[BRESCIA - 43] GDB 15/ECONOMIA/ECO-03 10/06/16 · momento: la sfida della...

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BRESCIA. Il futuro è già qui e Brescia sembra saperlo bene. Almeno stando allo spaccato approdato ieri in via Cefalo- nia grazie all’«Open Innova- tion», organizzato da Super- partes e Associazione Indu- striale Bresciana per discute- re e confrontarsi su uno dei temi di maggiore attualità del momento: la sfida della digi- talizzazione del sistema indu- striale e l’applicazione del pa- radigma del cosiddetto Iot, l’Internet delle cose, anche ai processi produttivi più com- plessi. Una «industria 4.0» che nel- la nostra provincia, come pragmaticamente sintetizza il leader di Aib Marco Bono- metti, «esiste già». Anche se, forse, senza che ve ne sia una piena consapevolezza da par- te di tutti. Ecco allora che la capacità di remare insieme nella stessa direzione, con- frontandosi e contaminando- si reciprocamente, può dav- vero fare la differenza. Una nuova rivoluzione. Per- ché, dice il Ceo di inFinance Ivan Fogliata parafrasando il motto «se non ora quando, e se non qui dove», Brescia ha tutte le carte in regola per gui- dare quella che si presenta co- me una «vera e propria nuo- va rivoluzione industriale»: imprenditori svegli e attenti al cambiamento; imprese aperte all’innovazione; capi- tali dormienti pronti ad esse- re investiti. E le parole dei relatori inter- venuti davanti innanzi a una platea di circa 200 imprendi- tori sposano tutte questa vi- sione. C’è chi cita Gandhi e chi Einstein, ma per ognuno vale il medesimo presuppo- sto: la capacità di «abbattere delle barriere, culturali e tec- nologiche» più volte evocata da Luca Salgarelli, presiden- te di Tsec e Cto di Superpar- tes. «L’innovazione è sempre una rot- tura dello status quo», esordisce Salgarelli che chia- ma in causa esem- pi del calibro di Ge- neral Electrics per legare a doppia mandata l’abbattimento dei «silos informativi aziendali» e la «contaminazione ester- na» con la capacità di trasfor- marsi - hic et nunc - in una vera fabbrica 4.0. Esattamente quello che sta già provando a fare con la Inx- pect (ne è cofondatore e a.d.), società nata in seno a Superpartes e attiva nella mo- tion tecnology che sperimen- ta nuove barriere volumetri- che per la protezione degli operatori basate sulla tecno- logia radar. Pesanti e pensanti. «L’indu- stria pesante deve diventare industria pensante», gli fa eco Emanuele Morandi, lea- der di Morandi Spa e presi- dente di Siderweb, tra i primi «visionari» a parlare di digita- lizzazione in ambito siderur- gico, fermamente convinto che le tre «C» di conoscenza, cooperazione e contamina- zione, siano le leve su cui pun- tare per essere, dice richia- mando lo slogan della prossi- ma edizione di Made in Steel, «stronger togheter», più forti insieme. Stiamo vivendo un cambiamento epocale senza simili», rincara la dose il Ceo di Su- perpartes Marino Piotti che lancia un vero e proprio appello agli im- prenditori affin- ché «innovino in- sieme». «Dalla fel- ce scheggiata ai sensori digitali, gli strumenti che utilizziamo continuano ad essere un mezzo per mi- gliorare la nostra esistenza e andare avanti nell’evoluzio- ne», conclude il presidente di Superpartes Gianfausto Fer- rari che affida alla neo nata Di- gital Universitas, l’università del digitale ai blocchi parten- za, la convinzione che anche a Brescia i tempi siano maturi per vincere la sfida di un nuo- vo modo di fare impresa. // Si chiama Archivee, ultima nata fra le app di Superpartes C’ è una partita poco considerata dalle aziende dentro il big match del digitale: è la comunicazione. Dentro quello che appare come un insistente e fastidioso a tratti «rumore di fondo» ci stanno, in realtà, migliaia di chiacchiere, milioni di scambi di idee, opinioni, cazzeggio anche. Ma è gente che si parla e dice cose. Che cosa dice? Parla di noi, della mia azienda, mi lusinga o mi infanga? E io che faccio? Sto zitto, faccio finta di niente, lascio correre, aspetto, rispondo? E cosa rispondo se ho sentito solo «un rumore di fondo». E’ anche questo il nuovo mondo col quale - volenti o no - anche le aziende devono misurarsi se vogliono rispondere, misurarsi, controllare. Perchè questa - signore e signori - è, mettiamola così, la stampa 2.0. Forme nuove e magari difficili da comprendere della classica «informazione» dove si muovono professionisti dedicati. Nel suo racconto - così l’ha definito - Lucio Dall’Angelo (già caporedattore centrale al nostro giornale e oggi coordinatore generale di Siderweb.com e partner di Branditylab) ricorda Filippide e il suo «Vittoria» annunciato agli ateniesi dopo Maratona. Sandali e cuore. A suo modo una informazione indispensabile per decidere il che fare. E poi Gutemberg e i suoi caratteri mobili, il trionfo della stampa più o meno come la conosciamo. E poi, in dieci anni anche meno, lo spettacolo dell’oggi: gli smartphone, i tablet, i social. E’ l’Infosfera, tutti che stanno connessi a tutti e per sempre. Un delirio (forse), certo un nuovo paradigma, qualcosa col quale obbligatoriamente misurarsi. Ma c’è poco tempo per stare a pensarci. E’ un mondo che sta già migrando, contagiando altri pezzi di mondo. E’ l’internet delle cose. Oggi nel mondo ci sono 20 miliardi di oggetti già connessi. Da quest’anno cresceranno di 15 miliardi l’anno. Un’opportunità straordinaria per chi fa industria, per chi sa fare cose, per chi sa cosa sono i mercati. Digitalizzare: l’opportunità di una vita. BRESCIA. C’è il robot commes- so e c’è il robot muratore; c’è Watson - un robot-computer - che assiste i medici nel fare le diagnosi e sta arrivando (la pubblicità la vedete anche in tv) la robo-consulenza finan- ziaria. Internet e sensori: è un po’ questo il mondo che sta ar- rivando, se sarà un nuovo Me- dioevo lo si vedrà. Tentativo non specialistico di spiegare l’abc di quel che sta accadendo, giusto un mo- do per avere coordinate di lar- ga massima per non far la figu- ra proprio dei tonti a tavola. Null’altro. Allora. C’è il nostro mondo, il mondo della vita quotidiana (mangiare, dormire, studiare, viaggiare, giocare eccetera, anche lavorare) e c’è il mondo che sta dentro le fabbriche, ovvero il posto dove si pro- ducono le cose con tanti sensori e molto internet che poi noi utilizzia- mo. I due mondi stanno insieme, ma - esatta- mente come ora - nelle fabbri- che ci sono criteri diversi che regolano la vita. Torniamo al mondo della vi- ta quotidiana. Che significa tanti sensori e internet? Un esempio l’ha dato ieri Rober- to Saccone, presidente della Olimpia Splendid (stabilimen- ti a Brescia e Reggio Emilia), produttrice di climatizzatori. La base di partenza è lo smar- tphone, internet passa da qui. Poi c’è il climatizzatore e la sua dote di sensori in grado di ricevere e mandare (questa è la novità del web-digitale: in- formazioni in entrata e usci- ta) lo stato di manutenzione, i consumi, i guasti, l’alert della manutenzione oltre che rice- vere i comandi da remoto del cliente (accendi, spegni, alza, abbassa eccetera eccetera). Ovviamente e mediamente non basta una carrozzeria fo- derata di sensori per avere suc- cesso. Il design, l’affidabilità, soluzioni innovative sono pur sempre importanti e/o fonda- mentali, ma avere un condi- zionatore web dotato è ormai una precondizione per stare sul mercato. Altro esempio dalla vita quo- tidiana: l’automobile. Fate ca- so alla pubblicità. O è pura emozione, oppure - se va nel- lo specifico - le pubblicità del- le auto oggi sono un tripudio di funzioni attivate da sensori al punto che qualcuno dice che l’auto oggi è un "device", un gadget, un congegno che serve a tenere a bordo mondi digitali. Il motore? Ormai è un optional... Poi c’è la fabbrica. Anche in fabbrica arriva (è arrivato pri- ma) la web-sensoristica, la di- gitalizzazione. La chiamano Indu- stria 4.0 ed è il pro- getto (sostenuto dalla Ue) per far sì che l’industria eu- ropea utilizzi que- ste nuove tecnolo- gie per far meglio le cose, per farle più attrattive, più utili e quindi faccia più fatturato e crei più posti di lavoro. Non fa- re, quindi, solo prodotti digita- li, ma anche produrre con la testa digitale. E per oggi, per la vostra cena con gli amici, pen- so basti così... // GI.BO. BRESCIA. È l'ultima nata in Su- perpartes e il lancio è previsto per la fine di giugno ma a cre- dere in «Archivee», la nuova App di archiviazione automa- tica dei documenti, sono già in tanti. L'idea viene a Federica Lam- berti, giovane professionista che si trova a gestire e conser- vare grandi quantità di mate- riale aziendale. Prima ci lavo- ra per se’, semplicemente per semplificarsi la vita, e poi spe- rimenta - affiancata da Super- partes - un'applicazione più in grande, replicabile su un ar- chvio cloud privato e con un inedito riconoscimento intel- ligente. Il risultato è un evoluto siste- ma di identificazione, organiz- zazione e archiviazione di scontrini, bollette e ricevute, gestibile dal proprio smar- tphone ed utilizzabile dal pri- vato come dalla piccola impre- sa. Un modo celere e preciso per sapere quanto si spende ogni mese e dove, destinato a soppiantare non solo la classi- ca lista delle uscite compilata da ogni buon padre di fami- glia ma anche i "vecchi" fogli di rimborso spese aziendali. Fra qualche settimana la po- trete provare. // L’ANALISI «Se non ora quando e se non qui dove?» Per Brescia una sfida enorme Bonometti «Remare tutti» Robot commessi e muratori Come sta cambiando la nostra vita Internet sarà in tutte le cose Chi arriva primo ha futuro In sala Beretta. Ai lavori si sono accreditati oltre duecento interessati Aib e Superpartes spa presentano alle aziende i nuovi scenari 4.0 «Insieme si può fare» Tecnologie Angela Dessì Archiviare Le aziende e le nuove strategie di comunicazione QUEL «RUMORE DI FONDO» SONO MILLE CONVERSAZIONI Gianni Bonfadini · [email protected] Il condizionatore l’auto, la fabbrica Web e sensori In sala Beretta di Aib. La presidenza dell’incontro Aib-Superpartes Abc del futuro La testimonianza di Roberto Saccone e della sua Olimpia Splendid GIORNALE DI BRESCIA · Venerdì 10 giugno 2016 43 > ECONOMIA

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BRESCIA. Il futuro è già qui eBrescia sembra saperlo bene.Almeno stando allo spaccatoapprodato ieri in via Cefalo-nia grazie all’«Open Innova-tion», organizzato da Super-partes e Associazione Indu-striale Bresciana per discute-re e confrontarsi su uno deitemi di maggiore attualità delmomento: la sfida della digi-talizzazione del sistema indu-striale e l’applicazione del pa-radigma del cosiddetto Iot,

l’Internet delle cose, anche aiprocessi produttivi più com-plessi.

Una «industria 4.0» che nel-la nostra provincia, comepragmaticamente sintetizzail leader di Aib Marco Bono-metti, «esiste già». Anche se,forse, senza che ve ne sia unapiena consapevolezza da par-te di tutti. Ecco allora che lacapacità di remare insiemenella stessa direzione, con-frontandosi e contaminando-si reciprocamente, può dav-vero fare la differenza.

Una nuova rivoluzione. Per-ché, dice il Ceo di inFinanceIvan Fogliata parafrasando ilmotto «se non ora quando, ese non qui dove», Brescia ha

tutte le carte in regola per gui-dare quella che si presenta co-me una «vera e propria nuo-va rivoluzione industriale»:imprenditori svegli e attential cambiamento; impreseaperte all’innovazione; capi-tali dormienti pronti ad esse-re investiti.

E le parole dei relatori inter-venuti davanti innanzi a unaplatea di circa 200 imprendi-tori sposano tutte questa vi-sione. C’è chi cita Gandhi echi Einstein, ma per ognunovale il medesimo presuppo-sto: la capacità di «abbatteredelle barriere, culturali e tec-nologiche» più volte evocatada Luca Salgarelli, presiden-te di Tsec e Cto di Superpar-tes.

«L’innovazioneè sempre una rot-tura dello statusquo», esordisceSalgarelli che chia-ma in causa esem-pi del calibro di Ge-neral Electrics perlegare a doppiamandata l’abbattimento dei«silos informativi aziendali»e la «contaminazione ester-na» con la capacità di trasfor-marsi - hic et nunc - in unavera fabbrica 4.0.

Esattamente quello che stagià provando a fare con la Inx-pect (ne è cofondatore ea.d.), società nata in seno aSuperpartes e attiva nella mo-tion tecnology che sperimen-ta nuove barriere volumetri-che per la protezione degli

operatori basate sulla tecno-logia radar.

Pesanti e pensanti. «L’indu-stria pesante deve diventareindustria pensante», gli faeco Emanuele Morandi, lea-der di Morandi Spa e presi-dente di Siderweb, tra i primi«visionari» a parlare di digita-lizzazione in ambito siderur-gico, fermamente convintoche le tre «C» di conoscenza,cooperazione e contamina-zione, siano le leve su cui pun-tare per essere, dice richia-mando lo slogan della prossi-ma edizione di Made in Steel,«stronger togheter», più fortiinsieme. Stiamo vivendo uncambiamento epocale senza

simili», rincara ladose il Ceo di Su-perpartes MarinoPiotti che lanciaun vero e proprioappello agli im-prenditori affin-ché «innovino in-sieme». «Dalla fel-ce scheggiata ai

sensori digitali, gli strumentiche utilizziamo continuanoad essere un mezzo per mi-gliorare la nostra esistenza eandare avanti nell’evoluzio-ne», conclude il presidente diSuperpartes Gianfausto Fer-rari che affidaalla neonata Di-gital Universitas, l’universitàdel digitale ai blocchi parten-za, la convinzione che anchea Brescia i tempi siano maturiper vincere la sfida di un nuo-vo modo di fare impresa. //

Si chiama Archivee, ultimanata fra le app di Superpartes

C’è una partita pococonsiderata dalle aziendedentro il big match deldigitale: è la

comunicazione. Dentro quello cheappare come un insistente e fastidioso atratti «rumore di fondo» ci stanno, inrealtà, migliaia di chiacchiere, milioni discambi di idee, opinioni, cazzeggioanche. Ma è gente che si parla e dicecose. Che cosa dice? Parla di noi, dellamia azienda, mi lusinga o mi infanga? Eio che faccio? Sto zitto, faccio finta diniente, lascio correre, aspetto, rispondo?E cosa rispondo se ho sentito solo «unrumore di fondo». E’ anche questo ilnuovo mondo col quale - volenti o no -anche le aziende devono misurarsi sevogliono rispondere, misurarsi,controllare. Perchè questa - signore esignori - è, mettiamola così, la stampa2.0. Forme nuove e magari difficili dacomprendere della classica«informazione» dove si muovonoprofessionisti dedicati. Nel suo racconto -così l’ha definito - Lucio Dall’Angelo (già

caporedattore centrale al nostro giornalee oggi coordinatore generale diSiderweb.com e partner di Branditylab)ricorda Filippide e il suo «Vittoria»annunciato agli ateniesi dopo Maratona.Sandali e cuore. A suo modo unainformazione indispensabile per decidereil che fare. E poi Gutemberg e i suoicaratteri mobili, il trionfo della stampapiù o meno come la conosciamo. E poi,in dieci anni anche meno, lo spettacolodell’oggi: gli smartphone, i tablet, i social.E’ l’Infosfera, tutti che stanno connessi atutti e per sempre. Un delirio (forse),certo un nuovo paradigma, qualcosa colquale obbligatoriamente misurarsi. Mac’è poco tempo per stare a pensarci. E’ unmondo che sta già migrando,contagiando altri pezzi di mondo. E’l’internet delle cose. Oggi nel mondo cisono 20 miliardi di oggetti già connessi.Da quest’anno cresceranno di 15 miliardil’anno. Un’opportunità straordinaria perchi fa industria, per chi sa fare cose, perchi sa cosa sono i mercati. Digitalizzare:l’opportunità di una vita.

BRESCIA. C’è il robot commes-so e c’è il robot muratore; c’èWatson - un robot-computer- che assiste i medici nel farele diagnosi e sta arrivando (lapubblicità la vedete anche intv) la robo-consulenza finan-ziaria. Internet e sensori: è unpo’questo ilmondo che staar-rivando, se sarà un nuovo Me-dioevo lo si vedrà.

Tentativo non specialisticodi spiegare l’abc di quel chesta accadendo, giusto un mo-do per avere coordinate di lar-

gamassima pernon far lafigu-ra proprio dei tonti a tavola.Null’altro.

Allora. C’è il nostro mondo,ilmondo della vita quotidiana(mangiare, dormire, studiare,viaggiare, giocare eccetera,anche lavorare) e c’è il mondoche sta dentro lefabbriche, ovveroilpostodovesi pro-ducono le cosecon tanti sensori emolto internet chepoi noi utilizzia-mo. I due mondistanno insieme, ma - esatta-mente come ora - nelle fabbri-che ci sono criteri diversi cheregolano la vita.

Torniamoal mondo dellavi-ta quotidiana. Che significatanti sensori e internet? Unesempio l’ha dato ieri Rober-to Saccone, presidente della

OlimpiaSplendid(stabilimen-ti a Brescia e Reggio Emilia),produttrice di climatizzatori.La base di partenza è lo smar-tphone, internet passa da qui.Poi c’è il climatizzatore e lasua dote di sensori in grado diricevere e mandare (questa èla novità del web-digitale: in-formazioni in entrata e usci-ta) lo stato di manutenzione, iconsumi, i guasti, l’alert dellamanutenzione oltre che rice-vere i comandi da remoto delcliente (accendi, spegni, alza,abbassa eccetera eccetera).

Ovviamente e mediamentenon basta una carrozzeria fo-deratadisensoriper averesuc-cesso. Il design, l’affidabilità,soluzioni innovative sono pursempre importanti e/ofonda-mentali, ma avere un condi-zionatore web dotato è ormaiuna precondizione per staresul mercato.

Altroesempiodallavitaquo-tidiana: l’automobile. Fate ca-so alla pubblicità. O è puraemozione, oppure - se va nel-lo specifico - le pubblicità del-le auto oggi sono un tripudiodi funzioni attivate da sensorial punto che qualcuno diceche l’auto oggi è un "device",un gadget, un congegno cheserve a tenere a bordo mondidigitali. Il motore? Ormai è unoptional...

Poi c’è la fabbrica. Anche infabbrica arriva (è arrivato pri-ma) la web-sensoristica, la di-

gitalizzazione. Lachiamano Indu-stria 4.0 ed è il pro-getto (sostenutodalla Ue) per far sìche l’industria eu-ropea utilizzi que-ste nuove tecnolo-

gie per far meglio le cose, perfarle più attrattive, più utili equindi faccia più fatturato ecreipiùposti di lavoro.Non fa-re,quindi, soloprodotti digita-li, ma anche produrre con latesta digitale. E per oggi, per lavostra cena congli amici, pen-so basti così... // GI.BO.

BRESCIA. È l'ultima nata in Su-perpartes e il lancio è previstoper la fine di giugno ma a cre-dere in «Archivee», la nuovaApp di archiviazione automa-tica dei documenti, sono giàin tanti.

L'ideavieneaFedericaLam-

berti, giovane professionistache si trova a gestire e conser-vare grandi quantità di mate-riale aziendale. Prima ci lavo-ra per se’, semplicemente persemplificarsi la vita, e poi spe-rimenta - affiancata da Super-partes - un'applicazione piùingrande, replicabile su unar-chvio cloud privato e con uninedito riconoscimento intel-ligente.

Ilrisultatoèunevoluto siste-madiidentificazione, organiz-zazione e archiviazione discontrini, bollette e ricevute,gestibile dal proprio smar-tphone ed utilizzabile dal pri-vatocomedallapiccolaimpre-sa. Un modo celere e precisoper sapere quanto si spendeogni mese e dove, destinato asoppiantare non solo la classi-ca lista delle uscite compilatada ogni buon padre di fami-glia ma anche i "vecchi" foglidi rimborso spese aziendali.Fra qualche settimana la po-trete provare. //

L’ANALISI

«Se non oraquando e se nonqui dove?»Per Bresciauna sfida enormeBonometti«Remare tutti»

Robot commessie muratoriCome stacambiandola nostra vita

Internet sarà in tutte le coseChi arriva primo ha futuro

In sala Beretta. Ai lavori si sono accreditati oltre duecento interessati

Aib e Superpartes spapresentano alle aziendei nuovi scenari 4.0«Insieme si può fare»

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Angela Dessì

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Le aziende e le nuove strategie di comunicazione

QUEL «RUMORE DI FONDO»SONO MILLE CONVERSAZIONI

Gianni Bonfadini · [email protected]

Il condizionatorel’auto, la fabbricaWeb e sensori

In sala Beretta di Aib. La presidenza dell’incontro Aib-Superpartes

Abc del futuro

La testimonianzadi Roberto Sacconee della suaOlimpia Splendid

GIORNALE DI BRESCIA · Venerdì 10 giugno 2016 43

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