Buddismo - Il Sutra Del Cuore

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  • 7/31/2019 Buddismo - Il Sutra Del Cuore

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    di Aldo Franzonidel Centro Giang-ciub di Bergamo

    Questo studio su uno dei pi noti e famosi stra del Buddhismo si articola in 4 parti:lIntroduzione, il Testo tibetano del stra, la Traduzione, lAnalisi e commento deltesto, che stato suddiviso per comodit di esposizione in 23 paragrafi.

    Il presente lavoro si basa, per la maggior parte, sulle opere citate nella bibliografiache segue. Da esse sono stati qui riportati concetti e brani, la cui citazione nei rispettivi

    passi di questo studio stata omessa solo per non appesantirne il testo, ma che tuttaviadeve intendersi fatta di volta in volta.

    Bergamo, dicembre 2006

    1) Chang Garma - "La dottrina buddhista della totalit", ediz. Ubaldini, Roma, 19742) Conze Edward - "I libri buddhisti della sapienza: Sutra del Diamante - Sutra del

    Cuore", ediz. Ubaldini, Roma, 19763) Evans-Wentz W.Y. - "Lo yoga tibetano e le dottrine segrete", ediz. Ubaldini,

    Roma, 19734) Gheshe Ciampa Gyatzo - "Introduzione al Sutra del Cuore", Je Tzong Khapa

    Edizioni, Pomaia, 20035) Gheshe Kelsang Gyatzo - "Heart of Wisdom", Tharpa Publications, Le Mont-

    Plerin, 19866) Gheshe Rabten - "Le tre vie per la realizzazione della vacuit" (a cura di

    S.Batchelor), ediz. Ubaldini, Roma, 19857) Guarisco Elio - "Bhagavati prajnaparamita hrdaya - Il cuore della saggezza", ediz.

    Istituto Lama Tzong Khapa, Pomaia, 19828) Lu K'uan Yu - "Ch'an e zen", ediz. Mediterranee, Roma, 19779) Tenzin Gyatzo, SS. 14 Dalai Lama Il Sutra del Cuore, ediz. Sperling e

    Kupfer, Milano, 2002.

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    "Il cuore della saggezza" uno dei pi conosciuti e popolari stra del buddhismomahyna. E' un breve insegnamento contenente il nucleo essenziale di ci che vienetrattato per esteso in tutta la letteratura della "Perfezione della Saggezza". La forma

    quella di un dialogo spontaneo, ispirato dal potere della concentrazione del Buddha, frail bodhisattva Avalokitevara e l'arhat riputra.

    Le Scritture note come "Perfezione della Saggezza" (sanscr. Prajpramit; tib.es-rab-kyi pha-rol-tu phyin-pa, abbreviato in er-phyin o in Phar-phyin) derivanodall'insegnamento predicato da Buddha kyamuni un anno dopo la Sua Illuminazione(ossia nel 530 a.C.) sul Picco dell'Avvoltoio presso lattuale citt indiana di Rajgir (nelBihr). Egli insegn ai Suoi discepoli principali il significato della vacuit molto

    dettagliatamente, alle volte pronunciando lunghi discorsi, altre volte dando spiegazionibrevi e concise.Nel 486 a.C, subito dopo la morte di kyamuni, in una grotta presso la citata

    localit di Rajgir si tenne il 1 Concilio dei Suoi discepoli. In quell'occasione Suo

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    cugino nanda - famoso per aver ascoltato ed imparato a memoria l'insegnamentoesoterico del Buddha - mise i stra per iscritto: Mahkayapa (che era il discepolo pianziano e Suo primo successore) presiedeva la riunione e sovrintendeva alla primacompilazione dei sermoni del Buddha.

    Secondo la tradizione, a causa della mancanza di preparazione della stragrande

    maggioranza dei discepoli, al termine di 40 anni questi insegnamenti scomparvero dalmondo e furono nascosti1, venendo affidati alla custodia di diversi esseri in attesa ditempi pi propizi alla loro diffusione:

    --una versione lunga (di 100.000 loka2) fu affidata3 ai nga4;--una versione mediana (di 25.000 loka) fu preservata tra gli uomini;--una versione di 10.000 loka fu affidata ai deva5;--una versione di 8.000 loka fu affidata a Kubera (Vairavaa), re degli yaka6.

    Il Buddha profetizz che il grande filosofo indiano Ngrjuna (futurareincarnazione di nanda) sarebbe stato incaricato di diffondere ulteriormente questiinsegnamenti: e in effetti questo filosofo recuper in un viaggio nel paese dei ngaquella versione della Prajpramit, riportandola in India: laveva ricevuta in dono dal

    re dei nga, il quale l'aveva iniziato alla dottrina della vacuit nel Palazzo del Dragonelle profondit del mare.A Ngrjuna appunto attribuita la prima esposizione essoterica sistematica della

    Prajpramit, che egli rivel pubblicamente e che divenne la base della filosofiamdhyamika. Egli visse intorno al 150 d.C, ma secondo la tradizione tibetana sarebbenato nel 1sec. av.C. e sarebbe vissuto 600 anni. Infatti avrebbe svolto la propriamissione nel mondo per 300 anni (fino al 2 e 3 sec. d.C.) e in seguito sarebbe andatoin ritiro spirituale per altri 300 anni nell'India meridionale7.

    Comunque sia, sta di fatto che - dal punto di vista letterario - le Scritture note come"Perfezione della Saggezza" furono compilate in India nel corso di diversi secoli: sitratta di 38 libri scritti in sanscrito, comprendenti pi di 125.000 loka, elaborati tra il 50

    av.C. e il 600 d.C. ed aventi come oggetto la "saggezza che comprende la vacuit". Tradi essi figura "II Cuore della Saggezza", che risale al 350 d.C.L'intera raccolta della Prajpramit venne poi tradotta dal sanscrito in tibetano nel

    9 sec. d.C. da due dotti brahmani (Jinamitra e Surendrabodhi), in collaborazione con uninterprete tibetano di nome Ye-es-sde. Tale raccolta costituita da Le 17 [Scritture]madre-figlio (Ma bu bcu-bdun), ossia dai seguenti testi:

    a] 6 versioni lunghe o stra madri:1. il Prajpramitstra in 100.000 loka ;2. il Prajpramitstra in 25.000 loka ;

    1 Perch erano allora troppo difficili per venir compresi o perch non andassero persi durante quelperiodo degenerato dellumanit.

    2 Strofe.3 Da parte di nanda o secondo Ngrjuna dallo stesso kyamuni.4 Esseri semi-divini, dal viso umano e dal corpo di serpente, che abitano le sorgenti, i laghi e i mari,

    guardiani di tesori e custodi di alcuni segreti esoterici. Possono essere feroci o benevoli.5 I deva sono esseri samsarici (a noi invisibili) - caratterizzati dallorgoglio e dallautosoddisfazione

    - che godono duno stato desistenza privilegiata, spensierata e felice, che il pi piacevole dei 6 regnisamsarici (aakula), dato che vivono nei paradisi inferiori del Regno del Desiderio (Kmadhtu) o inquelli superiori del Regno della Forma (Rpadhtu) e del Senza Forma (rpadhtu).

    6 Si tratta di semi-di (potenti spiriti) del Kmadhtu, generalmente nocivi e malfici. Quelli cherisiedono sulla terra sono geni o divinit tutelari locali della campagna, delle foreste e dei passi dimontagna: abitano gli alberi e custodiscono i tesori che vi sono seppelliti nelle vicinanze e le ricchezzenaturali della Terra. Quelli che abitano i cieli inferiori fan la guardia al regno degli di.

    Spesso si trovano al seguito dei dharmapla e allora recano beneficio.7 Secondo taluni, egli ancora incarnato perch - essendo diventato un Maestro di yoga -vivrebbe in

    un corpo non fisico, immune da malattia, vecchiaia e morte: avrebbe infatti trasmutato la massa del suocorpo fisico nel "corpo d'arcobaleno" (jai-lus), corpo di gloria radiosa in cui si pu diventare visibili oinvisibili a proprio piacere e che il pi alto tipo di corpo acquisibile da uno yogi nel sasra.

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    3. il Prajpramitstra in 18.000 loka ;4. il Prajpramitstra in 10.000 loka ;5. il Prajpramitstra in 8.000 loka ;6. un stra riassuntivo della Prajpramit;

    b] 11 versioni corte o stra figli:

    1. il Prajpramitstra in 700 loka ;2. il Prajpramitstra in 500 loka ;3. il Prajpramitstra in 50 loka ;4. il Prajpramitstra in 150 metodi ;5. le 25 Porte della Prajpramit;6. la Prajpramit in poche parole;7. la Prajpramit in una lettera, madre dei Tathgata;8. la Prajpramit per Kauika;9. le Domande di Suvikrntavikrmin;10. il Stra del Diamante;11. il Stra del Cuore della Saggezza.

    Queste 17 Scritture si trovano nel Canone tibetano, dove formano la 2 sezione delbKa-gyur8 e dove sono di solito suddivise in 21 volumi. Di questi, i primi 12 spieganola Perfezione della Saggezza nella sua totalit; sono chiamati 'Bum (in sanscr.atashasrik), cio "Centomila", perch contengono appunto la versione in 100.000loka. E' questo il stra lungodella Prajpramit.

    I rimanenti 9 volumi non sono altro che sunti o compendi dei primi; tra di essi figura tra laltro un volume costituito dal Prajpramit in 8.000 loka, che il stracortodella Prajpramit.

    Il nome Cuore della Saggezza deriva dal fatto che questo discorso spiega il cuorestesso, cio l'essenza, di tutti i stra della Perfezione della Saggezza. Esso anchechiamato dai tibetani I 25 versi sulla Perfezione della Saggezza, perch appunto

    formato da tale numero di versi: essi costituiscono la sintesi che ci offre in formaestremamente condensata il significato essenziale di tutta la vasta letteratura dellaPrajpramit.

    Si detto che "Il Cuore della Saggezza" un stra. Ci significa che si tratta diparole o di un discorso di buddha kyamuni. Se ne possono distinguere tre tipi:

    1.- Parole pronunciate dal Buddha stesso:

    consigli od insegnamenti dati personalmente dal Buddha ai Suoi discepoli. I tre stradella Perfezione della Saggezza (quello lungo, quello medio e quello corto) menzionatipi sopra ne sono un esempio. In questo stra, le uniche parole pronunciatepersonalmente dal Buddha sono quelle di approvazione ed apprezzamento per laspiegazione data da Avalokitevara (Bene, bene!....), che ritroviamo verso la fine deltesto;

    2.- Parole pronunciate dai discepoli e bodhisattva per conto del Buddha o colpermesso di Questi:

    brani inseriti nei stra che non furono pronunciati direttamente dal Buddha. Ne unesempio la breve introduzione che, nel caso del Cuore della Saggezza, spiega dove equando il discorso fu tenuto ed altri dettagli. Sebbene queste parole non siano state dette

    dal Buddha, sono ugualmente considerate stra poich riportano meticolosamente le8 Nel bsTan-gyur si trovano invece, tra i 136 volumi della classe dei stra, 16 libri di commentari alla

    Prajpramit ed altri volumi esplicativi della filosofia mdhyamika di Ngrjuna.

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    circostanze in cui vennero dati particolari insegnamenti. Molti discepoli del Buddha -dotati di una memoria portentosa e che avevano perfettamente capito il significato e ilvalore degli insegnamenti - raggiungevano uno stato di concentrazione tale da riuscire aricordare senza errori o distorsioni non solo gli insegnamenti del maestro parola per

    parola, ma anche dove venivano dati e a chi erano diretti. Pi tardi, dopo la morte del

    Buddha, questi eccellenti discepoli ritennero necessario incontrarsi periodicamente perrecitare i Suoi discorsi ed evitare cos che cadessero nell'oblio. Fu proprio in questespeciali occasioni che vennero raccolte e trascritte le parole del Buddha;

    3.- Parole originate dalla benedizione del Buddha, cio pronunciate dai discepoli ebodhisattva per diretta ispirazione del Buddha:

    queste si distinguono a loro volta in tre tipi: parole che nascono rispettivamente dallebenedizioni del corpo9, della parola10 e della mente del Buddha.

    Le parole nate dalla benedizione della mente del Buddha si distinguono anch'esse intre tipi e cio sono: generate grazie al potere della verit, della saggezza e dellaconcentrazione presenti nella Sua mente.

    Per "potere della verit presente nella mente del Buddha" si intende quella particolare

    capacit da Lui posseduta di influenzare le esperienze altrui attraverso l'intenzione o ildesiderio. Per esempio, il vento che soffia tra le foglie di un albero di solito percepitocome un semplice fruscio, ma quando un tale fenomeno viene benedetto dal potere dellaverit presente nella mente del Buddha pu trasformarsi in un insegnamento di Dharma.

    Vi sono casi in cui gli insegnamenti si manifestano in virt della benedizione dellasaggezza del Buddha. Questi possono venire da qualcuno che non ha nessunaconoscenza o esperienza di Dharma e che ciononostante ne comunica spontaneamente einvolontariamente il senso. Ci possibile perch quella persona in quel momento

    bene detta dalla saggezza della mente del Buddha.Un esempio di parole "generate dalla benedizione della concentrazione del Buddha"

    dato dal corpo principale de Il Cuore della Saggezza, cio dal 8 al 21, come

    verr spiegato nel 5 del commento.

    Il Prajpramitstra considerato il re di tutti i stra; e ci per vari motivi:a) perch il tema trattato la Vacuit, attraverso la comprensione della quale una

    persona pu liberarsi dal sasra;b) perch il Buddha - subito dopo aver esposto questo stra - lo affid ad nanda per

    ben tre volte, incaricandolo di occuparsi di esso e di svilupparne gli insegnamenti einsistendo molte volte che non ne andasse persa nemmeno una parola;

    c) perch questo stra si avvicina ai tantra, dal momento che l'unico ad avere unsenso o contenuto "riposto" (oltre ad avere - come molti altri stra - un senso "letterale",uno "diretto" ed uno "indiretto") .

    L'argomento o contenuto letterale quello che si ricava facilmente dal significatolessicale delle parole del stra: ad es. dalla semplice parola (o suono) "forma".

    Il contenuto diretto o esplicito consiste nella Vacuit: ad es. nel capire direttamentela vacuit della forma grazie alla semplice parola "forma".

    Il contenuto indiretto od implicito consiste nell'ulteriore comprensione che deriva dalpensare e ripensare alla Vacuit (ad es., alla vacuit della forma), nei 5 Sentierispirituali e 10 bhmi (livelli), o - pi chiaramente - nella compassione, nella bodhicitta enelle prime 5 pramit.

    9 Un stra originato dalla benedizione del corpo del Buddha , ad es., il Stra dei Dieci Livelli.10 Il Stra per Alleviare il Rimorso di Ajataatra un esempio di stra originato dalla benedizione

    della parola del Buddha.

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    Il contenuto nascosto o riposto una comprensione che - diversa mente dalleprecedenti - non si basa sulle parole (cio, che non si ottiene leggendo semplicemente ilstra), n proviene dal riflettere su di esse, ma soltanto dalle istruzioni orali dei Lama edei Maestri11 concernenti:

    - i metodi per meditare sui due significati precedenti;

    - l'ordine che bisogna seguire nella meditazione;- il numero dei Sentieri, ecc.In considerazione di quanto sopra, sarebbe ottima cosa recitare il stra del Cuore

    della Saggezza una volta al giorno; non solo, ma se si hanno delle difficolt (comemalattie, paure, ecc.), recitando il stra e pensando alla Vacuit esse saranno eliminate.Tuttavia difficile mettere subito in pratica quello che spiegato nel stra. Le istruzionicirca il modo di praticarlo sono contenute nel testo di Maitreya intitolato"Abhisamaylakra" e nel relativo commentario di Atia, il "Bodhipathapradpam".

    Nelliconografia, Prajpramit tanto un libro (contenente appunto la letteraturasulla Perfezione della Saggezza) quanto una divinit femminile (che personifica tale

    perfezione).1] Nel 1 caso, il libro

    a) simbolicamente retto dalla mano sinistra del bodhisattva Majur(personificazione della buddhit in quanto saggezza), il quale nella destra regge la spadafiammeggiante che recide l'ignoranza. Tale libro (pustaka) fatto di foglie di palma,lunghe e strette, legate con un cordoncino;

    b) talora raffigurato in mano al bodhisattva Avalokitevara e precisamentequando questi si manifesta nell'aspetto di un buddha blu (Se-ge rab-brtan = leone

    incrollabile) nel mondo degli animali per annunciare loro la virt della perfettasaggezza.2] Nel 2 caso, la divinit Prajpramit incarna la pramit della consapevolezza

    discriminante e apprezzativa12:a) quando considerata una Bodhisattva Celestiale: raffigurata come una ragazza di 16 anni13 seduta nella posizione del loto completo

    (padmsana) su un disco di luna (che simboleggia l'aspetto femminile, la vacuit edanche amatha) poggiante su un fiore di loto (simbolo della rinuncia al sasra). Puavere 2 o 4 braccia:

    - con 2 braccia: di colore bianco o giallo14, ha l'r, le mani sono in dharmacakramudr, con la

    destra regge lo stelo di un utpala (loto blu) su cui all'altezza della spalla sinistra vi illibro (pustaka), cio il volume contenente il corpus di insegnamento sullaPrajpramit15. Appartiene alla Famiglia Akobhya;

    - con 4 braccia:

    11 Il grande pait indiano Asaga riusc a capire il senso diretto e indiretto del stra, ma non quelloriposto, e perci pratic e medit sul buddha Maitreya per 12 anni per ricevere le Sue istruzioni su talesignificato.

    12 La Vacuit non qualcosa di santo o di prezioso, come se fosse Buddha o un oggetto di adorazionee devozione. La Vacuit non n santa n preziosa, n ha di per s alcun valore particolare. Ci che

    prezioso, santo e significativo la "comprensione" della Vacuit, che equivale alla perfezione dellasaggezza. E questo stato di consapevolezza degno di rispetto e devozione.

    13 Questo numero si riferisce alle 16 gioie sperimentate durante la pratica tantrica.14 Il colore giallo del corpo indica prosperit, ricchezza ed incremento delle qualit spirituali.15 Di cui il "Prajpramit-hdaya-stra" una sintesi, a sua volta condensata nel mantra "Tadyath

    o gate gate pragate prasagate bodhi svh".

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    gialla-oro, le mani inferiori sono in dhynamudr, mentre quella superiore destratiene un vajra16 d'oro con 9 punte e la superiore sinistra il libro della Prajpramit.Diversamente, le mani rivolte verso il basso sono in dharmacakramudr, mentre quellesuperiori tengono a sinistra il libro suddetto e a destra la ml o il vajra (oppure: lasinistra tiene l'utpala col libro e la destra in abhayamudr);

    oppure: le mani inferiori sono in abhayamudr e in avakaamudr (gesto delrilassamento), mentre la destra superiore regge il volume dei testi canonici e la sinistrasuperiore una ml;

    oppure: la mano sinistra inferiore nel mudr della meditazione, quella destrainferiore nel mudr dell'argomentazione; mentre la superiore destra regge il vajra e lasinistra il libro.

    La fronte adorna del tilaka17. Il suo corpo inoltre ornato da vari gioielli e indossasplendide vesti fatte di fine e celestiale tessuto.

    Il simbolismo il seguente:1. il vajra rappresenta l'indistruttibilit della vacuit, natura ultima di tutte le cose;2. il libro rappresenta i stra sulla Prajpramit: dal pi lungo (che conta 100.000

    versi) al pi breve (il "Stra del Cuore"). Essi ci insegnano la giusta visione della naturadei fenomeni: questi sono vuoti di esistenza inerente e sfuggono ai due estremi : quellodel materialismo o eternalismo (che ci fa credere che le cose esistono cos come noi orale percepiamo) e quello del nichilismo (che induce a credere che nulla esiste e che lavacuit nulla);

    3. il mudr dell'argomentazione e quello della meditazione simboleggianol'insegnamento del Dharma congiunto alla meditazione assorbita nella vacuit;

    4. i gioielli rappresentano le altre 5 pramit oltre la saggezza18:la collana = la generositi bracciali e le cavigliere = la moralitgli orecchini = la pazienza

    il diadema = lo sforzo entusiastico19

    l'ornamento del petto = la concentrazione.Talvolta c' anche un gioiello alla vita, che simboleggia la saggezza.

    b) quando nella forma yab-yum con l'dibuddha Vajradhara (di cui la Praj), ladea un po' pi piccola di statura, riccamente vestita ed ornata di gioielli, porta nellamano destra il kart e nella sinistra la kapla; ed circondata dalle Scritture buddhiste.

    Il kart (mannaia) rappresenta la saggezza analitica che esamina minuziosamente,che disseziona e sminuzza tutte le apparenze illusorie, riportando ogni cosa alla Vacuit.Simboleggia dunque la recisione dei legami col sasra, cio il taglio di tutti i processidi pensiero che disturbano la mente o il taglio della nostra separatezza nella divisione

    soggetto/oggetto: in altre parole, indica la lacerazione dellignoranza e dei klea,lesclusione di tutte le false idee estranee alla pura conoscenza della verit.La kapla (coppa cranica) il contenitore rituale tantrico, fatto in origine con una

    calotta cranica umana avente il basamento e il coperchio dargento. Essa rappresenta lanatura di tutti i fenomeni, perch da un lato vuota e la sua natura la Vacuit,dallaltro induce lo yogi a sviluppare la consapevolezza che i fenomeni sono il giocodella realizzazione della Vacuit e della Beatitudine coemergente.

    16 Simbolo non solo del metodo (upya) ma anche del carattere fulmineo, stabile ed indistruttibiledella realizzazione ottenibile mediante la comprensione della vacuit.

    17 Segno sulla fronte fatto con terra colorata o unguento. E' simbolo della bellezza.18 L'essere adorna dei simboli delle altre pramit indica che praj e compassione (originata appunto

    da tali pramit) devono essere inseparabili per un'efficace pratica spirituale.19 Il diadema indica la non-soggezione alle leggi della natura ed tipico dei Buddha e Bodhisattva

    Celestiali. Esso ha 5 puntali, di cui ognuno marcato del colore emblematico di ciascun Dhynibuddha:ci significa che la praj contiene in s l'essenza di tutte le 5 Famiglie di Buddha.

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    Il livello di esistenza che ha sradicato ogni tendenza negativa e ha fatto emergeretutte le qualit positive dell'essere, viene chiamato "buddhit".Vi sono due aspetti principali nella condizione di un buddha: il dharmakya (corpo

    della verit) e il rpakya (corpo della forma). Il dharmakya la mente di un essereilluminato, libera da ogni difetto, che rimane assorbita nella meditazione sulla diretta

    percezione della Vacuit e contemporaneamente conosce ogni tipo di fenomeni. Ilrpakya comprende il sabhogakya (corpo di fruizione) e il nirmakya (corpo diemanazione) - che sono la forma (o livello) in cui la mente illuminata si manifesta alloscopo di aiutare rispettivamente i bodhisattva altamente realizzati e gli esseri ordinari.

    Il dharmakya e il rpakya non possono essere realizzati indipendentemente osequenzialmente, ma solo simultaneamente, in quanto il raggiungimento di uno

    necessita invariabilmente dell'ottenimento dell'altro. Malgrado ci, essi rimangono dueaspetti distinti della buddhit e quindi possiamo affermare che ciascuno di essi ha unasua causa esclusiva. Ci che causa il dharmakya la saggezza (o l'accumulazione dellasaggezza) e ci che causa il rpakya il metodo (o l'accumulazione del merito). Ingenerale, rpakya e dharmakya sono entrambi causati sia dalla saggezza che dalmetodo, ma la saggezza agisce come causa fondamentale del dharmakya e il metodocome causa fondamentale del rpakya.

    Per quanto riguarda la prima causa, va osservato che vi sono varie forme di saggezzache sono cause del dharmakya, ma solo una tra tutte riveste importanza suprema: lasaggezza che comprende la Vacuit.

    Chi vuole ottenere lo stato di buddha deve coltivare in pari misura sia il metodo che

    la saggezza. Ora, in tutti e tre i stra della Perfezione della Saggezza (lungo, medio ecorto) viene data una spiegazione completa di entrambi gli aspetti del metodo e dellasaggezza presenti nel Sentiero che porta alla buddhit. Ma dal momento che il loroargomento principale riguarda la Vacuit, si afferma che essi trattano esplicitamentedella saggezza e solo implicitamente del metodo. Anche Il Cuore della Saggezza - al

    pari dei stra della Perfezione della Saggezza nelle versioni pi estese - affrontaentrambi gli aspetti del Sentiero: la saggezza in modo esplicito e il metodo in modoimplicito. Nel paragrafo 18 del commento si chiarir in che modo Il Cuore dellaSaggezza spiega le pratiche relative al sentiero della saggezza e a quello del metodo.

    Si detto che il pi importante tipo di saggezza quella che comprende la Vacuit.Ogni fenomeno possiede due distinti modi d'essere: quello ultimo e quello

    convenzionale ed apparente. La Vacuit il suo modo ultimo, definitivo di esistere, ilmodo in cui i fenomeni esistono realmente.

    Tutto ci che esiste, ogni fenomeno, ha una qualit essenziale: quella di essere unevento che sorge ed esiste in modo dipendente da qualcos'altro, cio di essere il prodottodell'interdipendenza. Questa qualit la Vacuit20.

    20 Pertanto, la Vacuit non qualcosa che esiste separatamente, in un mondo a s stante, a prescinderedai fenomeni del mondo empirico, ma una qualit presente in ogni fenomeno. La Vacuit lautenticanatura di cose ed eventi. Non che esista da qualche parte l fuori una Vacuit per conto suo, perch laVacuit sempre la vacuit di un dato fenomeno specifico: ad es., la forma o materia e la sua vacuit

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    Tuttavia, tutte le cose ci appaiono, istintivamente, come se esistesseroindipendentemente, come se fossero dotate di una loro propria, autonoma, esistenza ins. Ad es., una montagna, vista dalla sua parte sembra possedere inerentemente, per

    proprio conto, una massa ed una sostanza proprie, indipendenti da qualsiasi condizione:eccola ergersi davanti a noi, imponente, indipendente e concreta, ma se riflettiamo

    scopriremo gradualmente che essa deve la sua esistenza a una variet di cause econdizioni e a innumerevoli particelle atomiche tanto piccole da non essere visibili. E'solo l'unione di tutte queste parti, che a loro volta dipendono l'una dall'altra, a formare lamontagna. Essa esiste solo in questo modo "dipendente"; non c' un'entit "montagna"esistente indipendentemente, un qualcosa separato dalle cause e dalle parti componentiche sono la base della sua esistenza.

    La Vacuit quindi non una negazione del concetto di esistenza, ma suggerisce l'ideache tutta l'esistenza ed i suoi elementi costituenti dipendano dal principio della causalit.

    Ci vero per tutti i fenomeni materiali, grandi o piccini che siano. Cos, anche perun chicco d'uva vi un gran numero di svariate condizioni responsabili della sua attualeesistenza: per es., il campo in cui cresciuto, la vigna da cui proviene, gli sforzi del

    contadino, il sole e la pioggia che l'hanno aiutato a svilupparsi. Ogni fenomeno deve lasua esistenza a una miriade di fattori condizionanti.Anche le minuscole particelle atomiche che sono i costituenti di base della materia

    sono eventi dipendenti: esse dipendono dalle loro parti direzionali cos come dalle causeche le hanno prodotte e dagli effetti a cui a loro volta danno luogo.

    Anche fenomeni meno concreti, come il tempo, sorgono in modo dipendente. Per es.,l'anno 2006 a prima vista appare come un solido pezzo di tempo dotato di una sua bendefinita identit, mentre in realt la sua esistenza dipende da periodi di tempo pi brevi:mesi, settimane, giorni, che a loro volta dipendono da ore, minuti, secondi, millesimi disecondi e cosi via. Non c' anno o altro periodo di tempo che esista indipendentementeda periodi di tempo pi brevi e se si giungesse a togliere una qualsiasi parte componente

    l'insieme, l'insieme stesso non potrebbe pi esistere .Perfino la mente priva di esistenza indipendente. Ogni stato mentale dipende danumerosi momenti di coscienza e da svariati fattori mentali. La mente che ha meditato

    per un'ora sembra avere un'identit propria e indipendente, ma se l'analizziamotroveremo che essa dipende totalmente da diversi singoli pensieri, percezioni esentimenti sperimentati in quell'ora, oltre che dagli oggetti di meditazione. Anche

    particolari fattori mentali (come, ad es., le sensazioni di piacere e dolore) dipendono dasvariate condizioni che, una volta riunite, provocano quella particolare impressione.

    Nemmeno il flusso ininterrotto della coscienza che migra da una vita all'altra fino araggiungere la buddhit esiste in modo indipendente: essa esiste in uno stato costante dicambiamenti momentanei e perci dipende da un numero infinito di momenti che

    formano la sua continuit.La persona dipendente. La possiamo pensare composta di un corpo e una mente,ma non la possiamo identificare n con l'uno n con l'altra. N possiamo pensare chequalcuno sia le proprie ossa o la propria carne o il proprio stato d'animo o la propriaricettivit. In realt, la persona esiste semplicemente in dipendenza dei costituenti fisicie mentali che la compongono. Essa non ha un'esistenza propria, indipendente da questifattori, n si identifica con essi.

    Anche i fenomeni permanenti ed incondizionati, come ad es. lo spazio, sono entitdipendenti. In questa stanza lo spazio (cio, la semplice mancanza di contattoostacolante) dipende dalle sue parti direzionali21, ossia dall'assenza di ostacoli nellevarie parti della stanza.

    sono un tuttuno, e non due realt indipendenti. Quando una qualsiasi entit comincia a esistere, inizia adesistere anche la sua vacuit; e quando cessa d'esistere, scompare anche la sua vacuit.

    21 Cio, le quattro direzioni fondamentali e le direzioni intermedie.

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    Oltre a dipendere da cause e parti componenti, i fenomeni dipendono anche dalladesignazione della mente: tutti i fenomeni sono semplicemente designati dalla mente enulla pu esistere indipendentemente da tale designazione. "Designare qualcosa con lamente" (btags-pa) non significa altro che apprendere ('dzin-pa). Pensiamo a unalampada nella nostra stanza: proprio pensandola che la apprendiamo e cos facendo la

    designiamo. Perci la designazione la qualit fondamentale della mente con la qualeessa apprende gli oggetti22.Possiamo apprendere, o designare, sia entit esistenti che non-esistenti. Se ci che

    apprendiamo esistente, la mente che apprende una mente valida (corretta); se invececi che designiamo non esiste, la mente che apprende erronea. Per es., passeggiando inun giardino potremmo notare un oggetto piuttosto lungo, avvolto a spirale, seminascostodall'erba alta: a questo punto, indietreggiamo impauriti scambiandolo per un serpente,ma una volta avvicinatici cautamente per osservarlo meglio ci rendiamo conto che nonsi tratta di un serpente ma della canna per innaffiare. La percezione iniziate ha designatoun serpente ma - poich il suo oggetto non era in realt un serpente - quella percezioneera errata23. In un'altra circostanza potremmo invece vedere un oggetto e riconoscerlo

    correttamente come serpente: in questo caso la designazione di serpente corrisponde allarealt e perci la mente che percepisce corretta. Quindi, quando si afferma che tutti ifenomeni esistenti sono delle designazioni della mente, dev'esser chiaro che in questocaso per "mente" si intende una mente "valida". Ci non significa che un qualsiasi

    particolare stato mentale possa inventarsi l'esistenza di un fenomeno.Dunque, tutti i fenomeni esistono in dipendenza di cause e condizioni (se si tratta di

    fenomeni condizionati), parti componenti e designazioni mentali. Ossia, niente esiste inmodo autonomo e indipendente da cause, parti e designazione. La Vacuit non altroche la semplice assenza di qualsiasi tipo di esistenza intrinseca ed indipendente deifenomeni.

    Per es., un rosario dipende dalla designazione mentale: perci non esiste come

    un'entit autonoma, indipendente dalla designazione della mente. Questa mancanza diesistenza propria, indipendente, del rosario, la vacuit del rosario. E questa vacuit ilmodo di esistere ultimo e profondo del rosario. D'altra parte, il rosario che esiste inmodo convenzionale non altro che il rosario designato dalla mente. Vi sono perci dueaspetti nel modo di esistere del rosario: quello ultimo e quello convenzionale. E perquanto si possa pensare che questi due aspetti siano distinti, essi sono essenzialmenteidentici. In altre parole, possiamo pensare e descrivere questi due modi di esistere delrosario (cio, il suo essere solo una designazione mentale e il suo essere vuoto diesistenza indipendente dalla designazione della mente) come distinti, ma in lealt essisono un'unica cosa.

    Affermando l'esistenza dei fenomeni in questo duplice aspetto, si evita l'errore di

    cadere nelle posizioni estremiste di eternalismo e nichilismo. Negando l'esistenzaindipendente dei fenomeni evitiamo l'estremismo degli eternalisti (che considerano lecose come dotate di esistenza intrinseca); e affermando l'esistenza designata edipendente di tutti i fenomeni, sfuggiamo all'estremismo dei nichilisti (che neganocompletamente l'esistenza dei fenomeni). La vera natura dei fenomeni libera daentrambi gli estremi, poich essi non esistono intrinsecamente ma esistono comedesignazioni. Ecco perch si dice che essi occupano per natura la via di mezzo(mdhyamaka).

    22 Ad es., un tavolo per noi esiste comunemente come entit autosufficiente, mentre in realt esso

    esiste in relazione al nome con cui lo chiamiamo e questo nome (o imputazione mentale) attribuito adun aggregato dipendente da varie parti, cause e circostanze.

    23 In altre parole: dire che il serpente viene designato sulla base della canna come dire che la cannaviene appresa come un serpente.

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    Ja-gar ke-du: Bhagavati Prazaparamita hridaya.B ke-du: Chom-den-de-ma She-rab-kyi pha-rl-tu cin-pe i-po.

    [Bam-po cig-go].

    Di ke dag-ghi t-pa du cig-na.Chom-den-de Ghyel-p khab, Ja g phu-po ri la, ghe-lo-ghi ghe-dn cen-po da

    ja-chub-sem-pe ghe-dn cen-po da thab cig du shug te.De tshe Chom-den-de zab-mo na-ua zhe ja ue ch-kyi nam dra-kyi ti-e-zin la

    om par zhug so.Ya de tshe ja-chub-sem-pa sem-pa-cen-po phag-pa Cen-re-zig ua-chug she-rab-

    kyi pha-rl-tu cin-pa zab-m ch-pa i la nam-par ta zhi phu-po a-po de dag la yara-zhin-ghyi to par nam-par tao.

    De ne Sa-ghye-kyi th, tshe-da-den-pa Sha-ri-bu ja-chub-sem-pa sem-pa- cen-po

    phag-pa Cen-re-zig ua-chug la di ke ce me so.Rig-kyi bu, ga la la she-rab-kyi pha-rl-tu cin-pa zab-m ch-pa ce par d pa, de jitar lab par ja.

    De ke ce me pa da, ja-chub-sem-pa sem-pa-cen-po phag-pa Cen-re-zig ua-chug-ghi tshe-da-den-pa Sha-ra-da-ti bu la di ke ce me so.

    Sha-ri-bu, rig-kyi bu am rig-kyi bu-mo, ga la la she-rab-kyi pha-rl-tu cin-pa zab-m ch-pa ce par d pa de di tar nam-par ta uar ja te.

    Phu-po a po de dag kya ra-zhin-ghyi to par nam-par ya dag par je su tao.Zug to pao, to-pa-i zug so.Zug le to-pa-i zhen-ma yin, to-pa-i le kya zug zhen ma yin no.De zhin du tshor-ua da, du-she da, du-je da, nam-par-she-pa nam to pao.

    Sha-ri-bu, de tar ch tham-ce to-pa-i de; tsen i me pa, ma kye pa, ma gag-pa, dri-ma me pa, dri-ma da drel-ua, dri-ua me pa, ga ua me pao.Sha-ri-bu, de ta ue na to-pa-i la zug me, tshor-ua me, du-she me, du-je nam me,

    nam-par-she-pa me, mig me, na-ua me, na me, ce me, l me, yi me, zug me, dra me, drime, ro me, reg ja me, ch me do.

    Mig-ghi kham me pa ne, yi-kyi kham me, yi-kyi nam-par-she-pe kham-kyi bar-duya me do.

    Ma-rig-pa me, ma-rig-pa ze-pa me-pa ne ga-shi-me, ga-shi ze-pe bar-du ya me do.De zhin du dug-el-ua da, kn-ju-ua da, gog-pa da; lam me, ye-she me, thob-pa

    me, ma thob-pa ya me do.Sha-ri-bu, de ta ue na ja-chub-sem-pa nam thob pa me pe cir she-rab-kyi pha-rl-tu

    cin-pa la ten ci ne te, sem la drib pa me pe trag pa me de cin ci log le shin du de ne, aen le de pe thar cin to.

    24 Le lettere che rendono la pronuncia si leggono come in italiano, con le seguenti avvertenze:CH = c dolce di ceceH = h aspirata (tranne che nei gruppi ch, gh, sh, zh)J = g dolce di gelo = ng dellinglese king = gn di gnomo = tedescaS = s aspra di sassoSH = sc di scena

    TS = z aspra di mazza = tedescaZ = z dolce di zonaZH = j francese.

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    D sum du nam-par zhug pe Sa-ghye tham-ce kya she-rab-kyi pha-rl-tu cin-pa laten ne la na me pa ya dag par zog pe ja-chub n par zog par Sa-ghye so.

    De ta ue na she-rab-kyi pha-rl-tu cin-pe ag rig-pa cen-p ag, la na me pe ag, miam pa da am pe ag, dug el tham-ce rab-tu zhi-uar je-pe ag, mi zn pe na den parshe par ja te, she-rab-kyi pha-rl-tu cin-pe ag me pa:

    TAYATA: GATE GATE PARAGATE PARASAMGATE BODHI SOHA.

    Sha-ri-bu, ja-chub-sem-pa sem-pa-cen-p de tar she-rab-kyi pha-rl-tu cin-pa zab-mo la lab par jao.

    De ne Chom-den-de ti-e-zin de le zhe te.Ja-chub-sem-pa sem-pa-cen-po phag-pa Cen-re-zig ua-chug la leg-so zhe ja ue jin

    ne: leg-so leg-so.Rig-kyi bu, de de zhin no, rig-kyi bu, de de zhin te.Ji tar khy-kyi ten pa zhin du she-rab-kyi pha-rl-tu cin-pa zab-mo la ce par ja te.De-zhin-sheg-pa nam kya je su yi ra o.

    Chom-den-de-kyi de ke ce ka tsel ne, tshe-da-den-pa Sha-ra-da-ti bu da, ja-chub-sem-pa sem-pa-cen-po phag-pa Cen-re-zig ua-chug da, tham-ce da den pekhor de dag da, lha da, mi da, lha-ma-yin da, dri-zar ce pe jig-ten-yi ra te.

    Chom-den-de-kyi su pa la n par t do.Phag-pa she-rab-kyi pha-rl-tu cin-pe i-po zog so.

    In sanscrito: Bhagavati Prazpramit hridaya.In tibetano: Il cuore della Perfezione della Saggezza, la Vittoriosa.

    [Questa una singola sezione].

    Cos ho udito una volta. Il Vittorioso si trovava a Rjagha sul Picco dellAvvoltoioinsieme ad una vasta comunit di monaci e ad una vasta comunit di bodhisattva.

    In quelloccasione, il Vittorioso stava serenamente assorto nella meditazione sullevariet dei fenomeni detta Visione profonda. E contemporaneamente il bodhisattva-mahsattva nobile signore Avalokitevara praticando completamente la profondaPerfezione della Saggezza vedeva i 5 aggregati mondani e vedeva che essi eranototalmente vuoti di una propria intrinseca natura.

    Allora, grazie al potere del Buddha, il venerabile riputra disse queste parole albodhisattva-mahsattva nobile signore Avalokitevara: Quale metodo dovrapprendere un figlio di nobile lignaggio che desideri impegnarsi nella pratica della

    profonda Perfezione della Saggezza?A queste parole, il bodhisattva-mahsattva nobile signore Avalokitevara cos

    rispose al venerabile figlio di aradvati: riputra, un figlio o una figlia di nobile

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    lignaggio che desideri impegnarsi nella pratica della profonda Perfezione dellaSaggezza, dovrebbe riflettere esattamente in questo modo: vedere che i 5 aggregatistessi sono completamente vuoti di una propria intrinseca natura.

    La forma vuota, la vacuit forma. La forma non diversa dalla vacuit, e lavacuit non differisce dalla forma. Di tale natura sono anche la sensazione, la

    discriminazione, le formazioni mentali e la coscienza.Similmente, riputra, tutti i fenomeni sono vuoti, sono privi di caratteristiche, nonnascono e non cessano, non sono contaminati n privi di contaminazione, nondiminuiscono n aumentano.

    In tal modo, riputra, in (termini di) vacuit non esiste forma n sensazione ndiscriminazione n formazione mentale n coscienza; n occhio n orecchio n naso nlingua n corpo n mente; n forma visiva n suono n odore n sapore n sensazionetattile n oggetto mentale; n sfera visiva e (cos via) fino a quella mentale e a quelladella coscienza mentale. Non esiste lignoranza, n lestinzione dellignoranza e cos viafino alla vecchiaia-e-morte e allestinzione di vecchiaia-e-morte.

    Di tale natura (vuota) sono anche la sofferenza, lorigine, la cessazione ed il sentiero.

    Non vi saggezza n realizzazione n mancanza di realizzazione.In questo modo, riputra, a causa della mancanza di realizzazioni, tutti i bodhisattvasi basano fermamente sulla Perfezione della Saggezza, senza oscurazioni mentali, senza

    paura; essi trascendono realmente ogni azione erronea ed alla fine raggiungono ilnirva.

    Tutti i buddha che dimorano nei tre tempi sono divenuti buddha perfettidellinsuperabile, completa e perfetta Illuminazione basandosi fermamente sullaPerfezione della Saggezza.

    Perci, il mantra della Perfezione della Saggezza il mantra della grandeconoscenza, il mantra insuperabile, il mantra uguale allineguagliabile, il mantra che

    placa veramente ogni sofferenza va davvero considerato come non ingannevole e

    saggio.Viene enunciato il mantra della Perfezione della Saggezza:

    TADYATH: GATE GATE PRAGATE PRSAGATE BODHI SVAH.

    riputra, cos che i bodhisattva-mahsattva insegnano la profonda Perfezione dellaSaggezza.

    In quel momento, il Vittorioso riemergendo dalla profonda concentrazione lodin questo modo il bodhisattva-mahsattva nobile signore Avalokitevara per avere beneagito: Bene, bene! cos, figlio di nobile lignaggio; cos, figlio di nobile lignaggio.Praticando in tal modo la profonda Perfezione della Saggezza, si diventa realizzati. Perquesto, tutti i Tathgata si rallegrano.

    A queste parole del Vittorioso, il venerabile figlio di aradvati, il bodhisattva-mahsattva nobile signore Avalokitevara, lintero sguito e il mondo dei deva, degliuomini, degli asura e dei gandharva si rallegrarono e lodarono le parole del Vittorioso.

    Qui si conclude il cuore della nobile Perfezione della Saggezza.

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    1.

    In sanscrito: Bhagavati Prazpramit hridaya.In tibetano: Il cuore della Perfezione della Saggezza, la Vittoriosa.

    Il testo tibetano inizia col titolo del Stra25, prima traslitterato26 dal sanscrito e poitradotto in tibetano. La ragione per cui si d il titolo anche in sanscrito per mostrare siala fonte del testo in esame (cio lautenticit della sua origine, che indiana) sia ilrispetto verso la lingua dellIndia (che sacra anche per i tibetani).

    La Perfezione della Saggezza il termine che si riferisce a quel tipo di saggezza checomprende direttamente ed intuitivamente la natura di tutti i fenomeni, consistente nellaloro vacuit di esistenza intrinseca ed autonoma. Questa saggezza definita, insanscrito, bhagavat, che il femminile del termine bhagavat o bhagavn, uno dei10 titoli usati per indicare un Essere Illuminato, qui il buddha kyamuni27: essosignifica glorioso, [divinamente] maestoso, divino, beato, degno di rispetto, venerabile,

    benedetto.In tibetano, bhagavn reso con il termine bCom-ldan-das, che in italiano sipu tradurre con vittorioso, conquistatore 28 e la cui etimologia la seguente:

    A]- BCOM significa superare, vincere, conquistare, annientare: i buddha hannosuperato sia i klevaraa (gli ostacoli dellemotivit e della passionalit, cio i difettimentali che ci spingono ad agire in modo errato e impediscono la Liberazione dalsasra) sia gli jeyvaraa (gli ostacoli intellettuali e cognitivi, cio lignoranza checi impedisce di vedere le cose quali realmente sono e preclude lOnniscienza o capacitdi conoscere direttamente, spontaneamente e contemporaneamente tutti i fenomeni).

    In senso pi ampio, si pu dire che i buddha hanno vinto i 4 mra o demoni (cioqualcosa che ci fa del male, che ci nocivo e ci fa soffrire), ossia:

    --gli skandha29

    o aggregati contaminati che compongono il nostro corpo (soggetto afame, sete, caldo, freddo, malattie, vecchiaia, ecc.);--i klea o difetti mentali, che contaminano la nostra mente;--la morte, che interrompe la relazione tra corpo e mente;

    25 Talora il titolo preceduto dalle parole Namo Guru Majugoaya, cio una lode di omaggio aMajur, la deit che rappresenta la mente di saggezza di tutti gli esseri illuminati.

    26 Si tratta della traslitterazione tibetana delle parole sanscrite Bhagavat Prajpramit hdaya.27 Gautama kyamuni il buddha del nostro periodo fortunato (bhadrakalpa) e quindi il

    bhagavn per eccellenza. Questo epiteto compare allinizio del Stra (al 3) e alla fine ( 23).28 In realt, lequivalente tibetano di bhagavn bCom-ldan, ma a tale parola stata aggiunta la

    sillaba das (oltre) per distinguere quel titolo onorifico dato a Buddha da quello stesso titolo dato adaltri (per es., a di ind). Il termine tibetano quindi significa il bhagavn trascendente, cio colui cheha vinto e trasceso le forze negative.

    29 Gli skandha verranno descritti pi oltre nel testo.

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    --i devaputra, cio i deva invidiosi che ci mandano influssi ed energie negative oconsigli nocivi;

    B]- LDAN significa possedere: i buddha sono dotati di tutte le buone qualit30poich hanno completato laccumulo sia di merito che di saggezza che sfocianorispettivamente nel Corpo della Forma (Rpakya) e nel Corpo di Verit

    (Dharmakya);C]- DAS significa andare oltre: i buddha hanno trasceso il sasra, il ciclo dellerinascite incontrollate e permeate dalla sofferenza dovuta al karma ed ai klea.

    Ora, nel testo, il termine tibetano bCom-ldan-das reso al femminile conlaggiunta della sillaba finale -ma, che etimologicamente significa madre. LaPerfezione della Saggezza dunque definita vittoriosa madre perch d vita ai (ed lamadre dei) Vittoriosi, cio dei Buddha: sviluppando nella propria mente lacomprensione della Vacuit che sar possibile realizzare infine la buddhit. Propriocome un bimbo non pu venire al mondo senza una madre, cos un buddha non punascere senza dipendere da quella madre che la Perfezione della Saggezza.

    Unaltra ragione per cui questultima chiamata madre (o, pi precisamente,

    perch il termine scelto di genere femminile) quella di indicare che essa appartieneallaspetto del Sentiero relativo alla saggezza (tradizionalmente associato al femminile)in contrapposizione allaspetto del metodo (tradizionalmente connesso al maschile).

    A questo punto del testo, vi unannotazione del traduttore tibetano che dice Questa una singola sezione. Infatti, nel mondo letterario del Paese delle Nevi vi latradizione di dividere le Scritture in sezioni, i cui numeri sono posti allinizio del testo,mentre i titoli dei capitoli sono collocati alla fine. Ora, il Stra del Cuore essendo untesto breve, non pi lungo di 25 versi occupa una sola sezione.

    2.Cos ho udito una volta.

    Il stra comincia con un passaggio introduttivo che fa menzione di chi diedel'insegnamento, dove, a chi e via di seguito.

    Le prime righe del testo appartengono - come si detto nell'Introduzione - allaseconda categoria di parole del Buddha, cio quelle "pronunciate col Suo permesso".

    Esse provengono infatti dall'arhat che raccolse e compil questo stra dopo la morte delBuddha. Non si conosce esattamente il nome di questo discepolo, ma si pensa che tra imolti arhat presenti all'insegnamento, Ananda ne sia con ogni probabilit lestensore.

    Cos ho udito, in pli evam me sutam, in sanscrito eva may ruta, intibetano di-skad bdag-gis thos-pa, la frase con cui lestensore inizia il testo perindicare che ripete la Scrittura cos come gli stata tramandata. Nei stra, le parole sonorivolte sempre ad un discepolo e, nella maggior parte dei casi, sono indicati la data e illuogo in cui l'insegnamento stato impartito.

    Qui, invece, nel Stra del Cuore, il periodo in cui venne pronunciato il stra nonviene ricordato in termini di mesi e di anni; il testo dice semplicemente "Una volta...".Queste parole indicano tuttavia due fatti importanti: il grande potere della memoria e

    30 Ad es., le 64 qualit della parola illuminata.

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    della comprensione del compilatore capace di ricordare cosa fu detto in quell'occasionee la rarit di un tale insegnamento, che venne dato solo "una" volta31.

    Comunque, sappiamo che il stra in esame fa parte del "secondo giro della Ruota delDharma" : quindi, appartiene all'esposizione della dottrina mahyna compiuta dalBuddha a Rajgir quando aveva 36 anni, cio nel 530 a.C.

    3.

    Il Vittorioso si trovava a Rjagha sul Picco dellAvvoltoio.

    Qui vengono nominati il Buddha e il luogo dellinsegnamento.Abbiamo gi visto nel 1 che il Vittorioso un epiteto di buddha kyamuni. Egli

    era nato nel 566 a.C. e aveva raggiunto lIlluminazione a 35 anni nel 531 a.C.; lannosuccessivo aveva girato per la 2 volta la Ruota del Dharma.

    Il posto in cui viene dato l'insegnamento il Picco dell'Avvoltoio (Gdhraka32

    ), lapi alta delle cinque colline che circondano l'antica Rjagha33, l'attuale Rajgir, nellostato del Bihar, in India. E' questo il luogo in cui - come s' detto nel paragrafo

    precedente - il Buddha insegn i stra appartenenti al "secondo giro della Ruota delDharma" (cio la dottrina mahyna): qui dunque che egli appare nellaspetto di unmonaco che spiega la Prajpramit, mentre contemporaneamente si manifesta comeKlacakra nella citt di Amarvati per insegnare il Klacakratantra.

    In precedenza, Egli aveva insegnato a Srnath (vicino a Benares) le Quattro NobiliVerit e, altrove, il vinya (disciplina monastica) e la pratica della pienaconsapevolezza, che fanno tutte parte della dottrina hnayna (o "primo giro della Ruotadel Dharma")34.

    4.

    .insieme ad una vasta comunit di monaci e ad una vasta comunit di bodhisattva.

    La ripetizione delle parole una vasta comunit fa pensare che il numero deipresenti fosse veramente enorme e che questi fossero riuniti in due gruppi distinti:monaci35 e bodhisattva.

    Peraltro, anche se vengono nominati solo monaci e bodhisattva, in realt - come sideduce dall'ultimo periodo del stra - era presente un ben pi vasto numero di

    ascoltatori: rvaka, pratyekabuddha e molti uomini e donne che seguivano i precettilaici buddhisti, oltre a molti altri esseri provenienti da mondi diversi dal nostro. A questiesseri viene dato l'insegnamento affinch tutti possano alla fine raggiungerel'Illuminazione.

    Bodhisattva sono i seguaci del Mahyna che - avendo sviluppato bodhicitta - sisforzano di raggiungere la completa Illuminazione della buddhit allo scopo di esser di

    beneficio a tutti gli altri esseri. In particolare, "rya (nobile) bodhisattva" colui che

    31 In alcune versioni del Stra, le parole una volta (du gcig-na) vengono invece attribuite alla frasesuccessiva, cos: Una volta il Vittorioso si trovava.. Questa differenza dipende dalla diversapunteggiatura dei testi.

    32 In tib., Bya-rgod Phu-poi Ri. E cos chiamata perch la sua cima ha la forma di un avvoltoio.33 In tib., rGyal-poi Khab = (luogo dove si erge) un palazzo reale.34 A tali due "giri" seguir il terzo a Vaili, rvast e altrove, in cui vennero insegnati i tantra.35 Tra cui certamente nanda, Maudgalyayana, ecc.

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    entrato nel Sentiero della Visione, chi cio realizza direttamente ed intuitivamente laVacuit. I Bodhisattva Celestiali sono invece dei buddha veri e propri, ma che simanifestano come bodhisattva: tra essi erano presenti, in questa occasione,Avalokitevara (come vedremo) e sicuramente altri come Maitreya e Majur.

    rvaka sono i discepoli che comprendono le Quattro Nobili Verit, si liberano

    dall'irrealt del fenomenico ed entrano nel Nirvana incompleto dell'Hnayna,diventando arhat.Pratyekabuddha sono i saggi solitari che vivono in disparte dagli altri e conseguono

    l'Illuminazione da soli (senza l'aiuto d'un buddha o dei suoi insegnamenti) e per sestessi, in contrasto con l'altruismo dei bodhisattva.

    Gli esseri provenienti da mondi diversi dal nostro sono:- i deva: una delle sei forme di esistenza samsarica;- gli asura: esseri gelosi ed invidiosi dei deva;- i gandharva: sono gli 'spiriti delle montagne profumate', cos detti perch si nutrono

    di incenso ed emanano profumi. Sono spiriti celestiali dotati di talento musicale. Hannopoteri curativi, ma possono anche provocare infermit mentali.

    Si detto "mondi diversi dal nostro". Infatti, il mondo in cui viviamo non l'unicoposto abitato dell'universo, vi sono infiniti altri sistemi di mondi che ospitano vari tipi diesseri36. Alcuni di questi mondi sono impuri, come il nostro, altri sono puri e coloro chevi abitano vivono non soggetti all'ineluttabile ciclo di vite, e morte. Ogni volta che ilBuddha stava per dare un particolare insegnamento, come per miracolo si emanavanodal Suo cuore numerosi raggi di luce che raggiungevano le regioni pi remotedell'universo. I raggi colpivano tutti quei mondi e causavano particolari vibrazioni chesegnalavano agli abitanti in grado di percepirli che in India, nel nostro mondo,kyamuni Buddha stava per fare un particolare discorso, in questo caso sulla

    perfezione della saggezza. Allora molti esseri apparivano spontaneamente librandosinello spazio intorno al Buddha. Si potrebbe pensare che egli non fosse in grado di essere

    udito da una folla cos numerosa, ma una delle particolari qualit della parola delBuddha quella di esser intesa e capita con la stessa chiarezza sia da vicino che damolto lontano.

    Nel testo si dice semplicemente che il Buddha era insieme a questa assemblea, mabisogna intendere che la vicinanza non era solo fisica, bens che tutti avevano le stesseintenzioni e quindi erano in reciproca armonia.

    Due dei principali membri delluditorio erano larhat riputra e il bodhisattvaAvalokitevara:

    a] riputra, figlio di aradvati, era il pi istruito e saggio tra gli 84 principalidiscepoli del Buddha e divenne famoso per possedere la pi chiara comprensione dellaVacuit: in realt, divenne quindi un bodhisattva realizzato. Ma qui egli svolge un ruolo

    inferiore, cio quello di uno rvaka che ha raggiunto lo stato di arhat37

    e chesimboleggia lintelligenza, la logica e la ragione, ossia la saggezza intellettuale, cio insenso limitato. Questo ruolo viene da lui svolto esclusivamente per compassione versogli altri esseri presenti, cio affinch vengano edotti (da Avalokitevara) su ci che lavera saggezza perfetta e completa;

    b] Avalokitevara un Bodhisattva Trascendente, che incarna un aspetto particolaredella buddhit: qui, in questo caso, esso rappresenta la perfezione della saggezza. Ci

    pu sembrare strano, dal momento che di solito egli incarna la compassione, mentre Majur che rappresenta la saggezza. Ma noto che in realt i BodhisattvaTrascendenti sono dei veri e propri buddha che si manifestano quali Bodhisattva per il

    beneficio degli esseri senzienti: dunque, in quanto essere illuminato e in quanto

    36 Ci sono esseri senzienti ovunque ci sia spazio e siccome lo spazio infinito, il numero degli esseri infinito.

    37 Vedi nel 7 la spiegazione dellepiteto venerabileattribuito a riputra.

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    emanazione del Dharmakya, ogni Bodhisattva Trascendente pu svolgere qualsiasiruolo; daltra parte, la compassione inseparabile dalla saggezza: questa verit ci vienericordata da questo stra. Qui dunque Avalokitevara proprio perch mosso dalla suacompassione insegna a riputra la saggezza perfetta.

    In questo stra, due figure conversano tra di loro: si tratta quindi di un dialogo tra la

    saggezza perfetta da un lato e lintelletto dallaltro. Ma la motivazione di questo dialogo la compassione.Va anche osservato che riputra, dopo aver fatto la sua domanda, non parla pi: in

    altri termini, in questo Stra, lintelletto non replica, come invece fa abitualmente.Segno, questo, che la comprensione logica ed intellettuale cede il passo alla SaggezzaPerfetta e diventa penetrante visione spirituale, trasformandosi in comprensione dellaVacuit.

    5.

    In quelloccasione, il Vittorioso stava serenamente assorto nella meditazione sullevariet dei fenomeni detta Visione profonda.

    Dopo la descrizione degli esseri presenti, l'attenzione rivolta versa il Buddha. Lotroviamo assorto in un tipo di concentrazione chiamata "visione profonda", nello stessomomento38 in cui sta per esser pronunciato il corpo vero e proprio del stra.

    Parlando in generale, la visione (o percezione) profonda39 la meditazione sullaVacuit: in altre parole, il Buddha era assorto nella concentrazione univoca sulla veranatura di tutti i fenomeni40, concentrazione che definita profonda perch richiede diandare in profondit, cio oltre la superficialit della mente ordinaria.

    Ma in un senso pi preciso, visione profonda un termine che ha due aspetti: esso indica le due verit (quella ultima e quella convenzionale) e la loro relazione reciproca."Profonda" si riferisce alla verit ultima della Vacuit che consiste nella mera assenza diesistenza intrinseca; "visione" si riferisce alle verit convenzionali, cos come ciappaiono e funzionano, sebbene la loro natura ultima sia priva di ogni esistenzaintrinseca. Visione profonda dunque indica una meditazione sulla Vacuit sulla basedelle varie categorie (o degli infiniti aspetti) dei fenomeni o meglio sulla base di unaloro classificazione41 che li raggruppa in liste numeriche (quali i 5 aggregati, i 6 organisensoriali, i 6 oggetti dei sensi, le 18 sfere percettive, i 12 anelli delloriginazioneinterdipendente, le 4 Nobili Verit, ecc. che verranno descritti nei 10,11 e 14). Sitratta pertanto della cognizione contemporanea della Vacuit e dei fenomeni relativi.

    Ci indica quella particolare qualit dei buddha che lonniscienza: solo essi hanno lacapacit di realizzare direttamente nello stesso momento la verit assoluta (Vacuit) equella relativa (fenomeni).

    Inoltre, queste due verit vanno comprese in rapporto ai due aspetti del Sentieroverso l'Illuminazione: quello dalla saggezza e quello del metodo. Una volta ottenutal'intuizione della verit ultima si ottiene la saggezza, mentre il metodo coltivato nelcontesto delle verit convenzionali.

    Durante l'intero stra del Cuore della Saggezza, il Buddha rimane in uno stato disilenziosa concentrazione e solo a conclusione del discorso egli parla personalmente. Il

    38 "In quell'occasione" (o "in quel tempo") significa "al tempo in cui le radici della virt dell'assemblea

    del Buddha erano giunte a maturit, erano pronte a ricevere quegli insegnamenti".39 In tib, zab-mo sna-ba.40 Cio sulla quiddit o natura delle cose come esse veramente e realmente sono.41 Il testo tibetano dice rnam-gras, letteralmente enumerazione o elencazione (dei fenomeni).

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    stra gli viene quindi attribuito non perch Egli lo abbia effettivamente pronunciato maperch nasce grazie al potere della Sua concentrazione. Questo stra appartiene perci -come si detto nell'Introduzione - al terzo tipo di parole del Buddha, cio quelle"generate dal potere della Sua concentrazione".

    Grazie dunque a questo potere, riputra ed Avalokitevara si trovarono a dialogare.

    Ci avvenne spontaneamente, e il contenuto della conversazione fu determinatounicamente da quel potere. Inoltre, dal momento che essi avevano gi raggiunto la totalecomprensione della Vacuit, non parlavano certo per il proprio beneficio: lo scopo delloro dialogo era quello di chiarire il significato della Vacuit a quei discepoli che non loavevano ancora compreso e di migliorare la comprensione di coloro che lo avevanocapito solo parzialmente .

    6.

    E contemporaneamente il bodhisattva-mahsattva nobile signore Avalokitevara praticando completamente la profonda Perfezione della Saggezza vedeva i 5 aggregati

    mondani e vedeva che essi erano totalmente vuoti di una propria intrinseca natura.

    Com noto, Avalokitevara il bodhisattva della grande compassione che salvatutte le creature ed colui che ha realizzato la propria natura grazie alla facolt diosservare, dentro e fuori di s. Infatti, il suo nome significa Il Signore che osservaattentamente42, la sua principale attivit essendo quella di contemplare il sasra conattenzione al fine di trovare esseri bisognevoli del suo aiuto.

    Egli viene definito mahsattva (in tib. sems-pa chen-po), cio grande essere,perch un bodhisattva43 porta a compimento una grande opera: guida e salva una grandemoltitudine di esseri (rimuovendo le loro impurit), coltiva la grande compassione,

    serve ed onora tutti i buddha, vuole fissare nella propria mente tutti gli insegnamenti ditutti i buddha, ecc..Viene anche qualificato con laggettivo nobile (rya, phag-pa), per indicare un

    bodhisattva di ordine superiore, ossia che ha raggiunto la realizzazione definitiva espontanea della Vacuit , cio ha ottenuto il 1 bhmi (corrispondente allingresso nelSentiero della Visione) : per cui di sicuro progredir spontaneamente finoallIlluminazione, dispiegando nel contempo una vasta attivit per il bene di tutti gliesseri.

    Un ultimo attributo di Avalokitevara signore: in tibetano dba-phyug,letteralmente persona che ha potere, potente. Egli infatti ha il potere di soccorrere tuttigli esseri senzienti.

    Ora, il stra in esame ci dice che anche Avalokitevara era immerso nellacontemplazione univoca sulla Vacuit, ma il potere della concentrazione del Buddha lofece uscire da quello stato di profondo assorbimento. In quel momento egli divennenuovamente consapevole dei fenomeni convenzionali e riconobbe che i 5 costituenti

    psicofisici (skandha) e tutti i fenomeni condizionati possono apparire e funzionaresebbene la loro natura ultima sia vuota di esistenza intrinseca. Egli fu quindi in grado didialogare, ma soltanto dopo aver interrotto la propria concentrazione: se fosse rimasto in

    42 Questa etimologia che preferibile allaltra, Il Signore che guarda in basso si basa sullaradice sanscrita LOK = vedere, che col prefisso AVA- significa guardare verso od osservare

    attentamente, seguita dalla parola VARA = Signore.43 In realt, Avalokitevara un buddha, ma si manifesta nellaspetto di un bodhisattva per dare un

    esempio perfetto del modo in cui si deve praticare. Anche qui assume laspetto di bodhisattvamostrandosi come discepolo del buddha kyamuni e come suo figlio spirituale.

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    uno stato di profondo assorbimento non sarebbe infatti avvenuta nessunacomunicazione verbale.

    Dunque, nello stesso tempo in cui il Buddha era assorto in concentrazione, ancheAvalokitevara era occupato nella pratica della perfetta saggezza: la saggezza (praj)trascendente (pramit), ossia che andata aldil di tutto ci che mondano e

    sensoriale. Ma poich in lui la saggezza abbinata alla compassione, egli rimaneassorto in trance senza annullarsi nella visione dei Buddha (il che gli farebbedimenticare ogni altra cosa e lo staccherebbe da questo mondo sofferente). Egli unessere che ha fatto il voto di non entrare nel Nirva prima che lutti gli esseri non sianostati liberati dalla sofferenza del sasra.

    Mosso dunque da compassione, Avalokitevara - senza perdere il controllo sullaVacuit - guard questo mondo di creature sofferenti. Il fatto della sofferenzasembrerebbe a prima vista presupporre l'esistenza di creature che soffrono; ma, alla lucedi una pi approfondita saggezza, questi "esseri" sono visti solo come gruppi (oaggregati) di 5 costituenti psicofisici (skandha); infine, con la perfetta saggezza questistessi skandha si rivelano essere Vacuit, per cui ne deriva che la compassione di

    Avalokitevara senza oggetto alcuno. In altre parole: sebbene egli si preoccupi dellesofferenze degli esseri (uomini, animali, deva, ecc.) e soffra con loro (facendo propri iloro dolori), tuttavia - fissando lo sguardo su questa brulicante moltitudine - non li vedecome persone o individui: dove l'ignoranza immagina una personalit o un esserevivente, la saggezza vede soltanto 5 skandha, ossia i 5 costituenti del nostro io comeesso appare:

    - rpa = aggregato della forma (che abbraccia tutte le forme materiali e quindi tutto ilmondo visibile e fenomenico);

    - vedan = aggregato della sensazione;- samj = aggregato della discriminazione;- samskra = aggregato delle formazioni mentali;

    - vijna = aggregato della coscienza44

    .Questi skandha sono i costituenti psico-fisici, sono gli elementi fisici e mentali cheinsieme rendono possibile lesistenza di un individuo. Poich dal punto di vista ultimoessi sono privi di unesistenza intrinseca, lo sar anche lindividuo costituito da questiaggregati. E poich lio, il possessore degli skandha, privo di unesistenza intrinseca( privo di un s), lo saranno anche le cose che consideriamo nostri possedimenti.Perfino tutti i buddha e addirittura la stessa Vacuit sono privi di una loro esistenzaintrinseca45. Pertanto, un principio reale, concreto e duraturo chiamato s non esiste.

    Dunque, Avalokitevara 'vide' 46 che i 5 skandha nella loro essenza sono vuoti: inaltri termini, vide un costante apparire e sparire di meri dharma (eventi impersonali edimpermanenti). Tutti i dharma sono vuoti nel senso che

    1) nella loro realt non possibile rinvenire "io" alcuno, nulla che esso possiede oche gli appartiene;2) ciascuno dipende talmente tanto da altri che non nulla per s o in s;3) non esistono pertanto come entit separate. Se preso assolutamente in s, come

    non-condizionato, un dharma il Vuoto, e la sua propria essenza Vacuit.Usando la propria saggezza per esaminare i 5 skandha (che sono vuoti),

    Avalokitevara giunse alla realizzazione che non vi sono in realt sofferenzeineliminabili, n ceppi karmici che incatenano, n discriminazioni tra il giusto e

    44 Questi 5 skandha verranno spiegati nel 11.45 Tra i vari tipi di vacuit vi infatti anche la vacuit della vacuit.46 Vide: funzione specifica della saggezza penetrare nellessenza propria delle cose.

    Avalokitevara vide in essa direttamente col suo occhio di saggezza. Non si tratta di conosceremediante pensieri o concettualizzazioni, bens attraverso una visione diretta, unesperienza intuitiva cheper definizione prescinde dalle parole e dai simboli.

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    l'ingiusto o tra il guadagno e la perdita. E poich questo bodhisattva pot liberare sestesso per mezzo di questa verit ispirata dal Buddha, qualsiasi uomo pu affidarsi adessa con fiducia e praticarla.

    Per questa ragione - come vedremo nel prossimo paragrafo - il Buddha spinsedeliberatamente riputra ad indicare il meraviglioso risultato ottenuto da

    Avalokitevara, che Egli voleva far conoscere a tutti. Se noi facciamo la stessacontemplazione, in un istante realizzeremo che le nostre menti possiedonofondamentalmente la saggezza, cos immensa e pervadente da risplendere attraverso i 5aggregati che sono essenzialmente vuoti.

    7.

    Allora, grazie al potere del Buddha, il venerabile riputra disse queste parole albodhisattva-mahsattva nobile signore Avalokitevara: Quale metodo dovrapprendere un figlio di nobile lignaggio che desideri impegnarsi nella pratica della

    profonda Perfezione della Saggezza?

    Tra i discepoli del Buddha, riputra era il pi saggio. Perci egli viene quideliberatamente chiamato in causa per sottolineare il fatto che questo discorso potevaesser rivolto soltanto ad un ascoltatore saggio.

    Laggettivo che qualifica riputra il sanscrito yuman, in tibetano tshe-da-ldan-pa, che letteralmente significapossessore della vita: un termine onorifico e deferente

    (che si pu rendere con venerabile) applicato a chi entrato nellOrdine e mantiene ivoti monastici. Il senso che se si mantengono tali voti, si sta usando o preservando lapropria vita in modo appropriato. Ma il significato pi profondo che si tratta di unapersona andata oltre il morire sotto linfluenza dei fattori mentali negativi e delkarma, ossia che si era liberata dal sasra.

    Anche riputra fu ispirato dal potere della concentrazione del Buddha. Egli siavvicin ad Avalokitevara chiedendogli in che modo si potesse sviluppare lacomprensione della Vacuit e ponendo la domanda in questi termini: "un figlio di nobilelignaggio che desideri impegnarsi...". Figlio di nobile lignaggio rende il tibetanorigs-kyi bu (sanscr. kulaputra) : generalmente chi possiede una buona dote spiritualeo una buona posizione sociale o entrambe47; ma qui indica chiunque, uomo o donna48,

    possieda lattitudine ad intraprendere il (e ad impegnarsi sul) sentiero spirituale delbodhisattva verso lIlluminazione e aspiri alla comprensione della Vacuit. Si potrebbeanche tradurre Figlio del lignaggio (dei bodhisattva).

    Basta il forte desiderio di comprendere la natura di buddha (tathgatagarbha) peravvicinare una persona alla buddhit e perci farla entrare nel lignaggio del Buddha.

    Non si tratta cio di persona di nobile casato, ma di devoti alla Dottrina, di persone chesi sono risvegliate al Sentiero del Mahyna. E chiunque pu esserlo, in quanto lanostra attuale mente grossolana ha la capacit di svilupparsi fino alla buddhit.

    Inoltre riputra pone questa domanda per conto di quanti "vogliono" seguire lapratica della perfezione della saggezza. Ci vuol dire che gli insegnamenti sulla Vacuit

    47 La parola viene usata di regola come forma di cortesia quando ci si rivolge a qualcuno e non ha unsignificato proprio specifico.

    48 Cfr. sub 8: un figlio o una figlia. Non vi sono dunque differenze di sesso: uomini e donne hannole medesime opportunit per praticare.

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    La formula tradizionale della 2 Nobile Verit attribuiva lorigine della sofferenza delsasra al desiderio, che legato agli skandha ed in essi si fonda. Ora, in questo

    paragrafo essi vengono definiti identici alla Vacuit e non separati da essa. Essi nonhanno mai lasciato il Vuoto originario e pertanto in realt non sono mai stati originati.

    10.

    La forma vuota, la vacuit forma. La forma non diversa dalla vacuit, e lavacuit non differisce dalla forma.

    Per prima cosa, Avalokitevara considera laggregato della forma, che comprendelaspetto materiale del nostro corpo fisico50 e le cose del mondo fenomenico. Segue

    pertanto una spiegazione di 4 modi diversi di vedere la Vacuit relativamente allaforma. Egli constata:

    a) innanzitutto come la forma sia priva di un'esistenza propria ed autonoma, maprosegue subito dopob) affermando l'essenziale identit tra la forma e la sua mancanza di esistenza

    intrinseca: egli dichiara che la Vacuit forma, intendendo dire che la mancanza, diesistenza intrinseca della forma essenzialmente identica alla forma. La frase seguenteripete e chiarifica lo stesso concetto e cio che

    c) la vacuit della forma non - in ultima analisi - distinta dalla forma (la vacuitdella forma pu esistere solo relativamente alla forma),

    d) n la forma distinta dalla sua vacuit (non c' forma che non sia correlata allavacuit della forma).

    I due modi d'essere della forma - quello ultimo privo di esistenza intrinseca e quello

    convenzionale di semplice designazione mentale - sono essenzialmente identici sebbeneconcettualmente distinti51. Chi abbia raggiunto una profonda e reale comprensione diquesto punto, quando percepir la forma la comprender vuota di esistenza intrinseca equando contempler la Vacuit della forma sar pienamente consapevole che la formaesiste convenzionalmente e che ha una sua funzione.

    Questa profonda comprensione neutralizza automaticamente i concetti disturbanticome l'attaccamento e l'avversione che abitualmente sperimentiamo nei confronti dellaforma. E ci avviene perch una tale comprensione il diretto antidoto all'ignoranza chesi afferra all'esistenza intrinseca della forma che agisce come supporto per ogni altrotipo di concetto disturbante relativo ad essa. Dei 5 costituenti psico-fisici la forma quello menzionato per primo perch di solito il maggior responsabile

    dell'attaccamento e degli altri concetti disturbanti. Una volta compresa la natura dellaforma - cos com' stata spiegata - sar relativamente pi semplice descrivere gli altriaggregati.

    Ora, all'inizio della meditazione insegnata da Avalokitevara, si deve prestareattenzione a questo corpo fisico che una combinazione fittizia dei quattro elementi(terra, acqua, fuoco, aria) e che fondamentalmente non-esistente. Poich la suasostanza interamente vuota tanto all'esterno quanto all'interno, un individuo non piconfinato dentro questo corpo e perci non ha pi alcun impedimento nei confronti della

    50 E' l'apparenza (lakaa) del corpo umano che l'uomo afferra come proprio possesso. E' prodottadalla cristallizzazione del suo pensiero errato, saldo e duraturo.(avidy). E' causata dalla conservazione

    del concetto di un ego, concetto che difficilissimo da spezzare.51 Concettualmente, la forma non uguale o corrispondente alla Vacuit, perch la forma un

    fenomeno relativo, mentre la Vacuit un fenomeno definitivo, ultimo, assoluto. Sebbene la forma abbiala Vacuit, non si pu dire che la Vacuit.

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    nascita e morte e del venire e andare. Questo il metodo per spezzare il primoaggregato, la forma. Se la forma viene spezzata, gli altri quattro aggregati possono - allostesso modo - essere assoggettati alla stessa profonda introspezione.

    1) LA FORMA (rpa) NON DIFFERISCE DAL VUOTO (nya):

    questo insegnamento ha lo scopo di spezzare la nozione dell'uomo ordinario, secondola quale la personalit permanente. Poich gli uomini ordinari ritengono che il corpofisico sia reale e permanente, essi fanno piani e progetti, senza comprendere che ineffetti il corpo irreale e non-esistente, soggetto ai quattro cambiamenti (nascita, et,malattia e morte) da un istante all'altro, senza interruzione, col risultato conclusivo cheesso impermanente e alla fine ritorna al vuoto. Infatti, ogni forma illusoria costituitadai quattro elementi non differisce fondamentalmente dal vuoto assoluto.

    Tutte le forme (cio gli esseri e le cose del mondo fenomenico) sono vuote percha) esse cambiano incessantemente e di momento in momento. Ogni cosa

    momentanea viene annientata non appena appare; essa non sopravvive (identica) fino almomento successivo. La sua esistenza durevole un'illusione, come al cinema la

    sequenza di tante immagini singole che sembra un tutto continuo. Ogni cambiamentocomporta la perdita di identit, che incompatibile col concetto di "s"52;b) vengono prodotte - attraverso il principio dell'originazione interdipendente

    (pratitya-samutpda) - da una combinazione di varie cause e fattori, per cui sono privedi un "s autonomo" o di "autonomia di essere": debbono la loro esistenza ad altre cose.

    Niente in questo universo un evento isolato. Ogni cosa creata, composta, unita dauna concatenazione di cause interdipendenti e di effetti interferenti. Retti dalla legged'interdipendenza, i fenomeni sono correlati gli uni agli altri. La loro esistenza subordinata alla legge di causa ed effetto, ed relativa53;

    c) hanno certe caratteristiche (ossia, sono cos o cos) solo in relazione a questo o aquello, cio nell'ambito di determinate e specifiche condizioni 54. Quando si muta il

    parametro referenziale, le cose in questione muteranno anch'esse o scomparirannoaddirittura dalla scena. Questa mancanza di determinatezza (cio, di natura definita)indica che la loro esistenza soltanto relativa, non assoluta55.

    Dunque: la forma esiste solo come aggregazione di molteplici cause e condizioni, enon in modo autonomo e indipendente. La forma composta di molte parti, da cuidipende. Questa dipendenza significa che la forma non auto-esistente, priva diqualsiasi realt intrinseca, ossia vuota: quindi, vacuit. Tale affermazione contestalerrata concezione che tutti i fenomeni possiedano una realt assoluta (eternalismo).

    2) IL VUOTO (nya) NON DIFFERISCE DALLA FORMA (rpa):Il fatto che la forma non possieda unesistenza indipendente, unidentit fissa ed

    isolata - ossia, che tutte le cose non siano auto-esistenti significa che hanno unorigine[inter]dipendente. Tale origine possibile solo in un mondo privo di una sua intrinsecaesistenza, cio vuoto. La Vacuit costituisce la base che consente lorigine dipendentedella forma, cio la base per lesistenza della forma: (il mondo del)la forma una

    52 Per es., se un buon albero da frutta fosse inerentemente esistente, non perderebbe mai i suoi frutti enon diventerebbe spoglio e brullo. Qualcosa di inerente, di intrinseco, sarebbe immutabile, invariabile eprivo di cessazione (o distruzione).

    53 La loro relativit essa stessa l'essenza, il vuoto. L'essenza quindi non pu esistere al di fuori deifenomeni. In altre parole: il Vuoto non una dimensione al di fuori della forma, ma contenuto nellaforma stessa.

    54 Ad es., un oggetto osservato da diverse posizioni mostra aspetti e forme diversi; un uomo pu essere

    contemporaneamente odiato dai suoi nemici, amato dai suoi amici, ignorato dagli animali; un bicchierd'acqua pu esser semplicemente un mezzo per placare la propria sete o pu esser visto come il compostochimico H2O.

    55 Vedi la nota a pag. precedente.

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    manifestazione od espressione della Vacuit, qualcosa che proviene dalla Vacuitstessa.

    Infatti, la Vacuit non il vuoto annichilante in opposizione alle forme. Dalmomento che essa non annientamento, la Vacuit non nega e non distrugge le forme :essa non impedisce lesistenza illusoria di forme, perch attraverso di esse che viene

    rivelata la Vacuit. In altre parole, la Vacuit appare come forma, ossia la forma unamanifestazione o espressione della Vacuit56.In effetti, essa non inerte o statica, n un qualcosa che divenuto o che esistente

    in s, ma una dimensione dinamica e vitale che si esprime in un processo creativo57, inun movimento senza inizio n fine, in uninfinit di possibilit, potenzialit58 e relazionireciproche. Essa una fonte inestinguibile di dinamismo creativo operante nei fenomeniche costituiscono il mondo che ci circonda.

    Questa potenzialit dunque unenergia che ha insita la capacit di operare e ilpotere di funzionare, cio di svolgere delle funzioni - che sono quelle dei 5 elementi :cos, la funzione della terra la stabilit, quella dell aria il movimento, quelladel fuoco lirradiazione, ecc. Pertanto, la Vacuit esprime la propria energia (e

    quindi si manifesta) come realt del mondo e degli esseri.E a causa della Vacuit che possono esistere tutte le forme ; e le forme, dalmomento che sono illusorie e non sostanziali, non sono in grado di contraddire odostruire la Vacuit : esse sono, per loro stessa natura, vuote, sono la Vacuit stessa findallinizio (come le onde non sono diverse dal mare).

    Ogni volta che ci appare una forma, dobbiamo avere la convinzione che questa forma una manifestazione della Vacuit, e che oltre alla sua Vacuit non vi alcuna formaesistente dalla sua propria parte.

    La natura ultima della forma la Vacuit della forma. Di tutte le varie parti o aspettidella forma, solo la sua vacuit vera : un orologio da polso, ad es., ha molte parti, maentro linsieme di tutte queste parti solo la sua vacuit vera e reale. Possiamo tenere

    lorologio in mano, ma se lo esaminiamo pi da vicino per cercare il reale orologio,non possiamo trovarlo affatto. Quando cerchiamo di vedere lorologio, tutto ci chepossiamo vedere sono le parti dellorologio. Le parti dellorologio non sono lorologiostesso, ma aldil di queste parti non c alcun orologio. Questa impossibilit ditrovare la reale natura dellorologio. Se lorologio fosse veramente esistente,

    possederebbe una sua propria esistenza indipendente dagli altri fenomeni, e sarebbepossibile mentalmente rimuovere tutti i fenomeni che non sono lorologio e rimarrebbeproprio lorologio. Il fatto che ci non sia possibile indica che lorologio privo - ovuoto - di una vera esistenza. La mancanza di vera esistenza dellorologio la reale - oultima - natura dellorologio. Poich la vacuit dellorologio la reale naturadellorologio, lorologio non esiste separatamente dalla sua vacuit. Lorologio e la sua

    vacuit sono due aspetti di una singola entit, come una moneta doro e loro di cui fatta. La reale natura dellorologio proprio la sua vacuit, ma la vacuit ci apparenellaspetto di un orologio.

    Se un attore maschile mette una parrucca e veste abiti femminili, apparir aglispettatori come una donna : la donna che vediamo semplicemente quellattoretravestito ; potremmo dire che essa una manifestazione dellattore. In modo simile, leforme sono come la vacuit travestita. Bench le forme sembrino avere le loro propriecaratteristiche ed esistere per proprio diritto, se le esaminiamo pi da vicino troveremo

    56 Manifestazione nel senso che luno non pu esistere senza laltro (come il negativo e il positivo).57 Ecco perch la Vacuit associata al femminile (la funzione della femmina la creazione).58 Sotto questo aspetto la Vacuit simile allo spazio (il vuoto in cui pu esser contenuta ogni cosa) o

    allo zero (che di per s non ha valore, ma pu assumerne moltissimo a seconda delle cifre a cui posposto).

    Vuoto e Vacuit sono simili ma non uguali : infatti, vuoto assenza di ogni cosa, Vacuit assenza diesistenza inerente.

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    solo la vacuit. Questa vacuit la loro reale natura, ma appare come forma. Le formesono perci le manifestazioni della vacuit.

    Laffermazione che la Vacuit forma contesta lerrata concezione che nulla esista(nichilismo).

    3) LA FORMA (rpa) E IDENTICA AL VUOTO (nya) ED IL VUOTO EIDENTICO ALLA FORMA:Le parole forma e vuoto non vanno scambiate per due cose diverse, ma vanno

    identificate luna con laltra. Infatti, la relazione tra forma e vuoto (o vacuit) non vavista come uno stato di opposti escludentisi a vicenda, ma soltanto come due aspettiduna stessa realt, coesistenti ed in continua e reciproca cooperazione. Forma e vacuitsi condizionano lun laltra59. La condizione assoluta e la sua manifestazione relativasono inseparabili come loro e il suo colore giallo. In altre parole, la realt fenomenica(transeunte) e quella sopramondana (perfetta) sono indissolubilmente unite : il sasraha gi la natura del nirva, ossia la sua condizione sin dal principio quella pura e

    perfetta del nirva. Solo chi pu sperimentare linformale (o ci che aldil della

    forma) nel formale, o che pu vedere il formale nellinforme - cio solo chi sperimentala simultaneit del vuoto e della forma - pu prendere coscienza della realt superiore.Se si realizza che il vuoto identico alla forma e viceversa, non vi sar pi nulla che

    debba essere respinto od accettato (nonostante il fatto di non seguire il male e di fare ilbene), non si vedranno esseri senzienti da liberare (nonostante il fatto che ogni pensierodel bodhisattva sia dedicato alla loro salvezza), n si vedr il frutto della buddhit daconseguire (nonostante il fatto che la sua mente sia rivolta interamente alla ricercadellIlluminazione) : la completa perfezione priva di qualsiasi idea di acquisizione disaggezza e conseguimento.

    4) Se la forma contemplata in questo modo, anche gli altri quattro aggregati

    (skandha) - si dir nel prossimo paragrafo - verranno compresi nel modo esatto. Se puesser conseguito tutto questo, ogni sofferenza verr stroncata e sar ottenibile il fruttodella buddhit.

    11.

    Di tale natura sono anche la sensazione, la discriminazione, le formazioni mentali ela coscienza.

    Dopo aver enunciato come devessere compresa la vacuit della forma,Avalokitevara ci dice che allo stesso modo dovremmo capire la vacuit dei rimanenti 4skandha. Cos,

    1) laggregato della sensazione composto principalmente dalle esperienze delpiacere e del dolore, che sono fattori mentali. Quando proviamo un dolore al ginocchio,non lo possiamo identificare con le ossa o i muscoli, ma un'esperienza della mente chenasce sulla base di una particolare configurazione di elementi fisici.

    59 Analogamente al rapporto intercorrente tra loggetto e il soggetto. Un oggetto, come tale, dipendedallesistenza di un soggetto allo stesso modo che il soggetto dalloggetto : essi esistono relativamente

    luno allaltro. Se invece un oggetto esistesse indipendentemente dal soggetto, si potrebbe dire che haunesistenza inerente : per, se cos fosse, non sarebbe pi un oggetto. In effetti, un fenomeno - oltre chedipendere dalle proprie parti, cause e condizioni e dal proprio nome - dipende anche dalla mente che lopercepisce.

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    Quando diciamo che tutti gli esseri del sasra sono fondamentalmente impegnatinella ricerca della felicit e nell'eliminazione della sofferenza, intendiamo dire che essiinseguono la "sensazione" della felicit e si sforzano di cacciare la "sensazione" dellasofferenza. Ma sembra impossibile raggiungere definitivamente questo obiettivo. Lafelicit cede il posto alla tristezza e l'assenza di sofferenza si trasforma invariabilmente

    in conflitti o frustrazioni.Anche le sensazioni sono prive di esistenza intrinseca, ma tale mancanza di esistenzaintrinseca essenzialmente identica ad esse, e valgono le stesse considerazioni fatte a

    proposito della forma anche per l'aggregato della sensazione. Meditando su come lesensazioni siano vuote di esistenza intrinseca, possiamo risolvere i problemi ad esseconnessi.

    2) La discriminazione la qualit mentale che distingue e identifica gli oggetti. Sipu discriminare sia in modo positivo che in modo negativo. Se discriminiamo in modopositivo e realistico, avremo la possibilit di comunicare con gli altri in modo proficuo enon conflittuale; ma se la nostra capacit discriminativa negativa e non realistica,corriamo il rischio di creare problemi come la partigianeria e il fanatismo, che servono

    soltanto a portare disarmonia. Per neutralizzare le discriminazioni negative moltoefficace meditare sulla loro vacuit di esistenza intrinseca.3) L'aggregato delle formazioni mentali composto da numerosi fattori mentali

    (impulsi e volizioni), positivi e negativi: da un lato esso include la fede, la compassionee la saggezza; dall'altro, l'attaccamento, l'odio e la confusione. Considerare la Vacuitdei fattori negativi un potente strumento per vincerli .

    4) Il quinto aggregato, quello della coscienza, di solito considerato erroneamentecome l'essenza permanente della persona e identificato con il s. Riflettere sullamancanza di esistenza intrinseca della coscienza serve ad eliminare queste idee errate .

    12.

    Similmente, riputra, tutti i fenomeni sono vuoti,..

    Finora Avalokitevara aveva parlato dellantica classificazione della totalitdellesistenza sotto la denominazione dei 5 skandha (aggregati), dei quali afferma lavacuit. Che si tratti di cose o di persone, si pu parlare della realt in modo completoed esaustivo con laiuto di queste 5 categorie, senza bisogno di includervi una categoriaseparata o indipendente come un s o unanima. Ci che si chiama il s non unacosa indipendente dagli skandha, ma solo unetichetta per gli skandha collettivamenteconsiderati. In realt, non vi nulla aldil o dietro di essi.

    Nel presente paragrafo, Avalokitevara va un po pi in l, dichiarando che tutti ifenomeni (dharma) sono vuoti60. Questa dizione pi ampia della precedente,comprendendo non solo i 5 aggregati (che sono condizionati61), ma anche i dharma non-condizionati.

    Si tratta infatti di una diversa classificazione della totalit dellesistenza,classificazione instaurata dalla tradizione dellAbhidharma dei Sarvastivdin, i qualienumeravano complessivamente 75 dharma, dei quali

    A] 72 sono condizionati o composti (saskta-dharma): tutti i fenomeni compostidel sasra sono il frutto della riunione temporanea di cause e di condizioni (pratyaya)

    precise. Non avendo che unesistenza momentanea, ogni fenomeno composto

    60 Il termine dharma indica qualsiasi cosa, persona, evento, accadimento, fatto, fenomeno.61 I 5 skandha non sono esaustivi, in quanto non includono tutto ci che esiste, tutti i fenomeni, ma

    solo i fenomeni impermanenti, cio prodotti, tralasciando quelli permanenti ed immutabili (ad es., lospazio).

  • 7/31/2019 Buddismo - Il Sutra Del Cuore

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    contribuisce egli stesso alla formazione di altri fenomeni composti, e muore dandoloro nascita: pertanto impermanente e dotato della capacit di produrre. Tali fenomenihanno 4 caratteristiche: la nascita o apparizione, la distruzione o scomparsa, la durata,limpermanenza.

    In dettaglio, essi sono raggruppati nelle seguenti 4 categorie:

    1. Materia o forma (rpa):comprende 11 dharma, tra cui i dati sensoriali oggettivi (viaya) checostituiscono gli oggetti esterni e gli organi sensoriali (indriya);

    2. Mente o coscienza (citta o vijna) pura, cio considerata come facoltrecettiva e percettiva senza contenuto: la consapevolezza di ci che simanifesta ai sensi o direttamente alla mente prima di diventare una sensazionereale:comprende 1 dharma;

    3. Elementi (o fattori) mentali (caitta), cio facolt intimamente connesse con lacoscienza:comprende 46 dharma, di cui 10 facolt mentali (volont, memoria, attenzione,

    concentrazione, ecc.) e 36 morali (equanimit, umilt, pentimento, negligenza,odio, invidia, ecc.);4. Elementi (o fattori) diversi dalla materia e dalla mente (rpa-citta-viprayukta-

    saskra), cio forze elementari che non sono incluse n tra gli elementimateriali n tra quelli mentali:comprende 14 dharma, tra cui la nascita, la sussistenza (o conservazione), ildecadimento, lestinzione (o distruzione), la prpti (o forza che mantiene uni