Cagliaripad_26

36
Anno II numero 26 11 settembre 2012 Quindicinale gratuito di informazione e costume Un autunno caldissimo Alcoa, Carbosulcis, Vilnys, Keller, Ottana: la crisi dell’industra pesante colpisce la Sardegna e i suoi lavoratori. E anche a Cagliari la situazione si fa difficile Un autunno caldissimo Seguici su internet www.cagliaripad.it

description

Cagliaripad, l'informazione libera della Sardegna

Transcript of Cagliaripad_26

Page 1: Cagliaripad_26

1

Anno II numero 26 11 settembre 2012

Quindicinale gratuito di informazione e costume

Un autunno caldissimoAlcoa, Carbosulcis, Vilnys, Keller, Ottana: la crisi dell’industra pesante colpisce la Sardegna e i suoi lavoratori.E anche a Cagliari la situazione si fa difficile

Un autunno caldissimo

Seguici su internetwww.cagliaripad.it

Page 2: Cagliaripad_26

2

CONQUISTA LA COPERTINA!

a partire dal 31 lugliola foto migliore verrà pubblicata come copertina del quindicinale!

Ecco come partecipare:

Partecipa al concorso fotograficodi Cagliaripad

12

Vai sulla pagina di Facebook di Cagliaripad on line (https://www.facebook.com/www.cagliaripad.it)e chiedi l’amicizia!

Invia la foto ad alta risoluzione tramite un messaggio su Facebook.

3 Scrivi i tuoi dati: nome, cognome, numero di telefono e mail. TI contatteremo in caso di vittoria.

Page 3: Cagliaripad_26

3

_ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _

_ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _

_ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _

_ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _

_ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _

_ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _

_ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _

_ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _

_ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _

_ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _

_ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _

_ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _

_ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _

_ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _

_ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _

_ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _

sommarioAnno II numero 26 11 settembre 2012

OPINIONI

LA SARDEGNA SCIVOLA LENTAMENTE NEL BARATRO: 10 PROPOSTE PER RILANCIARLA

I GIOVANI SARDI E UNA REGRESSIONE ANTROPOLOGICA SENZA PREC£NDENTI

CARBOSULCIS: 700 MILIONI IN 12 ANNI. PERDITE E POLTRONE DELLA MINIERA

ALLUMINIO, LA PARTITA DI ALCOA, CHIAVE DI VOLTA DELL’ISOLA

NON SOLO SULCIS: “LE ISTITUZIONI STIANO VICINI AI LAVORATORI DELLA VINYLS”

IL COMUNE IN TRIBUNALE: ECCO L’ELENCO DELLE CAUSE

CARITAS: 3000 PERSONE IN CERCA DI AIUTO

CAGLIARI, UNA NUOVA CASA A QUARTU S. ELENA

ADDIO A SANT’ELIA

MISTERO A PALAU

L’AUTUNNO SI PASSA IN BARBAGIA

SARÀ ANGELA MERKEL A SALVARE LA SARDEGNA

IL RACCONTO

LAIF STAIL

COLPI DI PENNA

6

8

1 0

1 3

1 4

1 6

1 8

2 0

2 2

2 4

2 6

2 9

3 0

3 1

3 2

3 4

Editore GCS - Green Comm Services S.r.l. - Direttore responsabile Guido Garau - Hanno collaborato: Andrea Deidda, Alessandra Ghiani, Lexa, Ennio Neri, Carlo Poddighe, Laura Puddu, Claudia Sarritzu, Michela Seu, Simone Spiga, Francesca Zoccheddu - Grafica XL Luca Crippa - Stampa Grafiche Ghiani - MonastirCagliaripad Sede legale: via Giotto 5 09121 Cagliari - Redazione: Largo Carlo Felice 18 09124 Cagliari - www.cagliaripad.it [email protected] - Tel. 070 332 1704• 342 599 5701 - Autorizzazione Tribunale di Cagliari 15/11 del 6 settembre 2011Anno II numero 26 11 settembre 2012

16

30

20

8

Page 4: Cagliaripad_26

4 Prezzo tutto compreso IVA e imposte escluse. Enel Energia per il mercato libero.

enelenergia.it

CON TUTTO COMPRESO LUCE DIVENTIUN CAMPIONE. DI RISPARMIO

Con l’offerta tutto compreso luce, dopo un anno hai un mesedella tua taglia gratis.

NUMERO VERDE800.173097

Page 5: Cagliaripad_26

5

I L D I R E T TO R E

GUIDO [email protected]

uon compleanno, Cagliaripad. Il giornale che stringete tra le mani compie un anno. L’occasione per

fare qualche bilancio. Intanto i numeri. Stampato in 20mila copie, il quindicinale si è affermato, in questo breve lasso di tempo, come un prodotto di approfondimento e di informazione di qualità: era la nostra sfida, possiamo dire di averla vinta. Grazie ai vostri preziosi suggerimenti, e alle in-numerevoli mail che ci attestano il vostro gradi-mento e la vostra stima, possiamo dire di essere sulla buona strada: speriamo di continuare a non deludervi. Da qualche mese Cagliaripad è diventato qualco-sa di più: un giornale on line che prova, nel pa-norama dell’informazione sarda, a dare un nuovo punto di vista ai lettori in tempo reale. La Sarde-gna sta vivendo una fase delicata e difficile: prova a uscire dalla post-modernità, dove forse non era mai entrata, cercando nuove vie di sviluppo. Pro-veremo a raccontarvi i fatti, ma anche ad avan-

zare qualche piccolo suggerimento. Le tecniche di comunicazione hanno co-nosciuto, nel corso di questi ultimi anni,

uno sviluppo straordinario: cablaggio, uso dei sa-telliti, televisione ad alta definizione, espansione delle telematica, diffusione di Internet. Grazie a queste nuove tecnologie, viviamo or-mai nell’era della globalità istantanea, vale a dire della possibilità non solo di una diffusione o di una ritrasmissione, ma anche di un’interazione immediata. Questa globalizzazione massmediale si esprime in cifre di un ordine di grandezza mai visto sinora.L’esplosione tecnologica ci mette tutti quanti in gioco: noi giornalisti e la nostra fantastica squadra di redattori – e voi lettori. Sulla rotta di questa creatività interattiva naviga il nostro giornale on line. Vorremmo che diventasse un vostro punto di riferimento. I risultati ci dico-no che c’è tanto da lavorare, ma che siamo sulla buona strada.

B

Per la tua pubblicità su Cagliaripadcontattaci al numero verde 800 173 097

Prezzo tutto compreso IVA e imposte escluse. Enel Energia per il mercato libero.

enelenergia.it

CON TUTTO COMPRESO LUCE DIVENTIUN CAMPIONE. DI RISPARMIO

Con l’offerta tutto compreso luce, dopo un anno hai un mesedella tua taglia gratis.

NUMERO VERDE800.173097

Un annodi più

Commenta l’articolo su www.cagliaripad.it

Page 6: Cagliaripad_26

6

O P I N I O N I

ZACCAE PONI

Il ricordo di Buggerrru e il dramma che continuaSono giorni difficili per il Sulcis e per l’intera Sardegna, quella del lavoro e del sudore, quella delle miniere e dell’indu-stria. Tante promesse da parte un po’ di tutti i principali protagonisti della politi-ca isolana, ma ancora nessun impegno preciso e chiaro sul futuro dei lavoratori di Alcoa, Carbosulcis, Eurallumina e tante altre realtà produttive in Sardegna. Da più parti chiede il superamento di un modello economico basato sul “co-lonialismo”, sullo sfruttamento del ter-ritorio e sulla dipendenza della Sardegna sia da un punto di vista economico che energetico. Tutte parole splendide, ma oggi la questione è più importante ed è legata ad una parola che vale più di ogni

Il guastafestedi Simone Spiga

altra cosa, IL LAVORO.Sarebbe stato bellissimo, se negli ultimi 15 anni la politica regionale avesse guar-dato a un modello economico alterna-tivo all’industrializzazione, ma la mio-pia di centro destra e centro sinistra ci traghetta verso la necessità di garantire un posto di lavoro che inquina e spesso devasta il territorio.Dove spesso si riducono i diritti dei la-voratori per interessi aziendali: a cento-otto anni dall’eccidio di Buggerru, dove persero la vita tre minatori sardi, uccisi da reparti dell’esercito che tentavano di soffocare una protesta dei minatori per tutelare i diritti degli stessi. Era il 4 settembre 1904 e quell’eccidio portò al

Il sindaco Zedda impone ai proprietari di ristrut-turare il palazzo dell’ex cartoleria Dessì nel largo Carlo Felice, da sempre intubato dai ponteggi. L’ennesimo provvedimento di “facciata”

Come si può amare il prossimo?“Devo farti una confessione”, esordì Ivan, “non ho mai potuto capire come si possa amare il prossimo. Secondo me, è impossibile amare proprio quelli che ti stanno vicino, mentre si potrebbe amare chi ci sta lontano. Una volta ho letto da qualche parte la storia di “Giovanni il misericordioso”, un santo: un vian-dante affamato e infreddolito andò da lui e gli chiese di riscaldarlo e quello lo fece coricare nel letto insie-me a lui, lo abbracciò e prese a soffiargli nella bocca, putrida e puzzolente a causa di una terribile malattia. Io sono convinto che egli lo facesse per una lacera-zione piena di falsità, per il dovere di amare che gli era

L’angolino del filosofodi Fëdor Michajlovic Dostoevskij*

stato imposto, per una penitenza che si era inflitto. Perché si possa amare una persona, è necessario che essa si celi alla vista, perché non appena essa mostrerà il suo viso, l’amore verrà meno”.

“Più di una volta, lo starec Zosima ha parlato di que-sto”, osservò Alëša; “ha anche detto che spesso il viso di un uomo, per chi è inesperto in amore, diven-ta un ostacolo per l’amore. Tuttavia, c’è anche molto amore nell’umanità, amore quasi comparabile a quel-lo di Cristo, questo l’ho visto io stesso, Ivan...”

* I fratelli Karamàzov

primo sciopero generale in Italia.Oggi le condizioni di lavoro sono cam-biate, ma non è cambiato l’atteggiamen-to del “padrone” nei confronti degli operai... non si è superato un modello classista, alcune O.O.S.S. credono an-cora nella lotta di classe e non capisco-no che al centro del lavoro c’è l’uomo con i suoi limiti e con la sua forza, ma soprattutto con la necessità di un’occu-pazione. Quindi, basta polemiche, rim-bocchiamoci le maniche e pensiamo ad un modello economico e sociale dove si punti sulla persona e si tuteli l’ambiente, per superare davvero l’economia delle multinazionali che non hanno certo l’in-teresse di tutelare la nostra terra.

Page 7: Cagliaripad_26

7

Perchè sto con i minatori“Sono lavoratori di cui nessuno si è occupato per troppo tempo. E’ una cosa che ha una storia mol-to antica: quando si disattendono le prerogative dei territori, quando si inseriscono questioni che niente hanno a che fare con il lavoro si fa colo-nialismo, non si porta lavoro. Sono vittime di un pensiero che non è stato a lungo raggio”. “È paradossale che questi poveretti si debbano occupare di un diritto inalienabile, che è stato loro tolto in tempi non sospetti. E ora si rischia ulteriormente di fare quest’errore, è come una spirale, si rischia di perpetuare errori su errori per risolvere la faccenda ‘purché sia’”.

Il puntodi Marcello Fois*

GEMELLI DIVERSIIl leone marino è diventato una foca monaca

“Doddore” MeloniIndipendentista sardo

Leone marino“Colonialista” antartico

“Il problema della Sardegna ha una coda molto più lunga: Alcoa, Eurallumina, Sarroch, La Mad-dalena, Decimomannu, Quirra - continua Fois - tutte situazioni in cui alla gente del posto non è stato detto ‘vogliamo favorire la vostra crescita’, ma ‘vi diamo un pezzo di pane, votate bene’. Tutte queste erano questioni già risolte in cam-pagna elettorale da Berlusconi, e molti lo hanno votato per quello. Qualcuno dovrà rispondere”.

* Lo scrittore, autore di “Memorie del vuoto” esprime la sua vicinanza ai lavoratori della Carbosulcis in una inter-vista all’agenzia Adnkronos.

ZACCAE PONI

Secondo il premier Monti la ripresa è dentro di noi. Temiamo di sapere da dove è entrata.

L’affrorismadi Enrico Secci

Quelli che mentre giocano a Fifa si fanno prendere troppo dal gioco e scatarrano dal naso in mezzo al salotto: “Era fallo signor albitro!”

Page 8: Cagliaripad_26

8

P R I M O P I A N O

La Sardegna scivola lentamente nel baratro: dieci proposte per rilanciarla

Oggi, oltre alle promesse e agli inganni della politica

resta poco o niente. Eppure è necessario far ripartire il motore della

nostra società, trovare nuovi slanci e prospettive

inquant’anni fa la Sardegna era un posto diverso: lontano dalle stor-ture e dagli splendori della civiltà

industriale, viveva quasi senza subirli gli scossoni del mondo moderno. Poi, vo-lente o nolente, l’Isola è stata sbattuta nel mare agitato della globalizzazione. Oggi, oltre alle promesse e agli inganni della politica resta poco o niente. Eppure è necessario far ripartire il motore della nostra società, trovare nuovi slanci e pro-spettive.Allora, per non essere sempre critici e mai propositivi, ci siamo cimentati in un esercizio: stilare dieci idee, dieci priorità per il rilancio della Sardegna. Vediamole insieme.

1) I partitiBisogna spezzare la cattiva degenerazio-ne dei partiti, che fino a oggi hanno ali-mentato esclusivamente se stessi e il loro consenso senza fare davvero l’interesse dei sardi. Occorre fare in modo che i rappresentanti del popolo siano onesti, preparati e determinati e soprattutto che siano espressione del territorio, dunque scelti dai cittadini tramite elezioni pri-marie. Il risorgimento politico potrebbe passare attraverso manovre volte a far sì che i contributi pubblici destinati ai par-titi e ai movimenti destinati alle sezioni territoriali vengano ridimensionati; che nel territorio si svolgano riunioni trime-strali per dialogare con i politici, studian-

CGUIDO [email protected]

Page 9: Cagliaripad_26

9

Commenta l’articolo su www.cagliaripad.it

do problemi e strategie di sviluppo, per evitare casi come Alcoa e Carbosulcis, dove i drammi devono essere affronta-ti quando gli eventi sono già precipitati; che i politici abbiano l’obbligo di legge di rendere sempre pubbliche le proprie azioni politiche; che non sia possibile ri-candidarsi per più di due mandati; che gli stipendi dei politici regionali siano equiparati a quelli dei sindaci dei piccoli Comuni; che la spesa pubblica venga ri-vista eliminando gli enti inutili e i consi-gli di amministrazione e ridimensionan-do gli stipendi dei manager. Le somme risparmiate potrebbero esse-re utilizzate per dare sgravi fiscali ai cit-tadini (per esempio sull’imu o sull’addi-zionale Irpef regionale) e in particolare alle famiglie.

2 ) Il rilancio dell’economiaIl libero mercato chiede regole certe e imposte meno oppressive. Posto che il mancato versamento delle entrate tri-butarie dovute dallo stato italiano alla Regione Autonoma Sardegna, nel corso degli anni tra il 1991 e oggi, ammonta a circa 10 miliardi di euro, si potrebbe convertire il credito per dare ossigeno alle imprese, ossia detassare le aziende che operano in Sardegna, in modo di-retto (imposte più leggere) e indiretto (sgravi fiscali su accise e carburanti). Posto che a risentire maggiormente del-la crisi sono i piccoli comuni, che paga-no con lo spopolamento il prezzo alla crisi e alla globalizzazione, si dovrebbe studiare un piano di delocalizzazione di alcuni enti regionali, oggi concen-trati e ubicati solo a Cagliari, per tra-sferirli nel territorio.

3) Una nuova energiaIl rilancio passa attraverso i costi dell’e-nergia. Per questo è necessario sfruttare le risorse naturali a disposizione dell’Iso-la: il sole e il vento. Promuovere l’utilizzo del solare, prevedendo incentivi per chi sostituisce gli impianti di vecchia genera-zione con quelli fotovoltaici, raggiungi-mento entro il 2021 di una copertura del

60 per cento del consumo energetico regionale mediante strutture alimentate dalla luce del sole, assegnazione gratui-ta agli enti locali delle aree demaniali di pertinenza della Regione per la creazio-ne di poli dell’energia verde. Costruire stazioni alimentate con pannelli fotovol-taici per l’alimentazione delle automobili elettriche. Trovare in loco accordi con le industrie automobilistiche per la ricon-versione della loro produzione alla tec-nologia elettrica. Stipulare convenzioni per progetti di ricerca e innovazione nel campo dell’energia alternativa e premia-re con finanziamenti a fondo perduto le migliori idee innovative. Incentivare l’ac-quisto di automobili a basse emissioni di particolato sottile.

4) Strade, comunicazioni, trasportiStrade e binari di nuova costruzione sono fondamentali per modernizzare l’Isola. Per questo bisognerebbe raffor-zare e migliorare la dorsale 131 e creare una rete efficiente ferroviaria Cagliari-Oristano-Sassari-Olbia-Nuoro. In mare e in cielo, risolvere a favore dei sardi la vertenza Tirrenia, bandendo una gara internazionale per l’assegnazione della compagnia navale. Creare una vera con-tinuità aerea.

5) Il diritto al lavoroUn’idea per rilanciare il lavoro? Creare una “zona franca telematica”, una Sili-con Valley sarda per lo sviluppo nell’in-formatica e nella telematica. Tutti i pro-fessionisti, i ricercatori, gli scienziati e le imprese - sarde, italiane e straniere - che apriranno in Sardegna la loro attività attraverso Internet potranno usufrui-re di una serie - notevole - di vantaggi: defiscalizzazione degli utili, possibilità di comprare casa e capannoni a tasso age-volato.

6) Il diritto alla casaAvere una casa è diventato un miraggio per i disoccupati e un’utopia perfino per molti lavoratori. Per questo occorrereb-be attivare politiche volte ad abbattere

i costi delle abitazioni, assegnare mutui regionali prima casa a tasso agevola-to fino a 200mila euro, dare incentivi e detrazioni fiscali per chi ha due o più figli, elargire incentivi volti a favorire la ristrutturazione delle case rurali e la co-struzione di case ecologiche.

7) Il futuro nella terraSarebbe importante creare un Fondo regionale agricolo per lo sviluppo rurale e introdurre, nel sistema di programma-zione dello sviluppo rurale, un approc-cio basato su un maggiore contenuto fondato su questi principi: concentra-zione su un numero limitato di obiet-tivi prioritari; un approccio strategico basato su un sistema di programmazio-ne che prevede la formulazione e l’arti-colazione della strategia di intervento; rafforzamento degli strumenti di mo-nitoraggio e valutazione per verificare i progressi e le debolezze dei programmi di sviluppo rurale.

8) Il bene è il belloLa Sardegna è una perla, la meta esclu-siva del Mediterraneo. La rivoluzione turistica dovrà superare l’idea di turismo d’élite ma anche quella di turismo mordi e fuggi: puntare sul turismo culturale, di coloro cioè che prediligono l’ interazio-ne con i residenti alle ferie nel villaggi vacanze senz’anima e senza identità.

9) Tributi: creare di un’Agenzia delle entrate sarda.

10) In definitiva, bisognerebbe rifon-dare il nostro modo di essere sardi, rendendoci moderni e orientati al su-peramento delle tradizionali divisioni tra destra e sinistra per scoprire il bene comune. Ma prima di tutto, occorrerà trovare politici adeguati ad affrontare il dramma che stiamo attraversando. Riu-scirà la Sardegna a vincere la sua scom-messa o, come dice Gigi Riva, non c’è più speranza?

Page 10: Cagliaripad_26

10

L’ O P I N I O N E

M

Un tempo si partiva per fare il servizio militare e si diventava uomini. E oggi come cresceranno i nostri figli che non possono più spendere?

I giovani sardi e una regressione antropologica

senza precedenti

io bisnonno si chiamava Giu-seppe e nacque ad Aritzo nel 1892. Era un uomo bonario e

generoso, ebbe sette figli e visse tutta la vita in Barbagia, ma non dimenticò mai Firenze, che lui chiamava “Fioren-za, la città dei fiori”. C’era stato durante

il servizio militare.

Il suo terzo figlio, Michele, fu solda-to a Torino. Si innamorò della città e di una ragazza delicata e raffinata, ma c’era troppa distanza tra loro: quella che sepa-ra la cultura borghese, industriale e sa-

bauda da quella nuragica. Il matrimonio non si fece, ma lui non la dimenticò mai: non si sposò, visse nel sogno per tutta la vita.

I ragazzi di ieri, grazie al servizio mi-litare, lasciavano l’Isola e scoprivano il

Commenta l’articolo su www.cagliaripad.it

Page 11: Cagliaripad_26

11

mondo. Spesso non tornavano più a casa, e quando lo facevano erano di cer-to più maturi e consapevoli. Diventati maggiorenni (a ventuno anni) erano già uomini fatti.

L’importanza che il servizio militare ha avuto per i giovani sardi viene raccon-tata magistralmente da Gavino Ledda nel suo romando più celebre, “Padre padrone”, storia universale sulla ricer-ca della libertà e la rottura dei legami patriarcali. Gavino trascorre la propria infanzia e l’adolescenza in campagna. L’emancipazione inizia quando si arruo-la nell’Esercito, iscrivendosi al Corso di addestramento reclute. Quando lascia la Sardegna sa a malapena qualche parola di italiano; quando non sa rispondere adeguatamente agli ordini di un superio-re, se la cava con un “signorsì!”. Studian-do e lavorando giorno e notte, sostenu-to da una volontà incrollabile, aiutato da un superiore e da un commilitone, mi-

gliora notevolmente il proprio italiano, consegue la terza media da privatista e diventa sergente radiomontatore presso la scuola di trasmissioni della Cecchi-gnola, a Roma. Poi arriveranno la laurea e il definitivo affrancamento - un biblico e metaforico parricidio.

E oggi? Oggi per chi non studia e non vive in città la fase della maturazione è più difficile. I giovani sardi sono vittime di una regressione antropologica senza precedenti. Vivono ancora nell’illusione di un mondo di benessere che non c’è e nel frattempo si sono chiusi, in se stessi, nel loro microcosmo. Ne hanno esaspe-rato cultura, modi di vivere, concetti. Qualche mese fa ho insegnato in alcune scuole superiori del Nuorese. Che triste meraviglia sentire che i ragazzi, durante la ricreazione, giocavano “a sa murra” e parlavano di caccia e di bardane. Mi sono reso conto che è un fenomeno diffuso, del quale le nuove generazioni

sono al contempo protagoniste e vitti-me. La cultura - non solo quella materia-le, che risente della crisi - sta regredendo.

Per chi non vive nella città, dunque, nella parte ricca della città, restano po-che speranze. Una è il concorso di Miss Italia. Sembra un paradosso e non lo è. Oltre i facili pregiudizi legati alle gare di bellezza ho constatato - seguendo la manifestazione con il giornale - che le ragazze che partecipano sono più in-telligenti e preparate di quanto si creda. Oltre al cervello avranno, in prospettiva, un vantaggio: si prepareranno al mon-do di quella selezione che è la vita fin da giovani: usciranno dall’Isola e tra loro, nonostante la competizione spietata, nonostante percorsi esistenziali disomo-genei, nascerà l’amicizia. Sarà poca cosa, nell’onda di desolazione che lentamente sale, ma come dice Philip Roth in Pasto-rale Americana, almeno i concorsi per miss sono rimasti una cosa seria. (g.g)

Foto di giovani sardi, agli inizi del ‘900,

negli anni ‘50, e le selezioni per Miss

Italia.

Page 12: Cagliaripad_26

12

La BOB ART sul tuo iPhone!

Disponibile presso il negozio del centro commerciale Le Vele a Cagliari

... e presto in arrivo tante altre cover personalizzate BOB ART!

è un prodottoGCS

Green Comm Services

Page 13: Cagliaripad_26

13

uasi 700 milioni di euro in 12 anni, perdite per 16 milioni, 500 lavoratori

che rischiano la cassa integra-zione e una provincia alla fame. Potrem-mo iniziare così il racconto della storia drammatica di un territorio condannato a morte dalla crisi e scritta da una politica irresponsabile.

Dal 1995, anno in cui è subentrata nel-la proprietà la Regione Sardegna, con lo scopo di accompagnarla alla privatiz-zazione, cosa che non è mai capitata, la Carbonsulcis ha incassato 70 milioni di euro l’anno di cui più di 350 milioni de-rivano dallo Stato centrale e gli altri 300 dalla Regione.Questi innumerevoli contributi sono sta-ti gestiti da un management interamente scelto da viale Trento, ricordate il caso di Alessandro Lorefice, il ventottenne privo di titoli specifici nominato da Cap-pellacci che aveva scatenato le reazioni indignate dell’opposizione e che era sta-to costretto a delle fulminee dimissioni? Tipico esempio di nomine camuffate dietro la nobile intenzione di svecchiare alcuni potentati mascherando invece la volontà di piazzare semplicemente il fi-glio di.La Regione che è l’unico azionista ha concretamente l’intera responsabilità di un’azienda che non solo non riesce a

Q

Storia di un territorio condannato a morte dalla crisi e scritta da una politica irresponsabile

essere competitiva, pensiamo al costo di una tonnellata: 86 euro contro i 35 del carbone cinese, ma non riesce neppu-

re a sfruttare l’oro nero della Sardegna, un combustibile che potrebbe fare con-correnza al petrolio e che potrebbe vale-re circa un milione e mezzo di tonnellate all’anno. Ci si chiede, se non ci fosse stato il caso Lorefice, se qualcuno di recente si sarebbe interessato a quello che appare a tutti gli effetti un carrozzone pubblico.

Nonostante i contributi regionali di 30 milioni, la gran parte però copre le quasi 500 buste paga e solo il restante va in ricerca scientifica e nell’estrazione del carbone. La Carbonsulcis è in rosso per 16 milioni, i finanziamenti che doveva-no arrivare attraverso l’approvazione del progetto per rilanciare la miniera grazie alla produzione di energia pulita da car-bone con la cattura di Co2 dal terreno e che l’Unione Europea ha bocciato ha la melodia di un requiem per l’intera pro-vincia del Sulcis. Il progetto in questione sarebbe costato 200 milioni l’anno per 8 anni, ma Porto Tolle in Veneto sembra essere il favorito.Dopo tutto l’aveva ribadito in questi giorni anche il ministro De Vincenti che il governo Monti avrebbe accantonato un piano così costoso in epoca di tagli drastici e che l’esecutivo era già impe-

gnato con Alcoa ed Eurallumina, - non si può dare tutto al Sulcis -Iglesiente- dando l’impressione che a prescindere dai costi la decisione era già stata presa. Lo stesso segretario della Camera del La-voro sulcitana Roberto Puddu già prima dell’occupazione della miniera ripeteva che la Carbonsulcis, per quanto sia un grande problema, se dovesse abbattere le perdite e ripartire sarebbe una boccata d’ossigeno per un territorio che necessità di energia a basso costo.

Molti affermano che vanno salvati i minatori ma abbandonata la miniera, e riconvertito il loro lavoro come è già ca-pitato agli ex Rockwool. Forse questo è il momento delle bonifiche, adesso o mai più. Ma quanto costerebbe in termini elettorali una posizione così netta che sa molto di salto nel vuoto?

Carbosulcis: 700 milioni in 12 anni Perdite e poltrone della miniera

L’ I N C H I E S TA

di Claudia [email protected]

Page 14: Cagliaripad_26

14

l colosso dell’alluminio Alcoa annun-cia la riduzione delle capacità produt-tive o la fermata delle attività in tre

stabilimenti in Europa: uno è in Italia, a Portovesme, nel sud ovest della Sarde-gna, gli altri due in Spagna, a La Coru-na e Aviles. L’obiettivo, spiega la multi-nazionale Usa, è di completare il piano entro la prima metà del 2012. La ristrut-turazione punta a ridurre la capacità to-tale di produzione di alluminio primario

Alluminio, la partita di Alcoa, chiave di volta dell’Isola

Il colosso americano cerca un nuovo futuro.Gli investitori sono alla finestra: la salvezza dell’azienda passa dagli svizzeri. di Alessandra Ghiani

I

F O C U S O N

del 12%, ovvero di 531.000 tonnellate. Intanto le forze sindacali e la regione Sardegna si mobilitano per chiedere un intervento del governo che scongiuri la chiusura dello stabilimento.

Il numero di posti di lavoro coinvolti non sarà definito - precisa la multinazio-nale - finché le consultazioni non saran-no completate. Attualmente i dipenden-ti dei tre stabilimenti sono circa 1.500.

Oltre alle chiusure e alle riduzioni, Alcoa intende accelerare il piano per ridurre il costo delle materie prime impiegate nel suo business dei prodotti primari e mo-dificherà la capacità di tutto il suo siste-ma di raffinazione globale per risponde-re alla domanda interna e alle condizioni dominanti di mercato. “Una posizione energetica non competitiva, combinata con costi delle materie prime crescenti e crollo dei prezzi dell’alluminio - spiega la

Commenta l’articolo su www.cagliaripad.it

Page 15: Cagliaripad_26

15

multinazionale - hanno condotto a do-ver pianificare le riduzioni delle capacità produttive o le fermate degli stabilimen-ti. Le riduzioni o le fermate corrispon-dono a 240.000 tonnellate, ovvero circa il 5% della capacità totale di produzione di Alcoa.

La capacità di Portovesme è di 150.000 tonnellate, mentre La Corua e Aviles sono rispettivamente pari a 87.000 e 93.000 tonnellate all’anno”. Secondo l’azienda, le decisioni assunte oggi contribuiranno all’obiettivo a lun-go termine di Alcoa di migliorare di 10 punti percentuali la sua posizione nella curva dei costi di produzione dell’allu-minio a livello mondiale.

Questa azione aumenterà anche la com-petitività di Alcoa nell’attuale condizione di volatilità dei prezzi del mercato dell’al-luminio, diminuiti di oltre il 27% dal pic-co nel 2011. “Nello scenario economico odierno in rapida evoluzione globale, è tassativo dare velocemente risposte per mantenere la competitività - argomen-ta Chris Ayers, vipresidente di Alcoa Executive e presidente di Alcoa Global Primary Products - Questa decisione è stata presa dopo analisi approfondite di tutte le possibili alternative. Siamo im-pegnati - assicura - nel trovare soluzioni che minimizzino l’impatto sulle comu-nità locali e sui lavoratori”.

La regione Sardegna si mobilita -

Vista la situazione la Regione Sardegna si mobilita per scongiurare la chiusura dello stabilmento Alcoa di Portovesme (Carbonia Iglesias). Una dato è cer-to: Alcoa, come nell’opera di Bertold Brecht, sta aspettando. Il responsabile per gli affari europei dell’azienda americana, Alessandro Pro-fili, parla dei possibili acquirenti della Glencore come di “una grande società molto affidabile, con grossa esperienza e grosse capacità finanziarie. Ma da mar-zo - precisa il manager - non l’abbiamo più sentita. Ha avuto accesso alla nostra data room sin da febbraio, poi però non ha aperto nessuna trattativa per firmare una lettera di intenti e non ci ha mai più contattato”.

Page 16: Cagliaripad_26

16

Commenta l’articolo su www.cagliaripad.it

Sulla crisi del polo chimico di Porto Torres è calato il silenzio, dopo l’occupazione dell’Isola dell’Asinara, ribattezzata L’Isola dei cassintegrati. di Francesca Zoccheddu

Non solo Sulcis, “Le istituzioni stiano accanto

ai lavoratori della Vinyls”

n questo momento drammatico per l’occupazione e per l’economia del-la Sardegna, le massime istituzioni

della Regione siano in prima linea ac-canto ai lavoratori della Vinyls di Porto

I Torres. Lo chiedono, con una mozione il cui primo firmatario è il consigliere del Partito democratico, Mario Bruno, ventinove consiglieri regionali: pratica-mente tutto il centrosinistra più Capelli

(Api) e Mulas (Upc). Sulla crisi del polo chimico di Por-to Torres è calato il silenzio, «dopo che si sono spenti i riflettori sulla protesta

F O C U S O N

Page 17: Cagliaripad_26

17

attuata dai lavoratori con l’occupazio-ne dell’Isola dell’Asinara, ribattezzata L’Isola dei cassintegrati, ribalta di cui hanno goduto politici, sottosegretari e ministri, purtroppo senza nessun esito favorevole per la Vinyls nonostante l’abbondanza di promesse di imminen-te soluzione», si legge nel documento. La Regione e i suoi rappresentanti isti-tuzionali non possono stare a guardare. All’incontro tra ministero e ammini-strazione controllata del 17 settembre partecipino il presidente della Regio-ne Cappellacci e la giunta regionale al completo «insieme ai sindaci di Sassari, Alghero e Porto Torres e al presidente della Provincia di Sassari». Inoltre, chiedono ancora i consiglieri di minoranza, la Regione ottenga dal mi-nistero l’attuazione di «ogni azione che arresti il degrado degli impianti, al fine di non compromettere definitivamente ogni residua possibilità di rilancio del polo chimico».

Per richiamare l’attenzione su que-sta vicenda, inoltre, prima dell’incontro fissato per il 17 settembre al ministero dello Sviluppo economico, la mozione impegna il presidente della Regione Cappellacci e la giunta regionale a pro-muovere, insieme ai sindacati, ai lavo-ratori e alle istituzioni locali una grande assemblea nello stabilimento Vinyls. È in gioco, sottolinea il vicepresidente del Consiglio regionale Mario Bruno, «il mantenimento dei livelli occupativi e la permanenza in Sardegna di una presenza industriale significativa per la forte integrazione esistente tra gli sta-bilimenti del Nord Sardegna e l’area chimica di Assemini». C’è anche un problema di sicurez-za degli impianti, che « versano ormai in uno stato di desolante abbandono e degrado», nonostante che «i lavora-tori dello stabilimento Vinyls abbiano

garantito il presidio e la bonifica degli impianti». Tuttavia, «dal mese di mag-gio non ricevono lo stipendio e dal 9 giugno è scaduta la cassa integrazione e il Ministero dello sviluppo economico non si è ancora pronunciato sulla pro-roga». L’occasione, secondo il primo fir-matario della mozione, «consentirà di affrontare complessivamente in Aula la più ampia vertenza Sardegna e di concentrarci in particolare sulla crisi del sassarese, che richiede soluzioni strutturali, più unità e autorevolezza nei confronti del Governo centrale e più determinazione nell’individuare nuovi percorsi di sviluppo».

Page 18: Cagliaripad_26

18

L’ I N D A G I N E

ebiti e cause giudiziarie ventennali imbrigliano il Bilancio del Comu-ne. Ecco tutti i rischi economici

di palazzo Bacaredda che blocca 30 mi-lioni di euro: espropri per la costruzione dell’Asse Mediano, contenziosi dal 1988 per una sede staccata del Dettori, la strada mai realizzata tra via Cadello e via San Pa-olo, un museo archeologico a Tuvixeddu. A parte, la questione IsGas, una partita da 22 milioni di euro: deciderà il giudice. Nel linguaggio dei documenti si chia-mano “potenziali situazioni debitorie”,

tradotto sono soldi che il Comune po-trebbe dover sborsare. Il condizionale è d’obbligo visto che si parla di contenziosi legali ancora in corso con privati e impre-se, dal risultato incerto. Per precauzione, con una delibera di Giunta approvata an-che in Consiglio l’assessore al Patrimonio, Gabor Pinna, nel Rendiconto di Bilancio 2011 ha deciso di mettere da parte 30 mi-lioni di euro dei 56 milioni “non vincola-ti” dell’avanzo di amministrazione. Perchè una cifra così elevata? I det-tagli sono contenuti nella “relazione di

accompagnamento al rendiconto 2011” predisposta dal dirigente del servizio Bi-lancio, Franca Urru, e basata sull’esame dei fascicoli delle cause correnti presso il Tribunale Civile e la Corte d’Appello. Sono suddivise in cinque gruppi: quelle che potrebbero concludersi entro il 2012 (ammontano a 4 milioni di euro), debiti finanziati in tutto o in parte ma non an-cora riconosciuti (12,1 milioni), situazio-ni debitorie in corso di definizione(16 milioni) e altre presenti nella relazione dell’Avvocatura che non sono state se-gnalate dai servizi al Bilancio (447 mila

D

Il Comune in Tribunale, ecco l’elenco delle cause

Isgas, Tuvixeddu e Castello sorcesco. Bilancio del Comune bloccato dai vecchi contenziosi. Una partita da trenta milioni di euro. di Andrea Deidda

Commenta l’articolo su www.cagliaripad.it

Page 19: Cagliaripad_26

19

euro). Rimangono inoltre alcune pratiche degli anni passati ma non più riproposte (5,6 milioni). Una grana potrebbe essere molto pe-ricolosa. E’ quella di Isgas, la società che avrebbe dovuto creare e gestire la rete del gas in città. Il contenzioso è legato ai rapporti derivanti dalla realizzazione e gestione della rete del gas, approvati dal-la Giunta Floris il 7 novembre 2008. Ne è venuto fuori un pasticcio burocratico con l’impresa e si è arrivati alle vie legali. Il tribunale si è pronunciato disponendo l’annullamento dell’atto di transazione come richiesto dal Comune. Rimane da determinare l’entità dell’indennizzo do-vuto al concessionario (Isgas) per il valo-re degli impianti realizzati. L’importo (cal-colato dal tribunale il 22 novembre 2011) oscillerebbe tra i 22 milioni 279 mila 96 euro ed i 26 milioni 763 mila 809 euro. Secondo il Comune pagherà chi vincerà la nuova gara. L’ultima parola spetterà al giudice.Ma ecco la lista. Tra i casi più eclatanti-spicca la richiesta di 12 milioni e 946 mila euro della Società Safab Spache ha pre-sentato un ricorso per risarcimento dan-ni dopo la sospensione dei lavori della strada di collegamento tra via Cadello e via San Paolo, che rientrava nell’accordo di programma del 2000 per il compar-to Tuvumannu-Tuvixeddu (accordo in stand by dopo il pronunciamento del Consiglio di Stato del 2011 e quello del Tar sul vincolo minerario). Rimanendo in tema, Iniziative Coimpresa srl ha aperto una vertenza da 60 mila euro sulla proce-dura inerente i lavori di realizzazione del “Museo archeologico di Tuvixeddu”. Un altro ricorso, da7 milioni e 423 mila euro, riguarda l’ingiunzione di pagamen-to presentata nel dicembre 2009 dal Tec-

nocasicper fatture non pagate tra il 2002 ed il 2009. Altri3 milioni e 873 milaeuro risultano alla voce “Vertenza metano sar-da contro Comune”. All’Ente Autono-mo del Flumendosa, per il ritardo nei pa-gamenti per la fornitura di acqua potabile tra il 1988 ed il1991, spetterebbe invece la somma di1 milione e 85 mila euro. Andando a ritroso nel tempo ecco il risarcimento danni da 657 mila euro ri-chiesto dalla Sape srl per l’occupazione di alcune aree in località “Is Porrus” nei pressi di via Peretti. L’acquisizione dei terreni era stata prevista nel 1988 dal Co-mune di Cagliari per costruire una sede staccata delLiceo Classico Dettori. La Co.Sa.Co srl ha invece citato in giudizio il Comune(chiesti 520 mila euro) per il con-tratto relativo all’affidamento di esecuzio-ne lavori de “La via dei fiori: realizzazione dellanuova Piazza Maxia”. Salta agli occhi anche il caso del così detto “palazzo sorcesco”, tra via Madda-lena e il Corso Vittorio Emanuele: l’im-presa (gli eredi dell’ex titolare) mira a otte-nere la risoluzione del contratto d’appalto del 1990 per “grave inadempimento del Comune” e la sua condanna al pagamen-to di “tutti i corrispettivi dovuti e al risar-cimento dei danni” (179 mila euro).I “lavori per il completamento del te-atro comunaledi Cagliari”, potrebbero comportare l’esborso di 300 mila euro verso la Cemento Armato Precompressi Spa. L’11 novembre 2012 ci sarà invece l’udienza sui lavori di recupero del com-plesso immobiliareGhetto degli Ebrei. L’impresa Migliavacca srl chiede 259 mila 487 euro. Il mancato rinnovo della convenzione di un affidamento per il servizio rimo-zione degli autoveicoli, risalente al 1985

potrebbe costare alle casse comunali al-tri 353 mila euro, mentre 334 mila euro sono relativi alla procedura di pagamento dei debiti del Comune nei confronti della società Spera Costruzioni srl perlavori di ristrutturazione nella scuola Riva. Capitolo a parte l’Asse Mediano. Per costruirlo sono stati eseguiti numerosi espropri il cui costo, totale, è di4 milioni 66 mila 483 euro.Alla cifra si arriva som-mando le nove cause ancora in corso con privati cittadini e imprese. Su tutte c’è l’e-secuzione dei lavori da2 milioni 715 mila euroche rientrano in un contratto d’ap-palto del 5 maggio 1989. Altri 929 milioni 623 euro sono richiesti da Edilizia Inve-stimenti srl e Condominio Via dei Grilli. Inizia poi una serie di richieste di risarci-mento danni promosse da privati: Maria Antonietta Lobina e Assunta Civicchio-ni chiedono1 milione e 180 mila euro. Altri 718 mila euro vengono richiesti al servizio Patrimonio da Antonio Carta per l’esproprio di alcune aree a Barracca Manna. Inoltre è del 15 febbraio 2010 la nota del servizio di Edilizia Pubblica II che parla di debiti fuori bilancio derivanti da sentenze esecutive per circa 720 mila euro. Una cifra simile (per la precisione 700 mila euro) risulta dalla disputa con la società Iole Immobiliare Srl, per la re-alizzazione di un campo da calcio aTer-ramaini. Tra le potenziali situazioni debitorie anche il parcheggio sotto via Roma volu-to dall’ex giunta Floris e bocciato lo scor-so anno dal centrosinistra. I termini economici del ricorso presenta-to al Tribunale civile dalla “Ciro Menotti” e Word Trade Srl per ora non sono quan-tificati, la prossima udienza è fissata per il 6 marzo 2013.

Page 20: Cagliaripad_26

20

I L C A S O

Commenta l’articolo su www.cagliaripad.it

umenta la povertà e cresce la fila delle persone che ogni lunedì e giovedì si presenta ai cancelli della

Caritas in via Po per chiedere alimenti e vestiti: “Ogni mese aiutiamo tremila fa-miglie”. Tra loro tantissimi cagliaritani.Arrivare a fine mese con la crisi econo-mica è sempre più difficile, soprattutto quando si è disoccupati o non si han-no alle spalle aiuti economici. Sono in aumento i cagliaritani che negli ultimi anni affollano il Centro diocesano di Assistenza che da circa trent’anni cerca di alleviare le sofferenze di chi ha più bisogno: “Abbiamo iniziato negli anni ottanta e col tempo le richieste sono via via aumentate - ha detto Anna Luciani davanti alla commissione alle Politiche Sociali - oggi abbiamo tremila famiglie al mese”.

Due volte alla settimana il Centro apre i battenti dalle 8 e 30 fino a mezzo-giorno: “Abbiamo la lista delle persone registrate e vengono il lunedì e giovedì secondo un ordine alfabetico - ha detto Antonello Atzeni, uno dei venti volonta-ri che si occupano dell’assistenza - diver-si di loro si organizzano e aspettano al cancello dalla mattina presto”. Al Centro possono trovare pasta, caffè, olio, vari generi di prima necessità ma anche me-dicine e vestiario: “Da un paio di anni a questa parte - ha continuato - siamo alle

prese con i nuovi poveri creati dalla crisi. Sono diversi gli impiegati che vengono a fare la fila per avere alimenti. Quando ar-rivano si mettono un po’ in disparte, per non farsi vedere. Tra le persone i più nu-merosi sono cagliaritani, circa il 60% ma ci sono anche stranieri e qualche Rom”.

A

Caritas: tremila persone al mese in cerca di aiuto

Anche in città aumenta la povertà e cresce la fila delle persone che ogni lunedì e giovedì si presenta ai cancelli di via Po per chiedere alimenti e vestiti. di Andrea Deidda

Le forniture alla Carits giungono dalla Comunità Europea attraverso la Agea (Agenzia per le Erogazioni in Agricol-tura) e si tratta per lo più di eccedenze alimentari.

Ci sono poi le donazioni da parte di

Page 21: Cagliaripad_26

21

Tecno Service • C.so Colombo 106/2 09016 Iglesias (CI)p.i 02347230902 • Numero R.E.A Cciaa CA 263646

Fax 1786-069716 cell. 3382700213 - [email protected][email protected]

www.tecnoservice-fotovoltaico.it

Il tuo impianto fotovoltaico SHARP a € 9.000 Iva compresa

aziende private che spesso consegna-no prodotti prossimi alla scadenza: “In media all’anno dalla comunità europea ci arrivano alimenti per 150 mila euro - hanno spiegato i volontari - mentre circa 30 mila euro in denaro riusciamo a recuperarli con l’otto per mille della Diocesi”.

E’ presente anche uno spazio adibito a farmacia, gestita da farmacisti ormai in pensione, che fornisce diversi tipi di me-dicinali. Si tratta di creme e antibiotici, prodotti non mutuabili che comporte-rebbero una spesa.Ma non tutto va per il meglio al civico 61 di via Po. Un problema è quello dei locali, ricavati da un ex mattatoio e al-

cuni anni fa affidati alla Caritas dal Co-mune: “Vogliamo nuovi locali, un posto peggiore non potevano trovarlo - ha spiegato Anna Luciani alla commissione - i locali non sono adatti, c’è caldo d’e-state e freddo d’inverno”. Tra le richie-ste avanzate dai volontari anche una sala d’attesa idonea ad accogliere le persone e l’inserimento di finestre, ad oggi inesi-stenti nella struttura. Per questo la com-missione presieduta da Fabrizio Rodin (Pd) si sta muovendo: “Lunedì prossimo convocherò l’assessore ai lavori pubblici

Marras e il dirigente del settore - afferma Rodin - è evidente che al Centro viene fatta un’attività meritoria.

Dunque quei locali vanno sistemati con lavori importanti cambiando tra-mezzi, mettendo finestre adeguate, in modo che siano funzionali al lavoro da svolgere. La seconda ipotesi è che il Comune trovi un’altra soluzione visto che si sta avvalendo di lavoro gratuito, dunque si tratta solo di fornire locali adeguati”.

Page 22: Cagliaripad_26

22

S P O RT

opo 40 anni la casa del Cagliari non

sarà più il Sant’Elia. Cellino ha chiuso un accordo triennale con il comune di Quartu per la trasfor-mazione del campo di Is Arenas in sta-dio da serie A da 17 mila posti. Così il grande impianto inaugurato con Riva e lo scudetto sulle maglie reste-rà inutilizzato, anche se agibile. Questo, oltre all’addio di Cellino, anche perché in settimana (il 24 agosto) si è conclusa la procedura di risoluzione della conven-zione che dal 2002 disciplinava l’utilizzo del Sant’Elia. L’amministrazione caglia-ritana ha denunciato violazioni del con-tratto e ora gli uffici Sport del Comune di Cagliari notificheranno lo sfratto a viale La Playa. Quattro, a grandi linee e convenzione alla mano, le accuse di via Roma ai ros-soblù: canoni non pagati, manutenzioni non eseguite con regolarità, mancata concessione dell’impianto a soggetti au-torizzati dal Comune (Nazionale Attori e Progetto calcio Sant’Elia) e, infine, l’abbandono dell’impianto per le gare contro Inter e Juventus del campionato scorso. Vediamo nel dettaglio. A fronte di un

DCommenta l’articolo su www.cagliaripad.it

Addio Sant’EliaDopo 40 anni il Cagliari cambia casa. Cellino ha chiuso un accordo triennale con il comune di Quartu per la trasformazione del campo di Is Arenas in stadio da serie A da 17 mila posti

di Ennio [email protected]

Page 23: Cagliaripad_26

23

canone annuo di 50 mila euro (aggior-nato su base Istat) «la Società Cagliari Calcio», scrive il Comune, «nonostante abbia utilizzato lo Stadio Sant’Elia per circa 19 anni, di cui 10 regolati dalla convenzione vigente, ha versato, per tale periodo, a fronte di canoni, interessi e penali dovuti, l’esigua “somma” di 50 mila euro il 15 aprile 2010 e di 115 mila 87,18 euro l’1 marzo 2012, somme cor-

risposte per le mensilità comprese nel periodo marzo 2010 - febbraio 2012, entrambe a seguito di numerose diffide trasmessa dal servizio Sport». Cellino si è sempre difeso vantando crediti nei confronti dell’amministrazio-ne per alcuni lavori effettuati allo stadio. Ma via Roma sottolinea la «grave mo-rosità della Società Cagliari Calcio S.p.A. nei confronti dell’Amministrazione Co-munale di Cagliari per canoni non pagati durante la vigente convenzione», oltre al mancato pagamento dei canoni relativi alle precedenti convenzioni, per i qua-li è in corso l’azione legale di recupero del credito, culminata nel pignoramen-to presso terzi (Lega Calcio per i fondi di Sky, ndr) notificato nel mese marzo 2012 alla Cagliari Calcio S.p.A. e fina-lizzato al recupero di canoni, penali ed interessi per un totale complessivo di un milione 727 mila 102,33 euro, più spese procedurali. Un’altra accusa è quella di non aver provveduto con regolarità alle manuten-zioni a proprio carico. Lo dimostrerebbe, proseguono gli uffici comunali, il «cattivo stato generale dello Stadio, conseguenza della protratta nel tempo carente manutenzione generale a carico della Società». “Cattivo stato” ammesso dalla società stessa e, sempre secondo via Roma, giustificato da mo-tivazioni che l’amministrazione bolla come «infondate e pretestuose». L’ulti-ma accusa è quella di non aver di riserva-to l’utilizzo dello stadio «in modo occa-sionale, per altri eventi o manifestazioni organizzate e gestite da terzi soggetti au-torizzati dall’amministrazione comuna-le». E si citano il carteggio tra Comune e rossoblù per l’utilizzo del Sant’Elia da parte dell’Associazione Italiana Alberghi della Gioventù per l’organizzazione del-

la partita della Nazionale Italiana Attori a ottobre, e quello la partita del Progetto calcio Sant’Elia, nello stesso mese.«Ad entrambe le richieste», scrive il Co-mune, «è stato opposto il diniego della Società Cagliari Calcio all’utilizzo dello Stadio, diniego definitivo per la partita del progetto Calcio Sant’Elia e che, per quanto attiene alla partita della Nazio-nale Italiana Attori, ha riguardato anche tutte le differenti date che, per venire incontro alle esigenze manifestate dalla Società Cagliari Calcio, erano state pro-poste in alternativa a quella originaria-mente indicata».Non solo. Via Roma spiega, sempre in base alla convenzione, il Cagliari avreb-be l’obbligo di disputare la gare interne al Sant’Elia. Cosa che non sarebbe acca-duta «illegittimamente e infondatamen-te», per Cagliari - Inter del 7 aprile 2012 e Cagliari - Juventus del 6 maggio 2012, giocate al Rocco di Trieste.

Page 24: Cagliaripad_26

24

S P O RT

el tira e molla tra il Cagliari e il Comune del capoluogo alla fine ha avuto la meglio il terzo litigan-

te. Trieste? Neanche per idea. A spun-tarla, nelle volontà del vulcanico patron

N rossoblù, è stato Quartu Sant’Elena. La città di Mauro Contini - è bene specifi-carlo subito - non si è candidata ad ac-cogliere la squadra ma è stato lo stesso presidente Cellino a chiedere al Comu-

ne se fosse disponibile a un possibile accordo per la cessione, per pochi anni (si parla di tre) delle strutture di Is Are-nas. In cambio di che cosa? L’impegno dei rossoblù è esiguo: il versamento di

Cagliari, una nuova casa a Quartu Sant’Elena

Commenta l’articolo su www.cagliaripad.it

Sistemazione provvisoria o definitiva? Dopo gli investimenti qualcuno pensa che la squadra rosso-blu possa davvero giocare nell’hinterland. Restano i dubbi dei residentisulla sostenibilità e la viabilità

Page 25: Cagliaripad_26

25

20mila euro annui, più 25 mila destina-ti ai vigili, e quello di compiere tutti i lavori per rendere realmente fruibile lo spazio. Inoltre, la società si impegna ad assicurare, attraverso le tribune mobili più le tribune fisse centrali 16 500 mila posti a sedere, il minimo previsto per un campionato di serie A. Ma quella di Quartu è una sistema-

zione definitiva o d’emergenza, essen-do la stessa che rende lo stadio Sant’E-lia una struttura amovibile? Qual che è certo è che non è la prima volta che Cellino chiede soccorso a Quartu. Già la vecchia giunta di centro sinistra guidata dall’ex sindaco Ruggeri aveva ricevuto proposte in merito a un possi-bile trasloco delle partite di campionato nei confini quartesi ed è per questo che, quella che ora è l’attuale minoranza in Consiglio, resta scettica e vorrebbe ve-derci chiaro e capire se si tratta della solita provocazione o di una proposta davvero realistica. Le domanda più frequenti nelle file dell’opposizione sono: quali introiti ar-riveranno a Quartu Sant’Elena? Cosa ci guadagneranno i cittadini? Si-curamente la città ha uno stadio con tribune fisse centrali, un impianto er-boso e la pista, tutto a spese del Caglia-ri Calcio, e questo in un momento di estrema crisi per le casse di un comu-ne si configurerebbe con un risparmio certo. In più, in un’ottica di città metropo-litana, il ragionamento è ottimo, non sarebbe la prima squadra a emigrare in una città limitrofa, ma l’opposizione è stata costretta a presentare una mo-zione indirizzata alla giunta per avere i documenti del contratto fino ai primi di maggio top secret. Restano due grandi problemi: la questione dei parcheggi, che potrebbe essere risolta con dei bus navette che partendo dal Sant’Elia arriverebbero a Is Arenas; e il fatto che la squadra, giocando a ridosso del Parco di Molen-targius, con le regole rigide proprie del parco, i suoi studi di fattibilità e la trafi-la lunga per i permessi, si scontrerebbe con concreti problemi burocratici..

Sugli “spalti”, alcuni curiosi guardano

la prima partita in casa del Cagliari sul

muretto di un’abitazione privata di via

Beethoven a Quartu.

Page 26: Cagliaripad_26

26

S TO R I E

siste a Palau una chiesa partico-lare. Un luogo in cui le persone che vi entrano vengono avvolte

da una straordinaria sensazione di be-nessere e tranquillità.

Commenta l’articolo su www.cagliaripad.it

E

Mistero a PalauNelle campagne galluresi si trova la piccola chiesetta di San Giorgio. Costruita su insediamenti prenuragici e da cui si diffonde un’energia positiva. In tanti accorrono affascinati, pronti a giurare sugli effetti benefici della grotta della luce

La magia della zona non deve essere sfuggita alle popolazioni che nel corso dei secoli hanno abitato quelle terre. Numerosi sono, infatti, gli insediamenti

prenuragici e nuragici prima e romani e bizantini poi.

La stessa chiesa che sorge nell’agro di Palau, dedicata a San Giorgio, è stata

di Carlo [email protected]

Page 27: Cagliaripad_26

27

costruita su precedenti chiese cristiane e ancor prima su siti precristiani e addi-rittura preistorici. Le forze che opera-no all’interno del sito sono l’oggetto di studio di Franco Pez, ricercatore delle energie della terra. “Già nel 1998 ho avuto la fortuna di visitare la Chiesa di San Giorgio e ne ho potuto misurare le energie vibrato-rie e la vitalità del luogo”, spiega Pez. “In quella chiesetta di campagna, nel giorno del santo patrono, si celebra ogni anno una gran festa popolare. Appena dentro siamo stati presi da un gran senso di quiete e di serenità. Mi ricordo che stavo seduto lì molto volentieri. Tutta la zona era famosa fin dalla antichità per la grande energia presente e anche le piante del posto crescono in modo più rigoglioso e im-ponente della norma”. Pez ha iniziato, quindi, a fare i suoi ri-levamenti con particolari strumenti che rilevano le vibrazioni dei luoghi ricer-cando le ossa dei fondatori della chie-setta che la leggenda voleva fossero lì custodite. “Con l’antenna radiestesica e con il test di rilevamento ‘resti umani’ andavo avanti e indietro per la chieset-ta senza trovare nulla che indicasse la presenza di reliquie umane”, continua il ricercatore. “Allora capii: il metallo del contenitore nascondeva il segnale radiestesico delle ossa. Riprovai allora con il test rilevatore di ‘metalli’ e dopo appena due prove, davanti all’altare sul lato destro, l’antenna mi segnalò la pre-senza di metalli sotto il sottosuolo. Mi-surai la vitalità della chiesa che mi diede un valore di Bovis 39.000 (molto alto considerando che un fabbricato nor-male in buona salute ne misura 6500)”

Durante le fasi di rilevazione è sta-ta scattata anche una foto, come spesso succede per documentare i lavori, ma la sorpresa è avvenuta al momento dello sviluppo della pellicola.

“La fotografia - racconta Pez - aveva dello stupefacente. Si vedeva chiaramen-te nella penombra, una colonna di luce che saliva verso il tetto, poi stranamente si piegava a 90° ed usciva all’aperto attraver-so il muro. Ma ancora più incredibile è il fatto che il fascio di luce fuoriusciva pro-prio dalla zona del pavimento dove è se-polta l’urna, precisamente sotto l’altare”.

Molti sono gli scettici, ma tanti sono coloro che frequentano il sito anche per curare i postumi di gravi patologie. Anche se lo stesso Pez av-visa: “La chiesa mantiene sia nelle ore diurne che notturne la sua alta ener-gia che viene raddoppiata il giorno di San Giovanni, 24 giugno.

La grotta della luce ha una eleva-tissima energia ma solo nelle ore diurne, mentre la notte diventa parti-colarmente negativa, pertanto è asso-lutamente pericoloso frequentarla di notte”.

Page 28: Cagliaripad_26

28

Porta il tuo numero in Vodafone e avrai la sim in omaggio e 2 mesi gratis della Tutti 250+

verso un numero Vodafone)

SPECIALE VODAFONE LE VELE

Non hai un numero da portare?Con soli 10 euro al mese puoi avere la Tutti 250+ e...

se ricarichi 20 euro, avrai in omaggio

la t-shirt BobArt

Page 29: Cagliaripad_26

29

T E M P O L I B E R O

itorna “Autunno in Barbagia”. Un viaggio lungo tre mesi nel cuore più nascosto e selvaggio

dell’isola, con le sue foreste millenarie. Un itinerario alla riscoperta di tradi-zioni secolari, eccellenze produttive, arte, enogastronomia, spettacoli, dal 7 settembre al 16 dicembre. Si parte da Bitti, il paese dei Tenores, per conclu-dersi ad Orune, prima di Natale, che vanta importanti vestigia nuragiche e prenuragiche.

L’itinerario prevede 28 tappe in al-trettanti paesi barbaricini. A settembre saranno Bitti, Oliena, Austis, Dorga-li, Orani e Onanì ad aprire le proprie caratteristiche cortes e cortili ai visita-tori. Il viaggio prosegue, in ottobre, a Tonara, Lula, Meana Sardo, Gavoi, Ollolai, Orgosolo, Sorgono, Belvì, Aritzo, Sarule. Novembre apre le cor-tes a Desulo, Mamoiada, Ovodda, Lollove, Nuoro, Tiana, Olzai, Atza-ra, Gadoni e Teti. Dicembre si torna a Gadoni, Teti, Fonni e Orune, per la tappa conclusiva. Organizzano l’A-zienda speciale della Camera di Com-mercio (Aspen) di Nuoro con il sup-porto dell’Assessorato regionale del Turismo, Artigianato e Commercio.

“Dopo l’estate calda e tormentata - spiega l’assessore Luigi Crisponi -

Commenta l’articolo su www.cagliaripad.it

R

L’autunno si passa in BarbagiaNel cuore dell’isola dal 7 settembre al 16 dicembre. Si parte da Bitti, il paese dei Tenores, per concludersi ad Orune, prima di Natale, che vanta importanti vestigia nuragiche e prenuragiche

puntiamo su un autunno di qualità ed eccellenze sul versante turistico.

Autunno in Barbagia nasce nel 1999 per promuovere e valorizzare i teso-ri di queste località che custodiscono intatte le tradizioni, ottimo biglietto

da visita per promuovere il turismo destagionalizzato”. Gli organizzato-ri sperano di bissare il successo dello scorso anno forti anche delle 370 mila visite al sito, dei 200 mila depliant, 1100 locandine e pubblicità in porti e aeroporti.

Page 30: Cagliaripad_26

30

P R O G E T T I D I S V I L U P P O

Sarà Angela Merkel a far rinascere la Sardegna?

Commenta l’articolo su www.cagliaripad.it

arà il cancelliere tedesco Angela Mer-kel a far rinascere economicamente la Sardegna? Forse sì. Ne è convin-

to Piergiorgio Massidda (numero uno dell’Autorità portuale), che per una volta tifa Germania (e Amburgo) per poter ri-vendicare anche per il porto di Cagliari il diritto di istituire una zona franca fiscale: che se partisse diventerebbe il volano per lo sviluppo dell’Isola.

“Tutto è nato da alcune notizie apprese dalla stampa - spiega Massidda - che par-lano dell’intenzione della Merkel di istitu-ire una zona franca fiscale ad Amburgo”. Attenzione: non una zona franca doga-nale, ma proprio fiscale. La differenza è enorme, sostanziale.

Una zona franca doganale “può essere un vantaggio - spiega Massidda - per le mer-ci che arrivano ad esempio dalla Cina e vengono poi trasportate fuori Schengen. In Turchia per esempio, o in Africa. Non di certo per le merci prodotte e vendute in Europa, che sotto questo regime sa-rebbero sempre sotto la pressione fiscale europea”.

La zona franca fiscale, invece, aprirebbe le porte a veri “sconti” sulle tasse e sui dazi, anche in Europa. Massidda dice: “La Merkel la chiede per fare di Amburgo il primo porto d’Europa? E noi dobbiamo

S

essere pronti a chiedere - tramite il Go-verno Monti - a rivendicare la possibilità di candidarci, con lo stesso ruolo, per il sud dell’Europa. Siamo pronti a muoverci in questa dire-zione: c’è stato un incontro tra i vertici di Cagliari Free Zone, io, Natale Ditel

e Oscar Serci e il tributarista e fiscalista genovese Victor Uckmar: nelle prossi-me settimane potrebbero essere avviati formalmente i primi passi, azioni con-crete per centrare un obiettivo impor-tante non solo per Cagliari ma per tutta la Sardegna”. (g.g)

Il cancelliere tedesco chiede una zona franca per il porto di Amburgo,l’autorità portuale di Cagliari pronta a cogliere l’opportunità:“Se la concedono a loro la vogliamo anche noi”

Page 31: Cagliaripad_26

31

Partecipa al concorso CPadStoryInvia il tuo scritto all’indirizzo [email protected] migliore verrà premiato con un iPhone

Li aspettavo, i carabinieri, e quando sono arrivati non ho fatto molte storie. Perché ho quarant’anni e venti li ho trascorsi bruciando lentamente nell’olio del rimorso; così lunedì mattina, quando mi sono ritrovato i militari del Nucleo operativo davanti alla porta di casa, ho subito offerto i polsi alle ma-nette. Il delitto fu commesso durante un tentativo di ra-pina, la vigilia di Natale del 1980, nella pompa di benzina di via dei Camellieri. Tre giovani col volto coperto e armati di pistole (uno non è mai stato identificato) fecero irruzione nella piccola stanza della cassa, a tarda ora: volevano l’incasso, parti-colarmente ricco perché era sabato, ma il titolare, Luigi Agus, reagì e qualcuno sparò tre colpi. Mentre l’uomo moriva davanti agli occhi di suo genero, i malviventi decisero di fuggire a mani vuote. L’in-chiesta della Procura prese una strada sbagliata, che portò all’arresto di un giovane, tale Spiga, mentre

di me mai nessun investigatore s’interessò. La svolta avvenne il mese scorso, quando Antonio Fadda, il secondo uomo presente la sera del delit-to, già ricercato per l’omicidio del giudice Galia, venne arrestato in Corsica e vuotò il sacco su tutto e anche sull’omicidio del benzinaio, per ottenere i benefici riservati ai collaboratori di giustizia. Disse la verità ma anche una bugia. Infatti non fui io a uccidere Agus: io ero fuori, dove faceva freddo. Facevo il palo: ingenuo e spaesato, come se fosse la prima volta. Eppure mi dichiarai colpevole di omi-cidio: perché Spiga, arrestato con l’accusa di aver fatto parte della banda di rapinatori assassini, morì suicida - da innocente, è ora che si sappia- dopo nove mesi trascorsi in cella d’isolamento. E’ tacendo sul suo conto che sparai il mio colpo di pistola.

(Della raccolta “Racconti per un anno”)

L’assassinodi Vincenzo Melis

I L R A C C O N TO

Page 32: Cagliaripad_26

32

arietto e Peppi Jr, dovendo an-dare all’Edil Expò in Calabria per lavoro, decidono di portarsi

dietro le mogli lasciano i bambini dai nonni, Peppi e Pinuccia.

“Pappai bellixeddusu, che domani non-na e nonno vi portano al Blufà a giocare colle montagne ruspe sull’acqua e dovete essere belli palpanti”. Pinuccia ha cari-cato la tavola di un’infinità di pietanze e vorrebbe che i bambini le consumas-sero tutte.

“Ess o Pinù, esagerada! E itt’as cuxinau po’ Giuliannu Ferrara?”

“Cittirì Peppi, is piccioccheddus dep-pinti pappai po’ cresci! Du bisi ca’ pa-rinti cannasa po’ scudi mendula? Que-sti ragazzini sono anolessici!”

“Nonna ascolta, possiamo fare una cosa, quello che avanza potresti serbar-lo per domani. Basta utilizzare alcuni contenitori ermetici da portare in una borsa frigo così domani avremmo il pranzo pronto e non si sprecherebbe niente” suggerisce alla nonna Cesarino, sempre pacato e preciso.

“Ashcoo Cé, e chistiona in itagliano che nonna non ti capisce!” lo prende in giro Lillo.

“Nonna già ha capito sì! Cesarino vuo-le farne un picchinicchi! Prendi esempio da chi non spreca! Lo sai come si dice? Chi getta con le mani è poi costretto a raccogliere coi piedi!” esclama Pinuccia orgogliosa del buon senso di Cesarino.

Il pranzo, a un certo punto, viene inter-rotto dallo squillo del cellulare di nonno Peppi che si allontana per rispondere.

“Bambini, hanno chiamato le vostre mamme, vi volevano avvisare che s’a-mighixeddu vostro, Luigi, l’hanno inci-dentato, investito dall’apixedda de cussu imbriagoni de Chiccu Damingiana e si trova in ospedale, è molto aggravato”.

Di colpo Lillo e Cesarino cambiano espressione.

“Nonna domani ci accompagneresti all’ospedale, vorrei andare a vedere come sta Luigi” chiede con gli occhi lucidi Cesarino.

“Oh Cé! Mashtai shhcherzando? Do-mani dobbiamo andare in gita al Blu Fan!” si lamenta Lillo.

“Lillo! Tornane indietro quello che hai detto! Immediatamente! Un tuo com-pagnetto sta morendone e tu stai a pensare ai giochi? Mi stai lasciando di

M

Lezioni di vita

Nonno Peppi cerca di insegnare la

generosità ai nipotini Lillo e Cesarino

di Alessandra [email protected]

L A I F S TA I L

La famiglia Usai

Commenta l’articolo su www.cagliaripad.it

Page 33: Cagliaripad_26

33

stuppo, sono illibito!” Peppi è furioso.

“Ma nonno…” prova a giustificarsi Lillo.“Venite qui” il nonno si alza da tavola e si dirige verso il salotto “è proprio il momento che vi racconti una storia vi-sto che Lillo non ha l’idea più pallida di cos’è la generosità e il pensiero per il prossimo!!!”.

I bambini lo seguono e gli si siedono intorno. “Quando ero piccolo, siccome che eravamo un sacco di fratelli, avevamo cominciato a bisticciare sempre, per-ché uno era sempre geloso dell’altro. Eravamo arrivati a controllare chi ave-va più zuppa nel piatto e chi ne aveva meno e mamma, vostra bisnonna (ri-posi in pace), non sapeva più che pesci pescare. Un giorno che mi ero preso a colpi col più piccolo, Giannettu, e gli avevo rotto il naso perché si era man-giato la mia fetta di civraxiu, mamma nel momento nemmanco ci picchiò con su tirafogu, e questo ci sembrò anche un po’ strano. La sera, all’ora di cena, eravamo arrivati in cucina e ave-vamo trovato due tavoli apparecchiati. Uno era pieno di un sacco di roba da mangiare, c’era addirittura un civraxiu intero, e il piatto era pieno colmo di gnocchi di patate al sugo, cosa che di solito ci potevamo permettere solo per Natale e Pasqua. Nell’altro tavolo cera-no soltanto delle mezze cipolle su ogni piatto, con forchetta e coltello accanto. La cosa strana del primo tavolo era che non c’erano posate normali, ma accoz-

per ultima con Giannettu, si era seduta a tavola. Aveva preso la forchettona, la aveva af-fondata nel piatto del fratellino e l’ave-va imboccato da lontano”.

Peppi si ferma e osserva Lillo e Cesa-rino per vedere se hanno afferrato il senso del suo racconto.

“Bellissima nonno. Stima per bisnon-na, non poteva darvi un insegnamento più giusto” commenta Cesarino.

“Bravo Cesarino, vedo che hai capito. E tu, Lillo, as cumprendiu qual è il mo-lare della storia?” il nonno si rivolge al secondo nipotino.

“E certu” risponde stizzito lui “podisi finzese traballai e segai sa schina…ca funti sempr’is attrusu a pappai!”.

zata in ogni sedia c’era una canna di le-gno lunga lunga con alla punta legata una forchetta con lo spago.

Mamma allora ci aveva detto che pote-va mangiare solo chi prendeva la for-chetta lunga lunga prendendola all’e-stremità, e senza imbrogliare doveva riuscire a portare la roba da mangiare alla bocca. Gli altri, chi non ci riusciva, doveva mangiare cipolla nell’altro tavo-lo. Dovevamo provarci in coppia.

Eravamo tutti disperati perché con quella forchetta di un metro era impos-sibile riuscirci. Solo Giovanna, la secon-da, era tranquilla tranquilla.

A turno avevamo iniziato a provare ma nudda! Chi cercava di allungare il collo, chi le braccia in posizioni da controzioni-sti. Nessuno ci riusciva. Giovanna poi,

Page 34: Cagliaripad_26

34

C O L P I D I P E N N A

Nome:Lexa

Professione:Scrittista (tra giornalista e scrittrice)

Segni particolari:Sentimental-spaccona di un metro e una penna

[email protected]

Il mito della donna che pensava

i dice che un tempo una donna bellissima, stufa di essere apprez-zata solo per le sue fattezze, decise

di mostrare a tutti di essere una donna che sapeva anche pensare. Così si mise a sedere su un gradino lungo la stra-da del paese e, poggiato il mento sulle mani e i gomiti sulle ginocchia, iniziò a pensare.

Passavano le ore e passavano i pas-santi che, notandola, le chiedevano:“Chi sei tu bella donna? E che fai qui seduta?”

“Io sono una donna che pensa” ri-spondeva lei soddisfatta, ma loro se ne andavano non trovando la cosa in-teressante.

Passavano i passanti e passavano le ore. A un certo punto una grossa si-gnora dal passo silenzioso le si avvi-cinó e senza dirle niente si mise accan-to a lei e vi restó, muta e altéra.“Chi sei?” Chiese la donna che pen-sava.

“Sono la solitudine” rispose lei e le rimase ferma accanto senza dare piú nessuna spiegazione.

Ma la donna che pensava non si sco-raggiò e volle continuare a stare lí per far vedere a tutti la sua dote.

Passavano le ore e passavano i pas-santi, tutti ormai conoscevano la donna che pensava accompagnata dalla solitudine. Un’altra figura fem-minile, magrissima e molto alta, si presentò davanti a loro e senza dire niente si mise a sedere accanto alla donna che pensava, talmente vicino che la sfiorava.

“Chi sei?” Le chiese allora lei

“Sono la fame” rispose con voce rauca.Ma la donna che pensava non si sco-raggiò e volle continuare a stare lí a far vedere a tutti la sua dote.

Passavano le ore e passavano i pas-santi che vedevano la donna che pen-sava con solitudine e fame. La donna che pensava faticava ormai anche a pensare e, mentre cercava di valutare se ormai tutti avessero capito che lei non era solo una donna bella, si av-vicinò un’altra signora, vestita con un lungo abito nero, che le chiese:“Sei tu la donna che pensa?”

“Si sono io” rispose lei soddisfatta

“E che altro fai?” Continuó la sco-nosciuta

“Penso e basta, con solitudine e fame che non mi abbandonano. Ma tu chi sei?” replicó.

“Io sono la morte”.

La donna che pensava si accasció per terra e stringendo i pugni esaló il suo ultimo respiro.

Da qualche parte si trovano ancora i resti della sua tomba:

“Qui giace la donna che pensava e che a furia di pensare incontró solitudine, fame e morte”.

S

Commenta l’articolo su www.cagliaripad.it

Page 35: Cagliaripad_26

35

Il mito della donna che pensava

l’orto dì casa tua.

PeperoniRossi e gialli

Mele

VIENI A TROVARCIA CAGLIARI

OFFERTE VALIDEFINO AL

25 SETTEMBRE

VIA COCCO ORTU 99VIA TOLA 5

l’orto dì casa tua.

l’orto dì casa tua.

1,49/kg

0,99/kg

Royal

Scarola

0,99/kg

Page 36: Cagliaripad_26

36

ESEpaginaCagliariPad_06.09.2012.indd 1 06/09/12 12:43