Caccia Passione gennaio 2016

80
ANNO V nr.01 - Gennaio 2016 Eventi: HIT SHOW 2016.. Cani da caccia: Cirneco dell’Etna.. Dalla teoria alla caccia.. Dedicato a chi ha la passione per la caccia nel sangue “Il Dito nell’occhio” di Bruno Modugno: Armi buone e armi cattive.. La Girata in Maremma..

description

Caccia Passione: La Rivista digitale specializzata sulla Caccia, la Cinofilia, le Armi e tutto il panorama venatorio italiano ed estero.. Gennaio 2016

Transcript of Caccia Passione gennaio 2016

Page 1: Caccia Passione gennaio 2016

CACCIA PASSIONE ANNO V nr.01 - Gennaio 2016

Eventi:• HIT SHOW 2016..

Cani da caccia:• Cirneco dell’Etna.. Dalla teoria alla caccia..

Dedicato a chi ha la passione per la caccia nel sangue

“Il Dito nell’occhio” di Bruno Modugno:• Armi buone e armi cattive..

La Girata in Maremma..

Page 2: Caccia Passione gennaio 2016
Page 3: Caccia Passione gennaio 2016
Page 4: Caccia Passione gennaio 2016

SOMMARIOAnno V Nr. 01

www.cacciapassione.com

in copertina

La Girata in Maremma..

Pg 8 “Il Dito nell’occhio”.. Armi buone e armi cattive.. Bruno Modugno

Pg 12 News ed eventi venatori a cura della redazione

Pg 14 Migratoria: Dai roccoli ai capanni..

Mauro Riga Eleonora Vignato

Pg 22 Ungulati: La girata.. Vincenzo Frascino

Pg 28 Speciale Cinghiale: Cinghiali volanti.. Pina Apicella

tecnica di prelievo del cinghia-le praticata in forma collettiva che permette una buona selet-tività con un minimo disturbo al resto della fauna selvatica.

Caccia Passione 4

14 Migratoria: Dai roccoli ai capanni

22 Ungulati: La Girata

26

28 Speciale cinghiale: Cinghiali volanti

CACCIA PASSIONEANNO V nr.01 - Gennaio 2016

Eventi:• HIT SHOW 2016..

Cani da caccia:• Cirneco dell’Etna. Dalla teoria alla caccia..

Dedicato a chi ha la passione per la caccia nel sangue

“Il Dito nell’occhio” di Bruno Modugno:• Armi buone e armi cattive..

La girata in Maremma..

Page 5: Caccia Passione gennaio 2016

26

Pg 36 Eventi: HIT Show 2016.. Pierfilippo Meloni

Pg 42 Cani da caccia: Cirneco dell’Etna. Dalla teoria alla caccia..

Claudia Zedda

Pg 48 Fucili canna rigata: Marlin XS7 VH HB in .308 Win..

Emanuele Tabasso

Pg 56 Munizioni: La cartuccia .270 Winchester..

Emanuele Tabasso

Pg 60 Aziende: Franchi: Affinity one mancino e Affinity Slug.. Pierfilippo Meloni

Pg 64 Attualità: Che 2016 sarà? Goffredo Grassani

Pg 67 Cucina: Paté di beccacce.. Adelmo Giacomini

Pg 70 Veterinaria: Diabete: quando a soffrirne è il cane..

Kalaris

Caccia Passione 5

Sommario

36 Eventi: HIT Show 2016..

48 Fucili canna rigata: Marlin XS7 VH HB in .308 Win..

70 Veterinaria: Diabete: quan-do a soffrirne è il cane..

8 “Il Dito nell’occhio”.. Bruno Modugno: Armi Buone e armi cattive

Page 6: Caccia Passione gennaio 2016
Page 7: Caccia Passione gennaio 2016

Il due di gennaio, primo giorno utile di caccia del nuovo

anno, capodanno era venerdì, come di consuetudine l’ho

trascorso a caccia. Una giornata “finalmente” uggiosa ed

io alla posta sotto il mio ombrello aspettando la bestia

nera riflettevo sul nostro futuro di cacciatori.

Certo che al contrario del cielo sereno che ha concesso un

clima del tutto irreale fino alla fine di dicembre, nuvoloni

neri e carichi di cattivi presagi dal punto di vista politico

ce ne sono fin troppi.

Il Presidente del Consiglio ha dichiarato pubblicamente di

voler rendere la vita molto più difficile a tutti coloro che

posseggono un regolare porto d’armi e ancora di più a chi

Editoriale

intende prenderlo. Non avrà per questo il nostro plauso e il nostro consenso ovviamente. Anche e soprattutto perché le

modifiche che intendono apportare sono figlie della più bieca propaganda e prive di ogni barlume di ragionevolezza.

In Friuli Venezia Giulia si sta combattendo una battaglia senza quartiere tra i soliti anticaccia, ambientalisti anti tutto

e i cacciatori che vogliono soltanto poter esercitare i propri diritti. Al momento è il Consiglio di Stato che ha bloccato una

sciagurata sospensiva del Tar che di fatto chiudeva la caccia con oltre un mese di anticipo.

Anche attraverso le righe di questo giornale, il sottoscritto e altri e molto più autorevoli personaggi, vedi Bruno Mo-

dugno, abbiamo cercato di sollecitare una risposta, un intervento o semplicemente una presa di posizione delle asso-

ciazioni venatorie, ma purtroppo al momento non registriamo niente di buono. Saranno sicuramente affaccendati in

questioni molto più importanti…

C’è chi invece si muove e lo fa in grande e con violenza. Vedi il Movimento Cinque Stelle che ha sferrato un attacco al

mondo della caccia e ai cacciatori davvero importante. Nel finire dell’anno i due leader massimi, Grillo e Casaleggio,

hanno dimostrato senza ombra di dubbio tutto l’odio recondito che nutrono per noi cacciatori. Dichiarazioni al fulmi-

cotone con relativi video sono apparse sul blog di Grillo. Casaleggio ha fatto di peggio, se così si può dire, ha pubblicato

un libro nel quale spera che i cacciatori siano messi letteralmente al bando ed inseguiti nudi e scalzi in mezzo al bosco.

Insomma di tutto di più. Come è noto noi attraverso queste pagine non facciamo politica, ma sicuramente il Movimento

Cinque Stelle non si aspetti la mia amicizia, la mia stima ed il mio voto a partire dalle elezione dei sindaci.

Insomma come in un menù di un importante ristorante di portate velenose e di nemici ne abbiamo di ogni genere e per

tutti i gusti..

Continua la lettura sul Portale..

Federico Cusimano

NUVOLE NERE ED ENERGIA NUOVA..

Page 8: Caccia Passione gennaio 2016

Questa volta il dito lo metto nell’oc-chio di tutti quegli imbecillotti (po-litici, giornalisti, opinion maker,

buonisti, vegani, anticaccia da tavola e da salotto) che credono di farsi belli di fronte a chi non ha ancora le idee chiare, dichiaran-do guerra alle armi, e ovviamente, alla cac-cia. Sono i faccendieri, i nani, le ballerine e i saltimbanchi del Pensiero Unico. A volte si vestono da famosi scienziati, a volte da pro-feti di catastrofi ambientali, a volte da pen-sosi critici di costume, più spesso da de-menti alternativi con la bandana, la barba, e la bottiglietta d’acqua minerale al seguito. E quando dicono “armi” non intendono mai quelle usate dai militari, dalle forze dell’or-dine e meno che mai da rapinatori, terro-risti, jihadisti e farabutti di ogni risma. No, quando succede qualche cosa (che so, quan-do un agente di custodia, un carabiniere, un vigilante al quale salta la brocca e spara alla moglie e alla suocera, o quando assistiamo in tv allo svolgersi di un clamoroso fatto di sangue provocato da bande di terroristi sui-cidi, o da americani impazziti che si metto-no a sparare in un campus o in un college) non si considerano le armi che tutta ‘sta brava gente impugnava: mitragliette, fuci-li d’assalto e a ripetizione, bombe a mano, cinture esplosive, tutte armi da guerra e da

guerriglia. No, si chiedono leggi che renda-no la vita difficile a tutti coloro che per di-fesa, attività sportiva, caccia già posseggono o acquisterebbero (avendone i titoli) armi legali, registrate e comunque non in grado di provocare stragi. E così credono di risol-vere il problema della delinquenza comune e organizzata o dell’estremismo politico e religioso. Imbecilli! Potete togliere a tutti gli italiani le armi da difesa, caccia o sport, uf-ficialmente e legalmente detenute (le armi buone) e le stragi, le rapine a mano arma-ta, le attività mafiose continuerebbero a fare morti. Perché queste armi, signori imbecilli, sono detenute in depositi clandestini ad uso della malavita, degli stragisti, e dei terroristi politici e religiosi (le armi cattive). Sono gli stessi imbecillotti, forcaioli a senso unico, che quando un cittadino si difende da ladri, rapinatori o stupratori, chiedono la sua testa o almeno la sua incriminazione e godono quando un giudice sul quale non mi è con-sentito esprimere un giudizio (lui sì e io no) lo condanna a cinque anni di galera ed al risarcimento dei danni nei confronti dei la-dri. Per la cronaca: il poverino morì d’infar-to. Cornuto e mazziato! Alla stessa categoria di imbecillotti (scusami Presidente, eppure qualche cosa di buono dici di aver combina-to) appartiene Matteo Renzi che si è lascia-

Caccia Passione 8

Armi buone e armi cattive..

di Bruno Modugno

Page 9: Caccia Passione gennaio 2016

Caccia Passione 9

Il dito nell’occhio..

to scappare una frase infelice: “Qui da noi è ormai di moda sparare ai ladri”. E che non sa resistere alla tentazione di annunciare una nuova e più severa regolamentazione delle armi. Sempre di quelle per difesa personale, o ad uso sportivo e venatorio. Tutto questo nella credenza di andare incontro al senti-mento nazionale, che si immagina buonista, contrario all’uso delle armi e insofferente dell’attività venatoria. E allora io dico a tut-ti questi cercatori di consensi di andarseli a cercare da un’altra parte. perché le cose non stanno come pensano o come qualcuno cerca di fargli credere. Ben 24 referendum per l’abolizione della caccia tra nazionali e regionali sono stati battuti dall’indifferen-za generale che ha sempre fatto mancare il quorum. Soltanto un referendum è stato ce-lebrato nelle urne. I più vecchi lo ricordano. Si era nell’80 e il quesito verteva sull’abroga-

zione della legge che regola il porto d’ armi. I proponenti erano i radicali e i soliti anti-caccia. Bene , furono battuti, anzi sommersi, da una valanga di “NO!”: l’84 per cento dei votanti bocciò il referendum. Il verdetto degli Italiani fu inesorabile e dimostrò già allora quanto ritenessero necessario avere un’arma in casa. E le cose non sono cambiate ancora oggi. E così, giornalisti delle grandi città, politicanti e quanti credono di inter-pretare gli umori della gente, convinti che la società intera consideri la caccia un’attività

Page 10: Caccia Passione gennaio 2016

Caccia Passione 10

dei favorevoli alla caccia è aumentata del 3 per cento in tre anni (siamo al 56%), tra la prima e la seconda indagine dell’Astra. E 56% non significa che l’altro 44% sia contra-rio. No, molti non sanno cosa dire, altri non conoscono il problema. Solo un’esigua mi-noranza si dice contraria alla caccia ed è in grado di motivare questa sua risposta. Per-ciò, imbecillotti in cerca di consensi, ave-te sbagliato tutto e continuate a sbagliare.

Per concludere, l’arma che sta a casa mia, denunciata e ben custodita, è un’arma buo-na, che fa sentire più sicuri i miei cari e i miei vicini, e meno sicuri i malviventi. L’ar-ma buona è una garanzia. Il Paese più arma-to del mondo è la civile e democraticissima Svizzera, dove ogni soldato si porta l’arma d’ordinanza in casa. In Svizzera non ho visto inferriate e porte blindate. Né ho mai letto sui giornali di un malvivente che abbia mas-sacrato a morte una coppia di poveri pensio-nati nella loro casa priva di armi e buttato giù dal balcone una vecchia signora dopo averla violentata. Meditate, imbecillotti, meditate!

Bruno Modugno

inutile, dannosa ed immorale. Niente di più sbagliato. Due recenti indagini demoscopi-che di Astra Ricerche, una del 2010 e una del 2013, hanno dimostrato che gli italiani favorevoli alla caccia sono una netta mag-gioranza. L’Italia non è la Milano del Cor-riere della Sera o la Roma di Repubblica, ma l’Italia è quella delle piccole città , delle province, delle campagne dove la caccia ha avuto sempre diritto di cittadinanza. Nelle grandi città (che non rappresentano l’Italia) molti bambini non sanno nemmeno come nasca un pollo. Pensano che venga fabbri-cato negli stabilimenti Aia, Arena, Auchan. Non nel pollaio della nonna. Né hanno mai visto ammazzare la gallina vecchia per far-ci il brodo o l’agnello per festeggiare la Pa-squa. E così i filetti di merluzzo Findus non erano parte di pesci guizzanti in agonia sul paiolo del peschereccio, ma avevano il si-gnificato di una barretta di cioccolato o di una merendina Kinder. E la maggioranza

Page 11: Caccia Passione gennaio 2016

News venatorie

Caccia Passione 9

Caccia & ambiente: La storia di una donna che dall’ostilità pre-concetta ora dirige un circolo dell’Arci Caccia.

Arcicaccia: ” Wilma la cacciatrice con un passato da anticaccia”.

E pensare che ero stata sempre contro la caccia…”. Confessa il suo “peccato originale”, che l’ha ac-

compagnata per oltre quarant’anni, Wilma Vettorel, trevigiana, dal 2010 cacciatrice e da quest’anno pre-sidente del circolo Arci Caccia di Mareno che conta 104 cacciatori, tutti uomini. Simbolicamente e con-vintamente, a ridosso dell’8 marzo, nell’assemblea congressuale, all’unanimità dei presenti, l’hanno vo-luta a capo dell’Associazione. “Una scelta difficile – ci dice Wilma – perché si trattava di prendere il po-sto di Ferruccio Carnielli, indimenticabile dirigente dell’associazione che ha segnato positivamente, per più lustri, con le battaglie dell’Arci Caccia che lo hanno visto in prima fila, la storia della caccia come piace a me: responsabile, legata alla gestione e alla conservazione della fauna”. “Di Carnielli – continua a raccontare Wilma a tavola con Pier Luigi Pittarel-lo, Paolo Sponchiado e Giuliano Ezzelini Storti – ri-cordo il primo incontro dopo che mi associai al cir-colo Arci Caccia di Mareno e mi iscrissi all’Atc n.4. Avvertii subito la sua passione e la sua ostinazione nel promuovere la caccia popolare e sostenibile.

Mi colpì. E’ stato un grande presidente e un grande uomo pur con i difetti, ad iniziare dal suo partico-lare carattere, che hanno tutti gli esseri umani. Con

Ferruccio sono andata a caccia per due anni. Imparo da lui la caccia col cane a lepri e a fagiani, a rispettare le regole e le distanze, a conoscere le zone, a consi-derare il lavoro degli agricoltori, a capire sempre di più cos’è la caccia, chi sono i cacciatori e perché oc-corre combattere i bracconieri e la cultura della ra-pina e della distruzione che portano con sé”. “E poi ..”.- si ferma un attimo Wilma. Con lo sguardo rivolto all’orizzonte sembra rivivere quei momenti e il suo volto si illumina. “Ho partecipato alle catture delle lepri nelle zone ripopolamento e ho scoperto la gioia e l’amarezza degli uomini a seconda dei risultati con-seguiti perché quelle catture rappresentano la palese testimonianza del buon lavoro di gestione fatto e di quanto sia utili i cacciatori nella tutela della biodi-versità. In quelle circostanze capisco cos’è la caccia: tradizione, rispetto per l’ambiente, impegno sociale, sano divertimento, amicizia vera e genuina ma anche sana rivalità e competizione.

Durante le operazioni di cattura guardi gli occhi e la fatica di quelle persone, che sacrificano tempo e denaro alla loro famiglia, e avverti la devozione per la natura da parte dei cacciatori. Molto di più di cer-te persone che amano definirsi ambientalisti ma che poi dalle piccole cose quotidiane dimostrano, pur-troppo, il contrario”. “Torna a chiamarlo fin che te eo trova…” rispose Ferruccio in dialetto stretto.aro ma-gica ma sento, e so di dargli un dispiacere, che non è nelle mie corde, non mi entusiasma.

Nel frattempo faccio allenamento al tiro al piattello per prepararmi, ma… con le anatre non ci so proprio fare. Roberto ha anche passione per la caccia agli un-gulati e mi coinvolge in questa nuova esperienza. Per un’intera stagione lo seguo zitta e attenta in altana, alla cerca nei boschi al tempo del bramito dei cervi e nelle grandi battute ai cinghiali. Sono affascinata, anche se la sveglia è alle 3 del mattino e fa un freddo cane. Ora si, mi piace tutto. Dopo aver ottenuto la licenza ungherese e una carabina mi cimento nella caccia ai cinghiali. La gente capirà. D’altronde è già successo a me!”

Fox Red

Page 12: Caccia Passione gennaio 2016

Caccia Passione 12

La passione per fucili e pistole sembra aver contagiato i vicenti-ni. Le licenze per uso sportivo sono raddoppiate rispetton al 2014

Vicenza, è boom di licenze di porto d’armi uso sportivo

Caccia in Sardegna: l’allungamento della stagione venatoria, con la dilazione della caccia al tordo sino al 31 gennaio 2016

Si allunghi la stagione venatoria dopo sentenza Tar Liguria

Come riportato sulle pagine de Il Giornale di Vi-cenza, dalla questura escono circa venti licenze

di porto d’armi per uso sportivo al giorno. Un bel la-voro per gli uomini dell’ufficio Armi e caccia, che de-vono vagliare ogni richiesta molto attentamente. Nel 2014 erano stati 932 i permessi rilasciati, nel 2015 sono 2.141. A far lievitare i numeri è stata l’entrata in vigore di una normativa europea che ha reso più semplice la possibilità di ottenere un’arma per uso sportivo. In pratica basta un certificato medico, oltre alla documentazione richiesta dalla questura, e si po-trà circolare con fucili e pistole, tenuti nelle apposite custodie, per dedicarsi al tiro al bersaglio in poligo-no. In molti hanno così trasformato il loro permesso di detenzione, spesso utilizzato nel caso di fucili e pistole ereditate dopo la morte di un parente appas-sionato, nella licenza sportiva. Restano bassi infine i numeri di chi richiede un arma per difesa personale: i vicentini ad averne fatto richiesta sono “solo” 112.

Vicenzatoday.it

E’ la richiesta arrivata dall’Unione cacciatori Sardegna, che raggruppa migliaia di appassio-

nati isolani, attraverso una richiesta al Comitato faunistico. “L’organismo preposto alle decisioni in merito al calendario venatorio – esordisce il presidente dell’associazione Bonifacio Cuccu – è convocato per il prossimo 13 gennaio, con all’or-dine del giorno l’approvazione del piano faunistico venatorio. Un elaborato che disciplina i metodi di prelievo nel rispetto dell’ecosistema ambientale”. Non è però la sola questione sul tavolo. Un mo-nito arrivato anche da Caccia, pesca e ambiente e da Federazione della Caccia. “Con le altre associa-zioni dell’universo venatorio abbiamo infatti sol-lecitato la modifica dell’ordine del giorno, con una

discussione mirata al prolungamento della stagione venatoria ai turdidi, alla beccaccia e ai beccaccini. Un provvedimento che si prefigura come un vincolo imposto dalla sentenza del Tribunale amministrati-vo della Liguria, che ha dato il lasciapassare alla cac-cia al tordo sino al 31 gennaio rendendo legittimo il prelievo della specie relativa ai turdidi. Non com-prendiamo – conclude Cuccu – come mai la Sarde-gna resti a guardare, mentre le altre Regioni hanno un calendario esteso sino al termine di gennaio”.

Page 13: Caccia Passione gennaio 2016

News venatorie

Caccia Passione 13

Cinque indicazioni su cinque animali: è questa la prestazione di Fan-ny May che è valsa al campione aretino il secondo titolo di seguito. Sul podio Nemo di Davide Rossi e Domino di Mario Rossi

Coppa italia springer spaniel 2015. Collacchioni fa il bis

Cesare Coradeschi con Fanny May ha vinto la Coppa Italia springer spaniel 2015, che si è svol-

ta il 12 e il 13 dicembre sui terreni del Centro federa-le di Collacchioni a Pieve Santo Stefano (Ar). Cani e conduttori si sono affrontati nelle zone più impervie dell’azienda, nei boschi e nei roveti più inaccessibili, seguiti dai giudici e dallo staff del Centro federale, tutti cacciatori veri: “Giudicare gli springer è un’e-mozione incredibile. – commentava il giudice Paolo Berlingozzi dopo la prima selezione di sabato – Ho visto cani davvero facili da seguire per le loro attitu-dini, sono stati tutti turni da cercatori veri, ma alla fine abbiamo dovuto scegliere chi doveva andare avanti”. “Collacchioni è il banco di prova più seletti-vo di cui disponiamo. – le parole del giudice Saverio Marini – Nella mia batteria della semifinale ho visto cani e accompagnatori affiatati. Ho notato però che gli springer di oggi sono forse poco ‘sacrificati’: do-vrebbero essere ancor di più al servizio del cacciato-re. In altre parti del mondo non è difficile assistere a prove durante le quali i cani tornano con addosso i segni della loro azione”. Per la cronaca, dobbiamo se-gnalare che dalle due batterie, dalle quali sono usciti gli otto finalisti (oltre ai primi tre classificati c’erano Brenda del Bona Bona e Fuenna condotte da Loren-zo Locci, Decermo condotto da Marco Benvenuti, Semola condotto da Francesco Meconi e Donna, un altro springer di Cesare Coradeschi) sono stati esclu-si atleti del calibro di Marco Carretti, accompagnato da Caribù di San Fabiano. Dopo anni di duro lavoro possiamo finalmente affermare che nel nostro Paese la “tradizione degli spaniel” è diventata importante. Il frutto di queste fatiche si sono viste la domenica della finale, quando i concorrenti, ma soprattutto i cani, hanno dimostrato di saperci fare sul serio sotto lo sguardo attento dei giudici Berlingozzi e Marini, i quali hanno poi condiviso la classifica con tutti i pre-senti: “Emozioni e divertimento, questo è lo spirito con cui ho espresso i miei giudizi e spero che per i concorrenti sia stato lo stesso” i pensieri di Berlin-gozzi prima di pronunciare le relazioni. Il campio-

ne, Fanny May, ha dimostrato di confermare le pro-prie qualità venatorie con il Cac Cacit che è valso il primato in classifica. Sui terreni vicino all’acquedotto abbiamo assistito a qualche indecisione iniziale, ma il conduttore Cesare Coradeschi ha fatto la differenza, indirizzando il cane. Dopo due sbandate ha scovato un pernice e subito dopo un’altra (non si poteva spa-rare). Poi abbiamo assistito alla cerca e all’abbattimen-to di un fagiano, riportato da dentro un filo spinato e consegnato al galoppo. Ma non è finita: Fanny May ha segnato un altro fagiano e dopo una lepre. Cinque indicazioni su cinque animali. Merito al conduttore che conquista un’altra volta questo titolo già vinto nel 2014 Il 2° classificato, Nemo, è un cane veloce che, a detta dei giudici, dovrebbe essere un po’ più ‘ripiegato’, ma l’effetto finale è la concretezza nelle situazioni diffi-cili. Ha indicato un fagiano che è stato ferito, è partito per il riporto senza aspettare l’ordine del conduttore Davide Rossi: “Quisquilie di regolamento – ha sen-tenziato Berlingozzi – che non ci hanno impedito di assistere a una ricerca davvero impegnativa nel bosco e conclusa con un bel riporto. Turno chiuso con un altro punto”. 3° classificato, Domino di Mario Rossi: ha importanti doti naturali, ma è un cane che dovreb-be fare un po’ meno affidamento alla fantasia e un po’ più all’addestramento. Corretto sulla pernice scovata, a inizio turno ha trovato un fagiano abbattuto da di-versi giorni, e lo ha riportato. A fare gli onori di casa il presidente della Sezione provinciale di Arezzo Do-menico Coradeschi, che in un’atmosfera già contagia-ta dallo spirito natalizio ha ricordato: “In passato nel nostro Paese, quando Collacchioni ancora non esiste-va, abbiamo organizzato in aziende altrettanto valide e uniche manifestazioni internazionali alle quali par-tecipavano concorrenti provenienti da tutta Europa. Magari venivano 20 francesi, 10 belgi e via così. Ai tempi siamo riusciti a creare trofei e coppe ai quali partecipavano anche 6 nazioni, ma oggi, purtroppo, non esistono più le condizioni per realtà del genere.

Page 14: Caccia Passione gennaio 2016

Caccia Passione 14

Page 15: Caccia Passione gennaio 2016

Migratoria

Caccia Passione 15

Dai roccoli ai capanni..

Page 16: Caccia Passione gennaio 2016

Caccia Passione 16

prima parte: monumenti in estinzione..

Un bel pezzo della storia della caccia nel no-stro paese è testimoniato da questi monu-menti che, purtroppo, rischiano di finire nel dimenticatoio. Inoltriamoci in un viaggio che ripercorre la loro storia: da stratagemmi per il rifornimento di proteine nobili a vere e proprie istituzioni da riscoprire, testimo-ni di un passato quasi dimenticato. Diceva

Leonardo da Vinci che la sapienza è figlia dell’esperienza. Quando si parla di caccia, non tutti hanno la grazia di poterne vivere l’esperienza e, infatti, di sapienza a proposi-to di caccia non ce n’è molta. Sono lontani i tempi in cui quest’arte, unanimemente rico-nosciuta come nobile, meritava manuali che non solo indicassero come praticarla ma

di Eleonora Vignato e Mauro Riga

Dai roccoli ai capanni..

foto di Gianpietro Corti

Page 17: Caccia Passione gennaio 2016

Migratoria

Caccia Passione 17

che ne incentivassero l’approccio. E sempre meno rimangono quegli anziani cacciatori a cui dire “raccontami com’era”, il cui discor-so inizia quasi sempre con un “eh... non era mica facile come adesso”. Notatelo: non sai come reagire a quel “facile come adesso”: è vero i mezzi erano più spartani, improvvisa-ti, spesso rozzi; ma sentirsi dire che la caccia è facile oggi, per chi la conosce, ha lo stesso effetto del rumore della fiancata di un’ auto di lusso che gratta contro un muro. Sembra questo, soprattutto ad un occhio ed un orec-chio inesperto: che la caccia sia facile. Che si identifichi tutto nell’atto ultimo, quello dello sparo, e che esso stesso sia qualcosa di banale, infallibile, alla portata di tutti. Che

l’essere lì, in quel preciso momento, in quel-la situazione possa essere considerato alla stregua di pagare un giro, inserire il getto-ne, salire su una giostra ed essere certi che precipiterà in picchiata a farti provare il bri-vido che cerchi. Non si può sapere quanto sia difficile arrivare a provare quel brivido nella caccia. Quanta esperienza, fatica, de-lusioni, attese, costi quel brivido. E allora, se non troveremo manualetti contempo-ranei che ci indichino come si fa ad anda-re a caccia, è comunque giusto ogni tanto ripercorrere quella che è stata per ognuno di noi, nel corso degli anni, l’esperienza del cacciare, e come ci è stata trasmessa da chi la sapienza l’ha acquisita sulla terra, nell’a-ria e nell’acqua. Antica quasi quanto l’uomo. “Quasi” perché nacque appena dopo, quan-do il difendersi dalle bestie feroci lasciò lo spazio al divenire cacciatore, giacché il nu-trimento vegetale non bastava. Erano racco-glitori-cacciatori, lo furono per due milioni e mezzo di anni, e non esistevano tra di essi i vegetariani né tanto meno vegani: non ci vo-leva tanto per capire nemmeno allora che le proteine animali erano da preferirsi a quelle vegetali... l’evoluzione su questo argomento, a quanto pare, dev’essere avvenuta a ritroso per una fettina chiassosa di nichilisti che ci vorrebbero convincere che vivere senza car-ne sarebbe meglio! Per tornare alla nostra storia: le astuzie ed i mezzi non avevano più il solo fine di tenere lontani gli animali, ma di vincerli non fuggendo più ma cacciando, appunto. Sarebbe un’impresa lunghissima, seppur interessantissima, ripercorrere tutti quelli che furono i metodi che il cacciatore imparò a far fruttare, ma è giusto avvicinarsi ai nostri tempi, a cose che ancora abbiamo la fortuna di poter ammirare: pezzi di storia dimenticati, non solo dai profani, ma anche da tanti che si manifestano gran conoscitori della caccia. Stiamo parlando dei “Roccoli” o “brescianelle” (a seconda della zona e di piccole differenze tecniche). Si tratta delle

Page 18: Caccia Passione gennaio 2016

Caccia Passione 18

strutture di uccellagione (parola che allora non conosceva l’accezione negativa odier-na) più complesse che l’uomo riuscì a svi-luppare grazie allo studio della migrazione degli uccelli, del loro percorso attraverso le montagne e dei luoghi più adatti ove instal-lare tali strutture, anche se non è ancora ben chiaro perché, a parità di caratteristiche, certi valichi e spartiacque fossero preferiti rispetto ad altri. Il roccolo era costituito da uno o più tondi di piante (come il carpino, perfetto perché nella parte inferiore va a co-stituire una specie di colonnato, mentre nel-la superiore si espande in rami fittissimi);

al centro del più alto di questi si ergeva una torretta, chiamata casotto, alta una decina di metri, completamente mimetizzata anch’es-sa da piante e vegetazione. Al piano terra della torretta venivano riposti in uno stan-zone i richiami, mentre in quello superio-re si trovava lo stanzino da cui l’uccellatore spiava l’avvicinarsi degli uccelli. Durante la cattura venivano ben nascosti, ed inseriti nei punti più strategici dei tondi o tra gli alberi da frutto che riempivano gli spazi tra di essi, i richiami. Mentre dentro le file di carpini, sempre doppie, venivano fissate le reti (che nei roccoli non superano i quattro metri,

Page 19: Caccia Passione gennaio 2016

Caccia Passione 19

Migratoria

nelle brescianelle i tre). Il metodo con cui gli uccelli si prendevano era semplicissimo: entravano nel tondo dove stava il roccolo attirati dai richiami ed appena stavano per posarsi sulle piante all’ interno, l’uccellato-re usciva sul ballatoio fischiando con la co-siddetta sordina e lanciando lo spauracchio, una sagoma di vimini (anticamente anche di cartone o stracci) che simulava il falco in picchiata. A quel punto gli uccelli, fug-gendo bassi per cercare riparo tra le piante, si “imborsavano” nelle reti. La brescianella non differisce di molto come struttura, ma cambia il momento della cattura, in quanto

grazie ai grani sparsi sul terreno e l’uso di zimbelli e giochi, si aspettava che gli uccelli da catturare, si posassero dentro al tondo, e solo a quel punto, con un movimento rapi-dissimo, l’uccellatore attivava uno spaurac-chio più complesso rispetto al “falco” del roccolo: una corda faceva innalzare un filo di ferro che attraversava tutta la brescianella ed a cui erano attaccati degli stracci, delle ginestre e a volte anche dei campanacci da vacche. La difficoltà stava proprio nel non far vedere il movimento del fil di ferro prima di quello degli aggeggi attaccati! Ci si alzava alle quattro del mattino all’inizio della sta-

Page 20: Caccia Passione gennaio 2016

Caccia Passione 20

gione, ed alle tre nel mese di ottobre, quando il freddo spingeva giù i tordi (i primi a pas-sare) molto presto o, addirittura, nelle notti di plenilunio, facendoli passare tutta la not-te. Qualche roccolo oggi sopravvive solo per le catture, regolarmente controllate, ai fini di richiamo, e grazie all’impegno di pochi. Del resto la prima cosa che impari quando frequenti il corso per conseguire la licen-za di caccia, è che “l’uccellagione è il reato più grave” e che quando questa si compie, il termine cacciatore va sostituito con brac-coniere. Forse, all’ombra di questo pretesto, e grazie anche alla possibilità di accingere a mezzi comodi, accessibili ed alla portata di tutti, ci va bene non conoscere, continua-re a confondere le due cose, dimenticando quanto densa sia stata nei secoli l’esperien-za della caccia, quanti occhi sono stati le-

vati verso il cielo, quanto farsi e disfarsi di terreno si sia consumato sotto le suole delle scarpe, quante volte sia stato soffiato dentro a due mani per scaldarle, quante albe siano sorte dietro schiene sempre più curve che risalivano una montagna . Quanto meriti di essere conosciuto e raccontato tutto questo. Se certo indietro non si può tornare, quan-do il valore di tutto ciò che ruotava attorno alla caccia era diverso, diverso al punto che addirittura, nel vicentino, molti roccoli pri-ma dell’apertura venivano benedetti in pro-cessione dal Parroco, se certo sarà difficile tornare a cacciare con la dignità di quando le cose “non erano facili come adesso”, è an-che certo, però, che quel momento, quello dello sparo, non è un momento: sono secoli. Non è, per nulla, acquistare un gettone.

Page 21: Caccia Passione gennaio 2016

Caccia Passione 17

Migratoria

Page 22: Caccia Passione gennaio 2016

Caccia Passione 22

Page 23: Caccia Passione gennaio 2016

La girata

Ungulati

Caccia Passione 23

Page 24: Caccia Passione gennaio 2016

Una tecnica di prelievo della specie cinghiale praticata in forma collettiva che permette una buona selettività con un minimo disturbo al resto della fauna selvatica

Caccia Passione 24

di Vincenzo Frascino

la girata

Grazie alla sua grande adattabilità e alle condizioni ecologiche più varie, negli ultimi anni, il cinghiale, in Italia come

all’estero, ha notevolmente ampliato il pro-prio areale. Considerando l’elevata fertilità, la grande mobilità, il comportamento gregario e l’interesse per le colture cerealicole, il cin-ghiale rappresenta una specie ad alto impatto. Partendo da queste premesse è chiaro come sia necessaria un’attenta gestione della specie che preveda un controllo numerico che punti al livello minimo socialmente accettabile, pre-vedendo anche la sensibilizzazione del mondo agricolo che dovrebbe comunque considerare il cinghiale come un elemento fisso degli agro-ecosistemi. Se la gestione della specie risulta particolarmente problematica nel territorio in genere, le difficoltà di gestione si amplificano nel contesto di aree protette e parchi. Nelle aree protette, in cui si concentrano elevate po-polazioni di cinghiali, il controllo dovrebbe es-sere svolto soprattutto durante l’attività vena-toria che si realizza all’esterno dei loro confini, in modo da realizzare un’attiva azione di di-sturbo in tutte quelle porzioni di territorio che fungono da ricovero durante lo svolgimento della caccia e da serbatoio per l’irradiamen-

Page 25: Caccia Passione gennaio 2016

Caccia Passione 25

Ungulatito all’esterno una volta terminata la stagione venatoria. La forma di caccia sicuramente più praticata e conosciuta è la classica braccata con i cani da seguita. Nell’ambito del control-lo abbiamo invece diverse forme di prelievo: l’aspetto, la cattura, la cerca e la girata. Tutte le tecniche di controllo hanno caratteristiche specifiche ma hanno in comune prerogative come la possibilità di selezione, il cercar di ri-durre a minimo lo stress psicofisico dell’ani-male da abbattere oltre che il disturbo alle altre specie e infine il rispetto assoluto delle condi-zioni di sicurezza per gli operatori coinvolti e per i possibili frequentatori dell’area protetta.

Soffermiamoci sulla girata. Quest’ultima è una tecnica di abbattimento ancora poco diffusa in Italia, anche se le esperienze degli ultimi anni ne hanno dimostrato l’utilità in diversi terri-tori del centro-nord. Questa forma di prelievo ha delle norme comportamentali ben precise ma esistono alcune variabili legate ai diversi territori in cui è attuata, alla tipologia di cane che si utilizza oltre che alle differenti norme che la disciplinano nei diversi angoli del no-stro paese. La girata prevede un numero limi-tato di poste e un conduttore di cane limiere, un cane specialista nel lavoro da singolo e ca-pace di seguire tracce anche parecchio fredde.

-Il territorio ideale per la girata caratterizzato dall’alternanza di bosco e radure

Page 26: Caccia Passione gennaio 2016

Caccia Passione 26

Come limiere è possibile utilizzare cani ap-partenenti a diverse razze; la cosa fondamen-tale è che il cane sia non solo dotato di ottime qualità naturali, ma che risulti estremamente ben addestrato e collegato al conduttore. Al fine di assicurare la correttezza tecnica e la si-curezza delle operazioni, i cani con funzione di limiere devono essere abilitati per prove di lavoro specifiche da un giudice ENCI. La gira-ta consta di quattro fasi diverse: la tracciatura, la disposizione delle poste, lo scovo e l’abbat-timento. La tracciatura si esegue con il cane alla lunga lungo tutto il perimetro di un’area di entrata dei cinghiali. Se il cane segnala un’en-trata recente di animali nella zona di rimessa, il conduttore dispone le poste in corrispon-denza delle uscite dei trottoi più frequentati cercando di collocarle ad una certa distanza dal bordo del bosco. Collocate le poste, han-no inizio la terza e la quarta fase della girata:

il conduttore entra nel bosco con il cane alla lunga, o, se l’ambiente non lo permette come avviene nei boschi molto fitti, sciogliendo il cane sulla traccia degli animali. L’utilizzo di un solo cane che non forza eccessivamente gli animali fa si che i cinghiali si presentino alle poste generalmente al passo o al piccolo trotto, permettendo anche la selezione dell’a-nimale da abbattere, qualora fosse richiesta dal regolamento. Il territorio ideale per que-sta tecnica di prelievo è quello caratterizzato dall’alternanza di bosco e radure. Macchie fitte ed estese poco si addicono al lavoro di un solo cane; inoltre le zone di stacco sono fondamen-tali per eseguire un’attenta tracciatura e per collocare le poche poste a disposizione. L’im-piego di un solo ausiliario perfettamente ad-destrato a seguire soltanto l’usta del cinghiale senza farsi distrarre dall’odorosa presenza di altri ungulati, rende la girata particolarmente

L’autore in compagnia della squadra di girata di Castell’Azzara alla fine di una girata nel grossetano.

Page 27: Caccia Passione gennaio 2016

Ungulati

Caccia Passione 27

adatta al contenimento dei cinghiali in parchi, Zone di Ripopolamento e Cattura (Z.R.C.), e in tutte quelle aree in cui è auspicabile il minor disturbo al resto della fauna presente. Tra le razze più utilizzate si ricorda il Bassotto tede-sco, il Dachsbracke, lo Jagd-Terrier e lo Slo-vensky Kopov. Oggi giorno, in specifici conte-sti, la girata può essere considerata una valida opzione per il controllo della specie cinghiale.

L’amico Moreno, conduttore di cane limiere con la sua dachsbracke Asia.

La girata è una forma di prelievo che ben si presta nel controllo del cinghiale all’interno di aree protette.

Page 28: Caccia Passione gennaio 2016

Caccia Passione 28

Cinghiali volanti

Page 29: Caccia Passione gennaio 2016

Speciale cinghiale

Caccia Passione 29

Cinghiali volanti

Page 30: Caccia Passione gennaio 2016

Piove!!! Che bello! Finalmente!. Due facce sollevano lo sguardo cisposo dalle cartelle cliniche e mi guarda-

no con aria perplessa, quasi allarmata. Le mie colleghe non possono capire cosa si-gnifichi, e il perché del mio puerile entu-siasmo. In questa rovente estate 2015 una giornata di pioggia rischia di trasformare l’aria già intollerabilmente calda in un ba-gno turco. “Uffa!” sbuffa la mia collega, “questa pioggia non ci voleva!”. E invece si!

Son quasi due mesi che è aperta la caccia di selezione al cinghiale in provincia di No-vara. La mia nuova zona fin ora mi ha re-galato un panorama gradevole, due nuovi amici, un numero imprecisato di punture di zanzare e…nemmeno una setola! Per-lustrando i campi seminati a mais e soia, con i miei soci Teresio e Renato cerchia-mo qualche flebile indizio della presenza di cinghiali. Son settimane che usciamo ogni sera e, prima di appostarci, andiamo a perlustrare qualche campo, bosco, ru-scello, in cerca della sospirata unghiata. Ma niente, solo caprioli. Negli orti limi-trofi alla nostra zona che, per quanto bel-la, è abbastanza antropizzata (troppo per i miei gusti!) la presenza dei cinghiali è

Caccia Passione 30

di Pina Apicella

stata più spesso appurata, e qualcuno li ha finanche colti in flagranza di reato mentre onoravano il sudato lavoro dei contadini.

Eppure, nella zona di caccia non si vedono né direttamente né indirettamente. “Ora che ha piovuto bene per quarantott’ore non potranno sfuggirci i loro passaggi! Dobbia-mo solo esser furbi quanto loro, ricostrui-re i movimenti del branco e possibilmente sparare bene!” mi fa l’occhiolino Renato, con l’intento di burlarsi di Teresio per una padella d’inizio stagione su un porcastro. Un venerdì pomeriggio inforchiamo gli stivali e partiamo in perlustrazione. È fa-cile dimenticare di essere in Piemonte e trasportarsi con la fantasia nella giungla: fango, caldo e zanzare rendono l’ambien-te ostile e la passeggiata sgradevole, ma la nostra missione è chiara. “Basta farsi pren-dere per il naso da questi cinghiali! Mica

Cinghiali volanti

Page 31: Caccia Passione gennaio 2016

Caccia Passione 31

Speciale cinghiale

Page 32: Caccia Passione gennaio 2016

Caccia Passione 32

possono essere volanti! Da qualche parte dovranno pur passare!” cerco di spronare i miei amici. “Questo qui è un signor so-lengo!” sussurra Teresio affiancando il suo piedone taglia 46 alla poderosa impron-ta che sprofonda nel fango per almeno tre centimetri. “Se è sulle tracce del branco presto troveremo anche quelle” aggiungo, incrociando le dita nelle tasche. Con qual-che ponfo di zanzare in più torniamo alle macchine, dandoci appuntamento per l’in-

domani mattina. Siamo ormai ad agosto, manca un mese alla chiusura della selezio-ne al cinghiale, e noi tre non siamo riusci-ti a prenderne nemmeno uno! Le piccole e divertenti competizioni che s’instaurano tra i cacciatori di selezione delle zone li-mitrofe non ci tangono minimamente: il carniere è stato scarso per tutti, ma per noi è ormai una questione di principio! Così concordiamo che per questo ultimo mese usciremo anche all’alba, per aumentare la

Page 33: Caccia Passione gennaio 2016

Caccia Passione 33

Speciale cinghiale

possibilità d’incontro con l’agognato ungu-lato. Parto da Novara alle 3.30 del mattino, è sabato e molti ragazzi smaltiscono i ba-gordi del venerdì sera chiacchierando som-messamente sotto i portoni e mangiando brioches calde. Passo loro davanti con la ca-rabina in spalla e gli scarponi, “Chissà che penseranno?” mi chiedo. Ma il mio pensie-ro è fisso su quella grossa impronta accanto allo scarpone di Teresio. Alle 4.00 in punto imbuco la cartolina. Teresio e Renato sono

già arrivati, loro abitano qui vicino e poi alla loro età dormire è meno piacevole che alla mia! Ci dividiamo secondo le postazio-ni concordate la sera prima: Teresio sull’al-tana sul campo di mais, solcato dallo stra-dello su cui era impressa l’unghiata. Renato all’uscita del bosco, sul confine della zona, dove gli ultimi campi seminati si confon-dono con le propaggini del parco che ini-zia a meno di un chilometro. Io sull’altana che guarda il “campo dei caprioli” (da noi

Page 34: Caccia Passione gennaio 2016

Caccia Passione 34

così denominato perché la sua soia attrae numerosi folletti). Dalla mia postazione si vede molto bene la porzione di bosco che fa da “tangenziale” per accedere ai campi, tappa obbligata, secondo i nostri calcoli, per il rientro del branco dopo la pastura notturna. È ancora buio, non fa caldo e non si sentono zanzare. Questi minuti di pace in attesa del mattino (e non solo!) mi ripa-gano del sacrificio della sveglia. Quando il cielo diventa blu cobalto inizio a decifrare le sagome: le betulle laggiù, una volpe sotto la mia altana, in lontananza un trenino di punti neri… cinghiali! Col binocolo vedo quasi nulla, inquadro con l’ottica, la cui lu-minosità mi permette di decifrare la sce-na: un branco di cinghiali, verosimilmente una grossa scrofa con porcastri intorno ai trenta chili, sta rientrando nel bosco, senza passare da quello che secondo me era un passaggio obbligato. La distanza stimata

con il binotelemetro è di circa 300 metri. Non mi sfiora minimamente l’idea di spa-rare, in primis per la distanza ma soprattut-to per la scarsa visibilità. È ancora troppo buio. In oltre se sparassi ora, rischierei di cambiare la direzione del branco che, ad occhio e croce, sembra dirigersi proprio in direzione di Renato. Il boato della carabi-na di Renato conferma che le mie previ-sioni erano giuste. Pochi minuti dopo che il branco era uscito dal mio campo visivo, la palla del 308 del mio socio ha colpito uno dei porcastri. Niente di fatto, per me e Teresio, e uno a zero anche per il grosso verro che probabilmente ancora si aggira per le colline. “E’ un animalotto piccolo” commentiamo insieme, e nel comporre le spoglie con lo sguardo ci soffermiamo a controllare le scapole. Vuoi mai che, visto che per mesi e mesi non hanno lasciato tracce… fossero davvero cinghiali volanti!

Orma del re del bosco nel fango.

Page 35: Caccia Passione gennaio 2016

Caccia Passione 33

Attualità

Page 36: Caccia Passione gennaio 2016

Caccia Passione 36

Page 37: Caccia Passione gennaio 2016

Caccia Passione 37

Eventi

HIT SHOW 2016 Torna in Fiera di Vicenza la manifestazione leader del settore ..

Page 38: Caccia Passione gennaio 2016

Caccia Passione 38

Il polo fieristico, di oltre 35.000 mq, è sud-diviso in tre grandi aree tematiche: Hun-ting, Individual Protection e Target Sports

dove, appassionati e non, possono scoprire le ultime novità dedicate ad armi, munizio-ni, attrezzature e accessori sportivi. L’area Demo, inoltre, dà la possibilità ai visitatori di esprimere e vivere la propria passione: lo spazio esperienziale allestito nel Padiglio-ne 6 ha l’obiettivo di far testare i nuovi pro-dotti ed esercitarsi con armi da softair e ad aria compressa, guidati da professionisti e campioni. L’ampia gamma di novità messe in mostra offre a tutti non solo la possibilità di confrontarsi con i migliori produttori, ma allo stesso tempo d’incontrare anche profes-sionisti specializzati che possano illustrare ed insegnare le tecniche più appropriate di si-curezza nell’esercizio delle attività personali. In più, alla leadership nel settore delle armi e munizioni sportive si aggiunge l’elevata qualità delle attrezzature e dell’abbigliamen-to tecnico, che gli appassionati e gli atleti di

Fiera di Vicenza è pronta ad ospitare, dal 13 al 15 febbraio 2016, la nuova edizione di HIT Show, Mani-festazione organizzata in partnership con ANPAM (Associazione Nazionale Produttori Armi e Munizio-ni) e in collaborazione con ASSOARMIERI e CONARMI

a cura Pierfilippo Meloni

HIT SHOW 2016 Torna in Fiera di Vicenza la manifestazione leader del settore ..

Page 39: Caccia Passione gennaio 2016

Caccia Passione 39

Eventi

Nella foto: Toni Gialdini presso la riserva di caccia La Stoppa.

Target Sports potranno trovare in vetrina.

Dopo il grande successo dello scorso anno, torna la quarta edizione del Trofeo HIT Show, organizzato da Fiera di Vicenza in collabora-zione con FITAV (Federazione Italiana Tiro a Volo), che vedrà protagonisti diversi poligoni veneti. Un altro attesissimo ritorno riguarda HIT Dog Show, uno dei più prestigiosi Salo-ni dedicati alla cinofilia. L’Evento, organizza-to in collaborazione con il Circolo Cinofilo Vicentino, vanta la presenza di più di 1000 esemplari di razze da caccia e da compagnia.

HIT Show rimane il contesto ideale dove in-formarsi sull’uso corretto di armi e munizio-ni e in cui scoprire tutte le novità nel campo dell’arte venatoria, grazie anche alla partecipa-zione di top brand internazionali ed eccellen-ze della produzione Made in Italy. Il successo della Manifestazione non riguarda solo l’Italia poiché il numero crescente di espositori esteri

Page 40: Caccia Passione gennaio 2016

Caccia Passione 40

conferma la valenza sempre più cosmopolita dell’Evento, confermandolo come appunta-mento di riferimento per il mercato europeo.

HIT Show 2016 non è solo un Salone esposi-tivo, ma arricchisce l’esperienza di visita con una serie di attività ed aree dimostrative a di-sposizione anche delle aziende per illustrare e promuovere in modo efficace i propri prodotti.

In questo contesto, Fiera di Vicenza, pro-muove l’incontro tra espositori ed addetti del settore permettendo così lo sviluppo di nuovi network commerciali, con un occhio

attento ai player innovativi in questo ambito.

I visitatori possono accedere alla Manifesta-zione dalle ore 09:00 alle ore 18:00, al costo di 15,00€. Coloro che acquistano il biglietto onli-ne previa registrazione, gli ospiti in possesso di regolare licenza di caccia e di porto d’armi ad uso sportivo e gli over 60 possono usufru-ire di una riduzione di 5,00 € sul costo totale.

Per ulteriori informazioni e per te-nersi sempre aggiornati sulle attivi-tà e sulle novità del calendario è possi-bile visitare il sito www.hit-show.com.

Page 41: Caccia Passione gennaio 2016

Caccia Passione 41

Eventi

Page 42: Caccia Passione gennaio 2016

Caccia Passione 42

Page 43: Caccia Passione gennaio 2016

Cani da cacciaCani da caccia

Caccia Passione 43

Cirneco dell’Etna dalla teoria alla caccia..

Page 44: Caccia Passione gennaio 2016

Caccia Passione 44

Il detto siciliano che calza a pennello a chi trova sem-pre quello che cerca suona più o meno così: “e chi è, ‘nca-ni cirneco?”

Questo mi sembra il modo miglio-re per presentare questo cane, che se non fosse stato classificato fra

i cani primitivi si sarebbe indubbiamen-te conquistato un posto fra i cani da cer-ca, proprio come lo springer o il coker.

I cani primitivi. Dotato da madre natura di orecchie enormi, pelliccia fitta e corta co-lor miele e arti fini e lunghi ma comunque

robusti, il cirneco dell’Etna e uno dei pochi cani definito cane primitivo ( secondo la classificazione Fnc, inserito nel gruppo 5).

Il concetto di primitivo rimanda a qualcosa di antico, di originario, da porsi in relazione strettissima con i propri antenati. Il concet-to di primitivo si lega soprattutto con la sto-ria dell’evoluzione del cane, che nel caso del cirneco si riferisce più all’opera dell’ambien-

di Claudia Zedda

Cirneco dell’Etna dalla teoria alla caccia..

Page 45: Caccia Passione gennaio 2016

Caccia Passione 45

te che a quella di selezione dell’uomo. Il ter-ritorio appunto per millenni ha lavorato su questa razza rendendola quella che è oggi.

E non deve quindi sorprendere che il cane sia strettamente legato al suo territorio, le falde dell’Etna, nel quale riesce a dare il mas-simo e primeggiare su tutte le razze: ha avu-to un’infinità di secoli per allenarsi e adat-tarsi. Ma di questo parleremo fra un attimo.

Cirneco a caccia

E’ un vero peccato che la razza fuori dalla Sicilia sia più che altro intesa come da com-pagnia. E’ un vero peccato perché il cirne-co è un ausiliare a cinque stelle, insupera-

bile nei suoi territori natali ma in grado di adattarsi e dare il meglio di sé anche altrove. Impiegato storicamente sul coniglio, il cane ben si adatta alla caccia della coturnice, delle quaglie, beccacce e croccoloni. Spesse volte punta questi volatili a fermo: certo non può competere per plasticità con le razze ingle-si, ma l’efficacia delle sue azioni, forse meno eleganti, non sono mai meno efficaci. Quan-

do il cirneco è sulle tracce del coniglio lavora normalmente al trotto: la sua cerca è atten-ta, puntigliosa, metodica. Quando il cane ci sa fare da l’idea che conosca alla perfezione le abitudini del coniglio che non ama i cam-pi aperti e durante il giorno, dopo i bagordi notturni, ama dormire fra i cespugli di gine-stre e rovi, nei canneti o in tana, dietro cu-muli di pietra e chissà che altro. E’ proprio lì che il cirneco va a cercare la sua preda, e lo fa senza fretta, prendendosi tutto il tempo che gli serve per ispezionare tutto il territorio. Il suo stile è sinceramente inconfondibile: usa contemporaneamente fiuto, vista e udito. Ha tutti i pregi di un cane selvatico e l’elegan-

za di un animale legato all’uomo da secoli.

Poco prima del momento x si ferma, an-nusa l’aria in prossimità del nascondi-glio, mettiamo sia un cespuglio, proprio come farebbe un cane da ferma: le sue orecchie sono tese, sono dei veri e propri radar in attesa di percepire anche il mini-mo rumore. Poi è la volta dell’azione. Sal-ta e insegue il selvatico a naso o a vista

Cani da caccia

Page 46: Caccia Passione gennaio 2016

Caccia Passione 46

le vulcanico rendono difficile il passag-gio, qualunque razza si stanca, soffre la sete, accusa “spedature”. Il cirneco invece è a casa e in questi territori lui dà il meglio.

La sua resistenza è sorprendente, vuoi alla fatica vuoi alla sete, vuoi anche al dolore e la sua intelligenza indiscutibile tanto che riesce ad ottimizzare al meglio le sue ener-gie per stanare sempre, o quasi il coniglio.

Insomma, per quanto alcuni oggi lo repu-tino un cane da compagnia, affettuoso e ri-spettoso del padrone e della casa, il cirneco dell’Etna è indiscutibilmente un signor cane da caccia selezionato in lunghi secoli di atti-vità venatoria dai siciliani ma più ancora dal territorio, specialista sul coniglio, ma tanto intelligente da prestarsi anche alla caccia di molti altri selvatici, sull’Etna e altrove.

e il cacciatore è inevitabile, si emoziona.

Quando il coniglio è nascosto fra i cespugli il cirneco non ha paura di farsi strada fra la ve-getazione. E’ sorprendente: addenta e strap-pa i rami spinosi, i rovi e tutto quello che gli impedisce il passaggio. E’ un cane coraggio-so, è un cane deciso, è un super cane da caccia.

Se invece il coniglio è in tana, in prossi-mità del suo nascondiglio scagna per co-municare i movimenti del selvatico, sca-va con il muso, immerge la testa nel buco, annusa, sbuffa, muove la coda e a quel punto può entrare in azione il furetto.

Insomma una caccia carica di adrenalina in cui le due star sono il cane ed il coniglio.

Cirneco e il suo territorio

Sulle sciare dell’Etna, quando territo-rio e clima si fanno ostili, il caldo è in-sopportabile, la mancanza d’acqua una certezza, gli accumuli di lava e materia-

Page 47: Caccia Passione gennaio 2016

Caccia Passione 47

Cani da caccia

Page 48: Caccia Passione gennaio 2016

Caccia Passione 48

Page 49: Caccia Passione gennaio 2016

Fucili canna rigata

Caccia Passione 49

Marlin XS7 VH HB in .308 Win.

Page 50: Caccia Passione gennaio 2016

La disponibilità di campi di tiro attrezza-ti fino a 300 m non è più un problema, specie in certe zone della penisola dove

allestimenti privati o tradizionali impianti del Tiro a Segno Nazionale offrono la possibilità di esercitarsi nel tiro con fucili a fuoco centra-le sulle classiche distanze dei 100 – 200 – 300

Caccia Passione 50

Anche senza voler scender in competizioni agonistiche è molto divertente esercitare il tiro a 300 m per proprio svago e diletto dotandosi di un insieme fucile e ottica a prezzi concorrenziali e con una resa più che dignitosa

di Emanuele Tabasso

m, arrivando oramai a toccare le 1.000 yarde per chi ami i cimenti assai impegnativi. Sta-zionando sulle prime tre lunghezze troveremo di che divertirci in base all’impegno tecnico ed economico che avremo messo in opera. Si sa che oramai tutti i i fucili sparano discretamen-te bene, alcuni molto bene pur senza sottrarre

Marlin XS7 VH HB in .308 Win.

Page 51: Caccia Passione gennaio 2016

Fucili canna rigata

Caccia Passione 51

cifre cospicue al nostro portafoglio: il panora-ma è ampio e tocca varie nazioni, dall’Europa Italia inclusa agli Stati Uniti d’America, dove produttori accorti e seri pongono all’attenzio-ne del neofita e dell’esperto armi di tutto ri-spetto richiedendo una moneta di entità ab-bordabile per chiunque abbia un po’ a cuore questa pratica sportiva. Ovvio che negli States l’offerta sia numericamente maggiore, il primo mercato delle armi lunghe rigate è segnata-mente là, e quindi che la competizione sulla tecnologia applicata, sui metodi costruttivi e sul prezzo sia fortemente combattuta, a tutto vantaggio dell’acquirente che dispone di un panorama vario e affidabile. E’ il caso di chi desideri iniziare le prove di tiro con un fuci-le a fuoco centrale di caratura adeguata senza investire cifre elevate: la scelta di una onestis-sima Marlin Mod. XS7 VH HB ci sembra del tutto favorevole sotto ogni punto di vista. La quotazione odierna si aggira intorno ai 710,00 € quindi davvero minimale, mentre la tecno-logia gode di alcuni risvolti mutuati dalla Re-mington, Casa in cui lo storico marchio è con-fluito con affidabili garanzie di continuità e di lavoro correttamente eseguito. La scelta del calibro, funzione dell’impiego di tiro in poli-

gono, ha visto primeggiare il .308 Win. sulla cui precisione intrinseca è superfluo tessere lodi: di qui osserviamo il castello della misu-ra corta, altro piccolo vantaggio di compat-tezza che la Casa mantiene per questa classe di cartucce mentre nella misura lunga vanno quelle analoghe alla .30-06 Sprg. in più alcuni accorgimenti dicono della cura che la Marlin ha sempre posto nelle proprie realizzazioni. Il castello ricavato da una barra cilindrica di ac-ciaio al carbonio presenta l’anello rotondo e il ponte a doppio diametro, entrambi provvisti di fori filettati per il montaggio delle basi di un’ottica; profonde fresature nei fianchi con-sentono lo scorrimento delle alette dell’ottura-tore insieme a un risalto a lamina nella parte destra in funzione di guida anti sbandamen-to. Il prisma di scarico delle forze è costituito da una lamina forata e sagomata inserita sul-la canna e posta davanti all’anello con la base inferiore incassata nell’apposita tasca ricavata nel fusto; il bloccaggio avviene grazie al passo a vite realizzato nella culatta della canna stessa e avvitato nell’anello, quindi con l’inserimen-to della lamina e da ultimo il bloccaggio con un dado godronato che lavora sulla parte più esterna del passo a vite. La soluzione consente

Page 52: Caccia Passione gennaio 2016

Caccia Passione 50Caccia Passione 52

un favorevole controllo dello spazio di testa, foriero di precisione e di regolare utilizzo dei bossoli, insieme a costi molto contenuti. Non è da meno la canna lunga 66 cm con 6 righe destrorse ricavate per bottonatura e passo di 1/12”, ottimale per palle di medio peso fra i 150 e i classici 168 gr; il profilo esterno legger-mente conico termina in volata con una sezio-ne di 20,85 mm (.820”) e un minuscolo invaso conico contornato da un ribasso cilindrico a protezione all’egresso delle nervature. L’ottu-ratore è composto da tre pezzi principali: il corpo centrale di sezione tonda reca profonde fresature nella sua parte a vista così da garanti-re una minor superficie di attrito migliorando lo scorrimento e insieme opponendo, a parità di diametro, maggior resistenza alle flessioni. Anteriormente viene inserita la testina dotata di faccia ribassata a supporto del fondello car-tuccia, nottolino di espulsione, foro del percus-

sore e delle due alette di chiusura contrappo-ste: quella di destra reca in basso una fresatura longitudinale che si impegna sulla nervatura di guida del castello, e un’altra fresatura or-togonale in cui scorre l’unghia dell’estrattore registrata da una molla interna. Dal tappo di coda sagomato sporge inferiormente la nocca del percussore e posteriormente il codolo, con un puntino rosso, per indicare la meccanica armata; il manubrio ricavato da microfusione presenta la base a tubetto per la calettatura sul corpo e il braccetto a profilo smussato, piega-tura indietro e nocca tondeggiante con zigrino per un comodo azionamento. Sicura e scatto:

La sicura comandata da un tasto cilindrico è posta a destra della codetta del castello e si aziona facilmente anche ad arma in punteria agendo su scatto e percussore, lasciando libero l’otturatore; sul lato opposto spunta la picco-la leva per lo svincolo dell’otturatore a fondo

Page 53: Caccia Passione gennaio 2016

Caccia Passione 49

corsa. Lo scatto regolabile denominato Pro-Fire® vede una lamina inserita nel grilletto con una molla interna di contrasto: solo pre-mendo questa lamina il grilletto può arretrare svolgendo la sua funzione di sgancio dei piani. L’ingegnosa soluzione funge da sicura aggiun-tiva permettendo di mantenere leggero e in si-curezza il peso di scatto imponendo insieme un pre carico di tutto vantaggio per la preci-sione: si sa che scattare bene è parte cospicua del buon piazzamento del colpo. La taratura di fabbrica si attesta intorno ai 1350 g, ma si può scendere con sicurezza a un’entità adeguata al tiro di poligono.

La calciatura e l’ottica

La calciatura monopezzo in sintetico nero svolge perfettamente la sua funzione grazie a prerogative quali asse diritto, calcio con nasello elevato, dorso lineare a profilo arro-tondato, appoggia guancia, impugnatura a pistola di sezione più ampia verso la coccia, calciolo in gomma morbida, zigrini stampati, ma discretamente grippanti. Fusto e asta con fondo arrotondato richiedono una scelta at-

Fucili canna rigata

Caccia Passione 53

tenta del punto di appoggio, nota che scom-pare se si decide di montare anteriormente un bipiede. La giunzione della meccanica avviene tramite tre viti a brugola e un Pillar Bedding che va ad aggiungersi alle note ca-ratteristiche di elevato valore di questo fucile.

In definitiva tutto concorre per assicurare una resa conveniente, specie sui banconi di tiro e con il montaggio di un’ottica che, nella fattispe-cie, è una Konus Pro 8,5-32x52 dotata di dop-pia illuminazione (blu e rossa), torrette balisti-che e scatti da 0,1 Mil, quanto basta, e avanza, per divertirsi compiutamente sulle linee come in un tiro di campagna a lunga distanza spen-dendo probabilmente meno di 500,00 € se si ha la pazienza di sondare le offerte delle diver-se armerie. La facile manovra dell’otturatore, l’inserimento delle cartucce sia nel caricatore fisso da 4 colpi, sia camerandole singolarmen-te, la buona presa , lo scatto sincero e affidabile sono doti che unite al peso del solo fucile pari a 3600 g, cui aggiungere la massa di ottica e attacchi, rende del tutto piacevole il tiro an-che sui classici 60 colpi di una competizione.

Page 54: Caccia Passione gennaio 2016

Caccia Passione 54

Scheda tecnica

Costruttore: The Marlin Fire-arms Co. – Mayfield – KY - (USA)

Distributore: Paganini – Torino – [email protected] – www.paganini.it

Modello: XS 7 VH HB

Calibro: .308 Win. - a richiesta .22-250 Rem.

Tipo: carabina a otturatore girevole scorrevo-le a due alette in testa - ripetizione ordinaria

Castello: anello e ponticel-lo chiusi - misura corta

Canna: lunghezza 66 cm – 6 righe ot-tenute per bottonatura con passo 1/12”

Alimentazione: magazzino fis-so da 4 cartucce (+1 in canna)

Congegno di scatto: azione diretta con sistema di sicura Pro Fire ™ a lamella

Estrattore: a unghia con fermo a sfe-ra e molletta - movimento ortogonale

Espulsore: con bottone ela-stico nella testa dell’otturatore

Mire esterne: non previste – 4 fori filettati sul castello con base tipo Weaver per ottica

Sicurezza: tastino rigato a due po-sizioni sulla destra del castello

Calciatura: in sintetico con pil-lar bedding – calciolo Soft Tech™

Peso: 3.600 g senz’ottica

Ottica: Konus Pro 8,5-32x52 con doppia illu-minazione, torrette balistiche, scatti da 0,1 Mil

Page 55: Caccia Passione gennaio 2016

Fucili canna rigata

Caccia Passione 55

Page 56: Caccia Passione gennaio 2016

Caccia Passione 56

La cartuccia .270 Win. è uno dei classici statunitensi di cui il mercato ha sempre apprezzato la somma di doti, magari non di vertice, ma sempre di elevato livello che ne fanno una scelta tuttora valida per la caccia ad ampio raggio

E’ il 1925, giusto novant’anni fa, e la Winchester presenta una sua nuova cartuccia destinata alla caccia grossa

del continente nordamericano, con partico-lare indirizzo agli ungulati di media taglia e all’orso nero: la prima arma a camerarla è il Mod. 54 della Casa del Pony Express e il cali-bro di .277” o 6,9 mm è proprio una speciali-

tà di queste terre, con quel decimo di mm in meno dalla pienezza del 7 mm o .284” e con una particolare attitudine a spingere ad ele-vata velocità proiettili di gamma compresa fra i 100 e 150 gr. La novità suscita molto in-teresse e insieme pareri non sempre univoci, come accade quando il ventaglio di opzioni balistiche apre tante porte e non in tutte gli

di Emanuele Tabasso

La cartuccia .270 Winchester

Page 57: Caccia Passione gennaio 2016

Munizioni

Caccia Passione 57

appassionati transitano con le dovute cono-scenze per effettuare le scelte più opportu-ne e affidabili. Sta di fatto che i dati messi in campo la posizionano per l’epoca ai vertici del settore e la dimostrazione della bontà in-trinseca è data dalla sua adozione da parte di tutti i maggiori costruttori che pongono sul mercato carabine con azione girevole scor-revole, monocolpo a blocco, il Mod. 760 a pompa di Remington e il semiautomatico BAR della Browning. Con l’impiego si ve-rificano le caratteristiche note, ricercate in sede di progettazione, insieme a quelle pic-cole scoperte degli appassionati, cultori della sperimentazione, a cui va il merito di asso-ciare con successo il calibro con la caccia ai nocivi: spiccano sul campo la radenza e la precisione intrinseca che, abbinate a palle

costante, con quegli alti e bassi inevitabili dovuti principalmente all’inserimento di al-tre novità, ma proprio dove arrivano nuovi cacciatori, le prede non sono di taglia molto elevata e serve la radenza questa carica viene proposta con sicurezza dagli armieri che ne conoscono le prerogative. Non dimentichia-mo che non sono trascorsi molti anni dalla diffusione dei telemetri a laser e la stima delle distanze a occhio sottende un calibro radente per minimizzare gli errori. Vediamo un poco da vicino il nostro panorama fuori dall’uscio o poco più in là: questa è la cartuccia che ha camerato ad esempio moltissime Mannli-cher Schönauer come questa nelle immagini e parimenti molte Ruger N.1 sono state ven-dute così come tante altre marche hanno dif-fuso la cartuccia ai quattro angoli del globo.

leggere e di specifica struttura, si presenta-no quasi come un di più nei confronti del-le aspettative. La dote non sfugge al tiratore medio statunitense uso, per sua forma men-tale, a destreggiarsi anche in tale campo con il suo .30-06 Sprg che, come si dice, fa quel che può. Fatto sta che in tutti questi decenni la diffusione del .270 Win. è pressoché una

Proiettili: peso e struttura

Nei caricamenti originali la gamma abituale dei proiettili era formata dai 100 e dai 130 gr, e la Winchester aveva ottime tipologie come, ad esempio, le Silver Point: nelle nostre zone alcuni privilegiavano i 100 gr per maggior radenza così da impegnare senza problemi il camoscio anche ai 300 m, ma non man-

Page 58: Caccia Passione gennaio 2016

Caccia Passione 58

cavano i fautori del peso superiore. Apparve su richiesta dei cacciatori di cervi nordame-ricani anche la 150 gr, adottata qui da noi non appena si estende la caccia al magni-fico selvatico che ha trovato ampi spazi nei boschi di montagna. Sempre nel continente nordamericano si arriva a montare proietti-li da 160 gr per l’alce e per gli orsi di taglia maggiore: se si possiede una sola carabina è senz’altro una soluzione, ma se appena ci si può permettere una spesa vediamo meglio per un sostanzioso maschio di cervo, a mag-gior ragione per le altre due specie, qualcosa di più gagliardo come un 7 Rem. Mag. un .300 ad alta intensità o il superbo 8x68S.

Nei caricamenti odierni si spazia su un’am-pia gamma con cartucce e vale la pena son-dare a fondo il campo per raccogliere quella più utile alle nostre necessità. Sulla canna corta della Mannlicher eravamo partiti nel 1964 con le 100 gr, poi con le 130 gr pagando qualche pegno per la minor radenza delle se-conde. Passati al 7 Rem. Mag. avevamo mes-so in rastrelliera la bell’arma e il suo calibro fin che questo è tornato all’attenzione con una Ruger N.1 dotata di canna da 66 cm. Il suggerimento dell’amico Massimo D’Angelo della Nuova Armeria del Centro di Alessan-dria ci ha instradato sulle Norma dotate di palla V-Max da 110 gr della Hornady: no-nostante la struttura leggera, molto adatta al varmint, la resa su capriolo e camoscio è stata davvero entusiasmante e le prove in poligono altrettanto appaganti. La precisione intrinse-ca è molto spinta, il rinculo basso, la costan-za adeguata in contrasto con la nomea della cartuccia che vuole nella volée di 5 colpi uno sempre per i fatti suoi. Le prestazioni indica-te dalla Casa indicano i valori qui riportati:

V/0 980 m/sec – V/100 891 – V/200 807 – V/300 729

E/0 3411 J – E/100 2818 – E/200 2314 – E/300 1885. Si aggiunge poi una tabella con le indicazioni di traiettoria, espresse in +/- mm, relative alla taratura a 150 m che, a no-

stro modesto parere, penalizza alquanto la radenza, dote primaria di tale caricamento:

50 m +2 – 80 m +14 – 100 m +16 – 150 m X – 200 m -51 – 300 m -269

Con la taratura a 200 m effettuata alla quo-ta di circa 300 m slm ci si ritrova a sparare a 300 m, quota fra 1800 e 2200 m slm con un angolo di sito intorno ai 20°, ponendo la croce nel terzo superiore del fianco del ca-moscio, certi che se appoggio e scatto sono corretti, il colpo andrà a segno. Nonostante la struttura leggera della palla i danni sono sempre molto limitati se non si incontrano

Page 59: Caccia Passione gennaio 2016

Caccia Passione 59

Munizioni

ossa robuste come l’articolazione della spalla.

In definitiva l’impiego del .270 Win. in que-sto specifico caricamento pone qualche li-mite nelle distanze di ingaggio e nei selvatici insidiati: il primo scoglio è superabile oggi con telemetri e cannocchiali dotati di torret-te balistiche se si spara a un animale di peso medio. L’abbinamento con carabine leggere, magari dotate di freno di bocca per i più sen-sibili, è perfettamente in linea con gli odier-ni desideri della gran parte dei cacciatori.

Page 60: Caccia Passione gennaio 2016

Caccia Passione 60

L’attenzione nella progettazione e la sensibili-tà sul piano tecnico hanno portato Franchi a pensare all’Affinity One Mancino non come una versione “adattata” dei modelli standard, ma bensì ad un modello “ex novo” con carat-teristiche proprie. Dunque non un modello “ adeguato” ai mancini” ma creato per il cac-ciatore mancino. Pur vivendo di luce propria e dunque totalmente autonomo rispetto alla gamma, il mancino di Franchi possiede la struttura genetica della gamma “madre” per tutto ciò che concerne affidabilità di funzio-namento e resistenza dei materiali. Filosofia e Funzionamento Franchi sposano esigenze diverse da quelle convenzionali con l’obbietti-vo di conquistare nuovi segmenti di mercato.Il Mancino di Franchi soddisfa a pieno il con-cetto di Feels Right colmando quelle istanze di coloro che usano il fucile con la mano sinistra: dalla canna fino all’espulsione. Sono a sinistra la manetta di armamento e la sicura, così come la fuori uscita del bossolo. Il calcio ha devia-

L’Affinity One Mancino è il semiauto di Franchi pensato esclusivamente per i cacciatori mancini, una risposta importante per un mercato, quello venatorio, sempre più attento ed esigente

a cura di Pierfilippo Meloni

AFFINITY ONE MANCINO

zione a sinistra per un brandeggio comodo e confortevole garantendo ottima visibilità.L’Affinity One Mancino viene presentato in tecnopolimero nero, finitura che non teme nessuna condizione ambientale in grado di reggere anche le situazioni più estreme, cal-cio ed asta portano uno zigrino di nuovo di-segno, studiato non solo per essere più bello ma anche per facilitare il riassetto della mano pur restando adeguatamente grippante in tut-te le situazioni. Il calciolo TSA in schiuma poliuretanica, riduce il rinculo e allo stes-so tempo non si impunta sugli abiti quan-do il fucile viene imbracciato rapidamente.Attraverso lo studio dei movimenti di oltre mille cacciatori dalle abitudini più diverse, siamo riusciti a trovare le forme e le geome-

Page 61: Caccia Passione gennaio 2016

Speciale Franchi

Caccia Passione 61

oltre a resa balistica e maneggevolezza sono stati privilegiati la controllabilità, il piace-re d’uso dell’arma e la possibilità che la stes-sa sia impiegata proficuamente da chiunque.L’organizzazione meccanica del Manci-no di Franchi è identica a quella dell’Af-finity DX e non poteva essere diversa-mente perché si tratta di fucili ideati fin dall’inizio come membri di una stessa fami-glia. La meccanica (Front Inertia) vede la molla di recupero alloggiata nell’asta, prin-cipio basilare per un bilanciamento perfetto! Sono naturalmente salve tutte le diffe-renze che derivano dal fatto che è sta-to disegnato per il tiratore mancino.

trie che consentono al fucile di adattarsi ad ogni spalla e braccio. Proprio il rispetto di tali esigenze sta consentendo alla Franchi di ritagliarsi nuovamente un ruolo da protagoni-sta, la caccia non si limita solo allo sparo, ma coinvolge sensazioni e valori unici e personali.Chi ha occasione di provare l’Affinity One Mancino si rende subito conto di come, alla resa balistica, siano state abbinate elevate ca-ratteristiche dinamiche, di quanto sia faci-le sparare più colpi mantenendo la mira e pure di tutti gli interventi effettuati per ren-dere il fucile più godibile, non solo “lavo-rando” su rinculo e rilevamento, ma anche smorzando ed eliminando vibrazioni ed urti.L’ Affinity One Mancino è un fucile leggero,

Scheda tecnica

CALIBRO: 12

CAMERA: 76

CANNE (CM) 66-71 STEELSHOT

STROZZATORI (MM) (50) */***/****

FORATURA 18,3”/18,5”

BINDELLA Step zigrinata

PIEGA CALCIO 45,50,55,60,65

CALCIO E ASTA Tecnopolimero nero

CALCIOLO TSA-ADV da 22 mm di serie

CARCASSA Ergal ossidazione anodica nera

PESO (KG) 3,140

SCATTO (KG) 2,500 (+/- 10%)

CALCIO Pistola

MIRINO Fibra ottica rosso

ZIGRINI Allround Interlacement

LOP (MM) 365 con calciolo medio di serie; 357 con calciolo basso; 375 con calciolo alto

Page 62: Caccia Passione gennaio 2016

Caccia Passione 62

La Gamma dei Semiauto si arricchisce quest’an-no di un nuovo modello SLUG in cal. 12/76 su base Affinity Synt, per Franchi è fondamentale accompagnare il cacciatore in ogni esperienza venatoria e affinché questa divenga un ricor-do indelebile, è necessario che ogni tipo caccia sia supportata dallo strumento più opportuno. Destinato ad essere usato negli ambienti meno ospitali e più aggressivi, l’Affinity Slug viene proposto nella versione Black Synt con car-

Con Affinity Slug Franchi entra con energia nel seg-mento della caccia “grossa”: emozione, passione entu-siasmo allo stato puro

a cura di Pierfilippo Meloni

AFFINITY SLUG

omaggio alla tradizione, ma è il frutto di una attenta analisi da cui è emerso che una canna da cm 60 assicura il miglior compromesso tec-nico garantendo caratteristiche dinamiche che sono migliori anche di quelle del fucile a pallini. Destinato a raggiungere bersagli in rapido movimento, l’Affinity Slug è leggero e ma-neggevole e si contraddistingue per l’alta con-trollabilità e per il facile e veloce brandeggio. L’organizzazione meccanica dell’Affini-ty SLUG è identica a quella dei fratelli del-la stessa gamma e non poteva essere diver-samente perché si tratta di fucili ideati fin dall’inizio come membri di una stessa fami-

cassa anodizzata nera, dalle superfici opache e calciatura in polimero caricato con fibra di vetro per una migliore stabilità dimensionale. L’Affinity Slug specifica e massimizza il concetto di Feels Right di cui Franchi è promotrice, sia in termini altamente per-formanti relativi al funzionamento, sia in termini di semplicità e linearità estetica.A colpo d’occhio trasmette nell’insieme

un fascino intrinseco che si declina in ar-monia ed equilibrio, consentendo al fuci-le di adattarsi ad ogni spalla e braccio in modo da essere impiegato da chiunque.La stessa lunghezza di canna ( cm 60) non è un

Page 63: Caccia Passione gennaio 2016

glia. La meccanica (Front Inertia) vede la molla di recupero alloggiata nell’asta, prin-cipio basilare per un bilanciamento perfetto.Il calciolo TSA in schiuma poliuretanica, ri-duce il rinculo e allo stesso tempo rende fa-cile sparare più colpi mantenendo la mira smorzando ed eliminando vibrazioni ed urti.La canna ha tacca di mira regolabile e miri-no in fibra ottica con tunnel di protezione.

Speciale Franchi

Caccia Passione 63

Scheda tecnica CAMERA: 76

CANNE STEELSHOT (cm): 60 cilindrica con tacche di mira

STROZZATORI (mm): -

FORATURA: 18,3”/18,5” (cal 12)

PIEGA: 45/50/55/60/65

CALCIO E ASTA: Tecnopolimero nero

CALCIOLO: TSA-ADV

CARCASSA: Ossidazione anodica nera

PESO (Kg): 2,900

SCATTO (Kg): 2,500 (+/- 10%)

CALCIO: Pistola

MIRINO: Fibra ottica

ZIGRINI: Allround 3D Interlacement

LOP (mm): 365 con calciolo medio di serie; 357 con calciolo basso; 375 con calciolo alto

Page 64: Caccia Passione gennaio 2016

Caccia Passione 64

Che 2016 sarà?

Come ogni anno, ci rivolgiamo calorosi auguri, ma alla fine ci ritroviamo sempre a dover sof-frire più del dovuto nell’esercizio del nostro di-ritto e della nostra passione, nonostante ….gli sforzi, veri o surrettizi, dei nostri reggitori. Ma la fiducia e la speranza sono dure a morire, anzi non moriranno mai, per cui ancora una volta, tramite la nostra rivista, tutta tecnica e attualità, rivolgo un accorato augurio a tutti perché questo 2016 sia veramente un anno di buona salute e, per la nostra passione, di svolta di intendimenti e di grandi slanci per il futuro.

AUGURI, prima di tutti, agli AGRICOL-TORI, proprietari e gestori di quel territo-rio che consente alla fauna selvatica di vive-re e prosperare, e a noi cacciatori di gestirla e goderne i frutti. Si faccia in modo che la fauna selvatica non sia più ritenuta un pro-blema negativo ma una risorsa positiva, cosa che si dovrebbe riscontrare anche in altri campi, come quello delle immondizie, che, stranamente (!?!), all’estero rappresentano una risorsa, da noi, almeno per… la norma-le umanità, solo aggravi, problemi e spese.

E’ già iniziato il sedicesimo anno del terzo millennio, che trova intatti, se non aggravati, i problemi, artifi-ciosi o reali, che condizionano lo svolgimento dell’at-tività venatoria

di Goffredo Grassani

Page 65: Caccia Passione gennaio 2016

Attualità

Caccia Passione 65

Problemi che si riflettono anche sul-la fauna selvatica, sia direttamente ( esempio, discariche a cielo aperto e pre-datori) sia indirettamente ( esempio, inqui-namento del territorio e dei suoi prodotti). Sono problemi gravi e complessi, che pos-sono trovare soluzione solo con la completa collaborazione tra il mondo agricolo e tut-ti i fruitori del territorio. Non basta battersi per i finanziamenti in conto capitale a pro-tezione delle colture, non basta battersi per ottenere il massimo dai rimborsi dei danni arrecati dalla selvaggina. Abbandoniamo la cultura del pianto e affidiamoci alla cultura della gestione razionale e produttiva. Inizian-do con la richiesta all’unisono di un cambio di visione del tema selvaggina: cui va asse-gnato il reale valore, economico e culturale, che le compete e che, solo, può toglierla dal limbo del “patrimonio indisponibile dello Stato”, inserendola nell’ambito delle risorse produttive. Con evidente e conseguente resa economica per i gestori del territorio. Il più possibile fuori dalle pastoie burocratiche e dai freni inibitori dell’ambientalismo tale-bano e dell’associazionismo conservatore.

AUGURI sinceri vanno poi ai PESCATORI, nella speranza che possano continuare indi-sturbati nella loro attività, perché la collabo-razione sincera con gli altri fruitori (senza i gravi distinguo emersi di recente) è indispen-sabile per il prosieguo proficuo da parte di tutti. Guai se dovessimo cominciare a elevare barriere protettive di presunte priorità del-le nostre attività rispetto a quelle degli altri!Ricordiamoci che cacciatori e pescatori ( co-agulando tutta la cittadinanza) sono riusciti a conquistare a Tarvisio il WWF ( non per smodata voglia di possesso, ma per necessi-tà contingenti), a rintuzzare le pretese di più di un Ministero ( almeno tre) e poi quella della Regione, ottenendo via via la cancella-zione di un progetto (reale) di Parco nazio-nale, poi di Riserva naturale di popolamen-

to animale, poi di Riserva biogenetica ( già pubblicate in forma di Decreto sulla Gazzetta Ufficiale), poi di Parco Regionale ( già ufficial-mente istituito e pubblicato sul BUR) e infine di Parco internazionale, distrutto sul nascere. Uniti si può! Ma bisogna lottare, perché nes-suno ti regala niente, soprattutto in politica!

AUGURI ai FUNGAIOLI, perché trovino il giusto equilibrio tra la voglia di soddisfare la propria passione ( per la raccolta dei sottopro-dotti del bosco e per le rese gastronomiche ) con quella dei diritti dei proprietari dei terre-ni ( diritti primari) e la coabitazione pacifica con gli altri fruitori (legittimi) del territorio.L’augurio è che accettino e riconoscano il valore economico dei prodotti del sotto-bosco, con riferimento diretto in via pri-maria alla proprietà, così che si possa uni-re resa economica per il proprietario del terreno, soddisfazione della passione dei raccoglitori e uso razionale della risorsa.A poco valgono disposizioni perentorie (“ non più di due chili ecc.ecc.”): bastano disposizioni semplici e chiare ( e produttrici, anche, di im-pieghi stagionali ): basterebbe istituire ( nei bar, nelle trattorie, nelle sedi di associazioni ecc.), in posizione strategica, un posto ( oggi si dice “sito”) di “rilascio permessi”, aperto dalle 08.00 alle ore 18.00 ( per consentire l’uso del territo-rio da parte di altri fruitori – per notizia, oltre all’orario , c’è in Austria un’altra limitazione : divieto assoluto di raccolta funghi, oltre che in assenza del permesso del proprietario del ter-reno, anche nel periodo critico per la selvag-gina), con un tetto prefissato ( e inderogabile) per ciascun territorio (ecco l’uso razionale). Il concessionario è libero di raccogliere quello che desidera ( e che trova), con l’obbligo di pre-sentarsi entro l’orario di chiusura al “ SITO “ di rilascio del permesso, pesare quanto raccolto, pagare il prezzo e ritirare il certificato di ori-gine, di qualità e commestibilità. DIFFICILE?AUGURI ai CACCIATORI, perché si soffer-mino sempre a meditare sulla pericolosità

Page 66: Caccia Passione gennaio 2016

Caccia Passione 66

– diretta ed indiretta – delle armi che usano nell’esercizio della attività venatoria. Cerchi-no poi di evitare quelle situazioni di ( a vol-te supposto) pericolo, che tanto scalpore su-scitano nell’opinione pubblica e, soprattutto, nelle cosiddette “fonti di informazione”. Se è vero, come è vero, che la categoria invecchia, facciamo in modo di non tornare “ Bambi-ni”. A volta a volta irrazionali e impulsivi.Auguri che finalmente la caccia ritro-vi la strada di un tempo, quando era at-tività ambita, rispettata e invidiata!Facciamo conoscere a più persone possibi-li la bontà e qualità delle carni di selvaggina . noi siamo riusciti a far assaggiare un arro-sto a dei vegetariani che, alla fine, hanno ammesso che i sapori naturali, sprigiona-ti dal piatto di camoscio , irrorato di grap-pa al miele e contornato di erbe selvatiche, meritavano la massima considerazione.Potremmo cominciare ad effettuare in ogni paese o, meglio, in ogni città, un rendez-vous in un tendone , con offer-ta di cibi solo naturali, base la selvaggi-na contornata magari da funghi e bacche.UN CONVEGNO IN MENO, UN TENDONE IN PIU’! Più un foglio di giornale! E Internet!AUGURI ALLE ASSOCIAZIONI VENATO-

RIE e in particolare a FEDERCACCIA, della quale faccio parte da quasi cinquant’anni. Per-ché? Perché fuoriescano dagli schemi ( como-di ma poco utili) sinora seguiti e, trovato di co-mune accordo un progetto di “ legge quadro” ( che sia veramente tale), ne discuta i dettagli in tutte le sedi: paesi, città rione per rione, con tutti i mezzi: giornali, radio, televisioni, inter-net; con sondaggi e quesiti, approfittando degli eventi più vari , come rassegne gastroenologi-che, storico-culturali, ecc., interessando sem-pre alla discussione politici locali e ambientali-sti non talebani: il disegno, così metabolizzato, non va portato all’esame del Parlamento pri-ma della completa maturazione del testo. In questo modo si dovrebbero evitare le reazioni di repulsione aprioristica da parte dei Parla-mentari, attesa la pubblicizzazione dell’evento.In ogni caso l’augurio è che si eviti di confe-zionare testi di legge , ragionandone , come al solito, solo nelle segrete stanze! E che poi si ac-compagnino doverosamente le norme di attua-zione, perché non venga distorto quel ….tanto di buono che si sarà ottenuto in sede nazionale.

A TUTTI un caloroso “buon anno”, “ in bocca al lupo!” e “Weidmannsheil!”.

Page 67: Caccia Passione gennaio 2016

• 3 beccacce• 50 g. di burro • 1 rametto di timo fresco• 1 rametto di rosmarino fresco • 1 spicchio d’aglio• sedano, carota e cipolla per trito• 2 filetti di acciuga • 6 capperi di Pantelleria• 300 cc di brodo (meglio se di carne)• 1 bicchierino di rum• sale e pepe q.b.

Caccia Passione 67

Paté di beccacce di Adelmo Giacomini

Il paté è un piatto della cucina francese ormai ampia-mente diffuso nella gastronomia internazionale. Ve-diamo oggi come realizzare un ottimo patè di beccacce

Cucina

INGREDIENTI PER 4 PERSONE: PREPARAZIONE:(si consiglia l’uso della pentola a pressione)Spiumare le beccacce e sciacquarle sotto acqua cor-rente, asciugarle bene e dividerle in pezzi. Fare un trito con sedano carote e cipolla (ne basta una modi-ca quantità) e farlo rosolare in 30 g. di burro insieme allo spicchio d’aglio, il rosmarino, il timo e del pepe macinato fresco. Togliere lo spicchio d’aglio, il timo, il rosmarino ed aggiungere le beccacce in pezzi. Far rosolare con cura la carne (la rosolatura è molto im-portante perché conferirà sapore e forza al nostro paté che altrimenti saprà di carne lessa). Rosolata per bene la carne aggiungere il rum e continuare la cottura fino a farlo evaporare. Aggiungere 200 cc di brodo chiude-re la pentola a pressione e far cuocere per 1 ora circa (consiglio, passata ½ ora, di controllare la quantità di liquido e se del caso aggiungere brodo). Terminata la cottura spolpare la carne quando ancora è tiepida e metterla nel mixer con il suo liquido di cottura. Ag-giungere i filetti di acciuga, i capperi ed il restante burro. Frullare il tutto fino ad ottenere un composto omogeneo e liscio e se necessario aggiungere del bro-do per ammorbidirlo. Spalmare il paté sul pane appe-na tostato terminando i crostini con del burro fuso aromatizzato con della noce moscata e del pepe maci-nato fresco. Difficilmente avanzerà del paté ma se ciò accadesse consumatelo entro pochi giorni conservan-dolo in frigorifero, in alternativa si può mettere il paté avanzato in dei barattolini precedentemente steriliz-zati e farli bollire per ½ ora. Con tale procedimento il paté si conserverà per 3/4 mesi.

Buon appetito a tutti.

Page 68: Caccia Passione gennaio 2016

Caccia Passione 68

Sopra: l’esperto di cucina Adelmo Giacomini

1 - Beccacce pronte per la nostra ricetta.

2- I nostri ingredienti pronti per la cottura.

Page 69: Caccia Passione gennaio 2016

Cucina

Caccia Passione 69

3 - Aggiungere un bicchierino di Rum.

4 - Soffritto e beccacce pronte per la cottura.

5 - Il patè pronto per essere impiattato.

Page 70: Caccia Passione gennaio 2016

Caccia Passione 70

Page 71: Caccia Passione gennaio 2016

Caccia Passione 71

Veterinaria

Diabete: quando a soffrirne è il cane

Page 72: Caccia Passione gennaio 2016

Caccia Passione 72

Non tutti lo sanno, ma il diabete non è un problema che riguarda solo l’uomo. Anche i nostri animali possono es-serne colpiti e in quel caso meritano cure e attenzioni specifiche. Scopriamo insieme come comportarci con un cane affetto da diabete

S e il cane soffre di diabete lo si capisce presto: normalmente inizia a bere molto più del solito, urina con molta

frequenza, ha molta più fame e dimagrisce in maniera sospetta e anomala. Un’attenzio-ne in più va riservata alla situazione nel caso in cui il cane abbia fra i 6 e gli 8 anni, perio-do durante il quale normalmente il diabete

si manifesta con maggiore frequenza (da notare che comunque il diabete può compa-rire, secondo quanto ci dicono i veterinari, dai 4 ai 14 anni). Se tutte le condizioni det-te sono valide, ma anche se si ha semplice-mente il sospetto è bene portare il cane dal veterinario. La diagnosi precoce è impor-tante visto che il diabete, se tralasciato può

di Kalaris

Diabete: quando a soffrirne è il cane

Page 73: Caccia Passione gennaio 2016

Caccia Passione 73

causare complicazioni anche piuttosto gravi.

Quale diabete?

Ce ne sono almeno di due tipi diversi: il mellito, il più classico, e l’insipido che è più raro ma non meno complicato. L’una e l’al-tra forma di diabete hanno davvero pochis-simo in comune. Oggi ci concentreremo sul mellito, causato da un deficit di un ormone che secerne il pancreas, la famosa insulina. Lo scompenso in questione provoca condi-zioni anche molto gravi di disordine me-tabolico degli zuccheri. A loro volta queste comportano un aumento pericoloso della glicemia con tutti i problemi che ne discen-dono. La presenza degli zuccheri nelle urine a quel punto diventa allarmante e urge una soluzione già che il diabete è una patologia che può portare, se trascurata, alla morte.

La diagnosi

Non tutti lo sanno, ma è una malattia molto diffusa fra i cani adulti; ne soffro-no 1 cane su 200 e colpisce molto più le femmine rispetto ai maschi. In realtà la scienza non individua razze più o meno

soggette alla patologia anche se a livello sta-tistico sono le razze più piccole a soffrire di diabete mellito con maggiore frequenza.

Per quanto non si abbiano certezze in merito, è sicuro che a causare la malattia siano una serie di condizioni che si verificano insieme:

predisposizione genetica; obesi-tà; infezioni; farmaci; pancreatiti.

La diagnosi precoce è importante e l’unico a poterla fare è il veterinario. Il cane dovrà essere sottoposto ad esami del sangue e delle urine. L’importante è che sia a digiuno. Il tas-so di zuccheri riscontrato con le analisi nel sangue e nelle urine darà una risposta certa.

La terapia

Dopo gli esami di routine potrà essere previ-sto il giusto iter terapeutico che varia per cia-scun cane. In genere la terapia farmacologica è indispensabile: consiste nella somministra-zione sotto cutanea di insulina. Ce ne sono di diversi tipi ma pare che la più efficace per i cani sia quella di origine suina. E’ da ricor-dare che l’insulina dà nel cane effetti diversi rispetto a quelli dati all’uomo. Questi sono

Veterinaria

Page 74: Caccia Passione gennaio 2016

infatti molto più rapidi ma anche meno dura-turi, e questo elemento non va sottovalutato.

La terapia farmacologica non risol-ve da sola la situazione. Il cane deve essere sottoposto ad una serie di at-tenzioni alimentari con l’obiettivo di:

• eliminare il problema obesità;

• determinare una precisa frequenza dei pasti;

• determinare sessioni giornaliere di esercizio fisico;

• precisare un apporto calorico quoti-diano da rispettare.

Le complicazioni

Se la terapia non è repentina o rispettata con precisione le complicazioni possono essere anche molto preoccupanti: si può incorrere

ad esempio in chetoacidosi diabetica, perdi-ta drastica di peso, cataratta, infezioni bat-teriche, pancreatiti. Insomma tutte ulteriori patologie da non sottovalutare.

Diabete nel cane da caccia

Quando a soffrire di diabete mellito è il cane da caccia le attenzioni devono aumentare.

Caccia Passione 74

Non tutti sanno ad esempio che durante i periodi di intenso lavoro le dosi di insulina vanno ridotte. Durante la giornata di caccia infatti l’esercizio fisico riduce la presenza di glucosio e migliora la mobilizzazione dell’in-sulina visto il maggiore afflusso di sangue nei muscoli. Il proprietario dal canto suo dovrà portar con sé zuccherini, frutta candita o ac-qua zuccherata visto che il rischio di ipogli-cemia è dietro l’angolo. I segnali principali che ci avvertono del calo glicemico sono la debolezza improvvisa del nostro ausiliare, testa costantemente piegata, crisi convulsive o nel peggiore dei casi collasso.

Alimentazione del cane diabetico

Senza voler scendere nel dettaglio, visto che ogni cane fa storia a sé, è bene ricordare co-munque che in commercio esistono mangi-mi pensati per chi soffre di diabete, conte-nenti tutti i nutrienti indispensabili per una terapia alimentare efficace.

Page 75: Caccia Passione gennaio 2016

Caccia Passione 73

Page 76: Caccia Passione gennaio 2016

Le migliori immagini verranno pubblicate, a discrezione della redazione, all’in-terno del portale, della rivista o in altre pubblicazioni curate da Caccia Pas-sione. Caccia Passione avrà diritto d’uso e pubblicazione gratuita dei mate-riali inviateci spontaneamente. Ogni autore dichiara di detenere i diritti di Copyright delle foto inviate e dei manoscritti e sarà responsabile personalmente per l’oggetto ritratto nella foto presentata sollevando già da ora Caccia Passione da qualsiasi responsabilità. In ogni caso il materiale trasmesso non verrà restituito

INVIA LA TUA FOTOLa foto del mese

Caccia alle anatre con

Page 77: Caccia Passione gennaio 2016

Caro amico cacciatore se sei amante della fotografia naturalistica e/o venatoria, oppure ami scrivere e raccontarci le tue imprese ve-natorie e vorresti vedere le tue foto o i tuoi articoli pubblicati su Caccia Passione, puoi inviare i tuoi manoscritti o i tuoi scatti ac-compagnandoli da una didascalia e dal nominativo dell’autore, all’indirizzo email: [email protected]

Collabora con Caccia Passione:

INVIA LE TUE STORIE

Spaniel su lepre

Page 78: Caccia Passione gennaio 2016

SUL PROSSIMO NUMEROMigratoria: Lezioni di volo, vol-atili e tecniche..

Ottiche: SWAROVSKI X5(i)Esperto in lunghe distanze..

Ungulati: Caccia al muflone: le tecniche..

CACCIA PASSIONEAnno V – N° 01 – Gennaio 2016

www.cacciapassione.comDirettore ResponsabileFederico CusimanoFounder and CEOPierfilippo MeloniDirettore MarketingValerio [email protected]

CollaborazioniBruno Modugno, Federico Cusimano, Pier-filippo Meloni, Emanuele Tabasso, Goffredo Grassani, Riccardo Camusso, Saverio Patrizi, Giovanni Di Maio, Claudia Zedda, Pina Api-cella, Vincenzo Frascino, Valerio Troili, Ka-laris, Ilaria Troili, Adelmo Giacomini, Mauro Riga, Eleonora Vignato.Traduzioni, Grafica e ImpaginazioneA cura della RedazionePubblicitàIlaria Troili - Cell. [email protected] Caccia Passione, ShutterstockRedazioneVia Camillo Golgi, 1 - 20090 - Opera (MI)[email protected]. 3383243383Service ProviderMade Network srlVia Macanno, 59 - Rimini (RN)

EditoreCaccia Passione s.r.l.Via Camillo Golgi, 1 - 20090 – Opera (MI)Cell. 3383243383 - [email protected] in Tribunale n. 17 del 21/01/2012Direttore Responsabile: Federico Cusimano

®CACCIA PASSIONE E’ UN MARCHIO REGISTRATO.TUTTI I DIRITTI RISERVATI. VIETATA LA RIPRODUZIONE

Page 79: Caccia Passione gennaio 2016

Per Informazioni o Prenotazione degliSpazi Pubblicitari Contattare:

[email protected]

chiamaci al 335.6408561

Caccia Passione s.r.l. - Via Camillo Golgi n.1 - 20090 Opera (MI) - Tel 3383243383

www.cacciapassione.com

Page 80: Caccia Passione gennaio 2016