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Camera dei Deputati LEGISL. XIV — I a SESSIONE — DISCUSSIONI - TORNATA DEL 15 NOVEMBRE 1880 X J. TORNATA 1)1. LUNEDÌ 15 NOVEMBRE 1880 PRESIDENZA DEL PRESIDENTE FARINT. SOMMARIO. Il deputato Ercole domanda Vurgenza per la petizione portante il n° 2408. = Congedi. ae Omaggi. — Il presidente della Camera comunica che furono dichiarati vacanti i collegi di Livorno 2°, di Chioggia, Carpi ed Appiano. = Lettura di un invito del municipio di Vicenza per Vinaugurazione di un monumento al Iie Vittorio Emanuele. — Il presidente legge la commemorazione dei deputati Englen, Incontri, Armdfi e Ricasoli e parlano poi brevemente i deputati Mantellini, Nicotera, Cavai- letto ed il presidente del Consiglio. — Lettura dell'invito del municipio di Firenze ad assistere ai fu- nerali del barone Ricasoli — Nomina di una rappresentanza. = Annuncio delle dimissioni del depu- tato Martini da membro della Commissione generale del bilancio. = Lettere di dimissione dall'ufficio di deputato degli onorevoli Giuseppe Garibaldi, Menotti Garibaldi e Cittadella Vigodarsere — Per proposta dei deputati Nicotera e Cavalletto la Camera non accetta dette dimissioni ed accorda invece congedi. Annuncio di due proposte di Ugge di cai sono iniziatori i deputati Marietti ed Elia. = Annuncio della nomina a ministro della guerra del generale Bernardino Milon. =» Lettura di diverse domande di interrogazione ed interpellanza. = Il ministro delle finanze presenta alcuni disegni di legge. = Il deputato Trompeo chiede si dia lettura del disegno di legge per Vabolizione del corso for- zoso ed il ministro delle finanze non vi si oppone. — Il deputato Melchiorre presenta la relazione sullo stato di prima previsione per il 1881 del Ministero di grazia e giustizia. — Il ministro dei lavori pubblici presenta la relazione sui servizi delle poste, dei telegrafi e delle strade ferrate. La seduta principia alle ore 2 .15 pomeridiane. Il segretario Guiccioli legge il processo verbale della seduta del 17 luglio, che è approvato; e quindi il seguente sunto di PETIZIONI. 2388.1 sindaci dei 4 comuni dell'isola d'Elba ri- corrono alla Camera per ottenere che con la nuova legge elettorale politica sia assegnato un collegio a quell'isola, aggregando alla medesima tutte le altre isole dell'arcipelago toscano. 2389. La deputazione provinciale di Arezzo ras« segna alla Camera un'istanza diretta ad ottenere modificata la cìassazione delle opere idrauliche della Val di Chiana, ponendole in prima categoria, o a ritenere le medesime come vere e proprie bo- nificazioni. 2390. Parecchi operai della provincia di Novara chiedono che venga prontamente riformata l'attuale 218 legge elettorale politica in base unicamente della capacità. 2391. Antonini Luigi ed altri tre promotori di un'adunanza popolare tenutasi nel comune di Mon- tefortino rassegnano alcune proposte intorno alla riforma della legge elettorale, relativa al censo, alla capacità e allo scrutinio di lista. 2392. Il Consiglio comunale di Polesine Parmense invia un'istanza perchè quel comune sia costituito in sezione elettorale politica. 2393. La deputazione provinciale di Modena rin- nova le sue istanze perchè le opere di difesa dalle inondazioni del Panaro, superiori alla via Emilia, siano collocate alla seconda categoria. 2394. Le Giunte municipali della Mirandola, di Finale Emilia, di Bondeno, di San Felice sul Pa- naro, di Poggio Rusco, di Magnacavallo, di Ser- mide, di Felónica, di Carbonara di Po, di Borgo- franco sul Po, di Villa Poma, di Revere, di Quin- gentole, di Schivenoglia e di Pieve di Coriano, chiedono che, prese in considerazione le infelici

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Camera dei Deputati LEGISL. XIV — I a SESSIONE — DISCUSSIONI - TORNATA DEL 1 5 NOVEMBRE 1 8 8 0

XJ.

TORNATA 1)1. LUNEDÌ 15 NOVEMBRE 1880

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE FARINT.

SOMMARIO. Il deputato Ercole domanda Vurgenza per la petizione portante il n° 2408. = Congedi. ae Omaggi. — Il presidente della Camera comunica che furono dichiarati vacanti i collegi di Livorno 2°, di Chioggia, Carpi ed Appiano. = Lettura di un invito del municipio di Vicenza per Vinaugurazione di un monumento al Iie Vittorio Emanuele. — Il presidente legge la commemorazione dei deputati Englen, Incontri, Armdfi e Ricasoli e parlano poi brevemente i deputati Mantellini, Nicotera, Cavai-letto ed il presidente del Consiglio. — Lettura dell'invito del municipio di Firenze ad assistere ai fu-nerali del barone Ricasoli — Nomina di una rappresentanza. = Annuncio delle dimissioni del depu-tato Martini da membro della Commissione generale del bilancio. = Lettere di dimissione dall'ufficio di deputato degli onorevoli Giuseppe Garibaldi, Menotti Garibaldi e Cittadella Vigodarsere — Per proposta dei deputati Nicotera e Cavalletto la Camera non accetta dette dimissioni ed accorda invece congedi. Annuncio di due proposte di Ugge di cai sono iniziatori i deputati Marietti ed Elia. = Annuncio della nomina a ministro della guerra del generale Bernardino Milon. =» Lettura di diverse domande di interrogazione ed interpellanza. = Il ministro delle finanze presenta alcuni disegni di legge. = Il deputato Trompeo chiede si dia lettura del disegno di legge per Vabolizione del corso for-zoso ed il ministro delle finanze non vi si oppone. — Il deputato Melchiorre presenta la relazione sullo stato di prima previsione per il 1881 del Ministero di grazia e giustizia. — Il ministro dei lavori pubblici presenta la relazione sui servizi delle poste, dei telegrafi e delle strade ferrate.

La seduta principia alle ore 2 .15 pomeridiane. Il segretario Guiccioli legge il processo verbale

della seduta del 17 luglio, che è approvato; e quindi il seguente sunto di

PETIZIONI.

2388.1 sindaci dei 4 comuni dell'isola d'Elba ri-corrono alla Camera per ottenere che con la nuova legge elettorale politica sia assegnato un collegio a quell'isola, aggregando alla medesima tutte le altre isole dell'arcipelago toscano.

2389. La deputazione provinciale di Arezzo ras« segna alla Camera un'istanza diretta ad ottenere modificata la cìassazione delle opere idrauliche della Val di Chiana, ponendole in prima categoria, o a ritenere le medesime come vere e proprie bo-nificazioni.

2390. Parecchi operai della provincia di Novara chiedono che venga prontamente riformata l'attuale

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legge elettorale politica in base unicamente della capacità.

2391. Antonini Luigi ed altri tre promotori di un'adunanza popolare tenutasi nel comune di Mon-tefortino rassegnano alcune proposte intorno alla riforma della legge elettorale, relativa al censo, alla capacità e allo scrutinio di lista.

2392. Il Consiglio comunale di Polesine Parmense invia un'istanza perchè quel comune sia costituito in sezione elettorale politica.

2393. La deputazione provinciale di Modena rin-nova le sue istanze perchè le opere di difesa dalle inondazioni del Panaro, superiori alla via Emilia, siano collocate alla seconda categoria.

2394. Le Giunte municipali della Mirandola, di Finale Emilia, di Bondeno, di San Felice sul Pa-naro, di Poggio Rusco, di Magnacavallo, di Ser-mide, di Felónica, di Carbonara di Po, di Borgo-franco sul Po, di Villa Poma, di Revere, di Quin-gentole, di Schivenoglia e di Pieve di Coriano, chiedono che, prese in considerazione le infelici

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Atti Farlamentari — 1626 —- Camera dei Deputati

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condizioni di quei comuni danneggiati dall'inon-dazione del Po e dalla secca delle viti, sia definiti-vamente abbandonata la parte sospesa dell'imposta del 1879 e condonate ai medesimi le imposte del 1880.

2395.11 sindaco di Curinga raccomanda alla Ca-mera una petizione di alcuni suoi amministrati, tendente ad ottenere di essere riammessi ia tempo per godere i vantaggi accordati dalla legge 4 di-cembre 1879, n° 5168, relativa alla reintegrazione dei gradi militari.

2396. Il presidente del comizio agrario di Aosta rassegna una petizione di quell'assemblea perchè venga approvata una legge che stabilisca una lieve sovrimposta fondiaria in favore dei comizi agrari.

2397. La deputazione provinciale di Abruzzo Ci-teriore fa voti onde nel disegno di legge per il com-pletamento delle reti stradali delie provineie del regno, la strada provinciale adriatica venga inclusa fra quelle di prima serie.

2398. La Giunta municipale di Aleara li Fusi, provincia di Messina, si rivolge alla Camera per ot-tenere che siano sciolte le promiscuità tuttora esi-stenti nei terreni ex-feudali di quel comune.

2399. Il sindaco del comune di Villacidro rasse-gna una petizione di proprietari di quel comune colla quale si propone l'aggiunta di alcuni articoli al progetto ministeriale concernente la nuova pro-roga per l'alienazione dei terreni ex-ademprivili nell'isola di Sardegna.

2400. La Camera di commercio ed arti della Ca-labria Ultra seconda, fa voti perchè sia favorevol-mente accolta e tradotta in legge la proposta per una tassa di fabbricazione degli olii di semi di co-tone con corrispondente sopratassa ai dazi di con-fine.

2401. Il sindaco del comune di Tizzano Val Parma invoca l'appoggio del Parlamento per otte-nere che quel comune venga aggregato al manda-mento di Langhirano.

2402. Il Consiglio provinciale di Girgenti ed i Consigli comunali di Agira, Alimena, Grammichele, Butera, Aci Sant'Antonio, Castellammare del Golfo, Racalmuto e Marineo rassegnano voti contro qual-siasi disegno di legge tendente alla perequazione dell'imposta fondiaria.

2403. Le Camere di commercio ed arti di Genova e di Livorno, sottopongono alla rappresentanza na-zionale alcune considerazioni contro il disegno di legge per una tassa di fabbricazione degli oli di semi di cotone eoa corrispondente sopratassa ai dazi di confine.

2404. Il comizio agrario di Torino rivolge alla Camera vive rimostranze contro il modo di applica-

zione della legge 31 luglio 1879 sulla fabbricazione degli alcool in quella parte che riguarda le esen-zioni di tassa ed invoca solleciti ed efficaci provve-dimenti.

2405. Il Consiglio comunale di Cortale, provincia di Catanzaro, ricorre alla Camera per ottenere che venga dichiarata provinciale, di 1% 2 a o 3 a serie la strada Roccella, Borgia, Cortale, Filadelfia, Ponte Angitola.

2406. Parecchi cittadini di Padova rivolgono alla Camera istanze perchè voglia con sollecitudine ri-formare la legge elettorale politica, estendendo il diritto del voto a tutti coloro che, avendo l'età mag-giore e i diritti civili, sanno leggere e scrivere.

2407. La deputazione provinciale di Calabria Ci-teriore fa voti perchè fra le strade di serie da co-struirsi, sia compresa e classificata fra quelle di ur-genza la strada che partendo dalla nazionale presso Coraci per Scigliano, Attilia, Malito e Grimaldi mette capo ad Ajallo di Calabria presso la Sella di Passamassane con diramazione da Scigliano a Car-panzano.

2408. La Giunta municipale di Felizzano, pro-vincia di Alessandria, per incarico di quel Consiglio comunale, ricorre alla Camera perchè sia compresa nel disegno di legge per opere straordinarie stra-dali ed idrauliche nei decennio 1881 1890, la co-struzione di un ponte sui Tanaro presso Felizzano.

2409. La Giunta comunale di Mottalciata, cir-condario di Biella, invoca alcuni provvedimenti a tutela dell'igiene pubblica sulla coltivazione delle risaie.

PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare l'onorevole Er-cole sul sunto delle petizioni.

ERCOLE. Colla petizione n° 2408 la Giunta munici-pale di Felizzano (Alessandria) espone alla Camera che da oltre un secolo le popolazioni di qua e di là dal Tanaro chiedono la costruzione di un ponte sullo stesso fiume in faccia alla oggidì stazione fer-roviaria sulla strada comunale e militare da Asti a Novi per Felizzano, Oviglio e Castelìazzo.

Quel ponte, progettato ia massima dall'egregio ingegnere Giuseppe Bistolfi di Alessandria, congiun-gerebbe altresì l'alto col basso Monferrato, e soddi-sferebbe tutti i bisogni agricoli, industriali e com-merciali. Soltanto per deficienza di mezzi esso non si potè finora costruire.

Siccome vi è una Commissione incaricata di rife-rire sulle opere straordinarie nel decennio 1881-1890, della quale è presidente l'onorevole mio amico Grimaldi, così prego la Camera di voler decretare l'urgenza di questa petizione, ringraziando anticipa-tamente la Presidenza per l'invio che ne farà, secondo il regolamento, alla Commissione medesima, nella

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Atti Parlamentari Camera dei Deputati LEGISL. XIY — l a SESSIONE — DISCUSSIONI — TORNATA DEL 15 NOVEMBRE 1 8 8 0

fiducia in cui sono che il detto ponte sarà compreso nel progetto di legge soprammentovato.

Quegli abitanti benediranno il Parlamento, se il loro desiderio legittimo sarà soddisfatto.

PRESIDENTS. Come la Camera ha udito, l'onorevole Ercole chiede che sia dichiarata d'urgenza la peti-zione 2408. Se non vi sono obiezioni, l'urgenza si intenderà accordata.

(È accordata.) Questa petizione poi, secondo il regolamento,

sarà inviata alla Commissione che tratta materie affini.

ERCOLE. Ho già ringraziato.

CONGEDI.

PRESIDENTE. Chiedono congedi per motivi di fa-miglia : l'onorevole Tranfo, di giorni 80 ; l'onore-vole Martini Giovanni Battista, di 8 ; l'onorevole Salemi-Oddo, di 30; l'onorevole Sella, di 4 ; l'ono-revole Minghetti, di 4; l'onorevole Romanin-lacur, di 3 ; l'onorevole Righi, di 15 ; l'onorevole Puccioni, di 10 ; l'onorevole Grossi, di 5 ; l'onorevole Bonvi-cini, di 8 ; l'onorevole Della Somaglia, di 8 ; l'ono» revole De Renzis, di 15 ; l'onorevole Pullé, di 7; l'onorevole Faina Eugenio, di 7 ; l'onorevole Di Sambuy, di 7 ; l'onorevole Colajanni, di 8 ; l'onore-vole Melodia, di 10 ; l'onorevole Podestà* di 8.

Per motivi di salute: l'onorevole Colombini, di giorni 8; l'onorevole Ungaro, di 15 ; l'onorevole Se-razzi, di 15; l'onorevole Molfino, di 8; l'onorevole Luzzatti, di 7.

Per ufficio pubblico : l'onorevole Berti Lodovico, di giorni 12 ; l'onorevole Dari, di 3 ; l'onorevole Chi-mirri, di 8 ; l'onorevole Mocenni, di 5.

Se non vi sono opposizioni questi congedi s'in-tenderanno accordati.

(Sono conceduti.)

OMAGGI.

Il segretario Guiccioli dà lettura dei seguenti omaggi : x

Dal signor sindaco del municipio di San Pietro in Casale (Bologna) — Discorso del professore dot-t o r e Giovanni Federzoni di Bologna letto il 6 giu-gno prossimo passato, in cui s'inaugurò un meda-glione marmoreo con epigrafe rappresentante il gran Re Vittorio Emanuele II, fatto collocare a spese del municipio nella residenza comunale, una copia ;

Dal presidente della società delle scuole tecniche

di San Carlo in Torino — Discorso letto dall'avvo-cato Tancredi Frisetti in occasione delle feste di premiazione degli alunni di quelle scuole, una copia ;

Dal presidente della regia Accademia di scienze, lettere ed arti di Modena — Volume XIX delle Memorie di quella regia Accademia, una copia ;

Dal signor Andrea Busiri, ingegnere architetto professore accademico di San Luca — Progetto. Ponte fisso a tre ordini in ferro laminato e ghisa ad una sola campata di metri 100 sul fiume Tevere in Roma. (Relazione e due disegni con i corrispon-denti dettagli), una copia ;

Dallo stesso — Provvedimenti meccanici per mantenere la circolazione nella città di Roma du-rante le inondazioni ordinarie del Tevere ed econo-mizzare le spese di soccorso e di vitto alle regioni coperte dalle acque (Relazione con atlante), una copia;

Dal cavaliere ragioniere Giovanni Mainaroli (Mi-lano) — Modulario ad uso dei ricevitori, messi ed esattori, delegati alla riscossione delle imposte di-rette nel regno d'Italia, una copia ;

Dallo stesso — La riscossione delle imposte di-rette in base alla legge 20 aprile 1871. Raccolta delle leggi, decreti, regolamenti, ecc., vo). II, fase. 1°, 1879, una copia ;

Dalla Commissione centrale di beneficenza della Cassa di risparmio di Milano — Bilancio consuntivo del 1879, dei due patrimoni delle Casse di risparmio e del Fondo della beneficenza amministrati da quella Commissione, copie 2 ;

Dal dottore Turetta Antonio (Trapani) — Di* scorso sui bisogni dell'educaziona popolare, una copia ;

Dalla Direction du chemin de fer du Gothard (Zurich) — Huitième rapport de la direction com-prenant la période du l 6 l janvierau 31 décembre 1879, una copia ;

Dal signor Ferdinando Sartori, segretario comu-nale di Pontremoli — Tavole prontuario di molti-plicatori fissi pel computo degl'interessi e degli sconti su qualunque capitale in base all'anno civile ed all'anno commerciale, una copia ;

Dal prefetto di Belluno — Atti di quel Consiglio provinciale; sessioni ordinarie e straordinarie di giugno, agosto e settembre 1879, una copia ;

Dal signor G. Barberi di Ravenna — Il pineto. S^ato attuale. Provredimenti, una copia;

Dal signor Guelfo Cavanna (Firenze) — Elementi per una bibliografia italiana sull'idrofauna, sugli allevamenti degli animali acquatici e sulla pesca, copie 6;

Dai prefetto di Porto Maurizio — Atti di quel

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Atti Parlamentari — 1628 — Camera dei Deputali

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Consiglio provinciale della sessione ordinaria 1879 e straordinaria 1880, copie 5;

Dal prefetto di Ferrara — Atti di quel Consiglio provinciale della sessione ordinaria del 1879, una copia;

Dallo stesso — Idem delle sessioni straordinarie dei mesi di aprile, maggio, giugno e dicembre 1879, un«, oopia;

Dalle opere pie di San Paolo di Torino — Bi-lanci consuntivi pel 1879, una copia ;

Dai prefetto di Campobasso — Foglio periodico di quella prefettura, copie 2 ;

Dal Ministero dell'interno — Statistica decennale delle carceri (1870-1879), copie 4 ;*

Dal prefetto di Massa e Carrara — Atti del Con-siglio provinciale del 1879, copie 2 ;

Dal prefetto di Livorno — Atti del Consiglio provinciale delle sessioni del 1879, una copia;

Dal cavaliere Antonio Frigieri (Acireale) — Mo-nografia: La corazza di sicurezza, copie 4;

Dal Ministero delle finanze — Statistica per il l9 bimestre 1880, delle fabbriche di spirito, di birra, di acque gazzose, di polveri piriche, di cicoria pre-parata e di zucchero esistenti nel regno e delie rela-tive tasse riscosse dal 1° gennaio al 29 febbraio 1880, copie 25;

Dal prefetto di Modena —• Atti di quel Consiglio provinciale pei 1879, copie 2;

Dal signor Salvatore Rainieri (Palermo) — Cor-done elettrico sottomarino tra Palermo, Ustica, e Napoli, una copia;

Dal prefetto di Messina — Discorso sulle condi-zioni dell'amministrazione provinciale di Messina, pronunziato il 10 agosto 1880, copie 2;

Dall'Accademia delle scienze di Torino — Atti di quella regia Accademia, volume XV, dispensa 7a

(maggio 1880), una copia; Dal sindaco di Varese — Resoconto morale della

gestione civica per l'anno 1879, una copia; Dal signor C. F. (Reggio-Emilia) — Sulla riforma

delle opere pie di Reggio nell'Emilia, copie 2 ; Dal prefetto di Bergamo — Atti di quel Consi-

glio provinciale delle sessioni, ordinaria 11 agosto, 1 e 2 settembre 1879, e straordinaria 12 e 13 gen-naio, e 26 giugno 1880, una copia ;

Dalla Giunta municipale di Roma — Resoconto dell'amministrazione comunale dal 1° ottobre 1878, al 30 giugno 1880, una copia ;

Dal prefetto di Mantova — Atti del Consiglio provinciale dell'anno 1879, una copia;

Dal regio delegato straordinario A. Toschi Ve-spasiani in Ruoti (Basilicata) — Relazione sulla propria gestione in quel comune nel 1880, una copia;

Dal signor Pietro Canetta (Milano) — L'ospe-dale maggiore di Milano ed i suoi benefattori, una copia;

Dalla Direzione del debito pubblico (Roma) — Circolari nn. 50 e 51 intorno alla Gassa dei depositi e prestiti, copie 10 ;

Dal prefetto di Caltanissetta — Atti di quel Con« sigìio provinciale per l'anno 1879, una copia;

Dal signor Pianavia Vivaldi (Sanremo) — Sonetto, con note, a Sua Maestà Umberto I, copie 12 ;

Dal Ministero delle finanze — Statistica dal 1° gennaio al 30 aprile delle fabbriche di birra, spi-riti, gazzose, zucchero, ecc., e dei loro prodotti al-l'erario, copie 25 ;

Dal Collegio dei procuratori di Mantova — Re-lazione sul regolamento del 13 maggio 1880, modi-ficante la legge sulle tasse di-registro e bollo, co-pie 5 ;

Dal Ministero dei lavori pubblici — Relazione del direttore generale delle poste intorno al servizio delle Casse postali di risparmio nel 1879, copie 508;

Dal prefetto di Molise — Atti di quel Consiglio provinciale dell'anno 1879, una copia;

Dalla regia Deputazione sovra gli stadi dì storia patria di Torino — Atti della Deputazione dalia sua fondazione nel 1833, per opera del magnanimo Re Carlo Alberto, al 1° agosto 1880, copie 3;

Dal signor Righi Gioacchino (Viadana) — Me-moria idraulica teorico-pratica sui dritto di pro-prietà delle rimesse del fiume Po, una copia ;

Dal signor Antonio Deroannes ed altri cittadini di Catignano (Penne) — Opuscolo intitolato La giustizia amministrativa a Teramo, una copia ;

Dal prefetto di Grosseto — Atti del Consiglio provinciale, sessione ordiuaria, 1879, una copia;

Dal sindaco di Bergamo — Atti del Consiglio comunale della città di Bergamo, fase. XX, 1873-1880, una copia;

Dalla Congregazione di carità di Lodi e Chiosi — Relazione sull'amministrazione di quella pia azienda durante il decennio 1868-1878, una copia;

Dal prefetto di Forlì — Atti del Consiglio pro-vinciale del 1879, una copia;

Dal signor Stefano Marsico (Potenza) — Canto per l'inaugurazione del treno ferroviario a Potenza, una copia ;

Dalla Cassa degli invalidi della marina mercantile di Genova — Relazione sul rendiconto della Cassa per l'anno 1879, copie 6 ;

Dall'Amministrazione centrale della Cassa dei de-positi e prestiti — Situazione al 30 giugno 1880, della Cassa dei depositi e dei prestiti e del Monte pensioni per gli insegnanti pubblici elementari, co-pie 10;

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Atti Parlame?itarì Camera dei Deputali

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Dal signor Nicola Mantica —- Serie dei rettori di Montefalcone, una copia ;

Dal marchese Giuseppe Boschi — À ricordo del 20 settembre 1870, appunti storici dedicati alle as-sociazioni liberali di Bologna nel settembre 1880, cof>ie 50 ;

Dal signor Ugo Allasson, capitano di artiglieria (Roma) — La vita e le opere di Giovanni Cavalli, una copia ;

Dal signor Giovanni Minoglio (Moncalvo) — Mi-scellanea monferratese, una copia ;

Dalla Società storica lombarda — Memorie pub-blicate per cura di quella società in occasione del secondo congresso storico italiano, 11 settembre MDCCCLXXX, una copia ;

Dal signor Maccia avvocato Raimondo — Sua risposta agli istituti ospitalieri di Milano ed ai gior-nali La Perseveranza ed il Corriere della sera, co-pie 5;

Dal prefetto della provincia di Catania — Atti di quel Consiglio provinciale, sessione ordinaria 1880,

* una copia ; Dal Comitato per la IV esposizione nazionale di

beile arti tenutasi in Torino — Relazione del sin-daco presidente della Commissione generale, e di-scorso del presidente del comitato esecutivo, nel-l'adunanza di chiusura 26 settembre 1880, sui risul-tati della IV esposizione nazionale, copie 10 ;

Dal deputato Trompeo Paolo — Suo discorso pronunziato il 3 ottobre 1880 agli elettori del col-legio di Biella, copie 2 ;

Dal professore Francesco maggiore Perni, diret-tore della statistica di Palermo — Statistica eletto-rale politica ed amministrativa della città di Palermo dal 1878 al 1880 e dei movimenti della popolazione nel decennio 1862-1871, in raffronto al precedente 1852-1861, copie 2 ;

Dal provFeditore del Monte dei Paschi di Siena — Rendiconto dell'amministrazione di quell'istituto per la gestione 1879, copie 4 ;

Dal Comitato promotore di una succursale alla ferrovia dei Giovi — Progetto di una succursale alla ferrovia dei Giovi da Genova per Ovada ad Alessan-dria, copie 6;

Dalla Direzione dell'istituto dei sordo-muti in Genova — Relazione sul bilancio presuntivo del 1881, per quel regio istituto, una copia;

Dall'ingegnere F. Cerri (Pisa) — Tassa del maci-nato. Sistema amministrativo, e sistema misto, co-pie 8 ;

Dal signor Felice Ambrosi, professore nel regio ginnasio Galileo (Firenze) — Il Circolo filologico di Firenze nell'anno 1879-1880, una copia;

Dal prefetto presidente della deputazione provin-

ciale di Milano — Atti di quel Consiglio provinciale riferibili all'anno 1879, copie 12;

Dal signor Luigi Zini — Dei criteri e dei modi di governo della Sinistra nel regno d'Italia, una copia;

Dal signor Filippo Pacini, professore ordinario nelia sezione di medicina del regio istituto di studi superiori in Firenze — Del processo morboso del colèra asiatico ; dei suo stadio di morte apparente e della legge matematica da cui è regolato, una copia;

Dalla Camera di commercio ed arti di Torino — Sulla congiunzione delle strade ferrate italiane colle linee ferroviarie elvetiche pel traforo del San Got-tardo, copie IO;

Dal signor Pietro Araldi Erizzi (Cremona) — Let-tera inedita di Sua Maestà .Vittorio Èoaanuele II, copie 6 ;

Dal Ministero di agricoltura, industria e commer-cio — Relazione dei giurati italiani all'Esposizione universale del 1878 in Parigi sulla classe LXXI, corpi grassi alimentari, latticini e uova, copie 2 ;

Dallo stesso — Annali del Ministero di agricol-tura, industria e commercio, n° 97, serie 1% anno 1876 : Concorso regionale agrario di Roma, copia 2 ;

Dallo stesso — Notizia e documenti sulle scuole industriali, popolari e commerciali in Italia, copie 6;

Dallo stesso — Documenti legislativi italiani e stranieri, sul lavoro delle donne e dei fanciulli, co-pie 6 ;

Dal Ministero delle finanze — Statistica del com-mercio speciale d'importazione ed esportazione dal 1° gennaio al 30 giugno 1880, copie 100 ;

Dal Ministero dell'interno — Calendario generale del regno per l'anno 1880, copie 5;

Dal Ministero di agricoltura, industria e com-mercio — Debiti provinciali al 31 dicembre 1878, copie 2 ;

Dallo stesso — Atti della Commissione per la Cassa pensioni per la vecchiaia e gl'invalidi al la-voro, copie 6 ;

Dallo stesso— Relazione e proposte del cavaliere professore Pietro Pavesi intorno ad una convenzione fra l'Italia e la Svizzera sulla pesca nelle acque co-muni ai due Stati, copie 6 ;

Dal Ministero dell'istruzione pubblica — Inchie-sta sulla biblioteca nazionale Vittorio Emanuele di Roma, copie 508 ;

Dal Ministero di agricoltura, industria e commer-cio — La Pellagra in Italia, una copia;

Dal Ministero dell'istruzione pubblica — Notizie degli scavi di antichità comunicate alla regia Acca-demia dei Lincei, aprile 1880, copie 2 ;

Dal Ministero delle finanze — Statistica per il

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Atti Parlamentari 16B0 Camera dei Deputati LEGISL. XIY — ] a SESSIONS — DISCUSSIONI — TOENÀTÂ DEL 15 NOVEMBRE 1 8 8 0

primo semestre 1880, delle fabbriche di spirito, birra, ecc., copie 25 ;

Dal Ministero dell'agricoltura, induslria e com-mercio — Annali dell'industria e del commercio 1880, n° 23 : Sul lavoro dei fanciulli e delle donne nelle industrie. Relazione e progetto di legge pre-sentati alla Camera il 21 giugno 1880, copie 6 ;

Dal Ministero del Tesoro — Relazione del diret-tore generale alla Commissione di vigilanza per l'anno 1879, copie 10;

Dal Ministero di agricoltura, industria e com-mercio — Relazione sull'amministrazione dell'Eco-nomato generale nell'anno 1879, copie 200;

Dallo stesso — Movimento della navigazione. Parte l a . Per operazioni di commercio nei porti principali di Genova, Livorno, Messina, Napoli, Pa-lermo, Venezia, copie 6 ;

Parte 2 a . Appendice personale e materiale della marina mercantile, copie 6 ;

Dai delegati degli istituti di credito popolare di Milano — Intorno al progetto di legge sui titoli rappresentativi dei depositi bancari, copie 5 ;

Dall'avvocato Stefano Vallerò Usai, regio dele-gato straordinario del comune di Bonorva — Rela-zione sui lavori da lui compiuti nell'amministra-zione del comune di Bonorva, una copia ;

Dal Museo industriale di Torino — Bollettino delle privative industriali dei regno d'Italia, 2 a se-rio, anno II, mesi di gennaio, febbraio e marzo 1880, copie 2.

COLLEGI DI LIVORNO (2°), CHIOGGIA, CARPI B APPIANO DICHIARATI VACAMI.

PRESIDENTE. Comunico alla Camera, che durante l'aggiornamento delle sedute furono dichiarati va-canti i collegi di Livorno (2°), di Chioggia, di Carpi e di Appiano, per promozione dell'onorevole Brin a direttore generale delle costruzioni della regia ma-rina, dell'onorevole Gandolfi a colonnello, dell'ono-revole Velini a tenente-colonnello e dell'onorevole Micheli a

SCOPRIMENTO DEL MONUMENTO AL RE VITTORIO EMANUELE U PIACENZA.

PRESIDENTE. Comunico alla Camera la seguente lettera pervenuta dal municipio di Vicenza :

« Il giorno 18 corrente seguirà in Vicenza, col-l'interveato di S. A. R, il principe Amedeo duca di Aosta, delegato da S. M. il R*, e probabilmente di S. A. R. il principe di Carignano, l'inaugurazione

del monumento eretto per pubblica sottoscrizione al Re Vittorio Emanuele II.

« In nome del municipio, dei rappresentanti della deputazione provinciale e del Gomitato promotore, ho l'alto onore di pregare la Camera dei deputati di voler delegare una propria rappresentanza che in-tervenga a questa nostra festa cittadina e provin-ciale.

« Confidando che la Camera dei deputati degnerà di accogliere questa preghiera, mi è gratissima l'oc-casione per esprimere i sensi del più profondo ri-spetto.

« Il ff. di sindaco « Firmato : Colleoni. »

Proporrei che piaccia alla Camera di farsi rap-presentare da un vice-presidente, da un segretario e da un deputato della provincia di Vicenza.

Se non vi sono obiezioni, questa proposta s'in-tenderà approvata.

(È approvata.)

C01M0RAZI0NE DEI DEPUTATI ENGLEN, INCONTRI, A R M I E RSCASOLI.

PRESIDENTE. Onorevoli colleghi 1 Un pio ufficio mi spetta oggi al cominciare delle nostre sedute, quello di ricordare i nomi e le opere dei colieghi che morte ci tolse dacché ci separammo.

Moriva in Napoli, addì 5 di agosto, Mariano En-glen, deputato del 1° collegio di quella città nelle quattro ultime Legislature. Nato nel maggio 1820 da Gianvittorio, dottissimo giureconsulto che ebbe molta parte nei moti politici di quell'anno ; educato a severi studi ed esempi, Mariano Englen fu, per pubblico concorso, in età di soli 23 anni, eletto re-latore nella Consulta generale del già regno di Na-poli e, con onore, vi durò fino al 1854 in cui venne finalmente annoverato fra i magistrati dopo che a lui, tenuto in sospetto pei principii liberali profes-sati nel 1848, erano stati anteposti tutti i colleghi suoi. Dal 1856 era presidente del tribunale di com-mercio della provincia di Capitanata, e il rivolgi-mento politico del 1860, lo chiamò a reggere la provincia di Bari. La saggia e coraggiosa ammini-strazione della quale, gli valse, sul principio del 1861, di essere messo a capo dell'importantissima provincia di Salerno ed al cadere dell'anno stesso, il commissariato demaniale per la provincia di Co-senza; missione delicatissima, nella quale si par-vero tutta l'onestà e la perizia sua nelle cose ammi-nistrative ed economiche. . Dopo un anno PEóglen rientrava nella magistra-

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Atti Parlamentari — 1631 — Camera dei Deputati LEGrlSL. XIV — \* SESSIONE — DISCUSSIONI — TORNATA DEL 15 NOVEMBRE 1 8 8 0

tura col grado di consigliere della Corta di appello di Napoli, dal quale ufiìcio si ritirò nel 1870 per dedicarsi intiero alla vita politicai

Per dieci anni sedette fra noi, partecipando assai largamente ai nostri lavori tino a che glielo con-sentì l'aflranta sanità. Versato nelle discipline eco-nomiche, nel diritto civile ed amministrativo, spesso diede prova del suo sapere trattando dei provvedi-menti attinenti alla finanza ed alia pubblica econo-mia; del che rimangono documento i discórsi di lui intorno alla circolazione cartacea, alle banche, ai dazi di consumo, alle casse di risparmio, alle leggi di imposta, gii scritti sulla legislazione commer-ciale e sul bilancio dello Stato.

Consigliere del comune di Napoli più volte, so-praintendente dell'Albergo dei poveri per quattro anni, a tutto intese con iscrupolosa esattezza.

Fu Mariano Englen uomo di varia dottrina, di singolare modestia, di carattere integro. Magistrato imparziale, deputato operoso--© liberale, devotissimo agli amici la sua memoria prosegue il rimpianto di quanti con lui ebbero consuetudini. Padre affettuoso lasciò sconsolata una numerosa famiglia e gran de-siderio di sè in tutti coloro che lo conobbero.

Lodovico Incontri deputato del collegio di Em-poli era nato in Firenze nell'anno 1836 e vi moriva il 13 settembre decorso. Nipote, per la madre, del-l'illustre Gino Capponi, che lo amò quale figlio, Lo-dovico Incontri fino dalla prima giovinezza fu se-gnalato per eletto ingegno, per animo nel quale l'austerità accoppiavasi squisitamente a gentilezza.

Nel 1859 allorché fuggito da Firenze il Lorenese, il Governo toscano mandava al quartiere generale del Re Vittorio Emanuele, il principe don Neri Cor-sini, questi conduceva seco il giovane Incontri, della unione della Toscana al Piemonte zelatore fervi-dissimo. E quando i preliminari di Viliafranca parvero troncare le speranze che la guerra nazio-nale aveva in tutta Italia suscitato, ed il Corsini si recava presso l'imperatore dei francesi ed il Go-verno inglese per ¿scrutarne gli intendimenti e pro-piziarli alle, aspirazioni nazionali del popolo to-scano, l'Incontri era a lui aiutatore indefesso e sa-gacissimo.

Il quale operoso fervore ebbe occasione di spic-care in modo singolare, dopoché, morto di morte repentina in Londra don Neri Corsini, l'Incontri e da Londra e da Parigi ragguagliò direttamente il suo Governo delle alterne vicende della politica forestiera, delle oscitanze dei Governi, della volta-bilità di uomini inframattenti, or delle speranze che sembravano favorire, or degli ostacoli che con-trastavano l'agognata unione.

Compiutasi questa finalmente per virtù di popolo e incrollabile fermezza de'governanti, l'Incontri ab-bracciava la carriera diplomatica, per cui aveva ad-dimostrata tanta attitudine, andando segretario della Legazione italiana a Pietroburgo, dove il senno maturo e il nobile contegno gli accattivarono ben presto l'universale estimazione.

Deputato al Parlamento pel collegio di Empoli nel 1874, e per due altre volte confermatagli la fi' ducia di quegli elettori, l'Incontri appartenne alla Camera per tre Legislatura.

E sebbene, modesto quale era, non prendesse parte alle pubbliche discussioni, pure nell'adempi-mento dell'onorevole ufficio recò tutto lo zelo, anzi lo scrupolo proprio degli uomini di forti convinci-menti. Nella Camera, negli uffici del comune e della provincia, irremovibile nei principii che professava, non ondeggiò mai in quei partiti che gli parvero alla cosa pubblica salutari.

Un fatale morbo, a morte immatura conducen-dolo, tolse a Lodovico Incontri di poter rendere alla patria più segnalati servigi ; ma della sua me-moria rimarrà merito indimenticabile lo avere egli in un momento solenne della storia italiana contri-buito alla unità nazionale. Così alia afflitta famiglia sia conforto, nell'immensa sventura onde fu per-cossa, il vedere partecipi al suo lutto tutti coloro che dell'amato estinto suo ebbero campo di speri-mentare l'animo nobilissimo.

Un altro egregio collega noi perdemmo colla morte-di Trofimo Àrnulfi avvenuta in Valperga il dì 18 settembre.

Era nato l'Arnulfi il 1803, ed appena di 17 anni si era arruolato semplice soldato nei reali ca-rabinieri dell'antico Piemonte. E tanto fu l'amore col quale il giovine soldato intese al rigido tirocinio che, sebbene la profonda pace indugiasse l'acquisto di gradi, e questi fossero, da pregiudizi di casta e di educazione, quasi preclusi a chi entrava gre-gario le file, l'Arnulfi, superati presto i gradi infe-riori, potè in tre anni essere promosso ufficiale.

Promosso capitano nel 1843, maggiore nel 1848, a più rapido salire gii furon dopo scala l'indefesso zelo e l'allargarsi del piccolo esercito piemontese in quello dell'unita Italia; sicché l'Arnulfi otteneva grado di maggior generale sul cadere del 1860, quarantanni decorsi dal giorno in cui si era scritto soldato.

Maggior generale, indi tenente generale resse, dal cadere del 1861, per cinque anni consecutivi in difficili congiunture, con titolo di ispettore, il corpo dei carabinieri nelle provincia napoletane, benemeritando della quieta assicurata alle città,

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Atti Parlamentari 1632 — Camera del Deputali LEGISL. XIV — l a SESSIONE — DISCUSSIONI — TORNATA DEL 1 5 NOVEMBRE 1 8 8 0

della sicurezza restituita alle campagne infestata dal brigantaggio. Ai quali intenti efficacemente si adoperò anche durante l 'anno 1866 comandando la divisione territoriale sia ài Catanzaro, sia di Chieti, comando dal quale si ritirò l ' I 1 marzo 1867 ad onorato riposo dopo ben 47 anni di leali ed utili servìzi.

Deputato del collegio di Cuorgnè nell'8% 9% l l a , 12% 13 a, I4 a Legislatura, Troiimo Arnulfi provò col-l'esempio la educazione e la vita militare non ban-dire dall'animo dei soldati i grandi ideali di libertà c d i progresso. Imperocché molti di noi poterono udirlo assai spesso, discorse con militare fran-chezza le condizioni del popolo in mezzo al quale aveva per tanti anni vissuto, non accagionarne pau-roso la libertà, non invocare la forza, quasi unica guarentigia del vivere civile, ma piuttosto aver fede negli immegliamenti economici, nelle riforme am-ministrative e politiche, e tut t i lo vedemmo irre-movibile nel culto della patria e delle libere istitu-zioni.

Nè la voce mise invano nelle nostre disputazioni intorno agli ordini militari, parlando sovratutto dei-Tarma a cui aveva dedicata tanta parte della sua lunga carriera, con affatto di padre, con grande esperienza ed autorevolezza.

Di molta stima, di molta deferenza fu l'Araulfi proseguito da tutti i suoi colleghi, i quali onora-vano in lui il valoroso soldato, l'uomo leale, gli ottimi servigi resi alla patria, l'infaticabile zelatore dei suoi doveri parlamentari ai quali egli, sprez-zando la grave età, intendeva collo stesso ardore che sempre lo aveva scorto in tutti gli studi, dal più umile al più sublime, della sua vita. La quale può essere additata quale luminoso esempio non essere nei liberi Governi agli uomini forti e vir-tuosi, per quanto modesti ne siano i principii, vie-tato il conseguire 1 più elevati uffici e, quei che più monta, essere ad essi assicurata la benevolenza e l'affetto dei contemporanei ; benevolenza ed affetto che circondarono in vita ed accompagnarono nella tomba Trofimo Arnulfi.

In Roma, moriva di morte subitanea il 3 di no-vembre, l'onorevole Giovanni di Sant'Onofrio, depu-tato del collegio di Gastroreale.

Nato a Palermo l'anno 1816 il Sant'Onofrio ap-partenne a quella nobiltà siciliana che preparò, aiutò e guidò la rivoluzione del 1848, durante la quale, egli che era stato parte del Comitato insurre-zionale ebbe grado di. colonnello ed ufficio di in-viato del Governo siciliano presso il Re Carlo Al-berto ed il Governo di Lombardia.

Esulò in Piemonte allorché il Borbone vittorioso

lo volle fra i 4-3 esclusi dall'amnistia e vi rimase fino al 1860.

Tornato allora nella città natale, restituita a li-bertà, ebbe ufficio di amministratore delle posto e poi, unificato il regno, quello di commissario di sorveglianza delle società industriali. Dal quale aveva già cessato da qualche anno, quando, nel maggio decorso, venne eletto deputato,

Uomo di carattere energico il Sant'Onofrio non smentì mai la sua fede nella libertà : mot ì compianto dalla famiglia e dagli amici, che ne poterono ap-prezzare l'animo e le qualità onde era fornito.

Ed ora, onorevoli colleghi, a me tocca rinnovare l'acerbo dolore che ancor ci preme per la morte di Bettino Ricasoli, da ogni ordine di cittadini, da ogni provincia, da ógni partito pianta come nazio-nale sventura.

Dirimpetto a questa tomba, chiusa appena ieri, la mente turbata male può ricordare ciò che il grande cittadino operò : ma il perenne monumento che egli a se stesso eresse, guidando la Toscana alla unione col Piemonte, e per essa l'Italia ad unità, ne tramanderà il nome benedetto ai posteri, dai quali la storia, non offuscata da piccole contese o da garrule querimonie, disdegnosa d'ogni volgare interesse, otterrà ìa sanzione del popolare verdetto che già nell'anno 1860, vinto da lui ogni ostacolo, lo proclamava e testé in morte lo confermava bene-merito della patria.

Nacque Bettino Ricasoli di antichissima famiglia in Firenze l'anno 1809, ed ancor giovinetto fu edu-cato al culto di ogni cosa bella e buona dalla con-vivenza con molti dei valentuomini che sul principio del secolo, esulati da ogni parte d'Italia, nella mite Toscana posarono come in asilo sicuro. Natura gli era stata prodiga di singolare dirittura ed austerità d'animo che lo ritrassero, sin dalla prima età, dai frivoli piaceri e dalle molli abitudini di molti ricchi suoi pari, e tutto lo volsero agli studi sociali ed alle opere civili che alle fortune della patria apparec-chiare dovevano menti sane e cittadini robusti.

Fuggendo le effeminate città, alla coltura dei campi intendendo, devoto a bene di popolo per do-vere civile non per ambita aura, ai maschi abita-tori della campagna arrecava conforti, ed educa-zione, ringagliardendo la rigida fibra sua negli studi e nella pratica di quelle virtù cittadine che erangli retaggio di domestiche tradizioni. Il perchè era già dei più promettenti uomini della su a città, quando verso il 1846 suscitata Italia tutta a libertà, egli, dalla solitudine trat to ai pubblici negozi, a bene-ficio di questi profferiva la ferrea volontà, l'animo insofferente di ogni bruttura, tutto se stesso.

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Atti Parlamentari Camera dei Deputati LEGISL. XIV — I a SESSIONE — DISCUSSIONI — TORNATA DEL 15 NOVEMBRE 1 8 8 0

Delle quali sue doti furono primo segno le ripe-tute rimostranze che, al principiare del 1847, egli ani-moso presentò ai ministri del Lorenese, a nome di una eletta di cittadini, lamentando le tribolazioni del popolo e chiedendo si riformasse l'amministra-zione civile, si temperassero le istituzioni politiche, la manifestazione dei pensiero fosse libera.

E quando poco dopo, incalzando gli avvenimenti, furono concedute alla Toscana le prime liberali fran-chigie il Ricasoli, con altri egregi uomini pubblicò il giornale La Patria la cui mira precipua, additata nella famosa epigrafe che portava in fronte, fu di suscitare, contro la straniera dominazione, la pas-sione dell'indipendenza.

Nobile concetto, che solo poteva essere fonda-mento alla libertà e grandezza della patria, e che il Ricasoli non pretermise occasione per inculcare e raccomandare o fosse mandato presso Re Carlo Al-berto oratore della mediazione fra Toscana e Mo-dena per la occupata Fiyizzano, o diventato gonfalo-niere di Firenze, o deputato all'Assemblea del 1848.

E furono certo questa stessa convinzione e la vi-vissima fede di allontanare la vergogna ed il danno dell'austriaca invasione quelle che, dopo i fortunosi eventi dell'aprile 1849, persuasero di far parte della Commissione municipale fiorentina, richiamante il principe sull'abbandonato trono, a patto di indipen-denza e di costituzionali guarentigie, lui che per ben due volte, l'anno prima, rifiutando di succedere al Ridolfi ed al Capponi, si era mostrato schivo di ogni ambizione.

Ma non era ancora decorso un mese che, sbu-giardate le astute lusinghe, dagli austriaci occupata per volere di Leopoldo II tutta Toscana, Ricasoli sprezzando gli ingannatori si dimetteva sdegnoso da ogni ufficio e tornava a dedicarsi tutto alla vita dei campi, la sola che, nelle miserrime condi-zioni della patria, a lui pai-esse non inutile all'in-cremento sociale ed a lui per questo incresciosa non fosse.

Così visse dieci anni maturando i forti propo-siti e nello studio e nel silenzio nella operosa vita mantenendo viva la gagliarda fede ; sicché quando al sorgere del 1859 la universale commozione degli italiani apparecchiò alla patria grandi occasioni, egli si rivelò senz'altro a vocazione di grandezza.

Animoso, incalzante alla meta, scaltrisce il dise-gno dei timidi che ancora sperano di rendere Leo-poldo II morbido alle aspirazioni nazionali, e di scongiurare il nembo che sulla dinastìa si addensa : non merita fede chi fu fedifrago ed appone corag-gioso il nome ad uno scritto Toscana ed Austria che danna la colpevole dinastia invocando a viso aperto il Piemonte a salvezza d'Italia. lavano si

tenta succeda a Leopoldo II il suo primogenito ; in-vano si eccita a guerra civile l'esercito, che vive della vita del popolo dal quale è scritto : la fuga sola, solo una seconda fuga rimane suprema sal-vezza di quel principe che calcando la via dell'esilio forse già sogna quella del ritorno fra le soldatesche straniere.

Abbattimento senza sangue, senza odi, senza de-voti rimpianti ; esemplare condanna di silenzio, d'in» differenza, di sprezzo.

Partito il duca e dopo che il Governo, costituito in quella prima caldezza, proclamata l'unione della Toscana al Regno di Vittorio Emanuele, ebbe rasse-gnato l'ufficio nelle mani del Buoncompagni; legato del Re in Firenze, il Ricasoli veniva eletto ministro per l'interno.

Io non seguirò Bettino Ricasoli in quello che mi-nistro col Buoncompagni o, questi partito, presi-dente del Ministero adoperò a pro della grande causa alla quale si era votato. E storia di ieri, nè giova,

, anzi non è lecito lumeggiarla a sbalzi ed incomple-tamente. Però affermo che per undici mesi il Rica-soli, capo piuttosto d'uno Stato che di un Mini-stero, prima che l'unione al Piemonte si effettuasse a questa seppe, con mano sicura, attraverso ad osta-coli d'ogni maniera, indirizzare uomini ed avveni-menti.

Nè la improvvisa pace di Villafranca, nè gli avvolgimenti della diplomazia, nè le aspirazioni di un principe forestiero, rincalzate ora da un esercito ora da tentatori emissari, nè le riguardose lentezze al Re Vittorio Emanuele imposte da prudente con-siglio nell'accogliere i reiterati voti della Toscana, nè lo spediente d'una reggenza pel Re, delegata dal principe eletto ad un cittadino, nè infine il voto di tutto il popolo imposto dall'Europa, sotto colore di avvalorare, ma forse per speranza i generali co-mizi sconfessassero ciò che Governo provvisorio, consulta di Governo, assemblea ¡e liberi municipi avevano istantemente per quasi un anno deliberato e richiesto, valsero a scuotere la sua invitta perse-veranza.

Moderatore del popolo, persuaso appartenere le iniziative soltanto cui spettano le responsabilità terribili come quella che egli aveva assunta in fac-cia alla sua coscienza, all'Italia ed alla storia, egli resse lo Stato con mano sicura. Che se patriottica ansia mostrollo agli insofferenti d'indugi non ab-bastanza sollecito a provvidenze che sembrava rag-giungerebbero più presto il fine agognato, il fortu-nato conseguimento di questo cancellò ormai sin la memoria dei giudizi allora avventati con diffi-

, dente sospetto. Pare vagli da temere più che di altro di tutto ciò

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Mi Parlamentati ~ 1684 — Camera dei Deputati LEGISL. XIV — I a SESSIONE — DISCUSSIONI — TOBNATA DEL 1 1 NOVEMBRE 1 8 8 0

che alla costituzione di un nuoro Stato nell'Italia centrale potesse avviare, indi la sua riluttanza ad accomunare le sorti delle varie provinole di essa, prima che tutte insieme si stringessero attorno al Re italiano.

Arroge che nella Toscana, per essere gli ordina-menti civili meno difettivi il mutarli era irto di dif-ficoltà, e che la certezza codesti ordini sarebbero dopo l'unione ancora una volta innovati consiglia-vagli si causasse ogni pretesto di perturbazioni. Nè gli ordinamenti non uniformi nelle varie provincie erano allora da molti reputati ostacolo all'unità ma piuttosto ad essa opportuna transizione e sapiente apparecchio.

Ma la lega militare con Modena, esposta dopo Villafranca, senza soldati al primo irrompere dei principi spodestati; la unificazione delie tariffe, delle dogane, delie monete ; le fortificazioni di Bologna, baluardo della nuova Italia, la promulgazione dello Statuto, le pertinaci insistenze presso tutti i Go-verni d'Europa facevano aperta ragione che la vo-lontà del popolo era sacro deposito nella vigorosa mano del suo capo.

E quando il 22 marzo 1860, il Ricasoli presen-tava al Re Vittorio Emanuele in Torino, l'unanime plebiscito; egli, il cui cuore aveva palpitato alle stesse ansie di tutta Toscana, la cui mente aveva misurato tutta la grandezza del successo, poteva ben dichiarare quasi divinando : essere quel popolo lieto di uscire dalla vecchia vita del Municipio ed entrare nella nuova vita della nazione ed a buon diritto dirsi altiero di poter attestare il generoso moto e la fede dell'animo toscano.

Come il principe di Carignano, reggente la To-scana quale luogotenente del Re, il Ricasoli la go-vernasse, aiutando il conte di Cavour nelle audacie del 1860, lo provano irrefragabili documenti. Che se in quei giorni di iniziative popolari senza ri-guardo a partiti o ad uomini da cui movessero scri-veva : non essere disposto a dividere con chicches' sia i diritti ed t doveri di rappresentante del Go-verno, cosicché ogni intensione sotto qualunque nome troverebbe in lui un ostacolo risoluto aveva pur dichiarato, pochi giorni prima, la necessità ineluttabile di procedere come fulmine nel di-segno di occupare le Marche e l'Umbria che Re e Governo avevano adottato a salute d'Italia ed am-moniva: il Governo non vacillasse, non indugiasse ; dalla sua prontezza, dalla sua energia e dalla com-pietà sua azione dipendere la salute. (Benissimo!)

Deputato al Parlamento per Torino, Pavia e Firenze, in quell'Assemblea, in che durante l'anno 1860 convennero per la prima volta i rappresentanti di 11 milioni di italiani, la sorte il volle confermato

a deputato di Torino; quasi a segno di concordia, di medesimezza di affetti e di gloria fra le riunite Provincie. (Bravo!)

Firenze lo ebbe di poi, nel 1861, suo rappresen-tante al primo Parlamento italiano, nè mai gli fu scarsa di fiducia finché durogli la vita ; che anzi, fatta a lui forza, confermogìi il mandato anche quando, or sono pochi mesi, la affievolita sanità avevalo persuaso di ridursi a vita privata.

Presidente del Consiglio dei ministri allorché nel 18611a improvvisa morte del conte di Cavour toglieva all'Italia una vasta mente, una immensa forza morale, una grande garanzia di nuovi trionfi a compimento dell'unità nazionale, egli non esitò ad assumere il Governo in quel supremo momento di universale costernazione. Ma spontaneo se ne ritrasse a non lungo andare quando, malgrado provvedesse solle-cito ad unificare leggi e rinsaldasse la unità disfa-cendo le luogotenenze di Napoli e di Sicilia, si ac-corse mancargli lo spontaneo e fidente aiuto dei rappresentanti la nazione.

Uomo dalle grandi abnegazioni, riprese le redini del Governo sol quando la guerra del 1866 chiamò l'Italia a nuovi cimenti ed a nuove fortune ; ed ia mezzo alle terribili angoscio di quei giorni memo-randi, lui confortò certo il pensiero di avere pel primo salutata libera un'altra nobile provincia ita-liana.

Abbandonò il Governo nei primi mesi del 1867 nè più yì si sobbarcò.

Io non rammenterò a voi, onorevoli colleghi, qual® Bettino Ricasoli foia« in mezzo a noi.

Ancora è presente ai vostri occhi la sua maschia e dignitosa figura : qui si ripercuote ancora l'eco di quella coscienza intemerata che, con accento di pro-fonda convinzione, rado e breve parlando, senten-ziava ciò che alla patria giovasse. Non lenocinio di orazione, non artificio di politico espediente, ma fa-scino di animo invasato dall'amore del pubblico bene, con schietti opinamenti, utili perchè onesti, raggiungendo gli splendori di sublime eloquenza strappava il plauso degli amici, la deferenza degli avversari, il rispetto di tutti. (Bravo ! )

E queste qualità mai non apparvero tanto ec-celse come nel suo primo discorso dell'aprile 1861 pronunziato per scongiurare gravissimi dissidi ed inculcare la concordia a sicurtà dell'acquistato, a preparazione e leva di nuovi acquisti, e nell'ultimo dell'anno passato quando sorse raccomandando alla solidarietà nazionale le sorti della città di Firenze. Ultimo suo atto ; che, la gagliardia del corpo de-clinando, da quel giorno più non apparve fra noi. Già, nel mese di luglio, gravissimo malore met-teva a repentaglio quell'esistenza che l'affettuosa

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Atti Farlamentari — 1635 — Camera dei Deputati LEGISL. XIY — T SESSIONE — DISCUSSIONI — TORNATA DEL 1 5 NOVEMBRE 1 8 8 0

preoccupazione vostra mostrò quanto valesse e fosse a voi cara. Ed era appena quel male vinto dalla ) adamantina fibra quando morte improvvisa rapi-valo alla patria, spirando l'anima forte nel castello di Brolio, l'ultima ora del 23 ottobre.

Al luttuoso annunzio, il vostro presidente, sicuro dell'animo vostro, reputò suo dovere di testimoniarne alla famiglia i sentimenti della Camera col seguente telegramma :

« Generale Vincenzo Ricasoli — Firenze. « Mi si annuncia la morte di S. E. l'onorevole

barone Ricasoli. Questa grande sventura che col-pisce colla famiglia l'intiera nazione, togliendole l'illustre cittadino, il cui sapiente patriottismo e forte perseverare tanto potentemente contribuì al-l'unità italiana avrà un' eco profonda nell'animo dei miei colleghi. Sicuro interprete dei sentimenti della Camera dei deputati mando a lei vivissimo condoglianze, che la prego di partecipare a tutta la famiglia. »

Dei quali sentimenti oggi novellamente interprete io non esito ad affermare che con Bettino Ricasoli è stato tolto all'Italia uno di quei grandi che a costi-tuirla in nazione più gagliardamente operarono, uno di quegli uomini che della patria erano orgoglio e presidio, uno di quei rappresentanti del paese, che secondo egli ammoniva un giorno, dimentichi d'ogni personale interesse, abborrmti da ogni egoismo, scevri d'ogni umano rispetto, le confidate sorti e gli acquistati diritti gelosamente custodivano.

Magnanimo cittadino che col carattere agguagliò la grandezza dei tempi, ed il cui nome la rivendicata nazione tramanderà ai posteri venerato per virtù pari all'opera miracolosa ! (Bravo! Bene! da tutte le parti della Camera)

HANTELLINI. Pel barone Bettino Ricasoli a me fio-rentino concedete, o signori, una parola di condo-glianza in quest'Aula.

Nato in Firenze, non ebbe affetto non pensiero che non fossero italiani. Parlare di Firenze, parlare di Toscana ei non sapeva ; non cercava parole che a parlare d'Italia. L'ultimo discorso del Ricasoli qui proferito per la sm, per la nostra Firenze, fu di-scorso proferito per l'Italia.

Il sentimento italiano in Toscana è ingenito in tutti, come italiana è la lingua che c'insegna la pa-tria. E in Toscana la reggenza dei 80 anni, compo-sta d'uomini del paese, l'avviò sulle riforme politi-che ed economiche, mandate poi innanzi da Pietro Leopoldo. Donde la rivoluzione di Francia non trovò Giacobini in Toscana; il 1814 vi fu restaura-zione, non reazione; Ferdinando III vi regnò da Marc'Àurelió; e Leopoldo II coi congressi e nel vi-

vere libero e civile si mostrò il più italiano dei prin-cipi, fino a Pio IX, o a quando tornò in conto che sul principe laico passasse avanti il pontefice nella pubblica opinione. In Toscana non penetrarono mai gesuiti, nè allignarono carnefici ; non vi ebbe pro-cessi politici il 1821, non il 1830. Allora vi trova-rono tranquilla ospitalità i profughi d'altre parti d'Italia. Per un secolo, principe e popolo formarono una famiglia sola.

La scena cambiò tardi, o solo dopo Gaeta. La ri-conoscente illusione mostrò anzi di riapparire nel 1854 coll'allontanarsi dell'ultima uniforme stra-niera.

E fu barlume spento nel 27 aprile 1859, quando paese e principe presero ciascuno la sua, e il paese andò per la strada d'Italia, e il principe per la strada di fuori d'Italia. Quella storia non può an-cora farsi ; che le passioni accese consentono ap-pena la cronaca. La storia dovrà pur registrare che in Toscana, forse perchè si facevano sentire meno che altrove le ragioni del mutamento, si pensò, prima che all'unità, alla federazione. Ma vi si pensò, fino a che la si tenne possibile coi principi di Lo-rena.

Divenuti quei principi incompatibili, l'unità di-ventò per tutti passione. Chè tutti ci saremmo ri-bellati contro qualunque combinazione di formar dell'Italia del centro uno Stato a sè, e più che mai sotto altri principi. Prima d'ogni terra toscana a ribellarsene sarebbe stata Firenze.

Le incertezze, le paure sopravvennero coi patti di Villafranca : da quei patti di Villafranca che nel Ricasoli rinvigorirono la gagliardia del pertinaca volere a sbandeggiare dal suo e dagli animi di tutti ogni idea di federarsi; a bandire il plebiscito perla annessione della Toscana, che portò al plebiscito dei ducati e poi del resto. Senza quel suo carattere di ferro che avesse di tutte le paure fatto un ardi-mento comune, di tutte le incertezze fascio di una convinzione incrollabile, di tutte le volontà una soia e ardente volontà, gli avvenimenti avrebbero corso altre vicende e avremmo avuto una storia diversa.

Onore dunque ad uno dei più grandi eroi della storia che abbiamo, della storia che ci ha condotti dove stiamo e dove resteremo. A Villafranca, dopo Magenta e Solferino, si sottoscriveva nell'I 1 luglio 1859 dai due imperatori. Le grand due de Toscane et le due de Modene rentrent dans leurs Ètatx. I l più risoluto a prenderne ardimento a stracciare, e che ha stracciato quei preliminari per l'unità d'I-talia fu il barone Bettino Ricasoli. {Bene!)

PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare l'onorevole Ni-cotera.

MCQTERi È difficile dire meglio e più di quello

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Atti Parlamentari 1636 — Camera dei Deputati LEGISL. XIV — l a SESSIONE — DISCUSSIONI — TORNATA DEL 15 NOVEMBRE 1 8 8 0

che ha detto l'egregio nostro' presidente, nel ricor-dare le virtù patriottiche dei nostri colleghi defanti.

Credo quindi che il meglio possa farsi è di de-plorare unanimemente con lui queste perdite.

Però, o signori, per quanto sia vero che il più modesto soldato della patria abbia tanti diritti alla riconoscenza, quanti ne possa avere il più gran cit-tadino, egli è innegabile che il barone Ricasoli si è trovato in condizioni speciali, che gli hanno dato grandi responsabilità e modo di rendere segnalati servigi. A lui è dovuta la manifestazione più solenne della gratitudine della patria e quindi, senza spen-dere altre parole, mi permetto, credendo di ren-dermi interprete del sentimento unanime della Ca-mera, di proporre che essa prenda il lutto per 20 giorni, e per 20 giorni veli la sua bandiera. (Benis-simo !) Mi permetto inoltre di proporre che ai fune-rali che saranno celebrati a Firenze, alla Presidenza della Camera si unisca una Commissione speciale per rendere gii ultimi tributi d'onore a questo cit-tadino che tanto ha operato per la causa nazionale.

Ed ora, o signori, permettetemi che dica una pa-rola sola per ricordare un nostro collega, al quale l'ingiustizia della lotta elettorale, l'ingratitudine e la sconoscenza hanno tolto il solo premio, il solo compenso a cui aspirava, morire rappresentante della nazione per la quale aveva pure tanto sofferto ; parlo di Salvatore Morelli. (Benissimo! Bravo!)

PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare l'onorevole pre-sidente del Consiglio.

CA1R0LI, presidente del Consiglio. 11 Governo del Re manifestò pubblicamente il suo compianto ap-pena giunse la notizia della sventura, che fu un lutto per la patria ; esso ebbe qui efficaci interpreti, ed io non direi una parola in aggiunta alla eloquente commemorazione se non sentissi il debito di asso-ciarmi in nome del Governo ai sentimenti espressi per l'uomo illustre, di cui il nostro presidente ha narrato con splendido riassunto la vita operosa che continua nella gloria immortale dei ricordi e del-l'esempio.

Nessuno più degnamente del nostro amato presi-dente poteva parlare di quei fatti che per virtù di popolo, per sapiente audacia, e, nello stesso tempo, pertinacia di governanti, si sono compiuti dopo la pace di Villafranca, perchè nella storia rifulge il nome di Luigi Farini associato a quello di Bettino Ricasoli ; congiunti nell'azione che preparava la completa unità della patria, lo sono ora nel culto della sua gratitudine. (Bene /)

Essi gettarono nel momento dello sconforto le prime, ma salde fondamenta dell'edificio in quei giorni memorandi di dubbio e -di trepidazione che corsero tra l'infausta novella dei patti di Villafranca,

ed il grido animoso dei plebisciti. Se non sono peri-colate in quel momento le sorti nostre fu perchè erano affidate ad uomini insigni per molte virtù, ma grandi soprattutto per la fede che vince ogni più formidabile ostacolo. (Bene !)

L'onda burrascosa si infranse contro la ferma e calma volontà di quei due, proclamati dittatori, nell'ora del pericolo, dalla fiducia delle popolazioni. Sparvero le persone, ma ingegnano le virtù che con-tribuirono a preparare le nostre meravigliose for-tune e che sono ora nostra guida in opere più mode-ste. Noi non vedremo più in quest'Aula la venerata figura del barone Ricasoli, ma la sua immagine è scolpita nel nostro cuore memore di quella austera semplicità che fu la più serena espressione, nella sua vita pubblica e privata, del dovere profondamente sentito. Nè svaniranno gli echi delle sue parole, ascoltate con ossequio da amici e da avversari, per-chè libere sempre dalle passioni che offuscano i giudizi e modeste così che non accennavano mai, nemmeno con indirette allusioni, ai servigi resi alla patria. E sarà citata ad esempio la forza del suo carattere improntato dalla pertinacia e dalla schiettezza delle convinzióni. Io quindi, in nome del Governo, mi inchino commosso alla sua venerata memoria, e mi associo con tutto l'animo alla propo-sta d'onoranza fatta dall'onorevole Nicotera che la Camera accetterà certo con voto unanime.

Il Governo lamenta pure la perdita di altri colle-ghi, ricordati dall'onorevole nostro presidente e sì associa al ben giusto tributo di lode dovuto al mar-chese Giovanni di Sant'Onofrio, di cui splendette la vita per intemerate virtù, e a Mariano Englen. En-trambi manifestarono la fermezza delle loro convin-zioni patriottiche nelle carceri e nell'esilio, e il primo anche meritando una condanna nel capo. Si volge pure il nostro ricordo al marchese Ludovico Incontri che, come disse l'illustre nostro presidente, fu tra i più caldi propugnatori dell'unione della Toscana all'Italia, uomo di elevata intelligenza e modesto, e del quale quanti ebbero la fortuna di conoscerlo personalmente seppero apprezzare le virtù; al generale Arnulfi che così cara memoria lascia fra di noi, perchè, sia sotto l'assisa del soì^ dato, sia sedendo in questi banchi, ebbe incrolla-bile in cuore l'amore della patria, e ha ben meri-tato di essa nei più difficili momenti, allorquando il Governo gli affidava la missione, nel momento dell'unificazione, di organizzare l'arma dei reali ea^ rabinieri, ed egli provava coi fatti che il prestìgio della forza stava nella legge e non nell'arbitrio di altri tempi.

Il mio pensiero ricorre pure, con emoziona alla memoria di Salvatore Morelli

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Atti Parlamentari — 1637 —• Camera dei Deputati LEGISL. XIV — l a SESSIONE — DISCUSSIONI — TORNATA DEL 15 NOVEMBRE 1 8 8 0

Collega permeiti anni; amico mio fino all'ultimo giorno, il suo nome, per chi lo ricorda per onorarlo, deve ispirare per la bontà, sempre congiunta al suo convinto apostolato, e manifestata in tutte le fasi della sua vita, solo nobili sentimenti.

Io non aggiungo altro. Dirò solo che è un con-forto il sapere che i benemeriti cittadini non muoiono; lo attesta questo compianto, che non è un fugge-vole tributo alla lóro memoria. (Bene /)

PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare l'onorevole Ca-valletto.

CAVALLETTO. L'onorevole Ricasoli stigmatizzando le distinzioni regionali, imporrebbe a me il silenzio sui sentimenti che devo esprimere.

Io ricordo l'epoca del 1859, quando le armi italo-fi anche, vittoriose si arrestarono all'Adige; e quando i preliminari di pace di Villafranca segnavano l'ab-bandono della Venezia. Quella notizia, quei preli-minari, quella confederazione indetta all'Italia, con l'Austria partecipe alla confederazione italiana, scossero e commossero le popolazioni venete, che vedevano di tal maniera quasi rinnovato per esse l'infausto patto di Campoformio !

Se quelle popolazioni ripresero coraggio, si fu per la fede che avevano nella lealtà del Re Vittorio Emanuele ; nella saviezza e potenza d'ingegno del ministro Cavour; negli esempi di forti propositi e nelle coraggiose e sapienti iniziative dei due presidi delle due illustri regioni della Toscana e del-l'Emilia.

Quando Farini e Ricasoli disdissero il patto della federazione italiana, ed eccitarono quelle popola-zioni (sebbene in fatto non avessero bisogno di ecci-tamenti, perchè il sentimento unitario era nel cuore di tutti gli Italiani) quando quei due grandi uomini di Stato, ottennero che si disdicesse il patto della confederazione italiana, e che si proclamasse in so-lenni assemblee invece il patto dell'unità nazionale sotto lo scettro costituzionale della Casa di Savoia, allora atffche le provincie venete ebbero il loro ple-biscito ; plebiscito, fatto in silenzio, perchè il Go-verno austriaco occupando militarmente il paese impediva che fosse pubblico ; ma sta il fatto che tutte le legali rappresentanze comunali del Veneto nel 1859 mandarono le loro proteste ufficiali a To-rino dichiarando che volevano stare unite alle Pro-vincie libere sorelle sotto lo scettro di Casa Savoia ; e con quel plebiscito rinnovarono quello espresso nel 1848. E questa fede nel Re di gloriosa memoria e nei fermi e chiari propositi del suo nazionale Go-verno incoraggiarono nel 1861 le popolazioni ve-nete a rifiutare unanimi la costituzione austriaca astenendosi dalla nomina dei loro deputati pel Par-lamento di Vienna. Fu veramente fortuna per la

patria nostra che quelle provincie stessero salde al patto dell'unità nazionale e alla monarchia costitu-zionale di Casa Savoia, perchè se avessero ceduto o alle feroci intimidazioni e pressioni o alle blan-dizie dell'Austria, certo che la guerra del 1866 dif-ficilmente si sarebbe potuta preparare e fare. Quindi l'esempio dato dal barone Ricasoli fu di grande van-taggio alle provincie venete, che poterono ottenere finalmente nel 1866 di essere libere, e fu di gran-dissimo vantaggio a tutta la nazione, perchè così potè essere esclusa dall'Italia la dominazione stra-niera.

Quelle provincie poi ebbero il conforto e la con-solazione di salutare Bettino Ricasoli quando ac-compagnò a Venezia Vittorio Emanuele Re libera-tore. L'antusiasmo e il fremito di gioia popolare di allora, oggidì merita di essere ricordato perchè viene in omaggio alla memoria del grande uomo che al-lora era capo del Gabinetto del gran Re. Mi associo quindi pienamente e con riconoscenza alle parole dette dall'onorevole presidente della Camera, dal-l'onorevole presidente del Consiglio e dagli altri col-leghi, in onore del barone Ricasoli che deploriamo perduto.

PRESIDENTE. Prima di dar lettura della proposta dell'onorevole Nicotera, debbo leggere una lettera del municipio fiorentino :

« Ho l'onore di partecipare alla E. V. che per la deliberazione del Consiglio comunale nel tempio di Santa Croce saranno celebrati la mattina del 22 cor-rente alle ore 11, esequie solenni alla grand'anima del barone Bettino Ricasoli.

« Mi permetto pregare l 'È. V. di dare comunica-zione della presente alla Camera, pel caso che ad essa piacesse di essere rappresentata alla funebre cerimonia. »

Ed ora l'onorevole Nicotera, come la Camera lia udito, propone che la Camera voglia prendere il lutto per 20 giorni, ed a suo tempo delegare una Commis-sione speciale di otto membri, la quale, in uno alla Presidenza, la rappresenti ai funerali del barone Ricasoli in Firenze. A questa Commissione si po-tranno unire tutti i deputati che si trovassero in Firenze in quell'occasione.

Non essendovi obiezioni pongo ai voti la pro-posta dell'onorevole Nicotera.

(È approvata all'unanimità.) Estraggo ora a sorte i nomi dei deputati che do-

vranno comporre la deputazione da unirsi alla pre-sidenza.

(Segue l'estrazione.) Faranno parte della Commissionej insieme con la

Presidenza, gli onorevoli Maurigi, Berti Domenico,

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Atti Parlamentari Camera dei Deputati

LEGISL. XIV — I a SESSIONE — DISCUSSIONI — TORNATA DEL l i NOVEMBRE 1 8 8 0

Serristori, Bianchi, Odescalcbi, Incagnoli, Geymet e Berardi Filippo.

Ripeto che a questa Commissione potranno unirsi tutti i deputati della provincia di Firenze e quelli che si troveranno in Firenze in quel giorno.

DIMISSIONI DELL'ONOREVOLE MARTINI DA MEMBRO DELLA COMMISSIONE DEL BILANCIO.

PRESIDENTE. Debbo comunicare alla Camera la seguente lettera in data 22 ottobre 1880:

« Ho l'onore di rimettere all'Eccellenza Vostra la rinuncia da membro della Commissione generale del bilancio.

« Martini. »

Do atto all'onorevole Martini delle sue dimissioni da membro della Commissione del bilancio, la quale così resta senza tre deputati, cioè senza gli onore« voli Brin e Gandolfi, perchè scaduti dall'ufficio di deputato, e dell'onorevole Martini, perchè ha dato la sua rinuncia.

Si porrà quindi all'ordine del giorno la nomina dei deputati che devono sostituire nella Commis-sione suddetta i tre che non ne fanno più parte.

DIMISSIONI DA DEPUTATI, DEGLI ONOREVOLI G. GARIBALDI, MENOTTI GARIBALDI E CITTADELLA VIQODARZERE.

PRESIDENTE. Debbo comunicare pure la seguente lettera :

« Caprera, 24 settembre 1880. Egregio signor presidente,

« L a prego di voler fare accettare dalla Camera le mie dimissioni da deputato.

« Gradisca gli attestati di stima del suo-« Devotissimo

« Giuseppe Garibaldi. »

NICOTERA. Domando di parlare. PRESIDENTE. L'onoreyole Nicotera ha facoltà di

parlare. NICOTERA. (Segni di attenzione) Devo dire le ra-

gioni per le quali io credo che il Parlamento non debba accettare le dimissioni del generale Gari-baldi?

Crederei di fare oltraggio al buon senso dei miei colleghi e quindi senz'altro propongo non si accet-tino le dimissioni e si accordi invece al generale Ga-ribaldi un congedo di tre mesi. (Benissimo!)

PRESIDENTE DEL CONSIGLIO. Chiedo di parlare. PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare. PRESIDENTE DEL CONSIGLIO. l a nome del Governo

dichiaro di associarmi alla proposta dell'onorevole Nicotera.

PRESIDENTE. Come la Camera ha udito, l'onore-vole Nicotera propone che la Camera non voglia prendere atto delle dimissioni ofíerte dall'onorevole Giuseppe Garibaldi, ma invece si accordi a lui un congedo di tre mesi.

Chi approva questa proposta, è pregato di al-zarsi.

(È approvata.) Un'altra lettera è la seguente :

« Roma, 28 settembre 1880. « Egregio signor presidente,

« Le sarei grato se vorrà presentare, e far accet-tare dal Parlamentóle mie dimissioni da deputato.

« Gradisca gli attestati di stima « Del suo devotissimo

« Menotti Garibaldi. »

NICOTERA. Chiedo di parlare. PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare. NICOTERA. Propongo che anche queste dimissioni

non si accettino, e che si accordi invece all'onorevole Menotti Garibaldi un congedo di tre mesi.

PRESIDENTE. Metto a partito la proposta dell'ono-revole Nicotera, che cioè la Camera non voglia ac-cettare le dimissioni offerte dall'onorevole Menotti Garibaldi, ma di accordargli invece un congedo di tre mesi.

Chi l'approva sorga. ( È approvata.) Un'altra lettera è la seguente :

« Padova, 6 novembre 1880. « Chiamato per tre volte all'alto e non ambito

onore di rappresentare il paese in Parlamento, co-nobbi compagna all'importanza dell'ufficio affida-datomi, la difficoltà di fare il vero bene, e sovente mi venne il pensiero che altri al posto mio lo avrebbe potuto efficacemente procurare. Motivi di famiglia mi decidono ora a dare alla Vostra Eccel-lenza le mie dimissioni, pure spiacendomi di allon-tanarmi da molti colleghi, che mi onorarono di be-nevolenza, e mi confortarono di amicizia.

« Gino Cittadella Vigodarzere. »

CAVALLETTO. Chiedo di parlare. PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare. CAVALLETTO. E veramente spiacevole che un col-

lega giovane, studioso, volenteroso, devoto alle pa-trie istituzioni, non possa frequentare diligente-mente le nostre adunanze per pietosi doveri di famiglia. Io spero però che le cause della sua as-senza possano presto cessare, e cessare con conforto suo e dalia sua famiglia. Perciò io prego la Camera di non prendere atto delle dimissioni dell'onorevole

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Atti Parlamentati — 1689 — Camera dei Deputati LEGISL. XIV — l a SESSIONE — DISCUSSIONI — TORNATA DEL 1 5 NOVEMBRE 1 8 8 0

Cittadella Vigodarzere, ma di accordargli invece un congedo di due mesi.

PRESIDENTE Pongo ai voti la proposta dell'onore-vole Cavalletto, che cioè la Camera non voglia ac-cettare le dimissioni dell'onorevole Cittadella Vigo-darzere, ma accordargli un congedo di due mesi.

Chi approva questa proposta è pregato di alzarsi. (È approvata.)

ANNUNZIO DELLA PRESENTAZIONE BI PROPOSTE DI LEGGB D'INIZIATIVA DEI DEPUTATI MARIOTTI ED ELIA.

PRESIDENTE. Sono state presentate due proposte di legge d'iniziativa parlamentare durante ¡l'aggior-namento della Camera: l'una dell'onorevole Ma-riotti, l 'altra del deputato Elia, le quali saranno trasmesse agli uffici non appena saranno sorteggiati e costituiti.

COMUNICAZIONE DSL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO.

PRESIDENTE DEL CONSIGLIO. D o m a n d o d i p a r l a r e . PRESIDENTE. L'onorevole presidente del Consiglio

ha facoltà di parlare. PRESIDENTE DEL CONSIGLIO. Mi onoro di annun-

ziare alia Camera che Sua Maestà, con decreto del 27 luglio, ha nominato ministro della guerra il maggiore generale commendatore Bernardino Miion.

ANNUNZIO DI INTERROGAZIONI ED INTERPELLANZE.

PRESIDENTE. Sono state presentate, durante l'ag-giornamento della Camera, diverse domande d'in-terpellanza e di interrogazione, 16. Io le leggerò suddividendole secondo i Ministeri a cui sono rivolte e ponendole in ordine di presentazione.

Tre sono le domande d'interpellanza e d'interro-gazione rivolte al presidente del Consiglio, ministro degli affari esteri. Una presentata il 17 settembre dall'onorevole Maurigi, che è del tenore seguente,:

« Il sottoscritto chiede d'interpellare il presi-dente del Consiglio intorno alla politica estera del Governo. »

Un'altra presentata dall'onorevole Giuseppe Mas-sari, è così concepita :

« 11 sottoscritto chiede facoltà di muovere inter-rogazione all'onorevole ministro degli affari esteri :

« 1° Sulla partecipazione dell'Italia alla dimostra-zione navale;

« 2° Sulla questione del protettorato dei cristiani in Oriente ;

« 3° Sui danni patiti dai cittadini italiani resi-denti al Perù. »

Un'altra domanda diretta pure al presidente del Consiglio è del tenore seguente :

« Il sottoscritto desidera interpellare il presidente del Consiglio sulla politica estera del Governo.

« Medoro Savini. » Poi vengono le interpellanze rivolte al ministro

dell'interno, la prima delle quali è la seguente : « Il sottoscritto desidera interpellare il ministro

dell'interno e il presidente del Consiglio sopra i fatti avvenuti in Napoli nei giorni 27, 28 e 29 agosto 1880.

« Trincherà. » Un'altra : « li sottoscritto domanda di interpellare il mi-

nistro dell'interno sulla immigrazione dei gesuiti, scacciati dalla Francia, in Italia.

« Raffaello Giovagnoli. » Un'altra : « Il sottoscritto domanda di interpellare il mi-

nistro dell'interno sui recenti fatti avvenuti a Forlì fra alcuni cittadini ed i bersaglieri che colà trova-vasi di guarnigione.

« Ungaro. » Un'altra : « Il sottoscritto chiede la facoltà di interrogare

gli onorevoli ministri dell'interno e della guerra in-torno ad alcuni fatti relativi all'esercito.

« Giuseppe Massari. » Un'altra : « Il sottoscritto domanda di interpellare il mini-

stro deil'interno sulle pessime condizioni ammini-strative della provincia di Avellino.

« Napodano. » Altra: « Il sottoscritto desidera interpellare l'onorevole

ministro dell'interno circa l'organizzazione del par-tito rivoluzionario in Italia ed i mezzi che il Go-verno intende adoperare in sua difesa.

« Bonghi. » (Si vide) Un'altra : « Il sottoscritto desidera interpellare i ministri

dell'interno e di grazia e giustizia sulle ammoni-zioni generali per causa politica, inflitte consen-ziente l'autorità giudiziaria.

« Marziale Capo. » Poi vengono quelle indirizzate al ministro della

finanze : « Il sottoscritto desidera interpellare il ministro

delle finanze intorno ai criteri presi a base dei ca-noni del dazio consumo nella rinnovazione dei con-

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Atti Parlamentari Camera dei Deputali LEGISL. XIV — SESSIONE — DISCUSSIONI — TORNATA DEL 1 5 NOVEMBRE 1 8 8 0

tratti pel quinquennio 1881-1885, e intorno ai suoi intendimenti a riguardo delle condizioni finanziarie dei comuni rurali.

« Panattoni. » U n ' a l t r a : « Il sottoscritto desidera interpellare il ministro

delle finanze sul sistema dal Governo tenuto nella formazione dei gruppi per l'abbonamento del dazio di consumo.

« Colaianni. » Poi viene una interrogazione rivolta agli onorevoli

ministri della guerra e dell'interno. Essa è del seguente tenore : « 11 sottoscritto desidera interrogare i ministri

della guerra e dell'interno sovra attentati commessi contro l'esercito, e intorno ai provvedimenti adot-tati.

« Compans. » Ed ora ne vengono altre rivolte al ministro della

marina ; la seguente è dell'onorevole Martini Ferdi-nando:

« 11 sottoscritto desidera interpellare il ministro della marina intorno alle costruzioni navali. »

Un'altra : « È mio intendimento interpellare il ministro

della marina sulle condizioni della marina militare. « Adolfo Sanguinetti. »

Una domanda d'interrogazione rivolta al mini-stro dei lavori pubblici è così concepita :

« Il sottoscritto chiede d'interrogare il ministro dei lavori pubblici sulla mancanza di materiale mobile nelle linee delle ferrovie meridionali.

« Costantini. » Finalmente viene una domanda di documenti ri-

volta all'onorevole ministro della pubblica istru-zione, domanda che è del tenore seguente :

« Il sottoscritto domanda siano deposti nella se-greteria della Camera, 1* gli atti e i documenti del-l'inchiesta sulla biblioteca Vittorio Emanuele ; 2° le istruzioni emanate dal Ministero dal giugno 1875 al marzo 1876 per l'ordinamento della Biblioteca stessa; 3* lo stato del personale di questa, dalla sua instituzione ad oggi, così di quello nominato per decreto regio, come di quello nominato per ordi-nanza ministeriale, colle osservazioni dei capi di servizio o del direttore prò tempore della biblio-teca, sulle loro funzioni, incombenze, abilità e con-dotta ; 4° l'elenco dei libri ceduti ai libraio Bocca nel principio del 1876 per la somma di lire 4,000, coll'apprezzo fattone dai bibliotecari Castellani, Nardueci e Novelli ; 5° la lista dei libri che la bi-blioteca ha acquistati nel 1877 dall'eredità Bonghi

coi loro prezzi ; 6° l'elenco dei volumi venduti a peso al libraio Bocca il 4 marzo 1876, compilato dall'assistente Carta ; 7° l'elenco dei libri acquistati presso lo stesso libraio sino al 14 marzo 1876 dalia biblioteca "Vittorio Emanuele.

« Ruggero Bonghi. » Ora io prego gli onorevoli ministri di voler di-

chiarare se e quando intendano di rispondere a queste interrogazioni od interpellanze.

PRESIDENTE DEL CONSIGLIO. Il Ministero si riserva di dichiarare domani se e quando intenda di rispon-dere a queste interpellanze.

PRESIDENTE. Sentiremo dunque domani, séeondo che il regolamento ne dà loro facoltà, la risposta degli onorevoli ministri.

L'onorevole presidente del Consiglio ha facoltà di parlare.

PRESENTAZIONE DEL DISEGNO DI LEGGE PER IL CON-CORSO DELLO STATO NELLE OPERE EDILIZI® DELLA CA-PITALE DEL REGINO.

PRESIDENTE DEL CONSIGLIO. Mi onoro eli presen-tare alla Camera un disegno di legge per il con-corso dello Stato nelle opere edilizie e d'amplia-mento della capitale del regno. (Y. Stampato, 123.)

Prego la Camera di volerne dichiarare l 'ur-genza.

PRESIDENTE. Do atto all'onorevole presidente del Consiglio della presentazionerdel disegno di legge per il concorso dello Stato nelle opere edilizie e di ampliamento delia capitale del regno.

Questo disegno di legge sarà stampato e distri-buito ai signori deputati.

L'onorevole presidente del Consiglio chiede pure che piaccia alla Camera di dichiararne di urgenza lo studio e la discussione.

Se non vi sono osservazioni, questa proposta si intenderà approvata.

(È approvata.)

PRESENTAZIONE DEL DISEGNO DI LEGGE P U PROVVEDI-MENTI RIGUARDANTI IL COMUNE DI NAPOLI.

PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare l'onorevole mi-nistro dell'interno.

DEPRETIS, ministro dell'interno. D'accordo col mio collega il ministro delle finanze, mi onoro di presentare un disegno di legge che contiene prov-vedimenti per iì comune di Napoli. (Vedi Stampato, n° 124.)

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Atti Parlamentari — 1641 — Camera dei Deputati LEGISL. XIV — l a SESSIONE — DISCUSSIONI — TORNATA DEL 15 NOVEMBRE 1 8 8 0

Prego la Camera di volerne dichiarare l'urgenza. PRESIDENTE. Do atto all'onorevole ministro del-

l'interno della presentazione del disegno di legge riguardante provvedimenti per il comune di Napoli.

Questo disegno di legge sarà stampato e distri-buito ai signori deputati.

L'onorevole ministro chiede che piaccia alla Ca-mera di dichiararne d'urgenza l'esame e la discus-sione.

Non essendovi opposizioni l'urgenza s'intenderà accordata.

(È accordata.)

PRESENTAZIONE DI DIVERSI DISEGNI Dì LEGGE FATTA DAL MINISTRO DELLE FINANZE.

PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare l'onorevole mi-nistro delle finanze (Segni di attenzione)

MAGLIARI, ministro delle finanze. Mi onoro di pre-sentare alla Camera un disegno di legge per l'ap-provazione del rendiconto generale consuntivo del-l'amministrazione dello Stato per l'esercizio 1879. (V. Stampato, n° 125.) A questo disegno di legge è unita la dimostrazione di conformità della Corte dei conti. (V. Documenti, XIII.)

Presento nel tempo stesso alla Camera un dise-gno di legge per convalidazione di decreti reali di prelevamenti di somme dal fondo per le spese im-previste per l'esercizio 1880, e chiedo che la Ca-mera voglia approvare che questo disegno di legge sia trasmesso alla Commissione generale del bi-lancio. (V. Stampato, n° 126.)

Stimo poi mio debito di presentare alla Camera una relazione circostanziata e documentata intorno ai contratti di abbuonamento e di appalto per il da-zio consumo governativo durante il quinquennio dal 1881 al 1885. (V. Documenti, n° XII.)

Mi onoro poi di presentare alla Camera un dise-gno di legge per riforma delle tasse marittime ; ed un altro disegno di legge per provvedimenti relativi alle quote minime d'imposta sui terreni e sui fab-bricati. (V. Stampato, n. 127 e 128.)

Mi onoro di presentare infine alla Camera (Segni d'attenzione) due altri disegni di legge, uno per la istituzione della Cassa delle pensioni a carico dello Stato, ed un altro disegno di legge, d'accordo col ministro d'agricoltura e commercio, intitolato : provvedimenti per Vabolizione del corso forzoso. (Benissimo! Bravo!) (V. Stampato, n. 129 e 122.)

Prego la Camera di voler decretare l'urgenza di questi due ultimi disegni di legge. Quando essi sa-ranno stampati e distribuiti agii onorevoli compo-

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nenti quest'Assemblea, il Governo si riserva di fare quelle proposte eh© siano più confacenti allo scopo d'accelerarne la discussione.

TR0MPE0. Chiedo di parlare. PRESIDENTE. Su che cosa, onorevole Trompeo? TROMPEO. Sul disegno di legge teste presentato

dall'onorevole ministro. PRESIDENTE. Su quale di queste presentazioni ? TROMPEO. Su quella del corso forzoso. PRESIDENTE. Quando sarà il momento le darò fa-

coltà di parlare. Do atto all'onorevole ministro delle finanze della

presentazione: 1° Del rendiconto generale consuntivo dell'am-

ministrazione dello Stato de! 1879, che sarà stam-pato e distribuito agli onorevoli deputati.

2° Disegno di legge : Convalidazione dei decreti reali per il prelevamento di somme dal fondo per le spese impreviste per l'esercizio 1880. Il ministro chiede che questo disegno di legge sia rinviato al-l'esame della Commissione generale del bilancio.

Se non vi sono obbiezioni, questa proposta s'in-tenderà accolta. (È accolta.)

Poi do atto anche della presentazione di una re-lazione sui contratti d'abbonamento e d'appalto del dazio consumo governativo, che impegna dal 1881 al 1885.

Do atto della presentazione del disegno di legge per riforma delle tasse marittime.

Un altro disegno di legge è quello relativo alle quote minime dell'imposta sui terreni e sui fab-bricati.

Un altro disegno di legge per l'istituzione della Cassa delle pensioni a carico dello Stato. Questo progetto di legge, l'onorevole ministro chiede piac-cia alla Camera sia dichiarato d'urgenza. (È ac-cordata.)

Finalmente do atto della presentazione del dise-gno di legge, per provvedimenti relativi airaboli-zione del corso forzoso. Ora su questa presenta-zione ha facoltà di parlare l'onorevole Trompeo.

TROMPEO. Intendo fare una proposta modestissima, e che per nulla può pregiudicare le risoluzioni che il Ministero e la Camera vorranno prendere in se-guito relativamente all'esame e alla discussione di questo progetto di legge.

Io intendo solo di fare una preghiera, la quale mira a dare soddisfazione al desiderio, secondo me, ben giusto e natura!e del paese di conoscere solle-citamente i precisi termini dell'importante progetto ; poiché riguardo ai provvedimenti che con essi si proporrebbero sono tante e così disparate le voci che corrono, che gl'interessi legittimi del paese ne

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AUi Parlamenmfi Camera dei Deputati

LEGISL. XIV —- ]a SESSIONE — DISCUSSIONI — TORNATA DEL 15 NOVEMBRE 1880

risentono grave iattura, (Segni di dissenso su alcuni banchi)

Io penso che ciò sia, e per questa considerazione pregherei il Ministero di acconsentire che fino da oggi si desse lettura del testo dei relativi articoli ; chè in tal modo tutti potrebbero subito conoscere con esattezza e ufficialmente di che si tratta.

MINISTRO DELLE FINANZE, Certamente il disegno di legge, colla relazione che lo correda, sarà stampato fra pochissimi giorni. Ma ad ogni modo se la Ca-mera deliberasse di udire soltanto la lettura del progetto, il Ministero non avrebbe nulla in con-trario.

Mi parrebbe però più conveniente di aspettare che il progetto fosse stampato, perchè non potrà essere molto lungo l'indugio, anzi sarà assai breve.

Ad ogni modo io mi rimetto alla deliberazione che la Camera vorrà prendere.

PRESIDENTE. Onorevole Trompeo, mantiene la sua proposta ?

TROMPEO. Se il Ministero crede che dalla lettura fatta oggi degli articoli di questo progetto di legge possa derivare in qualche modo pregiudizio al buon andamento di esso...

Voci. No ! no ! TROMPEO... io non insisterò ; ma a me pure pare

di no, e ritengo che da) momento che il progetto è presentato non vi possa essere ostacolo alla sua lettura,

MINISTRO DELLE F I M E . Io ho dichiarato di non avere difficoltà che si proceda alla lettura dei pro-getto, poiché credo che essa non possa, non debba recare nessun inconveniente nè ad interessi gene-rali, nè ad interessi speciali.

Quindi me ne rimetto alla decisione della Ca-mera.

PRESIDENTE, Dunque, mantenendo P onorevole Trompeo la sua proposta, io la pongo ai voti.

Essa è concepita nei termini seguenti : « Voglia la Camera deliberare che si legga im-

mediatamente il disegno di legge che è stato pre-sentato testé dal ministro delle finanze per provve-dimenti intorno all'abolizione del corso forzoso. »

Una voce a destra. E il regolamento che cosa dice?

PRESIDENTI» Non vieta. ERCOLI. Due giorni. Una voce. Bisogna vedere il regolamento, PRESIDENTE. Odo delle voci che invocano il rego-

lamento ; il regolamento nulla dice a questo ri-guardo, e non fa nessuna obiezione ; quindi pongo ai voti la proposta dell'onorevole Trompeo.

(È approvata,)

Prego l'onorevole segretario Quartieri di dar let-tura del disegno di legge.

QUURTIERI, segretario, (Legge) Art. 1.

Il Consorzio degli istituti di emissione istituito dalla legge 30 aprile 1874, n° 1920 (serie 2 S) sarà sciolto col 30 giugno 1881.

A partire dal 1° loglio 1881 i biglietti consorziali che si troveranno in circolazione costituiranno un debito diretto dello Stato.

Cesserà, dalla stessa data, l'assegnazione annua sul bilancio delio Stato a favore del Consorzio, e sarà ritirata la rendita pubblica data dal Governo a garanzia dei biglietti consorziali in virtù delle leggi 19 aprile 1872, n° 759 (serie 2") e 80 aprile 1874, n° 1920 (serie 2*).

Art. 2. Il Consorzio consegnerà all'amministrazione del

Tesoro dello Stato, entro il 30 giugno 1881, l'offi-cina in cui si fabbricano i biglietti consorziali con tutte le dotazioni di macchine, utensili, mobili e materie prime o ausiliarie di cui sarà allora for-nita ; e le consegnerà inoltre nello stesso termine i biglietti consorziali di nuova fabbricazione, desti-nati a servire di scorta pel cambio dei biglietti lo-gori.

Il Tesoro dello Stato pagherà al Consorzio quella indennità che fosse tuttora dovuta pel valore di costo dell'anzidetta officina e delle relative dota-zioni, dedotta la parte già ammortizzata, pel valore di costo dei biglietti di nuova fabbricazione conse-gnati in virtù del presente articolo, e pel prezzo di stima dei biglietti consorziali in circolazione al 31 dicembre 1881.

Il montare dell'indennità eventualmente dovuta sarà stabilito inappellabilmente da tre arbitri desi-gnati uno dal Governo, l'altro dal Consorzio, e il terzo dai due primi.

Art. 3. I biglietti già consorziali continueranno, secondo

le norme vigenti, ad avere corso obbligatorio in ogni sorta di pagamento, ma saranno .convertibili In moneta metallica secondo le disposizioni degli arti-coli seguenti.

Art. 4. II Governo del Re è autorizzato a mettere in cir-

colazione la moneta divisionaria d'argento, e le altre monete decimali d'oro e d'argento esistenti nelle tesorerie delio Stato.

Art. 5. Con decreto reale sarà stabilita la data a partire

dalla quale avrà luogo il cambio al portatore ed a vista dei biglietti già consorziali in moneta decimale

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Atti Parlamentai i 1648 LEGISL. XIV — l a SESSIONE — DISCUSSIONI — TORNATA DEL 15 NOVEMBRE 1880

d'oro e d'argento nella tesoreria centrale del regno, e nelle tesorerie provinciali di Firenze, Genova, Mi-lano, Napoli, Palermo, Torino, Venezia, Bari, Bo-logna, Cagliari e Messina.

Con successivi decreti reali potrà essere autoriz* zato il cambio anche in altre tesorerie dello Stato.

Art. 6. Saranno annullati i biglietti da lira 5, 2, 1 e da

centesimi 50 ritirati dalla circolazione ed oltre ad essi gli altri biglietti ritirati o cambiati infino a che sia raggiunta in tutto la somma complessiva di 600 milioni di lire.

Art. 7. A partire dal 1° luglio 1881, il cambio dei bi-

glietti dichiarati consorziali col decreto 14 giugno IB74 con biglietti consorziali definitivi sarà fatto presso la tesoreria centrale del regno.

Art. 8. Il Governo rimborserà il mutuo di 44 milioni in

moneta metallica fatto dalla Banca Nazionale nel regno d'Italia con la convenzione 1° giugno 1875.

Il rimborso sarà fatto tre mesi prima che cominci il cambio dei biglietti già consorziali, di cui all'ar-ticolo 5, e in ogni caso tre mesi prima che sia stato intieramente eseguito il disposto dell'articolo 6.

Nello stesso termine sarà fatto il cambio in oro dei biglietti consorziali rappresentanti il credito di 50 milioni di lire degli istituti di emissione, a ter-mini dell'articolo 5 della legge 30 aprile 1874.

Art. 9. Il Governo del Re è autorizzato fino a tutto l'anno

1882 a procurarsi, col mezzo di prestiti o di altre operazioni di credito, la somma di 644 milioni di lire, di cui almeno 400 in oro.

La misura dell'interesse a carico dello Stato non potrà in nessun caso oltrepassare il cinque per cento netto di ritenuta per l'imposta di ricchezza mobile'.

Pel trasporto dei fondi e per qualunque altra spesa non potrà oltrepassarsi il limite dell'uno per cento.

Art. 10. Il Governo è pure autorizzato a procurarsi le i

somme che eventualmente potessero occorrere pel cambio al portatore ed a vista dei biglietti già con- : sorziali rimasti in circolazione in seguito all'esscu- ; zione dell'articolo 6.

Art. 11. Della rendita pubblica ritirata dal Consorzio degli |

istituti di emissione potrà essere alienata tanta parte quanta sarà necessaria a procurare le somme di cui ai precedenti articoli 9 e 10.

Sarà annullata la parte eccedente il bisogno.

Art. 12. . Dal giorno in cui comincerà il cambio dei biglietti

consorziali in moneta metallica, e in ogni caso da quello in cui sarà intieramente eseguito il disposto dell'articolo 6, e fino a nuova disposizione saranno pagati ia moneta decimale d'oro i dazi doganali per qualunque somma superiore a lire 50.

Art. 13. Il divieto fatto agli istituti di emissione di variare

senza autorizzazione del Governo il saggio dello sconto cesserà il giorno in cui comincerà il cambio dei biglietti consorziali di che all'articolo 5 o in cui sarà compiutamente eseguito il disposto del-l'articolo 6.

Art. 14. Il corso legale dei biglietti delle Banche di emis-

sione è prorogato a tutto l'anno 1888. Art. 15.

Il Governo del Re potrà ricevere nelle sue casse i biglietti dei sei istituti di emissione anche quando non avranno più corso legale.

Art. 16. La facoltà di emettere titoli pagabili a vista ces-

serà il 31 dicembre 1889 per tutti gii istituti che ne sono investiti.

Saranno stabilite per legge le norme che dovranno regolare da quell'epoca in avanti l'emissione di titoli bancari pagabili al latore ed a vista.

Art. 17. Una Commissione permanente presso il Ministero

del Tesoro presieduta dal ministro, e composta di tre senatori e di tre deputati eletti dalie rispettive Camere, di un consigliere di Stato e di un consi-gliere della Corte dei conti designati dal Consiglio dei ministri, del direttore generale del Tesoro, di un funzionario superiore del Ministero di agricoltura, industria e commercio e del direttore generale della Banca Nazionale nel Regno d'Italia, presidente del Consorzio, sarà sentita su tutti i provvedimenti che occorrono pel ritiro e pel cambio dei biglietti in esecuzione della presente legge; vigilerà l'anda-mento delle relative operazioni, e per mezzo dei ministro del Tesoro ne presenterà al Parlamento, alia fine di ogni anno, una particolareggiata e do-cumentata relazione.

Art. 18. Gli atti e i provvedimenti di cui all'articolo pre-

cedente, dovranno essere presi dal ministro del Te-soro d'accordo col ministro di agricoltura, industria e commercio.

Art. 19. Saranno determinati mediante reali decreti, sen-

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Atti Parlamentari — 1644 — Camera dei Deputati

LEGISL. XIV — I a SESSIONE — DISCUSSIONI — TORNATA DEL 15 NOVEMBRE 1 8 8 0

titiil Consiglio di Stato e la Corte dei conti, i modi e le garanzie :

a) per le operazioni di cambio, ritiro, e annul-lamento dei biglietti consorziali, le quali dovranno essere sindacate dalla Corte dei conti ;

h) per la custodia dei biglietti destinati a ser-vire di scorta ;

c) pel ricevimento dei biglietti degli istituti nelle casse dello Stato, quando non avranno più corso legale.

Parimenti mediante reali decreti saranno fatte tutte le altre disposizioni necessarie per la esecu-zione delia presente legge.

ANNUNZIO Dì UNA DOMANDA D'INTERROGAZIONE DEL DE-PUTATO GIOVAGNOLI AL MINISTRO DELL'INTERNO.

PRESIDENTE. È stata presentata un'altra domanda d'interrogazione rivolta all'onorevole ministro del-l'interno. Prego l'onorevole ministro di grazia e giustizia di volerla comunicare al suo collega.

« Il sottoscritto domanda d'interrogare l'onore-vole ministro dell'interno sopra l'articolo 2 della convenzione tra il comune di Roma ed il Governo, concernente la deviazione dell'Àniene da Tivoli a Roma.

« iiiovagnoli. »

L'onorevole ministro risponderà domani in prò» posito come ha già dichiarato il Presidente del Con-siglio,

Invito l'onorevole Melchiorre a recarsi alla tri-buna per presentare una relazione.

PRESENTAZIONE DELLA RELAZIONE DEL BILANCIO PER IL MINISTERO DI GRAZIA E GIUSTIZIA.

MELCHIORRE, relatore. Mi onoro di presentare, a nome della Commissione generale dei bilancio, la relazione sullo stato di prima previsione della spesa per il Ministero di grazia e giustizia e dei culti per l'anno 1881, nonché la relazione dell'entrata e spesa dell'amministrazione del Fondo per il culto per lo stesso anno.

PRESIDENTE. Do atto all'onorevole Melchiorre della presentazione della relazione sui bilanci di grazia e giustizia e dei culti per il 1881. Appena sarà stampata e distribuita agli onorevoli deputati j verrà iscritto all'ordine del giorno questo disegno j di legge. (Y. Stampato, n° 114-A.) |

PRESENTAZIONE M RELAZIONI FATTE DAL MINISTRO DEI LAVORI PUBBLICI.

PRESIDENTE. L'Onorevole ministro dei lavori pub-blici ha facoltà di presentare alcune relazioni.

BACCARINI, ministro dei lavori pubblici. Mi onoro di presentare alla Camera le seguenti relazioni :

la Sul servizio postale durante il 1879 (V. Do-cumenti, n° XIV) ;

2" Sul servizio dei telegrafi (V. Documenti, n° XV); Sa Sul servizio delle strade ferrate (V. Documenti,

n° XVI). PRESIDENTE. Do atto all'onorevole ministro dei la-

vori pubblici della presentazione di queste rela-zioni; che saranno stampate e distribuite.

SORTEGGIO DEGLI UFFICI.

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il sorteggio degli uffici. Si prosede al sorteggio.

GIUCCIOLI, segretario. Fa il sorteggio. PRESIDENTE. Gli uffici sono pregati di riunirsi do-

mattina alle ore 11 per costituirsi e prendere in esame alcuni disegni di legge.

Alle ore due seduta pubblica. La seduta è levata alle 4 85.

Ordine del giorno per la tomaia di domani :

Io Verificazione di poteri.

Discussione dei disegni di legge:

2° Concorso dello Stato nelle spese della Esposi-zione industriale nazionale di Milano ;

3° Dichiarazione fra l'Italia e la Serbia per rego-lare temporariamente il regime daziario fra i due paesi;

4° Proroga dei termini per la vendita dei beni ex» ademprivili in Sardegna;

5° Proroga dei termini per l'applicazione dei mi-suratori dell'alcool ;

6° Durata trentennaria senza bisogno di rinnova-zione di iscrizioni di ipoteche e di privilegi ;

7° Modificazioni della legge del 1859 intorno alia composizione e alle attribuzioni del Consiglio su-periore della pubblica istruzione ;

8° Impianto di un sifilicomio in Roma ; 9° Riordinamento delle guardie doganali ;

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Atti Parlamentari _ 1645 — —

Camera M Deputati LEGISL. XIV — l a S E S S I O N E — D I S C U S S I O N I — TORNATA DEL 15 N O V E M B R E 1880

10. Iscrizione fra le nazionali della strada da Pian di Portis al confine austro-ungarico pel monte Croce;

11. Convenzione per l'immersione di cavi sotto-marini nello stretto di Messina e fra la Sicilia e Lipari ;

12. Inchiesta sulle condizioni delia marina mer-cantile italiana ;

13. Tassa di fabbricazione degli olii di seme di cotone e sovratassa sai dazi di importazione ; -

14. Modificazioni delle circoscrizióni ipotecarie nelle provinole di Modena e di Reggio d'Emilia ;

15. Spesa per adattamento di locali ad uso delia Commissione superiore dei pesi e delie misure;

16. Disposizioni circa gii impiegati dei cessati Consigli degli ospizi delle provinole meridionali.

Prof. Àvv. LUIGI E A VANI V

Capo dell' ufficio di revisione. Roma? 1880 — Tip. Eredi Botta.

wm.

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