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Borgo Valsugana “Biglietto da visita” ®

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BorgoValsugana“Biglietto da visita” ®

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Borgo Valsugana

La Giunta ComunaleSindaco: Fabio Dalledonne

Incarichi: urbanistica, edilizia privata, sanità,protezione civile, polizia locale

Riceve il mercoledì dalle 16 alle 18 solo su appuntamento da fissare presso il servizio di segreteria stanza nr. 5 - tel. 0461 758708

Vicesindaco: Gianfranco SchraffiIncarichi: Personale, energie rinnovabili, ambiente,

lavori pubblici, politiche del lavoroRiceve il mercoledì dalle 17 alle 19 ed altri orari su appuntamento da fissare presso il servizio di segreteria stanza nr. 5 - tel. 0461 758708

Assessore: Enrico GalvanIncarichi: attività culturali, turismo, commercio,

centro storico e viabilitàRiceve il martedì dalle 9 alle 11 previo appuntamento da fissare

presso il servizio di segreteria stanza nr. 5 - tel. 0461 758708

Assessore: Giorgio CaumoIncarichi: sportello unico, rapporti con i cittadini

e comunicazione, industria e artigianato

Riceve il giovedì dalle 14 alle 15.30

Assessore: Matteo DegaudenzIncarichi: bilancio, sport, politiche giovanili

Riceve solo su appuntamento da fissare presso il serviziosegreteria stanza nr. 5 - tel. 0461 758708

Assessore: Mariaelena SegnanaIncarichi: pari opportunità, politiche sociali,

istruzione e formazione professionale

Riceve il mercoledì dalle 15 alle 16

Assessore: Rinaldo StroppaIncarichi: manutenzione del patrimonio comunale,

cantiere comunale, agricoltura e foresteRiceve il mercoledì dalle 15 alle 16

“La Collana di guide dei Paesi del Trentino”. “Biglietto da visita ®” è edita e stampata da

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Borgo Valsugana

Numeri ed indirizzi utiliCentralino: tel. 0461 758700Fax: tel. 0461 758787e-mail: [email protected] web: www.comune.borgo-valsugana.itCantiere comunale: tel. 0461 754199Biblioteca comunale: tel. 0461 754052Farmacia: Alla Valle tel. 0461 753177 Centrale tel. 0461 753065V.V.F. Pronto Intervento: 115Vigili del fuoco: tel. 0461 753015Carabinieri: tel. 0461 781600

Carabinieri Pronto Intervento: 112Guardia di Finanza: tel. 0461 753028Soccorso Alpino: tel. 348 8605048Polizia locale: tel. 0461 757312Polizia locale reperibile: tel. 329 2107692Ufficio postale: tel. 0461 758911Azienda di promozione turistica: tel. 0461 752393Ferrovia: tel. 0461 754049Servizio viabilità: tel. 0461 755800Agenzia del lavoro: tel. 0461 753227Tribunale di Trento sez. Borgo Valsugana: tel. 0461 753004

Sanità ed assistenzaEmergenza sanitaria: 118Guardia medica nottura e festiva: 118Presidio ospedaliero San Lorenzo: 0461 755111Pronto soccorso: 0461 755214Consultorio familiare: 0461 753222Servizio tossicodipendenze: 0461 753856Servizio veterinario: 0461 757112Servizio igiene pubblica: 0461 755267

La schedaAbitanti: 6733Superficie: 52,21 km2

Altitudine: 380 m s.l.m.Cap: 38051Festa del Patrono: S. Prospero (2 domenica di luglio)Mercato: mercoledì mattinaPrefisso: 0461Distanza da Trento: 34 km.Gemellato con: Bludenz (Austria)Sito web: comune.borgo-valsugana.tn.it

Orario di aperturaal pubblico

Uffici e Servizi municipali

Lunedì8.30 - 12.30 15 - 17.30

Martedì8.30 - 12.30

Mercoledì8.30 - 12.30

Giovedì8.30 - 12.30 15 - 17.30

Venerdì8.30 - 12.30

Cusode forestale

Marcello TrentinCell. 347 0892523

Lunedì: 17-18presso la sala assessori(stanza nr. 13 - 1° piano)

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Borgo Valsugana

Le OriginiLa Valsugana orientale ha rappresentato nell’arco della storia una via di transito tra la pianura veneta e i pae-si d’oltralpe, caratterizzandosi come un crocevia di po-polazioni e culture diverse. Le prime tracce di presenza umana sono testimoniate da alcune stazioni neolitiche rinvenute a Strigno e Torcegno. A Telve di sopra, Borgo Valsugana, Stringo e Grigno sono state ritrovate invece stanziamenti dell’età del Bronzo.Tra l’età del Bronzo (1800-100 a. C) e l’età del Ferro (1000-100 a.C) con i Paleoveneti si sviluppò la produzio-ne metallurgica, mentre gli Etruschi introdussero l’uso dell’alfabeto, influenzando anche l’arte locale. Le popo-lazioni retiche che si erano insediate nella zona nell’età del Ferro eressero in tutta la valle castellieri e fortifica-zioni in prossimità delle vie di comunicazione a controllo dell’area circostante.Alcuni decenni prima di Cristo l’impero romano estese il suo dominio in tutta la regione, controllando le vie d’ac-cesso ai passi alpini e costruendo un importante asse di scorrimento, la via Claudia Augusta Altinate, su un antico tracciato preistorico. Questa importante strada militare partiva dal porto di Altino sull’Adriatico e si dirigeva a nord, verso la città di Feltre, piegando poi verso il Tesi-no e la Valsugana, fino a giungere a Trento. È in questo periodo, dopo l’ingresso della Valsugana nel Municipio

di Feltre, che nella valle si svilupparono numerosi centri abitati, luoghi fortificati, a difesa di questa primaria via di penetrazione militare e commerciale. Borgo fu fondata probabilmente tra il primo secolo a. C (calata dei Cimbri) e il primo secolo d.C. Già all’epoca de-gli Antonini (138 d. C.) si era notevolmente sviluppata sia come centro militare, sia come centro civile -i militari di stanza vi si stabilivano con le mogli e i figli- tanto da me-ritare una menzione tra le stazioni militari. Da centro militare e civile, Borgo Valsugana divenne quin-di un importante snodo commerciale.

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Borgo Valsugana

Borgo ValsuganaBorgo è situata in una zona della Valsugana in cui la valla-ta si restringe e si è sviluppata attorno al fiume Brenta: il suo centro storico è l’unico in Trentino ad essersi svilup-pato su entrambe le sponde del fiume. L’ubicazione del Borgo rappresenta un esempio di come la stretta connessione tra fattori geografici ed elementi storici abbia determinato la localizzazione e configurazio-ne dell’insediamento.La maggior parte dei paesi della Valsugana è posto sulla riva sinistra del Brenta, dove i raggi del sole illuminano più a lungo, riscaldano con maggiore vigore, e nella sta-gione invernale si sta meglio che nel fondo della valle, mentre dal punto di vista urbanistico Borgo è sorto in una posizione piuttosto inconsueta nel fondo della valle. Tra i fattori geografici determinanti sono la protezione naturale dagli agenti atmosferici costituita dalle pendici del monte Ciolino e dalla Rocchetta, la presenza di terreni fertili di natura alluvionale di buona esposizione e con scarsa pendenza specie dove la valle si apre in direzione di Olle, e la possibilità di pascoli nelle valli in quota.

Tra gli elementi di carattere storico e tattico, senz’altro fondamentale è stata la pre-senza della strada romana prima, e medioevale di fon-dovalle poi, che la collegava direttamente con il Veneto, con la possibilità di control-lo dello stretto passaggio determinato dal Ciollino e dalla Rocchetta dove erano localizzati il castello di San Pietro, oggi diroccato, e quello di Telvana.Il Borgo di“Ausugum” nato come stazione militare, era un “castrum” cioè una fortificazione romana. L’agglome-rato di abitazioni sulle rive del Brenta - allora chiamato “Medoacus maior” - rappresentava un forte di sbarra-mento lungo il percorso del fiume. Il nucleo originario era già da allora organizzato tra le pendici del colle e il fiume Brenta; gli edifici disposti con un andamento curvilineo lungo la strada principale, ex via Imperiale, parallela al fiume ora segnano il corso Ausugum.

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Borgo Valsugana

Il Nome di Borgo Valsugana

Dal momento della fondazione, fino al quarto o quinto seco-lo, ebbe il nome di Ausugum; quindi quello di Burgum Ausu-gi; quindi più sbrigativamente soltanto e semplicemente Burgum.L’antico nome Ausugum, tuttavia non andò perduto. Infatti il territorio circo-stante Borgo, in pratica quasi tutta la valle, fu detto “Ausuganeo”, come oggi si chiama “Veneto” la regione in cui la prin-cipale città è Venezia.Ne fa fede una antica lapide, in cui un certo Lucius Vibius si dichiara “patronus Ausuganei” ossia protettore e difensore dei diritti e degli interessi degli abitanti dell’“Ausuganeo”. Poi il nome fu legger-mente modificato in “Vallis Ausugi”, o in “Vallis Ausugana”, o in “Vallis Sugana”. Sono nomi documentati fin dal 1184. Il passo per arrivare a “Valsugana” o, come altri scrivono, a “Val Sugana” è breve. Si comprende come “Valsugana” significhi “Valle di Borgo”.

Lo stemma

Lo stemma comunale di Borgo Valsugana presenta una croce dorata su scudo rosso coronato, racchiuso

tra due rami intrecciati di quercia e di legati da un fiocco con due na-stri uno rosso ed uno dorato. Il Drappo cittadino, rettangolare del rapporto di 1/2, interzato in palo di rosso, di giallo, di rosso riccamente ornato di ricami d’argento, bordato e frangiato dello stesso, caricato dello stemma comunale munito dei suoi ornamenti, accostato ai Iati della di-citura “UNIVERSITAS BURGI AUSUGI” e sovrastante la scritta “DI” “BORGO VALSUGANA” disposta su due righe, in filo d’argento, aperto al bilico di tre finestrelle rettangolari. Il bilico sarà unito all’asta, ricoperta di velluto rosso ornata di bullette argentate po-ste a spirale, mediante un cordone a

nappe, pure d’argento.

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Borgo Valsugana

Posizione geografica

Borgo è situato a est di Trento, al confine con la provincia

veneta di Vicenza, nella Valsugna Orientale. Il suo territorio,

che comprende le cime del Monte Ciolino e del Monte Roc-

chetta, confina con Ronchi Valsugana, Torcegno, Telve di So-

pra, Telve, Castelnuovo, Levico Terme, Novaledo, Roncegno e

Asiago (VI). E’ attraversata dalla strada statale n. 47 della Val-

sugana, che verso ovest si dirige a Trento e in direzione op-

posta scende attraversando il Veneto fino a Padova. Il casello

autostradale di Trento Centro, a 36 km, dà accesso alla A22

Brennero-Modena. Ha una stazione ferroviaria sulla linea

Trento-Venezia. L’aeroporto di riferimento a Venezia è a 131

km, a Verona è a 126 Km mentre quello di Milano/Linate e

quello di Milano/Malpensa per i voli di linea intercontinentali

distano rispettivamente 259 km e 297 km. Il Porto più vicino

è quello del capoluogo regionale veneto, Venezia a 129 km.

È inserita in un intenso circuito di traffico commerciale.

Appartiene alla Comunità montana “Comprensorio Bassa

Valsugana e Tesino”.

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Borgo Valsugana

L’economiaBorgo Valsugana è il capoluogo della neonata “Comunità di Valle della Bassa Valsugana e del Tesino”. È il centro di riferimento più importante della vallata e da solo anno-vera più di un quarto degli abitanti dell’intera Comunità, costituita da 21 comuni.Le attività economiche relative al paese sono in prevalen-za legate ai servizi sia pubblici che privati, ed insieme ai numerosi esercizi commerciali rendono Borgo un centro attrattivo di ampio respiro. Per quanto riguarda l’ampia gamma dei servizi pubblici presenti possiamo annovera-re: l’Ospedale S.Lorenzo, tutta la filiera scolastica a par-tire dall’Asilo nido comunale, dalla Scuola equiparata per l’infanzia (Istituto Romani), a seguire l’Istituto comprensi-vo di scuola elementare e media, per arrivare alle Scuole superiori presenti con 5 indirizzi all’Istituto Degasperi (Li-ceo scientifico, tecnologico, socio-psico pedagogico, Erica ed Igea; concludendo con l’ENAIP, una scuola ad esclusivo indirizzo professionale. Proseguendo a Borgo troviamo la sede del Comprensorio C3, ora Comunità di Valle, gli uffici periferici del Tribunale di Trento (ex Pretura), il consorzio del Bim del Brenta, un Comando Stazione dei Carabinieri, una Sede staccata

dell’Agenzia delle Entrate. Parecchi sono gli insediamenti legati alla Provincia Autonoma di Trento: l’Ufficio del Ca-tasto e del Libro Fondiario, un Ufficio forestale, uno per la viabilità e anche una sede dell’Agenzia del lavoro. Il paese dimostra una grande vivacità nell’associazioni-smo; esempio eclatante sono le oltre 100 associazioni presenti sul nostro territorio suddivise nei 4 macrosetto-ri: sportivo, culturale, economico e sociale.Entrando invece più nel dettaglio dei vari settori rappre-sentativi del tessuto economico borghigiano possiamo elencare alcuni dati relativi all’autunno 2009.

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Borgo Valsugana

Sono presenti 43 aziende agricole che mantengono viva una tradizione che fino a 40 anni fa deteneva un prima-to assoluto come insediamento produttivo principe; 264 aziende operanti nel settore commerciale, dei servizi di informazione e comunicazione, attività bancarie, assicu-rative ed immobiliari, attività professionali scientifiche e tecniche, agenzie di viaggio infine attività legate agli alloggi e alla ristorazione; 155 nel settore manifatturie-ro, costruzioni e servizi di gestione delle acque, delle reti fognarie e dei rifiuti; ed infine 36 aziende che pos-siamo includere nel settore residuale del tipo istruzio-ne, sanità, assistenza sociale, intrattenimento, attività artistiche e sportive.Rispetto ai dati del passato possiamo dire che negli ul-timi 10 anni vi è stato un calo dell’occupazione a livello industriale, causato evidentemente sia dalla delocalizza-zione delle imprese, sia dalla più recente crisi economico-finanziaria. Mentre di contro assistiamo ad una crescita nel settore del commercio e nelle costruzioni così come il terziario, anche avanzato, che sta rimpiazzando altri settori. Costante e diversificata la presenza di esercizi pubblici e negozi di vario genere che animano il centro storico di Borgo sia nelle Piazze che lungo le vie e i portici del lungobrenta.

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Borgo Valsugana

L’AbitatoL’Ausugum romana sorse dunque in una posizione mili-tarmente strategica, sulla sinistra del Brenta, stretta tra il colle di san Cristoforo e il fiume. Forse fu proprio que-sta posizione non del tutto felice che indusse gli abitanti dell’antico borgo a cercare uno sbocco espansivo al di là del Brenta. Già nell’Alto Medioevo l’antica Pieve di Santa Maria sorse non lungo la strada romana, ma oltre il fiu-me, all’inizio del fertile conoide di Olle. Un ponte collegava le due parti dell’insediamento connotando il nucleo abita-tivo come un “centro di ponte”.Due castelli – di cui uno è ormai solo un ricordo – costrui-ti rispettivamente sul crinale e sulla cima del Ciolino, se da

un lato facevano da sentinella, dall’altro proiettavano la loro ombra minacciosa sul Borgo condizionando non poco la vita degli abitanti. Da una parte, in alto, il castello abitato dai vari dinasti di Borgo che non perdevano occasione per tiranneg-giare e vessare i poveri abitanti, dall’altra, in basso, il Brenta che con i suoi capricci portava sovente lo scompiglio tra le case e le fertili campagne circostanti. Questi due elementi hanno influenzato la cultura locale e contribuito a fare del Borgo un qualcosa di unico, cioè perfetta fusione di tipologie architettoniche e paesistiche tra loro molto diverse.La severità delle facciate dei palazzi allineati lungo il Cor-so Ausugum, connotati da simmetria e regolarità, con portali a volte maestosi, contrasta e fa da contrappunto

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Borgo Valsugana

all’allegro e variopinto disordine, di stampo tipicamente veneto, del retro degli stessi palazzi che dà sul fiume, come poggioli, scale esterne, ballatoi e altro ancora. Completa l’opera un ponte in pietra a schiena d’asino co-struito sui modelli veneziani alla fine del XV secolo, affian-cato da una serie di portici e sottoportici del tipo di quelli esistenti in alcune città fluviali del Veneto come Vicenza, Padova e soprattutto Treviso.Il carattere medioevale di Borgo è rimasto quasi integro nel suo assetto urbanistico. Basta dare un’occhiata alla pianta del centro storico per rendersene conto. La modi-fica più sostanziale è data dall’apertura, nel tessuto ur-banistico, della lunga prospettiva dell’attuale via Fratelli resasi necessaria per ovviare agli inconvenienti che cau-sarono il disastroso incendio del 1862.Per secoli il centro fluviale è rimasto pressoché inalterato, salvo qualche episodio isolato di ricostruzione o di abbel-limento di edifici già esistenti. L’impulso espansivo è della seconda metà del cinquecento, quando il ramo più in vista della famiglia Ceschi costruisce al limite orientale del Bor-go un nuovo e grande palazzo. Altre famiglie benestanti, come gli Zanelli o i Fusio, dopo pochi anni riedificheranno le loro dimore nella parte opposta del paese. Nel corso di questo secolo seguiranno importanti lavori di ampliamen-

to e trasformazione a Castel Telvana, il più evidente dei quali è la costruzione del bastione dei Gasperetti.

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Borgo Valsugana

I palazzi della “Contrada Imperiale”Entrando in paese da est, passato l’Ospedale di San Lorenzo e lasciata sulla destra una villetta liberty del primo ‘900, lungo l’antica “Contrada Imperiale”, oggi Corso Ausugum, incontriamo a sinistra l’ex Albergo alla Croce nella sua ristrutturazione ottocentesca, e subito dopo l’elegante palazzo del Bellat.Quest’ultimo è un edificio costruito tra la fine del XVII e l’inizio del XVIII secolo, sviluppatosi su tre piani su una pianta ad elle. Un alto muro recinta su due lati il giardino lungo il Corso.Le facciate sono caratterizzate da un delicato gioco di chiaroscuri creato dalle modanature delle finestre, dei portoni e dal rilievo dei conci angolari. Le cornici delle finestre del primo piano riprendono, variandolo sulle mensole dei danzali e nei timpani, il motivo della voluta ionica presente nei capitelli dei portoni. L’aspetto scenografico trova la sua più alta espressio-ne nell’entrata al giardino che apre sull’angolo tra il Corso e la Piazzetta Ceschi. L’entrata è composta da due eleganti pilastri a bugne alternate sui quali è in-cardinato un cancello in ferro battuto di buona fattura.Due leggiadre statue femminili con prodotti della ter-

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Borgo Valsugana

ra, forse Flora e Cerere, poste sulla sommità dei pila-stri sembrano invitare con grazia tutta settecentesca l’ospite a entrare.Le opere sono in pietra tenera e provengono molto probabilmente dalla bottega di Orazio Marinali.Girando lo sguardo a destra, l’attenzione è attratta dal-lo splendido portale ad arco di Palazzo Scopoli.Quattro file di piccole bugne diamantate, interrotte dai capitelli ionici e dalla chiave di volta a voluta, fanno fa preziosa cornice al portone. Lo stile ricorda il Palazzo dei Diamanti di Biaggio Rossetti a Ferrara, mentre in zona troviamo esempi analoghi a Pergine, nella Casa

Rusca, a Trento in Palazzo Calepini e nella cinta cle-siana del Castello del Buon-consiglio, tutte opere che risalgono al XVI° secolo.Proseguendo, sullo stesso lato s’incontra la sobria e armoniosa facciata baroc-ca della cappella dell’Im-macolata, costruita per la famiglia Ceschi a Santa Croce nel 1669-80.

Davanti alla cappella si apre la piazzetta Ceschi, dominata sul lato ovest dall’omonimo palazzo. Alcune foto d’epoca mostrano nel centro della piazza una fontana, di cui oggi non resta traccia.La costruzione principale di palazzo Ceschi risale alla se-conda metà del XVI secolo: la data del 1577 è incisa su una pietra angolare che dà sul Corso. La facciata attuale evi-denzia un ampliamento in altezza e in larghezza che ha in parte alterato le belle proporzioni del palazzo. Il por-tone è arcuato, a bugne alternate, con capitelli ionici e stemma dei Ceschi a Santa Croce in chiave di volta. Un affresco ormai illeggibile, incorniciato da due figure allegoriche, sta tra il portone e la prima bifora. Sopra a questa, una seconda bifora si apre su un balcone. Avanzando lungo la strada, dove il Corso fa una leggera cur-va, c’è il Palazzo Bertondello-Hippoliti, una severa costruzio-ne barocca di quattro piani, allineata agli altri palazzi.Un paramento a bugne gentili fascia la facciata al pia-

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Borgo Valsugana

no terra dove si aprono due portoni gemelli in pietra grigia. Questi sono ad arco ribassato e mistilineo pog-giante su piedritti, a specchio nella parte alta e a bu-gnato in quella bassa. Lo stesso motivo di bugnato al-ternato a fasce lisce si ripete nell’incorniciatura delle finestre di tutti i piani. Tra la terza e la quarta finestra a partire da sinistra è murata una lapide celebrati-va con lo stemma della famiglia Bertondello e la data ANNO DOMINI M.D.CLXXXV (1685).

Proseguendo verso il ponte non passa inos-servato, sulla sini-stra, il Palazzo Armel-lini detto anche “casa Sette”. La costruzio-ne barocca ha una facciata ad angolo convesso sviluppata in altezza su quattro piani. Il piano terreno leggermente bugnato si apre con uno splen-dido portone del XVIII secolo, il più elabora-

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Borgo Valsugana

to di tutto il centro storico.Due piedritti molto pronunciati, bugnati nella parte basse e scannellati in quella alta, sorreggono un ricer-cato arco a sesto ribassato che diventa quadri-lobato nella parte interna. Prima di raggiungere il ponte sul Brenta s’incontra, sempre sulla sinistra, il Palazzo Bet-tanini, barocco la cui facciata è ingentilita da due bal-coni a monofora balaustrata.Di fronte al ponte si eleva sopra gli altri palazzi l’antica “Casa della Comunità”, un’opera del XVI secolo, rima-neggiata nel sec. XVII (il Montebello la dice terminata nel 1659), che nell’aspetto ricorda alcune case-torri di Trento.Nella facciata si nota l’affresco con gli stemmi della Casa d’Austria nella parte superiore e quello della Co-munità di Borgo – una croce dorata in campo rosso con il motto “Desiderabilis mea bene regentibus um-bra” - nella parte centrale. La meridiana dipinta sotto lo stemma porta le firme di Jacopo e Francesco Fioren-tini e la data 1653.Da un sottoportico a lato del palazzo una scala condu-ce al seicentesco convento dei francescani passando davanti a Casa de Strobele, altro bel palazzo settecen-tesco con portale bugnato ionico, lo stile più diffuso a Borgo, e bifore sovrapposte in facciata.

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Borgo Valsugana

Borgo vecchioDopo l’apertura del nuovo tratto della strada postale a ovest del paese - nella metà dell’800 - la “vecchia contrada postale” cioè il “Borgo di Borgo” come figura nella pian-ta austriaca del primo Ottocento rimase in parte isolata sia dal traffico sia dai cambiamenti ciò spiega come una zona del Borgo sia potuta arrivare a noi nel suo aspetto integrale, senza cioè gli interventi urbanistici, a volte mol-to dannosi, del ‘900.Da un punto di vista architettonico l’attuale via Battisti

è la più interessante di Bor-go. Lungo questa via sono allineate gran parte delle ori-ginali case a schiera gotiche ricostruite dopo la distruzio-ne scaligera del 1385, inter-vallate da qualche palazzo rinascimentale e tardo-rina-scimentale. In particolare va segnalato sulla parte sinistra – andando dal Largo Dordi verso la Piazzetta del Teatro

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Borgo Valsugana

Vecchio – un edificio con bifora e portone in facciata del-la fine lde XV o inizio del XVI secolo, risultato della fusione di due cellule gotiche.Sulla parte destra s’incontra per primo il Palazzo Fusio, con una facciata decorata a losanghe bianche e grigie e impreziosita da un portone bugnato sormontato da una doppia coppia di bifore. Sopra l’incrocio degli archi della prima bifora è incisa la data 1595 e la scritta DIX.Una serie di oculi a losanga mimetizzati nelle losanghe del paramento decorativo modulano il passaggio al cor-nicione del tetto. Lo stile di questa facciata è di chiaro stampo manierista.

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Borgo Valsugana

STORIA La Romanizzazione

Quando i Romani sconfissero i Galli, poco prima della se-conda guerra punica (215-201 a.C.) e occuparono l’Italia a Nord del Po, allora chiamata Gallia cisalpina o traspada-na, tutti i popoli non soggetti ai Galli si sottomisero spon-taneamente a Roma che penetrò nella valle più con la for-za persuasiva della civiltà che con la violenza delle armi.La piena sovranità di Roma sulla valle sarà tuttavia sanci-ta solo sotto Augusto .Al tempo di Ottaviano Augusto (63 - 14 a.C) i barbari del Nord già debellati da Cesare, incominciarono a invadere il Paese. L’imperatore di Roma affidò ai figliastri Druso e Tiberio il comando di una spedizione punitiva, la cosid-detta Guerra Retica (15 al 12 a.C.) che si concluse con la completa vittoria romana. Druso con le sue milizie mosse da Trento, attraversando indisturbato il territorio triden-tino sino all’attuale castel Firmiano, presso Bolzano dove sconfisse i Reti alpini. Fece quindi costruire il ponte che da lui prese il nome di Pons Drusi e procedendo lungo l’Adige sino a Maia di Merano s’incontrò allo sbocco della Venosta con un reparto dell’esercito del fratello Tiberio che, lungo il versante settentrionale delle Alpi, marciava

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Borgo Valsugana

contro le popolazioni retiche dell’Elvezia e della Bavie-ra. Attraverso il passo del Brennero (Pirene), e Veldide-na (Wilten), Druso si spinse nella Baviera a riunendosi all’esercito ti Tiberio. Insieme batterono Reti e Vindelici, sottomettendoli e sperimentando, per la prima volta, la tattica della “manovra a tenaglia”, fondamentale nelle successive campagne germaniche del 12-9 a.C.Nel I secolo dopo Cristo l’attuale Trentino – Alto Adige venne ripartito nella Rezia (comprendente la val Veno-sta, val di Sarentino, e l’alta valle dell’Isarco), nel Nori-co ( val Pusteria e forse la valle di Fassa), della X Regio

Venetia et Histria.Alla “vallis Ausuganea” era attribuita notevole impor-tanza perché metteva in comunicazione Aquileia – la città più commerciale d’Ita-lia – con la Rezia, la Vindeli-cia e il Norico, e tale rimase sino allo sfasciarsi dell’Im-pero nel 476 d.C.Negli ultimi decenni prima dell’era volgare Feltre, e successivamente Trento,

quali città di confine, divennero importanti centri militari per la difesa delle incursioni dal Nord. Consolidando ne anche la rilevanza come fulcri commerciali tra gli empori meridionali, le popolazioni montane e, ben presto, le Re-zie e le Regioni danubiane. I Romani consapevoli della necessità di un transito sicuro dei valichi e delle vallate alpine costruirono un agevole passaggio sul tracciato dell’antica pista preistorica che dal Feltrino portava a Trento la “Via Claudia Augusta Al-tinate”, nel Medioevo detta strada “Paulina”, che da Alti-num raggiungeva Augusta. La strada antica fu rafforzata allo scopo di tenere in contatto continuo i due centri tra loro e con la pianura, per cui la strutturazione della via Altinate, completata con l’imperatore Claudio (41-54 d.C.), ebbe inizio prima che Druso le desse il carattere militare che poi mantenne per secoli.Lasciata Feltre, passando per il paese di Artén, la via Claudia Augusta portava a Castel Tesino e quindi a Castel Nerva per giungere poi Borgo Valsugana, dove i numerosi ritrovamenti di epoca romana venuti alla luce, testimo-niano l’ubicazione della stazione romana di Ausuco già menzionata nell’Itinerario di Antonio sulla strada romana Opitergium– Tridentum che partiva dall’attuale Oderzo e a Feltre si univa alla Claudia Augusta.

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Borgo Valsugana

I BarbariGià prima della caduta dell’Impero Romano d’Occidente (476 d.C.) attraverso i passi alpini scesero rovinosamente per le valli Tridentine feroci orde di barbari.Nel 395 i Visigoti di re Alarico, che vivevano vicino al Da-nubio, pressati alle spalle dagli Unni, ruppero l’alleanza con Roma e saccheggiarono la Tracia, penetrando in Italia dalle Alpi Giulie. Il generale romano Stilicone mise insieme un esercito e marciò contro di loro. Nel 401 in Rezia sconfisse i Vandali e altre tribù barbariche dedite alle razzie ma il pericolo di nuove invasioni dall’Oriente

costrinse l’impero a ritirare verso Sud le truppe rimaste a guardia delle Alpi mentre l’atteggiamento verso Alarico divenne ambiguo. Stilicone si battè contro Alarico a Pol-lenzia (Pollenzo) nel 402 e a Verona nel 403 ma nessuna di queste vittorie si rivelò decisiva, e Alarico poté sem-pre sfuggire ad un disastro definitivo. Pare che Stilicone, a corto di soldati, cercasse un accomodamento e forse addirittura un’alleanza con il potente esercito visigoto. I dubbi sono confermati dalla decisione con cui invece difese l’Italia dall’invasione dei Goti di Radagaiso nel 406, circondati e sterminati presso Fiesole con le ultime trup-pe romane rafforzate dai Visigoti di Saro.Per difendere l’Italia fu però necessario sguarnire le frontie-re della Gallia, e proprio nel dicembre del 406, attraversan-do il Reno ghiacciato presso Mogontiacum, Vandali, Alani Svevi e Burgundi saccheggiavano, distruggevano, mendica-vano e senza fermarsi invasero e devastarono la provincia. La popolazione, ormai tutta romanizzata fu costretta a cer-care rifugio nei vecchi castellieri abbandonati, e difendersi dal massacro dall’alto di queste antiche fortificazioni.Gli Unni, guidati da Attila e sconfitti ai Campi Catalauni (451) discesero le Alpi orientali, in Italia.Nel 568 calò in Italia, dal Friuli, Alboino re dei Longobardi; occupò la Venezia e, l’anno successivo, estese il suo domi-

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nio fino a Trento, includendo, quindi, anche la Valsugana. L’invasione ebbe una portata storica epocale, questi po-poli non sarebbero mai più usciti dall’Impero e vi avreb-bero fondato, insieme agli stessi Visigoti, i primi regni romano-barbarici. Alboino suddivise la parte d’Italia da lui conquistata, il regno Longobardo, in Ducati e in Mar-che, Borgo e Feltre apparenevano alla Marca Trevigiana, con centro a Treviso. Tra violenze e di tradimenti il Regno Italico cessò di esistere nel 961, per opera di Ottone I re di Germania, che a Pavia si fece proclamare re d’Italia e imperatore di Roma. Da allora la nostra storia trentina fu a lungo legata a quella tedesca. A Ottone I seguirono senza fatti particolarmente rilevanti Ottone II e Ottone III. Enrico II, detto il Santo per la sua singolare pietà, fu eletto imperatore nel 1002. Alla sua morte nel 1024 gli successe Corrado II detto il “Salico” (1024 – 1039), che lasciò tracce indelebili nella storia della regione. Tornato da Roma dove era stato eletto imperatore, decise di affi-dare definitivamente ai rispettivi Vescovi, il governo della Marca di Trento e di quella di Feltre che precedentemente era affidato ai laici e stabilì quale parte della Valsugana dovesse sottostare a Trento, e quale, invece dovesse ob-bedire a Feltre.

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Ezzelino da Romano Il più inumano dei figlioli degli uomini

Dopo la suddivisione di Corrado il Salico le due parti del-la valle furono denomiate “alta” e “bassa” Valsugana. La prima a occidente, la seconda a oriente, ebbero alterne e talora diverse vicende storiche, condividendo talvolta comuni eventi, comuni interessi, co-muni sventure quali l’occupazione da parte di Ezzelino da Romano.Questo uomo fu così spaventosamente feroce, che Dante non esitò a porlo nel suo Inferno, tra i tiranni e i violenti, immerso fino al ciglio in una riviera di sangue bollente.Non mancano descrizioni anche più macabre e truci, e a volte fantasiose di questo uomo che il papa Alessandro IV chiamava: “...un figlio della perdizione, un uomo di sangue, riprovato dalla fede, il più inumano dei figlioli degli uomini...”. Il Papa bandì contro Ezzelino addirittura una crociata, come si usava contro gli infedeli, a cui parteciparono mol-ti stati dell’Italia settentrionale, e che si concluse nel 1259, con la tragica morte di questo temutissimo personaggio.

Ezzelino fu soldato audace, astuto e valoroso, ghibellino fanatico e spietato nella sua volontà di dominio. Ereditò dal padre i territori di Bassano, di Marostica e di tutti i castelli situati sui colli Euganei e aveva numerosi possedi-menti in Valsugana, soprattutto nella zona di Grigno. Approfittando di una assenza del Vescovo di Trento nel 1222 e giocando d’astuzia riuscì ad acquisire a Trento e

nell’alta Valsugana un autorità di molto supe-riore a quella del Vescovo, che mantenne per circa 34 anni forte del sostegno dell’imperato-re Federico II di Svevia, di cui aveva sposato la figlia Selvaggia, che lo nominò Vicario Imperia-le per tutti i paesi tra le Alpi di Trento e il fiume Oglioe segnando la fine delle libertà comunali.Conquistò Feltre con le armi nel 1228, in nome della città di Treviso, e poco dopo la restituì al Vescovo per intercessione del nunzio Apostoli-co, per poi rioccuparla nel 1228, mantenendo però i possedimenti in Valsugana dove in un

documento del 1241, appaiono i nomi di due funzionari, uno dei quali si definisce “Governatore di Borgo per conto del signor Ezzelino da Romano nelle parti della Valsugana e di Tesino”. Trento, conquistata da Ezzelino III nel 1241 era riuscita stabilmente a liberarsi nel 1255.

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Dopo la morte di Federico II Ezzelino fu scomunicato da papa Alessandro IV, nel 1254 con l’accusa di di efferatez-ze e di eresia. In realtà la scomunica era volta anche ad eliminare l’avversa fazione ghibellina. Il Vescovo di Tren-to, Egenone, indusse quindi il popolo a sollevarsi contro l’usurpatore allo scopo di rientrare nel possesso del principato: atteggiamento di sfida coraggioso e temera-rio, ma anche pericoloso. Ezzelino inviò subito le truppe disponibili, inutile dirlo, attraverso la Valsugana.Trento, questa volta, era ben difesa, e la soldataglia di Ezzelino, ripercorse la Valsugana. Ma l’anno successivo, il 1256, fu una vera catastrofe. Ezzelino con un formida-

bile esercito, risalì come di consueto, la valle del Bren-ta, con quell’ira in corpo che ognuno può immaginare.I primi a provarne le conse-guenze furono gli abitanti della valle; non parliamo poi di Trento e della Dioce-si, che, al dire del Turri, fu “quasi tutta abbattuta e distrutta”. Dopo la morte di Ez-zelino, a Soncino nel 1259 la storia di Borgo seguirà le vicende di Trento tra Principi Vescovi e Conti del Tirolo.

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La difesa dalla pesteNegli anni Venti e Trenta del secolo XVII la Comunità di Bor-go, come molte altre dell’Italia settentrionale e del Trentino, visse sotto il terrore della peste che qui fortunatamente non infierì grazie alla saggia sollecitudine di reggitori della cosa pubblica. Per difendersi dal contagio tra il 1622 e il 1625 i Comuni della Giurisdizione di Telvana mantennero la guar-dia alla Portella in cima al Borgo per bloccare le persone so-spette. Troviamo scritto: “1630: in Italia insorge una pestilen-za. Il male contagioso incomincia a Mantova, assediato dagli imperiali con la conquista e il saccheggio di quella città. Il contagio si estende quindi a Verona, Trento, Feltre e Bas-sano; ma la Valsugana ne è esente grazie alla premura dei pubblici amministratori. “15 Luglio: per difendersi da luoghi circonvicini infetti dal male contagioso il Comune mantie-ne guardie ai restelli in Sella, alla Rocchetta, a S.Lorenzo, e alla Portella in cima al Borgo. Tali guardie vengono pagate generosamente mediante imposizione di testaccio (grandi e piccini). 27 Luglio: di viene a sapere che anche Rovereto è sospetto di male contagioso. Persone che circolano senza fede di santità possono essere impunemente uccise. 2 Otto-bre: a Trento il male contagioso sta infierendo; a Pergine ne è infetta una casa. Per questo il Comune del Borgo delibera di chiudere totalmente i confini della Giurisdizione di Telva-na, escludendo dall’acceso al Borgo anche Levico.”

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La rivoluzione industrialeNel 1733 la popolazione del Comune di Borgo contava 300 persone. Lo sviluppo demografico del 1700 fu ac-compagnato da una crescita delle disponibilità alimen-tari grazie all’aumento della superficie coltivata e alla diffusione delle colture a più alto rendimento (patate, mais). Parallelo allo sviluppo agricolo fu quello delle attività manifatturiere, commerciali,e finanziarie.Infine, a coronamento di un epoca di generale espansio-ne economica e demografica, sorretta dalla rivoluzione agricola e dall’espansione dei commerci internazionali, si crearono in Inghilterra le condizioni favorevoli per il decollo dell’industrializzazione.La rivoluzione industriale trasformò radicalmente le strutture produttive e il sistema economico nel suo complesso, creò le nuove classi sociali della borghesia industriale e del proletariato, propose il nuovo modello industriale a un’Europa nella quale stava crescendo la forza economica e la coscienza politica della borghesia che sentiva ormai come intollerabili i privilegi e i vinco-li economici della società dell’ancien régime.

Le campagne napoleonicheLa rivoluzione francese (1789-1795) e le campagne napo-leoniche (1796-1800) alla fine del secolo XVIII segnarono una svolta epocale anche nella storia di Borgo che, d’ora in poi – a parte notizie di cronaca che ci interessano in maniera particolare – procede di pari passo con quella del Trentino sia sotto l’aspetto politico che economico.In quel tempo la giurisdizione di Telvana era territorio della Contea Principesca del Tirolo. Furono anni di conti-nui passaggi di truppe austriache e francesi, con relativo cambio di padrone.Vinti parecchi eserciti austriaci discesi in pianura, Napoleo-ne ai primi di settembre del 1796, iniziava le operazioni mili-tari per superare le Alpi; e, con la sua caratteristica rapidità, riusci in pochi giorni a mettere in fuga il nemico. Sconfitti gli avversari ad Ala (3 Settembre) e a Serravalle, occupò Rovereto (4 Settembre) non senza incontrare resistenza. Il combattimento di Calliano nel pomeriggio dello stesso gior-no aprì ai francesi la via di Trento. Alla notizia dell’avanzata di Napoleone, il generale Austriaco Wurmser con 25.000 uo-mini, ancora la sera del 4 settembre decise di eseguire il piano progettato per la liberazione della fortezza di Mantova assediata dalle truppe di Napoleone. Infatti, il 5 settembre, mentre i francesi entravano a Trento, il Wurmser, con i suoi uomini, prese la via della Valsugana passando per Borgo.

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Borgo Valsugana

Il giorno 6 Napoleone, nominato in Trento un governo provvisorio, il Consiglio di Trento, responsabile dei paesi occupati di fronte alla Repubblica con un altro ordine sot-toponeva a quel consiglio tutto il territorio del Tirolo da lui occupato. Subito dopo iniziò l’inseguimento del Wurm-ser. Preceduto da Augereau, Napoleone giunse al Borgo verso sera, pernottò in casa del dott. Prospero Zanetti, ripartendo al mattino del 7 alla testa di 15.000 uomini con i quali, il giorno 8, vinse gli austriaci del reggimento Lat-termann. La riscossa non tardò, 25 Ussari del reggimen-to Erdody Hussaren dell’esercito austriaco, sostenuti dai bersaglieri calati da Fiemme e da Primiero, cacciarono dal Borgo la guarnigione francese composta da 250 uomi-ni, e li costrinsero a ritirarsi in Levico, da dove fuggirono il 3 Novembre, sgomberando del tutto la Valsugana.

L’incendio del 1862Il 1862 fu un anno funesto per Borgo. Una brinata di pro-porzioni rilevanti in aprile distrusse il raccolto delle viti e, in seguito, anche il raccolto dei bozzoli andò quasi inte-ramente fallito. Il danno fu molto grave considerato che dall’agricoltura e dalla bachicultura derivavano le uniche entrate per i contadini che rappresentavano allora oltre il 70% della popolazione. Tutto faceva presagire una annata difficile quando un nuovo gravissimo disastro si abbattè

sul paese. Alle 13.30 di domenica 6 luglio dalla fessura di un camino uscita dal sottotetto della casa di Cristiano Galvan situata tra via Piccola e via Maggiore si sviluppò, improvvisamente, un incendio di violenza inaudita che di-strusse gran parte del paese Il cielo era sereno e il vento soffiava da levante verso ovest.“Alle case divorate dal fuoco s’univano altre di cattiva co-struzione talune addossate alle altre, coperte con scan-dole o con assi, puntellate da travi di legno, con sottotet-ti aperti e ingombri di sarmenti e di ramaggio secco di recente impiegato a fare il bosco ai pochi bachi da seta. Purtroppo, i soli venti minuti, il fuoco invase quasi tutta la parte del Borgo posta sulla destra della Brenta, cioè da via piccola a S. Anna, e dalla contrada dei Forni all’estremità

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Borgo Valsugana

meridionale del paese. Ognuno può immaginare il parapi-glia di quelle ore tremende: le campane suonavano a mar-tello; e tutti accorrevano sulla vasta zona dell’incendio. Il fuoco dilagava inesorabilmente, tutto travolgendo e ro-vinando. Ciascuno cerca-va di difendere la propria casa e le cose sue; altri si affrettavano ad assistere i parenti colti dalla sven-tura quando sentivano d’improvviso che anche la propria casa era in pre-da alle fiamme. Si doveva ammassare in fretta nei vòlti quanto più era pos-sibile, ma anche in esse entrò la fiamma divora-trice oppure ne caddero le volte, sia per la cottura dei sassi cavalcari, sia per lo sfasciamento delle antiche muraglie tenute assieme dalle catene di travi.L’incendio divampò furioso tutto quel giorno, e fu per spe-ciale grazia di Dio e per il caritatevole e sollecito aiuto

degli abitanti dei paesi vicini e di tutta la valle che ac-corsero volenterosi in gran folla con le loro macchine idrauliche se si poté salvare la parte sinistra di via Pic-cola, la canonica, la chiesa arcipetrale, la parte destra

dei Forni e le case lungo la Brenta. Nella parte in-cendiata tutto fu travol-to: masserizie, vestiario, commestibili, bestiame, denaro, documenti, ecc.; e la gente per una terri-bile accidentale ironia, rimase con i soli vestiti della festa che indossava in quel giorno. Rimasero vittime del fuoco cinque persone adulte.”In tutto furono divorate dal fuoco 159 case e l’ex monastero di S.Anna con la sua bellissima chiesa,

restando così senza tetto e prive di abitazione 320 famiglie, ossia 1670 persone.

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Borgo Valsugana

La grande guerra Cominciava l’estate del 1914. Il Borgo era allora quasi una piccola città dotata di numerosi uffici pubblici (Ca-pitanato Distrettuale, Giudizio Distrettuale, Uffici Imposte, Catasto, ecc,). C’era inoltre di stanza il 22° battaglione di “Feldjäger composto nella maggior parte di boemi, con numerosi ufficiali che davano vita ai due eleganti caffé di allora: il “Caffè Spagolla” e il “ Caffè Simeoni”, oggi caffè Roma e Caffè Italia, oltre all’albergo Valsugana e all’alber-go Grassi. C’era già il cinema “Garibaldi” e due teatri: il “teatro alla Scala” e quello più frequentato e popolare del Ricreatorio. Nessuno avrebbe mai immaginato il disastro che presto avrebbe travolto l’Europa e il paese. Un tra-gico pomeriggio, verso le tre pomeridiane del 28 giugno 1914, un modulo del telegramma stampato a macchina esposto all’esterno dell’ufficio postale diceva “Oggi nella mattinata, a Serajevo, nel corso di una visita alla città, venivano assassinati a rivoltellate da un fanati-co serbo il Principe Ereditario Arciduca Francesco Ferdi-nando e la sua consorte duchessa Kotek”. “Ora scoppia la guerra!” i paesani non avevano dubbi su-gli sviluppi del tragico evento. Gli avvenimenti precipita-rono e il 28 luglio la dichiarazione di guerra dell’Austria

alla Serbia e, il primo agosto, l’ordine di mobilitazione ge-nerale furono diffusi su grandi manifesti gialli affissi su tutti i muri della Borgata. Nelle caserme ferveva grande animazione. Le quattro compagnie di Feldjäger: si prepa-ravano a partire per la lontana Galizia. Il 9 agosto il bat-taglione in armi fu schierato in piazza degli Uffizi, davanti al Capitanato Distrettuale, dove oggi si trova il Municipio. Gli ufficiali in tenuta di campagna, col segno di lutto al braccio per la morte dell’Arciduca; il maggiore a cavallo, dopo aver rivolto in tedesco e poi in boemo un saluto e un incitamento alle truppe schierate, in tedesco ringraziò il paese che per tanti anni aveva ospitato la guarnigione e quindi, con secchi comandi, diede l’ordine di partenza. Il battaglione si avvià a passo di marcia, con i trombettieri che scandivano il tempo, passò il ponte sulla Brenta pres-so l’albergo “Valsugana” e s’incamminò sullo stradone polveroso verso Marter. Nessuno di quei soldati sarebbe più tornato a rivedere il sole e le belle montagne della Val-sugana. Qualche settimana dopo dovevano finire davanti alle tragiche posizioni di grande Rawa Ruska e di Leopoli, lanciati allo sbaraglio contro le mitragliatrici russe! La maggior parte dei caduti borghesiani nella guerra 1914 – 1918 morirono nei primi due mesi di guerra, chi davanti a Leopoli, chi davanti a Prsemsysl o affogati nel San in

Un tempio di italianità: qui nacquela sezione trentina della Lega Nazionale,

organizzazione irredentista semi clandestinache, sotto la copertura della tutela della lingua

e della cultura italiana,svolgeva attività anti austriaca.

Dopo la prima Guerra, Mussolini,direttore dell’Avanti,

partecipò qui a infuocati dibattiti politicicon i delegati della Lega Nazionale.Alcide de Gasperi, primo Presidente

del Consiglio della Repubblica Italiana,era della zona e ne fu assiduo tutta la vita.Esistente già nel 1850 come Caffè Grande,

il locale è in stile Liberty vienneseperfettamente restaurato.

Il caffè Roma di Borgo Valsuganatra i locali storici d’Italia

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Borgo Valsugana

Serbia. Nell’autunno del 1914 cominciarono ad arrivare a Borgo i primi feriti, ricoverati in un reparto del locale ospedale di S.Lorenzo, che riportavano gli orrori di quella guerra combattuta in terre lontane. Ogni mese nuove visite militari. Arruolarono anche i rifor-mati, i “scarti”, e poco a poco il paese restò senza giovani; rimasero solo i ragazzi più piccoli e gli anziani di oltre 50 anni d’età.

1915Così finiva quel fatale 1914 e il Capodanno 1915 si rivelava foriero di ben altre calamità. Comin-ciavano a scarseggiare i viveri; il pane era quasi immangiabile. Per fortu-na l’economia del paese era quasi completamente agricola, e le campagne fornivano polenta, patate e fagioli, abbastanza per sopravvivere. Verso la fine di maggio

arrestarono gli intellettuali del paese iscritti alla “Lega Nazionale” e sospetti di sentimenti favorevoli all’Italia, il 20 vennero prelevati dalla gendarmeria e internati a Katzenau (Linz). Tutta la valle, dal confine di Martincelli, Grigno, a Novaledo, venne evacuata dalle truppe imperiali salvo occasionali pattuglie.A Borgo era tutti i giorni la stessa baraonda: la mattina pattuglie Italiane, la sera pattuglie Austriache. La fante-ria o gli alpini italiani si recavano a bere nelle numerose osterie del paese e altrettanto facevano gli Austriaci, mol-ti dei quali trentini, si raccontavano le loro avventure fra

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Borgo Valsugana

un “gotto” e l’altro, chiedendo discretamente informazio-ni sui loro avversari che si erano seduti allo stesso tavolo qualche ora prima!Le truppe italiane avanzarono in modo estremamente guardingo, impiegando addirittura tre mesi per occupare stabilmente Borgo, il 24 agosto 1915.Verso la metà di Giugno la situazione si fece critica. Fa-cendo seguito agli inviti delle pattuglie italiane e austria-che che perlustravano il paese numerose famiglie sfol-laromo verso luoghi più sicuri chi in direzione di Trento, trovando ospitalità a Pergine, chi verso l’Italia, a Bassano,

Padova e Firenze. Il 24 ottobre 1918 ebbe inizio l’offensiva italiana di Vittorio Veneto che sfondò le linee austriache.Il pomeriggio del 2 novembre tra Ospedaletto e Castel-nuovo, l’esercito infranse la resistenza del distaccamento di fanteria austriaco. Borgo fu occupata dagli arditi. La marcia verso Trento proseguì rapidissima. Il 3 no-vembre: Trento venne occupata; alle 15.20 a villa Giusti di Abano fu firmato l’armistizio e il generale Guglielmo Pecori Giraldi comandante della I Armata venne nominato governatore del Trentino con sede a Trento, per il Trenti-no, l’Ampezzano e l’Alto Adige fino alla linea dell’armistizio che entrò in vigore il 4 novembre.Il 4 novembre 1918, terminata la guerra, il sindaco Giusep-pe D’Anna riporto la sede del Comune da Bassano a Borgo e cominciò il rientro dei profughi che durò alcuni mesi. Si contarono i morti: 133 caduti su tutti i fronti d’Europa, 13 vittime civili.Al periodo fascista seguì il secondo conflitto mondiale (1939-1945) anche questo inizialmente combattuto in terre lontane. Molti giovani furono richiamati alle armi e inviati a combattere sui fronti del conflitto. Ma dopo l’8 settembre 1943 la situazione cambiò. Il 10 settembre i tedeschi inserirono la Valsugana nell’Alpenvorland, la

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zona di operazione delle Grandi Prealpi costituite dalle province di Trento, Bolzano e Belluno, mentre nella zona le formazioni partigiane organizzarono azioni di guerri-glia sempre seguite da spietate repressioni. Nel 1944 la valle subì intense devastazioni e bombarda-menti, specialmente nelle aree più strategiche: ponti e ferrovia. Sfondata la linea gotica l’ultima settimana di aprile del 1945, il mattino del 2 maggio gli americani ar-rivano a Borgo e l’8 maggio il conflitto ebbe fine con la capitolazione della Germania. Il dopoguerra fu caratterizzato dal ripristino della vita democratica e da una lenta ma decisa ripresa sociale ed economica che pose fine al fenomeno diffuso dell’emigra-zione, fattore determinante per lo sviluppo economico, industriale e culturale della borgata.

Castel Telvana

Strettamente legato alla storia di Borgo, Castel Telvana è uno dei due castelli in Alsuca distrutti dai Franchi nel 590. Più rilevante nel Medioevo era il sovrastante forte di Ca-stel S.Pietro, in cima al monte Ciolino che deve il suo nome alla chiesetta, antichissima, compresa nel suo recinto.La giurisdizione di Telvana apparteneva al dominio tempo-rale dei vescovi di Feltre fin dal 1027. quando con Diploma

imperiale l ’ impera-tore Cor-rado II ave-va fissato il confine dei domini temporali di Trento e di Feltre presso No-valedo. II Vescovo Conte di Feltre aveva in Valsugana un proprio Ca-pitano che risiedeva Borgo ma già dal XIII secolo si forma-rono singole giurisdizioni, tra le quali quella di Telvana.La prima notizia documentata su Castel Telvana è del 1331. I Castelnuovo nel 1314 erano riusciti a strappare al vescovo di Feltre la giurisdizione su quasi tutta la Val-sugana feltrina. La giurisdizione di Telvana comprendeva Borgo, Castelnuovo, Olle e in un secondo tempo, con Sic-cone II, anche Tesobbo di Roncegno. Nella successione fra i fratelli Castelnuovo e Caldonazzo, Telvana tocco a Rom-baldo, al quale successe Siccone il Giovane. Durante il suo governo, il castello, Borgo e tutti i beni della famiglia in

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Valsugana, furono saccheggiati dai Vicentini nel 1382 e nel 1385. Il castello fu ricostruito e nel 1412, quando Giacomo di Cal-donazzo e di Telvana, Antonio e Castrono signori di Ivano, Grigno e Tesino, si schierarono con Venezia, la rocca fu assediata dagli Austriaci e ill castello e la giurisdizione, come le altre della valle, furono conquistate da Federico, Duca d’Austria e Conte del Tirolo. Da allora fino alla fine del XVIII secolo la Valsugana restò sotto il dominio austriaco.Gli arciduchi e conti del Tirolo affidarono il governo della zona a diversi Signori e Capitani, che condussero notevo-li migliorie alla fortezza, allargandola e rendendola atta a sopportare l’attacco delle armi da fuoco. Primo capitano fu Gioacchino di Montagna di Egna (1428). Quindi la giu-risdizione passò a Bernardo Gradner dall’arciduca Sigi-smondo (1450). Dopo un breve interregno dei Trapp, nel 1462 cominciò la dominazione della famiglia Welsperg. Baldessare Welsperg, ottenne il feudo in pegno di poche migliaia di fiorini (1465) e da capitano divenne padrone, spesso intransigente, del feudo. La comunità di Borgo in-sorse pretendendo l’applicazione degli antichi privilegi. Le dispute si trascinarono per parecchi anni giungendo a vie di fatto quando nel 1520 Sigismondo di Welsperg ottenne da Trento l’invio di una trentina di sgherri al co-

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Borgo ValsuganaAlbum Borghesano

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Borgo Valsugana

mando di Massimiliano di Pietrapiana.Cinque anni dopo i Borghesiani ripresero la lotta, il 26 agosto, durante la guerra dei rustici, spalleggiati dai ri-voltosi di Strigno. La secolare questione degli statuti fu finalmente risolta nel 1609 dall’arciduca Massimiliano che riconnobbe i privilegi alle giurisdizioni di Telvana, Castellalto e Ivano. Casa Welsperg governò a Telvana per 167 anni ricostruendo ed ampliando il castello, fino al perimetro attuale e rendendolo una fra le più superbe dimore feudali del Trentino. Dalla primitiva bastia in vetta al dosso, stretta attorno alle due torri, quella rotonda più vecchia, e quella qua-drata, una doppia cortina con bastioni stringeva in un quadrilatero pressoché imprendibile il palazzo dei feuda-tari e i fabbricati annessi. L’ultimo dei Welsperg fu prati-camente Sigismondo.Nel 1632 Telvana ritornò alla Casa d’Austria, passando al barone Michele Fedrigazzi in cambio di Nomi (1653), poi ancora gli arciduchi d’Austria (1659) quindi in feudo pignoratizio ai conti Giacomo e Marino Natali di Venezia (1661) che lo restituirono l’anno dopo rimettendoci venti-mila fiorini. Finalmente il castello fu concesso al barone Giovanni Andrea Giovanelli di Venezia dal 1662 al 1678. Nel 1678 i Giovanelli vennero elevati al grado di Conti del Sa-

cro Romano Impero ed ebbero la giurisdizione di Telvana a titolo di feudo. A parte la breve parentesi del periodo napoleonico i Giovanelli tennero la giurisdizione anche dopo la Restaurazione. Vi rinunciarono nel 1830.Divenuto proprietà comunale il giurisdicente trasferì la sede del Giudi-zio dal Castello all’edificio di Piazza S. Anna, già monastero delle Clarisse (1788).In quell’occa-sione la gente demolì il castel-lo asportandovi quanto vi era di bello e di buono. Le rovine furono acquistate dai baroni Hippoliti che in seguito lo vendettero ai Battisti di Telve.

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Borgo Valsugana

Negli anni ‘60 il castello fu acquistato da privati che lo restaurarono rendendolo abitabile.Castel Telvana (m 559) è su di un soleggiato sperone del M.Ciolìno, di fronte alla Rocchetta, fra la piana di Soravìgo e quella delle Valli. Bellissima vista sulla Bassa Valsugana sino a Grigno, Tesino, con il Silana e sulle parete rocciose di Cima Dodici. È l’elemento portante di uno tra i più sug-gestivi paesaggi castellani delle Alpi.Accesso: da piazza Teatro Vecchio, a Borgo Valsugana per Via degli Orti o per Via Mercato, s’imbocca la stradicciola che conduce al castello passando per il Convento Fran-cescano. Da qui in circa 40 min. Per un tratto ricalca il Sentiero dei castelli, che conduce a visitare, oltre a Castel

Telvana, anche il castello di S. Pietro.

Cosa vedere a Borgo

La chiesa arcipretale – Pieve della Natività di Maria

Lasciata Piazza Martiri, attraverso via Brigata Venezia si giunge alla Pieve di Santa Maria; menzionata già in do-cumenti risalenti al XIV secolo, ma di origini più antiche. Edificata prima del 1027, nell’area di evangelizzazione veneta fu restaurata nel 1460 e riedificata negli anni 1698-1727 da maestranze comacine diretta da Bernado

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Borgo Valsugana

Pasquello: l’attuale veste barocca si deve ai lavori ese-guiti tra il 1714 e il 1726 e ai successivi rimanggiamenti. Fu consacrata da Pier Maria Trevisano Suarez vescovo di Feltre l’11 maggio 1726 e appartenne a questa diocesi fino al 16 aprile 1786. Sull’originaria facciata della pieve venne aggiunto nel 1832 il prospetto della chiesa della Beata Vergine del Car-mine di Trento, realizzato tra il 1747 e il 1750 da Fran-cesco Oradini e demolita in quel periodo: la facciata fu donata a Borgo dal vescovo Francesco Salverio Luschi. A coronare la nicchia sotto il portale venne inserita una preziosa statua gotica della “Madonna col Bambino”, ri-salente al 1414, proveniente dalla chiesa veneziana di S. Maria dei Servi. Il campanile fu eretto tra il 1741 e il 1760 su progetto del famoso architetto veneziano Tommaso Te-manza, mentre la cuspide neobarocca, di Antonio Bassi, fu aggiunta nel 1816. L’interno della chiesa, a navata unica, venne affrescato da Sigismondo Nardi (1903) i quattro medaglioni che de-corano il soffitto rappresentano S. Agostino, Natività di Maria, S. Prospero; e quattro angeli. Il prestigioso altare maggiore è opera di Cristoforo Benedetti (1726), sculto-re trentino tra i più rilevanti del Settecento. Da notare la finezza delle sculture e dei capitelli che giocano con la

policromia dei marmi. Il bassorilievo centrale raffigura la Natività di Maria, tra le statue dei SS. Pietro e Paolo. Al centro, è collocato un tabernacolo marmoreo. Sulle pareti, due grandi tele raffigurano la “Presentazione di Maria” del 1895 e la “Presentazione di Gesù al tempio” (1899): opere di Filippo Schumacher, donate alla chiesa dall’imperatore Francesco Giuseppe.Entrando nella prima cappella a destra dedicata a San Matteo, si possono ammirare una su-perba pala d’altare del pittore veneziano Giovanni Battista Pit-toni, “San Matteo e l’Angelo” (post 1726), collocata su un mae-stoso altare settecen-tesco, e un prezioso “Martirio di San Bar-tolomeo” realizzato da Johann Karl Loth (fine del XVII secolo), esponente di spicco della corrente dei pit-

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Borgo Valsugana

Ollem. 442 - frazione di Borgo

La frazione (local. le Òle) è chiusa tra i torrenti Moggio e Fùmo-la, allo sbocco della Valle di Sella, ai piedi degli ameni rilievi dei Colli. Le torentate ripidissime coste e le pareti rocciosi della C. Undici (m. 2228), C. del Pra (m. 2213), M. Castelnovo, (m. 2215), M. Ortigara (m. 2186), s’innalzano alle sue spalle.Tradizioni erano nei secoli andati l’arte dei vasai e le “coltiva-zioni di novali”.Vi erano in funzione alcune fucine, con maglio, per la lavorazio-ne del ferro. Il villaggio comprende numerosi masi sparsi nella Valle del Moggio e sulle coste in destra Brenta verso le Spagolle e S. Mar-gherita, quali Prae con la chiesetta dell’Assunzione nella Villa Fezzi-Car-nieri, del XVIII sec.La chiesa parrocchiale di S. An-tonio da Padova è del 1715. Fu di-strutta, assieme al paese, durante la prima guerra mondiale, quindi ricostruita. Fu dipinta da Apollonio (1929).

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tori tenebrosi; L’altare marmoreo, di Teodoro Benedetti (1697-1787), ven-ne qui trasferito dalla chiesa di San Giuseppe di piazza Bellesini in Trento; la pala centrale “S. Giuseppe, Madon-na con Bambino” 1735 è di Antonio De Romedis, operante in Trento. Nella parete di sinistra una tela attribuita a Ge-org Grasmair, 1621-1751 raffigura i “SS. Carlo Borromeo, Gaetano da Thiene, e Vincenzo Ferreri”. A destra è rappresentato lo “Sposalizio della Madonna” di autore ignoto. Interessanti anche la lapide di Cristo-

foro IV Welsperg (1580) e Dorotea Firmian (1585), al tempo giuri-sdicenti della Bassa Valsugana e lungo la navata, due corsie di bel-lissimi banchi intagliati in noce. Particolarmente preziosi sono i due banchi dinastiali con lo stem-ma gentilizio dei Giovanelli.

La chiesa di S. Francesco d’Assisi

La chiesa di San Francesco d’As-sisi, sulle pendici del Ciolino alla fine del ‘500, sorge sul sito una

precedente chiesa dedicata a San Cristoforo. Nel 1598 gli abitanti di questa bor-gata, con l’appoggio del barone Sigismondo Welsperg di Castel Tel-vana, chiesero ai Padri riformati veneti di poter avere in paese un convento di frati a vantaggio spi-rituale della numerosa popolazio-ne. A tale scopo fu mandata una supplica a Papa Clemente VIII che si trovava a Ferrara. Il Papa ac-consentì ed emise il Breve “Exigit pietas” del 13 novembre 1598, da consegnarsi al vescovo di Feltre, dal quale ecclesiastica-mente dipendeva anche la Valsugana.Il vescovo incaricò don Federico Bettini, parroco di Telve e cancelliere vescovile, di eseguire il mandato. Il 27 luglio 1599 egli piantò la croce nel luogo dove stava una piccola chiesa dedicata a S.Cristoforo, un poco sopra il paese, e il 24 maggio dell’anno seguente benedisse la prima pietra del nuovo convento. I frati furono solennemente introdotti il 14 dicembre 1603. La chiesa, consacrata il 19 novembre 1606 dal vescovo di Bressanone Simone Feurstein, presenta

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un’unica navata pavimentata in lastre di cemento colorato.Nel 1733, a conclusione della Via Crucis eretta qualche tempo prima sulla salita al convento, fu costruita una cappella, detta del santo Sepolcro, vicino a quella dedica-ta a S.Antonio; sull’altare fu posta la statua dell’Addolora-ta e sotto la mensa quella del Cristo morto.Con la soppressione del 1810 il convento passò nelle mani del conte Giovanni Welsperg, che lo affittò a privati dietro pagamento di 2.000 fiorini. La somma fu pagata nel 1818 da Gian Battista Peverada, che regalò poi il convento ai frati. Lo stabile era in pessime condizioni e il restauro iniziato nel 1847 durò qualche anno.Durante la guerra 1915-1918 il convento venne occupato e devastato, quindi nuovamente restaurato,Nell’ottobre 1952, essendo franato il muro di clausura, insieme al muro fu rinnovata la salita al convento e le stazioni della Via Crucis.L’ultimo rimaneggiamento del 1953 ha privato la chiesa della caratteristica comune alle chiese francescane tren-tine: furono abbattuti il grande altare in legno intagliato e due altarioli pure in legno; fu ridotto notevolmente l’am-pio coro e venne sistemato un nuovo soffitto in legno a cassettoni, e collocati tre altari in marmo.Altri adattamenti vennero eseguiti per destinare alle Cla-

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Borgo Valsugana

risse il fabbricato come sede del monastero, nel 1984 e negli anni immediatamente successivi all’interno (Refetto-rio e biblioteca) e all’esterno della chiesa e del monastero.Degne di attenzione sono le preziose vetrate del ‘600, sul-le quali sono riprodotti gli stemmi delle case Welsperg, a ricordo del barone Sigismondo che promosse la costru-zione del convento e della chiesa, e dei Gallera, famiglia della sposa di Sigismondo, Chiara. A fianco della chiesa un campaniletto costruito tra il 1623 e il 1641. E’ “sta-

tio liturgico” per la pieve di Santa Maria del Borgo per l’adempimento di antichi voti.

La chiesa di S. Anna

Eretta tra il 1668-1672 per l’annesso monastero delle Cla-risse fu consacrata 11 ottobre 1672 dal vescovo di Feltre Bartolomeo Gera. Più volte restaurata e consacrata nel 1768 1874, 1873 e 1875 e infine nel 1973 fu dichiarata “tempio civico” e monumento ai caduti di tutte le guerre. L’architettura interna, deliziosamente barocca, conserva l’andamento decorativo del sec. XVIII; con una navata ret-tangolare, dal pavimento in pietra, chiusa in alto da una volta ad arcate. L’altare maggiore realizzato da Stefano Paina da Castione, ha una pala di Antonio Lenetti (1767) con la presentazione della Madonna al tempio. A metà della navata si aprono due cappelle laterali con le statue di Nostra Signora del S. Cuore di Gesù e di S. Giuseppe. Le tempere della nava-ta narrano le storie di S. Chiara e sono opera di Antonio Vicenzi, nipote di Michelangelo e Francesco Unterperger, e furono eseguite a metà del sec. XVIII. La gloria di Gio-vanna M. della Croce, i pennacchi, e le decorazioni della cupola sono di autore ignoto; mentre la natività di Gesù e la Adorazione dei Magi, ai lati del presbiterio, vengono

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Borgo Valsugana

attribuite al pittore Scaggeri da Asiago. Sulle lapidi mo-derne sono scolpiti i nomi dei Caduti, di Alcide Degasperi, e delle vittime della Resistenza. Il grande crocifisso, co-struito con residuati bellici della zona è opera di Ferruc-cio Gasperetti (1973).

La chiesa di S. Rocco

SS. Rocco, Antonio Abate, e Michele Arcangelo: in un unico edificio sul sagrato della pieve di S. Maria si trova una chiesetta superiore dedicata ai SS. Rocco e Antonio Aba-te; e una cappella al piano terra dedicata a San Michele Arcangelo.La cappella di san Rocco: eretta nel 1509 per voto della Comunità, consta di due campate, la seconda delle quali è completamente affrescata da Francesco Corradi (storie di San Rocco e di S. Antonio Abate), pittore locale ope-rante nei primi decenni del 1500. nella prima campata si trovano un affresco (1585) – cimiteriale – conserva un affresco raffigurante S. Michele in lotta; e tre statue in legno – Madonna, S Domenica, S. Caterina d’Alessandria – un tempo esposte in un’edicola nella vicina piazzetta, dedicata nel 1885 alla Madonna di Lourdes. Dal 1675 la cappella fu restaurata, ampliata e consacrata più volte.

La chiesa di S. Lorenzo sull’Armentera

Particolare importanza per antichità e per arte riveste la chiesa di S. Lorenzo sull’Armentera, a quota 1182. E’ di impianto paleomedioevale e sorge su antico castelliere e luogo di culto preromano. Dedicata al Santo della carità, nell’alto Medioevo fu rifugio per le incursioni barbare. La costruzione e gli affreschi (ultima Cena, storie del San-to, simboli degli Evangelisti, Annunciazione del Signore, splendidi e preziosi) attestano che l’edificio ebbe parti-colare fama e prestigio, almeno dai secoli XII-XIII fino ai primi decenni del XIV, cer-tamente fino alla data degli affreschi absidali del 1523. Nel 1977 un fulmine penetra-to nell’interno della chiesa riportò alla luce la mirabi-le testata di un affresco di epoca carolingia. Alla fine del secolo XIV accanto alla chiesa sorse un romitorio per volere del signore di Tel-vana Siccone di Castronovo (+1404) a scioglimento di un voto fatto durante una bat-

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Borgo Valsugana

tuta di caccia svoltasi in quella località. Proprietà della confraternita di San Lorenzo che animava nella Pieve di Santa Maria del Borgo le attività caritative della parroc-chia, fu ospedale di Santa Maria della Misericordia e poi di San Lorenzo (1438).Un eremita continuò ad abitarvi fino ai primi decenni del’800. Negli anni 1979-1980 la Provincia autonoma di Trento vi eseguì accurati restauri, restituendo all’edificio sacro il fascino misterioso dell’antico splendore. La chie-

sa è meta di pellegrinaggio in tempi di siccità e di piogge prolungate.

La chiesa di Onea

Lungo la vecchia strada ovest di Borgo, in località “Onea” chiamata così da boschetto di ontani detti “onori”, negli anni 1621-1639 la chiesa sorse su disegno di Lorenzo Fio-rentini del quale sono anche le pitture raffiguranti le sce-ne della vita della Madonna. In essa ha trovato collocazio-ne un’immagine della Vergine, da secoli venerata in una sacra edicola che sorgeva sulle pendici della montagna sovrastante. Chiusa nel 1786, ripristinata nel 1790, restaurata nel 1921 e 1964. È meta di devoti, e “statio” penitenziale della pieve di S. Maria del Borgo nella prima domenica di luglio. Ad aula rettangolare, con prolungamento per il presbiterio. In questa chiesa, il 1 ottobre 1760 venne-ro celebrate le noz-ze dei genitori del B.Stefano Bellesini la cui madre, Maria

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Borgo Valsugana

Orsola Maichelpech, era nata a Borgo.

Casa Andriollo - Soggetto montagna donna“Ho un posto io pieno di porte, portano in altri tempi, le passo e mi ritrovo nel presente”

La visita a Casa Andriollo si svolge su più livelli seguendo un percorso in salita: dal seminterrato dove prevale una visione negativa del male e della malattia si arriva, uti-lizzando la scala originale, agli spazi spirituali di valenza positiva. In questo modo si è inteso comparare simboli-camente l’atto del salire al faticoso cammino del mondo femminile verso l’emancipazione.Il percorso è finalizzato a valorizzare qualità e saperi delle donne che, a somiglianza di Alice, hanno vissuto in modestia una condizione di insufficiente considerazione. Alcuni spazi della Casa Andriollo ospitano documenti e manufatti. Il per-

corso inten-de mostrare aspetti inti-mi del vissu-to femmini-le in ambito domestico m e t t e n d o in risalto i frutti di una

creatività silenziosa. All’interno della casa viene descritta la dimensione della salute del corpo e dell’anima attraverso le applicazioni di pratiche curative di tradizione popolare, pseudo-religiose e religiose. Non manca il richiamo alla fi-gura della donna erbaiola che nel tempo, a causa del suo sapere concorrenziale con potere ufficiale, assume anche il marchio di guaritrice-strega.Altri spazi sono dedicati invece alle fasi dell’esistenza femminile: la nascita, l’infanzia, il matrimonio, la materni-tà, l’età avanzata, la morte. L’allestimento mette in risalto il corpo femminile ed i cam-biamenti cui è soggetto. Lungo il percorso sono esposti i capi dell’abbigliamento popolare che evidenziano il senso

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Borgo Valsugana

della parsimonia e l’abitudine al recupero, il campo dei saperi femminili come il cucito e il ricamo (i merletti ad ago, i merletti a tombolo, i lavori ai ferri e all’uncinetto) rappresentati dai manufatti delle trentine sorelle Marco-ni e delle roveretane sorelle Folgeraiter.Il museo raccoglie anche documenti della quotidianità esponendo parti di scritti elaborati da giovani alunne sui libri dei ricordi e giustificazioni d’assenza dei figli scritte

dalle madri al ma-estro. Si tratta di esempi di una scrit-tura scolarizzata e ingenua formu-lazione di pensieri scritti con linguag-gio semplice e tene-ramente affettuoso.Nell’ultima stanza, al secondo piano, gli spazi rappresen-tano la dimensione della coscienza e della spiritualità nei monasteri fem-minili. La valenza positiva del termi-

ne ordine monastico si contrappone a quella negativa iniziata nel seminterrato (il male e la malattia). La sezione è dedicata alle produzioni conventuali i cui manufatti sono l’espressione della faticosa tensione spi-rituale vissuta come preghiera.

Ubicazione: Piazza della Chiesa 2. Olle ValsuganaOrari: Mer. 9.30 -12; Sab. e Dom 10 – 12 /15– 18.30

Spazio Klien

Nella piazza Alcide Degasperi, al piano terra dell’edificio del Comune, affacciato su un suggestivo chiostro, si trova lo Spazio Klien uno spazio espositivo realizzato nel 1998 con lo spostamento della biblioteca pubblica comunale dai locali dell’ex convento delle Clarisse alla sede attuale, presso il Polo scolastico.

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Borgo Valsugana

Questa area espositiva prende il nome dall’artista Erika Giovanna Klien (Borgo Valsugana 1900 – New York 1957), di diritto considerata una delle principali esponenti au-striache del movimento artistico si estende anche alla

pubblicità, ai manifesti, ai libri e ai francobolli. Nel 1926 l’artista parte-cipò con alcune opere alla International Exhi-bition of Modern Art di New York. Nel 1929 l’ar-tista si trasferì a New York.Lo Spazio Klien e l’ex chiostro delle Clarisse costituiscono un sugge-stivo spazio espositivo che in questi anni ha vi-sto l’alternarsi di 90 mo-stre temporanee con la partecipazione di 25.000 persone.

Sala Alcide Dega-

speriIl Lungo Brenta di Borgo Valsugana conduce alla Sala espositiva dedicata allo statista trentino Alcide Degaspe-ri, inaugurata il 19 agosto 1997 per iniziativa del “Cen-tro Studi su Alcide Degasperi” in collaborazione con il Comune di Borgo e l’APT Valsugana. Lo spazio non può essere definito né un museo né una mostra vera e pro-pria, considerato il limitato numero di testimonianze ed oggetti esposti.. Tuttavia, l’allestimento accuratamente strutturato in periodi cronologicamente distinti, permet-te di ripercorrere le tappe fondamentali della vita pubbli-ca e privata dell’uomo politico, sullo sfondo della storia contemporanea. Ne risulta un profilo molto interessante della personalità di Degasperi inserito nel suo ambiente, nelle vicende storiche del suo tempo e fortemente legato ai luoghi trentini dove sempre ritornava in cerca di tran-quillità e svago.Nel 2006 è stato inaugurato a Pieve Tesino il Museo Casa Alcide Degasperi; lo spazio, realizzato seguendo criteri allestitivi innovativi, offre la possibilità di conoscere in modo più approfondito la vita dello statista nel periodo della sua permanenza in Trentino: dalla nascita, agli studi fino alle prime esperienze politiche. Si amplia in questo modo la presenza di luoghi e “intinerari possibili” che, testimoniano la vita dello statista e permettono di ap-profondire lo sviluppo della storia trentina e italiana, in

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Borgo Valsugana

un arco di tempo cruciale che va dall’inizio del secolo alla nascita della Repubblica.

Sala GalvanLo spazioLa sala raccoglie un interessante collezione di strumenti musicali e arnesi da lavoro dell’antica fabbrica di armo-niche ed armonium di Egidio Galvan ( 1873 – 1944 ). La famiglia Galvan produceva infatti armoniche, armonium, organetti ed once per strumenti a fiato. Accanto alla ven-dita si eseguivano riparazioni di strumenti musicali. Nel 1905 Egidio Galvan partecipò all’Esposizione Universale di Liegi ottenendo la Medaglia di Bronzo. Si può accedere alla mostra da Corso Ausugum, poco oltre Piazzetta Ceschi, oppure dal nuovo parco pub-blico (Parco della pace Alfredo Dall’Oglio ). Ubicazione: Corso Ausugum, Borgo valsuganaOrari: Venerdì: 10.00 – 12.00Tariffe: Entrata GratuitaInfopoint: biblioteca di Borgo Valsugana tel 0461 754052, fax 0461 754052

Ufficio dei Promotori Finanziari

Calvino Alessandro - +39 347 0864101Calvino Antonino - +39 335 6055893Rigon Franco - +39 348 4107565

Via IV Novembre, 14 - 38051 Borgo Valsugana (TN)Telefono +39 0461 752616

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Borgo Valsugana

Mostra permanente della grande guerra in Valsugana Orientale e sul Lagorai

L’edificioLa Mostra permanente della grande Guerra in Valsugana Orientale e sul Lagorai è realizzata all’interno dell’anti-co Mulino Spagolla sulla sponda destra del Brenta, nel centro storico di Borgo Valsugana. Grazie al supporto del Comune di Borgo Valsugana, della P.A.T. e dell’associazio-nismo locale è stata realizzata un’esposizione permanen-te in grado di offrire una panoramica soddisfacente di ciò che la prima guerra mondiale ha significato

per la Valsugana Orientale e le sue popolazioni. L’impianto espositi-vo, con l’annesso archivio foto-bibliografico, offre un percorso

didattico cronologico scandito idealmente dal succedersi dei quattro anni di conflitto.

I contenutiUna ricca documentazione fotogra-

fica testimonia gli effetti devastanti del conflitto sui paesi della Valsugana

Orientale e la guerra nelle zone del Lagorai, dell’Ortigara e dell’Altopiano dei Sette Comuni. Un diorama a grandezza naturale ricostruisce una trincea austriaca e l’antistante sbarramento di reticolato.L’esposizione permanente è un importante tassello nella rete territoriale di poli culturali periferici dedicati alla Grande Guerra. Sono state sviluppate fruttuose collabo-razioni con il Museo Italiano della Guerra di Rovereto per raggiungere l’obiettivo di coprire l’intera lunghezza del fronte italo-austriaco nel Trentino e di curare in sinergia gli aspetti storico sociali di maggiore rilevanza locale.

Ubicazione : Vicolo Sottochiesa 11, Borgo ValsuganaOrari: Mercoledì: 9.30 – 12.00/ Sabato e domenica: 10.00 – 12.00/15.00 – 18.30

La Val di Sella

La stupenda valle, che corre parallela alla Valsugana ad un’altezza media di 900 metri, è “da sempre” il luogo di villeggiatura estiva dei borghesani. La valle, nonostante gli insediamenti dell’ultimo cinquantennio, rimane di per sè affascinante, avendo mantenuto una sostanziale integrità, soprattutto nella parte più alta, quella dell’estremo ovest.Ogni ospite della “valle beata”, infatti, è attratto da quella sua impercettibile, sublime mescolanza di elementi appa-

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Borgo Valsugana

rentemente nascosti che solo pochi luoghi sanno offrire: armonia di spazi, di forme, di luci e colori. Rarità assolute che si traducono in momenti incancellabili di letizia e di benessere interno. Qualcuno, s’appaga del verde aperto del fondovalle, addomesticato dall’opera dell’uomo e pun-teggiato da romantiche costruzione dal sapore passato; altri, s’accontentano della frescura innata dei suoi boschi selvaggi o della solennità dei colossi vegetali presenti. C’è, poi, chi s’addentra tra le sue guglie tremendamente belle

da pochi raggiungibili e chi, invece, è attirato da preziosità geologiche, faunistiche oppu-re botaniche esistenti.

Arte Sella

Il percorso ArteNaturaArte Sella è una manifestazio-ne internazionale di arte con-temporanea, nata nel 1986 che si svolge all’aperto nei prati e nei boschi della Val di Sella. Dal 1996 il progetto di Arte Sella si è sviluppato lun-

go una strada foresta-le sul versante sud del monte Armentera per circa 3Km: si è così delineato un ideale percorso chiamato ArteNatura lungo il quale il visitatore può apprezzare le opere di oltre 44 artisti e allo stesso tempo gode-re delle particolarità ambientali del luogo.

L’area di Malga CostaSettecento metri circa dopo la fine del percorso ArteNatura sorge Malga Costa, al cui interno, nel periodo estivo, si sus-seguono mostre ed eventi che hanno ormai connotato que-sto luogo come vero e proprio spazio espositivo e culturale.In quest’area, che è a pagamento, sono state realizzate diverse opere. Nei pressi di Malga Costa nel 2001 l’artista lombardo Giuliano Mauri ha realizzato per Arte Sella, con l’apporto fondamentale del Servizio Ripristino e Valoriz-zazione Ambientale della Provincia Autonoma di Trento,

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Borgo Valsugana

l’opera monumentale chiamata Cattedrale vegetale. Si tratta infatti di un’opera avente le dimensioni di una vera cattedrale gotica composta di tre navate formata da ottanta colonne di rami intrecciati, alte dodici metri e di un metro di diametro; all’interno di ognuna è stato pian-tato un giovane carpino, che cresce di circa 50 centimetri l’anno. Con i tagli e le potature tali piante saranno adatta-te a formare fra qualche anno, quando gli artifici costruiti per accompagnarne la crescita marciranno, una vera e

propria Cattedrale Vegetale.

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MANIFESTAZIONIDal 1° maggio Valsugana Expo

Dal 1° maggio Trentino Cavalli

Giugno/luglio/agosto/settembre Arte Sella

2 domenica di luglio Sagra di San Prospero

Luglio/Agosto Palio de la Brenta

Agosto Alpen Markt

Agosto I Gusti della via Claudia

Settembre Coppa D’Oro

Ottobre Fiera del Cioccolato

Giugno Festa della Cultura

www.valsugana.info - www.borgoeventi.info - www.valsuganacultura.it - www.bsifiere.com

Borgo Valsugana

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Borgo Valsugana

Il palio de la Brenta“La Brenta” è il fiume che attraversa e, anticamente, divi-deva Borgo Valsugana nelle due frazioni dei “Farinoti” e dei “Semoloti”, rispettiva-mente l’agiata stirpe nobile che disponeva di farina, sul-la riva sinistra ai piedi del Castel Telvana, e l’umile ceto contadino che si nutriva di semola, nell’aperta campagna a destra.Il palio de La Brenta è una rievocazione che, a fine agosto, vede formarsi, alle estremità del paese di Borgo Valsuga-na, due cortei con carri e personaggi in costume: quello dei “Farinoti” è composto da dame, cavalieri, paggi, per-

sonaggi di rango e armigeri a cavallo, quello dei “Semo-loti” con il popolo in abiti modesti, masserizie e carri allestiti, che riproducono momenti della vita rurale. I due cortei si congiungono in piazza per l’ascolto dei pro-

clami di sfida, in rime dialettali, poi iniziano le gare, come quelle “delle fionde” e del “tiro con l’arco”, anticipate, nei giorni precedenti, da competizioni di abilità.

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Borgo Valsugana

La ciclabile “la via del Brenta”Acque che scorrono e che portano con sè testimonianze di civiltà che si sono succedute nel tempo, scorci di paesaggi e panorami ineguagliabili, opere di grandi maestri che ne hanno tratto ispirazione, popoli ricchi di culture, leggende e tradizioni da conoscere, da apprezzare e da vivere.La ciclopista della Valsugana, che collega il cristallino Lago di Caldonazzo con la splendida Baassano del Grappa, è un vero e proprio paradiso per tutti gli appassionati delle due ruote a pedali: 80 km lungo i quali si intrecciano cultura, storia e paesaggi naturali davvero unici a cavallo tra Tren-tino e Veneto. Due regioni legate da un passato storico con-diviso e contraddistinte da un comune “elemento fluviale” che accarezza dolcemente il fondovalle: il fiume Brenta.

Le sue acque vi accompagnano lungo un percorso facile, prevalen-temente pianeg-giante, adatto a tutti per trascor-rere piacevoli ore in libertà all’inse-gna dello sport e del contatto con la natura.

COOPERATIVA LAGORAI

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Borgo Valsugana

Cosa vedere nei dintorni di BorgoGiro dei castelli

Dal centro storico di Borgo parte un interessante itinera-rio tra castelli e ruderi.Salendo la Scala di Telvana, la scalinata che dal Corso Ausugum sale al convento dei Francescani, si raggiunge Castel Telvana, antico maniero alle pendici del Monte Cio-lino che domina la valle fin dal XII secolo. Proseguendo dal capitello delle Fratte si raggiungono i

ruderi di Castel San Pietro lungo un tratto di trincea mi-litare. Il giro prosegue per la Via Crucis che scende alle spalle del colle fino alla provinciale per Torcegno, dalla quale si accede a Parise, poco a monte di Telve.Attraverso prati, castagni secolari e boschi si arriva a Castellato. La torre appartiene al nucleo originario, risalente al XII secolo.Il rientro si effettua per il sentiero che scende a sinistra del castello, costeggiando il Castel Arnana, da cui, pas-sando per il Castel Telvana, si ritorna a Borgo.

Castagno dei Campestrini

In località Campestrini di Telve di Sopra si può ammirare un castagno di 400 anni di età, un vero e proprio monumento vegetale di 6-7 metri di altezza ed una circonferenza di 6,90 metri, censito nel catalogo “Monumenti vegetali nel Trenti-no” a cura dell’Istituto Agrario di San Michele all’Adige.Questa pianta maestosa, dalla chioma che raggiunge i 29 me-tri di ampiezza, si trova una distesa prativa di grande bellezza.

Oasi di Valtrigona

L’Oasi di Valtrigona, unica zona tutelata dal WWF in tutto l’arco alpino, è un museo a cielo aperto dove, lungo l’iti-nerario di circa 5-6 ore, è possibile osservare la flora e la fauna locali aiutati dalle spiegazioni contenute in bache-che e cippi lignei disseminati lungo il percorso.

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Borgo Valsugana

L’area è aperta tutto l’anno ed è custodita da un servizio di guardia attivo tutti i giorni, durante il periodo estivo, e solo alcuni giorni a settimana, durante l’inverno.È possibile prenotare visite guidate e partecipare ad atti-vità didattiche pensate per diverse fasce d’età.

Biotopo Fontanazzo

Fino a non molti decenni or sono l’intero fondovalle della Valsugana era punteggiato da paludi più o meno vaste crea-te dall’incessante divagare del corso del Fiume Brenta. Oggi l’antico paesaggio è ormai testimoniato solo dalla presen-za di poche zone umide assediate dall’invadenza dei coltivi che, proprio in relazione alla loro rarità, rappresentano gli ultimi ambienti di vita per molte specie della flora e della fauna. Il Biotopo “Fontanazzo”, che è una di queste preziose zone, si trova sul fondovalle della Bassa Valsugana presso il paese di Selva di Grigno e dista circa 45 km da Trento.Uno tra i maggiori motivi di interesse naturalistico del Bioto-po Fontanazzo è costituito dal suo particolare sistema idrico: la zona protetta infatti comprende alcune importanti sor-genti di fondovalle che sono in diretta comunicazione con il complesso carsico delle grotte della Bigonda e del Calgeron (uno tra i maggiori d’Italia), grotte che si aprono sul versante destro della valle, a poca distanza dal Biotopo.

Querce della Val di SellaLe querce della Val di Sella sono state descritte da Aldo Gorfer nel libro “Le valli del Trentino” ed accostate per maestosità a quelle che si possono incontrare nei luoghi selvaggi della Cornovaglia o del Galles.Una di esse, tra i cui rami vi è una panchina detta del “Conte”, misura 6,20 metri.Due di esse sono state catalogate nel libro Monumenti vegetali nel Trentino.Questo complesso di piante secolari e monumentali si tro-va presso le rovine di Villa Ceschi e la chiesetta di Sant’An-tonio, nell’alta Valle di Sella nei pressi di Malga Costa.

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Borgo Valsugana

Il fiume BrentaGran parte della Valsugana, valle che si caratterizza per la presen-

za di monti dall’altezza modesta e per un fondovalle piatto alternato

da ampie distese e brusche strozzature, è solcata dal fiume Brenta.

Il fiume nasce ad ovest, dai laghi di Levico e Caldonazzo per di-

rigersi poi verso il Veneto, raccogliendo numerosi immissari e

terminando, dopo 200 chilometri, nel mal Adriatico , a sud della

Laguna di Venezia.

In passato, il fiume, ha rappresentato un elemento centrale so-

prattutto nella vita

economica delle di-

verse comunità che

si affacciavano sulle

sue sponde. Nel cor-

so degli anni tale va-

lenza, legata soprat-

tutto alla fluitazione

e all’uso dell’acqua

come fonte di energia

per le macchine idrauliche, è andata scomparendo.

Oggi questa presenza è scarsamente percepita. Il fiume è infatti

oggi quasi totalmente incanalato e viene avvertito solo in presenza

di grandi piogge per il pericolo delle piene e come elemento ostile.

Il centro maggiormente caratterizzato dalla presenza del fiume è

Borgo Valsugana, unico borgo fluviale del Trentino, che conserva

ancora elementi architettonici tipici: case alte e strette, con nume-

rosi piani e finestre, scale esterne, ballatoi, piccoli cortili interni.

Lungo il fiume è possibile praticare la pesca sportiva alla trota, al

salmerino, alla tinca e al persico reale.

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Borgo ValsuganaBesenelloBese e oBesenello

38123 Ravina (TN) • Via Stella, 11/b z.i.Tel. 0461 913545 • Fax 0461 913186

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per il Vostro prestigio

Danilo BattistiRingraziamo il sig. Battisti per aver gentilmente concesso l’uso delle foto del suo sito per completare la documentazione della guida “Biglietto da Visita” di Besenello.

Da oltre 30 anni Danilo Battisti ha documentato con precisa dedizione eventi e manifestazioni di Besenel-lo con la collaborazione dei suoi abitanti, immagini che rappresentano ora la memoria storico fotografi-ca del Paese.

La sua attività di documentazione fotografica è rac-colta in un archivio ed oggi anche un sito internet www.fotoda.it ricco di bellissime fotografie, una fi-nestra su Besenello per turisti, visitatori e curiosi di tutto il mondo. Un lavoro prezioso anche per le future generazioni.

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• Riviste

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Bibliografia

• Alla scoperta del Borgo di Vittorio Fabris

• La Valsugana Orientale di Vittorio Fabris

• La terra del Borgo di Armando Costa

• Cenni di storia della Valsugana di Carlo Ferrari

• Guida alla mostra permanente della Grande Guerra in Valsugana di Luca Girotto e Fulvio Alberini

Si ringrazia il Comune e la biblioteca di Borgo Valsugana per il materiale fornito e l’aiuto nelle ricerche.

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