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In regalo il calendario 2011 di Olympia

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Lazialità dicembre

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In regaloil calendario

2011di Olympia

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L’aquila nei secoli

Grande dossier sul nostro simbolo: dalle origini storiche ai club che lo hanno come simbolo.

28

La storia di Cristian Ledesma

In esclusiva per Lazialità Marta Ledesma, mogliedel centrocampista biancoceleste,racconta la sua storia.

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Le due facce di Maurito

Pregi e difetti di Mauro Zarate analizzati dagli esperti.

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Esclusiva con Paolo Negro

Lazialità incontra l’ex difensore biancoceleste, che racconta 12 anni di Lazio.

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Corri, Forrest corri

Il laterale svizzero e la sua sto-ria. Di corsa verso l’Europa.

44

Biava: obiettivo Champions

Il difensore biancoceleste traccia gliobiettivi di stagione.

50

Intervista a Bruno Giordano

Intervista esclusiva con Bruno Giordano. L’ex bomber biancoceleste parla di Lazio.

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di Valerio Alessandro Cassetta e Francesco Sbarra - Inside foto

Dossier

IL NOSTRO SIMBOLO

NEI SECOLI...

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Onoriamo il nostro simbolo, l’emblema dell’impero romano, l’orgoglio della gente laziale e ripercorriamone la storia: da

Zeus ai legionari romani, fino ad Olympia, orgogliodella nostra tifoseria. Ecco la storia dell’aquila, partendo

dai classici greci e latini, passando per le tradizioniorientali, fino ad arrivare alla storia contemporanea.

E vediamo insieme quali sono le squadrenel mondo ad averla come simbolo.

L’aquila che vola alta tra i tifosi festanti. Il nostro simbolo che volteggia all’interno dello stadio

Olimpico e si ferma a guardarsi insieme a noi i suoi beniamini in campo. Olympia che trepida per le gare interne della nostra Lazio e che a Formello è diventata in breve tempo più amata dei vari Zarate, Hernanes e company. Scene da brividi. Una bella ini-ziativa che ha iniettato ai tifosi una bella dose di Lazialità che mancava da tempo. Ovviamen-te, le invidie e le critiche prove-nienti dai dirimpettai cittadini non sono mancate, soprattutto perché sarà difficile copiare questa idea, vista l’impossibilità di far volare un canide; a meno che il bruco giallo-rosso, po-sto sempre a presidio delle loro automobili, non sorprenda tutti e mutandosi in farfalla spicchi il volo.Partendo dai classici greci e la-tini, passando per le tradizioni orientali, fino ad arrivare alla storia contemporanea, l’aquila risulta essere un animale cari-co di significati e valori, che ne

fanno un simbolo nobile, presti-gioso ed invitto. Lazialità vuole ripercorrere brevemente le po-liedriche e virtuose accezioni che l’aquila ha assunto attraverso i secoli, fino ad arrivare ai nostri giorni.

Il simbolo di Zeus,re degli Dei. Nella storia della simbologia, l’aquila riveste un carattere olimpico ed eroico. Sin dall’an-tica Grecia, essa era considerata un animale sacro a Zeus, re e pa-dre degli. Dei Secondo la mitolo-gia, Giove si sarebbe camuffato da aquila per sottrarre il giova-ne Ganimede alla vita terrena e ,sotto tale aspetto, si avventò sul fanciullo, lo portò sull’Olim-po, e ne fece il suo amante. Nel mito di Ganimede l’aquila è vista come mezzo per raggiungere un

obiettivo, che, altrimenti sareb-be irrealizzabile anche per il più grande degli Dei, Zeus; per di più, nel mito di Prometeo essa incar-na la figura del castigo divino. Prometeo derubò gli Dei del fuo-co per donarlo agli uomini, così

Zeus, adirato, fece incatenare il ladro, nudo, nella zona più alta del Caucaso. Inviò poi un’aquila perché gli squarciasse il petto e gli dilaniasse il fegato, che gli ricresceva durante la notte, giu-rando di non staccare mai Pro-meteo dalla roccia. Ecco l’aquila come vittoria del bene sul male. Inoltre, se pensiamo che un certo Omero, all’interno dell’Iliade (XII) e dell’Odissea (XIX), ne fa richia-mo in termini di forza e giusta vendetta, possiamo ben affer-mare che l’aquila abbia goduto di una monumentale conside-razione. In accordo alla conce-zione classica, vi erano altre due credenze: la prima prevedeva che colui, su cui l’aquila si fosse po-sata, fosse predestinato da Zeus ad un futuro regale e pregiato; la seconda, adottata anche dai Ro-mani, stimava l’aquila come se-gno di vittoria, una vittoria non

INGHILTERRA

Colchester United

CrystalPalace

Kidderminster

ManchesterCity

Salisbury Wimbledon

CILE

Club Deportivo O’Higgins

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di : Andrea Iustulin

Intervista

Il difensore biancoceleste è una delle novità più piacevoli di questa prima parte della stagione. Arrivato in sordina è diventato in breve tempo un intoccabile. “Siamo una buona squadra e siamo diventati finalmente un gruppo. L’obiettivo Champions? Noi ci proviamo...e ce la giochiamo con tutti”.

G iuseppe Biava, classe ‘77, è arrivato a Roma nella finestra di mercato di gennaio 2010 dal Ge-

noa. I deludenti risultanti del girone d’andata della squadra di Ballardini hanno costretto il Presidente Lo-tito ad intervenire sul mercato per rafforzare l’organico: insieme al di-fensore bergamasco sono, infatti, approdati a Roma anche il suo com-pagno nel Genoa Sergio Floccari, il difensore brasiliano del San Paolo Andre Dias e il tedesco Thomas Hit-zlsperger. La Lazio, però, stentava a decollare per cui era necessario una scossa all’ambiente, venne, pertan-to, esonerato Ballardini e sostitui-to con il tecnico friulano Edy Reja. Con il nuovo mister e il reintegro in rosa di Ledesma la squadra bianco-celeste è riuscita a raggiungere la salvezza. Nonostante la difficile si-tuazione di classifica in cui versava la Lazio, queste modifiche hanno sortito l’effetto sperato. Fra i nuovi

arrivati, senz’altro, Giuseppe Biava ha contribuito in maniera positiva alla causa biancoceleste disputando solide prestazioni dopo un avvio dif-ficile. “Quando sono arrivato a Ro-ma – ha ricordato qualche giorno fa durante una conferenza stampa - a gennaio scorso, ero un po’ spaesato. Dopo tanti anni trascorsi al Genoa mi sono trovato in una squadra che era in lotta per non retrocede-re. C’ho messo un pò ad adattarmi. Adesso sto bene, sono soddisfatto. Quando il gruppo funziona anche il rendimento del singolo migliora”. In coppia con Dias per una dife-sa superLa ritrovata compattezza del grup-po, unita a buone prestazioni, ha permesso a mister Reja di guada-gnarsi la riconferma. Dopo la de-ludente stagione conclusa, la Lazio si appresta ad affrontare il nuovo campionato con meno aspetta-tive, ma un organico altamente competitivo, formato dall’arrivo di

una stella di assoluto valore come Hernanes e di valide alternative. In seguito al passaggio dalla difesa a tre a quella a quattro, Giuseppe Biava ha conquistato la fiducia di mister Reja, ottenendo stabilmen-te la maglia da titolare. All’esordio in campionato la Lazio ha espresso una buona prestazione in casa della Sampdoria, la quale però è riuscita ad ottenere la vittoria. Dalla parti-ta seguente, disputata all’Olimpico contro il Bologna, la Lazio ha ina-nellato una lunga serie di risultati positivi: infatti, nelle successive otto gare ha conseguito sette vittorie e un pareggio ottenuto in casa con-tro il Milan. Questo esaltante av-vio di campionato ha visto la Lazio esprimere un ottimo calcio contro qualunque avversario e conquista-re meritatamente il primo posto in classifica, grazie senz’altro anche ad una difesa imperforabile. La coppia composta da André Dias e Giusep-pe Biava conferisce una tranquillità

GIUSEPPE BIAVA:“LA CHAMPIONS?

NOI CI PROVEREMO”

Quando sono arrivato a

Roma ero spaesato e

ho trovato una squadra in

difficoltà. Mi sono ambientato e sono pienamente soddisfatto della

mia scelta

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Intervista - pag. 51Dicembre 2010

all’intera squadra. Il difensore ber-gamasco ha dimostrato un ottimo senso dell’anticipo e buone doti aeree, caratteristiche che lo hanno reso il difensore italiano del cam-pionato con il migliore rendimento. A breve il rinnovoQuest’ottimo momento di forma del difensore ha sollevato la questione relativa al contratto in scadenza a giugno 2011: «Il rinnovo del mio contratto? Non credo ci siano pro-blemi. Mi sono trovato benissimo

SCHEDA TECNICA

Data di nascita 08/05/1977Luogo di nascita Seriate (BG)Altezza 180 cmPeso 73 kg

Stagione Squadra Cat. Presenze Reti2001-02 Albinoleffe C1 27 12002-03 Albinoleffe C1 30 32003-04 Albinoleffe B 22 2Gen 04 Palermo B 19 32004-05 Palermo A 29 -2005-06 Palermo A 17 12006-07 Palermo A 23 12007-08 Palermo A 24 -2008-09 Genoa A 29 22009-10 Genoa A 18 1Gen 10 Lazio A 13 -

Mister Reja sta facendo un lavoro incredibile. Ha reso

il nostro gruppo compatto, anche chi gioca meno è felice dei risultati che la squadra sta

ottenendo

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di Marta Rizzo – Foto: Archivio

Speciale

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Una vita daLAZIALE

Ecco a voi la storia di Cristian Ledesma,raccontata in esclusiva per Lazialità dalla moglie Marta. Un lungo racconto: dall’infanzia ai primicalci in Argentina, dall’arrivo in Italia al rapporto con Rossi, Zeman e Gregucci, fino all’arrivo alla

Lazio. Ecco la storia di un grande professionista e di un laziale vero, arrivato in nazionale. Ecco a voi

Cristian Ledesma!

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di : Paolo Colantoni - Inside foto

Intervista

“Corri Forrest Corri”. Così urlava il no-stro direttore Guido De Angelis dopo il gol segnato da Lichtsteiner con-tro la Roma nel derby di due anni fa. Un’esultanza che ha fatto il giro del mondo, tant’è vero che anche in Sviz-zera i siti sportivi che parlano di cal-cio hanno dedicato servizi e immagini all’evento.Lichsteiner è alla terza stagione con la maglia della Lazio. Da quando è arrivato a Roma ha vinto una Coppa Italia, una Supercoppa Italiana, è stato protagonista di sgroppate infinite sul-la fascia e si è guadagnato il ruolo di padrone indiscusso della corsia destra, scalzando nell’ordine i vari De Silve-stri (costretto a lasciare Roma perchè chiuso dallo svizzero), Scaloni, Diakitè e Cavanda, che in molti avevano pro-nosticato titolare proprio a scapito dello svizzero.Delio Rossi prima e Edy Reja poi lo hanno promosso a pieni voti, giudi-candolo intoccabile e costruendo sulla sua velocità e sul suo dinamismo la maggior parte delle azioni offensive della loro Lazio.Accantonato da Ballardini,rilanciato da RejaSolo Ballardini lo aveva messo in dubbio, lasciandolo in panchina e accantonandolo ai margini della pri-ma squadra, in maniera inspiegabile. Il tecnico ravennate aveva bocciato

“Corri Forrest Corri”. Così urlava il no-stro direttore Guido De Angelis dopo

STEPHAN LICHTSTEINER: “Noi siamo la Lazio

e degli altri non ci INTERESSA”

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“Abbiamo ricevuto tante critiche e molti sono rimasti spiazzati dalnostro campionato. A me non interessa ciò che dicono gli altri.Noi siamo la Lazio, siamo una buona squadra, abbiamo un pubblico straordinario e dobbiamo pensare solo a fare bene”.Lichtsteiner. Gli aveva preferito spesso Diakitè (in un ruolo non suo) e aveva dato il suo benestare ad una possibi-le cessione (in cambio di Zuniga). Per Ballardini lo svizzero era un’ala ma-scherata. Non un vero terzino.Con l’arrivo di Reja è cambiato tutto. Lichtsteiner ha ritrovato spazio, fidu-cia ed è tornato padrone della fascia destra. Lo scorso campionato è stato decisivo contro il Milan (segnando il gol del pareggio a Milano) e sbloc-cando il risultato nella delicata gara interna con il Siena, che regalò alla Lazio tre punti d’oro in vista del finale di stagione.Il rapporto con il tecnico goriziano è forte e si è cementato nelle lunghe se-dute di allenamento a Formello e nei ritiri. E’ lo stesso Lichsteiner a spen-dere importanti parole d’elogio nei confronti del Mister. “Reja ha portato un nuovo sistema di gioco, ci siamo schierati con il 3-5-2, ma i risultati non sono arrivati immediatamente.

Abbiamo fatto bene nelle ultime otto partite della stagione – ha dichiarato alla stampa svizzera - e da lì siamo ripartiti, preparando alla grande que-sto nuovo campionato. Ora, rispetto allo scorso anno, ci sono anche nuovi giocatori di talento, spesso giochia-mo con il 4-4-1-1, ma il modulo non conta tanto, l’importante è che siamo diventati un gruppo, una squadra. C’è un’atmosfera bellissima all’interno dello spogliatoio, durante la settimana si fatica molto, ma lo facciamo tutti volentieri e questo è tutto merito di Reja e dello spirito che ha saputo tra-smettere al gruppo”.Grinta e tenaciaLichtsteiner è uno dei giocatori più rappresentativi del gruppo. Spesso è uno dei pochi a protestare e ad alzare la voce nei confronti degli arbitri. In campo ha dimostrato grande tenacia e una grinta fuori dal comune. Famosi i suoi faccia a faccia con arbitri e avver-sari che, nonostante gli abbiano por-

Intervista - pag. 45Dicembre 2010

STEPHAN LICHTSTEINER: “Noi siamo la Lazio

e degli altri non ci INTERESSA”

tato qualche cartellino giallo di trop-po, hanno evidenziato ulteriormente il suo spirito e la sua “cattiveria agoni-stica”. E in una Lazio, spesso deficitaria sotto l’aspetto caratteriale, Lichtstei-ner resta una piacevole novità. Nel gruppo sa farsi rispettare e spes-so, nelle dichiarazioni, parla da leader, spronando i suoi compagni ed analiz-zando i momenti positivi e negativi della squadra. E’ lucido nelle analisi, anche quando giudica le differenze tra questo campionato e lo scorso. “La scorsa stagione eravamo partiti benis-simo con la vittoria in Supercoppa Ita-liana contro l’Inter, ma dopo abbiamo giocato sotto le nostre possibilità. La nostra era una squadra competitiva che sarebbe potuta arrivare tra le pri-me dieci, ma poi abbiamo perso parti-te incredibili. Come accade quando sei sotto pressione”.Giochiamo per i tifosiSpeciale il suo rapporto con la tifose-ria, che da quando è sbarcato nella ca-

I tifosi della Lazio sono straordi-

nari. Con la loro vicinanza e il loro attaccamento ci dimostrano sem-pre tanto affetto. Vogliamo ripagare il loro amore e fare qualcosa di vera-

mente importante. Sono i migliori tifosi in Europa. Vivono di Lazio...

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di Dante Chichiarelli - Inside foto

Dossier

Mauro Zarate, 23 anni, è arrivato alla Lazio nell’estate del 2008. Con i biancocelesti ha vinto una Coppa Italia e una Supercoppa Italiana.

Nella sua prima stagione ha segnato 16 reti (13 in campionato

e 3 in Coppa Italia). Lo scorso anno 8 (3 in campionato, 4 in

Europa League e 1 in Coppa Italia). Questa è la sua stagione decisiva.

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MAURITO ZARATELE NUBI SONO INFRANTE

Maurito sta tornando. Sembra passato tanto tempo dal suo esor-dio in Italia, quando

fra lo stupore di tutti il talentino di Haedo incantava le platee con giocate d’alta scuola, fatte di classe, potenza, dribbling ubriacanti e scatti fulminei. Un esordio nel campionato italiano da incorniciare, tanti gol belli e decisivi, fra i quali uno splendido alla Roma, una Coppa Italia conquistata grazie ad una sua magia ed i tifosi che sogna-vano ad occhi aperti. Sembrava essere l’inizio di un sogno, ma l’anno succes-sivo, con l’avvento di Ballardini sulla panchina biancoceleste, l’attaccante argentino iniziò una fase di involu-zione trascinata dietro fino all’inizio di questa stagione, nella quale Mau-rito solo adesso sembra iniziare a ri-prendersi. In tanti si sono chiesti quali potessero essere le motivazioni di una tale flessione, viste le indubbie quali-tà mostrate dal calciatore durante la sua prima stagione in Italia. C’è chi ha

Viaggio all’interno del Mondo Zarate. Con Pino Capua e il Dott.Crisera, due affermati medici sportivi, abbiamo valutato

gli allenamenti e la condizione fisica. Con Sebastiano Siviglia,ex compagno alla Lazio, la sua mentalità e gli alti e bassi che

ne hanno caratterizzato il rendimento e con Felice Pulici e Giancarlo Oddi l’aspetto tattico. La conclusione? “Reja deve continuare a

gestirne la crescita e deve farlo giocare più vicino alla porta. E lui deve lavorare per la squadra. In questo modo si confermerà un campione”

Dossier - pag. 41Dicembre 2010

parlato di una preparazione sbagliata a livello fisico, chi ha fatto riferimento ad una situazione psicologica difficile e chi ha puntato il dito contro la po-sizione in campo del calciatore, spesso più arretrata con Ballardini e Reja ri-spetto al ruolo ricoperto sotto la gui-da di Delio Rossi. Nelle ultime partite, però, Maurito sembra essere tornato quello del primo anno. Una presta-zione straordinaria contro il Napoli ha fatto rivedere ai tifosi il campione ammirato due anni fa ed il talento di Haedo è tornato finalmente al sorri-so. Ma quali sono le cause che han-no limitato il grande potenziale del calciatore nell’ultimo anno e mezzo? Per saperne di più Lazialità è andata ad ascoltare le opinioni di vari esperti prendendo in esame le tre questioni principali sulle quali è ruotato il tor-mentone Zarate: forma fisica, stato psicologico e questione tattica.Capua e Crisera sulla formafisica: “Allenamenti diversi”Tra le tante ipotesi ventilate, una di

queste era quella relativa allo stato di forma fisica. Mauro in questi anni non ha subito infortuni di rilievo, ma alla base di molte ipotesi c’era il fatto che il giocatore in alcuni periodi è ap-parso più appesantito rispetto al suo approdo in Italia. Il dribbling non era più quello di prima, il tiro mancava di potenza e precisione: che alla base di tutto ci fosse una gestione sbagliata da parte dello staff biancoceleste dello scorso anno? Un eccessivo potenzia-mento muscolare, tale da ridurre l’agi-lità dell’argentino? Pino Capua, uno dei massimi esponenti di medicina nello sport, non crede che la flessione di Maurito fosse dipesa da una prepa-razione atletica sbagliata: “Quest’an-no la squadra è preparata bene ma se vogliamo anche lo scorso anno lo era. I motivi del suo periodo no possono essere svariati, ma ricordo che anche un grande come Platini attraversò un momento difficile per poi tornare più forte di prima. Zarate deve soltanto prendere coscienza dei propri mezzi.

Sebastiano Siviglia:

“Maurito è un diamante

puro. Io lo conosco bene. Se vuole può

essere decisivo. La squadra ha

bisogno del suo talento