Caccia Passione ottobre 2013

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ANNO II nr.10 - ottobre 2013 Ungulati: Caprioli di velluto, ecco sua altezza il capriolo Falconeria: L’apertura per il falconiere Dedicato a chi ha la passione per la caccia nel sangue caccia alla lepre un’esperienza faticosa, ma emozionante ed indimenticabile Migratoria: Un autunno di caccia, con allodole, turdidi e colombacci

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Caccia Passione - Rivista di caccia specializzata dove trovi tutto su armi da caccia, cani da caccia, news venatorie, fucili, munizioni, ottiche da caccia, viaggi venatori.. ottobre 2013

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caccia passioneANNO II nr.10 - ottobre 2013

Ungulati:• Capriolidivelluto,eccosuaaltezzailcapriolo

Falconeria:• L’aperturaperilfalconiere

Dedicatoachihalapassioneperlacaccianelsangue

caccia alla lepre

un’esperienza faticosa, ma emozionante ed indimenticabile

Migratoria:• Unautunnodicaccia,conallodole,turdidiecolombacci

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sommarioAnno II Nr. 10

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in copertinacaccia alla lepreun’esperienza faticosa, ma emozionante ed indimenticabile

Pg 6 News venatorie a cura della redazione

Pg 12 Stanziale: caccia alla lepre, un’esperienza faticosa, ma emozionante ed indimenticabile

Rosalba Mancuso

Pg 20 Migratoria:un autunno di caccia, con allodole, turdidi e colombacci

Giovanni Di Maio

Pg 28 Falconeria: l’apertura per il falconiere Vittorio De Marchi

E’ una delle cacce più entusiasman-ti che esistano e si contende persino il primato delle emozioni assieme a quella del cinghiale. Stiamo parlan-do della caccia alla lepre, vera e propria arte venatoria che da decen-ni appassiona migliaia di cacciatori

Caccia Passione 2

28 Falconeria: l’apertura per il falconiere

12 Stanziale: caccia alla lepre, un’esperienza faticosa, ma emozionante ed indimenticabile

20 Migratoria:un autunno di caccia, con allodole, turdidi e colombacci

caccia passioneANNO II nr.10 - ottobre 2013

Ungulati:• Capriolidivelluto,eccosuaaltezzailcapriolo

Falconeria:• L’aperturaperilfalconiere

Dedicatoachihalapassioneperlacaccianelsangue

caccia alla lepre

un’esperienza faticosa, ma emozionante ed indimenticabile

Migratoria:• Unautunnodicaccia,conallodole,turdidiecolombacci 12

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Pg 34 Ungulati: caprioli di velluto, ecco sua altezza il capriolo

Kalaris

Pg 41 Caccia e cacciatori: prima volta a caccia, testimonianze, curiosità ed informazioni utili

Rosalba Mancuso

Pg 46 Caccia all’estero: in Catalunya, a caccia di anatre in botte

Claudia Zedda

Pg 54 Cani da caccia: SGrand Blue de Gascogne, a caccia di lepri e cinghiali

Kalaris

Pg 58 Fucili da caccia: : Rizzini Artemis, sovrapposto da caccia di elegante fattura

Emanuele Tabasso

Pg 64 Munizioni: Cartucce “Baschieri & Pellagri” Extra Rossa Magnum c.410 per la tortora e Baby Magnum per il colombaccio

Domenico Mansueto

Pg 66 Ottiche: Telescopio da Osservazione Zeiss Dialty 18 - 45x65

Rosalba Mancuso

Pg 73 Veterinaria: neoplasie nel cane da caccia

Rosalba Mancuso

Caccia Passione 3

Stanziale: caccia alla lepre, un’esperienza faticosa, ma emozionante ed indimenticabile

34 Ungulati: caprioli di velluto, ecco sua altezza il capriolo

46 Caccia all’estero: in Catalunya, a caccia di anatre in botte

54 Cani da caccia: Grand Blue de Gascogne, a caccia di lepri e cinghiali

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PRECISIONE A CACCIAZ6(i) – 2a GENERAZIONE CON TORRETTA BALISTICA

Anche se l’attrezzatura da caccia diventa sempre più precisa, ciò che conta alla fi ne è la vostra abilità di cacciatori. La Torretta Balistica (BT) di SWAROVSKI OPTIK consente di

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Questa volta proponiamo un editoriale diverso, avrete modo di partico-lareggiare la stupidità e la capacità di farci gettare addosso critiche da chi tutto è fuorchè Cacciatore. Tali persone sono solo Delinquenti comuni. Lettera alla redazione di un episodio accaduto a Roberto Sanna di Codrongianus (SS): “Ciao a tutti gli amici cacciatori, approfitto di questa comunicazione per sensibilizzare ulteriormente i comportamenti durante l’esercizio venatorio. Vi racconto un piccolo episodio accadutomi. Abito nelle campagne del comune di Codrongianos (SS) domenica scorsa veni-vo svegliato alle 7,00 di mattina dall’abbaiare intenso dei miei cani, dopo essermi alzato e affacciato dal terrazzo prospiciente un bosco di mia proprietà distante 80 metri circa dalla mia abitazione mi sono

Editoriale

accorto che era in corso una battuta la cinghiale. Fuoco acceso per chiudere la cima del monte, le voci per chiudere la parte destra, voci dentro il bosco e cani in quantità con campanellino che fa-ceva una bella musica. Ho pensato “ma non saranno matti!!??”. Mi vestivo velocemente e andavo a controllare. Non era un cane, o meglio non era un cane a quattro zampe, era un specie di “bipede” strano, occhi molto vispi che sprizzavano intelligenza, giacca verde e pantaloni marrone. Ovviamente mi sono adirato, pensate che mio figlio di 8 anni gira in bicicletta proprio in quei punti. Il “bipede” mi guarda molto alterato mi dice che non essendo un fondo chiuso lui li può stare, ovviamente gli faccio notare la vicinanza della casa, ma imperterrito continua, anzi scarrella mette la cartuccia di tra-verso (vedo che è a pallettoni) e mi dice: “Fai il C…. che vuoi io qua ci sto quando voglio!!”. Mentre ero intento nella filosofica chiacchierata, vedo spuntare (sempre dentro il mio terreno) un’altra for-ma di bipede, più aggressivo, direi folkloristico che tra un C…. e l’altro, mi intimava di tornarmene a casa, anzi scarrelava il suo bel calibro 12 mostrandomi tre belle Fiocchi a pallettoni. Chiudete gli occhi e pensate a quello che voi avreste fatto, io non l’ho fatto, ho mantenuto la calma e gli ho detto che avrei chiamato i Carabinieri. Risposta“Vai chiama chi cazzo vuoi ma vattene!!”. Ma non appena incamminato verso la porta di casa mia, notavo che si stavano defilando. Dopo poche ore apprende-vo che questi individui sono stati individuati e fermati vicino alle rispettive auto dal Corpo Forestale, quindi perseguiti per varie violazioni. Tutto questo mi ha fatto pensare tanto, al fatto che anche io sono un cacciatore, mi sono sentito in difetto davanti a coloro che tutelano la civil condotta. Perché ho provato queste sensazioni? Perché abbiamo un’arma in mano e questo ci porta ad essere in una po-sizione di inferiorità e non di superiorità, il fucile si deve praticamente nascondere quando si dialoga con una persona, si deve assumere un atteggiamento remissivo fatto di tanti “Mi scusi..”. Secondo me a chiunque che non mostri tali atteggiamenti non dovrebbe essere permesso il rilascio del porto d’armi. Saluti, Roberto Sanna.”L’episodio accaduto al nostro lettore, lascia a tutti noi veri Cacciatori un senso d’amarezza; oltre al fatto che rimango basito nel leggere quanto inviato alla mia attenzione. Ecco perché questo edito-riale che certamente farà riflette tutti noi, saprà far ricordare che la Caccia è una passione che deve regalare momenti di aggregazione dai sapori antichi ma sempre nel rispetto delle norme e delle re-gole, particolareggiando anche quelle non scritte, poiché che anch’esse contribuiscono per una cor-retta gestione dell’attività venatoria e nel far crescere la stima verso chi pratica questa nobile arte, infatti solo in questo modo si isolano coloro che della Caccia ne fanno un uso che ci squalifica.

Pierfilippo Meloni

La stupidità di un “bipede” durante una battuta al cinghiale...

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Caccia Passione 6

Puglia approvate a maggioranza le modifiche alla Legge Re-gionale di disciplina dell’attività venatoria.

Puglia approvate modifiche alla Legge Regionale venatoria

La seconda commissione con-siliare presieduta da Giovanni

Brigante ha approvato a maggio-ranza, con il voto contrario del capogruppo di Sel Michele Losap-pio, la proposta di legge in materia di caccia e protezione della fauna selvatica omeoterma, primo fir-matario il consigliere Donato Pen-tassuglia (Pd). Obiettivo del testo, modificare la legge regionale 27/98 e adeguarla alle direttive comuni-tarie in materia, sulla quale è do-vuto intervenire anche il Servizio legislativo della Giunta che ha ap-

portato modifiche fina-lizzate al recepimento delle nuove disposizio-ni. L’esame della legge era stato già incardinato nella seduta preceden-te con l’approvazione di una parte dell’articolato, ma sospeso, però, per consentire alla commis-sione di lavorare su un unico testo che tenesse conto sia degli adegua-menti elaborati dall’Uf-ficio legislativo, che del

parere del Governo con l’ausilio della struttura tecnica dell’Assesso-rato. Nella seduta di oggi dopo aver esaminato ed approvato a maggio-ranza, con l’astensione di Losap-pio (Sel), tutti gli emendamenti oggetto di approfondimento, si è passati quindi alla votazione fina-le del testo che ha visto il consenso della maggioranza dei componen-ti e dell’assessore al ramo Fabrizio Nardoni presente ai lavori insieme alla struttura tecnica.

Fonte: AgenParl

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News venatorie

Caccia Passione 7

Ai recenti campionati italiani, avvenuti la scorsa settimana a Milano i portacolori della Benelli Armi hanno portato a casa due importanti successi.

Due Ori per Benelli: Oro per la Kite e per la MP 90S

L’azienda festeggia l’oro conqui-stato da Dino Briganti con la

pistola ad aria compressa Benelli Kite. L’alfiere delle fiamme gialle ha sbaragliato quest’anno un folto gruppo di concorrenti e si è piaz-zato sul più alto gradino del podio conquistando il tricolore. Anche Alberto Cardinali (già apprezzato consulente in azienda) è diventato campione nel gruppo A specialità pistola standard e nel gruppo A pi-stola automatica impugnando una Benelli MP 90S cal. 22, realizzando ben 570 punti su 600. Da segnala-

re anche il secondo gradino del podio conquistato dalla squadra di Pesaro formata da tre tiratori, di cui due alfieri che impugnava-no pistole Benelli. Alberto Car-dinali e Valentino Battistelli con la Benelli MP 90S cal. 22.Questi successi testimoniano la grande qualità dei prodotti Benelli che si riscontra non solo nei semiauto-matici da caccia, ma anche in vin-centi pistole.

Benelli Armi S.p.A.

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Caccia Passione 8

Non si poteva pensare, col bel tempo del mese di settembre, ad una si-tuazione così anomala che sta determinando una stagione migratoria iniziata bene e proseguita altrettanto sino alla fine di settembre.

Anuu Migratoristi: Un Passo all’insegna della Stranezza

sulle condizioni del passo. Basti pen-sare che, se da un lato si è incomin-ciato ad osservare le prime Peppole in movimento e la prima cattura del Tordo sassello presso l’Osservatorio di Arosio, accompagnate da qualche Lucherino e Passera scopaiola, sono stati ancora inanellati, nelle stazioni del nord Italia, specie estatine come il Succiacapre, l’Assiolo, l’Averla pic-cola, il Culbianco, la Balia nera e il Codirosso. Ancora assenti i Regoli, i Merli e le Cince in genere tra cui la Cinciallegra, specie quest’ultima numerosamente abbondante nel nord-est d’Europa dove nell’ultimo weekend ne sono state inanellate più di tremila segnando un record di presenza e costringendo gli ina-nellatori a chiudere le reti per po-terle analizzare. Per quanto riguar-da le altre specie si segnala un buon passaggio di Colombacci nel cen-tro Italia, dove Tordo e Merlo scar-seggiano, come le Allodole al sud e già segnalate al nord della penisola. Buona la presenza dei limicoli come Piovanelli pancianera e Pivieresse. Tra le anatre l’Alzavola è segnalata un po’ ovunque nelle aree umide. Si hanno notizie dalla Grecia dove sta

Sembra di essere piombati nella stagione invernale, poiché l’ulti-

ma settimana è stata determinata da cattivo tempo, con nevicate ad alte quote. Sulle montagne del comasco e della bergamasca, a pochi chilo-metri dall’Osservatorio Ornitologi-co di Arosio della FEIN, nella mat-tinata dell’11 ottobre i fiocchi hanno imbiancato i territori che, solo dopo mezzogiorno, hanno ripreso il loro aspetto autunnale.In questo conte-sto meteorologico è difficile trarre una conclusione ben determinata

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News venatorieavvenendo un ottimo passo migra-torio, mentre in Francia la migra-zione è più evidente sulla costa che nell’entroterra. Nei prossimi giorni sarà determinate l’evolversi della si-tuazione che, si spera, possa essere positiva con l’arrivo di un nuovo e consistente numero di migratori.C.S. n. 7 – Elaborazione dati sulla migrazione post-nuziale a cura di

Così Francesco Bruzzone, capogruppo della Lega Nord in Con-siglio Regionale, commenta l’approvazione, da parte della Giunta Regionale, di un calendario transitorio per sbloccare l’attività venatoria.

Calendario Venatorio Liguria 2013/2014, Approvato calendario caccia transitorio.

ANUU Migratoristi – Ufficio coor-dinamento tutela ambientale ricer-ca ornitologica inanellamento (Via Baschenis 11/c, 24122 Bergamo – tel. 035/243825 – fax 035/236925, e-mail: [email protected]) in colla-borazione con l’Osservatorio Orni-tologico di Arosio – FEIN.

ANUUMigratoristi Stampa

“Nelle prossime ore conti-nuerò a vigilare affinché la

Commissione, convocata per do-mani mattina, produca effetti po-

sitivi. Abbandono l’aula, ma non abbandono la questione, e domat-tina sarò presente in commissione. da una parte, la soddisfazione per il risultato che sta arrivando, ma non mi dimentico il disgusto rispetto a quanto avvenuto. Per ora, ringrazio tutti quelli che hanno seguito con interesse e con vicinanza la vicenda, rigetto ogni accusa di aver esagerato nella forma di protesta, perché ol-tre all’argomento specifico, si tratta di una questione più ampia, che ri-guarda il dare sempre la certezza del diritto ai cittadini che pagano”.

UFFICIO STAMPA LEGA NORD LIGURIA

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Caccia Passione 10

MondoCaccia, è il Salone Nazionale della caccia tradizio-nale e sostenibile, in programma a CarraraFiere dal 22 al 24 novembre prossimi, in contemporanea con la quarta edi-zione di MondoPesca.

Mondo Caccia è realiz-zata in collaborazio-ne con la Federazione

Italiana della Caccia e con il pa-trocinio delle federazioni ed as-sociazioni di rappresentanza. E’ una rassegna che in soli tre gior-ni consentirà un rapido e fattivo scambio di conoscenze e di infor-mazioni tra i produttori e gli uten-ti, tre giornate di alta concentra-

zione, intenso ritmo di incontri e contrattazioni sono le caratte-ristiche che la contraddistingue-ranno. Il Salone metterà in mo-stra tutto ciò che è indispensabile ed innovativo per il settore: dal-le attrezzature all’abbigliamento tecnico, dagli accessori al turi-smo venatorio. Attraverso conve-gni e mostre saranno trattate di-verse tematiche che interessano

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Caccia Passione 11

Eventi

il settore della caccia e saranno proposti una serie di incontri per discutere delle politiche di soste-gno e di regolamentazione del settore. Infine uno spazio impor-tante sarà messo a disposizione per iniziative didattiche rivolte ai più piccoli, per iniziare insieme un cammino nel rispetto della

natura. Da anni Carrarafiere or-ganizza importanti eventi fieristi-ci anche di valenza internaziona-le, tesi alla valorizzazione dei vari segmenti di mercato, puntando molto sulla valorizzazione di at-tività a forte presenza regionale, come nel caso della caccia, che ne rappresenta un pilastro storico.

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Stanziale

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Caccia alla lepreun’esperienza faticosa ,ma emozionante ed affascinante

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E’ una delle cacce più entusiasmanti che esistano e si conten-de persino il primato delle emozioni assieme a quella del cin-ghiale. Stiamo parlando della caccia alla lepre, vera e propria arte venatoria che da decenni appassiona migliaia di cacciatori

Questa tipologia di caccia vanta una lunghissima tra-dizione che coinvolge tan-

tissime generazioni di cacciatori:

bisnonni, nonni, fino a figli e nipo-ti. I cacciatori di lunga data parlano della caccia alla lepre come di un’e-

sperienza indimenticabile e ricca di colpi di scena. Gli imprevisti tipici di questa caccia suscitano, infatti, tantissime emozioni, le quali, il più

delle volte, si trasformano in ricordi indelebili. Chi ha avuto la fortuna di cimentarsi nella caccia alla lepre

Caccia alla lepreun’esperienza faticosa ,ma emozionante ed affascinante

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Stanzialedice di non essere più riuscito a di-menticarla e di averla voluta ripe-tere per tutto il resto della sua vita di cacciatore. Oltre alle emozioni, però, la caccia alla lepre regala an-che tanta fatica, anzi viene comune-mente definita come una delle cacce più faticose e stressanti del mondo venatorio. La fatica dipende non solo dalle caratteristiche del selvati-co, ma anche dall’allenamento a cui sottoporre i cani scelti per cacciarlo. La lepre, poi, non è una preda facile da catturare. Veloce e scattante, sa nascondersi molto bene in posti im-pensabili, persino sotto gli alveari.

La sua velocità rende anche difficile la mira e il tiro, ma è proprio questo che rende emozionante la sua caccia. La scova, l’eventuale inseguimento e l’abbattimento sono, infatti, le fasi più esaltanti della caccia alla lepre. Questo animale è un mammifero la-gomorfo appartenente alla famiglia dei leporidi, la stessa dei conigli. A

differenza di questi ultimi, presenta dimensioni maggiori, orecchie più lunghe con estremità scure e occhi più grandi. Le differenze morfologi-che con i conigli sono presenti an-che nei piccoli, i quali nascono con gli occhi aperti e già ricoperti di una pelliccia protettiva. Probabilmente, per il suo talento nella corsa, la lepre è anche più coraggiosa e intelligente del coniglio. Questo selvatico, infat-ti, sa intuire molto bene le minacce provenienti dal mondo esterno. L’a-nimale si abitua molto facilmente a sfuggire ai cani e al cacciatore, ecco perché è meglio cacciare solo le lepri

più giovani e all’inizio della stagio-ne venatoria: quelle adulte, una vol-ta sfuggite alla prima cattura, sfug-giranno quasi sempre, a meno che non si diventi abilissimi nell’indivi-duare i posti e le tane in cui questi animali si nascondono. Conoscere i nascondigli della lepre non è faci-le, mentre è più semplice conoscer-

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ne gli habitat, solitamente tipici di alcune specie. La lepre comune, ad esempio, si ritrova in quasi tutto il territorio nazionale, ad esclusione delle Isole maggiori. La lepre italica è presente in Sicilia, la lepre sarda copre tutto il territorio della Sarde-gna, mentre la lepre bianca abita il territorio alpino. Questo selvatico

vive nei campi, nelle basse aree col-linari e nei boschi. Come già det-to, i suoi nascondigli sono davvero impensabili, tanto che per cacciar-

lo bisogna seguire un motto molto comune tra i cacciatori, ovvero che “la regina baffuta si trova solo dove meno te l’ aspetti”. “Regina baffuta” è uno di nomi che i cacciatori soli-tamente usano per cacciare la lepre. La caccia a questo selvatico si svolge come quella classica al cinghiale: in squadra alla posta. La lepre si può

cacciare anche in forma vagante, con o senza cani. Per quanto riguar-da questi ausili bisogna usare cani da seguita o da ferma. Sull’uso dei

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cani esiste però una certa polemica tra i cacciatori: alcuni suggeriscono esclusivamente i cani da seguita, al-tri quelli da ferma. La verità, come sempre, sta nel mezzo e in tal senso si può aggiungere che nella caccia nei campi o nei prati, in pianura o in collina, conviene usare i cani da seguita, mentre in quella nei boschi, quelli da ferma. Le razze da seguita più utilizzate per la caccia alla lepre sono il segugio italiano, il beagle e il meticcio segugio pointer, mentre per i cani da ferma, il setter inglese e lo spinone italiano. I cani, da cuc-cioli, devono subire un duro allena-mento per imparare a individuare e a cacciare solo la lepre. Inizialmente li si può abituare a inseguire i coni-gli. In seguito, si possono mettere a caccia di lepri in posti dove ci sono anche i caprioli, che per i cani rap-presentano delle prede più appetibi-li. Quando i cani sbagliano a caccia-re e si rivolgono al capriolo, bisogna sgridarli e indirizzarli severamente verso la lepre. Una volta allenati, i cani saranno pronti per la scova del selvatico. Molto emozionante è la caccia in squadra alla posta, da effettuare con un attento sopral-luogo dei luoghi frequentati dalla preda. In queste aree si piazzano le poste. Le lepri inseguite dai cani fuggono solitamente in luoghi facil-

mente percorribili e in salita. Dopo la scova, non rimarrà altro da fare che affidarsi alla mira dei tiratori che occupano le poste ( i postatoli). Dalla scova al tiro si vivranno mo-menti ricchi di emozioni e di sca-riche di adrenalina, dove si assisterà a una vera e propria sfida di astuzia tra i cani e le lepri, abilissime nella corsa e nel seminare gli inseguitori. Emozionante è anche la caccia va-gante nei boschi, con o senza cane. In assenza di quest’ultimo, la scova spetta al cacciatore, che deve posse-dere un udito molto fine per senti-re, nell’assoluto silenzio del bosco, il

Stanziale

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movimento furtivo della lepre. Se si è fortunati e non sempre è così, ci si ritroverà a mirare e colpire un selva-tico davvero imprendibile. Le armi più adatte per la caccia alla lepre sono la doppietta o il semiautoma-tico. La prima è l’arma tradizional-mente usata per la caccia alla lepre. Nella caccia moderna si usano an-che i semiautomatici, fucili leggeri che consentono una buona capacità di movimento del cacciatore, specie in una caccia faticosa come questa. Leggerezza e praticità sono comun-que caratteristiche possedute anche

dalla doppietta. I fucili devono avere strozzature medie ( 4/12) e cartucce con pallini numero cinque o sei. La lepre va cacciata solo entro il calen-dario venatorio predisposto dalle singole Regioni. La lepre italica, ad esempio, è cacciabile solo in Sici-lia, dal 15 ottobre al 30 novembre. In molte province è ormai vietato cacciare questo selvatico. Il motivo è dovuto al fatto che le lepri, a causa della riduzione del loro habitat na-turale ( vedi pesticidi e diserbanti nei terreni) stanno ormai scomparendo.

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Migratoria

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Migratoria

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Un autunno di cacciacon allodole, turdidi e colombacci

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Un autunno di cacciacon allodole, turdidi e colombacciI primi mesi della Stagione Venatoria coincidono con la dolce e colorata stagione autunnale che sembra davve-ro fatta apposta per il cacciatore migratorista, esperto conoscitore delle proprie prede e delle loro abitudini.

L’autunno è una delle stagioni più belle dell’anno non solo per il clima mite e i colori che

la caratterizzano ma soprattutto per i frutti che la terra offre e che l’uo-mo ha imparato a conservare nel modo giusto affinché possa gustar-li durante tutto il resto dell’anno.

Il Tordo è una preda mol-to ambita, sia per la diffi-coltà del tiro, sia per la bontà delle sue carni, è il protagonista dei flussi mi-gratori autunnali che in-teressano il nostro paese

In autunno il cac-ciatore in genere sfrutta i tempi di silenzio venatorio per dedicarsi alla raccolta di funghi e castagne ed allo stesso tempo fare una buona osser-vazione del territorio, in partico-lare osservazione dei movimenti della fauna migratoria. L’autunno infatti è soprattutto la stagione de-gli uccelli migratori che sfruttano questo periodo dell’anno, in genere caratterizzato da un clima ancora

mite, per dirigersi verso sud al fine di raggiungere le zone soleggiate e tiepide del mondo prima che sulle nostre zone arrivi il gelido inverno. Possiamo quindi dire con certezza che l’autunno è la stagione della cac-cia alla migratoria, è quel periodo in cui il cacciatore, sia esso migra-

torista o stanziali-sta, mette in campo i risultati del lavoro preparatorio fat-to dalla chiusura della stagione pre-cedente fino all’a-pertura di quella nuova; si prova l’ef-

ficacia dei propri richiami, sia vivi che fissi e mobili, delle giostre di ri-chiami, dei capanni per la caccia da appostamento e ogni altro tipo di artefatto utile all’attività venatoria. Il fascino della caccia alla migrato-ria è anche questo: la preparazione.

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MigratoriaIl cacciatore è quindi anche un ar-tigiano nonché un esperto cono-scitore delle abitudini degli uccelli migratori che predilige insidiare; proprio in base a queste conoscen-ze il cacciatore da il meglio di se per l’ideazione e la costruzione degli ar-tefatti di cui si servirà poi durante il periodo di apertura della caccia. E’

pur vero che al giorno d’oggi i tem-pi sono cambiati e diverse sono le filosofie comportamentali dei cac-ciatori, tutto è più semplice e si tro-va facilmente in commercio tutto ciò che occorre, siano essi richiami finti o giostre, siano essi capanni da caccia venduti prefabbricati da montare con tanto di istruzioni…ma allora che gusto c’è? Dov’è va

a finire così il fascino del periodo autunnale e della caccia alla mi-gratoria? La risposta è dentro di voi, parafrasando un personag-gio comico di un po’ di tempo fa.Ciò che invece non è mai cambia-to nel tempo sono gli uccelli con le proprie abitudini ed il fatto che il cacciatore, quello vero, oggi come

ieri si ritrova immerso nella na-tura divenendo tutt’uno con essa e divenendone il primo custode.La caccia alla migratoria si distin-gue in vari tipi a seconda delle spe-cie cacciate. Tra queste la caccia più gettonata dell’autunno è probabil-mente quella ai turdidi, in partico-lare il Tordo Bottaccio ed il Tordo Sassello. Tornando quindi sull’os-

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servazione che il cacciatore fa nel periodo che precede l’apertura della Stagione Venatoria non possiamo non menzionare gli oliveti tenuti sotto stretto controllo dai cacciato-ri; infatti gli oliveti sono in genere prescelti dai Tordi, durante le loro rotte migratorie, per trovarvi nu-trimento. Questi volatili infatti dai boschi ove passano la notta, si spo-stano, alle prime luci dell’alba, verso

le distese di olivi per nutrirsi e poco prima del tramonto cominciano a fare ritorno verso i boschi pertanto i cacciatori stanno molto attenti a questi spostamenti al fine di trova-re il miglior posto ove posizionare i propri appostamenti tempora-nei ed attendere l’arrivo dei Tordi.Una buona mimetizzazione dell’ap-

postamento temporaneo tra la natura circostante è un’attenzio-ne necessaria poiché i Tordi sono dotati di un ottima vista e sono molto furbi pertanto difficili da in-gannare. In genere il primo spollo all’alba non regala buoni colpi poi-ché c’è ancora poca luce ma poco a poco il sole comincia a illuminare la mattinata e se abbiamo scelto un buon posto ci troveremo dinanzi

ad un ben visibile via vai di Tor-di tra il bosco e gli alberi di olivo. Un altro buon momento per la cac-cia ai tordi è il tramonto, ovvero quel periodo in cui, come abbiamo spie-gato, questi uccelli fanno ritorno verso il bosco per passarvi la notte. Tra i Tordi, spesso è facile trovare qualche Merlo, altra specie di turdi-

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Migratoriade, il cui volo è però generalmente più basso rispetto ai cugini maculati.Altro tipo di caccia alla mi-gratoria in autunno è quella alle Allodole e ai Colombacci.Per quanto riguarda le Allodole, questo tipo di caccia viene in ge-nere svolto in pianura o sugli al-topiani ove, durante le giornate di inizio del passo, è possibile ammi-rare meravigliosi stormi di Allodo-

le in volo durante la mattinata. A differenza della caccia al Tordo per cacciare l’Allodola non è necessario la levataccia mattutina per prece-dere le luci dell’alba poiché questa specie di volatile si muove per tutta la mattina regalando al cacciatore molte possibilità di insidiarla. Può essere però molto utile, come per il

Tordo, allestire un apposito appo-stamento temporaneo ben mime-tizzato nella natura circostante ed è consigliabile utilizzare in questo caso appositi richiami, siano essi vivi o meccanici nonché qualche giuoco, che possano attirare le Al-lodole a tiro utile per il cacciatore.Molto più complessa invece è la caccia al Colombaccio. La com-plessità di questo tipo di caccia sta

nella preparazione; si usano infat-ti appostamenti fissi o temporanei, richiami vivi o finti, fissi o mo-bili il cui posizionamento richie-de un notevole impegno già dalle ore notturne che precedono l’alba.La più antica tradizione per la cac-cia al Colombaccio in alcune zone d’Italia, soprattutto in Toscana, ri-

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sulta essere la più ricca di prepara-tivi e forse la più affascinante; que-sta tecnica di caccia al colombaccio prevede in genere il posizionamen-to di un capanno da caccia o altro tipo di appostamento fisso ben co-struito pertanto ben mimetizza-to tra la natura circostante, spesso addirittura tra le cime degli alberi. Si utilizzano poi il richiami vivi per attirare i Colombacci: si tratta di colombi appositamente addestrati per fare i “volantini” cioè effettua-re un ampio volo quando stimo-lati dal cacciatore, farsi avvistare

Le migrazioni sono spostamenti che gli animali compiono in modo regolare, perio-dico (stagionale), lun-go rotte ben precise

dai Colombacci in volo e fare ritorno a l l’appostamen-to possibilmente facendosi seguire dai cugini selvati-ci. In questo modo i Colombacci se-guendo i volantini si avvicineranno all’appostamento fisso ove il caccia-tore si farà trovare pronto al tiro. In quest’ultima tecnica la prepara-zione è così importante che spesso al cacciatore non importa il carnie-re che riesce a portare a casa ma quel che davvero gli interessa è il risultato dell’attività preparatoria, ovvero la capacità dimostrata di far avvicinare il più possibile i sel-vatici grazie al buon addestramen-

to dei volantini, alla dimestichezza nel comandarli ed alla perfetta mi-metizzazione dell’appostamento. Grande soddisfazione viene pro-prio dal fatto che il Colombac-cio è un volatile particolarmen-te intelligente ed attento ma soprattutto molto diffidente. Negli ultimi anni i flussi migratori sono andati via via modificando-si a causa delle mutate condizioni metereologiche dovute a una, quasi impercettibile per noi umani, tra-slazione temporale della stagioni secondo la quale si sono avuti an-

ticipi di inverno, primavere prolun-gate e periodi dalle temperature estive prolungati spesso fino al mese di otto-bre con bruschi ed improvvisi passag-

gi alle gelide temperature invernali.Ciò nonostante gli uccelli migra-tori sembrano comunque con-servare le proprie abitudini mi-gratorie pertanto sta al cacciatore aggiornare le proprie conoscenze in fatto di flussi migratori e, qua-lora l’annata sia stata poco sod-disfacente per quanto concerne il passo del volatile prediletto, potrà sempre confidare in una migliore stagione per la prossima annata.

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Migratoria

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Falconeria

il falconiereL’ apertura per il

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Tutti i cacciatori sanno cosa vuol dire aspettare con ansia la giornata di apertura della caccia:aspettano frementi nella calura estiva,tengono in forma il cane,controllano e ricontrollano fucili e cartucce e quando arriva il gior-no finalmente si dà sfogo alla passione!

Noi falconieri d’alto volo(quelli che si de-dicano alla caccia con

pellegrini,lanari o sacri e loro ibridi) viviamo tutto questo in maniera di-

versa. I falchi generalmente passano l’estate fermi per la muta e il cambio delle penne e’ un momento sempre critico (una nuova remigante o ti-moniera rotta significa compromet-

il falconiereL’ apertura per il

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tere le prestazioni del rapace fino alla stagione successiva), anche se alcu-ne regioni consentono l’allenamen-to dei falchi al di fuori della stagione venatoria per molti dei nostri falconi da caccia e’ meglio passare un’esta-te tranquilla con una dieta studiata appositamente per favorire il cam-bio delle penne,e qualora decidessi-mo di farli volare ugualmente il cal-do limita fortemente le prestazioni e per un falcone il volo senza preda-

zione non e’ che un pallido palliati-vo di quello che dovrà poi affron-tare durante la stagione venatoria.Le prede si sono evolute contem-poraneamente ai loro predatori,le

strategie che attuano per fuggire si sono affinate in migliaia e migliaia di anni per questo la vita di un ra-pace in natura e’ tutt’altro che faci-le. Solo un falconiere sa quanto e’ difficile arrivare alla cattura per un rapace,per questo l’apertura del-la stagione non e’ che l’inizio di un duro lavoro di allenamento che probabilmente ci porterà ad avere il rapace perfettamente pronto quan-do si dovrà chiudere con la caccia!

Chiaramente ci sono delle differen-ze se stiamo preparando un giovane o se ci accingiamo a riprendere in mano il nostro preferito che ha già diverse stagioni alle spalle ma an-

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che il più navigato tra i rapaci ha bisogno di un allenamento intenso. Esistono delle tecniche per aumen-tare la fitness (salti al pugno da al-tezze differenti,passate al logoro ad esempio) ma non c’è niente come la vera caccia per un rapace. Questo ci porta a considerare le differenze tra i falconieri italiani rispetto a quelli europei e di altri continenti:spesso in altre nazioni chi pratica la falco-neria gode di particolari agevola-zioni sul calendario venatorio forte di studi scientifici che dimostra-no come l’incidenza di un rapace a caccia sulle popolazioni di prede

selvatiche sia praticamente nulla. Animali come cornacchie, gazze, ghiandaie, minilepri, considera-ti “infestanti” spesso snobbati dai cacciatori tradizionali possono ve-nire cacciate dai falconieri pratica-mente tutto l’anno,con i dovuti per-messi, ottenendo così due risultati importanti:tenere sotto controllo le specie opportuniste e poter prati-care la falconeria ai massimi livelli.E’ un peccato che nel nostro paese che è stato la culla della falconeria moderna non si riesca ad eguagliare le possibilità che hanno altri e che nel confronto si risulti spesso infe-

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riori (non per tecniche di addestra-mento o capacità,che non ci vedono secondi a nessuno ma per le effettive possibilità che abbiamo di praticare una corretta falconeria: la cattura di un selvatico nato in natura e quindi scaltro e abile;non e’ difficile per un falcone catturare un fagiano appena

Falconeria

rilasciato ma questa non e’ vera falconeria e le soddi-sfazioni sono ben poche). La possibilità di osserva-re una splendida azione di caccia e più la preda avrà possibilità di fuggire più grande sarà la soddi-sfazione soprattutto nei casi rari di successo è vera falconeria!Personalmente nel mio ambito i fagiani selvatici sono pochi, le rare lepri vengono insidiate tradizionalmente dai se-gugi e le anatre un sogno che arrivano numerose solo a stagione ormai con-clusa tranne qualche spo-radico caso e quindi non inizio la caccia col falco all’apertura, evitando così sia il maggior affollamento sul cam-po ,sia di viziare il falco con qual-che facile fagianotto “pronta caccia”.Preferisco aspettare il momento delle cornacchie e delle gazze ormai

numerosissime,scaltre e difficili e sicuramente selvatiche per arrivare poi ad insidiare qualche fagiano che si sia fatto le ossa e che sappia il fatto suo. Quando mi accingo a far par-tire per la prima volta dell’anno un falcone dal mio pugno per la caccia l’adrenalina e’ alle stelle e mentre lo

guardo negli occhi scuri fremente per l’attesa mi sento vivo come non mai sapendo che si innalzerà altissi-mo ancora una volta portandomi con lui dove l’aria e’ fresca e il cielo e’ blu!

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Caprioli di vellutoecco sua altezza il capriolo

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I miei primi ricordi sono legati al capriolo, e non per via dei mille cartoni animati che lo mostrano

come l’animale più tenero del mon-do. Sono cresciuto nei pressi della fa-volosa Foresta Umbra, dove ieri più di oggi scorrazzavano queste crea-

ture eleganti e schive, che col tempo hanno imparato a diffidare dei pre-datori e dunque anche dell’uomo.Non che in provincia di Foggia non si cacciasse il capriolo di velluto, ma durante la mia adolescenza ho imparato a rispettare questa crea-

Il Capriolo in Italia è ungulato che cela fascino e rispetto, capace di regalare emozioni straordinarie durante censi-menti e prelievi di caccia selettiva. Il capriolo è un anima-le trasformista, considerato il “Principe del Bosco”.

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Caprioli di vellutoecco sua altezza il capriolo

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tura e il rispetto porta sempre con sé la voglia di conoscenza: credo che in buona parte la mia vocazio-ne per la veterinaria sia stata incen-tivata da questa amicizia silenziosa.Il capriolo è una creatura insolita: quando tutti abbandonano la mon-tagna il capriolo resta, mutando co-lori, forme e struttura sociale. Tutto per non lasciare la propria casa che diciamocelo, durante la stagione in-vernale si fa parecchio inospitale. Non solo il cibo scarseggia, ma au-menta anche il numero di predatori che affamati si mettono alla caccia di qualsiasi cosa respiri: che si tratti di cani selvatici o di bracconieri la cosa cambia davvero poco. Eppure il capriolo resiste: sarà pure dotato

di occhi dolci, ma anche di una sa-gacia e di una intelligenza che non è da tutti. Capriolo maschio al pascoloE’ durante l’inizio della primave-ra che da ragazzi si facevano i con-ti dell’inverno passato: con i primi caldi le nevi si scioglievano e si tro-vava traccia di quei poveri animali che non ce l’avevano fatta: ma rima-nendo in un territorio tanto inospi-tale ho sempre creduto che i caprioli mettessero in conto di perdere qual-che amico. Quel che da sempre mi affascina è la capacità del gruppo di cambiare assetto; gli amori finisco-no generalmente in autunno e con l’istinto all’accoppiamento sotto gli zoccoli i maschi si danno una bella calmata. Muore l’istinto territoriale

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e si iniziano ad intravedere i primi gruppetti di cervidi, normalmen-te composti da un maschio e qual-che femmina. Sono proprio queste

Sia per via della stagio-ne degli amori, sia per via della perdita del palco, i caprioli sono diversi dai cugini cervi che il trofeo lo vedo-no cadere in primavera.

ultime a guidare il gruppo: pare qua-si che con la per-dita del trofeo i maschi perdano anche il loro di-ritto alla leader-ship. Caccia di Se-lezione al CaprioloInsomma quando il gioco si fa duro, le femmine di capriolo iniziano a giocare e mentre il maschio per-de il pelo raso al quale sostituisce il fitto manto grigiastro con alcune

macchie bianche sulla gola, queste guidano il gruppo verso la soprav-vivenza. Spetta alle femmine trova-re il cibo e luoghi sicuri. D’altronde,

impegnate da sem-pre nella gestione dei cuccioli, sono avvezze a tutte le insidie che i preda-tori possono lan-ciare. Certo, i pasti che propongono

sono poveri e consistono al massi-mo in poche erbe e foglie, ma tut-to è utile per superare l’inverno.Il maschio di capriolo perde il pal-co in autunno (generalmente in no-vembre) e lo vede svilupparsi pochi

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Caccia di selezione

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giorni dopo, durante i mesi invernali quando, l’abbiamo detto, la possibili-tà di approvvigionarsi di cibo è dav-vero scarsa. La ricrescita del trofeo invece richiede un notevole appor-to di calcio, da accumulare durante tutto il periodo autunnale e inver-nale. Capriolo maschio e capriolo femmina al pascoloE’ molto affascina-re scoprire la fase di ricrescita del trofeo: la ferita si rimargi-na presto dopo la caduta, viene rico-perta da un nuovo tessuto sotto il qua-le si sviluppa prima uno strato di carti-lagine che divente-rà poi tessuto osseo. La zona è natural-mente ben irrorata e protetta da una fol-ta pelliccia: questo consentirà una spe-dita crescita del tes-suto osseo. Quando da ragazzi incontra-vamo un capriolo con trofei anomali, magari con troppe punte o deformazioni sapevamo bene che nel periodo della cresci-ta aveva subito urti, graffi o ecces-

sivo gelo. Aveva sempre la possi-bilità di rifarsi l’anno successivo!Oggi non è più così semplice in-contrarli durante le proprie pas-seggiate invernali e primaverili, per questo non smetterò mai di ringraziare io padre e mia madre che alla vita cittadina hanno sem-

pre preferito quella all’aria aperta, in pieno contatto con la bella na-tura che in Italia è la vera Regina

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Caccia Passione 32Caccia Passione s.r.l. - Via Camillo Golgi n.1 - 20090 Opera (MI) - Tel 3383243383

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Caccia e cacciatori

Andare a caccia per la prima volta è un po’ come vivere quella famosa “prima volta”. Emozioni, ansia da prestazio-ne, timore di non riuscire, sono tutte sensazioni e sentimen-ti che si provano proprio durante tutte le cose che si fanno per la prima volta

L’esperienza, sicuramente, rap-presenta un grande punto di svolta nella vita del neo caccia-

tore, che si trova a vivere ( in senso venatorio) un cambiamento impor-tante nella sua vita. Le prime espe-rienze di caccia, secondo le testimo-nianze degli stessi cacciatori, vengo-no vissute molto precocemente, un po’ come quell’al-tra “prima volta”. In genere, i cacciatori professionali, o appassionati, sono figli o nipoti “d’arte” che da adole-scenti accompagnavano padri, non-ni o zii durante le loro battute. Fre-quenti anche i casi in cui la prima volta a caccia è stata vissuta durante l’infanzia, tra i tre ed i sei anni. In

questo caso, i futuri cacciatori han-no solo assistito alla battuta e non sono stati coinvolti ( per fortuna) nell’uso del fucile. Esistono anche genitori che hanno avuto l’ardire di portare i loro figli a caccia e di far sparare loro la prima cartuccia alla

precocissima età di sette anni. In que-sta sede non pos-siamo soffermarci sulla bontà o peri-colosità di questo gesto, che rimettia-

mo solamente ed unicamente alla coscienza dei genitori. Di certo, far assistere un figlio o un nipote a una battuta non è negativo, anzi. Sono proprio queste prime esperienze che fanno maturare nei ragazzi il germe selvaggio della passione venatoria.

Prima volta a cacciatestimonianze, curiosità ed informazioni utili.

Andare a caccia la pri-ma volta significa essen-zialmente partecipare a una battuta e spara-re la prima cartuccia.

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Inizialmente, se i futuri cacciato-ri sono troppo piccoli, l’esperienza può dar loro fastidio o, al contrario, può diventare estremamente esal-tante, come ricorda un cacciatore oggi sessantenne. Quest’ultimo rac-conta di essere andato per la prima volta a caccia con il padre all’età di tre anni e mezzo. Un altro caccia-tore racconta, invece, di aver avu-

to quattro anni quando ha vissuto le prime esperienze venatorie in compagnia del padre. Si è trattato di esperienze entusiasmanti, tan-to che era proprio lui, da bambino, ad alzarsi per primo la mattina e ad aspettare il papà per andare a caccia. Le primissime esperienze di caccia vissute dai cacciatori e raccontate con sincerità e passione nei forum

venatori sono tutte molto appassio-nanti ed appassionate e rivelano il grande amore che si prova per un’at-tività che non è come si crede, cioè negativa o criticabile, ma che si pra-tica per una passione profonda nei confronti della vita all’aria aperta e a contatto con la natura. Le prime battute di caccia sono raccontate da cacciatori che hanno imparato dai

loro padri e nonni il rispetto per l’ambiente e per le specie protette, l’emozione dell’attesa e la cattura del selvatico che appare e scompare improvvisamente su un paesaggio poco prima silenzioso e deserto. Ed ancora, i cacciatori adulti di oggi ri-vedono le giornate di sabato o do-menica mattina trascorse a mangia-re panini con i loro nonni o genitori

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Caccia e cacciatoriin attesa di preparare le poste, op-pure le uscita all’alba nelle mattinate piovose, ma pur sempre eccitanti e foriere di grandi speranze. Tra i ri-cordi delle prime esperienze vena-torie spiccano maggiormente quelli di caccia alla selvaggina migratoria, come beccacce, tortore, tordi e qua-glie. Intensamente vissute anche le prime esperienze di caccia alla le-

pre. Il ricordo si fa vivo in coloro che hanno assistito da piccoli ( sempre tra i tre e di cinque anni) alla cattu-ra di una lepre che era più grande di loro. Da tutte queste prime espe-rienze di caccia sono venuti fuori i cacciatori professionisti di oggi. Tra questi, anche numerose donne, le quali, da ragazzine, venivano coin-volte nelle battute di caccia dai loro

nonni, padri o zii cacciatori. Basti pensare che in Maremma ci sono circa 200 donne cacciatrici, donne che hanno maturato la passione per la caccia vivendola all’interno delle loro famiglie d’origine. Queste don-ne, oggi, sono cacciatrici provette, sanno mirare e colpire il selvatico alla perfezione e sanno addestrare i cani da utilizzare per le diverse ti-

pologie di caccia. Dalle esperienze del passato si arriva poi alla prima esperienza ufficiale come cacciato-re, che avviene a 18 anni, con il con-seguimento della licenza di caccia. La licenza si consegue presentando una richiesta al comando dei cara-binieri o alla questura competente e superando un esame in cui si deve dimostrare di conoscere le leggi

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venatorie, le specie di animali sel-vatici, le norme ambientali e quel-le sull’utilizzo delle armi da fuoco. Il calendario delle prove di esame è fissato dagli uffici provinciali caccia e pesca. Per essere ammessi all’esa-me si devono produrre dei docu-menti che comprendono: due mar-che da bollo, un certificato medico in bollo della Ausl che attesti l’ido-neità all’esercizio venatorio, un cer-tificato del medico curante, un cer-tificato di stato di famiglia in carta semplice, due fotografie formato tessera di cui una autenticata, una fotocopia del congedo militare o un certificato di abilitazione al tiro ri-lasciato dal Tiro a segno nazionale e copia dei versamenti di una tassa di concessione governativa. Superato l’esame, tutta la documentazione va

inviata al comando dei carabinieri o alla questura. Eventuali variazio-ni della procedura vengono stabilite dalle singole province o regioni. La licenza di caccia dura sei anni, dopo i quali si deve procedere al rinno-vo. Il neo cacciatore maggiorenne che ottiene l’agognata licenza si ap-presta a vivere certamente un’espe-rienza indimenticabile e spesso co-ronata dal regalo del primo fucile di caccia. Anche se regalato, il fucile va scelto in base al tipo di caccia che il giovane cacciatore vorrà pratica-re. Solitamente, si tratta della stessa caccia praticata dai parenti che, per tramandare una tradizione, spes-so regalano proprio il loro vecchio fucile o una nuova versione dello stesso. L’arma da usare deve però es-sere calibrata in base al peso e alla

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Caccia e cacciatorimuscolatura del cacciatore. Il fuci-le, infatti, deve avere la lunghezza adatta per l’impugnatura e per ga-rantire la mira, lo stesso dicasi del calcio. Quest’ultimo deve garantire un’esatta impugnatura e la pressio-ne dell’indice sul grilletto. Un’errata lunghezza del fucile può causare er-rori di mira o di allineamento della canna. In tutti questi casi bisogna procedere alla modifica o all’acqui-sto di un’arma nuova. Per la caccia alla migratoria conviene scegliere armi superleggere, specie per cac-ciare la beccaccia, selvatico a volte difficile da individuare nelle zone impervie in cui si sosta per alcuni periodi dell’anno. Per la selvaggina di piccole dimensioni su usano fuci-li a canna liscia ( doppiette, sovrap-posti, semiautomatici) che sparano munizioni spezzate, cioè a pallini. Per la caccia al selvatico di medie e grandi dimensioni si usano i fucili a canna rigata, che sparano munizio-

ni a palla unica, ovvero le carabine. Per andare a caccia e sparare per la prima volta bisogna anche conosce-re le cartucce da usare. I neo caccia-tori, di solito, preferiscono cimen-tarsi nella caccia alla migratoria. Ricordiamo, allora, che per cacciare la beccaccia vanno bene munizioni con piombo dall’8 al 12, preferibil-mente con un calibro 12. Per le qua-glie vanno bene cartucce con pallini di piccole dimensioni: 10, 11 e anche 12. Per il colombaccio, selvatico ro-busto e incassatore, si devono usa-re munizioni pesanti o magnum del calibro 12, contenenti piombo dal 5, al 7. Per la piccola migratoria( tordo, fringuello, passero, cesena, allodo-la, storno, merlo) si usano cartucce con piombo dal numero 8 al 10, ide-ali per la caccia da appostamento e per i tiri a lunghe distanze. Per quel-la allo schizzo, dove si spara a corta distanza, meglio usare piombo nel-la numerazione che va dal 10 al 12.

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In Catalunyaa caccia di anatre in botte

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In Catalunyaa caccia di anatre in botteUn’avventura spagnola tutta da vivere, a pochi passi dall’Italia eppure immersi in un’atmosfera ancestrale e selvatica nella quale habitat selvatici agli estremi si mescolano e si fondono con arte. Anatre, pernici, cin-ghiali e conigli selvatici saranno i sovrani di una natu-ra che in Catalunya impera.

Oggi seppure virtualmente abbandoniamo l’Italia per volare alla volta della favo-

losa Catalunya, nei pressi del delta del fiume Ebro, e nei dintorni di un favoloso parco naturale abbraccia-to da una flora serpeggiante e dal mare. Meta turistico venatoria che

Portare sempre con se il permesso di caccia, la do-cumentazione del fucile e l’assicurazione. La du-cumentazione può esse-re richiesta dagli Agenti dell’ambiente e dalla polizia

ogni anno richia-ma moltissimi cac-ciatori, il Coto de Caza La Alfacada, confina con il Mar Mediterraneo, con il fiume Ebro e con ettari di terra tut-ti coltivati a grano per un’estensione totale di 267 chi-lometri. Sono queste situazioni na-turalistiche ad aver creato un habi-tat naturale per la vita di numerosi uccelli acquatici che abitano i din-

torni della bellissima Isla de Buda, divisa fra risaie, laghi e acquitrini: non di rado viene descritta come location fra le più belle al mondo, seconda solo al delta dell’Okawan-go, nella più lontana Botswana. La convivenza fra la Isla e il coto de Alfada è pacifica ed antica, una

sorta di collabora-zione naturale che rende ancora più appetibile la zona. I favolosi uccelli che abitano laghi e acquitrini trovano nel coto La Alfaca-da un ottimo habi-

tat nel quale nidificare: cacciatori, fotografi e birdwatcher potrebbero letteralmente impazzire di gioia. Si potranno incontrare germani reali, fistioni turchi, canapigile, starne,

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Caccia all’esterocavalieri d’Italia, sgarzette, galli-nelle d’acqua, folaghe e la pernice di mare che nidifica, per quel che riguarda l’Europa, solo qui. Non di rado è possibile inoltre incontrare il raro pollo sultano: insomma una vera e propria gioia per gli occhi. Tanta è la varietà e la quantità di germani che nidificano in zona, che non di rado vengono organiz-zate battute di caccia di controllo extra, che hanno lo scopo di rie-quilibrare la distribuzione dei vola-tili presenti nella zona. D’altronde gli acquitrini profondi al massi-mo 50 centimetri e i canneti sono un ambiente ideale per la vita non solo dei germani reali, delle starne e dei cavalieri d’Italia, ma anche e

soprattutto per la riproduzione e la presenza delle specie acquatiche, sia che si parli di palmipedi che di

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trampolieri e anatre. Poco distan-te dal coto de coza La Alfacada ne sorgono altri 3: il Mas del Coll, il coto Vallibous e il coto Rossell per una varietà di scelta davvero invi-diabile. Il Mas del Coll dista circa 60 chilometri dal coto La Alfaca-da e scivola verso l’interno: nasce circa a 650 metri d’altezza sul li-vello del mare e da sempre è casa

di aquile ed avvoltoi che amano le montagne rocciose e vi nidificano. L’habitat è comunque abitato non solo da zone rocciose, ma anche da pinete e boschi di querce dove non di rado è possibile incontrare per-nici rosse, macchia mediterranea e piante aromatiche e medicinali.

Nel territorio scorre il Rio Servol, ben frequentato dal colombaccio e raggiunta l’antica Masia di pietra detta Mas del Coll è possibile ave-re una visuale della collina davvero suggestiva, che spazia fino al rag-giungimento del mare. Non è di minor fascino il coto de caza Valli-bous, poco distante dagli altri due e con un carattere decisamente più

montano. Il territorio è caratteriz-zato da profumati boschi di quer-cia nana e non manca la spinosa e profumatissima ginestra selva-tica: la location è casa della per-nice rossa. Infine il coto Rossell è particolarmente apprezzato dagli amanti del tordo, già ce il territo-

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Caccia all’esterorio si divide equamente fra uliveti e montagne. Il mare lo si può solo intravedere a distanza e l’habitat semi montano è davvero apprez-zatissimo, profumato di macchia mediterranea e piante aromatiche. Capre montesi e pernici rosse qui sono di casa. Insomma non c’è che l’imbarazzo della scelta che può essere naturalmente indirizzata,

specie se il viaggio ha carattere ve-natorio, dalle possibilità di caccia: gli ospiti del coto La Alfacada po-tranno dedicarsi alla tipica caccia alle anatre nel lago da botti gemel-le, un’emozione che alcuni descri-vono impareggiabile, alla caccia ai beccaccini in appostamento o con

tecnica vagante, o cimentarsi nella caccia ai rallidi e acquatici in gene-re. Agli ospiti dei restanti coti de caza è riservata la caccia ai tordi, alle pernici rosse con cane, ai coni-gli selvatici e al cinghiale e selvaggi-na varia. Per tutti invece è previsto vitto, con tanto di colazioni, pranzi e cene, alloggio e pernottamento e uscite di caccia per un’avventura

mediterranea davvero indimenti-cabile. Se questo viaggio, per ora del tutto virtuale, ti ha regalato un certo fricicorio il consiglio è tener ben presente i calendari ve-natori della zona secondo i quali la caccia è consentita fra ottobre e gennaio e in alcuni casi febbraio.

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Cani da caccia

Grand blue de Gascognea caccia di lepri e cinghiali

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Dotato di sguardo intelli-gente e portamento fie-ro, il Grand Bleu de Ga-

scogne è un eccellente cane da caccia, facente parte del gruppo dei segugi e più precisamente dei

cani per pista di sangue. Ampia-mente diffuso in Francia, come il nome stesso ci fa intuire, il cane ha

un vero e proprio inseguimen-to, non ha paura di confrontar-si con la piccola selvaggina, ma

Razza antica e ben equilibrata, il Grand Blue de Ga-scogne è un segugio a cinque stelle, ideale per la cac-cia alla lepre che non teme mettersi a confronto con il suo nemico di sempre, il cinghiale

una grande storia e sono in mol-ti i cacciatori che lo scelgono per le proprie avventure venatorie. Ha una certa predisposizione per la caccia con fucile a piedi che il più delle volte si trasforma in

Grand blue de Gascognea caccia di lepri e cinghiali

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Cani da caccia

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secondo alcuni da il meglio di sé con quella di grande taglia: val-

ga come esempio il cinghiale. Questo cane fantastico si adat-ta bene in muta, ma è in grado di offrire eccellenti prestazioni anche durante una caccia solita-ria, visto che i tratti che lo distin-guono sono davvero di rilievo:• olfatto finissimo;• voce da urlatore dotato di toni grevi;• costante e determinato, dotato di sorprendente istinto per la seguita;• carattere calmo e ben disposto a seguire gli ordini eventualmente dettati dal cacciatore. Per quanto non tutti lo sappiano, il Blue de Gascogne è famiglia forma-ta da 3 esemplari differenti: il Petit Blue, il Basset Blue ed il Grand Blue.

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In comune hanno tutti il fatto d’es-sere dei superlativi cani da traccia e da seguita. Naturalmente all’in-terno della famiglia esiste una su-perstar: si tratta del Grand blue de Gascogne; non è un caso che in passato lo si definisse comune-mente come il più nobile ed impo-nente segugio di tutto il mondo.

OriginiCome accennato in precedenza è originario del Sud Ovest francese, e fu la Guascogna ad ospitare i suoi natali. Comunemente si ritiene che si tratti di una razza particolar-mente antica, nata dall’incontro del

Sant’Uberto, di alcuni altri segugi locali e del Bloodhound: ecco giu-stificato il suo olfatto sorprendente. In origine utilizzato per la cac-cia al lupo, al cinghiale e addirit-tura all’orso, pare che in passato abbia fatto innamorare più di un sovrano e che con il tempo, per rendere il Blue de Gascogne in-fallibile le selezioni costanti lo ab-biano portato ad essere non solo un ottimo segugio, ma anche un infallibile inseguitore di lepri.

CaratteriE’ il suo mantello tendente al blu ad avergli valso il nome Blue de

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Gascogne. La colorazione del-la pelliccia in verità è però mi-sta, dotata di piccole macchie sul tronco e di una certa me-scolanza fra peli neri e bianchi. Gran lavoratore e rapidissimo durante il galoppo il Blue de Ga-scogne è alto fino a 72 centi-metri nel caso dei maschi e 68 nel caso delle femmine e il suo peso oscilla fra i 32 ed i 38 chili.Il cane caratterialmente è mol-to ubbidiente, facile all’addestra-mento e cacciatore scrupoloso, per quanto in alcuni casi si dimo-

stri un poco pigro. Praticamente impossibile che morda un uomo, per questo oltre ad essere un ec-cellente cane da caccia si dimostra un compagno fedele. Per quan-to sia in grado di cacciare, come accennato, anche la piccola sel-vaggina, il suo nemico storico è il cinghiale e non di rado in Italia è utilizzato proprio durante que-sto genere di attività venatoria. Se stai pensando di sceglie-re un bel Petit Blue ricorda che ha necessità di grandi spa-zi aperti nei quali scorrazzare.

Cani da caccia

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Fucili da caccia

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Rizzini Artemis:Sovrapposto da caccia di elegante fattura

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Il nome Rizzini è assai diffuso nel comparto armiero della Val Trompia, ma solo il marchio

Rizzini® qualifica le armi prodotte a Marcheno dall’azienda condot-ta, insieme alle due figlie Moira e Pamela, dal Signor Battista, animo

La produzione della Rizzini di Marcheno spazia su una varietà di sovrapposti tale da poter soddisfare un ampio ventaglio di richieste per calibri, tipologie di bascula, raffinatezze este-tiche, tutto accomunato da una pregevole qualità esecutiva

pratico, curioso e sperimentatore, amante del lavoro ben fatto. Ora la ditta si dedica anche a una dop-pietta dalle particolari prerogative meccaniche, ma l’aver scelto tempo addietro il sovrapposto come set-tore in cui spendere decisamente le proprie energie dice chiaramen-

te che la specializzazione qui è vista non certo come limitativa, quanto piuttosto come rampa di lancio per avanzare sempre più. Osservando i fucili prodotti si ha immediata con-tezza di questo fatto perché il dise-gno d’insieme ha quel garbo proprio

della ricerca e della maturazione sti-listica mentre scorrere i particolari esecutivi conforta su quanto si pos-sa ottenere dalle macchine di pre-cisione, ovviamente utilizzate nella giusta maniera. Si spazia dalle ba-scule classiche a quelle arrotondate, dai calibri tradizionali a quelli medi

Rizzini Artemis:Sovrapposto da caccia di elegante fattura

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Fucili da cacciae piccoli, tornati prepotentemen-te in auge non solo per il capanno quanto per la caccia con il cane, si allestiscono express insieme ai fucili da pedana e merita ricordare come la Rizzini sia una delle pochissime aziende entrate nel novero dei for-nitori per i campioni della Fitav. In questo caso abbiamo preso in esame un sovrapposto molto classi-co e dedicato alla caccia, il modello Artemis che gratifica l’osservatore con le sue prerogative tecniche in-sieme a quelle di aspetto: queste ultime sono a nostro parere accen-tuate dalla cameratura adottata, il 20/76 (o 20 Magnum 3”) dove la minore sezione di canna e la bascu-

la con misura specifica conferisco-no maggior slancio ed eleganza .La concezione del fucile è quella tradizionale gardonese che unisce praticità esecutiva, costi contenuti e resa garantita: la bascula in acciaio 18 NiCrMo5 è lavorata all’utensile o, dove preferibile, a elettroerosione, su macchine a controllo numerico. Si ottengono così le mortise cieche dei due tenoni posteriori appaia-ti con indubbio pregio di resisten-za strutturale e di estetica poiché lo spessore del dorso rimane integro, il traversino interno di contrasto dal consistente spessore, le sedi dei se-miperni e le camme per l’estrazione primaria dei bossoli, la sede longi-tudinale di scorrimento delle leve per la monta delle batterie e l’attiva-zione degli eiettori, il giro di cernie-

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ra su cui insiste con giusta frizione il testacroce posto nell’asta: il tirag-gio è molto ben calibrato a garanzia di longevità dell’arma. Nella faccia sono praticati i fori di passaggio dei percussori imbussolati e con propria molla di ritorno. L’aspetto esterno è assai ben riuscito con i seni a dop-pia rotondità evidenziati dal sottile nastro lucidato che scende creando il rinforzo laterale e sottolineando la tavola di bascula; disegna poi un arco a tutto sesto dietro al semiper-no della cerniera terminando nelle due cordonature rilevate del dorso. Le finte cartelle laterali conferisco-no un’immagine più importante e, in questo esemplare, ospitano una maggiore dovizia dell’ornato in stile rinascimentale rifinito a mano. La chiave di apertura in pezzo unico con il perno presenta corpo snello e convesso con pulsante rotondo al-lungato di indubbia eleganza: viene montata ben aderente alla codetta superiore di bascula al cui apice è inserita la slitta della sicura con il ta-sto del selettore di sparo: il pacchet-to fisso del gruppo di scatto vede qui il sistema monogrillo, ma si può avere anche il tradizionale bigrillo, con una guardia in acciaio brunito dal pregevole ovale che richiama lo stile dei maestri d’oltre Manica. Le canne ricavate da barre di acciaio

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Fucili da cacciaC42 sono giuntate con il monobloc di culatta e saldate con lega a bas-so punto di fusione: esternamen-te molto ben tirate con brunitura omogenea e profonda sono lunghe 71 cm con l’alternativa di 67 cm o al-tre misure a richiesta, internamente cromate, dotate di bindella superio-re a ponticelli lunghi con zoccolini pregevolmente fissati direttamente, senza sottobindella, mirino tondo

in ottone. Si possono avere le stroz-zature fisse o disporre, con supple-mento, dei 5 strozzatori intercambia-bili nelle misure classiche. Vengono montati di serie gli eiettori automa-tici con molla e congegno di sgancio inserito nei fianchi del monobloc.La calciatura in noce venato di clas-se elevata, finito a olio, fa bella mo-stra di sé grazie anche a una attenta lavorazione che vede una corretta incassatura e linee classiche atti-nenti allo stile e al gusto del fucile: la testa in cui si inserisce la bascu-la presenta specchi laterali rilevati e bordino spianato a contorno del-le cartelle lunghe, impugnatura con

pistola arrotondata del tipo Princi-pe di Galles o, a richiesta, all’ingle-se, calciolo in legno riportato. L’asta denota una sezione prismatica con raffinate curve di raccordo dei pro-fili, sgusci superiori di presa appe-na accennati e molto eleganti, apice smussato in cui è inserito il pulsante di sgancio con meccanismo a pom-pa. Lo zigrino a losanghe molto fit-te e ben rilevate assicura una presa

sicura anche con le mani bagnate.Il fucile pesa circa 2800 g nel cali-bro 20/76 e 3100 g nel calibro 12/76: è prodotto anche nel calibro 16/70, una riscoperta del tempo passato che sta riscuotendo un buon suc-cesso sia in Italia che all’estero, spe-cie in Inghilterra dove è tornato in auge con numeri significativi. Meri-ta poi segnalare come nel modello a bascula arrotondata detto Small Action siano proposti i piccoli ca-libri 28/70 e .410 Mg. sempre na-turalmente con misure specifiche: fucili quindi estremamente aggra-ziati, leggeri e maneggevoli per un impiego di piena soddisfazione.

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Nel 1886, dopo un anno di esperimenti, Settimio Ba-schieri e Guido Pellagri,

realizzano la polvere ACAPNIA, una polvere da sparo senza fumo. Dopo pochi anni, grazie agli splendi-di risultati ottenuti, i due amici fon-dano la società “Baschieri & Pellagri”. Nel 1923 la società in brutto periodo a seguito del quale Settimio Baschie-ri liquida il socio Guido Pellagri, consentendo l’ingresso nell’orga-nico della società il genero Ulisse

Manfredi. La “Baschieri & Pellagri”, con sede a Bologna, ancora oggi persegue gli obiettivi che i fondato-ri si erano prefissati di raggiunge-re: qualità e continua innovazione.

Cartucce “Baschieri & Pellagri” Extra Rossa Magnum c.410 per la tortora e Baby Magnum per il colombaccioIdeate e progettate per una particolare specie di sel-vaggina, le cartucce della “Baschieri & Pellagri” ri-spondono perfettamente alle esigenze dei cacciatori che hanno le idee chiare su come e cosa cacciare.

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Munizioni

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L’azienda, infatti, realizza prodotti affidabili dalle prestazioni eccellen-ti, punta sulla continua ricerca, con lo scopo di ottimizzare ed innovare non solo il prodotto finito, ma an-che le materie prime, il progetto e lo sviluppo delle macchine di pro-duzione, i cicli di lavorazione e l’or-ganizzazione delle risorse umane .Resa balistica, aggiornamento e am-modernamento degli strumenti di controllo, sviluppo e realizzazione di nuove soluzioni tecniche sono ca-ratteristiche di questa azienda. Pecu-liarità che hanno portato, anche alla realizzazione del bossolo “GOR-DON SYSTEM”, un brevetto esclusivo della B&P. Numerosi sono i trofei conqui-stati in ambito sportivo: 8 ori nelle Olimpiadi, 9 ori in Coppa del Mon-do, 68 ori nel Campionato del Mon-do, 75 ori nel Campionato d’Europa e 257 ori nel Campionato Italiano. Le Super Magnum Cal. 20 sono mol-

to potenti per il suo calibro. Sono utilizzabili anche con fucili a came-ra da 70 mm, punzonati PSF, hanno un bossolo da 70 mm e la borra PL 15, mentre il fondello è da 20 mm. I 35 gr. di polvere sono di tipo sfe-rica, i pallini possono essere: 7-6-5-4-3 e raggiungere una velocità pari a 380 m/sec sviluppando una pres-sione barometrica di 850 bar. Sono perfette per la caccia alla tortoraLe cartucce 4 Baby Magnum è la clas-sica cartuccia Semimagnum, hanno un fondello da 20 mm ed un bosso-lo 70 mm e sono destinate al calibro

20. Vengono ca-ricate con polve-re M92S e con 42 gr di piombo. La borra PL-15 con-

tiene pallini di tipo: 7-6-5-4-3-2-0 che consentono tiri alle massime distanze.La cartucce 4 Baby Magnum sono state ideate per la caccia al colom-baccio e raggiungono una velo-cità massima di 400 m/sec svi-luppando 730 bar di pressione.

La “Baschieri & Pellagri” pro-pone due tipi di cartucce spe-cifiche, per la caccia al co-lombaccio ed alla tortora.

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Telescopio da Osservazione

Zeiss Dialty 18 - 45x65 Nel campo delle ottiche da osservazione sono sta-ti fatti grandi passi avanti che hanno garantito pro-dotti sempre più all’avanguardia e dall’usabilità ele-vata. In questo spazio vogliamo parlare proprio di uno di questi prodotti, creati, per la caccia e non solo, da una prestigiosa azienda tedesca: la Zeiss.

lare merita il telescopio Zeiss Dial-ty 18 - 45x65, accessorio da osser-vazione dalle elevate potenzialità. Il telescopio modello Zeiss Dialty 18 - 45x65 è stato pensato proprio per le attività venatorie, anche se è possibile usarlo in altre attività di osservazione della natura. Grazie ai suoi materiali, durevoli e resisten-

Questo nome non è solo sino-nimo di un marchio di suc-cesso, ma anche di garan-

zia, perché l’azienda, nel corso della sua lunga esperienza produttiva, ha sempre cercato di migliorare e po-tenziare la capacità visiva delle sue ottiche da caccia e da osservazione. In questo campo, un cenno partico-

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Ottiche

ti, e alle lenti di alta qualità, Dialty 18 - 45x65 può essere usato anche nelle condizioni ambientali più av-verse, dove a essere compromessa è proprio la visibilità. La leggerezza e compattezza dei materiali rendono questo telescopio estremamente pra-tico e comodo da trasportare anche in zone impervie e difficilmente osser-vabili. L’ottica del

Il telescopio Dialyt è stato studiato per offrire la massima af-fidabilità anche in condizioni estreme.

telescopio Dialty 18 - 45x65, com-pletamente rinnovata, offre, infatti, un’elevata trasmissione di luce, con-sentendo l’osservazione anche nelle ore più difficili ( mattina presto o sera). Il telescopio è anche dotato

di un oculare variabile da 18 a 45 ingrandimenti ( caratteristica che è chiaramente indicata nel nome del prodotto), con un ampio campo vi-sivo e capacità di basso ed alto in-grandimento fino a 45x. Telescopio

da Osservazione Zeiss Dialty 18 - 45x65. Il tratta-mento antiriflesso dell’oculare azzera il rischio di opaciz-zazione e di rifra-

zione solare e lunare, consentendo un’osservazione fatta di immagini nitide e dettagliate. Zeiss Dialty 18 - 45x65 è realizzato con materiali che lo rendono resistente all’acqua e alla polvere e che ne permettono

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l’uso non solo per la pratica venato-ria, ma anche per qualsiasi attività di osservazione naturalistica. Dialty 18 - 45x65, inoltre, è talmente prati-co e leggero che può essere usato in viaggio e da ornitologi, professioni-sti e tiratori. La leggerezza di que-

sto telescopio dipende dalla moda-lità di costruzione, completamente monoblocco, estremamente com-patta e con rivestimento in gomma. Zeiss Dialty 18 - 45x65, si presenta affidabile anche nel design, sempli-ce, lineare, ma al tempo stesso molto raffinato. Il monoblocco è colorato di nero, con ai lati il logo blu elet-trico dell’azienda e lente con effetto antiriflesso. Le principali caratteri-stiche tecniche di Dialty 18 - 45x65 sono: diametro obiettivo, 65 mm, diametro della pupilla d’uscita 3,6

-1,4 mm; campo visivo a 1000 me-tri, 40-23 m; distanza minima di focalizzazione, 10 m; tipo di obiet-tivo, acromatico a 5 lenti; altezza 78 mm; larghezza 76 mm, lunghezza, 395 mm; peso, un chilo e duecen-to grammi circa. Il telescopio Dial-

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ty 18 - 45x65 è dotato anche di un meccanismo di riempimento d’azo-to che impedisce l’appannamento delle lenti. I precedenti modelli di telescopio targati Zeiss presentava-no il difetto dell’eccessiva pesantez-za, con il Dialty 18 - 45x65 il proble-ma è stato risolto, tanto che lo si può tranquillamente trasportare dentro lo zaino a tracolla. Zeiss Dialty 18 - 45x65 Telescopio da OsservazioneE con lo zaino a tracolla, o in spalla, e il Dialty 18 - 45x65 ci si può re-care in alta montagna a caccia di

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Ottiche

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lepri, beccacce e pernici, ovvero in ambienti dove è richiesta un’attenta osservazione capace di coprire an-che lunghissime distanze. Il tele-scopio da osservazione della Zeiss si rivela molto adatto anche per la caccia vagante, dove si richiede una minuziosa osservazione degli am-bienti visitati dalla selvaggina.Vista l’elevata capacità di ingrandimento di questo accessorio ottico, l’osser-vazione è consigliabile solo tramite una salda base di appoggio ( giac-ca, zaino, ecc.) o tramite l’uso di un cavalletto. Ai lati dell’obiet-tivo, il Dialty 18 - 45x65 è dotato di una filettatura universale che ne consente il mon-taggio in tutti i cavalletti d’uso com-merciale. Il telescopio monoblocco della Zeiss è adatto all’osservazio-ne sia dei portatori di occhiali che di quelli senza occhiali. Nel primo caso, è necessario capovolgere il paraocchio di gomma posto sull’o-biettivo, nel secondo, invece, biso-gna osservare senza capovolgere o allungare lo stesso paraocchio. Te-lescopio Zeiss Dialty 18 - 45x65Il Dialty 18 - 45x65 della Zeiss ga-rantisce una lunga durata ed è co-

perto da una garanzia decennale. Tuttavia, per mantenerlo sempre in buone condizioni, si sconsiglia di esporlo per troppo tempo al sole senza coperchio protettivo e senza custodia. Le lenti e l’obiettivo posso-no, infatti, attirare i raggi solari di-struggendo gli elementi interni del telescopio. Per evitare gravi danni alla vista, bisogna evitare di puntare sul sole o su fonti al laser, perché le lenti del telescopio, anche se antiri-flesso, non possono proteggere gli

occhi dalle radia-zioni dirette. La pulizia delle lenti del telescopio( per rimuovere polvere e sporcizia) va ef-fettuata con setole e pennelli, mentre le impronte delle

dita si rimuovono appannando la superficie con l’alito e strofinando-la delicatamente con un panno per pulitura delle ottiche. Il Dialty 18 - 45x65 della Zeiss è, come già detto, un telescopio monoblocco, cioè uno strumento ottico con oculare fis-so e non removibile. Il particolare non sminuisce il pregio e il valore del prodotto e chi volesse acquistar-lo deve mettere in conto un esbor-so economico compreso tra 1200 e 1300 euro.

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Accessori per la caccia

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Neoplasie nel cane da caccia Veterinaria

Il cane da caccia può dare il massimo solo se gode di otti-ma salute. Purtroppo, il benessere dell’animale può essere messo a dura prova da gravissime patologie. Tra queste, an-che le neoplasie, variegata serie di malattie chiamate an-che tumori o cancro

Anche se ancora non esistono dati statistici certi o recenti ( il Registro Tumori Animali

risale al 2001) che possano confer-mare un aumento dell’incidenza dei tumori nei cani, tra le diagnosi degli studi veterinari si registrano anche le neoplasie. Cer-to, sarebbe me-glio che al cane non venisse mai diagnosticato un cancro. La noti-zia è spesso uno choc per il pa-drone, perché fa pensare subito al qualcosa di molto grave e al rischio di morte per un animale che magari è vissuto per anni accanto al cacciatore e che magari ha dimostrato presta-zioni venatorie eccellenti. I segni ed i sintomi di un cancro si manifesta-no, infatti, con un’enorme sofferenza da parte del cane, sofferenza che si trasmette anche al padrone, con cui

l’animale ha un forte legame affetti-vo. I tumori dei cani riguardano sia gli esemplari di sesso maschile che femminile. Naturalmente, il sesso fa sì che l’incidenza di alcuni tipi di tu-more sia molto diversa tra il cane e la cagna. Quest’ultima viene colpita da

tumori mamma-ri, mentre il pri-mo, da quelli al testicolo. Le neo-plasie colpiscono cani di qualsia-si età, anche se per alcuni cancri

specifici, come quello al pancreas, la fascia di età più colpita è quella tra i nove e i dieci anni di età. Alcuni dati statistici, risalenti a qualche anno fa e precisamente al 2002 , rivelano che la diagnosi di tumori mammari ha ri-guardato il 20% delle cagne. Le cause dei tumori canini sono simili a quel-le dei tumori umani, sono cioè legate al benessere e al progressivo aumen-

I tumori del cane si manifesta-no spesso con gli stessi sintomi di quelli umani e in organi con-siderati vitali, come il pancre-as, lo stomaco e l’intestino. Al-tri tumori possono colpire pure la vescica, la pelle e le ossa.

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to dell’età degli animali. Con l’invec-chiamento, infatti, le cellule subi-scono uno stress ossidativo che ne danneggia il DNA. La maggior parte dei tumori si originano proprio da danni cellulari. Tra le cause dei tumo-ri canini non rientrano i cibi in scato-la. Secondo i veterinari, i tumori nel cane non sarebbero affatto causati dai cibi in scatola, che contengono tutte le sostanze nutritive di cui l’animale ha bisogno, anche se una cattiva ali-mentazione, specie se troppo ricca di grassi, può giocare un ruolo deter-minante nella genesi di molti tumo-ri. Anche l’inquinamento e probabil-mente anche i pesticidi contenuti in alimenti vegetali, possono essere im-plicati nella causa dei cancri animali, mentre i raggi solari potrebbero esse-re responsabili dei tumori della pelle. Le neoplasie possono colpire diverse razze e anche in questo caso, l’inci-denza di alcuni tipi di cancro cambia proprio in base al tipo di cane. Il tu-more osseo, ad esempio, detto osteo-sarcoma, colpisce cani di grossa taglia, come il Rottweller, il San Bernardo e l’Alano, mentre il tumore della milza ( emagiosarcoma), neoplasia ad eleva-ta malignità, colpisce frequentemente il Pastore tedesco. Un tumore della pelle, detto mastocitoma , può essere riscontrato nel Labrador, nel Boxer, nel Bulldog e nel Boston terrier. Un

tumore del pancreas chiamato insu-linoma, a incidenza rara, può presen-tarsi nei cani di taglia medio –grande e nelle seguenti razze: Setter irlande-se, Boxer, Labrador, Pastore tedesco e Collie, oltre ad altre razze di cani da caccia. Nei cani da caccia e da la-voro, la diagnosi di insulinoma può essere spesso confusa, perché uno dei sintomi della malattia è l’ipogli-cemia o il calo di zuccheri, frequen-te nei cani impegnati nelle battute o in attività molto faticose. Prevenire il tumore nel cane non è sempre faci-le e per battere in tempo la malattia bisogna scoprirla al suo esordio. Le neoplasie si manifestano quasi sem-pre con dei sintomi chiari e tangibili.

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Veterinaria

Uno zoppicamento, ad esempio, può essere il sintomo di un tumore osseo, mentre una verruca sotto il pelo può indicare un tumore della pelle. In al-tri tipi di tumori interni il cane può manifestare perdita di peso, inappe-tenza, disturbi digestivi, vomito e persino convulsioni. Per individuare in tempo un tumore è consigliabile osservare spesso l’animale e notare qualsiasi variazione del suo compor-tamento o del suo peso. I tumori del-la pelle si possono scoprire accarez-zando spesso il pelo dell’animale. Se si dovessero notare dei noduli o delle verruche, anche di piccole dimensio-ni, bisogna recarsi immediatamente dal veterinario. I tumori mammari e

testicolari dei cani si possono preve-nire con la sterilizzazione e la castra-zione. Questi interventi devono però essere praticati in giovane età, perché in età avanzata diventano inutili. La diagnosi di neoplasia maligna pre-vede l’asportazione chirurgica della massa tumorale o dei noduli e il trat-tamento con chemioterapia. Le cure chemioterapiche nei cani sono sog-gette ad opinioni controverse: alcuni veterinari riferiscono che siano meno dannose negli animali che nell’uomo, mentre altri le considerano assoluta-mente inutili e non risolutive. Il dott. Alessandro Prota, specialista in Me-dicina Veterinaria Integrata, nel suo sito tumoricanegatto.blogspot.it ri-vela che i tumori animali sarebbero causati da una carenza di ossigena-zione cellulare e che le cure più adatte sarebbero quelle in grado di restituire ossigeno alle cellule e quindi a base di antiossidanti, aloe arborescens, chinoni omepatizzati e rimedi omo-tossicologici. L’ossigenazione cellula-re, secondo il dott. Prota, può essere favorita anche dall’assunzione di cibi poco cotti. I nostri amici animali non debbono per forza sviluppare tumori, anzi, a volte, possono persino fiutare e individuare per tempo quelli uma-ni. Lo dimostra il caso di due La-brador usati come tester per scopri-re tumori umani allo stadio iniziale.

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Le migliori immagini verranno pubblicate, a discrezione della redazione, all’in-terno del portale, della rivista o in altre pubblicazioni curate da Caccia Pas-sione. Caccia Passione avrà diritto d’uso e pubblicazione gratuita dei mate-riali inviateci spontaneamente. Ogni autore dichiara di detenere i diritti di Copyright delle foto inviate e dei manoscritti e sarà responsabile personalmente per l’oggetto ritratto nella foto presentata sollevando già da ora Caccia Passione da qualsiasi responsabilità. In ogni caso il materiale trasmesso non verrà restituito

INVIA LA TUA FOTOLa foto del mese

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INVIA LE TUE STORIECaro amico cacciatore se sei amante della fotografia naturalistica e/o venatoria, oppure ami scrivere e raccontarci le tue imprese ve-natorie e vorresti vedere le tue foto o i tuoi articoli pubblicati su Caccia Passione, puoi inviare i tuoi manoscritti o i tuoi scatti ac-compagnandoli da una didascalia e dal nominativo dell’autore, all’indirizzo email: [email protected]

a caccia con il Falco

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Sul proSSimo numeroStanziale: tecniche per la caccia del turdus merula

Migratoria: caccia alla regina di Romagna

Ungulati: battute di caccia al cinghiale, la sicurezza prima di tutto

caccia passioneAnno II – N° 10 – ottobre 2013www.cacciapassione.comDirettore ResponsabilePierfilippo MeloniVicedirettoreDomenico MansuetoDirettore MarketingValerio [email protected]

CollaborazioniClaudia Zedda, Diego Mastroberardino, Giovanni Di Maio, Rosalba Mancuso, Pierfilippo Meloni, Domenico Mansueto, Kalaris, Valerio Troili, Federico Cusimano, Emanuele Tabasso.Traduzioni, Grafica e ImpaginazioneA cura della RedazionePubblicitàIlaria Troili - Cell. [email protected] Caccia Passione, ShutterstockRedazioneVia Camillo Golgi, 1 - 20090 - Opera (MI)[email protected]. 3383243383Service ProviderMade Network srlVia Macanno, 59 - Rimini (RN)

EditoreCaccia Passione s.r.l.Via Camillo Golgi, 1 - 20090 – Opera (MI)Cell. 3383243383 - [email protected] in Tribunale n. 17 del 21/01/2012Direttore Responsabile: Pierfilippo Meloni

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PRECISIONE A CACCIAZ6(i) – 2a GENERAZIONE CON TORRETTA BALISTICA

Anche se l’attrezzatura da caccia diventa sempre più precisa, ciò che conta alla fi ne è la vostra abilità di cacciatori. La Torretta Balistica (BT) di SWAROVSKI OPTIK consente di

«fi ssare il punto» e di dare più sicurezza nei tiri a lungo raggio. Il nuovo meccanismo di blocco impedisce la rotazione

involontaria della Torretta Balistica. La Torretta Balistica è facile da confi gurare e si adatta in modo preciso alla vostra arma,

alle vostre munizioni e alle vostre esigenze personali. A proposito: Provate il nostro programma balistico.

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Torretta Balistica con meccanismo di blocco: acquisizione precisa del bersaglio a lungo raggio

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