C M Y K Il Progresso Imparziale -...

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C M Y K • Numero 5, Venerdì 18 Novembre 2016 • www.iiccairo.esteri.it • FB : iiccairo • email : [email protected] • twitter : @diplomaziacult Editoriale Il Progresso Imparziale Inserto mensile in lingua italiana del Quotidiano “Le Progrès Égyptien” dedicato alla cultura e all'attualità culturale esce il terzo venerdi’ del mese a cura dell’Istituto Italiano di Cultura, il Cairo - Direttore Paolo Sabbatini Il Cairo e Roma, Capitali della Cultura Occidentale Siamo tutti d’accordo che nessun paese possa realizzare il progresso senza l’aiuto della scienza e che ci sono alcune persone che hanno giocato un ruolo importante per il proprio paese. Fra queste persone si deve ricordare Ahmed Zwail che ha dato un buon esempio di sacrificio e di amore per la propria patria... Chi è Zwail? Zwail è uno scienziato egiziano, un grande chimico nato a Damanhour il 26 febbraio del 1946. Ha trascorso l’infanzia a Disuq, ha fre- quentato l’università di Alessandria stu- diando chimica, si è laureato con ottimi voti e poi è andato negli Stati Uniti per proseguire gli studi riuscendo ad ottenere il dottorato presso l’università della Pen- sylvania. Ha vissuto con la moglie, dottoressa Dema e con i suoi figli a Los Angeles. Nel 1982, viene naturalizzato come cit- tadino statunitese. Le sue ricerche e i suoi progetti… Zwail ha fatto un enorme sforzo nel campo della chimica. È molto importan- te sottolineare come lui fosse abituato a lavorare quasi 20 ore al giorno. Con le sue ricerche è riuscito a studiare le reazioni chimiche a intervalli di tempo dell’ordine dei femtosecondi. Grazie ai suoi studi, oggi abbiamo una grande università scientifica chiamata l’università di Zwail. Senza dubbio lui è riuscito a migliorare completamente il campo della chimica. I premi Zwail è considerato il pioniere nel cam- po del laser, grazie alla scoperta del fem- tosecondo. Ha ricevuto quasi 31 premi internazionali fra cui il premio Nobel nel 1991. Nel 1993 ha ricevuto il premio Wolf per la chimica. Nel 1999 gli è stata assegnata la più grande onorificenza egiziana: il Gran Collare del Nilo. Zwail ha trascorso la propria vita lavo- rando seriamente, cercando di fare del bene al proprio Paese senza però mai pensare di entrare in politica e infatti, quando gli hanno chiesto di candidarsi alle elezioni presidenziali, ha rifiutato, di- cendo che lui voleva soltanto servire l'Egitto e voleva vivere e morire come uno scienzato. La malattia Zwail ha sofferto molto a causa della malattia che lo ha colpito ma, nonostante ciò, ha continuato a lavorare, sfidando e affrontando il dolore per portare il pro- prio Paese in alto. Dopo una forte soffe- renza è morto negli Stati Uniti il 2 agosto 2016, chiedendo di essere seppellito in Egitto. Ahemd Zwail è morto ma la sua scien- za, i suoi studi, le sue scoperte, rimarran- no per sempre. Sara Ahmed El Said Il premio Nobel Ahmed Zwail Q uesto numero riprende il for- mato della prima edizione, uscita nel Maggio scorso. Gli studenti dell’Universita’ di Ain Shams sono i veri protagonisti, ed hanno re- datto la maggioranza degli articoli. Per questo l’immagine editoriale e’ di- versa dal consueto, e riporta l’intesta- zione “Cairoma”: felice combinazione tra i nomi delle due capitali della Cul- tura Occidentale. La parte archeologica e’ tuttora pre- sente, dimostrando l’estrema vitalita’ delle attivita’ delle missioni italiane in Egitto e il corrispondente interesse degli italiani per le antichita’ egiziane. Le copie di questo giornale sono distribuite a tutti gli studenti italianisti nelle varie Universita’ egiziane e agli ita- liani di stanza in Egitto. Questa edizione si focalizza sulla pro- mozione della lingua in concomitanza con la Settimana della Lingua Italiana che si e’ tenuta nel mondo dal 17 al 23 ottobre 2016. In Egitto sono state realizzate nume- rose iniziative, anche in collaborazione con l’Ambasciata Svizzera, che patroci- na la diffusione della lingua italiana. La settimana si e’ aperta la domenica 16 ottobre, presso il Dipartimento d'Italiano dell'Universita' di Ain Shams con i discorsi delle autorita’ accade- miche. Per l'occasione la Dott.ssa Bar- bara Pietrasanta, Vice Presidente della “Triennale Design” di Milano, ha par- lato dei meccanismi che regolano la creativita' in generale. Questo evento si e’ avvalso del contributo di assistenti e professori del Dipartimento d'Ita- liano dell'Universita' di Ain Shams, che hanno partecipato alla giornata con interventi e con un commuovente dis- corso della Prof.ssa Luisa Milani, “sto- rica” docente dell’Universita’ negli anni ’60 dello scorso secolo. Il lunedi 17 ottobre si e’ celebrata la “Settimana” all’Universita’ di Helwan, con una presentazione del design italia- no e della Triennale di Milano, sempre a cura della Dott.ssa Pietrasanta; il cor- po accademico ha in seguito parlato delle attivita’ di traduzione , di archeo- logia, di moda e costumi. Il calendario delle attivita' e’ prosegui- to con l'inaugurazione della mostra de- dicata ai “Maestri del design italiano” presso la Galleria dell'IIC Cairo. Nella stessa occasione si e’ realizzata anche l'esposizione dei progetti degli studenti degli Istituti Tecnici “Don Bosco” a Il Cairo e ad Alessandria che hanno par- tecipato al concorso “L'italiano e la creativita”: un progetto artistico- industriale', con relativa premiazione dei vincitori. il giovedi’ 20 ottobre, presso l’Uni- versita’ del Cairo si e’ svolto un “semi- nario d'improvvisazione teatrale”, in collaborazione con l'Ambasciata Sviz- zera. La performance ha previsto l'interazione dei teatranti con oggetti che fanno parte della storia del design italiano. Lo stesso seminario e’ stato replicato il sabato presso il teatro dell’IIC Cairo, come cerimonia di chiusura della Settimana. E' prevista la realizzazione di un glos- sario in arabo delle parole della moda, dell'artigianato e del design. Per tutto il mese di ottobre sono stati proiettati classici del cinema italiano de- gli anni’ 50’-60’-70’, dedicati al raccon- to del gusto e della creativita' dell'epoca, presso il Teatro dell'IIC Cairo. Una voce tra tante voci, cantano all’unisono. Paolo Sabbatini Dice: "Ho sempre rifiutato il termine cieco. Poi col tempo ho scoperto che si può essere ciechi, ma ancheintelligenti",luièMattKing. Facebook lancia il testo alternativo automatico, unafunzionalità,peroradisponibile solosu"iOS" e solo in lingua inglese, che permetterà anche agli ipovedenti di "leggere" le immagini e dietro lo svi- luppodiquesta funzionalitàc’èMattKing. MattKingèilprimoingegnereciecochelavora a Facebook,ilsuolavorosiconcentra sullefacilitazioni nell'uso del sito per gli ipovedenti. Secondo King, questasceltaèunacosapersonale,luisperadiaiutare le persone che non vedono - come lui - a non sentirsisoli. MattKing:"HolavoratomoltosulprodottoMes- senger ed inoltre aiuto a sviluppare un sistema che possa offrire una descrizione delle immagini per i nonvedenti". Oggi,conunnumerodiutentidipiùdiunmiliar- dodipersone,Facebookhaorganizzatoungruppo chehaformatounlaboratorioalloscopodi mostrare i diversi modi per usare il prodotto Messenger, come ad esempio la “tecnologia dell'eye tracking” pergliutentichesoffronodidisabilitàfisica. MattKing:"Secondome,ipassichestiamomuo- vendo oggi, anche se sono piccoli, vanno verso la descrizione dell'immagine per i non vedenti, utiliz- zando solo l'intelligenza artificiale. Questi piccoli passisiindirizzanoversounmondoincuile persone chenonvedonopossonoaverelestessepossibilita` deivedenti,inquantopartedellacomunitàglobale .... la vostra vita e la comunicazione con la gente sono estremamenteimportantiecercheremoilpiùpos- sibilediraggiungerequestoobiettivo. Il prossimo passo sarebbe il riconoscimento fac- ciale, ma si incontrano molte resistenze da questo punto di vista, specie per quel che riguarda la priva- cy. Nehad Hassan Elsayed Matt King : il primo ingegnere cieco di Facebook Quandolafortunatidàl’opportunitàdicamminarenelvecchioEgitto,po- tresti notare una cosa difficile da capire: è la mescolanza tra il profumo della storianell’aria,lagrandezzadegliedificielavitadellanuovagenerazioneconla nuovamentalità. Lepersonechevivevanonelpassatononpotevanoimmaginarechesareb- be venuto il giorno in cui le strade si sarebbero riempite di tanta gente diversa perché nel passato le abitudini erano altre: le donne non potevano né uscire né parlare e neanche partecipare a nessuna attività mentre gli uomini si sede- vano nei caffè, parlavano di politica e dell’occupazione inglese o ascoltavano una canzone di Umm Kolthoum, e dopo tornavano a casa per cenare in fa- miglia con la moglie e i figli. La loro vita è stata molto tranquilla invece adesso tutto è diverso: la vita è diventata molto veloce. Nessuno ha tempo per parlareediscuterecomeprima. Le persone in famiglia non parlano e non mangiano insieme ma tutti ancora preferiscono camminare nei luoghi storici come il centro: il luogo in cuisivedelagenialearchitetturaperchéquandoèstatocostruitoilcentrodeIl Cairo, Khedive Ismail voleva che fosse grande e affascinante come Parigi e questo si vede nell’architettura, e nel nome di questa parte dall’Egitto che si chiama“IlCairoparigino”. Molto bello camminare e vedere la nuova generazione. Scattando delle fotoinquestomomentosicapiscelabellamescolanzatralementalità,lavitae la cultura, si capisce la grandezza del passato ed anche l’avanzamento del futuro e questo non esiste solo nel centro ma anche nel Cairo fatimida che è un luogo diverso. Rispetto a tutto l’Egitto l’architettura di questo luogo è di- versa,comeèdiversoildisegnodegliedificieanchequellodellefinestre. I giovani si organizzano per uscire in questo luogo per vedere la grandezza degliegizianiedancheperimpararedalpassatoacostruireilfuturodell’Egitto. Omnia Tarek Mohamed L’Egitto: una bella mescolanza tra storia e futuro Un Saggio è stato pubblicato su TETIDE, Rivista di Studi Mediterranei ( n. 2, Anno 1, 2015) che getta luce sulla questione degli influssi arabi nella Divina Commedia di Dante Alighieri. Si analizzano innanzitutto i vari motivi che spinsero i critici a respingere la tesi promossa dall'orientalista spagnolo Miguel Asín Palacios che nel 1919 pubblicò “La Escatología musulmana en la Divina Commedia”. Tali motivi sono legati alla co- siddetta "originalità di Dante", compromessa dalla teoria sulla presenza di fonti arabe nella Commedia: la tesi di Palacios fu respinta per la mancanza totale di prove (nel 1919) di un contatto diretto del poeta italiano con la cultura e la lingua araba. Era certo, infatti, all’epoca, che Dante non aveva mai imparato l’arabo e non aveva avuto nessuna conoscen- za diretta di testi arabi durante tutta la sua vita. Si parla poi della scoperta negli anni Qua- ranta di un importante manoscritto che conferma la conoscenza delle versioni arabe del viaggio nell'oltretomba da parte di Dante. Si tratta del cosiddetto Libro della Scala di cui furono trovate due traduzioni in latino e francese. I due documenti, ritrovati separata- mente, furono il Livre de l'Eschiele Mahomet e il Liber Scalae Machometi, conservati nella Bodleian Library di Oxford e nella Biblio- thèque Nationale de France di Parigi. Il Libro della Scala rappresentava l’anello mancante che ricollegava Dante ai testi arabi. Infine si analizzano le varie analogie tra l'opera dantesca e varie versioni del viaggio nell'oltretomba della cultura araba, soprattutto quelle di Ibn Arabi e Abū al-ʿAlāʾal-Maʿarrī. Le analogie principali consistono nella concezione stessa del viaggio, nella struttura dell'Inferno e del Paradiso, e nella presenza di alcuni personaggi arabi nell'opera di Dante. L’autore Ahmed Soliman - Ha conseguito un dottorato di ricerca presso la Facoltà di Lettere dell’Università di Roma, La Sa- pienza, con una tesi dal titolo “La fiaba popolare italiana nell’Otto-Novecento. Modello e metodologia delle Fiabe Ita- liane di Italo Calvino”. Dal 2016 è professore associato di Letteratura Italiana nella Facoltà di Lingue (Al-Alsun) dell’Università di Ain Shams (Il Cairo). Il suo principale ambito di ricerca è la letteratura italia- na del Novecento, con particolare rife- rimento alla produzione fiabesca e alla letteratura popolare. È membro del Co- mitato Scientifico di Tetide, Rivista di Studi Mediterranei. Prof. Ahmed Soliman Influssi arabi nella Divina Commedia La scienziata italiana Montalcini e` stata la prima donna italiana che ha vinto il Premio Nobel per la Medicina. Rita Levi Montalcini e` una dottoressa e una neurologa italiana, nata il 22 aprile 1909 a Tori- no da una famiglia ebrea sefardita . È nata in un'atmosfera culturale e colta: suo padre Adam Levi era un ingegnere e sua madre una pittrice. Rita aveva una sorella gemella e un fratello . Nonstante fosse brava in matematica e fisica, aveva il desiderio di diventare una scrittrice. Ha studiato l'inglese, il greco e il latino. Per continuare a studiare lei ha combattuto molto, perche` suo padre non accettava l’idea che lei continuasse i suoi studi, perché aveva una visione delle donne come se fossero state create solo per sposarsi e mettere al mondo i fi- gli, ma lei e` riuscita a convincere suo padre dell’importanza dei suoi studi. All'età di venti anni ha cominciato gli stu- di sul sistema nervoso nella scuola medica dell'Istologo Giuseppe Levi , si è specializzata in Neurologia e Psichiatria e poi si è laureata nel 1936 in Medicina presso l'università di To- rino. Nel 1938, e` stata costretta ad emigrare con il suo professore Giuseppe Levi, a causa delle leggi razziali, in Belgio lavorando insieme all'univer- sità di Bruxelles . Purtroppo, a causa dell'invasione tedesca del Belgio e` dovuta tornare a Milano e dopo, con la famiglia, a Firenze, dove ha costruito un la- boratorio domestico nella sua camera per conti- nuare le sue ricerche. Nel 1942, i bombardamenti hanno costretto la sua famiglia a trasferirsi in campagna, dove Rita ha ripreso i suoi esperimenti. A causa dell' invasione dell' Italia, nel 1943 e` stata costretta a partire per Firenze dove era in contatto con le forze partigiane del Partito d'Azione e nel 1944 é entrata come medico nel- le forze alleate . Nel 1947 accetta l’invito del neuroembriologo Viktor Hamburger e si reca negli Stati Uniti, presso la Washington University di Saint Louis dove è stata per tre decenni e ha ricevuto la na- zionalità americana. Nel 1954 , insieme al suo collaboratore Stan- ley Cohen, scopre il Nerve Growth Factor (NGF), una proteina coinvolta nello sviluppo del sistema nervoso. Per questa scoperta nel 1986 Rita Levi Montalcini e Stanley Cohen ot- terranno il Premio Nobel. E la loro ricerca è stata di fondamentale importanza per la com- prensione della crescita delle cellule e gli organi e la comprensione del cancro e di malattie come l'Alzheimer e il Parkinson. Nel 1956 viene nominata professoressa as- sociata e nel 1958 professoressa ordinaria di Zoologia presso la Washington University di St. Louis. Sebbene la sua vita scientifica prevalente fosse negli Stati Uniti, Rita Levi Montalcini non ha mai dimenticato l’Italia; tra il 1961 e il 1962 ha creato a Roma un centro di ricerca sull’NGF, nel 1969 ha fondato e diretto (fino al 1978) l’Istituto di Biologia cellulare preso il CNR (Consiglio Nazionale delle Ricerche); e dal 1979 si e` trasferita definitivamente in Italia fon- dando nel 1998 la sezione italiana della Green Cross International. Nel 2001 è diventata sena- tore a vita mentre nel 2002 ha fondato l’EBRI (European Brain Research Institute) a Roma. Nonostante fosse molto anziana diceva sempre: "Il corpo faccia quello che vuole. Io non sono il corpo: io sono la mente" Rita Levi-Montalcini è morta il 30 dicembre 2012, all'età di 103 anni e non aveva paura della morte, perche` cosi aveva detto: "Io non ho paura della morte, che venga domani o l’anno prossimo, ma la cosa più importante è il mes- saggio che si lascia dopo la morte". Bassant Hany Mohamed Omnia Magdy Hassan Rita Levi Montalcini

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C M Y K

• Numero 5, Venerdì 18 Novembre 2016• www.iiccairo.esteri.it • FB : iiccairo • email : [email protected] • twitter : @diplomaziacultEditoriale

Il Progresso ImparzialeInserto mensile in lingua italiana del Quotidiano “Le Progrès Égyptien” dedicato alla cultura e all'attualità culturale

esce il terzo venerdi’ del mesea cura dell’Istituto Italiano di Cultura, il Cairo - Direttore Paolo Sabbatini

Il Cairo e Roma, Capitali della Cultura Occidentale

Siamo tutti d’accordo che nessun paesepossa realizzare il progresso senza l’aiutodella scienza e che ci sono alcune personeche hanno giocato un ruolo importanteper il proprio paese. Fra queste personesi deve ricordare Ahmed Zwail che hadato un buon esempio di sacrificio e diamore per la propria patria...

Chi è Zwail?Zwail è uno scienziato egiziano, un

grande chimico nato a Damanhour il 26febbraio del 1946.

Ha trascorso l’infanzia a Disuq, ha fre-quentato l’università di Alessandria stu-diando chimica, si è laureato con ottimivoti e poi è andato negli Stati Uniti perproseguire gli studi riuscendo ad ottenereil dottorato presso l’università della Pen-sylvania.

Ha vissuto con la moglie, dottoressaDema e con i suoi figli a Los Angeles.

Nel 1982, viene naturalizzato come cit-tadino statunitese.

Le sue ricerche e i suoi progetti…Zwail ha fatto un enorme sforzo nel

campo della chimica. È molto importan-te sottolineare come lui fosse abituato alavorare quasi 20 ore al giorno.

Con le sue ricerche è riuscito a studiarele reazioni chimiche a intervalli di tempodell’ordine dei femtosecondi.

Grazie ai suoi studi, oggi abbiamo unagrande università scientifica chiamatal’università di Zwail. Senza dubbio lui èriuscito a migliorare completamente ilcampo della chimica.

I premiZwail è considerato il pioniere nel cam-

po del laser, grazie alla scoperta del fem-tosecondo. Ha ricevuto quasi 31 premiinternazionali fra cui il premio Nobel nel

1991.Nel 1993 ha ricevuto il premio Wolf

per la chimica.Nel 1999 gli è stata assegnata la più

grande onorificenza egiziana: il GranCollare del Nilo.

Zwail ha trascorso la propria vita lavo-rando seriamente, cercando di fare delbene al proprio Paese senza però maipensare di entrare in politica e infatti,quando gli hanno chiesto di candidarsialle elezioni presidenziali, ha rifiutato, di-cendo che lui voleva soltanto servirel'Egitto e voleva vivere e morire comeuno scienzato.

La malattiaZwail ha sofferto molto a causa della

malattia che lo ha colpito ma, nonostanteciò, ha continuato a lavorare, sfidando eaffrontando il dolore per portare il pro-prio Paese in alto. Dopo una forte soffe-renza è morto negli Stati Uniti il 2 agosto2016, chiedendo di essere seppellito inEgitto.

Ahemd Zwail è morto ma la sua scien-za, i suoi studi, le sue scoperte, rimarran-no per sempre.

Sara Ahmed El Said

Il premio Nobel Ahmed Zwail

Q uesto numero riprende il for-mato della prima edizione,uscita nel Maggio scorso. Gli

studenti dell’Universita’ di Ain Shamssono i veri protagonisti, ed hanno re-datto la maggioranza degli articoli. Per questo l’immagine editoriale e’ di-

versa dal consueto, e riporta l’intesta-zione “Cairoma”: felice combinazionetra i nomi delle due capitali della Cul-tura Occidentale. La parte archeologica e’ tuttora pre-

sente, dimostrando l’estrema vitalita’delle attivita’ delle missioni italiane inEgitto e il corrispondente interesse degliitaliani per le antichita’ egiziane. Le copie di questo giornale sono

distribuite a tutti gli studenti italianistinelle varie Universita’ egiziane e agli ita-

liani di stanza in Egitto. Questa edizione si focalizza sulla pro-

mozione della lingua in concomitanzacon la Settimana della Lingua Italianache si e’ tenuta nel mondo dal 17 al 23ottobre 2016. In Egitto sono state realizzate nume-

rose iniziative, anche in collaborazionecon l’Ambasciata Svizzera, che patroci-na la diffusione della lingua italiana. La settimana si e’ aperta la domenica

16 ottobre, presso il Dipartimentod'Italiano dell'Universita' di Ain Shamscon i discorsi delle autorita’ accade-miche. Per l'occasione la Dott.ssa Bar-bara Pietrasanta, Vice Presidente della“Triennale Design” di Milano, ha par-lato dei meccanismi che regolano lacreativita' in generale. Questo evento si

e’ avvalso del contributo di assistenti eprofessori del Dipartimento d'Ita-liano dell'Universita' di Ain Shams,che hanno partecipato alla giornata coninterventi e con un commuovente dis-corso della Prof.ssa Luisa Milani, “sto-

rica” docente dell’Universita’ neglianni ’60 dello scorso secolo.Il lunedi 17 ottobre si e’ celebrata la

“Settimana” all’Universita’ di Helwan,con una presentazione del design italia-no e della Triennale di Milano, sempre

a cura della Dott.ssa Pietrasanta; il cor-po accademico ha in seguito parlatodelle attivita’ di traduzione , di archeo-logia, di moda e costumi. Il calendario delle attivita' e’ prosegui-

to con l'inaugurazione della mostra de-dicata ai “Maestri del design italiano”presso la Galleria dell'IIC Cairo. Nellastessa occasione si e’ realizzata anchel'esposizione dei progetti degli studentidegli Istituti Tecnici “Don Bosco” a IlCairo e ad Alessandria che hanno par-tecipato al concorso “L'italiano e lacreativita”: un progetto artistico-industriale', con relativa premiazionedei vincitori.il giovedi’ 20 ottobre, presso l’Uni-

versita’ del Cairo si e’ svolto un “semi-nario d'improvvisazione teatrale”, in

collaborazione con l'Ambasciata Sviz-zera.La performance ha previsto l'interazione

dei teatranti con oggetti che fanno partedella storia del design italiano. Lo stessoseminario e’ stato replicato il sabatopresso il teatro dell’IIC Cairo, comecerimonia di chiusura della Settimana.E' prevista la realizzazione di un glos-

sario in arabo delle parole della moda,dell'artigianato e del design. Per tutto il mese di ottobre sono stati

proiettati classici del cinema italiano de-gli anni’ 50’-60’-70’, dedicati al raccon-to del gusto e della creativita' dell'epoca,presso il Teatro dell'IIC Cairo.Una voce tra tante voci, cantano

all’unisono. Paolo Sabbatini

Dice: "Ho sempre rifiutato il termine cieco. Poicol tempo ho scoperto che si può essere ciechi, maanche intelligenti", lui è Matt King.

Facebook lancia il testo alternativo automatico,una funzionalità, per ora disponibile solo su "iOS" esolo in lingua inglese, che permetterà anche agliipovedenti di "leggere" le immagini e dietro lo svi-luppo di questa funzionalità c’è Matt King .

Matt King è il primo ingegnere cieco che lavora aFacebook, il suo lavoro si concentra sulle facilitazioninell'uso del sito per gli ipovedenti. Secondo King,questa scelta è una cosa personale, lui spera di aiutarele persone che non vedono - come lui - a non

sentirsi soli. Matt King:"Ho lavorato molto sul prodotto Mes-

senger ed inoltre aiuto a sviluppare un sistema chepossa offrire una descrizione delle immagini per inon vedenti".

Oggi, con un numero di utenti di più di un miliar-do di persone, Facebook ha organizzato un gruppoche ha formato un laboratorio allo scopo di mostrarei diversi modi per usare il prodotto Messenger,come ad esempio la “tecnologia dell'eye tracking”per gli utenti che soffrono di disabilità fisica.

Matt King: "Secondo me, i passi che stiamo muo-vendo oggi, anche se sono piccoli, vanno verso la

descrizione dell'immagine per i non vedenti, utiliz-zando solo l'intelligenza artificiale. Questi piccolipassi si indirizzano verso un mondo in cui le personeche non vedono possono avere le stesse possibilitadei vedenti, in quanto parte della comunità globale....la vostra vita e la comunicazione con la gente sonoestremamente importanti e cercheremo il più pos-sibile di raggiungere questo obiettivo.

Il prossimo passo sarebbe il riconoscimento fac-ciale, ma si incontrano molte resistenze da questopunto di vista, specie per quel che riguarda la priva-cy.

Nehad Hassan Elsayed

Matt King : il primo ingegnere cieco di Facebook

Quando la fortuna ti dà l’opportunità di camminare nel vecchio Egitto, po-tresti notare una cosa difficile da capire: è la mescolanza tra il profumo dellastoria nell’aria, la grandezza degli edifici e la vita della nuova generazione con lanuova mentalità.

Le persone che vivevano nel passato non potevano immaginare che sareb-be venuto il giorno in cui le strade si sarebbero riempite di tanta gente diversaperché nel passato le abitudini erano altre: le donne non potevano né uscirené parlare e neanche partecipare a nessuna attività mentre gli uomini si sede-vano nei caffè, parlavano di politica e dell’occupazione inglese o ascoltavanouna canzone di Umm Kolthoum, e dopo tornavano a casa per cenare in fa-miglia con la moglie e i figli. La loro vita è stata molto tranquilla invece adessotutto è diverso: la vita è diventata molto veloce. Nessuno ha tempo perparlare e discutere come prima.

Le persone in famiglia non parlano e non mangiano insieme ma tutti

ancora preferiscono camminare nei luoghi storici come il centro: il luogo incui si vede la geniale architettura perché quando è stato costruito il centro de IlCairo, Khedive Ismail voleva che fosse grande e affascinante come Parigi equesto si vede nell’architettura, e nel nome di questa parte dall’Egitto che sichiama “Il Cairo parigino”.

Molto bello camminare e vedere la nuova generazione. Scattando dellefoto in questo momento si capisce la bella mescolanza tra le mentalità, la vita ela cultura, si capisce la grandezza del passato ed anche l’avanzamento delfuturo e questo non esiste solo nel centro ma anche nel Cairo fatimida che èun luogo diverso. Rispetto a tutto l’Egitto l’architettura di questo luogo è di-versa, come è diverso il disegno degli edifici e anche quello delle finestre.

I giovani si organizzano per uscire in questo luogo per vedere la grandezzadegli egiziani ed anche per imparare dal passato a costruire il futuro dell’Egitto.

Omnia Tarek Mohamed

L’Egitto: una bella mescolanza tra storia e futuro

Un Saggio è stato pubblicato su TETIDE,Rivista di Studi Mediterranei ( n. 2, Anno 1,2015) che getta luce sulla questione degliinflussi arabi nella Divina Commedia diDante Alighieri. Si analizzano innanzitutto ivari motivi che spinsero i critici a respingerela tesi promossa dall'orientalista spagnoloMiguel Asín Palacios che nel 1919 pubblicò“La Escatología musulmana en la DivinaCommedia”. Tali motivi sono legati alla co-siddetta "originalità di Dante", compromessadalla teoria sulla presenza di fonti arabe nellaCommedia: la tesi di Palacios fu respinta perla mancanza totale di prove (nel 1919) diun contatto diretto del poeta italiano con lacultura e la lingua araba. Era certo, infatti,all’epoca, che Dante non aveva mai imparatol’arabo e non aveva avuto nessuna conoscen-za diretta di testi arabi durante tutta la suavita.

Si parla poi della scoperta negli anni Qua-ranta di un importante manoscritto checonferma la conoscenza delle versioni arabedel viaggio nell'oltretomba da parte di Dante.Si tratta del cosiddetto Libro della Scala dicui furono trovate due traduzioni in latino efrancese. I due documenti, ritrovati separata-mente, furono il Livre de l'Eschiele Mahomet

e il Liber Scalae Machometi, conservati nellaBodleian Library di Oxford e nella Biblio-thèque Nationale de France di Parigi. Il Librodella Scala rappresentava l’anello mancanteche ricollegava Dante ai testi arabi. Infine sianalizzano le varie analogie tra l'opera dantescae varie versioni del viaggio nell'oltretombadella cultura araba, soprattutto quelle di IbnArabi e Abū al-ʿAlāʾal-Maʿarrī. Le analogieprincipali consistono nella concezione stessadel viaggio, nella struttura dell'Inferno e delParadiso, e nella presenza di alcuni personaggiarabi nell'opera di Dante.

L’autoreA h m e d S o l i m a n - H a c o n s e g u i t o u n

dottorato di r icerca presso la Facoltà di

Lettere del l ’Univers i tà di Roma, La Sa-pienza, con una tes i dal t i tolo “La f iabapopolare i ta l iana nel l ’Otto-Novecento.Model lo e metodologia del le Fiabe Ita-l iane di I ta lo Calvino”.

D a l 2 0 1 6 è p r o f e s s o r e a s s o c i a t o d iL e t t e r a t u r a I t a l i a n a n e l l a F a c o l t à d iL i n g u e ( A l - A l s u n ) d e l l ’ U n i v e r s i t à d iAin Shams (I l Cairo). I l suo pr incipaleambito di r icerca è la letteratura i ta l ia-na del Novecento, con part icolare r i fe-r imento a l la produzione f iabesca e a l laletteratura popolare . È membro del Co-mitato Scient i f ico di Tet ide, Rivista diStudi Mediterranei .

Prof. Ahmed Soliman

Influssi arabi nella Divina Commedia

La scienziata italiana Montalcini e` stata laprima donna italiana che ha vinto il PremioNobel per la Medicina.

Rita Levi Montalcini e` una dottoressa e unaneurologa italiana, nata il 22 aprile 1909 a Tori-no da una famiglia ebrea sefardita . È nata inun'atmosfera culturale e colta: suo padre AdamLevi era un ingegnere e sua madre una pittrice.Rita aveva una sorella gemella e un fratello .Nonstante fosse brava in matematica e fisica,aveva il desiderio di diventare una scrittrice. Hastudiato l'inglese, il greco e il latino.

Per continuare a studiare lei ha combattutomolto, perche` suo padre non accettava l’ideache lei continuasse i suoi studi, perché avevauna visione delle donne come se fossero statecreate solo per sposarsi e mettere al mondo i fi-gli, ma lei e` riuscita a convincere suo padredell’importanza dei suoi studi.

All'età di venti anni ha cominciato gli stu-di sul sistema nervoso nella scuola medicadell'Istologo Giuseppe Levi , si è specializzatain Neurologia e Psichiatria e poi si è laureata

nel 1936 in Medicina presso l'università di To-rino.

Nel 1938, e` stata costretta ad emigrare con ilsuo professore Giuseppe Levi, a causa delle leggirazziali, in Belgio lavorando insieme all'univer-sità di Bruxelles .

Purtroppo, a causa dell'invasione tedesca delBelgio e` dovuta tornare a Milano e dopo, conla famiglia, a Firenze, dove ha costruito un la-boratorio domestico nella sua camera per conti-nuare le sue ricerche.

Nel 1942, i bombardamenti hanno costrettola sua famiglia a trasferirsi in campagna, doveRita ha ripreso i suoi esperimenti.

A causa dell' invasione dell' Italia, nel 1943 e`stata costretta a partire per Firenze dove era incontatto con le forze partigiane del Partitod'Azione e nel 1944 é entrata come medico nel-le forze alleate .

Nel 1947 accetta l’invito del neuroembriologoViktor Hamburger e si reca negli Stati Uniti,presso la Washington University di Saint Louisdove è stata per tre decenni e ha ricevuto la na-zionalità americana.

Nel 1954 , insieme al suo collaboratore Stan-ley Cohen, scopre il Nerve Growth Factor(NGF), una proteina coinvolta nello sviluppodel sistema nervoso. Per questa scoperta nel1986 Rita Levi Montalcini e Stanley Cohen ot-terranno il Premio Nobel. E la loro ricerca èstata di fondamentale importanza per la com-

prensione della crescita delle cellule e gli organie la comprensione del cancro e di malattie comel'Alzheimer e il Parkinson.

Nel 1956 viene nominata professoressa as-sociata e nel 1958 professoressa ordinaria diZoologia presso la Washington University diSt. Louis.

Sebbene la sua vita scientifica prevalente fossenegli Stati Uniti, Rita Levi Montalcini non hamai dimenticato l’Italia; tra il 1961 e il 1962 hacreato a Roma un centro di ricerca sull’NGF,nel 1969 ha fondato e diretto (fino al 1978)l’Istituto di Biologia cellulare preso il CNR(Consiglio Nazionale delle Ricerche); e dal1979 si e` trasferita definitivamente in Italia fon-dando nel 1998 la sezione italiana della GreenCross International. Nel 2001 è diventata sena-tore a vita mentre nel 2002 ha fondato l’EBRI(European Brain Research Institute) a Roma.

Nonostante fosse molto anziana dicevasempre:

"Il corpo faccia quello che vuole. Io non sonoil corpo: io sono la mente"

Rita Levi-Montalcini è morta il 30 dicembre2012, all'età di 103 anni e non aveva paura dellamorte, perche` cosi aveva detto: "Io non hopaura della morte, che venga domani o l’annoprossimo, ma la cosa più importante è il mes-saggio che si lascia dopo la morte".

Bassant Hany MohamedOmnia Magdy Hassan

Rita Levi Montalcini

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Venerdì 18 Novembre 20162

Non hai mai pensato che pos-sano esistere altre creature viventisu altri pianeti ?

Sono sicuro che tutti voi sapeteche il primo aeroplano -il Flyer- éstato inventato dai fratelli Wrightnel 1903 e la prima sonda spazialea violare l'atmosfera della Terra -Luna 1 - è stata lanciata il 2 gen-naio 1959, cioè soltanto il secoloscorso.

Potremmo quindi chiederci:come mai le pitture rupestre delTassili-n-Ajjer, che risalgono a 11mila anni fa, rapresentano uominiche sembrano dei veri astronauticon i loro caschi spaziali, veicolispaziali e avanzate macchine com-plesse ?!

Per spiegare la particolarità diqueste pitture del Tassili -n-Ajjerche hanno un che di miracoloso,ci sono 3 teorie:

qualcuno crede che ci siano statecreature aliene che hanno visitatola terra e, durante il loro soggiorno,hanno lasciato testimonianze pit-toriche della loro presenza;

altri, invece, ritenendo che la sto-ria si ripete ciclicamente, pensanoche il mondo abbia, ad un certopunto, raggiunto il livello massimodi evoluzione dopo il quale tutto écrollato: queste pitture sono, quin-di, residui di un nostro passato cosìsviluppato;

la terza teoria, e quella per mepiù credibile, si basa sull’idea delfantastico e favoleggiato continen-te perduto di " Atlantide".

Platone fu il primo a menziona-re il continente perduto nei dialo-ghi ‘Temio e Crezia’ in cui narravache il legislatore e poeta Soloneera andato in Egitto e aveva in-contrato i sacerdoti egizi i qualipare avessero confermatol'esistenza di un grande continen-te situato oltre le Colonne d'Erco-le -attualmente lo stretto di Gibil-terra- più grande dell’ Asia Minoree il Nord Africa.

Stando a Platone, gli Atlantideiavrebbero raggiunto picchi altissi-

mi di sapienza e conoscenzascientifica, in quanto sarebberoriusciti a comprendere i segretidello spazio e avrebbero compiu-to enormi passi in avanti nello stu-dio della geometria e nell’ingegne-ria, costruendo meravigliosipalazzi d’oro, d’argento e di unmetallo sconosciuto che luccicavacome il fuoco e scavando gran-diosi canali d’acqua collegati almare.

Secondo quanto raccontato daPlatone nel dialogo di Crizia,all’inizio della loro civiltà, gli atlan-tidei erano semidei, caratterizzatida purezza d’animo e buon cuore,ma, con il passare del tempo, era-no diventati avidi, boriosi e cor-rotti. Erano intelligenti, capaci edingegnosi e, visto che Atlantide eraun'isola, avevano raggiunto unapotenza navale grandiosa che li haspinti a conquistare tutti i territoricircostanti.

Improvvisamente tutta questagrandezza e sapienza è crollata,come mai?

La prima teoria: Platone ha datodelle motivazioni nella sua opera:visto che sono diventati cosi pre-potenti e cattivi, Poseidone, il diodel mare, ha deciso di punirli som-mergendo il continente e spar-gendoli in tutto il mondo.

La seconda teoria: qualche pen-satore come Anis Mansour, unostudioso egiziano, ha ipotizzatoche la scomparsa di Atlantide sia

stata dovuta ad un'esplosione diuna bomba all'idrogeno a seguitodi un fallito esperimento.

Ci sono documenti che consta-tano l'esistenza reale del "Conti-nente Perduto":

la mappa di Piri Reìs, risalente al1513 e ritrovata nel palazzo delsultano turco Topkapi e ad oggiconservata nella Biblioteca del Se-nato degli USA, che indica il nomee la posizione di Atlantide, cosìcome Harris, il manoscritto egi-ziano di 45 metri conservato nelMuseo Britannico, che menzionatutta la storia di Atlantide, ed infineil manoscritto egiziano conservatonel Museo dell'Hermitage, nellacittà di Pietroburgo in Russia chenarra di un faraone che aveva or-dinato l’invio di una missione inOccidente alla ricerca di Atlanti-de.

Se dopo tutto ciò ancora fossiconvinto che Atlantide sia solo unmito costruito da Platone al soloscopo di sottolineare l'importanzadell’etica, della morale dell'Utopiae ancora fossi convinto che noiterrestri siamo le uniche creaturerazionali in tutto l’universo, ti invi-to a leggere due libri di Anis Man-sour intitolati "Coloro che sonoscesi dal cielo" e "Coloro che sonoritornati al cielo" che portano pro-ve concrete a sostegno della tesi inbase alla quale noi non siamo solinell’universo.

Botros Nabil Youssef

Il continente perdutoIn Egitto ci sono tanti luoghi turistici da visitare,

vi parlero di alcuni luoghi meravigliosi come illago incantato, il porto orientale, Ras Shitan eDahab.

Il lago incantato:È una delle zone più belle nel deserto in Egitto,

in particolare nella zona di Wadi El Hitan (lavalle delle balene) che si trova nel governatoratodi Fayoum. Il lago è situato nel cuore del desertoed è circondato da morbida sabbia dorata.

Là si possono fare tante attività come sand-boarding sulla sabbia, nuotare, andare in carroz-zella, scalare le montagne e lanciarsi con il para-cadute. Le dune che si trovano attorno al lagosono considerate tra i siti migliori in tutto il mon-do per sciare sulle dune di sabbia perchè è mor-bida e profonda.

Gli abitanti di questa zona l'hanno chiamato il“lago incantato” perchè si trova tra alte montagnee dune di sabbia che lo circondano da quattrolati e la sua acqua è dolce e non si conosce ancoraesattamente dove si trovi la sua sorgente.

Il porto orientale:Si trova ad Alessandria ed e uno dei dei musei

sommersi più grandi di tutto il mondo, in cui sipossono ammirare tanti reperti archeologici. Làsi può nuotare e guardare i monumenti affondati.Sebbene siano stati scoperti da tanto tempo,

nessuno li conosce, ne gli egiziani ne i turisti .Ras Shitan:E un campo beduino che si affaccia sul golfo

di Aqapa nella città di Nuweiba e viene conside-rato uno dei luoghi piu belli di tutto il mondo.

E circondato dalle montagne che si immer-gono nell acqua, dalle valli, le caverne e le pianu-re. La sua acqua é ricca di barriere coralline dure,un’ampia varieta di pesci e di anemoni di maredi varie forme e colori.

E consigliabile non immergersi da soli, macon un esperto di immersioni.

Dahab:È una piccola cittadina egiziana, situata sulla

costa sud-orientale della penisola del Sinai, a 100chilometri da Sharm El Sheikh. Il nome "dahab"significa "oro" in arabo e la città é stata chiamatacosi per il colore della sabbia e delle pietre deldeserto.

Questa cittadina nasce come piccolo villaggiodi pescatori ed in seguito è diventata famosa nelNovecento quando il governo gli ha assegnatoun ruolo speciale: ha costruito alberghi e villaggituristici. La città si divide in due villaggi, il primo

si trova al sud e si chiama Al Asla ed è famoso perla semplice vita nomade dei beduini che ci abita-no. Il secondo villaggio si trova a nord ed è consi-derato lo spirito e il polso della città perchè la' c'èil commercio ed i luoghi per lo shopping. Seb-bene ci siano alcuni villaggi turistici e alberghi divari livelli, ciò che distingue la città é la presenzadelle bancarelle fatte di legno e di foglie di palmache si trovano principalmente nella località tu-ristica di Dahab.

La città è famosa per le sue coste ed i luoghinaturali che favoriscono le immersioni. È unazona turistica particolarmente frequentata dagliamanti del windsurf, delle immersioni e dellosnorkeling. Si distingue dalle altre località tu-ristiche perchè i prezzi sono piu bassi. Un altrosito di immersione particolarmente bello e nonmeno pericoloso si trova nelle prossimita diDahab, e si chiama Blue Hole. È caratterizzatoda un passaggio subacqueo tra la laguna e il mareaperto, posto ad un minimo di 52 metri di pro-fondità, con un fondale di circa 110 metri di pro-fondita .

Dahab è inoltre una meta di passaggio per leescursioni turistiche che da Sharm El-Sheik por-tano al monte, al Monastero di Santa Caterina,in groppa al cammello nel deserto del Sinai.

Somaia Ragab Mohamed

Bell’EgittoQuanto è bello questo mondoMa finisce in un secondoLa domanda adesso è:“Il posto finale dov’è?”La vita dura solo oreDove batte sempre il cuoreQualche volta per la pauraAltre volte per la bravuraSe facciamo il bene batteSe facciamo il male... batteLa differenza è tutta quiPer alcuni la salvezzaPer altri niente saggezzaCi sono i beatiE ci sono gli sfortunatiLa vita dura solo oreDove batte sempre il cuoreAlcuni raggiungono il paradiso, posto dell’eterno benessereAltri sono imprigionati nell’inferno, posto dell’eterno malessereLe parole son finiteE adesso voi sceglieteIn quale posto voi andrete

Asmaa Mohamed Fouad

Il posto finale dov’é ?

Il Koshari è uno dei tipici piattiegiziani, ma ci sono documentiche dicono che il Koshari non è diorigine egiziana... come gli egizianipensano!

Si dice che la prima menzionedel Koshari nella storia è quella diun libro di Ibn Batota che scriveche la gente in India ogni giornomangia l’orzo col riso e il burro e lochiama Koshari.

Ma ci sono altre voci che sosten-gono che gli egiziani hanno conosciu-to il Koshari allo scoppio della pri-ma guerra mondiale, con l’arrivo el’incontro tra i soldati indiani conle forze britanniche nel 1914. Sem-bra fuori di dubbio che gli egizianiabbiano conosciuto il Koshari gra-zie ai soldati indiani, e abbiano poidiffuso questa pietanza al Cairo.Gli italiani, che vivevano in Egittoin questo stesso momento storico,amano a tal punto questo cibo che

aggiungono ad esso la pasta. Poi il cibo è diventato quello che

è ora: una creazione indiana condi-ta con il sapore egiziano...

La ricetta del Koshari: - scaldare 2 cucchiai di olio in

una casseruola e lasciarla andare afuoco moderato. Aggiungere ilriso, soffriggerlo mescolando perun paio di minuti, poi aggiungerel’acqua calda e cuocere per circamezz’ora;

- cuocere la pasta in acqua calda;- in una terza casseruola cuocere

le lenticchie in acqua calda; - scaldare 2 cucchiai di olio in

un’altra casseruola e aggiungerel’aglio schiacciato per 2 minuti poiaggiungere la salsa di pomodoro,cuocere per almeno mezz’ora fin-ché la salsa si sarà ritirata;

- alla fine, versare tutto in un piat-to e aggiungere ceci e cipolle fritte.

Fayrouz Ali Mohamed

Il Koshari : dall’India all’Egitto

Negli ultimi anni, e comparso unnuovo fenomeno che si chiama globa-lizzazione. Ci sono tante forme di glo-balizzazione, una di queste e la globa-lizzazione culturale.

Questo fenomeno ha come specifici-ta quello di diffondersi nei vari paesidel mondo, tra i quali c’e l’Egitto, cheha vissuto e sta vivendo un grande cam-biamento nella sua cultura a livello dicostumi e tradizioni, nei modi di parlare

tra la gente o nello stile della moda,oltre al fatto che tante persone preferisco-no lo stile di vita occidentale.

Per esempio, adesso molti giovanipreferiscono guardare i film americanipiuttosto che quelli egiziani; al cibo egi-ziano preferiscono la cucina italiana, incampo musicale ascoltano i nuovi ge-neri, come il rap… e anche quando par-lano tra loro, usano tantissime parole ininglese e minimizzano l'uso dell'arabo.

Anche nelle chat usano una lingua discrittura che si chiama il franco-araboche potrebbe portare a far scomparirela lingua araba.

La lingua araba e la base della nostracultura e ad essa non possiamo e nonvogliamo rinunciare.

Tale fenomeno e una conseguenzadella diffusione di una cultura collegataad Internet e alla televisione. Purtroppo,un numero sempre minore di persone

credono e conservano la cultura origi-nale dell' Egitto.

Infine, possiamo affermare che la go-balizzazione ha un effetto negativo inparticolare a livello culturale perche' staportando alla distruzione delle identita'nazionali, mentre dovremmo progredi-re ed entrare in relazione con altre cul-ture senza perdere le nostre radici cul-turali.

Hadeer Salah Abdelazez

Globalizzazione e cultura

Nel 1869 lo scienziato tedesco Friedrich Goltz ave-va preso più di una rana, le aveva lasciate in una pen-tola piena d’acqua ad una temperatura di 17.5°C, poil’ha aumentata velocemente, fino a raggiungere i25°C: alla fine ha notato che le rane cominciavano asaltare fuori dalla pentola a causa dell'alta temperatu-ra.

Nel 1872 un biologo chiamato Heinzamann, se-guendo l’esperimento di Goltz, ha messo le rane inuna pentola piena di acqua fredda, l’ha messa sul fuo-co e poi ha cominciato ad aumentare la temperaturagradualmente fino a raggiungere i 37.5°C. Heinz-mann ha notato che tutte le rane erano rimaste dentrol'acqua calda senza muoversi o saltare nonostante latemperatura fosse più alta di 25°C (la stessa tempe-ratura alla quale le rane erano saltate nel primo espe-rimento!).

La cosa straordinaria, che sarebbe potuta succedere,è che se Heinzamann avesse continuato ad aumenta-re la temperatura fino a raggiungere l'ebollizione, lerane sarebbero morte in silenzio senza opporre alcunaresistenza!

Perché le rane hanno rifiutato l'acqua bollente e allo

stesso tempo hanno accettato di stare dentro l'acquache bolliva lentamente? La risposta si trova nel feno-meno dell'acclimatazione.

La sindrome della rana bollita e spesso citata comemetafora per illustrare il fatto di come gli individuiche sperimentano piccole modifiche incrementabiliin un sufficiente arco di tempo, tendono ad adattarsial graduale cambiamento e a non rendersi conto delleconseguenze delle modifiche accumulate intercorserispetto allo stato iniziale.

Per esempio quando una persona viene licenziatadal lavoro e rimane a casa senza far nulla, poi cerca diadeguarsi a questa situazione respingendo qualsiasiconsiglio per affrontare la situazione come se fosseuna cosa normale.

Quindi con il tempo si ritrova dentro la sindromedella “rana bollita”.

Teoricamente, l'adattamento è una meraviglia dellanatura che distingue gli organismi viventi, i quali sonoin grado di vivere e di affrontare le diverse condizionie di svilupparsi, ma, accanto all'abitudine, ciascunodeve sapere quando ciò sta andando avanti o si fer-ma... quando si gode l'acqua e quando si dovrà saltare.

Ogni volta che ti accorgi che la situazione e controdi te e che non riesci ad uscire da questo stato psico-logico di disagio, non continuare a cercare di abituartidicendo "Non c'e' problema", ma salta in fretta perché,certamente, tu non sei una rana!

Merna Adel Naem

Le rane siamo noi !

Una protagonista e amica dello svilup-po umano è la tecnologia, che aiutasempre gli uomini non solo a rendere lavita più facile, ma anche ad affrontare tuttii disastri che accadono. Quando l’uomosi è reso conto che circa 1.24 milioni dipersone muoiono ogni anno a seguito diincidenti stradali nel mondo, la tecnologianon l’ha lasciato da solo e il frutto dellacollaborazione tra la sua mente e la gran-de amica è stato questo: la motociclettaC-1: un ibrido tra una moto e una piccolaautovettura, progettato dalla Lit Motorsdi San Francisco. Il veicolo in questionepotrebbe risolvere definitivamente il pro-blema degli incidenti su due ruote. La C-1, infatti, non cade mai, neanche dopoessere stata urtata da un altro veicolo, gra-zie ad un innovativo sistema di bilancia-mento che non le fa mai perdere l’equili-brio. Dotata di un propulsore elettricoassicura il pieno rispetto dell’ambiente.

Per le persone con problemi di mobi-lità, la Panasonic sta sviluppando nuovirobot e ne ha inventato uno che la gentepuò indossare come un vestito. Questitec robot possono permettere a tutti dimuoversi, correre e lavorare. La tecnolo-gia aiuterà i lavoratori, i disabili fisici oanche persone semplici che desideranomolta più forza di movimento nella vitaquotidiana.

Ogni giorno, il mondo migliora a talpunto che gli scienziati adesso non in-ventano le cose per risolvere un problemao superare una difficoltà, ma per il piacerestesso di inventare e agli scienziati giap-ponesi piace moltissimo.

Un’altra straordinaria invenzione èNeurocam, una camera per il cervello!

Molti inventori sognano di usare la po-tenza inespressa del cervello umano.Neurocam segnala le onde cerebrali e lefa diventare GIF animate. Neurocam usaun iPhone collegato ad una fascia che re-gistra segnali EEG (elettroencefalografi-ci) di chi la indossa, spiegandoli attraversoun complesso algoritmo che traduce l’at-tività cerebrale in foto su un iPhone.Questa tecnologia, anche se attualmenteè solo all’inizio, potrebbe essere un og-getto per raffigurare sogni, ricordi o idee,trasformando completamente il mododi comunicare e condividere le informa-zioni.

Ti sei mai chiesto se possiamo svilup-pare un "sesto senso", che ci darebbe unaccesso semplice  a grandi quantità dimeta-informazione  permettendoci diprendere una decisione migliore in qua-lunque cosa ci stia capitando? Ti sei maichiesto se il nostro cervello sarebbe ingrado di inventare un cervello vero e pro-prio? Ti sei mai chiesto se un giorno saràpossible portare con noi un cervelloovunque? Sono state sviluppate una seriedi invenzioni per fornire un semplice ac-cesso a questa informazione. Infatti è statorealizzato un dispositivo, assemblato concomponenti di uso comune che, tra l’al-tro, costa al momento solo 350 dollari;una semplice telecamera, un sistema diproiezione portatile, a batteria, con unpiccolo specchio. Questi componenti co-municano col cellulare che si ha intasca, che agisce come un sistema di cal-colo e di comunicazione. Questo sistemapermette di usare ogni superficie e di usa-re le mani per interagire con l’informa-zione proiettata di fronte a lui. Il sistema,

inoltre, riconosce gesti espressivi come il"riquadro" e, automaticamente, scatta unafoto di qualunque cosa ti stia difronte. Quando poi puoi metterti davantia qualunque muro e proiettare tutte leimmagini che hai preso, catalogarle, or-ganizzarle, ridimensionarle, la ragione percui questo dispositivo entusiasma  gliscienziati è che può davvero agire da"sesto senso" per dare informazioni rilevantisu quel che si trova di fronte a te. Al su-permercato, mentre prendi il prodotto, ilsistema può riconoscere il prodotto chestai prendendo usando il riconoscimentod’immagine o dei marker, e dargli luceverde o luce arancione. In libreria, puoifarti proiettare i giudizi di Amazon pro-prio sulla copertina del libro, giri la paginadel libro e puoi vedere ulteriori informa-zioni sul libro; commenti dei lettori,qualche commento del tuo critico prefe-rito, eccetera. Se interagisci con qualcu-no, potresti forse vedere una "nuvola" deitag, le parole associate con quella perso-na nel suo blog e nelle sue pagine perso-nali. Mentre vai all’aeroporto, se prendi latua carta di imbarco, può dirti che il voloè in ritardo, che il gate è cambiato, ecce-tera. E se hai bisogno di sapere che oresono,  ti basta disegnare l'orologio  sulbraccio. questo "sesto senso" ci darà ac-cesso a tutte le informazioni rilevanti suciò che ci succede. Ma non è ancora finita,questo è un work in progress e, chissà, gliscienziati sognano di poter impiantare,tra altri 10 anni, il "sesto senso".

Se fosse vero che viviamo all’apice delprogresso, allora dove ci potrebbe ancoraportare il futuro?

Israa Mohammed Saber

Tecnologia e progresso

C'è un proverbio che dice: “Chidice donna dice danno".

Questo potrebbe essere vero setu abitassi in Cina in quanto unadelle tradizioni del matrimonio èche l’uomo debba portare la sposain braccio camminando sui carboniardenti prima di entrare in casa. Se-condo i cinesi, questo è consideratodi buon auspicio per gli sposi, unaugurio per una vita felice e piena disuccesso.

In Indonesia è vietato alla sposa di toccare terra con legambe soprattutto il giorno del matrimonio, quindi ilpadre è costretto a portare la figlia sulle spalle fino ad arri-vare alla casa dello sposo... ma quanta comodità per lafiglia e quanta stanchezza per il padre! Sicuramenteun’usanza che piace molto alle ragazze... un po’ meno aigenitori.

Vediamo anche una tradizione particolare in una pro-vincia della Cina chiamata Tabit. Per scegliere il maritoper una ragazza, alcuni parenti mettono la ragazza su unalbero mentre loro rimangono sotto, armati di bastoni.Chi vuole sposare questa ragazza, deve raggiungerla e

nello stesso tempo i parenti glieloimpediscono percuotendolo con ibastoni. Se l’uomo riesce ad arram-picarsi sull’albero, deve prendere laragazza e scappare con lei. Se faquesto, la sposa è sua e guadagna lafiducia dei suoi parenti. Infatti, senon ti arrampichi, non puoi cadere,ma vivere tutta la vita sul terrenonon ti darà gioia. Quindi, abbi il co-raggio di arrampicarti sugli alberi.

In Germania, lo sposo spende molti soldi per prepararela casa ma è tutto inutile perché c'è una tradizione bizzarrasecondo la quale i parenti e gli amici degli sposi rompono ipiatti, gli specchi, i lavabi e i bagni nella casa. Poi la coppiadeve pulire insieme la casa e questo si fa perché ci sia unamemoria dell’inizio della loro vita coniugale.

Se vai in Danimarca, e non sei sposato, dovresti fare at-tenzione perché i danesi hanno l’usanza di gettare ognigiorno la cannella sulla faccia di chi non è sposato come sefosse una sveglia, un allarme, che ricorda che ci si devesposare!

TANTI AUGURI! Marina Kamel Hineen

Curiosando qua e là : matrimoni nel mondo

Essendo l'arte più bella, la musica ha la capacitàgrandissima di commuovere l'anima umana perpoter ricaricare la salute mentale, psicologica e fisica.

E sicuro che la musica, fin dai primi rudimentalisuoni allo sviluppo ed uso degli strumenti musicali,è una cosa spirituale e sentimentale radicata dentrotutti quanti da tempo immemorabile. Il canto dellamamma per far dormire il bambino, il canto dellepreghiere, i suoni della natura come il fruscio deglialberi ed il canto degli uccelli, ascoltare la musica inmomenti differenti: in occasioni gioiose e in quelledolorose, nel tempo libero, nel tempo degli esercizied in quello dello studio ... tutto cio conferma chela musica rappresenta un aspetto fondamentaledella personalita di ciascuno ed ha un impattotangibile, sia psicologico che fisico. In tale senso èovvio che la musica non è solo un'arte, ma ancheuna medicina e nella realta viene usata come me-todo di trattamento di alcune malattie, la cosiddettamusicoterapia. Per saperne di più, diamo un sguar-do breve sull'argomento.

La musicoterapia è uno dei modi di trattamento

di alcune malattie, basato sull'interazione direttacon la musica, sfruttando la sua efficacia psicologi-ca, fisica e emozionale. Secondo gli studi, le vibra-zioni musicali influenzano direttamente il cervelloattivando degli antibiotici naturali, gli ormoni e lesecrezioni interne, il sistema immunitario e le rea-zioni chimiche del cervello, che aiuta ad alleviare ilmale e curare malattie psicologiche, fisiche e men-tali e migliorare le abilità cognitive, mentali, motoriee sociali del paziente. Ci sono diverse attivitausate nella musicoterapia tra cui l'improvvisazione,cantare, suonare, discutere, fare collage, l'interventoritmico, la musica diretta e ripetuta, oltre ai giochimusicali liberi, applicabili e grafici che riguardano ibambini.

La musicoterapia apparve per la prima voltadall'inizio della storia: si credeva che la musica gua-risse le malattie espellendo gli spiriti maligni, infattianche i Faraoni inclusero il canto e il ballo comeparte integrante dei rituali religiosi per eliminare ipeccati ed allontanare gli spiriti maligni ed i diavo-letti che causano le malattie. I pazienti venivano cu-

rati nel tempio di Abydos perche si avvicinasseroagli dei che li potevano guarire, ed il medico Am-hotep fu il primo ad usare la musicoterapia. C’era-no anche orchestre speciali negli ospedali com-poste da cantanti e ballerini.

Era conosciuta anche in India e in Cina: i cinesi leassegnarono grande importanza perché, come af-fermo Confucio, è in grado di raggiungere l'ar-monia nella vita; e gli indiani la chiamavano "ma-dirasantia" cioè la magia della canzone. Nella c iviltàcopta si afferma che il medico Abu Tarbu curò imalati abbinando la musica alla lettura nella Bibbia.In seguito i geni arabi della medicina hanno ag-giunto altro in questo campo; il medico Ibn Sina,ad esempio, studiò come la musica potesse in-fluenzare le persone e curare i mali, usandola cometrattamento in particolare per calmare gli stati d'ani-mo. Gli americani erano convinti che il canto aves-

se un'efficacia magica nel guarire le malattie, quindichiesero ai pazienti di cantare qualche ora al giornomentre nella seconda guerra mondiale furono in-trodotte delle orchestre e dei cori negli ospedalicome forma di intrattenimento e per aiutare i pa-zienti. Negli USA per esempio, sono stati costruiti400 istituti e 16 università per studiare la musicote-rapia oltre a 600 ospedali in cui si utilizza la musi-coterapia, e sono state fondate delle scuole e delleistituzioni di musicoterapia in Europa e in Giap-pone. A proposito degli stati arabi, ha avuto unacerta diffusione in alcuni paesi tra cui la Giordania,la Tunisia e l'Egitto dove sono stati creati, centri eospedali in cui molti medici la usano come cura.

Anche se la musicoterapia e stata messa indiscussione, ha dimostrato comunque un cer-to successo nella cura di diverse malattie psi-cologiche, fisiche e mentali; attivando i centri

cerebrali e riducendo gli ormoni di cortisolo eadrenalina, aumentando le endorfine e la do-pamina (gli ormoni della felicità), regolando ineurotrasmettitori del cervello responsabiliper l'umore, il comportamento, ed il movi-mento e migliorando le abilità fisiche comel'abilità dei muscoli, oltre alle abilità sociali ementali come ad esempio le capacità diconcentrazione, attenzione, rafforzamentodella memoria, organizzazione e recupero del-le informazioni, lettura, scrittura, studio e me-morizzazione. La musicoterapia puo curarela tristezza, la malinconia, la pressione psico-logica, l’ansia, l’irrequietezza, e puo sollevareil morale, portando alla attività e alle felicità.Puo essere utile anche nel trattamento di casidi demenza, specialmente il caso di Alzhei-mer. Puo essere un aiuto anche nella curadella paralisi e del Parkinson ed è capace di re-golare l'equilibrio fisiologico ed i centri cere-brali del cuore, la pressione sanguigna e la res-pirazione. Inoltre, nei casi di ictus funziona

come un fisioterapista ed contribuisce a smor-zare la sofferenza fisica come i dolori articola-ri, i reumatismi e l'ernia del disco e si usa anchenelle sale operatorie. Contribuisce anche a cu-rare la difficoltà di parola, i disturbi del movi-mento, l’eccessiva timidezza, i comportamentiaggressivi, le difficoltà di apprendimento, l’au-tismo e alcuni problemi mentali.

E sorprendente anche il fatto come essa abbiauna certa influenza sugli animali, contribuendo, peresempio, ad aumentare la produzione di latte dellemucche.

Concludendo, abbiamo visto in breve cos'èla musicoterapia e come riesca a curare diver-se malattie, perciò usare la musica nelle istitu-zioni, aziende, fabbriche, ospedali, cliniche,centri istruttivi e case influisce positivamentesulla salute psicologica, mentale, sociale, e fi-sica, aiutando inoltre a prevenire malattie.Possiamo quindi concludere affermando chela musica è il cibo e la medicina dell'anima.

Taghreed Saeed Ahmed

La Musicoterapia

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ArcheologiaVenerdì 18 Novembre 2016 3

Il sito di Tell el-Maskhuta si trova lungo lo Wadi Tumilat, a circa 17 km a ovest diIsmailia, importante città sul Canale di Suez. Esso è attualmente tagliato in due dalmoderno Canale di Ismailia che percorre lo wadi nella sua direttrice Ovest-Est. Laparte maggiore del sito archeologico, a sud del canale, è stata assegnata in conces-sione dal Ministero delle Antichità dell’Egitto dal 2012 alla CNR-MultidisciplinaryEgyptological Mission (CNR – MEM) dell'Istituto di Studi sul MediterraneoAntico del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR), che ha il riconoscimento eil sostegno del Ministero per gli Affari Esteri e la Cooperazione Internazionale. Lo Wadi Tumilat è una valle fluviale dall’andamento est-ovest, creata probabil-mente da un antichissimo ramo del Delta: essa si diparte dal vertice meridionale diquesto, poco a nord del Cairo e dell’antichissima capitale Menfi, costituendo unavia privilegiata per il Levante. Lungo lo stesso wadi, fu scavato nell’antichità un canale navigabile che connettevaMediterraneo e Mar Rosso: entrando in Egitto dalla bocca pelusiaca, il ramo piùorientale del Delta, si poteva poi volgere a oriente lungo lo wadi e poi dirigere a sud,attraverso i Laghi Amari, con un percorso analogo a quello dell’attuale Canale diSuez. L’apertura di un simile connettore fu evidentemente di straordinario impulsoalla navigazione commerciale facilitando il reperimento di beni esotici che giunge-vano attraverso il Mar Rosso. La data della realizzazione di questa colossale impresaresta poco chiara: probabilmente iniziata sotto la XXVI dinastia (VII-VI secoloa.C.), successivamente fu ripresa dai Persiani e da Traiano. Colossali stele bilinguidel tempo di Dario, iscritte su un lato in geroglifico e sull’altro in cuneiforme, sonostate rinvenute lungo il percorso, da Tell el-Maskhuta a Suez. Esistono tuttavia degliinterrogativi sull’esistenza di un canale più antico. Il grande sito è stato indagato in parte nell'800 da E. Naville, che vi trovò grandi eimportanti sculture di Ramesse II, poi da J. Clédat all'inizio del 900 e infine dallamissione canadese guidata da J.S. Holladay tra il 1977 e il 1985. Tell el-Maskhutaresta tuttavia ampiamente da esplorare. Diversi ritrovamenti portano iscritto il to-ponimo Tjeku, in particolare la cosiddetta Stele di Pithom del tempo di TolemeoII. Allo stato attuale, dunque, sembra probabile che Tell el-Maskhuta ci restituisca lacittà di Tjeku, capitale dell’VIII nomo del Basso Egitto in epoca ellenistica, detto Ar-pione Orientale. Posta lungo un corridoio di contatti internazionali e vicino a un ca-nale navigabile tra Mediterraneo e Mar Rosso, la fortezza di Tell el-Maskhuta fu ilchiavistello del canale, città internazionale, frequentata da stranieri, dove si sviluppa-vano ampi contatti interculturali. L'aspetto saliente del sito, ben visibile dalle imma-gini satellitari da google earth, è la grande cinta muraria che doveva dare al sito ilprofilo di una grandissima fortezza sul canale navigabile.Lo studio del sito è stato affrontato con un progetto interdisciplinare ad ampioraggio. Un primo impegno è stato il telerilevamento satellitare, condotto dal SatERTeam costituito presso l’ISMA, con l'obiettivo di rintracciare antichi percorsi, sia vied'acqua che piste nel deserto. Le indagini archeologiche sul terreno di Tell el-Maskhuta sono condotte con tecnologie avanzate, grazie anche alla collaborazionecon l’ITABC – CNR e l’Università del Molise. Gli obiettivi immediati sono quelli di verificare sul terreno le strutture emergenti(in gran parte fortemente deteriorate) attraverso una survey topografica e indagarequelle sepolte attraverso delle prospezioni geofisiche, al fine di costituire una detta-gliata mappa e valutare le aree di possibile scavo. Durante le prime campagne, è

stata così rilevata l'esistenza di ben tre cinte murarie, delle quali solo due riconosciutein passato. In particolare, la terza e la più ampia, è conservata ancora in un alzato no-tevole sotto un grande cumulo di sabbia.La campagna di prospezioni a induzione elettromagnetica, condotta nel 2016,ha reso evidente come l'alto tell che costeggia il Canale di Ismailia racchiudastrutture di notevoli dimensioni. A queste mirano le future campagne di scavo, cheavranno anche l'obiettivo di chiarire la cronologia dell'insediamento.Quest’ultimo aspetto risulta particolarmente complesso a causa della parzialitàdelle indagini archeologiche realizzate fino a questo momento, eseguite attraversosaggi e trincee distribuiti in diversi punti del sito. Questo approccio, da un lato, puòoffrire un quadro cronologico rapido e esemplificativo dell’occupazione del sito,dall’altro, rischia di lasciare aperti diversi interrogativi, come avviene nel caso di Tellel-Maskhuta. I saggi archeologici eseguiti dalla missione canadese, infatti, non sonoriusciti ad offrire risposte relativamente alla possibile occupazione ramesside, ipotiz-zata da Naville, poi sempre negata, in primis dai risultati della missione canadese. Ilrinvenimento dell’unica tomba ramesside conosciuta nel Delta, scoperta recente-mente sul lato nord del canale, pone nuovamente in discussione questo aspetto.La cronologia del sito può essere chiarita solo attraverso un’attenta analisi delle in-dagini precedenti. A tale scopo, la missione CNR ha condotto un esame direttodello stato di conservazione delle strutture ancora emergenti, che risultano moltodanneggiate a causa dell’esposizione agli agenti atmosferici. Le planimetrie di scavodella missione canadese sono difficilmente confrontabili con i perimetri delle strut-ture rilevabili sul campo, essendo i singoli muri molto danneggiati e coperti dasabbia e vegetazione. Si è, quindi, proceduto ad un posizionamento topograficodelle strutture meglio conservate e visibili, al fine di trovare corrispondenza con isaggi di Holladay. L'impegno della missione CNR, dunque, è di riportare tutti i datidelle indagini precedenti in una rete topografica coerente, raccogliere nuovi datigrazie alle tecnologie avanzate e, in base ad un quadro coerente, iniziare gli scavi, perdare risposte ai tanti interrogativi che Tell el-Maskhuta cela ancora sotto la sabbia..http://egitto.isma.cnr.it/index.php?en/159/tell-el-maskhuta-project

Giuseppina Capriotti Vittozzi

Tell el-Maskhuta e il canale dei faraoni

Aswan è, fin dall'antichità, la porta meridionaledell'Egitto: fin da tempi remoti, da qui partivano ca-rovane inviate dai faraoni nei territori africani peresplorare nuovi territori e reperire materiali pregiati.L'area monumentale di Qubbet el-Hawa ospita letombe di importanti personalità tra Antico e MedioRegno. Particolarmente famosa è la tomba di Har-khuf, personaggio vissuto durante la VI dinastia(XXIII sec. a.C.). Essa fu pubblicata per la prima voltadal grande egittologo italiano Ernesto Schiaparellinelle Memorie dell'Accademia dei Licei nel 1893. Leiscrizioni scolpite sulla facciata della sua tomba sonogiustamente famose perché riportano il racconto diviaggi esplorativi effettuati in antico per conto del fa-raone, più di 4000 anni fa, tramandando i più antichidati geografici scritti sull'Africa. Tali iscrizioni sonopurtroppo soggette ad una costante erosione.A Novembre del 2014 un gruppo di ricercatori delConsiglio Nazionale delle Ricerche ha lavorato nellatomba di Harkhuf per sperimentare un metodo didocumentazione del degrado dovuto ad agenti at-mosferici e, allo stesso tempo, ottenere un modello

digitale delle iscrizioni la cui conservazione è a rischio.La missione è stata finanziata all’interno del progettoTECH (Technology for Egyptian Cultural Heritage)nell’ambito degli accordi di Cooperazione Scientificatra il Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR) ita-liano e la egiziana Academy of Scientific Researchand Technology (ASRT). L’equipe di ricerca, diprofilo interdisciplinare, è stata composta da un’egit-tologa (Giuseppina Capriotti, ISMA), un archeologospecializzato in tecniche di rilevamento (Andrea An-gelini, ITABC) ed una climatologa (MarinaBaldi, IBIMET).L’obiettivo della missione è stato quello di studiare edocumentare in chiave attuale le iscrizioni geroglifichedella tomba rispetto a problemi conservativi a cuigiornalmente è sottoposto il monumento. La docu-mentazione delle iscrizioni è stata effettuata attraversole ormai note tecniche di fotomodellazione. Basatasui principi geometrici della fotogrammetria, la fotomodellazione è in grado di riprodurre con estremafedeltà soggetti molto complessi e di diverse dimen-sioni. Sensori ottici e risoluzioni sempre più elevate

(MegaPixel) permettono oggigiorno di acquisire in-formazioni digitali sempre più articolate. Dal “sem-plice” uso di una camera fotografica (compatta o re-flex) è stato possibile riprodurre forma e colore di tuttele iscrizioni conservate all’interno e all’esterno dellatomba. L’ausilio di particolari software dedicati all’ela-

borazione delle immagini hanno permesso diricostruire un set di dati (nuvole di punti) moltosimili a quelli prodotti dai più noti laser scanner: ilvantaggio però consiste nel fatto che in una serie di“scatti” si ha la possibilità di far coincidere le informa-zioni della forma con quelle del colore, estratte diret-

tamente dall’immagine digitale. E’ stato così possibileavere un modello digitale di queste iscrizioni con riso-luzioni ben oltre la normale possibilità di visione. Imodelli sono stati tutti elaborati ed hanno fornito in-teressanti informazioni sullo stato di “salute” delle su-perfici. La comparazione tra le immagini scattate daSchiaparelli e le elaborazioni attuali hanno messo inevidenza un degrado differenziato delle iscrizionidell’accesso. La parte che era coperta dalla sabbia hamantenuto intatte le caratteristiche originali dei segnia differenza, invece, di quelle scoperte che, esposte adiversi fenomeni, sono ormai ridotte a segni di difficileinterpretazione.In questo senso ha fatto seguito l’attività di indaginedella climatologa. I fattori climatici che influenzano la tomba di Har-khuf sono la temperatura dell'aria, l'escursione termicadiurna, il vento, l'umidità relativa dell'aria.Lo studio, che è consistito nella analisi di dati me-teorologici raccolti nel corso della giornata per alcunigiorni consecutivi, ha permesso di verificare la diffe-renza di riscaldamento della parte destra della facciata

rispetto a quella sinistra a causa della diversa esposizio-ne, nel corso della giornata, alla radiazione solare. Inoltre è stato possibile determinare se e in qualicondizioni l'escursione termica insieme con il giustolivello di umidità relativa dell'aria, prodotta durantel'evaporazione della superficie del Nilo, possono fa-vorire la formazione di rugiada all'alba che poi depo-sita sulle mura interne della tomba. All'interno, du-rante il giorno, l'escursione della temperatura è moltopiù moderata, ma il fattore che sembra recare danniai muri interni è la deposizione di umidità: nelle orenotturne si forma, infatti, della condensa che per-mane durante il giorno contribuendo alla formazio-ne di muffe. Un altro fattore climatico importante èil vento, molto persistente sia in direzione che in in-tensità, che, a causa dell'orientamento della facciata,esercita su di essa una costante azione abrasiva e favo-risce la deposizione di inquinanti trasportati dalcentro urbano di Assuan.

Andrea AngeliniMarina Baldi

Giuseppina Capriotti Vittozzi

Il sito di Tell-el Maskhuta fu esplorato apiù riprese nel passato. Nonostante ciò,gran parte del suo patrimonio risulta an-cora sommerso dalla sabbia e dunque dascoprire, studiare e soprattutto tutelare evalorizzare. Le indagini condotte dall'Uni-versità degli Studi del Molise e dall'Istitutoper le Tecnologie Applicate ai Beni Cul-turali (ITABC) del Consiglio Nazionaledelle Ricerche (CNR), nell'ambito dellamissione CNR, hanno la finalità di un'in-dagine conoscitiva preventiva, grazieall'applicazione di tecnologie avanzate.In un simile contesto le tecniche di inda-gine non invasive del sottosuolo possonoassumere una notevole importanza cogni-tiva, consentendo di esplorare il territorioin maniera estensiva e su ampia scala, per-mettendo di individuare i lineamenti tri-dimensionali delle strutture e delle super-fici ancora sepolte, sconosciute o presunte,valutarne le articolazioni interne e la stra-tificazione archeologica. Tutto ciò può es-sere di grande aiuto per progettare ed or-ganizzare piani di intervento diretti,dettagliati ed efficaci in funzione di unoscavo nelle zone più interessanti per la co-noscenza globale del sito archeologico, so-prattutto ottimizzando risorse econo-miche e tempi. Numerosi sono i metodi geofisici noninvasivi che possono fornire informazioniutili per il riconoscimento e la discrimina-zione di strutture archeologiche nel sotto-suolo e, a seconda del contesto in esame,della logistica dell’area, della caratterizza-zione geolitologica e fisiografica dei terre-ni, del tipo, dimensioni e profondità deireperti nel sottosuolo, viene adottata lametodologia più efficace per l’analisi delsito.In questo caso la metodologia adoperataè quella ad induzione elettromagnetica at-traverso l’utilizzo del Profiler EMP-400(GSSI). Lo strumento irradia da un’an-tenna trasmittente un campo elettroma-gnetico a frequenza molto bassa che, in-teragendo con le strutture del sottosuolo,rimanda ad un’antenna ricevente il risul-tante campo elettromagnetico. Questometodo risulta particolarmente utile in ri-levamenti del terreno quando lo strato su-perficiale ha una resistività molto alta,come nel caso di Tell-el Maskhuta, ed hail vantaggio, dal punto di vista della appli-cabilità pratica sul sito, di consentire unarapida acquisizione dei dati. La prospezio-ne è stata condotta in quattro differentiaree, una posizionata sul tell, consideratoda sempre come un accumulo di terrenodepositato durante lo scavo del canale diIsmailia, e tre a sud di esso.Dallo studio della tomografia di resisti-vità è stato possibile individuare diverseanomalie rispetto ai valori mediamente

misurati nelle aree di indagine. Tali ano-malie sono caratterizzate da diverse inten-sità che vengono rappresentate nelle map-pe con diverse tonalità di colore: valoribassi della resistività sono associati a tona-lità del verde, valori elevati sono invece as-sociati alle tonalità del rosso. La presenzadi strutture compatte, quali resti di fonda-

zioni di edifici o mura in mattoni, vieneevidenziata da forti anomalie ad alta resistivitàe dunque da colori tendenti verso il rossointenso. I terreni caratterizzati da depositialluvionali, come nel caso di Tell-el Maskhuta,al contrario, hanno elevata capacità dicondurre l’elettricità e dunque sono rap-presentati con toni tendenti verso il verde.Dal risultato geofisico si deduce facilmenteche le anomalie alto resistive, visibili sia aldi sopra che al di sotto del Tell, presentanoforme geometriche regolari identificabiliprobabilmente come strutture sepolte (Fi-gura 1: in alto la mappa tomografica, inbasso l’interpretazione delle anomalie). Inparticolare le aree ubicate in prossimitàdella fortezza, visibile nell’immagine diGoogle Earth del 2014 e indicata in giallo,hanno permesso di evidenziarne l’angolonord ed un piccolo segmento del muromeridionale. Il dato più significativo è ladeterminazione della presenza di strutturecollocate lungo tutta la superficie investi-gata del Tell, smentendo in tal modo latesi che esso sia uno sterile accumulo disabbia.

Marilena Cozzolino Vincenzo Gentile

Prospezioni elettromagnetiche a Tell-el Maskhuta

Il Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR) in EgittoMissioni archeologiche e tecnologie avanzate

a cura di Giuseppina Capriotti Vittozzi, Manager del Centro Archeologico Italiano, Il Cairo

Le memorie di Harkuf attraverso le epigrafi digitaliLe memorie di Harkuf attraverso le epigrafi digitaliLe memorie di Harkuf attraverso le epigrafi digitaliLe memorie di Harkuf attraverso le epigrafi digitaliLe memorie di Harkuf attraverso le epigrafi digitali

Missione ad AswanMissione ad AswanMissione ad AswanMissione ad AswanMissione ad Aswan

Page 4: C M Y K Il Progresso Imparziale - iiccairo.esteri.itiiccairo.esteri.it/iic_ilcairo/resource/doc/2017/01/5.pdf · c m y k m

Il turismo medico, chiamatoanche sanitario, e' principalmentela pratica di viaggiare fuori o dentroun paese per curarsi. Cosi, tantepersone viaggiano cercando le curemediche e pratiche salutari e questoe accaduto anche in passato.L'Egitto si distingue per le sue cit-

ta', le sue acque minerali e solforo-se, la sua aria secca e il suo suolosabbioso ed il limo che aiuta a cu-rare certe malattie; si distingueanche per le sue spiagge e i suoimari che hanno speciali qualita' na-turali. In Egitto si trovano moltesorgenti di acque minerali e solfo-rose che possiedono una compo-sizione chimica unica. Inoltre, illimo che si trova in questi fonti hala capacita' di guarire l'uomo datanti tipi di malattie di ossa e di ma-lattie dell’apparato digerente,dell’apparato respiratorio oltre a

certe malattie della pelle.E' stato affermato che le sabbie di

alcune spiagge egiziane sono ingrado di guarire i malati di artritereumatoide: la proprieta curativadei bagni di sabbia, procedura checonsiste nel farsi coprire di sabbiafino al collo, si basa sull’azione be-nefica del calore sprigionato dai mi-crocristalli di cui e composta lasabbia che attiva processi di tonifi-cazione muscolare. Le ricerchehanno anche affermato che leacque del Mar Rosso con la lorounica composizione chimica graziealla presanza di barriere coralline,aiutano a curare la malattia dellapsoriasi.Il trattamento in genere inizia du-

rante le prime ore pomeridiane e ipazienti rimangono sepolti per cir-ca 15 minuti. Successivamente siposizionano all’interno di tende

volutamente esposte al calore delsole, per poi ingerire una tisana.Dopo il trattamento, ai pazienti e`permesso rinfrescarsi, ma se voglio-no portare a termine la cura, nonpossono lavarsi per i tre giorni suc-cessivi, o piu in generale, e scon-sigliato esporsi al freddo.L’Egitto ha luoghi importanti e

famosi per tali rimedi naturali comela citta di Helwan, chiamata la cit-ta del rimedio sacro, Ain Sokhna,Fayoum, Hurghada, Aswan, la pe-nisola del Sinai e le oasi, oltre allacitta di Safaga che si trova sul marRosso e le cui sabbie nere hanno laproprieta di curare alcune malattiedella pelle come la psoriasi e la viti-ligine. Altre localita con sabbie cu-rative sono la valle di Matiot, la valledi Nitrito, l’oasi di Amon e i bagnidi Cleopatra nel mar Rosso.

Dina Maged Mohammed

Le sabbie magiche d`Egitto

Negli ultimi tempi si è diffusa unapratica sportiva chiamata " zumba",una sorta di ginnastica aerobicamista alla danza che aiuta molto amantenersi in forma. Questa nuovadisciplina è stata inventata da BetoPerez, il quale ha unito tante danzelatino-americane insieme, come laSalsa, la Play dance, il Samba e altredanze famose in tutto il mondo, fon-dendole con esercizi di aerobica. Ladiffusione su scala mondiale di questadisciplina è dovuta principalmenteal fatto che è un’attività fisica dura,ma allo stesso tempo molto diver-tente per colui che la pratica. La pa-rola "zumba" significa infatti: muo-versi rapidamente e condivertimento. La zumba si è diffusa in tutto il

mondo, soprattutto nel mondo ara-

bo, perché tale disciplina ha moltiaspetti positivi e porta molti beneficialla nostra salute; infatti alcuni stu-diosi hanno dichiarato che la zumbaè in grado di far bruciare moltissimigrassi e calorie contribuendo, in-oltre, a diminuire il tasso di depres-sione di coloro che la esercitano,oltre alla verificata capacità di mi-gliorare le attività cardiache e la to-nificazione dei muscoli.Le donne molto più degli uomini

sono attratte da questo nuovo sport,forse perché le donne più degli uo-mini considerano questa disciplinautile per mantenersi in forma e belle;infatti, altri studi hanno dimostratoche praticare la zumba ha un effettopositivo sull’umore e migliora la qua-lità e la bellezza della pelle; si ritieneinfatti che la pelle si schiarisca con

l’aumento della percentuale di ossi-geno nel corpo quindi la zumba sa-rebbe lo sport ideale. Infine, la zumba è praticabile da

tutti ed in ogni età, non c’è bisognodi una particolare conoscenza delledanze latino-americane per poter co-minciare, perché la zumba si basa sudi una serie di movimenti in lineacon il ritmo della musica che iniziacon calma per poi aumentare tale ritmogradualmente e con esso aumenta ilritmo dei movimenti.Con l'aumento vertiginoso del nu-

mero di coloro che praticano questadisciplina, che arriva a 14 milioni dipraticanti in più di 150 paesi, la do-manda che ci si può chiedere è: lazumba é uno sport o soltanto unamoda passeggera? A voi la risposta!

Doha Ahmed Mohamed

Zumba : uno sport o una moda ?

Che cosa è la bulimia nervosa? La bulimia nervosa è un disturbo ali-

mentare caratterizzato dal ciclo ‘abbuffata– espulsione’. Il disturbo colpisce l' 1-3%circa della giovani donne. L'età d'esordiodel disturbo è compresa tra i 12 e i 25anni con il picco di maggiore frequenza a17-18 anni. Il tasso di prevalenza maschileè di circa un decimo rispetto a quello delsesso femminile. Una persona che com-pie abbuffate bulimiche mangia una granquantità di cibo in breve tempo e poi loelimina vomitando, abusando di lassativi,diuretici e altre medicine o utilizzandoliin maniera impropria. Generalmente èossessionata dalla forma fisica e dalle mi-sure del proprio corpo e ha un basso li-

vello di autostima. Il bulimico avverte diavere perso l'autocontrollo durante l'ab-buffata. Dopo l'abbuffata il senso di ver-gogna e di colpa e l'intensa paura di unaumento di peso avviano i comporta-menti purgativi o conducono ad un ec-cesso di attività fisica o al digiuno nei giornisuccessivi. Non controllati, questi cicli diabbuffata - espulsione possono condurrea seri problemi di salute. Cosa provoca la bulimia?La causa della bulimia è poco chiara,

ma è probabilmente dovuta ad unacombinazione di storia familiare, influen-za sociale - quali l'ammirazione per la ma-grezza - e certi tratti della personalità comela mania di perfezionismo. Altra causa

della bulimia può essere la preoccupa-zione, l'ansia, la perdita di un amore equalche volta la mancanza di una cosaspecifica nella nostra vita. Quali sono gli effetti della bulimia sul

corpo? Infiammazione dell'esofago e dello sto-

maco a causa di vomito ripetutoUlcere croniche della laringe, indiges-

tione, bruciore di stomaco e reflusso aci-do. L'infiammazione cronica nello sto-maco e intestino.La mancanza di calcio nelle ossa.I disordini del ciclo mestruale nelle ra-

gazze e le donne.Palpitazioni cardiache.QuaIi sono le terapie disponibili?

Ci sono diverse terapie oggi utili per af-frontare il problema della bulimia, e sono:Le terapie psicologiche,La terapia cognitiva - comportamen-

tale.La terapia comportamentale dialettica

su come controllare lo stress.Credo che la cosa più importante sia

amare noi stessi e non lasciarci condizio-nare dalle mode imperanti, essere noistessi e non inseguire o imitare tutto ciòche fanno gli altri! Soprattutto nonlasciarci condizionare troppo da ciò chedicono gli altri del nostro aspetto e delnostro corpo. Ciò che importa in assolu-to è la nostra salute!

Areej Mahmoud Ahmed

La bulimia: una nuova patologiaUno dei problemi più

diffusi tra quelli correlatial moderno stile di vita èil sovrappeso. L’obesità èconsiderata una dellemaggiori cause di patolo-gie croniche come le ma-lattie cardiache, il diabete,alcune forme di cancro eil rischio di morte preco-ce. Semplicemente, l’obe-sità è definita come unasituazione di accumuloeccessivo di grasso neitessuti del corpo checomporta rischi per la sa-lute. Ma come si accumu-la il grasso nei tessuti? Quando aumenta l’assunzio-

ne di calorie in assenza dell’at-tività fisica, queste calorie, in-vece di essere bruciate, sitrasformano in grasso nei diver-

si tes-suti del corpo.Il sovrappeso potrebbe ancheavere altre motivazioni come lepatologie endocrine, l’uso difarmaci che determinano au-mento di peso, oppure il meta-

bolismo lento a causa di fattorigenetici.Il sogno delle personeobese è di dimagrire inbreve tempo, ma questonon è più un sogno. Ilnutri-

zionistasvizzeroRictnal è

riuscito a scopri-re un modo straordinario perperdere peso senza seguire unadieta. Il nutrizionista, che lavoranella città di Losanna, in Sviz-zera, è riuscito ad aiutare i suoipazienti a dimagrire in soli 3mesi. Questo medico usa una

pianta asiatica conosciuta dacirca 2.500 anni: tale pianta hadimostrato la sua efficacia nellosbarazzarsi del grasso nel corposoprattutto del grasso addomi-

nale e previene anche la ri-tenzione idrica. È tuttomolto semplice: si metto-no alcune gocce di questoliquido trasparente sotto

la lingua e si assume unacapsula di questa sostanza pri-ma di ogni pasto. Questa capsulaaccelera il metabolismo e favo-risce il senso di sazietà. Con questa terapia Rictnal è

riuscito ad aiutare 563 personea perdere peso senza dover se-guire alcuna dieta: tale scopertapotrebbe essere una rivoluzio-ne nel mondo della medicina.Mangiate pure!Ghadeer Hassan Nasr El Din

Dimagrire senza dieta! Adesso si puo`

Negli ultimi giorni, un nuovo gioco interattivosta facendo impazzire tutto il mondo: il PokemonGo. E’ un gioco molto divertente basato sullarealtà virtuale, nel senso che il protagonista delgioco è un Pokemon, un personaggio dei fumetti,che i giocatori devono catturare, allenare e farcombattere contro altri suoi simili.Questo gioco, che inizialmente era possibile

giocare solo come gioco del Gameboy, è statosuccessivamente sviluppato dalla Nintendo. Adire la verità il gioco è stato rilanciato, con grandeclamore dei media, il 6 luglio 2016 dato che avevaraggiunto già tra gli addetti ai lavori, una grandepopolarità. Molte sono state le curiosità intorno a questo

gioco e molte le domande: chi sono i Pokemon?Come funziona il gioco? Quali sono le regole daseguire? Proviamo a rispondere. Il gioco si può scaricare gratuitamente dalla

piattaforma App store sul proprio cellulare; loscopo del gioco è quello di andare in giro per le

vie delle città cercando di catturare i ‘mostriciat-toli’; infatti, dopo aver scaricato l’applicazione,avremo sullo schermo del nostro cellulare unamappa della città in cui ci troviamo e l’immaginedel Pokemon da catturare, quindi dovremo muo-verci attraverso le vie della città seguendo le indi-cazioni dateci dalla mappa per poter raggiungereil pokemon da catturare.Ora che sai come funziona il gioco e come sca-

ricarlo, inizia subito questa bellissima avventura,ma fa molta attenzione a quello che ti gira intor-no!!!

Ahmed Elsayed Khalifa

Pokemon Go !

- Le coppie innamorate sincronizzano lapropria frequenza cardiaca dopo essersiguardate negli occhi per soli tre minuti.- Il cervello crea nuovi capitoli di me-

moria ogni volta che si lascia una stanza esi entra in un’altra, rendendo più difficilerecuperare le informazioni dal capitoloprecedente: perciò tante volte dimenti-chiamo cosa ci eravamo andati a fare.- Il consumo di 250 grammi al giorno

per 8 settimane di fichi d’India è efficaceper la riduzione del colesterolo- Ogni anno, la luna si allontana di 2 cm

dalla terra.- Hitler aveva paura delle lamette di ra-

soio convinto che tutti volessero uccider-lo.

Nada Mohammed Saber

Pillole di saggezza

Le Olimpiadi di Rio 2016 sono cominciate ilcinque agosto in Brasile. Con la presenza di10.500 atleti provenienti da tutti i Paesi del mon-do, le gare sono durate 16 giorni e si sono conclu-se il 21 di agosto. Le Olimpiadi sono un evento sportivo che si

ripete ogni quattro anni in un Paese ogni voltadiverso scelto da uno speciale Comitato Olim-pico Internazionale che vaglia le candidature deipaesi che si propongono per ospitare i giochiolimpici; in base ai voti che i vari membri delComitato esprimono sulle proposte dei varipaesi, viene scelto, con otto o dodici anni di anti-cipo, quello che ospiterà i giochi. Il nome ‘Olim-piadi’ deriva dal nome della città greca di Olimpiache per prima ha organizzato in Grecia i giochidal VIII secolo a.C. al V secolo d.C. Ma, effetti-vamente, le Olimpiadi moderne sono state ri-proposte dal barone Pierre de Coubertin, il qualenel 1894, ha fondato il Comitato Olimpico In-ternazionale, attraverso il Congresso Olimpico,e da allora, il Comitato è diventato responsabiledel movimento olimpico, ha stilato la Carta

Olimpica e ha definito la struttura, le proceduree la regolamentazione dei Giochi Olimpici. Tornando a ‘Rio 2016’ l'America ha occupato

il primo posto nella classifica finale del meda-gliere avendo conquistato il più alto numero dimedaglie: 121 tra oro, argento e bronzo; la GranBretagna ha raggiunto il secondo posto e la Cinaha occupato il terzo posto. L'Egitto si è confer-mato al settantacinquesimo posto nella classificafinale, avendo vinto tre medaglie di bronzo:Sara Samir ha vinto la prima medaglia egiziana

a Rio 2016 nel Sollevamento Pesi, gara dei 68kg femminile, Mohamed Ehab ha vinto la medaglia di bron-

zo nel Sollevamento Pesi, gara dei 77 kg ma-schile,Hedaia Malak ha vinto la terza e l'ultima me-

daglia di bronzo nel Taekwondo, peso 57 kg,femminile, dopo aver sconfitto nel finale la belgaRahila Asimani con il ‘golden point’ nel turnodecisivo.L'Italia è riuscita a occupare il nono posto

nella classifica finale delle medaglie vinte a

Rio 2016 dopo aver vinto 28 medaglie: 8medaglie d'oro, 12 medaglie d’argento e 8medaglie di bronzo ed in particolare: 7 me-daglie nel Tiro, quattro medaglie nellaScherma, tre medaglie nel Nuoto, due me-daglie nello Judo,ed anche nella Pallanuoto,Tuffi, Canottaggo, una sola medaglia nelCiclismo su pista, Ciclismo su strada, BeachVolley, Lotta, Maratona e Pallavolo.Rio 2016 è stato l’ultimo appuntamento olim-

pico per il grande nuotatore Michael Phelps,che può essere considerato il più grande nuotaredi tutti tempi e l'atleta più titolato delle Olimpiadi,con 23 medaglie d'oro, tre d'argento e due dibronzo. Rio 2016 è stata era anche l'ultimaOlimpiade per l'atleta giamaicano Usain Boltche viene considerato l'uomo più veloce del

mondo avendo vinto 9 medaglie d'oro di segui-to: tre medaglie alle Olimpiadi di Pechino 2008,tre medaglie alle Olimpiadi di Londra 2012 etre medaglie alle Olimpiadi di Rio 2016. A Rio2016 si è anche assistito alla vittoria della primamedaglia olimpica da parte di un atleta dellaGiordania, grazie ad Ahmed Abu Ghosh, cheha vinto la prima medaglia d'oro per il suo Paesenella storia del Taekwondo, col peso di 68 KG,maschile, dopo aver sconfitto il russo Alexei De-nisenko nella finale 10-6. La Giordania hafesteggiato tutta la notte la vittoria del suo atleta,ancora studente universitario. Dopo che il cam-pione giordano è tornato nel suo paese, l’aziendaToyota gli ha offerto come premio, una mac-china, modello 2017!!!

MAhmed Gamal Ahmed

Rio 2016

Venerdì 18 Novembre 20164

La philofobia é " la paura di inziaread amare qualcuno ". Sempre più, oggigiorno, è facile in-

contrare persone che soffrono diquesta nuova sindrome, la philofobia,persone che credono che l'amore siauna sentimento da combattere,pericoloso e il solo pensiero di incor-rere, un giorno, in questa che sembrauna trappola, le rende nervose, preoc-cupate, provocano in loro reazionistrane, getta loro in uno stato di pauraed angoscia.Le cause della philofobia sono tan-

tissime, ma la maggior parte sono ditipo psicologico e sono quasi sempredipendenti da un precedente falli-mento di una relazione d'amore, siapersonale che di altri. Questo falli-mento rende le persone incapaci diaccettarne un altro, esse diventano ti-morose tanto da avere paura di inna-morarsi o di avere una relazione. Co-loro che soffrono di questa patologia,al primo segnale di innamoramento,richiamano alla mente il precedentefallimento e entrano in uno stato dipaura di rivivere lo stesso a tal puntoda agire in modo da sopprimere ognipossibilità di sviluppo del sentimentoamoroso. Ci sono altre cause alla base della

philofobia, come, per esempio, la pau-ra di essere rifiutato,che si estende allapaura di dover affrontare un eventualedivorzio dopo il matrimonio, oppurela paura di perdere, all’interno di unarelazione amorosa, la propria libertà.La cosa particolare nelle persone

che soffrono di philofobia, è che

qualche volta le troviamo a parlared'amore con vero trasporto emostrano di avere forti sentimentid’amore e di affetto, ma allo stessotempo, rifiutano l'idea di amare qual-cuno in particolare perché si aspetta-no sempre di essere ‘straziati’ daquell’amore!Come tutti gli altri problemi psico-

logici, la philofobia si evidenzia consintomi come la rabbia, la depressionee l'ansia. E, inoltre, altri sintomi sonolegati alla sfera della socializzazione:spesso chi soffre di questa patologiatende ad isolarsi, a non partecipareagli eventi o alle feste ed evitano difrequentare luoghi affollati proprioper evitare la possibilità di incontrarenuove persone o ….. potenziali amo-ri!!!!In conclusione credo che il punto

sia capire che le persone che soffronodi philofobia non sono strane ostraordinarie, come, invece, potrebbesembrare vedendo alcuni film egizianiincentrati su questo argomento, masono persone comuni, ordinarie, per-sone che potremmo incontrare ognigiorno per strada, ma del cui proble-ma non saremmo mai consapevolise non dopo aver stretto un qualcherapporto con loro. Ciò che possiamo dire, quindi, è

che quando si incontra una personache soffre di questa fobia, non si haaltre alternative che lasciarla da solanel suo mondo chiuso o amarla in-condizionatamente per farle credere,ancora una volta, nell'amore!

Sarah Hosny Hanna

La philofobiaCiao ragazze! Come state?

Spero bene.Voi ragazze! Sapete già che

la vostra moda attuale è statainfluenzata dalla moda femmi-nile dell’antico Egitto? Comeno? Certamente si: l’origine della

moda odierna risale indietronei secoli fino alla nostra anticaciviltà egizia, a prima di 7.000anni fa! Si possono riscontrare in-

fluenze della cultura dell’anticoEgitto nel nostro contempo-raneo modo di parlare, di vi-vere, di vestire ed anche inquello di mangiare; per esem-pio il fesekh, il renga o lo shamil nsem hanno tutti origini nell’antico Egitto, maoggi vorrei parlare in articolare della moda. Com’è noto, i faraoni egizi attribuivano un gran-

de valore alla bellezza e alla moda, e avevano dellecaratteristiche particolari relative agli abiti e al mododi indossarli molto peculiari, tipiche ed esclusive diquella civiltà, così come accadeva per i Greci o per iRomani. Insomma, vivendo in un paese caldo, l’abito egi-

ziano era leggero e semplice. Il modo di vestirsi originariamente rispecchiava

la posizione sociale alla quale si apparteneva, cosìcome succede anche oggi. Le classi sociali menoagiate vestivano in maniera semplice e meno ela-borata rispetto a come facevano i rappresentantidella classe aristocratica che indossavano abiti piùcomplessi e con più ornamenti d’oro e d’argento. Com'era il modo di vestirsi della donna egiziana

nell’antico Egitto, quindi? Le donne nell’antico Egitto indossavano tuniche

arricchite da cinture e leggeri mantelli e con il pas-

sare del tempo la moda si ar-ricchì di dettagli preziosi, così,sopra le semplici tuniche dritte,le donne indossavano degliabiti leggeri con colori vivi. Inoltre, si truccavano gli oc-

chi con il colore nero e il kohl eamavano indossare gioielli inoro e pietre preziose. Allora, dopo aver parlato in-

sieme della moda delle faraoneegizie, credete voi ragazze checi sia tanta differenza tra lamoda del tempo attuale e lamoda passata? No? Vediamoinsieme! 😉Noi usiamo il kohl e il

mascara nero per rendere inostri occhi più belli, vero?

Indossiamo le gonne e le tuniche con ornamentimeno esagerati, amiamo tanto indossare accessoridai colori vivaci, indossiamo i vestiti con i coloriche rispecchiano l’allegria e la gioia come il verdesmeraldo, il blu mare, il marrone, il rosso caldo,l’azzurro cielo e il fucsia. Siamo interessate molto a mantenere la nostra

bellezza e la forma del corpo come donne, infatti,le donne in tutto il mondo e in ogni tempo hannosempre cercato di rendere il proprio corpo perfetto,in ogni modo ed in tutti i tempi; a questo scopooggi noi ragazze cerchiamo di andare in palestra epraticare sport, per esempio, la zumba, che è unanuova disciplina che aiuta, combinando aerobica edanza, a mantenerci in forma. Allora ragazze: abbiamo visto come ci sono alcu-

ni aspetti in comune e altre differenze tra le modedi ieri e quelle di oggi. E voi cosa ne pensate dellamoda? Riuscite ad immaginare come sarà la modafra 20 anni?

Maram Fares Mohamed

La moda egiziana, ieri e oggiLa legge dovrebbe proibire la lonta-

nanza tra due cuori che si amano!Il primo giorno del corso estivo è sta-

to molto interessante per Riccardo e siè concluso alle 8.00 di sera con unafesta di benvenuto. Si sentiva la musicarisuonare ovunque. Tutti erano vestitielegantemente così da fare subito unabuona impressione. Appena arrivati nelgiardino, una musica invitava a ballaree, mentre tutti si muovevano a passi didanza, gli occhi di Riccardo si sono in-crociati con due occhi azzurri meravi-gliosi nei quali si poteva sprofondare.Era una ragazza spagnola di 18 anniche si chiama Rosa, dai capelli sciolti,mossi, castani, che la sera brillano comegioielli: un corpo affascinante ed ele-gante. Riccardo le si è avvicinato e le hadetto: “Complimenti! Balli moltobene. Balliamo?”. Con un sorriso vole-va dire di sì, però non voleva farlo sem-brare troppo facile - Le donne voglionosembrare forti però sono molto fragili -e gli ha risposto: “Ma scusa, mica ci co-nosciamo eh!”. Ricky si è sentito offesoperciò da questo momento ha decisoche non avrebbe avuto pace finchénon l’avrebbe avuta tutta per lui. Un giorno Riccardo ha sentito che ci

sarebbe stata una festa ogni sabato seracome quella del primo giorno. Ecco lasoluzione! Finalmente arriva il sabato ed alle

7.00 tutti vanno a cambiarsi. Riccardoindossa una giacca di pelle di coloremarrone che si abbina perfettamentecon le scarpe e il suo jeans strappato.Appena entrato nel giardino, vedeRosa con un vestito a fiori molto ele-

gante ma, dopo solo mezz’ora di ballo,scoppia un temporale e comincia a faremolto freddo. Tutti corrono ad indos-sare qualcosa di pesante. Anche Rosatrema per il freddo e mentre va a cam-biarsi Riccardo la ferma, si toglie la giac-ca e gliela dà. Rosa è molto contenta elo ringrazia per questo gesto di genti-lezza. I due parlano un po’ e Ricky lechiede di fare una passeggiata fuoridall’università. Mentre camminano perle strade romantiche di Gemona delFriuli, Ricky improvvisamente le pren-de le mani: le dita sono intrecciate cosìforte come se avesse trovato un tesoroche teme di perdere e anche se fa fred-do lui si sente riscaldato dai brividi chegli dà qusto gesto e Rosa, con un timidosorriso, gli chiede: “Parlami un po’ dite”. Dopo due ore Rosa deve rientrareperché si sta facendo tardi e lui l’ac-compagna fino alla casa dello studente.Appena arriva a casa, Riccardo sente ilsuono di un messaggio: è Rosa che glichiede: “Ciao Ricky, sei arrivato? Gra-zie mille per la giacca. Sei molto gentilee sono stata molto bene con te. Con teil tempo vola. Sei speciale!”. Riccardofa dei salti di gioia e poi va a letto con ilcuore impazzito di gioia. Passano i giorni. Arriva il 10

agosto: la notte di San Lorenzo.Durante la colazione Ricky le diceche andrà a prenderla la sera alle9.00: il posto sarà una sorpresa!Quando si incontrano Riccardole copre gli occhi con un fiocchet-to rosso e la guida fino alla cimadel castello, che è il posto più altodel paese, da cui si vede chiara-

mente il cielo. Poi si fermano e letoglie il fiocchetto dagli occhi di-cendole all’orecchio, a bassa voce,dolcemente: “Togliti dalla mentequalsiasi pensiero sgradito, questasera è solo nostra”. Rosa resta abocca aperta, è molto emozionatadal panorama affascinante che sta-va vedendo. Dopo 5 minuti di si-lenzio assoluto e sguardi ricam-biati senza nessuna parola sisiedono su un banchetto. Lei sen-te i battiti veloci del suo cuore cherivelano emozioni forti e lui invecerespira profondamente. Improv-visamente Ricky toglie il cellularedalla tasca e accende “Sway”. Simettono a ballare e intanto... ca-dono le stelle! Lui le sussurra dol-cemente: “Scappiamo insieme.Non voglio vedere altro davanti ame! Solo te!”. Ad un certo puntogli occhi di Rosa si riempiono dilacrime: “Basta Riccardo, nondobbiamo affezionarci troppo!Tra 4 giorni finisce il corso e cilasciamo e chissà se ci rivedre-mo...”. La vita è severa, pensa Ric-cardo. La cerimonia di chiusura, idiplomi consegnati... tutti a balla-re. Il giorno dopo sarebbe stato ilgiorno della partenza. Lo sguardodi Riccardo era triste e prima dipartire Rosa scoppia a piangerema lui la tranquillizza dicendole:“Saremo distanti solo fisicamen-te...”. Secondo voi, la distanza può separare

due cuori? Maledetta distanza!Osama Basiuni Mohamed

Maledetta distanza !

Con la collaborazione delle Prof.sse Brigida De Feo e Rosa De Luca(Dipartimento di Italiano, Facolta’ di Al Alsun, Universita’ di Ain Shams).

Coordinamento : Prof.ssa Rita Andreanelli.Si ringrazia l’Istituto Italiano di Cultura a Il Cairo per la preziosa collaborazione