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2° DOCUMENTO DI INDIRIZZO MANIFESTO 2.0 Blue Economy, dinamiche sociali e turismo sostenibile: un’analisi tematica sulle aree dipendenti dalla pesca in Italia 2° DOCUMENTO DI INDIRIZZO MANIFESTO 2.0 Blue Economy, dinamiche sociali e turismo sostenibile: un’analisi tematica sulle aree dipendenti dalla pesca in Italia BLUE ECONOMY DINAMICHE SOCIALI TURISMO SOSTENIBILE Agosto 2020

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2° DOCUMENTO DI INDIRIZZO

MANIFESTO 2.0Blue Economy, dinamiche sociali e turismo sostenibile:

un’analisi tematica sulle aree dipendenti dalla pesca in Italia

2° DOCUMENTO DI INDIRIZZO

MANIFESTO 2.0Blue Economy, dinamiche sociali e turismo sostenibile:

un’analisi tematica sulle aree dipendenti dalla pesca in Italia

BLUE ECONOMY

DINAMICHE SOCIALI

TURISMO SOSTENIBILE

Agosto 2020

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Il P.O. FEAMP 2014/20, gestito dalla Direzione Generale dellaPesca Marittima e dell'Acquacoltura del Ministero delle

Politiche Agricole e Forestali, individua 6 priorità, ispirate dauna visione comune a livello europeo legata alla Strategia

Europea 2020 per una crescita intelligente, sostenibile einclusiva, alla riforma della Politica Comune della Pesca - PCPe alle linee di indirizzo della Crescita Blu.

La Priorità 4 del P.O. FEAMP - Aumentare l’occupazione e la

coesione territoriale - con la sua dotazione di €85.776.476(quota UE e risorse nazionali) ha come obiettivo specifico “Lapromozione della crescita economica, dell’inclusione sociale,la creazione di posti di lavoro, fornire sostegnoall’occupabilità e alla mobilità dei lavoratori nelle comunitàcostiere e interne dipendenti dalla pesca e dall’acquacoltura,compresa la diversificazione delle attività nell’ambito dellapesca e in altri settori dell’economia marittima”.

La Priorità 4 si avvale del Community Led Local Development(CLLD - Sviluppo locale di tipo partecipativo) quale strumentoper promuovere lo sviluppo con un approccio partecipativo alivello locale; il CLLD coinvolge i cittadini nello sviluppo dimisure necessarie per affrontare le sfide sociali, economiche eambientali.

Il ruolo più operativo, direttamente a contatto con i territori èdelegato dal CLLD ai Fisheries Local Action Groups - FLAG, igruppi di azione locale sulla pesca, partenariati di soggettipubblici e privati selezionati attraverso bandi Regionali.

In Italia vi sono 53 FLAG le cui aree ricadono su oltre 620comuni italiani. I loro Piani di Azione hanno l’obiettivo diconcretizzare tramite azioni sui loro territori gli obiettivipropri del programma FEAMP rispondendo alle esigenzeespresse dei loro territori secondo un approccio bottom-upche caratterizza l’essenza stessa del CLLD.

La Rete Nazionale dei FLAG rappresenta lo strumento dicoordinamento e condivisione in seno al Mipaaf per fornireinformazioni, orientamenti, modelli per l’attuazione dellestrategie di sviluppo locale di tipo partecipativo.

La Rete facilita il coinvolgimento attivo dal basso incentivandolo scambio di esperienze e di buone pratiche e la diffusionedei risultati.

Rete Nazionale dei FLAG

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Premessa

Com’è noto, il progressivo espandersi, a livellonazionale ed europeo, dell’epidemia legata alCovid-19 non ha consentito la realizzazione delSeminario Nazionale dei FLAG che avrebbe dovutotenersi in Emilia Romagna nel mese di Marzo 2020.

Nell’ambito del citato Seminario Nazionale, i temiindividuati e da approfondire tra tutti i partecipantinelle consuete sessioni dedicate ai Tavoli tecnici,avrebbero trattato argomenti strettamente collegatisia con il settore della pesca e dell’acquacoltura, siacon il valore aggiunto apportato alle aree costieredai FLAG e dall’approccio CLLD attuato dagli stessi.

Nello specifico: Blue Economy, Dinamiche sociali,Turismo sostenibile.

Valutata la rilevanza strategica delle tematiche daaffrontare ed il correlato interesse suscitato,condiviso tra i numerosi partecipanti già iscritti alSeminario poi annullato.

Verificata l’opportunità di far emergere il punto divista di tutti i soggetti coinvolti, certamenteinquadrabili tra i principali attori marittimi delsettore pubblico e privato, oltre che soggettiattuatori delle varie occasioni di sviluppo generatelocalmente dagli interventi strategici concertatibottom-up.

Attesa la concreta volontà di dar voce ai territori, aipartenariati, agli Organismi Intermedi ed a tutti glistakeholder che, nell’ambito dei i SeminariNazionali fin qui realizzati ed in ogni altraoccasione di incontro, hanno sempre manifestato unrilevante interesse partecipativo orientatoall’elevata qualità di interventi e proposte.

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Al fine, quindi, di dar seguito e rendere comunquefruibile in condivisione quanto sopra evidenziato, laRete Nazionale dei FLAG ha inteso realizzare, pur inmodalità virtuale come previsto nel periodo attuale,una ricognizione tra tutti i soggetti coinvolti in unSeminario Nazionale tipo, predisponendo eveicolando un Questionario specifico con domandemirate, inerenti i tre temi di che trattasi (compilabileanche in modalità on-line al seguente link:https://docs.google.com/forms/d/e/1FAIpQLSdhErIIP5O7VzXcvBvC8ss4TYPtanHg0PKQ_0QPhQ8yKyfhDg/viewform), alle quali si è chiesto di fornire liberamenterisposta motivando il proprio punto di vista.

L’elaborazione e l’armonizzazione delle varierisposte e dei pareri integrativi pervenuti, anche informa di suggerimenti specifici per il prossimo ciclo diprogrammazione e per una più proficua attuazionedel CLLD sui territori italiani con riferimento alletematiche trattate, hanno dato vita al presentedocumento.

In continuità con il precedente 1° Documento diindirizzo prodotto (Manifesto di Chioggia), si è intesodenominarlo allo stesso modo, facendo però ancheriferimento alle caratteristiche di interattività virtualeche ne hanno, per forza di cose, orientato la genesi:questo sarà, quindi, il Manifesto 2.0.

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Blue Economy

La Blue Economy comprende tutte quelle attivitàumane (i.e. attività industriali e per lo sviluppo diservizi, acquacoltura, pesca, biotecnologie marine,turismo marittimo, costiero e di crociera, trasportomarittimo, porti e settore cantieristico, energierinnovabili marine, attività portuali e cantieristiche,nell’industria e nei servizi) che utilizzano il mare, lecoste e i fondali come risorse in un’ottica disostenibilità ambientale, e per una crescitaintelligente, sostenibile e inclusiva.

Sotto il profilo semantico, nell’ambito delle policiesdell’Unione Europea il termine a cui sono riconducibilile politiche di sviluppo sostenibile del mare è “BLUEGROWTH” e proprio da questa considerazionepotrebbe essere utile far partire una riflessione che ciconsente di analizzare più a fondo unacontraddizione in termini, rispetto ai temi oggetto diquesto approfondimento.

La “Crescita blu”, anche alla luce degli stravolgimentiche la crisi epidemica sta determinando, dovrà essereconiugata non solo attraverso il paradigma dellacrescita economica - continuando a trascurare o aritenere marginale il capitale ambientale eproiettando la crescita del settore alla ricerca e allamassimizzazione degli utili a tutti i costi – ma avràbisogno di una sempre maggiore considerazionedella salvaguardia della risorsa mare.

Pertanto, l’impatto ambientale non può essereconsiderata un’esternalità negativa ma, anche nelladefinizione delle politiche di sviluppo locale, essodovrà rappresentare un elemento centraleimportante nell’analisi di contesto, recuperando unruolo centrale nella ricostruzione del giusto equilibriotra i “fattori della produzione” dell’economia delmare.

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In coerenza con lo scenario rappresentato si collocaanche il lavoro della Rete Nazionale dei FLAG italianiche, attraverso un’azione sistemica, ha reso evidentee replicabile l’attività di molti FLAG, attivi nelpromuovere iniziative incentrate sui principi della“crescita blu” e sulla gestione sostenibile dellerisorse locali.

I mestieri che sfruttano le risorse del mare, come lapesca, devono per forza di cose rapportarsi anchecon il mondo scientifico, che tale risorsa provano apreservare. Una collaborazione coordinata e liberada pregiudizi culturali sarà l’unica strada percorribileper garantire la coesistenza di pescatori e pescato.

Poiché ogni zona è diversa, non esiste un pacchettounico di azioni sulla Blue Economy che possa essereattuato ovunque: ogni FLAG dovrà individuare lequestioni chiave e le potenziali opportunità delproprio territorio, partendo da un’adeguata analisidi contesto e dai fabbisogni della propria area.Potrebbero esserci soluzioni praticabili perrispondere a queste sfide, ma il FLAG sarà in grado disaperlo solo attraverso una profonda conoscenzadella propria zona.

Sarà, inoltre, essenziale individuare sinergie e crearepartenariati costruttivi a livello locale, favorendo lerelazioni tra pescatori, produttori acquicoli, industrie,società civile e istituzioni locali, per cercare di trovaresoluzioni e sviluppare attività/prodotti incentrati suiprincipi della Blue Economy.

E’ proprio questa la mission di un FLAG: stimolare eanimare il territorio in cui opera e i suoi principalistakeholder a creare sinergie, condividere esviluppare idee utili ad una crescita intelligente esostenibile della propria area.

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ESEMPI D I B UON E PRATICH E ATTUATE DAI FLAG ITAL IAN I

•Definizione di aree m arine adeguateall’acquacoltura, per una m igliore gestione dellafascia costiera;

•Definizione di interventi volti a m itigare icam biamenti clim atici e valutazione dell’im pattosocioeconom ico di eventi calam itos i;

•Definizione di interventi volti a mitigare l’interazionetra le escavazioni delle cave m arine e le risorseittiche;

•Prom ozione di attività di tutela delle risorse nellezone di tutela biologica costiera;

•Valutazione delle risorse ittiche pescate conattrezzi da posta lungo la fascia costiera;

•Introduzione della certificazione di sostenibilitàambientale m sc;

•Introduzione di materiali riciclati nei s istem i delleproduzioni tradizionali della pesca artigianale;

•R iduzione delle interferenze tra la pescaprofess ionale e le specie protette eregolam entazione dell’attività di pesca nelle aree diprotezione;

•U tilizzo dei contratti di costa/fiume/laguna/areaum ida e attuazione dell’Agenda 2030;

•Prom ozione di progetti per la riduzione dei rifiutidelle attività legate alla pesca;

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•Creazione di piattaforme di dati (chim ici, fis ici,biologici, metereologici e socioeconom ici, s torici eattuali) a supporto delle decis ioni deglis takeholders/decisori;

•Convers ione di deiezioni ittiche in fertilizzanti inagricoltura;

•A llevam enti sperimentali in aree sotto gabbia perdim inuire l’im patto da composti azotati degliallevamenti ittici;

•R iparazione delle reti e delle attrezzature da pescao ricerca di invece di buttarle o individuare nuovi us iper le reti e le attrezzature dism esse; le stesse;

•Stim olo all’acquisto o alla produzione di reti dapesca ecocom patibili;

•U tilizzare im piego di m angim i organici o da fontisostenibili per l’acquacoltura, ad esempiosottoprodotti di altri settori;

•Avvio di cam pagne perm anenti di raccolta em onitoraggio dei rifiuti marini, volte a ridurrel’inquinam ento marino attraverso il coinvolgimentodiretto dei pescatori ai quali s i riconoscono incentivifinanziari;

•R icerca di soluzioni per non sprecare i prodottidella pesca e dell’acquacoltura rim asti invenduti.

•U tilizzo degli scarti (interiora o scaglie di pesce) percreare nuovi prodotti e quindi nuove entrate

•(ad esem pio m angimeper anim ali domestici abase di prodotti ittici,pellam i prodotti con lapelle di pesce,pavim entazioni stradalicon i gusci delleostriche, prodottinutraceutici con i guscidei gam beri).

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TABELLA

SFIDE STRATEGICHE POSSIBILI AZIONI RACCOMANDAZIONI

Aumento della resilienzadelle fasce costiere

Mitigare l’effetto dei cambiamenticlimatici sulle aree costiere e ridurrel’impatto delle infrastrutture sulsettore della pesca.;

Introdurre percorsi per lacertificazione di sostenibilitàambientale.

Collaborazioneistituzionale tra enticompetenti in materia diinfrastrutture, logistica eservizi costieri.

Miglioramento dellacapacità di aggregazionedegli attori locali epromozione di networktra il mondo produttivo eistituzionale, a sostegnodello sviluppo della BlueEconomy

Incentivare forme di aggregazionedelle imprese di pesca e diacquacoltura, aumentandone lacapacità rappresentativa;

Collaborare alla salvaguardia dellerisorse marine.

Creare partenariati costruttivi a livellolocale, favorendo le relazioni trapescatori, produttori acquicoli,industrie, società civile, istituti diricerca e istituzioni locali, per cercaredi trovare soluzioni e sviluppareattività/prodotti incentrate suiprincipi della blue economy.

Forte sinergia con laprogrammazionenazionale e regionale, alfine di definire glistrumenti più opportuniattuabili dai FLAG.

Programmazionesinergica ecomplementare einserimento nei piani diazione locale di azioniincentrate sui principidella Blue Economy

Sostenere lo sviluppo tecnico-scientifico per favorire azioni di filieradell’economia circolare;

Sostenere l'utilizzo di tecnologie nuovenel settore ittico, nel totale rispettodell'ambiente;

Promuovere eventi divulgativi, didisseminazione e comunicazione;

Qualificare le aree portuali, marittimee vallive favorendo l’utilizzo ditecniche e strumenti a basso impattoambientale;

Mettere a sistema i serviziecosistemici svolti dai pescatori edacquacoltori, in particolare nellaraccolta dei rifiuti presenti inmare/laguna/fiumi.

Stimolo del territorio incui opera il FLAG eanimazione dei suoiprincipali stakeholder acreare sinergie e acondividere/sviluppareidee utili ad una crescitaintelligente e sostenibiledella propria area.

Autovalutazione dellesfide strategiche messein campo a sostegnodella Blue Economy e ri-definizione degliobiettivi e delle azioniattuative sulla base deimutamenti ambientali,economici e sociali alivello globale e locale.

Definire un Piano di autovalutazionecon obiettivi precisi da perseguire,indicatori di risultato e di impatto,strumenti e fonti di monitoraggio evalutazione delle azioni attuate percapire in concreto i risultati raggiunti.

Definizione di un Pianodi autovalutazioneall’inizio dellaprogrammazione e dellerisorse finanziarienecessarie per attuarlo.

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L’inclusione sociale può essere definita come ilprocesso che tende a creare le condizioni affinchétutti gli individui e i gruppi possano essere partecipidella società nel suo insieme.

Alcuni individui o gruppi sono a rischio di“esclusione”: in questa categoria rientrano, adesempio, i disoccupati che non possono partecipareattivamente al mercato del lavoro, gli immigrati chepossono incontrare difficoltà linguistiche o esserevittime di discriminazione. Altre forme didiscriminazione possono riguardare: la disabilità,l’invecchiamento, la gioventù, le donne e, più direcente, i migranti e i rifugiati. Favorire l’inclusionesociale significa assicurarsi che questi gruppi nonsiano lasciati indietro.

Da un’analisi svolta dalla Rete Nazionale dei FLAGitaliani, emerge che le comunità costiere sonoattualmente coinvolte da una serie di criticitàcorrelate a situazioni di esclusione sociale, quali:

▪ cambiamento demografico (invecchiamento dellapopolazione nelle comunità di pescatori; esodo deigiovani e scarso ricambio generazionale nel settoredella pesca e acquacoltura);

▪ bassi livelli di istruzione, mancanza di competenzee scarsi livelli di qualifiche formali tra i pescatori,seppur ci troviamo di fronte ad un’elevataprofessionalità degli stessi;

▪ bassi livelli di istruzione e informatizzazione delpersonale addetto alla gestione delle imprese dipesca per la parte amministrativo-burocratica, allacommercializzazione del prodotto e alla gestionesostenibile dell’attività di pesca; mansioni in maggiormisura a carico delle figure femminili nelle famiglie dipescatori.

Dinamiche sociali

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I FLAG hanno un importante compito da svolgere, nelcercare di migliorare il benessere sociale e non soloeconomico dell’intera comunità in cui operano.L’approccio CLLD è uno strumento particolarmenteutile per promuovere l’inclusione sociale ed èprevisto dall’articolo 63, par.1 e dall’art.29 del FEAMP.È opportuno evidenziare che alcune attività volte apromuovere l’inclusione sociale possono esserefinanziate nell’ambito della Priorità 4 tramite ilFEAMP, ma anche ricorrendo ad altre fonti difinanziamento cui i FLAG possono accedere (adesempio, con interventi a valere sul FSE).

I FLAG dovrebbero operare sempre più comeagenzie di sviluppo locale, con un maggior campo diintervento, avviando ed attuando, nelle rispettivezone, un’ampia gamma di azioni di inclusionesociale.

In questa dimensione, i FLAG Italiani, tramite lerisorse utilizzabili nell’ambito degli artt. 63(animazione territoriale ed azioni a titolarità) e 64 delFEAMP, anche in modo complementare alle Strategiedi Sviluppo Locale, possono essere i soggetti pivotper l’avvio e/o lo sviluppo di Piani di Azione locale.Ciò che in alcuni contesti territoriali si stadeterminando, è possibile grazie al know-how dellestrutture ed all’affidabilità che i partenariati CLLDstanno costruendo. L’attività di animazioneterritoriale ed il conseguente innalzamentodell’attenzione degli operatori rispetto ai temi delnetworking, della formazione e dell’innovazione,rappresentano la maggiore opportunità che i FLAGpossono cogliere per invertire positivamentel’attuale tendenza sulle dinamiche sociali edeconomiche. Il CLLD costiero può rappresentaredunque un importante elemento per la definizione diuna matrice di sviluppo nuova, capace di faremergere, secondo le peculiarità dei singoli territori,dinamiche di sviluppo locale sostenibile ed inclusivo,dimostrando di poter generare concretamentemigliori condizioni socio-economiche per gli attoridella pesca.

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ESEMPI D I B UON E PRATICH EATTUATE DAI FLAG ITALIAN I

▪ Progetti per favorire la gestione consortiledella pesca e dell’allevamento;

▪ Progetti per m igliorare l’im m agine del ruolodel pescatore nella società, anche per losvolgim ento di attività di m onitoraggioam bientale;

▪ Progetti a favore del ricambio generazionalee della qualificazione dei pescatori;

▪ Progetti per la valorizzazione di produzioniartigianali;

▪ Cors i di alfabetizzazione o di orientam ento allavoro per i m igranti/rifugiati;

▪ Progetti des tinati al miglioramento deipercors i form ativi dei disoccupati di lunga duratache avevano precedentem ente lavorato, o cheavrebbero potuto lavorare, nei settori della pescae dell’acquacoltura;

▪ Progetti volti a rafforzare il ruolo delledonne all’interno delle com unità di pesca,attraverso cors i di formazione incentratisull’autoim prenditorialità, sulla gestionedell’im presa di pesca, sulla trasform azione deiprodotti della pesca.

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SFIDE STRATEGICHE POSSIBILI AZIONI RACCOMANDAZIONI

Introduzione di innovazioni tecnologiche nei processi di lavorazione e trasformazione e supporto alla commercializzazione.

Favorire azioni di rete tra operatori,organismi tecnico-scientifici ed entipubblici;

sostenere azioni che possano favorireinnovazioni di prodotto, processo eorganizzative.

Incrementare la remunerazione deglioperatori, sia aumentando il valoredella produzione attraverso strumentiqualificativi (certificazioni, marchi) siastimolando la diversificazione delleattività, accrescendo quindil’attrattività del settore.

Creazione di sinergie nelle aree dei FLAG con il mondo della ricerca, università, start up/spin off, fornitori.

Sostegno ai processi volti a migliorare le condizioni complessive, in base alle quali gli individui e i gruppi a “rischio esclusione” possano partecipare attivamente alle dinamiche sociali del territorio.

Analizzare la situazione locale al fine diindividuare i soggetti a rischio di“esclusione” e quali siano gli ostacoliche impediscono la partecipazioneattiva nel mercato del lavoro e nellasocietà.

Attuare interventi a sostegno dei gruppisociali finalizzati a creare sinergie tra ilmondo produttivo della pesca edell’acquacoltura, per inserire soggettisvantaggiati nel mondo del lavoro.

Promuovere eventi, laboratori e altreiniziative per rafforzare l’identità el’appartenenza alle comunità marinare.

Creazione di sinergienelle aree dei FLAG con ilvolontariato, conassociazioni o gruppisociali, con il mondoassociativo di varieculture e religioni, ecc.

Inversione di tendenza per l’invecchiamento della forza lavoro nelle comunità di pesca.

Realizzare interventi a sostegno delricambio generazionale nelle comunitàdi pesca.

Aumentare i livelli di occupazione nelsettore ittico tramite l’impiego dimaestranze e di tecnici aventicompetenze specifiche, al fine diinnovare il settore.

Promozione del dialogosociale e creazione diforti sinergie con ilmondo della formazione,i produttori ittici, leassociazionirappresentative delmondo del lavoro, dellapesca edell’acquacoltura.Valorizzazione del ruolo

femminile nel mondo della pesca e delle marinerie.

Sviluppare attività complementari per le donne nelle zone di pesca, aumentandone al contempo la visibilità (es. creazione di nuovi prodotti utilizzando le reti da pesca dismesse o trasformazione dei prodotti della pesca).

Avviare corsi di formazione per le donne, al fine di accrescere le competenze nella gestione dell’impresa di pesca (è risaputo il ruolo fondamentale delle donne in molte comunità di pesca).

Progettare interventi volti a favorire fonti di reddito complementari alle attività della pesca e acquacoltura.

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Turismo sostenibile

Si definisce turismo sostenibile il viaggio orientato alrispetto della popolazione locale, dell’ambiente eall’arricchimento della comunità autoctona.Le zone di pesca dei FLAG offrono paesaggimagnifici, porti pittoreschi e molti altri ingredienti chene fanno destinazioni turistiche popolari edapprezzate.Il reddito e i posti di lavoro creati con il turismopossono contribuire a diversificare l’economia e ilmercato del lavoro locali, oltre che apportare unreddito integrativo alle famiglie dei pescatori eassicurare, in certi casi, la sopravvivenza stessa dellaloro attività di pesca. Di fatto, quello del turismo èuno dei pochi settori che ha continuato a crescereanche durante la crisi economica.Il turismo può inoltre aiutare a promuovere lavendita di prodotti ittici locali, grazie a moltepliciattività che vanno dalla vendita diretta ai turisti, allapromozione del prodotto presso i ristoranti locali, adeventi dedicati all’attività ed ai prodotti della pesca.D’altra parte, si è ormai consolidata una nuovaforma di turismo, sempre più ricercata: il cosiddetto‘turismo esperienziale’, che nell’ambito di una seriedi Strategie di Sviluppo Locale rappresenta unaconcreta opportunità per gli operatori della pesca difar emergere il saper fare, le tradizioni, il territorioed i prodotti legati alla trasformazione del pescato.Facendo perno su attività tradizionali come la pesca,è possibile richiamare visitatori alla ricerca diun’esperienza più genuina, favorendo così unturismo più sostenibile e capace di valorizzare edarricchire la comunità locale: è questo il caso delleattività di pescaturismo ed ittiturismo e degli eventilegati alle tradizioni ed alla cultura dei luoghi, chepossono rappresentare un’opportunità diintegrazione del reddito per gli operatori della pescae generare “ricchezza diffusa” in ambito territoriale.

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In aree fortemente vocate al turismo come quelle deiFLAG italiani, coinvolgere il settore della pesca inproposte per il turismo sostenibile è non solo unvalido strumento di diversificazione del reddito, maanche occasione per contribuire alla conoscenza delsistema marino, delle sue coste, delle sue lagune e,più in generale, per favorire la trasmissionedell’importante eredità legata alle conoscenze, aimestieri e ai manufatti che il settore tramanda dagenerazioni.

Andrà, pertanto, proseguita e rafforzata lasperimentazione avviata volta a riconoscere ilPatrimonio Culturale della Pesca come una risorsaunica, con un’azione che – promossa dai singoliterritori/FLAG – possa essere coordinata a livellonazionale in sinergia tra i Ministeri della pesca edella Cultura e le Regioni. Questo rappresenta ciò chedavvero contraddistingue e qualifica l’intero settoredella pesca nelle aree costiere italiane, davalorizzare e promuovere nel mondo.

Più in generale, sarà importante lavorare suiwaterfront e sul paesaggio marino-costiero, peresaltare al meglio “borghi e luoghi” della pesca,inserendoli nei vari itinerari e circuiti turisticispecializzati, ma, soprattutto, iniziando a cogliere iprimi insegnamenti dalla crisi in corso, lavorare sulletipicità e sulla biodiversità, aspetti checontraddistinguono le coste italiane ad oggi ancoranon adeguatamente colti e correttamente veicolati.

In questa direzione, sono di grande interesse le piùrecenti esperienze legate alla dimensione di‘economia circolare’ applicata al turismo, attuate conil supporto, dell’innovazione di prodotto e diprocesso, della formazione e del networking. Ciònella consapevolezza che la pesca non è solo unamodalità di produzione del cibo, ma un sistema direlazioni che genera ricadute sociali, culturali,ambientali,

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impattando positivamente sulla struttura di unacomunità e sullo sviluppo di altri settoridell’economia locale.In questo senso si può parlare di “sistemi ecologici,della pesca, agricoli e alimentari”, per definire ilcomplesso di ecosistemi, risorse ittiche, lavoro,infrastrutture, tecnologia, politiche, cultura, tradizionie istituzioni (in primo luogo i mercati) che sono, avario titolo, connessi alla produzione,trasformazione, distribuzione e consumo di cibo. Talisistemi costituiscono l’ossatura stessa delle comunitàe dei territori e la loro evoluzione può avere dellericadute positive o negative sul benessere umano.Con questi presupposti, ulteriore obiettivo prioritarioè quello di far avanzare nella catena del valorel’anello debole di oggi, il pescatore, che costituisce ilpunto di partenza delle dinamiche di sviluppo dellefiliere produttive di qualità e che, tra l’altro, neiterritori FLAG diventa sempre più l’unico “presidio”per la tutela della cultura dei luoghi e dell’ambientecostiero.In ultimo, sarebbe utile potenziare ed integrare inmodo sinergico l’azione dei FLAG con quella dei GALe, quindi, del turismo costiero con il turismo rurale.L’interazione tra i settori pesca, agricoltura e turismoè infatti la maggiore espressione di turismoesperienziale e di turismo legato al binomioprodotto-territorio.Parallelamente, serve certamente una revisione delquadro normativo: fare pescaturismo ed ittiturismodeve derivare da un dettato normativo applicabile inmodo standard e semplificato, come già avviene oggiper gli agriturismi, le fattorie didattiche, le malghe,l’artigianato artistico o per il mondo della cultura.Oggi invece il quadro normativo discrimina il settoredella pesca, rispetto ad altri comparti produttivi,nell’adozione di forme di diversificazione in ambitoturistico.

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Il pescaturismo, pur rappresentando una buona fontedi diversificazione del reddito, non è sempre di facileattuazione. I costi di avviamento dell’attività sonoparticolarmente alti e, in aree in cui la pesca è ancorapraticata assiduamente, non risulta quindivantaggioso convertire l’attività.Vari FLAG, a livello nazionale, hanno auspicato, per ilprossimo ciclo di programmazione relativamente allemisure inerenti la diversificazione e il turismosostenibile, che sia prevista la possibilità di convertirel’imbarcazione in charter turistico, soggetto a menoinvestimenti in dotazioni di sicurezza e con lacapacità di imbarcare più persone.Altro tema importante emerso, sempre in relazione alturismo sostenibile, è stato quello della trasversalitànei settori. La maggior parte dei FLAG sonodell’avviso che non si potrà compiutamente parlaredi qualificazione turistica delle aree costiere finché gliinterventi ammessi saranno solo quelli strettamentelegati alla figura del pescatore nella qualità dibeneficiario. La platea dei beneficiari, infatti,dovrebbe essere ampliata così da permettere unamigliore offerta turistica più generale sull’areacostiera. Il maggior afflusso turistico generato,produrrebbe, in tal modo, ulteriore indotto per tutti isettori collegati alla pesca e alla commercializzazionedel prodotto.I mutati scenari globali, porteranno certamente allanecessità di ripensare il turismo, che sempre piùdovrà confrontarsi con il tema della sostenibilità, cheper il settore della pesca non è solo un potenzialestrumento di marketing, ma un concreto prerequisitoprofessionale

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ESEMPI D I B UON E PRATICH EATTUATE DAI FLAG ITALIAN I

•Avvio di percors i di valorizzazione di mestieritradizionali, attrezzature e m anufatti della pesca,com e importante patrim onio im materialeculturale;

•Sostegno all’avvio di attività di divers ificazionedell’attività di pesca in chiave turistica, qualipescaturism o ed ittiturismo, attraversofinanziamenti e attività formative rivolte aipescatori;

•Realizzazione di eventi in grado di attirare turisti;

•Sostegno ad interventi di m iglioram ento per lafruizione di aree costiere, s iti N atura 2000, AMP.

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SFIDE STRATEGICHE POSSIBILI AZIONI RACCOMANDAZIONI

Miglioramento dellagovernance del settore.

Aggiornare e semplificare il quadronormativo di riferimento (nazionale eregionale) per il pesca-ittiturismo.

Collaborazioneistituzionale Stato-Regioni e a livello didestinazione turistica.

Forte integrazione tra ilturismo e il settore dellapesca edell’acquacoltura, perfavorire concrete reti difiliere corte epromuovere il consumodel pesce fresco locale.

Sostenere progetti di reti tra pescatori,produttori ittici e il mondo dellaristorazione e del ricettivo perproporre il pescato fresco locale.

Incentivare iniziative e campagne diinformazione per favorire il consumodel pescato locale.

Sostenere iniziative di e-commerce perla vendita del pescato.

Finanziamento dei costiper incentivare lalogistica e sostegno alleconsegne a breve raggioper fornire i punti diristorazione.

Integrazione del redditodegli operatori ittici, coniniziative didiversificazione ecomplementari.

Organizzare momenti informativi sulleopportunità di diversificazione delleattività e sul quadro normativo.

Far crescere la consapevolezza delleopportunità tramite scambi con altrearee a livello europeo.

Organizzare momenti formativi per ipescatori che intendono avviareattività di ittiturismo.

Revisione del quadronormativo e definizionechiara della disciplinaper pescaturismo edittiturismo.

Rafforzamento delsentimento di identitàdelle comunità marinaree vallive.

Promuovere Iniziative ed eventi perfavorire la conoscenza del sistemamarino, delle sue coste, delle suelagune e in generale per favorire latrasmissione dell’importante eredità diconoscenze, mestieri e manufatti cheil settore tramanda da generazioni.

Rafforzamento dellacoesione sociale nellecomunità locali.

Rivelazione dei i“segreti” delle comunitàmarinare e vallive.

Realizzare iniziative di promozione delturismo esperienziale, facendoconoscere il patrimonio immateriale eculturale in senso più ampio checaratterizza le comunità di pesca,realizzando altresì una proficuaintegrazione tra prodotti ittici eprodotti agricoli.

Creazione di fortisinergie con gli enti dipromozione turisticaregionale, con operatoriittici e del turismo.

Qualificazione dellemarinerie e delwaterfront delle areecostiere.

Realizzare Interventi di qualificazionedei “borghi/luoghi” della pesca,inserendoli in circuiti ed itinerarispecializzati, puntando su tipicità ebiodiversità, che contraddistinguono learee costiere italiane.

I FLAG dovranno essereconsiderati soggetticapaci di restituire, alivello locale, indirizzipolitici e programmaticida seguire per unosviluppo armonico dellecomunità e delle zone dipesca.

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Coordinamento e organizzazione

Angelo Schillaci

Autorità di Gestione

Salvatore Benvenuto

Gruppo di lavoro

Adriano Antinelli, Claudia Camolese, Teresa Sorrentino, Patrizia Mauceri

Elaborazione contenuti

Comitato di redazione della Rete Nazionale dei FLAG