Calendario eventi Trattamento chirurgico - Lima Corporate€¦ · Sesto Fiorentino (FI) - Italy...

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12th EFORT Congress Copenhagen, June 1-4, 2011 Eventi 4 Via Nazionale, 52 - 33038 Villanova San Daniele del Friuli - Udine - Italy T. +39 0432 945511 F. +39 0432 945512 [email protected] www.limacorporate.com Limacorporate spa I l piede piatto è una deformità caratterizzata morfologicamente dalla riduzione della volta plantare e dal valgismo del retropiede, e funzionalmente da un piede che durante tutta la fase del passo si mantiene in uno stato di prevalente o persistente pronazione. Il piede per i primi quattro anni di vita si mantiene in uno stato di fisiologica pronazione e pertanto non necessita di alcun trattamento. Dal quinto anno di età se rimane in eccesso di pronazione necessita di trattamento ortesico che potrà essere prolungato fino agli 8 anni circa; se dopo questa età persiste ancora l’eccesso di pronazione, o nel caso in cui il trattamento ortesico non sia stato effettuato, è indicato il trattamento chirurgico. Il range ideale per il trattamento è tra gli 8 e i 12 anni. Ai fini di una corretta indicazione chirurgica, dal punto di vista clinico devono essere esclusi: i piedi piatti rigidi secondari a sinostosi tarsali, la lassità legamentosa grave, le malattie neurologiche e gli esiti di piede torto. Nell’anamnesi è importante chiedere se sono segnalati saltuari dolori, scarsa voglia di camminare a lungo o affaticamento precoce, tutti segni di alterata funzionalità. All’ispezione i due aspetti semeiologici più evidenti sono la riduzione della volta plantare ed il valgismo del retropiede. Nei casi più gravi possono essere evidenti anche l’abduzione e la supinazione dell’avampiede. Per completare l’esame del piede risultano molto importanti il Jack’s test, che consiste nell’applicare una estensione passiva Reverse Shoulder Arthroplasty Course Hannover, 15-16 Aprile, 2011 Calendario eventi 1-4 Giugno 12th Congress of the European Federation of Orthopaedics and Traumatology (EFORT) Copenhagen - Denmark 10-11 Giugno 139° Riunione della Società Emiliana Romagnola e del Triveneto di Ortopedia e Traumatologia (SERTOT) Padova - Italy 10-11 Giugno Convegno dell’Italian Orthopaedic Research Society (IORS) Roma - Italy 10-11 Giugno Corso di Aggiornamento dell’Associazione Italiana Riprotesizzazione (AIR) “Attualità nella chirurgia di riprotesizzazione dell’anca” Sesto Fiorentino (FI) - Italy 16-18 Giugno Congresso della Società Italiana di Artroscopia (SIA) e della Società Italiana Ginocchio-Artroscopia-Sport-Cartilagine- Tecnologie ortopediche (SIGASCOT) 1° Congresso di Chirurgia Articolare dei Paesi del Mediterraneo: Realtà e Prospettive Palermo - Italy 16-18 Giugno 60. Jahrestagung der Norddeutschen Orthopädenvereinigung Hamburg - Germany 17-19 Giugno Congresso della Società Italiana Ginocchio-Artroscopia-Sport- Cartilagine-Tecnologie Ortopediche (SIGASCOT) 2° Current Concept in Knee Osteoarthritis Cagliari - Italy 22-24 Giugno Annual Congress of the Swiss Orthopaedic Society (SGOT) Lausanne - Switzerland 23-25 Giugno Congresso della Società di Ortopedia e Traumatologia dell’Italia centrale (SOTIC) (Interregionale) Toscana - Italy 23-26 Giugno 5th Europaediatrics Wien - Austria 24-25 Giugno Congresso Nazionale della Società Italiana di Biomeccanica in Ortopedia e Traumatologia (SIBOT) (Superspecialistica) Sassari - Italy 29 Giugno - 1 Luglio Corsi Advanced SIGASCOT - Corsi pratici di chirurgia (Cadaver Lab) Arezzo - Italy 29-30 Giugno Italian American Arthroplasty Congress Catania - Italy 29 Giugno - 1 Luglio Corsi Advanced SIGASCOT - Corsi pratici di chirurgia (Cadaver Lab) Arezzo - Italy In breve Lima Corporate International Sales & Marketing Meeting, 8-10 Aprile, 2011 Trattamento chirurgico del piede piatto Prof. S. Giannini, Dr. C. Faldini Istituto Ortopedico Rizzoli Bologna (Italia) alla prima articolazione metatarso- falangea ed il tip toe standing test nel quale si chiede al paziente di sollevarsi sulle punte. In entrambi i test si valuta la correzione del valgismo del calcagno; vi è inoltre difficoltà a mantenere l’appoggio monopodalico. Nella valutazione del cammino, si osserva un sollevamento del tallone più precoce, una accentuata intrarotazione della tibia, un crollo della volta plantare al contatto con il suolo e un deficit della fase di spinta. Il trattamento chirurgico nell’età evolutiva consiste nella artrorisi dell’articolazione sottoastragalica con lo scopo di ridurre l’eccessiva pronazione. L’artrorisi può essere ottenuta mediante l’impianto all’interno del seno del tarso di un’endortesi riassorbibile, o in alternativa mediante l’applicazione di una vite nel calcagno (calcaneo stop). È stata recentemente introdotta una nuova vite per eseguire l’intervento di calcaneo stop, in materiale riassorbibile. Questo impianto, costituito di acido poli-L-lattico mantiene le sue caratteristiche meccaniche per circa 12 mesi e successivamente si riassorbe nell’arco di circa 5 anni senza necessità di essere rimosso. Si esegue una piccola incisione a livello del seno del tarso e si divaricano le fibre del retinacolo esponendo il seno del tarso. A livello del calcagno, subito al davanti dell’articolazione sottoastragalica si prepara un alloggio con un puntale, si maschia il foro e si applica vite RSB calcaneo stop Hit Medica. Nel caso in cui dopo la correzione il piede non raggiunga 90° di dorsiflessione si esegue l’allungamento percutaneo del tendine di Achille. Nel caso in cui sia applicata la sola vite si applica uno stivaletto gessato deambulatorio per 2 settimane; se è stato eseguito l’allungamento del tendine d’Achille lo stivaletto gessato viene mantenuto per 5 settimane, 2 senza carico e 3 con carico. Alla rimozione del gesso vengono consigliate calzature normali, ed attività ricreative sportive quali la bicicletta ed il nuoto. Intitolazione della via dedicata a Carlo Leopoldo Lualdi fondatore della Lima Corporate, 30 Aprile 2011. PRE-OPERATORIO POST-OPERATORIO Bibliografia Giannini S, Faldini C et al Piede piatto Endortesi Riassorbibile Riv G.I.O.T. 2010;36:278-284 Giannini S, Ceccarelli F, Benedetti MG, Catani F, Faldini C. surgical treatment of flexible flat foot in children in a four-year follow-up study. Giannini S: Operative treatment of flat foot: why and how. Foot and Ankle Int. 1998. Jan 19 (1) 52-58 Segue da pagina 1 2. Buddy D Ratner. A Perspective on Titanium Biocompatibility. In: Brunette DM, Tengvall P, Textor M, Thomsen P, editors. Titanium in Medicine: Material Science, Surface Science, Engineering, Biological Responses and Medical Applications. New York: Springer Verlag; 2001. pp 1-12. 3. Frosch KH, Barvencik F, Viereck V, Lohmann CH, Dresing K, Breme J, Brunner E, Stürmer KM. Growth behavior, matrix production, and gene expression of human osteoblasts in defined cylindrical titanium channels. J Biomed Mater Res A. 2004 Feb 1; 68(2):325-34. 4. Karageorgiou V, Kaplan D. Porosity of 3D biomaterial scaffolds and osteogenesis. Biomaterials. 2005 Sep;26(27):5474-91. 5.Sollazzo V, Massari L, Pezzetti F, Palmieri A, Girardi A, Farinella F, Lorusso Vincenzo, Burelli S, Bloch HR, Carinci F. Genetic effects of Trabecular Titanium™ on human osteoblast-like cells (MG- 63): an in vitro study. ISRN Materials Science. In press 2011. 6. Gastaldi G, Asti A, Scaffino MF, Visai L, Saino E, Cometa AM, Benazzo F. Human adipose-derived stem cells (hASCs) proliferate and differentiate in osteoblast-like cells on Trabecular Titanium TM scaffolds. J Biomed Mater Res A. 2010 Sep 1;94(3):790-9. 7. Asti A, Gastaldi G, Dorati R, Saino E, Conti B, Visai L, Benazzo F. Stem cells grown in osteogenic medium on PLGA, PLGA/HA, and Titanium scaffolds for surgical applications. Bioinorg Chem Appl. 2010:831031. 8. Arens D, Devine DM, Burelli S, Bouré L. In vivo evaluation of the osteointegration of new porous Trabecular Titanium™. Final report. AO Foundation, Davos (Switzerland); 2011 Mar. Report No.IMAOV0108-FTD-m , pp. 95. 9. Massari L, Bistolfi A, Grillo PP, Causero A, Burelli S, Gigliofiorito G, Menosso P, Carli G, Bloch HR. Multicenter Longitudinal Densitometric Clinical Study on Periprosthetic Osteointegration and Bone Remodeling of Trabecular Titanium TM . Proceedings of the 23rd Annual Congress of the International Society for Technology in Arthroplasty (ISTA); 2010 Oct 6-9; Dubai, United Arab Emirates. 10. Moore MS, McAuley JP, Young AM, Engh CA Sr. Radiographic signs of osseointegration in porous-coated acetabular components. Clin Orthop Relat Res. 2006 Mar; 444: 176-83. 11. Benazzo F, Rossi SMP, Piovani L, Perticarini L, Ghiara M. Our experience with the use of TT (Trabecular Titanium TM ) in hip arthroplasty surgery. J Orthopaed Traumatol. 2010; 11 Suppl 1: S53–S62.

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12th EFORT CongressCopenhagen, June 1-4, 2011

Eventi4

Via Nazionale, 52 - 33038 VillanovaSan Daniele del Friuli - Udine - Italy

T. +39 0432 945511F. +39 0432 945512

[email protected]

Limacorporate spa

I l piede piatto è una deformità caratterizzata morfologicamente dalla riduzione della volta plantare e dal valgismo del retropiede, e funzionalmente da un piede che durante tutta la

fase del passo si mantiene in uno stato di prevalente o persistente pronazione. Il piede per i primi quattro anni di vita si mantiene in uno stato di � siologica pronazione e pertanto non necessita di alcun trattamento. Dal quinto anno di età se rimane in eccesso di pronazione necessita di trattamento ortesico che potrà essere prolungato � no agli 8 anni circa; se dopo questa età persiste ancora l’eccesso di pronazione, o nel caso in cui il trattamento ortesico non sia stato effettuato, è indicato il trattamento chirurgico. Il range ideale per il trattamento è tra gli 8 e i 12 anni.Ai � ni di una corretta indicazione chirurgica, dal punto di vista clinico devono essere esclusi: i piedi piatti rigidi secondari a sinostosi tarsali, la lassità legamentosa grave, le malattie neurologiche e gli esiti di piede torto.Nell’anamnesi è importante chiedere se sono segnalati saltuari dolori, scarsa voglia di camminare a lungo o affaticamento precoce, tutti segni di alterata funzionalità.All’ispezione i due aspetti semeiologici più evidenti sono la riduzione della volta plantare ed il valgismo del retropiede. Nei casi più gravi possono essere evidenti anche l’abduzione e la supinazione dell’avampiede. Per completare l’esame del piede risultano molto importanti il Jack’s test, che consiste nell’applicare una estensione passiva

Reverse Shoulder Arthroplasty Course

Hannover, 15-16 Aprile, 2011

Calendario eventi 1-4 Giugno12th Congress of the European Federation of Orthopaedics and Traumatology (EFORT) Copenhagen - Denmark

10-11 Giugno139° Riunione della Società Emiliana Romagnola e del Triveneto di Ortopedia e Traumatologia (SERTOT)Padova - Italy

10-11 GiugnoConvegno dell’Italian Orthopaedic Research Society (IORS)Roma - Italy

10-11 Giugno Corso di Aggiornamento dell’Associazione Italiana Riprotesizzazione (AIR) “Attualità nella chirurgia di riprotesizzazione dell’anca” Sesto Fiorentino (FI) - Italy

16-18 GiugnoCongresso della Società Italiana di Artroscopia (SIA) e della Società Italiana Ginocchio-Artroscopia-Sport-Cartilagine-Tecnologie ortopediche (SIGASCOT) 1° Congresso di Chirurgia Articolare dei Paesi del Mediterraneo: Realtà e Prospettive Palermo - Italy

16-18 Giugno60. Jahrestagung der Norddeutschen OrthopädenvereinigungHamburg - Germany

17-19 GiugnoCongresso della Società Italiana Ginocchio-Artroscopia-Sport-Cartilagine-Tecnologie Ortopediche (SIGASCOT) 2° Current Concept in Knee OsteoarthritisCagliari - Italy

22-24 GiugnoAnnual Congress of the Swiss Orthopaedic Society (SGOT)Lausanne - Switzerland

23-25 GiugnoCongresso della Società di Ortopedia e Traumatologia dell’Italia centrale (SOTIC) (Interregionale)Toscana - Italy

23-26 Giugno5th EuropaediatricsWien - Austria

24-25 GiugnoCongresso Nazionale della Società Italiana di Biomeccanica in Ortopedia e Traumatologia (SIBOT) (Superspecialistica)Sassari - Italy

29 Giugno - 1 LuglioCorsi Advanced SIGASCOT - Corsi pratici di chirurgia (Cadaver Lab)Arezzo - Italy

29-30 GiugnoItalian American Arthroplasty CongressCatania - Italy

29 Giugno - 1 LuglioCorsi Advanced SIGASCOT - Corsi pratici di chirurgia (Cadaver Lab)Arezzo - Italy

In breve

Lima Corporate International Sales & Marketing

Meeting, 8-10 Aprile, 2011

Trattamento chirurgicodel piede piatto

Prof. S. Giannini, Dr. C. Faldini

Istituto Ortopedico RizzoliBologna (Italia)

alla prima articolazione metatarso-falangea ed il tip toe standing test nel

quale si chiede al paziente di sollevarsi sulle punte. In entrambi i test si valuta la correzione

del valgismo del calcagno; vi è inoltre dif� coltà a mantenere l’appoggio monopodalico.

Nella valutazione del cammino, si osserva un sollevamento del tallone più precoce, una accentuata intrarotazione della tibia, un crollo della volta plantare al contatto con il suolo e un de� cit della fase di spinta.Il trattamento chirurgico nell’età evolutiva consiste nella artrorisi dell’articolazione sottoastragalica con lo scopo di ridurre l’eccessiva pronazione. L’artrorisi può essere ottenuta mediante l’impianto all’interno del seno del tarso di un’endortesi riassorbibile, o in alternativa mediante l’applicazione di una vite nel calcagno (calcaneo stop). È stata recentemente introdotta una nuova vite per eseguire l’intervento di calcaneo stop, in materiale riassorbibile. Questo impianto, costituito di acido poli-L-lattico mantiene le sue caratteristiche meccaniche per circa 12 mesi e successivamente si riassorbe nell’arco di circa 5 anni senza necessità di essere rimosso. Si esegue una piccola incisione a livello del seno del tarso e si divaricano le � bre del retinacolo esponendo il seno del tarso. A livello del calcagno, subito al davanti dell’articolazione sottoastragalica si prepara un alloggio con un puntale, si maschia il foro e si applica vite RSB calcaneo stop Hit Medica. Nel caso in cui dopo la correzione il piede non raggiunga 90° di dorsi� essione si esegue l’allungamento percutaneo del tendine

di Achille. Nel caso in cui sia applicata la sola vite si applica uno stivaletto gessato deambulatorio per 2 settimane; se è stato eseguito l’allungamento del tendine d’Achille lo stivaletto gessato viene mantenuto per 5 settimane, 2 senza carico e 3 con carico. Alla rimozione del gesso vengono consigliate calzature normali, ed attività ricreative sportive quali la bicicletta ed il nuoto.

Intitolazione della via dedicata a Carlo Leopoldo

Lualdi fondatore della Lima Corporate, 30 Aprile

2011.

PRE-OPERATORIO POST-OPERATORIO

Bibliogra� a

Giannini S, Faldini C et al Piede piatto Endortesi Riassorbibile Riv G.I.O.T. 2010;36:278-284

Giannini S, Ceccarelli F, Benedetti MG, Catani F, Faldini C. surgical treatment of fl exible fl at foot in children in a four-year follow-up study.

Giannini S: Operative treatment of fl at foot: why and how. Foot and Ankle Int. 1998. Jan 19 (1) 52-58

Segue da pagina 1

2. Buddy D Ratner. A Perspective on Titanium Biocompatibility. In: Brunette DM, Tengvall P, Textor M, Thomsen P, editors. Titanium in Medicine: Material Science, Surface Science, Engineering, Biological Responses and Medical Applications. New York: Springer Verlag; 2001. pp 1-12.

3. Frosch KH, Barvencik F, Viereck V, Lohmann CH, Dresing K, Breme J, Brunner E, Stürmer KM. Growth behavior, matrix production, and gene expression of human osteoblasts in defi ned cylindrical titanium channels. J Biomed Mater Res A. 2004 Feb 1; 68(2):325-34.4. Karageorgiou V, Kaplan D. Porosity of 3D biomaterial scaffolds and osteogenesis. Biomaterials. 2005 Sep;26(27):5474-91.

5.Sollazzo V, Massari L, Pezzetti F, Palmieri A, Girardi A, Farinella F, Lorusso Vincenzo, Burelli S, Bloch HR, Carinci F. Genetic effects of Trabecular Titanium™ on human osteoblast-like cells (MG-63): an in vitro study. ISRN Materials Science. In press 2011.

6. Gastaldi G, Asti A, Scaffi no MF, Visai L, Saino E, Cometa AM, Benazzo F. Human adipose-derived stem cells (hASCs) proliferate and differentiate in osteoblast-like cells on Trabecular TitaniumTM scaffolds. J Biomed Mater Res A. 2010 Sep 1;94(3):790-9.

7. Asti A, Gastaldi G, Dorati R, Saino E, Conti B, Visai L, Benazzo F. Stem cells grown in osteogenic medium on PLGA, PLGA/HA, and Titanium scaffolds for surgical applications. Bioinorg Chem Appl. 2010:831031.

8. Arens D, Devine DM, Burelli S, Bouré L. In vivo evaluation of the osteointegration of new porous Trabecular Titanium™. Final report. AO Foundation, Davos (Switzerland); 2011 Mar. Report No.IMAOV0108-FTD-m , pp. 95.

9. Massari L, Bistolfi A, Grillo PP, Causero A, Burelli S, Gigliofi orito G, Menosso P, Carli G, Bloch HR. Multicenter Longitudinal Densitometric Clinical Study on Periprosthetic Osteointegration and Bone Remodeling of Trabecular TitaniumTM. Proceedings of the 23rd Annual Congress of the International Society for Technology in Arthroplasty (ISTA); 2010 Oct 6-9; Dubai, United Arab Emirates.

10. Moore MS, McAuley JP, Young AM, Engh CA Sr. Radiographic signs of osseointegration in porous-coated acetabular components. Clin Orthop Relat Res. 2006 Mar; 444: 176-83.

11. Benazzo F, Rossi SMP, Piovani L, Perticarini L, Ghiara M. Our experience with the use of TT (Trabecular TitaniumTM) in hip arthroplasty surgery. J Orthopaed Traumatol. 2010; 11 Suppl 1: S53–S62.

NewsBollettino n. 19 - 2011The Magazine of Lima Corporate 1

Abbiamo il piaceredi invitarVi al nostro Satellite Symposium Trabecular TitaniumTM.WHAT BONE REALLY WANTS TO BE NEXT TO.PRESIDENTI:W. Mittelmeier (Germania), F. Biggi (Italia)

Giovedì, 2 Giugno, 201112:30-14:00MARS Room

In primo pianoTrabecular TitaniumTM

Il Trabecular TitaniumTM è una struttura tridimensionale, multiplanare, regolare, a celle esagonali, caratterizzata da un’elevata porosità, che mima la morfologia dell’osso trabecolare1 (Figura 1). Questo materiale innovativo è

realizzato in Titanio, uno dei metalli mag-giormente uti l izzati in ortopedia, grazie ad una combinazio-ne unica di carat-teristiche, come la leggerezza, l’elevata biocompatibilità e le eccellenti proprietà meccaniche (in par-ticolare la resistenza a rottura e a fatica2).

La struttura geometr ica interconnessa è ottenuta mediante Electron Beam Melting Technology (EBM) in una singola fase di processo. La tecnologia EBM consente la produzione di componenti in Titanio (o lega di Titanio) utilizzando un fascio di elettroni ad elevata potenza in grado di fondere le polveri in modo selettivo e creare qualsiasi design tridimensionale, combinando sia parti porose che piene. Il TT non è un rivestimento superficiale: l’assenza di un’interfaccia tra la struttura trabecolare e la parte piena garantisce massima solidità strutturale, evita il rischio di distacco e di effetti di corrosione galvanica1. La ripetizione geometrica delle celle produce una super-ficie esterna uniforme e altamente porosa che determina un elevato coefficiente di attrito. Questa caratteristica è di fondamentale importanza per massimizzare la stabilità primaria sia nell’osso corticale che spongioso, in quanto un press-fit iniziale ottimale tra impianto ed osso costi-tuisce un requisito essenziale per garantire la stabilità secondaria mediante bone in-growth. Sono stati identificati diversi fattori fondamentali per l’ot-timizzazione del rimodellamento osseo: fattori intrinseci, come la qualità del patrimonio osseo, e fattori estrinseci, come il disegno dell’impianto e le proprietà dei materiali. L’architettura tridimensionale e le caratteristiche della superficie degli elementi protesici svolgono un ruolo determinante nella performance biologica. Un’elevata porosità e una dimensione ottimale dei pori sono in grado di favorire la migrazione cellulare e la vascolarizzazione, facilitando così il trasporto di ossigeno, nutrienti, ioni e fat-tori di crescita che stimolano il processo di neoformazione ossea3,4. Tutte queste caratteristiche (biocompatibilità, dimensione ottimale dei pori, elevata porosità e geometria) sono state combinate per creare la struttura del Trabecular TitaniumTM.

Studi in vitro sull’e-spressione genica di cellule umane oste-oblasto-simili hanno dimostrato che il Tra-becular T itaniumTM è effett ivamente in grado di st imolare la prol i ferazione e la d i fferenziaz ione degli osteoblasti e di limitare il processo di osteoclastogenesi. È s t a to , i no l t re , d i m o s t r a t o c h e questo materiale è in grado di indurre la down-regolazione d i numeros i gen i coinvolti nei processi in f iammator i e d i modulare i geni che governano il sistema immunitario5. I l Trabecular T i ta-

niumTM ha dimostrato di possedere proprietà osteoindut-tive. Cellule staminali adulte derivanti da tessuto adiposo umano (hASCs) in coltura su TT sono state in grado di aderire alla rete, proliferare e differenziarsi in un fenotipo osteoblasto-simile, con la conseguente produzione di matrice extracellulare mineralizzata6 (Figura 2). La qualità e quantità della matrice extracellulare sono di fondamentale importanza nel determinare l’effettiva osteointegrazione di

un materiale e, di con-seguenza, la resistenza e la sopravvivenza di un impianto protesico. Se confrontato con altri scaffold biocompatibili di materiale e struttura diversi, la quantità di proteine della matrice ossea ex t race l lu la re prodotta dalle hASCs differenziate in fenotipo osteoblastico su TT è r isultata signif icat iva-mente più elevata (Figu-ra 3). Questi r isultat i hanno portato alla con-clusione che non solo i l materiale ma anche la struttura influenza in modo signi f icat ivo la proliferazione cellulare7. L’effett ivo potenzia le osteointegrativo del TT è stato analizzato e con-frontato con rivestimenti tradiz ional i in T itanio poroso in un modello sperimentale ovino di impianto bi latera le. I dat i is tomorfometr ic i o t t enu t i d imos t rano che il TT è in grado di garantire percentuali di bone-ingrowth statisti-camente signif icative, sia nell’osso corticale che spongioso8 (Figura 4). I risultati preliminari

di uno studio multicentrico prospettico densitometrico su 89 pazienti (91 anche) sottoposti a primo impianto di artroprotesi d’anca con coppa DELTA-TT, indicano un recupero postope-ratorio dei valori medi di densità ossea nelle 3 zone DeLee e Charnley a 12 e 24 mesi dall’intervento. La valutazione radiografica conferma l’osteointegrazione e quindi la stabilità delle coppe acetabolari9 (Figura 5). Già a 12 mesi dall’inter-vento, si osserva infatti la presenza di tutti i segni considerati maggiormente indicativi di una osteointegrazione ottimale10: l’assenza di linee di radiolucenza, la presenza di una densa colonna ossea all’interfaccia osso-coppa nella zona supero-laterale, la presenza di stress-shielding mediale nella zona DeLee e Charnley II, la presenza di trabecole ossee radiali orientate perpendicolarmente alla superficie della coppa nella zona DeLee e Charnley I e II e, infine, la presenza di un addensamento osseo in sede infero-mediale.Anche dal punto di vista clinico sono stati riportati esiti rilevanti: i valori medi di Harris Hip Score e Range Of Motion a 24 mesi dall’impianto sono migliorati in modo significativo rispetto alla valutazione preoperatoria, con un costante pro-gresso nei follow-ups intermedi. Lo stato generale di salute valutato mediante SF-36 ha evidenziato un significativo miglioramento della qualità di vita dei pazienti già a 12 mesi, con valori medi superiori ai valori normali di riferimento per tutti i domini9. Il rapido miglioramento clinico e funzionale dopo artroprotesi totale di anca con coppa DELTA-TT è stato confermato anche da uno studio clinico condotto su 150 pazienti con un follow-up medio di 12 mesi11.

Fig. 1

Fig. 2

Fig. 3

Fig. 4

Fig. 4

Fig. 5

Dr. Silvia Burelli

Clinical Research ManagerLima Corporate

Bibliogra� a

1. Marin E, Fusi S, Pressacco M, Paussa L, Fedrizzi L. Characterization of cellular solids in Ti6Al4V for orthopaedic implant applications: Trabecular TitaniumTM. J Mech Behav Biomed Mater 2010 Jul; 3 (5):373-81.

Segue a pagina 4

Prodotti2

PRE-OPERATORIO POST-OPERATORIO A 3 MESI POST-OPERATORIO A 1 ANNO

PRE-OPERATORIO POST-OPERATORIO

PRE-OPERATORIO POST-OPERATORIO

Primi impianti in Trabecular TitaniumTM

Risultati a breve termine sulla coppa acetabolare DELTA-TT

Dal 2008 al 2011 sono state impiantate 109 coppe DELTA-TT in 98 pazienti, 65 maschi e 43 femmine, con età media di 63 e 65 anni al momento dell’impianto.

La coppa acetabolare è stata accoppiata con diversi steli. I pazienti sono stati sottoposti a controllo radiogra� co e clinico tramite Harris Hip Score (HHS) alla visita pre-operatoria, a 3, 6 mesi dall’intervento e poi annualmente. Il follow-up medio attuale è di 15 mesi (minimo 2, massimo 36). Il valore medio totale di HHS e di tutti i domini speci� ci sono

Prof. Araldo Causero

Azienda Ospedaliera Universitaria Santa Maria della Misericordia Udine (Italia)

aumentati signi� cativamente dal preoperatorio all’ultimo follow-up. Al controllo radiogra� co non sono stati evidenziati segni di scollamento, mobilizzazione nè di osteolisi pericotiloidea. L’angolo di inclinazione era nel range � siologico di 40± 5 gradi in tutti i casi.Si è veri� cato un solo caso di revisione della coppa a causa di una mobilizzazione settica precoce. È stato eseguito un reimpianto in 2 tempi e al momento della rimozione della coppa non è stata osservata osteointegrazione a causa dell’infezione locale. In un caso di lussazione recidivante, la coppa presentava, invece, una

Dr. Alessandro Bistol� , Dr. Giuseppe Massazza, Dr. Davide Deledda, Dr. Donald Malino, Dr. Francesco Lagalla, Dr. Maurizio Crova

CTO Maria AdelaideTorino (Italia)

notevole osteointegrazione e si è preferito, quindi, non rimuoverla cementandovi dentro un cotile a ritenzione. Tutti i pazienti hanno raggiunto un buon risultato clinico, senza riferire dolore persistente o sensazioni particolari a livello dell’impianto.Inizialmente, la scelta di utilizzare la coppa DELTA-TT è stata riservata a pazienti più giovani ed attivi, con una buona qualità dell’osso acetabolare. Successivamente, grazie all’elevata capacità osteointegrativa del Trabecular TitaniumTM, l’indicazione è stata allargata anche a pazienti più anziani e con osso acetabolare osteoporotico. Viti da bacino di rinforzo sono state utilizzate in 7 casi: in nessun caso per evidente microinstabilità (come può capitare per altri tipi di impianto), ma solo per maggior sicurezza in tessuto osteoporotico. Oltre alla stabilità primaria e secondaria, un ulteriore vantaggio di questa coppa è la possibilità di utilizzare inserti in ceramica, metallo o polietilene in base alle esigenze ed al quadro clinico del paziente. La coppa DELTA-TT fornisce buoni risultati a breve termine, garantendo un’ottima stabilità primaria a press-� t sia in giovani con buon tro� smo osseo valido che in anziani con tessuto osseo povero. Come per tutti i nuovi biomateriali, sarà indispensabile proseguire il follow-up clinico e radiogra� co a lungo termine.

Grazie ai grandi e continui progressi delle tecniche chirurgiche, dei biomateriali e del disegno degli impianti la

sostituzione protesica dell’articolazione d’anca ha saputo raggiungere risultati di eccellenza. La nostra esperienza è fondata sull’impiego di prodotti diversi per affrontare e risolvere le difficoltà che ogni giorno ci troviamo ad affrontare in sala operatoria. Purtroppo la protesi “perfetta” non esiste ancora ed è quindi necessario valutare e bilanciare correttamente pro e contro in modo da garantire i risultati migliori ai nostri pazienti. Sono in corso numerosi studi su nuovi biomateriali; molti sono mirati a riprodurre la morfologia del tessuto osseo naturale: il Trabecular TitaniumTM è uno di questi. Possiede un modulo di elasticità ed una resistenza alla compressione che lo rendono particolarmente adatto all’impiego negli impianti protesici. Il Trabecular TitaniumTM è stato quindi integrato nel sistema acetabolare DELTA-TT, il che ha consentito la realizzazione di cotili con una superficie di tipo trabecolare che favorisce la compenetrazione ossea garantendo un’adeguata osteointegrazione ed un’ottima stabilità primaria. Sin dall’inizio abbiamo potuto apprezzare le caratteristiche del Trabecular TitaniumTM; infatti abbiamo visto gli ottimi risultati che questo materiale ci ha dato sia nella chirurgia di revisione che nei casi di grandi difetti ossei in sede acetabolare dove un’eccellente stabilità primaria è elemento fondamentale per il successo dell’impianto. Abbiamo quindi deciso di impiegare il Trabecular TitaniumTM anche nei primi impianti in soggetti con coxartrosi (primaria o secondaria), con displasia d’anca, traumi o necrosi asettica. Dal giugno 2008 al dicembre 2010 sono stati impiantati cotili DELTA-TT in 36 pazienti (età media 77 anni). Le diagnosi iniziali erano: 25 casi di artrosi primaria, 6 casi di displasia, 3 di necrosi asettica della testa del femore e 2 di necrosi post-traumatica della testa femorale. Specie nei casi di artrosi secondaria abbiamo notato che malgrado un’attenta pianificazione preoperatoria ci trovavamo spesso di fronte a condizioni ossee estremamente precarie dovute ai processi degenerativi a carico sia del tessuto osseo che delle parti molli nella regione del difetto da trattare. In questi casi è assolutamente fondamentale poter disporre di un sistema in grado di garantire la corretta gestione di qualsiasi problema. Ad esempio, nel caso in cui la stabilità primaria raggiunta non fosse di grado sufficientemente elevato, il sistema DELTA-TT

offre la possibilità di aumentare il grado di ancoraggio potendo posizionare fino a

tre viti. Ciò si è reso necessario solamente in due gravi casi di displasia d’anca ed in un caso di necrosi post- traumatica della testa del femore. In altri interventi eseguiti sui nostri pazienti la superficie ad elevato attrito del cotile ha offerto un’eccellente ancoraggio a garanzia di un’ottima stabilità primaria. Inoltre, la possibilità di utilizzare inserti in materiali diversi quali ceramica, metallo o UHMWPE offre ai chirurghi un’ampia scelta della soluzione migliore e più adatta alle diverse situazioni cliniche, nonché di ripristinare la biomeccanica fisiologica dell’anca con l’ulteriore opzione di moduli di protrusione. Nei nostri 36 casi i pazienti hanno avuto ottimi risultati funzionali senza segni radiografici di radiolucenza e mobilizzazioni dopo un follow-up massimo di 30 mesi. La nostra esperienza con il Trabecular TitaniumTM ha dato risultati di grande soddisfazione nel breve termine, anche se è necessario un follow-up di maggiore durata per poter confermare le nostre osservazioni.

Prodotti 3

POST-OPERATORIO

Fig. B

Da oltre 120 anni è noto che il movimento del ginocchio umano è caratterizzato da un prevalente

movimento di rotolamento passando dall’estensione completa a circa 40° di flessione, mentre per la rimanente parte di flessione il movimento assume caratteristiche miste di rotolamento e scivolamento. Dalla posizione eretta il femore rotola sul piatto tibiale, portandosi posteriormente in ulteriore flessione porta anche ad uno scivolamento. Nel caso in cui il disegno di impianto protesico venisse concepito con ambedue i comparti,

mediale e laterale, della componente tibiale a forma concava (immagine A), il femore ruoterebbe necessariamente attorno al proprio centro di rotazione e al centro di rotazione delle superfici articolari tibiali. Il risultante centro istantaneo di rotazione non consentirebbe quindi un movimento di rotolamento ma solo di scivolamento. Tuttavia, un tale disegno avrebbe il vantaggio di angoli di flessione estesa. Diversamente, disegni tibiali a convessità bilaterale (immagine B) comporterebbero un movimento di rotolamento, con la limitazione dell’arco di movimento a soli pochi gradi di flessione, a causa

della ridotta area di contatto. Nell’articolazione di ginocchio naturale si ha

un movimento combinato di scivolamento e rotolamento, dovuto alla presenza di

entrambe le superfici articolari (concava medale e convessa laterale). Il disegno della protesi di ginocchio ÆQUOS G1 combina ambedue i principi meccanici. Sul versante mediale la componente tibiale presenta un profilo concavo, mentre è convesso sulla superficie laterale. Questa particolare geometria si traduce in una cinematica basata sul principio del quadrilatero articolare. I quattro assi di rotazione rappresentano infatti i centri delle curvature dei condili femorali mediali e laterali, e del piatto tibiale mediale e laterale. Inoltre, essendo il comparto mediale del piatto concavo e quello convesso, i due compartimenti mediale e laterale risultano disallineati di pochi millimetri sul piano

sagittale. Nella maggior parte dei disegni protesici di ginocchio questi fattori non sono tenuti in considerazione; gli impianti hanno in genere

superfici articolari mediali e laterali simmetriche. Il tasso di usura, in seguito ai test eseguiti con un simulatore conforme alle agli standard ISO/

WC 14243, è risultato più basso, o quanto meno allineato ai valori riportati per i disegni convenzionali. In linea di principio la natura sfrutta esattamente il medesimo meccanismo al fine di ridurre usura e sovraccarichi sui tessuti cartilaginei durante il cammino o la corsa. Al tempo stesso sfrutta la traslazione antero-posteriore del femore (”roll back”) per aumentare il braccio

Il ginocchio ÆQUOS G1

Impiego di una glenosfera eccentrica nell’artroprotesi inversa di spalla

Dr. Hans Nägerl

University Hospital GöttingenGöttingen (Germania)

Dr. Karl-Heinz Frosch

Asklepios Clinic St. GeorgHamburg (Germania)

di leva dei muscoli estensori e ridurre al minimo le forze di contatto dell’articolazione femoro-rotulea. La protesi di ginocchio ÆQUOS G1 imita, di fatto, il movimento di rotolamento-scivolamento del ginocchio naturale, ottimizzando il raggio delle superficii e i compartimenti articolari. L’endoprotesi ÆQUOS G1 è stata concepita in modo da riprodurre il movimento dell’articolazione naturale del ginocchio umano.

Fig. A

Nel 2005 Lima ha sviluppato una glenosfera eccentrica allo scopo di spostare verso il basso il centro di rotazione e mantenere al tempo stesso la corretta posizione del metal

back per potere così prevenire il notching scapolare che si veri� ca con gli impianti protesici a disegno concentrico.Abbiamo condotto uno studio retrospettico per poter valutare gli esiti clinici e radiogra� ci della glenosfera eccentrica e confermare l’ipotesi che questo particolare disegno può rappresentare la soluzione nel prevenire il notching scapolare. Lo studio riporta i risultati ottenuti in 20 pazienti trattati tra il 2006 e il 2008, con un follow-up minimo di 24 mesi.Sono state eseguite valutazioni radiogra� che prima dell’impianto e a 1 mese, 3, 6, 12 mesi e successivamente una volta all’anno. Prima dell’intervento tutti i pazienti sono stati sottoposti a RMN o TAC e nel postoperatorio a indagine radiogra� ca convenzionale allo scopo di valutare il notching scapolare e misurare l’angolo protesi-collo scapolare (PSNA – Prosthesis-Scapular Neck Angle), la distanza perno-rima glenoidea (PGRD – Peg-Glenoid Rim Distance) e la distanza tra collo scapolare e glenosfera. All’ultimo follow-up (in media 27,5 mesi, range 24-46 mesi) il Constant Score e il ROM risultavano migliorati signi� cativamente.

Il PSNA medio era di 92° ± 9 mm con una PGRD di 21,2 mm ± 9 mm; la distanza media tra il margine osseo glenoideo e il bordo inferiore della glenosfera era pari a 4,3 mm ± 0,8 mm. Non sono state osservate né complicanze correlate all’impianto nè scapular notching.Le nostre conclusioni ci portano a ritenere che questi dati indicano che l’utilizzo di una glenosfera eccentrica nell’artroplastica di spalla con protesi inversa permette di abbassare il centro di rotazione e mantenere comunque la corretta posizione del metal-back. Ciò può ridurre il rischio di notching scapolare.

Dr. Carlo F. De Biase*, Dr. Giantony Di Giorgio°, Dr. Andrea Vitullo^, Dr. Hans R. Bloch§

* San Carlo di Nancy Hospital, Rome (Italia)° Sapienza University of Rome, Rome (Italia)^ Villa San Pietro Hospital, Rome (Italia)§ Ars Medica Clinic, Gravesano-Lugano (Svizzera)