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2 GENNAIO_APRILE_2014 In copertina: Corso di Sci Alpinismo Scuola Pietramora. Salendo al Monte Lanuda, Appennoni bolognese. ASSEMBLEA GENERALE ORDINARIA E’ convocata per mercoledì 11 Dicembre 2013, alle ore 12, ed in seconda convocazione per giovedì 20 Marzo 2014, , , , , alle ore 21,00 l’Assemblea Generale Ordinaria dei Soci della Sezione di Faenza, presso la Sede Sociale in via Campidori 28, Rione Rosso, Sala del Baiocchino, per discutere il seguente ORDINE DEL GIORNO 1. Nomina del Presidente e del Segretario dell’Assemblea; 2. Lettura verbale dell’Assemblea precedente (12 Dicembre 2013); 3. Bilancio consultivo dell’anno 2013; 4. Relazione del Presidente sull’attività prevista nel 2014; 5. Elezione dei Delegati Sezionali; 6. Varie ed eventuali. Dalle ore 20,30 del 20 Marzo 2014 funzionerà la verifica dei poteri. Si ricorda che all’Assemblea avranno diritto di voto i Soci in regola con il tesseramento 2013, quelli che ancora non hanno rinnovato per il 2014 ed i nuovi Soci 2014. Il Presidente Ettore Fabbri Dei Soci della Sezione di Faenza del Club Alpino Italiano SERATE DI PROIEZIONI IN SEDE - ULTIMO GIOVEDI’ DEL MESE Continuano le serate di proiezioni dei nostri Soci, ricordi di viaggi e gite sulle montagne d’Italia e del mondo. L’appuntamento è in sede alle ore 21,30 (durata un’ora circa) nel corso del quale verranno presenta- te fotografie o filmati, con il seguente programma: Giovedì 27 Febbraio: Escursione sul granito, dal Sentiero Roma in Val Masino all’Alta Via della Val di Fundres, in Alto Adige. A cura di Stefano Bentivogli e Stefania Ghetti. Giovedì 27 Marzo: Mauro Cappelli, istruttore di Alpinismo, presenta 10 anni di Alpinismo, domande e risposte sull’Alpinismo, immagini prestate dalla Montagna a Mauro Cappelli. Giovedì 18 Aprile: Alta Via delle Dolomiti N.1 e N.2: Dal lago di Braies a Belluno (10 giorni, 160 chilometri con 20000 metri di dislivello) e da Bressanone a Feltre (13 giorni, 180 chilometri e 22000 metri di dislivello) presentate da Elena Cricca. Note organizzative: l’orario spostato alle ore 21,30 permette ai Soci, presenti in Sede, interessati ai servizi di segreteria oppure presenti per gli accordi delle gite domenicali, di avere il tempo per organizzarsi. Durante le proiezioni, dalle ore 21,30 alle ore 22,30 circa, il servizio di segreteria sarà sospeso. Confidiamo in tutti i Soci perché la proiezione possa svolgersi senza disturbo. I Soci interessati a proiettare le loro immagini possono prenotare in Sede una serata da inserire nel programma dei prossimi mesi. rivista 1_2014.p65 06/02/2014, 14.47 2

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In copertina: Corso di Sci Alpinismo Scuola Pietramora. Salendo al Monte Lanuda, Appennoni bolognese.

ASSEMBLEA GENERALE ORDINARIA

E’ convocata per mercoledì 11 Dicembre 2013, alle ore 12, ed in seconda convocazione per giovedì 20Marzo 2014, , , , , alle ore 21,00 l’Assemblea Generale Ordinaria dei Soci della Sezione di Faenza, presso laSede Sociale in via Campidori 28, Rione Rosso, Sala del Baiocchino, per discutere il seguente

ORDINE DEL GIORNO

1. Nomina del Presidente e del Segretario dell’Assemblea; 2. Lettura verbale dell’Assemblea precedente (12 Dicembre 2013); 3. Bilancio consultivo dell’anno 2013; 4. Relazione del Presidente sull’attività prevista nel 2014; 5. Elezione dei Delegati Sezionali; 6. Varie ed eventuali.

Dalle ore 20,30 del 20 Marzo 2014 funzionerà la verifica dei poteri. Si ricorda che all’Assemblea avrannodiritto di voto i Soci in regola con il tesseramento 2013, quelli che ancora non hanno rinnovato per il 2014ed i nuovi Soci 2014.

Il PresidenteEttore Fabbri

Dei Soci della Sezione di Faenza del Club Alpino Italiano

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SERATE DI PROIEZIONI IN SEDE - ULTIMO GIOVEDI’ DEL MESEContinuano le serate di proiezioni dei nostri Soci, ricordi di viaggi e gite sulle montagne d’Italia e delmondo. L’appuntamento è in sede alle ore 21,30 (durata un’ora circa) nel corso del quale verranno presenta-te fotografie o filmati, con il seguente programma:

Giovedì 27 Febbraio: Escursione sul granito, dal Sentiero Roma in Val Masino all’Alta Via della Val diFundres, in Alto Adige. A cura di Stefano Bentivogli e Stefania Ghetti.

Giovedì 27 Marzo: Mauro Cappelli, istruttore di Alpinismo, presenta 10 anni di Alpinismo,domande e risposte sull’Alpinismo,immagini prestate dalla Montagna a Mauro Cappelli.

Giovedì 18 Aprile: Alta Via delle Dolomiti N.1 e N.2: Dal lago di Braies a Belluno(10 giorni, 160 chilometri con 20000 metri di dislivello) e da Bressanone aFeltre (13 giorni, 180 chilometri e 22000 metri di dislivello)presentate da Elena Cricca.

Note organizzative: l’orario spostato alle ore 21,30 permette ai Soci, presenti in Sede, interessati ai servizi di segreteria oppure presentiper gli accordi delle gite domenicali, di avere il tempo per organizzarsi. Durante le proiezioni, dalle ore 21,30 alle ore 22,30 circa, ilservizio di segreteria sarà sospeso. Confidiamo in tutti i Soci perché la proiezione possa svolgersi senza disturbo. I Soci interessati aproiettare le loro immagini possono prenotare in Sede una serata da inserire nel programma dei prossimi mesi.

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Editoriale

La sezione del C.A.I. di Faenza è posta in Via Campidori, 28 (sede Rione Rosso).Tel. 0546 22966 - La Sede Sociale della Sezione è aperta a tutti il

giovedì dalle ore 20,30 alle ore 23,00 ed il sabato dalle ore 10,00 alle ore 12,00.giovedì dalle ore 20,30 alle ore 23,00 ed il sabato dalle ore 10,00 alle ore 12,00.giovedì dalle ore 20,30 alle ore 23,00 ed il sabato dalle ore 10,00 alle ore 12,00.giovedì dalle ore 20,30 alle ore 23,00 ed il sabato dalle ore 10,00 alle ore 12,00.giovedì dalle ore 20,30 alle ore 23,00 ed il sabato dalle ore 10,00 alle ore 12,00.

SEDE E ORARI DELLA SEZIONE C.A.I. DI FAENZA

È possibile effettuare le iscrizioni e rinnovare l’adesione al club:A FA FA FA FA FAENZA:AENZA:AENZA:AENZA:AENZA: Presso la Sede Sociale negli orari sopra indicati;

Presso la Ferramenta Chesi, Centro Commerciale Cappuccini, Via Canal Grande,Tel. 0546 21616 (ore negozio);

A TREDOZIO:A TREDOZIO:A TREDOZIO:A TREDOZIO:A TREDOZIO: Presso Gabriele Ferrini, Via XX Settembre, 65 - Tel. 0546 943929;A RUSSI:A RUSSI:A RUSSI:A RUSSI:A RUSSI: Presso Ballardini Luigi, Via Molinaccio, 61 - Tel. 339 2625666;A RIOLO TERME:A RIOLO TERME:A RIOLO TERME:A RIOLO TERME:A RIOLO TERME: Presso Piero Pasini, Via Zauli, 9 - Tel. 0546 70871.

Informazioni sull’attività della Sezione:A FA FA FA FA FAENZA:AENZA:AENZA:AENZA:AENZA: nella bacheca di Via Severoli (angolo palazzo comunale di fronte alla Pretura).A TREDOZIO:A TREDOZIO:A TREDOZIO:A TREDOZIO:A TREDOZIO: nella bacheca di Via XX Settembre.A RUSSI:A RUSSI:A RUSSI:A RUSSI:A RUSSI: nella bacheca di Piazza Dante, Sede Banca S. Geminiano e S. Prospero.A CASTEL BOLOGNESE:A CASTEL BOLOGNESE:A CASTEL BOLOGNESE:A CASTEL BOLOGNESE:A CASTEL BOLOGNESE: nella bacheca di Via Garavini (di fronte Credito Romagnolo),

con informazioni presso il Sig. Sportelli Domenico, Via Giovanni XXIII, 333.A RIOLO TERME: A RIOLO TERME: A RIOLO TERME: A RIOLO TERME: A RIOLO TERME: nella bacheca di Via Aldo Moro (di fronte al Comune)

Cari Soci,vi parlo ancora di tesseramento, ma non vi parlerò di procedure o moduli, temo che ne abbiate le

tasche piene; voglio invece tentare di spiegarvi il perché di questa “rivoluzione”.Nel 2003 è uscita la legge n.196 che norma il trattamento dei dati personali dei cittadini per tutelarne lariservatezza (privacy).E’ una legge non compresa e poco amata dagli Italiani che nonostante sottoscrivano milioni di moduli per uncorretto trattamento dei propri dati, li vedono liberamente circolare e “tutti sanno tutto di tutti”.Anche il CAI, che non era proprio a posto nel rispetto formale delle norme sulla privacy, si sta adeguando ed haimpiantato la “nuova piattaforma di tesseramento” con la quale, però, non ci si limita alla sola gestione dellaprivacy, ma si è colta l’occasione per informatizzare l’intera gestione amministrativa del Sodalizio, abbando-nando “il cartaceo”. Saranno quindi diversi: i tesseramenti, la gestione delle assicurazioni, dei titolati e quali-ficati, della vita di sezione, dell’organizzazione gite ed altro ancora.Le Sezioni, in questa fase, sono sottoposte ad un impegno straordinario e questo passaggio non è certo facileper un gran numero di volontari avvezzi a scarpinare per i monti, ma che non sono esperti di informatica enormative. Al momento questo cambiamento può sembrare un’inutile complicazione di cose semplici, macertamente col tempo ed un po’ di esperienza si noteranno i benefici, così come è successo negli Enti edAziende che questo passo già lo hanno fatto.A tutti voi Soci chiedo di essere pazienti e comprensivi di fronte a probabili disguidi e forse anche qualchedisagio. Ai Volontari della nostra Sezione, addetti a queste nuove procedure, chiedo di “mettercela tutta” e diessere a loro volta comprensivi nei confronti di coloro che stanno lavorando a livello centrale, siano essiVolontari o Professionisti; anche loro hanno una bella gatta da pelare!A tutti, comunque, va un mio enorme grazie, e l’augurio di lasciare presto la burocrazia e tornare a godere deipiaceri della montagna.

Il PresidenteEttore Fabbri

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di Mauro CappelliKALYMNOS

Climb e friends IIIA edizione…… Dopo San Vito Lo Capoe Abruzzo, l’allegra comitiva, di cui Luca Raffini è brac-cio, mente e pinzate d’acciaio, decide per una destina-zione “esotica”: Kalymnos!Kalymnos è un’isola greca del Dodecaneso ad un tirodi schioppo dalle coste della Turchia. Per il costo delvolo si deve investire più o meno gli stessi euro cheservono per il pedaggio autostradale per arrivare cheso... a Cortina, Luca ha trovato la sistemazione in ap-partamenti da 4 posti per 9 euro anotte (zanzare comprese) e sul-l’isola ci si sposta a bordo di sco-oter che si noleggiano alla stessacifra giornaliera del pernottamen-to. Chi è stato a Kalymnos racconta di falesie spetta-colari, di roccia incredibile, di potenziale arrampicato-rio enorme concentrato nei pochi km dell’isola...Nessun racconto sarà esagerato... Le rocce di Kalym-nos sono la prova che il paradiso degli arrampicatoriesiste! Io mi reputo (immodestamente) un alpinista, ilmio andare in montagna è anche una forma di egoi-smo egocentrico che trova appagamento nel raggiun-gimento di una cima. Dopo avere a lungo sognato epianificato una salita, dopo aver sopportato il peso dellozaino per ore, dopo aver centellinato l’acqua, dopo averpesato e soppesato l’attrezzatura non trascurando an-che il minimo dettaglio per togliere peso e volume eccoche l’alpinista, finalmente, arriva nel punto più alto dellamontagna che ha deciso di scalare. Magari è circon-dato da vette ben più alte ed imponenti di quella dovelui in quel momento si trova ma lì, dove poggiano isuoi piedi, di più alto non c’è niente.Ha salito tutto. Da dove si trova, sia che vada versonord come a sud, verso ovest come a est, può soloscendere. Non ha fatto niente di straordinario, nientedi epico, niente di leggendario ma lì, in quei 5 minutiche trascorrerà in vetta, troverà un momentaneo appa-gamento alla sua perenne smania e il modo di metterea tacere le sue ancestrali paure.

Ecco, a Kalymnos non c’è niente di tutto questo... L’ar-rampicata sportiva non è niente di tutto questo... AKalymnos non si fa “nessuna buccia”, tutto è succo epolpa, non ci sono levatacce, non ci sono paure davincere, non ci sono trasferimenti faticosi (e non mene vogliano i falesiari incalliti, quelli che vorrebberofar sicura dall’auto semplicemente abbassando il fine-strino, se non considero “trasferimento faticoso” 30-40 minuti di avvicinamento ad una parete!), a Kalym-

nos ci si deve solo preoccuparedi trovare la falesia esposta al solese fa freddo o quella esposta al-l’ombra se fa caldo, quella espo-sta ad est quando il vento soffia

da ovest, quella con tiri facili se si è un brocco o quel-la con tiri duri se si è un fuoriclasse...Ma non è una preoccupazione, la falesia giusta si tro-va, non solo una, non solo due, ognuno può trovare aKalymnos le falesie giuste per lui cambiandone unaper ogni giorno della settimana. E’ uno scrigno peraprire il quale non serve nemmeno la chiave giusta….Tutte le chiavi aprono; la mia, la tua, la sua e nelloscrigno ognuno trova il tesoro che cercava: il tiro sullecanne, quello sulle tacche, quello sulla placca a bu-chi, quello su strapiombo. Ognuno accarezza la rocciache desidera, quella che ti finisce la pelle dei polpa-strelli, quella che ti consuma la mescola della scarpet-ta in una settimana, quella che non riesci a stringere,che ti sfugge e che non sempre ti lascia passare... Maa Kalymnos non c’è posto solo per i “forzati della roc-cia”, per quelli che “mangiare quando ce n’è, dormirequando si può e scalare sempre!”, a Kalymnos ci sipuò riempire gli occhi oltre che di roccia, anche del-l’azzurro del mare, respirando il profumo del mediter-raneo, fra arbusti di timo, feta, yogurt greco e “cacche”di capra. A Kalymnos ho fatto un tuffo indietro nel tem-po, quando a 15 anni giravo con lo scooter senza ca-sco nell’unica strada che attraversava il paese incro-ciando le rare macchine in circolazione.

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Ma forse sto esagerando... E’ un mio difetto, ne sonoconsapevole. Basta che veda un sasso e la mia fanta-sia prende il primo volo per l’infinito.Forse è solo che in vacanza con gli amici si sta bene etutto quello che la ricorda si riveste di un’aura dorata emagica. Forse è solo che ho l’immensa fortuna di sa-per godere delle cose che faccio.Forse è solo che le cose che faccio sono rese ancorpiù belle dalla condivisione con gli amici che guar-dando il sasso di prima saltano con me nello stessovolo per l’infinito.Forse noi abbiamo una fortuna: quella di avere unapassione, questa passione in particolare, che riesce aconnetterci in maniera diretta con una natura semprepiù modificata, calpestata, addomesticata, piegata mapur sempre capace di scardinarci il cuore.

Non sono nessuno per giudicare chi passa le domeni-che nei Centri Commerciali o chi nella propria vita nonriesce a pensare ad altro che al lavoro o ad accumularedenaro per circondarsi poi di cose quasi sempre su-perflue o “essenzialmente” inutili.Io cerco il mio divertimento, ognuno cerchi e trovi (glie-lo auguro), il suo.Chiudo citando Susan Ertz: “Sono milioni quelli chedesiderano l’immortalità poi non sanno che fare la do-menica pomeriggio se piove”.Ecco, forse Luca ha pensato e pianificato questa “gita”a Kalymnos proprio in una domenica pomeriggio dipioggia (visto che non poteva andare a scalare!).Un grazie a Luca e a tutti gli amici che hanno condivi-so questa settimana rendendola davvero speciale... eda ripetere!

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L‘anno prossimo ricorrerà per l’Italia il centenario dellaGrande Guerra del 15-18, che in realtà per il restod’Europa cominciò nel 1914 e così pure per il Trenti-no, con 60000 uomini arruolati nell’esercito austro-ungarico ed inviati a combatteresul fronte russo già in quell’esta-te. In tutta Europa sono in corsopreparativi per ricordare la primaguerra mondiale, ed anche in Ita-lia un comitato è all’opera per va-gliare iniziative e progetti; in Tren-tino il logo delle commemorazionirecita: “Dalla guerra alla pace”,“Von Krieg zum Frieden”, “From war to peace”. Pernoi ricordare la guerra 1914-18 deve significare so-prattutto ripercorrere le ragioni fondamentali dell’unitàeuropea, che pur imperfetta ed incompiuta ha svoltoil compito per il quale era stata voluta: mai più guerrain Europa.Oggi lungo il fronte italo-austriaco che dalla Carniava a toccare gli altipiani del Veneto e del Trentino finoai ghiacciai dell’Adamello e dell’Ortles sono visibili letracce ed i resti dei manufatti e delle opere belliche.Da anni la Provincia di Trento è impegnata in un im-portante programma di recupero e valorizzazione diquesto patrimonio; la linea del fronte in Trentino è di-ventata il Sentiero della Pace: otre 500 km tra il Passodello Stelvio e la Marmolada da percorrere a piedi oin alcuni tratti sulla mountain bike, seguendo le aliaperte di una colomba che sui cartelli indica la stra-

Sui sentieridella

Grande Guerradi Giovanna Melandri

da. Si cammina fra trincee, camminamenti, si incon-trano forti (80), gallerie, monumenti e cimiteri di guer-ra, musei, tutti visitabili. Le passeggiate nei boschi esui pascoli o le escursioni più impegnative su quelle

cime possono diventare un coin-volgente viaggio alla scoperta dipagine di storia.La nostra Sezione preparerà perognuno dei prossimi anni unaserie di proposte di escursioni etrekking di uno o più giorni neiluoghi più significativi e menonoti del fronte di guerra, segna-

lando inoltre le iniziative più interessanti che altre se-zioni CAI, enti o associazioni organizzeranno nel pe-riodo 2014-18, affinché nelle nostre uscite si uniscaal godimento delle bellezze naturali che la montagnaci offre, la memoria di quelle distruzioni, sofferenze,morti e la consapevolezza che la pace non ci è assi-curata per sempre ma dobbiamo impegnarci a costruir-la e consolidarla ogni giorno.“N popul zenza storia e zenza memoria è n popul zen-za davegnir” (antico detto ladino).

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Quest’anno avevo programmato le vacanze in Ugan-da, paese centrafricano dai numerosi parchi nazionaliche racchiude splendide montagne: Ruwenzori, Mo-roto, Jabal Mofuke, Virunga, dove vivono i gorilla dimontagna, ed il monte Elgon, un vulcano spento di4321 metri che sorge esattamente sul confine con ilKenya. Avevo già in mente di organizzare un trek allacima, montagna splendida con fasce vegetazionali

caratterizzate da lobelie e seneci giganti. Purtroppouna serie di problemi di famiglia mi ha costretto arimettere nel cassetto questo programma, così mi sonoaccontentato di una vacanza più tranquilla (solo perdire) e sono volato in Albania per 10 giorni, spintodalla curiosità ma soprattutto dall’interesse avendopubblicato nel maggiodel 2011, assieme adaltri due amici, un volu-me storico-fotografico:“Artiglieri Alpini 22 2324 batterie gruppo Bel-luno 1938-1943. Testi-monianze e foto degli artiglieri romagnoli” (ed. CartaBianca, Faenza, pp. 282, foto 290, [email protected]), sono partito alla volta del pa-ese delle aquile: l’Albania.Il patto di Londra del 26 aprile 1915 (patto segretod’alleanza fra Gran Bretagna, Francia, Russia e Italiacon il quale l’Italia aderiva all’Intesa e s’impegnava adentrare in guerra contro gli imperi centrali), prevede-va fra i vari compensi territoriali a favore dell’Italia, laDalmazia e una spartizione dell’Albania. “Art. 6 l’Italiariceverà l’intera sovranità di Valona, l’isola di Sasenoe un territorio sufficientemente esteso per garantire ladifesa di queste parti... ”.Già il 26 ottobre 1914 i bersaglieri del 10 reggimen-to venivano inviati in Albania per contrastare un even-tuale attacco dell’Austria attraverso il Montenegro. Nel1915 dai porti di Valona e Durazzo avveniva il salva-taggio dell’esercito serbo in fuga e di migliaia di pri-gionieri austro-ungarici, utilizzando 45 navi italiane,21 francesi e 11 inglesi. I prigionieri austro-ungarici

di Luigi Melloni

Albania 1914 - Albania 1940/41 - Albania 2011Salita sul monte Tomorrit

furono internati all’Asinara in Sardegna e oltre 8.000di essi perirono per un’epidemia di colera e tifo scop-piata nell’isola. Nel frattempo fu inviato in Albania uncorpo d’armata, nonostante l’opposizione di Cador-na, per contrastare l’avanzata austriaca dal Montene-gro. Gli austro-ungarici, appoggiati da bande albane-si, il 14 febbraio 1916 sbaragliarono gli italiani inde-boliti dalla malaria, dal tifo e da forme gastro-enteri-

che che avevano colpito la truppa, e che furono co-stretti alla resa a Durazzo.Dopo l’episodio di Durazzo le forze italiane furono rior-dinate e si schierarono sulla riva sinistra della Vojus-sa. Nel 1916 le truppe italiane salirono a 100.000uomini e si spinsero fino a Tepelene, poi Argiroca-stro, mentre la costa da Porto Palermo (utilizzando ilvecchio forte costiero ottomanodove ancora all’interno si leggo-no scritte in italiano) a Capostileera presidiata dalla marina cheattuava il blocco del basso Adria-tico. Nel novembre del 1916 il ge-nerale Petitti di Roreto su richie-sta del generale francese Serrail,sposta i reparti, oltre 40.000 uo-mini, nella zona di Monastir ver-so la Macedonia, con manovramolto difficile a causa della carenza di strade tutte fan-gose, nonostante disponesse di migliaia di muli. Gliitaliani si allinearono lungo il fiume Cerna e fino al

1941 Bambini albanesi.

1941 La passerella sulla Vojussa a Tepelene, sullo sfondoil M.Golico.

1941 Bambinoalbanese.

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1918 la brigata Cagliari dovette combattere una guer-ra logorante di trincea contro bulgari e ungheresi finoall’ottobre, quando questi si arresero. Il bilancio fupesantissimo, oltre 8000 morti italiani e un terzo del-le truppe rimpatriate per malaria e sostituite da altre.Non bastò l’avventura italiana in Albania nella primaguerra mondiale, che il 7 aprile 1939 un piccolo cor-po di spedizione italiano di 12.000 uomini comanda-to dal generale Guzzoni, sbarcò in Albania ed iniziò leoperazioni di presidio verso il confine jugoslavo egreco. La follia di Mussolini nella bramosia espan-sionistica gareggiando con l’alleato tedesco, lo spin-se a dichiarare guerra alla Grecia il 28 ottobre 1940.Le truppe italiane dislocate in territorio albanese era-no formate da 3 divisioni di fanteria (Ferrara, Venezia,Arezzo), 1 divisione alpina (Julia) e 1 divisione co-razzata (Centauro), in totale 140.000 uomini. La Gre-cia aveva già previsto le intenzioni dell’Italia e si eragià preparata richiamando ed armando 250.000 uo-mini. Le operazioni belliche iniziarono con pessimecondizioni meteorologiche e si dimostrarono subitodifficili per la natura del territorio, la rete stradale an-cora inesistente non utilizzabile da mezzi motorizzatied i porti non accessibili alle navi per i fondali bassi.

La “facile passeggiata” come pensavano i generali diregime, si rivelò un disastro. Dopo un primo rapidoavanzamento della Julia, punta di diamante delloschieramento, che raggiunse il M. Pindo, dopo i con-trattacchi greci la divisione italiana, ormai decimata,dovette ripiegare per i rifornimenti che non giungeva-no e il maltempo. L’orgoglio nazionale e l’entusiasmodei greci appoggiati dai civili contro un esercito d’oc-cupazione, scatenò la controffensiva, con difficoltà esacrifici arrestata dai reparti italiani che venivano ce-lermente trasportati via mare o via aerea dalla peniso-la e gettati nella mischia. Iniziò il ripiegamento, il con-flitto si portò in terra albanese, lungo le vallate dellaVojussa, del fiume Osum, del Devol, trasformandosiin un massacro. La situazione diventava sempre piùpreoccupante. L’8 novembre i pochi alpini della Juliarimasti ripiegarono a Kónitsa e ripassarono il pontedi Perati, unico ponte non fatto saltare dai greci.

2011 La stessa passerella sulla Vojussa a Tepelene.

2011 Bunker anti sbarco.

Il massicio del Tomorrit dalla città di Berat.A destra il fiume Osum.

Dall’Italia arrivarono i rinforzi: la Tridentina, la Puste-ria, la Cuneense, la Lupi di Toscana, divisioni di fan-teria, ecc. che con marce forzate entrarono in linea.Monte Fratarit, Qarishta. Mali Topajanit, Golico, Shin-deli, Spadarit, Galina del Jaf, Tomorrit, nomi che han-no fatto la storia, montagne che si sono macchiate disangue, cime contese dove greci ed italiani si sonomassacrati per pochi metri di terreno in furibondemischie a colpi di mortaio, di obice, di mitragliatricee anche all’arma bianca. Ben 38000 morti, 50784 fe-riti, 12368 congelati, questo il prezzo pagato dall’Ita-lia, 13408 morti e 42485 feriti per la Grecia.Sono passati esattamente 70 anni da quei tragici gior-ni. Gli eventi storici avevano condotto l’Albania al-l’isolamento estremo con il folle regime comunistatotalitario di Enver Hohxa, militarizzando il territorio e

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circondandolo con 750000 bunker e opere difensiveper contrastare un ipotetico attacco straniero, costru-iti tra il 1950 e 1985. L’ingegnere che li progettò fucostretto al collaudo personale: lo cannoneggiaronocon un carro armato mentre era dentro ad uno di essi!Ci sono anche gallerie e rifugi antiatomici sotterraneinon censiti che creano non pochi problemi soprattut-to a Tirana per le nuove costruzioni. Nel 1990 con “ilvento dell’est” cade il regime totalitario, arriva la li-bertà, l’apertura del paese, la voglia di recuperare iltempo perso, nella ricerca forse troppo spasmodica,dell’occidentalizzazione e nell’europeizzazione. Avven-gono purtroppo anche atti insensati come l’incendioed il saccheggio della biblioteca nazionale e dei pa-lazzi dei gerarchi di regime, la distruzione degli ar-chivi di stato, l’incendio del catasto nazionale. Infinitidocumenti sono andati perduti irrimediabilmente.Dopo un volo di un’ora e mezzo da Roma, atterriamoin Albania, il più giovane stato democratico d’Europa.A Tirana affittiamo un pulmino con autista, ma subitoho pensato di introdurre alcune varianti nel percorsoclassico, quali la valle del fiume Osum e il Parco Na-zionale del Monte Tomorrit. La rete stradale in Alba-nia è tutta un cantiere, stanno rifacendo tutte le grandidirettrici, costruendo autostrade, ma ovviamente moltevallate interne del paese risultano isolate, se non ir-raggiungibili con i tradizionali mezzi di trasporto viaterra. Il paese ora è tranquillo anche se la mancanzadi un substrato culturale dove ancora radicati riman-gono i concetti di autodeterminazione legati ai costu-mi e alle tradizioni, in particolare nelle regioni remotedel nord del paese, ogni tanto portano ad emergeredissidi etnici e rivendicazioni popolari. Il referente(Genti) si rende disponibile a mettermi a disposizio-ne un fuoristrada per le mie esigenze “alpine” e per-

Forte Palermo. All'interno la scritta Cambusa.

sonalmente mi avrebbe accompagnato sul Tomorrit,zona che neppure lui conosceva.Raggiungiamo Berat, tra le più belle città dell’Alba-nia, definita città museo nel 1961. I vecchi quartiericon strette viuzze lastricate in sasso offrono un insie-me di vecchie case tutte imbiancate e ben tenute, tettiricoperti di tegole e muri in pietra che racchiudonocortili ombreggiati da pergolati di vite tra gli aromidelle piante mediterranee (rosmarino, mirto, cappe-ro, oleandro, fico). La cittadella sommitale conserval’antico castello ottomano, la cerchia muraria, con lachiesa di S. Michele, e le numerose chiese ortodossesfuggite alla distruzione della fanatica campagna antireligiosa comunista riaperte al culto nel 1990, le mo-schee con svettanti minareti dai quali alla sera e diprimo mattino risuonano le preghiere dei muezzin viaaltoparlante. Il ponte in pietra del 1780 attraversal’Osum e conduce al quartiere cristiano di Gorica cheospita il monastero di S. Spiridione e la chiesetta diS. Tommaso. In fondo, sullo sfondo della città, la co-lossale mole del monte Tomorrit avvolto dalle nuvolechiude come una barriera impenetrabile la valle.

(Continua nel prossimo numero)

Forte Palermo. Fortificazione ottomana utilizzata dagliitaliani nella I e II guerra mondiale.

Seconda di copertina del libro

rivista 1_2014.p65 06/02/2014, 14.479

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10GENNAIO_APRILE_2014

Un percorso a piedi, alla portata di tutti da Subiaco a Mon-te Cassino, sul Cammino che San Benedetto Patrono d’Eu-ropa, intraprese tra l’anno 525 e 529.Ho voluto ripercorrere, all’incirca, il tragitto che San Bene-detto effettuò tra gli anni 525-529 per recarsi da Subiaco aMontecassino. Un cammino adattato ai nostri tempi, perevitare i luoghi ormai troppo urbanizzati e per raggiungerei monumenti che successivamen-te a San Benedetto la storia ci hatrasmesso.Il “Cammino delle Abbazie” dà lapossibilità all’escursionista di at-traversare luoghi di fascino in-comparabile e di riportarlo ad ap-prezzare certi valori, quali il silen-zio, la solidarietà, l’amicizia, la contemplazione, l’essenzaspirituale. Percorreremo il tragitto su solo tre delle nove tappe in cuil’itinerario originale è stato costruito.

1^ T1^ T1^ T1^ T1^ Tappa: Subiaco – Altipiani di Arcinazzoappa: Subiaco – Altipiani di Arcinazzoappa: Subiaco – Altipiani di Arcinazzoappa: Subiaco – Altipiani di Arcinazzoappa: Subiaco – Altipiani di ArcinazzoSi parte alle porte della cittadina di SubiacoSubiacoSubiacoSubiacoSubiaco, nel territoriodel Parco Regionale dei Simbruini, dai ruderi della Villa diVilla diVilla diVilla diVilla diNerone (453 m.) Nerone (453 m.) Nerone (453 m.) Nerone (453 m.) Nerone (453 m.) per salire fino al Monastero di SantaMonastero di SantaMonastero di SantaMonastero di SantaMonastero di SantaScolastica Scolastica Scolastica Scolastica Scolastica (l’unico rimasto dei 12 o 13 fondati originaria-mente da San Benedetto nella zona, vi fu costruita nel 1461la prima tipografia italiana. Da vedere, in particolare, il Ter-zo Chiostro e la Chiesa) e poi al Sacro Speco Sacro Speco Sacro Speco Sacro Speco Sacro Speco (o Mona-(o Mona-(o Mona-(o Mona-(o Mona-stero di San Benedetto, 626 m.). stero di San Benedetto, 626 m.). stero di San Benedetto, 626 m.). stero di San Benedetto, 626 m.). stero di San Benedetto, 626 m.). Costruito fra l’ XI ed ilXII sec. sopra la grotta dove il Santo visse i primi anni divita monastica, il Sacro Speco (definito da Petrarca “sogliadel Paradiso”) è un insieme suggestivo di edifici che com-prende due chiese, numerose cappelle e grotte collegateda scalinate, il tutto sopra nove alti archi e sotto una paretedi roccia strapiombante.Si scende quindi per costeggiare un lungo tratto dell’altocorso del Fiume Aniene fino alla località di Comunacque(552 m.), confluenza tra i Fiumi Aniene e Simbrivio, neicui pressi si possono ammirare le suggestive Cascate diTrevi. Una breve ripida salita per raggiungere gli 841 m.della ridente località turistica degli Altipiani di Arcinazzo.Altipiani di Arcinazzo.Altipiani di Arcinazzo.Altipiani di Arcinazzo.Altipiani di Arcinazzo.

2^ T2^ T2^ T2^ T2^ Tappa: Guarcino – Collepardoappa: Guarcino – Collepardoappa: Guarcino – Collepardoappa: Guarcino – Collepardoappa: Guarcino – CollepardoDal centro di Guarcino (625 m.) Guarcino (625 m.) Guarcino (625 m.) Guarcino (625 m.) Guarcino (625 m.) si sale, con percorso amezza costa sulle propaggini dei rilievi più importanti deiMonti Ernici, sino a Vico nel Lazio (720 m.), Vico nel Lazio (720 m.), Vico nel Lazio (720 m.), Vico nel Lazio (720 m.), Vico nel Lazio (720 m.), transitandoper la chiesetta di Madonna del Campo e per i ruderi dellaTorre (855 m.). Da qui, sempre a mezza costa sotto i montiLa Monna e Rotonaria, si attraversa la selvaggia Valle del

Rio e si raggiunge la solitaria CerCerCerCerCer-----tosa di Ttosa di Ttosa di Ttosa di Ttosa di Trisulti (825 m.), risulti (825 m.), risulti (825 m.), risulti (825 m.), risulti (825 m.), com-plesso di edifici fatti costruire daPapa Innocenzo III nel 1204. Fa-mosa è la “farmacia” risalente alsec. XVI, affrescata da Filippo Bal-bi e con una raccolta di suppellet-tili originari. Da vedere anche la

Chiesa di San Bartolomeo.Dalla Certosa, percorrendo un’antica mulattiera citata an-che da Gregorovius, si giunge alla chiesa della SS. Trinitàe quindi al paesino di Collepardo (586 m.), Collepardo (586 m.), Collepardo (586 m.), Collepardo (586 m.), Collepardo (586 m.), dall’ aspettotipicamente medievale con case, vicoli e piazzette raggrup-pati attorno al Palazzo comunale ed alla chiesa parrocchia-le, dedicata al SS. Salvatore, costruita intorno alla metà delXV secolo.

3^ T3^ T3^ T3^ T3^ Tappa: Colle San Magno – Abbazia di Montecassi-appa: Colle San Magno – Abbazia di Montecassi-appa: Colle San Magno – Abbazia di Montecassi-appa: Colle San Magno – Abbazia di Montecassi-appa: Colle San Magno – Abbazia di Montecassi-nononononoBella traversata a mezza costa sul versante meridionale delMonte Cairo che con i suoi 1669 m. domina panoramicosu molti rilievi dell’Appennino centrale e la pianura dellaValle del Liri. Da Colle San MagnoColle San MagnoColle San MagnoColle San MagnoColle San Magno* (560 m.) (560 m.) (560 m.) (560 m.) (560 m.) ci si in-cammina in direzione di Villa Santa Lucia. In costante leg-gera salita si superano antichi casali rurali e la piccola pa-noramica cima del Pizzo Corno (945 m.). In discesa si rag-giunge il Pozzo di S. Lucia e quindi, superando Colle San-t’Angelo e la Masseria Albaneta, l’Abbazia di Montecas-Abbazia di Montecas-Abbazia di Montecas-Abbazia di Montecas-Abbazia di Montecas-sino (516 m.).sino (516 m.).sino (516 m.).sino (516 m.).sino (516 m.).Casa madre delle abbazie benedettine, è uno dei più famo-si monasteri della cristianità. Fondata da San Benedettosui resti dell’acropoli e di un tempio pagano, vi fu codifica-ta la “regola” dell’ ora et labora. Fu per molti secoli, grazieall’opera dei monaci “amanuensi”, centro di studi e di cu-stodia dell’intera cultura occidentale. Completamente ri-costruita dopo le distruzioni della seconda guerra mondia-le, l’Abbazia è un imponente complesso di chiese e di edi-fici ricchi di testimonianze storiche ed artistiche.

di Andrea Martinino

Il camminodelle Abbazie

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11GENNAIO_APRILE_2014

L'Osteria Bruciata è una delle più note, ma anche unadelle più misteriose locande dell'Appennino Setten-trionale. Essa era sita in un'area mai identificata uffi-cialmente nei pressi del passo a cui ha dato il nome.Il Passo dell'Osteria Bruciata è un valico appenninicoa 917 metri di quota, conosciuto (sembra) fin dal tem-po degli Etruschi, che unisce Firenzuola a Scarperia.Su questo crinale doveva passare l'indefinito confinetra i territori dei Liguri, che abita-rono il Mugello, e i territori dei Galli.Fino a tutto il 1200 questo valicofu la principale via di collegamentotra le valli del Santemo e del Sieve,era dominio della Famiglia Ubaldi-ni (nemici di Firenze) e fu abban-donato nel tardo medioevo quandoi Fiorentini deviarono le strade ver-so i vicini passi della Futa e delGiogo. Il passo con ogni probabilità apparteneva aduna delle varianti della Via Francigena che conduce-va a Roma distaccandosi dalla Via Emilia più a sud,nei pressi di Imola, rispetto al percorso tradizionaleche abbandonava la Via Emilia tra Piacenza e Parma.Il valico era utilizzato da pellegrini, viandanti, com-mercianti, eccetera, che andavano da un versante al-l'altro dell'Appennino (da Firenze a Bologna o Raven-na e viceversa), spesso si muovevano a piedi carichidi merce e aprire un'osteria su questa strada dovevaessere certamente un buon affare, infatti l'osteria c'era.Presso il valico sorgeva un'osteria che, sfruttando l'in-vidiabile posizione e il frequente passaggio di perso-ne, accoglieva i viandanti in transito tra le due vallioffrendo loro riparo, vitto e un ricovero per gli anima-li. L'osteria acquistò una fama sinistra dovuta alla con-tinua sparizione di persone nelle proprie vicinanze.Sicuramente occorse diverso tempo prima che talefama si diffondesse, considerata anche la lentezza dellecomunicazioni al tempo. Un giorno la oramai malfa-mata osteria fu incendiata, infatti, l'oste e la famigliauccidevano nel sonno alcuni clienti per servirli comepietanza agli ignari pellegrini del giorno successivo.La leggenda narra che un frate, partito da Bolognaalla volta di Firenze, sostò nella locanda e capì chestava mangiando carne umana (non voglio sapereperché un monaco dovrebbe conoscere il sapore del-la carne umana), pertanto, chiese all'oste un poco dicarne da portare ai confratelli. L'oste preparò la carne

di Alessandro [email protected]

Il Passodell'Osteria

Bruciata

come di consueto e la consegnò al frate, il quale, asua volta, la consegnò alle guardie. La carne fu iden-tificata come umana e di conseguenza partì un drap-pello che fece irruzione all'osteria trovando le provedei delitti. L'oste e la famiglia furono impiccati e l'oste-ria, appunto, bruciata. I ruderi dell'osteria che ha datoil nome al Passo dell'Osteria Bruciata non sono maistati localizzati. L'unica documentazione certa riguar-

do all'esistenza di un'osteria pres-so il valico è uno schizzo del 1585eseguito per risolvere una contro-versia. Il perito, infatti, raffigurò ilterritorio e venne riportato il topo-nimo "spedaletto rovinato" e unastrada che vi passava davanti ubi-candolo nei pressi del valico.Alcuni anni fa si diffuse la notiziache dei taglialegna al lavoro nel

bosco di Castro San Martino ritrovarono i resti di unmuro e un pavimento, ma la notizia si esaurì senzaulteriori dettagli a me noti. Oggi il Passo dell'OsteriaBruciata è transitabile solo a piedi, ed è all'incrociotra il sentiero 00 nel tratto tra il Passo del Giogo e ilPasso della Futa, il sentiero 733 che sale dalla Valledel Santerno e i sentieri 46 e 50 che salgono dal ver-sante toscano. Al passo non vi è assolutamente nulla,se non un cippo di cemento che indica il valico.Ho scritto questo breve resoconto basandomi su al-cune storie che mi hanno raccontato e alcune ricer-che di modesta entità senza la pretesa di essere esau-stivo, esatto o completo, ma solo interessante.

Si informano i soci che la sezioneC.A.I. di Faenza ha raggiunto un

accordo coin lo studio legale

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in base al quale i tesserati inregola con l’iscrizione annualepossono godere di un primo

consulto gratuito e di tariffe age-volate nel caso di prosecuzione

dell’incarico professionale.

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12GENNAIO_APRILE_2014

Devo ammettere che ero stato un po’ troppo ottimista,quando a maggio, nel secondo numero del nostro bollet-tino sezionale, annunciavo la probabile uscita della nuo-va carta escursionistica entro l’inizio dell’estate 2013.Però come spesso accade, quando poi dalle parole si pas-sa ai fatti, ci si rende conto che il lavoro, per l’aggiorna-mento e le modifiche da apportare alla base cartograficadalla vecchia scala 1/50000 alla nuova 1/25000, non erada poco. Quindi armati di tanta pazienza e consapevoliche comunque ci saranno inevitabili errori, ci siamo messi

questo nostro “ sogno”, consapevole che è stato un gio-co di squadra. Una squadra di amici, di Soci, dove ognu-no ha dato una mano per quello che poteva, a tavolino,sul campo a rilevare sentieri, o col pennello a rinfrescarei segni. Il ringraziamento si estende anche alle Sezionidel CAI vicine per l’aggiornamento dei sentieri da lorocurati presenti in carta. Chiunque trovasse in carta errorio inesattezze potrà comunicarlo alla Sezione per contri-buire a migliorare una prossima edizione.Comunque grazie a TUTTI.La nuova carta dei sentieri dovrebbe essere disponibileper la vendita entro la fine di Febbraio.

Finalmente prontala nuova cartaescursionistica

di Maurizio Solaroli

all’opera. Il lavoro come detto è stato lungo, almeno unavolta alla settimana da maggio a novembre ci siamo tro-vati in sede per mettere sulla carta il tracciato dei nuovisentieri, modificare alcuni tratti interessati da variazioni,o in alcuni casi cancellare sentieri dismessi.L’aggiornamento ha riguardato anche la verifica dellestrutture ricettive lungo i sentieri, quali rifugi, bivacchi ocapanni di cacciatori, aperti e fruibili come punti di rico-vero. Sono stati inseriti anche alcuni agriturismi utilizza-bili come punti di appoggio, specie in prossimità deisentieri a lunga percorrenza presenti in carta.Il vecchio sogno di una carta dei sentieri in scala 1/25000della nostra zona sta per avverarsi, finalmente abbiamouna carta che rende onore agli oltre 350 chilometri disentieri che i volontari sezionali, da oltre trenta anni, con-tinuano a mantenere percorribili. La carta è stampata incollaborazione con la ditta Selca di Firenze, in scala 1/25000, su foglio grande circa cm 70x100, fronte e retro.La zona coperta spazia dalla bassa Valle del Santerno aquasi tutta la Valle del Montone e dalla Via Emilia allospartiacque appenninico. Oltre a tutti i vecchi itinerariescursionistici sono stati inseriti anche tutti i percorsinati in questi ultimi anni, i vari Cammini della Fede, ilSentiero Garibaldi, fino all’ultima Alta Via dei Parchi. Conuna numerazione a parte sono stati individuati un buonnumero di anelli o traversate percorribili in mountain bike.Abbiamo fatto già tante volte l’appello ai Soci per render-si disponibili a partecipare nelle giornate di segnaturasentieri. Ora più che mai mi sento di incitarvi a dare unamano perché al momento dell’uscita della carta i sentieripossano essere all’altezza della carta stessa. Oltre alleuscite in programma, ricordo che, anche durante le usci-te infrasettimanali, ci sono gruppi di Soci che si dedica-no a questo lavoro di manutenzione e segnatura sentieri.Siamo quindi alla fine di questo lungo lavoro, non faccionomi nello specifico per ringraziare chi ha reso possibile

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14GENNAIO_APRILE_2014

Mi telefona mio nipote Giuseppe a metà settembredell’anno scorso invitandomi ad andare, assieme aldott. G, a scalare nella zona delle Cinque Torri di Cor-tina.Capisco che hanno già deciso per la giornata di gio-vedì 19 settembre, le previsioni sembrano essere buo-ne dalle consultazioni su internet, a parte qualchenuvola sparsa.Partiamo alle 5,00 da Lugo con l’auto di Giuseppe,dopo ad avere caricato il neces-sario (si spera), di mio c’era benpoco, perché sapevo che sareisalito da secondo, come al soli-to.Le Cinque Torri, per chi non losapesse, sono un gruppo di roc-ce di diversa grandezza poste nonmolto distanti dal lato sinistro della strada che sale daCortina al passo Falzarego. Sono famose per essereconsiderate come palestra di roccia del gruppo sca-latori “Scoiattoli” di Cortina. Poi se ne parlò moltonel giugno del 2004, quando crollò la Torre Trephor,un monolite roccioso di 35 m. ridotto a tre tronconi.Alle 9,30 circa, dopo ad avere lasciato l’auto nei pres-si del rifugio Cinque Torri (2137 m.) ed avere percor-so un breve tratto di sentiero, siamo pronti per affron-tare la via normale della Torre Lusia.Ricordo di essere già salito (sempre da secondo) suquesta via, tanti anni fa assieme ad altri amici, il capocordata era Enrico. In quella occasione, mentre con-trollavamo le corde, avanti a noi c’era una personache dimostrò essere una guida alpina che accompa-gnava una donna che dimostrò a sua volta di essereuna cliente. Ascoltando i nostri discorsi in dialettoromagnolo, ci chiese con ac-cento alto atesino: da dove ve-nite? Parlate un dialetto pococomprensibile. Dopo alla no-stra risposta, anche noi fum-mo incuriositi di sapere chifosse e dopo ad averci detto ilsuo cognome in tedesco chenon ricordo, disse che era diMerano e che avremmosenz’altro notato la sua fotosulle riviste di montagna, rap-presentato ad arrampicare una

contropendenza di roccia, facendo pubblicità ai capitecnici di abbigliamento della Salewa. Ci diede alcuniconsigli di come mettere i piedi per la partenza e poisalì e sparì rapidamente dalla nostra vista, mentre noieravamo ancora impegnati a ripassare le corde.La salita presenta delle difficoltà al massimo di 3 e 4grado. Il dott. G, con la sua esperienza, ogni tantoconsigliava mio nipote Giuseppe (1 di cordata) dovepassare e dove attrezzare le soste. Dopo circa un’ora

e un quarto eravamo in cima. Sipercorre un breve tratto in mezzoalle rocce prima di raggiungere ilpunto da dove si inizia a scende-re in doppia. Si devono unire 2corde per essere sicuri di arriva-re in fondo. Dopo meno di 2 me-tri di roccia in verticale si scende

sospesi nel vuoto. Sono stato l’ultimo a scendere ericordo che mentre scendevo si verificava un avvita-mento in senso anti orario che dava la sensazione diessere come in una giostra. Dopo avere recuperato lecorde ci siamo spostati verso la parte sud della Torreadiacente alla Lusia con l’intenzione di salire da quel-la parte, ma nonostante ci fosse il sole, spirava unvento gelido che ci ha indotto a rinunciare. Poichéeravamo ancora nella mattinata, abbiamo deciso disalire a piedi fino al rifugio Nuvolau. Abbiamo ammi-rato lo stupendo panorama, bevuto una bibita e poiscesi all’auto per ritornare. Alle 19.30 eravamo a casa.Giornata intensa ma soddisfacente come ai vecchitempi. Credo proprio che questa sia stata per me l’ul-tima scalata per tanti motivi, a cominciare da un ten-dine d’Achille che ogni tanto si infiamma e dall’etàche avanza inesorabilmente.

ULTIMASCALATA

di Mario Cortesi

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15GENNAIO_APRILE_2014 LXXII - LE ORCHIDEE

FIORI SPONTANEI DELL’APPENNINO

ROMAGNOLO (a cura di Ettore Contarini)

21 – LE ORCHIDEE (5o)

Barbone [Himantoglossum hircinum Spreng. =Loroglossum hircinum (L.) L. C. Rich]

fusto: 3-5 dm di altezza (eccezionalmente finoa 8!), eretto, cilindrico, dotato di 2 bulbi ovoideicolor castano di circa 2 cm;foglie: da 7 a 12, strettamente lanceolate, lun-ghe 5-10 cm;fiori: numerosi, di solito da 20 a 40, portati dauna densa spiga di forma vagamente pirami-dale; brattee lineari lunghe 1-2 cm, di color ver-de-grigiastro; tepali verdastri, con nervatureporporine: gli esterni di forma ovaloide, di 6-7mm, formanti un breve casco ottuso, e gli inter-ni più brevi e lineari; labello diviso in 3 parti, bian-castro, con macchie e sfumature varie colorporpora; lacinie laterali lunghe 10-15 mm, men-tre quella centrale, a forma caratteristica dinastro lunghissimo, può raggiungere i 5 cm, con-torta a spirale, inconfondibile (Fig. 1); speronebrevissimo a sacco, di appena 2-3 mm;frutti: piccole capsule contenenti minutissimisemi scuri, come in tutte le orchidee;habitat: prati aridi, cespugliati radi e caldi, ra-dure ben soleggiate, rive erbose, ecc.; in Italiamai oltre gli 800 m di altitudine;fioritura: in maggio-giugno;distribuzione: tutto il bacino del Mediterraneofino alle coste atlantiche;etimologia: il primo termine del binomio scienti-fico, Himantoglossum, significa “a lingua a for-ma di nastro”; per ciò che riguarda, invece, il

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16GENNAIO_APRILE_2014LXXIII - LE ORCHIDEE

nome popolare, barbone, esso deriva ovvia-mente dall’aspetto irto e barbato di questacaratteristica specie.

Ballerina [Aceras anthropophorum (L.) R. Br.]

fusto: alto 2-4 dm, eretto, striato sotto l’infiore-scenza, spesso nudo; dotato di 2 bulbi di formaelissoide, color castano, di diametro circa 2 cm;foglie: poste nella parte basale del fusto, lan-ceolate o a volte tendenti a spatolate, lunghefino a 10 cm e larghe 1-1,5; le superiori piccolee con squame avvolgenti strettamente il fusto;fiori: posti in spiga lineare, densa, con 20-40 co-rolle fitte; tepali esterni verdastri, a margine vio-laceo, riuniti in un casco ottuso che contiene itepali interni, strettamente lineari; labello lungo12-16 mm, pendulo, giallo-ocreaceo, con il lobocentrale diviso in due strette lacinie e pure strettie lineari appaiono i due lobi laterali (a mo’ diomino con gambe e braccia o di “ballerina”;vedi sotto etimologia) (Fig. 2);frutti: capsula ripiena di piccolissimi semi;habitat: prati aridi, macchie rade e calde, disolito su terreni calcarei;

fioritura: da aprile agiugno, secondo l’alti-tudine (che in Italia nonsupera i 1500 m);distribuzione: elementomediterraneo-atlanti-co;etimologia: del primonome del binomioscientifico, Aceras, nonè stata trovata la deri-vazione; il secondonome, invece, apparefacilmente interpreta-

Fig. 1 – Barbone(Himantoglossum hircinum);caratteristico aspetto dei fioricon il labello a forma di lungonastro (Foto G. Rivalta).

Fig. 2 – Ballerina(Aceras anthropophorum);la lunga spiga fiorale con i labellia forma di ballerina(Foto E. Contarini).

Fig. 3 – Orchidea cimicina(Orchis coriophora); aspetto

della pianta intera(Foto E. Contarini).

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17GENNAIO_APRILE_2014 LXXIV - LE ORCHIDEE

bile come orchidea “portatrice di uomo” per ilsuo labello a forma di omino giallo e penduloattaccato in alto per la testa (vedi fiore); dalgreco anthropos, uomo, e phoros, che porta;ossia fiore portatore di una forma di uomo. Ilnome popolare, ballerina, si riferisce sempre allasagoma del labello floreale di cui sopra.

Orchidea cimicina [Orchis coriophora L.]

fusto: fino a 3 dm di altezza, eretto, cilindrico,dotato di rade foglie fino alla parte superiore;foglie: le basali in numero di 4-7, più o menoerette, di forma stretta, lineare o debolmentelanceolata, lunghe fino a una decina di cmcontro una larghezza massima di 1 cm; le cau-line quasi del tutto guainanti il fusto, sempre piùcorte salendo (Fig. 3);fiori: posti in una fitta infiorescenza verticale di20-40 elementi, cilindrica, lunga 6-10 cm; corol-le generalmente piccole; casco acuminato, aforma di becco, di colore verdognolo o porpo-rino; labello più lungo che largo, di circa 7 x 5mm, con lobo mediano che supera i due late-rali che risultano acuti, di colore bruno-purpu-reo a base più chiaramaculata (Fig. 4);frutti: capsule conte-nenti moltissimi piccolisemi;habitat: prati, radure,radi cespuglieti, ecc.,non oltre i mille metri dialtitudine;fioritura: da aprile a giu-gno, raramente oltre;distribuzione: tutte leterre intorno al Mediter-raneo;

Fig. 4 – Orchidea cimicina(Orchis coriophora);

infiorescenza in primo piano(Foto E. Contarini).

Fig. 6 – Orchidea bruciacchiata(Orchis ustulata);aspetto in primo pianodell’infiorescenza(Foto E. Contarini).

Fig. 5 – Orchidea bruciacchiata(Orchis ustulata);

piante fiorite in un praticello(Foto E. Contarini).

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18GENNAIO_APRILE_2014LXXV - LE ORCHIDEE

etimologia: la parola Orchis, che dà il nome atutta la famiglia delle orchidee, deriva da pa-rola greca che significa “testicolo” poiché que-sto gruppo di piante è dotato di due bulbi ova-loidi che ricordano tali attributi tipicamentemaschili; il secondo nome del binomio latino,coriophora, significa “portatrice di cimice” perl’aspetto del fiore (dal greco corios, cimice, ephoros, portare). Di qui ne deriva anche il nomepopolare di orchidea cimicina.

Orchidea bruciacchiata [Orchis ustulata L.]

fusto: fino a 3 dm di altezza, eretto, cilindrico,nudo su tutta la parte superiore (Fig. 5);foglie: le basali lanceolato-lineari, a volte un po’spatolate, di lunghezza massima di 7-8 cm; lecauline, in numero di 2-4, limitate quasi alla solaguaina abbracciante il fusto, spesso un po’ ri-gonfie;fiori: in densa infiorescenza verticale, cilindricao a volte un po’ a piramide, di colore purpu-reo-scuro all’apice (Fig. 6); brattee lunghe quan-to l’ovario; tepali lanceolati, acuminati, eretti;labello allungato di circa 3 x 5 mm, biancastrocon macchie porporine, con 3 lobi di cui i late-rali molto più brevi del mediano e divergenti;sperone corto, circa 1/4 dell’ovario;frutti: capsule ripiene di piccolissimi semi, comein tutte le orchidee;habitat: prati, radure, radi cespuglieti, scarpa-te erbose, ecc., fino a 2000 m di altitudine;fioritura: da maggio a luglio, secondo la quota;distribuzione: elemento europeo-caucasico;etimologia: del primo nome del binomio scien-tifico già si è parlato alla scheda precedente(vedi); il secondo termine, ustulata, deriva dallatino e significa “bruciacchiata” per il colorebrunastro dell’infiorescenza.

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MARZODa Ven.14 a Dom.16 In Val d’Aosta con le ciaspoleDifficoltà: EE Accompagnatori: Beppe Dal Prato, Andrea Martinino

APRILEDom. 06 Percorso alpinistico, cengia Massimiliano TortiDifficoltà: EEA-PD Accompagnatori: Sergio Cicognani

Sab 12 e Dom. 13 Nel Parco dell’alto Garda, da Salò a Toscolano Maderno.Difficoltà: E Accompagnatori: Laura Bettoli, Mario Cortesi

Dom. 27 Spello – Monte Subasio – AssisiDifficoltà: E Accompagnatori: Franco Conti, Gabriella Galeotti

MAGGIODom. 04 Ferrata nel brescianoDifficoltà: EEA Accompagnatori: Ettore Fabbri, Beppe Dal Prato

Dom. 18 Giornata nazionale dei parchi: la Lama ed il sentiero degli ScalandriniDifficoltà: E Accompagnatori: Andreuccio Reciputi, Ezio Monti

GIUGNODa Sab. 31a Lun. 02 Sulle orme di San Benedetto: da Subiaco a MontecassinoDifficoltà: E Accompagnatori: Andrea Martinino

Dom. 15 Sui sentieri della Grande Guerra: Piccole Dolomiti, il Sengio AltoDifficoltà: E Accompagnatori: Mauro Renzi, Laura Bettoli

Sab. 21 e Dom. 22 Alto Adige: salita al rifugio Ponte GhiaccioDifficoltà: E Accompagnatori: Stefano Bentivogli, Stefania Ghetti

LUGLIOSab. 5 e Dom. 6 Ghiacciaio: dal rifugio Torino (Courmayeur) a Chamonix lungo la Mer

de Glace.Difficoltà EEA Accompagnatori: Nicoletta Filipponi, Maurizio Solaroli

Da Sab. 19 a Lun. 21 Ferrate nel gruppo del CivettaDifficoltà: EEA Accompagnatori: Remo Fabbri, Sandro Sportelli

SETTEMBRESab 13 e Dom. 14 Sentieri del Monte Camicia (gruppo del Gran Sasso)Difficoltà: E Accompagnatori: Andrea Martinino, Maurizio Solaroli

Dom. 21 Canyoning a corda doppia in forra del Monte NeroneDifficoltà: EEA Accompagnatori: Sergio Cicognani

Sab. 27 e Dom. 28 Pietralba – Geoparc BletterbachDifficoltà: E Accompagnatori: Anna Beltrami, Riccardo Bisello

OTTOBREDom. 05 Sentiero dei Partigiani, ritrovo escursionistico a Ca’ di Malanca.Difficoltà E Accompagnatori: sezionali

Sab. 11 e Dom. 12 Dal passo dell’Abetone al passo delle RadiciDifficoltà: E Accompagnatori: Stefano Mirandola, Sandro Sportelli

Sab. 25 e Dom. 26 Larici in veste autunnaleDifficoltà: E Accompagnatori: Maurizio Solaroli, Mauro Renzi

NOVEMBREDom. 23 Pranzo Sociale preceduto da breve escursione.Difficoltà E. Accompagnatori: sezionali

PROGRAMMA GITE ANNO 2014

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Via Colombo, 6 - 48018 FAENZA (RA) - Tel. (+39) 0546.46944 - Fax (+39)0546.46948IL NEGOZIO DEGLI SPORIL NEGOZIO DEGLI SPORIL NEGOZIO DEGLI SPORIL NEGOZIO DEGLI SPORIL NEGOZIO DEGLI SPORTIVITIVITIVITIVITIVI

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NOTIZIE DALLA SEGRETERIAA cura di Claudio Patuelli

Tesseramenti 2014Con il 2014 ci sono novità riguardo le modalità di trasmissione e gestione dati relativi al tesseramento. LaSede Centrale ha adottato un nuovo sistema informatico (nuova piattaforma tesseramento) e le Sezioni sidevono adattare imparando ad utilizzare un nuovo e più complesso programma di gestione. Ci viene quindirichiesta una particolare cura nel raccogliere i dati completi dei Soci e, in conformità alle norme di legge sullaprivacy, un modulo di consenso informato.Per questo solo ai Soci ordinari (per risparmiare) è già stato inviato un avviso con qualche informazione, unmodulo dati anagrafici (per gli eventuali familiari e i giovani fatevi una fotocopia) e l’indirizzo del nostro sitoweb per poter scaricare e compilare anche gli altri moduli che servono, in modo che, con la collaborazione ditutti e con un po’ di pazienza, si riesca a gestire la fase del tesseramento senza far perdere troppo tempo anessuno.Chiaramente per chi non ha troppa dimestichezza con i computer e i siti web la segreteria è a disposizione contutti i moduli e l’aiuto che serve, anzi fino alla fine di Marzo terremo aperta la sede, oltre che il giovedì sera dalle20.30 in poi, anche il sabato dalle 9 alle 12.30.Terminate le brutte notizie passiamo alle buone: le quote associative per l’anno 2014 rimangono invariaterispetto all’anno scorso, e cioè:

ordinari E 41,00familiari E 22,00giovani E 16,00

L’Assemblea dei Soci ha inoltre rinnovato la facilitazione per i Soci che da giovani (minori di anni 18) passe-rebbero ad ordinari ed ha stabilito una quota di E 30,00 per i giovani dai 18 ai 21 anni (chiaramente seil giovane rimane nel nucleo familiare beneficia della quota più favorevole, e cioè quella di familiare di E22,00).Inoltre per i nuclei familiari in cui è presente almeno un Socio ordinario ed un giovane, gli eventuali ulte-riori Soci giovani presenti nel nucleo pagano solo 9,00 euro.La quota associativa è comprensiva di copertura assicurativa per spese di soccorso in caso di incidenti inmontagna, R.C. e di polizza infortuni, che però copre esclusivamente i Soci in attività sociale(escursioni in programma da bollettino, manutenzione programmata di sentieri, ecc,).I massimali della polizza infortuni sono E 55.000 caso morte, E 80.000 per invalidità permanente, E 1.600per spese mediche. I massimali possono essere raddoppiati per i casi morte e invalidità con il versamentoaggiuntivo di E 3,40 all’atto del rinnovo.Per il rinnovo sarà indispensabile, per i motivi suddetti, recarsi in sede negli orari che ho scritto sopra.

Rinnovo tessera per i Soci lontaniPer i Soci che non hanno la possibilità di venire a Faenza è possibile rinnovare la tessera inviando per posta igià citati moduli anagrafici e consenso privacy e pagare il bollino tramite bonifico bancario indicando chiara-mente nella causale il cognome e nome del Socio (o dei Soci) di cui si chiede il rinnovo. L’importo va aumen-tato di E 1,00 per le spese di spedizione del bollino. Le coordinate bancarie per il bonifico sono:

Beneficiario: CAI FAENZABanca di appoggio: Credito Cooperativo Ravennate e imolese – Sede di FaenzaIBAN: IT 61 Q 08542 23700 000000086438

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NOTIZIE DALLA SEGRETERIAA cura di Claudio Patuelli

Di seguito i negozi convenzionati con la nostra sezione:* DECATHLON Centro Comm.le Le Maioliche Faenza (sconto, vedi sotto)ERBORISTERIA BELLENGHI Via Castellani Faenza – Sconto 10%IL GRANDE SLAM A.s.d. Palestra Via Volta Faenza – Sconti fino al 10%BETTOLI SPORT Corso Garibaldi Faenza – Sconto 15%CAPO NORD Corso Mazzini Forlì – Sconto 15%FERRAMENTA CHESI Centro Comm.le Cappuccini Faenza – Sconto 10%CICLI TASSINARI – Via Strocchi 17 Faenza – Sconto 10%CARTOLERIA LEGA – Corso Mazzini 33 Faenza – Sconto 10%OUTDOOR & TREKKING STORE - Via Trieste 48/a Ravenna - Sconto 15 %Convenzione Salewa.Comunichiamo a tutti i soci, quanto inviatoci dal punto vendita OutletSalewa di Castel Guelfo. Tutti i soci dietro presentazione tessera CAI otter-ranno uno sconto del 10% sul materiale ad eccezione di quello già inofferta, o in saldo. La promozione vale comunque anche negli altri OutletSalewa in Italia.

Bollettino CAI Faenza: Direttore Responsabile Prof. Domenico Tampieri.Redaz. e amministraz.: Via Campidori, 28 - 48018 FAENZA (RA) - Tel. 0546 22966 - 0546 21616 (c/o Chesi).Riunioni, Biblioteca, iscrizioni ed escursioni: ogni giovedì dalle ore 20,30 alle ore 22,30. Sabato dalle 10,00 alle 12,00.Redazione: Maurizio Solaroli, Fabbri Ettore, Mauro Renzi, Irene Bandini, Laura Bettoli, Claudio Patuelli, Mario Cortesi,Dalla Vecchia Pierluigi, Bisello Riccardo.Impaginazione: Romano Leonardi e-mail: [email protected] - Ivan Calamelli e-mail: [email protected]: Tipografia Romagna - Faenza - Tel. 0546 31314 - Autorizzazione Tribunale di Ravenna n. 711 del 5/7/1982.

I soci della sezione nel 2013A conclusione del tesseramento 2013 sono risultati iscritti alla nostra sezione:

n. 519 Soci ordinarin. 181 Soci familiarin. 76 Soci giovani

per un totale di 776 Soci

Indirizzo mail: [email protected] Sito Internet della sezione:Sito Internet della sezione:Sito Internet della sezione:Sito Internet della sezione:Sito Internet della sezione: wwwwwwwwwwwwwww.caifaenza.it.caifaenza.it.caifaenza.it.caifaenza.it.caifaenza.itRivista CAI nazionale on-line: www.loscarpone.cai.it

* Convenzione sconto ai soci CAI presso negozio Decathlon di Faenza

GARANZIA DI RISERVGARANZIA DI RISERVGARANZIA DI RISERVGARANZIA DI RISERVGARANZIA DI RISERVAAAAATEZZATEZZATEZZATEZZATEZZA

Si informano i soci e tutti coloro che, per partecipare alle attività della Sezione CAI di Faenza hanno fornito i propri datipersonali, che, ai sensi dell’art. 13 del d.lgs. 196/2003, tali dati saranno trattati dalla Sezione esclusivamente perscopi istituzionali dagli incaricati alle mansioni di segreteria per registrazione, modifica, integrazione ed elaborazione,gestione amministrativa dell’adesione all’Associazione, per la spedizione di corrispondenze, comunicazioni sulle ini-ziative e per servizio d’informazione. I dati non saranno in nessun caso comunicati né diffusi all’esterno dellaI dati non saranno in nessun caso comunicati né diffusi all’esterno dellaI dati non saranno in nessun caso comunicati né diffusi all’esterno dellaI dati non saranno in nessun caso comunicati né diffusi all’esterno dellaI dati non saranno in nessun caso comunicati né diffusi all’esterno dellaSezione.Sezione.Sezione.Sezione.Sezione.Responsabile del trattamento è il Presidente pro tempore della Sezione, Signor Ettore Fabbri, con recapito presso laSede della Sezione CAI, Via Campidori, 28 (CAP 48018).Ai sensi dell’art. 7 del d.lgs. 196/2003, tutti coloro che hanno fornito i propri dati personali potranno esercitare ildiritto di consultarli, modificarli e cancellarli nonché richiedere elenco aggiornato e completo degli addetti alle man-sioni di segreteria della Sezione rivolgendosi al Presidente all’indirizzo sopra indicato.

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