CAI RECOARO TERME · 2017-12-18 · ria della Sezione. Trascinata dall’entusiasmo di questi gio-...

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CAI RECOARO TERME Sezione Gino Soldà 2018 Acqua fonte di vita foto di Giuseppe Orsato

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CAI RECOARO TERMESezione Gino Soldà

2018

Acqua fonte di vita

foto di Giuseppe Orsato

I M P R E S A E D I L ELovato geom. Andrea

Costruzioni EdiliManutenzione e Ristrutturazione

Via Stoccheri, 21- Recoaro TermeTel/Fax. 0445-75484/75776 - Cell. 338 1950346

[email protected]

Lettera aperta ai soci

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Carissimi, eccomi qui per altri tre anni alla gui-da di un Consiglio in parte rinnovato

e che con l’elezioni dello scorso marzo, ha visto ridursi il numero dei componenti da 9 a 7. È doveroso da parte mia ringrazia-re i componenti del precedente Consiglio che hanno scelto di andare in “pensione” dopo tanti anni di collaborazione: Enrico Pozza, Marco Guasina, Raffaele Coronin, Giovanni Cortese e Alfredo Pozza che si sono dedicati a questa sezione veramen-te con competenza e passione. Notevole il lavoro fatto per la manutenzione dei sen-tieri. Con loro è stato piacevole lavorare. Benvenuti e buon lavoro alle nuove gio-vani leve Laura Vallortigara e Rosetta Zarantonello. Le caratteristiche di questo Consiglio sono l’età media di 45 anni (la più vecchia sono io) e la prevalenza del sesso fem-minile su quello maschile (6 su 10); penso sia la prima volta che succede nella sto-ria della Sezione.Trascinata dall’entusiasmo di questi gio-vani, anch’io ho trovato la forza per af-frontare un altro triennio.Grande soddisfazione è data dal continuo aumento degli iscritti che nel 2017 ha su-perato i 500 soci, arrivando di fatto a 512 (nel 2016 erano 485); è una vera attesta-zione per il lavoro che viene svolto.Molteplici sono le attività programmate per il prossimo anno, anche sulla scorta dell’esperienza fatta negli anni precedenti.Quella che secondo me è di gran valore è la manifestazione “Stelle d’inverno” che anche per il periodo dicembre 2017 – marzo 2018 prevede sei serate presen-tando diversi temi: ambientali, storici, fo-tografici e anche un film. Speriamo che proprio i vari argomenti inducano i soci e non soci, scegliendo quello che più inte-

ressa, a partecipare.Altro appuntamento importante per la se-zione è “Il Raduno sci-alpinistico del Ca-rega – Memorial Tour Cristina Castagna” previsto per domenica 18 marzo 2018, dopo che la mancanza di neve ci aveva costretto ad annullare l’edizione del 2017. La spe-ranza è che la neve questa volta non ci tiri un brutto scherzo e che il meteo ci aiuti a realizzare questo evento sportivo che ha visto un continuo aumento di iscritti e che quindi gode di un buon riscontro fra gli scialpinisti. Per la sezione il Raduno co-stituisce un grosso impegno, ma confidia-mo nell’indispensabile aiuto di molti soci, come è stato nelle passate edizioni.Continua la collaborazione con le Scuole dell’obbligo anche per l’anno scolastico 2017/18. Nel mese di settembre è stata effettuata un’escursione con gli alunni delle seconde della secondaria di primo grado il cui itinerario doveva portare a vi-sitare l’Archeovia di monte Campetto, ma che per problemi alla seggiovia è stato cambiato con il “Sentiero dei grandi albe-ri” fino a malga Anghebe.E poi ancora escursioni, anche sulla scor-ta delle esperienze, della buona partecipa-zione e dell’entusiasmo rilevato nel 2017.Un ringraziamento ai soci che, assieme ai consiglieri, danno il loro contributo per la manutenzione dei sentieri, l’accompagna-mento dei ragazzi nelle escursioni e nelle altre attività promosse dalla sezione. Con la speranza che il numero aumenti.Per concludere: godiamoci la montagna, habitat meraviglioso ove far crescere re-lazioni vere e il silenzio che lì troviamo, interrotto solo dai suoni dei suoi abitanti naturali. Che il nostro passaggio sia di-screto e rispettoso perché non siamo noi i padroni della Terra.Con affetto

LETTERADEL PRESIDENTEMaria Teresa Bazzon

Il personaggio Franco Perlotto

Il rifugio Rifugio Bertagnoli

Turismo e territorio Parliamo del progetto WOLF ALPS

Un clima che cambia, tra oceani e montagne Rete Natura 2000 Il progetto Joelette

Reportage dal mondo In cammino sulle Highlands scozzesi

Sentieristica I sentieri un patrimonio da valorizzare

Settimana nazionale dell’escursionismo 2018

Escursionismo 2017 una stagione in cammino

20° Settimana Nazionale dell’Escursionismo

Regolamento escursioni

Calendario escursioni 2018

Stelle d’Inverno 2017-2018

Sicurezza in montagna

Consiglio Direttivo - Tesseramento

INDICE

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CLUB ALPINO ITALIANOSezione Gino Soldà

RECOARO TERME (VI)[email protected]

ASSEMBLEA ORDINARIAconvocata per

VENERDÌ 30 MARZO 2018alle ore 19.30 in prima convocazione

e alle ore 20.30 in seconda convocazione

con il seguente ordine del giorno:

1. Nomina del presidente, del segretario dell’assemblea;2. Presentazione del bilancio consuntivo 2017: relazioni del

Presidente e dei Revisori dei Conti;3. Approvazione del bilancio consuntivo 2017;4. Presentazione del Bilancio Preventivo e delle attività del

2018; 5. Varie ed eventuali.

LA PRESIDENTEMaria Teresa Bazzon

La S.V. è invitata ad intervenire alla

presso la SEDE – Casa del Parco

IL PERSONAGGIO

Franco Perlotto

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Franco Perlotto (1957) è guida alpina, alpinista solitario, viag-giatore e scrittore. Ha all’attivo

alcune migliaia di ascensioni, dove spiccano 42 vie nuove tra le quali 10 in solitaria, 63 solitarie tra le quali 24 prime solitarie, 15 prime inverna-li. Tra le sue salite più importanti ci sono: la prima solitaria di Lurking Fear sul Capitan in California, le pri-me solitarie del Trollryggen e del Breitind in Norvegia, la prima asso-luta del Salto Angel in Venezuela con Gianni Bisson, le prime solitarie della via degli Svizzeri al Grand Capucin e della Gervasutti al Pic Adolphe Rey sul Monte Bianco e varie prime soli-

tarie sulle Dolomiti tra le quali la di-rettissima Dibona allo spigolo Giallo in Lavaredo, la Laritti Pagani sul Sass Maor. Inoltre ha salito in solitaria la Costantini Apollonio e lo spigolo del Pilastro della Tofana di Rozes, la La-cedelli e la Pisoni sulla Cima Scotoni, la Solleder sul Sass Maor e tante al-tre. Tra le sue vie nuove sulle Dolomi-ti si possono ricordare la diretta sulla parete Nord della Pala di San Martino e il pilastro sud della Piccola di La-varedo. Altre vie nuove le ha realiz-zate sulle Isole Lofoten in Norvegia, nel deserto del Sinai e nell’Hoggar Sahariano. Importanti sono le prime salite della parete Nord del Kinabalu

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(4101 metri nel Borneo malese) e del-la parete Est del Trikora (4750 metri in Indonesia).Sulle Piccole Dolomiti ha realizzato, tra le altre, la prima solitaria della Soldà al Dito di Dio, la prima solita-ria del Gran Strapiombo Est sul Baf-felan e inoltre le prime invernali del Camino dell’Inferno, del Dito di Dio e del diedro Pozzo sul Soglio d’Uderle con Diego Campi. Ha salito lo Spigolo d’Uderle in solitaria invernale. Per 26 anni è stato impegnato nella cooperazione allo sviluppo e ha coor-dinato progetti umanitari in Afghani-stan, nei Territori Palestinesi, in Sri Lanka, in Bosnia, in Sud Sudan, in Ruanda, in Congo e in Ciad. In Amaz-zonia ha vissuto per tre anni con gli indios Yanomami e per quattro anni ha coordinato un programma del Mi-nistero degli Esteri contro gli incendi

forestali. Gli è stata conferita una lau-rea ad honorem in educazione e di-vulgazione ambientale. Collabora con testate italiane ed internazionali e ha pubblicato vari libri tra i quali: Spiri-to Libero (racconti autobiografici) e Indio, un romanzo per Alpine Studio Editore. Con Marco Tropea Editore (Il Saggiatore) è uscito La Terra de-gli Invisibili (romanzo), con Sperling e Kupfer sono usciti Free Climbing, Manuale dell’Alpinismo e Terre di Nessuno, con Mursia ha pubblicato Guida alle Grandi Pareti del Mondo. Con altri editori sono usciti: Un Mon-do Mille Guerre, Dal Free Climbing all’Avventura e Pareti Lontane. Ha gestito rifugi sulle Dolomiti di Brenta, sulle Alpi Giulie e sulle Piccole Dolo-miti. Attualmente gestisce il piccolo rifugio Boccalatte abbarbicato sulle Grandes Jorasses (Monte Bianco).

RIFUGIO BERTAGNOLI

Mi chiamo Alessandro Giam-bellini e con mia moglie Fran-ca dal 2015 ho in gestione il

rifugio “Bepi Bertagnoli”, situato a 1225 mt di altitudine presso la località La Piatta. Ma facciamo un passo indietro… Nonostante ai tempi della scuola la mia passione fosse quella di uscire presto (non riuscivo a rimanere fer-mo al banco!), ho cercato di portare a termine i miei studi frequentando l’I-stituto Rossi di Vicenza, con indirizzo di elettrotecnica. Dei miei lavori precedenti posso ri-cordare, in giovane età, il tempo tra-scorso nella conceria di famiglia, poi alcuni anni passati come magazzinie-re in una ditta di termoidraulica e in-fine il lavoro che mi ha impegnato per 20 anni, responsabile vendite di vei-coli commerciali in una nota azienda del vicentino. La mia vera passione, tuttavia, era ed è aver a che fare con la gente.Il mio cuore ha sempre battuto per un luogo per molti ai confini del mondo,

per me invece fantastico, Campodal-bero, e più precisamente La Piatta, dove sorge appunto il Rifugio Berta-gnoli. Vi chiederete com’è nata que-sta passione… è una storia che ha dell’incredibile (della serie… volere è potere!). Quando ero giovane, di do-menica – nel periodo del campionato di calcio – con la mia famiglia si anda-va sempre in Piatta (mio padre gran tifoso del Bologna calcio), perché da lì si riusciva a ricevere il segnale della diretta radio del Bologna, ed ecco che le mie domeniche pomeriggio passa-vano nel piazzale del Rifugio, guar-dandolo con quella voglia di dire… «un giorno vorrò esserci io, qui».

Così, come per magia, nel 2009 io, mia moglie e il mio amico Marco Pepi decidiamo di comperare un gatto del-le nevi e di cominciare, nel periodo invernale, un lavoro di battitura della strada per renderla agibile anche con le più impervie condizioni di neve, ca-pendo anno dopo anno che quel posto ci aveva preso il cuore.

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di Alessandro Giambellini

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IL RIFUGIO

Nel 2014, ecco che durante una cena in rifugio il vecchio gestore, parlando del più e del meno, mi dice che a fine anno lo avrebbe lasciato per andare in pensione e che si era aperta la ri-cerca di un nuovo gestore. Da quella sera, ogni notte era un sogno diverso: vedevo tutte le mie più strane idee passarmi davanti come realtà.Pronti e via! Preparo il bando, rac-contando di me, di mia moglie Franca sempre con me in tutti i momenti e di mia figlia Giorgia, nata nel 2013. Con-trasti, specialmente in famiglia, dove vedono il lavoro di una vita, si può dire (20 anni!), andare in fumo per trasfe-rirsi in un posto di montagna, isolato dalle comodità del centro, dai negozi, dagli amici, ma per noi cosi speciale e così unico.In accordo con Franca, decidiamo di consegnare la nostra domanda as-sieme alle altre pervenute al Cai di Arzignano ed ecco che il 12 maggio 2014 (destino vuole che fosse il giorno del mio compleanno!) arriva la tele-fonata con cui ci comunicano che dal 01/01/2015 saremmo stati noi i nuovi gestori.

Da qui in poi tutto il resto è il presente.Cinque persone fisse, un cuoco, Ni-cola, che nonostante la sua giovane età ha già dimostrato il suo sapere in ambito culinario, due camerieri, Mir-ko e Susanna, mia moglie Franca che tra cucina e sala gestisce tutto, per non lasciare nulla al caso, per gestire ciò che oggi è il Bertagnoli, un punto di riferimento per chi vuole passare qualche ora di relax nella nostra val-le, tra camminate nei sentieri circo-stanti, vie ferrate, vaj e buona cucina.Due autobus collegano la valle al ri-fugio; un gatto delle nevi e tre moto-slitte con rimorchio sono disponibili nel periodo invernale per trasportare in quota i clienti, e tanto altro ancora.Il mio motto? La vita ti offre sempre nuove opportunità e tu puoi decidere di coglierle, oppure di rimanere lì con la paura.A questo punto vi aspetto presso la nostra casa, per una giornata che re-sterà nel vostro cuore.

Ciao,Alessandro

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Con l’arrivo sulle nostre monta-gne del lupo si è spesso sentito parlare del progetto europeo

LIFE WOLFALPS. Nel mese di gennaio 2016 il CAI ha firmato questo accordo ed è diventato a tutti gli effetti un ente sostenitore (supporter) del progetto.LIFE è il programma dell’Unione Eu-ropea dedicato all’ambiente. Il suo obiettivo generale è quello di contri-buire all’implementazione, all’aggior-namento e allo sviluppo della politica e della legislazione ambientali dell’U-nione Europea attraverso il co-finan-ziamento di progetti di valore e rile-vanza comunitari.Il programma LIFE ha avuto inizio nel 1992, come espressione della presa di coscienza da parte dell’opinione pub-blica della necessità di proteggere l’ambiente. Il disastro di Chernobyl, il buco nell’ozono, il riscaldamento cli-matico hanno dato una spinta decisiva allo strutturarsi in breve tempo di una politica e di istituzioni europee dedica-te alla tutela ambientale.Il progetto LIFE WOLFALPS è co-fi-nanziato nell’ambito della program-mazione LIFE+ 2007-2013 “Natura e biodiversità” e si pone in continuità con altri progetti LIFE dedicati alle pro-blematiche di conservazione del pre-datore, come LIFE Ibriwolf, progetto finalizzato alla riduzione della perdita del patrimonio genetico del lupo; LIFE MedWolf, dedicato alle migliori pra-

PARLIAMO DEL PROGETTO WOLF ALPS

tiche di conservazione del lupo nelle aree mediterranee; LIFE WOLFnet, per lo sviluppo di misure coordinate di protezione per il Lupo in Appennino; LIFE+ Lupo, finalizzato alla conviven-za tra zootecnia e lupo in Appennino, e LIFE SloWolf, che ha come obiettivi la conservazione e il monitoraggio del lupo in Slovenia.A livello comunitario il lupo è tu-telato dalla Convenzione di Berna (1979) Convenzione per la conservazio-ne della vita selvatica e dei suoi biotopi in Europa, dove nell’allegato II viene menzionato come specie strettamente protetta. Il lupo, inoltre, è tutelato dal-la Direttiva Habitat EU (1992) Direttiva n.92/43/CEE relativa alla conservazio-ne degli habitat naturali e semi-natu-rali e della flora e della fauna selva-tiche, che nell’allegato IV ne impone una protezione rigorosa.In Italia, dal 23 luglio 1971 con decreto ministeriale (“Decreto Natali”), il lupo è una specie protetta, quindi non cac-ciabile, e secondo l’attuale piano nor-mativo italiano è tutelato dalla legge 157/92 Norme per la protezione della fauna selvatica omeoterma e per il pre-lievo venatorio (art: 2, 4, 19 -c.2-, 26) e dalla legge 357/97 Regolamento recan-te attuazione della direttiva 92/43/CEE relativa alle conservazione degli habitat naturali e semi-naturali, nonché della flora e della fauna selvatiche (art: 7 -c.2-, 8 -cc.1,2-, 11 -c.1-, 12).

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TURISMO E TERRITORIOdi Renato Frigo

Il progetto LIFE WOLFALPS si poneva tra gli obiettivi:

• l’individuazione di strategie fun-zionali ad assicurare una convi-venza stabile tra il lupo e le attività economiche tradizionali, sia nei territori dove il lupo è già presen-te da tempo, sia nelle zone in cui il processo di naturale ricolonizza-zione è attualmente in corso;

• l’attuazione di misure di preven-zione degli attacchi da lupo su-gli animali domestici, il contra-sto del bracconaggio e strategie di controllo dell’ibridazione lupo-cane, necessarie per mantenere a lungo termine la diversità genetica della popolazione alpina di lupo.

Il progetto ha avuto una dimensione finanziaria complessiva di € 6.100.454

con finanziamento comunitario per complessivi € 4.174.309 (pari al 68,4%) e una durata di anni 4 e 9 mesi (dal 1.09.2013 al 31.05.2018). Beneficiario coordinatore è stato il Parco naturale delle Alpi marittime, con la partecipa-zione diretta della Regione del Veneto quale beneficiario associato assieme al Corpo Forestale dello Stato, al Mu-seo delle Scienze di Trento (MUSE), all’Ente di gestione Aree Protette Alpi Cozie, all’Ente di gestione del Parco naturale del Marguareis, all’Ente di gestione Aree protette dell’Ossola, al Consorzio Parco Nazionale dello Stel-vio, all’Ente Parco nazionale Val Gran-de, alla Regione Lombardia, all’Uni-versità di Ljubljana (SLO) e al Parco Nazionale del Triglav (SLO). La par-tecipazione della Regione del Veneto prevedeva la gestione di un budget

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complessivo pari ad € 560.613,00 di cui € 430.613,00 di cofinanziamento co-munitario (pari al 76,8%) e un impegno finanziario per la Regione del Veneto pari ad € 125.000,00.Per la difesa dei grandi carnivori il CAI Veneto è sceso in campo, invocando misure di sostegno agli allevatori per i danni causati ad apiari, pollai e co-nigliere, ma soprattutto a causa delle predazioni nei confronti di animali do-mestici al pascolo, principalmente ovi-ni. Risulta prioritario l’utilizzo da parte degli agricoltori e allevatori di sistemi di prevenzione e protezione. A tal riguardo il CAI Veneto, con il sup-porto e il sostegno del Gruppo grandi carnivori, ha firmato una convezione con la Regione Veneto. Il CAI, attra-verso i propri soci, che metteranno a disposizione la propria manodopera e qualche giornata libera, darà il proprio

contributo alla realizzazione di opere importanti: recinti elettrificati e dis-suasori acustici e luminosi. I volontari saranno coordinati dagli enti preposti alla gestione di questo fenomeno e dai tecnici incaricati, nelle località e nei momenti richiesti; in questo modo si contribuirà attivamente a contenere le spese importanti di installazione di queste strutture, che vengono fornite gratuitamente dalla Regione agli al-levatori che ne faranno richiesta per la prevenzione dei danni, che è punto cardine per una coesistenza duratura.Con questo accordo il CAI vuol dimo-strare che chi tiene alla natura delle nostre montagne è disposto a metter-si in gioco senza secondi fini sia per il bene di chi vive in montagna sia di chi ha il diritto, come animale selvatico, di esercitare il proprio ruolo ecologico nell’ecosistema montano.

Tel.044575235 - Cell. 334 [email protected] www.rifugiocesarebattisti.com

RECOARO TERMEVicenzaLocalità GazzaPiccole Dolomiti

Rifugio “Cesare Battisti”

APERTOtutto l’anno!

UN CLIMA CHE CAMBIA, TRA OCEANI E MONTAGNE

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Il mare non è poi tanto lontano, an-che per chi vive a Recoaro e dintor-ni. In un paio d’ore d’auto sei sulla

costa veneta o friuliana, poco di più e raggiungi quella romagnola. E in ogni caso, anche se le spiagge non sono vicinissime, gli effetti del mare e de-gli oceani sul clima locale sono molto più presenti di quanto si creda. Quando saliamo verso il passo di Campogrosso a godere un poco di fresco e respiriamo a pieni polmoni, una boccata di ossigeno ogni due ci viene regalata proprio da microscopi-ci organismi vegetali che negli oceani

svolgono la stessa funzione dell’abete rosso, cioè utilizzano anidride carbo-nica e rilasciano ossigeno. E se la calura estiva di un clima ve-neto che sta cambiando sotto i nostri occhi (ma lo certificano le misure uffi-ciali) non è del tutto insopportabile, è ancora una volta merito degli oceani. Perché oltre il 90% del calore in ec-cesso risultante dall’aumentato effet-to serra (da quando cioè l’uomo mo-derno ha iniziato a riversare in aria miliardi di tonnellate di anidride car-bonica), se ne è andato a finire dritto dritto nei mari, riscaldandoli.

TURISMO E TERRITORIOdi Sandro Carniel, CNR-ISMAR (Venezia)

e Massimo Enrico Ferrario, ARPAV - DRST - Servizio Meteorologico (Padova)

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Le precipitazioni poi, da sempre ab-bondanti in questa zona del Veneto soprattutto in primavera ed autunno, sono fortemente condizionate dalla circolazione atmosferica e dalle de-pressioni che si originano nell’oceano Atlantico, mentre i processi di evapo-razione e condensazione locali contri-buiscono in modo più ridotto.Formidabili incassatori, quindi, i no-stri mari: nei loro primi 3 metri trat-tengono lo stesso calore che troviamo in tutta la nostra atmosfera. Come tutti i liquidi, però, reagiscono a que-sto aumento di calore espandendosi,

e così finisce che il livello medio degli oceani sale. Nel frattempo anche le montagne ve-nete ogni anno si sacrificano rispon-dendo all’innalzamento della tempe-ratura, con una drastica diminuzione negli ultimi 20 anni dei piccoli ghiac-ciai e glacionevati dolomitici. Questi, fondendosi, forniscono alle falde pre-ziosissima acqua che durante il pe-riodo estivo tampona quella che non arriva dal cielo (ma per quanti anni ancora?) e aumentano ancor di più il livello medio degli oceani. Certo, non raggiungeranno il livello

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di qualche milione di anni fa, quando anche Recoaro si trovava ai margini di un oceano, ma non servirà arrivare a questo punto perché molte cose cam-bino, anche in montagna. Le temperature estive e invernali mediamente più alte (in modo parti-colare le massime estive e invernali, e le minime estive) modificano le ca-ratteristiche delle rocce, che tendono a fratturarsi più facilmente, mentre il ghiaccio che si fonde fa mancare loro un valido elemento di sostegno, au-mentando il rischio di frane. Le piog-ge distribuite in modo diverso rispetto ad un tempo aumentano i rischi legati alle colate di detrito. E a poco servono anche i più moderni sistemi di inne-vamento artificiale, se poi addirittura finiamo con non avere l’acqua, prima

ancora della neve. Perché in ultima analisi, dato che ol-tre il 95% di tutta l’acqua disponibile al mondo sta proprio negli oceani, è ovvio che se vogliamo in qualche modo cercare di governarne il ciclo idrologico, fondamentale anche in montagna, non possiamo ignorarli o dimenticarli. Per comprendere e capire dove sta andando un clima che cambia, an-che tra le Piccole Dolomiti, dobbiamo quindi ragionare in modo integrato e connesso, ricordando quanto il siste-ma climatico locale sia collegato an-che a dinamiche globali. E soprattutto comprendere meglio le relazioni che intercorrono tra atmosfera, ghiacci ed oceani, solo apparentemente così di-stanti da noi.

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Rete Natura 2000di Maresciallo Ordinario Davide Simeoni

TURISMO E TERRITORIO

Il termine rete ci porta ad immagina-re un intreccio di aree e corridoi na-turali, senza soluzione di continuità, finalizzato alla tutela della Biodiver-sità, alla sua “libera e protetta circo-lazione”.In pratica non è proprio così, perché esistono interruzioni degli habitat tu-telati; un po’ perché gli stessi sono stati frammentati e degradati dall’a-zione antropica, un po’ perché, com-prensibilmente, il legislatore ha do-vuto individuare e perimetrare le aree più rappresentative di ogni habitat. Ma si sa che, come dice il proverbio, “i monti stanno fermi ma gli uomini camminano” e anche le specie ani-mali, velocemente, e quelle vegetali,

molto lentamente, si spostano. E di questa fondamentale verità la nor-mativa tiene presente.Rete Natura 2000 nasce dalla volontà di conservare habitat, habitat di spe-cie, e specie, tutelando in tal modo la Biodiversità, ripristinandone, laddove compromessa, la funzionalità.Le leggi istitutive che hanno portato alla realizzazione di questa rete di aree protette sono due Direttive Eu-ropee, le cosiddette Direttiva Uccelli, n. 79/409/CEE, recepita in Italia con la L.157/92, che ha previsto le Zone di Protezione Speciale (ZPS), e la Diretti-va Habitat, n. 92/43/CEE, recepita con DPR 357/97, con l’individuazione, da parte di Regioni e Province Autonome

@Flavio Pettine

dei Siti di Interesse Comunitario, che, una volta che saranno attuate le mi-sure di conservazione, diventeranno Zone Speciali di Conservazione (ZSC). Negli allegati alle norme sono pun-tualmente elencati habitat, habitat di specie, e specie tutelate, suddivisi per regioni biogeografiche. Si tratta di aree protette, così come elencate dal Ministero dell’Ambiente con Deli-berazione del Comitato Nazionale per le Aree Protette del 02-12-1996 Clas-sificazione delle aree protette (Parchi Nazionali, Parchi Naturali Regionali e Interregionali, Riserve Naturali dello Stato, Zone Umide designate ai sensi della Convenzione di Ramsar, S.I.C. e Z.P.S.) Si distinguono dalle altre Aree Pro-tette, regolamentate dalla Legge Quadro 394/91, soprattutto per le di-verse misure di conservazione e per la necessità di effettuare la Valutazio-ne di Incidenza Ambientale (VINCA) di ogni piano, progetto, intervento non direttamente connessi alla gestione del sito, indipendentemente dal fatto che gli stessi siano effettuati interna-mente o esternamente al perimetro del Sito Rete Natura 2000. La VINCA dev’essere preventivamente acquisita dall’Autorità competente all’approva-zione del piano, progetto, o intervento che darà indicazione al proponente degli studi da effettuare. In Regione Veneto le linee operative di applica-zione e recepimento della normativa comunitaria e nazionale sono detta-te dalla D.G.R. 2299/2014. L’approva-zione di piani, progetti, interventi, in assenza della preventiva VINCA può causare nullità dell’atto e concorso delle parti nell’esecuzione dell’inter-vento illecito.Nei casi più gravi, il D.lgs. 7 luglio

2011, n. 121, modifica del codice pena-le –ha previsto i reati di “Uccisione, distruzione, cattura, prelievo, deten-zione di esemplari di specie animali o vegetali selvatiche protette” e di “Distruzione o deterioramento di ha-bitat all’interno di un sito protetto” (direttiva 2008/99/CE), inserendo due nuovi articoli: l’art. 727-bis relativo alle specie, e l’art. 733-bis relativo agli habitat.Ultima, ma non per importanza, tutt’altro, la L. 68 del 22.05.2015 “Di-sposizioni in materia di delitti contro l’ambiente” ha introdotto, tra gli altri, l’Art. 452-ter. - (Disastro ambientale) definendo lo stesso… l’alterazione irreversibile dell’equilibrio dell’ecosi-stema o l’alterazione la cui elimina-zione risulti particolarmente onerosa e conseguibile solo con provvedimen-ti eccezionali … prevedendo… la re-clusione da cinque a quindici anni… Quando il disastro è prodotto in un’a-rea naturale protetta o sottoposta a vincolo paesaggistico, ambientale, storico, artistico, architettonico o ar-cheologico, ovvero in danno di specie animali o vegetali protette, la pena è aumentata.Ora, però, farei un passo indietro, auspicando uno dei quegli improv-visi cambi di prospettiva che spesso capitano in montagna e che quasi ci smarriscono e sorprendono, disto-gliendoci dalla normale progressione di passi e pensieri, che poi riprende-rà, ma più riflessiva e consapevole. Lo farò proponendo una riflessione sul concetto di protezione della na-tura che tanto è radicato nella nostra società. La necessità di protezione è indice della contrapposta presenza di fenomeni aggressivi che minano il bene protetto. Questo concetto, 20

FRATELLI CAMPOSILVAN SNCdi Camposilvan Dario & C.

36076 RECOARO TERME - VI - Via Bella Venezia 52

Tel. 0445 75044 - Fax 0445 75438email: [email protected] - www.camposilvan.it

che ha valenza generale, si tocca con mano in materia ambientale. Esiste peraltro la convinzione diffusa che l’istituzione di aree protette sia stata una conquista delle società più evo-lute (il primo parco nazionale degli Stati Uniti è stato il Parco nazionale di Yellowstone, istituito dal presidente Ulysses Grant nel 1872, ed è stato an-che il primo parco nazionale istituito al mondo).Da un altro punto di vista, la necessità di istituire delle aree protette ha solo confermato l’affermazione di un con-cetto di sviluppo del benessere basa-to sullo sfruttamento degli ecosistemi naturali, apparentemente separati da quelli “civili”, antropici (le città), dove lo sviluppo e la crescita, misurati in PIL, parevano illimitati. Ma, in quest’ottica, anche i Parchi sono stati comunque inseriti tra le attrazioni turistiche utili a placa-re il bisogno di svago di sempre più

ampi strati di popolazione. Carl Gu-stav Jung aveva previsto il turismo di massa in risposta all’alienazione dal lavoro, che sempre meno ci appartie-ne, e che genera una insoddisfazione profonda ed un malessere psichico diffuso.Perciò, e per riprendere il passo, vorrei richiamare i concetti espres-si nell’articolo dello scorso anno, pubblicato sulla vostra rivista, in cui avevo cercato di descrivere il nuovo modello di “sviluppo economico in-clusivo e sostenibile” che deriva dalla definizione scientifica dei Confini Pla-netari, il “soffitto biofisico”, all’inter-no del quale è garantito lo “Spazio sicuro ed equo per l’Umanità”.Uno dei Confini Planetari era ed è rappresentato dalla perdita della Biodiversità. Il tasso di estinzione è schizzato da 0,1-1 estinzioni per milione di specie/anno a quello attuale, dall’inizio dell’Antropocene,

@Flavio Pettine

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di più di 100 estinzioni per milione di specie/anno. Gli scienziati hanno chiarito che con questi ritmi sarà mi-nacciata la capacità di funzionare di molti ecosistemi.Rete Natura 2000 tutela la Biodiversi-tà attraverso la protezione degli habi-tat naturali e seminaturali, intenden-do, con quest’ultimi, la maggior parte di quelli da noi conosciuti, che recano impressa l’impronta dell’uomo, do-vendo il loro mantenimento all’ap-porto costante di energia lavoro e/o di pratiche agricole sostenibili. Pensia-mo agli habitat della laguna veneta, ai pascoli, alle praterie, a gran parte dei boschi, e alla loro alternanza, che quando equilibrata, porta a movimen-tare il paesaggio con diffuse situazio-ni di margine, che portano comples-sità da un punto di vista naturalistico, apprezzate anche esteticamente. Rete Natura 2000 interessa il 19% del territorio nazionale terrestre e il 4% di quello marino, il 22,5 % di quello Veneto, e il 18% del territorio della Provincia di Vicenza.Emerge chiaro il legame, la simbio-si, tra la conservazione dei siti Rete Natura 2000 e il paesaggio, quel Pa-esaggio tutelato anche dalla nostra Costituzione dove all’art. 9 leggiamo La Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e tecnica [33, 34]. Tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione. Il D.Lvo 42/2004 definisce così il Paesaggio: Per paesaggio si in-tende il territorio espressivo di iden-tità, il cui carattere deriva dall’azione di fattori naturali, umani e dalle loro interrelazioni… La valorizzazione del paesaggio concorre a promuovere lo

sviluppo della cultura.Rete Natura 2000 amplia il concetto tradizionale di area protetta, ne tra-valica i confini, anche territoriali (ha-bitat e specie sono tutelate anche al di fuori dei confini dei SIC e ZPS), in-clude l’uomo, a cui richiede aumento di conoscenza e consapevolezza delle connessioni esistenti tra le sue atti-vità socio economiche, gli ambienti naturali e seminaturali, e le specie a loro indissolubilmente legate.Principale strumento di attuazione degli obiettivi sono le misure di con-servazione e/o il Piano di Gestione che, oltre a stimolare la nascita di nuove attività, andrebbero anche ad incentivare, riconoscere, sostene-re economicamente molte di quelle azioni (di manutenzione, coltivazio-ne dei terreni, cure colturali di prati, pascoli e boschi) già attuate dai pro-prietari dei fondi, spesso con forte dispendio di energie e risorse econo-miche, e perciò in molti casi abban-donate.L’intento è quello di conservare gli habitat naturali (privi di impronte an-tropiche) e di ripristinare l’efficienza degli habitat semi naturali, la loro capacità portante (di sostenere il maggior numero di individui/specie) e resilienza (in ecologia e biologia è la capacità di un materiale di autoripa-rarsi dopo un danno o di una comu-nità, o sistema ecologico, di ritornare al suo stato iniziale dopo essere stata sottoposta a una perturbazione che l’ha allontanata da quello stato).I principi ispiratori di Rete Natura 2000 costituiscono un cambio di pa-radigma, cioè della cornice di riferi-mento entro la quale sviluppare una

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nuova fase dell’evoluzione del rap-porto tra uomo, specie animali, si-stemi naturali e semi naturali. Ogni specie è legata ad un ambiente come un corpo all’ombra: conservando e ripristinando gli habitat assicuriamo la vita di moltissime specie ponendo in essere anche le condizioni per il ritorno di specie scomparse da mol-to tempo (quando non siano già state irrimediabilmente estinte). Sono con-cetti conosciuti e condivisi da molti, da cacciatori e protezionisti, che de-vono però essere attuati per il Bene Comune. Forse potremo riassumere lo spirito di Rete Natura 2000, che è dinamico come lo è la vita degli habitat e delle

specie, come lo è la nostra vita, che poggia sulle stesse fondamenta, sugli stessi ecosistemi, sulla stessa cate-na alimentare, di cui siamo al vertice, ma non soli, riprendendo le citazioni di R. Jeffers “la bellezza suprema è la totalità organica, la totalità della vita e delle cose, la divina bellezza dell’universo. E’ questo che bisogna amare, non l’uomo separato da ciò”, e di G. Inyder “Noi siamo, dopo tut-to, animali che sono venuti in essere in questa biosfera attraverso questi determinati processi che coinvolgono il sole, l’acqua, le foglie. Se ci sepa-riamo troppo da questi, ci separiamo troppo dalla madre, dalla nostra sor-gente”.

Via Del Donatore, 4/6 - Recoaro Terme

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TUTTO PER ALPINISMO, SCI ALPINISMOTRAIL RUNNING, TREKKING E ARRAMPICATA

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Vicenza

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PioveneRocchette

L’idea del Progetto Joelette è nata durante una vacanza in Valle D’A-osta con alcuni amici istruttori di

Nordic Walking della Scuola Italiana di Nordic Walking (SINW). Volendo por-tare con noi la nostra Cristina affetta da sindrome di Angelman durante le escursioni, abbiamo chiesto aiuto ai nostri amici i quali ci hanno messo a disposizione un prototipo di Joelette. Vedere l’espressione di Cristina, il suo sorriso e leggere nei suoi occhi la gioia di poter essere accanto a noi lungo i sentieri valdostani (cosa che lei non ha mai potuto fare perché con la sua carrozzina qualsiasi sentiero sterrato risultava impraticabile), ci ha riempito il cuore e ci ha dato l’idea di poter portare quel sorriso e quella gioia anche ad altri. E’ nata così l’idea di raccogliere fon-di per poter acquistare una Joelette e metterla a disposizione di chi vo-lesse permettere, a persone non de-ambulanti o con deficit visivi (adulti o bambini), di provare nuove emozioni e poter godere paesaggi fino ad ora

IL PROGETTO JOELETTE

sconosciuti o da tempo preclusi.Godiamo di un paesaggio unico e spettacolare nella nostra Conca di Smeraldo, perché non provare questa avventura? Chiedendo aiuto a singole persone di buon cuore e alle varie associazio-ni territoriali, come il CAI sezione di Recoaro Terme, stiamo ultimando la raccolta fondi, avvicinandoci sempre più alla cifra necessaria per l’acquisto.Dall’idea di acquisto di Joelette, sta prendendo forma un altro progetto per la formazione di accompagnatori con Joelette, in modo da poter offrire un supporto completo e fidato a chi volesse utilizzare Joelette. Vediamo

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di Ausilia Spanevello e Franco ZiniTURISMO E TERRITORIO

cosa e come riusciremo a fare…con l’aiuto di tutti!Ricordiamo che è possibile contri-buire al progetto “Joelette” con una semplice donazione con causale: PROGETTO JOELETTE sul c/c ban-cario intestato ad Ausilia Spanevello IBAN IT17J0622567684510302876374.Grazie! Grazie a tutti voi, alla vostra generosità e al vostro supporto._______________________________La Sezione di Recoaro Terme del Club Alpino Italiano ha appoggiato da su-bito l’iniziativa perché tra gli obiettivi previsti dallo statuto dell’Associazione vi è quello di promuovere e diffondere una cultura della montagna basata

sui principi del rispetto, dell’inclusio-ne e della solidarietà. Il CAI nasceva infatti dalla consapevo-lezza dell’importanza dei valori con-nessi alla frequentazione delle terre alte, riconoscendo alla montagna uno straordinario significato ambientale, culturale e di promozione e crescita della persona in tutti i suoi aspetti.Oggi il CAI continua ad impegnarsi con forza in questa direzione, affin-ché la montagna sia sempre più una realtà accessibile a tutti e tutti, senza distinzioni, possano farne un luogo di esperienza, al di là della disabilità che finora ha rappresentato un limite invalicabile.

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IN CAMMINO SULLE HIGHLANDS SCOZZESI: APPUNTI A MARGINE DI UN’AVVENTURA

Cosa ci si può aspettare da una traversata a piedi nelle Hi-ghlands scozzesi, senza map-

pe e strumenti per l’orientamento? A questa domanda, prima della par-tenza, rispondevamo con uno spirito di curiosità verso un territorio a noi sconosciuto e un modo di cammina-re ancor più ignoto, così diverso dal nostro vagabondare tra sentieri dolo-mitici e alpini. Infatti nelle Highlands non sono presenti sentieri, oppure si trovano alcune tracce nel territorio,

senza però segnavia o indicazioni più precise, e il camminatore trova da sé il suo percorso tra torbiere infinite e un continuo alternarsi di colline, fior-di e laghi; altro aspetto rilevante, in Scozia è possibile accamparsi in ten-da e pernottare liberamente su tutto il territorio (è previsto dallo Scottish Outdoor Access Code, che garantisce a tutti il diritto di libero accesso alla maggior parte degli spazi aperti) e non sono presenti rifugi custoditi, per cui si viaggia autonomi e sotto la propria

REPORTAGE DAL MONDOdi Luca Pretto e Laura Vallortigara

responsabilità con tutta l’attrezzatura necessaria al mangiare e al dormire nello zaino. Insomma, l’unica cosa in comune con le nostre camminate pre-cedenti è la ricerca di zone selvagge e non frequentate.All’arrivo a Fort William, secondo cen-tro abitato più grande delle Western Highlands (in pratica poco più grande di Recoaro), nonché base di partenza del nostro cammino, balza all’occhio subito un aspetto: è la capitale del trekking! Sul viale centrale del paese spuntano ad ogni angolo negozi spor-tivi e rivenditori di tende, scarponi, mappe, indumenti tecnici e giacche a vento impermeabili (l’unica cosa, in-sieme al cibo, veramente indispensa-bile per esplorare queste zone). Si ha quasi la percezione di fare parte di una “comunità” in cui, per una sorta di af-finità elettiva, il camminare avvicina e accomuna tutti.Da qui partiamo in direzione nord, con sulle spalle i viveri destinati ai succes-sivi cinque giorni, quando è previsto l’arrivo al piccolo abitato di Shiel Brid-ge; in mezzo ci orientiamo solamente prendendo come riferimento una serie di catene collinari disposte in direzio-ne est-ovest che dobbiamo scavalca-re, intervallate da cinque laghi/fiordi che cerchiamo di immaginare come le dita della mano sinistra e che pe-netrano nella costa scozzese: sul pri-mo, abbastanza corto e simboleggiato dal mignolo, è collocato Fort William, e sull’ultimo, il pollice, si trova Shiel

Bridge, nostra meta in questa prima parte del cammino. Le prime tappe risultano le più faticose, perché biso-gna abituarsi al notevole peso dello zaino (oltre 18 kg!) e ai pesanti ritmi di marcia: camminiamo ogni giorno per più di otto ore, ma questo paesaggio remoto e isolatissimo, attraversato da rivoli e corsi d’acqua e popolato solo da branchi di cervi, ripaga presto da ogni sforzo.A Shiel Bridge ci riforniamo di viveri per altri quattro giorni, quanto ba-sta per giungere al paese successivo che si incontra proseguendo verso nord, ovvero Kinlochewe. Da questo punto in poi il paesaggio cambia: si lasciano momentaneamente i fiordi per attraversare una serie di altipiani punteggiati di laghetti, intervallati da due ampie vallate. In una di queste, dove pernottiamo, facciamo la nostra conoscenza con i midges, minuscoli insettini che riescono a passare persi-no attraverso le zanzariere e hanno la “simpatica” caratteristica di pungere ben più delle zanzare… Sugli altipiani l’orientamento si fa più complicato, il paesaggio diventa più regolare, con forme che si ripetono, col passa-re dei chilometri: dopo tanti giorni di cammino questo paesaggio austero e selvaggio comincia a sembrarci fami-liare, continua a darci l’impressione di essere lontani anni luce da qualsiasi forma di civiltà, ma è una sensazione che non ci dispiace, che non fa paura.Arrivati al paese troviamo una con- 29

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dizione simile a Shiel Bridge, quindi campeggio e casette sparse, ma sta-volta si aggiunge, con somma gioia collettiva, un tradizionale pub scozze-se in cui non ci siamo fatti mancare cena, birra e whisky locali, valore ag-giunto al cammino. La mattina seguente si parte per le ultime due tappe che ci condurran-no a Poolewe, una località in riva ad un ampio fiordo sull’oceano, ma per arrivarci dobbiamo scavalcare le montagne impervie che ci hanno fat-to da punto di riferimento nei giorni precedenti. Dopo lo scollinamento di un paio di crinali, risaliamo ad un pul-pito da cui il panorama è a dir poco sorprendente: una pianura cosparsa da piccoli specchi d’acqua contorna-ti da due fiordi, sullo sfondo l’Oceano Atlantico e l’arcipelago delle Ebridi… meraviglioso! Quel punto da solo ri-paga da tutte le fatiche del cammino e facciamo tutti una gran fatica ad accettare di andar via e rimetterci in cammino.L’indomani arriviamo a Poolewe dove non ci facciamo mancare un’ulteriore cena al pub e un tramonto sul mare:

una conclusione perfetta, prima del ritorno alla cosiddetta “civiltà”.

Luca

«UN LUOGO PERFETTO PER UN SOGNARE PRO-FONDO*»«Il territorio è come la poesia: è inspiegabilmente coerente, trascende il suo significato e ha il potere di elevare la vita umana».

Barry Lopez, Sogni artici

Un viaggio, soprattutto se fatto a piedi, comincia ben prima del passo iniziale, del gesto propulsivo e un po’ catartico di allacciarsi gli scarponi e mettersi in cammino: prende forma lentamen-te, nasce dalle fotografie che qualcu-no ci ha mostrato, dall’osservazione paziente di una mappa, dalle letture, cercate o casuali, che ci accompagna-no, dall’entusiasmo contagioso di un racconto. Comincia nella testa e pri-ma o poi arriva ai piedi, ma in mezzo…quanta vita, quanta strada! Così per

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me questo viaggio è iniziato al Rifugio Campogrosso, in una notte di pioggia battente molto simile a quelle che avrei sperimentato (e imparato ad ascoltare) molti mesi dopo sulle coste dei fiordi scozzesi, al riparo della tenda. In quella sera ormai di fine estate, Franco Michieli, geografo, scrittore ed esploratore, e Davide Ferro, alpinista e gestore del rifugio, raccontavano con parole e immagini la loro traversata a piedi «tra erica e vento» delle Gram-pian Mountains, nel nord-est della Scozia: tredici giorni in un paesaggio sorprendente, selvaggio e aperto ad infinite possibilità esplorative, che non poteva non affascinare profondamen-te il mio immaginario e invitarmi (con l’insistenza propria dei desideri) a par-tire.L’occasione non avrebbe tardato molto ad arrivare: Franco si preparava a gui-dare un trekking esplorativo sulle Hi-ghlands scozzesi per conto della Com-pagnia dei Cammini (www.cammini.eu), un’associazione impegnata a dif-fondere la cultura del camminare con

viaggi a piedi di diversa durata e diffi-coltà in Italia e all’estero. Un’opportu-nità irripetibile per conoscere, almeno un po’ – e nello stile di Franco: senza cartine, senza bussole, senza telefoni né altri strumenti di comunicazione, senza neppure l’orologio! – un terri-torio sconfinato, fortemente attrattivo nella sua selvaticità, un dedalo di ter-re e acque in equilibrio mutevole e di aspetto continuamente variato. Otto mesi dopo, io e Luca incontravamo all’aeroporto di Milano Linate gli al-tri componenti di questo inconsueto cammino e cominciava una bellissima avventura.Sono stati dodici giorni intensi, a trat-ti molto faticosi e non solo a livello fisico: per chi è abituato a cammina-re seguendo un sentiero segnato su una mappa e cercandone in natura le tracce, attraversare un territorio sco-nosciuto contando solo sulla propria mappa mentale e su un innato “saper stare” del corpo nello spazio naturale richiede una fiducia non scontata nelle proprie capacità e in quelle del grup-

La nostra traversata delle North-Western Highlands, da Fort William all’abitato di Poo-lewe, con Franco Michieli e la Compagnia dei Cammini, è durata dal 12 al 23 maggio 2017.

po. Camminare senza strumenti che ci aiutino ad orientarci diventa allora un esercizio continuo di osservazione e lettura del territorio in cui ci troviamo, un invito a saper cogliere quelle «rela-zioni tra gli elementi del paesaggio» di

cui la «memoria della terra», per usa-re le parole di Franco Michieli, conser-va traccia, ma che spesso, per abitudi-ne o disattenzione, ci sfuggono o non sappiamo vedere. L’ambiente intorno a noi era grandioso: affacciate sui fiordi dell’Atlantico, le North-Western Highlands si dipanano, senza poterne intuire la fine, tra distese infinite di erica, vallate scavate dall’azione ero-siva dei ghiacciai, creste nude, forcelle detritiche e panettoni rocciosi consu-mati dalle ere geologiche. Mancano solo gli alberi, abbattuti o bruciati per far posto ai pascoli in seguito allo spo-polamento forzato delle Highlands (le Clearences, pagina drammatica della storia scozzese tra Sette e Ottocento): dell’antica foresta Caledoniana che in gran parte le ricopriva non resta oggi quasi nulla. Ma la percezione di un tempo sospeso e inafferrabile, in que-sto spazio tristemente svuotato, non è suggerita solo dai ruderi inselvatichiti di qualche cottage abbandonato che ci capita di incontrare: tutto qui sembra seguire un tempo selvaggio, scandito

secondo unità di misura non conven-zionali. Questi giorni sono stati allora anche un invito a ripensare il tempo in un’altra dimensione, secondo princi-pi diversi dalle logiche quotidiane del lavoro e del dover fare, e a realizzare quanto appagante possa essere l’azio-ne stessa del camminare, spinti – di valle in valle – dall’impulso elemen-tare, ma potente, di cercare sempre un nuovo orizzonte. La semplicità di-sarmante dei bisogni che nei giorni di cammino tutti noi abbiamo avvertito (bere e mangiare; trovare un luogo adatto per montare la tenda, possi-bilmente vicino ad un corso d’acqua o una sorgente; riposare; stare all’a-sciutto, nonostante la pioggia che per più di qualche giorno ci ha accompa-gnato; confrontarci tra di noi, spesso a partire dalle letture che Franco ci proponeva, la sera o durante le soste) e la gratitudine gioiosa per una doccia calda e una birra insieme al pub po-trebbero dire molto sulle nostre vite affannate e iperprogrammate; certo, un’esperienza per alcuni aspetti tanto radicale non sarebbe sostenibile sul lungo periodo, se non a prezzo di uno sbilanciamento troppo marcato dalla parte opposta. I viaggi ci portano lon-tano anche quando finiscono. Con che bagaglio si torna, da un viaggio così? Me lo sono chiesta tante volte, aspet-tando la notte, che a maggio sulle Hi-ghlands tarda ad arrivare, ascoltando, nel saccopiuma, il ticchettio quieto della pioggia sulla tenda o il mormo-rio rasserenante del torrente vicino. Si torna più liberi, credo, e più ricchi. Carichi di un sognare profondo.

Laura

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*Il titolo del mio resoconto è tratto da una pagina di Robert Macfarlane, Luoghi selvaggi (Einaudi, 2007), un libro che, ne sono sicura, mi farà viaggiare ancora.

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CONVENIENZA

I SENTIERI: UN PATRIMONIO DA VALORIZZARE

Alla sezione CAI “Gino Soldà” di Recoaro Terme sono affidati diver-si sentieri che dalla parte bassa della nostra Conca di Smeraldo conducono, perlopiù attraverso terreni boschivi, fino alla base delle

pareti rocciose delle Piccole Dolomiti. Questi, nel dettaglio, sono:

N. 125 da Fonte Giuliana a CampogrossoN. 126 da Rifugio La Guardia a Staro MilleN. 133 Sentiero “Italo Soldà” da Fonti Centrali a Monte SpitzN. 144 Sentiero “delle Mole”da Rifugio La Guardia a CampogrossoN. 144/A da Buse Scure a Passo Buse ScureN. 151 da Sengio delle Campane a CampogrossoN. 154 dal Ramaise a Campogrosso

I sentieri sono soggetti periodica-mente a manutenzioni ordinarie, quali lo sfalcio dell’erba e il taglio di arbusti e ramaglie che crescono ai loro margini, al fine di facilitarne l’individuazione e la percorribilità da parte di appassionati escursionisti e turisti. Oltre a tali lavori, sono spesso necessarie delle manutenzioni stra-

ordinarie (limitatamente a ciò che compete e viene consentito ai vo-lontari soci CAI), a seguito di eventi meteorologici intensi, come caduta di alberi ad alto fusto sul sentiero a causa di neve o forti raffiche di ven-to, o ancora erosione provocata dalle acque piovane che talvolta cancella intere parti del tracciato o le rende

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di Luca Pretto

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SENTIERISTICA

difficilmente percorribili scavando solchi profondi; questo tipo di lavo-razioni richiede, come si può facil-mente intuire, molto più tempo ed energie per giungere a ripristinare la condizione originaria e si deve fre-quentemente ricorrere alla costru-zione di piccoli manufatti in legno o in pietra quali gradini, canalette di scolo, drenaggi, ecc.Solitamente, quando emergono sui nostri sentieri problematiche tali da dover intervenire con interventi straordinari, è necessario mettere in conto più giorni di lavoro da parte di volontari che decidono di dedicare il loro tempo libero per un bene della collettività e spiace constatare ripe-tutamente che i danni più rilevanti sono causati non da eventi naturali, bensì dal comportamento scorretto dei fruitori dei sentieri stessi. Qual-che esempio concreto: la discesa, specialmente lungo itinerari ad ele-vata pendenza, di mountain bike, downhill o la percorrenza con moto da trial, crea lungo i tracciati delle corsie di preferenza per l’acqua pio-vana che inevitabilmente scava dei solchi a forma di V (una volta che l’acqua trova il suo percorso, ne ba-sta anche il quantitativo di un solo temporale per permetterle di scava-re un solco profondo anche più di una decina di centimetri) danneggiando quindi irrimediabilmente un sentie-ro; anche il voler accorciare tornanti e curve di un percorso tramite delle scorciatoie da parte di escursionisti

a piedi crea gravi danni, in quanto, come accade per i mezzi a due ruo-te, i ripetuti passaggi creano una via preferenziale per l’acqua di scorri-mento che induce alla scomparsa anche di alcuni metri di sentiero.Altro grave problema che affligge da tempo i tracciati nella nostra zona è il frequente furto di tabelle segnale-tiche, indispensabili a chi decide di esplorare a piedi la conca di Recoaro senza esserne un profondo conosci-tore. Sarebbe opportuno ricordare che i sentieri, oltre ad essere un patri-monio di tutti, un valore storico in quanto ognuno richiama a vicende

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passate quali la Grande Guerra, il contrabbando, le antiche lavorazioni (solo per citarne alcuni), e indubbia-mente un notevole richiamo turistico indispensabile per lo sviluppo di un comune di montagna, sono anche di vitale importanza per chi in mon-tagna vive e lavora: pensiamo quin-di ad associazioni podistiche, nordic walking, lo stesso CAI, professionisti come guide, pastori, malgari, gestori di rifugi, alberghi, ristoranti o agritu-rismi. Questo bene meriterebbe una consapevolezza maggiore sulle sue possibilità di utilizzo, facendo in modo che i frequentatori della montagna siano adeguatamente sensibilizzati a come usufruirne senza danneggiarlo (e questo è uno dei compiti del CAI), ovvero informare sia gli escursionisti (in modo che adottino norme di com-portamento civili e rispettose) sia i ciclisti e i ciclocrossisti, al fine di de-finire percorsi adatti alla loro pratica o a loro del tutto riservati. Tuttavia una sola associazione di volonta-ri non può nulla senza l’appoggio di altre associazioni, senza il dialogo

con gli abitanti della montagna, e soprattutto senza la determinazione e la convinzione a preservare questo patrimonio da parte di chi il territorio lo amministra e lo controlla.Nella speranza che questo possa ac-cadere quanto prima, ecco l’elenco dei lavori eseguiti dalla nostra se-zione lungo i sentieri di competenza nell’anno 2017:• sentiero n° 125: durante la giornata

nazionale dei sentieri, il 28 maggio, sfalcio dell’erba, taglio delle rama-glie invasive e realizzazione di al-cune canalette per lo scolo dell’ac-qua piovana nella parte centrale del sentiero. In occasioni succes-sive si è svolto lo sfalcio dell’erba nella parte bassa, tra Fonte Giulia-na e località Ulbe;

• n° 144 e 144/A si è sistemato un tratto del tracciato soggetto a ero-sione in prossimità del bivio Buse Scure con la realizzazione di alcuni gradini e canalette in legno;

• n° 151 taglio dell’erba e delle rama-glie nel tratto a monte del Sengio delle Campane.

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2017 UNA STAGIONE IN CAMMINO

Carissimi Soci, anche la stagione escursionistica 2017 ci ha regalato delle grandi

soddisfazioni, sia in termini di qualità che di quantità, infatti la partecipazione è stata sempre buona, in media tra le 15 e 20 persone, tra cui un gruppo di assi-dui frequentatori ben affiatati al quale va la nostra particolare gratitudine.Come ogni anno la partenza è stata soft, con l’uscita del 26 Marzo a “La Strada del Ponale”, escursione nata da una proposta di alcuni soci. C’è da dire infatti che, nelle ultime stagioni, il vostro supporto in termini di proposte, è diventato a dir poco insostituibile e merita un grande “Grazie” da parte di tutto il direttivo.Il 30 Aprile è stata la volta del “Sentie-ro delle Scudellette” tra i Colli Berici, escursione adatta alle famiglie con sentieri di minima difficoltà e grande interesse dal punto di vista storico re-ligioso.Alla terza uscita, il 21 Maggio, l’impe-gno è diventato d’obbligo con il pri-mo dislivello di +900 mt partendo dal

Passo Santa Barbara in Val Gresta, abbiamo raggiunto la cima del Monte Stivo, il luogo più panoramico del Tren-tino Alto Adige da cui la visuale non ha eguali e da dove si possono ammirare anche le nostre Piccole Dolomiti.L’11 Giugno tocca a Cima XII, la monta-gna più alta del Vicentino, la giornata è tersa e calda, partiamo da Malga Lari-ci verso Bocchetta Portule e dopo una breve pausa ci dirigiamo a Cima Portu-le, dove pranziamo con un panorama stupendo. Sotto il solleone ripartiamo alla volta di Cima XII che raggiungia-mo alle 14 tra le giuste “imprecazioni scherzose” di alcuni partecipanti e in questo caso le nostre scuse sono d’obbligo, perdonateci! In ogni caso ci siamo rifatti con la veduta sui Laghi di Caldonazzo e Levico, sul Lagorai con Cima D’Asta e col sentiero, a detta di tutti stupendo, del ritorno.Arriviamo così al 2 Luglio con levatac-cia e partenza alle 5 del mattino per raggiungere l’Alpe di Siusi, il tempo è magnifico e lo Sciliar sembra invitarci a calpestarlo, e noi accettiamo volen-

di Tiziano Dalla Riva e Matteo MascarinoESCURSIONISMO

tieri! Da Compaccio ci dirigiamo verso il Rif. Bolzano allo Sciliar, il vento oggi ci fa compagnia ma i panorami sul Torrione Santner, Catinaccio d’Anter-moia e Denti di Terrarossa ci scaldano il cuore mentre camminiamo in dire-zione del Rif. Alpe di Tires tra vallate glaciali e imponenti pareti Dolomiti-che, anche stavolta i partecipanti sono soddisfatti e noi ancor di più.La più impegnativa arriva il 30 Luglio con partenza dal Rif. Refavaie assie-me a “Ruggeretto Danieli” che ci fa da guida, percorrendo la Val Vanoi, laterale del Primiero sul fondo della quale svetta la gigantesca piramide del Monte Cauriol, teatro di dure bat-taglie nel primo conflitto mondiale. I panorami sono a dir poco fantastici, durante la salita spuntano dai crinali boscosi le ardite e spettacolari cime del massiccio di Cima D’Asta. La salita fino a Passo Sadole non è faticosa tra boschi di larici, malghe e piccoli masi, poi invece la fatica si fa sentire quando intraprendiamo “la Via Austriaca”. At-traversiamo la lunga pietraia fino alla

forcella Carteri, da qui, in circa venti minuti di aspra salita, arriviamo alla sommità, godendoci la vista che spazia dal Brenta all’Adamello e dalle Pale di S. Martino alla Marmolada. Dopo tanta fatica il meritato riposo e poi la disce-sa dalla “Via Italiana” che ci porta fino alla chiesetta dedicata al “7° battaglio-ne Alpini Feltre”. Alpini che proprio sul Cauriol, nell’agosto del 1916, combat-terono e persero la vita in una delle battaglie definite più inutili di tutto il conflitto bellico, quella di “distrazione del nemico”.Val Ridanna la 2 giorni, una scom-messa vinta a metà, a causa del non raggiungimento del numero di iscritti minimo per mantenere il programma prestabilito. Infatti il trasporto con il pulmino è saltato e quindi, con mezzi propri, abbiamo raggiunto Masseria, il punto di partenza della gita. Il meteo purtroppo si presentava pessimo già durante il viaggio di avvicinamento, con le vette imbiancate, ma noi non ci sco-raggiamo e l’allegria regna sovrana!Arrivati a Masseria andiamo subito a

visitare il Museo delle Miniere, e nel mentre il tempo va migliorando leg-germente e quindi noi, temerari come nessuno, partiamo come da program-ma. Quando siamo poco lontani dalla forcella, a quota 2700 mt, ricomincia a nevicare , ma senza alcun problema ri-usciamo a raggiungere il Rif. Montene-ve dove, in grande allegria, ci rifocillia-mo e riposiamo con tutte le comodità da “Grand Hotel”! Domenica Mattina, dopo il saluto e ringraziamento al ge-store, indossiamo gli indumenti forni-tici dalla guida e ci addentriamo alla scoperta della Galleria Karl dove Albi-no, la guida, ci racconta per due ore gli

ottocento anni di storia delle miniere, tra cunicoli e gallerie, per poi sbucare dove il pullman ci attende per il ritorno a Masseria, è ora di tornare a casa.

Noi, Matteo e Tiziano, responsabili del-la sezione escursionismo, vi chiedia-mo di partecipare ancora attivamente, non solo alle escursioni, ma anche alla programmazione della stagione escursionistica, con le vostre belle idee e consigli che teniamo sempre in gran-de considerazione.

Un grande Grazie a tutti i parteci-panti!

settimana NAZIONALEdell’escursionismo

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Piccole DolomitiPREALPI VICENTINE

Prenotazioni di soggiornoPer garantire la libertà di scelta e facilitare le prenotazioni a tuttii partecipanti alla 20° Settimana Nazionale dell’Escursionismosi è scelto di elencare le strutture ricettive in zona e lasciar lascelta al singolo partecipante. Il rapporto commerciale è quindidiretto e senza intermediari tra il prenotante e la struttura ricet-tiva prescelta. Le strutture prenotabili sono Alberghi, Case perferie, hotel, B&B e Affittacamere. Il Cliente prenotante effettueràil pagamento direttamente alla struttura ricettiva prescelta. Perla prenotazione facilitata basterà indicare che la prenotazione èper la “Settimana Nazionale dell’Escursionismo”.

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Hotel ALLA CORTEContrà Corte 54 (Sant’Eusebio) - Tel. 0424 502114www.hotelallacorte.it - [email protected]

Hotel Ristorante AL CAMINVia Valsugana, 64 - Tel. 0424 566134 - Cell. 0424 566409www.hotelalcamin.com - [email protected]

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Ristorante Albergo AL GARIBALDINOVia Sareo, 1- Tel. 0445 748023www.garibaldino.com - [email protected]

Albergo Trattoria ALL’ALPINOVia Sareo, 13 - Tel. 0445 748019 P

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Casa SANT’ANTONIOVia Val Giardini, 151 - Tel. 0424 462284www.santantonio-valgiardini.org [email protected]

Albergo Ristorante PENNARVia Pennar, 239 - Tel. 0424 463271www.pennarhotel.it - [email protected]

Ristorante Hotel ERICA Viale G. Garibaldi, 55 - Tel. 0424 462113www.relaxhotelasiago.it - [email protected]

Hotel MILANO Via Brigata Liguria, 15 - Tel. 0424 462670www.albergomilano.com - [email protected]

Albergo VALBELLAVia Val Bella, 38, 36032 Gallio - Tel. 0424 445006 www.albergovalbella.com

Albergo CAMPOMEZZAVIA Via Campomezzavia, 39 - Tel. 0424 700189www.campomezzavia.it - [email protected]

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ON

EZ

ZA

Nell’ambito della XX settimana nazionale escur-sionismo in programma dall’1 al 9 settembre2018, il Gruppo Seniores CAI 25° “Antonio Biz-zotto” organizza per mercoledì 5 settembre2018 il II Raduno Nazionale Seniores. La manifestazione si svolgerà nel bassanese,con appuntamenti suddivisi fra il Monte Grappae il Palatenda a San Giacomo di Romano d'Ez-zelino con modalità già ampiamente collaudatenelle precedenti edizioni:• arrivo, ritrovo e registrazione dei partecipanti a

Cima Grappa;• partecipazione alle escursioni proposte dal

Gruppo Seniores di Bassano;• al termine delle escursioni, riunione dei vari

gruppi, ripresa dei pullman e discesa a SanGiacomo di Romano;

• nella struttura del Palasport bassanese svolgi-mento del Raduno Nazionale Seniores 2018 altermine del quale non mancherà un momentodi festosa allegria.

Il Gruppo Seniores in collaborazione con la com-missione sentieri della sezione, ha selezionato al-cuni percorsi diversificati per difficoltà/dislivello,tutti comunque caratterizzati da grande valenzastorico-ambientale, propria di quei luoghi dove,dal novembre 1917 a ottobre 1918, il fronte ita-liano della Grande Guerra nel Massiccio delGrappa assunse il ruolo di decisiva importanzaper la vittoria finale:a. visita guidata al Monumento Ossario di Cima

Grappa, alla Galleria Vittorio Emanuele III e alMuseo della Guerra.

b.dalla Cresta dei Solaroli al Col dell’Orso e ri-torno: distanza km 5; dislivello ↑500 m -↓335 m

c. percorso ad anello Conca delle Giarine: di-stanza km 5; dislivello ↑400 m -↓380 m

d.percorso ad anello del sentiero di arrocca-mento del Boccaor: distanza km 5,5; dislivello↑568 m - ↓576 m

e. anello Val Vecchia Pian della Bala distanza km4.; dislivello 422-425.

raduno nazionale

Siti di consulto eventiwww.caiveneto.it

www.caisezionivicentine.itwww.cce.cai.it

Mail di richiesta info o per utilizzo iscrizioni [email protected] 1-9 settembre

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mag

gio

2017

ASSOCIAZIONE DELLE SEZIONI VICENTINE

DEL CLUB ALPINO ITALIANO

Sezioni di Arzignano · Asiago Alt. 7 Comuni ·Bassano del Grappa · Dueville · Lonigo ·Malo · Marostica · Montebello Vicentino· Montecchio Maggiore · Recoaro Terme· Schio · Thiene · Valdagno · Vicenza.

Le Sezioni Vicentine del Club Alpino Italia-no hanno organizzato

questa manifestazione in cui la sezione di Recoaro Terme sarà pienamente coinvolta, dal momento che alcune escursioni previste si svolgeranno proprio nel nostro territorio.È un’opportunità impor-tante per far conoscere le

SETTIMANA NAZIONALE ESCURSIONISMO 20181-9 settembre 2018 - Piccole Dolomiti

Piccole Dolomiti e i luoghi di cultura di cui il Vicentino è ricco.Il programma dettagliato verrà inviato a tempo debito, ma anticipiamo già che sarà richiesta la collaborazione attiva dei soci nell’accoglien-za e nell’accompagnamento (senza responsabilità) degli amici che arriveranno da ogni parte d’Italia.

NORME GENERALI

42

REGOLAMENTO ESCURSIONI 1. La Commissione Escursionismo, nominata dal Consiglio Direttivo della Sezione, decide il programma annuale delle escursioni che viene approvato dal Consiglio stesso.2. La partecipazione alle escursioni prevede l’accettazione del presente regolamento ed il programma dell’escursione.3. I Responsabili dell’escursione, che svolgo-no questa attività a puro scopo di volontariato, organizzano l’uscita prendendo ogni possibile precauzione per tutelare la sicurezza dei par-tecipanti.4. Le escursioni sono aperte a tutti, soci e non soci CAI. I soci CAI partecipanti, in regola con il tesseramento, sono coperti da assicurazione come previsto dalla normativa nazionale, men-tre i non soci CAI possono partecipare previa richiesta di copertura assicurativa.5. I ragazzi minorenni devono essere accompa-gnati da un familiare o da una persona delegata dai genitori.6. Nel caso in cui l’escursione preveda trasferi-menti con vetture private, il CAI declina ogni re-sponsabilità per eventuali incidenti che doves-sero accadere durante i viaggi di trasferimento, intendendosi la gita iniziata e finita rispettiva-mente nel momento in cui si abbandonano e si riprendono i mezzi. È eventualmente possibile attivare al momento dell’iscrizione su richiesta l’assicurazione Kasko delle sezioni vicentine, solo per i soci CAI con aggiunta della dovuta quota .7. I cani al seguito dei partecipanti devono es-sere tenuti al guinzaglio e non devono costituire pericolo per gli altri iscritti. È obbligo avere con sé la museruola. I padroni sono gli unici re-sponsabili per eventuali danni a cose o perso-ne. Il Responsabile della gita valuterà di volta in volta la possibilità di partecipazione dei soci con i cani, in base alle caratteristiche del percorso.

PROGRAMMA1. Il programma dell’escursione viene pubbli-cato nella bacheca sezionale e sul sito del CAI.2. Il programma descrive le caratteristiche dell’escursione, la difficoltà, l’eventuale equi-paggiamento particolare richiesto, eventuali limitazioni per la partecipazione e i nomi dei Responsabili dell’escursione.3. I partecipanti devono preventivamente visio-nare il programma, in modo da organizzarsi con l’equipaggiamento adatto e prepararsi per avere capacità fisiche e tecniche adeguate al tipo di percorso.

4. Il programma o la data dell’escursione pos-sono essere modificate dal Responsabile di Escursione per sopraggiunte esigenze orga-nizzative e/o meteorologiche.

ISCRIZIONI1. Le iscrizioni alle escursioni si ricevono pres-so la Sede o nei luoghi definiti sul programma esposto in bacheca sezionale.2. Le iscrizioni sono valide solo se accompa-gnate dal versamento della quota di partecipa-zione prevista.3. Le iscrizioni possono essere a numero chiu-so se le condizioni dello svolgimento lo richie-dono. Si darà precedenza ai soci in ordine tem-porale di iscrizione.4. L’annullamento dell’escursione dà diritto al rimborso della quota versata.5. In caso di rinuncia o di mancata presenta-zione alla partenza da parte del partecipante, la quota potrà essere restituita solo in caso di gravi motivi personali, ritenuti tali ad insinda-cabile giudizio dei Responsabili di Escursione.

COMPORTAMENTODURANTE L’ESCURSIONE1. Al ritrovo per la partenza dell’escursione è richiesta la massima puntualità.2. Il comportamento durante l’escursione deve ispirarsi alla cordialità, correttezza, solidarietà e alle norme della civile educazione.3. Durante l’escursione i partecipanti devono rimanere in gruppo, mantenendo il contatto visivo con il Responsabile di Escursione. A nes-suno è consentita una scelta di percorso diver-sa dal programma stabilito se non deciso dal Responsabile di Escursione.4. Ogni attività individuale non concordata con i Responsabili di Escursione avverrà sotto l’e-sclusiva responsabilità di chi la mette in atto.5. Il Responsabile di Escursione ha facoltà di escludere in presenza di testimoni il parteci-pante, la cui preparazione fisica e/o tecnica, l’attrezzatura individuale di sicurezza e/o il comportamento, vengano ritenuti non adeguati al programma specifico dell’escursione e del presente regolamento 6. Eventuali dissensi o reclami dovranno essere rivolti successivamente in forma scritta solo al Consiglio Direttivo.

Il Consiglio Direttivo

I SENTIERINel diritto italiano, almeno nella sua acce-zione di norma scritta, sia nella legislazio-ne nazionale, sia in quella regionale, non si offre alcuna disciplina specifica riguardo la realizzazione e la manutenzione dei sentieri e anche i contributi della dottrina, in mate-ria, scarseggiano. L’unica definizione giuridica di “sentiero” la troviamo nel Codice della Strada il quale, all’art. 3 definisce: “Sentiero (o mulattiera o tratturo), strada a fondo naturale formatasi per effetto del passaggio di pedoni e di ani-mali”. Purtroppo non vi si fa seguire un’ap-posita disciplina e il termine utilizzato “stra-da” potrebbe indurre qualche interprete a estendere ai sentieri le norme del Codice in fatto di strade.

Con lo scopo di definire meglio le diverse ti-pologie di sentiero riscontrabili e suggerire al contempo l’interesse prevalente e il grado di difficoltà nella percorrenza dell’itinerario rappresentato dal sentiero stesso, la Com-missione Centrale Escursionismo del Club Alpino Italiano ha individuato la seguente classificazione:

E - Sentiero escursionistico: Sentiero privo di difficoltà tecniche che corrisponde in gran parte a mulattiere realizzate per scopi agro-silvo-pastorali, militari o a sentieri di acces-so a rifugi o di collegamento fra valli. È il tipo di sentiero maggiormente presente sul territorio e più frequentato e rappresenta il 75% degli itinerari dell’intera rete sentieri-stica organizzata.

EE - Escursionistico per Esperti (Sentiero alpinistico): Sentiero che si sviluppa in zone

impervie con passaggi che richiedono all’e-scursionista una buona conoscenza della montagna, tecnica di base e un equipaggia-mento adeguato. Corrisponde generalmen-te a un itinerario di traversata nella monta-gna medio-alta e può presentare dei tratti attrezzati - sentiero attrezzato - con infissi (funi corrimano e brevi scale) che però non snaturano la continuità del percorso.

EEA - Escursionistico per Esperti Alpinisti-co (Via ferrata o attrezzata): Itinerario che conduce l’alpinista su pareti rocciose o su aeree creste e cenge, preventivamente at-trezzate con funi e/o scale senza le quali il procedere costituirebbe una vera e propria arrampicata.Richiede adeguata preparazione ed attrez-zatura quale casco, imbrago e dissipatore.

T - Itinerario escursionistico-turistico: Iti-nerario di ambito locale su carrarecce, mu-lattiere o evidenti sentieri. Si sviluppa nelle immediate vicinanze di paesi, località turi-stiche, vie di comunicazione e riveste parti-colare interesse per passeggiate facili di tipo culturale o turistico-ricreativo. All’interno di questa categoria sono compresi anche i sentieri di tipo: Storico, itinerario escursio-nistico che ripercorre “antiche vie” con fina-lità di stimolo alla conoscenza e valorizza-zione storica dei luoghi visitati; Tematico, è un itinerario a tema prevalente naturalistico, glaciologico, geologico, storico, religioso di chiaro scopo didattico formativo, usualmen-te attrezzato con apposita tabellatura e pun-ti predisposti per l’osservazione.I sentieri di tipo T sono comunemente adatti anche all’escursionista inesperto e general-mente non presentano difficoltà tecniche.

Il Consiglio Direttivo

DEFINIZIONI E SCALADELLE DIFFICOLTÀ

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Partenza da Malga Slapeur, sul sentiero n.861 che poco dopo svolta a sinistra verso la Città di Roccia, tra grandi radure prative e giganteschi Libri di Sasso scolpiti dalle intemperie. Ripren-diamo in leggera salita verso il Monte Fior da cui si gode un panorama a 360° per poi dirigerci ver-so il Monte Castelgomberto da cui scendiamo al punto di partenza.

Difficoltà: E escursionisticoDislivello: +200 mt e -200mtDurata: 4 ore

Partenza dal Passo Croce d’Aune, sul sentiero n.801 che tra irte salite e prati di erica e rododen-dri ci porta al Rif. Dal Piaz in circa 3 ore. Da Valu-tare la salita al monte Pavione.

Difficoltà: EE escursionistico x espertiDislivello: +1000 mt e -1000mtDurata: 7 ore

Partenza dalla Cogola di Serrada lungo il sentiero n.137 che attraverso la gola del Lupo, uno stretto passaggio tra pareti di roccia e trincee, conduce al Forte Dosso delle Somme che domina la Val Terragnolo. La discesa sul sentiero n.136 che ci riporta al parcheggio.

Difficoltà: E escursionisticoDislivello: +400 mt e -400mtDurata: 4-5 ore

25 marzo o 8 aprile 2018Città di Roccia (Foza)

22 o 29 aprile 2018 La Forra del Lupo (Serrada)

17 giugno 2018 Vette Feltrine- Rifugio Dal Piaz

20 maggio 2018 Le Cascate del Sarca (Nardis Val di Genova)Partenza dai parcheggi situati dopo la cascata del Nardis in Val di Genova, seguendo il Sentiero delle Cascate che segue il percorso del Sarca tra ponti di legno e cascate mozzafiato, all’ombra dell’Adamello raggiungeremo il Rifugio Bedole per poi ritornare sullo stesso sentiero al punto di partenza.

Difficoltà: E escursionisticoDislivello: +700 mt e -700mtDurata: 6-7 ore

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CALENDARIO ESCURSIONI

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Partenza da malga Zannes Val di Funes, sa-lita fino alla malga Ciancenon poi salita fino al giogo della Croce. Da qui si segue per un tratto la bellissima Alta Via delle Dolomiti n.2 poi si sale fino alla forcella Mont da l’Ega-Wasserscharte, dove si raggiunge il punto più elevato. Si scende quindi a Forcella Pana e si torna a Malga Zannes.

Difficoltà: EE escursionistico x espertiDislivello: +1480 mt e -1480mtDurata: 8 ore

1° giorno: Partenza dal passo Tre Croci salia-mo fino alla forcella Marcuoira, attraversia-mo la distesa prativa sotto ai Ciadi del Loudo e dopo un tratto attrezzato con corda fissa scendiamo al rif. Vandelli e Lago del Sorapis dove pernotteremo.

Difficoltà: E escursionisticoDislivello: +500 mt e -400mtDurata: 4 ore

2° giorno: Ritorno al Passo Tre Croci in circa 2 ore. In automobile raggiungeremo il Passo Falzarego da dove inizieremo l’escursione. Raggiungeremo il Rifugio Averau, sotto l’omonimo monte, proseguiremo quindi verso il Rif. Nuvolau per poi scendere al Rif. Scoiattoli alle 5 Torri, quindi ritorneremo al Passo Falzarego.

Difficoltà: E escursionisticoDislivello: +500 mt e -500mtDurata: 5-6 ore

7/8 luglio 2018 Passo Tre Croci Lago di SorapisPasso Falzarego- Averau e le 5 Torri

29 luglio 2018 Giro del Parco delle Odle

1° giorno: Partenza da Malga Vallesinella seguen-do il sentiero delle cascate fino a Malga Vallesi-nella di sopra per deviare poi sul sentiero n.317b e poi sul n.391 (sentiero Violi). Ci addentriamo nel Gruppo del Brenta salendo fino a raggiungere in circa 3 ore il rifugio Brentei dove pernotteremo.

Difficoltà: EE escursionistico x espertiDislivello: +1000 mtDurata: 6 ore

2° giorno: Imbocchiamo il sentiero n.318 che scende al Passo Casinei e deviamo sul n.328 che sale al Rif.Tucket. Proseguiamo sul n.316 che ci porta al Passo Grostè, poi scendiamo al Rif.Graffer e poi al Monte Spinale, deviando sul sentiero dell’Imperatrice Sissi per tornare al punto di partenza.

Difficoltà: E escursionisticoDislivello: +450 mt e -950mtDurata: 6 ore

25/26 agosto 2018 Rifugi del Brenta (Madonna di Campiglio)

Partenza dalla piazza di Cismon del Grappa sul sentiero lastricato della Val. Saliamo verso il Col dei Prai e tra boschi e prati, dopo circa 4 ore, si raggiunge il Rif. Albergo Forcelletto. Poi si scende lungo la forestale sentiero n.10 che, tra casare pascoli e boschetti, ridiscende a Cismon del Grappa.

Difficoltà: EE escursionistico x espertiDislivello: +1200 mt e -1200mtDurata: 8 ore

Partenza dal Rif. Bertagnoli e salita al Passo della Scagina, poi si sale fino a Cima Lobbia, che sovrasta la grande distesa prativa di Campo-fontana, da cui scenderemo. Proseguiamo sulla strada verso Durlo fino a incrociare il sentiero n.209 che con pendenza regolare in circa 3 ore ci riporta al Rif. Bertagnoli, dove è prevista la cena di fine stagione.

Difficoltà: E escursionisticoDislivello: +700 mt e -700mtDurata: 7-8 ore

23 settembre 2018 Mulattiera della Val Goccia (Canale di Brenta)

7 ottobre 2018 Giro della Lobbia (Val Chiampo) e cena di fine stagione

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APPUNTAMENTI

Venerdì 1 dicembre 2017film “Ninì” regia di Gigi Giustiniani e Raffaele Rezzonicocon ospite il figlio Lorenzo Boccalatte presenta la serata Franco Perlotto

Venerdì 2 febbraio 2018prof. Claudio Gattera “La strada delle 52 gallerie sul Monte Pasubio”

Centro Culturale “Neri Pozza” via Roma, Recoaro Terme

Dal 2 al 18 febbraio 2018Mostra “Racconti di guerra” con le immagini del 4° concorso fotografico dedicato a Mario Rigoni Stern

STELLE D’INVERNOProgramma da dicembre 2017 a marzo 2018 Ingresso libero - inizio ore 20,45

Teatro Comunale,via Roma, Recoaro Terme

Sede C.A.I. Gino SoldàCasa del Parco, Recoaro TermeVenerdì 12 gennaio 2018

prof. Gianni Pavan (Università di Pavia)“I paesaggi sonori degli ambienti naturali”

Venerdì 26 gennaio 2018prof. Mauro Varotto(Università di Padova)presentazione del libro “Montagne del ‘900. Il volto della modernità nelle Alpi e Prealpi venete”

Venerdì 16 febbraio 2018Luciano Covolo“Avventura a tutto mondo” serata fotografica

Venerdì 2 marzo 2018Luciano Caleffi“In Asia e oltre” serata fotografica

Maggio: Pulizia e manutenzione sentieri

Settembre: Settimana Nazionale Escursionismo

Novembre: Cena sociale

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CAI RECOARO TERME Sezione Gino Soldà

6° Raduno Scialpinistico del Carega

Domenica 18 Marzo 2018

Comune di Recoaro Terme

VIA BATTAGLIONE ROMEO, 6 RECOARO TERME (dietro le poste)

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SICUREZZA IN MONTAGNA

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SICUREZZA IN MONTAGNA

CONSIGLIO DIRETTIVOPresidente: Bazzon Maria Teresa

Vice presidente: Dalla Riva Tiziano

Segretaria: Pozza Luisa

Consiglieri: Mascarino Matteo, Pretto Luca, Vallortigara Laura, Zarantonello Rosetta

Revisori dei conti: Asnicar Moreno, Bruni Roberta, Castelpietra Sabrina

COMMISSIONITesseramento: Pozza Luisa, Zaranto-nello Rosetta

Delegato di sezione: Pretto Luca

Biblioteca Cai: Vallortigara Laura

Pubblicazioni / Manifestazioni: Pozza Luisa, Vallortigara LauraSito internet / Posta Elettronica: Pozza Luisa, Dalla Riva Tiziano

Escursionismo: Dalla Riva Tiziano, Ma-scarino Matteo

Sentieristica: Pretto Luca, Mascarino Matteo.

Responsabile sede: Dalla Riva Tiziano

TESSERAMENTO 2018ISCRIZIONIle iscrizioni per l’anno 2018 si riceveran-no SOLO ED ESCLUSIVAMENTE PRESSO LA SEDE, che sarà aperta con il seguen-te calendario:con orario 17.00 - 20.00 giovedì 21 di-cembre 2017 e 4 gennaio 2018con orario 15.30 - 17.00dicembre 2017: sabato 30 gennaio 2018: sabati 13 - 20 - 27 febbraio 2018: sabati 3 - 10 - 17 - 24marzo 2018: sabati 3 - 10 - 24 - 31

aprile 2018: sabati 7 – 21 maggio 2018: sabato 5 L’iscrizione sarà possibile anche durante le se-rate in cui si svolgerà la manifestazione “ Stelle d’inverno” in sede, dalle ore 20.00 alle 20.30.Termine ultimo per usufruire delle agevolazioni: 31 marzo 2018. Dopo tale data non si garantisce l’immediata copertura assicurativa.ASSICURAZIONISi ricorda che con l’iscrizione al CAI viene automaticamente acquisita da parte del Socio una assicurazione infortuni e responsabilità civile verso terzi, per le attività organizzate dalla Sezione, come gite, manutenzione sentieri, assemblee e riunioni di servizio, manifestazioni, ecc. Inoltre la copertura si estende anche per eventuali PRESTAZIONI DI SOCCORSO effettuate dal SOCCORSO ALPINO, anche per attività per-sonali. Il raddoppio del massimale costa € 3,40.Vi sarà anche la possibilità di attivare una polizza infortuni in attività personale come alpinismo, escursionismo, speleologia, sci-alpinismo, ecc. il cui costo è di €.90,00 o €.180,00 a seconda dei massimali scelti.

QUOTE D’ISCRIZIONELe quote associative che comprendono l’as-sicurazione per le attività promosse dal CAI sono le seguenti:•Ordinario: € 44,00 •Familiare: € 24,00 deve autocertificare la convivenza con il socio ordinario

•Juniores: € 24,00 nati negli anni dal 1992 al 1999

•Giovane: € 16,00 nati dal 1/1/2001 e seguire(€ 9,00 per il 2° fratello giovane)

Nella quota associativa è compreso il contributo di € 1,00 per la scuola di alpinismo “Gino Soldà”.

Per le nuove iscrizioni si richiedono inoltre

€ 4,00 per la tessera CAI e una foto.Calendario CAI € 6,0054

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CAI RECOARO TERME

AGEVOLAZIONI SOCISconto 10% presso:VALLI SPORT di SchioALPSTATION di SchioZAMBERLAN MOUNTAINSPORT di PievebelvicinoWINDY OUTLET di ArzignanoGli sconti non sono cumulabili con i prodotti in promozione o in saldo.

NUMERI UTILIARPAV Prev. nivometeo 0436 755711www.arpa.veneto.it

SOCCORSO ALPINO 118

Rifugio CAMPOGROSSO 0445 75 030 0445 1920468

Rifugio LA GUARDIA 0445 75 257

Rifugio FRACCAROLI 045 70 50 033

Rifugio C. BATTISTI 0445 75 235

Trattoria OBANTE 0445 75 401

Rifugio SCALORBI 045 78 47029

Rifugio PERTICA 045 78 47 011

Vigili del Fuoco 115

Carabinieri 112

CAIsezione di Recoaro TermeCasa del Parco

Piazza A. di Savoia, 1CP 81 - 36076 Recoaro Termecell. 347 83 28 898

[email protected]. 85001910240P.IVA 03127020240

Notiziario 2018 a cura di Luisa Pozza, Laura VallortigaraFoto di copertinaGiuseppe OrsatoImpaginazione graficaMediafactory EdizioniStampaTipografia Danzo, Cornedo

Tutte le foto, salvo indicazione, sono fornite dagli autori dei testi.

in collaborazione con:

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