5. Qual è il tipo di suono delle campane?

Il tipo di suono delle campane è automatico.

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6. Esiste una squadra campanaria in parrocchia?

Non c‟è una squadra campanaria. Il parroco usa un

telecomando, scegliendo le melodie da suonare.

7. In quali momenti della giornata le campane battono i loro

rintocchi? Sono eseguite melodie ricorrenti?

Le campane suonano ogni mezz‟ora, perché sono in

corrispondenza con l‟orologio campanario. Vengono eseguite

melodie ricorrenti: di mattino suona una melodia vivace per

un buon risveglio, a mezzogiorno una melodia più risonante

e di sera la melodia mariana “Andrò a vederla un dì”.

8. In quali occasioni o feste si suonano le campane e con quali

melodie?

Le campane suonano nelle seguenti occasioni: ai matrimoni

con melodie di festa, ai funerali con suoni molto cupi che, per gli uomini prevedono tre rintocchi e

per le donne due rintocchi, alle nascite con motivi di festeggiamento perché è nato un nuovo

membro della comunità, ai battesimi con armonie di festa.

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LE CAMPANE DI ROVERCHIARETTA

1. In quale anno è stato edificata la chiesa

parrocchiale?

La chiesa parrocchiale di Roverchiaretta fu

edificata negli anni 1837-1846 sotto la guida

dell‟architetto di Verona Guglielmo Guglielmi.

2. Chi è il santo patrono della chiesa?

Il santo patrono della chiesa è la Madonna del

Carmine. Tale devozione ha origini lontane: il

Monte Carmelo, in Palestina, fin dal tempo dei

Fenici (chiamati Filistei nella Bibbia) fu meta di

asceti; lassù si ritirarono, dopo la morte di Gesù,

alcuni cristiani dediti a vita di perfezione e sul

Monte Carmelo dedicarono un Tempio alla

Vergine che si chiamò Madonna del Carmelo o

del Carmine. Dal Carmelo i Carmelitani,

organizzati in seguito in monasteri, diffusero in

tutto il mondo cristiano la devozione alla

Madonna del Carmine.

3. Qual è l‟anno di costruzione del campanile?

I lavori per la costruzione del campanile iniziarono il 28 agosto 1907 e terminarono nel 1914. A

causa di un decadimento successivo della struttura il campanile ha subito una radicale

ristrutturazione a partire dal mese di settembre 2010 con la chiusura dei lavori il 31 maggio 2011.

4. Quante campane ci sono nella cella campanaria? hanno ricevuto il nome?

Oggi nella cella campanaria si possono contare sei campane e a ciascuna di esse è stato imposto un

nome. I nomi delle sei campane sono i seguenti:

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la prima si chiama O ANGELO DI DIO PROTEGGICI DA OGNI MALE;

la seconda si chiama O BEATO ANTONIO PROTEGGICI SEMPRE;

la terza si chiama O SAN ROCCO PREGA PER NOI;

la quarta si chiama O DIO LIBERACI DALLA FOLGORE E DALLA TEMPESTA;

la quinta si chiama O SACRATISSIMO CUORE DI GESU‟ PERDONACI;

la sesta si chiama O VERGINE DEL CARMELO PREGA PER NOI.

5. Qual è il tipo di suono delle campane?

Le campane vengono suonate manualmente ma

quando il campanile batte le ore ci sono degli

altoparlanti che diffondono il suono registrato.

6. Esiste una squadra campanaria in parrocchia?

Sì, esiste una squadra composta da sedici

campanari i quali hanno un‟età che varia tra i

venti e i sessanta anni. Il maestro campanario, ora non più in attività, è il sig. Idalgo Ziviani.

7. In quali momenti della giornata le campane battono i loro rintocchi? sono eseguite delle melodie

ricorrenti?

Il suono registrato delle campane segnala ogni mezz‟ora dalle ore 6.00 fino alle ore 21.00. A

mezzogiorno e alle ore 19.00 viene eseguita una melodia campanaria, mentre alle ore 21.00 viene

eseguita l‟Ave Maria.

8. In quali occasioni o feste si suonano le campane e con quali melodie?

Le campane vengono suonate ai matrimoni, ai funerali, alle prime comunioni, alle cresime, alle

confessioni, a Natale e Pasqua, alla festa di Ognisanti, alla domenica delle Palme e in cerimonie

particolari, come la recente inaugurazione del campanile restaurato.

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LE CAMPANE DI ANGIARI

1. In quale anno è stato edificata la chiesa

parrocchiale?

La chiesa parrocchiale di Angiari, interamente

abbattuta a causa d‟infiltrazioni provenienti

dall'Adige, fu ricostruita in stile neoclassico nel corso

del „700: la prima pietra fu deposta il 27 maggio 1753

e fu edificata nel 1761.

2. Chi è il Santo patrono della chiesa?

Il patrono della chiesa parrocchiale è san Michele Arcangelo. Il nome dell‟arcangelo Michele, che

significa “Chi è come Dio?”, è citato per cinque volte nella Sacra Scrittura ed è considerato “capo

supremo dell‟esercito celeste”, cioè degli angeli in lotta contro il male. Il culto a San Michele ebbe

una diffusione enorme nell‟Oriente cristiano. In Italia esistono diversi oratori, cappelle, grotte,

chiese, colline e monti intitolati all‟arcangelo Michele.

3. Qual è l‟anno di costruzione del campanile?

Il campanile fu costruito nel 1839.

4. Quante campane ci sono nella cella campanaria? hanno ricevuto il nome?

Nel 1842 furono poste cinque campane nella cella campanaria ed il 27 settembre 2009 fu sistemata

la sesta campana. I nomi delle campane sono i seguenti: san Michele Arcangelo, Maria Vergine

Annunciata, santi apostoli Pietro e Paolo, san Zeno vescovo e martire, santa Eurosia vergine e

martire. La campana del 2009 ha tre nomi: Madre Teresa di Calcutta, san Josemaria Escriva e beato

Giovanni Paolo II.

5. Qual è il tipo di suono delle campane?

Le campane suonano sia manualmente sia automaticamente.

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6. Esiste una squadra campanaria in parrocchia?

C‟è una squadra campanaria, che è composta da dieci persone tra cui alcuni adolescenti. Il maestro

campanario è il sig. Francesco Bertoli.

7. In quali momenti della giornata le campane battono i loro rintocchi? sono eseguite delle melodie

ricorrenti?

Le campane battono ogni ora, la mezz‟ora, l‟avviso della Messa mattutina, a mezzogiorno e di sera

con la melodia dell‟Ave Maria.

8. In quali occasioni o feste si suonano le campane e con quali melodie?

Le campane suonano in occasione di matrimoni, morte di un compaesano, a Natale e Pasqua, ecc.,

mai per la nascita di un bambino. Vengono eseguite quindici

melodie e le più famose sono: L‟AVE MARIA DI LOURDES,

TANTUM ERGO (prima della S. Messa), TU SCENDI DALLE

STELLE (a Natale) e REGINA COELI LAETARE (a Pasqua).

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LE CAMPANE DI SAN PIETRO DI MORUBIO

1. In quale anno è stato edificata la chiesa parrocchiale?

La chiesa parrocchiale di San Pietro di Morubio è stata

edificata nel 1789.

2. Chi è il santo patrono della chiesa?

I santi patroni della chiesa parrocchiale sono gli apostoli Pietro

e Paolo. I due apostoli sono accomunati nella venerazione

poiché a essi si attribuisce una parte fondamentale nella nascita

della Chiesa: Pietro, riconosciuto da Gesù stesso come suo

rappresentante in terra; Paolo, “Apostolo delle genti”, che

diffuse per primo il Vangelo fuori dalla Palestina.

Una tradizione antichissima indica la città di Roma quale luogo del loro martirio. Pietro fu ucciso

probabilmente durante la persecuzione neroniana: per umiltà chiese di essere crocifisso a testa in

giù. Sul luogo della sepoltura, sopra il colle del Vaticano, sorse presto una cappella, che Costantino

nel 324 d. C. trasformò in una grande basilica. Paolo, in quanto cittadino romano, fu condannato

alla pena meno disonorevole della decapitazione.

3. Qual è l‟anno di costruzione del campanile?

Nel 1887 ci fu la costruzione del campanile e nel 1890 installarono la prima campana.

4. Quante campane ci sono nella cella campanaria? hanno ricevuto il nome?

Nella cella campanaria ci sono sei campane e una di queste si chiama “A fulgure et tempestate libera

nos Domine”.

5. Qual è il tipo di suono delle campane?

Le campane hanno un suono elettrificato.

6. Esiste una squadra campanaria in parrocchia?

No, non esiste una squadra campanaria in parrocchia.

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7. In quali momenti della giornata le campane battono i loro rintocchi? Sono eseguite delle melodie

ricorrenti?

Le campane battono i loro rintocchi a ogni ora. Alle

ore 21.00 vengono eseguite delle melodie

rincorrenti alla Madonna.

8. In quali occasioni o feste si suonano le campane e

con quali melodie?

In molte occasioni, quali ad esempio i matrimoni e

la morte e il funerale di un compaesano, si suonano

le campane con melodie appropriate.

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INTERVISTE….. IN FAMIGLIA

Per il progetto gli allievi delle classi II B e II C hanno prodotto alcune interviste* relative alle campane e alla

loro funzione. Parenti, amici e passanti si sono prestati, con molta disponibilità, a rispondere alle domande

dei ragazzi, e uno studente, con spirito di collaborazione, ha messo in contatto il proprio nonno, informato

sulle campane, con alcuni compagni che volevano approfondire l‟argomento. Le informazioni ricavate, poi

condivise con la classe, hanno permesso a tutti di comprendere meglio l‟importanza che le campane avevano

in passato per le comunità rurali.

L‟attività ha permesso di avvicinare i giovani al loro territorio e di stimolarne la curiosità nei confronti delle

tradizioni locali e, non da ultimo, è stata occasione per “costruire” insieme la conoscenza, anziché

semplicemente “calarla dall‟alto”.

Studente intervistatore A. Isabella Dati relativi all’intervistato Cognome: Mattioli nome: Luciana Età: 82 Residente a Bonavigo (VR) Ha trascorso la maggior parte della sua vita nel Comune di Bonavigo Professione attuale: pensionata La persona intervistata è un’amica di famiglia della studentessa Isabella: A scuola ci hanno detto che le campane hanno avuto un ruolo importante nella vita delle comunità contadine del passato, e questo vale anche per il nostro paese: mi può aiutare ad approfondire questo argomento sulla base dei suoi ricordi di ragazza o di quanto le raccontavano i suoi genitori o i suoi nonni? Sig.a Luciana: Si dice che la “voce” delle campane, da tempo immemorabile, accompagna la vita delle persone e il cammino della comunità, scandendone i momenti più significativi. Nel mio paese le campane non ci sono più da quando, durante l‟ultima guerra, è stato bombardato il campanile: ora c‟è un disco e una piccola campanella da tirare con la corda. Le campane servivano a scandire le varie fasi della giornata, a radunare i fedeli per la Messa, ad allontanare i temporali o a farli cessare, ad annunciare un funerale, se era morto un bambino o un vecchio, un maschio o una femmina, a festeggiare una nascita, ad avvisare dell‟arrivo di un pericolo: tutto questo con rintocchi diversi a seconda della situazione. Ma le campane sono “servite” qualche volta anche per la guerra: mio papà mi raccontava che durante la Seconda guerra mondiale 33.000 campane sono state fuse per essere trasformate in armi. Isabella: Provi a completare questa frase: “Quando sento il suono delle campane ripenso a …”. Sig.a Luciana: Quando sento il suono delle campane ripenso al passato: le campane ci radunavano per la funzione religiosa alla domenica pomeriggio, l‟unico giorno in cui potevamo acquistare i dolcetti all‟uscita della chiesa per i nostri figli; mi torna in mente anche il terrore di quando suonavano per una calamità; mi invade la tristezza ripensando a quando suonavano per una persona morta. Isabella: Ricorda un modo di dire, o una canzone popolare, o un proverbio sulle campane? *Il testo riportato è frutto della trascrizione delle parole degli intervistati e, talvolta, della rielaborazione delle stesse da parte dei ragazzi: tale operazione è stata compiuta nell‟assoluto rispetto dei contenuti ai fini di una maggior chiarezza.

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Sig.a Luciana: Conosco molti modi di dire, come “Ascoltare tutte le campane” e “Far campana all‟orecchio”, e un proverbio molto usato: “Non si sentono le campane piccole quando suonano le campane grandi”. Mi ricordo che mia nonna cantava a mia madre una ninna nanna, mia madre la cantava a me e io la cantavo a mia figlia, e fa così: “Din Don Din Don Le campane de Bovolon Le sonava dì e note Le rompea tute le porte Din Don Din Don Le campane de Bovolon” ______________________________________________ Studenti intervistatori B. Pietro con S. Matteo Dati relativi all’intervistato Cognome: Castellani nome: Franco Età: 77 Residente a Bonavigo (VR) Ha trascorso la maggior parte della sua vita a Roverchiara (VR) Professione esercitata: insegnante di Scuola elementare L’intervistato è il nonno di Pietro Pietro: Nonno, mi puoi aiutare ad approfondire l‟argomento “campane”? Ho saputo che in passato le campane avevano un ruolo importante nei nostri paesi, più importante di quello che oggi noi vi attribuiamo… Nonno Franco: Il loro suono indicava la morte di qualcuno, condizioni meteorologiche disastrose, allarme in caso di qualche attacco e soprattutto solennità festive. Le campane erano suonate da esperti campanari, che sapevano tenerle in verticale. Le campane venivano suonate in diversi momenti della giornata: alle 6:00, alle 12:00, alle 18:00, e quindi alle 21:00. Pietro: C‟è qualche momento o episodio della tua vita legato alle campane? Nonno Franco: Le campane mi hanno accompagnato fino ad ora e mi commuovo ogni volta che le sento. Quando le ascolto mi ricordo i giorni felici della festa. Qualche volta le avevo suonate: ne ero entusiasta. Matteo: Ricorda un modo di dire, o una canzone popolare, o un proverbio legati alle campane? Sig. Franco: Mi ricordo un paio di detti: “Sei sordo come una campana”, “Le campane non suonano per niente”, “Le campane, cos‟è successo?”, Campanonbonora, trista sagra”, “A l‟Ave Maria a casa o par via!”. Pietro: Sai dirmi qualcosa di più, qualche “curiosità” sulle campane? Nonno Franco: C‟era una campana in ogni paese e nei casi di pericolo le campane non venivano suonate a corda, ma con un martello. _________________________________________

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Studente intervistatore B. Anna Dati relativi all’intervistato Cognome: Carletto nome: Teresa Età: 57 Residente a Bonavigo (VR) Ha trascorso la maggior parte della sua vita a Bonavigo Professione esercitata: operaia La persona intervistata è la nonna della studentessa Anna: Nonna, è vero che in passato le campane hanno avuto un ruolo importante per le comunità contadine? Cosa sapresti dirmi riguardo a Bonavigo, anche ripensando ai racconti dei tuoi genitori o dei tuoi nonni? Nonna Teresa: Il campanile di Bonavigo è stato abbattuto nel 1944 dai tedeschi durante la Seconda guerra mondiale. Quando il campanile fu abbattuto le campane furono portate a casa di mio padre -il tuo bisnonno- ed io e tuo zio giocavamo a nascondino dietro le campane perché erano immense. Anna: Ricordi un modo di dire, o una canzone popolare, o un proverbio sulle campane? Nonna Teresa: Ricordo molto bene la canzone di Fra Martino, una canzone popolare che conoscono tutti, anche tu, no? Anna: Sì, l‟ho sentita cantare spesso in famiglia. Nonna, un‟ultima domanda: c‟è qualche momento o episodio della tua vita legato al suono delle campane? Nonna Teresa: Il suono delle campane, per me e per la tua famiglia, indica l‟annuncio di Gesù che ci invita nella sua casa per la Santa Messa. ______________________________________________ Studente intervistatore B. Chiara Dati relativi all’intervistato Cognome: Rettondini nome: Marisa Età: 75 Residente a Legnago (VR) Ha trascorso la maggior parte della sua vita nel Comune di Legnago Professione esercitata: insegnante La persona intervistata è la nonna della studentessa Chiara: Nonna, a scuola ci hanno detto che le campane hanno avuto un ruolo importante nella vita delle comunità contadine del passato, e questo vale anche per il nostro paese: mi puoi aiutare ad approfondire questo argomento sulla base dei tuoi ricordi di ragazza o di quanto ti raccontavano i tuoi genitori o i tuoi nonni? Nonna Marisa: Le campane suonano ancora oggi per “richiamare” le persone devote a recitare l‟Angelus o per invitare alla Santa Messa. Suonano di mattina, a mezzogiorno e alla sera. Una volta scandivano i diversi momenti della giornata, per esempio: quando suonavano alle 12:00 indicavano l‟inizio della pausa-pranzo. Suonavano anche per dare l‟allarme di incendio o in tempo di guerra. Le campane hanno un suono particolare quando si celebrano i funerali… Chiara: A proposito, nonna, ho saputo che qualcuno capisce, dal suono delle campane, se è morto un maschio o una femmina.

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Nonna Marisa: Sì, è così, purtroppo io non so dirti come si fa a distinguere un suono dall‟altro. So che le campane di Legnago suonano cinque minuti prima della Santa Messa, e che una volta questi rintocchi venivano chiamati “botti”. Mi ricordo che, quando ero piccola, suonavo le campane la domenica pomeriggio per andare alle Sante Funzioni: si pregava, si faceva catechismo e c‟era la benedizione eucaristica. Chiara: Prova a completare questa frase: “Quando sento il suono delle campane ripenso a …”. Nonna Marisa: Quando sento il suono delle campane ripenso alla mia giovinezza, quando io e le mie compagne andavamo in chiesa, che era molto frequentata sia dai bambini che dagli adulti. Ripenso al mio matrimonio, quando le campane suonavano gioiose, o a quando è morta la mia mamma. Ricordo anche che le campane suonavano per indicare la fine della giornata, o per le grandi feste come Pasqua e Natale. In tempo di guerra, quando si avvicinavano gli aerei alleati, o quelli nemici per bombardare Legnago, venivano suonate le campane per avvisare i legnaghesi, che si allontanavano e andavano in campagna. Chiara: Ricordi un modo di dire, un proverbio, una canzone popolare sulle campane? Nonna Marisa: Ricordo solo una canzone: “Campane di Monte Nevoso”, oppure il detto “Sei stonato come una campana”. Chiara: E sapresti raccontarmi un fatto curioso? Nonna Marisa: Certo! Volevo aggiungere, infatti, che a Legnago, per andare al ponte vecchio, si passa davanti ad un campanile; purtroppo la chiesa oggi non c‟è più -ed io non mi ricordo bene perché- ma le campane suonano ancora. Infine, mi piace molto il suono delle campane della piccola chiesa che c‟è in centro a Legnago; hanno un suono molto dolce ______________________________________________ Studente intervistatore C. Elena Dati relativi all’intervistato: Cognome: Gardinale nome: Carlo Età: 63 Residente a Boschi sant’Anna (VR) Ha trascorso la maggior parte della sua vita a Boschi sant’Anna Professione esercitata: imbianchino L’intervistato è il nonno della studentessa Elena: Nonno, ho saputo che in passato le campane erano particolarmente utili per la vita del paese: mi racconti quello che sai su questo tema? Nonno Carlo: Ogni domenica le campane suonavano mezz‟ora e cinque minuti prima che iniziasse la Messa; al pomeriggio, invece, suonavano per i vespri (erano i salmi cantati). Durante le festività scandivano varie melodie di canzoni religiose. Ogni giorno il sacrestano suonava le campane: -il mattino per la Messa; -a mezzogiorno per il pranzo; -alla sera per l‟Ave Maria. In caso di maltempo si suonava una campana apposita, chiamata “campana a martello”. Quando moriva qualcuno, il paese ne veniva a conoscenza perché veniva usata la quarta campana, si poteva capire anche se era il funerale di una donna, perché suonavano due volte, o di un uomo, perché suonavano tre volte.

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Elena: Ora prova a completare questa frase: “Quando sento il suono delle campane ripenso a …”. Nonno Carlo: Quando sento il suono delle campane ripenso alla festa del mio paese, quando ero bambino. In quell‟occasione venivano a trovarci tutti i nostri parenti e amici; mi ricordo ancora di un mio caro amico che veniva con la fisarmonica: appena iniziava a suonare tutti ci divertivamo e ballavamo. Elena: Ricordi un modo di dire, una canzone popolare, un proverbio legati alle campane? Nonno Carlo: Io non ricordo molti proverbi e canzoni. L‟unica canzone che mi viene in mente è “Fra Martino campanaro”. ______________________________________________ Studente intervistatore C. Bogdan Dati relativi all’intervistato Cognome: Alessandrin nome: Patrizio Età: 56 Residente a Bonavigo (VR) Ha trascorso la maggior parte della sua vita a Bovolone (VR) Professione esercitata: muratore L’intervistato è il nonno dello studente Bogdan: A scuola ci hanno detto che, in passato, le campane erano molto importanti, soprattutto per chi abitava in campagna: mi puoi aiutare ad approfondire questo tema, aiutandoti con quello che ti raccontavano i tuoi genitori o i tuoi nonni? Nonno Patrizio: Il suono delle campane indicava molte cose: funerali, giorni di festa, matrimoni, segnalava il mezzogiorno, ecc… Bogdan: C‟è qualche momento della tua vita, qualche episodio legato alle campane? Nonno Patrizio: Quando sento il suono delle campane ripenso a quando è morto mio padre, e a quando alla domenica andavo con i miei amici a trovare al cimitero mio papà. Quando avevo 11 anni ho suonato le campane: mi ha aiutato il papà di un mio amico (Filippo), che era un campanaro delle campane di Bovolone. ______________________________________________ Studente intervistatore F. Giulia Dati relativi all’intervistato Cognome: Lanzarotto nome: Anna Età: 67 Residente a Minerbe (VR) Ha trascorso la maggior parte della sua vita a Minerbe Professione esercitata: coltivatrice diretta La persona intervistata è la nonna della studentessa Giulia: Nonna, mi puoi aiutare ad approfondire un tema che ci è stato proposto a scuola? Si tratta dell‟importanza delle campane per le comunità contadine del passato… Ricordi cosa ti raccontavano i tuoi genitori, o i tuoi nonni?

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Nonna Anna: Una volta le campane venivano tirate manualmente. Oggi, invece, quelle che sentiamo sono spesso registrazioni. Una volta le campane avevano molte più funzioni: per tutti scandivano, per esempio, le ore più importanti della giornata, come l‟alba, il mezzogiorno o l‟orario della fine del lavoro nei campi. Segnalavano inoltre la morte o la nascita di qualcuno. Per la morte di un uomo le campane suonavano tre volte e veniva tirata la quarta campana, per la morte di una donna suonavano invece due volte e veniva tirata la terza campana. Questo avviene anche ai giorni nostri. Giulia: Quando senti il suono delle campane ripensi a … Nonna Anna: Quando sento il suono delle campane ripenso agli anni passati, quando stavamo molto più attenti e ascoltavamo di più. Delle campane ricordo inoltre che, avendo più funzioni, suonavano molto più spesso. Giulia: Ricordi un modo di dire, un proverbio, una canzone popolare sulle campane? Nonna Anna: Mi ricordo un modo di dire, che è questo: “Vivere sotto una campana di vetro”. Succede quando i genitori, volendo proteggere i propri figli, li privano di qualcosa che per i bambini, forse, sarebbe importante. _____________________________________________ Studente intervistatore F. Samantha Dati relativi all’intervistato Cognome: Rizzolo nome: Adriana Età: 71 Residente a Minerbe (VR) Ha trascorso la maggior parte della sua vita a Minerbe Professione esercitata: contadina La persona intervistata è un’amica di famiglia della studentessa Samantha: Quale importanza avevano le campane, anni fa, per chi abitava in campagna? Sig.a Adriana: Nella mia vita sono sempre stata una contadina, e ho lavorato molto. Ricordo che le campane suonavano a mezzogiorno e così mi avvisavano che era ora di rientrare a casa per il pranzo. Suonavano alla domenica o alle feste, che una volta erano molto più sentite di adesso, perchè in quei giorni si stava con tutta la famiglia e si mangiavano cose molto buone che durante la settimana non si preparavano perché c‟erano pochi soldi. Quando in paese venivano suonate le campane a lutto, le si ascoltava bene per sapere se fosse morto un uomo o una donna, perché se suonava la campana „piccola‟ era morta una donna, se suonava la campana „grossa‟ si trattava di un uomo, e ad ogni modo era un gran dispiacere perché, ben o male, tutti si conoscevano: il paese non era grandissimo! E tra conoscenti ci si sentiva e parlava subito per sapere cosa fosse accaduto. Le campane, inoltre, segnalavano una nascita, di un bambino o una bambina, ma suonavano anche quando stava per arrivare un brutto temporale: le campane suonavano per avvertirci e, a quel tempo, si usava bruciare l‟ulivo benedetto perché Dio ci proteggesse. Mi ricordo che i miei genitori mi raccontavano che in tempo di guerra, quando il paese era in pericolo, le campane suonavano per avvertire tutti, ma anche quando la guerra finì le campane suonarono per molto tempo a festa. Samantha: C‟è un episodio della sua vita legato in particolare alle campane?

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Sig.a Adriana: Un ricordo particolare è legato al giorno del mio matrimonio, quando le campane suonavano a festa per me e mio marito, ed entrambi eravamo molto contenti ed emozionati. Samantha: Conosce un modo di dire, un proverbio, una canzone sulle campane? Sig.a Adriana: Mi viene in mente che a volte si cantava “Fra Martino Campanaro”. Tra i modi di dire ricordo “Sei stonato come una campana” e “Sei sordo come una campana”. ______________________________________________ Studente intervistatore L. Radouane Dati relativi all’intervistato Cognome: Giovannini nome: Marco Età: 75 Residente a Minerbe (VR) Ha trascorso la maggior parte della sua vita a Legnago (VR) Professione esercitata: insegnante di Lettere L’intervistato è un passante. Radouane: A scuola ci hanno detto che le campane hanno avuto un ruolo importante nella vita delle comunità contadine del passato, e questo vale anche per il nostro paese: mi può aiutare ad approfondire questo argomento sulla base dei suoi ricordi di ragazzo o di quanto le raccontavano i suoi genitori o i suoi nonni? Sig. Marco: Mi ricordo che le campane hanno sempre suonato in diverse occasioni: a conclusione della celebrazione di un matrimonio, per richiamare i fedeli alla Messa, in occasione di un funerale… Un tempo servivano anche come allarme in caso di pericolo o segnalavano quando c‟era pioggia, o nebbia: erano le previsioni meteorologiche di allora. Radouane: Provi a completare questa frase: “Quando sento il suono delle campane ripenso a …” Sig. Marco: Quando sento il suono delle campane ripenso a quando, durante la guerra, le campane davano l‟allarme e tutti correvano a rifugiarsi. ___________________________________________ Studente intervistatore L. Elena Dati relativi agli intervistati Cognome: Lauro nome: Egisto Cognome: Ridolfi nome: Ida Età: rispettivamente 76 e 70 Residenti a Minerbe (VR) Hanno trascorso la maggior parte della loro vita a Minerbe Professione esercitata: agricoltori Gli intervistato sono i nonni della studentessa Elena: Potete darmi qualche informazione sulle campane e sulla loro funzione? Nonni: Molti anni fa, quando il cielo diventava grigio e si copriva di nuvole grandi e scure, e colme di pioggia e grandine, c‟era l‟abitudine di suonare le campane molto forte, perché si credeva che così la tempesta sarebbe terminata e non avrebbe rovinato il raccolto dei contadini. Infatti per molti anni nel nostro paese è stato raro un temporale.

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In questo Comune, per segnalare la morte di qualcuno il suono non era squillante, ma malinconico e mesto. Ricordo che per distinguere se la persona deceduta era maschio o femmina bisognava contare bene i battiti, infatti alla morte di un uomo venivano suonati per 3 volte 10 battiti, mentre per quella di una donna per 2 volte 10 battiti. Inoltre ancor oggi i rintocchi delle campane ci fanno un bel servizio, perché segnano il trascorrere delle ore. Nei giorni di festa: -le campane suonano il segno, un suono allegro ed esultante, che dura 15 minuti; -ad un matrimonio suonano con armonia per 5-10 minuti; -nella prima mattina scandiscono l‟Ave Maria con suono gioioso, seguendo la scala di do maggiore; -per festeggiare la fine della Seconda guerra mondiale hanno suonato le campane a festa per tante ore. Elena: C‟è qualche momento della vostra vita legato in particolare alle campane? Nonni: Quando sentiamo il suono delle campane ripensiamo al nostro matrimonio: ci sentivamo emozionati e sentire le campane suonare per annunciare quel gran giorno è stato un momento bellissimo ed irripetibile. Elena: Conoscete una canzone, un modo di dire, un proverbio legati alle campane? Nonni: Ricordiamo una canzone molto popolare “Fra Martino campanaro” e un paio di proverbi: -il primo: quando si sentiva il suono delle campane che arrivava “da mattina”, da est, si diceva “brutto tempo s‟avvicina”; -il secondo: “Campane a ore, qualchedùn che móre”. Elena: Ricordate anche qualche fatto curioso, un episodio particolare? Nonno: Un giorno di una quarantina d‟anni fa, mentre Anselmo, il falegname e campanaro di Minerbe, saliva le scale al secondo piano del campanile, un gradino si ruppe e lui rotolò giù fino al pianerottolo del primo piano, rompendosi il femore. Pochi giorni dopo lo scalino fu riparato. Nonna: Aggiungo che lunedì 7 novembre abbiamo avuto il piacere di sentire il campanile di San Zenone suonare „il segno‟ per festeggiare l‟anniversario della costruzione del campanile e della chiesa. _______________________________________ Studente intervistatore L. Giulia Dati relativi all’intervistato Cognome: Longo nome: Rosanna Cognome: Perazzolo nome: Rosa Età: rispettivamente 62 e 81 Residenti a Bonavigo (VR) Hanno trascorso la maggior parte della loro vita rispettivamente ad Albaredo d’Adige (VR) e a San Giovanni Ilarione (VR) Professione esercitata: casalinghe Le intervistate sono le zie della studentessa Giulia: A scuola ci hanno detto che le campane hanno avuto un ruolo importante nella vita delle comunità contadine del passato: mi potete aiutare ad approfondire questo argomento sulla base dei vostri ricordi e di quello che vi raccontavano i vostri genitori? Zie: Le campane avvertivano di un pericolo o segnalavano una festa, per esempio a Pasqua o per un Battesimo suonavano gioiosamente, mentre in caso di calamità suonavano come se fossero state spaventate, cioè forte e veloce; servivano anche da orologio e per annunciare funerali e matrimoni.

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Nei funerali, per capire se il morto era maschio o femmina, si contavano i rintocchi: per i maschi venivano ripetuti più volte che per le femmine, se poi si trattava di un bambino il suono era diverso ancora. Anche per i Battesimi si poteva capire se il battezzato era maschio o femmina. Giulia: Zia Rosa, c‟è un momento della tua vita particolarmente legato alle campane? Zia Rosa: Ricordo quando le campane si misero a suonare all‟inizio della Seconda guerra mondiale, e quando mi sono sposata. Giulia: Ricordate un modo di dire, un proverbio, una canzone popolare sulle campane? Zie: Ne ricordiamo una: “Fra Martino campanaro”. ___________________________________________ Studente intervistatore M. Nicolò Dati relativi all’intervistato Cognome: Marcomini Nome: Lucia Età: 83 anni Residente a Cerea (VR) Ha trascorso la maggior parte della sua vita a Canda (RO) Professione esercitata: estetista La persona intervistata è la bisnonna dello studente Nicolò: A scuola ho imparato che le campane hanno avuto un ruolo importante nella vita delle comunità contadine del passato: mi sai dire qualcosa di più su questo argomento? Bisnonna Lucia: Mio papà faceva il campanaro a Canda. Le campane segnavano le ore, il pericolo, le feste e i funerali. Nicolò: Ricordi qualche momento della tua vita legato al suono delle campane? Bisnonna Lucia: Quando andavo a Messa sentivo delle belle canzoni suonate dalle campane. È successo una volta che le campane hanno suonato per l‟arrivo di un uragano. Nicolò: Prova a completare questa frase: “Quando sento il suono delle campane penso a…” Bisnonna Lucia: A Gesù, perché spesso le campane suonano a festa per Lui, perché un giorno come la Pasqua o il Natale era davvero un‟allegria, una volta. Nicolò: Ricordi un detto o un proverbio sulle campane? Bisnonna Lucia: “Sordo come una campana”, “Campana caduta, persona ceduta”.

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Studente intervistatore M. Luca Dati relativi agli intervistati Cognome: Faustini nome: Gina Cognome: Menini nome: Sergio Età: rispettivamente 78 e 81 anni Residenti a San Pietro di Morubio (VR) Hanno trascorso la maggior parte della loro vita a Minerbe (VR) Professione esercitata: lei casalinga, lui operaio Gli intervistati sono i nonni dello studente Luca: C‟è qualche momento o episodio della vostra vita legato al suono della campane? Nonna Gina: Nel 1945 io avevo 15 anni, ed era in corso la Seconda Guerra Mondiale. Mi ricordo che il 25 aprile di quell‟anno, quando gli americani entrarono in paese per scacciare i tedeschi, le campane si misero a suonare ininterrottamente a festa. Nonno Sergio: A me invece, ogni volta che le campane suonano, tornano in mente i bei momenti in cui uscii dalla chiesa il giorno del mio matrimonio, col riso tra i capelli e in mezzo alle urla dei miei amici, oppure anch‟io ricordo quando sentii le campane per la liberazione dai tedeschi e corsi in piazza a festeggiare insieme alla mia famiglia. __________________________________________ Studente intervistatore N. Fatima Dati relativi all’intervistato Cognome: Mattioli nome: Luciana Età: 82 Residente a Bonavigo (VR) Ha trascorso la maggior parte della sua vita a Bonavigo Professione: pensionata La persona intervistata è un’amica di famiglia della studentessa Fatima: Potrebbe aiutarmi ad approfondire un tema che ci è stato proposto a scuola? Si tratta dell‟importanza delle campane per le comunità contadine del passato… Sig.a Luciana: Il suono delle campane serviva a radunare i fedeli per la Messa, ma -dicevano i vecchi- dovevano pure allontanare il maligno e far arrivare la protezione di Dio. Si diceva, ai miei tempi, che la durezza del metallo rappresentasse la forza del predicatore, il battaglio la lingua del predicatore, invece il suono delle campane la correttezza del predicatore. Nel mio paese le campane non ci sono più da quando, durante l‟ultima guerra, è stato bombardato il campanile: ora c‟è solo un disco, una canzone registrata. Le campane scandivano i vari momenti della giornata. Girava poi voce che allontanassero i temporali. A seconda del numero dei rintocchi, e in base al suono, si poteva capire se c‟era una nascita o un funerale o se era morto un bambino o un vecchio, una femmina o un maschio, oppure un ricco o un povero. Le campane servivano anche per avvisare di un pericolo imminente, ma sono state usate anche per altri scopi: mio papà mi raccontava che 33.000 campane sono state fuse per essere trasformate in armi. Insomma, le campane da tempo immemore accompagnano il cammino e la vita della comunità. Fatima: Ricorda un modo di dire, una canzone popolare, un proverbio legati alle campane

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Sig.a Luciana: Mi vengono in mente questi modi di dire: -ascoltare tutte le campane; -stare in campana; -essere sordo come una campana; -essere stonato come una campana. E questi proverbi: -non si sentono le campane piccole quando suonano quelle grandi; -quando i vecchi pigliano moglie, le campane suonano a morte. Mi ricordo questa canzone: Fra Martino campanaro dormi tu, dormi tu suona le campane, suona le campane din don dan, din don dan. E quest‟altra: -Din don campanon le campane de San Mimon le sonava tanto forte le butava zo le porte le butava zo el porton bim bum bom. _________________________________________ Studente intervistatore S. Cristian Dati relativi all’intervistato Cognome: Finiletti nome: Rinaldo Età: 58 Residente a Minerbe (VR) Ha trascorso la maggior parte della sua vita a Minerbe Professione esercitata: falegname L’intervistato è il nonno dello studente Cristian: Nonno, cosa ti fa venire in mente il suono delle campane? Nonno Rinaldo: Quando sento il suono delle campane ripenso a una giornata di festa e di preghiera Cristian: Conosci un modo di dire o una canzone sulle campane? Nonno Rinaldo: Un modo di dire legato alle campane è “Sonar campane dopie”, che vuol dire “essere molto allegri”. Un proverbio veneto è “Campane a ore, qualchedùn che móre”, ossia “quando le campane suonano come l‟orologio della chiesa c‟è qualcuno che muore”. Infine una canzone: “Campane di Monte Nevoso”, che parla dei soldati caduti in guerra. ___________________________________________

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Studente intervistatore T. Andrea Dati relativi all’intervistato Cognome: Ferretto nome: Rino Età: 76 Residente a Minerbe (VR) Ha trascorso la maggior parte della sua vita a Minerbe Professione esercitata: meccanico L’intervistato è uno zio dello studente Andrea: Puoi dirmi qualcosa sulle campane? C‟è qualche momento o episodio della tua vita legato al loro suono? Zio Rino: Quando facevo il chierichetto andavo a suonare le campane quando c‟era una festa importante. A me davano da suonare la seconda campana, che pesava sette tonnellate. Normalmente un campanile ha sei campane, ma ce ne sono anche da cinque. Andrea: Quando senti suonare le campane a cosa pensi? Zio Rino: Per me il suono delle campane è una gioia, tranne quando sento la quarta campana e penso che è morto qualcuno. Andrea: Ricordi un modo di dire, una canzone popolare, un proverbio sulle campane? Zio Rino: Un proverbio che ricordo è: “Mezzo-giorno, batti corno, mezzo-dì, chichirichì”. Una canzone che ricordo è: “Din don campanon, le campane de Bovolon, tutta la notte le sonava, pan e vin le guadagnava, na cosata de capon, da portar a San Simon. San Simon l‟è nà a la fiera a comprare „na puliera, la puliera l‟è strabucà, San Simon el sà copà”. Un‟altra fa così: “Fra Martino campanaro, dormi tu, dormi tu, suona le campane, suona le campane, din don dan, din don dan”. ______________________________________________ Studente intervistatore Z. Stefano Dati relativi all’intervistato Cognome: Ambrosi nome: Guerrina Età 87 Residente a Vangadizza Ha trascorso la maggior parte della sua vita a Legnago Professione attuale: pensionata La persona intervistata è una prozia dello studente Stefano: A scuola ci hanno detto che le campane hanno avuto un ruolo importante nella vita delle comunità contadine del passato: mi puoi aiutare ad approfondire questo argomento sulla base dei tuoi ricordi di ragazza o di quanto ti raccontavano i tuoi genitori? Prozia Guerrina: Io stessa suonavo le campane da bambina, e mi ricordo che andavo a suonarle a mezzogiorno per aiutare il sacrestano. I campanari studiavano il suono delle campane; ce n‟erano di vari tipi: la campana di do, il campanone, la terza campana, suonata per i funerali, e molte altre. Quando moriva qualcuno, dai rintocchi si poteva capire se si trattava di un uomo o di una donna: alla morte dei maschi c‟erano tre intervalli, per le femmine ce n‟erano due. Mi ricordo che quando si avvicinava una tempesta si suonavano le campane per pregare il Signore che placasse il temporale, perché non rovinasse i frutteti; lo stesso si faceva quando i fiumi erano in piena e rischiavano di straripare.

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Stefano: Ricordi una canzone, un modo di dire, un proverbio che riguardano le campane? Prozia Guerrina: Una canzone legata alle campane è “Fra Martino Campanaro”. Due detti che riguardano le campane sono “Sei sordo come una campana” e “Sei stonato come una campana”. Stefano: Prova a completare questa frase: “Quando sento il suono delle campane ripenso a …” Prozia Guerrina: Quando sento il suono delle campane mi chiedo perché suonano e che ore sono. ______________________________________________ Studente intervistatore A. Elena Dati relativi agli intervistati Cognome: Cipriani nome: Beniamino e Armida Età: rispettivamente 75 e 72 Residenti nella frazione Chizzola del Comune di Ala (TN) Hanno trascorso la maggior parte della loro vita nel Comune di Ala Professione esercitata: rispettivamente dipendente delle Poste e casalinga Gli intervistati sono i nonni della studentessa Elena: A scuola ci hanno detto che le campane hanno avuto un ruolo importante nella vita delle comunità contadine del passato: mi potete aiutare ad approfondire questo argomento?

Nonno: Le campane suonavano ogni mattina alle 06:00 intonando l‟Ave Maria, veniva così segnalata l‟ora in cui i contadini si avviavano al lavoro nei campi. Le campane suonavano nuovamente alle ore 11:30-12:00 per segnalare l‟ora del pranzo, e infine alle ore 19:30-20:00 intonavano nuovamente l‟Ave Maria per annunciare la fine della giornata lavorativa. Le campane suonavano poi in caso di incendi, piena dell‟Adige e, nel periodo della guerra, segnalavano l‟avvicinarsi dei bombardieri. Nonna: Le campane suonavano un‟ora prima della S. Messa, poi 45 minuti prima, 30 e poi 15. In occasione della morte di ogni compaesano le campane rintoccavano in suo onore, il loro suono era cupo e lento con 10 rintocchi consecutivi ogni 5/6 minuti: se i rintocchi si ripetevano per 3 volte si capiva che la persona deceduta era di sesso maschile, se 2 volte di sesso femminile. Elena: Nonno, c‟è qualche momento o episodio della tua vita legato al suono delle campane? Nonno: Quando, prima di sposarmi, abitavo ancora a Rovereto, tutte le sere sentivo il rintocco della campana dei Caduti di Rovereto. Essa è la più grande campana di bronzo che suona a distesa. Pesa 226,39 quintali, il suo diametro è di 3,21 metri e l‟altezza di 3,36 metri. Il battaglio pesa 6 quintali e il ceppo 103 quintali. Suona ogni sera alle 21:30 con l‟ora legale o alle 20:30 con l‟ora solare, la domenica suona anche alle ore 12:00. Fusa con il bronzo dei cannoni di tutte le nazioni che parteciparono al primo conflitto mondiale, secondo il progetto del sacerdote roveretano don Antonio Rossaro, "Maria Dolens" (questo il suo nome di battesimo) è la più grande campana esistente al mondo che suona a distesa per invocare pace e fratellanza fra tutti i popoli del mondo. Issata sul torrione Malipiero del castello di Rovereto nel 1924, dopo il restauro del 1965 ha trovato una più adeguata collocazione sul Colle Miravalle, luogo, appunto, più adatto ad accogliere i numerosi gruppi in visita alla campana, ma anche alle cerimonie di pace che frequentemente si celebrano e che coinvolgono tutte le nazioni del mondo. Fu benedetta da Papa Paolo VI nel 1965. Per noi trentini la Campana dei Caduti ha un significato molto profondo. Elena: Nonna, ricordi un modo di dire, una canzone popolare, un proverbio legati alle campane?

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Nonna: Sì, ricordo due semplici ed orecchiabili canzoni popolari che così recitano: “Din Don campana è morta la Befana è nato un bel bambino che si chiama…….” “Fra Martino Campanaro dormi tu dormi tu, suonan le campane suonan le campane Din Don Dan Din Don Dan” ___________________________________________ Studente intervistatore B. Fabio Dati relativi all’intervistato Cognome: Ferrari nome: Giuseppina Età: 80 Residente a Orti di Bonavigo (VR) Ha trascorso la maggior parte della sua vita a Bonavigo Professione esercitata: contadina La persona intervistata è la nonna dello studente Fabio: Nonna, è vero che in passato le campane hanno avuto un ruolo importante per le comunità contadine? Cosa sapresti dirmi riguardo a Bonavigo, anche ripensando ai racconti dei tuoi genitori? Nonna Giuseppina: Si andava a suonare le campane con “le quarant‟ore” e, quando pioveva, ci andavo io, perché col brutto tempo gli uomini che di solito suonavano le campane non potevano venire. Ad ogni ora arrivava una “contrada” che pregava per un‟ora, poi ne veniva un'altra, e poi un'altra ancora. Fabio: C‟è qualche momento o episodio della tua vita legato alle campane? Nonna Giuseppina: Mi viene in mente quando sono andata a suonare per la prima volta le campane e ho sbattuto contro un‟asse posta a due metri e mezzo di altezza perché mi ero dimenticata di lasciare la corda. Fabio: Ricordi un modo di dire, un proverbio, una curiosità sulle campane? Nonna Giuseppina: Ricordo che mio papà andava a suonare i segni con altre due persone e, per indicare i tre, era venuto fuori il detto: “Nani, Piero e Siro”. _________________________________________ Studente intervistatore B. Melissa Dati relativi all’intervistato Cognome: Borin nome: Ivano Età: 73 Residente a Minerbe (VR) Ha trascorso la maggior parte della sua vita a Minerbe Professione esercitata: verniciatore L’intervistato è il nonno della studentessa

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Melissa: Nonno, ho saputo che in passato le campane erano particolarmente utili per la vita del paese: mi racconti quello che sai su questo tema? Nonno Ivano: Le campane si suonavano a mano e le persone che le suonavano venivano chiamate campanari. Come oggi, si suonavano nei giorni di festa, in occasione della Santa Messa, per i matrimoni. Una volta le campane si suonavano anche se c‟era qualche pericolo, oppure se stava arrivando un temporale, per allontanare i fulmini. Melissa: Prova a completare questa frase: “quando sento il suono delle campane ripenso a…” Nonno Ivano: Ripenso a quando ero ragazzo, e mi viene in mente che una volta i ritmi delle campane erano diversi da quelli di oggi. Melissa: Ricordi un fatto o una curiosità legati alle campane? Nonno Ivano: Sì, da ragazzo andavo a suonare le campane e poi andavo a fare in chierichetto. Per suonare le campane ci volevano due persone per ogni corda. Mio nonno, inoltre, un giorno aveva perso l‟equilibrio ed era rimasto attaccato alla corda, e aveva sbattuto contro una specie di soffitto di legno che separava le campane dai campanari. ______________________________________________ Studente intervistatore B. Melissa Dati relativi all’intervistato Cognome: Munaro nome: Gemma Età: 70 Residente a Minerbe (VR) Ha trascorso la maggior parte della sua vita a Minerbe Professione esercitata: impiegata e casalinga La persona intervistata è la nonna della studentessa Melissa: A scuola ci hanno detto che le campane hanno avuto un ruolo importante nella vita delle comunità contadine del passato, e questo vale anche per il nostro paese: mi puoi aiutare ad approfondire questo argomento sulla base dei tuoi ricordi di ragazza, o ripensando a quello che ti raccontavano i tuoi genitori? Nonna Gemma: Le campane cominciavano a suonare alle 6 del mattino, poi chiudevano la giornata alle 9 di sera: in questo orario si diceva che si suonava l‟Ave Maria. La domenica, quando c‟erano le Sante Messe, veniva suonata una campana mezz‟ora prima, e questo suono veniva chiamato la campanella, mentre 10 minuti prima dell‟inizio della Santa Messa si sentivano, con un suono diverso, i “boti”, che indicavano appunto che la celebrazione stava per iniziare. Le campane suonavano anche in occasione di funerali o di matrimoni, oppure per altre celebrazioni importanti come il Corpus Domini, l‟8 dicembre (la festa della Madonna), Natale, Pasqua, ecc. Anche in caso di forti temporali venivano suonate con intensità, per avvisare la gente che c‟era pericolo di grandine o fulmini. Melissa: Prova a completare questa frase: “quando sento il suono delle campane ripenso a…” Nonna Gemma: Mi viene in mente che, quando c‟è stato il mio matrimonio, le campane hanno suonato “a festa” per circa mezz‟ora.

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Melissa: Ricordi un modo di dire, una canzone popolare o un proverbio sulle campane? Nonna Gemma: “Campanon bonora, trista sagra”, cioè “quando una cosa si prepara bene, alla fine le cose vanno male”. _____________________________________________ Studente intervistatore C. Anna Dati relativi all’intervistato Cognome: Cagnoni nome: Luciano Età: 67 Residente a Miega di Veronella (VR) Ha trascorso la maggior parte della sua vita a Veronella Professione esercitata: operaio La persona intervistata è un prozio della studentessa Per questo progetto ho deciso di intervistare il mio prozio che per ben cinquantun anni è stato un “campanaro”, cioè un suonatore di campane. Ecco che cosa ho imparato dalla sua esperienza. Zio Luciano è diventato campanaro alla giovane età di 14 anni e ha continuato fino a 65. Ricorda che, quando partecipò alle sue prime lezioni di suono, i “grandi” del suo gruppo, cioè le persone più anziane di lui, scrivevano sul muro all‟interno del campanile, con il gesso, i numeri relativi ad ogni campana e, seguendo la sequenza, ognuno sapeva quando era il suo turno, e così facendo componevano la melodia. All‟epoca la giornata cominciava con una S. Messa alle 6:30 e si doveva suonare l‟Ave Maria. Alle ore 12.00 le campane suonavano di nuovo. I contadini che lavoravano nelle campagne, sentendo i 12 rintocchi, capivano che era ora di smettere per pranzare. Quando lo zio Luciano era giovane e andava a scuola e sentiva che suonava mezzogiorno, era felice, perché sapeva che dopo mezz‟ora terminava la lezione. Alle 19:00 si risuonava l‟Ave Maria”. Le campane venivano suonate per numerose e diverse occasioni. Si suonava a festa in occasione delle sagre paesane, di feste patronali e matrimoni. Lo zio racconta che, a volte, magari ad un matrimonio o a qualche ricorrenza particolare -momenti in cui il gruppo campanaro doveva fare bella figura- succedeva che si rompeva la corda di una campana, allora, delusi e amareggiati, i campanari dovevano terminare la loro esibizione, perché una riparazione immediata era impossibile. Si suonava anche per occasioni meno festose, ad esempio per avvertire dell‟arrivo di un brutto temporale o per avvisare della piena di un fiume. Il suono delle campane a lutto era riconoscibile, perché veniva suonata una sola campana: una più “piccola” indicava che era deceduta una donna, mentre quella con il suono più “grave” indicava la dipartita di un uomo. Il papà di zio Luciano, che era il mio bisnonno, gli raccontò che nel 1945, al termine della Seconda guerra mondiale, vennero suonate a festa tutte le campane d‟Italia, anche quelle dei paesini più sperduti. Quando lo zio sente il suono delle campane ripensa alla sua gioventù, a quando è nata in lui questa “passione”, e si rammarica perché, ai giorni nostri, pochi giovani portano avanti questa “sana tradizione”. Allo zio vengono le lacrime agli occhi quando ricorda con commozione una filastrocca in dialetto veronese, che la sua mamma cantava a lui e ai suoi tre fratellini, quando erano piccoli, per tenerli calmi.

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La filastrocca fa così:

Din don campanon,

le campane de Bogòlon,

le sonava tanto forte,

le butava zo le porte,

ma le porte le era de fero,

volta la carta che ghe on pulièro,

ma el pulièro el va de-cao,

volta la carta che ghe on pao.

Lè on pao che bèca tuti,

volta la carta che ghe du pùtti,

i du pùtti i fa ostaria,

volta la carta che lè finia!

Traduzione

Bogolòn: Bovolone.

Puliero: puledro.

El va de-cao: torna indietro.

Volta la carta: gira la pagina.

Ghe on pao: c‟è un tacchino.

Du putti: due bambini.

Fa ostaria: fanno schiamazzo.

Lè finia: è finita.

____________________________________________ Studente intervistatore D. C. Joele Dati relativi all’intervistato: Cognome: Dal Cortivo nome: Luciano Età: 73 Residente a Orti di Bonavigo (VR) Ha trascorso la maggior parte della sua vita a Bonavigo Professione esercitata: operaio L’intervistato è il nonno dello studente La persona da me intervistata è mio nonno. In questa occasione mi ha parlato del ruolo delle campane durante la sua infanzia, e questo è il risultato della nostra chiacchierata. A quel tempo le campane avevano un ruolo molto importante: fungevano spesso da mezzo di comunicazione di massa soprattutto nel periodo in cui la radio e la televisione erano ancora sconosciute. In particolare la fine della Seconda Guerra Mondiale fu scandita dai rintocchi delle campane che suonavano contemporaneamente in tutta Italia a simboleggiare un momento di festa comune a tutta la popolazione.

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Nel periodo successivo, quando gran parte delle persone lavoravano fuori casa e nei campi, le campane erano fondamentali per segnalare i cambiamenti climatici nel breve termine: un rintocco significava tempo nuvoloso, due rintocchi sereno, tre rintocchi allerta temporali. Inoltre esse erano un ottimo strumento per scandire la giornata: per esempio durante la funzione della mattina, al momento della benedizione, venivano suonate le campane in segno di ringraziamento e tutti i contadini che si trovavano al lavoro nei campi smettevano di lavorare e in segno di rispetto si toglievano il cappello. Anche quando in paese accadeva qualcosa di grave, come un incendio, le campane suonavano per dare l‟allarme: era una richiesta di immediato soccorso nel luogo colpito. Le campane scandivano anche i momenti più dolorosi nella vita delle persone; in caso di morte i rintocchi variavano a seconda del sesso e dell‟età: tre rintocchi per un uomo, due rintocchi per una donna, e un solo rintocco se era deceduta una bambina o un bambino. ___________________________________________ Studente intervistatore D. M. Mattia Dati relativi all’intervistato: Cognome: Creston nome: Angelo Età: 72 Residente a Bonavigo (VR) Ha trascorso la maggior parte della sua vita a Bonavigo Professione esercitata: muratore L’intervistato è il nonno dello studente Mattia: Nonno, a scuola ci hanno detto che le campane hanno avuto un ruolo importante nella vita delle comunità contadine del passato, e questo vale anche per il nostro paese: mi puoi aiutare ad approfondire questo argomento sulla base dei tuoi ricordi di ragazzo o di quello che ti raccontavano i tuoi genitori? Nonno Angelo: Le campane, un tempo, avevano un ruolo molto importante nella vita di tutti i giorni, perché segnalavano i diversi momenti della giornata, tra cui l‟alba e l‟ora di pranzo (dato che la maggior parte dei cittadini non possedeva un orologio), oppure avvertivano in caso di tempeste. Il suono variava a seconda delle occasioni (matrimoni, funerali, ecc.). Mattia: A cosa pensi, quando senti il suono delle campane? Nonno Angelo: Quando sento il suono delle campane ripenso al mio matrimonio, e poi alla sveglia del mattino. Mattia: Conosci un modo di dire, un proverbio o una canzone legati alle campane? Nonno Angelo: Ricordo il modo di dire “Sordo come una campana”, e una famosa canzone sulle campane, “Fra Martino campanaro”. __________________________________________ Studente intervistatore F. Denis Dati relativi all’intervistato Cognome: Giachetti nome: Giulia Età 70 Residente a Minerbe (VR) Ha trascorso la maggior parte della sua vita nel Comune di Minerbe Professione esercitata: sarta La persona intervistata è la nonna dello studente La persona che ho intervistato per il progetto “Campane e campanili” è Giachetti Giulia, mia nonna.

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Mia nonna ha trascorso la maggior parte della sua vita nel comune di Minerbe, e ha fatto molti lavori, tra cui la confezionista, in particolare cuciva pantaloni e maglioni. La sua vita non è stata facile, ma un momento sicuramente felice, per lei, è stato il giorno in cui si è sposata con mio nonno, Aldo Baldin, che purtroppo oggi non c‟è più: la nonna ricorda ancora le campane che suonavano quando loro due, novelli sposi, sono usciti dalla chiesa. La nonna mi raccontato che le campane suonavano a mezzogiorno per indicare che era ora di pranzo, poi quando bisognava riunirsi in chiesa, la domenica, e qualche volta suonavano anche in caso di allarme, per avvertire che c‟era un pericolo e bisognava andare a ripararsi nei rifugi. Infine mi ha riferito un proverbio sulle campane, che dice: “Suono a mezzogiorno, le mescole le va attorno”. ___________________________________________ Studente intervistatore F. Giulio Dati relativi all’intervistato Cognome: Fracaro nome: Elisa Età 70 Residente a Trebaseleghe (PD) Ha trascorso la maggior parte della sua vita nel Comune di Trebaseleghe Professione esercitata: sarta La persona intervistata è una parente dello studente Giulio: Mi potresti aiutare ad approfondire l‟argomento “campane”? Ho saputo che in passato le campane avevano un ruolo importante per una comunità… Sig.a Elisa: Mi ricordo quando alla domenica le campane del paese suonavano per chiamarci a Messa. Prima di andare in chiesa indossavo il mio abito migliore. Giulio: C‟è qualche momento o episodio della tua vita legato alle campane? Sig.a Elisa: Quando sento il suono delle campane ripenso al loro suono per avvisarci che stavano arrivando gli aerei bombardieri. Giulio: Ricordi un modo di dire, o una canzone popolare, o un proverbio legati alle campane? Sig.a Elisa: Mi viene in mente la canzone “Fra Martino campanaro”.

___________________________________ Studente intervistatore G. Hamza Dati relativi all’intervistato Cognome: Chiavegato nome: Annalisa Età: 68 Residente a Minerbe (VR) Ha trascorso la maggior parte della sua vita a Minerbe Professione esercitata: sarta La persona intervistata è un’amica di famiglia dello studente Hamza: A scuola ci hanno detto che le campane hanno avuto un ruolo importante nella vita delle comunità contadine del passato, e questo vale anche per il nostro paese: mi può aiutare ad approfondire questo argomento sulla base dei suoi ricordi di ragazza o di quanto le raccontavano i suoi genitori o i suoi nonni?

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Sig.a Annalisa: Ai giorni nostri le campane suonano più tardi che ai miei tempi. Le campane cominciavano a suonare alle 6 di mattina e le ultime si sentivano dalle 8.30 fino alle 9.00 di sera. L‟Ave Maria indicava la prima Messa. Da bambina riuscivo a conoscere le persone che andavano in chiesa soltanto dai rumore dei loro passi. La cosa che mi è rimasta più impressa è che mio padre, ogni mattina, veniva nella mia stanza e mi bagnava gli occhi con l'acqua benedetta e mi faceva il segno della croce, e così faceva con le mie tre sorelle. Mi ricordo che una campana si era guastata e un ricco signore di Minerbe, a sue spese, l'aveva sostituita. Io ho avuto anche l'occasione di ammirare le persone che fabbricavano le campane, e devo dire che sono dei veri maestri d'arte. Mentre queste persone lavorano sono proprio da guardare: appassionerebbero qualsiasi persona, soltanto per l'impegno, l'amore e la maestria che ci mettono. Credo che questo lavoro ormai non esista più, o comunque che sia molto raro. Un'altra differenza: oggi le campane sono spesso suonate elettronicamente, mentre in passato erano suonate a corda, a mani nude, e a volte anche dai ragazzini, che si divertivano tantissimo. Aggiungo infine che, secondo me, il suono delle campane di Minerbe è più armonioso e piacevole di quello di altre chiese che ho sentito. Hamza: Provi a completare questa frase: “Quando sento il suono delle campane ripenso a …”. Sig.a Annalisa: Quanto sento il suono delle campane ripenso a diverse cose, sia piacevoli che spiacevoli, in base agli eventi che mi sono successi. Mi viene in mente, anche, che ora le campane richiamano molte iniziative e occasioni: si trovano più motivi per suonare le campane. Hamza: Ricorda un modo di dire, un proverbio, una canzone sulle campane? Sig.a Annalisa: Un modo di dire locale che conosco, legato alle campane, è "Quando suona il campanone il padrone ti butta sul burrone"; ricordo poi che esisteva una canzone popolare, "Le campane di San Giusto", e un proverbio, "Il campanaro per niente suona le campane".

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Studente intervistatore L. Alessia Dati relativi all’intervistato Cognome: Bersani nome: Remigio Età: 64 Residente a Roverchiara(VR) Ha trascorso la maggior parte della sua vita a Roverchiaretta (VR) Professione esercitata: falegname/artigiano La persona intervistata è il nonno materno della studentessa Alessia: Nonno, ricordi un fatto curioso legato alle campane?

Nonno Remigio: Ricordo che, quando ci fu il terremoto in Friuli Venezia-Giulia, nel 1976, il campanile dalla scossa si spostò e fece suonare la campana più grande.

Alessia: Prova a completare questa frase: “Quando sento il suono delle campane ripenso a …”

Nonno Remigio: Ripenso ad un giorno di festa, come il mio matrimonio.

Alessia: Conosci un modo di dire, un proverbio, una canzone popolare sulle campane?

Nonno Remigio: Una canzone che ricordo è “Fra Martino campanaro”, poi i seguenti proverbi: “Per giudicare meglio bisogna sentire tutte le campane” e “ Si vive bene all‟ombra del campanile”. __________________________________________

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Studente intervistatore L. Alessia Dati relativi all’intervistato Cognome: Meneghetti nome: Angelica Età: 64 Residente a Roverchiara(VR) Ha trascorso la maggior parte della sua vita a Roverchiaretta (VR) Professione esercitata: casalinga La persona intervistata è la nonna materna della studentessa Alessia: Nonna, ho saputo le campane hanno avuto un ruolo importante nella vita delle comunità rurali: mi racconti quello che sai su questo tema? Nonna Angelica: In passato, prima della Messa o di una cerimonia, le campane suonavano il „segno‟, cioè suonavano un‟ora prima, 30 minuti prima e 15 minuti prima della celebrazione. Alessia: C‟è qualche momento o episodio della tua vita legato alle campane? Nonna Angelica: Mi ricordo quando io e le mie sorelle, al mattino, ci svegliavamo insieme e spalancavamo le finestre per sentire il suono melodioso che emettevano le campane. Spesso i vicini di casa, i maestri e i conoscenti chiamavano me e le mie sorelle “le campanare”, perché eravamo figlie di un suonatore di campane. __________________________________________ Studente intervistatore L. Alessia Dati relativi all’intervistato Cognome: Meneghetti nome: Virgilio Età: 87 Residente a Albaredo d’Adige(VR) Ha trascorso la maggior parte della sua vita a Presina (VR) Professione esercitata: operaio ed ex-“campanaro” La persona intervistata è il bisnonno paterno della studentessa Alessia: Potresti aiutarmi ad approfondire un tema che ci è stato proposto a scuola? Si tratta dell‟importanza delle campane per le comunità contadine del passato… Bisnonno Virgilio: Le campane servivano ad avvisare la popolazione in caso di calamità e temporali burrascosi, e a ricordare l‟orario delle Messe. Le campane suonavano anche verso le 5 del mattino e le 7 di sera per recitare l‟Ave Maria. Alessia: Prova a completare questa frase: “Quando sento il suono delle campane penso a …” Bisnonno Virgilio: Se è un giorno festivo e le campane sono „allegre‟ penso che è ora di andare a Messa, mentre se le campane sono „tristi‟ ripenso al funerale di mia moglie. Alessia: Conosci un detto o una canzone sulle campane? Bisnonno Virgilio: Una canzone no, ma ricordo i seguenti proverbi: “Non si sentono le campane piccole quando suonano le grandi” e “Quando i vecchi prendono moglie, le campane suonano a morte”. Alessia: Un‟ultima domanda. So che sei stato campanaro: mi racconti qualche “curiosità” relativa a questo mestiere?

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Bisnonno Virgilio: Con le campane si possono suonare delle melodie. Ad ogni campana corrisponde una nota musicale. Per comporre una melodia i campanari non seguono un pentagramma, come si fa per gli altri strumenti, ma devono leggere una tabella in cui sono segnati i numeri delle campane che devono essere suonate secondo un ordine che determina la canzone. La stanza dove ci sono le corde che collegano le campane di solito è piccola e molto stretta. Nei campanili più grandi, oltre ai campanari, c‟è una persona che “chiama” i numeri della tabella: una specie di direttore d‟orchestra. ___________________________________ Studente intervistatore M. Elia Dati relativi all’intervistato Cognome: Bolcato nome: Adelina Età: over 80 Residente a Dueville (VI) Ha trascorso la maggior parte della sua vita nel Comune di Zevio(VR) Professione esercitata: avvocato penalista La persona intervistata è una passante Questa signora, da me incontrata nella via Ponterotto delle Bernardine, nella frazione Pilastro di Bonavigo, ha “più di 80 anni” ed è originaria del paese di Zevio in Verona. Per cercare fortuna si è trasferita a Dueville (VI), dove ha intrapreso la professione di avvocato penalista e dove ha conosciuto il suo amore, Giammarco. Ora vi racconterò la storia di questa semplice ma grande signora. Elia: Nell‟ambito del progetto “Campane e campanili” attivato dalla mia scuola, la mia classe si è impegnata ad approfondire il tema dell‟importanza delle campane nella vita delle comunità rurali del recente passato: saprebbe darmi qualche informazione a proposito, sulla base dei suoi ricordi di ragazza? Sig.aBolcato: A Zevio il tintinnio delle campane era molto frequente: ad ogni festività, ad ogni ora, per matrimoni, per lutti si sentiva questo squillante rumore. Uno dei flashback più ricorrenti tra i ricordi del mio passato riguarda tre lunghi e dolorosi giorni di un settembre ormai molto lontano: la mia adorata piantagione di mele era stata inzuppata e distrutta da una continua, scrosciante pioggia. Pensavo alle bellissime estati passate a raccogliere i frutti, quando finalmente, un mattino, vidi un debole raggio di luce. “I tempi bui sono finiti, andiamo sul campanile!”, disse la voce di mio padre che, oltre ad essere un agricoltore, era il famoso “campanaro” del paese. A piedi nudi, con addosso il pigiama di lana, corsi con lui lungo la strada sterrata. Quando arrivammo alla chiesa, mio padre sfondò la porta perché si era dimenticato il mazzo di chiavi sul tavolo di legno. Niente ci avrebbe fermato: bisognava gioire per il miracolo. Quando fummo in cima, vidi il triste spettacolo dei campi guastati dal fango. Mio padre mi prese in braccio, mi attaccai con forza al cordone della campana e suonai all‟impazzata. Vidi tutto il paese aprire le finestre e riprendere coraggio. Elia: A cosa pensa quando sente il suono delle campane? Sig.aBolcato: Il suono delle campane ridesta in me un ricordo, un‟emozione semplice ma intensa. Dopo la cerimonia della domenica mattina, che si svolgeva alle 5:00 perché era l‟unico orario disponibile per ricevere la Comunione, correvo con mia mamma Domenica e mio papà Ermenegildo a comprare un cabarè di dolcetti dal pasticciere. Quello era sempre un momento speciale perché, quando scoccavano le 7:00 e le campane diffondevano un suono soave, Guido, il pasticciere, mi regalava un bignè con panna e cioccolato. Allo scoccare del mezzogiorno si pranzava: il menù tipico di casa mia era “risoto col tastasal, pearà, carne e codeghin”. La mia vita -come quella di tutti- era scandita dal suono delle campane”.

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Elia: Ricorda un proverbio, una canzone, o un fatto curioso legati alle campane? Sig.aBolcato: I proverbi che mi affiorano alla mente sono molti, però voglio citarne uno che risale alla mia giovinezza: era domenica e staccavo i frutti dai filari di meli della mia famiglia, da sola perché nessuno voleva aiutarmi. Mio papà stava guardando, se non erro, la Mille Miglia: Tazio Nuvolari aveva battuto Vorzi, Achille Vorzi. Quando suonò il rintocco delle 16:00 si presentò alla finestra chiamandomi a gran voce: “Ehi Adelina, i lavori di festa vanno fuori dalla finestra, soprattutto se ci sono le campane a festa”. E subito dopo lanciò sul muro di casa la bandiera trionfante dell‟Alfa Romeo. _______________________________ Studente intervistatore S. Stefano Dati relativi all’intervistato Cognome: Zanuso nome: Rita Età 72 Residente a Minerbe (VR) Ha trascorso la maggior parte della sua vita nel Comune di Minerbe Professione esercitata: operaia La persona intervistata è la nonna dello studente Stefano: Nonna, a scuola ci hanno detto che le campane hanno avuto un ruolo importante nella vita delle comunità contadine del passato: mi puoi aiutare ad approfondire questo argomento? Nonna Rita: Le campane, anche nella mia gioventù, venivano suonate per scandire le ore e per segnalare quando cominciavano le Messe. In base al loro suono si sapeva se c‟era un funerale o un Battesimo. Esse, infine, dicevano ai nostri mariti quando era l‟ora di pranzare, di tornare dalle campagne. Stefano:Prova a completare questa frase: “Quando sento il suono delle campane penso a …” Nonna Rita:Quando sento il suono delle campane ripenso alla mia giovinezza, e al catechismo, che una volta durava quasi tutto il giorno. I nostri genitori non vedevano l‟ora che quel giorno arrivasse, perché c‟era “una bocca in meno da sfamare”. Spesso, mentre si aspettava l‟arrivo del prete, il campanaro ci faceva provare a suonare le campane. Stefano: Ricordi un modo di dire o un proverbio legati alle campane? Nonna Rita: L‟unico proverbio sulle campane che ricordo è “Non si sentono le campane piccole perché suonano quelle grandi”. ____________________________________________ Studente intervistatore S. Stefano Dati relativi all’intervistato Cognome: Trivelin nome: Lidia Età 62 Residente a Presina di Albaredo d’Adige (VR) Ha trascorso la maggior parte della sua vita a Presina Professione esercitata: casalinga e calzolaia La persona intervistata è la nonna dello studente Stefano: Nonna, puoi raccontarmi qualcosa sulle campane e sulla funzione che avevano in passato? Nonna Lidia: Le campane, a quanto mi ricordo, suonavano più spesso e più intensamente; suonavano soprattutto per indicare l‟inizio della Messa e le ore, per segnalare lutti e nascite, come allarme, e in particolare per le festività.

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Stefano: Ricordi qualche episodio in particolare legato al suono delle campane? Nonna Lidia: Mi raccontavano che alla fine della Seconda guerra mondiale le campane suonarono per tutto il giorno. Stefano: Conosci un proverbio sulle campane? Nonna Lidia: Mi ricordo: “A cattivo consiglio campana di legno”. _________________________________ Studente intervistatore S. Eva Dati relativi all’intervistato Cognome: Setti nome: Giovanni Età: 48 Residente a Minerbe (VR) Ha trascorso la maggior parte della sua vita nel Comune di Revere (MN) Professione esercitata: commerciante L’intervistato è il padre della studentessa Eva: Papà, mi sai dire qualcosa sull‟argomento “campane”, magari ripensando a quando eri bambino, o a quello che ti raccontavano i tuoi genitori o i tuoi nonni? Papà: Quando andavo a suonare le campane da giovane, con i miei fratelli, ci davamo il turno per attaccarci a quella lunghissima corda che ti lasciava appeso in aria per pochi secondi all'altezza di tre o quattro metri. Noi andavamo a suonarle soprattutto di domenica, trenta minuti oppure quindici minuti prima della Santa Messa. Mio nonno mi raccontava che molti anni prima che io nascessi c'era una persona incaricata di suonare le campane in caso di straripamento del Po. Eva: Prova a completare questa frase: “Quando sento il suono delle campane penso a …” Papà: Quando sento il suono delle campane ripenso alla mia infanzia, e mi viene in mente che un giorno per poco non mi strozzavo con la corda che si usava per tirare le campane, che si era arrotolata attorno al mio corpo; questo all'età di 5 o 6 anni (era la prima volta che andavo a suonare le campane, con il mio fratello più grande). Eva: Conosci un detto, un proverbio sulle campane? Papà: Un modo di dire che mi ricordo... sarà banale ma è vero: "Sei stonato come una campana"! _________________________________ Studente intervistatore Z. Alex Dati relativi all’intervistato: Cognome: Zapparoli nome: Giancarlo Età: 82 Residente a Cerea (VR) Ha trascorso la maggior parte della sua vita a Cerea Professione esercitata: negoziante L’intervistato è il nonno dello studente Alex: Nonno, hai qualche ricordo legato alle campane o al campanile del tuo paese?

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Nonno Giancarlo: Sì, mi ricordo che quando ero ragazzo una parte di Cerea ora occupata da case era piena di campi e in questi campi si giocava a pallone, o correvamo in bici e guardavamo il campanile che si vedeva benissimo da quei campi. Alex: Quando senti il suono delle campane ripensi a … Nonno Giancarlo: Quando mi sono sposato (il giorno più bello della mia vita) con tua nonna Giuseppina (che quel giorno era no bella, di più) sentivo le campane suonare mentre entravo nella chiesa tutto contento. Alex: Ricordi un modo di dire o una canzone popolare legati alle campane? Nonno Giancarlo: Sì, sulle campane mi ricordo “Fra Martino campanaro”, che è un classico tra le canzoni sulle campane, poi non mi viene in mente altro. _____________________________________ Studente intervistatore Z. Diletta Dati relativi all’intervistato Cognome: Ambrosi nome: Augusto Residente a Minerbe (VR) Ha trascorso la maggior parte della sua vita a Minerbe Professione attuale: pensionato La persona intervistata è il nonno della studentessa Diletta: A scuola ci hanno detto che le campane hanno avuto un ruolo importante nella vita delle comunità contadine del passato: mi puoi aiutare ad approfondire questo argomento sulla base dei tuoi ricordi di ragazzo o di quanto ti raccontavano i tuoi genitori? Nonno: Le campane annunciavano feste, matrimoni, lutti, incendi, temporali. Suonavano di domenica e di sabato; tutti i giorni il campanaro, alle 5:00 della mattina, le suonava per annunciare l‟Ave Maria. Diletta: Prova a completare questa frase: “Quando sento il suono delle campane ripenso a …” Nonno: Nel „47 andai in Francia da mio fratello: là non suonavano le campane e io mi sentivo come abbandonato. Dopo tre mesi tornai in Italia e, per la prima volta dopo tanto tempo, ascoltai di nuovo il suono angelico delle campane: mi si riempì il cuore di gioia, e avrei voluto mettermi a gridare e a ballare per le strade come facevo una volta, da bambino. Diletta: Ricordi una canzone, un modo di dire, un proverbio che riguardano le campane? Nonno: Mi ricordo ancora delle canzoncine che noi bambini cantavamo sempre, come

• “Fra Martino Campanaro”; • “Din-don, le campane de Bovolon”

e mi ricordo anche alcuni detti, ad esempio • “Te si sordo come una campana”; • “Te si stonà come una campana”.

Diletta: Nonno, vuoi aggiungere qualcosa? Nonno: Spero che la tradizione di suonare le campane, almeno nei paesi di campagna come il nostro, non venga abbandonata, perché anche le generazioni future possano cogliere il vero significato del suono delle campane, che per ognuno di noi rimane speciale.

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INTERVISTE DEGLI STUDENTI DELLA CLASSE 3°C Intervista di Laura alla sig.ra Adriana Baccati

1- Durante la sua infanzia il suono delle campane era ritenuto importante dalla gente? Perché? Sì molto, infatti le campane suonavano quando moriva una persona e venivano chiamate campane a morto; a martello quando c‟era un‟ incendio; alla domenica che venivano suonate da più persone ; poi c‟era la campana che veniva suonata in tempo di quaresima detta “racola “;a Pasqua in questo giorno veniva fatto un concerto di campane; poi ogni giorno alle cinque della mattina le campane suonavano l‟Ave Maria ed anche alle sette di sera , quando le persone tornavano dal lavoro; infine si suonavano nelle processioni e quando si festeggiava il Santo patrono del paese.

2- Ricorda qualche avvenimento triste o gioioso che venne preceduto o seguito dal suono delle campane? Vuole raccontarcelo? Una volta una contrada prese fuoco così le campane suonarono a martello e tutta la gente andò a soccorrere le persone che erano in quel luogo e nell‟incendio purtroppo morì una persona.

3-Conosce qualche detto popolare o proverbio che riguardi le campane e i campanili? Sì molti: - Suon di campana non caccia cornacchia, – A cattivo consiglio campana di legno. – A sentire una campana sola si giudica male. – Quando la campana ha suonato è inutile dir di no . – Una campana fa un comune. – Non si sente le campane piccole quando suonano le grandi. – San Geminiano dalle belle torri e dalle campane, gli uomini brutti e le donne befane. – Il campanile non migliora la cornacchia. – Si vive bene all‟ombra del campanile.

Intervista di Giorgia al sig. Albertino Zenatello

1. Durante la sua infanzia il suono delle campane era ritenuto importante per la gente? Perché? Sì, per la gente era molto importante il suono delle campane perché scandivano lo scorrere del tempo a dal loro suono era possibile capire se ciò che volevano esprimere erano episodi tristi oppure felici. Poi le campane suonavano anche quando il tempo cambiava oppure se c‟era un incendio così tutti accorrevano a spegnere il fuoco.

2. Ricorda qualche avvenimento triste o gioioso che venne preceduto o seguito dal suono delle campane? Vuole raccontarcelo? Io ricordo che quando i miei genitori andavano al lavoro nei campi mi raccontavano che le campane suonavano al momento della pausa e quando si doveva riprendere il lavoro, ricordo anche che io riconoscevo l‟ora per andare a scuola quando sentivo il suono festoso e incalzante delle campane.

3. Conosce qualche detto popolare o proverbio che riguardi le campane e i campanili? Si conosco un proverbio sulle campane:” Non si sentono le campane piccole quando suonano quelle grandi”.

Intervista di Gloria alla nonna sig.ra Elena da Como

1. Durante la sua infanzia il suono delle campane era ritenuto importante per la gente? Perché? Sì, perché quando ad esempio era mezzogiorno si sentivano le campane che facevano 12 rintocchi e tutti i contadini smettevano di lavorare e tornavano a casa a mangiare.

2. Ricorda qualche avvenimento triste o gioioso che venne preceduto o seguito dal suono delle campane? Vuole raccontarcelo? Sì, quando c‟erano matrimoni, cresime, battesimi e comunioni le campane suonavano in modo allegro; invece quando c‟erano i funerali le campane suonavano in modo triste e in modo differente se la persona defunta era un maschio o una femmina.

3. Conosce qualche detto popolare o proverbio che riguardi le campane e i campanili? Sì, quando era mezzogiorno gli anziani dicevano: “Ecco la benedizione dei cucchiai!”.

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Intervista di Luiza alla sig.ra Olga Morelli

1. Durante la sua infanzia, il suono delle campane, era ritenuto importante per la gente? Perché?

Si, molto. Perché la gente si orientava in base ad esso.

2 Ricorda qualche avvenimento triste e gioioso che venne preceduto o seguito dal suono delle

campane? Vuole raccontarcelo?

Certo. Le campane suonavano quotidianamente per la messa. Poi suonavano nel mese di maggio

quando la gente si recava al cosiddetto “fioretto” (Rosario), suonavano tristemente durante i

funerali, in prossimità di un incendio, durante i temporali con suoni tetri e cupi eppure diversi e

ben distinti tra loro, per questo la gente intuiva ogni volta di che avvenimento si trattava. Le

campane suonavano per il popolo anche all‟andata e al ritorno dai campi in cui la gente lavorava.

Suonavano anche durante le processioni e a volte, i campanari, commettevano involontariamente

piccoli errori che, oggigiorno, non percepiamo più grazie al meccanismo automatico. Infine, le

campane suonavano festose a Pasqua, dopo tre giorni di “silenzio” nel periodo della morte di Gesù

Cristo; suonavano per la risurrezione e tutti, compresi bambini e anziani, erano pieni di gioia la

domenica di Pasqua.

3 Conosce qualche detto popolare o proverbio che riguardi le campane dei campanili?

No, non ne ricordo nessuno.

Intervista di Elia al nonno, signor Sergio Costale

1.Durante la sua infanzia, il suono delle campane era ritenuto importante per la gente? Perché?

Sì il suono delle campane era importante, perché annunciavano un evento gioioso o triste, si

sapeva l‟orario perché una volta non c‟erano molti orologi.

2.Ricorda qualche avvenimento triste o gioioso che venne preceduto o seguito dal suono delle

campane? Vuole raccontarlo?

Gli eventi purtroppo che mi ricordo sono tristi, nella mia vita ho avuto molte perdite famigliari.

3.Conosce qualche detto popolare o proverbio che riguardi le campane e i campanili?

Quando si sente una campana suonare vuol dire che qualcuno ha tirato la corda. Quando la campana ha suonato è inutile dir di no. Quando suonano le campane grandi, non sentono quelle piccole.

Intervista di Riccardo al signor Francesco Muzzolon

1) Durante la sua infanzia il suono delle campane era ritenuto importante per la gente? perché’? Era ritenuto importantissimo, perché‟ segnava le ore della giornata. Suonava nelle grandi festività.

2) Ricorda qualche avvenimento triste o gioioso che venne preceduto o eseguito dal suono delle campane. Vuole raccontarlo?

Ricordano avvenimenti gioiosi: Natale, Pasqua, patrono del paese, fine della guerra, ecc…oppure avvenimenti tristi: morte dei cari, arrivo di grandi temporali.

3) Conosce qualche detto popolare o proverbio che riguardi le campane?

Non suona le campane se qualcuno non le tira.(cioè le campane non suonano se qualcuno non le tira)

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SUONO ANTICO DI CAMPANE

STUDENTI CLASSI PRIME

1. Fatti raccontare dai nonni o da un anziano che conosci un avvenimento particolarmente grave o gioioso per il paese che fu preceduto o seguito dal suono delle campane. Mediante l‟utilizzo di una o più tecniche di arte e immagine (uso di pennarelli, penne e matite colorate, colori a tempera e a cera, ritagli di carta e cartoncini colorati, ritagli di giornali/riviste….) disegna l‟episodio.

2. .Spiega in breve il significato del tuo disegno, indicando il nome del paese o della chiesa dove accadde l‟episodio.

Classe 1°A: I DISEGNI

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I SIGNIFICATI

Ho disegnato la chiesa di Caselle di Pressana. Il nonno mi ha raccontato che una volta il suono

delle campane avvertiva l‟arrivo dei temporali affinché i contadini e le altre persone avessero

il tempo di tornare alle loro abitazioni. Inoltre le campane suonavano e suonano ancora a festa

alla nascita di un bambino e a lutto quando una persona muore, con un battito diverso per

indicare se sia un uomo o una donna. Erica

Nel mese di giugno del 1997, a causa di una tromba d‟aria, la cuspide del campanile di Boschi

San Marco cadde sul sagrato della chiesa senza causare danni a persone. Le campane tuttavia

suonarono trenta minuti dopo l‟accaduto, alle ore 15.30. Lo spavento in paese fu assai grande.

Nicole

Mia nonna Laura mi ha raccontato un brutto evento. Quando aveva circa la mia età, sentì

suonare le campane. Quel suono era un segnale che stava per arrivare una tempesta. Iniziò a

grandinare e in pochi minuti sembrò che fosse giunto l‟inverno: le strade, i campi e gli alberi

erano ricoperti di bianco. Quella tempesta durò quasi un‟ora ma per fortuna non successe

nulla di grave alle persone, ai campi e alle cose. Ana

Ritorno a casa del quadro della Madonna delle Grazie. Abito nella piccola frazione di Boschi San

Marco, che conta meno di cinquecento abitanti. Da noi le campane suonano a festa per i

matrimoni e le Sante Messe e poi suonano un rintocco triste quando muore un paesano. Mia

nonna mi ha raccontato che nel passato è successo un fatto davvero clamoroso: il quadro della

Madonna delle Grazie, rubato dalla chiesa il 15 gennaio 1973, fu recuperato il 23 settembre

1978, evento trasmesso anche alla televisione. La gioia del parroco don Francesco per il

ritrovamento dell‟immagine della patrona fu tale da volerla condividere con tutto il paese

facendo suonare le campane per un‟intera giornata. Il 15 ottobre successivo, davanti alla chiesa

di Porto di Legnago, il quadro fu riconsegnato alla pietà dei fedeli: la sacra immagine, posta su

di un carro, fu trasportata in corteo fino a Boschi San Marco, dove fu accolta dal suono delle

campane, dallo sparo di mortaretti e dal suono della banda musicale. La festa terminò con la

celebrazione della Santa Messa e per l‟occasione fu allestito un altare all‟esterno della chiesa.

Giulia

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Nel 1973 a Boschi San Marco fu rubato il quadro della Madonna delle Grazie. Fu ritrovato

dalla polizia alcuni anni dopo. Per il ritorno dell‟opera, le campane suonarono a lungo e in

paese si fece una grande festa. Nicole

Un tempo quando si avvicinava il temporale, il suono delle campane avvertiva il paese

dell‟arrivo della grandine. Le persone bruciavano i ramoscelli d‟ulivo per pregare il Signore

chiedendogli di proteggere le loro cose e i loro campi dalla grandine. Ida

Nel mio disegno rappresento i due rintocchi di campana, che una volta erano suonati a

martello dalla chiesa di San Zenone di Minerbe per avvertire i vigili del fuoco che c‟era

bisogno del loro intervento per un incendio. Mia nonna Antonietta, nel riferirmi di tale

tradizione, mi ha detto che tale chiesa fu costruita nel 1075 in onore di San Zeno vescovo,

giunto a Minerbe per distruggere il mito pagano della dea Minerva e il tempio a lei dedicato.

Benedetta

Il 25 aprile 1945 l‟Italia fu liberata dai tedeschi e per l‟intera giornata suonarono le campane in

segno di festa. Fabio

Ho disegnato le campane che suonano per avvertire i cittadini del pericolo di un‟alluvione

mentre imperversa una tempesta. Linda

Mio nonno Giuseppe mi ha raccontato che tanti anni fa alla vista di un brutto temporale che

minacciava l‟arrivo della grandine, venivano suonate le campane della chiesa per invocare Dio

di far passare la burrasca senza danni alle coltivazioni dei campi. Obinna

Una volta le campane suonavano per scandire le ore e avvisare i fedeli dell‟inizio della

S.Messa. Matteo

In ogni momento, giorno e notte il rumore degli aerei ricordava che non c‟era pace…La

Seconda Guerra Mondiale aveva ridotto l‟Italia a uno scenario d‟insicurezza e di fame…Poi un

giorno successe qualcosa d‟inatteso e meraviglioso: il fragore dei motori fu seguito dal suono a

martello delle campane del duomo di Cologna Veneta. Era come se gli angeli avessero

annunciato la pace. La guerra era finita. Alessandro

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Classe 1°B: I DISEGNI

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I SIGNIFICATI Mia nonna mi ha raccontato che nel giorno del suo matrimonio, nella chiesa di Sabbion di

Cologna Veneta, la squadra dei campanari eseguì diverse melodie festose, al suo arrivo in

chiesa e al termine della cerimonia, tanto da riempirle di gioia il cuore. Anna

Ho disegnato il matrimonio dei miei nonni nella chiesa di san Lorenzo di Minerbe: le campane

suonarono così forte da essere udite pure nei paesi vicini. Michele

Il mio bisnonno, durante la seconda guerra mondiale, aveva circa la mia età e abitava a

Pressana. In tale periodo c‟era molta devastazione nei paesi, non si mangiava a sufficienza e i

lutti colpivano molte famiglie: il mio bisnonno perse il papà e uno zio. Al termine della guerra

le campane del paese suonarono all‟impazzata per la felicità delle persone. Andrea

Nella chiesa di san Lorenzo a Minerbe si è svolta la mia prima Comunione: al termine della

cerimonia, nell‟uscire dalla chiesa, le campane cominciarono a suonarono a festa. Alessia

Ho disegnato le nozze di una coppia nella chiesa di san Lorenzo a Minerbe. Giulia

Ho disegnato l‟albero di Natale perché in occasione di questa festa liturgica si suonano le

campane. Chiara

Ho ricopiato una foto del matrimonio dei miei genitori, il giorno più bello della loro vita che

fu allietato dal suono di campane. La chiesa era abbellita da molti fiori e una croce dominava il

presbiterio. Per l‟occasione mio papà vestiva in modo elegante, la mamma era molto bella con

il suo giovane viso avvolto da un velo bianco mentre il prete era tutto intento a celebrare il

rito. Federico

Ho rappresentato le nozze di una coppia. Il rito nuziale in chiesa, che conferma l‟amore tra gli

sposi, è accompagnato dal suono delle campane. Valeria

Ho disegnato una chiesa col suo campanile: già si ode il suono delle campane. Alice

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Classe 1°C: I DISEGNI

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I SIGNIFICATI

Una volta, a Bellicourt, in Francia un compagno di classe di mia nonna Claudine incendiò la

fattoria di suo papà per farsi notare dagli amici e qualcuno corse in chiesa a suonare le

campane per avvisare la gente del pericolo. Catherine

Nel 1968 nella città di Vicenza hanno suonato le campane per avvertire la popolazione che il

fiume Bacchiglione stava tracimando. Giulia

La nonna mi ha raccontato un evento memorabile che fu accompagnato dal suono di campane:

la morte di papa Giovanni Paolo II. All‟annuncio della morte del Santo Padre le campane della

basilica di San Pietro a Roma suonarono per tre volte. Col mio disegno della basilica dei papi

ho voluto trasmettere un messaggio di speranza: da un evento doloroso, quale la morte di tale

straordinaria persona, può derivare un insegnamento di vita per tutti. Angela

Ho disegnato un avvenimento storico importante: la fine della seconda guerra mondiale. Mio

nonno, che aveva sei anni, ricorda che gli americani regalarono ai bambini caramelle e pezzi di

cioccolato lanciandoli dai loro camion mentre le campane della chiesa di San Lorenzo di

Minerbe suonarono per ore e ore. Giulia

Il 23 aprile 1945 furono distrutti tutti gli edifici pubblici di Bonavigo: il municipio, la scuola

elementare, l‟asilo e la canonica. La chiesa parrocchiale di San Giovanni Battistarimase

semidistrutta e fu completamente abbattuta alla fine della guerra. Aveva resistito solo il

campanile, ma quando il 24 aprile due tedeschi vi salirono con una mitragliatrice e

cominciarono a sparare sugli anglo-americani che stavano per passare il fiume, il campanile fu

preso a cannonate. I colpi produssero uno squarcio di alcuni metri tra la cuspide e la zona di

alloggiamento delle campane. Zeno

Nel mio disegno ho descritto il momento in cui i due novelli sposi escono dalla chiesa salutati

dal suono festoso delle campane. Cristian

In questo disegno ho rappresentato un rito funebre in chiesa, durante il quale le campane

battono dei rintocchi cupi in segno di lutto. Diego

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Sul mio foglio da disegno ho incollato alcune foto che ricordano un avvenimento gioioso del

1998: l‟incontro di Giovanni Paolo II con il Presidente cubano Fidel Castro durante un viaggio

apostolico del papa a Cuba.

Tale visita segnò importanti novità per la comunità cristiana locale. Dopo decenni di

proibizioni e di controlli del regime, i cattolici cubani poterono professare liberamente la loro

fede e per la felicità si fece festa e si suonarono le campane.

Lesly

Mia nonna Antonietta, da bambina, ha sentito le campane suonare a lungo e con un forte

rintocco in occasione di un incendio nel magazzino del suo paese che conteneva il grano di

molte famiglie. Al suono di tale segnale, tutti accorsero sul posto con i secchi in mano,

compresi gli anziani e i bambini. I recipienti, riempiti d‟acqua alla fontana del paese,

passarono di mano in mano fino agli uomini più forti che li rovesciarono sul fuoco. Dopo tre

ore l‟incendio fu spento e le campane suonarono a festa. Martina

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Ringraziamenti

Al Gruppo Campanari di Minerbe che ha guidato gli studenti della scuola primaria e

secondaria di I grado di Minerbe nelle visite al campanile di Minerbe e Santa Lucia;

Al prof. Armando Bolan che ha messo a disposizione della scuola sia le sue competenze

fotografiche (sue le foto dei campanili di Minerbe e del territorio circostante inserite nel

fascicolo) che musicali fornendo un contributo conoscitivo sui suoni delle campane nelle

comunità rurali raccolte nel saggio “ Il suono delle campane nelle comunità contadine

pubblicato all‟interno del I volume di “Mondo contadino” di Dino Coltro, Arsenale

editrice,1982;

Al parroco di San Zenone, Don Luciano, che ha accolto gli alunni di classe III B della scuola

primaria di Minerbe nella visita del campanile di San Zenone;

All‟Ing. Tullio Ferrari che ha dato la sua disponibilità a ripercorrere con gli alunni fasi e

momenti della costruzione del campanile di San Zenone di cui è stato il progettista;

Al signor Giovanni Rossi che ha acconsentito a condividere con la scuola tutte le sue

conoscenze sui fatti e sugli avvenimenti che hanno portato alla costruzione del campanile

di San Zenone;

Alla prof.ssa Antonella Manzardo che ha accompagnato gli studenti sia nel percorso

conoscitivo sulle campane sia nella visita fino alla cella campanaria del campanile di

Minerbe. Sue le foto presenti nel fascicolo che documentano l‟esperienza svolta;

A tutte le persone che si sono lasciate intervistare dagli studenti della prof.ssa Marta

Quinzan e della prof.ssa Serena Giacometti che ha poi raccolto con creatività il notevole

patrimonio di fatti, di ricordi e di sentimenti acquisito da anziani, nonni, zii, conoscenti e

parenti vari;

Alla prof.ssa Ornella Princivalle che con i suoi studenti ha dato rilievo al campanile e alle

campane di Minerbe, riuscendo a riportare alla luce modi di vita ed usanze del nostro

recente passato :

Al prof. Giovanni Morin per aver trovato il modo sia di coinvolgere tutti gli studenti in

relazione alla loro età e ai loro interessi sia di valorizzare tutte le chiese e i campanili dei

loro paesi di provenienza;

Alla prof.ssa Giovanna Guerra per l‟intervista realizzata con i suoi studenti alla signora

Zanon, restauratrice degli affreschi della chiesetta di Santa Lucia di Minerbe

Alle ins.ti Laura Nalin, Mariarosa Frattini e Simonetta Visentin per il loro viaggio tra i

campanili di Minerbe ;

All‟ins.te Rosa Danese per il duplice impegno svolto: per l‟omaggio al suo paese, San

Zenone, avendone ricostruita la storia del campanile, sia per l‟impulso al lavoro

“comunitario” che ha portato alla realizzazione del presente fascicolo.