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Anno II numero 22 3 luglio 2012 Quindicinale gratuito di informazione e costume Omaggio alla spiaggia che fu un gioiello e che ha vissuto un’estate felice e un tramonto tragico. A dieci anni da un ripascimento devastante facciamo un’immersione profonda nell’abisso dei troppi errori commessi Poetto, da qui all’ eternit

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La rivista di informazione e approfondimento del Sud Sardegna

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Anno II numero 22 3 luglio 2012

Quindicinale gratuito di informazione e costume

Omaggio alla spiaggia che fu un gioiello e che ha vissuto un’estate felice e un tramonto tragico. A dieci anni da un ripascimento devastante facciamo un’immersione profonda nell’abisso dei troppi errori commessi

Poetto, da qui all’eternit

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2 libera informazione sarda

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sommarioAnno II numero 22 3 luglio 2012

OPINIONI

INSIEME PER L’ETERNIT

SUL LUNGOMARE UNA PIOGGIA DI MILIONI

CHIOSCHETTI IN ALTO MARE

“AMIANTO, ORA STUDI EPIDEMIOLOGICI PER CAPIRE L’ENTITÀ DEL PROBLEMA”

ULTIMA SPIAGGIA

EX PINETA LUNGO MARE TRA CANONI E PROGETTI

ESTATE CALDA E I CONCERTI SE LA SQUAGLIANO

CHIOSO CHE VAI, PREZZI CHE TROVI

INSOLITO POETTO

“LA BELLA ADDORMENTATA NEL BOSCO”

I VOSTRI RACCONTI

OSPEDALE MARINO VA IN SCENA LA COMMEDIA ALL’ITALIANA

DOMANDE E RISPOSTE

I BAMBINI E LA CITTÀ DEI LORO SOGNI

MISS ITALIA

LAIF STAIL

COLPI DI PENNA

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Editore GCS - Green Comm Services S.r.l. - Direttore responsabile Guido Garau - Hanno collaborato: Alessandra Ghiani, Lexa, Alessandro Desogus, Ennio Neri, Carlo Poddighe, Laura Puddu, Maria Grazia Pusceddu, Claudia Sarritzu, Michela Seu, Simone Spiga - Fotografie Alessandra Ghiani - Ritratti Giulia Fulghesu - Grafica XL Luca Crippa - Stampa Grafiche Ghiani - Monastir - Cagliari Pad Sede legale in via Giotto 5, 09121 - Cagliari - Redazione in Largo Carlo Felice 18, 09124 Cagliari - www.cagliaripad.it [email protected] - Tel. 070 332 1704• 342 599 5701 - Autorizzazione Tribunale di Cagliari 15/11 del 6 settembre 2011Anno II numero 22 3 luglio 2012

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I L D I R E T TO R E

GUIDO [email protected]

da qui all’eternitPoetto

n numero sul Poetto. Per riordinare con la ragione i conti che non tornano nella realtà. Omaggio alla spiaggia che fu un

gioiello – undici chilometri di sabbia bianchissima – che ha vissuto un’estate felice e un tramonto tragico: a dieci anni dal ripascimento devastante (“tra qualche tempo tornerà tutto come prima”, dicevano) proviamo a fare un’immersione profonda nell’abisso dei tanti, troppi errori commessi.

La rivelazione è abbagliante: il lifting selvaggio com-piuto sull’arenile, come un’onda anomala, ha creato uno sconquasso geologico e antropologico senza pre-cedenti. Restano una ferita mai rimarginata e una carrellata di sconfitte da non ripetere. La morale è un paradosso, quella sorta di parossismo tutto sardo che dice “sarebbe stato meglio lasciare tutto com’era”, tipico delle consta-tazioni dei popoli vinti, che condannano la ricerca di nuove soluzioni piuttosto che inchiodarne i colpevoli. Si poteva far meglio e di più, invece, ieri con il ripasci-mento e oggi con l’amianto.E allora cominciamolo di nuovo, questo viaggio verso quel mondo fantastico e avventuroso che fu per molti

di noi la patria dell’esuberanza fisica e del-la libertà, e torniamo a pensare a un modo per espiare la colpa di aver stravolto (forse)

per sempre l’equilibrio perfetto di un arenile color zuc-chero. Ripensiamo a un risarcimento verso la natura, certo, ma soprattutto a ricostruire il nostro mondo sen-timentale, la nostra metafisica dell’indimenticabile, con tenacia, ripartendo dalle macerie e dai granelli di sabbia color topo e da ciò che è stato devastato per provare a ri-cominciare da capo, per riavere indietro le cose perdute.

Prendiamo posto tra i vagoncini bianchi del tram che portavano al mare fino ad arrivare all’attuale pena, al rammarico, al rancore e alla piena consapevolezza di ciò che è stato. Tenere vivo il ricordo è il primo passo per provare a creare uno spartiacque tra ciò che è accaduto e ciò che ancora si può salvare. Il pensiero tenta la strada di una restituzione piena. Non è un percorso indolore, ma bisogna affrontare il viaggio.

(Dal prossimo numero Cagliaripad torna ad essere di-stribuito come inserto di Vendesi. Il maggiore impegno legato al grande successo del nostro sito ci spinge verso un rafforzamento dell’edizione on line).

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O P I N I O N I

ZACCAE PONI

Amianto, tra silenzio (di ieri) e ipocrisie (di oggi)La storia del Poetto non è altro che la vicenda dei cagliaritani e di chi a Ca-gliari ha soggiornato anche per un bre-ve periodo. Chi di noi non frequenta la spiaggia del Poetto anche d’inverno? Una storia lunga oltre 90 anni: infatti nel 1924 il Comune ottenne dallo Stato la concessione di circa 283 mila metri quadrati di spiaggia, e così furono im-piantati i casotti e le colonie marine. Pri-ma di quel periodo il Poetto non era la spiaggia dei cagliaritani che preferivano il litorale di Giorgino. Tra gli anni ‘20 e i primi anni ‘30 il Poetto raggiunge il massimo dell’organizzazione civile, del-la vitalità e dello splendore dell’arenile. Sorge a seguire anche la Colonia Marina Dux, imponente struttura architettoni-ca che serviva per favorire le famiglie

Il guastafestedi Simone Spiga

meno abienti. L’anno di svolta per il Po-etto è il 1986 quando l’amministrazio-ne comunale del sindaco Dal Cortivo, decide di abbattere tutti i casotti perchè, dopo un lungo dibattito, si è ritenuto necessario colmare la grave situazione sanitaria nel litorale. L’abbattimento dei casotti è avvenuto nell’inverno dello stesso anno con mo-dalità molto veloci e senza alcuna veri-fica sullo smaltimento del materiale dei casotti. Eternit e tanto altro materiale si è dissolto sulla spiaggia. Negli anni in diverse occasioni si è par-lato della presenza di amianto nella spiaggia del Poetto: ci risulta uno studio dell’Università di Cagliari, ma anche durante la discussione accesa del ripasci-mento, proprio durante una conferenza

Il Pdl perde uno dopo l’altro tutti i mag-giori Comuni dell’isola. Vabbè che tutto inizió un anno fa con l’anatra zoppa, ma ora siamo addirittura al tiro al piccione!

La guerra è impedire al nemico di difendersiLa guerra non è che un duello su vasta scala. La mol-titudine di duelli particolari di cui si compone, consi-derata nel suo insieme, può rappresentarsi con l’azione di due lottatori. Ciascuno di essi vuole, a mezzo della propria forza fisica, costringere l’avversario a piegarsi alla propria volontà; suo scopo immediato è di abbat-terlo e, con ciò, rendergli impossibile ogni ulteriore re-sistenza. La guerra è dunque un atto di forza che ha per iscopo di costringere l’avversario a sottomettersi alla nostra volontà.

L’angolino del filosofodi Carl Von Clausewitz*

La forza intesa nel suo senso fisico (poiché all’infuori dell’idea di Stato e di Legge non vi è forza morale) co-stituisce il mezzo; lo scopo è di imporre la nostra volon-tà al nemico. Per raggiungere con sicurezza tale scopo occorre che il nemico sia posto nella impossibilità di difendersi; e questo è, per definizione, il vero obbiet-tivo dell’atto di guerra, esso rappresenta lo scopo, e lo respinge, in certo qual modo, come alcunché di non appartenente alla guerra propriamente detta.

*”L’arte e la guerra”

di servizi, l’Associazione ambientalista Fare Verde denunciò la presenza di parti-celle e blocchi di amianto, ma la denun-cia passò in silenzio.Il ripascimento ha mescolato la sabbia e solo dopo diversi anni sono ricomparse le lastre di amianto e solo quest’anno ad opera di un cittadino coraggioso il pro-blema è diventato argomento da prima pagina. Oggi l’ipotesi di monitoraggio della spiaggia ci sembra una presa in giro, il pericolo reale dell’amianto, non è il pezzo più o meno grande, ma le polveri sottili che sono nell’aria del Poetto ormai da tanti anni e l’azione di monitoraggio e pulizia dall’amianto è una ipocrisia dell’amministrazione comunale attuale, dopo il grave silenzio della precedente..

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L’affrorismadi Enrico Secci

Matricole convinte di trovare il principe azzurro alla casa dello studente e invece trovano nerd caddozzi a fragh’e autoerotismo?

Ripascimento, un danno incalcolabileLa stima, quella esatta, dei danni causati dal ripasci-mento è incalcolabile. Più semplice invece fare i conti per pianificare un nuovo intervento, magari soft e per gradi. Servirebbero almeno 15 milioni di euro. Per fare bene i conti sono al lavoro tre tecnici. Tre consulenti incaricati dai legali della Provincia nominati dai legali che tutelano la Provincia, nella causa civile contro l’ati (associazione temporanea di imprese) che ha eseguito il nefasto ripascimento della spiaggia che da bianca e soffice è diventata grigia e granulosa. I tecnici dovran-no rispondere a due domande essenziali: a quanto ammontano i danni causati dal ripascimento? E poi, sarà possibile, un giorno, ritrovare il Poetto come era prima? E quanto costerà? Difficile rispondere al primo quesito. Le difficoltà maggiori staranno tutte nel com-prendere se si è verificato un danno ambientale, per-ché questo è un concetto controverso che sino ad oggi (come recita l’articolo 300 del Testo unico dell’ambien-te) è inteso come danno fisico chimico al suolo, alle acque o alle sorgenti, all’aria o alla salute umana. E’, ol-tretutto, un diritto in formazione la cui tendenza por-terà a tutelare maggiormente non solo gli habitat ma

Il puntodi Ennio Neri

GEMELLI DIVERSI Nera fuorima rossa dentro

Francesca BarracciuConsigliere regionale Pd

Moriticia Addams(Anjelica Huston)

anche i beni comuni immateriali quale, in prim’ordine, il paesaggio, così come chiaramente previsto dal codice Urbani. Insomma, deciderà il giudice sulla base di un equo indennizzo, come è accaduto in primo grado alla Corte dei Conti (che ha stabilito un risarcimento di 4, 8 milioni di euro all’erario). Mentre un nuovo rinasci-mento è possibile. Magari soft e per gradi: cento mila mc di sabbia delle cave del Campidano (quelle compa-tibili col Poetto di una volta) costerebbero 3 milioni di euro. Nel 2002 furono utilizzate 370 mila mc di sabbia estratta dai fondali per tutta la spiaggia. Poi ci sarebbero i costi per la manodopera. Cos’è accaduto dieci anni fa sul litorale dei cagliaritani lo sanno tutti. Per la fretta si è adeguato un progetto nato per la sabbia di cava al prelievo da mare, deciso all’ultimo minuto e senza nes-sun controllo preventivo. Questo nonostante ci fossero due studi, commissionati dalla stessa Provincia, che af-fermavano come nel Golfo di Cagliari non esistessero sabbie simili a quella del Poetto. E ora i periti sono al lavoro. Terminati i sondaggi e i rilievi i tecnici procede-ranno secondo le cadenze temporali date dal giudice, che ha imposto la consegna per il giugno 2013.

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P R I M O P I A N O

Insieme per l’eternitutto ha inizio il due maggio scor-so: un cittadino cagliaritano, Franco Anedda, trova dei detriti

ambigui tra la quarta e la quinta fermata del Poetto. Insospettito, invia un espo-sto al prefetto, al sindaco, alla Procura della Repubblica, alla Asl numero otto e al ministero dell’ambiente, segnalan-do la rischiosa presenza di manufatti in cemento-amianto. Fortemente usurati per effetto del contatto con la sabbia, a prima vista appaiono come residui della demolizione dei casotti (avvenuta nel 1986). La conferma che si tratti di amianto arriva a fine maggio da parte dell’Arpas, l’Agenzia regionale per la protezione ambientale, alla quale la Asl

Non c’è pace per il Poetto. La Spiaggia dei centomila,

già sfregiata da un ripascimento disastroso,

diventa off limits causa amianto.

Cronistoria del lento suicidio di una spiaggia che fu d’avorio

aveva inviato i campioni prelevati. Il Comune di Cagliari è intervenuto e, in questo momento, sono in corso i lavori per la pulizia del litorale dalla quarta fermata all’ospedale marino, ma non si esclude che si proseguirà fino all’ottagono se ciò dovesse rivelarsi ne-cessario strada facendo.

L’intera operazione dovrebbe termi-nare entro fine luglio. Il costo dei la-vori? Circa duecentomila euro. Per la precisione, centonovantatremila euro più iva.“Non dobbiamo sottovalutare la vi-cenda – dice Pierluigi Leo, Assessore ai servizi tecnologici – ma non è nemme-

T

di Laura [email protected]

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no il caso di creare allarmismi, perché i frammenti ritrovati sono adiacenti alla strada”.

La zona è stata delimitata, si lavora di notte e all’alba e si procede a scaglioni. In questo modo, terminata la pulizia, un lotto, può essere aperto al pubblico, evitando di rovinare la stagione balne-are dei bagnanti e dei gestori dei chio-schetti. Anche se, per questi ultimi, il danno già è abbastanza consistente: sono trentadue gli operatori che accu-sano il colpo, tra titolari dei chioschetti appena montati dopo la demolizione dello scorso anno e degli stabilimenti balneari. E potrebbe non essere finita. Infatti, “la sabbia verrà ripulita – pro-segue Leo – e l’eternit rinvenuto sarà analizzato dall’Arpas per capire se ci sia stato o no lo sfibramento”. Se così fosse, allora occorrerà eseguire una vera e propria bonifica che richie-derà molto tempo, una spesa maggiore

e, eventualmente, anche lo spostamen-to sicuro dei baretti. Senza considerare il pericolo per la salute dei bagnanti. “Noi pensiamo e ci auguriamo che ciò non sia accaduto, ma aspettiamo i ri-sultati dei primi campioni” ha termi-nato Leo.

Inoltre, non tutti credono all’ipotesi che l’amianto ritrovato presso la spiag-gia dei centomila sia un residuo della demolizione dei casotti. C’è chi pensa che qualcuno abbia col-posamente cosparso questi manufatti perché, in questi anni, nessuno aveva mai notato i detriti. Per questo moti-vo, la Procura ha aperto un fascicolo contro ignoti: le indagini mirano non solo a individuare eventuali responsa-bilità per lo spargimento di amianto al Poetto, ma anche a scoprire se ci siano state o no delle contaminazioni che possano essere pericolose per la salute dei bagnanti.

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La spiaggia è destinata a cambiare volto molto presto.Da Marina piccola al centro benessere dell’Ospedale Marinoecco come cambierà la spiaggia dei centomila

Sul lungomareuna pioggia di milioni

alla nuova Marina Piccola al centro benessere dell’Ospe-dale Marino, passando per

il lungomare pedonalizzato. O magari arrivando ai nuovi baretti in bici o con la metroleggera. Sembra un futuro irraggiungibile, ma una pioggia di milio-ni sta par cadere sul Poetto. E la spiaggia è destinata coaì a cambiare volto. Molto presto.

di Ennio Neri

Lungomare. Il progetto per la riqualificazione del lungomare ha superato l’ultimo scoglio (il via libera degli uffici tecnici regiona-

li) e sta per andare in gara. La strada (da Marina Piccola all’Ottagono) sarà lastri-cata, pedonalizzata e affiancata da una pista ciclabile di 3, 2 km. Ci saranno poi le stazioni per il parcheggio delle biciclette private a quelle per il bike sharing. E poi

arredi urbani (panchine e fontane), illu-minazione pubblica e progettazione del verde nuovi di zecca. L’importo previsto, quasi 13 milioni di euro. La stessa somma è stata stanziata da Floris. Ma nella scorsa consiliatura il centrodestra non ha mai ottenuto l’ok della Regione e Zedda ha recuperato in extremis i fondi. La conclu-sione dei lavori prevista entro l’estate del 2014.

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L’ I N C H I E S TA

Ospedale Marino. Il progetto (lavori ag-giudicati alla ditta Prosperius di Firenze) mira a trasformare il rudere in centro di riabilitazione di alta specialità e un centro benessere. Al piano terra si troveranno mense, le la-vanderie e i locali per i servizi tecnologici e sul lato opposto (rivolti verso il mare) la palestra, le piscine coperte e la zona trat-tamenti, mentre le funzioni idroterapiche ed elioterapiche si troveranno nel sola-rium (con vista su spiaggia, mare e Sella del Diavolo). Al primo e al secondo livello le camere per la degenza (la mensa rivolta al mare). Mentre all’ultimo piano si troverà il Cen-tro benessere. All’esterno, collegato da percorso di tende e ombrelloni, le zone per la ristorazione e la piscina per la gin-nastica acquatica. Lavori a termine entro due anni.

Marina Piccola. Stanno invece per con-cludersi i lavori per Marina Piccola, dove,

grazie a uno stanziamento complessivo di 1,9 milioni di euro, sarà risistemato il por-ticciolo. Le opere prevedono un riassetto e abbellimento con materiali di pregio soprattutto della strada d’ingresso e della passeggiata verso il porticciolo turistico. Saranno ricostruite nuove recinzioni in pannelli di legno iroko ed elementi in tela metallica e acciaio ad uso architettonico, nella nuova recinzione saranno ricavate cinque panche in cemento legno con ta-volini e si prevede il riordino del servizio igienico ‘’casotto antico’’. Si costruiranno i marciapiedi, oggi inesi-stenti, nei tratti lato mare e lato monte. Infine sono previsti due nuovi pontili in legno, di 16 e 21 metri, e l’allungamen-to dello scivolo in calcestruzzo sul molo martello a supporto delle attività dei gruppi sportivi. Panche metalliche, salva radici, cestini prefabbricati, fontane e verde arrederan-no le nuove opere. Lavori conclusi entro l’anno.

Nella pagina di sinistra un’immagine

dell’Ospedale Marino nel progetto

della ditta Prosperius di Firenze

In alto uno scorcio di Marina Piccola

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on si può certo dire che i chioschi del Poetto navi-ghino in acque chete. A

turbare i proprietari, e di conse-guenza i loro dipendenti, sono le forti preoccupazioni legate da un lato ai debiti contratti per costruire le strut-ture, dall’altro ai mille dubbi sul tema “rimozione”.Una cosa, infatti, è certa: sul limite di apertura dei chioschi non c’è certezza. Poiché il Pul (piano di uti-lizzo dei litorali) non è ancora stato auto-rizzato, vigono le regole del Puc (piano urbanistico comunale). Stando a queste disposizioni, le nuove strutture dovreb-bero essere smontate entro e non oltre il 31 ottobre prossimo; l’approvazione in Consiglio comunale di una proroga,

tuttavia, ha fatto slittare il li-mite al primo gennaio 2013. Spunta, però, una terza ipote-si: la non-rimozione. Entro il 30 ottobre tutti e 72 i Comu-

ni della Sardegna confinanti con le coste dovranno predisporre il Pul: se quello di Cagliari verrà approvato, i manufatti del Poetto potranno restare stabili per 12 mesi all’anno. Con buona pace di eser-centi e cagliaritani.

Fine dei timori? Niente affatto. La pre-senza di amianto sul litorale ha inferto il colpo di grazia: bonifiche tra la Quarta e la Quinta fermata, ossia sul primo lotto (coinvolti sei chioschi più due stazioni balneari), sul secondo (sei chioschi e tre

stazioni) e poi sul terzo (quattro chioschi e due stazioni) hanno di fatto messo in ginocchio l’intera economia del Poet-to: difficile, al momento, quantificare il danno economico complessivo, ma più che i numeri parlano i fatti: alcuni esercenti hanno già lasciato a casa i di-pendenti, altri pensano addirittura di abbandonare l’impresa.«I proprietari dei chioschi hanno fatto grandi sforzi per adeguare alle norme le proprie attività – ha spiegato il loro portavoce Sergio Maxia – e qualcuno di loro ha persino dovuto chiedere pre-stiti bancari». Di cui la prima rata scade improrogabilmente il 30 giugno. «Chie-diamo l’intervento della Regione, nella persona dell’assessore al Turismo Luigi Crisponi – ha proseguito Maxia – affin-ché riconosca una parziale copertura dei danni subiti, oppure riesca a fare slittare la data di pagamento. La chiusura forza-ta dei chioschi non è dovuta a negligen-za da parte dei proprietari, ma casomai a una cattiva amministrazione delle isti-tuzioni».

E per la movida notturna? «A breve dovremmo ottenere le autorizzazioni, – ha risposto Antonio Congera, titola-re del Capolinea dall’86 (ma il padre lo possedeva dal ’52) – dopodiché potrem-mo dare il via alla stagione». Imprevisti permettendo.

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Le nuove strutture dovrebbero essere smontate entro e non oltre il 31 ottobre prossimo; l’approvazione in Consiglio comunale di una proroga, tuttavia, ha fatto slittare il limite al primo gennaio 2013. Spunta, però, una terza ipotesi: la non-rimozione. Ma la presenza di amianto sul litorale potrebbe dare un colpo da ko

Chioschetti in alto mare

L’ I N C H I E S TA

di Michela [email protected]

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di Claudia [email protected]

lavori di bonifica attualmen-te in corso sono necessari e non potevano essere ri-

mandati nel tempo. Lo dicono anche gli esperti. È certo che per la Giunta Zedda scoprire l’amianto nella spiaggia dei centomila all’inizio del secondo anno di mandato non è stato un colpo di fortuna. Resta infatti il rischio che sia gli esercenti che i bagnanti possano non capire il gesto dovuto dell’amministrazione. (Guarda il video girato al Poetto nel sito www.cagliaripad.it ).

Ma quanto hanno rischiato e quanto rischiano attualmente gli abituali ba-gnanti del Poetto in questi anni, fre-quentando una spiaggia dove è presente il pericoloso eternit?L’abbiamo chiesto a uno dei maggiori esperti in Sardegna, il professor Antonio Contu del dipartimento di Sanità pub-blica e di Igiene.

L’amianto disperso dopo la demoli-zione dei vecchi casotti a parer suo quanto è pericoloso oggi e quanto è stato pericoloso in questi 25 anni per la salute dei cagliaritani?Si potrebbe ipotizzare che il problema amianto potesse essere presente già pri-ma della demolizione dei casotti essen-do l’ambiente marino più favorevole al

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Cosa rischiano i cagliaritani che per anni hanno frequentato l’arenile del Poetto? Risponde professor Contu del dipartimento

di Sanità pubblica e di Igiene

“Amianto, ora studi epidemiologici per capire la gravità del problema”

degrado delle coperture in eternit dei casotti. Pertanto il problema potrebbe essere considerato per tempi più lunghi.

L’area andrebbe bonificata subito o per evitare il disastro economico si può attendere anche al prossimo au-tunno?Per quanto riguarda l’esposizione degli utenti dell’arenile e delle aree limitrofe, nel passato e al presente, è necessario che le Autorità preposte (Ras; Asl 8; Arpas.) intervengano con tempestività con uno studio di “Valutazione del rischio”, con studi epidemiologici e con rilevamenti analitici sistematici mirati ad accertare l’entità e l’area interessata al problema. Solo successivamente ai risultati ottenu-ti potranno essere prese delle decisioni congrue e giustificate. E’ ovvio che, per diverse motivazioni contingenti, si dovrà agire in tempi piuttosto celeri.

La povere alzata dal vento può essere pericolosa anche per i residenti nelle dimore di fronte alla spiaggia?Essendo l’inalazione la via di acquisi-zione delle fibre da parte dell’uomo è evidente che risulta più esposto chi vie-ne più facilmente a contatto con le fi-bre eventualmente presenti nelle sabbie. Non credo che al momento attuale sia

possibile ipotizzare altre soluzioni senza rischiare di essere particolarmente drasti-ci o superficiali.Non esiste una fascia di età più a rischio, per valutare questo aspetto della vicen-da bisogna usare come metro di misura l’esposizione maggiore o minore che un soggetto ha avuto in questi anni alle fi-bre di amianto. Per capire questo dovremmo anche sa-pere in che modo il ripascimento ha di-stribuito e sparso la polvere in più zone. In queste settimane si avrà un quadro più chiaro.

Analisi di fibre di amianto

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ultimo colpo che il Poetto accusa, in ordine di tempo, è il ritrovamento dell’amianto sulla propria spiaggia.

E’ una ghiotta occasione per riflettere su una nefasta ricorrenza: sono infatti tra-scorsi 10 anni dal ripascimento, effettuato nel marzo 2002, che ha stravolto il litora-le (forse non) più amato dai cagliaritani. Gioverebbe probabilmente un excursus storico di questa bellissima spiaggia fossile e magari riflettere, appunto, su come po-trebbe essere il suo futuro. A fine ottocen-

Ultima spiaggiaIl litorale cagliaritano, negli ultimi cinquant’anni, è arretrato di 20 metri. Nessuno ha studiato il modo in cui il moto ondoso si riprende la sabbia: perché? Capire come ripristinare il sistema dunale è il primo passo. Guardare a modelli di ripascimento virtuoso come Miami il secondo. di Alessandro Desogus

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F O C U S O N

to la spiaggia d’elezione dei cagliaritani è il Giorgino, più vicino alla città e raggiun-gibile a piedi. Solo nel nuovo secolo, con l’avvento dei primi mezzi pubblici (l’inau-gurazione del tram a vapore è del 1912) la gente si sposta in massa verso il Poetto, con alte dune bianche di sabbia finissima. Nasce la “spiaggia dei Centomila”, sor-gono stabilimenti balneari come il Lido e il D’aquila e il litorale diventa meta di avvenimenti mondani. La vita della città, almeno d’estate, si sposta tutta qui.

La sabbia però fa gola anche ai co-struttori, che iniziano un prelievo co-stante che almeno fino al 1946 non crea grossi danni. Dal dopoguerra il prelievo diventa incontrollato: inizialmente con regolari autorizzazioni, sia dalla spiaggia emersa sia dai fondali, poi abusivamen-te, spostandosi dall’ ovest sempre più a est arrivando ai fondali di Villasimius. Il prelievo dal fondo aumenta il moto ondoso e il depauperamento del litora-le, e la rottura dell’equilibrio tra sabbia

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superficiale e scheletro sottostante ghia-ioso, ne amplifica l’azione erosiva.

La rottura del già precario equili-brio del sistema dunale avviene con la costruzione della strada litoranea, e la spiaggia lentamente, ma inesorabil-mente, arretra. Arriviamo così al 1985: dopo un ripascimento sperimentale alla prima fermata, avviene il fatidico abbattimento dei casotti, alternativa popolare ai più costosi stabilimenti; avvenimento controverso poichè alcuni

ne sottolineano l’effetto barriera men-tre altri li demonizzano. Rimane il fatto che la spiaggia, in più di cinquant’anni, è arretrata di 20 metri. Il ripascimento non sembra aver mi-gliorato la situazione se dopo tanto tempo ci ritroviamo con una spiaggia fatiscente. La sensazione è quella di aver perso dieci anni.

Dieci anni in cui si poteva solamente osservare, magari studiando il modo in cui il moto ondoso si riprendeva la

spiaggia, oppure come i venti ne modi-ficavano l’assetto a piacere. Capire come ripristinare il sistema du-nale e come la scomparsa della spiagge sommerse e della poseidonia abbiano amplificato l’effetto erosivo. D’altronde esistono ripascimenti che hanno funzionato: la spiaggia di Mia-mi, varie spiagge cubane e per rimanere a casa nostra, in Adriatico si sono otte-nuti risultati soddisfacenti. A noi sono solo mancati i fondamenta-li: soldi, tempo e raziocinio.

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16

H I N T E R L A N D

Parla Carlo Melis presidente della commissione urbanistica di Quartu. “Vogliamo valorizzare queste aree, ampliamo subito le postazioni con strutture coperte”

Ex pineta sul lungo maretra canoni e progetti

ono in continuo divenire le trattative tra il comune di Quartu Sant’Elena e gli imprenditori che hanno in conces-

sione le aree dell’ex pineta sul lungomare Poetto e non pagano i canoni da anni. Gli arretrati che i concessionari devono all’amministrazione ammontano a centi-naia di migliaia di euro ma si sta cercando comunque di trovare un accordo per ri-solvere questo problema. Alcuni impren-ditori hanno già ricevuto la notifica di de-cadenza anche se svolgono ancora le loro attività, con altri invece sono in corso le contrattazioni per cercare di regolarizzare la loro situazione ed evitarli la revoca. “Al momento – dice Carlo Melis, presidente della commissione Urbanistica – siamo in una fase transitoria, noi abbiamo tut-ta l’intenzione di valorizzare queste aree

S ma se gli imprenditori non pagano è giusto che lascino il posto ad altri”. L’obiettivo dell’amministrazione rimane infatti quello di rilanciare il litorale attraverso una serie di attività diversificate. A tal proposito il consiglio comunale ha anche approvato la delibera che consente agli imprenditori di ampliare le loro postazioni con strutture coperte.

Le aree a rischio. Attualmente delle nove aree date in concessione nell’ex pineta del poetto di Quartu, sono cinque, secon-do i dati aggiornati qualche settimana fa dall’ufficio patrimonio del comune, quel-le non ancora in regola per cui si sta cer-cando di trovare una soluzione. Tra queste

c’è la cooperativa All Friends che ha un canone annuo di 10.600 euro e non paga dal 2005. Ha già ricevuto la notifica di decadenza ma al momento è ancora in attivi-

tà. C’è poi la società G&G con due con-cessioni (per parcheggi, bar e attività spor-tive nel settore nautico) che ha proposto al comune il pagamento immediato del canone del 2012 e quello rateizzato degli arretrati. Inoltre, previo annullamento del provvedimento di decadenza, mette a disposizione le aree parcheggio per tutto il periodo estivo. Ci sono poi la società Lobus srl che ha due concessioni e l’altro Poetto, tutte dello stesso proprietario, in arretrato dal 2009, che hanno avanzato le stesse proposte della G&G.

I progetti per rilanciare il litorale. È solo di qualche settimana fa l’approvazione da parte del consiglio comunale di una de-libera che consente di costruire nell’area dell’ex pineta, modificando le strutture leggere coperte e aperte con strutture chiuse fino a 50 metri quadri da destinare esclusivamente alla ristorazione. L’obiettivo è di vedere valorizzata al me-glio questa parte di litorale la cui defini-zione avverrà però soltanto con l’appro-vazione del Piano di utilizzo dei litorali che non entrerà in vigore prima dell’anno prossimo.

di Maria Grazia [email protected]

Foto del Poetto di Quartu Sant’Elena

di Francesco Dotti, da internet

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17

estate finalmente è arrivata ma a Cagliari e dintorni gli spettacoli musicali e gli eventi sportivi si con-

tano ancora sulle dita di una mano. Fino a qualche mese fa sembrava sicuro che molti concerti si sarebbero tenuti nell’a-rena del Margine Rosso, per l’assenza di uno spazio idoneo a Cagliari, in seguito alla chiusura dell’Anfiteatro romano. Poi è stato ufficializzato il progetto dell’arena Sant’Elia che però non dovrebbe partire prima di metà luglio e che ospiterà, tra gli altri, Franco Battiato, Vinicio Capos-sela e J-Ax. Per quanto riguarda, invece, l’arena beach del Margine Rosso tutto è ancora in forse. “Siamo stati inseriti nella delibera della regione Sardegna – dice l’assessore allo spettacolo Antonella Pirastru - che eroga all’amministrazione di Quartu circa 17 mila euro per gli spet-tacoli; ad oggi però non sappiamo an-cora se saremo nelle condizioni o meno di poter mettere in atto qualche evento visto che il bilancio deve essere anco-ra approvato”. Al momento di ufficiale a Quartu c’è soltanto la festa Ichnusa. L’assessore Pirastru assicura comunque che tra luglio e agosto non mancheranno tutta una serie di eventi. “È un momento particolare per gli spettacoli – aggiunge – la Regione ha tagliato il 21% dei fon-di rispetto all’anno scorso ma la nostra intenzione è comunque quella di creare eventi sia per i cittadini che per i turisti”.

Mondo Ichnusa. Per il secondo anno consecutivo torna sulla spiaggia del Margine Rosso Mondo Ichnusa, il festi-val gratuito dedicato alla birra sarda che quest’anno compie cento anni. L’appun-tamento è per il 20 e il 21 luglio nel li-torale quartese con quattro grandi nomi della musica italiana: Renga, i Negrita, Cristicchi e i Litfiba. Presenti anche i migliori talenti emergenti del panorama musicale sardo come i Sikitikis e i Tamu-rita. Quest’anno il festival sarà soltanto in due serate anziché in tre. L’assessore Pirastru ha assicurato che il palco verrà smontato subito dopo la fine della festa.

Eventi sportivi. Anche per quanto ri-guarda lo sport, ad oggi c’è ancora poco di definito. Per il beach tennis, in calendario ci sono una serie di gare che sono iniziate e mag-gio e si concluderanno a settembre tra il Lido mediterraneo a Quartu e la quarta fermata del Poetto, al momento però chiusa per via dell’amianto. Per il beach volley, invece, di ufficiale ci sono solo le tappe organizzate dal comi-tato regionale della Fipav e che si svol-geranno a Cagliari il 13, 14 e 15 agosto anche se non si sa ancora in quale parte del Poetto. (m.g.p.)

Spettacoli musicali ed eventi sportivi all’arena Beach del Margine Rosso sono ancora in forse. L’assessore Pirastu comunque assicura: “Tra luglio e agosto non mancheranno gli eventi”

Estate caldai concerti se la squagliano

L’

M O V I D A

Nella foto Vinicio Capossela,

in concerto a Cagliari

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18

L’ A P P R O F O N D I M E N TO

a varietà è una costante. Ed è sin-tomatica del casino endemico del Poetto in questi ultimi tempi. Dal

ripascimento (nell’ormai lontano 2002) al PUL con la ricostruzione dei chioschi/casotti, all’affaire amianto.

E’ difficile trovare facce allegre tra i titolari delle attività soprattutto nel Po-etto cagliaritano e soprattutto davanti a un giornalista con taccuino e penna che rileva prezzi vari. Guardati un po’come finanzieri in quel di Madonna di Cam-

piglio, in una lunga camminata da Ma-rina Piccola al Margine Rosso, ci siamo chiesti quale sia l’impegno economico di una pausa (colazione/caffè/pranzo) nei chioschi. Nuovi e vecchi.

I prezzi bar (caffè, pizzette, bibite e pasti veloci) risultano più o meno allineati tra le varie attività. C’è però una differenza sostanziale nei prezzi degli stabilimenti balneari. Palese il divario tra il Poetto di Cagliari, nettamente più caro, e quello di Quartu Sant’Elena.“Ho un unico prezzo per tutti i mesi del-la stagione e concordo con i miei clienti, personalizzandole, le tariffe. Ognuno ha le sue esigenze: c’è il lavoratore che viene

qui solo mezza giornata, o il pensionato che ci resta mattina e sera. Ci sono le mamme con i bambini che vengono soltanto in alcuni orari o i tu-risti che preferiscono pacchetti settima-nali. Io vado incontro a tutti, soprattut-to considerando il periodo difficile nel quale ci troviamo ad operare. Lavorare applicando dei prezzi onesti è l’unica cosa che resta da fare se vogliamo andare avanti”.

Gianni Piratu, titolare de “Sa Sesta” – alla sesta fermata appunto – commenta così il rincaro sproporzionato di alcuni stabilimenti. Ognuno ha la sua teoria ma sono i prezzi a parlare.

L

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L’aurora Bar (Marina Piccola)

Sella del diavolo

Lanterna rossa

Palm beach

Golfo degli angeli

Emerson

Fico d’India

Corto Maltese

Sa Sesta

Il Nilo

Il Miraggio

La Marinella (Quartu Sant’Elena)

Skipper (Quartu Sant’Elena)

Passaggio a nordovest (Quartu Sant’Elena)

Blu Sky (Quartu Sant’Elena)

Le 2 torri (Quartu Sant’Elena)

1

1

1

1

1

1.10

1 (0.80 se è nuvoloso)

1

1

1.30

1

1

1

1

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1.10

0.80

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1

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1.20

1.20

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1

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1

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1.50

2

2

2.20

2.50

2.20

1.50

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2

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da 6.50 a 8

da 6.50 a 8

da 6 a 8

da 6 a 8.50

da 5.50 a 8.50

5

da 3 a 7

6.50

da 5.50 a 10.50

7.50

da 2.50 a 6

6

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3.80

3.80

da 2.50 a 3.50

da 3.50 a 4

da 3.50 a 4.50

3

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3.50

L’aurora Bar (Marina Piccola)

Sella del diavolo

Lanterna rossa

Palm beach

Golfo degli angeli

Emerson

Fico d’India

Corto Maltese

Sa Sesta

Il Nilo

Il Miraggio

La Marinella (Quartu Sant’Elena)

Skipper (Quartu Sant’Elena)

Passaggio a nordovest (Quartu Sant’Elena)

Blu Sky (Quartu Sant’Elena)

Le 2 torri (Quartu Sant’Elena)

0,20 cl

2.50

3

3 (0.25cl)

2.50

2.50

2.50

0,30 cl

2

2

2,50 (0,33 cl)

3,20 (0,33 cl)

2,20 (0,33 cl)

2 (lattina)

2 (0,33 cl)

2,50 (lattina)

0,40 cl

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lattina

2

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2.50

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2

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1

1

1.30

1

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1

1

1

1

NOME CHIOSCO CAFFÈ CROISSANT PIZZETTA SFOGLIA TRAMEZZINI INSALATE PANINI

NOME CHIOSCO BIRRA COCA COLA ACQUA

COLAZIONE E PRANZO

BEVANDE

Sella del diavolo

Golfo degli angeli

Emerson

Sa Sesta

Skipper

Passaggio a nordovest

Blu Sky

fe 15 - we 18

fe 14.50 - we 16.50

fe 18 we 22

fe 15 - we 18

fe 14.50 - we 16.50

fe 22 we 26

10

fe 15 - we 18

fe 14.50 - we 16.50

fe 18 we 22

10

fe 18 - we 21

fe 16.50 - we 19.50

fe we 26

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NOME CHIOSCO MAGGIO SETTEMBRE LUGLIO/AGOSTO

OMBRELLONI + DUE LETTINI (TARIFFE GIORNALIERE)

GIUGNO

16 (tutta la stagione)

fe 14 we 15 (tutta la stagione)

13 (tutta la stagione)

fe = feriali we = week end

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R E P O RTA G E

nche se oggi il Poetto è la (in)discussa spiaggia dei cagliaritani, prima del 1900 non era così. In

quel periodo infatti si preferiva il tratto occidentale del golfo, con Sa Perdixed-da e Giorgino. Fu nei primi decenni del ventesimo secolo che si iniziarono ad apprezzare le dune bianche della

A

Insolito PoettoI danni causati da manovre sbagliate aggravano la reputazione del nostro golfo. Sopravvivono però rari angolini di eccezionale bellezza

spiaggia cagliaritana. Sorsero così i pri-mi stabilimenti balneari (il “Lido” e il “D’Aquila”), i chioschetti, una colonia estiva ubicata in una costruzione a tre piani poi divenuta l’ospedale marino e i casotti.Uno studio sull’erosione eseguito nel 1989 dalla Mediterranean Survey and

Service Spa consentì di constatare che l’enorme degrado dell’arenile cagliari-tano iniziò dagli anni cinquanta in poi con la ricostruzione che portò a massic-ci prelievi di sabbia.

Successivamente la stessa società iden-tificò quali cause del degrado la presen-

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21

za della strada litoranea, l’incremento dell’azione ondosa per la scomparsa della Posidonia oceanica (pianta acqua-tica che frena il moto ondoso), la co-struzione degli stabilimenti, dei casotti e delle villette.Per rimediare alla scomparsa della spiaggia si fece un maldestro tentativo

di ripascimento nel 2002: con un siste-ma di draghe si prelevò sabbia a qual-che centinaio di metri dalla riva anziché da varie miglia come previsto.

Disastroso il risultato: la caratteristica sabbia finissima e bianca è stata rim-piazzata da un miscuglio del tutto di-

verso per colore e granulometria, con-tenente anche frammenti di conchiglie e concrezioni marine. Nonostante la sua storia travagliata restano nella nostra costa degli scorci di rara bellezza che meritano di essere visitati e protetti nell’esclusivo interesse paesaggistico. (a.g.)

Nella pagina

a sinistra

la zona

impraticabile

di Marina

Piccola.

In questa

pagina

vedute

di Marina

Piccola, del

Poetto e di

Calamosca

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L A V E R A S TO R I A D E L L A S E L L A D E L D I AV O L O

estituire a Cagliari una sua fondazione mitica. È questo il

fine ultimo della ricerca di Cristiano Pintus, giorna-lista e “passeggiatore ordi-nario presso la sella del Diavolo e altre località della costa cagliaritana”.Dopo anni di indagine ha voluto rior-dinare i suoi studi in un libro che uni-sce il rigore scientifico della ricerca alla semplicità narrativa del romanzo. Dalla sua casa in viale Poetto, d’altronde, Pin-tus ha sempre visto stagliarsi all’oriz-zonte quel promontorio che spezza in due il Golfo degli Angeli. Il suo nome, Sella del Diavolo, di angelico ha senz’al-tro poco e la sua legenda è conosciuta da tutti i cagliaritani. Lucifero sconfitto dall’Arcangelo Michele precipita sulla terra cadendo cavalcioni sul promonto-rio che prende la forma di una sella.

R Cosa c’era da aggiungere?Niente. Anzi è stato aggiunto già troppo. Tutto per rimuovere un passato, il passato, e dimen-ticare quello che veramente c’era sulla Sella e i riti che vi si

praticavano.

Quali riti?Il promontorio è la bara di calcare di Venere Euricina. La dea Astarte dei Fe-nici che, come loro tradizione, sulle al-ture erigevano i tempi alla divinità. Di quello sulla Sella oggi rimangono le due cisterne rituali mentre sino all’800 erano visibili anche i resti del perimetro.

È lei la bella addormentata nel golfo?Sì, l’Astarte fenicia è la punica Tanit, l’I-side egizia, la greca Afrodite, la Venere romana: l’Eterno femminino, il cui cul-to preistorico è tanto ben attestato anche in Sardegna. Figura dell’erotismo e geni-trice di vita, simbolo di rinnovamento. Sulla Sella si svolgevano i riti della prosti-tuzione sacra cari alla dea. Contro quei riti si scagliò con violenza l’imperatore Costantino, convertito al Cristianesimo, che ordinò all’esercito di distruggere i santuari e bonificare i luoghi dove sor-gevano.

È il momento in cui da luogo sacro per un culto pagano la Sella, con la

di Carlo [email protected]

“nuova” religione, diventa terra del Diavolo?Il colle assume una nuova forma. Sono molti i riferimenti alla dea nei versetti dell’Apocalisse di Giovanni. L’apostolo invita continuamente a prendere le di-stanze dal culto idolatrico e dai suoi riti. Dice Giovanni che Lucifero una volta caduto in terra «si fermò sulla spiaggia del mare», un «mare di cristallo». Non era poi così difficile immaginare il Poet-to che i primi cristiani avevano davanti agli occhi tutti i giorni. La bestia ha sette teste, che sono «i sette colli sui quali è seduta la donna». Roma? Sì, ma anche Cagliari sorge su sette colli. E tanti sono i parallelismi che analizzo nel libro.

Una damnatio memoriae arrivata sino ai giorni nostri.Sì, perché sono pochi gli stessi cagliarita-ni che conoscono la vera storia del pro-montorio e pochi quelli che lo visitano, molti meno dei turisti. Ma il fatto che in questo momento siano stati aperti dei cantieri archeologici sulla Sella è segno della volontà di ricostruire una pagina della storia di Cagliari, non solo dimen-ticata, ma volutamente strappata.

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23

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Una brezza sottile si insinuò attraverso le fessure delle finestre, dagli spiragli delle porte, verso le stanze più interne della casa. Il vento leggero scosse appena i vetri, socchiusi al sole primaverile, ed iniziò la sua delicata danza nella stanza delle fresie. La dolce fragranza dei fiori, raggiunse allora gli angoli più remoti dell’abi-tazione, come un tempo, come quando Giovanna le disponeva ben ordinate a seconda del colore in ogni camera del suo bell’appartamento.

Il vento carico di vaghi, confusi ricordi, soddisfatto si mosse dalla stanza delle fresie ed iniziò a bighellonare indisturbato per la casa, di cui conosceva ogni angolo e ogni anfratto. Più volte si era divertito a celarsi, come un bambino che giochi a nascondino, là dove la mano umana non poteva arrivare. L’abitazione era la stessa, ma lui, il vento, la delicata brezza primaverile, non si lasciò ingannare, qualcosa era cambiato, anzi tutto era cambiato.

Giovanna non cantava l’arrivo della primavera, come aveva fatto per quaranta lunghi anni, che ci fosse piog-gia o vento, che fosse allegra o triste,ma al posto della sua bella voce da soprano, si sentivano delle altre voci, che giudicò piuttosto sgraziate. Con una piroetta da ballerina si insinuò nella camera da cui provenivano quei rumori e li vide. Gli usurpatori, i maledetti usur-patori che avevano preso il posto di colei, alla quale lui, il soffio gentile, aveva carezzato i capelli nelle notti d’estate e gonfiato le gonne durante le splendide cene nella terrazza carica di fiori e piante, quando tutti

sembravano dipendere da un sorriso di quella dolce e fragile sirena e avevano vissuto nell’illusione che nulla sarebbe mai mutato, che la vita sarebbe stata perfetta, sempre.E adesso quegli stupidi ragazzi, parlavano di spostare le cose della sua amata, di togliere il piano dallo stu-dio, di costruire una nuova libreria nel lungo corridoio dove mettere i libri di Giovanna.Non lo avrebbe permesso; lui il vento, la delicata brez-za primaverile avrebbe raccolto le forze e sarebbe cre-sciuto sino a diventare tempesta, avrebbe distrutto l’ap-partamento piuttosto che vederlo profanato da mani indegne. Si gonfiò invisibile ed era pronto a lanciare la sua furia contro gli intrusi, quando sulla soglia ap-parve lei, una lei più piccola, come non l’aveva mai conosciuta.

La piccola domandò ai genitori quando sarebbe stata pronta la sua cameretta. Il padre le sorrise in silenzio, la madre le rispose “presto tesoro” e il vento tacque incantato. La bambina aveva gli occhi grandi e neri e si muoveva nello spazio come una attrice sul palcoscenico. Il suo sguardo catturava e restituiva tutta la luce del mondo e il suo sorriso re-galava promesse di vita. Una vita lunga e bellissima, illusoria come l’inizio di un romanzo ben scritto.La brezza divenne ancora più sottile mentre carezzava i riccioli della bimba, scompigliandoli delicatamente. Poi decise. Rivolsea un ultimo sguardo innamorato alla piccola e volò via verso il cielo, senza fare rumore. In fondo era solo vento.

Il ventodi Caterina Mameli

I L R A C C O N TO

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R E P O RTA G E

Ospedale Marinova in scena la commedia all’italiana

ll’ospedale Marino la domenica si può spesso assistere a scenette da commedia all’italiana. Fami-

gliole che parcheggiano nelle soste per il pronto soccorso munite di teli da mare e ombrelloni, pronte per andare in spiaggia. Leggende metropolitane o realtà? Sia-mo andati nel luogo del delitto muni-ti di macchina fotografica per vederci chiaro. Nonostante i cartelli che riba-

Famiglie che parcheggiano nelle soste del pronto soccorso per andare in spiaggia: leggende metropolitane o realtà?

A discono a ogni sosta che quello spazio è “solo per chi deve andare al pronto soccorso”, e nonostante i controlli e le barriere all’ingresso, c’è sempre qualcu-no che riesce a cavarsela con una scusa o una bugia e a utilizzare i parcheggi senza averne il diritto.

Mentre parlavamo con uno degli ad-detti al controllo dell’area, che raccon-tava di quanti spesso si inventino di

avere un’urgenza per raggiungere l’o-spedale, quando il loro vero intento è la spiaggia, abbiamo visto con i nostri occhi una persona di rientro dalla mat-tinata al mare raggiungere il parcheggio con nonchalance  per salire in auto e tornarsene a casa. Chi controlla non può fare molto se non dire di andarsene, a chi, privo di etica ruba la sosta a coloro hanno biso-gno di cure e ai loro familiari. (c.s.)

Negli scatti di Claudia Sarritzu i bagnanti

impegnati in uno sport molto diffuso,

quello di parcheggiare le auto

nei posteggi del nuovo ospedale Marino

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C U R I O S I T À

Domandee Risposte

a cosa deriva il nome Poetto?Il Poetto (Poettu in sardo) è la

principale spiaggia di Cagliari che si estende per circa otto chilometri, dal-la Sella del Diavolo sino al litorale di Quartu Sant’Elena. Il Poetto è anche il quartiere ubicato nel tratto occi-dentale della striscia compresa fra la spiaggia e le saline di Molentargius. Il nome della spiaggia si pensa derivi da una torre aragonese denominata “del Poeta”, che si può osservare ancora oggi sopra la Sella del Diavolo. Un’al-tra ipotesi è che derivi dal catalano pohuet (pozzetto), in riferimento ai numerosi pozzi e cisterne per la con-servazione dell’acqua piovana sparsi sulla Sella del Diavolo. Inoltre, vero-similmente, il termine potrebbe deri-

D vare dallo spagnolo puerto ad indicare l’approdo di Marina Piccola a ridosso della Sella del Diavolo. La località sa-rebbe stata chiamata dai cagliaritani pue(r)to, pue(r)tu o pue(r)ttu, così come viene detta tuttora. Finita la dominazione spagnola, i piemontesi italianizzarono molti termini derivati

dallo spagnolo e “puettu” diventò Po-etto nella lingua del regno.

Quante e quali sono le fermate della spiaggia?l Poetto è popolarmente diviso in “fermate”, ossia i vari tratti di spiaggia sono riconosciuti dal numero ordi-nale delle fermate dell’autobus delle linee urbane che collegano il centro cittadino al quartiere, coincidenti in realtà con le vecchie fermate del tram. La più frequentata è la 1a fer-mata, attigua al porticciolo di Marina Piccola. Molto famose e frequentate sono la 4a, la 2a (D’Aquila), la 3a (Il Lido) e la 6a, sede dei grandi eventi (Campionati di Beach Volley, Beach soccer, Beach Football e concerti). In-torno alla 10a fermata inizia il litorale appartenente al Comune di Quartu Sant’Elena.

Che cos’è Parco naturale regionale Molentargius – Saline?Il parco naturale regionale Molen-targius - Saline è un parco regionale istituito con la legge regionale n. 5 del 26 febbraio 1999. È una delle più im-portanti aree umide d’Europa. Lo stagno di Molentargius è ricono-sciuto negli elenchi ufficiali delle aree umide da sottoporre a tutela: è classifi-

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cato Sito di Importanza Comunitaria (SIC). Dal punto di vista idrologico il sistema di stagni è alquanto comples-so e si distingue in più formazioni.Il Bellarosa minore è lo stagno più interno, composto di acqua dolce, situato nella zona settentrionale del sistema di stagni ed è alimentato da alcuni torrenti e dalle acque affinate provenienti dall’impianto di fitode-purazione detto “Ecosistema Filtro”.

I torrenti sono:• Rio Mortu: attraversa il comune di Monserrato. Nel suo tratto finale pas-sa fra i centri abitati di Monserrato e Pirri (frazione di Cagliari) confluendo sul lato nordoccidentale del Bellaro-sa minore presso il Viale Marconi di Cagliari.

• Rio di Selargius: attraversa il territo-rio del comune di Selargius. Nel suo

tratto finale passa a ovest del centro abitato di Selargius confluendo sul lato settentrionale dello stagno, presso un noto centro commerciale.

• Rio Is Cungiaus: scorre lungo il

confine fra i comuni di Quartucciu e Quartu Sant’Elena. Nel suo tratto finale attraversa la peri-feria occidentale di Quartu confluen-do sul lato nordorientale del Bellarosa minore. (g.g.)

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I L C O N C O R S O

I bambini e la città dei loro sogni

“Una città a misura di bambino”, così immaginava la sua Cagliari Massimo Zedda a inizio mandato. Ma cosa pensano veramente i bambini? Caglia-ripad lo ha chiesto direttamente a loro, durante alcuni incontri organiz-zati in collaborazione con la scuola elementare Satta di via Crispi. Il risultato? Una sagacia e una capacità di osservazione inimmaginabili. Così nasce “Dillo a Cagliripad”: il concorso che premia i bambini più originali e sinceri che ci raccontano la loro città in un tema, per le scuole elementari, e in un disegno, per la scuola d’infanzia. Per informazioni scrivete a [email protected].

Cagliari, maggio 2012

Di Luca, scuola elementare Satta

Pulizia e igiene a Stampace. Dare una casa a chi non ce l’ha.Io abito a Stampace, un quartiere proprio al centro di Cagliari. Il mio quartiere è antico, in discesa e lastri-cato di pietre. Stampace mi piace, ma molto spesso

qualcuno sporca e quindi le blatte escono dal tombino. Mamma mia che orrore! Il problema è che c’è un signore che

vive per strada dunque vorrei che gli dasse una casa confortevole.

Di Chiara, scuola elementare Satta

Tipologia di testo narrativo: la mia città.La mia città è bellissima e molto tranquilla perché non ci sono mai rapine. Al Poetto si possono vedere i fenicotteri che spiccano il volo e allo stesso tempo si può ammirare il mare limpido e rilassante. Peccato perché adesso ci faran-no dei baretti che sono strutture veramente brutte. A volte c’è tanto traffico che oscura tutte le bellezze della città. Nelle periferie ci sono dei parchi. Tutte le piazze sono belle anche dove ci sno le persone che bevono. In certe piazze è tutto sporco anche i monumenti! Vorrei che fosse una città più pulita. Il nostro sindaco Massimo Zedda ci aiuterà a renderla più pulita.

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D I L L O A C A G L I A R I PA D

Nella pagina accanto il tema di Giulia, una

bambina di terza elementare

In questa pagina il tema e il disegno

di Luca, 10 anni. Entrambi frequentano la

scuola Sebastiano Satta di via Angioj

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S P E C I A L E M I S S I TA L I A

Miss Italia Sardegna è Erika la prima reginetta del 2012

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S P E C I A L E M I S S I TA L I A

i è svolta sabato scorso la prima selezione dell’anno per il concorso nazionale di Miss Italia. Al Bingo

Imperial di Quartu Sant’Elena hanno sfilate 22 ragazze provenienti da tutta l’Isola.

La prima classificata è stata Erika Caldarazzo, 18 anni di Sanluri, che si è aggiudicata la fascia di Miss Wella Professional. Capelli e occhi castani,

Nella pagina a fianco e sopra: Erika

Caldarazzo

A fianco, un momento del backstage delle

selezioni al Bingo Imperial

Iscrizioni:

http://www.missitalia.it/form-iscrizione.

Informazioni:

Michela Giangrasso:

[email protected] - 070307740

Erika sogna di lavorare nel mondo dello spettacolo. Intanto va in pale-stra e pratica equitazione. Grazie alla vittoria di sabato parteciperà di dirit-to alla finalissima di agosto nella qua-le verrà scelta la Miss Sardegna 2012.

La seconda classificata è Valentina Vallascas, 22 anni di Cagliari. Capelli biondi, occhi castani, è lei Miss Roc-chetta Bellezza. Studia per laurearsi

in medicina e pratica hockey su prato a livello agonistico. La terza classifica-ta, Sara Maria Pani, giocava in casa.

Ha 23 anni ed è di Quartu S.Elena. Studia medicina e sogna di recitare in teatro, nel tempo libero si dedica alle immersioni subacquee. Il prossi-mo appuntamento con le selezioni di Miss Wella sarà mercoledì 4 luglio nel locale “Tre Archi” di Cagliari. (c.p.)

S

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opo un’accesa discussione con sua moglie Teresina e il figlio Ce-sarino, Peppi è gelato da un dub-

bio atroce e non osa proferir parola. Il suo bambino da sempre ha mostrato molta sensibilità su tante cose ma mai lo aveva sfiorato il pensiero…“Teresì, ho un dubbio atrofico, per fa-vore lucidami le idee… de itta seus chi-stionendi? Aspè che mi siedo che ho le gambe molli!”“No no guarda eh! Io non ho nessuna intenzione di scolorirti i tuoi dubbi. Se hai qualche problema con tuo figlio ne devi parlare con lui. Per me è tutto a posto. Cesarino è mio figlio ed è un bambino meraviglioso. Non mi inte-ressa tutto il resto e non mi interessano le tue leghe mentali”“No aspetta amore, io ho bisogno del tuo poggio, non puoi lasciarmi così con la palma di naso, se Cesarino è malato dobbiamo curarlo”“Maccchecccavolo stai dicendo. Mi vergogno di avere un compagno così! E mi vergogno che il povero Cesarino sia tuo prolo! Ora vai dritto dritto e parli con lui!”Peppi è sconvolto e suo malgrado si di-rige verso la stanza del figlio. Si ferma davanti alla porta cercando il coraggio di entrare. A un certo punto fà per ab-bassare la maniglia ma sente Cesarino che parla e si ferma a origliare

“Non è una cosa facile da dire soprat-tutto con un padre così ottuso che cre-de si tratti di una malattia…”Più bianco che mai Peppi poggia una mano allo stipite della porta, per reg-gersi, e continua ad ascoltare“Non riesco a capire come un padre possa rifiutare suo figlio in questo modo, è contro natura, è una cosa tri-stissima, io senza l’appoggio di mio pa-dre non potrei più vivere, sarebbe un dolore troppo grande”.A questo punto, dopo aver riflettuto e sentito ormai silenzio nella camera de-cide di entrare e trova Cesarino rannic-chiato sul letto.“Amore di papà lo so di non essere un genitore irreperibile, di non essere molto inclinato alle novità e alle cose moderne. Ho sempre cercato di darti il meglio anche quando cambiavo pan per focacce e non capivo i tuoi sentimenti. Ora ho capito, ho capito tutto. Ho ca-pito perché ti piace la pallavolo e non il calcio, ho capito perché ti piace così tanto studiare e non lavorare il ferro, ho capito perché hai sempre le mani mor-bide morbide….”“No bà..” Cesarino cerca di prendere la parola ma il padre è lanciato nel suo di-scorso e gli fa cenno di ascoltare mentre lui continua:“No no fammi finire perché altrimen-ti mi puoi fratendere e prendere aglio e

D

Peppi padre moderno

“Non è facile per me accettare il tuo

problemino ma non ti lascerò mai solo”

di Alessandra [email protected]

L A I F S TA I L

Lezioni di tolleranza parte seconda

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vengo a testa! Per una volta che le parole me ne escono a tipo rutto! Aahaha no dai non te la prendere amore di babbo, ero scherzandone, già lo sai che ogni tan-to sono un po’ burdo come mi sprimo ma è il mio modo di srammaddizzare, Dicevo.. ho perso il filo del rasoio. Ah si si, insomma, facciamone il punto, dam-mi il tempo un momentino di assillarne questa notizia che me n’è scesa a gutta frida,ma frida mih! Ma ti giuro che per

cipolle. Cerca di capire lo sforzo che ne sto facendo perché non è facile per me accettare che hai questo problemino di gaiezza. No scusa, non volevo dire ched’è un problema ma ched’è una cosa diversa. Cioè non che sei diverso eh, per caritatezza, dico che è un po’ strano da come io me lo aspettavo”“Ma bà, ascoltami…” di nuovo il pic-colo cerca di intervenire“Ashpé figlio mio che altrimenti non ne

tutto l’amore che ho per te io l’aceto e cerco di stare dietro quella donna gran-de che è tua madre, che è tanto buo-na che nulla le sembra un po’ strano. Quanto è vero che mi chiamo Giusep-pe Usai io ti proteggerò e ti difenderò sempre e comunque e mai lascerò che figlio mio si sente solo e abbandonato nelle sue esperienzazioni. Scusamì. Scu-samì mmmeda ma mmmeda se con la mia testuggine ti ho fatto soffrire”.Peppi é commosso e Cesarino lo guar-da con gli occhi lucidi e pronti al pian-to. Fa un balzo dal letto e si butta nelle braccia del padre che lo sta aspettando.“O bà, ma io non sono gay!”“Amore mio, stai tranquillo non devi più fingere. Ho capito tutto. E ho sen-tito che parlavi al telefono. Scusa non volevo orecchiare ma stavo cercando il coraggio di entrare. E ho sentito tutto”“O bà, parlavo con Luigi, il mio com-pagno di scuola. Lui sta scoprendo la sua omosessualità e io sono l’unico al quale l’ha confidato. Però grazie, grazie lo stesso. Oggi mi hai confermato di es-sere il padre migliore del mondo”Si abbracciano ancora e prima che Pep-pi abbia il tempo di aggiungere altro Cesarino corre a raccontare tutto alla madre.

Peppi si siede sul letto, si guarda in-torno e , veloce veloce prima che torni qualcuno si fa il segno della croce.

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C O L P I D I P E N N A

Nome:Lexa

Professione:Scrittista (tra giornalista e scrittrice)

Segni particolari:Sentimental-spaccona di un metro e una penna

[email protected]

Vulc-mami in eruzione

ere e proprie forze della natu-ra intorno alle quali gira tutto il mondo, vulcani in eruzione. A ognuno la sua ma vedi la tua e le

hai viste tutte.

La mamma: madre, moglie, massaia e lavoratrice inesauribile.

E’ un argomento difficile, la mamma. Nessuno oserebbe mai dirne peste e corna ma tante, troppe volte, l’abbia-mo sottostimata a causa di alcuni suoi vizietti abbastanza indigesti.

Tipo quando, appena alzati, ancora in preda ai fumi della digestione per la cena del giorno prima, lei anziché con il buongiorno ti saluta investendoti con mille domande per sapere cosa vor-rai mangiare a pranzo e a cena, se un piatto di pasta con le zucchine va bene come primo e una sogliola alla parmi-giana come secondo. E ovviamente il profumo del soffritto per il ripieno dei pomodori ha già invaso, alle 7 del mat-tino e al posto di quello del caffè, tutte le stanze condannandoti alla nausea per buona parte della giornata. A questo punto ricordandosi che ti sei appena svegliato vorrà sapere come mai hai un viso così pallido e se non sia il caso di fare una bella e sana colazione.

E ancora in tema di cibo ci si accorge ben presto, quando si entra in età da regime dietetico, che nel vocabolario materno la parola dieta non è mini-mamente contemplata. E così se uno si aspetta un minimo di collaborazione per la già faticosa ed estenuante rinun-cia al cibo megacalorico trova invece un mostroproducigrassi da combattere: la mamma. Per lei infatti il sovrappe-so, nel proprio figlio, non esiste. Per qualche strano difetto visivo prodotto dall’immenso ammmore materno i suoi piccoli (anche a quarant’anni) sono sempre pallidi e smunti e hanno un costante bisogno di sformati, lasagne, crostate e tipi di pane (compreso quello

con gerda, il lardo del maiale a pezzetti).

Oppure (vecchi ricordi di quando si andava a scuola) il momento in cui ci si trovava, nel buio più completo, ancora completamente in fase rem, assorti nel sonno, e di punto in bianco la stanza veniva invasa da un lampo di luce e un boato di tapparella sollevata. Ancora storditi dall’accaduto si cercava di aprire un occhio e si vedeva la mamma con le mani parcheggiate sui fianchi che tutta agitata gridava “sono le ottooooo!!!” . Allora, ossessionati dal ritardo che alcu-ni présidi gestivano con impensate ma-nie punitive, ci si precipitava in bagno e ci si preparava in cinque minuti per poi scoprire, arrivati davanti al cancello della scuola che in realtà erano appena le otto e dieci in quel momento.Quante gliene abbiamo dette… e quante ne dovranno ancora sentire. Dico la verità, io ho smesso. E ho smes-so quando, mentre mi agitavo al telefo-

no cercando, furiosa, di contrastare la sua voce che di solito è sempre più po-tente della mia, un’amica mi ha detto: “Che belle le mamme che ti fanno ar-rabbiare” “Ma anche no!” “Sì invece, per chi non ce l’ha”.Silenzio.

“Il bambino chiama la mamma e domanda: «Da dove sono venuto? Dove mi hai raccolto?». La mamma ascolta, piange e sorride mentre stringe al petto il suo bambino. «Eri un desiderio dentro al cuore».”

Rabindranath Tagore

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presenta l ’alfabetoFino a martedì 17 luglio

PeperoneRosso

Dolce Corno

PescheGialle

1,69/kg

0,55/kg

0,98/kg

PatateBianche

vieni a trovarci a Cagliariin Via Cocco Ortu 99 e in Via Tola 5

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