breve cronaca di una Città (Sett. 2015)

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7/17/2019 breve cronaca di una Città (Sett. 2015) http://slidepdf.com/reader/full/breve-cronaca-di-una-citta-sett-2015 1/1  “breve cronaca di una città”  (settembre 2015) Katia era appena andata in pensione. Una donna bella ed elegante, una collega sempre disponibile, un ’ amica. Il male incurabile ha terminato anche lei, che ha condotto tante battaglie a sostegno degli ammalati e contro l ’ inquinamento ambientale. Nemmeno il tempo di godersi qualche anno senza lavorare, accanto alla sua famiglia. Un’ ingiustizia, l’ ennesima, nei confronti dei tanti che hanno versato contributi per una vita e poi si sono spenti affievolendosi lentamente sotto le lenzuola del reparto specialistico.  Affrontare la morte è una cosa per forti, e l ’ inevitabile paura andrebbe affrontata coraggiosamente. Affrontare la vita degnamente è una cosa per forti, e bisogna viverla cercando di salvaguardarla. Assistere alla malattia terminale di un familiare scuote l ’ individuo, provoca interrogativi sui perché, domande sull ’ amara realtà che avvolge nel suo nero mantello e falcia le spighe di grano. Il senso civico deve essere una disciplina ferma, costante, inamovibile, deve spingere ognuno di noi a capire, collaborare l ’ un l’ altro, ad essere solidali. Come Katia. Schiacciando una formica si è soltanto spregevoli infami. Calpestare un debole è solo mostrare forza per nascondere quanto si è turpi, mostri che offendono ignobilmente la dignità altrui, miserabili tra i miserabili. Cronaca ricorrente di una città in cui si opera considerandola normale. www.pierpaolo.petrosillo.blogspot.com 

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Cronaca ricorrente di una città in cui si opera considerandola normale.

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 “breve cronaca di una città”  (settembre 2015)

Katia era appena andata in pensione. Una donna bella ed elegante,una collega sempre disponibile, un’ amica. Il male incurabile haterminato anche lei, che ha condotto tante battaglie a sostegno degli

ammalati e contro l’ inquinamento ambientale.

Nemmeno il tempo di godersi qualche anno senza lavorare, accantoalla sua famiglia. Un’ ingiustizia, l’ ennesima, nei confronti dei tanti chehanno versato contributi per una vita e poi si sono spentiaffievolendosi lentamente sotto le lenzuola del reparto specialistico.

 Affrontare la morte è una cosa per forti, e l ’ inevitabile paura andrebbeaffrontata coraggiosamente. Affrontare la vita degnamente è una cosaper forti, e bisogna viverla cercando di salvaguardarla. Assistere allamalattia terminale di un familiare scuote l’ individuo, provoca

interrogativi sui perché, domande sull’ amara realtà che avvolge nel suonero mantello e falcia le spighe di grano. Il senso civico deve essere

una disciplina ferma, costante, inamovibile, deve spingere ognuno dinoi a capire, collaborare l’ un l’ altro, ad essere solidali. Come Katia.

Schiacciando una formica si è soltanto spregevoli infami. Calpestare undebole è solo mostrare forza per nascondere quanto si è turpi, mostriche offendono ignobilmente la dignità altrui, miserabili tra i miserabili.

Cronaca ricorrente di una città in cui si opera considerandola normale.

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