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Camera dei Deputati 449 Senato della Repubblica xiv legislatura disegni di legge e relazioni documenti La città di Cosenza e la sua provincia sono state caratterizzate da un processo di revisione organizzati- va delle cosche, che ha evidenziato la ripresa del controllo mafioso sull'area e, dunque, l'estensione dell'egemonia sulle attività legali ed illegali ivi esercitate. Le acquisi- zioni investigative, infatti, hanno consentito di rilevare l'esistenza e l'operatività di un "locale" sorto nel capoluogo con competenza provinciale. Tale organismo verti- cistico è risultato composto dai clan dominanti di Cosenza e pro- vincia. Una delle principali attività di tale nuovo aggregato è stata quella dell'usura, avvalendosi, per- altro, delle complicità di settori del mondo bancario locale. La 'ndrangheta è ormai proietta- ta a gestire lucrosi introiti prove- nienti anche dai lavori di ammo- dernamento della tratta autostra- dale Salerno-Reggio Calabria. L'analisi degli eventi delittuosi ha confermato la frammentarietà del panorama criminale cosentino e l'interazione delle compagini locali anche con gruppi operanti nelle regioni limitrofe. La situazione della 'ndrangheta cosentina può essere così sintetizzata: capoluogo: si è registrata la supremazia del cartello "Ci- cero-Perna-Ruà", variamente articolato che, nonostante la detenzione dei boss, ha opera- to attraverso gregari emergenti. Si è opposto un solido gruppo denominato "gli zingari" che ha rinsaldato i rapporti tra il gruppo nomade di Cosenza e Cassano e l'agguerrito clan "Bruni" della stessa città; risul- tati in contrapposizione, quin- di, con quelli denominati "gli italiani". È da tempo che il gruppo nomade di Cosenza si è costituito in una vera e propria consorteria mafiosa, mutuando dai gruppi storici locali regole, comportamenti e finalità. area tirrenica: hanno conti- nuato ad essere presenti le cosche "Muto" di Cetraro, "Stummo-Valente" di Scalea, "Serpa-Martello-Scofano" di Paola e Fuscaldo, "Gentile" di Amantea, "Femia" di Santa Maria del Cedro, "Tundis- Calvano" di San Lucido quale referente della cosca "Perna- Cicero". In questa area la ten- sione tra le organizzazioni mafiose si è mantenuta comun- que ad alti livelli, a causa dei conflitti in atto per ristabilire gli assetti che sono stati alterati dall'azione repressiva delle Forze di polizia. sibaritide e comprensorio di Rossano: è stata caratterizzata da una instabilità dovuta alla precarietà degli equilibri crimi- nali, derivanti sia dalla mancan- za di autorevoli leadership sia dal succedersi di numerose atti- vità repressive. In particolare, dopo gli arresti di Morfò Salvatore e Acri Nicola, princi- pali esponenti della criminalità di Rossano, sono emerse nuove figure tese a un graduale pro- cesso di stabilizzazione. Nella Piana di Sibari sono risultati operativi esponenti della comu- CALABRIA Ministero dell’Interno - Relazione al Parlamento - anno 2004 dei Carabinieri nell'ambito di indagine convenzionalmente denominata "Mithos" condotta nei confronti della cosca "Gallace-Novella", hanno arrestato 67 persone, responsabili di associazione di tipo mafioso, traffico di sostanze stupefacenti ed estorsione. 6 ottobre Provincia di Catanzaro - Militari dell'Arma dei Carabinieri hanno arrestato 11 persone, responsabili di associa- zione per delinquere finalizzata allo spaccio di sostanze stupefa- centi ed alla commissione di rapine in danno di uffici postali. 16 ottobre Catanzaro - Personale della Polizia di Stato ha esegui- to, nei confronti di 3 persone, un'ordinanza di custodia cautelare in carcere per i reati di tentata estorsione, in concorso, commes- sa per agevolare l'organizzazione criminale di stampo mafioso denominata "Cosca dei gaglianesi" operante in Catanzaro. 19 novembre Amaroni (CZ) e Girifalco(CZ) - Militari dell'Arma dei Carabinieri hanno eseguito 8 ordinanze di custo- dia cautelare in carcere a carico di altrettante persone per aver, al fine di trarne profitto, favorito la permanenza di extracomu- nitari privi di permesso di soggiorno ed in condizioni di illega- lità nel territorio italiano impiegandoli alle proprie dipendenze. 9 dicembre Cropani (CZ e Cutro (KR) - Militari dell'Arma dei Carabinieri, a conclusione di complessa ed articolata attività investigativa, traevano in arresto 4 persone, tutte appartenenti e/o contigue alla criminalità organizzata di tipo mafioso cala- brese ('ndrangheta) costituitasi come cosca "Arena-Dragone- Trapasso", perché ritenuti responsabili dei reati di estorsione aggravata con modalità di tipo mafioso.

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xiv legislatura — disegni di legge e relazioni — documenti

La città di Cosenza e la sua provinciasono state caratterizzate da unprocesso di revisione organizzati-va delle cosche, che ha evidenziatola ripresa del controllo mafiososull'area e, dunque, l'estensionedell'egemonia sulle attività legalied illegali ivi esercitate. Le acquisi-zioni investigative, infatti, hannoconsentito di rilevare l'esistenza el'operatività di un "locale" sortonel capoluogo con competenzaprovinciale. Tale organismo verti-cistico è risultato composto daiclan dominanti di Cosenza e pro-vincia. Una delle principali attivitàdi tale nuovo aggregato è stataquella dell'usura, avvalendosi, per-altro, delle complicità di settori delmondo bancario locale.

La 'ndrangheta è ormai proietta-ta a gestire lucrosi introiti prove-nienti anche dai lavori di ammo-dernamento della tratta autostra-dale Salerno-Reggio Calabria.

L'analisi degli eventi delittuosi haconfermato la frammentarietà delpanorama criminale cosentino el'interazione delle compagini locali

anche con gruppi operanti nelleregioni limitrofe. La situazionedella 'ndrangheta cosentina puòessere così sintetizzata:

• capoluogo: si è registrata lasupremazia del cartello "Ci-cero-Perna-Ruà", variamentearticolato che, nonostante ladetenzione dei boss, ha opera-to attraverso gregari emergenti.Si è opposto un solido gruppodenominato "gli zingari" cheha rinsaldato i rapporti tra ilgruppo nomade di Cosenza eCassano e l'agguerrito clan"Bruni" della stessa città; risul-tati in contrapposizione, quin-di, con quelli denominati "gliitaliani". È da tempo che ilgruppo nomade di Cosenza si ècostituito in una vera e propriaconsorteria mafiosa, mutuandodai gruppi storici locali regole,comportamenti e finalità.

• area tirrenica: hanno conti-nuato ad essere presenti lecosche "Muto" di Cetraro,"Stummo-Valente" di Scalea,"Serpa-Martello-Scofano" di

Paola e Fuscaldo, "Gentile" diAmantea, "Femia" di SantaMaria del Cedro, "Tundis-Calvano" di San Lucido qualereferente della cosca "Perna-Cicero". In questa area la ten-sione tra le organizzazionimafiose si è mantenuta comun-que ad alti livelli, a causa deiconflitti in atto per ristabilire gliassetti che sono stati alteratidall'azione repressiva delleForze di polizia.

• sibaritide e comprensorio diRossano: è stata caratterizzatada una instabilità dovuta allaprecarietà degli equilibri crimi-nali, derivanti sia dalla mancan-za di autorevoli leadership siadal succedersi di numerose atti-vità repressive. In particolare,dopo gli arresti di MorfòSalvatore e Acri Nicola, princi-pali esponenti della criminalitàdi Rossano, sono emerse nuovefigure tese a un graduale pro-cesso di stabilizzazione. NellaPiana di Sibari sono risultatioperativi esponenti della comu-

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Ministero dell’Interno - Relazione al Parlamento - aanno 2004

dei Carabinieri nell'ambito di indagine convenzionalmentedenominata "Mithos" condotta nei confronti della cosca"Gallace-Novella", hanno arrestato 67 persone, responsabili diassociazione di tipo mafioso, traffico di sostanze stupefacentied estorsione.

6 ottobre Provincia di Catanzaro - Militari dell'Arma deiCarabinieri hanno arrestato 11 persone, responsabili di associa-zione per delinquere finalizzata allo spaccio di sostanze stupefa-centi ed alla commissione di rapine in danno di uffici postali.

16 ottobre Catanzaro - Personale della Polizia di Stato ha esegui-to, nei confronti di 3 persone, un'ordinanza di custodia cautelarein carcere per i reati di tentata estorsione, in concorso, commes-sa per agevolare l'organizzazione criminale di stampo mafiosodenominata "Cosca dei gaglianesi" operante in Catanzaro.

19 novembre Amaroni (CZ) e Girifalco(CZ) - Militaridell'Arma dei Carabinieri hanno eseguito 8 ordinanze di custo-dia cautelare in carcere a carico di altrettante persone per aver,al fine di trarne profitto, favorito la permanenza di extracomu-nitari privi di permesso di soggiorno ed in condizioni di illega-lità nel territorio italiano impiegandoli alle proprie dipendenze.

9 dicembre Cropani (CZ e Cutro (KR) - Militari dell'Arma deiCarabinieri, a conclusione di complessa ed articolata attivitàinvestigativa, traevano in arresto 4 persone, tutte appartenentie/o contigue alla criminalità organizzata di tipo mafioso cala-brese ('ndrangheta) costituitasi come cosca "Arena-Dragone-Trapasso", perché ritenuti responsabili dei reati di estorsioneaggravata con modalità di tipo mafioso.

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nità nomade (famigliaAbbruzzese di Cassano alloIonio) in contrasto con alcunigruppi locali. Tale situazione hacreato una fase di incertezzanegli equilibri della zona.L'omicidio di Antonio Be-vilacqua, legato alla cosca degli"Abbruzzese-Pepe" di Lauro-poli, ha rappresentato l'epilogodella guerra tra i predetti e lacosca contrapposta "Faillace-Portoraro-Forastefa-no" per ilcontrollo del mercato degli stu-pefacenti, considerato l'attivitàpiù remunerativa della malavitacassanese che ha visto il picco-lo centro tra i più attivi dell'in-tera provincia.

Per quanto riguarda il compren-sorio coriglianese, si è registrata l'e-gemonia del clan facente capo aiCarelli, guidato da Perri Natale e daAzzaro Rocco, che ha stretto inte-se operative con la famiglia no-made stanziale degli Abbruzzese.

Nella zona di Castrovillari, dopol'uscita di scena di Di Dieco An-tonio, ha assunto una posizione divertice Esposito Antonello.

I gruppi cosentini hanno manife-stato particolare interesse nei setto-ri delle estorsioni, dell'usura e delnarcotraffico (tale settore, in parti-colare quello della cocaina e dell'e-roina, è stato controllato e gestitoda personaggi gravitanti nella cri-minalità organizzata cosentina e daesponenti della comunità nomadeinsediatasi in Cosenza ed inCassano allo Jonio), mentre solo

alcune cosche hanno esercitato ilcontrollo delle attività connessealla pesca ed alla commercializza-zione dei prodotti ittici nelle zonedi Paola e Scalea e la gestione deivideo-poker..

È da segnalare l'infiltrazione dellecosche cosentine nel settore deipubblici appalti, attraverso lagestione di alcune imprese aggiudi-catarie o con il ricorso al sistemadei sub-appalti e delle fornituremediante il controllo delle ditteinteressate.

Per quanto concerne il fenome-no estorsivo, la cui statistica restainfluenzata dalla percezione dellageneralità degli operatori economi-ci quale "costo di produzione" ocome sorta di assicurazione, hasegnato un sensibile decremento.Gli estorsori, appartengono sia allacriminalità organizzata sia a quellacomune; quest'ultimi, in maggio-ranza, sono tossicodipendenti chespesso non esitano ad estorcerepiccole somme a chiunque, familia-ri compresi. Inoltre, specie nelcapoluogo, si evidenzia la partico-lare forma di estorsione, appan-naggio di elementi della comunitàROM, consistente nel furto di vei-coli e nella successiva richiesta didenaro al proprietario per la resti-tuzione del bene asportato.

In tutta la provincia sono statiperpetrati reati contro il patrimo-nio, in particolare rapine, estorsio-ni (con la tecnica del "cavallo diritorno"), furti di bestiame a scopoestorsivo o per alimentare il circui-to della macellazione clandestina.

Soprattutto nella piana di Sibari, lemanifestazioni di criminalità ruralesi sono concretizzate, sovente, inattentati e danneggiamenti di strut-ture agricole. Di particolare rilievoè risultato anche il coinvolgimentodi minorenni in reati predatori,nelle estorsioni e nelle connesseforme di intimidazione.

Il fenomeno delle rapine havisto, poi, lo spostamento dell'at-tenzione della malavita dagli obiet-tivi tradizionali comportanti mag-giori rischi ad altri più facilmenteaggredibili quali le tabaccherie, idistributori di carburante, le far-macie, i piccoli supermercati e, inqualche caso, le abitazioni.

Nella provincia di Cosenzahanno operato anche gruppi cri-minali albanesi attivi nel settoredegli stupefacenti, delle armi e nelfavoreggiamento dell'immigrazio-ne clandestina e nel connessosfruttamento, sistematico ed orga-nizzato, di persone originariedell'Est-Europa e del Nord-Africa.

Quest'ultima attività ha consen-tito alla criminalità locale, attraver-so un rapporto di mutua collabo-razione con gli albanesi, di ottene-re armi e droga in cambio dellagestione dello sfruttamento dellaprostituzione.

Nel mese di aprile 2004, ilMinistro dell'Interno ha dispostol'accesso ispettivo, per sospetteinfiltrazioni mafiose, presso ilcomune di Cassano allo Ionio.

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La criminalità organizzata ope-rante nel crotonese ha mostrato unaspiccata propensione ad agire incontesti territoriali extra-regionalied extra-nazionali, facendo ricorsoanche a metodologie aggressive.Essa ha continuato a manifestareun particolare interesse nel trafficointernazionale di sostanze stupefa-centi, condiviso anche con le omo-loghe consorterie del reggino. Inparticolare, questo settore illecito èrisultato così fiorente, al punto cheIsola di Capo Rizzuto è risultataessere fra i principali centri di“distribuzione” di narcotici, ingrado di rifornire anche la limitro-fa provincia di Catanzaro.

Le ‘ndrine crotonesi hanno con-fermato contatti con elementi

della malavita internazionale edella criminalità organizzatapugliese. Ciò con il precipuoscopo di alimentare l’approvvigio-namento di eroina e cocaina diprovenienza albanese.

Hanno operato con tecnicheimprenditoriali sempre più all’a-vanguardia ed hanno investito nelsettore edile, condizionando ilmercato e l’imprenditoria grazie alricorso alla forza intimidatrice.

La realtà criminale del luogo si èespressa pure con atti di condizio-namento e di intimidazione adamministratori pubblici. Le coschedi maggiore spessore e meglioorganizzate si sono infiltrate nelsistema dei pubblici appalti, crean-do le condizioni per riciclare i pro-

venti derivanti dalle attività illecite.D’altronde, gli interessi criminali

in questo settore sono aumentatiin vista degli stanziamenti deifondi previsti per la realizzazionedi importanti opere pubblichesoprattutto in alcuni comuni dellaprovincia. Nello specifico sonostati attivati i lavori di bonifica del-l’area del petrolchimico.

Nel capoluogo la situazione cri-minale è risultata stabile, stante ilpredominio incontrastato dellacosca “Ciampà-Vrenna-Bonaven-tura” alla quale sono risultati colle-gati i “Megna” di Papanice, attivinel traffico di stupefacenti e nelleestorsioni.

Le zone di Isola di Capo Rizzutoe Cutro sono state teatro di preca-

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20 gennaio Provincia di Cosenza e comuni limitrofi - Militari dellaGuardia di Finanza hanno tratto in arresto, in esecuzione diordinanze di custodia cautelare emesse dalla locale A.G. n. 9persone responsabili di traffico di sostanze stupefacenti. Nelcorso del servizio notificati analoghe ordinanze nei confronti din. 2 corresponsabili già detenuti e provvedimenti dell'obbligo didimora a carico di altri n. 6 soggetti. Sequestrati gr. 6 di mari-juana e gr. 2,850 di hashish con notizia di reato per un respon-sabile.

8 marzo Provincia di Cosenza e Roma, "Operazione Twister" -Militari della Guardia di Finanza hanno tratto in arresto, in col-laborazione con l'Arma dei Carabinieri, 18 persone responsabi-li di usura, riciclaggio ed estorsione. Nel corso del servizio inol-trata notizia di reato nei confronti di n. 5 corresponsabili e sot-toposti a sequestro n. 18 attività commerciali, beni immobili edisponibilità finanziarie per un valore complessivo pari ad €30.000.000,00.

13 maggio Cosenza - Operazione "Emergentia" - Personale dellaPolizia di Stato ha tratto in arresto, in esecuzione di un provve-dimento restrittivo emesso dal GIP presso il Tribunale diCastrovillari (Cs), 2 cittadini italiani ritenuti responsabili diassociazione per delinquere finalizzata al favoreggiamento esfruttamento della prostituzione in pregiudizio di giovanidonne ucraine.

27 maggio Provincia di Cosenza - Militari dell'Arma deiCarabinieri nell'ambito dell'operazione denominata "Godfather"hanno arrestato 22 affiliati al clan "Muto", responsabili di asso-ciazione di tipo mafioso finalizzata alla commissione di estor-sioni, usura, traffico di sostanze stupefacenti, nonché al con-trollo delle forniture di materiale impiegato in appalti pubblici.

6 settembre Cosenza - Cetraro (CS) - Rende (CS) - SpezzanoPiccolo (CS) - Bonifati (CS) - Cerzeto (CS) - Bisignano (CS) -Lamezia Terme (CZ) - Scalea (CS) - Spezzano Sila (CS) -Belvedere Marittimo (CS) - Mendicino (CS) - Zanica (BG) - SanNicola Arcella (CS) - Castiglione Cosentino (CS) - Gioia Tauro(RC) - San Marco Argentano (CS) - San Pietro in Guarano (CS)- Milano - "Operazione Starprice - AAzimut" - Personale della Poliziadi Stato e militari della Guardia di Finanza hanno dato esecu-zione ad una ordinanza di custodia cautelare in carcere emessadal Tribunale di Catanzaro nei confronti di 70 soggetti affiliatial clan "Muto" ritenuti responsabili di associazione mafiosafinalizzata al traffico di stupefacenti e di armi, usura, estorsio-ne, riciclaggio.

28 ottobre Corigliano Calabro (CS) - Militari dell'Arma deiCarabinieri hanno arrestato 5 persone, responsabili di rapina,tentata estorsione, favoreggiamento dell'immigrazione clande-stina e sfruttamento della prostituzione.

Operazioni di maggior rilievo portate a termine dalle Forze di polizia

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ri equilibri tra gli “Arena”, alleaticon i “Dragone-Mannolo”, e lacosca “Grande Aracri”, schierataal fianco dei Nicoscia, con conse-guente appendice omicidiaria;difatti, pur rimanendo gli Arenaun’organizzazione forte edagguerrita, con ingenti capitali adisposizione, le cosche GrandeAracri e Nicoscia si sono rafforza-te notevolmente sia sotto il profilocriminale che economico. All’in-terno di quest’ultimo clan, peral-tro, sarebbero emersi progressiva-mente tentativi, da parte dei grega-ri più importanti, di acquisire ilcontrollo del gruppo e ciò hacostituito un elemento di destabi-lizzazione, acuendo i contrasti edoriginando nuove faide. Infatti, nel2004, si sono registrati numerosifatti di sangue tra cui l’uccisionedel boss Dragone Antonio, che hagenerato una serie di altri omicidi,dando vita ad una vera e propriaguerra tra bande rivali. Tra gli altri,si segnalano l’omicidio di Ciampà

Gaetano (genero del DragoneAntonio), di Nicoscia Pasquale edel boss Arena Carmine, quest’ul-timo eseguito con un bazooka. Ciònonostante, gli Arena hannomostrato la volontà di non perde-re il controllo esercitato sul territo-rio anche perché il boss ArenaNicola, detenuto, fautore di unalinea “morbida”, almeno fino aprima dell’omicidio di CarmineArena, ha potuto ancora contaresu un gruppo capace di sostenereuna mirata reazione.

Nel cirotano è stata registrata laposizione di predominio dellacosca “Farao-Marincola”, che haesteso la propria influenza in tuttala provincia nonché nell’area del-l’alto Ionio cosentino, attiva nelsettore delle estorsioni e del traffi-co delle sostanze stupefacenti. Ciòsarebbe avallato dall’omicidio delreggente del clan, avvenuto aseguito della scarcerazione delcapo-cosca Farao Giuseppe. Sono,altresì, presenti gli “Anania-

Cariati”.Nella Valle del Neto, nel territo-

rio dei comuni di BelvedereSpinello, Rocca di Neto e SantaSeverina si è registrata la presenzadella cosca “Iona”, capeggiata daIona Guirino, detenuto, interessataprevalentemente ai settori delleestorsioni e alla ingerenza in pub-blici appalti e lavori edili in genere.

Inoltre, sono risultati presenti i“Giglio-Levato” a Strongoli (viciniai cirotani), i “Ferrazzo” diMesoraca ed i “Comberiati-Garofalo” di Petilia Policastro, col-legati ai “Grande Aracri”.

Tra i fenomeni criminali mag-giormente diffusi sono state regi-strate attività estorsive ed usuraie,anche con il ricorso ad attentatiincendiari ad autovetture ed eserci-zi commerciali; sono stati riscon-trati, altresì, casi di truffe ai dannidell’Unione europea.

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6 aprile Strongoli (KR) e San Giovanni Valdarno (AR) – Militaridella Guardia di Finanza hanno tratto in arresto, in esecuzione diordinanze di custodia cautelare emesse dall’A.G. di Catanzaro, n.9 persone responsabili di associazione a delinquere di stampomafioso finalizzata all’estorsione ed al traffico di sostanze stupe-facenti. Nel corso del servizio, è stato notificato analogo provve-dimento restrittivo nei confronti di un soggetto già detenuto esequestrati un’impresa edile, un impianto di produzione di calce-struzzo, nonché conti correnti e disponibilità finanziarie.

29 aprile Province di Crotone, Mantova, Varese, Ancona, Parmae Milano – Militari dell’Arma dei Carabinieri hanno arrestato 13persone, responsabili di associazione di tipo mafioso finalizzataalla commissione di omicidi, traffico di sostanze stupefacenti edaltro.

20 luglio Crotone, Catanzaro, Genova, Bologna, Vicenza,Modena, Scalea (CS), Paola (CS) Locri (RC) Sciacca (AG) –Militari della Guardia di Finanza hanno dato esecuzione ad unaordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di 41 sog-

getti collegati alla cosca mafiosa “Vrenna-Ciampà”, ritenutiresponsabili di associazione per delinquere finalizzata al trafficodi sostanze stupefacenti.

21 ottobre Cutro (Kr), Isola di Capo Rizzuto (KR), San Bonifacio(VR), Boretto (RE), Petrona’ (CZ) – seguito operazione “ScaccoMatto” -Personale della Polizia di Stato ha dato esecuzione ad unprovvedimento di ripristino della misura della custodia cautelarein carcere emesso dal Tribunale di Crotone, su richiesta dellaProcura della Repubblica-Direzione Distrettuale Antimafia diCatanzaro nei confronti di 11 soggetti appartenenti alla cosca“Grande Aracri” e “Nicoscia”, tra cui il boss Nicolino GrandeAracri, già detenuto per altra causa, ed il fratello Ernesto, scarce-rato il 18.3.2004 per decorrenza dei termini di custodia cautelare.

25 ottobre Crotone – Militari dell’Arma dei Carabinieri hannotratto in arresto 7 persone ritenute responsabili di associazione ditipo mafioso, estorsioni,porto e detenzione di armi e munizioninonché di omicidi.

4 novembre Strongoli (KR) – Militari dell’Arma dei Carabinieri

Operazioni di maggior rilievo portate a termine dalle Forze di polizia

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hanno tratto in arresto 5 soggetti appartenenti alla cosca Giglioritenuti responsabili del pluriomicidio avvenuto in Strongoli indata 26.02.2000 (c.d. strage di Strongoli) dove furono uccisi trepregiudicati, un anziano pensionato estraneo ai fatti e vi fu ilferimento di due Carabinieri.

20 dicembre Crotone, Isola di Capo Rizzuto (KR) e Catanzaro -Operazione “Emporio” – Personale della Polizia di Stato ha datoesecuzione ad un’ordinanza di custodia cautelare in carcere edegli arresti domiciliari emessa dal G.I.P. presso il localeTribunale, su richiesta della Procura della Repubblica di

Crotone, nei confronti di 13 soggetti.

20 dicembre Cutro (KR) – Militari della Guardia di Finanzahanno accertato, in distinti interventi operati nei confronti di n.2 società con sede in Cutro (KR), operanti nel settore della pro-duzione di prodotti alimentari, l’indebita percezione di contri-buti nazionali per un importo complessivo pari ad €5.442.939,44. Notizia di reato per n. 13 persone responsabili, avario titolo, di truffa aggravata per il conseguimento di eroga-zioni pubbliche, falso, reati fiscali, corruzione e associazione adelinquere.

La criminalità organizzata dellaprovincia reggina è risultata caratte-rizzata da una permanente instabi-lità, dovuta all'elevato numero dindrine locali le quali, sebbene nonsempre collegate fra loro, hannooperato secondo processi decisio-nali unitari finalizzati ad ottimizza-re la gestione dei traffici illeciti.

L'area, quindi, ha attraversatouna delicata fase evolutiva sia per-ché l'arresto di latitanti di spiccoha mutato taluni assetti di verticesia perché altre agguerrite compa-gini hanno manifestato la propen-sione a perseguire strategie espan-sionistiche, allo scopo di penetrareincisivamente nei settori economiciritenuti di maggiore remuneratività.

Tra le espressioni operative piùsignificative della 'ndrangheta reg-gina sono stati riscontrati:• l'intensificazione dei legami con

altre consorterie criminali,soprattutto nei settori del rici-claggio di proventi illeciti (rea-lizzata attraverso sofisticati econsolidati network finanziariinternazionali), del contrabban-do e dei traffici di droga, conso-lidando in quest'ultimo ambitola propria leadership a livellointernazionale;

• le attività connesse alla gestionedegli appalti per l'esecuzione deilavori di opere pubbliche, inragione dei cospicui fondi difinanziamento all'uopo destinati(le forme di intimidazione in pre-giudizio di Amministratori localisono state una spia dei tentatividi infiltrazione nel settore). Gliinteressi dell'organizzazione cri-minale, in particolare, sono statiindirizzati anche sui lavori diammodernamento dell'autostra-da A3 Salerno-Reggio Calabria;

• il coinvolgimento di minorenninelle attività criminose;

• un maggior controllo sulle attivi-tà dei gruppi nomadi, insediatinel Capoluogo e nei maggioricentri della provincia;

• l'importanza nodale assunta dalporto di Gioia Tauro negli scam-bi commerciali dell'area delMediterraneo. Si è registrato unpreoccupante interesse dellecosche della 'ndrangheta anchenel settore del contrabbando diingenti carichi di sigarette. NelPorto è stata censita, malgradol'incisività dell'azione di contra-sto delle Forze di polizia, l'opera-tività della potente cosca"Piromalli-Molè", interessata ad

infiltrarsi nelle attività illecite cheinteressano quel sito (importa-zione di sostanze stupefacenti, diarmi da guerra e contraffazionedi marchi) ed a controllarnequelle lecite;

• l'attività di condizionamentodegli operatori economici attra-verso atti intimidatori che sonostati l'espressione di una piùcapillare attività estorsiva;

• lo smaltimento di rifiuti tossici enocivi, gestendo discariche diqualsivoglia genere.La 'ndrangheta reggina, forte di

una consolidata presenza nel pro-prio territorio, ha esteso e svilup-pato le proprie attività criminalianche in altre aree del territorionazionale ed in contesti transna-zionali.

Essa ha proceduto ad una rior-ganizzazione dei propri assetti perovviare alle possibili espressioni dicollaborazione con la giustizia.

Per quanto concerne i contestigeo-referenziati in cui ha operatola criminalità organizzata reggina,sono stati censiti i tre mandamentiqui di seguito specificati:

• città di Reggio Calabria: sud-diviso in comprensori, ciascu-no dei quali attribuito ad una

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famiglia, ha evidenziato unasituazione d'apparente pariteti-cità fra i locali più rappresenta-tivi che hanno esercitato, inregime di concordata coesi-stenza e secondo logiche spar-titorie consolidate, il loro pote-re criminale, da una parte i"Tegano", "De Stefano" e"Libri" e dall'altra i "Condello"e "Serraino". In particolare, iDe Stefano ed i Tegano hannocontinuato a predominare sul-l'area centro-settentrionale;sono risultate operative, inol-tre, la cosca "Libri", la coscadei "Latella-Ficara" (alla qualeè stato attribuito il controllosui quartieri dell'area meridio-nale), la famiglia "Labate", "LoGiudice", la cosca "Fontana-Saraceno" e la famigliaCondello. In Sambatello, fra-zione a nord di ReggioCalabria, si è registrata la pre-senza della cosca degli"Araniti", con a capo il bossSanto, appartenente all'area diinfluenza dei "De Stefano" edei "Condello".

Il capoluogo, inoltre, è statointeressato da una serie di casi di"lupara bianca" che sarebbero ilsegno di una "ridefinizione" delleposizioni gerarchiche all'interno dialcuni gruppi criminali;

• versante jonico: le dinamichecriminali di quest'area hannoconfermato la leadership deilocali di Platì, San Luca edAfrico, guidati rispettivamentedalle famiglie "Barbaro","Romeo" e "Morabito-Pala-mara-Bruzzaniti", operanti,principalmente, nel settore del

traffico nazionale ed internazio-nale delle sostanze stupefacenti,mentre l'area compresa tra icomuni di Melito di Porto Salvoe Montebello Jonico, ha visto lapresenza della cosca "Iamonte".Questa ha manifestato l'intentodi occupare nell'area di BovaMarina (RC), quegli ambiti ope-rativi creatisi a seguito dell'arre-sto di Morabito Giuseppe,anche mediante il ricorso adazioni intimidatorie. Sono risul-tati presenti, nella Locride, lecosche "Nirta", "Barbaro","Pelle", "Commisso" e"Mazzaferro"; nella zona diMarina di Gioiosa Jonica sonopresenti le cosche "Aquino-Scali", "Mazzaferro-Ierinò" e"Ursino-Macrì"; in San Lucasono altresì presenti i "Giam-paolo" e gli "Strangio", legati aiNirta; in Roccaforte del Greco,S. Lorenzo, Roghudi e Condo-furi è risultata egemone la con-sorteria criminale dei "Mae-sano-Paviglianiti-Pan-gallo";

• versante tirrenico: in questazona, dove sono particolarmenterilevanti gli interessi economiciconnessi all'area portuale di GioiaTauro, si è assistito ad una sorta diequilibrio del sistema mafioso,assicurata dalle consorterie"Piromalli-Molè", "Pesce-Bellocco" e "Alvaro" in strettocollegamento con i Mancuso diVibo Valentia. In tale ambito, iPiromalli-Molè hanno assuntouna posizione di rilievo, stringen-do legami con organizzazioni cri-minali sudamericane, nonché conla camorra e la mafia siciliana.Oltre alle consorterie mafiose

citate, nel comune di Palmi sonorisultati presenti i "Gal-lico", i"Parrello" e "Gagliostro", in rap-porti d'affari con il clan"Romola".Il traffico della droga ha conti-

nuato a rappresentare la più diffusae redditizia attività illecita, anche secondotta al di fuori del territoriod'origine. Gli esponenti locali della'ndrangheta si sono trasferiti anchesulle grandi piazze internazionalidel mercato degli stupefacenti percontrollare i flussi di importazionedella cocaina dai luoghi di produ-zione (Sud America) sino al-l'Europa. Gli utili sono stati poi rin-vestiti nel nord e centro Italia, maancor più, dirottati all'estero nellepiù svariate attività tra le quali l'in-termediazione e gli investimenti neiPaesi dell'Est europeo.

Il pervasivo controllo della'ndrangheta esercitato sul territorioed il monopolio di ogni attività ille-gale non hanno consentito il radi-camento di espressioni criminalicompetitive, anche di matrice stra-niera. Tuttavia, non è da escludereche gruppi di immigrati venganoutilizzati dalle cosche per mericompiti esecutivi e comunque mar-ginali.

Nel mese di marzo 2004, ilMinistro dell'Interno ha dispostol'accesso ispettivo, per sospetteinfiltrazioni mafiose, presso ilcomune di Calanna. Nel mese diagosto 2004 è stato disposto ilmedesimo provvedimento per icomuni di San Roberto eSant'Alessio, mentre nel mese disettembre 2004 per la ComunitàMontana Versante dello Stretto.

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CALABRIA

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CALABRIA

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Operazioni di maggior rilievo portate a termine dalle Forze di polizia

12 gennaio Gioia Tauro (RC) - Militari della Guardia diFinanza, in collaborazione con i funzionari della locale Dogana,hanno sottoposto a sequestro, presso il locale porto, Kg.18.5800 di sigarette recanti il marchio di fabbrica contraffato,rinvenuti all'interno di n. 2 containers provenienti dal Pireo(Grecia) e destinati a Bar (Montenegro).

11 febbraio Reggio Calabria, Roma, Milano, Como, Brescia,Torino, Pisa, Pistoia, Prato, Parma, Caserta, Potenza - opera-zione "Zappa". Personale della Polizia di Stato ha eseguitoun'ordinanza di custodia cautelare in carcere e di sottoposizio-ne agli arresti domiciliari nei confronti di 44 soggetti, emessadal G.I.P. presso il Tribunale di Reggio Calabria, su richiestadella locale Procura Distrettuale Antimafia. Nel complesso,sono stati tratti in arresto 27 soggetti, mentre 4 sono stati sot-toposti agli arresti domiciliari. Tutti i soggetti, ritenuti respon-sabili di associazione per delinquere finalizzata al traffico inter-nazionale di sostanze stupefacenti, armi ed esplosivi, omicidio,vendita, cessione, detenzione e trasporto di sostanze stupefa-centi, appartengono alle cosche mafiose dei "Maesano-Pangallo-Pavaglianiti" egemone nei "locali" di S. Lorenzo,Roghudi e Condofuri e a quella dei "Sergi-Marando" egemonenel "locale" di Platì. Nel corso delle indagini sono emerse lerotte di approvvigionamento e di trasporto delle sostanze stu-pefacenti, che riguardano numerose regioni dell'Italia, Spagna,Francia, Marocco, Stati Uniti, Colombia, Perù, Ecuador eVenezuela.

18 febbraio Reggio Calabria - Militari dell'Arma dei Carabinierihanno localizzato ed arrestato - in un casolare abbandonato sitoin una zona isolata della località "Santa Venera" - MorabitoGiuseppe, inserito nell'elenco dei "30" latitanti più pericolosi.

22 febbraio Reggio Calabria - Personale della Polizia di Stato hatratto in arresto Orazio De Stefano (cl.1959), elemento di ver-tice dell'omonima cosca ed inserito nel Programma Speciale dei30 latitanti più pericolosi.

27 febbraio Taurianova (RC) - Operazione "Taurus" - Personaledella Polizia di Stato ha tratto in arresto, come disposto conordine di carcerazione emessa dalla Procura Generale di ReggioCalabria, 5 soggetti ritenuti responsabili di associazione di stam-po mafioso finalizzata alla commissione di omicidi, tentati omi-cidi sequestro di persona ai fini dell'estorsione, porto e deten-zioni di armi ed altri delitti; fatti commessi nella faida svoltasinegli anni 1988-1989 tra i clan "Fazzalari, Zagari, Viola,Asciutto, Neri, Grimaldi".

17 marzo Reggio Calabria, Roma e Matera - Militari dell'Armadei Carabinieri nell'ambito dell'operazione "Manighia 2", hannoarrestato 10 affiliati alla cosca Jerinò, responsabili di associazio-ne per delinquere di tipo mafioso, finalizzata alla commissione

di rapine, estorsioni, detenzione e porto illegale di armi comu-ni, da guerra e materiale esplodente, nonché di truffa in dannodell'INPS ed altro.

19 marzo Monasterace (RC)- Militari dell'Arma dei Carabinieri,a conclusione dell'indagine "Campagna cave 2004", hanno deferi-to 7 persone, tra cui tre affiliati al sodalizio mafioso "Ruga-Metastasio-Loiero", operante nelle province di Reggio Calabriae Catanzaro, responsabili di aver:

* abbandonato e smaltito, in maniera incontrollata, rifiuti peri-colosi, immettendoli nelle acque di un torrente;

* realizzato una discarica non autorizzata in un terreno deldemanio fluviale;

* costruito abusivamente tre fabbricati e due impianti per ilcontenimento del cemento;

* condotto la citata attività produttiva in assenza di autorizza-zione regionale.

Nel corso dell'operazione, è stata sequestrata l'intera area - este-sa circa 50.000 mq - per un valore di circa 1.700.000,00 €.

5 maggio Polistena (RC), Cinquefrondi (RC), Catanzaro eFeroleto Antico (CZ) - Personale della Polizia di Stato ha datoesecuzione ad un'ordinanza di custodia cautelare in carcere,emessa dal G.I.P. presso il Tribunale di Reggio Calabria, neiconfronti di 9 soggetti (di cui 4 già detenuti) ed agli arrestidomiciliari per un altro soggetto, appartenenti al clan "Petullà"operante nel territorio di Cinquefrondi, poiché responsabili diassociazione di tipo mafioso, estorsione aggravata e continuata,danneggiamento mediante incendio e corruzione in atti d'uffi-cio. Contestualmente sono stati sequestrati 4 automezzi pesan-ti. L'operazione ha consentito di acclarare l'operatività dellaconsorteria sopra citata nel settore degli appalti pubblici.L'organizzazione, infatti, imponeva tangenti, nella misura del7% sull'importo complessivo previsto nei bandi di gara, adimprese aggiudicatrici di lavori pubblici.

1 giugno Reggio Calabria, Messina, Roma e Treviso - Militaridell'Arma dei Carabinieri, hanno arrestato 31 persone, respon-sabili di associazione per delinquere finalizzata allo spaccio disostanze stupefacenti ed alla rapina.

5 giugno Reggio Calabria, Melito di Porto Salvo (RC) - Militaridella Guardia di Finanza hanno tratto in arresto 9 personeresponsabili di associazione per delinquere di stampo mafiosofinalizzata al traffico di armi e materiale esplodente. Notificatianaloghi provvedimenti restrittivi nei confronti di n. 2 soggettigià detenuti ed inoltrata notizia di reato per n. 5 corresponsabi-li, di cui n. 3 sottoposti a fermo di p.g.. Nel corso del servizio,sequestrati, in varie località della provincia di Reggio Calabria,Kg. 106 di esplosivo tipo tritolo e 500 gr. di plastico, un'auto-

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CALABRIA

Nella provincia di Vibo Valentiahanno agito diverse cosche, tra lequali spicca la famiglia “Mancuso”di Limbadi. Essa ha rivestito unruolo di primo piano nell’interaregione, con propaggini a livellonazionale ed internazionale. Lacosca ha esercitato la propria lea-dership nell’intera provincia vibo-nese, mediante la gestione direttadelle aree territoriali di Limbadi,Nicotera, Vibo Marina e Tropea equella decentrata del restante terri-torio per il tramite delle cosche“Mantino-Tripodi”, “Fiarè” di SanGregorio, “Anello-Fiumara” diFiladelfia, “Vallelunga” di Serra S.Bruno, “Pititto” di San Giovanni

di Mileto e “Accorinti-Fiam-mingo” di Zungri. I Mancuso han-no mantenuto, inoltre, forti legamicon il clan “Piromalli-Molè” diGioia Tauro (RC) e la famiglia“Bellocco” di Rosarno (RC). Han-no intessuto rapporti con altrisodalizi attivi nelle province diCatanzaro, di Cosenza, di Crotone(gruppo “Arena” di Isola di CapoRizzuto), di Lamezia Terme e dialtre parti del territorio nazionale(Lombardia, Piemonte, EmiliaRomagna e Toscana). Il citatosodalizio, inoltre, si è ritagliatoampi spazi di operatività nei setto-ri del traffico nazionale ed interna-zionale degli stupefacenti ed ha

esteso i propri interessi anche alsettore del turismo internazionale.

Tuttavia, sono state registratetensioni sia all’interno della fami-glia, sia con cosche un tempoalleate ed oggi concorrenti. Lafamiglia “Lo Bianco”, desiderosadi affrancarsi dalle recenti posizio-ni subiettive e di recuperare unruolo significativo, ha assunto unaposizione di rilievo nella gestionedell’attività usuraia e nella infiltra-zione nell’economia legale.

L’influenza dei Mancuso si è evi-denziata anche nel settore dei lavo-ri pubblici aggiudicati medianteappalti; ciò ha attribuito loro i con-notati tipici di una formazione

vettura, valuta comunitaria e titoli.

21 luglio Reggio Calabria, Calanna (RC), Sant' Alessio d'Aspromonte(RC), Villa San Giovanni (RC), San Roberto (RC), Campo Calabro(RC), Sambatello (RC), Centello (CN), Settimo Torinese (TO),Torino - Operazione "Cage" - Personale della Polizia unitamen-te a militari dell'Arma dei Carabinieri ha dato esecuzione ad unprovvedimento cautelare emessa dal G.I.P. distrettuale diReggio Calabria, scaturito a seguito di attività info-investigativadella DIA di Torino e Reggio Calabria. Sono stati colpiti 24 sog-getti ritenuti responsabili, a vario titolo, di aver promosso edorganizzato un'associazione di tipo mafioso denominata cosca"Greco", federata alla cosca "Araniti" di Sambatello (RC),facente parte dello schieramento del sodalizio reggino dei "DeStefano". L'associazione si è avvalsa della forza intimidatriceper acquisire in modo diretto ed indiretto la gestione o, comun-que, il controllo di attività economiche ed in particolar modoappalti pubblici, per procurare voti a persone di fiducia dellacosca in occasione delle consultazioni elettorali svoltesi nelmaggio 2003 nel comune di Calanna (RC), ostacolando il libe-ro esercizio del voto. Inoltre, la predetta cosca si è avvalsa delladisponibilità di numerose armi da fuoco di vario tipo e del rela-tivo munizionamento. I soggetti colpiti da custodia cautelare incarcere sono 7, tra i quali l'attuale capo cosca Giuseppe Greco(cl. 1960) ed il capo storico Francesco Greco (cl. 1930); 8 per-sone sono state sottoposte agli arresti domiciliari, mentre 9sono state raggiunte da avvisi di garanzia. Tra i destinatari deiprovvedimenti risultano coinvolti diversi amministratori pub-blici di alcuni comuni reggini di varia estrazione politica.

5 agosto Reggio Calabria - Militari dell'Arma dei Carabinierihanno fatto irruzione in un appartamento, ove hanno localiz-zato ed arrestato il latitante Tegano Pasquale, capo della cosca"Tegano-De Stefano", inserito nell'elenco dei 30 latitanti piùpericolosi, colpito da numerosi provvedimenti restrittivi peromicidio, associazione di tipo mafioso, detenzione di armi,estorsione ed altro.

26 agosto Gioia Tauro (RC) - Militari della Guardia di Finanzahanno sottoposto a sequestro, presso il locale porto, Kg. 25.180di t.l.e., di contrabbando rinvenuti occultati, sotto carico dicopertura costituito da sacchi di carbone, all'interno di n. 3 con-tainers provenienti dagli Emirati Arabi Uniti e documentalmen-te destinati in Libano.

3 settembre Reggio Calabria - Personale della D.I.A., coadiu-vato da militari dell'Arma dei Carabinieri, ha tratto in arresto 6persone nell'ambito dell'operazione "Olimpia 3" in quantoresponsabili di associazione per delinquere, omicidio estorsioneed altro e ritenute affiliate alla cosca Condello.

6 dicembre Rosarno (RC) - Militari della Guardia di Finanzahanno accertato, nei confronti di n. 2 società cooperative consedi in Varapodio (RC) e Rosarno (RC), operanti nel settoredella produzione e vendita di agrumi, l'indebita percezione dicontributi comunitari per un importo complessivo pari ad €4.907186,15. Notizia di reato per n. 11 persone responsabili, avario titolo, di truffa aggravata per il conseguimento di eroga-zioni pubbliche, falso e associazione a delinquere.

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mafiosa ad elevata vocazione eco-nomico-finanziaria.

È stato registrato un persistentefenomeno di infiltrazioni da partedella criminalità mafiosa all’inter-no delle Amministrazioni comu-

nali, che in taluni casi hanno patito“condizionamenti”, di diversogenere, nella gestioni delle attività.

Le altre organizzazioni criminalipresenti nella provincia sono statequelle di :

- “Bonavota” e “Petrolo” nellazona di Stefanaconi;

- “Cracolici-Manco” e“Fiumara” nella zona di Pizzo;

- “Gallace-Loielo” nella zonadelle Serre Calabre.

CALABRIA

Ministero dell’Interno - Relazione al Parlamento - aanno 2004

28 gennaio Regioni Calabria, Lombardia, Emilia Romagna,Campania, Lazio, Liguria, Piemonte e Toscana – Colombia,Australia, Olanda, Spagna e Francia – Militari dell’Arma deiCarabinieri, unitamente alle Forze di Polizia di diversi Paesi stra-nieri, hanno dato esecuzione a 112 ordinanze di custodia caute-lare in carcere emesse dal G.I.P. del Tribunale di Catanzaro neiconfronti di altrettanti indagati, per associazione finalizzata alnarcotraffico ed altri reati, con il contestuale sequestro di benimobili ed immobili, disposto dalla locale Direzione DistrettualeAntimafia, per un valore complessivo di decine di milioni dieuro. I provvedimenti restrittivi sono scaturiti dalle indaginicondotte su un’articolata struttura criminale di matrice ‘ndran-ghetista, capace di movimentare ingentissimi quantitativi dicocaina tra il Sud America (Colombia e Venezuela), l’Europa(Italia, Francia, Spagna, Olanda e Germania), l’Africa (Togo) el’Australia.

26 marzo Joppolo (VV) – operazione “Dinasty” – Nel prosie-guo della citata operazione, personale della Polizia di Stato, inesecuzione dell’ordinanza di custodia cautelare in carcere, hatratto in arresto il latitante Agostino Silverio, appartenente allacosca “Mancuso”, poiché ritenuto responsabile di associazionedi tipo mafioso, produzione e traffico di sostanze stupefacenti,detenzione illegale di armi ed altro. Nella circostanza, sono statearrestate 4 persone, tutte affiliate al clan “Mancuso”, per averfavorito lo stato di latitanza del Silverio. Un altro soggetto èstato deferito all’A.G. in stato di libertà.

4 aprile Vibo Valentia – Militari dell’Arma dei Carabinieri, nel-l’ambito delle indagini che hanno già portato al deferimento di17 persone responsabili di falsità ideologica in atti pubblici,

sostituzione di persona, ricettazione, truffa e associazione perdelinquere, hanno arrestato, in collaborazione con militari dellaGuardia di Finanza, 7 pregiudicati, appartenenti alla ‘ndrinaBonavota, operante in Vibo Valentia, responsabili dei suddettireati e deferito altre 16 persone.

11 maggio Vibo Valentia e varie località della provincia –Militari della Guardia di Finanza hanno sottoposto a sequestro,aziende, beni mobili ed immobili per un valore complessivopari ad euro 973.248,14 nella disponibilità di 7 persone sospet-tate di appartenere ad un sodalizio criminale di stampo mafio-so.

17 maggio Province di Vibo Valentia, Milano, Treviso, Arezzo,Perugia e Catania – Militari dell’Arma dei Carabinieri hannoarrestato 21 persone, responsabili di traffico di sostanze stupe-facenti e detenzione illegale di armi da guerra.

1 dicembre Vibo Valentia – Militari dell’Arma dei Carabinieri,a conclusione dell’indagine denominata “Super Botta”, hannoarrestato 5 pregiudicati, responsabili di detenzione e spaccio disostanze stupefacenti, detenzione di armi e rapina.

24 novembre Vibo Valentia, Nicotera (VV), Parghelia (VV),Seregno (MI) – Personale della Polizia di Stato ha dato esecu-zione a 5 ordinanze di custodia cautelare in carcere ed 1 agliarresti domiciliari, emesse dal G.I.P. presso il Tribunale di ViboValentia nei confronti di Antonio Mancuso, capo dell’omonimoclan, già agli arresti domiciliari e rinviato a giudizio nell’ambitodel processo originato dall’operazione “Dinasty”, ed altri 3 sog-getti, ritenuti responsabili a vario titolo dei reati di estorsione,detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti, nonché deten-zione illegale di armi da fuoco e munizioni.

Operazioni di maggior rilievo portate a termine dalle Forze di polizia

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PAGINA BIANCA

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Camera dei Deputati — 459 — Senato della Repubblica

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PAGINA BIANCA

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Camera dei Deputati — 461 — Senato della Repubblica

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SICILIA

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Le dinamiche della criminalitàorganizzata siciliana sono state

fortemente influenzate dalle strate-gie di “cosa nostra”, presente intutte le province ed in posizione disupremazia su gran parte del terri-torio regionale, rispetto ad altreorganizzazioni criminali.

“Cosa nostra” ha mantenuto unastruttura fortemente gerarchizzatae verticistica i cui affiliati sono sog-getti a specifiche regole comporta-mentali. Essa si è contraddistintaancora per la leadership del latitan-te Provenzano Bernardo, che hainteso perseguire una linea strategi-ca di “inabissamento”, orientata anon turbare l’equilibrio raggiunto emantenere, quindi, uno stato di“pacificazione interna”.

L’organizzazione mafiosa “cosanostra”, caratterizzatasi per unapolitica di “impermeabilità” intesaa garantire riservatezza e tenutadell’associazione mafiosa ed a pre-servarla da ulteriori defezioni, èsembrata orientata verso una ridu-zione del numero degli uomini allaguida e al coordinamento dellefamiglie, scelti tra quelli in posses-so di una leadership in grado diassicurare una proficua gestionedelle attività criminali. Tali soggettihanno costituito una nuova figuradi capo famiglia, non necessaria-mente legato ai vecchi schemi del

mandamento di competenza, alquale però hanno fatto riferimentoi reggenti locali, dotati di limitataautonomia gestionale negli affariilleciti.

Il comune interesse per gli affari,con i quali si finanziano i gruppimafiosi e si mantengono gli affilia-ti e i loro familiari, ha indotto i ver-tici dell’organizzazione- siano essidetenuti o latitanti – a compiereogni sforzo per non turbare il pre-cario equilibrio raggiunto.

Con riferimento alle attività ille-cite perseguite, “cosa nostra”, purmantenendo un interessamento alnarcotraffico, ha manifestato unaforte propensione ad un capillareinserimento nel mondo imprendi-toriale, edile e commerciale, che gliha consentito di controllare e gesti-re taluni lavori pubblici (nel territo-rio regionale), attraverso alterazionidella regolarità delle gare d’appalto,l’esecuzione dei lavori per il trami-te di imprese direttamente control-late e l’imposizione di forniture dimateriali e servizi, strettamenteconnessi con i particolari rapportiintrattenuti con esponenti politicidi vario rilievo e amministratoripubblici.

Il connubio mafia-imprenditoriaha contemplato il coinvolgimentodi uomini appartenenti alla pubbli-ca amministrazione e di una vastarete di “fiancheggiatori” in molte-plici settori dell’economia, tra cuioperatori economici e finanziari, ingrado di mettere a disposizione lapropria professionalità e credibili-tà, manifestando così una straordi-naria capacità di infiltrare il tessutoeconomico e sociale.

L’organizzazione criminale haaltresì attuato una sistematica e

capillare attività estorsiva, esercita-ta nei vari settori dell’imprendito-ria, dagli appalti pubblici alleimprese commerciali, tanto di rile-vanti dimensioni quanto di mediolivello, senza peraltro tralasciare iproprietari terrieri, sia per procu-rare il denaro occorrente per imembri dell’associazione (moltidei quali detenuti), sia per consen-tire il mantenimento stesso delsodalizio, sottoposto a pressantiindagini di polizia.

Nel contesto delle attività illecitetradizionali, connesse al controllodel territorio (rapine, estorsioni,attentati dinamitardi e/o incendia-ri), si è rilevato il coinvolgimentofunzionale della criminalità diffusae di quella minorile.

Il panorama criminale dellaregione, in sintesi, ha presentato leseguenti peculiarità provinciali:

Agrigento: contrassegnata dallapresenza di “cosa nostra” (man-damenti di Agrigento, Burgio,Casteltermini, Canicattì,Cianciana, Favara e Sambuca diSicilia), radicata e vincente aseguito del conflitto con le orga-nizzazioni “stiddare” (Palma diMontechiaro).Caltanissetta: la criminalità ècaratterizzata dalla presenza pre-dominante di “cosa nostra”.Essa ha rappresentato un conte-sto di riconosciuta centralitànella geografia criminale dell’in-tera regione. Vi si individuanoquattro mandamenti mafiosi:quello di San Cataldo,Mussomeli, Gela e Riesi.Tuttavia in alcune aree sonorisultate operative frange della“stidda”.Catania: l’area non è risultata

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SICILIA

caratterizzata da un dominio asso-luto delle tradizionali organizza-zioni riconducibili a “cosa nostra”– interessata da una velata “paxmafiosa” – ed è storicamente con-notata anche dalla presenza digruppi criminali autonomi chehanno operato con caratteristichemafiose. In sintesi, ha presentatodue ampi schieramenti: da un latoi “Mazzei”, parte dei “Pulvirenti”,dei “Cappello-Pillera” e dei“Cursoti”, e gli “Sciuto” c.d.“Tigna”; dall’altro i “Santapaola”, i“Laudani”, gli “Sciuto” c.d.“Coscia”, la parte rimanente dei“Pulvirenti”, dei “Cappello-Pillera” e dei “Cursoti”.

Enna: considerata la naturaleappendice criminale di “cosanostra” nissena (ad eccezione deicentri limitrofi al capoluogo) ècaratterizzata da comportamenticriminali mafiosi di tipo “tradizio-nale”, con una delittuosità quasimai di tipo violento. Principaliinteressi dei sodalizi sono stati losfruttamento delle cave ed attivitàconnesse, l’infiltrazione negliappalti e la pratica estorsiva.

Messina: nella provincia si indi-viduano tre aree: la fascia jonica,che si estende, lungo il Mar Jonio,dai margini del capoluogo fino allaprovincia di Catania, subendo l’in-fluenza delle consorterie criminaliivi operanti; la fascia tirrenica, checomprende anche la zona deiNebrodi ed è influenzata dallavicinanza del palermitano; la cittàdi Messina, ove confluiscono lemanifestazioni criminali dellafascia jonica e tirrenica, nonchédella “‘ndrangheta” calabrese.

Palermo: ove “cosa nostra”,

attraverso i suoi vertici, ha conti-nuato ad imporre le strategie gene-rali dell’organizzazione. Le princi-pali articolazioni territoriali sonocostituite dal mandamento di SanGiuseppe Jato, dal mandamento diBelmonte Mezzagno, da quello diPartinico e da quello di Caccamo.

Ragusa: dopo lo scontro tra lecosche di Vittoria “Dominante”(legata alla “stidda”) e “Piscopo”(legata alla potente articolazionegelese di “cosa nostra”), si è regi-strato un ricompattamento degliaffiliati intorno a figure di eccel-lenza delle consorterie storiche,nonché la presenza di compaginiche hanno operato, autonoma-mente, nel settore del traffico espaccio di stupefacenti e delleestorsioni.

Siracusa: il fenomeno non haregistrato significativi cambiamen-ti e si è caratterizzato, in lineagenerale, per una minore incisivitàe pericolosità. Si sono rilevati,peraltro, i seguenti gruppi:“Nardo”, che ha operato nellaparte settentrionale della provinciaove ricadono i comuni di Lentini,Francofonte e Carlentini; “Aparo”,influente nei comprensori diSolarino e Floridia, legato al clan“Nardo”; “Bottaro-Attanasio”,particolarmente attivo nel capo-luogo aretuseo; gruppo “dellaBorgata”, giovane formazione conuna notevole capacità criminale,vicina al gruppo “Bottaro-Attanasio”; “Trigila” la cui zonad’influenza si è estesa nella partemeridionale della provincia (Noto,Avola, Pachino, Rosolini ePortopalo di Capo Passero); squa-dra di “Santa Panagìa”, vicina al

gruppo “Aparo-Nardo-Trigila”.Trapani: ove la malavita mafiosa

si è distinta per il forte radicamen-to di “cosa nostra” e per la direttasupervisione storicamente eserci-tata su di essa da parte dei verticidell’organizzazione palermitana,dalla quale essa ha mutuato l’ordi-namento gerarchico, le modalitàoperative, i settori di interesse e lasuddivisione territoriale. L’arti-colazione provinciale di “cosanostra” è risultata suddivisa inquattro mandamenti (Castelvetra-no, Mazara del Vallo, Trapani edAlcamo).

Al di là delle dinamiche stretta-mente legate al funzionamento,alla riorganizzazione e ai progettidi “cosa nostra”, si è assistitoanche ad iniziative individuali acarattere prettamente finanziario eimprenditoriale, per lo più ricon-ducibili ad elementi di spicco dellaconsorteria mafiosa, che, essendoriusciti a polverizzare i patrimoniaccumulati illegalmente, si sonoorientati in attività societarie ecommerciali, quasi sempre nelcampo dell’edilizia, coadiuvati daesperti nel settore economico-finanziario non organici a “cosanostra”, esercitate lontano dallearee di origine. Questa sorta diemigrazione è da stigmatizzare,non solo perché allontana l’inte-resse investigativo dai mafiosi pre-senti nelle zone d’origine, maanche per le potenzialità dimostra-te da cosa nostra di trasformarequelle cellule in vere e proprie arti-colazioni organiche alla struttura,facendole divenire sue proiezionial di fuori della Sicilia.

La regione è divenuta anche

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SICILIA

Ministero dell’Interno - Relazione al Parlamento - aanno 2004

meta per cittadini extracomunitari,intenti ad entrare nel territorionazionale clandestinamente. Sonorisultate maggiormente interessateda questo fenomeno criminale laprovincia di Trapani e quelle diAgrigento, Ragusa e Siracusa.

PROIEZIONI NAZIONALI ED

INTERNAZIONALI DELLA MAFIA

Le proiezioni operative dei soda-lizi criminali siciliani si sono mani-festate, in Italia, soprattutto inLombardia, Toscana e Lazio e, perquanto concerne i Paesi esteri, inFrancia, Germania, GranBretagna, Spagna, Svizzera, paesidell’Est Europa e nel NordAmerica.

Sono emerse inedite alleanze, tracosche locali e frange della malavi-ta albanese, in grado di svilupparsi

rapidamente, collocandosi in posi-zione marginale e assolutamentenon conflittuale con le organizza-zioni siciliane. La malavita tunisi-na, invece, ha una espansionecapillare, evidenziandosi qualeanello terminale, in tutta la regio-ne, dello spaccio di stupefacenti.

~~~Nel corso dell'anno 2004 sono

state effettuate le seguenti attivitàai sensi dell'art. 17 della legge 26marzo 2001 n. 128:

provincia di Catania- 10 controlli amministrativi

effettuati;Ricettazione:- 3 persone arrestate e 22 denun-

ciate;Riciclaggio:

- una persona arrestata ed unadenunciata

Armi:- controllate 5 fabbriche di fuo-

chi d'artificio e 6 armerie; effet-tuati 45 controlli relativi all'ac-censione di fuochi d'artificio;una persona denunciata ai sensidegli artt. 38 e 47 T.U.L.P.S. e678 C.P. (vendita ambulante edetenzione di artifici pirici digenere vietato);

provincia di Trapani189 Esercizi pubblici controllati68 Contravvenzioni elevate 21 Persone denunciate9 Sequestri effettuati.

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Camera dei Deputati — 464 — Senato della Repubblica

xiv legislatura — disegni di legge e relazioni — documenti

Ministero dell’Interno - Relazione al Parlamento - aanno 2004

SICILIA

“Cosa nostra” palermitana, attra-verso i suoi vertici, ha continuatoad imporre le strategie generalidell’organizzazione ed esercitatoun violento ed esteso controllosulle attività economiche, sociali epolitiche nel territorio, attraverso ilsistema delle estorsioni, delle inti-midazioni diffuse, degli attentatiincendiari e dell’inserimento nelmondo dei pubblici appalti.L’esistenza, poi, di una vasta retedi “fiancheggiatori” allocati nei piùsvariati settori dell’economia, neha sottolineato la perdurante edestrema pericolosità e la straordi-naria capacità di infiltrazione neltessuto economico-sociale.

Il contrasto fra le due ali di “cosanostra” (quella stragista e quellamoderata) è stato ormai ricompostonella prospettiva di una nuova fase– caratterizzata dall’assenza diconflitti interni ed esterni – tesa arivalutare quelle componenti per-sonali più legate al territorio sullabase di rapporti fiduciari, piuttostoche su strutture organizzative rigi-de, attraverso cui si è inteso realiz-zare una presenza di apparentebasso profilo, che non susciti allar-me nel Paese e non scoraggi i flus-si dei finanziamenti delle grandiopere pubbliche.

Nell’ambito del progetto di rico-struzione dell’assetto organizzati-vo di “cosa nostra”, ProvenzanoBernardo avrebbe riorganizzato lestrutture interne a “cosa nostra”,ponendo a capo di famiglie e man-damenti dei temporanei “reggen-ti”, scelti dal vertice o dai capiancora in carica detenuti. In que-st’ottica Provenzano avrebbe con-cesso maggiore autonomia alle

“famiglie” nel controllo del pro-prio territorio e nelle attività pre-datorie, mentre avrebbe riservatoad un vertice sempre più ristrettoed ai suoi più fidati collaboratori lacura degli “affari”, dei rapportiesterni e delle strategie generalidell’organizzazione.

Tale politica di impermeabilitàadottata da “cosa nostra”, intesacome forma di “autotutela”, haindotto l’organizzazione a nonavvalersi, per le questioni più deli-cate, di nuovi apporti, proprio alfine di salvaguardare quelle garan-zie di riservatezza e di tenuta,necessarie a preservare l’indispen-sabile segretezza dell’operato del-l’associazione mafiosa.

Degna di nota, inoltre, sarebbe lapresenza di uomini d’onore diestrazione borghese, con un ade-guato profilo professionale e cul-turale, in grado di acquisire la dire-zione di un associazionismo crimi-nale sempre più vocato alla media-zione ed all’infiltrazione economi-ca e finanziaria.

Il circuito mafioso è stato, quin-di, connotato da una accentuatatrasversalità territoriale (rispetto aitradizionali canoni di rigida corri-spondenza tra famiglie mafiose edaree geografiche), che ha valoriz-zato parametri di aggregazionealternativi, ma non meno efficaci.La leadership dell’organizzazionesarebbe affidata a ben individuatisoggetti, il cui potere è riconosciu-to per l’autorevolezza e la compro-vata affidabilità personale.

Dell’attuale struttura di vertice di“cosa nostra” palermitana fannoparte Provenzano Bernardo e LoPiccolo Salvatore (capo del man-

damento di San Lorenzo, che haesteso la propria influenza a tuttoil territorio di Palermo), entrambilatitanti.

Nel capoluogo, non è da sottace-re la personalità di GuttadauroGiuseppe, reggente del manda-mento di Brancaccio.

L’egemonia di Provenzano hadeterminato la scelta strategica diavere meno uomini alla guida ed alcoordinamento delle famigliepalermitane, individuati fra quelliin possesso di una autorevolezzain grado di assicurare una proficuagestione delle attività illecite.Questi uomini costituenti unanuova figura di “capo famiglia”,non necessariamente legati al vec-chio schema del mandamento dicompetenza, costituiscono un rife-rimento per i “reggenti” locali,dotati di limitata autonomia nelleestorsioni ed in altre attività illecite.

Per quanto attiene l’articolazioneprovinciale dell’associazionemafiosa, si segnalano:

• il mandamento di San Giu-seppe Jato, il cui reggente, Rac-cuglia Domenico, capo dellafamiglia di Altofonte, è latitan-te dal 1994. Dopo l’arresto diGenovese Salvatore e di Bal-sano Giuseppe, il suo potere sisarebbe esteso anche suMonreale;

• il mandamento di BelmonteMezzagno, caratterizzato nelrecente passato da una faida trala cosca Casella ed il boss SperaBenedetto, è poi risultato esse-re sotto l’egida di PastoiaFrancesco (“Ciccio”), uomo difiducia di Provenzano;

• il mandamento di Partinico,