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NOTIZIARIOTRIMESTRALE DI STORIA, ARTE, CULTURA, ECONOMIAE VITASOCIALE - Direzione e Amministrazione: SAVONA- Piazza Brandale, 2. ANNO XLII - NUMERO 4/2015 - Direttore: Carlo Cerva. - Dir. resp.: Fabio Sabatelli. Stampa: Marco Sabatelli Editore, Savona - Aut. Trib. Savona - N.217 del 21-12-73 - Poste Italiane S.p.A. - Spedizione in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003 (conv. in L.27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 1, Direzione Commerciale Business Savona. BUON NATALE! BUON ANNO! Il Consiglio Direttivo ed il Presidente porgono ai Soci ed alle loro Famiglie, ai Savonesi tutti, alle Autorità, a Coloro che savonesi non sono e vivono tra noi, i più fervidi AUGURI DI OGNI BENE, DI PACE. 41ª Mostra del Presepe d’Arte nella Ceramica Savona - Complesso del Brandale Palazzo dell’Anziania ore 16,30-19,00 INAUGURAZIONE 13 Dicembre 2015 ore 17,30 sino al 10 Gennaio 2016 (chiuso il giorno di Natale e di Capodanno) NATALE 2015 RASSEGNA MUSICALE “Pro Musica Antiqua” “Ivano Nicolini” Compagnia teatrale dialettale “A Campanassa” 8 Dicembre ore 15,30 27 Dicembre ore 17,00 3 Gennaio ore 17,00 6 Gennaio ore 17,00 10 Gennaio ore 17,00

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NOTIZIARIO TRIMESTRALE DI STORIA, ARTE, CULTURA, ECONOMIA E VITA SOCIALE - Direzione e Amministrazione: SAVONA - Piazza Brandale, 2. ANNO XLII - NUMERO 4/2015 - Direttore: Carlo Cerva. - Dir. resp.: Fabio Sabatelli.Stampa: Marco Sabatelli Editore, Savona - Aut. Trib. Savona - N. 217 del 21-12-73 - Poste Italiane S.p.A. - Spedizione in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003 (conv. in L.27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 1, Direzione Commerciale Business Savona.

BUONNATALE!

BUONANNO!Il Consiglio

Direttivoed il Presidente

porgono ai Soci edalle loro Famiglie,ai Savonesi tutti,

alle Autorità,a Coloro

che savonesinon sono e vivono

tra noi, i piùfervidi

AUGURI DIOGNI BENE, DI PACE.

41ª Mostradel Presepe d’Arte nella Ceramica

Savona - Complesso del BrandalePalazzo dell’Anziania

ore 16,30-19,00

INAUGURAZIONE13 Dicembre 2015 ore 17,30

sino al 10 Gennaio 2016(chiuso il giorno di Natale e di Capodanno)

NATALE 2015RASSEGNA MUSICALE“Pro Musica Antiqua”

“Ivano Nicolini”Compagnia teatrale dialettale

“A Campanassa”8 Dicembre ore 15,30

27 Dicembre ore 17,003 Gennaio ore 17,006 Gennaio ore 17,00

10 Gennaio ore 17,00

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A Campanassa N.4/20152

VITA DELL’ASSOCIAZIONE

Gruppo Storico“A Campanassa”Città di SavonaVuoi far parte del gruppo

storico “A Campanassa”Città di Savona? Contatta lasegreteria della Associazio-ne e iscriviti come Figuran-te, Armigero o Musicante,parteciperai alla vita delGruppo e sfilerai nelle piùimportanti rappresentazionistoriche. Tel. 019-821379,oppure al 347-9800982.

Compagniateatrale dialettale“A Campanassa”Città di Savona

protagonisti cercansiVuoi entrare nel fantasti-

co mondo del Teatro dialet-tale? La Compagnia Dialet-tale “A Campanassa” Cittàdi Savona, la nostra Com-pagnia, ti aspetta per unprovino.

Telefonare al lunedì o algiovedì pomeriggio delleore 16,00 alle ore 18,00 al n.019-821379, 3479800982,3393209981

NUOVI SOCICammisa Maria CristinaDal Mas GermanoLavagna AnnaManfredi Alessandra

Il Consiglio Direttivo e ilPresidente porgono ai nuovisoci il più cordiale benvenutonella nostra famiglia.

SOCI DEFUNTI

De Luigi VittoriaFrumento GiambattistaLoni Francesco

Il Consiglio Direttivo e ilPresidente porgono alla fami-glia le più sentite condoglianze.

Gruppo di studio“Amixi d’u dialettu”

della “A Campanassa”Gli amici del dialetto che

si riuniscono 2 volte al mesesotto la guida del prof. EzioViglione per imparare lagrafia sabazia, per approfon-dire curiosità lessicali, perpronunciare correttamente ildialetto di “Letimbria”, percondividere le proprie pro-duzioni, attendono nuoviamici (soci) per viveremomenti gioiosi nello spi-rito dei padri.

Tel. 019-821379

Iscrizionialla “A Campanassa”

Chi desidera associarsi, può recarsi presso la sede del-l’Associazione, P.zza del Brandale 2, nei giorni di lunedìe giovedì, dalle ore 16 alle ore 18,00.

A.A.A. ATTENZIONE

Quota socialeLa “A Campanassa”, per vivere, conta so-

prattutto sulla quota annuale versata pun-tualmente dagli associati di Euro 20 (venti).

Ai soci che non l’hanno ancora fatto, e checertamente hanno a cuore la nostra Associazio-ne, chiediamo di mettersi in regola. NumeroC/C postale 13580170 A Campanassa Asso-ciazione Savonese.

Si può adempiere a quello che è un precisoobbligo verso l’Associazione anche diretta-mente presso la segreteria o presso il “Tou-ring Club Italiano” in via Verzellino 64 r.

Lünäju2016

è nelle edicoleIn copertina lo scogliodella “Madonnetta”

A pagina 2 il pensiero della “A Campanassa” in materia.

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A Campanassa N.4/2015 3

VITA DELL’ASSOCIAZIONE

CALENDARIO ATTIVITÀ - DICEMBRE 2015GENNAIO, FEBBRAIO, MARZO, APRILE 2016

8 Dicembre Martedì, ore 15,30 Cerimonia inaugurazione statua diPalazzo dell’Anziania N.S. di Misericordia (vedi pagg. 6-7-8-9).

Accompagnamento Pro Musica Antiquae Ivano Nicolini (pag. 5).

12 Dicembre Sabato, ore 10,15 Visita alla scoperta del nuovo raddoppiatoIngresso del Museo allestimento del Museo Archeologico di Savona.Piazza d’Armi del Maschio Visita guidata dalle associazioni:sul Priamàr “A Campanassa”, “Italia Nostra”,

“Società Savonese di Storia Patria”.

13 Dicembre Domenica, ore 17,30 Inaugurazione 41ª Mostra del PresepePalazzo dell’Anziania d’Arte nella Ceramica.

Presentazione Lünäju 2016.Accompagnamento musicaledel Maestro Ivano Nicolini (pagg. 4 e 5).

20 Dicembre Domenica, ore 10,00 Corteo Storico.Piazza Sisto IV Cunfögu.Palazzo Comunale “A Campanassa ringrassia” 2015.

27 Dicembre Domenica, ore 17,00 Concerto: Pro Musica AntiquaPalazzo dell’Anziania “Antiche Musiche Natalizie” (pag. 5).

3 Gennaio Domenica, ore 17,00 Compagnia Teatrale Dialettale “A Campanassa”.Palazzo dell’Anziania Presenta: “Liti di condominio” di Olga Giusto pag. 5).

6 Gennaio Mercoledì, ore 17,00 Olga Giusto e Ivano Nicolini:Palazzo dell’Anziania “Quattro passi nella poesia” (pag. 5).

10 Gennaio Domenica, ore 17,00 “La Liguria e i Cantautori”.Palazzo dell’Anziania Ivano Nicolini: pianoforte e voce (pag. 5).

10 Gennaio Domenica Iniziano le Sejann-e cunviviäli 2016 (vedi pag. 13).

17 Gennaio Domenica Carnevale - Arriva Re Cicciolin (vedi pag. 12).Fanfare musicali a cura di Pro Musica Antiqua.

7 Febbraio Domenica Re Cicciolin riporta le chiavi al sindaco.

18 Marzo Venerdì Memori dell’antico impegno, al Santuario,con il Vescovo di Savona-Noli edil Sindaco di Savona, oltre a tanti amicidi Savona e fuori Savona.

10 Aprile Domenica “Savona Libero Comune” - 825º Anniversario -Corteo storico al suono della Campanassa.Lettura dell’Editto.

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A Campanassa N.4/20154

41ª MOSTRADEL PRESEPE D’ARTE NELLA CERAMICASAVONA - COMPLESSO DEL BRANDALE - PALAZZO DELL’ANZIANIA

INAUGURAZIONEDOMENICA 13 DICEMBRE ORE 17.30

Aperta fino al 10 gennaio 2016(escluso Natale e Capodanno)

orario: 16.30-19.00ESPONGONO:Battaglia PaoloBertorelli LucianaBriatore FrancaCenacchi LudovicaCoda ChiaraCrescini GiovannaDamonte LucaFabiano DanieleFacchinello GiuseppeGambaretto EttoreGarbarino GuidoGiannotti RobertoLa Spesa RosannaMarino LinaMassa CaterinaMinuto RenataNebiolo MarioOccorsio PaolaOreglia GiovannaPeluffo LauraPiccazzo GianniPiumatti MargheritaPlaka YlliRossi GermanaSalem ToniSoravia SandroTrapani AureliaVrani Maria LuisaZucchi Delia

Unione Italiana Ciechi “Dalla mente alla mano”:Arena AntonioBenini GildaDonatone FrancaGiacchello Maria RosaPastorino Maria JoséManifatture ceramistiCeramiche Herisson:Allario NadiaCeramiche SoraviaCeramiche Viglietti:De Matteis AngelaStudio Ernan:Canepa ErnestoPacetti Anna MariaSini AlidaComitato di rigore artistico Albisola:Alluto MilenaBarbini CarmenDa Costa PamelaGalleano Anna MariaGrammatico MariaMacchia LauraManfredi ClaudioMassolo GiovanniNoceto EnricaPeluffo LauraPiccazzo GianniRelini MariellaRossi GermanaRossini Anna MariaScarpone RobertoSciutto Renza Laura

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Aperto anche la domenica mattinaCucina Ligure e Nazionale - Ravioli di nostra produzione - Fritto misto di pesce

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A Campanassa N.4/2015 5

RASSEGNA MUSICALEDI NATALE

Quest’anno l’Associazione “ACampanassa” ha inteso valorizzaree promuovere la consueta Mostradei Presepi d’Arte nella ceramicatramite una vera e propria rassegnamusicale che si articolerà in diver-si incontri affidati al socio e consi-gliere Ivano Nicolini,

in collaborazione con l’associa-zione “Pro Musica Antiqua”, l’au-trice e poetessa Olga Giusto e laCompagnia Teatrale Dialettale “ACampanassa”.

Ivano NicoliniPianista, cantante, insegnante e

compositore, svolge una specificaricerca musicale ispirata a temi le-gati alla sua regione e, in collabo-razione con poeti locali, ha com-posto numerosi brani su testi dia-lettali.

L’attività didattica è rivolta an-che al mondo dell’infanzia, inoltreha all’attivo numerose composi-zioni dedicate ai bambini.

Da anni coordina l’attività musi-cale dell’associazione “A Campa-nassa”, con numerosi interventi,accompagnamenti e concerti.

“Pro Musica Antiqua”Ha come scopo la salvaguardia e

la divulgazione del nostro patri-monio storico, culturale ed artisti-co, in particolare quello musicale,promuove sistematicamente la di-vulgazione culturale della musicaantica tramite conferenze, lezioni-concerto, concerti e spettacoli. Ilgruppo musicale utilizza strumentiantichi e si avvale della sopranoMaria Catharina Smits.

Da un paio d’anni Pro MusicaAntiqua collabora stabilmente conl’associazione “A Campanassa”per promuovere la cultura e le tra-dizioni del territorio.

Martedì 8 dicembre, ore 17“Pro Musica Antiqua”e Ivano Nicolini

“Scopertura della statua dellaMadonna” con musiche dedicatealla Vergine Maria in occasionedell’apertura del Giubileo dellaMisericordia.

A Campanassa inaugura la sta-tua di N.S. di Misericordia dell’ar-tista Mario Nebiolo che andra a ri-empire il vuoto nella nicchia, ap-positamente costruita, del Salonedel Consiglio Grande, nel Palazzodell’Anziania.

In tale occasione verranno ese-guiti alcuni antichi brani dedicati

alla Vergine Maria, tra cui ben duespecificatamente dedicati a N.S. diMisericordia di Savona e un’AveMaria in dialetto composta dal M°Nicolini.

Domenica 13 dicembre, ore 17Presentazione “Lünäju” eMostra Presepi

Accompagnamento musicale M°Nicolini.

Domenica 27 dicembre, ore 17“Pro Musica Antiqua”

“Antiche Musiche Natalizie”musica antica tradizionale dedicataal Natale Echi di note profonda-mente toccanti che ci riportano al-la gioia dell’infanzia, per ricrearel’incanto di un’atmosfera ricca difascino e di mistero e celebrare de-gnamente questa festa piena disperanza, letizia ed amore: la Nati-vità.

Antiche musiche tradizionali na-talizie, alcune a noi ancora moltonote e care, altre perse nel fluiredel tempo, ma che testimonianogli inesauribili tesori di infinitabellezza ed altissimo valore artisti-co delle nostre profonde ed anti-chissime radici culturali.

Domenica 3 gennaio, ore 17“Liti di condominio”di Olga Giusto

La Compagnia di Teatro Dialet-tale “A Campanassa” presentaquesto atto unico scritto e direttoda Olga Giusto, il commento mu-sicale è affidato a Ivano Nicolini.

Mercoledì 6 gennaio, ore 17Olga Giusto e Ivano Nicolini“Quattro passi nella poesia”

Olga Giusto, insegnante in pen-sione, autrice ed attrice di teatro,attrice storica ed ora autrice dellaCompagnia di Teatro Dialettale “ACampanassa”, reciterà opere dipoeti liguri e di altre regioni, conl’accompagnamento musicale diIvano Nicolini.

Domenica 10 gennaio, ore 17La Liguria e i CantautoriIvano Nicolini pianoforte e voce

La Liguria è fertile madre dipoeti e cantautori ed una ine-sauribile fonte d’ispirazione perchi l’ha scelta pur senza essercinato.

I cantautori di prima generazio-ne hanno condiviso la volontà dirinnovare la canzone italiana; glielementi che li accomunano sonoil realismo, la sincerità dei senti-menti e la vena esistenziale; la lo-ro “dimensione” è rappresentatadalla quotidianità, a livello lingui-stidìco e di contenuti.

I testi delle loro canzoni emana-no echi di poeti come Montale eGozzano, Saba e Pavese, Capronie Sbarbaro, ed anche del surreali-smo francese, in particolare nellecanzoni di Fabrizio de Andrè.

Ivano Nicolini interpreta branidi Umberto Bindi, Gino Paoli,Luigi Tenco, Bruno Lauzi, Fabri-zio de Andrè, Ivano Fossati, MaxManfredi, Fred Buscaglione, Ro-berto Vecchioni e Paolo Conte,con pianoforte e voce, su propriarrangiamenti.

Domenica 17 gennaio, ore 17Carnevale di Savona

Fanfare musicali a cura di“Pro Musica Antiqua”.

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domenica chiuso

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A Campanassa N.4/20156

L’ULTIMA OPERA DI MARIO NEBIOLOUna statua della Madonna della Misericordia nella storica

sede dell’Associazione “A Campanassa”di Padre Federico

Il repertorio artistico di MarioNebiolo (Rivoli, 1956) si arricchi-sce di una nuova opera a soggettoreligioso. Pochi mesi dopo la San-ta Teresa di Loano, presso il con-vento di Monte Carmelo, Nebioloha scolpito una Madonna dellaMisericordia di Savona. Commit-tente è Carlo Cerva Presidente del-l’Associazione A Campanassa diSavona. È necessario fare un po’di storia. Nel 1853, vale a dire 162anni fa, una statua in marmo dellaMadonna della Misericordia, col-locata nella nicchia tuttora esisten-te nella Sala dell’Anziania, nelcomplesso della Torre del Branda-le, era stata concessa a titolo di de-posito per la cappella delle Suoredi Nostra Signora della Misericor-dia. Da allora fino ad oggi la sta-tua è venerata dalle suore di que-sto Istituto fondato dalla santa Ma-ria Giuseppa Rossello (AlbissolaMarina 1811-1880).

Dopo tanto tempo però la Ma-donna ha deciso di tornare a rioc-cupare la sua bella nicchia in unodei luoghi simbolo di Savona. Al-l’artista incaricato si poneva a que-sto punto la scelta: o fare una sem-plice imitazione dell’opera origi-nale, oppure tentare qualcosa dinuovo, una interpretazione che an-dasse incontro al gusto esteticomoderno, pur consapevole del ri-schio elevato quando si va a ritoc-care una iconografia religiosa con-solidata da una venerazione popo-lare plurisecolare. ConoscendoNebiolo dico che non avrebbe po-tuto che fare propria la secondadelle due. La pietra usata è quelladi Verezzi, un blocco compattosolcato sul lato sinistro di chiguarda da una fessura bianca dicalcite e cristalli. Questo solco cheavrebbe potuto costituire un limiteal lavoro, attraverso il talento del-

l’artista è divenuto un elementodecorativo e per di più ricco di si-gnificato. Infatti conferisce un pa-thos suggestivo che proviamo adescrivere.

Sappiamo dall’agiografia delbeato Antonio Botta, al quale laMadonna apparve sulla sponda delLetimbro, che era un semplicecontadino pienamente inserito nel-l’ambiente naturale agreste. Quan-do per la prima volta si è verificatoil fatto soprannaturale (siamo nellaValle del Letimbro in località SanBernardo, nell’entroterra di Savo-na, il mattino del 18 marzo 1536)l’anziano uomo si stava rinfre-scando con l’acqua limpida deltorrente. Si può osservare che l’ac-qua sorgiva è presente spesso suiluoghi delle apparizioni mariane,chiaro riferimento alla creazione eanche alla redenzione, a quell’ac-qua e sangue sgorgati dal costatodi Cristo crocifisso. È qui che siinserisce l’intuizione sapiente del-

sembra avvolgerlo nel suo manto.L’artista ha voluto vederci chiaro eha deciso di documentarsi, recan-dosi presso il Museo della sculturaligure a Genova, dove in qualcherappresentazione le due figure ri-sultano in misura proporzionata.Così sarà anche per il Nebiolo.

Quando la statua è quasi finita,si scopre con sorpresa che è troppopesante per la parete che dovràreggerla. È un problema di inge-gneria statica. Nove quintali sonotroppi, al massimo 5, dice il tecni-co. È come se l’autore dovesseconcepirla una seconda volta, sot-toponendola a un lifting esteticoche cancelli quattro quintali di pe-so, senza gettare nulla dell’impian-to originario, anzi se possibileconferendogli un valore aggiuntodi bellezza. L’operazione riesce al-la perfezione.

La nicchia si trova ad una altez-za di 3 metri dal piano del pavi-mento, pertanto la Madonna si of-

lo scultore che trasferisce in quellafessura bianca del blocco di pietrail rimando all’acqua che sgorgabenefica e feconda, come unapioggia di grazie verso il Botta e ilpopolo a cui appartiene.

Scorrendo l’iconografia dellaMadonna della Misericordia a Sa-vona, l’edicola barocca del 1610in Via Pia ad esempio, collocaquasi sempre la figura del Bottapiù in piccolo sulla destra di chiguarda in ginocchio al fianco dellaMadonna, fuori proporzione ri-spetto a lei che gli tende le mani e

di questa pietra alla quale deve da-re forma e anima; sa che resiste esi ribella a colui che la scolpisce econ coraggio ingaggia come unalotta corpo a corpo per liberare lafigura dalla sua prigione.

Nostra Signora della Misericor-dia secondo Nebiolo è una donnamolto giovane dall’aria un po’smarrita come nelle Annunciazioniclassiche. Lo sguardo è dolce ecompassionevole e la figura si chi-na verso il mite Botta e verso lafatica e il dolore dell’uomo di ognigenerazione. Sembra sporgersidalla nicchia dove si trova comeposta in aggetto rispetto alla pare-te. L’autore ha preferito, alla fissi-tà ieratica della Madonna nell’im-magine tradizionale, imprimere unmovimento, un gesto, cosa che haincontrato così anche quello cheera il desiderio della committenza.Il movimento è suggerito anchedal mantello che si apre fino a ter-ra e dal panneggio che si stringe

fre allo sguardo dal basso. La fes-sura che attraversa la statua sugge-risce anch’essa una vista in pro-fondità. Per assecondare questoaspetto lo scultore spesso ha lavo-rato sdraiato per terra, altre volteha sopraelevato il blocco con at-trezzature meccaniche, per ricrearela stessa situazione.

La pietra ha come dei riflessipolicromi chiari e altri più scuri,tutti di una calda tonalità rosacea esi adatta bene a esposizioni con in-tensità differenti di luminosità.L’artista conosce le caratteristiche

alla vita disegnando i tratti dellafigura femminile. L’ampio velo, ri-corrente nelle opere dell’artista,vuole rendere anche il senso dismarrimento che ha sorpreso laVergine Annunziata e contempora-neamente suggerire il farsi caricodell’uomo, come fa il Cristo croci-fisso, il consolare l’umanità stancae il custodirci dagli smarrimentiumani.

Nebiolo ha iniziato la sua attivi-tà artistica come pittore e solo suc-cessivamente si è scoperto per ca-so scultore. Afferma di scolpire

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A Campanassa N.4/2015 7

con una impostazione e un atteg-giamento da pittore, paradossal-mente come fare un dipinto tridi-mensionale. Questo è suggeritodall’utilizzo di una linea e di su-perfici mai liscie e nella scelta dipietre colorate già di per sé espres-sive, nell’uso di punte di scalpelloparticolari. Lui la definisce una

scultura poco ortodossa, fuori daicanoni. Gli piace lavorare all’aper-to esposto ai cocenti raggi del soleo sferzato dal freddo vento di tra-montana, nello spazio aperto e li-bero, sotto lo sguardo critico degliamici della cava.

La Madonna della Misericordiaha voluto apparire all’inizio della

primavera, quando tutto riprendevita. La statua di Nebiolo fa perce-pire la novità che sta arrivando,trasparente e fresca come l’acqua.Riesce bene a esprimere l’amoredi tutta la città che il 18 marzo diogni anno percorre a piedi queisette chilometri che dal centro cit-tadino giungono fino al Santuario

per incontrare Nostra Signoradella Misericordia che continua-mente ripete: “Misericordia e nongiustizia, Figlio!”. A tutti noi l’au-gurio di un buon Anno della Mi-sericordia, voluto da Papa Fran-cesco per farci riscoprire il cuorepulsante del Vangelo di Gesù, ilVangelo della Misericordia.

È TORNATA!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!di Simonetta Bottinelli

Martedì 8 dicembre, nella storicaSala dell’Anziania, è stata “svelata”l’effigie della Madonna di Misericor-dia. Non a caso la data coincide con ilgiorno di apertura dell’Anno Santo.

Da tempo il desiderio di occupare ladesolante nicchia, vuota da 162 anni,serpeggiava tra i membri del ConsiglioGrande, ma a dare il via al Progettocon la ferma determinazione e, conce-detemelo, la testardaggine di sempre, èstato il nostro Presidente Carlo Cerva.

L’avvenimento si è naturalmentelegato al bicentenario dell’Incorona-zione della Vergine da parte di PapaPio VII e l’apertura del Giubileodella Misericordia indetto da PapaFrancesco.

Alle 15 nel Palazzo degli Anziani lagente in attesa era già molta; mentre ilGruppo Pro Musica Antiqua provavagli ultimi pezzi, i Consiglieri facevanodel loro meglio per permettere ai nu-merosi intervenuti di accomodarsi insala: più di trecento le presenze, nellevarie sale, atrio e scale, secondo fontiattendibili.

Anche la prestigiosa Sala dell’Aba-te, comunicante con la Sala Grande èstata messa a disposizione del pubblico

in modo da permettere a chi era sem-plicemente arrivato in orario, l’ascoltodei brani di “Pro Musica Antiqua” e diquelli del Maestro Nicolini. Gli artistisi sono alternati con musiche religiosenei vari interventi, regalandoci mo-menti di indiscusso pathos.

Numerosi i rappresentanti delle au-torità civili, militari e religiose.

Il Presidente Cerva ha aperto il po-meriggio ringraziando per l’impegnocoloro che si sono adoprati per permet-tere che la Madonna fosse sistematanella sua nicchia.

Il Presidente ha salutato con partico-lare trasporto Mons. Vescovo, con ilquale ha condiviso, fin dall’inizio, l’i-dea di questo Progetto, e con veragioia, per ovvi motivi, Suor BeatrizLasalle, Madre Superiora Generaledelle Figlie di N.S. di Misericordia, eSuor Mansueta Dal Cielo, SegretariaGenerale.

Cerva, nell’esporre al pubblico larealizzazione del Progetto, ha manife-stato attimi di commozione coinvol-gendo nel particolare momento storico-religioso il pubblico presente.

L’Assessore Elisa di Padova in rap-presentanza dell’Amministrazione Co-

munale, si è soffermata, con grande ca-pacità di osservazione, su alcuni parti-colari della scultura distribuendo il suosorriso contagioso. Magico il momentoin cui il Vescovo, Monsignor Lupi, ilPresidente Cerva e il nostro scultoreNebiolo hanno scoperto la statua dellaMadonna soddisfacendo la curiositàdei presenti.

Io, in piedi, sistemata nell’androneprospiciente la Sala, ho colto un silen-zio di grande rispetto nel momento incui il medico-scultore Mario Nebioloha preso la parola.

Ha parlato della fatica necessaria afar “dimagrire” la sua creatura, troppopesante in origine, della roccia rosa diVerezzi, pietra reperita in una cava or-mai in disuso, della colorazione rosache sicuramente ben si addice al grigiodella nicchia e all’ambiente datato del-la Sala; ha parlato inoltre delle venatu-re di calcite, ricche di fossili; in tempiassai lontani, infatti, le montagne dellacosta si trovavano sotto il livello delmare. Lo scultore ci ha comunicato ilsuo travaglio interiore nello sceglierecosa lasciare e cosa togliere di quellaroccia così variegata.

Ha avuto la meglio la spontaneità: è

rimasto ciò che la roccia mostrava inorigine creando un effetto cromatico disicuro effetto.

“Spero piaccia anche a voi” è stato ilsuo commiato; un’ovazione di pubbli-co ha risposto che piaceva, sì, piacevamolto.

Il nostro Vescovo ha poi rivolto pa-role affettuose alla nostra Associazio-ne, in particolare per questa iniziativa,soffermandosi poi, con profondo senti-re, sugli eventi che stiamo celebrando:Bicentenario dell’incoronazione diN.S. di Misericordia e Giubileo dellaMisericordia e sul grave momento chestiamo vivendo.

Il nostro Vescovo ha poi impartitola Benedizione Solenne ai presenti edalla Statua appena scoperta.

A poco a poco la sala si svuota: fi-nalmente riesco ad entrare e a guardarecon un pizzico di intimità quella sta-tua: il Botta, rispettoso, ai piedi di Ma-ria, il rosa della pietra si è ormai con-quistato la Sala, la Madonna, di chiarolinguaggio artistico contemporaneo, hail capo reclinato verso il basso; il vol-to è dolcissimo: Lei sta guardando mee mi sorride.

S.B.

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A Campanassa N.4/20158

8 DICEMBRE 2015

Donna, sei tanto grande e tanto vali,Che, qual vuol grazia e a te non ricorre,

Sua disianza vuol volar senz’ali.

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A Campanassa N.4/2015 9

8 DICEMBRE 2015

La tua benignità non pur soccorreA chi domanda, ma molte fiateLiberamente al domandar precorre

In te misericordia, in te pietate,In te magnificenza, in te s’adunaQuantunque in creatura è di bontate

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A Campanassa N.4/201510

“A CAMPANASSARINGRASSIA 2015”

Il Consiglio Grande si è moltointerrogato quest’anno riguardo achi consegnare il “A Campanassaringrassia”: Riconoscimento as-segnato nella Giornata del Con-fuoco a un Savonese o a una Sa-vonese che si sia decisamente di-stinto/a in un particolare ambito,facendo onore al nome della suacittà. Dal momento che la sceltasembrava particolarmente ardua,si è pensato di fare riferimento aiclassici e, rivolgendo la nostra at-tenzione alla Grecia, maestra dicultura, al fine di interessare piùArti, ci siamo lasciati ispirare da3 delle 9 MUSE che Esiodo citanella sua TEOGONIA:

TALIA, colei che è festiva, laCOMMEDIA: ha una maschera,una ghirlanda d’edera e un bastone;

EUTERPE, colei che rallegra;appare nell’atto di suonare il flauto;

CALLIOPE, colei che ha unabella voce: ha ascoltato e ispiratomolti poeti, mostra nella manouna tavoletta di cera e uno stilo.

Ognuna delle tre fanciulle, sor-ridendo, ci ha donato un nome:eccoli!!!!!!!!!!!!!!!

OLGA GIUSTO: attrice e re-gista della Compagnia Teatrale“A Campanassa” dal lontano1983.

Nel 2003 l’AmministrazioneComunale, per sottolinearne ilprestigio, autorizzava la Compa-gnia ad arricchire la propria de-nominazione con “Città di Sa-vona”.

Il dialetto è stato una scelta co-raggiosa e importante che ha pa-gato la fatica di chi ha organizza-to , operato e ci ha profondamen-

te creduto: Olga per prima.In una trentina d’anni di attivi-

tà, sono state messe in scena cir-ca 600 rappresentazioni in nume-rosissimi teatri della Regione:rappresentazioni in cui Olga hacamaleonticamente vestito i pan-ni dei personaggi più svariatidando di sé il meglio come attri-ce e come regista.

Numerosi i Premi raggiunti; necitiamo uno per tutti: il “Premioalla Carriera” ricevuto a Chia-vari nel 2011 e da non dimentica-re l’Omaggio affettuoso chel’Associazione ha voluto dedicar-le nel novantesimo anno dellasua fondazione. GIUSTO FRANCO TRIO”

(Francesco Barone al contrabbas-so, Fabrizio Poggi alla batteria)con un programma basato preva-lentemente su rivisitazioni di bra-ni classici di autori famosi. Il de-butto è da ricordare anche per lacornice d’insieme: era l’11 Aprile2010 al TEATRO SACCO diSavona.

Numerosi i CD su cui sono sta-ti immortalati momenti musicalisolitari o del trio, fra gli ultimi ri-cordiamo quello del 2012:“GIUSTO FRANCO PLAYSGIUSTO FRANCO”.

ERMANNO MINUTO: hafrequentato l’Istituto TecnicoCommerciale “P. Boselli”; haconseguito il Diploma da Ragio-niere e la Laurea in Economia eCommercio.

Dal 1982 risiede in Brasile. Nel2002 ha pubblicato la raccolta diPoesie Dialettali “A CANTIA DIRAVATTI”, alcune sue poesie so-no incluse nell’Antologia di autori

Italiani presso la “FORDHAMUNIVERSITY di NEW YORK”;del 2005 è “Il gusto aspro dellemore e altri racconti”.

Del 2013 è la seconda raccoltadi poesie in vernacolo “A CU-LANN-A DE MARGHEITIN”,il cui titolo, scelto “ad hoc” dal-l’autore, ha un obiettivo benchiaro che lui stesso spiega:“Questa mia fatica è solo untentativo di dare ogni tanto unnodo al mio filo per evitare chequando esso si strapperà defi-

Olga Giusto.

Giusto Franco.

Ermanno Minuto.

nitivamente le perline si spar-paglino sul pavimento e finisca-no negli angoli scuri della cuci-na dove resterebbero, scordateper sempre, fino a quando uncolpo di scopa non se le porteràvia. È cioè il tentativo di tenereintatta nel tempo un’altra col-lana: quella della mia vita: lamia lunga collana di perline co-lorate”.

GIUSTO FRANCO: pianistae compositore; si è diplomato alConservatorio Statale di Musica“N. Paganini” di Genova.

Ha vissuto numerose esperien-ze come pianista, compositore,docente, interprete.

Impossibile elencare tutte lesue prestigiose esibizioni in Italiae all’estero.

Del 2010 è la nascita de “IL

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A Campanassa N.4/2015 11

Il grande vaso in fase di lavorazione,il piccolo vaso ed il piatto,

dedicati al Bicentenariodella Incoronazione dell’Immagine

di N.S. di Misericordia da partedel Papa Pio VII ed al ritorno della statua

di Nostra Signora nella nicchiadel Salone dell’Anziania.

CUNFÖGU

Prezioserealizzazionidella FornaceStudio Ernandi Albisola Superiore.Si possono ammirarein anteprima nellavetrina di Taftàin Piazza dellaMaddalena.

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A Campanassa N.4/201512

CARNEVALE

Cicciolin, re del Carnevale di Sa-vona.

Segue la sfilata per le vie cittadi-ne (Via Gramsci, Calata P. Sbarba-ro, C.so Mazzini, C.so Italia, ViaNiella, Piazza Mameli, Via C. Bat-tisti, C.so Italia, P.zza Sisto IV)con arrivo verso le ore 17,30 allaCasa Comunale, ove si svolge lacerimonia di consegna delle chiavidella Città da parte del sig. Sinda-co alla presenza delle autorità cit-tadine. Proclamazione, quindi, del-l’inizio ufficiale del Carnevale coninvestitura di Sua Maestà Cicciolina Maschera Ufficiale di Savona.Ore 18,00

Giro per il centro cittadino ditutte le maschere e accoglienza daparte dei commercianti.Ore 19,00

Ritorno in Campanassa.Poi a cena con Cicciolin.

CONSEGNA DELLE CHIAVIDELLA CITTÀ DI SAVONAALLA MASCHERASAVONESE“CICCIOLIN”

PROGRAMMAOre 15,30

Ritrovo delle maschere parteci-panti davanti alla Campanassa Ore 16,00

Arrivo dal mare, davanti alloscaletto della Torretta, a bordo delveliero “Rosetta” comandato daGiuseppe Veirana, di Sua Maestà

CICCIOLIN

Domenica 17 febbraio 2016Carnevale - Re Cicciolin, la

sua corte, i suoi marinai, ripor-tano le chiavi al Sindaco.

Domenica 17 gennaio 2016,Cicciolin arriverà dalmare accolto dal Presidentee dai componenti del ConsiglioGrande della “A Campanassa”,da numerose maschere amichee dalla Cittadinanza savonese.Come ogni anno si recherà inComune per ricevere dal Sinda-co le chiavi della Città e dareinizio alle manifestazioni diCarnevale.

STORIA O LEGGENDA DELLAFARINATA BIANCA SAVONESE

di Aldina Rapetto

La Farinata è una meravigliadella cucina savonese cono-sciuta in tutto il mondo, quellagialla di ceci è la più antica, an-che di questa i genovesi ne re-clamano l’invenzione, come ditante altre eccellenze: la nascitadi Colombo, per esempio. LaFarinata bianca invece è pro-prio savonese e proprio in que-sti giorni, un anziano signore diorigine savonese mi ha raccon-tato come è nata. Non so se siastoria o leggenda sta di fattoche è veramente carina e la rac-conto anche a voi.

Quando Andrea Doria nel1528 conquistò e distrusse granparte della città di Savona, fuinterrato il porto e negli annisuccessivi fu distrutta tutta l’a-

cropoli di Savona sul Priamarcompresa l’antica cattedrale,cominciò per la città un periodomolto difficile.

La fame divenne uno spettrotangibile per tutta la popolazio-ne e la farinata di ceci che co-stituiva uno dei cibi largamenteconsumati, divenne anch’essaun lusso perchè i genovesi ap-plicarono una tassa gravosa suiceci, monopolizzando la forni-tura di essi su tutto il territorio.

I savonesi a questo puntoprovarono a sostituire la farinadi ceci con la farina di granocon grandissimo smacco per igenovesi e inventando la fari-nata bianca che ancora oggi èun vanto per la cucina del no-stro territorio. A.P.

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A Campanassa N.4/2015 13

Appuntamenti annuali, entrati nella tradizione dei savonesi, caratterizzati dalla valorizzazione della nostra cucina tipica. Sono comprese tra IL 10 GEN-NAIO E IL 9 FEBBRAIO, periodo di Carnevale, si sospendono nel periodo della Quaresima, riprendono DAL 29 MARZO AL 31 MAGGIO. Il piatto pro-posto quest’anno è “BACALÀ E STUCHEFISCIU in tütte e mainee”, oltre ad un menù tipico ligure.

E SEJANN-E CUNVIVIÄLI 2016

HOSTARIA “IL SALE DEL MATTO”Via IV Novembre 12 r Savona tel. 019.804842Antipasti: Polpette di baccalà, Novelli con zuc-chine. Primo: Ravioli di baccalà su crema dicannellini. Secondo: Insalata di stocco. Dessert:Biancomangiare al profumo di limone e cannella.Bevande: 1/4 di vino, acqua e caffè.Martedì 12 gennaio. Venerdì 15 gennaio.Martedì 19 gennaio. Venerdì 22 gennaio.Martedì 26 gennaio. Venerdì 29 gennaio.Martedì 2 febbraio. Venerdì 5 febbraio.Martedì 9 febbraio. Martedì 29 marzo.Venerdì 1 aprile. Martedì 5 aprile.Venerdì 8 aprile. Martedì 12 aprile.Venerdì 15 aprile. Martedì 19 aprile.Venerdì 22 aprile. Martedì 26 aprile.Venerdì 29 aprile. Martedì 3 maggio.Venerdì 6 maggio. Martedì 10 maggio.Venerdì 13 maggio. Martedì 17 maggio.Venerdì 20 maggio. Martedì 24 maggio.Venerdì 27 maggio. Martedì 31 maggio.

CENA ORE 20

LA LOCANDA DEL CONTADINO“MARINO” (ex bunker)

Via Nizza 268 r. Zinola (SV) cell. 377.6885738Antipasto: Terrina tiepida di baccalà porri euvetta su tenera insalatina: Primo: Raviolotti distoccafisso con olive e pinoli. Secondo: tranciodi baccalà gratinato al pistacchio su salsa allozafferano. Dessert: Della casa. Bevande: 1/4 divino, acqua, caffè.Tutte le domeniche, lunedì, mercoledì egiovedì seradei due periodi. CENA ORE 20

“OSTERIA CON CUCINA E FARINATA”di Delgrande Giorgio - Via Pia 15 r. SavonaAntipasti: Farinata di grano e ceci, Farinata conbaccalà. Primo: Baccalà gratinato con bescia-mella. Secondo: Buridda di stoccafisso. Des-sert: Dolce o frutta. Bevande: 1/4 di vino nostra-lino rosato, acqua.Mercoledì 20 gennaio. Mercoledì 27 gennaio.Mercoledì 3 febbraio. CENA ORE 20

OSTERIA ITALIA Via Cimavalle 19/21 Santuario-Savonacell. 348.4964199Antipasti: Insalata di baccalà, finocchi e arance,Polpettine di stoccafisso piccanti con composta dicipolle, Caprino fresco con sfilacci, Patate ripienegratinate. Primi: Vellutata di zucca con stoccafis-so e speck, Gnocchi di castagne al pesto avvanta-giato. Secondo: Buridda di stoccafisso. Dessert:Della casa. Bevande: 1/4 vino, acqua, caffè.Venerdì 15 gennaio. Sabato 16 gennaio.Venerdì 29 gennaio. Sabato 30 gennaio.Venerdì 5 febbraio. Sabato 6 febbraio.Venerdì 1 aprile. Sabato 2 aprile.Venerdì 15 aprile. Sabato 16 aprile.Venerdì 29 aprile. Sabato 30 aprile.Venerdì 13 maggio. Sabato 14 maggio.Venerdì 27 maggio. Sabato 28 maggio.

VENERDÌ A CENA - SABATO A PRANZO

OSTERIA “MOLINI” di Giusto P. e Mameli D.Via Molini 1 r. Quiliano (SV) cell. 366.9344638Antipasti: Friscio di baccalà, Panizza, Tortasalata, Volauvent allo Stoccafisso. Primi:Taglierini con sugo di baccalà, Trofie al pesto,patate e fagiolini. Secondo: Coniglio alla ligu-re. Dessert: Dolce della casa. Bevande: 1/4 divino della casa a testa, acqua.Giovedì 7 aprile. Giovedì 21 aprile.Giovedì 5 maggio.Giovedì 19 maggio. Giovedì 26 maggio.

CENA ORE 20

RISTORANTE MUGUGNI E TRENETTEPiazza Lavagnola 26 Savona cell. 333.1914255PRIMO PERIODO: Antipasti: Misto della casa,Frittelle di baccalà. Primi: Minestrone alla geno-vese. Spaghetti con acciughe e olive taggiasche.Secondo: Buridda di stoccafisso. Dessert: Dellacasa. Bevande: 1/4 di vino, acqua e caffè.SECONDO PERIODO: Antipasti: Misto della casa,Frittelle di baccalà. Primi: Trofie al pesto avvan-taggiato, Pansotti al sugo di noci. Secondo: Pol-po con patate. Dessert: Della casa. Bevande: 1/4

di vino, acqua e caffè.Tutti i giovedì sera e tutte le domenichea mezzogiorno.

RISTORANTE FUORIDALLERIGHE BISTROTVia Pia 118 r. Savona tel. 019.4501094PRIMO PERIODO: Antipasto: Antipasto mistoFuoridallerighe. Primi: Gnocchi crema carciofie nocciole, Gnocchi broccoli noci e baccalà.Secondo: Terrina di baccalà con salsa di melecarciofi ripieni. Dessert: Dolce della casa.Bevande: 1/4 di vino, 1/2 di acqua.SECONDO PERIODO: Antipasto: Fantasia a modomio. Primi: Turle con buridda di scoccafisso,Lasagna con verdure e crema tofu. Secondi:Polentina bianca con baccalà alla ligure, Torta diverdure alla ligure. Dessert: Dolce della casa.Bevande: 1/4 di vino, 1/2 di acqua.Tutte le sere di lunedì, giovedì e domenica.

CENA ORE 20

RISTORANTE “VILLA NOLI”di Saccato L. & C. s.a.s.Via Cimavalle 57 Santuario-Savonatel. 019.879154Antipasti: Flan di porri con crema di baccalà,Baccalà in pastella, Involtino di peperone grati-nato ripieno di baccalà e ricotta. Primo: Fettuc-cie con baccalà alla Puttanesca. Secondo: Zimi-no di fagioli e baccalà. Dessert: Il nostro gelatoalla crema con torta di frutta secca e prugne.Bevande: 1/4 vino, 1/2 acqua, caffè.Tutti i venerdì sera e domenica a pranzo delprimo periodo. Tutti i giovedì e venerdì seradel secondo periodo.

RISTORANTE “NAZIONALE”di Ciocca A.F. e M. sncVia Astengo 7 r Savona tel. 019.851636Antipasti: Insalatina di rucola e gamberetti, Torti-no di verdure, Baccalà in frittella. Primo: Taglia-telle casalinghe. Secondi: Spalla di maiale al fornocon patatine, Stoccafisso in “buridda”. Dessert:Dolce della casa. Bevande: Vino, acqua e caffè.Sabato 16 gennaio. Sabato 6 febbraio.Martedì 9 febbraio. Sabato 9 aprile.

CENA ORE 20

RISTORANTE “BARBAROSSA”di Accinelli SergioVia Niella 36 r. Savona tel. 019.814804cell. 347.3107872Menu completo su richiesta senza glutineAntipasti: Panissette fritte, Capon magro di bac-calà, Farinata di ceci al baccalà, Stoccafisso“brand de cujùn”, Baccalà in guazzetto Barbaros-sa. Primo: Riso arrosto con baccalà, verdure efrutti di mare. Secondo: Buridda di stoccafissocon patate. Dessert: Torta casalinga di nocciolecon crema al vino passito. Bevande: 1/4 di vinosfuso, acqua e caffè.Giovedì 14 gennaio. Giovedì 21 gennaio.Giovedì 28 gennaio. Giovedì 4 febbraio.Martedì 9 febbraio. Giovedì 31 marzo.Giovedì 14 aprile. Giovedì 28 aprile.Giovedì 12 maggio. Giovedì 26 maggio.

CENA ORE 20

RISTORANTE LA BARCACCIAdi Majale e C s.a.s.Corso C. Colombo 46/48 r. Savona tel. 019.812973Antipasti: Millesfoglie di baccalà al timo e cipollecaramellate, Insalatina con frutta secca, Frittelle dibaccalà. Primo: Tortelli di baccalà o Spaghetti alragù di pesce. Secondo: Buridda di stoccafisso oFrittura mista di pesce. Desserts. Bevande: 1/4 divino a persona, acqua e caffè.Venerdì 15 gennaio. Lunedì 18 gennaio.Venerdì 22 gennaio. Lunedì 25 gennaio.Venerdì 29 gennaio. Lunedì 1 febbraio.Venerdì 5 febbraio. Lunedì 8 febbraio.Venerdì 1 aprile. Lunedì 4 aprile.Venerdì 8 aprile. Lunedì 11 aprile.Venerdì 15 aprile. Lunedì 18 aprile.Venerdì 22 aprile. Lunedì 29 aprile.Venerdì 6 maggio. Lunedì 9 maggio.Venerdì 13 maggio. Lunedì 16 maggio.Venerdì 20 maggio. Lunedì 23 maggio.Venerdì 27 maggio. Lunedì 30 maggio.

CENA ORE 20

RISTORANTE CLUB NAUTICODI SAVONA S.r.l.Piazza D’Alaggio 3 r. Savona tel. 019.8485276cell. 335.7553686Antipasti: Fritelline di baccalà, Baccalà manteca-to brand de cujùn, Insalata stoccafiso con fagioli eolive taggiasche. Primo: Trofiette con baccalà epomodoro secco o Pennette con stoccafisso mire-poix di pomodorini e olive taggiasche o Gnocchialla crema di rosmarino. Secondo: Stoccafisso inumido o Polpo alla diavola, Baccalà del C.N.S.(pomodoro fresco, cipolle di Tropea, capperi e oli-ve taggiasche). Bevande: 1/4 di vino, acqua e caffè.Tutti i martedì e giovedì sera dei due periodi.

CENA ORE 20

RISTORANTE BAGNI NILOdi L. Venturino & C. s.a.s.Prolungamento a marePasseggiata W. Tobagi 7 Savonatel. 019.821191 cell. 334.6206146 (Luca) -349.1280880 (Lorenza)PRIMO PERIODO: Antipasto: Ciuppin alla savonesecon crostoni di pane. Primo: Ceci in zimino concotechini o zampini. Secondo: Stoccafisso allamainesca. Dessert: Genoise (Sacripantina) con cre-ma all’arancia. Bevande: 1/4 di vino, acqua e caffè.Sabato 16 gennaio, cena. Sabato 30 gennaio, cena.Domenica 31 gennaio, pranzo.Sabato 6 febbraio, cena.SECONDO PERIODO: Antipasti: Formaggetta di Stellacon olivette taggiasche e Torta Pasqualina. Primo:Ravioli di boragine alle erbe. Secondo: Buridda distoccafisso con patate e funghi. Dessert: Panna cottaal basilico. Bevande: 1/4 di vino, acqua e caffè.Sabato 2 aprile. Sabato 16 aprile.Domenica 17 aprile. Sabato 30 aprile.Sabato 14 maggio. Sabato 28 maggio.SABATO A CENA - DOMENICA A PRANZO

RISTORANTE CAFFÈ CABOTOdi Cammisa Maria CristinaVia Caboto 25 r Savona tel. 019.7702077Antipasti: Brandade tiepida di baccalà alla mag-giorana, Frittelle di baccalà. Primo: Ravioli dibaccalà su vellutata di piselli. Secondo: Buriddadi stoccafisso. Dessert: a scelta. Bevande: 1/4 divino, 1/2 acqua e caffè.Giovedì 28 gennaio. Giovedì 4 febbraio.Giovedì 7 aprile. Giovedì 21 aprile.Giovedì 5 maggio. Giovedì 19 maggio.

CENA ORE 20

RISTORANTE “U FUNDEGU”di Antonio PettinatoVia Spotorno 87 Albissola Superioretel. 3319280331Antipasti: Crocchette di baccalà e patate, Insalatatiepida di stoccafisso e verdure di stagione, Bac-calà mantecato, Flan di baccalà e zucca su cremadi formaggio. Primo: Lasagnette di baccalà.Secondi: Bocconcino di baccalà all’olio con sal-sa verde, Baccalà al forno. Dessert: Dolce dellacasa. Bevande: 1/4 di vino, acqua e caffè.Tutte le domeniche sera. CENA ORE 20

RISTORANTE “U TREI DE PICCHE”Piazza della Chiesa 6 Valleggia-Quilianotel. 019.2100182PRIMO PERIODO: Antipasto: Tris di antipasti del-la casa. Primo: Spaghetti con lo stoccafisso.Secondi: Buridda di stoccafisso, Coniglio allaligure. Dessert: Dolce della casa. Bevande: 1/4 divino, 1/2 di acqua, caffè.Venerdì 15 gennaio. Venerdì 22 gennaio.Venerdì 29 gennaio.Venerdì 5 febbraio. Giovedì 31 marzoSECONDO PERIODO: Antipasto: Formaggetta conle olive. Primo: Minestrone alla ligure. Secondi:Baccalà alle cipolle rosse e olive, Stoccafisso coni ceci. Dessert: Dolce della casa. Bevande: 1/4 divino, 1/2 di acqua, caffè.Venerdì 8 aprile. Venerdì 15 aprile.Venerdì 22 aprile. Venerdì 29 aprile.Venerdì 6 maggio. Venerdì 13 maggio.Venerdì 20 maggio. Venerdì 27 maggio.

CENA ORE 20

RISTORANTE DOMINIO MAREdi Felisatti GiorgioLocalità San Sebastiano 6 Bergeggi (SV)tel. 019.2570300 - cell. 348.0916047Antipasti: Baccalà alla Vicentina, Stoccafissobollito con patate, Pomodoro fresco e olive verdi.Primi: Spaghetti al baccalà, Zuppa di ceci e bac-calà. Secondi: Baccalà alla pizzaiola, Stoccafissocon aglio, olio, pinoli e acciughe salate. Dessert:Della casa. Bevande: 1/4 di vino, acqua e caffè.Tutti i venerdì sera dei due periodi.

CENA ORE 20

TRATTORIA “GIARDINO”di Giordano SaraVia C. Briano 5 Valleggia (SV) tel. 019.881157Antipasto: Baccalà a l’aggiadda. Primo: Riso alforno con baccalà. Secondi: Stocche e bacilli,Stocchefisce a-o forno. Dessert: Della casa.Bevande: 1/4 di vino a testa, acqua e caffè.Sabato 23 gennaio. Sabato 30 gennaio.Sabato 20 febbraio. Sabato 27 febbraio.Sabato 16 aprile. Sabato 7 maggio.Sabato 21 maggio. CENA ORE 20

TRATTORIA “DA GIUAN”Via Piave 226 Vado Ligurecell. 342.7810078 - 346.0889195Prenotazione obbligatoria entroil giovedì precedenteAntipasti: Guazzetto di frutti di mare assortiti,Alici panate su letto di insalatina delicata e aran-ce. Primo: Scrigno di crepes al merluzzo e scaro-la su salsina di pomodoro. Secondo: Baccalà conolive e patate alla ligure. Dessert: Charlotte digelato al forno su passatina di fragole al moscato.Bevande: 1/4 di vino sfuso della casa (Rosso,Rosè o Bianco) a scelta, 1/2 minerale.Tutti i sabato sera dei due periodi.

CENA ORE 20

TRATTORIA LA PERGOLAdi Brignone GiorgioVia Torcello 3 r. Valleggia-Quiliano (SV)tel. 019.882541 - cell. 347.2367123Antipasti: Focaccia di patate, Sformato di stocca-fisso, Insalatina di panissa. Primo: Trofie constoccafisso e porri o Tagliolini con stoccafisso,pomodoro e olive. Secondo: Stoccafisso “brandde cujùn” con verdura di stagione. Dessert: Dol-ce della casa del giorno. Bevande: Vino sfusodella casa fino a 1/4 a persona, acqua e caffè, tuttocompreso!!Giovedì 14 gennaio. Giovedì 21 gennaio.Giovedì 28 gennaio. Giovedì 4 febbraio.Giovedì 7 aprile. Giovedì 14 aprile.Giovedì 21 aprile. Giovedì 28 aprile.Giovedì 5 maggio. Giovedì 12 maggio.Giovedì 19 maggio.

CENA ORE 20

TRATTORIA FARINATA DA MARCO“SUTTURIVA”Via Piave 5 Albisola Superiore (SV)tel. 019.480803 - cell. 333.4643283Gradita la prenotazioneAntipasti: Catalana di stoccafisso, Formaggetta conolive, baccalà fritto. Primo: Farinata di grano constoccafisso e carciofi. Secondo: Baccalà al verdecon verdure lessate. Dessert: Dolce alla carta.Bevande: Vino sfuso della casa 1/4, acqua e caffè.Mercoledì 20 gennaio. Giovedì 21 gennaio.Mercoledì 6 aprile. Giovedì 7 aprile.Mercoledì 4 maggio. Giovedì 5 maggio.

CENA ORE 20

TRATTORIA “IN CIASSA”di Zoni FrancescaVia Della Rovere 27 Savonatel. 019.488660 - cell. 347.2932144Antipasti: Salame e tomini, Cima, Torta pasqua-lina con sformato di baccalà con patate alla ligu-re, Stoccafisso “In Ciassa”. Primo: Ravioli dibaccalà con pinoli, pomodoro fresco e olive tag-giasche o Tagliolini con ragù di coniglio o Ravio-li di verdura alle nocciole. Secondo: Coniglioalla ligure o Buridda di stocafisso o arrosto allenocciole con verdure di stagione. Dessert: Dolcedella casa. Bevande: 1/4 di vino, 1/2 acqua e caffè.Tutti i mercoledì. CENA ORE 20

TRATTORIA “SAN ROCCO”Via Restagno 1 Altare (SV) tel. 019.58256PRIMO PERIODO. Antipasti: Coculli con salame diSant’Olcese, Cestino di Baccalà e aioli, Branda-cujun all’extravergine di Ranzo. Primo: Mezzemaniche di Gragnano con baccalà, pomodorinipachino, basilico e timo. Secondo: Buridda distoccafisso. Dessert: Della casa. Bevande: 1/4 divino a testa, minerale e caffè compresi.Domenica 10 gennaio. Sabato 16 gennaio.Sabato 23 gennaio. Sabato 30 gennaio.Sabato 6 febbraio. Domenica 7 febbraio.SECONDO PERIODO. Antipasti: Pinzimonio dibaccalà, Frittatine di erbe selvatiche con esquisa-de di baccalà, Flan di piselli con crema al parmi-giano. Primo: Tortelli di baccalà con pomodoroprofumato al limone. Secondo: Baccalà in crostadi patate. Dessert: Della casa. Bevande: 1/4 divino a testa, minerale e caffè compresi.Sabato 2 aprile. Sabato 9 aprile.Sabato 16 aprile. Sabato 23 aprile.Sabato 30 aprile. Sabato 6 maggio.Sabato 14 maggio. Sabato 21 maggio.Sabato 28 maggio. Domenica 29 maggio.

SABATO A CENADOMENICA A PRANZO

TRATTORIA DEL MOLINOdi Rossello GiovanniPiazza Cairoli 1 Ellera-Albisola Superiore (SV)tel. 019.49043 - cell. 340.7704763Antipasto: Stoccafisso e baccalà. Primi: Pansottialle noci, Tagliatella al baccalà. Secondi: Buriddadi stoccafisso, Baccalà al forno. Dessert: Mistodel Molino. Bevande: 1/4 di vino Ellerino biancoo rosso, acqua e caffè.Tutti i venerdì dei due periodi. CENA ORE 20

HOSTARIA “IL SALE DEL MATTO”LA LOCANDA DEL CONTADINO“MARINO”“OSTERIA CON CUCINA E FARINATA”OSTERIA ITALIAOSTERIA “MOLINI”RISTORANTE MUGUGNI E TRENETTERISTORANTE FUORIDALLERIGHE BISTROTRISTORANTE “VILLA NOLI”RISTORANTE “NAZIONALE”RISTORANTE “BARBAROSSA”RISTORANTE LA BARCACCIARISTORANTE CLUB NAUTICODI SAVONARISTORANTE BAGNI NILORISTORANTE CAFFÈ CABOTORISTORANTE “U FUNDEGU”RISTORANTE “U TREI DE PICCHE”RISTORANTE DOMINIO MARETRATTORIA “GIARDINO”TRATTORIA “DA GIUAN”TRATTORIA LA PERGOLATRATTORIA FARINATA DA MARCO“SUTTURIVA”TRATTORIA “IN CIASSA”TRATTORIA “SAN ROCCO”TRATTORIA DEL MOLINO

€ 25 a persona,bevande comprese.BUON APPETITO!

È gradita la prenotazione

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A Campanassa N.4/201514

PRIAMÀR: PARTE DELL’ABSIDEROMANICA DELL’ANTICA CATTEDRALE

TORNA A VEDERE LA LUCEdi Rinaldo Massucco

Alla fine dello scorso mese diottobre è stato avviato il cantieredei lavori finanziati dal “P.O.R.FESR Liguria (2007-2013) - Asse3 - Sviluppo Urbano P.I. Savona -Intervento n. 18 - 2° lotto - 2°stralcio - Passerella ciclo-pedo-nale e consolidamento muraturefortezza”.

Dalle pagine di questo giornaleabbiamo ribadito più volte l’as-surdità di porre tale inutile passe-rella proprio davanti al promonto-rio roccioso del Priamàr e alle

dell’antica cattedrale di Savona,per sessant’anni rimaste masche-rate dalla tettoia, che avevo pre-sentato sul numero 2/2014 del“Giornale della Campanassa”, do-po averle individuate nelle foto-grafie storiche (Ansaldo 1954).

C’era il timore che tali strutturefossero state danneggiate dai la-vori eseguiti dallo stabilimentoindustriale negli anni 1953-1970,per la costruzione della galleriaferroviaria ILVA e della tettoiaadiacente, ma per fortuna tutto sipresenta ancora come negli anniCinquanta del Novecento.

Si tratta di un’arcata a tutto se-sto, a doppio ordine di conci, chesostiene una muratura in pietra avista, il tutto attribuibile al perio-do romanico dell’antica cattedraledel Priamàr.

C’è da sperare che l’interessan-te architettura non venga nuova-mente mascherata dall’ingom-brante passerella ciclo-pedonaleche le sta per sorgere accanto.

R.M.

L’interessante arcata lapidea a doppio ordine di conci posta a sostegno dell’abside del-l’antica cattedrale del Priamàr, tornata a vedere la luce nello scorso mese di ottobre. Particolare dei conci lapidei dell’arcata.

Auguri

strutture superstiti dell’abside del-l’antica cattedrale.

Nell’ambito dei lavori in corso,appaltati per l’importo di685.667,76 euro (al netto dell’I-VA), una sola parte è invece utilee positiva, quella relativa al con-solidamento delle murature cin-que- seicentesche della fortezzache rivestono il basamento del-l’abside della cattedrale (finanzia-to per l’importo di 139.571 euro,al netto dell’IVA, dopo il ribassod’asta del 28,79% offerto dal rag-

gruppamento d’imprese che havinto l’appalto).

Il consolidamento porrà rime-dio al degrado della muratura,eretta a picco sulla falesia roccio-sa contro la quale sino alla metàdel XVIII secolo si frangevano leonde del mare: per qualche tem-po (quanto però non si sa...) im-pedirà che cadano mattoni e pie-tre sulla testa di chi percorrerà ilsottostante percorso ciclo-pedo-nale di prossima realizzazione,che sarà purtroppo eretto in stret-ta adiacenza alle mura.

Come primo lavoro è stata ri-mossa la pesante tettoia metallicache negli anni Sessanta-Settantaera stata innalzata nel piazzalesotto all’abside dalla società side-rurgica Ilva-Italsider, a protezionedalla caduta di pietre e mattonidalle murature sovrastanti (nei de-cenni vi si era accumulato sopraun significativo cumulo di mace-rie).

È stato così possibile rivedere efotografare le strutture lapidee disostegno dell’abside romanica

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A Campanassa N.4/2015 15

Sabato 12 dicembre p.v., alleore 10,15, le associazioni “ACampanassa”, “Italia Nostra” e“Società Savonese di Storia Pa-tria” organizzano una visita gui-data alla scoperta del nuovo rad-doppiato allestimento del MuseoArcheologico, al primo piano dellaLoggia del Castello Nuovo, sulPriamàr.

Solo negli ultimi 23 mesi è statoinfatti possibile disporre nuova-mente di tale piano della Loggia,dove (con la collaborazione, l’in-carico e l’accordo del Comune diSavona) tra il 1990 e il 1991 fu al-lestito dall’Istituto Internazionaledi Studi Liguri il Civico MuseoArcheologico di Savona, su duepiani, appunto: tale allestimentofunzionò però per un solo anno,perché nel 1991 la Giunta comu-nale ordinò di ridurre l’esposizio-ne museale al solo piano terreno,per ospitare al primo piano la col-lezione del “lascito Sandro Perti-ni” (le opere d’arte donate alla Cit-tà dall’illustre Savonese e dalla ve-dova Carla Voltolina): decisioneimprovvida e insensata, dato cheera allora vuoto e disponibile l’in-tero secondo piano della Loggia,che dal 1990 in poi fu utilizzatosolo molto saltuariamente per mo-stre temporanee (per un massimodi dieci-venti giorni complessivi diapertura ogni anno).

Al grave errore del passato ilComune pose rimedio solo neglianni 2013-2014 (anche se va datomerito al prof. Silvio Godani diaverne impostato la pratica fin da-gli anni 2002-2006 in cui fu asses-sore alla Cultura), disponendo ilriallestimento delle collezioni mu-seali “Sandro Pertini” e “RenataCuneo” al secondo piano dellaLoggia (inaugurato il 22 novembre2013) e il rinnovato ri-ampliamen-to-ritorno del Museo Archeologicoal piano sottostante, che dal 1991al 2012 aveva ospitato il “LascitoPertini”.

Stranamente, però, a tale primaparziale inaugurazione del “polomuseale del Priamàr” non ha fattofinora seguito l’inaugurazione uf-ficiale del nuovo piano del MuseoArcheologico, che dal mese di

maggio 2014 è tuttavia fruibile dachiunque, nell’itinerario di visitadi tale museo.

Anche il nuovo allestimento del“Civico Museo Archeologico edella Città” (come già l’allestimen-to del 1990) è stato curato dall’Isti-tuto Internazionale di Studi Liguri(IISL), non solo con la professio-nalità e la competenza del persona-le tecnico-scientifico e del conser-vatore Rita Lavagna, ma anche conla dedizione e l’opera di volonta-riato e d’ingegno profusa dai soci edai ricercatori dell’IISL (Carlo Va-raldo in primis, presidente dellaSezione Sabazia dell’IISL, ma an-che tanti altri esperti del settore).

Come viene ricordato anche nel“Regolamento dei Musei Civici diSavona”, approvato il 26 giugno2012 con delibera n. 25 del Consi-glio Comunale savonese, “gli spa-zi museali, allestiti in parte sull’a-rea dell’antica necropoli bizanti-na, si sviluppano all’interno dellamedievale Loggia del CastelloNuovo e uniscono nello stesso spa-zio di visita l’area di scavo e l’e-sposizione di materiali archeologi-ci, prevalentemente provenientidalle campagne di scavo archeolo-gico condotte dal 1956 ad oggisull’intero Priamar e in altri setto-ri della Città dall’Istituto Interna-zionale di Studi Liguri su conces-sione del Ministero dei Beni Cul-turali, ricerche che hanno permes-so l’acquisizione di importanti da-ti relativi alla storia della città”.

Nella rinnovata esposizione,fruibile comunque ai visitatori giàda oltre 18 mesi (dal maggio2014), nonostante la finora manca-ta inaugurazione ufficiale, il per-corso museale al piano terra dellaLoggia del Castello Nuovo (che èstato in parte modificato e rinno-vato) si conclude con la sezione ri-servata all’area della Cattedrale edai risultati dei cinquant’anni discavi condottivi dall’Istituto diStudi Liguri, che, con la loro cro-nologia (dalla prima metà dell’-VIII secolo al XVI) vengono a co-stituire l’anello di collegamentocon l’esposizione del piano supe-riore, dedicata al basso medioevoed all’età moderna.

Col primo pannello del primopiano si entra nell’XI secolo e siaffronta il problema della rinascitaeconomica della città, ben eviden-te nello sviluppo di quell’econo-mia marittimo-commerciale cherappresenta la grande fortuna diSavona.

Si tocca sùbito con mano il rag-gio di azione di questo commer-cio, attraverso la presenza delleceramiche di importazione (dallaCina al Medioriente, dall’area si-ro-palestinese ed egiziana all’Egeobizantino, dall’Africa nord-occi-dentale alla Penisola Iberica, dal-l’Italia meridionale e dalla Siciliaa Marsiglia)

Una piccola sezione si soffermasulla tecnica di produzione dellaceramica medievale e sulle formevascolari della ceramica da mensae da cucina.

Con la fine del XII secolo trovia-mo la prima ceramica da tavola sa-vonese, la prima a comparire inambito italiano: si tratta della“Graffita arcaica tirrenica”, cherappresenta la più importante tipo-logia del medioevo savonese, am-piamente diffusa sui mercati tirreni-ci e provenzali, su quelli della Cor-sica, della Sardegna e soprattuttodella Sicilia, con punte di espansio-ne, verso occidente, fino alle Balea-ri ed al Marocco, mentre ad orienteraggiunge addirittura i mercati delMar Nero settentrionale.

Alle numerose tipologie ingob-biate (ingobbiata chiara, graffitaarcaica, ingobbiata policroma emonocroma, graffita monocromae policroma) si affianca, nel XIIIsecolo anche il tentativo di pro-durre ceramica smaltata (la protomaiolica ligure), che (dal terzodecennio del XIII secolo) cerca difar fronte alla diffusione dellamaiolica arcaica pisana, abbon-dantemente presente nei contestisavonesi.

Il percorso continua con le pro-duzioni tardo medievali, con parti-colare riguardo ai laggioni da rive-stimento.

Le sezioni successive, pur man-tenendo la ceramica come filoconduttore di tutta l’esposizione(d’altronde la ceramica costituisce

il “fossile guida” per l’archeolo-go), sono dedicate alle diversearee di scavo di questi anni: lachiesa di S. Domenico, la Contra-da di S. Domenico e la Contradadei Cassari, con una ricca scelta direperti archeologici particolarmen-te significativi, con le testimonian-ze artistiche della chiesa domeni-cana (tra cui i preziosi affreschi) ele lapidi medievali, con le testimo-nianze della vita quotidiana nelledue contrade e le numerose atte-stazioni delle concerie, e con il ric-co complesso della cinquantina diesemplari ceramici del pozzo deiCassari (via Pietro Giuria, a Savo-na), vero spaccato della produzio-ne di una bottega ceramica dell’ul-timo quarto del XV secolo.

Il ri-allestimento su due pianidel Museo Archeologico, curatonel 2014 dall’Istituto Internaziona-le di Studi Liguri in accordo conl’Amministrazione Comunale diSavona, è stato finanziato con ifondi del progetto europeo “Ac-cessit”: per l’allestimento dell’in-tero secondo piano sono stati spesisolo 25.000 euro, 12.000 dei qualiper le strutture espositive (riciclan-do le dismesse strutture del prece-dente allestimento del “LascitoPertini” che sarebbero altrimentistate portate in discarica), 6.169euro per la stampa dei pannelli di-dattici (i cui testi sono stati redattisolo in parte dal personale del Mu-seo, gestito dall’IISL, ma per buo-na parte dal prof. Varaldo e da altriesperti dell’IISL, a titolo gratuito)e altri 6.850 euro per le scaffalatu-re della biblioteca specializzatadell’IISL, consultabile nelle ore diapertura del museo (oltre quattro-mila volumi di archeologia, cera-mologia e storia messi a disposi-zione, in deposito temporaneo,dall’IISL stesso).

Anche la Biblioteca specializza-ta sarà visitabile durante la visitaguidata al Museo Archeologico or-ganizzata da “A Campanassa”, Ita-lia Nostra e Società di Storia Pa-tria, sabato 12 dicembre.

L’appuntamento è fissato alleore 10,15 presso l’ingresso delMuseo, nella Piazza d’armi delMaschio, sul Priamàr.

SABATO 12 DICEMBRE: VISITA GUIDATAALLA SCOPERTA DEL NUOVO

RADDOPPIATO ALLESTIMENTODEL MUSEO ARCHEOLOGICO, SUL PRIAMÀR

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A Campanassa N.4/201516

Ritorniamo, per l’ultima volta,sulle tracce del pittore che ha ese-guito la pala d’altare con la Lapi-dazione di Santo Stefano nella cap-pella del Santissimo nel nostroduomo. Si tratta, come forse ricor-derete nelle puntate precedenti, diun inseguimento lungo, difficile:una battuta di caccia ‘all’artista’che ci ha richiesto pazienti e fatico-si appostamenti e ci ha portato susentieri molto distanti fra loro su diun terreno, anche troppo vasto, fraGenova e Savona, talvolta ancheingannandoci con false tracce.

Ripercorriamo in breve la vicen-da: il dipinto quasi certamente èstato eseguito allo scoccare del1600 e di sicuro prima del 1609,quando l’altare è indicato comemodello per un altro sempre nellastessa chiesa. La cappella – la pri-ma della nuova cattedrale – appar-teneva alla famiglia Ferrero fin dal1592: il committente dovrebbe es-sere Gio. Batta Ferrero, protonota-rio apostolico, che muore nel 1605e, insieme con il fratello Orlando,risulta avere una rete di contattiimportanti sia con Roma, sia conl’Italia meridionale. Confermanol’ipotesi che il dipinto arrivassedall’Urbe, sia un’indicazione ri-portata già da Carlo Giuseppe Rat-ti alla fine del Settecento, sia lacomposizione stessa, ripresa dal-l’arazzo con la Lapidazione diSanto Stefano eseguito su cartonedi Raffaello, sia infine la formastessa dell’altare. Come abbiamocercato di dimostrare la volta scor-sa, quest’ultimo dipende da unmodello romano, elaborato nel-l’ambito di Carlo Maderno sulloscorcio del Cinquecento, che ritro-viamo in molte chiese. Dunquesiamo arrivati alla conclusione chei Ferrero abbiano commissionatosia il progetto architettonico dellastruttura (se non addirittura i mar-mi), sia l’esecuzione della pala aRoma. Abbiamo allora passato inrassegna le principali tendenze pit-toriche presenti nella città a caval-lo fra i due secoli, cercando di va-gliare le possibili candidature perarrivare se non al nome dell’autoredella Lapidazione, almeno all’am-

bito figurativo più vicino.Trovare questo sfuggente pittore

‘senza nome’ nel principale merca-to artistico del mondo, è davverocome entrare in una foresta pauro-samente rigogliosa, dove s’incro-ciano infiniti sentieri, cespugli lus-sureggianti che coprono un sotto-bosco anche troppo rigoglioso, im-provvise radure piene di sole edombrose gallerie di fittissimi rami.Insomma, un’impresa.

Abbiamo usato come guida la

storiografia artistica coeva per ca-pire quali erano, agli occhi di uncontemporaneo, i principali ‘fascidi strade’ per addentrarsi in questaselva. È stata subito scartata la pi-sta, in penombra e piena di sassi,dei seguaci di Caravaggio: troppolontani dalla retorica, ancora ele-gantemente raffaellesca, del nostrodipinto, tenuto poi conto di quantosono diversi i quadri caravagge-schi che, di lì a pochissimi anni,approderanno nelle chiese e nelle

Ambito di Cristoforo Roncalli, detto il Pomarancio (?), Lapidazione di Santo Stefano,Savona, Duomo, cappella Ferrero.

raccolte savonesi. Un’altra via pre-sto abbandonata è quella, tutta insalita, che porta verso Bologna; laLapidazione di Santo Stefano nonha, ahinoi, la nobiltà classica e,nello stesso momento, potente-mente innovativa proposta dai pit-tori bolognesi presenti nell’Urbe.Il Martirio di Santa Caterina delgiovane Guido Reni, dipinto perl’altare dei Costa nel duomo di Al-benga, è infatti decisamente piùmoderno della Lapidazione che fariferimento alla cultura di una ge-nerazione precedente. Abbiamopoi preso in considerazione l’ordi-nata e grandiosa allée del Cavalierd’Arpino (un vialetto laterale,quello di Flaminio Allegrini, portadritto proprio dentro al duomo diSavona). A tutta prima, sembra es-sere la strada giusta. Però, se guar-diamo con attenzione lo stile, ilmodo di dipingere, ci rendiamoconto di essere fuori strada: certoanche in questo viale, Raffaello èpressoché onnipresente ma le fron-de sono troppo ben tagliate, il mu-schio è troppo vellutato, i cespuglisono troppo curati per poter corri-spondere davvero al disinvoltodisordine della nostra tela. Abbia-mo allora sondato qualche sentierotoscano. Il Passignano, per esem-pio, che pure ha successo anche inLiguria ma è troppo addomesticatoe semplice per aver una risposta dadare a chi cerca l’autore della La-pidazione di Santo Stefano: eglisembra cercare un naturalismo au-stero e devoto; rievoca il colorecaldo e succoso della pittura vene-ta, assai lontana dalle cromiesquillanti e fosforescenti della palaFerrero.

Sono dunque rimaste in piedidue strade: la prima è quella delCigoli, l’altra è quella del Poma-rancio. Ludovico Ciardi, detto ilCigoli, è, intorno a questi anni,uno fra i pittori più noti ed affer-mati in Italia. È lui a vincere la ga-ra a tre, indetta dal cardinal Massi-mi sul tema dell’‘Ecce homo’ conCaravaggio e con il Passignano. Ildipinto che uscì vittorioso dal con-fronto (oggi a Firenze, Pitti) è unelegantissimo e raffinato esercizio

“THIS”, DISSE LO STORICO DELL’ARTE

ALLA RICERCA DEL PITTORE ‘SENZA NOME’:LA LAPIDAZIONE DI SANTO STEFANONELLA CAPPELLA DEL SANTISSIMO

NEL DUOMO DI SAVONAdi Massimiliano Caldera

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A Campanassa N.4/2015 17

di stile con richiami a Correggio, aBarocci e al colore splendente deiveneti, attento anche a descriverela varietà di espressioni dei volti.

Del pittore conosciamo ancheuna pala con il Martirio di SantoStefano, firmata e datata 1597 (an-ch’essa a Pitti) che possiamo met-tere facilmente a confronto con lanostra, pressoché contemporanea.Diciamolo subito: sono completa-mente diverse; tanto il dipinto diSavona è condizionato dall’ultimoRaffaello, quanto invece l’opera diFirenze è intessuta di continui ri-mandi a Tintoretto, a Tiziano, aVeronese e a Correggio, sia neldettato pittorico, sia nelle formulecompositive.

grafo ma piuttosto un prodotto delsuo stretto ‘giro’, molto probabil-mente eseguito sotto il suo con-trollo.

Non va infatti dimenticato comesiamo davanti non a un’opera origi-nale ma a una rielaborazione di unmodello compositivo più antico eprestigioso: ciò rende la nostra ri-cerca assai più difficoltosa. Ma, co-me è successo quando abbiamosondato l’ipotesi di Bernardo Ca-stello, siamo pronti, davanti a unnuovo elemento, a rimettere in dis-cussione tutto quanto.

Possiamo fare ancora un ultimocontrollo: certamente un pittore co-me Pomarancio poteva soddisfareun committente attento e raffinatoqual era Gio. Batta Ferrero.

I gusti della sua ristretta cerchiaintellettuale savonese – ricordate iNano e i Chiabrera? – sono perfet-tamente compatibili con questascelta che guarda alla tradizioneclassica e, nello stesso momento,tiene conto delle nuove istanzecontroriformate. Ma abbiamo qual-che altro riscontro, magari docu-mentario? È un’indagine tutta dacostruire, partendo proprio dall’in-ventario della collezione Ferrero,pubblicato qualche tempo fa: sullascorta delle scelte di VincenzoGiustiniani che dettano norma an-che per gli altri collezionisti liguripresenti a Roma – Costa, Herrera,Gavotti, Siri – troviamo nella rac-colta degli eredi di Gio. Batta Fer-rero la stessa scelta rappresentanzadelle moderne tendenze figurativedell’Urbe, con i seguaci di Cara-vaggio, i bolognesi e i pittori ditransizione fra Manierismo e Ba-rocco.

Dunque ecco un’altra pista nelbosco. Che sarà, data la stagione,di abeti: buon Natale.

M.C.

costamenti di tonalità fredde, cor-rusche, acide che Pomarancio ado-pera in tutta la sua carriera, dagliaffreschi della cappella Mattei inSanta Maria dell’Ara Cœli (1583)fino a quelli della Sala del Tesoroa Loreto (1609). Il pittore giocaspesso con effetti di chiaroscuro,studiati apposta per far risaltare ilcolore, come nella Santa Domitillacon i Santi Nereo e Achilleo (Ro-ma, chiesa dei S.S. Nereo e Achil-leo, 1597 ca.) o nei Fatti di SanFilippo Neri (Roma, Chiesa Nuo-va, 1596-1599): è appunto quantoosserviamo nel nostro dipinto.Possiamo provare a cercare qualcheconfronto un po’ più preciso: nellatela del nostro duomo, le vigoroseteste barbute degli sgherri sono av-vicinabili ai visi degli astanti nellagià citata pala di Anania e Saffira,mentre il volto giovanile di SantoStefano nella Lapidazione non misembra affatto lontano da quellodella Santa Cecilia affrescata dal-l’artista toscano alla Chiesa Nuova.Altre somiglianze possono esserecolte in alcuni dipinti dello strettogiro del Pomarancio, eseguiti sem-pre intorno al 1600: penso alle figu-re di angeli dipinti nei pennacchidella volta della cappella Rucellai,in Sant’Andrea della Valle, o alledecorazioni del palazzo Crescenzi,sempre a Roma.

Dunque, che cosa possiamo con-cludere? Siamo autorizzati a direche la Lapidazione di Santo Stefanosia uscita dalla bottega del Poma-rancio? Troppa sicurezza, nella sto-ria dell’arte, può portare a clamoro-se sviste: la prudenza è d’obbligoqui come non mai.

Diciamo che, a questo punto, do-po aver sondato tutte queste stradenel bosco, mi sembra, per ora, l’i-potesi più probabile: va comunquedetto che non pare un dipinto auto-

Ludovico Ciardi, detto il Cigoli, Lapida-zione di Santo Stefano, Firenze, Pitti.

Cristoforo Roncalli, detto il Pomaran-cio, Storia di Anania e Saffira, Roma,basilica di Santa Maria degli Angeli.

Cristoforo Roncalli, detto il Pomarancio,Santa Domitilla con i Santi Nereo e Achil-leo, Roma, chiesa dei S.S. Nereo e Achilleo.

Cristoforo Roncalli, detto il Pomaran-cio, S. Caterina, Roma, Chiesa Nuova.

Imbocchiamo allora la via delPomarancio. Cristoforo Roncalli,originario di una famiglia lombar-da, cresciuto in Toscana tra Firen-ze e Siena per poi trasferirsi a Ro-ma nel 1582, era un artista di asso-luto primo piano che incontrava ilfavore dei più importanti commit-tenti e dei collezionisti più raffina-ti. La sua carriera lo porta a realiz-zare cicli di affreschi e grandi paled’altare per le principali chiesedell’Urbe, dall’oratorio del Croci-fisso a Santa Maria in Ara Cœli,dal Gesù alla Chiesa Nuova, daSanta Maria degli Angeli a San-t’Andrea della Valle, da San Pietroin Vaticano a San Giovanni in La-terano per concludere infine lapropria attività dipingendo la cu-pola del Santuario di Loreto (e lavolta della Sala del Tesoro).

Era una personalità assai nota an-che al di fuori dei confini del Gran-ducato di Toscana e dello StatoPontificio: verso il 1599 mandaun’Orazione nell’orto per la certo-sa di Pavia, intorno al 1600-1604esegue due ancone per la chiesa deiGirolamini di Napoli, una Nascitadi Maria per la cattedrale di Reggio

Il nostro pittore ha poi anchecollaborato con il Cavalier d’Arpi-no con il quale condivide il cultoper il Raffaello romano che è peròcapace di rileggere alla luce di Mi-chelangelo e delle più recenti espe-rienze del Manierismo tosco-roma-no: egli giunge ad elaborare un lin-guaggio figurativo di sostenuta enobile grandezza, intessuto di coltiriferimenti all’antichità classicama, nello stesso momento, arric-chito di intuizioni fantasiose, dispettacolari soluzioni compositivee restituito con una gamma croma-tica accesa, preziosa, iridescente.

Passiamo dunque ad affrontare ilproblema con le armi dell’analisistilistica e vedere se davvero ilsentiero del Pomarancio è quellogiusto. Torna la cronologia: a ca-vallo dell’anno 1600 l’artista eraall’acme della propria fama e cer-tamente un aggiornato committen-te di provincia poteva desiderareun dipinto proveniente da un ate-lier così prestigioso. Tornano i ri-ferimenti al Raffaello degli Attidegli Apostoli: basta guardarequella meravigliosa esercitazionesui temi dell’Urbinate che è la Sto-ria di Anania e Saffira, la grandeancona dipinta per la basilica vati-cana fra il 1599 e il 1604 (oggi nel-la basilica di Santa Maria degli An-geli), per rendersi conto di come latemperie culturale sia la stessa del-la Lapidazione di Savona.

Torna anche quest’uso di unagamma cromatica, molto originaleper cangiantismi ed inconsueti ac-

Emilia, una Natività, per la cappel-la di Giacomo Lomellini nella chie-sa di San Siro a Genova. Insiemecon un altro ligure, il celeberrimobanchiere Vincenzo Giustiniani,uno dei grandi finanziatori dellacorte papale che nel proprio palaz-zo romano aveva radunato una stu-pefacente collezione di opere d’ar-te, Pomarancio compie nel 1606 unlungo viaggio attraverso l’Europa,toccando il Veneto, la Germania, laFrancia e l’Inghilterra.

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A Campanassa N.4/201518

In occasione del 750° anniversario della nascita di Dante

DANTE E LA VERGINE DI MISERICORDIAdi Giovanni Farris

Non è nelle intenzioni di questo in-tervento ripercorrere i numerosi com-menti della critica dantesca sulla figuradella Vergine. Tuttavia proprio tenendopresenti le occasioni ecclesiali che stia-mo vivendo e l’anniversario della na-scita di Dante, può essere opportunoformulare una riflessione sul forte lega-me tra Dante e la Vergine di misericor-dia.

Jacques Guy Bougerol nel presentare(“Archives d’Histoire Doctrinale et Lit-téraire du Moyen Age (1983)”) Lanaissance du Purgatoire di Jacques LeGoff, osservava che al libro sarebbestato quanto mai opportuno porre unsottotitolo: “Introduzione alla lettura diDante Alighieri”. In realtà lo stesso LeGoff, già nel suo volume Il basso Me-dioevo (Milano, Feltrinelli, 1967, pag.293), aveva definito la Divina Comme-dia: “il testamento poetico del XIII se-colo. Tutta la scienza, tutta la specula-zione politica, tutta l’esperienza moralee spirituale dell’epoca trovano espres-sione nel racconto del viaggio che por-ta Dante e la sua guida attraverso l’In-ferno, il Purgatorio ed il Paradiso”.Queste affermazioni sono un invito aguardare la Divina Commedia comeespressione di un preciso umanesimo,quello del secolo XIII, che, nella sco-perta dei grandi valori dell’uomo, per-mise a Dante di dare valenza universalealla sua poesia. Molte sono le defini-zioni che gli studiosi hanno dato al se-colo XIII, qui vorrei limitarmi all’insi-stente concezione agostiniana dell’uo-mo “imago Dei”, che vive di una pe-renne nostalgia di Dio. Come può l’uo-mo trovare una risposata a questo suoanelito? L’itinerario di Dante risentedell’azione dottrinale e sociale degliordini dei mendicanti, che ritenevanofondamentale, per una vera riformadella Chiesa, la povertà ed il distaccoevangelico dal temporale. Francescanie domenicani non si isolano in un lon-tano convento, dove l’uomo va per cer-care e lodare Dio, ma sono loro che, in-serendosi nelle città, vivono a contattocon l’uomo e i suoi problemi. Si fannofratelli all’uomo. Si dedicano alla pre-dicazione ed alla confessione, ossiaaiutano l’uomo ad orientare verso Diola propria libertà. A questo proposito siapplicano in studi severi nelle scuoledei loro ordini o nelle università, dovesi sviluppano le grandi sintesi dottrinalidi S. Bonaventura (1217-1274) e di S.Tommaso d’Aquino (1225-11274).Prende vita in tal modo quel camminopenitenziale stimolato dalla ragione(Virgilio) e sollecitato dalla teologia edalla grazia (Beatrice) che troviamonella Divina Commedia.

L’ incontro fraterno realizzato dagliordini mendicanti, agevolato dalle nuo-ve categorie sociali del mondo urbanoin piena espansione (Comuni), preparaun terreno fertile per lo sviluppo diquella creatività legata al sentire delpopolo. Il popolo non disquisisce, sen-te. Due sono i perni di questo suo “sen-tire”: la Vergine accanto alla croce ed illegame che unisce l’uomo ai proprimorti. La Vergine nell’abbracciare Ge-sù deposto dalla croce, partecipa nelsuo corpo all’ultimo sussulto di vita delFiglio. Come tutte le madri scuote col

suo pianto il Figlio per ridargli la vita.Ma, si chiede S. Tommaso, richiaman-dosi al passo biblico di 2 Macc. 12, 42-45, come possano queste lacrime nontrovare un’eco nel cuore di Dio, che èAmore. Questo legame offre la co-scienza di una comunicazione con imorti, addirittura di un superamentodella morte (la francescana sorellamorte), capace di mantenere nell’amo-re e nella preghiera un rapporto di con-tinuità con i propri cari. Il Purgatorio,con l’intercessione della Vergine, si im-pone come un “luogo” umano abborda-bile da tutti. Dal 1220 i domenicanidiffusero la pratica di invocare il nome

questi sentimenti spiegando il simboli-smo della tipologia della Vergine diMisericordia, bianco vestita, nel suo at-teggiamento materno, sempre pronta adandare incontro ai suoi figli con lebraccia aperte, per offrire il suo aiuto egarantire loro la salvezza eterna (“am-bo brachia habet aperta et extensa,quae omnes ad suam gratiam recipit etad gloriam introducit”). Questa solleci-tudine è espressa dischiudendo le suemani per elargire con abbondanza esenza indugio le sue misericordie (Te-net manum apertam non clausam, quiasuas misericordias non dat difficulter,sed valde faciliter). Inoltre l’intervento

la morte più umano e personale. Nel1399 col moto penitenziale dei Bian-chi, invocando: “misericordia” e “pa-ce” si accentuano le caratteristiche de-vozionali mariane: “Si partì da Geno-va una compagnia di uomini vestiti dibianco cantando: Stabat Mater dolo-rosa etc. Venuti a visitare S. Maria diCastello di Savona, avuta in molta di-vozione” (Verzellino).

I Bianchi diffusero la devozione aMaria “Madre di Misericordia”, e con-tribuirono alla sua fortuna iconograficasviluppando la tipologia della “Madon-na del mantello” o “Madonna della Mi-sericordia”. A Savona i due conventidomenicano e francescano saranno icentri irradianti della vita di tutta la cit-tà e toccheranno il loro momento piùalto con la venuta di S. Vincenzo Ferre-ri per i domenicani e di S. Bernardinoda Siena per i francescani.

Agli inizi del 1400 il domenicano S.Vincenzo Ferreri, giunto a Savona, conla sua predicazione, rivitalizzò le Con-fraternite. Il rosario, a sua volta, trovòun rilancio straordinario con l’aggiun-ta, nel 1483, del “Santa Maria”. Lapropria morte veniva in tal modo ga-rantita dalla maternità della Vergine (...nunc et in hora mortis nostrae). Su unpiano culturale la fama dei francescaniconventuali di Savona si estenderà,specie con Sisto IV e Giulio II, a tuttala Chiesa. Con la venuta di S. Bernar-dino da Siena nel 1418 venivano incen-tivate le opere di misericordia. Dopo il1489, sotto la guida di fra Angelo daChivasso e fra Bernardino da Feltre,prendeva vita il Monte di Pietà. In que-sto clima “colorato” di francescanesi-mo i Savonesi si porranno sulla scia delmovimento del Divino Amore, sorto aGenova nel 1499, e fonderanno, nel1512, la “Società della carità di SanPaolo”.

Il duro giogo di Genova sembravasegnare definitivamente la morte dellacittà.

Ma anche per i Savonesi, come perDante, la Donna gentil nel ciel si com-mosse per la loro penosa condizione. Il18 marzo 1536 resterà per Savona unadata memorabile. Sulle rive del Letim-bro apparve Una donna con veste emanto bianco e le mani giù stese...sempre dicendo: “Misericordia e nongiustizia”. Colei che duro giudicio las-sù frange aveva aperto anche per i Sa-vonesi il suo mantello (Sub tuum prae-sidium... La città entusiasta ritrovò lapropria identità e le manifestò imme-diatamente la propria gratitudine. Lostorico di Savona, l’Abate, contempo-raneo dell’evento, scriverà che si rinno-varono le laudi e si partecipò in massasia alle varie processioni penitenziali(“né mai a’ mei iorni abio visto tantegente a la prosesione”) che alla proces-sione tradizionale del venerdì santo(“ci furono tante desipline, como maia’ nostri iorni se sia veduto”).

La Vergine, con la sua Apparizione,intendeva non solo assicurare i Savone-si con la sua protezione, ma ancora unavolta confermare che in Dio la giustiziaè appunto la sua misericordia (Miseri-cordiae vultus n. 20).

G.F.

della Vergine con la prima partedell‘Ave Maria, a contenuto evangeli-co. Questa pratica Dante non solo la fe-ce sua (Il nome del bel fior ch’io sem-pre invoco e mane e sera), ma ne con-fermò l’efficacia con il suo viaggio nel-l’oltretomba intrapreso appunto per in-tercessione della Vergine. Nel suo Pur-gatorio indicherà la Vergine come l’i-cona più perfetta di ogni virtù e nel suoParadiso, dopo averne esaltati i privile-gi (XXIII 8-11), accompagnato dal can-tore della Vergine, S. Bernardo (1090-1153), nell’ultimo canto del suo poe-ma, unirà il suo ringraziamento a quel-lo di tutta la corte celeste con la pre-ghiera, Vergine Madre, figlia del tuo fi-glio (XXXIII, 1-21), sintesi mirabiledelle quattro Homiliae de laudibus Vir-ginis Mariae di S. Bernardo.

Proprio in questa preghiera Danteesalta l’immensa disponibilità dellaVergine nei confronti degli uomini

Donna, sei tanto grande e tanto vali,Che, qual vuol grazia e a te non ricorre,Sua disianza vuol volar senz’ali.

Il domenicano Jacopo da Varagine,contemporaneo di Dante, esprimerà

della Vergine è pressoché immediato,non si fa pregare a lungo (quia nonmultum nec diu facit se rogare), anzi,come dice. Dante, spesso lo previene

La tua benignità non pur soccorreA chi domanda, ma molte fiateLiberamente al domandar precorre

Dunque la Vergine è l’unica guida si-cura, pronta a prendersi a cuore mater-namente le nostre ansietà e i nostri ter-rori:

In te misericordia, in te pietate,In te magnificenza, in te s’adunaQuantunque in creatura è dibontate

Questo clima di misericordia trovòun terreno fertile in Savona. Nel 1260il moto penitenziale dei Battuti, cheprese vita dalla predicazione francesca-na (la prima fraternità minoritica veni-va chiamata “viri poenitentiales de ci-vitate Assisio oriundi”), accanto al Diesirae, dies illa, che stabilisce la definiti-va sorte dell’uomo, unisce lo StabatMater per rendere, attraverso l’atteg-giamento della Vergine, l’impatto con

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A Campanassa N.4/2015 19

U RECANTU D’I “AMIXI D’U DIALETTU”Mè Sann-a antiga

Se sèru i öggiveddu a mè Sann-aint’u düxéntu,i caruggi tantu streiti,sensa sùe man man che u caminn-au Mediuevul’antiga Fosaväjaprusciügä:d’i Gavotti,d’i Dojae d’i Surmänuspuntan tütti i palassiinte ‘n splendùe, là, a sciuisce a “Pìa”,ben lastrigä de muin,a stradda ciü eleganted’a çitè e, poi,“La Chiappinata”d’ardezie ricca,ch’a ne porta a-u Dommu.D’e tante turiche l’han fèta bèllae che a difeiza eand’e sö fasiuìn,s’ärsa, lazü, “U Brandä”cun l’urmu int’a ciasettae tütti i ramadànd’i Parlamentiche se mesc-ciana-i scigueli d’i mariollie a-i muscì d’i pasuéia-u tramuntu.Tra cà e càe int’ê curti,misteriuze de relenti,öggian da-e föggee vixi e i orti vèrdiche poan d’i mandilli recamé.

Çinque portea-u mä,quattru insc’â tèra,donne, de treççe biundeincurunè,vazetti d’èrbae funzi da-i barcuìn:urgogliu e inzegnu,eccu a mè çitè.

Clara Paoletti

Regallid’invèrnu

Lünn-a pinn-a a levante,

da-a main-a a l’urizunte

scia d’ègua elegante.

Türchéize inçimma a-u munte.

P’â ciazza abandunä,

sensa rastelli e zgunbra,

a-u freidu de zenä

zöghi de lüxe e unbra.

Giuliano Meirana

Agge pasiensa BanbìnBanbìn d’u prezepiututti i anni Ti nasci a Natäleogni votta l’è cumme a-u prinçipiu,antigu T’e de lungu atuäle.

Da ‘na greppia greppia cu-u lettu de paggiaun anunsiu Ti vegni a purtäa stu mundu ch’u vive de raggiaquè l’è a stradda ch’u deve pigiä.

Stanne avanti! Vedemmu a Tö lüxe,semmu tütti deré che seguimmu,nu scurdä de mandäme ‘na vuxe.Danne tenpu, fin tantu che muimmu.

G.B. Sirombra

A fèstade Santa Lüçìa

Sciü p’â stradda sulegiäche a custezza u nostru mä,che a cuminsa da-a Turettafinn-a a-a vegia capelettadedicä a Santa Lüçia,u l’è un mundu d’alegrìa.

A l’è a fèsta di figiöche l’aspêtan ben de cö:curan, crìan, se dan runsuìn,e de votte scupasuìn,e trumbette fan sünäche pä d’ese in carlevä.

Insce tütti i caretìnu gh’è tanti gingilìn:e Titinn-e cu’a rôbéttae i pastuì cu’a cavagnetta,e e cazette de cartùn...e i crucanti cu’u turùn.

I stüdénti cu’e bachette,i zuenotti cu’e balette,i çimentan e ganbettede ste bèlle zuenette,che ghe van pe demuäse,ma fan finta de ragiäse.

A l’antiga capelettaa-u Ciabrea cuscì dilèttava racolta a donna pìaa pregä Santa Lüçiaperché a faççe un po’ lüxìu Gran Sù ancùn pe nuì.

Sciü p’â stradda sulegiäche a custezza u nostru mä,u l’è tüttu un gran sünä,u l’è tüttu un gran criä,u l’è un mundu d’alegrìache u se fa a Santa Lüçìa.

Lorenzo Bonfiglio

Nöttede Natäle

Purèi turnä figiö

sulu ‘n mumentu

inte ‘sta nötte

pinn-a de misteru

duvve i regordi,

spanteghè da-u ventu,

riturnan cumme frecce

drentu a-u cö.

Purèi ancun sentì

e vuxi cäe

che cuntan foue antighe,

mäi scurdè,

de castelli incantè

de mäghi e strie,

de re e reginn-e

che nu muìvan mäi.

E cumm’ean belli

quegli èrbui de Natäle!...

‘Na ramma d’erxu o pin

cu’i mandarìn apeizi,

‘na stella de stagnolla

quarche ciuculatìn

e quattru ciapelette culurè...

Regalli d’u Banbin

che, cun passi felpè,

spêtandu che durmisse,

cianìn, u l’aveiva missi

a-i pé d’u mè letìn.

Rosa Perrone Poggio

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A Campanassa N.4/201522

Villino Margherita.

Palazzina Gaibissi.Palazzo Migliardi.

PASSEGGIATA TRA IL LIBERTYA SAVONA: LA VILLETTA

Un itinerario tra gli edifici Liberty di Savona attraverso i vari quartieri della cittàdi Giovanni Gallotti

Il LibertyIl termine Liberty, deriva dal no-

me dei magazzini londinesi di SirArthur Lesemby Liberty ed indicauna corrente artistica che si diffusein Europa tra il 1890 ed il primodecennio del Novecento, comereazione al periodo precedente do-minato dallo stile cosiddetto eclet-tico. Questa sensibilità artistica èconosciuta oltre che con il termineLiberty, anche con altre denomina-zioni: Art Nouveau in Francia (dalnome di un negozio aperto a Pariginel 1895), stile floreale in Italia,Jugendstil in Germania (dalla rivi-sta Jugend pubblicata a Monaco),e ancora Modernismo, Secessionee, riferendosi al periodo storico,stile Belle Époque.

Caratteristiche del nuovo stileche si diffuse in tutti i settori arti-stici, furono, in architettura, la pre-ferenza per le linee curve e sinuo-se, la grande attenzione verso ilmondo naturale come fonte d’ispi-razione, l’uso di materiali e di tec-niche nuove come il cemento ar-mato, che permise per la primavolta agli architetti di contendereagli ingegneri, il primato nella rea-lizzazione di forme nuove e più li-bere, la ceramica ed i vetri coloratiper la decorazione delle facciate,una gran cura nel disegno e nella

realizzazione dei particolari, ancheminimi, ed in apparenza insignifi-canti, soprattutto negli interni enegli arredi; tutto ciò diede originead una diffusa ricercatezza neglioggetti anche se di uso quotidiano.

Questo si tradusse, nell’ambien-te urbano savonese, in aspetti fia-beschi, comunque strani e contrad-dittori, sempre particolari e ricer-cati e generò un distacco dagli edi-fici del periodo precedente. Formeche risaltano in modo particolare,in una città, dove il centro ottocen-tesco, fu edificato rispettando alla

lettera i rigidi criteri stabiliti dalregolamento di Ornato ed in pienasintonia con la sensibilità e i cano-ni del periodo eclettico.

A Savona gli schemi e i modidel Liberty, giunti tardi, rispetto alsuo sviluppo iniziale, si limitaronoa sconvolgere le facciate degli edi-fici senza penetravi all’interno. Lepiante dei palazzi Liberty riman-gono ancorate ai rigidi schemieclettici. L’ambiente savonese, eratroppo tradizionalista e non permi-se che la rivoluzione Liberty scon-volgesse fino a tal punto il gusto ela tecnica costruttiva.

Via MontegrappaL’itinerario attraverso il Liberty

savonese, che assolutamente nonvuole essere esauriente e comple-to, inizia dal quartiere della Villet-ta e da via Montegrappa, dove nu-merosa è la presenza di costruzionidi gusto Liberty. È molto difficile

immaginare che l’attuale via Mon-tegrappa, un tempo via o salita aiCappuccini, fosse, fino ai primianni del Novecento, un’amenapasseggiata, che, in ripida ascesa,attraverso orti e terreni coltivati, invista del panorama della città, con-duceva al convento francescano.Nei primi decenni del secolo scor-so, sorsero lungo questo percorsoalcuni edifici di una certa impor-tanza, villa Vigo - Ciarlo - Massa,la palazzina Gaibissi, il palazzoMigliardi ed il villino Margherita.In seguito, nel volgere di circa tredecenni, tutta la località si riempìd’edifici, alcuni imponenti, comela Casa Generalizia delle Suoredella Misericordia.

Palazzo Migliardi e sociÈ posto a destra, salendo lungo

via Montegrappa, all’incrocio convia Ponzone. Fu progettato dall’in-gegner Nicolò Campora e dal suostudio; nell’archivio di Stato di Sa-vona 1 sono conservati alcuni dise-gni con varianti successive di que-sto edificio, datati tra l’agosto1909 ed il dicembre 1910. La sto-ria della costruzione fu probabil-mente piuttosto travagliata ed ilprogettista presentò successive ediverse varianti relative al corona-mento dell’edificio. Il palazzo rac-corda in curva e con una doppiasalita, le due vie che si incrociano:via Montegrappa e via Ponzone.Nel punto di incrocio delle duestrade è situato il portone di acces-so. Qui un massiccio bovindo rac-chiuso tra due lesene di ordine gi-gante, raccorda le due ali del pa-lazzo ed è sottolineato da tre bal-coni semicircolari, mentre in alto

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A Campanassa N.4/2015 23

Villa Vigo Ciarlo Massa.

Hotel Miramare.

Palazzo Piccardo.

il coronamento è rappresentato daun frontone ricurvo. Alla base del-l’edificio un terrazzo collega ilcorpo dell’edificio al piano strada.Sul lato di via Montegrappa la fac-ciata è conclusa da un basso torrio-ne che aumenta di un piano l’altez-za del palazzo. Alcuni apparati de-corativi, soprattutto le cornici in-torno alle finestre ricordano lo stilecosiddetto secessione e si possonoaccostare a quelle del palazzo “deipavoni” in via Paleocapa.

Palazzina GaibissiA destra, salendo lungo via

Montegrappa, accanto al palazzoMigliardi, pochi metri prima del-l’incrocio con via dei De Mari si

trova la palazzina Gaibissi. Fu co-struita tra il 1907 ed il 1908 suprogetto dell’ingegner NicolòCampora 2.

Si può probabilmente avvicinareai modelli del Liberty torinese diPietro Fenoglio e Gottardo Gusso-ni, quest’ultimo progettò a Savonala villa Zanelli. La facciata lungovia Montegrappa si compone didue parti. La parte più a monte è asua volta tripartita con la partecentrale più alta, sottolineata da trebalconi e due ali laterali, il tuttoracchiuso tra due lesene di ordinegigante. La parte più a valle è inte-ramente alleggerita da balconi, sal-vo l’ultimo piano a terrazza e ilpiano terra.

Villa Vigo-Ciarlo-MassaVilla Vigo - Ciarlo - Massa è

una graziosa palazzina all’incrociotra via dei De Mari e via Monte-grappa, costruita nel 1907 - 8 3. Ri-prende in modo originale la tipolo-gia delle ville con torretta ed è trale prime costruite nella zona savo-nese, contemporanea del prototipodi questo genere di costruzioni,vil-la Zanelli in via Nizza. Una torret-ta squadrata è racchiusa tra duecorpi che avanzano verso viaMontegrappa, collegati tra loro daun loggiato.

Villino MargheritaSalendo ancora per pochi metri,

a sinistra, sul lato opposto di viaMontegrappa, si scorge, dietro lacancellata, il villino Margherita trai più begli esempi di stile Seces-sione a Savona. Costruito intornoal 1910, su progetto dell’ingegnerNicolò Campora, appare un po’ sa-crificato e poco visibile per la suaridotta volumetria. Qui risulta piùchiaro il riferimento a villa Zanellidella casa con torretta, presenteanche in tanti altri esempi sullecolline intorno a Savona.

Hotel MiramareSpostandosi in un’altra zona del

quartiere, lungo via Famagosta,sopra la vecchia stazione delle fu-nivie di Miramare, si incontra unloggiato in grave stato di degradoe di abbandono. È il prospetto ver-so il mare dell’hotel Miramare,una tra le tante sedi dei fasti e del-le feste della Belle Èpoque savo-nese, negli anni tra Ottocento eNovecento; fu progettato nel 1904dall’ingegner Alessandro Marti-nengo. L’albergo e la spiaggia sot-tostante funzionarono fino al 1911,quando iniziò la costruzione dellastazione delle funivie del carbone.

L’aereo loggiato presenta ancoravisibili, purtroppo sarà per poco senon si interviene rapidamente, de-licate decorazioni a rilievo in stileSecessione.

Palazzo PiccardoScendendo lungo via Famagosta

svoltando poi a destra in via degliIncisa e subito dopo ancora a de-stra lungo la stretta e breve via de-gli Incisa, si giunge sotto unagrande costruzione bianca, è il pa-lazzo Giuseppe e Giacomo Piccar-do, progettato dall’ingegner Ales-sandro Martinengo nel 1911 4. Do-mina dall’alto, con la sua mole,l’insenatura di Miramare. Sullafacciata elaborate decorazioni instucco, evidenti soprattutto nelprospetto d’angolo, coronato da ungrande e orrido mascherone conmotivi vegetali. Elaborate anche leringhiere in ferro battuto.

NOTE1) Archivio di Stato di Savona, Comunedi Savona, Serie V, Categoria 10, Classe9, Fascicolo 31.2) I disegni si trovano in Archivio diStato di Savona, Comune di Savona, Se-rie V, Categoria 10, Classe 9, Fascicolo31 sono datati 23 agosto 1907 e firmatidall’ingegner Nicolò Campora.3) Il primo progetto fu presentato perl’approvazione comunale, il 22 novem-bre 1906 (Archivio del Comune di Savo-na, Registro delle deliberazioni dellaCommissione di Ornato dal 1891 al1898, numero 934), il permesso di co-struzione fu concesso l’otto febbraio1907 e l’abitabilità il primo dicembre1907 (Archivio del Comune di Savona,Registro delle abitabilità dal 1889 al1924).4) Il progetto del palazzo Giacomo eFranco Piccardo, fu redatto dall’ingegnerAlessandro Martinengo il 28 novembre1911, ottenne il nulla osta comunale il15 gennaio 1912. I disegni si trovano inArchivio di Stato di Savona, Comune diSavona, Serie V Categoria 10, Classe 9,Fascicolo 31.

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A Campanassa N.4/201526

PREMIO BIENNALE “PINO CIRONE”La “Campanassa”, nella figura del

suo Presidente Carlo Cerva, ha ospi-tato nella storica sede savonese ilPremio biennale “Pino Cirone”giunto alla sua terza edizione, volutodalla famiglia per rendere omaggio aun concittadino illustre nel mondodella cultura e della cinematografia.

Il premio è stato consegnato dallascrittrice Maria Scarfì Cirone allanotissima giornalista del TG1 RAI,dott. Emma D’Aquino, per “la com-petenza, lo stile e l’esemplarità deisuoi telegiornali”.

Alla manifestazione patrocinatadalle Associazioni Culturali “L. Pi-randello” e “R. Aiolfi” di cui sonopresidenti il dott. Enzo Motta e ladott. Silvia Bottaro, erano presenti idue insigni protagonisti delle edizio-ni precedenti: il celebre Direttored’orchestra Aurelio Canonici e ilgrande scultore e pittore greco Gior-gio Oikonomoy.

Il Maestro Aurelio Canonici ha in-trattenuto il folto pubblico con unindimenticabile concerto. E. Motta, G. Oikonomoy, A. Canonici, E. D’Aquino, S. Di Mantua, M. Scarfì Cirone, C. Cerva.

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A Campanassa N.4/2015 27

A STOJA DE ARBISÖAdi Simonetta Bottinelli

Adammu e Eva, doppu che l’a-veivan cunbinä grossa int’u Para-dizu Terèstre, vegnivan cundanè atravagiä insc’â tèra.

Pe cruvise e riparäse da-u frei-du, i çercan de fäse d’i vestì cu’efögge fresche e secche, puì se ren-dan cuntu che devan däse ‘namossa pe çercä quarcosa da man-giä. I früti d’i èrbui ghe dan ùn po’de sudisfasiùn, ma, a lungu andä,Adammu, stüffu d’e solite cose, dabrävu masciu preputente u dixe a-a sö donna: “Ehi, Ti? Ti puriesciascì fäme quarcosa da mangiä?!”

“E cun cusse? Nu gh’ho nintepe cüxinä!” A ghe rispunde Eva.

U Segnù, ch’u l’è u ciü grandeGalantommu de l’Universu, inpie-tuzìu u cumanda a Lucìferu de dä‘na man a sti duì.

Pe nu scumudäse, u Dióu u de-cidde de metì a dispuzisiùn d’acubbia i sö Diói picìn che fanmuntä Adammu insc’ê spalle e ouportan insce ‘na spiaggia duvve uPrimmu Ommu u tröva de l’argillape puèi fä e pùgnatte.

Inpruvizamente un furnu e ùntorniu nàs cian da-u ninte; i Dióigiüttan Adammu a creä d’epugnatte.

Quande u travaggiu u l’è termi-nä, int’u fundu u se pö leze: “AL-BISOLA: tèra de lüxe”.

L’ommu, cuntentu, u ringrasia iamixi de Lucìferu e u turna sudi-sfètu da sö mugé.

U se issa u ventu: a pue cu’efögge a se infìa int’a pugnattaduvve u sta bugìndu u menestrùn.

‘Na votta che u menestrùn u l’ècöttu, Adammu u piggia ‘na bran-cä de fögge pe levälu da-u fögu,ma e fögge bagnè fan sgrügiä apùgnatta ch’a invèrsa u sö tezôu.

Eva a se fa ‘na gran risäta: “Manu ti ou veddi che te servan e ma-negge? Tütti san che i Diói fan epùgnatte ma nu fan né cuvèrci némanegge!”

Sulu ciü tärdi i figgi de Jafeth itruviàn u paize d’a tèra gianca,“albis solis” a-a ciamävan i Latìn.

Adamo ed Eva di Gustave Doré.

E lì, i figgi de Jafeth truviàn ascìùn vegiu tòrniu e ‘na vegia furnäxe.

I Arbisulèizi, squèxi pe demua,travagiandu a tèra gianca, dajàn a-a lüxe i pastùi e i famuzi Macac-chi.

TRADUZIONELa leggenda di Albisola

Adamo ed Eva, dopo che l’ave-vano combinata grossa nel Paradi-so Terrestre, venivano condannatia lavorare sulla terra. Per coprirsie ripararsi dal freddo, cercano dicostruirsi dei vestiti con foglie fre-sche e secche, poi si rendono con-to che devono darsi una mossa percercare qualcosa da mangiare. Ifrutti degli alberi danno loro unpo’ di soddisfazione, ma, a lungoandare, Adamo, scocciato di sa-ziarsi con le solite cose, come siconviene al solito maschio ma-schilista dice alla sua donna: “Ehi,tu? Potresti anche farmi qualcosada mangiare!!!” “E con cosa? Nonho nulla per cucinare!” RispondeEva.

Il Signore, che è il più grandeGalantuomo dell’Universo, impie-tosito, ordina a Lucifero di aiutarei due umani. Per non scomodarsi,

il Diavolo decide di mettere a dis-posizione della coppia i suoi Dia-voletti che fanno salire Adamosulle proprie spalle e lo trasporta-no sulla spiaggia dove il PrimoUomo trova dell’argilla per potercostruire le pentole. Improvvisa-mente appaiono un forno e un tor-nio; i Diavoli aiutano Adamo a co-struire tegami. Quando il lavoro èterminato, sul fondo dei contenito-ri si può leggere “ALBISOLA:terra di luce”.

L’uomo, contento, ringrazia gliamici di Lucifero e torna soddi-sfatto da sua moglie.

Ma... si alza il vento: la polveree le foglie si infilano nella pentoladove sta bollendo il minestrone.Una volta ultimata la cottura, Ada-mo prende una manciata di foglie

per togliere la pentola dal fuoco,ma le foglie bagnate fanno scivo-lare la pentola che rovescia il suotesoro.

Eva si fa una grande risata: “Manon lo vedi che servono i manici?Tutti sanno che i Diavoli fanno lepentole, ma non fanno né coperchiné manici!”

Solo più tardi i figli di Jafethtroveranno il paese della terrabianca, “Albis Solis” la chiamava-no i Latini.

E lì i figli di Jafeth troverannoanche un vecchio tornio e una vec-chia fornace.

Gli Albisolesi, quasi per gioco,lavorando l’argilla costruiranno ipastori e i famosi MACACHI.

S.B.

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giardinodi Giordano Sara

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Domenica chiuso

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A Campanassa N.4/201528

CONSULTA CULTURALE SAVONESE

TORRE DEL BRANDALE E PALAZZODELL’ANZIANÌA: DOPO SETTE ANNI

DI RIMPALLO DI PROGETTI SI RIUSCIRÀA FAR PARTIRE IL RESTAURO?

Lettera inviata il 28 ottobre u.s.al Sindaco di Savona, all’Assesso-re allo Sviluppo Economico dellaRegione Liguria e al Soprinten-dente a Belle Arti e Paesaggio del-la Liguria

OGGETTO: Savona, finanzia-mento per il recupero della Torredel Brandale e dell’adiacente Pa-lazzo dell’Anzianìa: P.O.R. FESRLiguria (2007-2013) - Asse 4 - Pro-mozione del Patrimonio culturalee naturale - Sistema dei Musei del-la Provincia di Savona -Interventon. 8 - Richiesta che il finanzia-mento non vada perduto.

La Consulta Culturale Savonese(organizzazione di coordinamento edi comune politica culturale dellequattro associazioni savonesi: ACampanassa, Istituto Internazionaledi Studi Liguri - Sezione Sabazia,Italia Nostra - Sezione di Savona,Società Savonese di Storia Patria)chiede al Comune di Savona, allaRegione Liguria e alla Soprintenden-za che sia fatto il possibile per arri-vare al recupero della Torre delBrandale e dell’adiacente Palazzodell’Anzianìa, a Savona.

Da notizie riportate recentementeda giornali quotidiani, pare che la Re-gione Liguria possa decidere di revo-care il finanziamento di tali lavori, de-liberato dalla Regione Liguria nel2009, nell’ambito del “P.O.R. FESRLiguria (2007-2013) - Asse 4 - Pro-mozione del Patrimonio culturale enaturale - Sistema dei Musei dellaProvincia di Savona - Intervento n. 8”.

Sembra infatti che tale recupero,approvato ufficialmente e definitiva-mente dalla “Soprintendenza BelleArti e Paesaggio della Liguria” nelloscorso mese di agosto, non sia anco-ra stato appaltato alla Ditta che (do-po presumibile concorso) dovrà ese-guire il lavoro.

Vogliamo ricordare che tre anni orsono (il 27 ottobre 2012) il Sindacodi Savona aveva presentato pubbli-camente ai cittadini savonesi il pro-getto di recupero, nel salone del-l’Anzianìa, gremito di pubblico, conampio risalto sulla stampa locale.

Dopo di allora né questa ConsultaCulturale né l’Associazione A Cam-panassa sono più state coinvolteadeguatamente.

Ci risulta che l’ing. Luca Pesce,allora Dirigente del Settore LavoriPubblici del Comune di Savona,avesse chiesto di dare la massimapriorità a un’indagine sulla statica ditale complesso monumentale e diprovvedere urgentemente a consoli-damenti: pare che sia stato soprattuttoquesto il motivo per cui alla fine ilComune decise di non realizzare l’a-scensore inizialmente progettato e diutilizzare il corrispondente esborsoeconomico per risolvere i problemistrutturali (tra l’altro le associazioniculturali avevano precedentementeespresso preoccupazione per l’ascen-sore, come progettato nel progettopreliminare).

Solo nell’aprile 2014 il Comuneapprovò conseguentemente un nuovoprogetto, che fu poi nuovamente mo-dificato (ignoriamo per quale moti-vo) più volte, fino all’approvazionedi due mesi or sono da parte dellaSoprintendenza Belle Arti e Paesag-gio della Liguria.

Immaginiamo che siamo questi imotivi per i quali i lavori di recuperonon sono ancora stati appaltati.

Ignoriamo quale sia la tempisticada rispettare per l’utilizzo dei finan-ziamenti “P.O.R. - FESR”, ma ricor-diamo che il complesso monumenta-le “Brandale-Anzianìa” è particolar-mente importante per la Città di Sa-vona, torre civica e palazzo pubblicoda ben 700 anni, tra l’altro frequenta-to da migliaia di persone ogni anno.

Soprintendenza stessa, che con notaprot. N. 21264 in data 24 agosto2015 ha trasmesso l’autorizzazionedi competenza formulando alcuneprescrizioni. I progettisti hannoprovveduto, sulla scorta delle citateprescrizioni, ad aggiornare definiti-vamente il progetto, in fase di ap-provazione”.

Riportiamo qui sotto il testo dellamail certificata inviata il 14 ottobreu.s. dal Comune alla Regione Ligu-ria che il Vicesindaco ha allegato al-la sua lettera del 29 ottobre alla no-stra Consulta.

Savona 14 ottobre 2015. Da:Città di Savona-Il Vicesindaco allaRegione Liguria (c.a. AssessoreEdoardo Rixi e p.c. Dirigente Set-tore Politiche di Sviluppo delCommercio).

Egregio Assessore, il Comune diSavona è destinatario di fondi a va-lere sull’asse 4 del POR finalizzatial restauro del complesso della Torredel Brandale. Per tutta una serie dimotivazioni che trova meglio espli-citate nella relazione allegata, le atti-vità di progettazione, autorizzazionida parte delle Sovrintendenze com-petenti, verifiche strutturali, assaggiesplorativi di intonaci, affreschi emateriali lapidei presenti nel com-plesso, e le relative pratiche di sele-zione e affidamento, hanno protrattoad oggi le attività di messa a bandodelle lavorazioni che richiedono,dalla data di aggiudicazione 180giorni che vanno oltre il termine am-messo per la fine dei lavori.

I Vostri uffici hanno provveduto acomunicarci la possibilità di un definanziamento.

Sono, con la presente, a chieder-Le, anche attraverso un incontro,l’individuazione di un percorso fina-lizzato a portare a termine l’opera equindi a capitalizzare l’enorme lavo-ro fatto dagli Uffici Comunali e diquelli del Suo Assessorato. Inoltreanche l’oggetto dell’intervento è disicuro interesse comune per le no-stre Amministrazioni... Nel ringra-ziarLa anticipatamente, rimango inattesa di un incontro. Distinti saluti.

Il VicesindacoLivio di Tullio

Questa Consulta chiede pertanto alSignor Sindaco di Savona e al SignorAssessore allo Sviluppo Economicodella Regione Liguria di trovare lapossibilità di attivare al più presto ilavori di recupero e di evitare che ilfinanziamento vada perduto.

Lettera datata 29 ottobre, rice-vuta dal Vicesindaco di Savona inrisposta alla richiesta di informa-zioni inviata il 25 settembre dallaConsulta all’Amministrazione co-munale

Al Presidente della Consulta Cul-turale Savonese.

Egregio Presidente, in riferimentoalla Vostra istanza avente ad oggetto“Torre del Brandale e Palazzo del-l’Anziania: richiesta di informazionicirca l’inizio dei lavori di restauro;rischio di perdita del finanziamentoPOR-FESR regionale europeo” Leinoltro la Relazione pervenutami dalSettore Qualità e Dotazioni Urbanee una mia lettera all’Assessore re-gionale competente. Cordiali saluti.

Il VicesindacoLivio di Tullio

La relazione comunale, redatta dalDirigente ing. Marco Delfino e dalgeom. Rodolfo Topi (ResponsabileServizio Manutenzioni) riassume l’i-ter del progetto di recupero delBrandale, dal progetto preliminareapprovato con Delibera di Giunta n.305 del 3 dicembre 2008 ad “un pri-mo progetto definitivo” approvatocon delibera di Giunta n. 181 dell’11agosto 2010, fino all’approvazionedi modifiche di tale progetto con de-libera di Giunta n. 331 del 27 no-vembre 2012, sino infine all’appro-vazione di “un nuovo progetto defi-nitivo ed esecutivo” (delibera diGiunta n. 75 dell’8 aprile 2014).

La relazione comunale precisa cheil 16 aprile 2014 tale progetto “veni-va trasmesso alla Soprintendenzaper i Beni Architettonici e Paesaggi-stici della Liguria per l’ottenimentodel parere di competenza” e che “aseguito di contatti ed incontri con ilfunzionario della citata Soprinten-denza il progetto veniva modificatoin alcune sue parti, quindi gli elabo-rati modificati e quelli integrativicon nota prot. 35667 in data 23 giu-gno 2015 venivano trasmessi alla

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A Campanassa N.4/2015 29

CONSULTA CULTURALE SAVONESE

CIVICO MUSEO ARCHEOLOGICO DI SAVONA:UN’ALTRA ECCELLENZA DELLA NOSTRA

CITTÀ CHE RISCHIA DI NAUFRAGARENELL’ASSURDO. A CHI GIOVA?

Lettera della Consulta Cultura-le Savonese del 24 ottobre 2015 in-viata al Sindaco di Savona, al So-printendente Archeologo della Li-guria e al Presidente della RegioneLiguria.

OGGETTO: Richiesta di so-spensione e re-emissione del ban-do relativo ad “Affidamento inconcessione del servizio di gestio-ne del Civico Museo Archeologicoe della Città di Savona - CodiceCIG 64094605B6” (Determinazio-ne dirigenziale n. 481 del28/9/2015). Richiesta di inserimen-to (nel testo del bando da ri-emet-tere) di precise clausole relative airequisiti dei concessionari, a ga-ranzia della tutela, della sicurezza,della valorizzazione e anche dellepossibilità di incremento futurodel patrimonio archeologico dellaCittà di Savona, di proprietà delloStato per il 92% delle “collezioni”attualmente esposte in Museo eper il 100% nel Deposito Archeo-logico correlato.

La Consulta Culturale Savonese,esaminato approfonditamente il ban-do relativo all’“Affidamento in con-cessione del servizio di gestione del

Civico Museo Archeologico e dellaCittà di Savona per due anni, rinno-vabile per un biennio - Codice CIG64094605B6” (Determinazione diri-genziale n. 481 del 28/9/2015), rile-va che tale bando deve necessaria-mente essere sospeso e poi ri-emesso dopo una serie di integra-zioni che sono assolutamente e do-verosamente necessarie.

Tale bando non garantisce infattiassicurata, per il futuro, la specificarealtà del Museo savonese, nellacontinuità di un’esperienza e diun’attività di ricerca che ne è stata lasua peculiarità ed il suo valore prin-cipale e che ne garantisca il poten-ziamento e lo sviluppo (che nonconsiste infatti in una collezione sta-tica di reperti archeologici, vetrine epannelli, ma che deve ovviamenteessere una realtà dinamica, conti-nuamente aggiornata dalle nuove ri-cerche e dalle nuove campagne discavo archeologico così come sonostate fino ad oggi condotte dall’Isti-tuto Internazionale di Studi Liguri).

Il bando attuale trascura comple-tamente questo importante aspettodinamico del Museo, che si deveconfigurare anche come centro dellaricerca e della storia del Priamàr e

dell’intero territorio comunale di Sa-vona.

Il Comune di Savona non deveaffrontare un semplicistico temadi guardianìa e gestione dell’esi-stente, ma soprattutto un tema dicontinuità di sviluppo di una in-frastruttura culturale primariadella città: come l’attuale infrastrut-tura è frutto di una serie continuatanegli anni di interventi coordinaticon Università, Soprintendenza Ar-cheologica e associazioni culturali,così il futuro deve proseguire con al-meno altrettanta comunione di intel-ligenze ed enti.

C’è ancora molto da fare per ar-ricchire le “collezioni archeologi-che” del civico Museo e per renderlemaggiormente fruibili e per consoli-darle come attrattiva della città!

Nel bando va quindi necessaria-mente inserita una clausola per cui ilconcessionario sia tenuto a possede-re i requisiti di qualificazione cultu-rale e professionale necessari per cu-stodire i reperti anche di proprietàstatale in sicurezza e per poter ri-chiedere concessione di ricerche oscavi archeologici ai sensi del D.lgs42/2004 e del DM 10/05/2001, non-ché delle circolari della DirezioneGenerale per le Antichità n. 10 del27/07/2011 e n. prot. 576 del28/01/2014.

Solo tale clausola permette infattil’acquisizione di nuove conoscenzee l’arricchimento del patrimonio ar-cheologico di Savona, nonché laprosecuzione di quell’attività di ri-cerca che ha consentito di dar vita alMuseo e ne potrà garantire il suo fu-turo col mantenimento della funzio-ne del Museo inteso come centro distudio e ricerca.

Ad avviso di questa ConsultaCulturale il bando in oggetto devequindi essere immediatamente so-speso e poi riemesso con le so-praddette integrazioni relative airequisiti dei concessionari, a ga-ranzia della tutela, della sicurezza,della valorizzazione e anche dellepossibilità di incremento futuroL’ingresso del Civico Museo Archeologico di Savona, sul Priamàr.

del patrimonio archeologico dellaCittà di Savona, di proprietà delloStato per il 92% delle “collezioni”attualmente esposte in Museo eper il 100% dei reperti archeolo-gici conservati nel Deposito Ar-cheologico correlato.

La Consulta Culturale Savonesechiede pertanto che tale bando siaimmediatamente sospeso e che nesia predisposta una nuova formu-lazione, che meglio risponda alleesigenze del Complesso monu-mentale del Priamàr e, di conse-guenza, della Città.

Lettera di risposta inviata il 27ottobre 2015 dal Sindaco di Savo-na al Presidente della “ConsultaCulturale Savonese” e, per cono-scenza, al Signor Soprintendenteper i Beni Archeologici della Ligu-ria e al Presidente della RegioneLiguria.

Ho ricevuto la Sua nota del 24 ot-tobre, acquisita nella stessa data agliatti del protocollo del Comune di Sa-vona con n. 61991 del 26.10.2015, inmerito al bando per l’Affidamento inconcessione del Civico Museo Ar-cheologico e della Città, attualmentepubblicato all’albo pretorio del Co-mune di Savona.

Dopo aver ricevuto rassicurazionidagli uffici comunali competenti inmerito alla regolarità ed alla validitàdella procedura in corso, ritengo chenon sussistano le condizioni da Leirappresentate per una sospensione eri-emissione del bando.

Appare altresì inappropriato chetale richiesta pervenga da un organi-smo, la Consulta Culturale, costitui-to da quattro associazioni tra cui ilsoggetto attuale gestore del Museo.

Ritengo infine che sia opportunodare corso alla procedura avviata inun clima sereno e rispettoso dellenorme e delle competenze.

Con i migliori saluti.

Il SindacoFederico Berruti

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A Campanassa N.4/201530

CONSULTA CULTURALE SAVONESE

“BERRUTI FA MARCIA INDIETROSULL’AFFIDAMENTO DEL MUSEO”

Esattamente un mese dopo lalettera inviataci dal Sindaco Berruti,col suo diniego alla richiesta della“Consulta Culturale Savonese” diannullamento e ri-emissione delbando, apprendiamo dall’articolodel 27 novembre u.s. della giornali-sta Silvia Campese (pubblicato suiquotidiani “Il Secolo XIX” e “LaStampa”) che “il Comune di Savo-na fa marcia indietro sul MuseoArcheologico. E lo fa attraverso leparole del sindaco Federico Berru-ti, che, durante il consiglio comuna-le di ieri, ha spiazzato i presenticontraddicendo persino le parole di

difesa verso la bontà dell’operatosul bando di gara, poco prima pro-nunciate dal capogruppo PD, Fede-rico Larosa. «Sì ad una ulterioreverifica degli atti e dei passaggi inun regime di autotutela, anche sel’assegnazione è avvenuta», il ver-detto del sindaco”, che si è quindidichiarato favorevole alla “mozionedel Movimento Cinque Stelle (consi-glieri Milena Debenedetti e Andrei-no Delfino), in cui si chiedeva di ri-vedere gli atti della gara”, mozioneche “è stata subito abbracciata danumerosi consiglieri, in maniera bi-partisan: da Franco Zunino, Rifon-

dazione Comunista, a Ileana Roma-gnoli, Forza Italia, a GiampieroAschiero, Api, a Daniela Pongiglio-ne, Noi per Savona” - Verdi, a Ser-gio Acquilino (SEL).

Meglio tardi che mai per il Sinda-co di Savona, che sarebbe comun-que ancora in tempo per annullare eri-emettere il bando di gara, come ri-chiesto dalla “Consulta CulturaleSavonese”, attuando esattamente lamedesima prassi amministrativa cheil 12 agosto scorso è stata seguitadal Comune di Finale Ligure per ilbando di affidamento del Museo Ar-cheologico del Finale.

È inoltre opportuno che il Sindacoricordi quanto è stato scritto in bendue punti dell’“Avviso di gara” dellaprocedura indetta “per l’affidamentoin concessione del servizio di gestio-ne del Civico Museo Archeologico”:“la Stazione appaltante (il Comunedi Savona) si riserva la facoltà dinon aggiudicare comunque l’appal-to, per qualunque motivo, senza che ipartecipanti possano vantare alcunapretesa di rimborsi, compensi o in-dennizzi” (cfr. Determina dirigenzia-le n. 481 del 28.9.2013 del Dirigentedel Settore politiche culturali, turisti-che e del Commercio”).

BISOGNA ANNULLARE LA GARA PERL’AFFIDAMENTO DEL MUSEO ARCHEOLOGICO!

Lettera inviata il 3 dicembre u.s. al Sin-daco di Savona dalla Consulta CulturaleSavonese.

OGGETTO: Richiesta di annullare lagara per l’affidamento del Civico MuseoArcheologico e (nell’immediato) di nonprocedere nell’affidamento all’aggiudica-tario provvisorio di tale gara, sulla basedella riserva dell’Amministrazione Comu-nale prevista dalla Determinazione Diri-genziale n. 481 del 28 settembre 2015

Gent.mo Dott. Berruti, il Consiglio Direttivo della Consulta Cul-

turale Savonese (organizzazione di coordina-mento e di comune politica culturale dellequattro associazioni culturali savonesi “ACampanassa”, “Italia Nostra - Sezione di Sa-vona”, “Società Savonese di Storia Patria” e“Istituto Internazionale di Studi Liguri - Se-zione Sabazia”) Le porge un pressante appel-lo e una formale richiesta affinché l’Ammi-nistrazione Comunale da Lei diretta an-nulli la gara relativa al Museo Archeologi-co ed eventualmente la ripeta e comunquenell’immediato non proceda nell’affida-mento del Museo Archeologico all’aggiudi-catario provvisorio del bando di gara re-centemente tenuto, per i motivi più avantiesposti in questa lettera, e lasci la gestionedel Museo Archeologico nello stato in cui èstata condotta per 25 interi anni, dal 1990 adoggi.

Abbiamo letto che Lei ha condiviso lamozione approvata la settimana scorsa dalConsiglio Comunale relativa a “invito agliuffici a rivedere in autotutela gli atti di garaper l’affidamento in concessione del serviziodi gestione del Civico Museo Archeologico edella Città di Savona”.

La diffusa perplessità sull’iniziativa erastata da noi anticipata nella nostra richiestadi modificare il testo del bando inviatoLe il24 ottobre u.s., con cui segnalavamo che ilbando di gara richiedeva numerosi e signifi-cativi miglioramenti.

Valutiamo molto positivamente la Suanuova presa di posizione e Le chiediamoora di compiere un altro passo per risolverel’incresciosa e assurda situazione che da duemesi divide pesantemente l’AmministrazioneComunale dal Mondo della Cultura Savone-se: Le chiediamo di annullare la gara edeventualmente di ripeterla accogliendo i sug-gerimenti già da noi presentati (aggiungiamoquello di costituire una commissione di valu-tazione più autorevole) oppure, e meglio, diannullare la gara e di proseguire nell’affida-mento diretto del Museo Archeologico all’I-stituto Internazionale di Studi Liguri, cosìcome è stato dal 1990 ad oggi.

Sottolineiamo che per la gestione del Civi-co Museo Archeologico non si tratta sempli-cemente di affidare un servizio di custodia,ma di consolidare e sviluppare una risorsa di-stintiva della collettività savonese. La letturadei verbali di aggiudicazione suscita molteperplessità e lascia pensare che i tempi di so-luzione si presentino molto prolungati, condanno per la collettività savonese e con ridu-zione dell’attrattività della città anche neiconfronti del recente flusso turistico crocieri-stico.

Siamo disponibili ad un incontro perchiarire meglio le nostre perplessità citatedianzi.

A nostro avviso il primo passo che l’Am-ministrazione Comunale potrebbe compieresarebbe quello di non procedere all’affida-mento del Museo Archeologico all’aggiudi-

catario provvisorio “Cooperativa Archeolo-gia - A.R.C.A. Coop Culturale” sulla basedella riserva dell’Amministrazione Comu-nale prevista nell’“Avviso di gara per l’affi-damento in concessione del servizio di ge-stione del Museo Archeologico”, approvatocon Determinazione Dirigenziale n. 481 del28 settembre 2015, a pagina 4 e in ultima pa-gina, che alleghiamo alla presente richiesta,qui sotto in forma ridotta e in forma comple-ta in allegato:

“La Stazione appaltante si riserva la fa-coltà di non aggiudicare comunque l’appal-to, per qualunque motivo, senza che i parte-cipanti possano vantare alcuna pretesa dirimborsi, compensi o indennizzi”.

“La scrivente Amministrazione si riserva,in ogni caso, di non procedere all’affida-mento senza che il concorrente possa vanta-re alcuna pretesa in conseguenza del man-cato affidamento”.

Ci preme comunque farLe rilevare che l’I-stituto di Studi Liguri ha creato e allestito ilMuseo due volte, nell’anno 1990 e ancora re-centemente, nell’anno 2014 (quando ha prov-veduto ad allestire ex-novo l’intero primopiano del “polo museale del Priamàr”); Leevidenziamo che proprio negli ultimi sei annianni (in cui il Sindaco di Savona è stato pro-prio Lei) il Comune di Savona ha comunqueaffidato ripetutamente la gestione del CivicoMuseo Archeologico all’Istituto Internazio-nale di Studi Liguri “mediante trattativa di-retta, ai sensi dell’art. 35, lettera b e c) delvigente Regolamento per la disciplina deicontratti del Comune”, proprio perché (comescritto esplicitamente dalla Dirigente arch.Marta Sperati nell’art. 1 del contratto d’affi-do relativo ad esempio al biennio 2013-2015):

1. I reperti conservati nel Museo sono “ri-emersi grazie alle indagini archeologichecondotte da anni dall’Istituto Internaziona-le di Studi Liguri, su autorizzazione del Mi-nistero dei Beni e delle Attività Culturali”;

2. “La realizzazione e l’allestimento delMuseo Archeologico e della Città sono statipossibili solo grazie all’intervento e alla col-laborazione dell’Istituto Internazionale diStudi Liguri, grazie al quale è possibile dis-porre delle documentazioni e dei materialifrutto delle ricerche dell’Istituto stesso”;

3. “Sussistono circostanze speciali chegiustificano, ai sensi dell’art. 35, comma 1,lettera b) e c) del vigente Regolamento per ladisciplina dei contratti del Comune, l’affida-mento del servizio mediante trattativa direttaall’Istituto Internazionale di Studi Liguri”.

Così scrisse la Dirigente Arch. Sperati an-cora in data 23 dicembre 2013: ci chiediamocosa sia cambiato da allora, talmente graveda giustificare la nuova strada intrapresa dal-la stessa dirigente il 28 settembre di que-st’anno.

A noi risulta che dopo di allora vi sianostate solo novità positive, come l’impegnoprofuso dall’Istituto Internazionale di StudiLiguri per allestire ed aprire al pubblico (nelmese di maggio 2014) l’intero primo pianodel “polo museale” nella “Loggia del Ca-stello Nuovo” (che peraltro fino ad ora nonè stato neppure inaugurato e sarebbe auspi-cabile poterlo fare con una cerimonia uffi-ciale con la Sua attiva partecipazione, datoche si tratta di una delle migliori cose rea-lizzate sul Priamàr nel periodo in cui Lei èstato Sindaco).

La Consulta Culturale Savonese ponepertanto questa istanza alla Sua corteseattenzione.

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A Campanassa N.4/2015 31

COMUNE DI SAVONA: “QUER PASTICCIACCIOBRUTTO” DEL BANDO DI GARA PER

L’AFFIDAMENTO DEL MUSEO ARCHEOLOGICOdi Marcella Boero, Carlo Cerva e Rinaldo Massucco

Tra il 28 settembre e il 19 novem-bre di quest’anno l’Amministrazio-ne comunale di Savona ha avviato e(forse) concluso un proprio provve-dimento amministrativo, assurdonella forma e del tutto inadeguatonella sostanza, attuato nell’arco di52 giorni, in poco di più dei diecigiorni in cui si sviluppò il misfattodescritto nel celebre romanzo diCarlo Emilio Gadda (“Quer pastic-ciaccio brutto de via Merulana”).

Va premesso che due anni or so-no, il 23 dicembre 2013, la dott.ssaarch. Marta Sperati (a nome delComune di Savona, quale Dirigen-te del Settore Politiche Culturali eTuristiche) stipulava con l’IstitutoInternazionale di Studi Liguri(rappresentato dal Presidente avv.Cosimo Costa) l’ennesimo contrat-to per l’affidamento del servizio digestione del civico Museo Archeo-logico e della Città di Savona, pre-cisando all’art. 1 dello stesso con-tratto che “Le premesse formanoparte integrante e sostanziale delpresente contratto”.

Scriveva infatti l’arch. Sperati:“PREMESSO CHE dall’aperturadel Civico Museo Archeologico(1990) a tutt’oggi, il Comune ne hagarantito la conduzione e la pub-blica fruizione affidandone la ge-stione all’Istituto Internazionale diStudi Liguri (IISL) - Sezione Saba-zia sulla base di apposite convenzio-ni. Dal 2010 al 2013 il servizio èstato affidato all’IISL mediante trat-tativa diretta, ai sensi dell’art. 35,lettera b e c) del vigente Regola-mento per la disciplina dei contrattidel Comune...

Nell’ambito del progetto di rior-ganizzazione dei musei civici nelnuovo “Polo Museale del Priamàr”,nel Palazzo della Loggia, il ‘MuseoArcheologico” è stato trasformatoin ‘Civico Museo Archeologico edella Città’. Il percorso espositivo èstato distribuito su due piani... Letestimonianze delle vicende storichedi Savona, sia per quanto concerneil Priamàr, sia per quanto riguardala città, sono riemerse grazie alleindagini archeologiche condotte daanni dall’Istituto Internazionale diStudi Liguri, su autorizzazione delMinistero dei Beni e delle AttivitàCulturali e del Turismo... La realiz-zazione e l’allestimento del MuseoArcheologico e della Città sono sta-ti possibili solo grazie all’interventoe alla collaborazione dell’IstitutoInternazionale di Studi Liguri, gra-zie al quale è possibile disporre del-le documentazioni e dei materiali

frutto delle ricerche dell’Istitutostesso... Sussistono circostanze spe-ciali che giustificano, ai sensi del-l’art. 35, comma 1, lettera b) e c)del vigente Regolamento per la di-sciplina dei contratti del Comune,l’affidamento del servizio mediantetrattativa diretta all’Istituto Interna-zionale di Studi Liguri.

Con determinazione dirigenzialen. 405 del 26.9.2013, prot. 44811(26.9.2013) il “servizio di gestionedel Civico Museo Archeologico edella Città” veniva “affidato per unperiodo di due anni, dal 1° ottobre2013 al 30 settembre 2015, all’Isti-tuto Internazionale di Studi Liguri,sezione Sabazia...”.

Il 28 settembre 2015 invece, co-me un fulmine a ciel sereno, la stes-sa arch. Sperati ha indetto “unaprocedura di gara per l’affidamen-to in concessione del servizio di ge-stione del Civico Museo Archeolo-gico e della Città di Savona per ilperiodo di anni due, presumibil-mente dal 1 gennaio 2016 al 31 di-cembre 2017” (Determinazione Di-rigenziale n. 481 del 28.9.2015),“alle condizioni e caratteristicheevidenziate nell’allegato capitolatospeciale d’appalto... Il servizio è fi-nalizzato alla conservazione, tutelae fruizione pubblica del patrimonioarcheologico conservato nel CivicoMuseo... Il servizio comprende tuttele prestazioni necessarie per con-sentire la visita del museo e l’attivi-tà scientifica e amministrativa ne-cessarie alla valorizzazione e pro-mozione del museo stesso... L’am-missione alla gara è riservata aisoggetti che abbiano gestito per unperiodo complessivo, anche noncontinuativo, di 18 mesi, nel corsodei tre anni precedenti (2012-2013-2014 compreso), musei, collezionid’arte o parchi archeologici perconto di enti pubblici, con una aper-tura al pubblico non inferiore alle15 ore settimanali. In caso di rag-gruppamento di impresa, la manda-taria deve aver svolto un periodominimo di 12 mesi continuativi”.

L’aggiudicazione di tale gara sa-rebbe stata determinata dal “criteriodell’offerta economicamente piùvantaggiosa da valutarsi sulla basedelle caratteristiche tecniche e qua-litative del servizio (massimo punti70) e del prezzo complessivo offertoper la gestione del servizio (fino aun massimo di punti 30 da attribuir-si all’offerta più bassa fra quellepervenute)”.

Ci si chiede per quale motivol’Amministrazione Comunale (Di-

rigente e Giunta Comunale, chequanto meno avrebbe dovuto darel’indirizzo politico agli Uffici co-munali) abbiano lasciato la stradavecchia per la nuova (non più “af-fidamento del servizio mediantetrattativa diretta”, considerate leimportanti premesse prima elencate,ma bando di gara).

Ci viene il sospetto (“a pensarmale si fa peccato, ma spesso ci siazzecca”, come recita il noto afori-sma) che l’Amministrazione comu-nale non ritenesse più indispensabilel’Istituto di Studi Liguri, dopo chelo stesso aveva realizzato nel 2014(gratuitamente, extra-contrattod’affido!) il ri-allestimento delprimo piano del Museo Archeolo-gico, cosa che sarebbe risultata im-possibile (tanto prima, quanto dopo)da un generico gestore che non fos-se anche il soggetto esecutore degliscavi dai quali si erano ottenuti tan-to i reperti quanto i contenuti scien-tifici esposti nelle vetrine e sui pan-nelli.

Per di più, nei giorni in cui fuemesso il bando di gara, nei corridoidel Comune e nelle redazioni deigiornali quotidiani circolava insi-stente la voce che il Comune voles-se far vincere una cooperativa (di“società cooperative” si parla tral’altro esplicitamente al punto 8 del-l’art. 15 del “Capitolato specialed’appalto”, dove si parla altresì dipossibilità di partecipazione in“raggruppamento d’impresa”, nelqual caso i requisiti di partecipazio-ne sono richiesti solo per “la man-dataria”, cioè l’impresa-cooperativapiù importante di tale raggruppa-mento).

Dei 1185 reperti che costituisco-no il materiale presente nell’alle-

stimento museale ben 1083 (il92%) sono di proprietà statale eprovengono dalle 58 campagnescavi archeologici condotti dall’I-stituto Internazionale di Studi Li-guri dal 1956 ad oggi, mentre solo50 (appena il 4%) sono di proprie-tà comunale (gli altri 52 apparten-gono allo stesso Istituto e al CentroLigure per la Storia della Ceramica.

Se l’Istituto di Studi Liguri nonavesse condotto lunghe campagnedi scavo sul Priamàr e in altri luo-ghi della Città e non avesse poistudiato e catalogato i reperti rin-venuti, il Museo dallo stesso Isti-tuto allestito sul Priamàr nonavrebbe ovviamente neppure esse-re stato costituito. Va tra l’altro ri-levato che se il Comune è il proprie-tario dei locali e della maggior partedelle strutture espositive del Museo,tuttavia l’Istituto di Studi Liguriesercita su tali reperti i dirittiscientifici propri del concessiona-rio di scavo (riconosciuti dal Mini-stero dei Beni Culturali), mentre lostesso Istituto in sessant’anni hainvestito risorse economiche,scientifiche ed umane particolar-mente rilevanti per condurre taliricerche archeologiche.

Sarebbe stato quindi moralmentecorretto che l’Amministrazione co-munale rinnovasse anche quest’an-no l’affido diretto della gestionedel Museo all’Istituto di Studi Li-guri, “ai sensi dell’art. 35 (letterab - c) del “Regolamento per la di-sciplina dei contratti del Comunedi Savona”.

Così non è stato e la Dirigente delSettore Cultura, insieme con la Di-rettrice del “Servizio Musei” e la Si-gnora “Segretario Comunale” hannodeciso di bandire una gara pubblica

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per l’affidamento, preparando un te-sto del bando (capitolato d’appalto)gravemente insufficiente per garan-tire il futuro di un museo archeolo-gico dinamico: tale capitolato sipreoccupa praticamente solo di “ac-coglienza e custodia” (utile un con-fronto con l’analoga Determina Di-rigenziale 570/2015).

Va rilevato che ben diverse e vali-de risultano invece le prescrizionicontenute in un bando di gara analo-go, emesso per combinazione pro-prio nello scorso mese di agosto dalComune di Finale Ligure per l’affi-damento del “Museo Archeologicodel Finale”:

“l’aggiudicatario deve possederei requisiti di qualificazione cultura-le e professionale necessari per cu-stodire i reperti anche di proprietàstatale in sicurezza e per poter ri-chiedere concessione di ricerche oscavi archeologici” al Ministero deiBeni Culturali (art. 4); tra gli ob-blighi del concessionario “aggior-namento ed arricchimento delle col-lezioni del Museo curandone la co-stante espansione, dotandolo distrutture tecniche e scientifiche attea garantirne le attività di ricerca edidattiche, nonché i contenuti espo-sitivi mediante materiale rinvenutodall’attività di ricerca e scavo sulterritorio” (art. 11); assegnazionedel punteggio massimo di 10 puntisu 100 (art. 4 del Disciplinare) per“disponibilità ad assumere il perso-nale attualmente in servizio al Mu-seo” (per motivi non solo sindacali edi contratto di lavoro, ma anche esoprattutto per la grande professio-nalità acquisita nel settore da talepersonale, in parecchi anni di gestio-ne tecnica, scientifica e culturale).

Di tutto questo non c’è stata trac-cia nel bando predisposto dal Co-mune di Savona, che è risultatoquindi perfettamente analogo a unbando che fosse stato ad esempiopreparato per la gestione (custodia eaccoglienza visitatori) del “LascitoPertini”, che (diversamente dal Mu-seo Archeologico) non è una “colle-zione dinamica crescente nel tempocon possibilità di nuove acquisizio-ni di reperti e di contenuti scientifi-ci”, ma è una collezione assoluta-mente statica (la Famiglia del com-pianto Presidente Pertini ha affidato

al Comune l’intera collezione, cri-stallizzata pertanto per sempre edimmutabile...) e peraltro aperta solodue giorni alla settimana...

Da questo punto di vista è parsapertanto del tutto inadeguata laCommissione giudicatrice della ga-ra d’affidamento nominata con De-termina della Responsabile del pro-cedimento (RUP, nonché Dirigentedel Settore Cultura) arch. MartaSperati, dove su 5 membri (RUPcompresa) è stato nominato un soloesperto di archeologia e ben dueesperte di collezioni artistiche (di-pinti e ceramiche).

Oltre a tutto per la predisposizio-

Consiglio Comunale di Savona,Sindaco Federico Berruti compreso,affinché il Comune sospenda per ilmomento l’aggiudicazione di garaper “rivedere in autotutela gli attidi gara per l’affidamento in conces-sione del servizio di gestione del Ci-vico Museo Archeologico e dellaCittà di Savona” (visti i tanti aspettipoco chiari della questione).

Nei prossimi giorni (giovedì 17dicembre) il Ministro dei Beni edelle Attività Culturali, Franceschi-ni, risponderà in Parlamento all’in-terrogazione presentata dal Deputa-to savonese Simone Valente “sull’affidamento in concessione del ser-

presidente della Cooperativa Cultu-rale A.R.C.A., che il 19 novembreu.s. è risultata “aggiudicatarioprovvisoria” della “gara per l’affi-damento del servizio di gestione delCivico Museo Archeologico di Sa-vona”, insieme con la mandataria“Cooperativa Archeologia”). L’8settembre 2014 sul sito web di Le-gacoop la notizia di tale visita erastata accompagnata da questo com-mento: “Hanno trovato nel Priamarun immobile già pronto ma con ul-teriori opportunità di sviluppo, perattività sul piazzale del Maschio enei tanti spazi espositivi che esisto-no o che potrebbero essere ricavatisulla fortezza, a parte ovviamente laristorazione e altro ancora – spiegaRoberto La Marca, responsabile delsettore dei servizi di Legacoop Li-guria –. Presenteremo un progettoattraverso il Consorzio Due Riviere.Vogliamo fare sul serio e presto”.

Non era pensabile però che da unanno esatto Legacoop mirasse anchead acquisire la gestione del CivicoMuseo Archeologico...

Nel bando del Comune di Savonaera stato scritto (art. 4) che “l’am-missione alla gara è riservata aisoggetti che nel corso dei tre anniprecedenti abbiano gestito musei,collezioni d’arte o parchi archeolo-gici...” (per inciso, nel sito Internetdella “Coop Zoe si legge che tra leproprie attività vi è quella di “gestio-ne musei e gestione aree archeologi-che, mentre nel sito Internet dellaCoop A.R.C.A. si legge che la stessa“si propone per gestione di musei eparchi archeologici”...).

Mah, certo che è strana la locu-zione dell’art. 4 del bando comunale(l’oggetto era solo il “museo ar-cheologico”, che c’entrano i “par-chi”?); certo che quanto è successodal 28 settembre in qua a Savonaper il Museo Archeologico pare pro-prio un bel “pasticciaccio brutto”.

Marcella Boero, Carlo Cerva,Rinaldo Massucco

Membri della“Consulta Comunale per il

Priamàr” nominati dal Sindaco diSavona su designazione

rispettivamente di“Italia Nostra”, “A Campanassa”,

“Società Savonese di Storia Patria”

Un particolare della sala superiore del Museo Archeologico, allestita dall’IstitutoInternazionale di Studi Liguri nella primavera dello scorso anno.

ne delle linee guida del bando di ga-ra non solo non sono stati richiestiné sono stati acquisiti pareri e pro-poste della “Consulta Comunale peril Priamàr”, ma addirittura i com-ponenti di tale organo tecnico comu-nale (convocati in audizione dallapresidente della Terza CommissioneConsiliare) sono poi stati zittiti perpresunte possibilità di “turbativad’asta”.

In questo “pasticciaccio brutto”vanno citati ovviamente molto posi-tivamente l’interpellanza presentatadai consiglieri comunali GiampieroAschiero e Daniela Pongiglione(praticamente pure essi zittiti da Di-rigente e Assessore) e la mozionepresentata dai consiglieri MilenaDebenedetti e Andrea Delfino ap-provata il 26 novembre u.s. da unalarga maggioranza trasversale del

vizio di gestione del Civico museoarcheologico e della città di Savo-na”, che ha chiesto tra l’altro al Mi-nistro “in che modo intende garanti-re la continuità di una esperienza edi una attività di ricerca rivelatasivincente e che ha provveduto ad ac-crescere il valore del Museo”.

Va peraltro segnalato che dal sitointernet di Legacoop Liguria si ap-prende che l’8 settembre dello scor-so anno “il presidente di Coop Cul-ture, Giovanna Barni, ha visitato ilPriamar e altri siti della città. Conlei c’era tra gli altri Graziella Bo-naguidi, presidente di Coop Zoe diLa Spezia, che gestisce i musei diquella città, il presidente di Lega-coop Liguria, Gianluigi Granero eMauro Gabetta, presidente del Con-sorzio Due Riviere con la Vice Do-natella Ventura” (che è anche la

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A Campanassa N.4/2015 33

U RECANTU D’I “AMIXI D’U DIALETTU”31 Dexenbre 2014 - Da un prezeppiu d’amùS’a votte ti credesci a-u Dé d’u Çéa-u Pué de l’Ese Sö, de l’Ünivèrsu,d’e cose, d’i animè e ascì d’i ommi,cuscì che semmu tütti sö figiö,a ciü raxùn ghe sieva da pensäch’u fuise Figgiu Sö – cum’ogn’ätr’ommu –u Nazarenu, ascì ciamóu Gexü,nasciüu de donna e ’n tüttu ommu integräletantu da dise a ogn’ùa Figgiu de l’ommu,ma – in quantu täle – ascì Figgiu d’u Dé;Figgiu nasciüu a incarnä pe tütti quantil’amù d’u Puè pe intregu u sö Ünivèrsu,vegnüu a-u mundu – e nevandu – ’nte ’na grotta,döviä pe fä da stalla e di animèe missu a fäghe cünn-a inte ’na greppia,suvia ’n lettu de paggia, rescâdóuda-u fiattu d’u sö äze e ascì de ’n böin fasce, sensa cuèrte, a-u freidu e a-u zépigiandu pärte a un prezeppiu d’amù,a prinçipiä da-u què, e vieciü da grande– mestru de fede, speransa e caitè –mustrandu a tütti a stradda d’u benscuntrànduse cun grammi e preputenti,in difeiza d’i giüsti e d’i meschìnp’amù d’u Puè, d’u próscimu e cun lude tütta a ciü divèrsa ümanitè,sensa stancäse mäi de fäse vuxe,ascì a risc-ciu d’a vitta e fin a muìp’amù d’i ätri inciuóu ’nsce ’na cruxe. Essiu d’A Ciann-a

(Ezio Viglione)

Davanti ’n prezeppiuCumme davanti a tante oppie d’ärteascì a ’n prezeppiu ti te puriè stüpì,cumme tant’ätre anche sc-ta chì a l’è u n’ärtee ‘nse quesc-tu u nu ch’è ninte da dì.

I prezeppi sun ’n insemme de ciü sc-tojequella ciü antiga, cun a Nativitè,inseìa inte quella ciü reçentefèta de paizi p’e-i ciü tanti ormäi sc-curdè.

Se crean cuscì vilaggi e burghi antighi,p’ou ciü rivisc-ti e sc-pessu imaginè,a votte i rafegüan vitta visciüae ouva relegä a tenpi pasè.

E cuscì che, segundu a proppia sc-toja,se fan prezeppi int’i burghi mainè,cun bärche a riva, prunte a sarpä e reie e pescèe prunte a recatä i pesc-chè.

Cumme se crean vilaggi de canpagna,duvve a fä da padrùn u l’è u cuntadìnindafarä int’i canpi o ’n mezu a-i orti,duvve u nu manca mäi u fiascu d’u vin.

Ma sun i vegi mesc-te a fä da padruìninte sc-tu scenäju sc-pessu anche animä,duvve l’ègua, ch’a fa gîä a röa d’u muin,a fa ascì batte u maju d’u ferä.

U gh’è u bancä, u sc-carpä, u mulitta,u gh’è l’osc-te, u verdüé, u merçäe e donne, p’ou ciü releghè in cuxinn-a:lavä, cüxì, cüä i fii, fä da mangiä.

U gh’è u magnìn, ascì, ch’u zbraggia l’ärtee ätretantu u fa ascì u sc-traçé,in tenpi quand’e sc-traççe sun inpurtantemateja primma pe fäghe d’u papé.

U gh’è pö i pasc-tuì, fegüa tradisiunäle,cun e pêguette mügè lì vixìn,che, cuscì cum’â sc-toja a ne tramanda,sun sc-tèti i primmi a andä a adurä u Banbìn.

In primma filla u gh’è a grotta cu’u Picìne, lì vixìn, senpre sö Puè e sö Muècun l’äze e u bö senpre a fä da curnixea quellu quaddru d’a Nativitè.

Vernacolo di Cadibona Alfonso Schinca

Antica Latteria “Gina”nel centro Storico di Savona

Specialità famose:Frappé - Gelati - Panna Montata

Via Caboto 5

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A Campanassa N.4/201534

U RECANTU D’I “AMIXI D’U DIALETTU”U buntenpu antigu

I ommi che ’na votta ean figiösporchi, scäsci, fra pigoggi e scaggia,dîxan che quelli tenpi ean ciü bèllie senpre i t’ei rincianzan drentu a-u cö.Defèti... se lavävan zü ’ntu beu,durmivan tütti ’nsemme frè e sö,mangiävan pan e aggiu, pocu rizu,un sognu u l’ea u güstu d’i rajö.A scöa gh’ei mandävan repesè,u mestru u gh’ei tegniva zenugiùn,pe stradda päta, prìe, cartelè,a cà pe primma cosa ’n scupaçùn.Gîàndu pe fä a speiza cu’a mamà,a vista a l’ea ’n ätu senpre atentaperchè sìa ’nti Fràveghi che ’nti Cascècazeivan di gran pacchi de rümenta.Mîävan da-e finèstre ’nti caruggi,u sù u ghe bateiva pe mêzùa,tusce, catäru, mä de brunchi, zbrüggiu,che bèlli quelli tenpi là d’alùa.

Sergio Sguerso

Ezamme de cuscensa(e Attu de riparasiùn)

Ricórdite de quellu ch’u l’è stètu,de quande ti l’aveivi cunusciüa,de tütte e cose che pe ti a l’ha fètuancùn primma de diventä a tö scignùa.

Ricórdite de quellu che ti divi,di zuamenti fèti,de quellu ch’ei pasóu.Di cianti e di suriziche v’han acunpagnóu.

Dacordu, a l’è invegiäe a nu l’è ciü a zgarzellade quande ve incunträvid’ascuzu e pin de puja.De quande ve braçävie u tenpu, aväu, u ve xuäva vìa.

Ricórdite de quellu ch’u l’è stètu,di sö ciü bèlli anni ch’a t’ha dètu.Mìala cun ätri öggi e ti scruvièche drentu a l’è ancùn bèllae a l’ha pigióu ascìu postu de tö muè.

E poi, mìite ’n po’ ti.Fèrmite ’n stisìn davanti a-u spegiu.Anche u tö sciümmeu sta rivandu a-a fuxe.Nu créddite de ese tantu megiu.

Ciàmmila cumme ti fävi alùa,digghe ’na parulinn-a duçe,fagghe sentì che ti ghe vö ancùn ben.Regàllighe un cunplimentu sutuvuxe.

Mario Traversi

A növa lüxe eléttrica(Sun dùe sö che s’â discuran a-a fin de l’ätru sécculu!)“Chechinn-a semmu a-u scüu;cumme fiêmu a vestise?Nu gh’hemmu ‘na candeja, ‘na lüméta;cu’a növa lüxe eléttricachì ne gh’han scritu spêta!E u Bèppe u ne spêtiäde là int’a säla grandezà tütta ilüminä”.

“Pröva ‘n p ·etìn, Tunieta,– a ghe dixe a Chechinn-a –a tucusä a scatuetade fiancu d’u purtä”.“Nu gh’ho u curaggiu; côse u sucediä?E pröva tì, cianìn,a regîäla ‘n p ·etìn”.

Difidente, a ciü grenda, a se vixinn-a;a tucca l’arneize tütta emusciunäe, tràcchete, u se çende a lanpadinn-a.E a Tunieta: “Atelà!che bèlla lüxe e mìa che invensiùn,tante candeje int’e sta côsetìnn-a!”

A ribatte a Chechinn-a:“Tütte int’u vreddu de sta lanpadinn-a?Fan tantu cèu ch’u l’inbarlüga i öggi;zmórsine quarche d’ünn-a”.“E cumme faççu sö?Forse b ·ezógna a quello tarabascìn,ch’u l’è ciantóu a-a fin de quelli fì,ripurtä a sö ciavetta de travèrsu”.

“U sajà tenpu pèrsu!ma çerchemmu de fä cumme ti dì...Trìcchete e... tütte ténebre! “Chechinn-a,e candeje d’a nostra lanpadinn-asun dezlenguè següu!”

“Nu me u creddu che seggian dezlenguè;nu sun ben regulè;dagghe, a-a ciavetta, ‘n’ätru mezu gìu”.Trìcchete tràcchete a lüxe a l’è turnäe, Tunieta: “Atelà! Vistu Chechinn-a?

Me ven da rìe ancöse pensu a quella sejache, a Mamma cu’a Chechinn-ae tantu baticö,han çeisu a lanpadinn-a!

Nu me crediéi, figiö,ma a l’è ‘na stoja vêade tenpi ingenui e bèlli;de tenpi cumme quellinu ne vediêmu ciü! Anna Randacio

Auguri di Buone Feste

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A Campanassa N.4/2015 35

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A Campanassa N.4/201536

I MILLE ANNI DIUN’ABBAZIA FORTIFICATAIl sito benedettino dei Santi Nazario e Celso a San Nazzaro Sesia

sa di medioevo. Oggi questa storia millenaria continuacon la presenza dell’Associazione culturale

“Amici dell’Abbazia” che ha il preciso scopo di divulgarela conoscenza del complesso abbaziale Sannazzarese

di Paolo Mira

Particolare del nartece.

«E così, dopo l’anno Mille, tra-scorso ormai da tre anni, si ebbenel mondo, specialmente in Italiae nelle Gallie, una forte attivitànell’edificare basiliche. Anche seve n’era già un gran numero, legenti cristiane gareggiavano nel-l’erigerne di sempre più belle.Sembrava che l’intera terra, scrol-latasi di dosso ogni anticaglia, vo-lesse avvolgersi nella bianca vestedella chiesa». Questa antica crona-ca di Rodolfo il Glabro, monaco estorico medievale, risulta piuttostosignificativa, per comprendere igrandi cambiamenti che avevanointeressato l’intera Europa, dopo iltanto temuto anno Mille.

È proprio su questa scia dei can-tieri medievali si inserisce anchela vicenda storica che desideriamoproporre: l’abbazia benedettinadei Santi Nazario e Celso a SanNazzaro Sesia. Anche se l’originesi perde nella notte dei tempi, lastoriografia considera tradizional-mente l’anno 1040 come epoca, senon per una fondazione ex-novo,almeno per una rifondazione delcenobio benedettino, sorto in luo-go strategico, lungo il corso delfiume Sesia, in prossimità di alcu-ni guadi già abitati dai Longobar-di, e la strada regia verso le Gallie.Autore di questa “fondazione” –conosciuta come Donatio Ripran-di – sarebbe stato Riprando, contedi Biandrate e vescovo di Novara,unitamente ai fratelli Adalberto eGuido e a Ottone nipote dello stes-so Riprando. L’abbazia, seguendola regola benedettina dell’ora etlabora, divenne presto uno dei ce-nobi più importanti dell’Italia set-tentrionale, e mantenne questa su-premazia per alcuni secoli. Con-clusa però attorno alla metà delQuattrocento la serie degli abatiregolari con Antonio Barbavara, dicui si conservano due lapidi all’in-terno della chiesa, iniziava la giu-risdizione degli abati commenda-tari e nel 1573 il monastero diven-tava anche parrocchia. La gloriosaabbazia di un tempo stava ormaivivendo un periodo di forte deca-denza, causato dallo scarso inte-resse e dallo sfruttamento degliabati commendatari. Da qui allasoppressione il passo era breve;anche San Nazzaro nel 1801 sub-iva il destino stabilito dalla Re-

pubblica Cisalpina, comune a tuttigli insediamenti monastici, e ilcomplesso veniva venduto a duefratelli lionesi Isnard, al seguitodelle truppe napoleoniche. Oggi ilcomplesso monastico si presentacome un insieme eterogeneo distrutture databili tra l’XI e il XVsecolo e con aggiunte successive,avvenute tra Sette e Ottocento.Della fondazione originaria riman-gono la possente torre campanaria,alta 35 metri e scandita da serie diarchetti pensili, e due lati del nar-tece, che costituiva in origine unvero e proprio quadriportico. Alquattrocento, invece, sotto l’abba-ziato di Antonio Barbavara, risal-gono la ricostruzione della chiesa,utilizzando in parte le fondazioniromaniche, il chiostro e i diversiambienti monastici, tra cui la casadell’abate, e la cinta muraria, chefa di San Nazzaro una delle rareabbazie fortificate, un vero e pro-prio recetto difensivo per la popo-lazione del contado. A completarela già rilevante importanza archi-tettonica del complesso di SanNazzaro vi è anche la pittura, conun ciclo di affreschi quattrocente-schi tra i più importanti del nova-rese. Lungo le pareti del chiostrosono raffigurate scene della vita diSan Benedetto, realizzate seguen-do lo schema narrativo di papaGregorio Magno, che in originedoveva comprendere un centinaiodi episodi. Altrettanto interessantisono gli affreschi conservati al-l’interno della chiesa. Quello nellanavata destra, casualmente rinve-nuto nel 1930 sotto uno strato dicalce e attribuito al pittore Gio-vanni Antonio Merli, raffigura SanCelso, San Nazario a cavallo, San-ta Caterina da Alessandria e SanRocco, mentre quello posto al ter-mine della navata rappresenta laMadonna con Gesù Bambino traSan Sebastiano e Sant’Agata. Unultimo cenno merita la testa leoni-na in bronzo altomedievale, postasul portale laterale della chiesa,che per fattura, materiale e tecnicaesecutiva sembrerebbe proveniredalle officine di Bisanzio.

Oggi questa storia millenariacontinua con la presenza dell’as-sociazione culturale “Amici del-l’Abbazia” nata il 2 febbraio 1997con il preciso scopo di divulgare

Auguri di

Buone Feste

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A Campanassa N.4/2015 37

Il chiostro della chiesa abbaziale.Affresco della Madonna con GesùBambino in trono.

COME RAGGIUNGERE SAN NAZZARO SESIASan Nazzaro Sesia si trova a ovest di No-

vara ed è facilmente raggiungibile utilizzan-do le autostrade Milano-Torino A4, e Geno-va-Gravellona Toce A26, uscendo al caselloBiandrate, distante dall’abbazia solo 4 km.Informazioni sul calendario delle attività eprenotazioni di visite guidate possono essererichieste direttamente all’associazione cul-turale “Amici dell’Abbazia”, che ha sedepresso abbazia dei Santi Nazario e Celso invia Barbavara 1 a San Nazzaro Sesia (Nova-ra), chiamando il numero (telefono e fax):0321.834073. Ulteriori notizie sull’associa-zione culturale sono contenute nel sito web:www.comune.sannazzarosesia.no.it. Chi vo-lesse, invece, approfondire le vicende stori-che e artistiche dell’abbazia sempre utile è ilvolume di Antonio Aina, L’abbazia dei SS.Nazario e Celso, pubblicato a Vercelli nel1973.

San Nazzaro Sesia

la conoscenza del complesso ab-baziale Sannazzarese.

«L’associazione – spiegano i vo-lontari – è aperta a tutti quanti sirendano disponibili per la pro-grammazione e la predisposizionedi attività culturali, quali concertimostre, conferenze, per l’appro-fondimento di studi sulla storia delcomplesso, per la ricerca di docu-menti giacenti presso archivi diStato o privati, al fine di ricostrui-re il perduto archivio abbaziale,nonché per l’accoglienza dei visi-tatori, prefiggendosi di divulgare alivello nazionale e internazionalela conoscenza dell’abbazia, dellasua storia e della sua architettura».

(Da “Il Segno nel mondo”, 2008)

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Cum’u passa u tenpu!“T’ou lì – dixe a mugé – semmu a Natälee u me pä vei, d’arvì cu’e pasqualinn-e,lüggiu cu’i cundigiuìn e e çimme pinn-e,otubre cu’e custinn-e de majäle”.

“Nu te crüsiä – ghe diggu – o mè duninn-a,che u tenpu u passe l’è ben natüräle;trafigä ’n po’ pe a cà, leze u giurnäle,u te ven nötte adossu e a l’è matinn-a!

Nu fäghe cäxu a tütta questa sprescia;u tenpu u nu fa sciópperu e u và lèstu.Ti pensa a-u minestrùn, pensa a-a sö mesc-cia,

pensa a-u prufümmu ch’u ghe dà u tö pestu;se u tenpu u cure, làscilu ’n po’ andä:l’inpurtante u l’è véddilu pasä!”

Ettore Buscaglia

U panetùnZebibbu sulu idea,de süccou l’inpresciùn,Candìi mèrçe rèa,u nonnu pe Natälene däva ’n panetùnch’u nu ghe n’ea l’uguäle.U peizu ’n scióu mêzèttu,a fain-a quèxi crüal’insemme meschinettu,l’avéscimu catóu“Che duçe pigugiuzu!”aviéscimu crióu.

Ma quellu u l’ea d’u nonnu,u sù ämu tucóu,u l’ea meravigliuzu.E oua che ghe pensu,u süccou foscia u gh’eae u güstu d’u zebibbucun l’ätru di candìiancö l’è cosa vêa...U cö ’nte sti gìi.

Sergio Sguerso

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A Campanassa N.4/201538

FRANCESCO LONIdi Furio Ciciliot

Francesco Loni (1935-2015) èstato per decenni una figura rile-vante (e riservata) della culturastorica savonese. Per fornire sola-mente un dato quantitativo, bastidire che ha contribuito a creare eha gestito una biblioteca che haraggiunto la consistenza di quasi50 mila acquisizioni, una dellemaggiori private dell’Italia occi-dentale tra quelle specializzate instoria, arte e archeologia.

La biblioteca della Società Sa-vonese di Storia Patria rinacquenegli anni Sessanta del XX seco-lo: il primo bibliotecario, CarloVaraldo, la rese attenta alla ricercastorica nazionale e internazionale.A partire dagli anni Ottanta fuFrancesco Loni a condurla allostato attuale, arricchendola conuna infinità di pubblicazioni ricer-cate meticolosamente in ogni se-de, mercatini dell’antiquariato,contatti diretti con gli autori, visi-

neamente gli articoli dei bollettiniparrocchiali e le citazioni dellepiù astruse pubblicazioni accade-miche. Tutto andava a disposi-zione degli amici e dei soci diStoria Patria per la sua presenzacostante in sede, spesso associa-ta a quella di un altro amico checi ha lasciato nel 2012, France-sco Murialdo. I due Francescohanno sostenuto per tanti anni lastruttura della Società, Murialdoquella amministrativa e Loni labiblioteca.

Che cosa rappresenta ora quelpatrimonio librario? La memoriacollettiva della città e dei suoidintorni, la sicurezza di trovarenotizie – sempre vagliate da unacritica severa – su ogni luogo oavvenimento del nostro territorio.In termini economici possiamoaffermare che, poiché ogni nuovaattività deve tener conto di quan-to è già avvenuto, nella biblioteca

di Storia Patria, ovviamente nonsolo in essa, tutto questo è subitodisponibile per ulteriori elabora-zioni. Il capitale della Società Sa-vonese di Storia Patria è fatto an-che di uomini come Loni che,gratuitamente, si mettono al ser-vizio del territorio per studiarne icambiamenti. Non poco.

Francesco Loni è stato il biblio-filo che meglio conosceva le pub-blicazioni locali, sia quelle anti-che sia quelle recenti, sempre dis-ponibile a precise consulenze.Ogni pubblicazione citata, mi-gliaia, era stata vista e commenta-ta, anche severamente, fornendocosì un ausilio sicuro a chi si erarivolto a lui. Un intellettuale – eraanche un enigmista: amava gioca-re con le parole – che ha purtrop-po scritto poco e a volte sottopseudonimo. Il suo lascito cultu-rale è la nostra biblioteca.

F.C.

te nelle biblioteche e negli archiviprivati più nascosti.

Ogni pubblicazione era scrupo-losamente esaminata, studiata econservata nella sua mente eclet-tica che ricordava contempora-

TORRENTE LAVANESTRO: LAVORIPREAMBOLO A NUOVI DISASTRI?

di Rinaldo Massucco

Sono in corso lavori di rifaci-mento dell’argine sinistro del tor-rente Lavanestro, lungo il tratto ter-minale di via Nazionale Piemonte(in direzione Savona-Centro).

Probabilmente i lavori stanno ri-costruendo l’argine nella stessaposizione in cui si trovava negliultimi decenni, ma i lavori hannoportato alla luce il muraglione ori-ginario (presumibilmente ottocen-tesco) che sosteneva via NazionalePiemonte e costituiva l’argine deltorrente, ben più arretrato rispettoalla situazione attuale, come è benevidente nella fotografia.

È chiaro che l’alveo del Rio La-vanestro fu ridotto notevolmentequalche decennnio fa; dovrebbeperò anche essere evidente che inun periodo in cui i rischi idrogeo-logici sono sempre più incombentie frequenti sarebbe stato quantomai opportuno allargare considere-

volmente l’argine, anziché rifarlocome era stato allargato non troppianni or sono (resta da capire se ilterrapieno che ospita un distributo-re di benzina fu allora frutto di unabuso edilizio o meno).

Certo che, prima di autorizzarela costruzione del nuovo murod’argine, la questione avrebbe do-vuto essere studiata molto meglio,verificando innanzi tutto la com-patibilità del rifacimento dell’argi-ne (com’era - dov’era negli ultimitempi) col piano di bacino del Tor-rente Letimbro, dove il Lavanestroconfluisce pochissime centinaia dimetri dopo.

Proprio tale confluenza e i note-voli restringimenti del Lavanestroin tale zona costituiscono uno deipunti più critici di Savona, veraporta aperta a possibili inondazio-ni e straripamenti.

Un tempo la situazione era ben

Dagli scavi in corso è emerso il muraglione del vecchio argine del Lavanestro (a sini-stra); a destra si nota come sia stato ristretto l’alveo del torrente; al centro il nuovomuraglione d’argine in costruzione.

Del Buonodal 1860

SAVONA - VADO LIGURE - SASSELLO - TELEFONO 019.850405

diversa e valida, come dimostra ilvecchio muraglione-argine emersodagli scavi in corso: una maggioreattenzione e cautela nei nuovi la-

vori sarebbero quanto mai neces-sari, così come un’opportuna va-riante migliorativa.

R.M.

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A Campanassa N.4/2015 39

IERI e OGGI a cura di G.G.

Via Martinengo fotografata circa un secolo fa. Gli edi-fici lungo la breve strada tra via Piave e via Barrili fu,insieme con quelli sulla perpendicolare via Cavour,furono i primi, intorno al 1908 ad essere edificati nelnuovo quartiere di Villapiana. La foto ritrae una stradaancora sterrata e quasi deserta, le sedie ed i tavolini diun bar sulla destra, un carretto ed alcuni rari passanti.Sullo sfondo della via una scenografica scalinata. Èuna delle rare immagini di quella che era allora unazona periferica della città.

La stessa strada fotografata oggi appare molto più vis-suta ma anche invasa dalle auto e dalle moto che lafanno sembrare più angusta e più ristretta. I palazzisono gli stessi di allora così come la grande scalinatasullo sfondo. Non mancano segnali, insegne ed indica-zioni che con il tempo si sono accumulate, dalla vec-chia targa in marmo ai segnali più recenti in metallo.Quello che ha cambiato di più il volto della strada èsenza dubbio il parcheggio delle auto, che ruba spazioai passanti ed alla vivibilità cittadina.

I dati forniti dai soci della “A Campanassa” vengono utilizzati esclusivamente perl’invio della pubblicazione e non vengono ceduti a terzi per alcun motivo.

NOTIZIARIO TRIMESTRALE DI STORIA,ARTE, CULTURA, ECONOMIA E VITA SOCIALE

Redazione:Laura Arnello, Agostino Astengo, Nadia Belfiore, Francesca Botta,

Simonetta Bottinelli, Alberto Canepari, Giuseppe Caviglia,Giacomo De Mitri, Giovanni Gallotti, Giuseppe Mascarino,

Rinaldo Massucco, Fulvio Parodi, Marcello Penner,Alessandro Raso, Ezio Viglione, Delia Zucchi

La segreteria è aperta:Lunedì e Giovedì pomeriggio dalle 16 alle 18. Tel. 019821379

[email protected]

Stampa:Stabilimento grafico

Marco Sabatelli EditoreVia Servettaz 39 - Savona - Tel. 019823535

Autorizzazione Trib. SavonaN. 217 del 21.12.1973

Direttore:Carlo Cerva

Direttore responsabile:Fabio Sabatelli

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A Campanassa N.4/201540